MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC ? Contiene I.R. M A G A Z I N E Vendemmia in Maremma: meno uva, ma i vini saranno di qualità IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XXI ? NUMERO 8 ? OTTOBRE 2023 ? ? 3,50 Inoltre... Il bilancio della stagione turistica nei risultati del sondaggio di Confesercenti Il turismo all?Argentario tra bilanci e progetti per il futuro ?#Artemide: una, nessuna, centomila?, mostra inedita al MAAM di Grosseto Gustatus, torna in laguna il grande ed atteso appuntamento con il gusto Il Battista nelle opere di Costa e del Caravaggio, mostra a Pitigliano Dal baratro alla rinascita: la sfida (vinta) di Aurora Felici 14 20 26 62 SOMMARIO VIVI 14............Il bilancio della stagio? ne turistica nei risultati del sondaggio di Confesercenti 20............Il turismo all?Argenta? rio tra bilanci e progetti per il futuro 26............Orbetello un gioiello racchiuso tra due lembi di ter? ra, pieno di storia, cultura, natura ed eventi 34............Gustatus, torna in lagu? na il grande ed atteso appunta? mento con il gusto 38............Il Battista nelle opere di Lorenzo Costa e del Caravag? gio, mostra eccezionale a Piti? gliano 43............?#Artemide: una, nes? suna, centomila?, una mostra inedita e straordinaria al MAAM di Grosseto 46............Vetulonia, consensi unanimi per la mostra evento 2023 al MuVet ormai agli sgoc? cioli 50............Holding Lamioni, quando fare impresa diventa sinonimo di crescita e successo 54............Cooperativa La Peschiera, una realtà solida e a prova di qualsivoglia crisi 58............Agricoltura e Paesag? gio, un legame inscindibile e funzionale 62............Vendemmia 2023 in Maremma: meno uva, ma la qualità non si discute 72............Prodotti, ricette, consi? gli: viaggio nel gusto alla sco? perta delle eccellenze di Maremma e Amiata in collabo? razione con Conad Grosseto 76............Dal baratro alla rina? scita: la sfida (vinta) di Aurora Felici 83............Giacomo Moscato, un viaggio entusiasmante lungo 1000 spettacoli 87............I ?Cuori Solitari? con? quistano l?edizione 2023 di ?Dilettando con Avis? 91............Il Vento nel passato, nel presente e? nel futuro? SCOPRI In copertina, un?immagine che riporta alla vendemmia cui dedichiamo un ampio servizio a pag 62 C?è da vedere 94............La Comunità Tibetana di Merigar West, un angolo di oriente nel cuore della Marem? ma e dell?Amiata ad Arcidosso SOMMARIO ? 9 99 Pillole di Storia 99............La Madonna di Santa Fiora di Luca della Robbia è tornata, anche se per pochi giorni, a casa Personaggi 105.........Alberto Bambagini, una vita dedicata al territorio maremmano e alla sua gente Corrispondente 54 108.........Sotto Magliano c?è Heba? L?angolo del libro 112.........Tre vecchi libri di Ales? sandro Angeli, ma assai spasso? si e assolutamente da leggere! 114.........Castiglione della Pescaia nel racconto di Dario Viti Aziende al Top 116.........Biscottificio La Botte e Pasta Silvia Bargagli, specialità della tradizione maremmana tutte da gustare 130 134 116 GUSTA Vino e dintorni 120.........Il ?Cacio di Afrodite? del Caseificio ?Il Fiorino?, miglior prodotto italiano del mondo WINE NEWS 122.........A Rosa, Rosati, Rosé soffia il vento di Maestrale per Fattoria Mantellassi 122.........Il Consorzio Vino Toscana riconosciuto dal Mini? stero dell?agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste 123.........Il Morellino di Scansa? no protagonista nel Regno Uni? to Di vino in cibo 124.........Fattoria del Buon Pro? fumo, uno stile di vita naturale che porta in tavola un olio top Il vino del mese 128 .........La Maliosa Uni, bianco 10 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Toscana IGT da uve Procanico, il top del top di Fattoria La Malio? sa A Tavola 130 .........Ristorante Da Romolo, per gli amanti del pesce il para? diso è qui, a Castiglione della Pescaia La ricetta 134.........Autunno, tempo di minestre magari a base di riso e funghi LE NEWS 136.........Il calcio dei sentimenti umani, il calcio vero della gente è qui: a Civitella Marittima 137.........Il Villaggio Minerario di Niccioleta entra nella rete dei Paesaggi della Memoria 137.........?La fabbrica delle sto? rie?, successo a Follonica per la proiezione al Magma 138.........Terme di Saturnia por? ta la Maremma toscana in Asia 139.........Dalla Regione Toscana 92mila euro per la Rete Grobac, delle biblioteche e degli archivi della provincia di Grosseto 140.........Musei di Maremma e i Musei dell?Arcipelago uniscono le forze 140.........Transanatolia Rally 2023: Giulio Ciabatti e David Stefanucci protagonisti in Tur? chia 141.........Rally ?Colline Metalli? fere e Val di Cornia?, ci siamo! 142.........Mostre e presentazioni di libri nell?ottobre del ?Quadri? vio? 142.........La pittura al centro dell?edizione 2023 di ?Ippocra? te nell?arte? 143.........Confartigianato Gros? seto e Formimpresa, ecco i nuo? vi corsi di formazione L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli La Tirrenica, un?eterna incompiuta che fa ancora parlare di sé? C olpo di scena clamoroso o semplice fraintendimento sui termini? Hanno fatto molto discutere nei giorni scorsi le parole del deputato Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell?organizzazione di Fratelli d?Italia, sul tema del Corridoio Tirrenico, ormai diventata una telenovela infinita. A margine della manifestazione ?L?Italia Vincente?, che si è tenuta sabato 23 settembre al Tuscany Hall di Firenze, l?onorevole in un?intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno ha fatto riferimento al progetto del ministro Matteoli, senza peraltro mai nominare la parola autostrada, portando comunque scompiglio sull?annosa questione del tratto stradale che attraversa la provincia di Grosseto, di cui si discute da ormai 55 anni. Ma andiamo con ordine. In occasione di quella kermesse fiorentina Donzelli così si è espresso nei confronti della collega Valentina Tisi: «La Tirrenica è un obiettivo. Ci auguriamo di avere la stessa collaborazione per realizzarla così come dal governo anche dalla Regione, perché attualmente è un progetto che è stato bloccato. Un progetto serio voluto dal ministro Matteoli, che purtroppo è morto su quella strada (a seguito di un incidente avvenuto nel 2017, nella zona di Orbetello, ndr), e faremo di tutto per realizzarlo. Mi dispiace se ci sarà qualche ambientalista romano che ha la viletta a Capalbio e sarà turbato dall?idea di avere una strada un po? più grande. Però serve per le persone che ci vivono e ci lavorano, per la sicurezza di tutti. Le strade che affiorano da una parte all?altra rischiano di creare solo morte e insicurezza. Il nostro obiettivo è darle un nome e dedicarla ad Altero Matteoli. Attualmente la Regione invece è bloccata su questo tema, come su tutte le infrastrutture, dai litigi interni, per cui non decidono nulla. Noi vogliamo una Toscana che crei sviluppo, dove sia possibile arrivare da Roma a Genova con una strada veloce e sicura». Parole che hanno allarmato non poco i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, i politici, gli ambientalisti ecc. che ormai avevano dato per concluso il dibattito sulla tipologia di strada da costruire. L?indirizzo ormai pressoché unanime vede nell?ammodernamento della strada statale Aurelia l?unica soluzione possibile, fattibile e plausibile, che tradotto significa una Superstrada pubblica gestita da ANAS con definitivo abbandono del progetto autostradale (privato) in capo originariamente a SAT, Società Autostrada Tirrenica, appositamente costituita alla fine degli anni ?60 del secolo scorso, per dar vita, appunto, ad un?autostrada tra Livorno e Civitavecchia, rimasta una chimera (o meglio realizzata solo in parte da Livorno a Rosignano, a nord di Grosseto e da Civitavecchia a Tarquinia, a sud). Ormai l?orientamento maturato e condiviso da tutti è quello, come detto, di adeguare l?Aurelia. Non a caso è in corso (non sappiamo ad oggi se è stato ultimato o meno) il passaggio di con- segne da SAT ad ANAS, più difficile del previsto per via della quantificazione delle risorse da destinare a SAT per il passo indietro che è stata chiamata a fare a causa dell?inconcludenza della politica e delle difficoltà nel mettere tutti d?accordo. Fatto sta che tornare a discutere oggi di tipologia del tratto (Superstrada o Autostrada) ? ad accordo (faticosissimo) ormai raggiunto e proprio nel momento in cui tutti si attendevano solo lo stanziamento delle risorse (pare che decisiva sarà la prossima Legge di bilancio) e l?apertura dei cantieri ? è apparso un non senso, che in effetti ha allarmato e preoccupato non pochi. A sgombrare però il campo dagli equivoci ci ha pensato comunque l?On.le Fabrizio Rossi, deputato grossetano di Fratelli d?Italia, nonché coordinatore regionale proprio di Fratelli d?Italia, che ha ribadito il concetto che ad essere realizzata sarà la Superstrada ammodernata, non l?Autostrada. «La superstrada Tirrenica ? ha sottolineato Rossi ? sarà messa in sicurezza e ampliata, l?impegno del governo Meloni è massimo e i progetti sono al vaglio di Anas e del consiglio superiore dei lavori pubblici, come ha ribadito anche l?onorevole Giovanni Donzelli alla nostra kermesse: ?L?Italia Vincente, un anno di governo Meloni?. Sarà una superstrada ? ha aggiunto Fabrizio Rossi ? sull?attuale tracciato, e andrà a superare lo stato atavico nel quale versa l?attuale Aurelia da sempre, in special modo nel tratto sud del tracciato, quello che va da Grosseto a Tarquinia, con la messa in sicurezza della stessa, a partire dall?eliminazione dei pericolosissimi incroci a raso, l?assenza di guardrail e il raddoppio dei vari tratti mancanti tra Orbetello e CapalbioMontalto di Castro, che attualmente sono ancora a senso unico di marcia. Quest?ultimi, purtroppo, noti alle cronache, e non solo locali, per i molti incidenti stradali e lutti». «Le parole di Giovanni Donzelli sottolineano che tra le priorità del governo c?è anche il ?Corridoio Tirrenico?. Lo studio di Unioncamere Toscana, il meglio conosciuto ?Libro Bianco? delle priorità infrastrutturali nella nostra regione, che ho consegnato nel mese di novembre al viceministro Galeazzo Bignami, è stato recepito dal ministero. Adesso, aspettiamo che Anas valuti tutti i progetti e ci auguriamo di poter vedere presto gli appalti dei primi lotti sulla base dei progetti che il consiglio superiore dei lavori pubblici avrà valutato positivamente. La rotta è stata tracciata ? ha concluso il Deputato ?, la superstrada porterà ad un completamento della viabilità costiera che serve non solo alla Toscana, ma a tutta la nazione». Quindi tutto risolto? Si è trattato di un equivoco? A breve vedremo le ruspe ed inizieranno i lavori? È l?auspicio di tutti. Quella strada da Grosseto a Tarquinia è infame, ormai da fin troppo tempo? EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI TURISMO Il bilancio della stagione turistica 2023 nei risultati del sondaggio di Confesercenti DI DEBORAH CORON 14 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE Foto © Giancarlo Gabbrielli Una stagione turistica sotto le aspettative, anche se forse non per tutti, e la domanda su cosa abbia influito su questo calo. Sono i molti interrogativi che operatori, politica e associazioni di categoria si sono posti al termine di un?estate complicata per la Maremma. Per questo Confesercenti ha ideato un questionario on line, per capire cosa, secondo gli operatori, non abbia funzionato. Ecco cosa è emerso Il sondaggio Poca propensione a spendere con un conseguente calo dei ricavi. È questo uno dei dati che è emerso dal sondaggio on line voluto da Confesercenti Grosseto tra gli operatori turistici, soci e non. 250 le aziende coinvolte per oltre 5mila risposte. «Una banca dati d?interesse, che Confesercenti ? afferma il direttore Andrea Biondi ? mette a disposizione del territorio per stimolarne le riflessioni, con un ringraziamento doveroso ai molti operatori che hanno partecipato al sondaggio». «L?estate 2023 che sta volgendo al termine ? aggiunge Biondi ?, è stata molto dibattuta per le apparenti presenze turistiche al di sotto delle aspettative. Confesercenti Grosseto, in qualità di associazione di categoria del commercio, turismo e servizi, ha lanciato un sondaggio online con l?obiettivo di tirare le prime somme, in attesa dei risultati definitivi ? che però da soli non basteranno a comprendere la realtà dell?intero indotto ? e dare un primo contributo fattivo al confronto con gli enti locali e non solo, relativo alle politiche di sviluppo turistico della Maremma Toscana». Un?analisi a tutto tondo per valutare questa stagione turistica in fase di conclusione. Ad aderire al sondaggio sono state per il 36.3% strutture ricettive (hotel, camping, b&b, agriturismo, affitto appartamenti, etc.), 15.1% negozi di vicinato, 12.7% pubblici esercizi (bar, pub, cocktail bar, ice caffe?, gelateria, etc.), 11.8% ristorazione, 7.1% stabilimenti balneari, 6.6% servizi alle imprese turistiche (beverage, pulizie, web & social media, etc.), 5.7% servizi turistici (guide ambientali, cicloturismo, noleggio, etc.). 4.7% cantine o aziende agricole con somministrazione. Tra l?altro il sondaggio ha abbracciato in maniera composita e variegata tutto il territorio con una rappresentanza massiccia delle località turistiche legate al mare: il 41% Grosseto, il 17.9% Follonica, 10.4% Castiglione della Pescaia, il 9% Orbetello e Argentario ma anche un 18.4% di Colline Metallifere. PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI Foto © Giancarlo Gabbrielli Se la scarsa propensione ai consumi è l?elemento che quasi tutti gli operatori hanno sottolineato in maniera pressoché unanime (anche se riguarda meno i ristoratori e più i negozi di vicinato), diversa è invece l?analisi sulle presenze turistiche che sono state ?soddisfacenti o molto soddisfacenti? per quasi la metà del campione, ovvero il 48% degli operatori, con il restante 52% che si dichiara insoddisfatto. Da questo punto di vista c?è più soddisfazione a nord (Follonica, Scarlino, Castiglione della Pescaia) che non a sud (Orbetello, Argentario e comuni dell?Albegna). Il 64% degli operatori considera non soddisfacente il livello di ricavi raggiunto nella stagione estiva 2023, conseguente alla scarsa propensione al con- 16 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Foto © Giancarlo Gabbrielli ???? Poca propensione a spendere con un conseguente calo dei ricavi: è questo uno dei dati emerso dal sondaggio on line voluto da Confesercenti Grosseto tra gli operatori turistici, soci e non. 250 le aziende coinvolte per oltre 5mila risposte sumo del turista. E purtroppo pare che anche settembre abbia confermato il trend. Tra l?altro gli operatori non si nascondono dietro alibi e l?80% di loro ammette che il livello dei prezzi possa aver influito sulla scarsa propensione ai consumi dei turisti. Altrettanti ritengono però che l?offerta turistica maremmana possa essere ancora attrattiva. Di contro in molti puntano il dito contro le politiche di sviluppo turistico condotte dagli enti locali giudicate, per l?86.5% fra pessimo ed insufficiente, ma anche contro l?impiego degli introiti dell?imposta comunale di soggiorno a favore dello sviluppo turistico (giudizio negativo per 81.5%), promozione del territorio online ed offline (77.5%), evoluzione negli anni dei ser- vizi offerti al turista (musei, svago e divertimenti, relax, eventi, etc 82.5%). Unica eccezione Castiglione della Pescaia, sulle cui politiche vi è un giudizio superiore alla media, principalmente per la promozione del territorio. Quello che si chiede agli enti locali, a partire dai Comuni, è un ruolo di regia delle politiche di sviluppo turistico, più che mai essenziali in un mondo globalizzato in cui i singoli operatori, da soli, poco possono fare. Per questo gli operatori invocano una maggior promozione del brand Maremma, eventi che allunghino la stagione balneare, e investimenti sulle infrastrutture (dalle strade ai porti alla ferrovia), iniziative di rete per strutturare ed ampliare l?offerta turistica. Se il mare va un po? ?da sé?, la richiesta è di La customer statisfaction come strumento chiave per il rilancio del turismo in Maremma Ne è convinta Confcommercio Grosseto che lancia un appello affinché si possa dar vita ad una campagna massiva, appunto di customer statisfaction, attraverso la somministrazione di un questionario ai turisti che vengono in Maremma e la successiva rielaborazione dei dati raccolti, quanto mai utili per mettere a punto un?offerta in linea con le aspettative di chi sceglie la nostra terra per le proprie vacanze L a faccia visibile della Luna ha un fascino enorme; soprattutto quando totalmente illuminata dal sole in determinati periodi dell?anno sembra essere più grande del solito. Ma come sarebbe la nostra vita se potessimo ammirare facilmente anche il lato oscuro del nostro satellite? Quali pensieri, quali progetti ci ispirerebbe? ?L?ottima notizia del sondaggio tra gli operatori del turismo promosso dai colleghi di Confesercenti per capire cosa non è andato nella stagione turi­ stica di quest?anno (ammesso che vi sia qualcosa) ? a?erma Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto ? ci o?re l?opportunità per rilanciare quello che da sempre è un nostro mantra: la customer statisfaction di chi, in cerca di una destinazione turistica, sceglie la Maremma o sarebbe potenzialmente interessato a sceglierla?. ?Stare accanto agli associati, inter­ cettarne di nuovi per o?rire loro tutta l?assistenza tecnico­sindacale possibi­ le è certo la prima cosa ? a?erma Giulio Gennari, presidente Confcommercio Grosseto ? e raccogliere i suggeri­ menti di chi attraverso il proprio lavo­ ro promuove valori e tradizioni, e dun­ que l?identità del territorio, è un indi­ spensabile e irrinunciabile punto di partenza. Tuttavia la sfida vera è indi­ viduare prima, e soddisfare poi, le esi­ genze di chi può essere interessato a un periodo di vacanza o a una cena in ristorante in un territorio non ancora conosciuto. È capire se ciò che è stato o?erto al turista giunto in Maremma è stato su?ciente o meno. È com­ prendere come, appunto, migliorare il grado di soddisfazione di chi è venuto da noi o di chi, magari all?ultimo minuto, invece di scegliere la Marem­ ma ha preferito altri luoghi. Insom­ ma: dobbiamo conoscere anche il ?lato oscuro della luna? per poter otte­ nere i risultati migliori. Potrebbero uscire informazioni utili. Magari si darebbe una misura al fenomeno del­ le locazioni turistiche brevi a prezzi che rilasciano in rete una recensione sulla propria vacanza o sulla propria esperienza in un ristorante o in un albergo è piuttosto bassa rispetto al totale. E la maggior parte delle recen­ sioni vengono rilasciate o per condivi­ dere l?entusiasmo di una esperienza fantastica o per denunciare pubblica­ (elevati) non adeguati alle condizioni degli immobili a?ttati. Fenomeno che si ripercuote giocoforza sull?immagine del comprensorio e dunque sulla sua attrattività?. ?Esistono già ? riprende Gabriella Orlando, direttore Confcommercio Grosseto ? esperimenti in tal senso. Agenzie specializzate raccolgono le tracce lasciate in internet dai visitato­ ri dei territori: parole chiave per la ricerca delle destinazioni; filtri utiliz­ zati per la richiesta di specifici servizi; recensioni. È già qualcosa di utile, ma è una attività che o?re un quadro comunque limitato. Perché anche se i numeri assoluti possono sembrare interessanti, la percentuale di coloro mente le nefandezze di una o?erta inadeguata. Si perde, dunque, il gros­ so: ovvero il sentiment di tutto ciò che è nel mezzo?. ?Torniamo allora ? conclude Orlando ? a rilanciare l?appello che in ogni sede, da più anni, rivolgiamo agli attori del turismo locale (Odt, Ambito turistico, Comune, Provincia) nella consapevolezza dell?impegno di cui la nostra richiesta necessita: si deve organizzare una campagna massiva di customer statisfaction attraverso la somministrazione di un questionario ai turisti che vengono in Maremma e la successiva rielaborazione dei dati raccolti. E ovviamente Confcommer­ cio è pronta a fare la propria parte?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Un ruolo di regia delle politiche di sviluppo turistico, una maggior promozione del brand Maremma, eventi che allunghino la stagione balneare, investimenti sulle infrastrutture, iniziative di rete per strutturare ed ampliare l?offerta turistica, tra le richieste emerse dal sondaggio puntare e potenziare il turismo enogastronomico e il turismo lento che coinvolga entroterra, borghi e natura. La lettera di intenti per sostenere il turismo Intanto a metà settembre è stata firmata, nel palazzo della Provincia, la lettera di intenti tra i presidenti delle associazioni di categoria, Confesercenti e Confcommercio, Giovanni Caso e Giulio Gennari e il presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola. Le due associazioni che rappresentano il mondo del commercio e del turismo hanno messo a disposizione la propria professionalità con lo scopo di stimolare il confronto attraverso le proprie competenze e la capacita? di rete che le contraddistingue. La richiesta, nei confronti della Provincia, è di essere luogo d?incontro, un ponte istituzionale locale, in primis fra gli ambiti turistici Maremma Nord e Maremma Sud, e naturalmente interloquendo con l?Ambito Turistico Amiatino. La firma di questa lettera si origina dal fatto che stanno nascendo spontaneamente sempre più richieste di confronto con gli amministratori locali da associazioni ricreative, operatori turistici, esercenti, cittadini, perché ci si interroghi sulle politiche locali di sviluppo turistico. La richiesta da più parti è di politiche turistiche di rete, che al momento gli ambiti turistici non sembrano aver colmato, ma semplicemente stimolato. Gli enti locali devono farsi registi di politiche di sviluppo attive, in piena 18 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Nella foto i presidenti delle associazioni di categoria, Confesercenti e Confcommercio, Giulio Gennari (a sinistra) e Giovanni Caso (a destra) con il presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola (al centro) condivisione, confronto, e comunione d?intenti con il tessuto produttivo locale, rappresentato, appunto, dalle associazioni di categoria. L?obiettivo è di lavorare in sinergia con proposte, progetti e buone pratiche che rafforzino le politiche di rete facendosi intermediari con le amministrazioni comunali. Nell?era della crisi della rappresentanza, è necessario rendersi conto ogni giorno di più dell?esigenza di costruire una rete territoriale capillare ed allo stesso tempo sovracomunale per ottenere politiche utili ed efficaci per lo sviluppo turistico della Maremma Toscana. La Maremma ha bisogno in questa era delle sue migliori energie. «Siamo qui per sensibilizzare il presidente della Provincia Limatola perché si faccia portavoce, rispetto ai sindaci, e non solo, di quello che è il ruolo delle associazioni di categoria. Un ruolo che vogliamo giocare in forma attiva, rappresentando il tessuto imprenditoriale, ma anche stimolando la politica locale attraverso la nostra capacità progettuale. Un doveroso ringraziamento da parte di Confesercenti Grosseto al presidente per la sinergia suggellata quest?oggi con la firma della lettera d?intenti» afferma Giovanni Caso. «Siamo convinti che una reale e concreta cooperazione con le istituzioni ? commenta Giulio Gennari, presidente Confcommercio Grosseto ? sia quantomai necessaria per dare voce agli operatori del settore e allo stesso tempo spronare e stimolare le amministrazioni pubbliche. Le associazioni di categoria rivestono un ruolo chiave nell?elaborazione di strategie per lo sviluppo turistico ed economico più in generale. Rappresentando la maggioranza delle aziende del turismo, del commercio e dei servizi, costituiamo il tramite unico tra la politica e il mondo imprenditoriale locale, e pertanto rivendichiamo la centralità che ci compete. A livello territoriale, l?incontro con il presidente Limatola è un ulteriore passo avanti nella giusta direzione di un confronto che deve essere costante. Proseguiremo con impegno e determinazione nell?incontro anche con gli altri soggetti istituzionali». Soddisfatto il presidente della Provincia, Francesco Limatola che così si è espresso: «Accolgo positivamente i propositi delle due associazioni di categoria. Vogliamo organizzare un incontro di confronto sul tema, utilizzando la formula dell?assemblea dei sindaci dell?intero territorio. La Provincia non ha competenze dirette nell?ambito turismo, rispetto al passato, quando sussistevano le APT, ma rimane la possibilità di svolgere un ruolo di concertazione politica, verso i comuni, verso gli ambiti, rispondendo positivamente allo stimolo delle due associazioni, perché è innegabile che il comparto turistico per mettersi in discussione e svilupparsi ha necessità di gestire sinergie territoriali complesse, in cui pubblico e privato devono dialogare ed operare a favore di un cammino comune. La Provincia è casa dei Comuni, quindi delle comunità, e naturalmente del tessuto imprenditoriale locale». VIVI TURISMO Il turismo all?Argentario tra bilanci e progetti per il futuro L?aria frizzantina di fine settembre, il cielo terso e la malinconia che accompagna il declino dell?estate inducono inevitabilmente a tracciare i primi bilanci, le prime riflessioni su criticità, punti di forza e aspetti da migliorare per il futuro di una stagione turistica ? quella appena trascorsa ? all?Argentario. E lo facciamo con gli assessori Chiara Orsini e Michele Lubrano DI FRANCESCA COSTAGLIOLA L?INCONTRO CON L?ASSESSORE AL TURISMO CHIARA ORSINI La baia, il mare, l?andirivieni di abitanti e degli ultimi turisti frettolosi in una mattina ordinaria di fine estate: il panorama di cui si gode dall?edificio che occupa gli uffici del Comune di Monte Argentario è un incanto, induce a valutazioni, a bilanci, fa riflettere sulla bellezza del luogo in cui viviamo, un abbraccio straordinario, armonico, unico, tra architettura e natura. Sono qui per incontrare Chiara Orsini, assessore al Turismo, Cultura, Sport, Commercio del Comune di Monte Argentario. Mi accoglie sorridente e gioiosa, nonostante sia molto indaffarata tra appuntamenti e progetti, si muove tra un ufficio e l?altro, perché mi spiega: ?Tra noi c?è molta collaborazione, ci aiutiamo a vicenda, siamo un gruppo di lavoro giovane. Con me in giunta ci sono gli assessori Silvano Scotto, Paola Pucino, 20 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Michele Vaiani, Michele Lubrano, ognuno di noi ha le proprie competenze per intercettare le esigenze ed intervenire sulle tante necessità del territorio e dei cittadini. Mi piace molto lavorare in team, perché è proprio unendo le forze che si raggiungono grandi risultati?. Mentre mi parla, sfoglia l?agenda fitta di impegni e di incontri. ?Sono appena rientrata dalle ferie e ho davvero molto da fare, ma affronto le mie giornate con entusiasmo, perché amo quello che faccio e ci credo profondamente: ho tante idee e tanta volontà di concretizzare?. Chiara come sta cambiando il turismo all?Argentario? Avendo un?agenzia immobiliare a Porto Santo Stefano, valuto e monitoro la situazione in prima persona, mi occupo infatti di affitti estivi e posso affermare che il turismo sta mutando volto: i soggiorni sono brevi, non si può più parlare di villeggiatura come anni fa, i turi- sti rimangono dai due ai quattro giorni, affittare per una settimana è già tanto. Preferiscono spostarsi, si può definire un turismo itinerante. In molti provengono dall?entroterra e trascorrono qualche giornata al mare. Prevalentemente si tratta di coppie e famiglie, ma numerosi sono anche i ragazzi. Un dato importante: tanti sono gli stranieri, ad esempio svizzeri, tedeschi, francesi. Questi arrivano a fine stagione ed oltre al mare preferiscono altro: escursioni, trekking, luoghi d?arte. Dobbiamo essere preparati ad affrontare il cambiamento. L?estate ha avuto un calo di presenze, a giugno il maltempo ha inciso sugli arrivi. Non dobbiamo però scoraggiarci: è una situazione che riguarda tutta la Penisola, per questo occorre lavorare e procrastinare la stagione turistica, ampliando il ventaglio di proposte, investire sulla rete sentieristica, sul cicloturismo, sul walking, su degustazioni. C?è bisogno di un sfruttare al meglio tutto ciò che l?Argen- Porto Santo Stefano tario è in grado di offrire e fare ancora di più, andare oltre, perfezionarsi, saper rispondere a richieste varie e numerose. Come procrastinare la stagione turistica? Occorre fare un?operazione di marketing di qualità, che valorizzi il brand Argentario, creare cioè un sito di promozione turistica, che incentivi anche i resort a 5 stelle, unendo le forze di tutti: operatori del settore, enti, privati, associazioni. Far conoscere quindi il brand mediante fiere, campagne pubblicitarie, la rete digitale. Per far ciò ho studiato un piano, partendo dal riposizionamento turistico, da come siano mutati gli utenti che soggiornano all?Argentario, quali siano esigenze, peculiarità e quali le nostre criticità e punti di forza, quindi dalla teoria, volgermi alla pratica. Unire dunque sapere e pragmatismo. Che tipo di turismo auspichi per l?Argentario? La parola chiave è diversificare. Porto Chiara Orsini Ercole per la sua conformazione morfologica beneficia di un turismo di qualità, come dimostrano gli investimenti di Conni Jonsson del gruppo svedese Erqole, fondatore di Qarblo AB. È importante tuttavia oltre ad offrire eventi di nicchia, realizzare serate per i giovani, fare in modo di esaudire le attese più differenti, e poi valorizzare i forti un impegno quest?ultimo a cui tengo molto. Abbiamo ventiquattro tra forti e fortezze, alcuni non visitabili, ma bisogna comunque lavorare sulla storia dell?Argentario, realizzare un?unica rete museale e concedere ai turisti l?utilizzo di una card con cui avere accesso a percorsi di turismo consapevole. Forse neanche noi abitanti conosciamo fino in fondo il nostro patrimonio culturale? penso al Museo delle Memorie Sommerse che ci presenta reperti singolari che ci parlano della nostra storia arcaica. Così facendo il turista tende a rimanere all?Argentario, tra visite, escursioni, enogastrono- mia. Mi riferisco anche alle navi da crociera, un fiore all?occhiello del nostro turismo, un turismo di lusso: alcuni dicono che i passeggeri siano soliti fare escursioni altrove: Pisa, Siena, Firenze, ma ampliando l?offerta di attività e proposte, potranno godere a pieno dell?Argentario. Senza dimenticare che i porti di Porto Ercole e Porto Santo Stefano sono differenti: se non si può attraccare o sostare nell?uno per ragioni di meteo e venti contrari, si può accedere all?altro. Sono complementari ed intercambiabili e questa è una grande fortuna. Altra parola chiave poi è sinergia, non solo tra arte, natura, storia, ma anche tra tutte le risorse umane disponibili. Doveroso è investire sulla formazione per rafforzare le competenze che abbiamo e crearne delle altre. L?accoglienza non si improvvisa, parlare bene inglese è una delle priorità per chi lavora nel turismo. Parliamo dell?imposta di soggiorno, PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? Chiara Orsini: ?L?estate ha avuto un calo di presenze, a giugno il maltempo ha inciso sugli arrivi. Non dobbiamo però scoraggiarci: è una situazione che riguarda tutta la Penisola, per questo occorre lavorare e procrastinare la stagione turistica, ampliando il ventaglio di proposte, investire sulla rete sentieristica, sul cicloturismo, sul walking, su degustazioni? uno dei punti all?ordine del giorno nel consiglio comunale di settembre Secondo studi a cui mi sono dedicata, i settori alberghiero ed extra-alberghiero sono in crescita, rispetto a 5 anni fa. Cospicui sono i B&B che aumentano di un 70% e ne stanno costruendo degli altri. Dal 1 gennaio 2024 sarà in vigore l?imposta di soggiorno, sarà dunque obbligatoria la registrazione fiscale su apposita piattaforma. I consistenti flussi turistici, pur rappresentando una risorsa economica e finanziaria, sovraccaricano di spese aggiuntive il bilancio comunale. Considerando la media di presenze degli ultimi anni il gettito che ne deriverà è stato stimato tra 250 e 350 mila euro a seconda delle tariffe che verranno approvate dalla Giunta comunale in fase di approvazione del bilancio. Obiettivo dell?Amministrazione è quello di rafforzare, con gli introiti che deriveranno da questa nuova imposta, gli investimenti in ambito turistico. In particolare l?imposta sarà destinata a finanziare interventi di promozione del territorio, per migliorare l?accoglienza turistica, rafforzare e aggiornare gli strumenti di promozione, accoglienza, valorizzazione, riqualificazione e gestione dei beni culturali ed ambientali, collaborando con la Regione ed enti in loco. In particolare, sottolineo la necessità di migliorare la viabilità, la segnaletica e la manutenzione delle strade comunali, il decoro urbano, utilizzare navette elettriche, ripristinare un servizio taxi, un taxi boat, deli- 22 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Porto Ercole mitare gli specchi d?acqua con boe, garantire la copertura Internet su tutto il comune. Abbiamo un anno per dare vita a tale complessa progettualità, ci saranno incontri con Federalberghi e con gli operatori del settore per avere un riscontro, ne discuteremo naturalmente nelle opportune Commissioni. Come detto in precedenza, il turismo sta cambiando: ci sono ombrelloni affittati per tutta l?estate, ma i turisti ne usufruiscono solo il week end, vogliono muoversi, viaggiare. È un turismo dinamico, che predilige esperienze nuove e diverse. Raffaella Carrà e l?Argentario: un legame indissolubile? Non potevamo non mantenere vivo il ricordo e la memoria di Raffaella, per questo ci dedicheremo al Progetto Casa Raffaella, il cui delegato è il Renato Tulino. Nell?ex aeronautica, che ora è di proprietà del Comune, vorremmo realizzare Casa Raffaella: uno spazio culturale destinato a scuola di ballo, canto, con teatro, sala prove, ristorante che proporrà le ricette che cucinava Raffaella e un alloggio per gli studenti a prezzi modici. Si tratta di un ampio spazio, di aggregazione, integrazione dei giovani, di sviluppo potenzialità e talenti. Non abbiamo infatti luoghi di cui costoro possano beneficiare, in cui possano ritrovarsi e confrontarsi. Quando hai ricevuto l?assessorato al turismo qual è stato il tuo primo pensiero? Sono stata felicissima. Inizialmente ero destinata ad altro, ma al turismo tengo molto, è una mia grande passione, oltre che una professione. Mi piacerebbe pensare che potrò creare una rete museale, festival, progetti, attività che rimangano nel tempo. Qual è la tua sfida nei prossimi cinque anni? Mettere in pratica, concretizzare le mie idee che sono tante ed a cui lavoro con entusiasmo. Mi piace molto il concetto di leadership femminile, ma ripeto, i risultati si determinano con il contributo di un team motivato, e con la collaborazione delle associazioni del territorio. Vorrei inoltre dare voce, spazio e progettualità ai ragazzi, creando una consulta giovanile, le cui tematiche, proposte, criticità, necessità, arrivino all?attenzione della Giunta comunale. I giovani hanno bisogno innanzitutto di ascolto? non sempre questo accade perché talvolta è difficile aprirsi alla loro realtà, ma coinvolgerli è un mio obiettivo inderogabile, così come renderli partecipi ed attivi alla vita della comunità, affinché diventino, non solo sulla carta, ma nella quotidianità, cittadini consapevoli. A TU PER TU CON L?ASSESSORE E VICESINDACO MICHELE LUBRANO All?Argentario, promontorio strategico da sempre definito ?il porto? di Roma, il turismo rappresenta il settore cardine dell?economia, per questo commercianti e cittadini ritengono sia fondamentale procrastinare la stagione turisti- Michele Lubrano ca offrendo servizi ed eventi. In particolare Porto Ercole, terra di marinai, naviganti e pittori come il Caravaggio, che qui vi trovò la morte, o Giacomo Nani che vi ebbe i natali per poi arrivare a Napoli e diventare uno degli artisti più amati presso la corte borbonica, vede triplicare in estate i suoi abitanti, per poi ritornare in autunno a contare poche migliaia di individui. Gli scorci pittoreschi, l?imponenza delle fortezze, la suggestione di piazza Santa Barbara, le calette incantevoli, il mare cristallino sono sufficienti per avere un turismo soddisfacente e di qualità? Per rispondere a questi e ad altri interrogativi, incontro il vicesindaco di Porto Ercole, Michele Lubrano, con incarichi nei lavori pubblici, protezione civile, attuazione P.R.P. e messa in sicurezza del porto di Porto Ercole, eletto a maggio con la lista Civico 23, ma con esperienza pluriennale alle spalle, puntuale e disponibile risponde alle mie domande nell?arioso ufficio della Delegazione di Porto Ercole, tra quadri, ricordi, e cimeli che immortalano la bellezza del paese, che stupisce sempre, anche chi il paese ben lo conosce. Vicesindaco è tempo di bilanci ormai? Quest?anno abbiamo avuto un sensibile calo dell?affluenza turistica in maggio, giugno e luglio, circa un 20% in meno di arrivi, agosto invece ha avuto numeri soddisfacenti. Non saprei definire le motivazioni, è una situazione gene- ralizzata, anche altri comuni costieri con cui abbiamo contatti come Forte dei Marmi hanno avuto simili flessioni. Il nostro turismo è subordinato alle seconde case ed al possesso di un?imbarcazione in loco. Abbiamo quindi turisti da anni, sempre gli stessi, il che ci fa molto piacere, vuol dire che all?Argentario hanno trovato ospitalità ed accoglienza, tuttavia c?