MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XX ? NUMERO 1 ? MARZO 2022 ? ? 3,50 Inoltre... ?Paoletti tra passato e futuro?, un progetto di rigenerazione urbana per Cast. della Pescaia Magliano, essenza di storia e bellezza della Maremma Capitale italiana della cultura 2024, Grosseto è fra le dieci finaliste Costa Concordia, tante iniziative per il decennale della tragedia Il buttero ovvero l?uomo che parla ai cavalli e comanda ai buoi La Doc Maremma Toscana brinda alle ottime performance LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI GENTILI E PROFESSIONALI Buongiorno, ci tenevo a ringraziarvi per la pubblicazione nel numero di Dicembre dell?articolo da me inviatovi sul Trofeo ?Mario Petrucci?. Grazie, siete stati davvero gentili e professionali. Colgo l?occasione per augurare a Voi ed alle vostre famiglie un Buon Natale. Roberto Mezzetti È SEMPRE UN PIACERE LEGGERE MAREMMA MAGAZINE Grazie mille Celestino! Buon lavoro, buon tutto, è sempre un piacere leggere Maremma Magazine e ritrovare ogni volta il tuo impegno e la tua qualità. A presto! Sandro Petri COMPLIMENTI A MARZIA FIDANZA Complimenti... che ti possa portare in alto... e soprattutto che possa aiutare tante persone a completarsi... per un futuro lavorativo... in bocca al lupo a te... e a chi vede il suo futuro... Melina Del Re [Commento al post dedicato alla scuola e laboratorio di sartoria CREAVI, la scommessa di Marzia Fidanza, proiettata verso la creazione di figure professionali appartenenti al mondo del tessile, tra l?altro, ricercatissime dalle aziende locali (ma non solo). Una bella storia che abbiamo raccontato nel nr. di dicembre] CHE BELLO IL LAGO DELL?ACCESA! Massimino L?upi - Ci sono stato una volta, acqua pulitissima, bel posto Dario Houharium Carli - Ci vado oggi per due giorni di pesca e sopravvivenza Gilberto Garuglieri - Anche io ci sono stato a fine luglio e fatto il bagno. Posto bellissimo, acqua cristallina Carmine Romano - Quella del mago non è una leggenda, il Sili è esistito davvero e sono vivi tutt?ora i discendenti credo. Il coccodrillo è l?invenzione d?un bischero. A parte tutto, il lago è meraviglioso e sarebbe ancor più bello se non fosse stato danneggiato da improbabili abbassamenti del livello ad opera umana e se fosse rispettato in estate dalle folte orde di sudicioni! Andrea Ficili - Ci sono stato questa estate è veramente un posto meraviglioso Sergio Bianchini - Sulle sponde resti etruschi! Stefania Di Grigoli - Oltre al fascino del lago vi sono i resti del villaggio etrusco. Da vedere entrambi [Commenti al post su Facebook dedicato al Lago dell?Accesa, nella zona delle Colline Metallifere, dalle parti di Massa Marittima, un luogo affascinante nel quale si rincorrono tante storie, ma anche diverse leggende, come quella legata alla sua origine? o quella del coccodrillo Birillo o ancora quella del Mago? Di tutto questo abbiamo parlato con un ampio servizio nel nr. di dicembre] PICCOLO INDOVINELLO [Su Facebook abbiamo proposto un piccolo indovinello chiedendo di individuare quale fosse il borgo di Maremma raffigurato nelle tavole di Massimo Tosi, oggetto di un servizio pubblicato nel nr. di dicembre. Di seguito i nomi di coloro che hanno risposto correttamente]. Isabel Luna - Capalbio... piazzetta Magenta è inconfondibile Claudia Cotardo - Capalbio! Loredana Lory - Capalbio è inconfondibile Angelo Pezzetta - Sempre Capalbio Steffystella Raffy - Capalbio Alessandro Ferrara - Capalbio Riccardo Tirchi - Capalbio! Tiziana Fociani - Capalbio Gian Guido Guerra - Capalbio!!! Il prossimo sarà il 23° anno consecutivo in vacanza ad Albinia e di conseguenza altrettanti a Capalbio a mangiare la CICCIA!!! Rossina NoMore - Capalbio Benedetta Aimonetti - Capalbio Berny Barrea - Capalbio Lionello Padovan - Capalbio Anna Zacchei - Capalbio visitato a Settembre Loredana Bonucci - Capalbio for ever..... Stefania Benvenuti - Dalla torre. È Capalbio Mario Boanerges - Capalbio Teresa Avenoso - Capalbio Alvise Saveri - Capalbio Michele Ricci Torricelli - Capalbio Giuseppe Dilio - Capalbio VIVA IL CASEIFICIO IL FIORINO Premi meritatissimi... continuate cosi!!! Stefania Gaggero [Commento al post su Facebook dedicato al Caseificio Il Fiorino di Roccalbegna che nel 2021 ha fatto incetta di premi e riconoscimenti nei più importanti concorsi caseari su scala mondiale. Di questa bella realtà che dà lustro alla Maremma tutta abbiamo parlato con un ampio servizio pubblicato nel nr. di dicembre] Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma­magazine.it Compa­ tibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 14 22 32 72 SOMMARIO VIVI 14............Capitale italiana della cultura 2024, Grosseto è fra le dieci finaliste 16............?Grosseto 2024?, tutti i progetti svelati alla città al Tea? tro degli Industri 19............Grosseto Capitale italia? na della cultura 2024, un sogno che potrebbe divenire presto realtà 22............Costa Concordia, tante iniziative in occasione del decennale della tragedia 26............Un convegno a Grosse? to ?Per non dimenticare? quel tragico naufragio dieci anni dopo 28............Andrea Cencetti, ovvero la memoria storica della Costa Concordia 32............Il buttero ovvero l?uo? mo che parla ai cavalli e coman? da ai buoi 36............Torna a Castiglione del? la Pescaia l?appuntamento con ?Il patentino dell?ospitalità? 40............Un progetto di rigene? razione urbana per Castiglione della Pescaia: ?Paoletti tra pas? sato e futuro? 44............Con ?Grosseto città di Fiume? l?Ombrone torna ad essere protagonista! 48............Magliano in Toscana: essenza di storia, leggende e bel? lezza della Maremma 56............Sipario aperto sulla sta? gione teatrale 2022 dei Teatri di Grosseto 60............Viaggio nel gusto tra Maremma e Amiata con i punti vendita Conad di Grosseto 64............Vento di primavera per i Musei di Maremma. E non mancano le novità 68............Giovanni Lamioni: ?Mi auguro che il 2022 possa essere un anno importante per la Maremma!? 72............Nilo Bacherini, addio ad un grande artista di Maremma 77.............Su i calici! La Doc Maremma Toscana può brindare alle ottime performance 81............?Due Mari: siamo ad In copertina, il borgo di Castiglione della Pescaia Foto © Lorenzo Biagini SOMMARIO ? 9 88 una svolta??. È la speranza di tutti! 84............La storia mineraria di Maremma rivive attraverso gli scatti di Valerio Radi SCOPRI C?è da vedere 88............Camminando e corren? do nei dintorni del Monte Amia? ta Briciole di Storia 92............La Contea dell?Arden? ghesca, antica zona di frontiera fra Siena e la Maremma Personaggi 96............L?ex Convento di Monte di Muro e il Brigante Sabatelli detto ?Falcino? L?angolo del libro 100.........Un libro racconta il ?2020, l?anno più lungo? della CRI Croce Rossa Italiana 112 102.........Un libro racconta la sto? ria urbanistica e l?architettura di Castiglione della Pescaia Aziende al Top 104.........Calussi Ecologia, un?ec? cellenza nel panorama impren? ditoriale maremmano GUSTA Vino e dintorni 108.........Il Montecucco tra ?I migliori vini da bere nel 2022? secondo Forbes WINE NEWS 110.........Al Tuscany Food Awards vince la Maremma 110.........Ancora due successi per l?azienda Toc Farm 111.........Il vino preferito dai Mil? lennial in USA è griffato Fattoria La Maliosa Di vino in cibo 112.........Numeri in continua 10 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 116 crescita per la Cantina coopera? tiva Vignaioli del Morellino di Scansano Il vino del mese 116.........Il primo miele (bio) delle api di Monteverro, cantina gioiello di Capalbio La ricetta 118.........Il Peposo dei Fornacini, piatto della tradizione fiorenti? na LE NEWS 120.........La ditta grossetana Antonio Lauria impegnata nel restauro dell?antica Pieve di Corsignano a Pienza 121.........Accademici in visita al Polo Aldi di Saturnia 121.........Addio ad Andrea Cuc? cia, il signore della Ferriera 122.........Si allarga l?offerta del Polo universitario grossetano 124 122..........Mansi è il nuovo presi? dente dell?Associazione ?Scriabin? 