è bisogno di un maggiore dinamismo, di aprire a nuovi flussi, a nuove persone per vincere la staticità che ci caratterizza. Per dare una spinta positiva al turismo, occorre mettere in sicurezza il porto, garantire la possibilità di attracco a barche più grandi, scommettere su nuove sfide. Quali progetti possono garantire un turismo nuovo e di qualità ? Innanzitutto occorre innalzare il livello culturale? di grande importanza a questo proposito sono gli eventi dell?Orto Botanico della Casa Bianca, del Comitato dei Pirati, o la serata che si è tenuta lo scorso agosto con il critico d?arte Vittorio Sgarbi (non si è trattato solo della presentazione di un libro, ma è stato un incontro che ha offerto tanti spunti di riflessione ed ha coinvolto il pubblico). E poi ancora dare valore al Caravaggio, con la nascita di un Festival a lui dedicato a Porto Ercole, una serie di eventi come conferenze, concerti, cinema all?aperto, ripristinare la tomba in un luogo che decideranno i portercolesi stessi. Abbiamo deciso di dar vita ad una consulta con presidente Giovanni Nieto, un nostro cittadino di fiducia. Porto Ercole ha bisogno di una gestione più autonoma, poiché Porto Ercole e Porto Santo Stefano hanno ovviamente esigenze e criticità diverse. La Consulta servirà per discutere piccole e grandi tematiche e per fornire soluzioni da proporre all?amministrazione: la Tomba del Caravaggio, ex asilo Ricasoli, ztl, mura, ex scuola elementare solo per citarne alcune. Tutti possono contribuire per il bene del paese? il paese è di tutti ed a noi interessano pareri ed opinioni per poi intervenire puntualmente. Anche lo sport può attirare il turismo Esatto, infatti nel maggio 2024 avremo i Campionati mondiali di Melges a Cala Galera e anche a settembre sono previste competizioni di barche a vela. Questi eventi sportivi fanno pervenire persone da tutto il mondo, consentono profitti per alberghi, hotel, locali, in periodi dell?anno strategici come l?apertura della stagione turistica e ne vanno a prolungare la durata. Che ne pensi del progetto ricettivoturistico dell?imprenditore-finanziere svedese Conni Jonsson, del gruppo Erqole controllato dalla società Qarlbo AB? È un progetto per rilanciare il territorio. Si tratta di persone competenti e lungimiranti, che investono su valori quali la sostenibilità ambientale, la trasparenza, il benessere. La Roqqa, l?Isolotto Beach Club, la Riva del Marchese, PRIMO PIANO ? VIVI ? 23 VIVI ???? Michele Lubrano: ?Il nostro turismo è subordinato alle seconde case ed al possesso di un?imbarcazione in loco. Abbiamo quindi turisti da anni, sempre gli stessi, il che ci fa molto piacere, vuol dire che all?Argentario hanno trovato ospitalità ed accoglienza, tuttavia c?è bisogno di un maggiore dinamismo, di aprire a nuovi flussi, a nuove persone per vincere la staticità che ci caratterizza? Fabbriqa promuovono la bellezza di Porto Ercole e la sua unicità. In particolare è essenziale la riqualificazione della ex Cirio, ormai chiusa dal 1984. Ci sarà un incontro a breve di co-pianificazione tra Regione Toscana, Comune di Monte Argentario e Soprintendenza per dare finalmente avvio ad un resort di cui Porto Ercole e l?intero Argentario possano essere orgogliosi, un luogo che attragga nuovi ospiti e crei opportunità di lavoro, contribuendo allo sviluppo della comunità locale e alla conservazione del suo patrimonio paesaggistico e culturale. Altri snodi salienti per il rilancio dell?Argentario e di Porto Ercole in particolare, che vanno ad intersecarsi inevitabilmente con quest?atmosfera di novità e di sviluppo? Due sono i progetti veramente significativi a cui sto lavorando mettendoci cuore e impegno: la messa in sicurezza del porto e le terme in Feniglia. Per quanto riguarda il primo punto, l?approvazione della messa in sicurezza è avvenuta nel 2018, c?è da avviare il procedimento. Siamo in contatto con gli uffici preposti di Roma per cercare fondi. Questo provvedimento, unito alla nascita di Fabriqa e La Roqqa garantirebbe uno sviluppo turistico rilevante e di conseguenza occorre da adesso riflettere su come agire tempestivamente e concretamente sull?ex scuola elementare, che nello stato in cui si trova non può rimanere. 24 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Passando al secondo nodo cruciale, abbiamo deciso di mettere mano alle terme, il cui progetto è stato abbandonato da troppo tempo. Se ne occuperà l?architetto Silvia Viviani titolare di uno studio professionale di architettura, urbanistica e pianificazione a Firenze. Si tratta di una persona di nota professionalità e competenza anche nell?ambito della sostenibilità, parola chiave per il nostro territorio. La sostenibilità non è solo l?approccio più etico e rispettoso, ma anche l?unica strategia a lungo termine per preservare ambiente, natura, ecosistema per cui ci apprezzano in tutto il mondo. La realizzazione di un parco termale inciderà moltissimo sul prolungamento della stagione turistica e interesserà un turismo diverso. Ecco che avremo un ventaglio di possibilità in più e vedremo ritornare molti stranieri. Occorre agire in sinergia piano strutturale e piano operativo. Nel quotidiano quali interventi verranno attuati? Risolvere il problema delle ?doppie multe? da parte della ditta appaltatrice e del Comune, rotatorie per snellire la viabilità, anche se occorre del tempo, non è così semplice realizzarle, come possa sembrare nell?opinione comune, avere finalmente i cosiddetti cassonetti intelligenti a cui si accede con green card. Abbiamo potuto farne richiesta solo un mese fa, mentre gran parte dei paesi della provincia, dalla collina all?Amiata ne dispongono già. Quali sono gli auspici per il futuro da Vicesindaco, ma soprattutto da portercolese? Mi auguro che si riesca a crescere e per farlo occorrerà cambiare ed ampliare prospettiva. Amare il nostro promontorio sì, ma anche uscire dai nostri confini e guardare oltre, investire sulla promozione e valorizzazione, sull?incremento degli eventi culturali, su un porto efficiente e sicuro, su strutture ricettive di qualità, sul decoro e il benessere, sulla diversificazione della domanda e dell?offerta turistica. Un patrimonio naturalistico come il nostro, così raro e prezioso, richiede impegno, competenze, attenzione e soprattutto la volontà di migliorarsi e perfezionarsi per essere competitivi ed al passo con i tempi. Nonostante la lunga esperienza politica in maggioranza ed opposizione è stato emozionante vincere alle elezioni dello scorso maggio? Assolutamente, sono rimasto sorpreso, non me lo aspettavo, tuttavia il nostro gruppo è sempre stato coeso. Oltre agli assessori, tanti sono coloro che da delegati ci aiutano con vari incarichi settoriali, ognuno con le proprie competenze in determinati ambiti. Il nostro programma è molto ricco, ci siamo divisi i compiti tra Porto Ercole e Porto Santo Stefano, per essere efficienti e precisi sul da farsi, intervenire su criticità specifiche ed essere l?amministrazione di tutti e per tutti. VIVI L?ITINERARIO DEL MESE ORBETELLO un gioiello racchiuso tra due lembi di terra, pieno di storia, cultura, natura ed eventi Località turistica dalle mille attrazioni, con tantissimi eventi in ogni periodo dell?anno, cittadina con una storia originale e diversa da tutto il resto della Toscana e con un?infinità di cose da vedere. Tutto questo e molto di più è Orbetello, meta questo mese del nostro consueto itinerario alla scoperta dei diversi comuni della Maremma. Un luogo certamente da visitare, magari proprio ad ottobre DI GIADA RUSTICI 26 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Duomo S orge in Maremma, in un luogo dove le spiagge di sabbia fine, la pineta odorosa e le scogliere più aspre si susseguono, rendendolo uno delle mete più affascinanti della costa, che ogni anno esercita una forte attrattiva turistica: sormontato dal monte dell?Argentario che dall?alto sembra proteggerlo e vigilare su tutto, contornato ai lati dal tombolo della Gianella e da quello della Feniglia, due strisce di terra che racchiudono la laguna. Impossibile non aver già capito che stiamo parlando di Orbetello: una cittadina a misura d?uomo, dove la natura è parte stessa della vita quotidiana. Qui infatti c?è un piccolo regno protetto, quello dell?oasi del WWF: la particolare posizione marina di Orbetello rende il luogo punto di passaggio delle rotte migratorie degli uccelli, come fenicotteri, aironi bianchi, cormorani, falchi pescatore e cavalieri d?Italia, che qua svernano tutti gli anni dall?autunno alla primavera, colorando il cielo e il mare durante la loro sosta nella laguna, nel corso del loro viaggio. Non ci si abitua mai a questi spettacoli della natura e ogni volta se ne rimane affascinati. Oltre a un clima piacevolissimo e un litorale accogliente, che risulta partico- larmente adatto anche alle famiglie con i bambini, Orbetello offre ai visitatori un tesoro di gioielli architettonici e artistici che testimoniano la sua inusuale storia passata. La storia Orbetello, come tutte le città ha una storia e la sua è piuttosto antica: testimonianza ne sono i resti delle mura etrusche, grandi blocchi poligonali che, dal IV secolo a.C., hanno attraversato millenni e che nonostante tutto sono ancora lì, fermi ad osservare il mondo e i suoi cambiamenti. Così come la sua ubicazione, anche la storia di Orbetello è unica. Fu fondata dagli Etruschi e viene citata nei documenti medioevali come Orbetellum e Orbitellus, che con molte probabilità derivava dal diminutivo latino herbetum, con il significato di ?luogo erboso?, o dalla giustapposizione dei termini Orbis e Tellum cioè ?città circondata?, alludendo probabilmente alla laguna che avvolgeva il centro abitato. Nel 280 passò sotto il dominio romano, sopravvisse agli eventi medioevali, passando dal controllo della famiglia Aldobrandeschi, ai Farnese, agli Orsini e infine a Siena. Fino a questo momento la sua storia non ha nulla di diverso rispetto a quella di altri centri maremmani: le cose cambiarono nel periodo che va dal ?500 alla fine del ?700, quando questo paese subì una sorte che lo differenzia economicamente e soprattutto culturalmente e socialmente dal resto dell?attuale provincia di Grosseto. La sua particolarità deriva dall?occupazione spagnola, in virtù della quale fu creato lo Stato dei Presidi, uno stato che non rientra in nessuna delle categorie dei regni tradizionali della storia moderna. L?occupazione delle truppe spagnole ad Orbetello e sul Monte Argentario iniziò nel 1552 e non fu il risultato di un assedio o di una guerra di conquista, bensì la conseguenza di una vera e propria assegnazione amministrativa per calcolo politico: lo Stato dei Presidi era un?enclave dello stato cittadino di Siena strappata a forza dal suo contesto per opera della monarchia di Spagna. Fu ufficializzato nel 1557 ed Orbetello ne divenne la capitale: da questo momento il territorio fu occupato da milizie di lingua e cultura spagnola, obbligate a presidiare una zona periferica, marginalizzata e dipendente dal por- PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 VIVI ???? Dal punto di vista storico la particolarità di Orbetello deriva dall?occupazione spagnola, in virtù della quale fu creato lo Stato dei Presidi, uno stato che non rientra in nessuna delle categorie dei regni tradizionali della storia moderna to di Talamone, come unico collegamento, e dove la malaria mieteva vittime. Il risultato fu che Orbetello visse per oltre due secoli una storia completamente diversa da quella del resto della Toscana, che fu soprattutto storia di mercanti, artigiani, di notabili e di cultura civile. Qui invece fu necessario adeguarsi alla condizione coloniale, diventando nei primi anni Orbetello un caposaldo contro la minaccia turca. Alla fine dell?occupazione non tutti gli occupanti rimpatriarono, dato ormai il loro radicamento in quel luogo di guarnigione. Solo nel periodo della Rivoluzione Francese l?enclave spagnola fu liberata e riunita alla Toscana e solo all?inizio dell?Ottocento Orbetello entrò a far parte del Granducato di Toscana, seguendone le sorti nel 1860 nell?Italia unita. Le cose da vedere Inevitabilmente Orbetello porta sulla pelle i segni di una storia così particolare: non possono mancare le chiese, testimonianza di particolari momenti storici, come quello spagnolo o di importanti produzioni artistiche quale l?affresco della Scuola Senese presso la Chiesa di Santa Maria ad Portam. A seguire, il Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, sito in piazza della Repubblica, che secondo la tradizione, sorgerebbe sopra un precedente tempio pagano. La sua limpida facciata è decorata da un bel rosone, a cui, secondo alcuni, si potrebbe far risalire 28 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Molino spagnolo addirittura il nome della città: il rosone infatti avrebbe fatto pensare a quello del Duomo di Orvieto, facendo così ribattezzare la cittadina lagunare Orvietello, ossia ?piccola Orvieto?. Ma oltre agli edifici classici ad Orbetello si distinguono costruzioni più singolari. Tra questi c?è, ad esempio, il Molino spagnolo, forse il monumento più noto, posizionato in mezzo all?acqua a breve distanza dalla costa e che rappresenta ad oggi l?unico esemplare superstite dei nove che un tempo esistevano. Erano stati costruiti nel corso del 1400 all?interno della laguna dai senesi, successivamente restaurati dagli spagnoli e avevano lo scopo di sfruttare la forza dell?acqua per la macina del gra- no: il prodotto da lavorare veniva trasportato ai mulini attraverso i così detti barchini, tipiche imbarcazioni che un tempo (e ancora oggi) solcavano la laguna. Altro monumento emblematico di Orbetello è la Polveriera Guzman: realizzata dagli spagnoli nel 1692, era luogo di deposito per grandi tonnellate di esplosivo. La sua utilità trovò importanza nel 1860 quando Giuseppe Garibaldi vi rifornì l?esercito dei Mille: si racconta che conosciuto l?eroe nazionale, undici orbetellani avrebbero deciso di unirsi alla sua impresa. Oggi la Polveriera ospita al suo interno sia il Museo Archeologico di Orbetello, che espone una grande collezione Polveriera Guzman Laguna di Orbetello di reperti archeologici, che vanno dal neolitico fino all?età romana, provenienti per lo più da Orbetello e Talamone, sia la Mostra Permanente del Frontone di Talamone, dedicata al prestigioso reperto proveniente dal tempio etrusco di Talamonaccio e risalente al 150 a.C., che offre la più importante raffigurazione della storia dei ?Sette contro Tebe? che sia giunta fino a noi. Gli eventi Oltre alla storia, alla cultura, alla natura, Orbetello è uno scrigno di eventi che tutto l?anno animano il centro abitato, conferendogli un?aura ancora più affascinante. Si inizia nel periodo di carnevale con il Carnevaletto da Tre Soldi, una sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati, per celebrare la festa più colorata dell?anno, che si svolge ogni domenica pomeriggio. Nel mese di maggio, invece, Orbetello offre le Feste di Maggio in onore del Patrono San Biagio con giochi fra quartieri, parata di sbandieratori, processioni religiose, intrattenimenti musicali, camminate e visite archeologiche. I mesi estivi si tingono invece di una spettacolarità e suggestione tutta autoctona: nei mesi di luglio e agosto, il paese segue le note di un pianoforte, in occasione dell?Orbetello Piano Festival. Qua gli spettatori vivono l?esperienzaconcerto in luoghi all?aria aperta sempre ???? Oltre alla storia, alla cultura, alla natura, Orbetello è uno scrigno di eventi che tutto l?anno animano il centro abitato, conferendogli un?aura ancora più affascinante diversi, in cui le location più suggestive diventano palcoscenico di pianisti affermati di tutto il mondo, oltre a nuove proposte e giovani emergenti. Questo è il periodo anche del Festival Le Crociere, una manifestazione che offre una rassegna di musica e spettacolo con protagonisti di primo piano. Uno degli eventi più significativi però, si svolge ogni anno tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, quest?anno dal 28 ottobre al 1 novembre: è Gustatus, un appuntamento in grado di raccontare la storia e la cultura enogastronomica di un territorio grande per estensione e soprattutto ricco di genuine tradizioni della tavola ed in grado di esprimere eccellenze di mare e di terra, dalla laguna alla collina, dove cibo sano e vino, si incontrano tra loro per farsi conoscere a casa propria. In quest?occasione moltissimi locali del territorio propongono ogni giorno ricette maremmane e tantissimi i produttori locali invadono il centro di Orbetello che si trasforma in una vera e proprio kermesse di sapori e odori, accompagnati da spettacoli, rievocazioni storiche, laboratori didattici, congressi e degustazioni guidate. Sembra dunque che Orbetello con la sua laguna possa regalare momenti molto diversi fra loro: relax e divertimento, curiose gite culturali ma anche attimi di riflessione coccolati dall?incanto della natura. Orbetello è un luogo da visitare con un certo stato d?animo tra il leggero e il culturale, così da godere della sua atmosfera molto particolare. PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI I nostri consigli per una tappa ad Orbetello DOVE DORMIRE VECCHIA MAREMMA Hotel Ristorante Via Aurelia 208 Loc. Quattrostrade Orbetello (Gr) Tel. 0564 863005 www.vecchiamaremma.it Nel cuore della Maremma Toscana, a pochi passi dal gratuito alla sala pesi e corsi fitness (Pilates, Gyrotonic, fisioterapia e acquagym) e, infine, la piscina aperta tutti i giorni da maggio a settembre. ?La Vecchia Maremma ? sottolinea Andrea Ciampana ? è il luogo perfetto per tutta la famiglia, ideale per fuggire dal caos cittadino e rigenerarsi in ogni stagione. Un?attenzione parti- mare, c?è un angolo di paradiso immerso nel verde, in cui l?innovazione del presente si mescola alla tradizione. In questo contesto sorge l?hotel ristorante Vecchia Maremma, emblema di un modo di pensare, progettare, ospitare e vivere questa meravigliosa terra. Qua, gli ospiti sono messi al centro al fine di far trascorrere ai nostri ospiti vacanze in maremma indimenticabili che solo un ambiente familiare e autentico può regalare: con le sue 46 camere e 18 appartamenti, buon cibo, relax ma anche energia grazie alla palestra dell?hotel che offre accesso colare è rivolta ai bambini, per far sentire anche loro parte di questo paradiso maremmano: dal ristorante alle camere, fino agli spazi verdi all?aperto attrezzati, ogni angolo è a misura di piccoli ospiti. La struttura infatti è un vero e proprio hotel family: oltre alla biberoneria, è possibile richiedere la preparazione di gustose pappe con i prodotti del nostro orto o con la migliore carne del territorio. Per chi ama l?avventura, all?interno della struttura è possibile anche acquistare uno zainetto da esploratore comprensivo di pranzo a sacco e su richiesta è offerto anche uno speciale kit 30 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 picnic per far trascorrere ai bambini ore indimenticabili a diretto contatto con la natura?. L?hotel ristorante Vecchia Maremma è dunque il posto ideale per immergersi nella Maremma toscana più autentica, in cui tutti possono sentirsi a casa, lontano dal caos quotidiano. AGRITURISMO LA VALENTINA DEL BIOZZI Strada Vicinale della Valentina 12 Loc. Talamone (Orbetello) (Gr) Tel. 0564 885355 - 349 6491083 (anche whatsapp) www.agriturismolavalentina.com L?agriturismo La Valentina del Biozzi si trova nello splendido Parco della Ma-remma e a 4 km dal Golfo di Talamone. La struttura si trova al centro della tenuta di 300 ettari totalmente biologici dove si allevano allo stato brado vacche maremmane in purezza, si coltivano cereali e si produce olio evo Bio. L?azienda è proprietà della famiglia Biozzi dal 1917, prima ancora (nel XII sec.) era un damento. È un esercizio consigliato del Parco ed eccellenza ambientale in quanto vengono rispettati requisiti ambientali imposti dall?Ente Parco con alla base pratiche green e di antispreco oltre all?utilizzo dei pannelli solari. La posizione dell?agriturismo è ottimale per tutte le esigenze di visita dell?ospite: si trova a pochissimi kilometri dal mare per chi è in cerca di una vacanza rilassante alla scoperta del mare toscano, è all?interno del Parco della Maremma per chi vuole scoprire la natura nella splendida macchia Mediterranea e i luoghi magici del Parco, e infine non è distante dai bellissimi borghi toscani della zona e luoghi di interesse come Magliano in Toscana, l?Argentario, Orbetello, Capalbio e il Giardino dei Tarocchi, Pitigliano e Saturnia. L?agriturismo è gestito ancora oggi dalla Famiglia Biozzi, la quarta generazione che si occupa dell?attività agricola e agrituristica. Possidenti terrieri convento donato dalla famiglia Aldobrandeschi di Siena ai monaci benedettini. Per un lungo periodo è stato convento e magione templare, poi divenne una tenuta di caccia. Oggi l?agriturismo è un grande casale in pietra ristrutturato dopo alcuni interventi degli anni ?60, è composto da camere e appartamenti arredati in stile toscano. Sono ampi e dotati di angoli cottura e riscal- dell?aretino e di questa azienda in Maremma, negli anni ?70 hanno deciso di trasferirsi in pianta stabile alla Valentina per farne la loro casa e negli anni ?80 i primi ad avvicinarsi al mondo dell?accoglienza e ricettività quando ancora non era in voga il turismo rurale. L?invito è quello di andarli a trovare per trascorrere piacevoli vacanze. E poi sono aperti tutto l?anno! DOVE MANGIARE TENUTA DEL SASSO Agriristoro di Martini Tania Località Venecca Fonteblanda (Orbetello) (Gr) Tel. 329 336 1993 www.tenutadelsasso.it Siamo a 10 minuti da Talamone, in località Venecca (Fonteblanda, GR), su quel poggio conosciuto come zona Le Quer- cine. Qua, svetta un casale immerso nella campagna toscana, con una vista da cartolina: è la Tenuta del Sasso, con i suoi nove ettari di estensione e la pace più assoluta che regna in questo luogo. Accoglienza gentile, cibo genuino, atmosfera incantevole: questi gli ingredienti da cui prende forma il progetto di Gian Marco, deciso a dare concretezza alla sua profonda predisposizione a relazionarsi con il pubblico. Sono proprio i loro ospiti il punto di riferimento: chi arriva alla Tenuta del Sasso viene accolto, stupido, coccolato da un?atmosfera romantica, amichevole, deliziosa, condita da un cibo di qualità e da un personale attento e professionale. È impossibile passare per la Tenuta del Sasso e non sentirsi a casa, complice anche il fatto che l?azienda è una splendida realtà a conduzione familiare, in cui Gian Marco viene quotidianamente affiancato dalla madre, dalla nonna materna e dal nonno paterno, uniti dalla passione verso questa splendida terra. Da una passione di questo cali- bro non poteva che nascere un menù altrettanto interessante, con un?attenzione particolare alla qualità dei prodotti utilizzati grazie alla coltivazione senza uso di pesticidi e alla lavorazione di ortaggi di prima qualità: le proposte spaziano così dalla cucina maremmana fino a piatti di pesce, sempre con un?attenzione alle specifiche esigenze del cliente. L?ambientazione è certamente uno dei punti di forza della Tenuta del Sasso: un luogo davvero particolare circondato da profumi fantastici che arrivano dalla splendida vegetazione di cui è circondato e ideale per godere di splendidi tramonti, diventando un tutt?uno con la natura toscana. Fermarsi alla Tenuta del Sasso diventa così un?esperienza sensoriale e culinaria a trecentosessanta gradi. RISTORANTE LA MI CASA Via Vincenzo Gioberti 100 Orbetello (Gr) Tel. 340 875 5878 www.ristorantelamicasa.com Per chi ama le cose semplici, la genuinità ed il calore umano, c?è un ristorante che merita senza ombra di dubbio una tappa ad Orbetello e questo ristorante si chiama ?La mi casa? che già dal nome lascia intuire che il cuore pulsante di tutto è la familiarità con cui i titolari ? Gianni e Romina, affiancati dal figlio Antonio ? conducono questa bella attività e accolgono i loro ospiti (prima ancora che clienti). ?Il nostro ristorante ? sottolineano ? è a conduzione familiare, abbiamo una passione innata per la cucina, sviluppata in tempi differenti ma ugualmente intensa, che poi nel 2017 ci ha portato ad aprire un locale tutto nostro?. Gianni è orbetellano, ed oltre ad avere quarant?anni di esperienza nell?ambito della ristorazione, sia in Italia che all?estero, è un vero artista dei fornelli. Insieme alla moglie Romina crea ricette, di carne e di pesce (con opzioni vegane e senza glutine), con le migliori materie prime, anche biologiche, italiane ed internazionali e negli anni hanno selezionato solo le aziende più affidabili e della migliore qualità. ?La nostra filosofia ? aggiungono ? si basa su questa massima: ?la cucina sana è la cura per il corpo e per l?anima?, pertanto ogni giorno prepariamo pasta, pane e dolci con farine toscane di grani antichi, e tutte le altre lavorazioni. Proponiamo un menù ricercato con la versatilità delle nostre ricette che si adattano ai tempi moderni con aggior- namenti e variazioni sul tema della tradizione, quindi cucina espressa, sana, fresca e semplice, dai sapori genuini ed appetitosi. Alcuni piatti sono la colonna portante del menù intorno a cui ruotano novità e piatti del giorno ispirati dalla nostra creatività e dalla stagionalità dei prodotti, con anche opzioni che prestano attenzione a diverse intolleranze?. La sala è gestita egregiamente dal figlio Antonio che ha anche intrapreso il percorso da sommelier. ?Insieme all?aiuto di un enologo esperto ? ci dice ? abbiamo costruito un? ottima carta dei vini con anche vini al bicchiere di qualità con una erogatrice certificata e per finire il pasto in bellezza proponiamo la carta dei caffè con varie miscele ed aromi provenienti da diversi paesi?. PRODOTTI TIPICI MAREMMA GUSTOSA Enogastronomia e prodotti tipici Corso Italia 148 Orbetello (Gr) Tel. 328 833 7101 grisuale@yahoo.it Instagram: @maremma_gustosa Per coloro che vogliono gustare i sapori della tradizione italiana, questo è il posto giusto: Maremma Gustosa è una piccola bottega nel Corso di Orbetello dove trovare tutte le eccellenze della maremma enogastronomica. Maremma Gustosa nasce dall?idea di Alessandro Grisostomi, il proprietario, fortemente legato a questa terra e determinato a far gustare a tutti i suoi sapori: ?Sono appassionato di Maremma da sempre, soprattutto dei suoi prodotti enogastronomici. Come Sommelier ho prestato servizio in tutte le fiere locali tradizionali dalla Festa dell?uva di Scansano, a Vinellando a Magliano in Toscana e, naturalmente, a Gustatus ad Orbetello promuovendo i piccoli PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI produttori locali di prodotti tipici. Vi aspetto a Maremma Gustosa per degustarli!?. Tra le tante chicche è possibile trovare formaggi biologici locali, prosciutti, insaccati, pasta, peperoncino in tutte le sue forme, olio toscano, vino toscano, sughi, patè: tutte le eccellenze della Maremma in un unico posto. Qui è possibile trovare vini da vitigni autoctoni, birre artigianali, salumi di cinghiale, verdure sottolio, confetture, dolci tipici: in pratica tutto ciò che serve per organizzare un meraviglioso pic nic o per meglio dire ?Zaccandrella? all?aperto. Insomma, il luogo giusto sia per chi desidera acquistare prodotti locali, sia per ricevere qualche consiglio enogastronomico ed enologico dal titolare molto preparato che sa ben consigliare. Il cliente viene accolto in un luogo intimo, che riporta a tradizioni e sapori antichi, come una volta, e nel quale è possibile anche fermarsi per fare aperitivo: sia all?interno che all?esterno arredato con qualche tavolino preparato in perfetto stile cicchetteria. prietari, è un bell?esempio di imprenditoria giovanile, che nelle loro preparazioni mettono tutta la cura e dedizione possibile: il gelato è veramente artigianale nella preparazione e nelle materie prime. Da provare la panna, freschissima e leggera, particolarmente densa e dolce: ha un gusto unico, tanto che la ricetta si dice che abbia un segreto nella preparazione, che ovviamente non viene svelato dalla proprietaria. Il cliente viene accolto in un turbinio di colori e odori, un paradiso per i più golosi, in cui si viene avvolti da una grande varietà di gusti particolari, con ingredienti di qualità e diversi dal solito (pistacchio al cubo, mora, cookies, arachidi e molto altro ancora). Insuperabili anche i sorbetti di frutta fresca alla mora, melone, pesca, che ricordano sapori di un tempo. Molto buoni anche i panini e le fresche insalate a pranzo, da mangiare all?ombra dei grandi ombrelloni bianchi. Oltre ai soliti panini, toast, tramezzini e insalatone, è possibile trovare sempre alcuni piatti del giorno piuttosto sfiziosi, GELATERIA DA PIA Via Giuseppe Mazzini 5 Orbetello (Gr) Tel. 349 775 3544 gaiapelucco@gmail.com Nel cuore del centro storico di Orbetello, proprio davanti alla piazza principale, è situata la Gelateria da Pia, tappa obbligatoria quando si passa per la cittadina lagunare. Quella di Gaia e Nicola, i pro- 32 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 come l?insalata di farro con tonno e fagioli, l?insalata di mare e la panzanella di Pia. Il cliente è accolto in un ambiente intimo, familiare, allegro, confidenziale che strappa una risata, condito dalla gentilezza, disponibilità ed entusiasmo dei ragazzi sempre sorridenti. Insomma, il posto perfetto per prendere un gelato in tranquillità e allegria. MACELLERIA NARDI di Koretska Liliya Via Furio Lenzi 48 Orbetello (Gr) Tel. 0564 860367 safriz@hotmail.it Ciò che accomuna il territorio maremmano e tutte le zone limitrofe è senza dubbio una cultura spassionata per il buon cibo, un?esperienza sensoriale che riporta indietro nel tempo e nelle tradizioni. In questo campo, una delle eccellenze della zona di Orbetello è la Macelleria Nardi, uno dei punti vendita della celebre Azienda Nardi la cui attività risale addirittura alla fine dell?800. Entrando nella Macelleria Nar- di, il cliente viene avvolto da un turbinio di odori che sanno di tradizioni autentiche, una vera e propria ?boutique della carne?, dove è possibile trovare una scelta decisamente ampia, anche se tra le fettine e le bistecche di diverso taglio spiccano, ovviamente, quelle di manzetta: l?azienda infatti è l?unica che alleva la manzetta maremmana, un capo di razza incrocio maremmana, prevalentemente allevato allo stato semi brado, che viene macellato a 15 mesi e che si caratterizza per la carne tenerissima e saporita. All?interno della macelleria il cliente viene accolto e servito da personale specializzato e cordiale a completa disposizione per consigliare i pezzi e i tagli di carne adatti a tutte le esigenze. Interessante è anche il reparto norcineria: schiacciata di cinghiale, salsicce secche, di fegato e di cinghiale, prosciutto classico, pancetta, lonza, lardo di maremma, coppa, bresaola maremmana, prosciutto di cinghiale. Il punto vendita prevede anche uno spazio riservato ai preparati come confezioni di patè, sughi, ragù di cinghiale realizzati nello stabilimento con i prodotti della Maremma. Comprare presso la Macelleria Nardi significa essere consapevoli di apprestarsi a mangiare prodotti di altissima qualità, accompagnati da certificati di rintracciabilità, e conditi con la cortesia, la disponibilità e l?educazione di tutte le professionalità che vi lavorano. VIVI EVENTI Gustatus, torna in laguna il grande ed atteso appuntamento con il gusto Countdown iniziato per la 18esima edizione di Gustatus, il festival enogastronomico, che ogni anno attrae ad Orbetello oltre 90mila presenze per assaggiare le specialità locali, incontrare chef e produttori del territorio, gustare l?atmosfera che si respira in questo particolare periodo dell?anno in laguna DI ELENA VANTELLINO 34 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Nella foto un momento di una precedente edizione di Gustatus; qui a fianco il taglio del nastro della kermesse dello scorso anno Un festival vincente Cinque giorni per assaggiare tutto il buono della Maremma: dal 28 ottobre al 1° novembre torna ad Orbetello Gustatus, la grande manifestazione di valorizzazione dei prodotti enogastronomici e del territorio della Maremma, sempre particolarmente attesa e seguita, pronta a conquistare vie e piazze con streetfood, showcooking, degustazioni, incontri con chef e produttori del territorio, musica ed eventi per tutta la famiglia. Organizzata dal Comune di Orbetello con il Consorzio degli operatori turistici Welcome Maremma, in collaborazione con I Love Italian Food (network e associazione culturale no profit che promuove e difende la vera cultura enogastronomica italiana nel mondo), Gustatus con questa edizione diventa maggiorenne e spegne le prime 18 candeline. Si conferma anche quest?anno la collaborazione con Orto Giusto, associazione onlus che opera con ragazzi diversamente abili producendo verdure e ortaggi ad alto valore etico oltre che nutrizionale. Dal Maremma-burger alla zuppa di lumache, dall?anguilla al tanto discusso granchio blu, il menu del long weekend in Laguna è variegato e passa attraverso prodotti pluripremiati, ma anche concerti, eventi per tutta la famiglia, artigianato, nell?ottica di valorizzare il territorio. Oltre 90mila le presenze attese per un festival che ogni anno attrae pubblico da tutta Italia. Le piazze tematiche Confermata la formula con piazze tematiche per una manifestazione diffusa sul territorio. Piazza della Repubblica si trasformerà per il lungo Ponte di Ognissanti in Piazza delle Filiere, con una Cucina Teatro destinata a ospitare le narrazioni dei prodotti, dei produttori e degli chef del territorio. Oltre 40 gli appuntamenti in programma in cinque giorni, tra showcooking con gli chef e degustazioni guidate dai sommelier. I vini maremmani saranno protagonisti dell?area Enoteca. Non mancheranno i produttori di birre artigianali locali. La piazza ospiterà inoltre gli stand delle principali aziende della filiera maremmana, per assaggiare le eccellenze del territorio. Pronti a scendere in Piazza delle Filiere anche i ristoratori locali, con 15 stand diversi dove gustare oltre 50 piatti tipici o rivisitati per l?occasione: dai celebri ravioli maremmani al Maremma-burger (con salsiccia locale), dalle pappardelle al cinghiale all?anguilla. Ma c?