123.........I ?Murali? di Monte Leoni hanno raggiunto San Francisco 124.........Torna il premio lettera? rio ?Cipressino d?Oro? 124.........L?Associazione tartufai della Maremma ospitata nelle pinete castiglionesi 125.........?Oro e veleno? iniziati? va in ricordo di Claudio Ameri? ghi 126.........Monte Argentario, l?a? rea ex Aeronautica passa al Comune 126.........Città visibile, scalda i motori l?edizione 2022 127.........Fondazione Grosseto Cultura, il Comune nomina Pre? sidente e Cda 127.........Savoia Cavalleria, dona? zione in favore dell?ospedale Misericordia di Grosseto L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Grosseto Capitale italiana della cultura 2024? Si avvicina il verdetto R ieccoci qua, pronti a ripartire dopo la consueta sosta invernale (a gennaio e febbraio) che è davvero volata? L?auspicio è che l?anno appena iniziato sia quello giusto per mettersi alle spalle l?emergenza pandemica che ci attanaglia ormai da tanto (troppo) tempo. Il quadro sembra essere decisamente più favorevole rispetto ai mesi scorsi, per cui speriamo davvero di riuscire ad uscire da questo incredibile tunnel nel quale siamo finiti dal febbraio 2020. Detto questo, fatta questa doverosa premessa, non è della pandemia che vogliamo parlare in questo primo Editoriale del 2022, bensì della candidatura al titolo di ?Capitale italiana della cultura 2024? che sta interessando la città di Grosseto. Sul tema abbiamo dedicato l?apertura nelle pagine che seguono e due ampi servizi, ma ci fa piacere spendere due parole anche in questo spazio dedicato alle riflessioni. Ebbene, gli spunti che tale candidatura offre sono davvero tanti. In primis diciamo subito che, nel momento in cui scriviamo (23 febbraio), non conosciamo ancora l?esito finale del percorso iniziato nel luglio dello scorso anno con la presentazione della candidatura. Per adesso si sa che Grosseto, a fine gennaio, ha superato il primo step e che è entrato nella top ten delle località in corsa per ambire al titolo. Le altre nove pretendenti rimaste in lizza (da 23 che erano) sono: Ascoli Piceno, Chioggia, Mesagne (Brindisi), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni PaestumAlto Cilento (Siracusa), Viareggio e Vicenza. Il capoluogo maremmano è risultato così essere tra le 10 città finaliste, riuscendo a spiccare tra realtà italiane con patrimoni artistici ben più conosciuti, grazie al connubio perfetto tra arte, cultura, storia, natura, agricoltura ed eccellenze enogastronomiche. All?inizio del mese di marzo è prevista un?audizione da remoto al Ministero della Cultura, attraverso la quale i referenti del progetto dovranno convincere la giuria che Grosseto merita di vivere un anno da protagonista e riferimento culturale per l?Italia intera. Il risultato finale, con l?individuazione di quella che sarà appunto la località ?Capitale italiana della cultura 2024?, dopo Procida (quest?anno) e Brescia e Bergamo (nel 2023), verrà reso noto solo verso la metà (o al massimo entro la fine) di questo mese. Ma, indipendentemente da quello che sarà il responso conclusivo, c?è da dire che il bicchiere sarà comunque mezzo pieno, perché gli sforzi profusi per approntare il dossier di can- didatura non saranno stati vani. Il piano strategico messo a punto nei mesi scorsi verrà attuato a prescindere, per cui gli anni a venire si preannunciano in ogni caso ? e questo ci conforta ? scoppiettanti e pieni di energie positive per Grosseto e più in generale per la Maremma. Certo, laddove non venisse raggiunto il gradino più alto della classifica, potrebbero venire a mancare le risorse ingenti che la conquista del titolo di ?Capitale italiana della cultura? si porta dietro e quindi forse non tutto potrà essere tradotto in pratica, ma siamo certi che qualcosa di buono succederà lo stesso, con risvolti positivi in moltissimi campi: turistici, culturali, economici e sociali. Il dossier di candidatura (di cui parleremo in maniera più approfondita nel prossimo numero) è infatti un vero e proprio piano strategico della cultura ? destinato come detto ad essere realizzato anche a prescindere dalla conquista finale del titolo ? le cui radici affondano nella sostenibilità ambientale e nella cultura che, insieme, diventano i principali artefici dello sviluppo del territorio. ?Naturalmente culturale? è il payoff scelto per la candidatura della città di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024. Due parole che racchiudono l?essenza della Maremma, una terra con un patrimonio naturale di inestimabile valore e con un?offerta culturale unica nel suo genere. Un connubio straordinario che merita di essere valorizzato e promosso non solo per spingere l?acceleratore sul turismo, ma anche e soprattutto per trasmettere a chi vive nel Grossetano le grandi opportunità che offre questa provincia. Il dossier curato dall?Amministrazione comunale e dalla Fondazione Promo PA, istituto di ricerca che opera nel campo della formazione e dei beni culturali, è un programma di sviluppo frutto di un lavoro ampio, che ha visto la partecipazione di tante realtà pubbliche e private e nasce da una riflessione sul territorio realizzata chiamando a raccolta le migliori energie, menti e risorse della Maremma. Il progetto si unisce indissolubilmente al Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è coerente con gli obiettivi del Documento unico di programmazione dell?Amministrazione comunale. Insomma, un?operazione articolata che adesso merita solo di ricevere l?agognato riconoscimento ufficiale. Non resta che incrociare le dita ed attendere gli sviluppi, nella speranza di poter tornare a parlare, il prossimo mese, in questa pagina, di un risultato che ci auguriamo tutti possa essere storico e da incorniciare. EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI CULTURA Capitale italiana della cultura 2024, Grosseto è fra le dieci finaliste Ebbene sì. Grosseto è entrata nella top ten delle località finaliste per la conquista del titolo di Capitale italiana della cultura 2024. L?annuncio ufficiale è stato dato nelle scorse settimane dal ministero della Cultura. Ad inizio di questo mese è prevista una nuova audizione in attesa della decisione finale che arriverà entro il 29 marzo DI DEBORAH CORON L a comunicazione ufficiale è arrivata il 31 gennaio scorso, dal Segretariato generale del ministero della Cultura: Grosseto è tra le dieci finaliste al titolo di Capitale italiana della cultura 2024. Le altre nove sono Ascoli Piceno, Chioggia, Mesagne (Brindisi), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei 14 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Comuni Paestum-Alto Cilento (Siracusa), Viareggio e Vicenza. La squadra delle ?pretendenti?, da 23 si è ridotta dunque a dieci. E Grosseto e Viareggio restano le uniche due candidate toscane. La giuria ha ritenuto che il dossier di candidatura presentato dal capoluogo maremmano ? all?insegna del binomio vincente tra ambiente e cultura ? sia meritevole di concorrere al prestigioso titolo attualmente detenuto da Procida per il 2022, che cederà poi il testimone a Brescia e Bergamo per il 2023. Un riconoscimento dalle implicazioni inestimabili per le prospettive di un territorio. «Un risultato straordinario ? commentano il sindaco di Grosseto, Anton- GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE francesco Vivarelli Colonna, e l?assessore alla Cultura, Luca Agresti ? che conferma le nostre aspettative e rende merito all?impegno coordinato e costante di tutta la comunità verso un obiettivo storico per il territorio. Grosseto è nella top ten delle città italiane che si sono distinte in ambito culturale. Tutto