è anche chi ha pensato al crostino di coccodrillo ? tutt?altro che local ? e a come proporre il granchio blu, diventato a malincuore familiare. Piazza del Popolo sarà invece rinominata Piazza dei Sapori per l?occasione PRIMO PIANO ? VIVI ? 35 VIVI ???? Cinque giorni ? dal 28 ottobre al 1° novembre ? tra streetfood, showcooking, degustazioni ed eventi per grandi e piccoli tra le vie e le piazze della cittadina lagunare e diventerà scenario dell?area mercato, tappa obbligata per chi desidera portarsi a casa un po? dell?atmosfera della Toscana del sud. Piazza del Plebiscito, invece, si trasformerà in Piazza della Ciccia, la Mecca dei carnivori, dedicata a produzioni e piatti a base di carne per cui viene celebrata la Maremma. Via degli Artisti invece ospiterà un mercatino variopinto con curiosità, prodotti di artigianato e opere realizzate da artisti locali. Il mercatino si snoderà fino al Museo Archeologico Guzman, dove si svolgeranno alcuni appuntamenti del festival. I più piccoli, invece, potranno divertirsi con i giochi antichi nell?area bambini, nei giardini chiusi. 36 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Il Premio Graziani Previsto durante il festival anche un contest culinario: al vincitore sarà consegnato il Premio Graziani, intitolato all?avvocato Ennio Graziani, uomo di grande cultura e autore di numerosi libri dedicati alla cucina tradizionale. La presentazione dell?assessore Maddalena Ottali ?Gustatus torna nel 2023 in grande stile ? dichiara l?assessore al Turismo del Comune di Orbetello Maddalena Ottali ? confermando il concept dell?evento che tanta importanza vuole dare alle nostre aziende enogastronomiche e della ristorazione e alle nostre realtà associative. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nuovamente nell?impor- tanza della manifestazione, tutte le aziende e i ristoranti partecipanti, le Associazioni del territorio che partecipano con entusiasmo, tutti gli sponsor e naturalmente i partner storici, il Consorzio Welcome Maremma e I Love Italian Food. La manifestazione è resa possibile grazie al contributo dei main sponsor Conad, Banca Tema, Orbetello Camping Village a cui va tutta la mia gratitudine. Un ringraziamento ovviamente agli Uffici del Comune per il grande impegno e ai partner storici per il supporto all?organizzazione di questa edizione che, come si può vedere dall?articolazione del programma, ricco di appuntamenti e di novità, sono certa sarà la giusta spinta dell?evento e darà lustro al territorio che lo ospita?. VIVI EVENTI Il Battista nelle opere di Lorenzo Costa e del Caravaggio, mostra eccezionale a Pitigliano Inaugurata il 16 settembre scorso al Museo di Palazzo Orsini di Pitigliano la mostra ?Janua C?li. Dove la terra e il cielo si incontrano. Da Lorenzo Costa a Caravaggio? che presenta il San Giovanni di Lorenzo Costa (Parrocchia di Porto Ercole) e il San Giovannino Giacente attribuito al Caravaggio (collezione privata maltese) DI DAVID BERTI 38 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 L a Diocesi di Pitigliano-SovanaOrbetello, dal 16 settembre scorso, ospita, nel proprio Museo di Palazzo Orsini a Pitigliano, una mostra inedita e di grande spessore, dedicata alla figura del Battista interpretato da due opere reali di altrettanti autori di assoluto rilievo: Lorenzo Costa (14601535) e Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610). Curata da Roberta Lapucci, storica dell?arte e restauratrice (www.robertalapucci.com), l?esposizione ? visitabile fino al 12 novembre (tutti i giorni escluso i lunedì ed 7 ottobre, in orario 10-13 e 15-17) ? è organizzata dall?Ufficio Beni Culturali e Museo di Palazzo Orsini della Diocesi di Pitigliano-SovanaOrbetello ed anticipa il V Convegno internazionale ?Le porte del Mediterraneo?, in programma dal 10 al 12 ottobre 2023 sempre con l?organizzazione della Diocesi pitiglianese. L?inaugurazione è stata preceduta da una breve conferenza presieduta da S.E. Mons. Gianni Roncari vescovo diocesano presso la Sala Ildebrando (Piazza Fortezza Orsini, di fronte all?ingresso del museo). Dopo i saluti delle autorità sono seguiti gli interventi della curatrice e del direttore dell?Ufficio Beni Culturali della Diocesi Don Marco Monari. «Le due opere esposte ? sottolinea proprio Don Marco Monari ? vogliono concentrare lo sguardo, appunto, sulla scena del passaggio tra la promessa e il compimento, come anche tra il definitivo incontro tra il cielo e la terra che il Battista proclama e indica in Gesù di Nazareth, Figlio di Dio e Figlio dell?Uomo. L?attenzione è concentrata sulle mani dei due soggetti, che indicano ? da una parte con naturalezza e dall?altra con chiarezza ? dove l?uomo deve concentrare l?attenzione, lo sguardo, la vita. È lo stesso Battista ad affermare: «Io non sono il Cristo» (Gv 1,20) e «Ecco l?agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1,29). Tuttavia, i due dipinti ammirati insieme, svelano una profondità e un senso teologico inauditi. Il Battista è il testimone dell?evento unico e irripetibile, in cui cielo e terra, realtà divina e umana, si congiungono. Per sempre. È anche quanto le grandi architetture basilicali dei primi secoli inizieranno a testimoniare. Il presbiterio, luogo della celebrazione del Mistero, sovrastato dalla cupola, diviene visione, proiezione e misura del congiungimento tra le due realtà divino-umana nel Cristo-Sacrificio e con Lui, nell?estensione, a tutta l?umanità». San Giovanni di Lorenzo Costa (databile 1520-25, olio su tela) è di proprietà della Parrocchia di Porto Ercole ed è appena rientrato dalla mostra a Ferrara, Palazzo dei Diamanti (Rinascimento a Ferrara. Ercole de? Roberti e Lorenzo Costa, curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli). Si tratta di un?opera di grande raffinatezza esecutiva. La scheda del dipinto è stata curata da Stefano L?Occaso. Il Battista è seduto e con il braccio sinistro alzato con naturalezza, indica il cielo puntando curiosamente l?indice appena sopra la linea dell?orizzonte che marca il confine fra cielo e terra, verso la quale alcune persone si sono messe in cammino, in un paesaggio luminoso, incorniciato da un arco di roccia. L?opera, finora esposta nella chiesa di San Paolo della Croce a Porto Ercole, viene mostrata per la prima volta nel museo diocesano. Il San Giovannino giacente attribuito a Caravaggio (databile 1609-10, olio su tela) appartiene ad una collezione privata maltese ed è tutt?oggi al centro di un dibattito critico e ? questa ? è la settima esposizione pubblica (Monte Santa Maria Tiberina, 2018? Giappone, 3 sedi, 2019-2020? Camaiore, 2021? Ragusa e Alba, 2022-2023? Pitigliano). L?opera è documentata già a partire dal 1641 quando si trovava nella Villa Medici di Poggio Imperiale, descritta come «quadro in tela entrovi un S. Giovanbattista nel deserto che giace sopra un panno rosso nudo di mano del Caravaggio [...] lungo braccia 23/5 alto PRIMO PIANO ? VIVI ? 39 VIVI ???? L?esposizione, curata da Roberta Lapucci, è organizzata dall?Ufficio Beni Culturali e Museo di Palazzo Orsini della Diocesi di PitiglianoSovana-Orbetello ed anticipa il V Convegno internazionale ?Le porte del Mediterraneo? in programma dal 10 al 12 ottobre 2023 sempre con l?organizzazione della Diocesi pitiglianese braccia 2 con sua copertina d?Ermesino verde» e con «a piedi di detto la croce di canna». Per ordine del Gran Principe, nel dicembre del 1698 fu inviato nel Palazzo dei Medici a Livorno? tornò poi a Palazzo Pitti in Firenze nel 1723. Con l?estinzione della casata Medicea, finì nell?oblio, finché non fu imbarcato per gli Stati Uniti d?America sulla nave Susquehanna, acquistato dal capitano Rittenhouse. Nel 1860 Henry Benjamin Humphrey acquistò il San Giovannino da Rittenhouse a Boston ad un?asta pubblica e nel 2009 fu acquisito dall?attuale proprietario. «In questo San Giovannino ? aggiunge ancora Don Marco Monari ? l?attenzione è posta sulla postura giacente, Pitigliano 40 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 naturale, e in particolare sull?indice della mano destra che accompagna delicatamente l?occhio, la mente e lo spirito verso un?altra realtà. Però, nel ?caso? Caravaggio, lo sguardo è accompagnato poco sotto l?orizzonte, verso ? potremmo dire ? la realtà terrena, la carnalità (cf Gv 1,14: «Il Verbo si fece sarx»). Sono la carne, la profondità dell?uomo, la storia il luogo unico della salvezza. Quindi, se da una parte gli autori sembrano chiarire e definire la natura del Cristo attraverso la figura del Battista e delle sue mani, dall?altra offrono l?opportunità di guardare alla realtà umana, certamente debole, ma oggetto da sempre dell?amorevole e delicata attenzione di Dio che, anche mediante San Giovanni, indica nel Cristo-Figlio la via, la verità e la vita (cf Gv 14,6). Nel dispiegarsi delle immagini, i due Giovanni indicano insieme e aprono la comprensione alle parole stesse del Cristo: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l?abbiano in abbondanza» (Gv 1,9-10)». Contatti e informazioni utili: Museo di Palazzo Orsini Piazza Fortezza Orsini 25 Pitigliano (GR) Tel. 338 9134979 | Web: www.palazzo-orsini-pitigliano.it EVENTI ?#Artemide: una, nessuna, centomila?, una mostra inedita e straordinaria al MAAM di Grosseto È in corso a Grosseto, al Museo Archeologico e d?Arte della Maremma, la mostra evento 2023 ?#Artemide, una, nessuna, centomila?. Per la prima volta in assoluto è possibile ammirare le quattro statue di Artemide, grazie ai prestiti di tre importanti musei italiani È stata inaugurata il 7 luglio, per proseguire fino al 5 novembre, ?#Artemide: una, nessuna, centomila?, la mostra-evento organizzata dal MAAM (Museo Archeologico e d?Arte della Maremma) e promossa dal Comune di Grosseto e Promocultura. Tra le esposizioni più belle e uniche proposte in città, quest?ultima offre l?opportunità di ammirare, per la prima volta nella storia, le quattro riproduzioni della statua della dea Artemide, ciascuna proveniente da un museo diverso: il Museo Archeologico Nazionale di Venezia, il Museo Archeologico Nazionale di Na- PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 VIVI ???? Realizzate dal I secolo a.C. al I secolo d.C., le Artemidi presentano le stesse caratteristiche iconografiche ? figura che avanza verso chi guarda, tenendo le mani protese; presenza di simboli come arco e fiaccola, a richiamare la doppia investitura ? ma hanno dettagli differenti poli e il Museo Nazionale di Roma, Palazzo Massimo. Le quattro protagoniste La mostra di quest?anno nasce da un processo creativo che parte dalla metà del I secolo a.C. e punta al futuro. Un percorso espositivo che affonda le proprie radici nel Mondo Antico e arriva a ?scoprire?, sotto una diversa luce, il significato della produzione artistica nel periodo classico e in quello contemporaneo. Un ?tragitto? in cui il sentire attuale entra a pieno nel processo di trasformazione. Quattro le protagoniste, quattro dee, quattro Artemidi, riunite, come detto, per la prima volta in questa mostra, forse uscite da una stessa bottega di Roma, realizzate nella seconda metà del I secolo a.C. 44 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Le quattro statue hanno, in comune, l?apparato iconografico: la figura avanza verso chi guarda, tenendo le mani protese, forse a reggere arco e frecce, simboli della dea cacciatrice, oppure arco e fiaccola, a richiamare la doppia investitura, essendo Diana anche divinità lunare. Ogni persona che si avvicina ad Artemide può apprezzare la delicata bellezza della dea, moltiplicata per tutte le copie della stessa che sono a oggi esistenti, vedere i preziosi dettagli, scoprire differenze e similitudini, sì perché ognuna di loro è riproduzione, non copia fedele e precisa. Oggi basterebbe una stampa 3d per creare copie infinite di oggetti di tutte le forme e dimensioni, ma non è sempre stato così e il valore aggiunto del passato sta anche nell?unicità delle repliche, che sono tali, ma non nella concezione che abbiamo oggi. L?obiettivo è portare il visitatore a immergersi, a sentirsi non solo un osservatore attivo, ma protagonista della mostra. L?esposizione Tre le sale in cui si snoda l?esposizione. La prima permette al visitatore di entrare in connessione con il passato, con le Dee, con il bosco, luogo di cui Artemide è regina. La vista delle quattro sculture è accompagnata da suoni, odori e narrazioni che descrivono la divinità attraverso il Mito e versi di fonti antiche. Nella sala di benvenuto, la seconda, si sviluppa il percorso di viaggio, collettivo e soggettivo al tempo stesso, dove la materia e il concreto del marmo perdono la loro certezza e si trasferiscono nel metaverso, grazie alla creatività unica di ciascuno. Infine, all?interno dell?ultima, la modernità si affaccia, in modo pratico, alla storia. La prima Artistic eXtended Reality Room del Museo diventa realtà. Sì, perché il percorso si conclude con la sala di realtà virtuale, dove chiunque potrà interagire con l?archeologia in modo nuovo e creativo. Ogni visitatore potrà creare la propria Artemide che insieme a quelle di street artist, performer e scultori, sarà la visione contemporanea della dea in versione POP. Tutto si snoda tra le arti visive generative del passato e le arti digitali che permettono di vivere una esperienza sorprendente, trascendente e immaginifica. I commenti ?Una mostra incredibile ? dichiarano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Cultura Luca Agresti ? che avvicina i più giovani all?ambiente museale e alle opere contenute al suo interno. Un?esposizione di altissimo livello che oltre ad unire, per la prima volta, tutte e quattro le repliche della statua di Artemide, collega, in modo straordinario, l?antico e il moderno. È un?emozione vederle insieme in una sala suggestiva come quella che le ospita, con suoni e odori veramente particolari. Vogliamo ringraziare tutto il personale del museo, il settore cultura e tutti coloro che, con impegno, dedizione e passione, hanno lavorato affinché questo progetto potesse prendere vita, tra cui MM.BB. srls e Latte Maremma. Ed è proprio con eccellenze del nostro territorio, come quest?ultima, che stiamo lavorando per creare un rapporto sinergico e importante?. Soddisfatta anche Anna Bonelli, funzionaria alla Cultura del Comune di Grosseto: ?È per noi una grande gioia accogliere in città capolavori come questi. Siamo certi che le quattro Artemidi susciteranno grandi emozioni in tutti coloro che sceglieranno di ammirarle, per scoprirne la storia e le straordinarie caratteristiche?. A concludere l?inaugurazione è stato l?intervento delle curatrici Barbara Fiorini e Chiara Valdambrini, direttrice (allora) del MAAM (oggi lo è del Santa Maria della Scala a Siena). ?Ringraziamo l?Amministrazione comunale e tutti coloro che ci hanno supportato durante la realizzazione di questa esposizione. Confrontarsi con opere con una grande fierezza come queste ? commentano le due curatrici ? è per noi un grandissimo onore. La mostra porta i visitatori a vivere un viaggio che parte dalle quattro protagoniste originali, icone del museo di quest?anno, e arriva alla loro versione pop. Abbiamo voluto sottolineare la grande differenza che c?è tra la produzione artistica di oggi, possibile grazie anche a macchine come le stampanti 3d, e quella antica, molto diversa e articolata?. Info La mostra resterà aperta fino a domenica 5 novembre. Per informazioni contattare il Museo Archeologico e d?Arte della Maremma situato in piazza Baccarini 3 a Grosseto al nr. 0564 488752 oppure scrivere una mail a accoglienzamaam@gmail.com o maam@comune.grosseto.it. Sito internet: https://maam.comune.grosseto.it/ VIVI EVENTI Vetulonia, consensi unanimi per la mostra evento 2023 al MuVet ormai agli sgoccioli ?Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del Museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell?opera di Igor Mitoraj?. È questo il tema della mostra inaugurata il 17 giugno all?interno del museo nella città dell?antica Vatluna che si protrarrà fino al 5 novembre DI SUSANNA GUALTIERI I corridori del MANN dalla Villa dei Papiri 46 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Torso del Diadumeno di Policleto ?Nudo? di Igor Mitoraj L e sale del Museo civico archeologico ?Isidoro Falchi? di Vetulonia sono tornate ad affollarsi di capolavori eletti a ?protagonisti? della nuova straordinaria mostra ospitata sul palcoscenico del MuVet, dal titolo ?Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del Museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell?opera di Mitoraj?. L?esposizione ha aperto i suoi battenti al pubblico il 17 giugno e rimarrà visitabile fino al 5 novembre. I commenti «Continuiamo la nostra collaborazione con il grande museo partenopeo ? sottolinea soddisfatta la sindaca Elena Nappi che segue in prima persona le politiche culturali del Comune di Castiglione della Pescaia ? e lo facciamo nella ferma convinzione di dare vita ad un evento di caratura internazionale, il cui notevole spessore si traduce nei termini di un accrescimento della capacità di attrazione del nostro territorio, forse ancora maggiore di quella esercitata dall?esposizione 2022, già foriera al MuVet di un nuovo record di presenze». «Simona Rafanelli, direttrice scientifica del Falchi ? aggiunge la prima cit- tadina castiglionese ? ha saputo ancora una volta avvicinare e far dialogare, all?interno dell?edificio che domina piazza Vatluna, antico e contemporaneo, proseguendo così nel percorso intrapreso con la mostra dello scorso anno, teso a veicolare messaggi trasversali nel tempo e nello spazio». «Questo dimostra la capacità d?attrazione culturale del nostro territorio e la sua capacità, grazie al Muvet, di dialogare con prestigiose realtà come il Museo Nazionale Archeologico Nazionale di Napoli e la Fondazione Museo Igor Mitoraj che ci ha offerto l?opportunità di accostare all?arte antica, il più originale interprete della classicità, unico artista contemporaneo a poter esporre le proprie opere all?interno delle rovine di Pompei. Questo è un fatto straordinario che ci riempie d?orgoglio». «La Mostra evento 2023 ? continua la sindaca ? ha l?obbiettivo di esaltare il valore universalmente positivo e ?trasversale? dello sport, divenendo foriera di un messaggio forte, caricato dei valori positivi della bellezza, dell?armonia, della pace, capace di andare oltre i confini, personali, culturali e sociali e tradotto nei termini del movimento della figura umana, nello spazio, sottolinean- do quel ?ruolo socioculturale? che l?atletica da sempre ha ricoperto nell?educazione dei giovani e nella loro preparazione al mondo degli adulti». «Con questa mostra ? spiega Simona Rafanelli direttrice del MuVet ? il visitatore viene introdotto in un viaggio immersivo al cospetto dei più grandi artisti e delle opere più famose dell?arte classica ed ellenistica. Attraverso le diverse discipline agonistiche e le differenti età degli atleti, si celebra il corpo in movimento, nella sua declinazione ?maschile?, tradotto nelle posture assunte dall?atleta durante la performance sportiva, e la bellezza dell?arte classica intesa quale emanazione di una perfetta e circolare composizione dei gesti nell?armonia delle forme». «Fulcro concettuale e insieme per così dire ?materiale? della narrazione archeologico-artistica, il tema dell?esposizione 2023 ? aggiunge Simona Rafanelli ? è rappresentato in perfetto pendent, con quello dell?anno appena trascorso, dal connubio insuperato fra la bellezza e la classicità, capaci di dar vita e forma ad un binomio artistico cui il temperamento romantico di Johann Joachim Winckelman ha saputo conferire i caratteri di insuperato e di eterno». PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI ???? L?eccezionalità della mostra consiste nell?opportunità, concessa in primo luogo grazie ai prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di avere a Vetulonia statue romane in marmo e in bronzo dei più noti originali greci dell?arte greca, classica ed ellenistica La mostra Ad esprimere la somma incarnazione plastica di siffatti concetti, sono chiamati ancora una volta in causa le eccellenze della scultura in bronzo e in marmo esposte presso la sede prestigiosa del Museo archeologico nazionale di Napoli (MANN), rappresentate da i due ?corridori? restituiti dalla Villa dei Papiri di Ercolano (uno originale, l?altro una copia moderna*), vere e proprie icone dell?arte italiana di ogni tempo ed ogni luogo, in arrivo a Vetulonia direttamente dal Museo delle Terme di Diocleziano a Roma dove erano esposte per una mostra. I due giovani atleti in bronzo, opere di epoca romana (probabilmente del I secolo a.C.) ispirate a modelli greci della scuola di Lisippo, icone non soltanto della collezione del Museo archeologico napoletano ma dell?arte scultorea antica, si inseriscono da protagonisti nel racconto espositivo della mostra di Vetulonia che esalta il valore universalmente positivo e ?trasversale? dello sport, inteso, sin dalla sua origine nella culla greca delle Olimpiadi, quale simbolo e veicolo di messaggi nobili e sempiterni di pace e di unità fra i più diversi popoli e le più varie culture. I due corridori sono ritratti in una delle gare in cui era declinata la corsa, considerata una delle principali forme di competizione atletica, verosimilmente impegnati nello ?stadion? (da cui trae il nome la moderna struttura architettonica), una gara di velocità disputata da ragazzi, efebi e adulti caratterizzata anche da un importante ruolo rituale. L?eccezionalità della mostra ?Corpo a Corpo? consiste nell?opportunità, con- 48 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 cessa in primo luogo grazie ai prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di avere a Vetulonia statue romane in marmo e in bronzo dei più noti originali greci dell?arte greca, classica ed ellenistica, quali quattro nudi virili in marmo, fra cui il Gladiatore Farnese, il torso dell?Atleta ?tipo Amelung? di Mirone, il torso del Diadumeno di Policleto, il ?Palestrita? o Pugile da Sorrento, a cui si aggiunge l?Erma in bronzo del Doriforo di Policleto, probabile unico calco romano dell?originale del grande maestro greco proveniente, come i Corridori, dalla Villa dei Papiri di Ercolano. Restituite da un giardino porticato ?alla greca?, le due statue formano, con altre celebri cinque statue di danzatrici, una delle quali protagonista della mostra dello scorso anno sempre a Vetulonia, il vertice della produzione artistica raggiunto dalle sessantacinque opere bronzee recuperate negli scavi settecenteschi della villa, rivelando la grande eterogeneità dei modelli di riferimento, forse selezionati dalla committenza e dagli stessi artisti sulla base dei contenuti da esse veicolati Accanto a queste opere il percorso espositivo della mostra offre uno sguardo sull?arte contemporanea con ?Nudo? di Igor Mitoraj, una scultura in bronzo dove il grande artista accoglie l?eredità classica rileggendola in chiave di Bellezza capace di riunire in unica forma armoniosa le due parti dell?Uomo in eterno conflitto fra la disunione della carne e l?unione dell?essenza immateriale. Info La mostra ?Corpo a corpo. Dalla bellezza classica dei capolavori del Museo archeologico nazionale di Napoli alla classicità del Bello nell?opera di Mitoraj?, potrà essere visitata fino al 5 novembre 2023 presso il Muvet, Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, piazza Vatluna, che fa parte del Sistema Musei di Maremma, tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 10 alle 14 e dalle ore 15 alle 19. Info: tel. 0564 927241 - 0564 948058, e-mail: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it *Nota di precisazione: le sculture originali sono due ma il Museo di Napoli non può privarsene di tutte e due durante i prestiti. Per questo motivo lo scorso secolo è stata realizzata una copia che accompagna un originale durante i prestiti in altri musei. VIVI L?INTERVISTA Holding Lamioni, quando fare impresa diventa sinonimo di crescita e successo Dal restauro all?edilizia, passando per la formazione e da un anno a questa parte anche il calcio con l?acquisizione dell?U.S. Grosseto e la sponsorizzazione della Fiorentina. Intervista a Giovanni Lamioni, patron dell?omonima Holding che in poco più di un biennio ha concretizzato una crescita importante in termini di volumi d?affari, al punto da ipotizzare a breve anche un approdo in Borsa? DI CELESTINO SELLAROLI T rentuno anni di storia, 250 dipendenti, oltre 220 cantieri in giro per l?Italia, circa 45 aziende che lavorano in subappalto, 250 milioni di euro di fatturato: sono gli impressionanti numeri che può esprimere oggi, dopo un biennio oro, il gruppo Holding Lamioni. Un vero e proprio impero che opera nel campo dell?edilizia, ma non solo, nato praticamente dal niente, grazie alle doti personali e manageriali del fondatore. Le radici affondano nel lontano 1992 quando un appena trentenne Giovanni Lamioni, con la creazione della Cooperativa Atlante (specializzata allora nel restauro e successivamente nella formazione), pose le basi per ciò che sarebbe venuto dopo e che ancora deve venire. Perché le idee e le opportunità non mancano, così come la voglia di crescere. Del resto quando a tenere le fila di questa importante ascesa c?è un uomo con il coraggio, la determinazione e soprattutto la passione di Giovanni Lamioni tutto diventa possibile. Ed è davvero difficile porre dei limiti alla Provvidenza. Recentemente lo abbiamo incontrato 50 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 per parlare di economia, imprenditoria, sviluppo, edilizia, ma anche di calcio, sport e? futuro. Allora Lamioni, partiamo dalla strutturazione attuale dell?azienda. La Holding Lamioni, di proprietà al 100% della mia famiglia, è a sua volta proprietaria delle aziende Atlante Costruzioni, Atlante Engineering, Edilfox, Centrocolor e Gampi di recente acquisizione. Il Gruppo ha avuto, negli ultimi due anni, una escalation importante tanto che, per quest?anno, si ipotizza un fatturato intorno ai 250 milioni di euro. Da considerare che la maggior parte di questo fatturato deriva da Atlante costruzioni che, ad oggi, ha già raggiunto i 90 milioni di fatturato. A cosa si deve la crescita di quest?ultimo periodo? Con le aziende del Gruppo lavoriamo in maniera particolarmente attiva sul super bonus 110%: abbiamo oltre 220 cantieri in giro per l?Italia, la maggior parte dei quali in provincia di Grosseto. L?azienda Atlante, realtà principale del Gruppo, ha sede legale a Roma non solo perché la maggior parte dei cantieri sono nel Lazio, ma anche perché abbiamo un rapporto virtuoso con la Banca del Fucino ? che ha sede proprio nella capitale ? sulla cessione del credito. Le altre sedi dell?azienda sono a Milano e a Grosseto e stiamo aprendo anche una sede a Macerata. Il Gruppo possiede certificazioni SOA importanti e indispensabili per il settore: abbiamo l?OG1, l?OG2, OS2 e siamo in possesso di tutte le certificazioni che ci occorrono. Inoltre, siamo iscritti alla White List, iscrizione obbligatoria per lavorare nelle ?aree del cratere? del Centro Italia (strumento previsto dalla Legge di bilancio 2021 ? art. 1, comma 191, Legge 178/2020 ? destinato a sostenere progetti e investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, per assicurare la ripresa e lo sviluppo dell?economia delle aree colpite dai terremoti del 2016 e 2017, ndr): stiamo entrando, infatti, in maniera molto significativa anche nelle aree terremotate laddove il finanziamento pubblico avrà durata molto più lunga rispetto a quanto stanziato per il 110%. L?azienda Atlante engineering segue Giovanni Lamioni C c oltre 25 cantieri tra progettazione, direzione lavori e coordinamento sicurezza: l?intero Gruppo, oggi, può contare su circa 250 dipendenti e abbiamo circa 45 aziende che lavorano in subappalto per noi. I nostri di pendenti sono soprattutto concentrati su Grosseto e provincia, ma abbiamo squadre in tutta Italia con anni di esperienza. A breve effettueremo un aumento di capitale di circa 15 milioni di euro per irrobustire tutte le altre realtà del Gruppo: qualora proseguisse negli anni questa tendenza di crescita prevediamo nel 2024 un aumento del fatturato del 10%15% rispetto al 2023. Una crescita del genere in così poco tempo deve poggiarsi per forza di cose anche su altre basi. Non le chiediamo di svelarci il segreto del suo successo, però oltre a quanto fin qui già detto ci dev?essere sicuramente dell?altro? Il mio Gruppo godeva già di un?importante reputazione: l?azienda capofila, Atlante, ha 31 anni di vita ed è un?azienda strutturata e fortemente radicata sul territorio. Io personalmente ho rico- perto e ricopro cariche manageriali di primo livello: sono presidente regionale della Confartigianato, ma sono stato anche, per sette anni, presidente della Camera di Commercio di Grosseto, per due anni vicepresidente nazionale delle Camere di Commercio, per altri due anni vicepresidente Europeo dell?Associazione Piccole e Medie Imprese Artigiane Europee. La città di Grosseto, nel 2013, mi ha omaggiato del Grifone d?Oro, massima onorificenza per chi porta il nome della città nel mondo. Insomma, siamo partiti da una reputazione di Gruppo abbastanza importante che ci ha consentito di lavorare bene e godere di una credibilità forte sul territorio. Quando, poi, si è presentata l?opportunità dei bonus non ci abbiamo pensato due volte: eravamo una realtà solida, strutturata, avevamo un rapporto virtuoso con gli istituti di credito e siamo stati bravi, prima di tanti altri, nell?acquisire plafond per la cessione del credito, elemento che ha creato non pochi problemi sul 110%. I lavori da fare non mancano, il problema è che si fa una fatica ciclopica nel cedere i crediti fiscali. Anche noi incontriamo queste difficoltà ma, a fronte di ciò, ci siamo mossi per tempo e oggi abbiamo chi può acquistare tutto il credito fiscale che maturiamo mese per mese. Per la ricostruzione delle zone terremotate ci vorranno aziende strutturate, in grado di pianificare spese e investimenti: noi lo eravamo già prima del bonus 110%, oggi possiamo contare su una struttura organizzativa in grado di affrontare qualsiasi tipo di investimento. Lei è molto legato alla sua città Grosseto e alla Maremma ed è un tifoso di calcio, al punto che l?anno scorso ha deciso di gettare il cuore oltre l?ostacolo per cimentarsi in una nuova affascinante sfida. Proprio così. A novembre dello scorso anno abbiamo rilevato il Grosseto Calcio e siamo diventati proprietari del 100% delle quote del club: al momento, la squadra milita in Serie D (il campionato è appena cominciato) e, già dal prossimo anno, vorremo riportarla tra i professionisti in Serie C. Ma dietro a questa acquisizione abbiamo gettato le basi anche per un nuovo importante progetto. Quale? PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 S VIVI ???? Giovanni Lamioni: ?Il futuro? Consolidamento nelle aree del cratere della ricostruzione post-terremoto, dare vita a Grosseto alla cittadella dello sport, l?individuazione di un CEO e l?ipotesi della quotazione in Borsa? In una logica di diversificazione degli investimenti stiamo lavorando, e lo presenteremo a breve all?amministrazione comunale di Grosseto, al progetto di una cittadella dello sport da realizzare in città che prevedrà la realizzazione di uno stadio da circa 7mila posti a sedere che avrà una duplice funzione: essere la casa del Grosseto Calcio, ma anche un?area dedicata ai concerti. Inoltre, prevediamo la costruzione di un palazzetto dello sport da 1.500 posti, 10 campi da padel coperti, 4 campi da tennis, 2 campi da calcio, un centro medico di circa 2mila 400 metri quadrati, una palestra di 600 mq, una club house, 3 bar e 2 ristoranti. Il totale dell?investimento, interamente a carico del Gruppo, si aggira intorno ai 40milioni di euro. I tempi stimati sono massimo due anni per posare la prima pietra e, nel giro di quattro anni, vedere realizzato tutto l?impianto. La cittadella dello sport che stiamo progettando verrà realizzata dallo studio tecnico dell?Ing. Angelo Lupo di Grosseto: si tratta di un progetto innovativo e lo sarà sia in termini sociali, con l?abbattimento delle barriere architettoniche, che in termini di efficientamento energetico in quanto ipotizziamo la realizzazione di una comunità energetica per tutta l?area interessata. Il nostro consulente per lo sviluppo commerciale sarà Deloitte, realtà con la quale il Gruppo già lavora nell?asseverazione dei crediti fiscali del bonus 110% e con la quale abbiamo un rapporto consolidato e di reciproca soddisfazione. Nella foto Giovanni Lamioni con la figlia Viola 52 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Oltre che del Grosseto lei è tifosissimo della Fiorentina società con la quale, per rimanere in ambito calcistico, ha stretto un importante sodalizio. Molto di più di un importante sodalizio. La Holding Lamioni è il primo sponsor ufficiale della Fiorentina, dopo Mediacom del Presidente Rocco Commisso. Con la Fiorentina abbiamo un contratto triennale e sono previste anche delle clausole di natura sportiva che legano ancor di più la squadra di Firenze con il Grosseto. Cosa c?