ciò ci rende orgogliosi del lavoro che l?amministrazione comunale ha fatto e continua a fare in questo ambito, al di là delle critiche strumentali che ci sono state indirizzate. Dal ministero della Cultura, invece, ecco l?ulteriore conferma che in questi anni abbiamo saputo fare un grande salto di qualità rispetto al passato, riuscendo ad affiancare al patrimonio naturale del territorio il suo profondo valore culturale, la sua ambizione, il suo grande fermento di idee, progetti e conoscenze legato al mondo delle istituzioni, delle associazioni, dei comitati. Grazie a questo riconoscimento prende ulteriore forza e slancio il nostro più ampio progetto del Piano strategico della cultura, faro delle politiche e iniziative che mirano a riaffermare il ruolo culturale di Grosseto e straordinario strumento di marketing territoriale. Il nostro ringraziamento va al segretario generale Luca Canessa, al dirigente Felice Carullo, al funzionario Anna Bonelli, a Promo PA e a tutta la struttura comunale che da mesi lavora per questo obiettivo». Il lavoro continua. La procedura prevede adesso che il Comune di Grosseto ? come le altre nove finaliste ? presenti nuovamente il proprio dossier di candidatura, questa volta in un?audizione da remoto, giovedì 3 o venerdì 4 marzo, che verrà trasmessa anche in diretta streaming sul canale YouTube del Ministero: un?ora di tempo ? 30 minuti per l?esposizione del progetto e altri 30 minuti per rispondere alle domande della giuria ? per convincere che Grosseto merita di essere la Capitale italiana della cultura 2024. Il verdetto finale della giuria è atteso entro il 29 marzo. Soddisfazione e corale entusiasmo per questo primo risultato ha manifestato anche il Consiglio Comunale. ?Un grandissimo ed importante pri- PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Le altre pretendenti in finale sono: Ascoli Piceno, Chioggia, Mesagne (Brindisi), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni PaestumAlto Cilento (Siracusa), Viareggio e Vicenza mo traguardo per la città di Grosseto e per tutto il territorio della Maremma ? ha sottolineato il presidente del Consiglio Comunale Fausto Turbanti a nome di tutti i gruppi consiliari ? raggiunto grazie ad una rete virtuosa di professionalità distinte che, fin dalla fase di progettazione del dossier di candidatura si è posta come obiettivo quello di potenziare e promuovere sempre più un sistema territoriale integrato ed inclusivo. Grosseto e la Maremma, concentrati adesso nello sprint finale per aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento del Ministero della Cultura per il 2024, sono finalmente al centro di un piano strategico culturale che consentirà, tramite la promozione e la valorizzazione di un territorio dove ciò che viene definito sviluppo sostenibile è una realtà tangibile, di affrontare le sfide che attendono le aree urbane intermedie in termini di cultura, sviluppo economico, attrattività turistica e inclusione sociale. Come Consiglio Comunale siamo certi che la nostra candidatura e l?auspicato titolo di Capitale Italiana della Cultura siano un volano economico non solo per il territorio di Grosseto e della Maremma ma che potranno rappresentare anche una grande occasione di sviluppo e crescita per gran parte della realtà toscana?. La passione radicandosi in un territorio semina entusiasmo, e partendo proprio da questo leitmotiv che ha accompagnato la giornata di presentazione del dossier al Teatro degli Industri lo scorso dicembre, ci auguriamo che questo risultato sia una grande soddisfazione per tutta la cittadinanza del nostro Comune e dell?intera Maremma?. 