è nel futuro del Gruppo? Il futuro della Holding Lamioni prevede il consolidamento nelle ?aree del cratere?, il dar vita alla cittadella dello sport, favorire l?impegno di mia figlia al mio fianco, l?individuazione di un CEO e, in tutto ciò, l?ipotesi della quotazione in Borsa rappresenta il logico passaggio successivo. La volontà è di effettuare una serie di valutazioni sulla fattibilità e utilità dell?eventuale quotazione del Gruppo nella Borsa di Milano. Nessuna criticità? A volte a Grosseto sembra quasi di dare disturbo, non viviamo la concorrenza leale e la voglia di emulare le esperienze vincenti. Conosco molto bene la mia città, che amo, ma pure il sottoscritto, che da 25 anni vince ogni sfida, da tanti non viene tollerato. Faccio un esempio, leggere sulle maglie della Fiorentina, in giro per l?Europa, la scritta Holding Lamioni dovrebbe rappresentare motivo di orgoglio e non invidia e gelosia, ma la verità è che Grosseto non tollera il successo. VIVI LA MAREMMA CHE ECCELLE Cooperativa La Peschiera, una realtà solida e a prova di qualsivoglia crisi È una realtà davvero solida la cooperativa La Peschiera con sede a Santa Fiora, sul Monte Amiata, ma con attività sparse un po? in tutta la Maremma ed anche oltre. Nonostante le difficoltà ? che non mancano ? la forza e il coraggio di Daniela De Angelis e della sua squadra, unite alla determinazione e alla competenza, stanno portando risultati sempre migliori DI RITA MARTINI I 35 anni della Cooperativa La Peschiera sono l?occasione per un bilancio dell?attività di quest?azienda nata sul Monte Amiata e oggi importante realtà in Maremma e in Toscana. Daniela De Angelis, coriacea e storica presidentessa della Cooperativa, traccia un?analisi serena, ma senza attenuanti, sulla congiuntura sociale ed economica che affrontiamo dal 2020 a oggi. Dopo un periodo delicato, superato facendo leva sulla forza e sul coraggio, unite alla determinazione e alla competenza, dei vertici che hanno sempre tenuto il timone con la barra a dritta La Peschiera viaggia ora spedita verso risultati importanti. Recentemente grazie a mesi di lavoro intenso sono stati acquisiti nuovi appalti oltre a quelli esistenti, che porteranno alla cooperativa 6 milioni di euro di fatturato e occuperanno 240 unità. Allora Presidente partiamo dalla situazione generale. Se mettiamo sotto la lente d?ingrandimento gli ultimi tre anni, dobbiamo 54 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 necessariamente prendere le mosse dalla pandemia del 2020 che ha rappresentato uno shock economico per tutti e anche per la nostra realtà alla quale ha fatto seguito nel 2022 il conflitto in Ucraina con il prezzo alle stelle di materie prime, l?aumento generalizzato dei prezzi fino all?aumento dei tassi di interesse. Solo in questo contesto possiamo comprendere il percorso portato avanti dalla Cooperativa. Quali sono le problematiche più stringenti? Tra i problemi che ancora affliggono la nostra realtà spicca la carenza di manodopera: mancano i lavoratori stagionali, i cuochi, gli addetti alle pulizie, gli autisti e anche le figure professionali intermedie. Questo ha portato un disagio ai fini organizzativi anche se noi dobbiamo ringraziare molto i nostri lavoratori che si sono adoperati su più commesse per poter portare a termine lavori importanti. Per quanto riguarda l?amministrazione pubblica, se gli appalti in molti settori sono costituiti per il 90% dal costo del lavoro, quando le amministrazioni ?risparmiano?, è bene sapere che lo fanno sulla pelle dei lavoratori. Gli andamenti relativi alla qualità del lavoro ci segnalano una significativa riduzione dei contratti stabili e l?insorgenza del fenomeno delle «dimissioni» anche nel movimento cooperativo che ha cercato di mantenere inalterata l?occupazione nonostante le evidenti difficoltà di gestione e le forti fluttuazioni in merito al rapporto tra valore aggiunto e costo del lavoro. Pertanto crediamo che serva un riorientamento dei bilanci della P.A. all?insegna della dignità del lavoro e non del servizio al massimo ribasso. La vostra attività è partita dal territorio amiatino, che peraltro sta presentando delle criticità soprattutto a causa dello spopolamento. Parliamone Il territorio amiatino è in effetti il luogo dove la nostra attività è nata e si è sviluppata: oggi sta vivendo un momento molto critico risentendo della diminuzione demografica. La natura della nostra azienda piano piano sta perdendo capacità di sostenersi in un mercato con questi limiti e si vede costretta a investire fuori dal territorio per non rischiare di mettere in serio pericolo la propria stabilità. Gestire mense con pochi pasti, piuttosto che fare giri scolastici con percorsi dimezzati ha bisogno di un riconoscimento economico altrimenti è chiaro che ciò equivale a una chiusura annunciata, visto che non ci sono più marginalità nemmeno negli altri servizi che potevano coprirne le perdite. Alla luce di queste considerazioni come cooperativa siamo costretti a lanciare un grido Nella foto la presidente della Cooperativa La Peschiera Daniela De Angelis PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ???? Daniela De Angelis: ?La Peschiera resiste, rilancia con appalti e crescita del personale (?) Abbiamo bisogno del territorio: siamo noi che determiniamo il nostro futuro? Nella foto alcuni componenti del CDA e del Collegio della Cooperativa La Peschiera d?allarme alla politica, dichiarandoci disponibili anche a ragionare ad un tavolo di concertazione per un progetto comune. Credo che gli amministratori debbano seriamente analizzare questa situazione. Perché non fare nulla è assumersi una grande responsabilità! E visto che il territorio ci sta molto a cuore vorremmo dare anche il nostro contributo affinché i servizi vengano potenziati e non depotenziati in modo da invogliare le famiglie a restare e ripristinare numeri che possano dare valore al territorio. Per poter fronteggiare questa situazione complessa, immaginiamo che siano indispensabili consapevolezza, equilibrio, professionalità e crescita. Aspetti questi riconducibili tutti al fattore umano della vostra organizzazione. Per la verità nella nostra cooperativa convivono due anime: quella imprenditoriale e quella sociale. I numeri sono la solidità dell?impresa, i suoi fondamentali economici, finanziari e patrimoniali. Le persone costituiscono rapporti e relazioni per crescere insieme al territorio. I numeri, da soli, non generano lo sviluppo e la solidità della cooperativa. Senza le persone non si possono creare le premesse per il rafforzamento del nostro mondo. Posso dire con orgoglio che ho avuto il privilegio straordinario di poter contare su un capitale fatto di persone, di valori, di sentimenti e di passioni. Sono le persone che mi hanno accompagnato, sostenuto, aiutato in tutti i 56 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 momenti rendendo questa una esperienza unica dal valore inestimabile, vissuta pienamente nella quale quel che conta non è la fatica ma la salvaguardia del patrimonio che ci è stato temporaneamente affidato. Veniamo all?ultimo periodo. Un periodo contrassegnato, nonostante le difficoltà di cui abbiamo parlato, da una bella crescita. Esattamente. La forza e il coraggio del gruppo, unite alla determinazione e alla competenza, hanno portato risultati sempre migliori. Dopo mesi di lavoro intenso sono stati acquisiti nuovi appalti oltre quelli esistenti, che porteranno alla Cooperativa 6 milioni di euro di fatturato e occuperanno 240 unità. Insomma, il 2023 può ritenersi un anno decisamente positivo per La Peschiera. Assolutamente sì. Il 2023 seppur faticoso è stato un bellissimo anno che ci ha visto crescere grazie ai nostri punti fermi: equilibrio e controllo. Del resto abbiamo una grande responsabilità e certe volte bisogna prendere decisioni importanti. La responsabilità non riguarda soltanto il far funzionare al meglio le cose: occorre mantenere la rotta sempre con comportamenti che non stravolgano l?identità della cooperativa. Chiaramente cerchiamo di limitare al minimo errori di valutazione. Occorre costruire sistemi di gestione e controllo che aiutino a prendere decisioni ponderate. Un?azienda è fatta di regole e le regole devono essere rispettate. Nelle crisi dobbiamo essere preparati a gestire le emergenze avendo piena consapevolezza di cosa fare o non fare per andare oltre l?ostacolo. Ci sveli il segreto: come si superano le crisi? Trasparenza, tempestività e condivisione. Il modo migliore per affrontare una crisi è di assumere decisioni tempestive e trasparenti. Il tempo, spesso, è la variabile chiave nell?evitare o limitare i disastri. Appena ci si accorge che qualcosa di grave sta accadendo bisogna informare e condividere. Il tentativo di minimizzare la portata dei danni crea disorientamento e confusione. La parola d?ordine è condivisione: lo stato di salute della nostra azienda non deve essere un segreto? la reputazione aziendale e l?esperienza, guadagnata in tanti anni è essenziale. Passata la tempesta occorre rimettere ordine in azienda e rivedere con spirito costruttivo le cose che non vanno. Le crisi sono un?ottima occasione per migliorare le cose per il futuro. Non si può abbandonare la nave in mare aperto. Ossia non si può lasciare le proprie responsabilità nei momenti di crisi acuta. Nei momenti critici è nostro dovere guidare le persone con fermezza e coraggio, mostrando sensibilità e attenzione verso le persone. Se continuiamo a dare il nostro contributo e lo facciamolo tutti insieme ce la possiamo fare sempre! Nelle foto protagonisti e servizi della Cooperativa La Peschiera PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI AGRICOLTURA È un legame inscindibile quello esistente tra agricoltura e paesaggio che vivono un rapporto funzionale reciproco al punto che l?evoluzione di quest?ultimo dimostra che, nel tempo, i cambiamenti sono avvenuti prevalentemente in funzione dell?agricoltura e delle necessità economiche, produttive e sociali delle popolazioni DI DOMENICO SARACENO N egli anni novanta curai all?Archivio di Stato di Grosseto una mostra fotografica e documentaria sulle trasformazioni del mondo rurale nella Maremma grossetana del XX Secolo, con annesso convegno i cui atti furono poi pubblicati dalla Editrice EDAM di Firenze nel 1999: fu affrontato il tema del paesaggio agrario e delle trasformazioni nel tempo sopravvenute in Maremma che hanno determinato importanti mutamenti territoriali, confermando la definizione di paesaggio agrario che ne da Emilio Sereni nel suo celebre saggio sulla storia del paesaggio agrario italiano: ?quella forma che l?uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale?. L?osservazione dei luoghi e dei fatti ci conferma che agricoltura e paesaggio vivono un rapporto funzionale reciproco e l?evoluzione di quest?ultimo dimostra che, nel tempo, i cambiamenti sono avvenuti prevalentemente in funzione dell?agricoltura e delle necessità economiche, produttive e sociali delle popola- zioni, considerando che proprio sull?uso del suolo si sviluppano le tante attività, in primis quelle agro-silvo-pastorali che servono e sono servite al sostentamento delle comunità. È proprio su questo rapporto paesaggio-funzioni del territorio che oggi dobbiamo concentrare l?attenzione quando intendiamo occuparci di pianificazione territoriale. Le nuove sensibilità maturate verso ambiente e paesaggio fanno propendere per una maggiore attenzione nei confronti di questi aspetti, in passato trascurati o addirittura non contemplati dai codici e dal senso comune. Tuttavia le problematiche legate allo spopolamento delle aree interne del territorio rimangono un problema cogente, anzi si fanno sempre più importanti: non a caso gli indirizzi di gestione e conservazione del territorio dei piani di indirizzo territoriale con valenza di piani paesaggistici (PIT) e dei piani paesaggisti regionali (PPR), dunque degli strumenti di salvaguardia e di gestione del territorio, pur all?interno di un prevalente quadro conservativo contemplano anche azioni tese Foto © Giancarlo Gabbrielli AGRICOLTURA e PAESAGGIO, un legame inscindibile e funzionale Maremma Magazine - Ottobre 2023 - 3_Maremma Magazine 27/09/2023 15:31 Pagina 59 a contrastare l?abbandono dei paesaggi agropastorali, con particolare riferimento al vasto sistema degli agroecosistemi dei versanti collinari e montani del territorio italiano al fine di mitigare i fenomeni di spopolamento delle aree più interne e la contrazione delle economie ad esse connesse. In questo contesto anche la diffusa presenza di infrastrutture funzionali all?agricoltura realizzate nel corso del tempo ed oggi ben percepibili dall?analisi fotogrammetrica, confermano l?esistenza di elementi che hanno assunto caratteri identitari del territorio rurale e che non alterano la leggibilità della relazione tra sistema insediativo storico e paesaggio agrario. Ciò detto, appare evidente come il pianificatore ed il conservatore, ancorché concentrati sulle tematiche ecologico-paesaggistiche, non possano prescindere dal considerare gli aspetti socioeconomici e calibrare le loro valutazioni anche in base a questi ultimi. Nel ricordato convegno grossetano fu dedicato ampio spazio alla forma di conduzione dei fondi rustici della Maremma, un territorio interessato da recenti quanto importanti trasformazioni paesaggistiche? infatti è soltanto agli inizi del ?900 che dal latifondo si va introducendo l?appoderamento e la mezzadria, non senza alcuni tentativi di grande coltura meccanizzata eseguiti dai Lorena e dai Ricasoli nelle loro importanti tenute situate nelle periferie a nord e a sud del capoluogo maremmano. Diversi, in Italia e nel Mondo, possono essere gli esempi di trasformazione del paesaggio rurale avvenuti a causa di importanti processi storici: si va dalla colonizzazione greca a quello che si potrebbe definire un feudalesimo tardivo di impronta spagnola, intercorso tra i secoli XVI e XVII, fino ai processi della bonifica e della riforma fondiaria del secolo scorso. Si tratta di trasformazioni più evidenti in quei territori ove per lungo tempo si è assistito ad un utilizzo quasi passivo della risorsa suolo, attraverso pratiche agricole estensive e minimali come la cerealicoltura e il pascolo allo stato brado? aree ove frequente era la formazione di paludi ed acquitrini che generavano quei paesaggi desolati e spogli ampiamente riprodotti, per esempio, nella vasta iconografia maremmana. In queste aree nell?ultimo secolo e mezzo si sono susseguiti una serie di interventi e processi, le grandi opere di bonifica (canali, dighe, nuove strade ed acquedotti, infrastrutture per l?irrigazione, colonizzazione, ecc.) che hanno consentito il recupero ai fini agricoli di vaste superfici prima inutilizzabili. Sopraggiunge poi la redistribuzione della grande proprietà fondiaria con la Riforma Agraria degli anni ?50, attuata attraverso l?espropriazione delle terre, l?introduzione di un nuovo vasto appoderamento e l?assegnazione delle unità poderali ad assegnatari a riscatto con conseguente proliferazione di insediamenti abitativi nelle campagne. Quest?opera di riforma attuata dopo la II Guerra mondiale attraverso l?esproprio e l?assegnazione (anziché mediante l?incentivo alla miglioria e al progresso delle aziende di proprietà privata) ha comportato un ultimo grande mutamento territoriale, conferendo alla pianura PRIMO PIANO ? VIVI ? 59 Foto © Giancarlo Gabbrielli VIVI Foto © Giancarlo Gabbrielli ???? Diversi, in Italia e nel Mondo, possono essere gli esempi di trasformazione del paesaggio rurale avvenuti a causa di importanti processi storici: si va dalla colonizzazione greca (?) fino ai processi della bonifica e della riforma fondiaria del secolo scorso 60 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 grossetana connotati nuovi e caratterizzanti e determinando una profonda e radicale trasformazione dei luoghi: l?antico paesaggio agrario, costituito da aree destinate al pascolo e da limitate zone coltivate con poche unità colturali, ha subito un mutamento in favore di una grande diversità paesaggistica, conseguenza dello sviluppo di nuove colture agrarie, arboree ed erbacee e della diffusione sul territorio degli insediamenti abitativi. Inoltre, in alcune aree si è assistito alla nascita e allo sviluppo di attività artigianali-commerciali legate la trasformazione e commercializzazione delle nuove produzioni agricole. Dunque si può affermare che in termi- ni paesaggistici i mutamenti avvenuti in agricoltura nel corso dell?ultimo Secolo hanno delineato i principali caratteri dell?evoluzione del territorio che, un po? ovunque, è divenuto man mano sempre meno agrario e sempre più rurale. In pratica si è andato creando un territorio in grado di offrire lavoro e reddito, costituendo un richiamo per le popolazioni dell?entroterra ove invece i processi evolutivi legati all?agricoltura seguono ritmi molto più rallentati? l?agricoltura specializzata e moderna ha richiamato sempre più verso di sé risorse umane ed economiche, contribuendo al fenomeno del parallelo e progressivo abbandono delle aree interne dove il settore primario è andato assumendo, sempre più, il carattere di attività produttiva marginale. Dal bilancio di oltre un secolo di operosità emerge un dato incontrovertibile: la grande importanza dell?opera umana? il rapporto uomo-natura (o uomo-terra) è stato determinante sia per un graduale miglioramento delle condizioni di vita dei residenti, sia per una corretta ed indispensabile manutenzione del territorio che oggi costituisce il nostro paesaggio agrario e che, nella sua più affascinante naturalezza ed importanza culturale, sociale ed economica, è frutto di una rilevante ed intensa attività antropica dalla quale, anche nella sua lettura contemporanea, non è possibile prescindere. VIVI SPECIALE VENDEMMIA Meno uva, ma i vini saranno sicuramente di qualità: bilancio della Vendemmia 2023 in Maremma Diciamolo subito. L?annata 2023 è stata tutt?altro che semplice: piogge abbondanti fino a fine giungo e diverse ondate di forte caldo, soprattutto a metà agosto, hanno complicato la vita a molti produttori, e purtuttavia, a vendemmia ormai quasi del tutto terminata, il bilancio resta positivo: il calo della quantità ci sarà, ma la qualità dei vini sarà ottima DI LINA SENSERINI C he la Maremma fosse una terra particolarmente adatta alla coltivazione della vite, i maremmani lo hanno sempre saputo. Non c?era podere che non avesse i suoi filari per il vino da mettere in tavola. Che dalle sue colline e dalle sue pianure potessero nascere grandi vini, invece c?è voluto più tempo per scoprirlo. Ma soprattutto l?intuizione di imprenditori del settore, che negli ultimi 50 anni hanno investito nei vitigni e nelle cantine, dando il là al miracolo del vino in provincia di Grosseto. Se n?era accorto anche Giacomo Tachis, uno dei più grandi enologi italiani, il padre del rinascimento enologico italiano, che ha messo la propria firma 62 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 sul Tignanello, il Sassicaia, il Solaia solo per citare i più celebri Super Tuscan. Tachis era convinto che i vini di Maremma avessero ben poco da invidiare ai più blasonati cugini del Chianti e di Montalcino, dovevano solo crescere. La sua stessa lungimiranza enologica l?hanno avuta per primi i Biondi Santi, i Frescobaldi, gli Antinori, i Mazzei, i Guicciardini, i Cinelli Colombini, i Mantellassi. Seguiti dopo qualche anno dalla famiglia Zonin, da Cecchi, dalla joint venture Rotschild-Panerai che ha creato Rocca di Frassinello, ?scomodando? Renzo Piano per firmare il progetto dell?avveniristica cantina sulle colline di Gavorrano, fino a Claudio Tipa con la sua azienda Colle Massari ai piedi dell?Amiata. 10 denominazioni, 9.000 ettari di vigneto, 700 aziende È anche grazie al loro interesse per questo ?Eldorado? del vino che è stata la Maremma per tanti anni, se la mentalità dei produttori locali ha cominciato a cambiare, per arrivare nel tempo a costruire un tessuto di circa 700 aziende ? tra viticoltori e produttori ?verticali?, dalla vigna al bicchiere ? che oggi sono la spina dorsale di un mondo produttivo. E senza contare che proprio in provincia di Grosseto, nel 1966 è nata una delle prime denominazioni italiane, la Doc del Bianco di Pitigliano, seguita nel A 1971 dalla Doc ?aziendale? della Parrina. Oggi, in Maremma sono 8 le Doc e 2 le Docg, (Morellino di Scansano e Montecucco Sangiovese), per una superficie vitata di circa 9mila ettari, la terza in Toscana, con prevalenza di vitigni a bacca nera, sui quali predomina il Sangiovese, mentre nel bianco il più coltivato è il Vermentino. Ma il panorama ampelografico maremmano è molto ricco anche in vitigni internazionali (Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sirah i più diffusi, ma ci sono molte aziende che coltivano anche Sauvignon, Petit Verdot, Viognier, Pinot noir), oltre agli autoctoni Ansonica, Ciliegiolo, Trebbiano, Pugnitello. Una parte consistente di aziende non producono Doc o Docg, ma solo vino Igt Toscana, privilegiando il taglio bordolese e i vitigni internazionali, con significativo successo sul mercato per la qualità dei vini, che conferma la Maremma come terra vocata alla vite. La media di uve raccolte in tutta la provincia di Grosseto oscilla tra i 450.000 e i 500.000 quintali a seconda dell?annata. Di questi, oltre 2/3 sono destinati ai vini Doc e Docg, il resto all?Igt. Il vino prodotto va dai 270.000 ai 300.000 ettolitri, che tradotto in bottiglie si aggira tra i 35 e i 40 milioni (Doc, Docg e Igt). Nella vendemmia 2022, per esempio sono stati raccolti 499.700 quintali di uva per circa 300.000 ettolitri di vino. La vendemmia e i vini 2023: meno uva ma migliore In Toscana, ma questo dato vale anche per molte altre regioni italiane, il 2023 non è stato un anno felice per le uve in termini di quantità. Lo sarà, invece, in termini di qualità. Questo è quello che emerge dai primi bilanci delle varie rappresentanze di produttori e dalle associazioni di categoria. La Maremma non si discosta dall?andamento regionale, almeno secondo la valutazione della vendemmia e la previsione sui vini dei tre principali consorzi PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? La vendemmia in Maremma non si discosta dall?andamento regionale, almeno secondo le valutazioni e le previsioni sui vini dei tre principali consorzi di tutela: quello del Morellino di Scansano, del Montecucco e della Doc Maremma, l?ultima arrivata, che comprende tutto il territorio provinciale. di tutela: quello del Morellino di Scansano, del Montecucco e della Doc Maremma, l?ultima arrivata, che comprende tutto il territorio provinciale. L?eccessiva piovosità ha, infatti, segnato la tarda primavera fino a inizio estate, seguita dall?andamento regolare di luglio, bruscamente interrotto dal deciso abbassamento delle temperature nelle prime settimane di agosto. Infine, il caldo anomalo di fine mese ha fatto il resto. Il risultato dell?andamento climatico è stato un complessivo ritardo dell?inizio della vendemmia di una decina di giorni, a seconda delle zone, anche per i vitigni a bacca bianca. Non solo ma la pioggia di maggio e giugno ha favorito un attacco anomalo della temibile peronospera, che ha inciso in molte zone dell?Italia e che in Toscana «ha portato a un calo del raccolto tra il 10 e il 20%, più marcato nei fondovalle rispetto alle zone collinari e alla fascia litoranea», denuncia Confagricoltura regionale. Un fenomeno che ha riguardato anche i vigneti della provincia di Grosseto, dove si sono registrati cali del 30, fino al 50% laddove si sono verificati attacchi di ?mal bianco? che i produttori hanno fatto fatica a contenere proprio perché le piogge continue in primavera impedivano gli interventi in vigna. Solo la sensibilità dei produttori, un lavoro attento e costante ha impedito che il danno fosse maggiore. Tuttavia la qualità delle uve si è rivelata ottima, favorita dal bel tempo di settembre, unito a un significativo scarto termico che ha aiutato la migliore maturazione fenolica, agevolando la vendemmia, che è iniziata nei primi giorni di settembre con la raccolta delle uve destinate alle basi spumante e con le varietà precoci bianche, per poi entrare nel vivo e terminare con le uve a bacca nera. Qui Maremma Toscana Doc: sarà una grande annata Il Consorzio tutela vini della Maremma Toscana ha fatto un?indagine tra i soci, rilevando un calo nella quantità, ma con la previsione per il 2023 di vini 64 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 di alta qualità. «Non è semplice, ed è sicuramente prematuro, fare una stima della produzione» spiega Francesco Mazzei, presidente del Consorzio. «Mai come in questa vendemmia la cautela è d?obbligo, considerata la difformità di situazioni esistenti in un territorio vasto come la Maremma, dove l?incidenza delle precipitazioni primaverili e delle fitopatie non ha avuto ovunque gli stessi effetti. Nella generalità dei casi posso confermare che i viticoltori sono riusciti a gestire con accortezza lo stato fitosanitario del vigneto intervenendo al momento opportuno. Se questo ha comportato un calo delle uve intorno al 1015%, tuttavia possiamo dire che la qualità è decisamente buona». E dunque lo saranno anche i vini. Dal punto di vista qualitativo, infatti, lo scarto termico e le buone condizioni meteo di settembre hanno favorito un grado ottimale di maturazione delle uve, di cui beneficeranno le bianche, in particolare Vermentino e Ansonica, e le uve a bacca nera, per le quali i tempi di raccolta si sono protratti fino a tutto il mese settembre. Qui Montecucco: grande lavoro dei produttori Per Giovan Battista Basile, presidente del consorzio di tutela del Montecucco, «con una stagione variabile e ???? Nonostante le difficoltà la qualità delle uve si è rivelata ottima, favorita dal bel tempo di settembre, unito a un significativo scarto termico che ha aiutato la migliore maturazione fenolica, agevolando la vendemmia fuori dal comune, difficilmente gestibile come questo 2023, un grande merito va ai produttori che hanno comunque portato in cantina uva di ottima qualità, impegnandosi a dividere i momenti di raccolta in più fasi, in base alle particolari esigenze dei vigneti o di singole parcelle». Rispetto alle quantità, a seconda della zona di produzione della denominazione amiatina ? Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano ? dell?esposizione e della maggiore o minore altitudine, le criticità e i cali di produzione sono stati più o meno contenuti. Settembre, infine, è iniziato molto bene con previsioni rassicuranti che hanno riportato le temperature nella media stagionale, garantendo buone escursioni termiche giorno/notte, che hanno favorito una perfetta maturazione fenolica e lo sviluppo del tipico bouquet aromatico dei vini Montecucco. «Purtroppo, nelle ultime tre annate, abbiamo osservato una generale contrazione di volumi di circa il 25% rispetto a un?annata ?regolare?. Tutti effetti negativi del cambiamento climatico e di eventi atmosferici sempre più gravi ed estremi ormai all?ordine del giorno, ma siamo ancora in tempo a cambiare la rotta. Come associazioni di viticoltori dobbiamo far sentire la nostra voce e mantenere posizioni decise. La comuni- tà internazionale deve ascoltarci e intervenire concretamente e con urgenza», conclude. L?aspettativa sulla qualità, anche per i produttori della denominazione Montecucco e Montecucco Sangiovese, è alta. Qui Morellino: vendemmia regolate e previsione di ottimi vini Nella denominazione collinare, a differenza delle altre, la vendemmia è iniziata regolarmente nell?ultima settimana di agosto e si respira un?atmosfera fiduciosa tra i produttori.?Per quanto riguarda l?andamento climatico, nel territorio della denominazione si è registrato un inverno mite e poco piovoso e una primavera che è iniziata lentamente e proseguita con un eccesso di piogge che si sono protratte sino ad inizio estate. Queste condizioni non hanno avuto riflessi sulla vendemmia: l?aver agito per tempo, con un impegno in vigna importante rispetto alle scorse stagioni, ha consentito di indirizzare la crescita e la maturazione dei grappoli verso un andamento regolare. Gli attacchi di peronospora sono stati contenuti e non hanno comportato perdite eccessive. Lo sviluppo vegeto-produttivo delle piante, grazie ai tempestivi interventi, nel complesso è stato lineare. «Dal punto di vista qualitativo ? spiega Alessio Durazzi, direttore del Consorzio tutela Morellino di Scansano Docg ? registriamo una buona qualità complessiva. Si prospetta una crescita sul fronte della quantità, dove stimiamo un andamento superiore all?annata precedente. La raccolta è iniziata a fine mese di agosto, con il taglio dei grappoli dedicati alle basi spumante?per proseguire poi con le uve a bacca bianca. Per ultime sono state vendemmiate le varietà a bacca rossa». Dunque, non resta che attendere di stappare i primi vini del 2023, che indubbiamente raccoglieranno nel calice i profumi della Maremma, regalando un?emozione di sapori che gli estimatori e non solo sapranno apprezzare. PRIMO PIANO ? VIVI ? 65 VIVI La Maremma enologica nel racconto di una selezione di aziende AMIATA VINI Podere Montebendico 14 Loc. Montegiovi Castel del Piano (Gr) Tel. 348 5714219 339 6902444 www.amiatavini.it Un vitigno, il Sangiovese. Tre etichette di rosso ispirate nel nome al Vulcano della Toscana, Lapillo, Lavico e Cenere. Poi il rigore della lavorazione e il rispetto dei tempi lunghi. Il risultato sono i ?Vini del Vulcano?, che Stefania e Simone producono nella loro azienda ?Amiata? a un tiro di schioppo da Montegiovi, nel comune di Castel del Piano. ?Le nostre vigne ? spiegano ? crescono alle pendici del Monte Amiata e nella Docg Montecucco, in quella vallata che già Ildebrando lmberciadori definì la ?Conca d?o- ro? e dove il Sangiovese trova l?habitat ideale per esprimersi al meglio. L?altitudine dei nostri vigneti (400/500 metri sul livello del mare), la composizione lavica del terreno e un?importante escursione termica ci aiutano a produrre vini sobri, aromaticamente ricchi e con tannini morbidi ed eleganti?. Vini che è possibile degustare nella terrazza panoramica con vista sulle colline che dall?Amiata scendono verso l?Ombrone e l?Orcia. Basta prenotare con una mail o chiamando in azienda. La storia di questa piccola realtà produttiva ha inizio proprio sulle pendici dell?Amiata, dove Simone ha deciso di dedicarsi alla coltivazione delle viti ed olivi, dopo aver lasciato gli studi di Giurisprudenza. Con lui Stefania, che si è lasciata alle 66 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 spalle una vita e un lavoro in Francia, per inseguire e coronare un sogno accanto a Simone. I loro 3 vini, tutti Sangiovese in purezza (?Lapillo?, Igt Toscana rosso, ?Lavico? Montecucco Sangiovese Docg e ?Cenere? Montecucco Sangiovese Riserva Docg) hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti. ?Corona? sulla Guida Vini Buoni d?Italia con tutti e tre i vini (ultima quest?anno col Lavico Montecucco Sangiovese Docg 2015). Tre volte in finale per i 3 Bicchieri della Guida Gambero Rosso. Medaglia d?Oro in Francia con il loro Lavico. Montecucco dell?anno nella Guida dell?Espresso col loro Cenere. Per 4 anni consecutivi Douja d?Or in Piemonte ed altri prestigiosi riconoscimenti. CELESTINA FÉ Boutique Winery in Tuscany Pod. Pian dei Pini 9 Loc. Cupi, Montiano Magliano in Toscana (Gr) Tel. 0564 589937 339 6774045 www.celestinafe.com L?azienda Celestina Fè è nata nel 1999 per volontà di Moira Guerri, giovane maremmana che, all?età di 24 anni, decide di acquistare un podere per poter realizzare il suo sogno: lavorare la terra e vivere di questo. Da quel momento è iniziato il cammino dell?agriturismo Pian dei Pini e della casa vinicola Celestina Fè, oggi tra le aziende che producono tra i migliori vini da Sangiovese, Ansonica e vitigni internazionali. Nel 2000 è stato impiantato il primo vigneto, nel 2003 la prima vendemmia e la produzione del blasonato Morellino Docg Celestina Fè. L?annata 2014, con 87 punti si è aggiudicata il Decanter, piazzandosi al terzo posto agli Asia Wine Awards 2017. Il motto di Moira, allora come ora, è ?passione, tradizione e territorio?: la passione che mette nel lavoro, l?occhio alla tradizione e il rispetto per il territorio e l?ambiente, quella Maremma aspra e generosa, mai uguale a sé stessa, dura come i suoi abitanti che per generazioni hanno dovuto combatterne le asperità, per trasformarla in un giardino. Non a caso il nome dell?azienda è quello della nonna, Celestina, un mentore la definisce Moira, ?che inconsapevolmente mi ha trasmesso l?amore per questa terra, il rispettare dei cicli della natura, l?umiltà di raccogliere quello che la terra può offrire, aiutarla e non violentarla andando contro al suo equilibrio?. E proprio nella Maremma più vera, Moira ha trovato il luogo adatto in cui dare gambe al suo progetto, a Cupi, nel comune di Magliano in Toscana, nel cuore del Morellino e a due passi dal mare, ai margini del Parco della Maremma. La cantina produce cinque etichette: ?Delirio?, un rosato Igt Toscana a base Sangiovese con aggiunta di uve Mourvèdre; ?Celestina Fè?, Morellino Docg; ?Erzilia?, Igt Toscana rosso da Merlot e Cabernet Sauvignon, prodotto in appena 600 bottiglie; ?Amore mio?, Maremma Toscana Doc, Sangiovese, Merlot e Petit Verdot; Ansonica Igt Toscana. COLLI DEL VENTO Località Crocino 185/c Montorgiali (Scansano) (Gr) Tel. 339 474 2318 Facebook: collivento Instagram: @collidelvento Colli del Vento nasce per realizzare il desiderio di sempre di Antonio: fare il vino. È stata una svolta nella vita di Antonio e Antonella, anzi l?inizio di una seconda vita, perché in età non più giovane hanno deciso di lasciare la Lombardia e trasferirsi in Toscana dove hanno comprato un terreno sulle colline della Maremma, nella parte bassa del comune di Scansano, innamorati del panorama meraviglioso. Solo dopo hanno scoperto di aver scelto un terreno incredibilmente vocato per la viticoltura, estremamente sassoso e calcareo, battuto dal vento. Oggi l?azienda, che ha scelto fin da subito di adottare il regime biologico, è composta da circa 80 ettari, di cui 4 a vigneto e 3 a uliveto. Dai vitigni di Vermentino, Sangiovese, Cabernet Sauvignon vengono prodotte 12.000 bottiglie suddivise tra sei vini: Frieda (Maremma DOC, vermentino 100%), VB44 (Maremma DOC, rosato 100% Sangiovese), Donna Antonietta (Morellino di Scansano DOCG, 100% Sangiovese), Tolomeo (Maremma DOC, 100% Cabernet Sauvignon), Keplero (Maremma DOC, 100% Sangiovese) e Dicembre (Maremma DOC, Cabernet Sauvignon e Sangiovese). Sotto la guida di Dario Faccin, l?enologo, i vini rossi vengono maturati in barriques per un anno, talvolta anche in botte grande. GRAMINETA Strada Provinciale Il Terzo Località Gramineta Roccastrada (Gr) Tel. 0564 565665 351 9674983 www.gramineta.it Una strada sterrata che si stacca dalla provinciale del Terzo e scende verso la campagna, appena fuori Roccastrada, in direzione Civitella Marittima. Pochi metri e davanti agli occhi si apre una distesa di colline e di verde che si allungano fino all?Amiata. Una terrazza dove Alberto Checcucci ha costruito il centro della sua attività, la cantina e la sala degustazione con lo shop dell?azienda agricola biologica Gramineta, dove produce vino e olio. Tutto nasce da una terra generosa, particolarmente vocata per vite e olivi, che alla fine del 1800 la bisnonna del titolare acquistò per sfuggire alla malaria che si era già presa gran parte della sua famiglia. Quei terreni a circa 400 metri sul livello del mare, dove l?anofele sarebbe rimasta soltanto un brutto ricordo, ben presto si unirono al podere dell?uomo che nel frattempo aveva sposato creando un?azienda ancora più grande. Oggi, Gramineta si estende per circa 30 ettari, certificati per la produzione biologica, tra vigneto (per lo più sangiovese, cui si aggiungono syrah, merlot e vermentino), oliveto per la produzione di olio Igp Toscano, il pescheto e il bosco e semenza, secondo la rotazione prevista per la produzione biologica. Cinque le etichette prodotte in via continuativa, tutte acquistabili in azienda o sul sito che vanno in buona parte sui mercati esteri e su ristoratori locali selezionati: Gramineta Rosso Doc, il vino di punta (80% sangiovese e 20 merlot); Litiano Rosso Doc (sangiovese in PRIMO PIANO ? VIVI ? 67 VIVI purezza), Alasco Rosso Doc (60% sangiovese e 40 merlot), Brusio, Vermentino di Maremma Doc, infine Brio Rosè Doc, ottenuto da sangiovese in purezza, in criomacerazione. In più, nelle annate di particolare qualità, l?azienda immette serie numerate di bottiglie contenenti il top della produzione. ?Siamo un?azienda familiare ? spiega Alberto ? ci siamo sempre dedicati ad un?agricoltura sana e genuina. Siamo noi i primi consumatori dei nostri prodotti e li proponiamo sicuri della loro qualità e della loro genuinità. Per noi, produrre biologico non è stata una scelta, ma la naturale conseguenza del nostro modo di essere e di pensare. È da quando è stata piantata la prima barbatella, il primo olivo, il primo pesco, che sapevamo sarebbero stati fondamentali per la salute e per il rispetto dell?ambiente. A Gramineta, ci tengo a dirlo, coltiviamo la salute!?. LE LUPINAIE di Aldo Galimberti Loc. Apparita n. 14 Montiano (Magliano in Toscana) (Gr) Tel. 328 6683979 www.lelupinaie.com ?Coraggio e passione?. Sono le parole d?ordine di Aldo Galimberti, il fondatore dell?azienda vitivinicola Le Lupinaie, a Montiano, che nel 1991 ha dato vita a un sogno: vivere in un casale immerso nelle campagne maremmane, tra i vigneti del Morellino di Scansano, in quello spicchio di colline da cui si vede il mare. Un sogno iniziato 32 anni fa, quando la qualità del vino di Maremma è esplosa e il nome del Morellino, come di altri vini, ha cominciato a farsi conoscere nel mondo. ?Il coraggio di mollare la vita precedente, la passione rinomati vini toscani. I vini proposti dalla Azienda Le Lupinaie sono: Morellino di Scansano Docg nella versione base, Riserva e biologico, con un?etichetta (Ad Infinitum) riservata alla ristorazione. Poi il blasonato Ciliegiolo ?Sole di notte? e il rosso Montianum, da uve Ciliegiolo e Sangiovese. Si aggiungono due bianchi ? un Viognier in purezza e un Vermentino ? e il rosato Vigna Rosa (Sangiovese e Ciliegiolo). E per i più esigenti offre anche il vino liquoroso Contessa Velda, da Trebbiano e Malvasia, una grappa di Morellino, olio extravergine toscano. Tutti prodotti che è possibile acquistare on line sul sito dell?azienda. LE ROGAIE Zona Banditaccia 17 Magliano in Toscana (Gr) Tel. 347 1124924 334 1115656 www.lerogaie.com per ricostruire tutto da capo, la voglia di cambiare: c?