16 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 ?Grosseto 2024?, tutti i progetti svelati alla città al Teatro degli Industri Il dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura 2024 è stato presentato alla città di Grosseto a metà dicembre al Teatro degli Industri in una giornata-evento istituzionale all?insegna dello slogan scelto per l?occasione ?Grosseto2024 naturalmenteculturale?, a suggellare l?idea di una perfetta simbiosi tra natura e cultura La presentazione in teatro Una terra ?naturalmenteculturale?, esempio di perfetta simbiosi tra natura e cultura. È questo il leit motiv alla base del dossier di candidatura della città a Capitale italiana della cultura 2024 presentato in tutte le sue articolazioni a metà dicembre al Teatro degli Industri. Un grande evento ideato dal designer grossetano Alessandro Corina, direttore artistico, diviso in due parti: la mattina dedicata agli studenti, il pomeriggio riservato alle istituzioni e agli stakeholder. All?evento rivolto alle scuole, condotto dal formatore Marco de Santis, hanno partecipato due classi seconde dell?istituto ?Leopoldo II di Lorena?, due classi quinte del liceo classico ?CarducciRicasoli? e una classe quinta e una classe seconda dell?istituto ?Fossombroni?. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e dell?assessore alla Cultura, Luca Agresti, de Santis ha presentato ai ragazzi tre testimonianze di professionisti che hanno realizzato i propri sogni partendo proprio dalla provincia maremmana: l?attore Simone Ciampi, la coreografa Alessandra Valenti e il musicista Michelangelo Scandroglio. Simone Ciampi è un attore di teatro, cinema, televisione e un doppiatore. Si è diplomato all?Accademia nazionale d?arte drammatica ?Silvio D?Amico?, ha studiato con Luca Ronconi e ha lavorato in teatro ? tra gli altri ? con Michele Placido, Massimo Popolizio e Silvio Orlando. Ha recitato in fiction di successo come ?Incantesimo?, ?Distretto di polizia?, ?Il Commissario Manara?, ?Un passo del cielo?, ?Il paradiso delle signore?, ?Che Dio ci aiuti?, ?Sei bellissima? e in spot di note aziende nazionali. Sul grande schermo ha recitato in film come ?Il grande sogno? di Michele Placido, ?Arturo e il badante? di Alex Infascelli, ?Meraviglioso Boccaccio? e ?Leonora Addio? dei Fratelli Taviani e ?Momenti di trascurabile felicità/infelicità? di Daniele Luchetti. Alessandra Valenti è una ballerina e coreografa professionista, diplomata all?Accademia dell?Opus Ballet di Firenze. Ha esordito nel mondo dello spettacolo nel 2007 in ?Amici? di Maria De Filippi, collaborando poi con grandi nomi della danza come Luca Tommassini e Daniel Elzralow. Nel 2016 ha ballato al fianco di Laura Pausini nel ?Simili Tour?, nel 2017 è stata una delle coreografe della prima edizione italiana di ?Dance dance dance? e nel 2018 Jovanotti ? con il quale continua a collaborare ? le ha chiesto di dirigere il videoclip graphics. Gran finale in musica con il video di ?Un?altra estate? di Diodato, girato al Parco dell?Uccellina tra la spiaggia di Collelungo e la foce dell?Ombrone. Luca Agresti ?Le canzoni?. Attualmente è una delle insegnanti e coreografe della Nazionale italiana di ginnastica ritmica. Michelangelo Scandroglio è un contrabbassista, una delle giovani promesse del jazz italiano e internazionale. A 21 anni ha già in repertorio un album (?In the eyes of the whale?), un tour e collaborazioni di alto livello. Ha cominciato a suonare a 13 anni a Grosseto con il maestro Raffaele Toninelli e poi con Stefano Cocco Cantini. Al liceo ha frequentato i corsi al Siena Jazz, a Pontedera da Ares Tavolazzi e al conservatorio ?Boccherini? di Lucca, dove poi ha seguito il corso di laurea triennale in contrabbasso classico con Gabriele Ragghianti. Nel 2018 ha ricevuto il premio ?Tomorrow?s jazz? del Veneto come uno dei migliori giovani talenti del Paese e nel 2019 è stato premiato da Paolo Fresu e da una giuria composta dai più noti giornalisti jazz italiani con il primo premio del Conad Jazz Contest organizzato da Umbria Jazz. I tre protagonisti hanno raccontato la loro esperienza e si sono esibiti in un saggio del loro talento. Nel pomeriggio agli Industri è stato il momento della presentazione ufficiale del dossier di candidatura