è un po? di tutto questo ? ribadisce Galimberti ? quando, nei primi anni ?90, ho comprato un vecchio casale con i suoi 25 ettari di terreno e mi sono trasferito con la mia famiglia in Maremma, stanco di una vita logorante in città?. Galimberti si è subito dedicato a dare gambe al suo progetto. Il risultato è un?azienda moderna, con la testa nel futuro, ma il cuore e i piedi nella tradizione, che produce vini e olio di grande qualità. E che ha portato il suo nome tra i più 68 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Le Rogaie (termine toscano che indica i rovi, ma richiama anche i fuochi della passione) è un?azienda giovane nata nel 2019 per avere cura della natura, dei suoi abitanti e dei suoi frutti. ?Il nostro lavoro ? sottolinea Pietro Poggi ? è orientato alla produzione di beni di qualità che siano insieme legati alla tradizione e sostenibili per l?ambiente. Per questo motivo utilizziamo processi di coltivazione e lavorazione privi di agenti chimici ed implementiamo tecniche all?avanguardia per preservare il territorio e la biodiversità che lo popola. Inoltre, svolgiamo internamente attività di ricerca su temi ambientali in ambito tecnologico, economico ed agronomico. È con questi obiettivi che gestiamo, insieme a mia moglie e ai nostri 3 figli, gli 11 ettari di uliveto secolare e 3 ettari di vigneto, di cui 1,5 rivendicati a Docg del Morellino di Scansano, oltre a 10 ettari di seminativo, tutti in fase di conversione biologica?. L?azienda produce anche un ottimo olio EVO con frangitura a freddo, certificato IGP Toscana, blend di olive provenienti da piante autoctone come Frantoio, Leccino, Moraiolo. La prima vendemmia nel 2020 (selezione delle uve in vigna, raccolta eseguita a mano) dà inizio alla vinifi- cazione di 3 vini, tutti provenienti da vitigni autoctoni e rigorosamente vinificati con fermentazione spontanea. I vini in questione sono: Forteto, Sangiovese in purezza, DOCG Morellino di Scansano, vinificato esclusivamente in vasca di cemento per 12 mesi, affinato poi in vetro per sei mesi dopo l?imbottigliamento; Banditaccia, Ciliegiolo in purezza, IGT Toscana, vinificato 3 mesi in acciaio, 6 mesi in cemento; Lupo Bianco, uvaggio di vitigni autoctoni come Ansonica, Procanico, Vermentino, Malvasia bianca, IGT Toscana, vinificato in acciaio per 6 mesi. Per curiosità, Forteto e Banditaccia sono i nomi dei due fossi che corrono lungo il confine della proprietà, proprietà che si trova lungo la strada denominata Colle di Lupo, da cui il Lupo Bianco. ?Questa scelta ? evidenzia Poggi ? è stata fatta proprio per rafforzare la nostra volontà di valorizzare tutto quello che si può considerare territorio di prossimità alla nostra azienda?. POGGIO LA LUNA Fattoria Biologica di Elisabetta Tommasoni Strada Prov.le Ragnaie 58 Scansano (Gr) Tel. 335 659 4040 www.poggiolaluna.it ?Per la nostra azienda, l?armonia vale più dell?efficienza, l?amore più del profitto, la tutela del territorio più della chimica. Non solo per- ché è utile al pianeta, ma perché appaga il palato?. È la prima cosa che si legge entrando nella sala degustazioni dell?azienda agricola biologica Poggio La Luna, una fattoria biologica tra Scansano e Saturnia, sulle colline dove le vigne e gli olivi sono i padroni assoluti del paesaggio, dove la natura è ancora selvaggia, non si usano pesticidi e chimica di sintesi, dove ogni prodotto nasce dal lavoro artigianale e la mano dell?uomo segue il processo produttivo con amore e attenzione. È qui che ha scelto di vivere e lavorare la titolare, Elisabetta Tommasoni, una vera passione per la campagna e i suoi frutti, soprattutto quelli nobili del vino, dell?olio e del miele. È arrivata in Maremma nel 2012 da Roma e da quel momento ha dedicato il suo tempo a far crescere la sua azienda, con una filosofia di vita e di lavoro ben precisa: ?I nostri valori ? dice Elisabetta ? sono amore per la natura e passione per il vino. Io credo fermamente che ciò che mangiamo e beviamo non debbano essere solo gustosi, ma anche sani. La vera sfida in cucina e in cantina è offrire al consumatore un prodotto buono dal punto di vista gustolfattivo, ma soprattutto non inquinato, e la cui produzione non abbia arrecato danni all?ecosistema?. Il frutto del lavoro, della passione e del rispetto della natura, a Poggio La Luna, dà vita a una linea di prodotti, espressione del territorio da cui nascono: la produzione più innovativa e ed esclusiva è il vino fatto negli Orci di terracotta, poi olio extravergine di oliva e miele. Tutti acquistabili in azienda, dove vengono organizzate degustazioni e visite ai vigneti, e on line. Sono tante le etichette in produzione, tra cui il Lunaia interamente prodotto e vinificato seguendo l?andamento delle fasi lunari, il Lunatica, un vino frizzante ?col fondo? Metodo Ancestrale, il Vin della Luna, un Governo all?uso toscano, Il Cocciuto un Petit Verdot in purezza vinificato in anfore di Coccio, Luna Rossa Ciliegiolo in purezza e due bianchi Luna un blend di Viognier & Chardonnay e Luna Bianca Sangiovese vinificato in bianco, un delizioso rosato da sangiovese Diana e per finire ultimo ma non meno importante il Morellino di Scansano docg il vino più tipico del territorio. POGGIO BRIGANTE di Leonardo Rossi Loc. Colle di Lupo 13 Magliano in Toscana (Gr) Tel. 0564 592507 339 2838006 www. poggiobrigante.it La Maremma Toscana, con le sue colline selvagge che si affacciano sul promontorio dell?Uccellina e sulla costa dell?Argentario è la culla di una grande DOCG: il Morellino di Scansano. La passione vinicola convive con la suggestione dei luoghi. Qui infatti sorge il borgo di Magliano in Toscana, un PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI luogo oltremodo suggestivo che è cinto dalle mura senesi e circondato da verdi olivi. Situato sui colli maremmani, Magliano offre una vista che si estende fino al mare e per la quale è possibile scorgere l?Argentario con i suoi tomboli. In questi luoghi in cui è ancora viva la tradizione contadina, Franco Rossi e suo figlio Leonardo conducono, dal 2001, l?Azienda Agricola Poggio Brigante, che prende il nome dalla collina su cui è situata. Poggio Brigante coltiva circa 28 ettari di vigneti in collina, a circa 200 metri sul livello del mare, su terreno di medio impasto tendente all?argilloso, produce uve Sangiovese, Syrah, Ciliegiolo, Vermentino e Ansonica con le quali vinifica 4 vini rossi: Arsura e Poggio Brigante (Morellino di Scansano) poi il Syrah ed infine Scampoli (Ciliegiolo). Poi abbiamo anche due bianchi: Guazzalfalco (Vermentino) e L?Oro di Giacomo (Ansonica). L?azienda, a conduzione familiare, si avvale delle migliori tecniche e dei controlli più attenti a partire dalla selezione e maturazione delle uve, fino al momento della fermentazione e dell?imbottigliamento, utilizzando macchinari di ultima generazione, vasche in acciaio inox per la fermentazione e barrique per l?invecchiamento. Da questa cura nascono i vini Poggio Brigante che la famiglia Rossi offre in degustazione a tutti i visitatori. PODERNUOVO DI MAREMMA Località Le Pille Snc Fraz. Poggi del Sasso Cinigiano (Gr) Tel. 335 5456696 www.podernuovodimaremma.it ?La nostra è una piccola impresa cooperativa agricola. Usiamo sistemi rigorosamente naturali e biologici con l?obiettivo di produrre solo olio e vino di alta qualità. In un tempo in cui le persone sono sempre più spesso prese dalla frenesia del lavoro quotidiano e dal ?business? noi ci siamo impegnati a seguire solo il tempo della natura, delle stagioni e i ritmi di persone in stato di fragilità che la cooperativa ha deciso di adibire a queste attività?. Si presenta così l?azienda agricola Podernuovo di Maremma, situata sulle colline tra Paganico, Sasso d?Ombrone e Poggi del Sasso, tra il comune di Civitella Paganico e quello di Cinigiano. Una zona baciata dalla fortuna dal punto di vista pedoclimatico, nel cuore della Dop Montecucco all?interno della quale si e- 70 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 stendono i suoi vigneti. Un?azienda fondata sul lavoro sociale, fondamento di solidarietà e migliori rapporti tra persone, votata al rispetto della terra e della natura (produce solo prodotti biologici), dei ritmi e soprattutto delle persone che sono scelte per lavorare al suo interno. Una scelta non facile, ma che ha già dato i suoi frutti con uno dei suoi migliori prodotti: il Montecucco Sangiovese Docg ?Magnandrè? 2019, che ha appena ricevuto la Corona, il massimo riconoscimento della guida Vinibuoni d?Italia 2023, giunta alla ventesima edizione. Il premio viene assegnato ai vini d?eccellenza dalle commissioni dei curatori nazionali e coordinatori regionali della guida edita dal Touring Club Italiano, la sola dedicata ai vini da vitigni autoctoni. Podernuovo è in continua crescita e agli impianti ?storici? 5,5 ettari di Sangiovese ha da poco affiancato un altro ettaro di Vermentino: due classici vitigni della Maremma, che qui trovano la loro massima espressione. Stessa cosa per gli uliveti, passati da 500 a 900 piante delle varietà Leccino, Moraiolo e Frantoio, tipiche della zona, che offrono un olio bilanciato adatto ai più disparati abbinamenti. Due le etichette prodotte, due Montecucco Sangiovese Docg, il ?Donanto? e il ?Magnandrè?, e l?olio extravergine di oliva, un blend di Frantoio, Moraiolo, Leccino. PEPI LIGNANA - FATTORIA IL CASALONE Via Aurelia 18/G (km 140,5) Orbetello Scalo (GR) Tel. 0564 862160 www.pepilignanawine.com Una terrazza naturale con uno straordinario affaccio sulla Laguna di Orbetello e sull?Argentario dove si producono grandi vini in grado di distinguersi e di ottenere prestigiosi riconoscimenti in giro per il mondo. Tutto questo è Pepi Lignana Fattoria Il Casalone, una moderna realtà agricola e vitivinicola ? una delle più affermate del sud della Maremma ? creata con passione dall?ingegnere piemontese Giuseppe Lignana (anzi, prima ancora dal padre) che ha fatto di questi luoghi il suo buen retiro, ma anche e soprattutto un marchio vincente. In azienda, insieme ai figli Corrado e Diego, cresce la quarta generazione di viticoltori, pronti a guidare l?azienda sul solco della tipicità. ?Siamo viticoltori dal 1960 ? fanno sapere dalla Fattoria ? con una grande passio- ne per il nostro lavoro e la nostra terra. L?azienda è di tipo familiare e si rinnova costantemente, lavorando nel segno dell?artigianalità e dell?eco-sostenibilità. Da tre generazioni cogliamo ogni sfumatura del prezioso connubio fra l?opera dell?uomo, la natura ed il territorio attraverso la creazione di vini di stile e di terroir, apprezzatissimi dagli appassionati. Siamo, da sempre, testimoni di questa terra meravigliosa che si trova lungo la fascia costiera della Maremma Toscana, di fronte alla Laguna di levante di Orbetello. Un contesto unico, sottoposto a tutela ambientale, che conferisce ai vini particolari caratteri di eleganza e profumi suggestivi?. Votati ad una produzione vinicola di alta qualità, i vigneti ad alta densità d?impianto e bassa resa per ettaro, sono dedicati alle prestigiose uve autoctone come il Sangiovese e Vermentino ed a cloni internazionali di pregio che hanno ben sposato il territorio, come il solare Viognier, il gioviale Petit Verdot e gli eleganti Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che in queste terre hanno trovato un ottimo habitat, come dimostrano le valutazioni in continua crescita ogni anno. James Suckling Wine Ratings: Poggio Colombi 2019: 92 Pts; Il Cucchetto 2016: 92 Pts; Don José 2019: 91 Pts; Leopoldino 2020: 90 Pts. Luca Maroni ?i Migliori Vini d?Italia 2023?: Poggio Colombi 2020: 93 Pts; Il Cucchetto 2019: 94 Pts; Don José 2020: 96 Pts; Leopoldino 2021: 93 Pts; Alizée 2021: 93 Pts; Pitorsino 2020: 94 Pts. Vermentino Grand Prix 2022: Leopoldino 2020: ?TOP 10? DOC Maremma Toscana Vermentino. SAPORI DI MONTE ANTICO - BEGNARDI VINI Podere Campo Rosso Monte Antico (Gr) Tel. 366 869 2814 www.begnardi.com La storia dell?azienda vitivinicola e agricola Begnardi è una storia di famiglia, iniziata nel 1974 sulle colline di Monte Antico, nel comune di Civitella Paganico, da cui si gode un panorama spettacolare: davanti scorre l?Ombrone, sul lato senese i vigneti del Brunello, su quello grossetano i filari del Montecucco, la denominazione in cui si trova l?azienda. Tre generazioni, a partire da Roberto, padre di Michele e nonno di Alessandro, innamorato di questa terra, tanto da lavorare ancora oggi in azienda ?con l?impegno ? dice ? di salvaguardare il più bel posto del mondo?. Accanto a lui da 40 anni, Michele, che cura con dedizione la terra e l?accoglienza dei clienti, e il più giovane, Alessandro, 27 anni, figlio di Michele, che ha portato la freschezza e l?energia della gioventù. Spal- giardino verso ovest, si godono una vista spettacolare e tramonti mozzafiato. ?Abbiamo creato un nostro mondo in una terra di antichi sapori e natura incontaminata che ci permette di produrre olio di varietà Frantoio e Leccino molto apprezzato, e vini nelle tipologie rosso, rosato e bianco, Docg, Doc e Igt?, spiega Michele. Il vigneto è in prevalenza Sangiovese e Vermentino, oltre ai vitigni internazionali e all?autoctono Pugnitello, con la sorpresa del Teroldego tra le uve a bacca rossa. Sei le etichette di vino: la insostituibile per il padre, si dedica in particolare alla cantina e alle degustazioni. La proprietà si estende per 40 quaranta ettari in collina, di cui 12 destinati alla vite e 3 agli olivi. Di recente è stata realizzata anche un?agricantina, cuore e orgoglio dell?azienda, passata da semplice riparo di trattori e macchinari con un grande lavoro di ristrutturazione, a sala degustazione e vendita. Dalla veranda affacciata sul ?Hastalis? (100% Vermentino, Doc Montecucco), l?Igt Toscana rosato ?Rosa al Monte? (80% Sangiovese, 20% Pugnitello), il Doc rosso ?Begnardi? (80% Sangiovese, 10% Merlot, 10% Cabernet), il Doc Montecucco rosso ?Ceneo? (100% Sangiovese), il Docg Montecucco Sangiovese Riserva ?Pigna rossa? (100% Sangiovese), infine l?Igt Toscana rosso ?Buio?, prodotto da uve Teroldego in purezza. PRIMO PIANO ? VIVI ? 71 VIVI PRODOTTI DEL TERRITORIO Prodotti, ricette, consigli: viaggio nel gusto alla scoperta delle eccellenze di Maremma e Amiata in collaborazione con Conad Grosseto La ricetta:Tutti i sapori dell?olio d?oliva. Crostino con Ravaggiolo, Bruschetta all?olio, Pappa al pomodoro e Sgombro lesso 72 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Prosegue con questo numero il viaggio nel gusto in collaborazione con Conad Grosseto, da sempre attenta e vicina alle aziende enogastronomiche del territorio. Un viaggio a puntate, finalizzato a presentare ricette firmate da chef (ma non solo) di ristoranti maremmani, realizzate con i prodotti del territorio, acquistabili ovviamente nei punti vendita Conad di Grosseto S i chiama ?IL BUONO. Maremma e Amiata: prodotti, ricette e consigli? ed è una guida che dà lustro alle aziende ed ai prodotti del territorio attraverso una serie di ricette interpretate da chef, barman, pasticceri, cuoche e sommelier. L?ha realizzata Conad Grosseto da sempre attenta a quelle piccole produzioni agroalimentari al centro ormai da tempo di un progetto di valorizzazione di particolare rilievo ed interesse. Ebbene, prendendo spunto proprio da questa guida ogni mese pubblichiamo una ricetta ?firmata?, realizzata con uno o più ingredienti acquistabili nei punti vendita Conad di Grosseto. TUTTI I SAPORI DELL?OLIO D?OLIVA Crostino con Ravaggiolo, Bruschetta all?olio, Pappa al pomodoro e Sgombro lesso Ricetta di Fabio Panfi, ristorante Il Rintocco Cinigiano Una storia nata il 27 luglio del 1991, nella piazzetta centrale del centro storico di Cinigiano. Quella del Rintocco è una cucina tradizionale, pausa perfetta per chi è alla ricerca di sapori genuini, come la pizza a doppia lievitazione, la carne a chilometro zero, ma anche gli insoliti abbinamenti come castagne e pesce. In queste ricette Fabio Panfi ci propone ?tutti i sapori dell?olio d?oliva?. extravergine d?oliva IGP Toscano. Ingredienti: pane toscano 8 fette, olio evo e aglio. Procedimento: abbrustolire il pane, strofinare l?aglio, condire con abbondante olio extravergine Roverella e una spolverata di pepe, servire. Questa è la Pappa al pomodoro di Fabio Panfi in abbinamento a Carlotta olio extravergine d?oliva IGP Toscano. Ingredienti: pane toscano raffermo 300 grammi? pomodoro fresco pachino 300 grammi, salsa al pomodoro 500 grammi, olio evo, sale, basilico, aglio. Procedimento: mettere in una padella l?olio, l?aglio e il pane, lasciare rosolare per alcuni minuti e poi togliere l?aglio prima che prenda colore, aggiungere il pomodoro pachino e la salsa di pomodoro e far cuocere per circa 30 minuti, alla fine aggiungere il basilico, aggiustare di sale e pepe, impiattare con abbondante La chef: Fabio Panfi con Ivan Venturo Valer Mendoza La ricetta Partiamo con il crostino al ravaggiolo in abbinamento a Roverella olio extravergine d?oliva IGP Toscano. Ingredienti: pane toscano 8 fette? Ravaggiolo 600 grammi, Olio evo. Procedimento: abbrustolire il pane e quando è ancora caldo adagiare sopra il formaggio ravaggiolo, condire con olio extravergine Roverella e una spolverata di pepe, servire. Proseguiamo con la bruschetta con aglio in abbinamento a Carlotta olio PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? E per chi volesse sperimentare le ricette a casa, si segnala che i prodotti utilizzati sono in vendita IN ESCLUSIVA nei quattro supermercati Conad di Grosseto olio extravergine. Infine, filetto di sgombro al vapore in abbinamento a Roverella olio extravergine d?oliva IGP Toscano. Ingredienti: 4 filetti di sgombro, chiodi di garofano, erbe aromatiche, vino bianco. Procedimento: sistemare i filetti di sgombro in una vaporiera oppure in un cestello per la cottura al vapore sopra ad una pentola? nell?acqua inserire i chiodi di garofano, le erbe aromatiche ed il vino bianco coprire e cuocere per 15 minuti. Difficoltà: facile. Dosi per 4 persone. Costo: basso Il prodotto: Olio EVO by Roverella, Cinigiano La ricerca della qualità della vita e dei prodotti nelle colline di Porrona L?olio rappresenta la storia di questo territorio, ma anche innovazione e sostenibilità, rispetto per l?uomo e per la biodiversità privilegiando nella produzione la qualità alla quantità. La Roverella è una giovane azienda agricola che si sta facendo spazio nel mondo dell?olivicoltura Toscana, con le sue produzioni di olio evo di altissima qualità. Siamo sulle colline di Porrona, in un paesaggio incantato tra vigneti, oliveti, cipressi e strade bianche. È qui che Carlotta Bitetti ha deciso di vivere all?età di 39 anni, nel 2015, dopo una formazione in pedagogia, lasciando il vecchio lavoro per cambiare totalmente vita e diventare una imprenditrice agricola. Nell?azienda ci sono due oliveti: uno di 70 anni, con 300 piante, e uno più giova- 74 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Il prodotto e l?azienda: Olio extravergine di oliva Roverella - Porrona, Cinigiano ne, impiantato una decina di anni fa, con altri 2700 ulivi. Tutta l?azienda è in conversione biologica. ?Abbiamo chiamato la nostra azienda Roverella perché questo è il nome della quercia più diffusa in Italia e tipica delle nostre zone, una pianta resistente, che non teme il cambiamento e che sa adattarsi al mondo, mantenendo la propria identità?. I quattro soci della Roverella hanno in comune una grande passione per l?agricoltura sana, genuina e sostenibile. L?olio evo a marchio Roverella in vendita nei supermercati Conad di Grosseto si declina in due prodotti: l?Igp Toscano Carlotta, che è un olio non filtrato, prodotto con Leccino, Moraiolo e Frantoio, ottenuto con le olive raccolte nell?oliveto più datato dell?azienda. Si tratta di un olio con un ottimo equilibrio tra l?amaro e il piccante, dalle spiccate sensazioni di erba fresca e carciofo. Al palato è morbido ed elegante con una buona consistenza e densità e un?alta presenza di polifenoli, antiossidanti naturali indicatori di qualità. L?altro prodotto è l?Igp Toscano Roverella, che è un olio filtrato ottenuto da Leccino, Frantoio, e Pendolino, con olive raccolte nell?oliveto più giovane. Leggermente piccante, dalle sensazioni di erba fresca e fragranze di foglia. Nei supermercati Conad di Grosseto è possibile trovare: Olio EVO Igp filtrato e non filtrato. Nella foto Carlotta Bitetti dell?azienda Roverella - Porrona, Cinigiano GROSSETO NEWS Notizie varie dai punti vendita Conad di Grosseto CRI Magliano e Conad Grosseto uniti per aiutare le persone Successo per la cena e raccolta fondi per acquistare l?Ambulanza di Maglia­ no La collaborazione tra Croce Rossa Italiana di Magliano in Toscana e il Conad di Grosseto produce ogni anno iniziative e azioni di solidarietà per le persone del territorio. Il 16 settembre scorso i prodotti Conad hanno contribuito alla buona riuscita della Cena di Solidarietà organizzata da CRI per raccogliere i fondi per l?acquisto di un?ambulanza per Magliano. L?iniziativa ha avuto luogo nell?Oratorio della Chiesa Santissima Annunziata situata in piazza don Sturzo di Magliano in Toscana. Per gli ospiti è stato proposto un ricco menù a base di antipasti di salumi, formaggi, Pappa al pomodoro, crostini, uovo ripieno, schiacciatine fritte. All?antipasto sono seguiti i primi piatti con penne all?arrabbiata e tortelli al ragù, poi i secondi con cinghiale alla cacciatora con olive e pollo fritto. Hanno chiuso la cena degli ottimi bomboloni alla crema. ?La cena del 16 settembre ? ha commentato Mirella Pastorelli, coordinatrice CRI Magliano ? è stato un momento conviviale in cui tutta la comunità ha contribuito a raggiungere l?importante obiettivo di dotare Magliano di una moderna Ambulanza CRI. Il ricavato rappresenta un primo mattone della raccolta che ci vedrà impegnati nel cor­ so del 2023 e ?24 e servirà l?entusiasmo di tutti per raggiungere l?obiettivo. In questo quadro è molto importante il contributo della Conad di Grosseto, che ringrazio, e il suo a?ancamento nelle azioni di sostegno e di promozione?. ?Siamo da tempo con la CRI a Grosseto e Magliano ? sottolinea Paolo degli Innocenti, proprietario dei negozi Conad ? e accompagniamo, sostenen­ dole, le loro iniziative perché Conad ritiene importante garantire un rappor­ to costante con la propria comunità attraverso azioni utili e solidali. È un modo per garantire uno scambio con­ creto che restituisca e faccia del bene?. varietà senza perdere di vista l?alta qualità garantita dagli artigiani di Sushi Daily. Le vetrine dei Chioschi saranno occupate da una campagna capace di o?rire prodotti nuovi e diversi rispetto a quelli normalmente presenti con specialità che faranno ingolosire tutti i clienti. Conad di Grosseto in crescita. Nuova ricerca di personale per incrementare i servizi I supermercati Conad di Grosseto sono in continuo sviluppo e per garantire il mantenimento di una buona qualità dei servizi è necessario aumentare gli Al Conad Scansanese il Sushi è sempre più Street Al Chiosco Sushi del Conad via Scansanese crescono le preparazioni dedicate allo street food. Entrano nel menù di Sushi Daily, 2 diversi roll, un menù street e una nuova selezione di ravioli coreani. Nei Chioschi Conad aumenta la addetti alla vendita nei negozi di Grosseto. Ha preso il via nei giorni scorsi una nuova ricerca di 10 persone con e senza esperienza lavorativa e senza limiti di età che saranno collocate nelle strutture grossetane a rinforzo delle squadre che sono ad oggi già operative. Chiunque fosse interessato potrà inviare il proprio curriculum alla mail info@conadnordovest.it indicando nell?oggetto della mail ?Candidatura 538?. Le candidature saranno vagliate e selezionate anche attraverso colloqui specifici. In caso di accettazione inizierà un periodo formativo per chi sarà scelto. PRIMO PIANO ? VIVI ? 75 VIVI STORIE DI VITA Dal baratro alla rinascita: la sfida (vinta) di Aurora Felici È una storia che commuove, ma che al tempo stesso, può servire da esempio e via d?uscita per tante donne, quella vissuta da Aurora Felici, una giovane grossetana vittima di violenza di genere, fisica e psicologica, da parte di quello che all?inizio riteneva una sorta di principe azzurro, mentre in realtà era un mostro dalle cui grinfie, comunque, grazie alla sua forza d?animo e alla sua determinazione, è riuscita a liberarsi? DI DIANORA TINTI N onostante oggi le donne, in molte parti del mondo, abbiano raggiunto il potere, dirigendo imprese, eserciti e governando paesi, la parità fra i sessi rimane un progetto intermittente e costantemente ostacolato. La concezione aristotelica che la donna sia esclusivamente un animale domestico non è stata del tutto sradicata, tanto che, anche se prolificano dichiarazioni, risoluzioni, leggi, appelli internazionali e un?attenzione sempre maggiore verso il fenomeno, gli episodi di violenza di genere sono in continuo aumento. C?è un confine sottile tra amore e odio, così sottile che troppo spesso viene valicato: la cronaca ce lo conferma quotidianamente. Le donne sono ancora oggi vittime di una violenza massacrante che ha pesanti effetti sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva delle vittime. Sono state riscontrate conseguenze anche nel lungo periodo che in certi casi hanno determinato desiderio di isolamento, incapacità di lavorare e di prendersi cura di sé e dei propri figli. La violenza assistita poi porta i bambini a soffrire di disturbi emotivi e comportamentali. Una catena di violenza, insomma, che ha ripercussioni sul benessere dell?intera società. Aurora Felici, nel suo libro ?Ti sfido ad amarmi?, con la forza di una poesia intensa e senza vincoli esprime la rab- 76 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 bia, il dolore e l?affermazione di sé, contro la violenza. Come una freccia, arriva dritta al cuore senza passare dai sensi. Una raccolta di poesie che ha la stessa funzione di un romanzo di formazione: la crescita personale può scaturire anche da un?esistenza travagliata, anzi forse in certi casi questa porta ad una presa di coscienza maggiore e ad una accettazione di sé da tutti i punti di vista. Sono storie in versi che graffiano l?anima, raccontando una brutta verità, ma che è sicuramente migliore di una bella bugia. Ci vuole coraggio certo, anche per scriverle certe cose, per fermarle sulla carta, ma è proprio attraverso l?arte in genere che spesso si può trovare la forza di ribellarsi. Non soltanto contrastare, ma debellare, la violenza sulle donne, è possibile. La storia di Aurora Felici è la storia di Lucia Annibali, Veronica De Laurentiis e delle tante altre con nomi meno celebri che si sono innamorate di un uomo convinte che fosse il grande amore ed invece si sono ritrovate in un incubo. Per fortuna qualcosa dell?istinto di sopravvivenza spesso riemerge e, insieme, la consapevolezza della propria condizione. E così, per fortuna, a volte il finale coincide con una vittoria, con una vita salvata dalla morte, dalla violenza fisica o psicologica, dalle vessazioni, spesso torture, continue e ripetute. Ecco allora che le speranze si riaccendono, indicando che una via d?uscita esiste, se la si vuole cercare. Tanti sono i romanzi, memoir e saggi che raccontano storie di violenza contro le donne. Tu hai scelto di raccontare la tua vicenda tramite la poesia. Cosa ti ha spinto a scrivere? E perché la poesia? Ho iniziato a scrivere poesie da quando ne ho memoria. Ero alle elementari e durante tutto il percorso scolastico gli insegnanti di italiano mi hanno incoraggiato, leggendo e correggendo le mie poesie e, in alcuni casi, facendomi leggere le loro. È un talento naturale, che non ti spieghi, ma ringrazi Dio di avertici fatto nascere come fosse una seconda pelle, come fosse un organo indispensabile, un prolungamento del tuo esistere. Ho scelto la poesia perché a me piacciono le cose di nicchia, che apprezzano in pochi, ma quando vengono comprese diventano un brivido e una consapevolezza inimitabili. La poesia ti fa sentire il prescelto nel tingere di bellezza il mondo che ti circonda, tramite parole che racchiudono tutto il significato dell?universo. Scrivendo poesie puoi Aurora Felici VIVI ???? La sua esperienza è confluita nel libro ?Ti sfido ad amarmi? che con la forza di una poesia intensa e senza vincoli esprime la rabbia, il dolore e l?affermazione di sé, contro la violenza? raggiungere la condizione estatica della verità. Cosa ti aspetti dalla pubblicazione di questa raccolta di poesie? Mi aspetto di diventare la donna che non ho mai visto completamente in me, di apprezzarmi, di valorizzarmi e di bastarmi. Mentre, per quanto riguarda il mondo esterno, mi aspetto di dare voce a chi soffoca le grida, di aiutare le vittime di violenza a uscire allo scoperto e a liberarsi dai mostri che hanno dentro o intorno. Dove l?hai presentata e dove vorresti portarla? Ho presentato ?Ti sfido ad amarmi? a Grosseto alla presenza del Sindaco e della Commissione Pari opportunità del comune di Grosseto. L?ho presentato in 78 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 un circolo letterario di Firenze e al Caffè letterario ?Le murate?. L?ho presentato a TV9, a Oltremodo TV e a Granducato TV. Mi sto mettendo d?accordo per presentarlo alla presenza di associazioni antiviolenza, in luoghi sicuri e consapevoli. Mi piacerebbe presentarlo nei caffè letterari romani e in programmi TV che trattano di cultura e spettacolo (la mia passione). Te la senti di raccontarci come vi siete conosciuti e qual è stato il primo segnale che ti ha fatto percepire di avere accanto una persona violenta? Dopo poco tempo che ci eravamo conosciuti si è trasferito a casa mia, dove era presente anche mia madre. Mi ha chiesto di sposarlo davanti al mio cantante preferito dopo pochi mesi di relazione. Dopo questo gesto eclatante è iniziata la violenza ed è stato un fulmine a ciel sereno. Mi teneva bloccata per terra o in situazioni anguste dalle quali non potevo liberarmi e scagliava calci, pugni e schiaffi, anche intorno agli occhi. Il primo vero segnale sono stati gli scatti di rabbia che lo portavano addirittura a svenire, talmente era intensa l?energia che contenevano. Poi c?è stata l?esplosione che l?ha portato a fratturarmi il setto nasale. In quel momento hai subito capito di essere stata vittima di un tentativo di violenza? Al primo schiaffo l?ho capito, ma non sapevo come gestire la situazione. Nascondevo i lividi con il trucco o con i vestiti. Mi sentivo prigioniera di una fragile e terribile realtà parallela mentre per tutti la vita scorreva serena. In genere, prima della violenza vera e propria, esiste un periodo di manipolazione. Credi di essere stata prima manipolata? Sì e forse la manipolazione la attesta proprio il non essermene resa conto. Sicuramente mi ha fatto sua rendendomi felice con tutto ciò che amavo, conosceva i miei punti deboli. Poi mi ha fatto sentire sbagliata. Quanto è durata la vostra storia? È durata quattro mesi. Poi ne sono seguiti altri quattro durante i quali ha scontato gli arresti domiciliari per la violenza che mi aveva inflitto ma che, in un certo senso, ho scontato anche io insieme a lui. Mi sono rinchiusa in casa, come lo era lui. Stavamo in videochiamata quasi tutto il giorno tutti i giorni. Non voleva che avessi una vita all?infuori di lui ed io ho acconsentito. Spesso le donne vittime di violenza devono combattere anche contro loro stesse e i subdoli sentimenti di vergogna, senso di colpa e di fallimento. Tu quando sei riuscita a capire che la persona sbagliata era lui e non te? L?ho capito quando il mio cantante preferito ha esordito con ?Avresti dovuto denunciarlo subito? e mi ha fatto la ramanzina. Poi ho fatto un percorso psicologico previsto dal ?Codice Rosa? e finalmente mi Dal libro fino al gruppo di lavoro contro la violenza sulle donne Ti sfido ad amarmi? è dunque il titolo del libro scritto dalla grossetana Aurora Felici ? presentato ad inizio maggio alla Sala Eden ? che a?ronta con grande sensibilità il delicato tema della violenza sulle donne. La raccolta di poesie racconta dell?amore non corrisposto e di quello malato e violento che, purtroppo, ha vissuto in prima persona. ? malati e violenti vissuti in prima perso­ na. Ho subito violenza e non mi nascon­ do, ho subito un?aggressione con la con­ seguenza di una frattura multipla al naso, che mi ha cucito addosso un di­ sagio costante. Ne parlo ? conclude Aurora ? per esorcizzarla, per accettar­ la, per a?rontarla e per dare voce a chiunque l?abbia vissuta». «La mia poesia ? sottolinea Aurora Felici ? rappresenta i principi del Romanticismo moderno: ?la poesia come una delle più alte espressioni di spirito, di fantasia, di sentimento del­ l?uomo, espressione spontanea degli ideali dell?artista? in chiave moderna. Il titolo ?Ti sfido ad amarmi? vuole rappresentare l?amore totalizzante come un sentimento attivo nei confronti dei principi insiti nel concetto stesso di amare: il rispetto, la fedeltà, la presen­ za, la dedizione. Nel mio immaginario, l?amore diventa una sfida nel momento in cui io provvedo a fornire di queste armi l?altro, divenendo fonte. A quel punto non deve far altro che usarle, sen­ za percorrere la via della perdizione. La copertina (di @sarartist98) rappre­ senta la forza di esporsi. La purezza del gesto di tenere il cuore in mano è subli­ me. L?altro può scegliere se usare l?arma per puntarlo e distruggerlo, oppure accoglierlo e proteggerlo. Roma fa da scenario allo svolgersi degli amori che hanno caratterizzato la mia vita, inserendosi con modestia e cullandomi con sincerità. Si svela in tut­ ta la bellezza, nell?essere madre e nel permanere eterna. Le tematiche che a?ronto ? aggiunge Aurora ? innalzano l?amore come senti­ mento immortale. Tratto l?amore che nasce dal colpo di fulmine e si protrae con passione, di amore incondizionato destinato a raggiunge l?eternità. Parlo anche del dolore che deriva dagli amori Ebbene, sulla scorta di questa esperienza, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Grosseto ha dato vita ad un gruppo di lavoro volto a di?ondere le storie di coloro che hanno subito abusi. L?organismo comunale ha infatti invitato le associazioni del territorio locale, sensibili al tema, ad organizzare degli incontri in cui la stessa Aurora, accompagnata da altre donne ? tra cui l?autrice e operatrice per l?infanzia Sabrina Cionini ? avrà l?opportunità di consigliare quali comportamenti adottare per prevenire situazioni orribili che lei stessa si è trovata a vivere. «Il successo che stanno avendo le pre­ sentazioni del libro ? ha commentato la presidente della Commissione Pari Opportunità Carla Minacci ? dimostra quanto questo tema stia a cuore ai grossetani. Il gruppo di lavoro, forte­ mente voluto dalla Commissione Pari Opportunità, a?ronterà, in giro per la città, il tema delle relazioni tossiche, di come poterle evitare e di come uscirne». «Ringrazio sinceramente e sentita­ mente Aurora, la Commissione Pari Opportunità e tutti i presenti per essere qui ? ha detto il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna in occasione della presentazione alla Sala Eden ? Nonostante gli impegni ci tenevo molto a partecipa­ re, specialmente per parlare di questa tematica che vuole essere un punto di apertura di un percorso di sensibilizza­ zione che è già stato intrapreso, che già esiste e che dev?essere continuamente nutrito con testimonianze coraggiose come questa». PRIMO PIANO ? VIVI ? 79 VIVI ???? Una raccolta di poesie che ha la stessa funzione di un romanzo di formazione: (?) storie in versi che graffiano l?anima, raccontando una brutta verità, ma che è sicuramente migliore di una bella bugia sono liberata dai sensi di colpa. Dopo l?ultimo episodio di violenza dove hai riportato fratture multiple al setto nasale, hai trovato il coraggio di denunciare. Qualcuno ti ha consigliato di farlo o è stata una decisione completamente tua? Denunciarlo è stata una decisione completamente mia, presa in seguito all?essere certa che lui mi teneva in pugno solo per non essere denunciato, in realtà non ci teneva a me. Chi ha messo definitivamente la parola FINE al vostro rapporto? L?ha messa lui quando pensava che ormai non l?avrei più denunciato, si sentiva sicuro e protetto. Io ho accettato la fine, sentendo un senso di rivalsa e di libertà. In base alla tua esperienza, potresti tracciare l?identikit dell?uomo violento? Quali le sue principali caratteristiche? Rabbioso, asociale, geloso ossessivamente, abusante di alcol o droghe, intollerante al linguaggio di determinate frasi come ?sei debole?, abituato a denigrare. Cosa si può fare per la prevenzione della violenza maschile contro le donne? Prossimamente, io e la scrittrice Sabrina Cionini, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune di Grosseto, porteremo un progetto nelle scuole per prevenire la violenza maschile contro le donne. Presenteremo i nostri libri e cercheremo di spiegare cosa significhi vivere una dipendenza affettiva e quando la relazione diventa tossica. Sensibilizzare i ragazzi nel pieno periodo dello sviluppo mi sembra un ottimo modo per prevenirla. Se avrai figli, racconterai loro cosa ti è accaduto? Quando saranno abbastanza grandi glielo racconterò, per prepararli e proteggerli dalla realtà. Vorrei si fidassero di me così da poterli aiutare nel caso capitasse una cosa simile alla mia. Un consiglio alle donne che come te hanno subito violenza? Denunciare, ma... solo quando si sentono pronte. Parlarne con chi l?ha già subita e ne è uscita potrebbe aiutare. Trovare la forza per fare un percorso psicologico deve essere il prossimo passo, altrimenti trattenendo le emozioni si rischia che esplodano in malattie. A me, ad esempio, a seguito di queste violenze è venuta l?agorafobia. La testimonianza D urante la cena uno scatto di rabbia, si alzò e prese il piatto per andarsene a mangiare in salotto. Io gli dissi che era solito scap­ pare dalla realtà. A quel punto tornò indietro con le braccia cariche di forza tuonante. Si diresse nella mia direzio­ ne e mi stese sulla panca. Iniziò a pic­ chiarmi cieco dalla rabbia, debole nell?animo. Mi lasciò lividi sparsi nel corpo, non era alla ricerca di punti di riferimento bensì sentiva l?esigenza di sfogarsi sulla mia pancia, sui fianchi, sulle cosce. Scagliò pugni violenti, fin­ ché non raggiunse il volto, violato da schia? che toccarono gli occhi e oscu­ 80 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 rarono la mia vista. La sua coscienza non rispose alla mia pietosa richiesta di fermarsi. Un ultimo pugno, quello decisivo, colpì diretto tra la fronte e il naso. Fu un lampo da cui non ci fu scampo, per la perfezione della sua traiettoria. Il naso subì una frattura multipla, il pavimento era un lago di sangue che continuava a sgorgare. Mi guardai allo specchio, il naso era stor­ to. Mia madre mi portò di corsa in ospedale, mi operarono d?urgenza con anestesia totale, altrimenti non sarei tornata a respirare bene, dicevano. Feci il percorso che prevede il Codice Rosa, per le donne che subiscono vio­ lenza. Da quel giorno il mio naso risulta leggermente storto e odio guardarlo allo specchio, è una cicatrice che ho imparato a sopportare, ma l?asimme­ tria mi ha segnata profondamente. Da quel giorno non ho mai più ripreso a respirare regolarmente, da una narice passa meno aria e sento quasi l?apnea soprattutto quando dormo. Quel giorno insieme al respiro persi il rispetto per me stessa, la fiducia negli uomini. Quel giorno una parte di me è morta per dare alla luce il di­ sagio. TEATRO Giacomo Moscato, un viaggio entusiasmante lungo 1000 spettacoli Bellissimo traguardo quello raggiunto recentemente da Giacomo Moscato. Con il suo ?Ulisse?, proposto ad inizio maggio a Portici (NA), nella cornice della Sala delle Locomotive Diesel (dentro allo storico Museo delle Ferrovie dello Stato), il professore, teatrante e performer grossetano ha messo in scena il suo 1000° spettacolo! DI CRISTINA CHERUBINI Giacomo Moscato G iacomo Moscato, professore, teatrante e performer molto amato e stimato nella sua città natale, ha conquistato negli anni il favore del pubblico sparso nell?intero territorio nazionale, incantando intere piazze riunite per gustarsi le sue incredibili interpretazioni. Una storia quasi trentennale Dal 1994 presente sui palchi dei teatri, giovanissimo fondatore della compagnia Laboratorio Teatrale Ridi Pagliaccio, avvicinatosi alla recitazione per caso e senza averlo mai preventivato, Moscato ha raggiunto, lo scorso 6 maggio un traguardo molto emozionante, realizzando il suo 1000° spettacolo. Giacomo Moscato racconta così, con alcune più ampie riflessioni tutto ciò che è orbitato attorno al raggiungimento di questo emozionante obiettivo: ?Il 2023 è l?anno in cui compio 50 anni, quindi un momento molto importante e significativo della mia vita. Sono arrivato PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 VIVI ???? Proprio così: iniziata nel lontano novembre del 1994 con il Laboratorio Teatrale Ridi Pagliaccio, la sua attività teatrale è arrivata a questa significativa meta, che è tutt?altro che un punto di arrivo, ma semmai di ripartenza Nella foto un momento del 1000° spettacolo dal titolo ?Ulisse?, andato in scena il 6 maggio scorso a Portici (NA), nella fantastica cornice della Sala delle Locomotive Diesel (dentro allo storico Museo delle Ferrovie dello Stato) all?età in cui un po? tutti tirano le somme e si guardano indietro per ripercorrere il cammino che hanno tracciato e fare i conti con quanto gli riserverà ancora il futuro. Il fatto che io abbia raggiunto quota 1000 proprio durante l?anno in cui compio l?età del mezzo secolo è ancor più significativo per me e mi rende fiero, ma a tratti malinconico?. Il 1000° spettacolo Malinconia mista ad orgoglio per un percorso lungo e soddisfacente, ricco di traguardi importanti e nuove esperienze. In occasione della seconda edizione del Salone del Libro che si è svolto a Portici nella location da favola rappresentata dal ?Museo Nazionale Ferroviario di Pietrasanta?, Giacomo Moscato ha esplorato il tema del viaggio attraverso una delle sue performance più amate, 84 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 quella di Ulisse. ?Quale testo migliore poteva esserci, se non il viaggio di Ulisse ? ammette Moscato ? il più controverso finora raccontato, ricco di elementi che racchiudono il senso delle cose e della vita stessa, storico ma estremamente attuale, futuristico a tratti, e sicuramente di grande impatto?. Il viaggio, in particolare quello di ritorno, è stato interpretato da Moscato nella Sala dei Cinquecento di fronte a oltre 200 persone, impreziosito dalla presenza, nella sala accanto di locomotive diesel, alcune risalenti al 1958 ed altre ancor più datate, nell?anno in cui la fondazione FS italiane festeggia 10 anni. ?Inutile sottolineare che per me? racconta Moscato ? è stato un grande onore potermi esibire in quel contesto. L?occasione ha prodotto in me una grande emozione, e la mia gratitudine va anche alla professoressa del liceo classico di Portici che mi ha dato questa opportunità?. Itaca come meta da raggiungere. Ulisse che impiega moltissimi anni per poter arrivare alla meta che si è prefissato, e che non si accorge che nel tempo che impiega per tornare a casa sta in realtà già vivendo la sua vita. ?Una doppia metafora. Il teatro infatti ? spiega Moscato ? si sa che è il viaggio per definizione, Basti pensare alla grande preparazione interiore oltre che tecnica e culturale che affronta il teatrante prima di esibirsi su un palco, e all?evoluzione che compie durante gli anni della sua carriera, l?uscita dalla sua comfort zone per potersi denudare e far trasparire allo spettatore la sua vera essenza, ciò che celano i suoi occhi e il suo animo. Oltre a questo, è poi la vita stessa un viaggio, non tanto ciò che cerchi da essa, ma ciò che ti accade mentre essa trascorre?. Un viaggio di successo La vita dello stesso Moscato è stata un viaggio ricco di imprevisti che lo hanno portato però al successo. Un giovanissimo Giacomo inizia il corso di teatro promosso dall?associazione La Dante di Grosseto, perché dopo aver aiutato la sua professoressa a divulgare l?inizio di un nuovo percorso formativo si trova ad unirsi ai ragazzi iscritti per arrivare ad un minimo di partecipanti necessari al fine di far decollare la classe. Dopo aver fondato la sua prima compagnia a soli 21 anni, formata da 6 soci inizialmente, scopre il suo talento più spiccato volendo dar seguito ad una nuova esigenza, avvertita dialogando con gli studenti del suo liceo dove ormai dal 2001 aveva iniziato ad insegnare. Nasce un estremo bisogno in lui di raccontare in maniera vivida, lucida e passionale a tratti la letteratura, in primis una delle opere più importanti ?La Divina Commedia?. Anche questa come tutte le idee rivoluzionarie, inizialmente non era ben vista, ma Moscato riesce a far percepire ai ragazzi e non solo, non un nuovo ?Dante? ma un diverso modo per entrare in contatto con lui, per poterne realmente carpire l?essenza. Il punto forte di Moscato risiede nello storytelling, perché pur essendo una tecnica che tutti potrebbero attuare è chiaramente molto legata alla personalità dell?attore e quindi non può in alcun modo essere replicata. ?Persino gli spettacoli da me interpretati ? confessa Moscato ? non sono mai uguali. Non esiste un copione come nelle tradizionali commedie, al punto che possiamo dire che ogni performance è unica e irripetibile?. Il periodo pandemico L?ultimo grande salto nel vuoto che lo ha portato però ancor più in vetta è stato quello legato alla crisi pandemica, quando negli anni del Covid il teatro poteva essere vissuto solo con particolari e strettissime indicazioni, tra cui quella di dover obbligatoriamente preferire spettacoli composti da un singolo attore invece che da un?intera compagnia, al fine chiaramente di poter garantire la distanza sul palco. ?È stato proprio quando credevo che la mia carriera avrebbe subito un rallentamento ? racconta Moscato ?, che le chiamate sono iniziate a moltiplicarsi. Nel 2022 ho realizzato circa 104 spettacoli, tutti da solo, girando l?Italia, per quanto era possibile, con la mia tecnica dello storytelling?. Ma il periodo pandemico è coinciso anche con il momento forse più duro che ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera artistica e professionale. Ciò è avvenuto durante uno spettacolo svoltosi in piena pandemia, completamente senza pubblico. Moscato sul palco, e una telecamera che lo filmava trasmettendo la rappresentazione in streaming sui social. ?La parte migliore nell?eseguire le mie performance ? sottolinea ancora Moscato ? è il contatto con il pubblico, salire sul palco, guardarli negli occhi e trasmettere loro le mie emozioni e la mia conoscenza. Ritrovarmi di fronte a delle poltrone vuote mi ha donato una strana sensazione che spero di non dover più vivere. Concludere lo spettacolo ed aspettarsi gli applausi del pubblico che invece non sono arrivati, ha rappresentato il senso profondo della solitudine che causava la pandemia?. E il viaggio continua? Il viaggio di Giacomo Moscato solcato dagli imprevisti, che non gli hanno però impedito di spiccare il volo e di arrivare al traguardo dei 1000 spettacoli è ancora in divenire, ricco di sorprese e nuovi obiettivi da raggiungere. ?Ho organizzato da poco una conferenza emozionale a tema ?I 7 peccati capitali? con relativo laboratorio di storytelling, presso l?Università degli Studi di Perugia, nell?ambito del corso di Pedagogia sperimentale e Consulenza Pedagogica, grazie all?invito della professoressa Silvia Crispoldi, e sicuramente in futuro ? anticipa e conclude Moscato ? potrebbe diventare un progetto continuativo e da proporre ad altre istituzioni. Dialogare con gli studenti, e pensare di avere la possibilità di ispirare anche solamente uno di loro è tra le più grandi soddisfazioni?. Arte, cultura, emotività ed empatia che si fondono insieme perfettamente, Giacomo Moscato non è un semplice attore, è un?artista a tutto tondo, una persona che riesce a rendere propria l?opera e a mostrarla al pubblico con una veste nuova declinata sulla base della sua personalità e della sua capacità di renderla fruibile a tutti. TEATRO I ?Cuori Solitari? conquistano l?edizione 2023 di ?Dilettando con Avis? La performance di danza, canto e poesia ha conquistato la finalissima di Dilettando con Avis 2023. Secondo posto per il duo voce chitarra Macii Ferro, terza posizione per la cantante Bianca Boldrini. Premio speciale Miller Italia per il duo di Flag pole Susy e Mary e quello ?Dino Seccarecci? al pianista Jonathan Mazzei DI ROSSANO MARZOCCHI Carlo Sestini S ono state dieci ragazze ?Cuori solitari? ad alzare, dalle mani dell?onorevole Fabrizio Rossi, il trofeo ?Natalino Galgani?, messo in palio per la ventesima edizione di ?Dilettando con Avis?, accolta il 9 settembre scorso al teatro Moderno, grazie alla amministrazione comunale di Grosseto e alla Fondazione CR Firenze. Davanti a una platea numerosa e attenta, sotto la conduzione di Carlo Sestini e le incursioni di Paco Perillo e Andy Bellotti, con la presenza delle vallette Francesca Magdalena Giorgi, Cristina Cherubini e Caterina Toni, si sono succedute sedici esibizioni con circa quaranta concorrenti impegnati. Ad avere la meglio grazie ad un performance dal titolo ?Con le ali della libertà?, Aurora Renieri, Beatrice Ossi, Chiara Nocchi, Emma Amorosi, Ginevra Mucci, Irene Sanna, Letizia Lecci, Margherita Magini, Rachele De Caro e Valentina Medei hanno ballato, recitato e cantato con Benedetta Fanciulli, una coreografia complessa e articolata dedicata al disagio femminile carcerario. In apertura, il benvenuto del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, che ha accennato qualche passo di ballo del tormentone estivo Italodisko. Poi in successione le sedici performance, tra le quali quella di Angela Ciraldo, vincitrice del contest de Il Giunco, e degli ospiti, il batterista David Fusco, vincitore del 2022 e il cantautore PRIMO PIANO ? VIVI ? 87 VIVI ???? Davanti a una platea numerosa e attenta, sotto la conduzione di Carlo Sestini e le incursioni di Paco Perillo e Andy Bellotti, con la presenza delle vallette Francesca Magdalena Giorgi, Cristina Cherubini e Caterina Toni, si sono succedute sedici esibizioni con circa quaranta concorrenti impegnati Paolo Tenerini, che ha presentato la sua ultima canzone ?23 giorni?. La Farfalla ha consegnato la targa intitolata a Dino Seccarecci, al pianista di Pontedera, Jonathan Mazzei, mentre Claudio Lippi ha assegnato quello Miller Italia al duo di flag pole, Susy & Mary. La serata è scorsa via veloce e allegra fino al momento finale con le premiazioni per i primi tre posti, tra cui ricordiamo la piccola cantante Bianca Boldrini, che ha regalato una interpretazione del brano di Anna Oxa ?Quando nasce un amore? e a solo un punto, in seconda piazza, il duo composto da Leonardo Macii e Ginevra Ferro, che ha cantato e suonato ?il mio canto libero?. Quarto posto, a un solo punto dai terzi, per le piroettanti Beta Polers che I premiati dell?edizione 2023 hanno fatto riflettere trattando il tema della violenza sulle donne. Ai primi tre classificati anche i prodotti della distilleria Nannoni consegnati da Priscilla Occhipinti e dal figlio Flavio e le bottiglie di ?Vedetta?, il vino della Cura, da Enrico Corsi. ?È stata una splendida finale ? ha commentato Carlo Sestini ? perché le esibizioni sono state sì di altissimo valore artistico, ma caratterizzate da tanti messaggi sociali, di inclusione, amore, di lotta alla violenza contro le donne e dei valori della famiglia. Una kermesse rara a cui assistere, per la quale ringrazio, oltre agli artisti dilettandi, l?amministrazione comunale di Grosseto e tutto il mio staff, con la regista Orsola Vigorito, i cameraman Samuele Cottini, Gianni Armonia, Loriano Bartalucci e Mario Fontani, il fotografo Massimo Fontani, il service audio e luci di Alberto Guazzi e Gianluca Rallo, la responsabile della giuria composta da quaranta elementi, Marisa Lunghini, Florindo Rosa e Silvia Bertini nella organizzazione?. La finale ha vissuto appieno le esibizioni dei cantanti Caterina Guazzi, Gioele Lenzi, Francesco Luzzi, Fabio Fiorenzani e Aurora Villani, di flag pole di Golden Girl, e di danza e ballo delle Ladies Project, Bloody Mary e del Duo Volpi Romei. Dal palco del Moderno Carlo Sestini ha ribadito la volontà di richiedere l?intitolazione di una via a Natalino Galgani. La finalissima è stata trasmessa da Toscana Tv e da Siena Tv. Nella foto un momento della fase finale dell?edizione 2023 di Dilettando con Avis 88 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 ENERGIE RINNOVABILI Il Vento nel passato, nel presente e? nel futuro? Riceviamo e pubblichiamo da Domenico Aleotti questa sorta di ode al vento, elemento naturale che ha reso possibile tante cose nel passato e che nel presente e ancor di più nel futuro potrebbe diventare sempre più protagonista di quella transizione ecologica di cui tanto si parla all?interno della quale è visto come preziosa risorsa per produrre energia rinnovabile, pulita e a costo zero? I l ?Sapiens? deve molto al vento e a parte il suo cammino, tutte le scoperte geografiche sono state, fino a poco tempo fa, ?figlie? del vento. Non è pensabile immaginare le barche fenicie, che superando Gibilterra vanno verso le terre dello stagno, nelle isole inglesi, o barche ?egizie? in giro per l?oceano Indiano senza vento. I contatti tra i popoli, tra terre lontane del Mediterraneo, tra i continenti, e varie altre vicende sono il risultato della scoperta di una forza che può spingere navigli, cioè il vento. Già 3.000 anni or sono il Mediterra- neo era attraversato da Tiro (Medioriente) a Cadice oltre Gibilterra? questi viaggi univano popoli lontani che aprivano mercati e confrontavano culture. Senza il vento, tutto questo non sarebbe stato possibile, quindi questa gratuita e diffusa forza imbrigliata da primitive vele diveniva veicolo di civiltà, al punto che molto della storia umana è ?figlia dei venti?. Vento che ovunque spirasse spostava avanguardie di popoli, anche nell?immenso oceano Pacifico, come dimostrò un grande moderno navigatore, Thor Heyerdahl, norvegese, con una piccola vela sulla zattera di tronchi chiamata Kon-Tiki nel 1948, scoprendo che l?oceano più vasto della terra era attraversato da piccole barche, con una approssimativa vela, così in quell?oceano si incontravano melanesiani di ceppo africano, con polinesiani di ceppo continentale sud-americano. Ma furono gli ultimi secoli a noi vicini, che videro il grande traffico marino di velieri, fino all?apoteosi del primo ottocento, con i grandi clipper veloci tra i continenti e l?Europa, trasportatori di cibo, lana, cotone, animali, come avvenne due secoli prima con piccole navi pro- PRIMO PIANO ? VIVI ? 91 VIVI ???? Nel secolo scorso, la Maremma, fu prima in Italia a sfruttare la forza dei venti per pescare acqua, usando una invenzione americana che si diffuse diventando un nuovo paesaggio e sollecitando racconti pittorici e letterari venienti dal Nord e dal sud-America, carichi di patate e di fagioli, sbarcati in Irlanda a contribuire alla lotta contro la carestia, che stava decimando l?isola. Questo avveniva sul mare, mentre la terra ferma ospitava costruzioni con grandi pale di stoffa montate su strutture robuste che si trasformavano in molini? così il grano diveniva con meno fatica, farina, per il pane. Quanta fame hanno debellato quei molini a vento. Miguel Cervantes nel suo Don Chisciotte deride la lotta che il suo protagonista vorrebbe fare contro questi ?draghi?? viene da pensare ai Don Chisciotte attuali, che attaccano innocenti pale produttrici di libera e ?gratuita? energia. Ma nel nostro pianeta, oltre al ?sapiens?, altri esseri viventi devono molto al vento? basti pensare ai tantissimi uccelli migratori che possono tornare ai loro nidi usando il vento come ?nastro trasportatore?. Nelle nostre latitudini è possibile osservare stormi di rondini, per le loro settembrine partenze. Esistono veri e propri raduni organizzati di questi piccoli e coraggiosi volatili, a volte sui fili elettrici. Intere comunità prima sparse in borghi, case, stalle, sembrano 92 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 Thor Heyerdahl sul Kon-Tiki ?assaggiare? l?intensità e la direzione del vento, poi partono per migliaia di chilometri, puntando sempre ad avere il vento di spinta. La loro straordinaria intelligenza gli permette di indovinare le direzioni del vento ed inserirsi in quella forza vitale valicando i continenti. Da tempo immemore volano nel vento notturno seguendo la ?rete? delle stelle. Ora il ?sapiens? è di fronte ad un nuovo appuntamento. Stiamo entrando in un?era che suggerisce una più soffice strategia di sopravvivenza? nel pianeta sono aumentati gli abitanti. Con questo ritmo si potrebbe arrivare entro il secolo ai 10 miliardi di abitanti, perciò ciò che è possibile sopportare ora (deforestazioni, idrocarburi, cementificazioni, eccessiva produzione di CO2) non sarà più possibile nel futuro. Altre sono le strade: andare verso una modernità ?soffice?, esaltare, usare, quello che la terra offre gratuitamente, imparare ad usare a gestire l?immensa forza delle maree, usare meglio il calore del sole, afferrare e ?imbrigliare? il vento, ricordandosi sempre che nel passato il vento ha permesso a interi popoli di non morire di fame, con le vele gonfie negli oceani a rincorrere mercati e bisogni. Le pale eoliche, quelle di ultima generazione dovrebbero essere istallate ovunque il vento eserciti la sua spinta. Le voci che si alzano contro sono come il Chisciotte di Cervantes. Annotava uno scrittore che era anche un valido marinaio, Joseph Conrad: il vento è misterioso, astratto ma potente, non a caso i giapponesi lo considerano divino. Non c?è nulla di errato nel costruire sulle colline aperte ai venti grandi steli di acciaio con le pale spalancate, come ?umane braccia? a catturare questa forza pulita, che danza da tempi immemori sulla crosta terrestre. Nuovi e redditizi profili, aeree corone a cingere montagne e colline, battigie marine, ad aiutare gli esseri viventi nei futuri viaggi di sopravvivenza. Nel secolo scorso, la Maremma, fu prima in Italia a sfruttare la forza dei venti per pescare acqua, usando una invenzione americana che si diffuse, diventando un nuovo paesaggio e sollecitando racconti pittorici e letterari. Un lieve cigolio accompagna il ruotare di una corona di palette che catturano il vento, offrendo l?acqua al vivere di uomini e animali. È questo lieve suono costante e gratuito che può segnare il nuovo uso della forza naturale e pulita, indicando il nostro futuro. Un futuro fatto di nuove strade rispettose di questa nostra fragile e delicata, ?casa?, galleggiante in uno spicchio dell?universo, che chiamiamo Terra. Mentre scriviamo queste note, l?Amerigo Vespucci, magnifico veliero costruito quasi un secolo fa a Castellamare di Stabia, sta solcando i mari, uscito dal Mediterraneo. Correrà negli oceani per due anni raccontando al mondo il Paese Italia, invelato e pieno di vento, dimostrando che il proprio ?volare? sull?onda marina è figlia dei venti, che non hanno confine. Domenico Aleotti SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Luoghi da visitare e bellezze da scoprire La Comunità Tibetana di Merigar West, un angolo di oriente nel cuore della Maremma e dell?Amiata ad Arcidosso È davvero un angolo di oriente quello che ha trovato spazio nel cuore della Maremma e del Monte Amiata, in quel di Arcidosso. Parliamo della Comunità Tibetana di Merigar West, fondata nel 1981 dal gran maestro Tibetano Chogyal Namkhai Norbu, figura prestigiosa di grande accademico e uno dei padri fondatori del buddismo tibetano DI FRANCO BALLONI 94 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 S u un falsopiano, tra il Monte Amiata e il Monte Labro e o Labbro sopra il piccolo borgo di Zancona nel comune di Arcidosso, sorge la Comunità Tibetana di Merigar West, che in tibetano vuol significare letteralmente ?Residenza della montagna di fuoco? e ?Dimora dell?energia?. Qui nel 1981 il gran maestro Tibetano Chogyal Namkhai Norbu figura prestigiosa di grande accademico e uno dei padri fondatori del buddismo tibetano, gettò le basi per la costruzione di questa grande comunità internazionale, acquisendo 50 ettari di terreno dove negli anni successivi furono costruiti dei magnifici manufatti, quali: Il Gompa (Tempio della Grande Contemplazione). Concepito, ideato e progettato da Chogyal NamKhai Norbu e inaugurato nel maggio 1990 da S.S. il Dalai Lama, ?Il Gonpa? ? che in tibetano significa ?luogo ritirato, silenzioso?, proprio per favorire la contemplazione ? è un?oasi di spiritualità tra il Monte Amiata e il monte Labro. La posizione è stata scelta in base ai criteri della geomanzia tibetana. Dalla forma ottagonale, unica nel suo genere, il tempio è costruito in legno, vetro e rame ed è decorato secondo lo stile dell?arte tibetana. Negli anni il Gonpa di Merigar ha ospitato numerosi insegnamenti di Chogyal Namkhai Norbu ed è anche il luogo dove si svolgono seminari, corsi, conferenze e numerose attività previste nel programma. Una breve descrizione di questo particolare luogo può essere utile ad inquadrare l?edificio ed il contesto. L?entrata principale del Gonpa si trova rivolta verso est, dove sorge il sole e dove il Buddha rivolse lo sguardo al momento dell?illuminazione. L?esterno è decorato con simboli astrologici e protettivi, e con sillabe e mantra scritti in caratteri ornamentali. Sulla maggior parte dei portali sono iscritti dei mantra che hanno la funzione di purificare e influire positivamente su chi entra. All?interno, in corrispondenza degli otto lati del tempio, sono raffigurati numerosi maestri appartenenti a diverse tradizioni, buddhiste e non buddhiste. Di notevole importanza è il pannello a ovest dipinto da Dugu Choegyal Rinpoche, maestro e artista tibetano rinomato in tutto il mondo. E immerso nel verde a poca distanza si trova il mausoleo dove sono state tumulate le ceneri del Maestro fondatore del centro Chogyal Namkhai Norbu (nato a Derghe nel Tibet orientale l?8 dicembre 1938 e morto ad Arcidosso il 27 settembre2018) denominato Lo Stupa che vuol dire Monumento alla pace nel mondo. Statue del Buddha, altri edifici in stile tibetano, quali la Biblioteca, il negozio di prodotti e articoli tibetani, le strutture di accoglienza e di ricevimento completano il quadro mistico che caratterizza il luogo. Un luogo magico dove si può meditare in assoluto silenzio immersi in sé stessi e nella natura circo- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 95 SCOPRI ???? Un luogo magico dove si può meditare in assoluto silenzio immersi in sé stessi e nella natura circostante; dove si può praticare la disciplina dello yoga e fare danza all?interno della grande sala del tempio della contemplazione stante? dove si può praticare la disciplina dello yoga e fare danza all?interno della grande sala del tempio della contemplazione, dentro la quale, chi per la prima volta osserva il soffitto decorato in maniera magistrale e fantastica, verrà ricompensato almeno una volta da una particolare illuminazione. Sono tanti i gruppi organizzati, le 96 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 comitive i praticanti e osservanti di tale religione, nonché scolaresche che salgono fin lassù per capire e conoscere la dottrina Dzogchen, insegnata dal gran Maestro Norbu che poi non è una vera dottrina ma un insieme di principi per la propria conoscenza interiore. Nella tradizione buddista, significa raggiungere una profonda e naturale consapevolezza della mente, che porta in seguito ad una grande illuminazione. Spirito, anima e mente in pace con il mondo interiore dove tutto è equilibrio e dove si spalancano le porte della conoscenza. Un posto sacro, magico al tempo stesso, dove in periodi diversi due grandi asceti, il Profeta dell?Amiata Davide Lazzaretti e il Gran maestro Norbu vollero cercare nella preghiera e meditazione spirituale la giusta via del bene, della pace, dell?eguaglianza e della conoscenza. La torre del Santo Davide che si staglia in lontananza sulla vetta del Monte Labro e o Labbro è fedele testimone delle vicende ivi succedute e con la sua possente mole sembra un faro che dalla sua lontananza illumina Merigar quasi a significare che in questo posto magico esiste la via maestra. Merigar oggi è la seconda comunità internazionale per importanza in Europa, dove c?è una statua del Buddha unica in Europa. Nel 1997 personaggi famosi come l?attore Richard Gere con il figlio e il calciatore Roberto Baggio hanno fatto visita a questo angolo di paradiso in quanto buddisti. La fama di tale centro travalica i confini nazionali tanto che da ogni parte del mondo religiosi, soci, simpatizzanti, curiosi accorrono in assoluto e reverente silenzio in questa dimora dell?energia come fossero calamitati da una forza benevola ubicata nella nostra splendida e meravigliosa terra di Maremma. PILLOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu La Madonna di Santa Fiora di Luca della Robbia è tornata, anche se per pochi giorni, a casa La Madonna di Santa Fiora di Luca della Robbia, che era stata venduta all?asta a New York, la scorsa estate ? dal 27 luglio al 10 agosto ? dopo oltre un secolo e mezzo di assenza e un lungo peregrinare tra collezioni e musei, è tornata a casa, a Santa Fiora, dove è stata in mostra a Palazzo Sforza Cesarini DI MICHELE GUERRINI È stato un evento espositivo di altissimo livello quello proposto a Santa Fiora dal 27 luglio al 10 agosto, giorni in cui nel borgo amiatino è stata esposta la preziosa opera ?Madonna con Bambino? di Luca della Robbia, anche detta ?Madonna di Santa Fiora?, che è tornata nel suo territorio di origine, seppur in modo temporaneo, dopo oltre un secolo e mezzo di assenza e un lungo peregrinare tra collezioni e musei. All?inaugurazione, a Palazzo Sforza Cesarini, tra gli altri è intervenuto il professor Tomaso Montanari, Rettore dell?Università per Stranieri di Siena. Un sogno che si è avverato Conservata per quasi 100 anni nelle collezioni della Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, negli Stati Uniti, la robbiana è stata messa all?asta a New York da Sotheby?s nel 2021, in seguito alla decisione del museo di alienare una par- te del proprio patrimonio di arte antica, per focalizzarsi sull?arte moderna e contemporanea. L?opera è stata venduta per circa 2 milioni di dollari. Pochi giorni prima della vendita all?asta il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi, aveva lanciato un appello a istituzioni, collezionisti e mecenati, ?Aiutateci a riportare a casa la Madonna di Santa Fiora?. Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, aveva sostenuto l?appello del sindaco. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 99 SCOPRI ???? Si è trattato di un importante evento espositivo che ha coronato il sogno del sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi di riportare ?a casa? la robbiana venduta all?asta a New York da Sotheby?s nel 2021 per circa 2 milioni di dollari A distanza di circa due anni, il desiderio è stato esaudito, grazie alla generosa disponibilità dei nuovi proprietari, Lilian e André Esteves, e alla preziosa collaborazione della galleria Benappi Fine Art che si prende cura della loro collezione: in una virtuosa sinergia tra istituzioni, mercato e collezionismo privato. Lilian e André Esteves hanno partecipato all?asta e acquistato l?opera che conservano nella loro raccolta di arte antica italiana, all?interno della loro tenuta di Argiano, vicino a Montalcino, poco distante da Santa Fiora. Da qui l?idea di collaborare e prestare la robbiana per questa mostra, così che il ritorno in Italia dell?opera fosse coronato anche da un suo passaggio nei luoghi di origine, creando un?occasione di fruizione e conoscenza davvero unica. L?esposizione, fortemente voluta dall?amministrazione comunale, è stata realizzata con il contributo del Consiglio regionale della Toscana. I commenti ?Il patrimonio culturale è una geografia di cicatrici, di perdite, di sottrazioni, ma è anche dunque un corpo da curare e ogni piccolo intervento di cura, come questo, ci permette di capire il grande amore che tutti abbiamo per quello che chiamiamo, in un modo un po? astratto, patrimonio culturale ma che è, in realtà, il corpo più grande a cui tutti i nostri corpi appartengono. Questo risarcimento, questo atto di cura e di amore è quindi un modo diverso per vedere e per guardare quello che costantemente abbiamo sotto gli occhi. 100 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 Per questo è davvero importante? ? queste le parole di Tomaso Montanari che sin dal principio si è interessato alla vicenda della robbiana di Santa Fiora affinché il ritorno dell?opera in Italia sfociasse in un?occasione di fruizione e riappropriazione pubblica. ?Con questa mostra ? ha detto il sindaco Federico Balocchi ? offriamo l?occasione di guardare da vicino un piccolo grande capolavoro del Rinascimento toscano, legato alla storia illustre di Santa Fiora. La mostra rappresenta per il nostro borgo e per tutta l?Amiata un?operazione culturale di grandissimo valore e di sicuro richiamo. Vedere quest?opera davvero bellissima consente di apprezzare ancora di più e ci impegna a valorizzare l?intera collezione di robbiane presente nel nostro territorio, che è sicuramente una delle più imponenti e meglio conservate. Ringraziamo la proprietà che ci garantisce l?opportunità di avere a Santa Fiora, anche se solo temporaneamente, questa mirabile opera che invito tutti a venire a vedere?. ?La Toscana diffusa ? ha sottolineato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ? è fatta anche di grandi collaborazioni, di sinergie, di passioni e desideri che si trasformano in fatti, in recuperi, in riacquisizioni. La mostra che a Santa Fiora espone la preziosa ?Madonna con Bambino? di Luca della Robbia è un esempio magnifico del nostro patrimonio culturale da un lato e della Toscana diffusa dall?altro. In un?esposizione unica nel suo genere si racconta non solo la bellezza straordinaria di quest?opera robbiana che finalmente è tornata a casa, ma anche la positività di un?operazione virtuosa, tenace e lungimirante di cui la Toscana è stata capace. Con gioia do il ?bentornata? a uno dei nostri capolavori e ringrazio il sindaco e l?amministrazione comunale di Santa Fiora per aver voluto questa mostra di cui tutta la Toscana è orgogliosa rendendolo fruibile ed apprezzabile al largo pubblico?. Un viaggio lungo 7 secoli Tutte le robbiane tuttora presenti nelle chiese di Santa Fiora, così come questa Madonna protagonista dell?evento espositivo, furono probabilmente commissionate dalla famiglia Sforza sotto l?influenza di Bosio I, fratello di Francesco duca di Milano, Conte di Santa Fiora e Cotignola, grazie al matrimonio con Cecilia Aldobrandeschi. Proprio Bosio I, o qualche personalità illustre legata alla sua corte, potrebbe quindi essere stato il committente di questa piccola Vergine destinata alla devozione privata, forse un dono per sua moglie Cecilia, sposata nel 1439, e morta prematuramente nel 1451. Non abbiamo nessuna notizia documentaria riguardante l?opera ma possiamo ipotizzarne la collocazione all?interno di una chiesa o in un convento di Santa Fiora almeno fino al 1866 quando, a seguito della soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose, la robbiana dovette essere prelevata dal suo luogo di origine entrando nelle disponibilità del Comune che la mise in vendita insieme ad altri beni ugualmente provenienti da enti religiosi soppressi. Il compratore fu Léon Mathieu Henri de Somzée, (Liegi, 1837 - Spa, 1901), ingegnere minerario belga, con una lunga carriera alla guida di molteplici compagnie internazionali legate allo sfruttamento del gas, ma soprattutto un collezionista appassionato e poliedrico che diede vita a una raccolta straordinaria per la varietà delle opere che la costituivano, dalle antichità classiche ed egizie ad oggetti d?arte medievali e rinascimentali come arazzi, vetri, avori, smalti e mobili, fino ai dipinti antichi italiani, fiamminghi e francesi. È probabile che de Somzée acquistò la robbiana durante un suo soggiorno in Italia: la presenza di gas era abbondante nei territori vulcanici del Monte Amiata, zona che de Somzée dovette frequentare certamente negli anni in cui fu direttore dei lavori per l?estrazione del gas per la Compagnie Générale pour l?Éclairage et le Chauffage par le Gaz? o durante il suo successivo incarico come direttore generale della Fabbrica del Gas Italia. La robbiana lasciò dunque Santa Fiora e partì alla volta del Belgio. L?opera tornò ad essere visibile nel 1880 all?Exposition National Belge di Bruxelles, dove la sezione dell?arte italiana veniva rappresentata da una cernita delle opere principali proprio della collezione di de Somzée, all?epoca una delle più importanti del Paese: tra queste compariva anche la robbiana di cui, per la prima volta, in catalogo si ricordava la provenienza dal Monastero di Santa Fiora e l?acquisto del collezionista direttamente dal Comune. La robbiana fu presentata ancora all?Esposizione d?Arte Antica di Bruxelles del 1888 e all?Esposizione Universale di Parigi del 1900 per poi uscire dall?orbita del magnate belga. A più riprese, tra il 1901 e il 1907, l?intera sua collezione fu infatti venduta in asta dagli eredi presso la galleria Galerie J. Fievez di Bruxelles. Tra le sculture fiorentine, al lotto 1142 del catalogo di vendita del 1904, ricompariva così la robbiana per la quale, questa volta, si segnalava la provenienza dalla chiesa dei Cappuccini di Santa Fiora (intendendo con questo, forse, la chiesa di Santa Chiara legata al convento dei Cappuccini in via delle Monache). L?opera lasciò così il Belgio per giungere negli Stati Uniti dove nel 1929 il mercante d?arte berlinese Paul Bottenwieser la vendette alla Albright Art Gallery di Buffalo (dal 1962 Albright-Knox Art Gallery), dopo averla lasciata in prestito al museo per più di un anno, durante il quale l?attribuzione a Luca della Robbia ricevette l?avallo di studiosi celebri come Wilhelm von Bode e George Gronau, la Albright Art Gallery decretò l?acquisto di questa robbiana rara e precoce, potendo così vantare di avere nelle proprie collezioni uno dei pochi pezzi sicuramente di mano di Luca della Robbia presenti fuori dall?Italia. L?opera L?osservazione delle qualità formali ed espressive di questo piccolo ma potente altorilievo, ci fa capire di essere in presenza di uno dei vertici di Luca della Robbia: i colori sono tenui e sfumati, l?esecuzione accurata del modellato lascia trasparire il rapporto di affet- tuosa consuetudine tra la Madonna e il Bambino che si protende in avanti per accarezzarle il viso. Nonostante la resa preziosa ed algida della terracotta invetriata, si percepisce l?affondare lieve nelle carni del Bambino della mano della Madre che lo culla e lo osserva in un gesto di commovente dolcezza. È questa l?umanità familiare, sospesa e silenziosa che caratterizza le opere più belle di Luca della Robbia. Confrontata con il rilievo di medesima tipologia custodito a Berlino o con altre Madonne dello stesso periodo, la robbiana di Santa Fiora si distingue per la sua finezza esecutiva, per la sensibilità espressiva del modello e l?eleganza della sua tavolozza, confermando di essere, dopo tanti anni di oblio e lontananza, uno dei pezzi più belli e sentiti tra i primi esperimenti in ceramica invetriata di Luca della Robbia. Luca della Robbia e l?invenzione delle ceramiche invetriate Formatosi probabilmente nella bottega fiorentina di Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia (Firenze, 1400-1482) fu uno dei principali scultori e ceramisti attivi a Firenze sin dagli anni Trenta del Quattrocento. A lui si deve l?invenzione di una delle tipologie più ammirate e tipiche del Rinascimento toscano, la terracotta invetriata che, come ricordava Vasari, fu ?un?arte nuova, utile e bellissima? la cui invenzione procurò a Luca ?gloria e lode immortale e perpetua?. Pur essendo l?invetriatura un procedimento già in uso presso gli antichi, Luca seppe perfezionarlo fino ad ottenere delle opere di qua- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI ???? A distanza di circa due anni, il desiderio è stato esaudito, grazie alla generosa disponibilità dei nuovi proprietari, Lilian e André Esteves, e alla preziosa collaborazione della galleria Benappi Fine Art che si prende cura della loro collezione: in una virtuosa sinergia tra istituzioni, mercato e collezionismo privato lità del tutto comparabile a quella delle migliori opere in marmo o terracotta. Queste innovative sculture policrome, che dal suo inventore presero appunto il nome di robbiane, furono realizzate sulla base di una ricetta che rimase a lungo segreta e fu gelosamente custodita fino a Cinquecento inoltrato all?interno della bottega di Luca, ereditata prima dal nipote Andrea (Firenze 1435-1525), poi dai figli di questi, in particolare Giovanni (Firenze 1469-1529). La tecnica consiste nell?applicare a pennello sulla terracotta un rivestimento a base di sabbie silicee e ossidi di piombo e stagno che, dopo una seconda cottura a temperatura più bassa, si fissa alla superficie assumendo un aspetto vetroso di straordinaria lucentezza. Lo stagno dona allo smalto il caratteristico colore bianco mentre dagli ossidi metallici, con l?aggiunta di specifiche componenti alcaline, dipendono le diverse colorazioni tipiche delle robbiane (azzurro, giallo, verde turchese, bruno e nero). Le ceramiche invetriate ebbero sin da subito un grande successo per la luminosità, la qualità plastica e il candore delle forme ma anche per l?impermeabilità e la resistenza delle superfici, fondamentali per garantire la conservazione delle terrecotte destinate, talvolta, anche alle decorazioni di esterni. Le robbiane di Santa Fiora Il toponimo Sancta Flora compare già nel IX secolo e diventa con la famiglia degli Aldobrandeschi, tra le più importanti dell?Italia centrale, uno dei luoghi di potere del territorio. 102 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 Il matrimonio del 1439 tra Bosio Sforza, fratello di Francesco duca di Milano, e Cecilia Aldobrandeschi assicura il futuro della contea sotto il dominio della nuova famiglia, bene inserita in una rete politica europea. La strategia familiare di Bosio, e poi del figlio Guido, mira a rendere non solo potente e autonoma la contea, ma anche a trasformarla nella perfetta espressione di una raffinata e abile casata rinascimentale. La pieve della cittadina, capitale della contea, diventa così il luogo ideale per manifestare questo programma: Bosio commissiona e Guido fa completare, nell?ultimo quarto del XV secolo, la cappella del Presepe nella pieve santafiorese, dotandola di uno splendido ciclo di terrecotte invetriate commissionate ad Andrea della Robbia, nipote ed erede di Luca? le terrecotte invetriate traducevano in immagini il manifesto politico e religioso familiare e diventarono, da quel momento, la cifra distintiva di Casa Sforza e di Santa Fiora. Il ciclo, in gran parte ancora oggi conservato nella Pieve, rappresenta uno dei più imponenti nuclei pubblici di robbiane, a cui non si deve dimenticare di aggiungere il rilievo con le Sante Flora e Lucilla, oggi collocato sulla facciata della chiesa della Madonna della Piscina (detta Madonna delle nevi), o la grande pala nella chiesa del convento della Santissima Trinità alla Selva. Sin dal XV secolo Santa Fiora ha associato così la sua identità cittadina con il candore e la lucentezza delle tante robbiane presenti in città, a cui si è aggiunta, sia pure per poco tempo in estate, anche la piccola Madonna con Bambino, unica testimonianza della presenza del capostipite Luca già a partire dagli anni Quaranta del XV secolo. PERSONAGGI | Figure di oggi e di ieri da ricordare Alberto Bambagini, una vita dedicata al territorio maremmano e alla sua gente Un uomo eclettico che ha dedicato la sua vita alla valorizzazione della Maremma, un autorevole professionista che ha svolto attività di consulenza alle più prestigiose e nobiliari famiglie del tempo, un personaggio pubblico attivo anche in ambito politico. Tutto questo è stato Alberto Bambagini, figura di spessore della prima metà del Novecento che tanto ha dato al territorio maremmano e alla sua gente DI ROSSANO MARZOCCHI I n questo mese di ottobre ricorre la nascita di un uomo che ha dedicato la vita alla valorizzazione della Maremma. Molto probabilmente solo i più grandi lo potranno ricordare, ma anche per questo merita ripercorrere la storia di Alberto Bambagini. Nato a Vetulonia il 6 ottobre del 1900 da Ermelinda Renzetti e da Firminio, Alberto frequenta l?Istituto Tecnico Commerciale a Siena. Nel pieno della Grande Guerra viene chiamato alle armi e arruolato, nel 1917, nel Genio Telegrafisti. Alla fine del conflitto viene trattenuto un altro anno e poi richiamato per assolvere il servizio di leva. Al termine degli obblighi militari riprende gli studi, si diploma in ragioneria e, dopo la pratica obbligatoria e l?esame di ammissione, si iscrive all?albo dei ragionieri professionisti di Siena e Grosseto. Inizia la professione a Follonica nel 1927, per poi trasferirsi a Grosseto, dove apre lo studio nel Corso Carducci. Nel 1932 sposa Wanda Testai, di famiglia fiorentina, dalla cui unione nasceranno Franco, professore e coordinatore di Educazione Fisica al Provveditorato agli Studi di Grosseto, e Massimo, commercialista. Bambagini fa costruire un villino, tuttora esistente, in Via Trieste, davanti all?hotel Lorena, dove attualmente c?è la sede della Rama-Tiemme e dove abiterà per molti anni con la famiglia. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 105 SCOPRI ???? Presidente dell?ordine dei Ragionieri di Grosseto, consigliere comunale per il Comune di Castiglione della Pescaia, presidente del collegio dei sindaci del ?Villaggio svedese? di Riva del Sole, socio della Società Maremmana per le Corse dei Cavalli, e ancora Cavaliere e poi Ufficiale della Repubblica: sono alcuni degli incarichi ed onorificenze ottenute nel corso della sua vita che si conclude a soli 62 anni l?8 maggio 1963 Subito si afferma come uomo e come autorevole professionista, tanto da essere chiamato quale consulente di famiglie prestigiose e nobiliari e di importanti proprietà fondiarie. Diventa presidente dell?ordine dei Ragionieri di Grosseto ed è il fautore della divisione del collegio con Siena, istituendo l?albo provinciale a Grosseto. Richiamato alle armi nel 1940, frequenta il corso allievi ufficiali e rinviato a casa in congedo temporaneo. Al termine del secondo conflitto mondiale partecipa, come liberale, al comitato di liberazione e viene incaricato di svolgere come professionista il delicato ruolo di liquidatore dei fasci di combattimento, i cosiddetti fasci littori. Successivamente, con altri amici, costituisce a Grosseto la sezione provinciale del Partito Liberale, divenendone presidente, carica che mantiene per molti anni. Viene eletto consigliere comunale per il Comune di Castiglione della Pescaia e diventa il punto di riferimento di tutti gli abitanti di Vetulonia e Buriano. Nel corso del suo mandato riesce a portare a Vetulonia notevoli risorse da destinare al miglioramento del paese, nonché a stringere un rapporto con l?università americana del Michigan e con la sua fondazione, l?Etruscan Foundation, che prevede un investimento di centinaia 106 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 di milioni di lire per una completa campagna di scavi nel territorio vetuloniese. L?intesa è possibile grazie all?amicizia di Alberto Bambagini con Ferdinando Cinelli, presidente della Etruscan Fondation, innamorato della Maremma e in special modo di Vetulonia. Nonostante il Comune di Castiglione della Pescaia sostenga convintamente il progetto, una serie infinita di trafile burocratiche a livello ministeriale e l?annoso problema della mancanza di fondi fanno sì che l?accordo non vada in porto e l?università destinerà le risorse a un?importante campagna di scavi in Grecia. Se fosse andato a buon fine lo stanziamento di fondi, Vetulonia sarebbe potuto diventare un centro di assoluta rilevanza dell?archeologia mondiale. Non per questo, l?impegno di Bambagini per il territorio viene meno, tanto che in quegli anni si fa promotore del coinvolgimento dell?ingegner Ferdinando Innocenti, suo carissimo amico, nell?erogazione di un contributo sostanzioso che permetterà la costruzione del nuovo ospedale di Grosseto. Inoltre, è il fautore e coordinatore della costituzione del cosiddetto ?Villaggio svedese?, del quale svolge per molti anni e sino alla morte il ruolo di presidente del collegio dei sindaci. Bambagini vanta una profonda onestà intellettuale e professionale che trasfon- de in ogni incarico pubblico, poiché dotato di buon senso e intuizione, qualità che gli consentono di assumere responsabilità e prestigio nell?opinione pubblica: aderisce alla Società Maremmana per le Corse dei Cavalli, al Consorzio Agrario Provinciale e viene nominato prima Cavaliere e poi Ufficiale della Repubblica. Purtroppo, un uomo con tali energie e qualità morali avrebbe potuto fare e dare molto al territorio e alla collettività, ma si sa, le dinamiche delle vita sono imprevedibili. Infatti, a soli 62 anni viene colpito da una grave malattia, che lo conduce alla morte l?8 maggio 1963. Non è affatto superfluo rammentare che ai suoi funerali, al cimitero della Misericordia di Grosseto, ci fu una vera moltitudine di persone, tanto che si racconta che da Buriano e Vetulonia arrivarono due pullman carichi di uomini e donne che volevano rendergli l?ultimo saluto. Oggi siamo abituati a vedere certi assembramenti solo in occasione delle esequie di personaggi famosi o a seguito di tragedie che, grazie anche al clamore mediatico, sconvolgono la collettività e l?anima. Molto più semplicemente, nel caso di Bambagini, l?anima di un?intera comunità è stata colpita dal ricordo di una persona che ha saputo dare tanto al territorio e alla sua gente. SCOPRI CORRISPONDENTE N. 54 | Pagine a cura di Daniela Cavoli I misteri archeologici della Maremma Sotto Magliano c?è Heba? Una lamina di metallo divisa in più parti e ritenuta d?oro, fu recuperata quasi miracolosamente: conteneva una dettagliata relazione su onori funebri INTRO M ai come in questa occasione è necessario puntualizzare il fatto che gli scritti della rubrica Corrispondente 54 rappresentano la testimonianza di un passato recente, sul quale i giorni successivi hanno, a volte, calato un sipario, a volte, preso una rivincita. Certo è che, visitare Magliano in Toscana dopo il Monte degli Argen­ tari, precedente tappa del viaggio maremmano suggerito dagli articoli, vuol dire godere appieno della naturale connotazione del litorale grossetano. Comprenderne, con uno sguardo, le evoluzioni archeologiche, storiche, geografiche, artistiche e sociali. Il territorio di questo Comune dispensa senza forzature tutto ciò che vien di cercare in Maremma. Tra i colori pastello dei suoi piani campi ordinati in ogni stagione, si possono scorgere laboriosi piccoli mucchi di case isolate all?ombra, spesso, di amene colline o ? verso il mare ? dei Monti dell?Uccellina. I borghi delle minuscole, ma ingombrate di vicoli e palazzi medievali, due frazioni di Montiano e Pereta, trasudano storie e leggende da ogni singola pietra. E per chi ama l?arte, magari dopo un bagno rinfrescante nelle limpide acque del Tirreno che tange il breve susseguirsi di scogli per Magliano sbocco sul mare o la spiaggia di Cala di Forno, una passeggiata fra quelle pietre ritempra l?animo. Daniela Cavoli 108 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 MAGLIANO IN TOSCANA, 11 novembre 1977 ? Magliano in Toscana è terra di Maremma: bella terra, direi, e dolce e feconda, con i suoi poggi ridenti che digradano lievi verso le piane assolate dell?Uccellina e dell?Albegna? con i suoi radi casolari ora tipici dell?aristocrazia rurale latifondista, ora del proletariato bonificatore sceso negli anni Venti dal Veneto e dalla Lombardia? con la sua spaziosa vista del mare e dell?Argentario oltre la fitta cortina di pini che da bocca d?Osa corre fino alle Case Rosse di Saline, là dove il tombolo di Giannella comincia a flettersi ad arco di luna per contare a Santa Liberata la sua curva di sabbia. Invitante e suggestivo anche il paese, non vasto, ma ricco di vita, cinto fra il verde argentato dei vecchi olivi (c?è anche quello leggendario della Strega che conterebbe qualcosa come diciassette o diciotto secoli) di singolari mura senesi cinquecentesche dal caldo color dei mattoni che le costituiscono. Tutto il contrario, insomma, dell?ironico, perverso detto di un tempo, allorché, per banali motivi di rivalità e di campanile, si soleva affermare: «Magliano dalle belle mura, di fuori è brutto e dentro fa paura». Proprio tutto il contrario, anche perché gli spettri che nella triste Maremma del passato potevano far indulgere al facile pessimismo e alla visione un po? distorta della realtà, oggi non sono più che un ricordo da dimenticare, una tetra pagina di storia sociale da mettere agli atti, da serrare definitivamente negli archivi della memoria. Per cui le cose che hanno avuto la fortuna di sbarazzarsene sono tornate a manifestarsi nella loro più serena e distesa naturalezza. Al pari di Magliano in Toscana, dove anche la gente è di pasta genuina, senza additivi, a meno che non abbia nel frattempo tralignato ? ma ho ragione di escluderlo ? da quando, più di tre lustri fa, per la durata di un annetto, ebbi modo di avvicinarla e di sperimentarla quasi giornalmente. Fu allora che conobbi don Giacomo, il vecchio parroco, un prete originario del mio stesso paese, maremmano, s?intende, basco in testa, sigaro sempre fra le labbra prodighe di parole a volte scollacciate e fama in giro di sfegatato cacciatore: uno di quei pastori che finiscono ? come aveva finito lui ? col piacere alle pecorelle? e che pure in me, lungi come sono dal nutrir soverchie simpatie per le tonache, destò impressioni non disprezzabili. Essendo egli al corrente che avevo effettuato una serie di servizi giornalistici su varie scoperte archeologiche avvenute nella bassa Maremma, mi si piantò alle calcagna fino a quando non accondiscesi a scarrozzarlo per le campagne circostanti, sulle tracce di quell?Heba introvabile come nucleo di città romana, ma indiscussa progenitrice di Magliano in Toscana. La passeggiata si rivelò molto utile, perché aggiunse a quanto già sapevo sull?importanza della località ? basti citare il famoso piombo venuto alla luce nel 1882 a Colle di Lupo e recante sul diritto e sul rovescio, in sessantasei parole disposte a spirale, scritte sacrali etrusche ? diverse cognizioni nuove, un paio delle quali di grande interesse. Ecco la prima. Poco distante dal paese, alla sommità d?una piccola altura, da cui si scorgono in aperta campagna, incredibili come un miraggio, le rovine del dugentesco tempio romanico così detto di San Bruzio o San Tiburzio, enigmatico monumento ancora soggetto a contrastanti interpretazioni, vi sono i fabbricati rurali di una tenuta curiosamente denominata Santa Maria in Borraccia, o convento diruto, forse sorti sui ruderi di un antico cenobio benedettino. Qui, dopo averlo cercato in mezzo al disordine di un magazzino dove don Giacomo era certo che si trovasse (che sia sempre li?), mi fu possibile esaminare un cippo e leggerne la scritta latina, fondamentale per l?identificazione della remota Heba nell?attuale Magliano in Toscana. Diceva l?epigrafe che un certo Quinto Peternio Anfione, nella ricorrenza del suo sevirato, aveva voluto dedicare quel cippo al Genio della colonia di Heba1 e distribuire alla popolazione pasticcini e vino melato (quel vino, viene spontaneo osservare, di cui Orazio si affannò tanto a tessere le lodi e che a noi, data la dolcificante intrusione farebbe certamente l?effetto di un disgustoso intruglio). Ed ecco la seconda, che indurrebbe a sorridere, se non costituisse un fatto estremamente serio, da far riflettere soprattutto nelle sedi deputate a tutelare il nostro patrimonio archeologico. Alcuni contadini, abitanti nella stessa zona di Santa Maria in Borraccia, rinvennero nei loro campi una lamina di metallo. Ritenendola d?oro, la ruppero in più parti e ne presero un pezzo ciascuno. Quando, però, da un esame più accurato, risultò trattarsi di rame, non esitarono a disfarsene assieme ad altri oggetti in disuso. Ebbene, se il professor Pietro Raveggi di Orbetello, forse guidato da qualche utile istinto, non fosse riuscito a recuperare i vari frammenti in una raccolta di ferri vecchi destinati alla fusione, un documento di straordinaria importanza storica sarebbe andato definitivamente perduto. La Tabula aenea di Magliano in PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 109 SCOPRI ALFIO CAVOLI A lfio Cavoli (Manciano, 22 agosto 1927 ? Roma, 30 settembre 2008) è stato insegnante di scuola media, anche con incarichi direttivi, consigliere comunale e assessore alla cultura. Giornalista pubblicista, ha collaborato con Il Telegrafo/Il Tirreno, Paese Sera, Toscana Qui e numerose altre testate. Responsabile per più di un decennio del Notiziario di Radio Grosseto International, ha scritto, pubblicati da una decina di editori, molti volumi di argomento prevalentemente maremmano (storia, archeologia, brigantaggio, pirateria, arte, folklore, paesaggio, ambiente, biografie). È stato ispettore onorario per la conservazione degli oggetti di antichità, consigliere del Distretto Scolastico e della Comunità Montana. Membro della Società Storica Maremmana, ha collaborato al suo Bollettino. Ha partecipato a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali, fra cui Arcobaleno (1987) e La storia siamo noi (2001). Consulente storico dei film ?Briganti della Maremma tosco-laziale dell?800? di Sergio Rossi (1986) ? del quale ha scritto anche il commento ? e Tiburzi di Paolo Benvenuti (1996), girati entrambi per la RAI, per Le case della memoria in Toscana, prodotto nel 2004 dalla Giunta Regionale, ha scritto il testo e commentato in video il filmato su David Lazzaretti di Arcidosso. Nel 1993 gli è stato assegnato il Grifone d?Oro, massimo riconoscimento della città di Grosseto e della Maremma. 110 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 Toscana, come gli studiosi chiamano l?eccezionale reperto, costituito di ben novantadue righe, contiene, infatti, una rogazio relativa alle esequie di Germanico avvenute nel 19 d.C.2, praticamente la dettagliata descrizione degli onori funebri tributati al defunto. Questo accade, purtroppo, nelle aree archeologiche occupate da insediamenti rurali. E non sempre, anzi quasi mai, è possibile porvi rimedio. Ma i risultati della passeggiata nelle amene campagne maglianesi furono anche più ampi e istruttivi. Il proprietario della vasta tenuta mi riferì, ad esempio, che qua e là, durante le operazioni stagionali di aratura, affioravano frammenti di architravi e di colonne come quelli che nel 1933, con le scritte mutile di ADRIA, TRAIAN, VETV3, vennero alla luce nel corso dei lavori di sterro per le fondazioni di una casa colonica. Orbene, nonostante queste eloquenti indicazioni, nessuna iniziativa è stata mai presa per l?esplorazione sistematica della zona. La quale, al pari di altre aree archeologiche della Maremma, rimane di fatto dimenticata e priva di qualunque tutela. Cosicché, a nulla è valso che la romana Heba, al pari delle circonvicine Caletra e Statonia, abbia rivelato le tracce della propria presenza. Anzi, considerando gli inevitabili pericoli ai quali vanno incontro inevitabilmente i suoi resti, sarebbe stato meglio che fosse rimasta ignota. Intanto, mentre le testimonianze del suo remoto passato subiscono l?offesa della generale indifferenza e i danni che fatalmente ne derivano, Magliano in Toscana addolcisce il calice delle amarezze archeologiche con le sue prerogative paesaggistiche, ambientali e monumentali (la romanica chiesa di San Martino del Mille, il Palazzo dei Priori, la chiesa di San Giovanni Battista del Trecento, il Palazzo di Checco Bello, la Chiesetta dell?Annunziata con una Madonna del Neroccio) che ne fanno un paese ospitale e ricco di interesse. Un paese da visitare. Alfio Cavoli NOTE 1 Il cippo si trova nella sala consiliare del Municipio di Magliano in Toscana. 2 Simona Marianelli nel volume Archeologia a Magliano in Toscana a cura di Paola Rendini e Marco Firmati (Nuova Immagine Editrice, Siena, 2003) sostiene che la legge rogata riferita alle esequie di Germanico (Roma 15 a.C. - Antiochia 19 d.C.) è databile all?anno successivo. 3 Dal volume citato nella nota precedente si apprende che i tre frammenti sono andati perduti. SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Tre vecchi libri di Alessandro Angeli, ma assai spassosi e assolutamente da leggere! I libri in questione sono «Io non sono la COOP. Infelice epilogo di uno stagionale nel tritacarne della grande distribuzione»(2016), «Sordomutuo. Come diventare il più grande scrittore del tuo condominio nonostante la famiglia» (2017), «Adius. L?ultima telefonata» (2017) tutti pubblicati nella collana Strade bianche di Stampa Alternativa, tre volumi ? da leggere, possibilmente in sequenza ? i cui relativi sottotitoli chiariscono in nuce dove l?autore vuole andare a parare? DI DANIELA CAVOLI G ran parte dei lettori di «Maremma Magazine», se non tutti, conoscono Alessandro Angeli per aver gradito su queste pagine, le sue, dedicate ad altri scrittori. Sono apparsi, tempo addietro, infatti, sulla rivista, esaustivi articoli d?argomento letterario su nomi noti della narrativa maremmana i quali ? essendo anche ben inquadrati sulla Alessandro Angeli 112 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 o sulle particolarità dell?uno o dell?altro autore ? potevano suscitare il desiderio di affrontarne o approfondirne la lettura passando, spesso, dal bel foglio patinato e nuovo a quello odoroso di vite diverse, di dita umettate, di polvere azzurrina impercettibile, ma certa, e viceversa. La freschezza è un dono da carpe diem, ma la vecchiaia non sempre un peso, potrebbero gridare i tomi in quartini, ottavi e sedicesimi dagli scaffali sui quali i loro amanti li hanno custoditi formando biblioteche, prima di tutto ? e mi ripeto ?, odorose del piacere di leggere. Alessandro Angeli, forse, non fa parte di una delle generazioni di lettori amanti anche dei gusti del tatto e dell?olfatto, ma in mezzo ai libri vive e, da loro, traeva nutrimento non solo dello spirito. Li proponeva agli altri. Li consigliava, non indugiando troppo ? mi è parso di individuarlo bene questo lato del suo carattere quando l?ho incontrato qualche anno fa ? sulla sua innata timidezza. La bancarella ordinata, un panchetto dietro a quella per leggere ? seduto ? il suo prescelto del momento nei momenti di stasi (a ben guardare, almeno in quell?occasione, tanti e snervanti il giusto anche per i Siddharta più allenati visto che, quel giorno, il fiume di aspiranti lettori sembrava piuttosto in secca). Alessandro Angeli, in mezzo ai libri, suoi, ha vissuto e sono certissima che non abbandonerà il ?luogo? così intimo e al tempo stesso socialmente impegnativo in futuro. Ha scritto, per l?età che possiede, moltissimo. Quando ispirandosi a storie vere, delle quali coglie appieno il valore civile e storico mentre le contestualizza nelle singole diverse epoche. Quando di pura immaginazione e, quando ? è il caso dei tre volumi oggetto di questo pezzo ?, intimiste. La sua prosa potrebbe dirsi eclettica visto che è al servizio delle pagine e della forma che intende far loro prendere. Il fatto è testimonianza evidente di un incedere avventuroso tra stili e lemmi ad hoc, nel raccontare la sua versione di storie (vere o immaginate che siano) tutte con un comune fil rouge. Il protagonista di turno si aggira nel suo mondo cercando di reagire alla propria condizione, umile, schiavizzata, senza colpa e senza dignità circondato da coloro che la subiscono tacitamente. I personaggi al centro dell?attenzione di Alessandro Angeli, spesso, sono umili eroi (di Socci si è persa la memoria?) che si affrancano dalla disperazione con una vita fuori dal gregge e, spesso, proprio per dare una voce anche al gregge. Anche il lui dei libri, pubblicati nella collana Strade bianche di Stampa Alternativa: «Io non sono la COOP», «Sordomutuo», «Adius» ? i relativi sottotitoli chiariscono in nuce dove l?autore vuole andare a parare ? incespica in una storia presente, quindi nostra, non adatta al proprio temperamento, alla propria indole. Non adatta a molti, sembra lanciare il messaggio cifrandolo con ridanciana ironia Alessandro Angeli. Autoironia, soprattutto, che apre e richiude nell?immediato le porte dell?abbattimento impossibile. Si deve soprassedere sulla malinconia. C?è la vita ? questa ? e bisogna viverla. Dalle riflessioni esplicite e intime del personaggio centrale viene fuori un racconto reale, epopea frizzante e silenziosamente maldicente sull?uomo comune che accetta in modo irresponsabile di abituarsi alle abitudini altrui. Sono da leggere tutti e tre e in sequenza per comprendere come mai ? a me è successo ? all?ultima pagina dell?ultimo, ti trovi a cantare pietosamente con Angeli-protagonista ciò che ammette Angeli-autore. Da leggere spaparanzati, a casa, al mare, in montagna o seduti su un autobus, oggi o domani, non fa differenza. Dal trittico risulta un ritratto non mutabile di quest?epoca senza appigli dipinto realisticamente, ma con leggerezza. Un libro, se è scritto bene e trasmette o testimonia qualcosa, non diventa mai vecchio. Alessandro Angeli nasce a Roma nel 1972. La sua famiglia d?origine si trasferisce, poco dopo, a Grosseto dove l?autore risiede tutt?ora con la propria. Scrive, si laurea in Lettere, intraprende la carriera di venditore ambulante di libri, collabora con un?agenzia letteraria, insegna da precario, il tutto mentre scrive (la ridondanza è necessaria). Pubblica con disparati editori numerose opere, tra le quali: Fuori stazione (2006) Maginot (2008, 2013) Ragazzo fiume 4 novembre 1966: la città sott?acqua (2011) La lingua dei fossi Ballata criminale di Domenico Tiburzi (2010, 2015) Mare di vetro (2012) Napoli circonvallazione Nord (2014) Transmission Vita morte e visioni di Ian Curtis, Joy Division (2014). Nostra patria è il mondo intero Biografia in libertà di Antonio Gamberi, poeta del popolo, pastore, minatore, antifascista (2016). Io non sono la Coop Infelice epilogo di uno stagionale nel tritacarne della grande distribuzione (2016). Sordomuto Come diventare il più grande scrittore del tuo condominio nonostante la famiglia (2017) Adius L?ultima telefonata (2017) Combattevamo i fascisti per mare e per terra Vita e ballate di Woody Guthrie (2018) Pam e Jim Una preghiera americana (2019) The Clash 1977 - R. I. Punk Joe Strummer (2020) Morrissey The eternal boy (2021) Radici nel cielo. la rivolta mistica di Bob Marley (2022). Innumerevoli sono le presentazioni dedicate ai suoi libri oggetto di readings letterari in giro per l?Italia. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 113 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Castiglione della Pescaia nel racconto di Dario Viti Presentato il libro ?Castiglione della Pescaia - I Luoghi nella Storia? scritto da Dario Viti. Il ricavato dalla vendita (ad offerta) destinato alla locale Croce Rossa. Sarà vincolato al sostegno delle famiglie castiglionesi bisognose È stato presentato poco prima di Ferragosto a Castiglione della Pescaia, nella cornice della Darsena, Molo Cini, il libro di Dario Viti dal titolo ?Castiglione della Pescaia ? I Luoghi nella Storia?. Con l?autore sono intervenuti all?incontro la prof.ssa Elena Nappi sindaca di Castiglione della Pescaia, il prof. Leonardo Rombai Università di Firenze, l?antropologo e scrittore Paolo Pisani, l?avvocato Fabio Tavarelli per Blue Factor e il dottor E. Montefalchesi per la C.R.I. Ha moderato la serata Francesca Ciardello. L?autore presenta così il suo libro: «Ho realizzato questo libro trascrivendo una serie di video racconti di luoghi castiglionesi particolari, in parte dimenticatici e comunque da me ritenuti caratteristici per la visione storica e sociale della comunità. Siamo a cavallo tra la fine del 2020 e l?inizio del 2021 nel pieno della seconda ondata del Covid-19, assieme all?inseparabile Frida, Pastore Belga Malenois, a bordo dell?Apino rosso, mi sono recato in quei luoghi e, sul posto, ne ho narrato la storia, cercando anche di andare oltre, proponendo e stimolando soluzioni futuristiche avendo a cuore le sorti di Castiglione della Pescaia e della Maremma. Il mio pensiero va a questo territorio balneare, naturale, archeologico, culturale e storico, perennemente in bilico tra acqua e suolo, tra terra e mare, che forma una fascia ininterrotta e splendente tra le spiagge sabbiose e il verde di un entroterra ancora selvaggio, facente parte della Maremma, ?la prima inferma, bisognosa di assistenza, bella e ricca di speranze?, come la definì Canapone l?ultimo illuminato di Toscana». Da ricordare che le 500 copie del libro, stampato con il contributo della Blue Factor, nel corso della serata sono state donate alla Croce Rossa di Castiglione della Pescaia che le ha messe in vendita ad offerta, con ricavato vincolato per le famiglie castiglionesi bisognose. Nella foto un momento della presentazione a Castiglione della Pescaia 114 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 Dario Viti nasce da famiglia contadina in Val di Loro di Castiglione della Pescaia il 16 febbraio del 1948, frequenta le scuole elementari con il Maestro Bartoli in Loc. il Brocco, l?Avviamento Professionale e l?Istituto Tecnico Industriale a Grosseto. Dipendente del Comune di Castiglione dal 1972 al 1989, nel 1990 viene trasferito all?Ufficio del Genio Civile di Grosseto fino al pensionamento nel 2011. Si appassiona alla politica durante il sessantotto e ne diventa protagonista. Nel 1972 si iscrive al P.C.I. e nel 1974 è Segretario della Sezione di Castiglione. Dal 1980 al 1990 viene eletto Consigliere, poi Capogruppo e Assessore alla Provincia di Grosseto. Nel 1987 lancia l?idea, che si realizzerà, parzialmente dopo 30 anni, di trasformare il centro del Paese in Isola pedonale. Nel 1989 organizza a Punta Ala il primo Convegno Nazionale sul turismo degli enti locali. Nel 1990 è Sindaco di Castiglione. Nel 1991 conferisce la cittadinanza onoraria al Maestro Sir George Solti. Dal 2005 al 2015 fa parte della Segreteria e del Comitato Direttivo del Circolo del P.D. di Castiglione della Pescaia, in cui è tutt?ora iscritto. SCOPRI AZIENDE AL TOP| Storie di imprese e di imprenditori di Maremma Biscottificio La Botte e Pasta Silvia Bargagli, specialità della tradizione maremmana tutte da gustare È una bella storia di successo l?attività più che ventennale del Biscottificio La Botte, il laboratorio a conduzione familiare di Silvia Bargagli nato come ?spin-off? del Ristorante La Cantina di Palazzo Ghio di Scansano e sempre più apprezzato per la qualità e genuinità della sua ampia offerta di dolci e pasta tipici della tradizione maremmana DI ELISABETTA RUSSO 116 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 A ndiamo oggi a conoscere una bella realtà imprenditoriale di Scansano a gestione familiare. Si tratta del Biscottificio La Botte, nato intorno al 2002 da un?intuizione di Silvia Bargagli, già ristoratrice e cuoca di lunga esperienza presso il ristorante di sua proprietà La Cantina di Palazzo Ghio. Dai biscotti alla pasta fresca Osservando l?ottimo gradimento da parte dei clienti del ristorante dei suoi dolci fatti in casa, Silvia ebbe l?idea di produrne in maggior quantità per poterli vendere a fine pasto. Così nacque il laboratorio di preparazione dei biscotti e dolci, situato in prossimità del ristorante e realizzato in una vecchia stalla, un locale ricco di storia dove ben si inserisce un?attività incentrata sulla valorizzazione dei prodotti tipici. Inizialmente i prodotti venivano venduti al dettaglio al ristorante, dove c?è tutt?ora un bell?angolo con l?esposizione dedicata alla vendita? mano a mano, col crescere della conoscenza e dell?apprezzamento dei prodotti, la vendita si è estesa verso negozi e aziende ristoratrici del grossetano, poi della Toscana fino a raggiungere alcuni punti di vendita all?estero in Olanda, Irlanda, Francia. Costruendo su questo successo, e di nuovo sull?esperienza maturata al ristorante sul gradimento della pasta fatta in casa, Silvia decise nel 2012 di allargare l?attività del biscottificio alla produzione della ?Pasta Fresca Silvia Bargagli? per la vendita al dettaglio, che è indirizzata ai clienti del ristorante, a privati e ad aziende ristoratrici del grossetano. Un?eccellenza di Maremma Questa azienda come si è detto è a gestione familiare, con radici fortemente maremmane e di cui è ben evidente ed apprezzata l?impronta nei prodotti. Silvia Bargagli, titolare, ?maremmana doc? come lei si definisce, si occupa del laboratorio di preparazione, mentre il figlio Nicola gestisce la logistica. Un bell?esempio questo di una realtà d?eccellenza maremmana grazie alla passione per il proprio lavoro e al profondo amore per il territorio, tramandato attraverso varie generazioni fino ai più giovani che hanno deciso di rimanere a Scansano guidati appunto dal desiderio di poter contribuire sempre di più all?e- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 117 SCOPRI ???? L?azienda è specializzata nella produzione di biscotti e pasta fresca per la vendita al dettaglio, indirizzata ai clienti del ristorante, a privati e ad aziende ristoratrici del grossetano conomia del territorio profondamente amato. ?Sono molto soddisfatta ? commenta Silvia ? dell?andamento di questa attività, che continua a dare buoni risultati. La mia strategia è quella di fornire prodotti tipici e tradizionali preparati secondo le ricette della nonna e con materie prime rigorosamente selezionate e del territorio. La positiva risposta dei clienti parla da sé, abbiamo un?alta fidelizzazione che testimonia la qualità della nostra offerta, e continuiamo ad avere nuovi clienti, sempre più anche fuori del grossetano ed addirittura all?estero?. La conoscenza e apprezzamento dei prodotti dell?azienda è anche il risultato dello sforzo messo dalla famiglia per partecipare a eventi del settore, come ci racconta Nicola: ?Abbiamo spesso partecipato ad eventi enogastronomici, come Gustatus ad Orbetello e varie fiere tra cui a Cremona e Viterbo. Sono stati tutti momenti di grande importanza per far conoscere i nostri prodotti. È nostra intenzione continuare anche in futuro con queste attività, che hanno sicuramente dato un impulso alla crescita delle nostre vendite soprattutto al di fuori della Toscana?. I dolci del Biscottificio La Botte Andiamo dunque a conoscere meglio i prodotti, tutti con l?impronta della cucina semplice, genuina e tradizionale di Silvia e con la ricerca attenta delle 118 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2023 materie prime, preferibilmente provenienti dalla zona o comunque dalla Toscana. La produzione include prodotti in vendita tutto l?anno ed alcuni prodotti stagionali preparati per le festività di Pasqua, dei Morti e di Natale. Tra i prodotti per tutto l?anno troviamo come biscotti dolci i tipici anicini al Morellino, vinsantini e cantucci, e come prodotti salati tozzetti e grissini. Gli anicini al Morellino sono preparati, senza uovo e burro, con olio EVO e Morellino di nostra produzione? i tozzetti ripropongono in forma diversa i tradizionali biscotti di Roccalbegna, la cui ricetta è stata tramandata a Silvia dalla nonna originaria appunto di Roccalbegna. I prodotti stagionali includono: per le celebrazioni del 2 Novembre le ???? Silvia Bargagli: ?Sono molto soddisfatta dell?andamento di questa attività, che continua a dare buoni risultati. La mia strategia è quella di fornire prodotti tipici e tradizionali preparati secondo le ricette della nonna e con materie prime rigorosamente selezionate e del territorio? buona cucina di Silvia se si ha voglia di un pranzo o una serata all?insegna della tradizione, dall?antipasto al dolce, per gustare un trionfo di sapori tipici maremmani e a fine pasto portarsi a casa il ricordo di questi sapori nei prodotti che si possono acquistare. Silvia Bargagli vi aspetta per offrirvi il meglio della sua cucina e del suo laboratorio. Contatti Vendita prodotti Biscottificio e pastificio presso La Cantina di Palazzo Ghio, via della Botte 1 - Scansano (Gr), tel. 348 4854615. schiacce per i Morti, tipica specialità tradizionale di Scansano a base di farina, olio, fichi e noci? per Natale panettoni artigianali ricoperti di glassa e mandorle, cavallucci (dolcetti natalizi) e panforte che non può mancare? per Pasqua troviamo colomba glassata, schiaccia dolce di Pasqua, che è un dolce di pasta gialla con anice ed altri aromi, e il pane con la ricotta, con ricotta fornita dal caseificio il Fiorino di Roccalbegna che non necessita di presentazione. La Pasta Fresca Silvia Bargagli Anche e soprattutto per la pasta l?esperienza decennale di Silvia in cucina per il ristorante le permette un?offerta di grande qualità ? messa a punto nel tempo ?sul campo? ? e che risponde alle aspettative dei clienti. L?offerta di pasta fresca include i tra- dizionali ed immancabili tortelli ricotta e spinaci, con ricotta del caseificio il Fiorino, tagliatelle, pappardelle, maltagliati, pici, e la sfoglia per lasagna. Troviamo anche gli gnocchi di patate, preparati come quelli fatti in casa partendo dalle patate bollite, oltre ovviamente alla farina e alle uova. La pasta viene venduta in confezioni di vario peso, da 0,5 kg a 1,5 kg, e per chi è interessato Silvia è anche lieta di dare preziosi suggerimenti sulla base della sua esperienza su come condirla per aver la migliore esperienza gustativa a casa. Tutte le preparazioni del biscottificio e del pastificio si possono acquistare presso il ristorante La Cantina di Palazzo Ghio. Questa può essere anche un?occasione per i visitatori che vengono da fuori per fermarsi a godere della PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 119 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Il ?Cacio di Afrodite? del Caseificio ?Il Fiorino? miglior prodotto italiano del mondo Nei giorni scorsi il pecorino del Caseificio Il Fiorino, ?Cacio di Afrodite? è stato premiato a Londra come il miglior prodotto italiano al mondo con la prestigiosa Golden Fork From Italy. Agela Fiorini e Simone Sargentoni: ?Un?esplosione di gioia per tutti i sacrifici che facciamo e per le difficoltà di fare impresa in Italia? Q ual è il miglior prodotto italiano del mondo? Il Cacio di Afrodite del Caseificio Il Fiorino che ha conquistato la Golden Fork from Italy. La notizia è arrivata nei giorni scorsi da Londra, dove, nell?ambito 120 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 del concorso Great Taste Awards, organizzato da The Guild of Fine Food, sono state assegnate le prestigiose ?Forchette d?oro?, uno dei riconoscimenti internazionali più importanti del settore food and beverage. Il Cacio di Afrodite era già stato selezionato da una giuria di oltre 500 esperti come uno 36 migliori prodotti al mondo, dopo una scelta su 14mila prodotti. Sempre nella stessa giornata il Caseificio il Fiorino ha fatto conquistato 9 medaglie, di cui quattro ori, al Mondiale du Fromage di Tours in terra francese. Una storia di famiglia e di successi. Gli ultimi riconoscimenti ottenuti in Francia ed Inghilterra si inseriscono in una storia che la famiglia Fiorini sta scrivendo, da oltre due secoli, alle pendici del Monte Amiata. Una storia in cui la tradizione casearia si tramanda di generazione in generazione, sempre attenta alle novità e ai mutamenti dei tempi. Un altro elemento chiave di tanti successi è il legame profondo con il territorio, quella Maremma che si ritrova nei pecorini de Il Fiorino rendendoli unici. Il Cacio di Afrodite. Nel 2006 Angela Fiorini e Simone Sargentoni avevano dato forma e sostanza a una visione casearia che si concretizzò con la Riserva del Fondatore, un grande pecorino nel gusto e nelle dimensioni che, ad oggi, è tra i formaggi più premiati e amati al mondo. A distanza di 15 anni è nato il Cacio di Afrodite, frutto di un lungo lavoro di ricerca, portato avanti con passione e dedizione da Angela e Simone, per ottenere questo pecorino semicotto stagionato, prodotto con il Angela Fiorini e Simone Sargentoni miglior latte di Maremma e maturato nella grotta naturale dei Fiorini, scavata nella roccia di Roccalbegna. Il Cacio di Afrodite si distingue per la forma allungata, per il gusto equilibrato, piacevole ed armonico e per un sapore mediamente intenso con sentori di latte, frutta secca un profumo lattico e di burro. Da quando è stato lanciato sul mercato nel 2021 il Cacio di Afrodite ha incontrato, fin da subito, il consenso delle giurie internazionali. Al Great Taste Awards 2021 conquistò 2 stelle e fu decretato come ?Pecorino eccezionale, oltre il delizioso?. Sempre nel 2021 sono arrivati il Bronzo all?International Cheese Awards nella categoria ?Miglior nuovo prodotto? e l?oro al ?World cheese Awards? di Oviedo in Spagna. Nel 2022 il Cacio di Afrodite conferma le sue performance, aggiudicandosi 2 stelle al Great Taste Awards, un Bronzo all?International Cheese Awards e un argento al Mondiale dei formaggi 2022 di Newport nel Regno Unito. L?esplosione di gioia in casa Fiorini. ?Quando abbiamo seguito in diretta la premiazione ? spiega Angela Fiorini e Simone Sargentoni de Il Fiorino ? siamo letteralmente esplosi di gioia. Era già stato straordinario essere inseriti tra i 36 finalisti al mondo, ma arrivare a vincere la Golden Fork come migliore prodotto italiano è stato incredibile ed emozionante. In soli due anni dal lancio sul mercato il Cacio di Afrodite sta spopolando tra i nostri Pecorini e si conferma come ?fratello gemello? della nostra Riserva del Fondatore, ?Re? del nostro Caseificio?. ?Vogliamo ringraziare ? dicono ancora Angela e Simone ? la nostra famiglia, soprattutto le nostre figlie, che hanno sempre supportato e sopportato il nostro lavoro, fatto di tanti sacrifici, di assenze e di tanti momenti belli ma anche bui. Già fare impresa in Italia è difficile, ma portare avanti un?attività artigianale dal 1957 con questi risultati straordinari da un piccolo paese alle pendici del Monte Amiata, molto spesso, è un?impresa titanica. In circa 70 anni di storia abbiamo mantenuto alcuni fondamentali punti fermi. Il primo è la qualità delle materie prime, a cominciare dal latte: proveniente solo da allevamenti ovini di Maremma. Una scelta che è diventata il nostro segno distintivo. Il secondo è la cura in ogni dettaglio: dal latte alla selezione dei prodotti per gli aromatizzati, fino al sale, al caglio o al legno per le assi di stagionatura. Il terzo punto fermo è l?artigianalità. Ogni forma viene lavorata a mano, toccata, girata e accompagnata in tutte le fasi del processo caseario. Tutto questo, insieme alla nostra energia e alla nostra passione ci porta a ottenere risultati straordinari che, siamo sicuri, non finiranno oggi ma cre- sceranno ancora insieme al nostro entusiasmo e alla nostra voglia di rappresentare l?eccellenza del Made in Italy?. Con la Golden Fork sono arrivate anche 9 medaglie dalla Francia. Quasi in contemporanea con la conquista della Golden Fork a Londra il Fiorino ha fatto incetta di medaglie anche al Mondial du Fromage di Tours, uno dei concorsi più importanti al mondo dedicati alle eccellenze lattiero casearie. La città francese è considerata una capitale internazionale della gastronomia, non ha caso qui si svolge il Mondiale dei formaggi che negli anni è diventato punto di riferimento per i concorsi caseari. Anche questa edizione ha visto quasi 1000 prodotti in gara in rappresentanza di circa 50 Paesi. Il Fiorino si è imposto con nove medaglie anche a Tours, in una terra ?difficile? come quella francese, con una tradizione casearia importante. Non è la prima volta: dal 2013 a oggi i formaggi de Il Fiorino hanno ottenuto 16 medaglie. Dall?ultima edizione sono arrivati: quattro ori per il Cacio di Afrodite, il Cacio di Caterina, il Bartarello stagionato a latte crudo e la Riserva del Fondatore Special Edition? tre argenti per il Cacio di Giove, il Cacio di Venere e la Riserva del Fondatore e un bronzo per il Semistagionato del Fiorini. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 121 GUSTA WINE & FOOD NEWS A ROSA, ROSATI, ROSÉ SOFFIA IL VENTO DI MAESTRALE PER FATTORIA MANTELLASSI L?eccellente rosato dell?azienda di Magliano in Toscana si aggiudica, con un punteggio di 96/100, La Rosa d?Oro e la Gran Menzione Anche quest?anno, per la quinta edizione del prestigioso Concorso Enologico Nazionale dedicato ai vini rosé, la commissione di degustazione ha deciso di premiare e presentare Maestrale di Fattoria Mantellassi all?interno della Guida Rosa, Rosati, Rosè 2024 di Renato Rovetta. Anche? Sì, perché già nel 2022 questo vino straordinario si era aggiudicato il Premio Etichetta. Ma, questa volta è stato ?il contenuto? a conquistare i raffinati palati della giuria di esperti tanto da assegnargli un punteggio di 96/100 che gli ha valso la Rosa d?Oro e la Gran Menzione. Un riconoscimento importante, se si pensa che, in concorso, c?erano ben 400 vini! Maestrale di Fattoria Mantellassi è uno dei fiori all?occhiello delle vigne dell?azienda, un?eccellenza che, già dal nome, rivela la sua appartenenza al territorio. Un nome che si riferisce a quel particolare vento del Nord Ovest che soffia in Maremma e che è di grande aiuto per un buon sviluppo delle viti e 122 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 stampa si terrà il 16 ottobre 2023 presso il Ristorante ?Al guelfo? - Salone delle Feste - Riva di Solto - Lago di Iseo - Bergamo. Per maggiori informazioni: www.fattoriamantellassi.it la maturazione delle uve. Il vitigno è il ciliegio, un?uva che, in passato, era utilizzata prevalentemente come complemento al più famoso Sangiovese ma che, nel tempo, ha trovato uno straordinario connubio, rivelandosi la perfetta espressione di un rosé dall?eccezionale bouquet. Un vino fresco, profumato e di pronta beva, intensamente fruttato, con il sentore di petali di rosa appena colte, di frutti di bosco e che, nel retrogusto finale, mantiene la nitidezza della frutta. Inoltre, il suo colore rosato ne testimonia la naturalezza. Maestrale di Fattoria Mantellassi è perfetto per la tavola dell?estate ma non solo. Ottimo con gli antipasti, con i primi delicati e persino con il pesce, ideale persino come aperitivo. La cerimonia di presentazione alla IL CONSORZIO VINO TOSCANA RICONOSCIUTO DAL MINISTERO DELL?AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE Il Consorzio Vino Toscana ha ottenuto il riconoscimento ufficiale dal Ministero dell?Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste della Repubblica Italiana con Decreto n. 423141 del 21 Agosto 2023. Un traguardo importante per il medesimo Consorzio, che porta in questo modo a compimento il progetto di rinnovamento sviluppato a partire dal 2019, con l?inizio della presidenza di Cesare Cecchi. Come è noto, per essere riconosciuto dal MASAF, un Consorzio deve rappresentare almeno il 35% dei produttori e il 51% della produzione della Denominazione o Indicazione Geografica da tutelare; il Consorzio Vino Toscana supera ampiamente questi parametri, dal momento che rappresenta oltre il 39,5% dei produttori e oltre il 58% della produzione. «Sono molto soddisfatto del raggiungimento di questo obiettivo ? ha dichiarato il presidente del Consorzio Vino Toscana Cesare Cecchi ? che arriva a coronamento di un intenso periodo di lavoro durato quattro anni; un lavoro complicato perché partivamo quasi da zero e perché abbiamo lavorato due dei quattro anni in pandemia. Ritengo che questo traguardo, raggiunto anche grazie all?impegno profuso dalla Regione Toscana che ringraziamo, sia un punto di partenza, per poter finalmente sviluppare i programmi di gestione, tutela, vigilanza e valorizzazione che i vini Toscana IGT meritano; un Consorzio che rappresenti tanti produttori di tutta la Regione e che sia inclusivo e rappresentativo delle aziende che credono nel brand ?Toscana?.» Infatti proprio per l?importanza che il Consorzio Vino Toscana riveste rappre- sentando ben 1594 soci produttori tra i più rappresentativi della Toscana vitivinicola ed una produzione totale certificata di circa 95,5 milioni di bottiglie di vini Toscana IGT con una quota di export di ben il 69%, la Regione Toscana ha assunto un ruolo determinante nel processo di riconoscimento. Con l?ottenimento del riconoscimento, il Consorzio Vino Toscana, quale unico organismo riconosciuto e di riferimento per tutta la produzione dell?indicazione geografica Toscana IGT potrà adesso implementare di molto la propria azione a cominciare dalla Tutela: grazie a questo sarà infatti possibile confrontarsi direttamente con le autorità dei Paesi di tutto il mondo, per un?efficace azione contro le imitazioni Andrea Cecchi e le contraffazioni. Il Consorzio Vino Toscana potrà inoltre attuare le politiche di gestione della Indicazione Geografica Tipica Toscana insieme alle autorità regionali e nazionali italiane e sarà più facile anche sviluppare le attività di vigilanza sulla produzione e la commercializzazione dei prodotti. Non meno importante sarà infine la realizzazione di iniziative di valorizzazione, per far conoscere sempre di più e meglio i vini Toscana IGT in Italia e nel mondo. Un ruolo nuovo dunque per il Consorzio, che va ad arricchire ? con quelli conferitigli dal riconoscimento ? i suoi già importanti compiti, in materia di gestione, tutela e valorizzazione del vino Toscana IGT. Il Morellino di Scansano protagonista nel Regno Unito Il Consorzio Tutela del Morellino di Scansano DOCG ha promosso l?identità del Sangiovese della Costa Toscana al Taste of Italy, nel Regno Unito, a Brighton, con la partecipazione di buyers e operatori della comunicazione T appa Oltremanica per il Morellino di Scansano che continua il suo percorso di crescita ed espansione nei principali mercati internazionali. Lo scorso 6 settembre Brighton è stata la città scelta per ospitare A Taste Of Italy, l?evento organizzato in collaborazione con il Consorzio delle Venezie, pensato per valorizzare in maniera trasversale e originale il posizionamento di questo grande rosso toscano nel Regno Unito. L?appuntamento che si è svolto a Rockwater Hove, splendida location esclusiva a due passi dal mare, ha dato ai rappresentati del Consorzio l?opportunità di incontrare una platea qualificata di buyers, giornalisti e influencer e supportare così la crescita e la diffusione della storica denominazione della Maremma. ?La nostra presenza a Brighton ? ha detto Alessio Durazzi, direttore del Consorzio di Tutela ? è parte integrante di una strategia di internazionalizzazione con cui stiamo presidiando i principali mercati esteri per raccontare, promuovere e valorizzare le caratteristiche uniche del Morellino. Nel Regno Unito, uno dei bacini più interessanti per i nostri vini, le importazioni per il comparto agroalimentare italiano hanno ripreso a crescere a doppia cifra. Abbiamo pensato quindi di invitare una selezionata platea di operatori specializzati per allargare su nuovi e precisi target il pubblico degli amanti di questo vino. Taste of Italy, infatti è stata una vetrina che ci ha permesso di proseguire questo percorso e dare continuità al lavoro mirato di internazionalizzazione degli ultimi anni. L?obiettivo è quello di incrementare la presenza del Morellino in particolare nel mondo della ristorazione e delle enoteche di qualità e supportare così il nostro posizionamento come uno dei vini più identitari della Toscana?. Nel corso dei vari momenti del programma di A Taste of Italy, il Consorzio ha fatto scoprire le diverse anime del Morellino di Scansano, la sua essenza e la bellezza dei borghi che caratterizzano il territorio della deno- minazione. Dopo la presentazione, si è svolta una degustazione cibo/vino dove ?il Sangiovese by the sea? ha svelato la sua identità e le sue tipologie attraverso tre isole tematiche dedicate ?All?annata 2022?, ?Alle annate fino al 2021? e ?Alle Riserve?. La selezione delle etichette di Morellino di Scansano ha accompagnato le portate a base di carne e di pesce. Per queste ultime, il vino è stato servito ad una temperatura leggermente più bassa per esaltare la morbidezza del gusto e la freschezza del Sangiovese che si affaccia sul mare. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 123 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Fattoria del Buon Profumo, uno stile di vita naturale che porta in tavola un olio top La Maremma come luogo in cui far decollare un progetto imprenditoriale nel campo dell?olio all?insegna della natura, della salubrità, della bontà e della qualità della vita. Tutto questo è ciò che sta dietro la Fattoria del Buon Profumo la scommessa maremmana di Nannina Orlandi e del marito in quel di Castiglione della Pescaia DI DEBORAH CORON 124 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 ? Piccolo, straordinariamente buono e di eccellente qualità?: è la sintesi del progetto imprenditoriale alla base della Fattoria del Buon Profumo, azienda dedita all?agricoltura naturale e biologica, incentrata nella produzione di olio di altissimo livello. Siamo nella zona di Castiglione della Pescaia ed i protagonisti di questo percorso sono Nannina Orlandi ed il marito che insieme hanno scelto di lasciare la grande città per dedicarsi anima e corpo, proprio qui in Maremma, all?ulivicoltura e alla coltivazione di piante aromatiche e spezie. Poco più di una decina di ettari in tutto, sette dei quali riservati agli olivi, altri due al bosco ed un altro ettaro e mezzo alle erbe aromatiche. Completano il quadro un piccolo invaso naturale, un piccolo giardino con orto. Ne parliamo con Nannina Orlandi, che della Fattoria è l?amministratrice unica. Perché avete scelto proprio la Maremma per la produzione dell?olio e degli oli essenziali? Siamo arrivati a Castiglione della Pescaia come turisti di questa bella località di Maremma scelta per i riconoscimenti ottenuti sul fronte della qualità ambientale. Quindi, sulla spinta di un ritorno alla natura io e mio marito abbiamo deciso di lasciare la grande città, per il posto incantevole, ma poi siamo finiti per vivere al fianco dei nostri ulivi biologici, delle nostre piante aromatiche e delle spezie, in mezzo alla natura, alla qualità e alla bontà, decidendo di portare avanti un progetto di gestione dell?agricoltura naturale e biologica, accettazione della biodiversità e rispetto delle specialità di origine protetta. Infine, siamo arrivati ad essere promotori di una idea: ?piccolo, straordinariamente buono e di eccellente qualità? per la nostra salute e quella dei nostri amici. Come è strutturata la vostra azienda? Sette ettari sono a monocoltura di olive, con 4 cultivar toscane: Frantoio, Leccino, Maurino e Moraiolo con un sesto tradizionale di 6 metri x 6? altri due ettari di bosco con querce, erica, sughere, lecci e piante aromatiche del sottobosco. A questi vanno aggiunti circa un ettaro e mezzo di erbe aromatiche: lavanda, origano, maggiorana, rosmarino, timo, assenzio, melissa ed altre in maniera inferiore. Completano la Fattoria del Buon Profumo quasi un ettaro di invaso naturale, il nostro laghetto, che abbiamo dedicato alla raccolta delle acque piovane per attenuare la siccità, sempre più ricorren- PRIMO PIANO ? GUSTA ? 125 GUSTA ???? Poco più di una decina di ettari in tutto, sette dei quali riservati agli olivi, altri due al bosco ed un altro ettaro e mezzo alle erbe aromatiche. Completano il quadro un piccolo invaso naturale, un giardino con orto te con il cambio climatico. E lo stiamo tenendo attivo per non sfruttare il sottosuolo con pozzi artesiani. E per finire abbiamo quasi un ettaro di giardino e di orto come area di rispetto alle corti degli annessi, della casa e dei siti di stoccaggio, ma anche per vivere in modo sano a partire dalla nostra abitazione. Quali sono i principi a cui vi ispirate nella coltivazione della terra? Coltiviamo, naturalmente e biologicamente quotidianamente i nostri alberi d?olio. E lo facciamo riconoscendo i passi avanti nella vegetazione, vedendo apparire i fiori ricamati sui rami, capendo dai colori delle foglie se hanno bisogno d?acqua. Vediamo le piccole drupe e le proteggiamo dalle avversità, fino a quando non arrivano a maturazione. Poi dopo la raccolta le accompagniamo al frantoio. E non finisce qua. Anche dal frantoio in poi le seguiamo e le tracciamo per dare a tutti la certezza della qualità del nostro olio, Biologico e IGP toscano. Poi altri aspetti importanti: non utilizziamo concimi o mezzi meccanici, o meglio li usiamo ma solo lo stretto necessario, concimiamo il suolo con la pratica del sovescio e aiutiamo nel contempo la proliferazione di insetti ?buoni? per digerire il suolo e difendere le nostre produzioni. La fattoria del Buon Profumo non è solo produzione d?olio extravergine d?oliva, ma è un?azienda che sperimen- 126 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 ta l?innovazione partecipando ad un progetto europeo teso al miglioramento della qualità e della vita quotidiana in agricoltura. Siamo un?azienda agricola che dimostra che le tecniche di produzione a basso impatto ambientale possono convivere con il sistema economico attuale. Non vi è il bisogno di sfruttare la terra con tecniche e produzioni super intensive. Parliamo del vostro olio, delle proprietà, delle caratteristiche e della produzione? L?olio viene prodotto solo con olive raccolte a mano, nel giusto giorno di maturazione, olive che dopo appena tre ore sono già al frantoio per essere lavorate con cura ed attenzione? il succo delle olive viene ?debitamente? estratto a freddo e conservato immediatamente in contenitori sterili e senza ossigeno, sigillati, mentre aspettiamo analisi, certificazioni e test dai panel degustativi. Il nostro è un olio da usare a crudo, come condimento a fuoco spento, per esaltarne le caratteristiche e gustarne tutte le qualità del sapore leggermente fruttato e non invadente. L?acidità è inferiore allo 0,25 grazie alla lavorazione e alla scelta dei tempi. I polifenoli totali arrivano a superare 700 mg/Kg, una soglia molto alta, con un potere antiossidante essenziale per contrastare i radicali liberi, utile a prevenire l?invecchiamento cellulare e ridurre il rischio tumori. Una dose di 20 gr. di olio al giorno con caratteristiche organolettiche certificate, è consigliata per l?effetto benefico sulla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo. Ogni raccolta immaginiamo che sia una grande emozione. Proprio così. È sempre un?emozione, quasi una festa, vedere il processo che abbiamo seguito passo dopo passo, con affetto e amore, con le buone pratiche agricole, con l?abolizione totale della chimica, con professionalità e tanta ansia, quasi come fosse un figlio da crescere e da vedere adulto e realizzato, è sempre un?emozione dicevo vedere tutto questo trasformarsi nel prodotto finale rappresentato dall?olio. Portarlo a tavola è classe, natura, salute, igiene e? amore. Ci dica qualcosa anche sul packaging e sul mercato La produzione qualificata biologica e IGP è minima sia in quantità di olive che in resa di olio, per garantirne una qualità straordinaria ed un gusto sempre fresco e pulito. Facciamo solo tre formati da 100 cc, 500 cc, e 3 litri del nostro olio extravergine di olive. Le confezioni da 100 cc. e da 500 cc. sono state studiate per essere ammirate sulla tavola e per preservare le caratteristiche del nostro olio. Vendiamo piccoli quantitativi, tutta la nostra produzione e di poche decine di quintali, che distribuiamo in Italia ed all?estero. E non riusciamo a soddisfare tutte le richieste che ci vengono fatte. ???? La produzione qualificata biologica e IGP è minima sia in quantità di olive che in resa di olio, per garantirne una qualità straordinaria ed un gusto sempre fresco e pulito In che modo l?essenza della Maremma si riflette sul vostro olio? La Fattoria è parte integrante dell?ambiente maremmano con cui interagisce: l?adozione di nostri metodi produttivi ecocompatibili e completamente naturali costituiscono una scelta di rispetto e tutela dell?ambiente, che favorisce un equilibrio ecologico adesso e per il futuro. Nella Fattoria del Buon Profumo vi sono molti spazi naturali per osservare la biodiversità oltre alle colture olivicole infatti ci sono siepi, boschetti ed un ?laghetto? dal riciclo dell?acqua piovana. Tutte le attività dell?azienda agricola possono avere una funzione: le colture, i frutti, il ciclo biologico, l?importanza degli organismi utili, i tempi delle lavorazioni, l?utilizzo dei rifiuti organici nella concimazione del terreno, la flora spontanea. Ogni angolo della Fattoria può diventare un luogo di osservazione, sperimentazione e di lavoro. Ma tutto questo non basta. Noi della Fattoria del Buon Profumo ci facciamo aiutare nel lavoro quotidiano dai nostri amici. Sì, per noi i clienti sono prima amici e poi consumatori. Ci fanno visita, lavorano con noi nei campi, trinciano, raccolgono le olive, partecipano ai seminari, vengono ai corsi formativi e mangiano spesso insieme a noi. Per noi questa è la Fattoria del Buon Profumo: uno stile di vita naturale. Info: www.fdbf.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 127 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica e non solo La Maliosa Uni, bianco Toscana IGT da uve Procanico, il vino più rappresentativo de La Maliosa Fattoria La Maliosa Fattoria La Maliosa è un?azienda agricola che si estende su circa 170 ettari in Maremma toscana collinare a pochi chilometri dai Borghi storici di Montemerano, Pitigliano e Saturnia con le sue rinomate terme. Fondata da Antonella Manuli ha una produzione artigianale di vini naturali, olio di oliva extravergine bio e miele. L?azienda si basa, grazie alle competenze e all?impegno della sua fondatrice, su un progetto importante di sostenibilità e di protezione del territorio, di scelte di qualità, di bellezza e salubrità ambientale. Questo percorso ha portato La Maliosa a ottenere la cer- 128 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2023 tificazione biologica fin dal 2010 e nel 2022 la certificazione SQNPI, ?qualità sostenibile? con la Rete Rurale Nazionale. La viticoltura applica i principi del Metodo Corino TM, che realizza un insieme di processi agronomici innovativi per la produzione di uva da tavola e di vino. Il metodo privilegia la vitalità dei suoli, l?originalità dei prodotti, la salubrità dell?ambiente, dei produttori e dei consumatori. Fattoria La Maliosa ha sviluppato un progetto di accoglienza e ospitalità all?aria aperta, offrendo diverse esperienze di enoturismo e oleoturismo, alla scoperta del territorio maremmano. Visite in vigna e negli uliveti, pic nic, degustazioni, esperienze di biking e trekking. Fiore all?occhiello la possibilità di vivere un?esperienza nella natura Con una produzione limitata di sole 2000 bottiglie, La Maliosa Uni bianco Toscana IGT da uve Procanico è il vino più rappresentativo di Fattoria La Maliosa, l?azienda vitivinicola fondata in quel di Saturnia da Antonella Manuli. In produzione sin dagli inizi, già nel 2013 questo vino naturale ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti e recentemente è entrato nella prestigiosa selezione Wine Without Walls della guida 5StarWines ? The Book di Vinitaly incontaminata, al tramonto e sotto le stelle nelle StarsBOX© e dallo SkyDeck con vista a 360° sulla Maremma collinare e il mare dell?Argentario. La Maliosa UNI Con 91 punti il vino naturale La Maliosa UNI è entrato anche quest?anno ? per la seconda volta ? nella prestigiosa selezione Wine Without Walls della guida 5StarWines ? The Book, risultato di una selezione che Veronafiere organizza in collaborazione con Assoenologi. Una blind tasting di tre giorni, effettuata da una giuria internazionale di wine professional, identifica i vini che con un punteggio di almeno 90/100 possono entrare nella prestigiosa guida. Il premio è stato consegnato alla recente edizione di Vinitaly a Verona. La Maliosa Uni è un vino bianco Toscana IGT, macerato tre settimane sulle bucce, ottenuto esclusivamente dalla selezione delle migliori uve di Procanico, prodotto secondo il Metodo Corino, che prevede un?agricoltura rigenerativa a ciclo chiuso esclusivamente vegetale, con particolare impegno nella conservazione della capacità produttiva del terreno e della longevità delle viti. La Maliosa Uni, con una produzione limitata di sole 2000 bottiglie, è il vino più rappresentativo di Fattoria La Maliosa. Un vino da vitigno antico, già menzionato da Plinio il Giovane nei suo scritti, e tipico della vinificazione e della storia di questo territorio. In produzione a La Maliosa sin dagli inizi, già nel 2013 è stato premiato come Top dei Top da Paolo Massobrio e Marco Gatti per Golosaria. Apprezzato anche all?estero, viene oggi esportato in 7 paesi. I vigneti, di circa 35 anni, sono situati nella zona di Pitigliano, su terreni di origine vulcanica e collocati a un?altezza di circa 300 m.s.l.m. Il sistema di alle- vamento è la controspalliera con potatura guyot, capo a frutto doppio. L?annata 2021 si è contraddistinta per un inverno con abbondanti piogge, una primavera anticipata e l?estate particolarmente siccitosa. Grazie alle piogge invernali però l?uva è risultata sana e con una maturazione ottimale. La vendemmia, effettuata rigorosamente con una selezione manuale delle uve, è avvenuta in leggero anticipo, a metà settembre. Le uve sono state ammostate e la fermentazione è avvenuta con lieviti naturali del luogo? durante la fermentazione sono state eseguite unicamente delle follature periodiche. La macerazione si è protratta per 3 settimane, successivamente il vino è evoluto in botti di legno per circa 8 mesi. Non è stato effettuato nessun tipo di intervento enologico né aggiunta di additivi, compresa la SO2. La degustazione La Maliosa UNI si contraddistingue per il colore giallo pronunciato, tendente all?ocra. Ha un sentore di frutta maturata al caldo, note di fiori e spezie, quali zafferano e cumino. Il vino è vivo e i sentori esplodono con note sorprendenti che ricordano la corteccia, l?incenso e il miele. Al gusto risulta essere un bianco molto strutturato, morbido e sapido. È ideale degustato in abbinamento ad antipasti caldi di mare, paste fresche all?uovo, baccalà e pesce fritto, ma anche con le carni rosse e i formaggi stagionati. Ottimo anche con dolci al cucchiaio, risulta essere un vino gastronomico ideale a tutto pasto. Contatti Fattoria La Maliosa, Saturnia (Gr) Tel. 327 1860416 Mail: info@fattorialamaliosa.it Web: www.fattorialamaliosa.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 129