agli stakeholder. Anna Bonelli, funzionaria comuna- le e curatrice del progetto, ha condotto la serata introducendo gli interventi del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, dell?assessore alla Cultura Luca Agresti, della direttrice del MaamMuseo archeologico e d?arte della Maremma, Chiara Valdambrini, dei rappresentanti di Promo Pa e del direttore artistico Alessandro Corina. Una serata-evento concepita come un percorso sensoriale, fatto di suoni, luci, profumi e immagini per stimolare i sensi e la fantasia e per ricreare all?interno del teatro le atmosfere legate al territorio, accompagnando l?immagine-simbolo creata da Carlo Rispoli. All?ingresso del teatro sono stati distribuiti segnalibri profumati di fragranze per richiamare il mare, il molo, il bosco, il latte, la campagna e il cuoio della selleria. Sugli stessi segnalibri sono stati stampati QrCode con un link dal quale scaricare il dossier integrale di Grosseto2024. In teatro, prima dell?inizio, sono stati diffusi suoni della flora e della fauna del territorio, sempre per creare un?esperienza immersiva. Sul palco è poi andata in scena una performance teatrale per raccontare il ?viaggio? della città e del territorio verso la candidatura. E per raccontare ?l?anima? della candidatura è stato proiettato un video con effetti speciali emotion Riferimenti e tempistiche Il dossier della candidatura a Capitale italiana della cultura 2024 ? oltre che scaricabile dal Qr-Code sui segnalibri ? è disponibile online sul sito web istituzionale www.comune.grosseto.it; Grosseto2024 è anche su Facebook e Instagram. A gennaio 2022 come detto è arrivato l?annuncio ufficiale che la candidatura di Grosseto 2024 è rientrata tra quelle delle 10 città che proseguiranno la corsa. In ogni caso, i progetti culturali del capoluogo maremmano sono destinati ad essere realizzati anche a prescindere dall?esito finale che sarà decretato a fine marzo con l?individuazione della prossima Capitale italiana della Cultura, per il 2024, dopo Procida per il 2022, che cederà poi il testimone a Brescia e Bergamo per il 2023. I commenti «Grosseto capitale della cultura 2024 non è un sogno, è un obiettivo possibile grazie alla collaborazione sinergica degli innumerevoli soggetti del territorio che hanno risposto entusiasti alla nostra ?chiamata? culturale ? dichiara il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ?. Quello che rende vincente la nostra candidatura è sicuramente il coinvolgimento, fin dalla fase embrionale del progetto, di una fitta rete di realtà legate al mondo della cultura, ma anche al mondo della scienza, dello sport, del benessere. A livello istituzionale la candidatura è stata sostenuta da ben 18 Comuni maremmani, mentre il comitato d?onore vede la presenza di alte personalità affezionate alla Maremma, anche di calibro internazionale, come Sigismondo di Asburgo Lorena. Il dossier è la dimostrazione che insieme possiamo fare molto per la nostra città e per la nostra provincia: se andiamo tutti nella stessa direzione i risultati arriveranno e daremo al territorio quella chance che merita per diventare ancora più attrattivo. Il Comune ha fatto da collante tra vari soggetti e le opportunità che abbiamo inserito nel dossier sono molteplici e non andranno a vantaggio solamente della promozione culturale ma avranno una ricaduta importante su PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI Nella foto un momento della presentazione del Dossier al Teatro degli Industri ???? Il dossier curato dall?Amministrazione comunale e dalla Fondazione Promo PA, istituto di ricerca che opera nel campo della formazione e dei beni culturali, è un Piano strategico della cultura, cioe? un programma di sviluppo che va oltre la Capitale e che il Comune di Grosseto intende comunque attuare nei prossimi anni tutta l?economia locale. Abbiamo colto una sfida, credendoci e impegnandoci a fondo per la nostra città. Siamo insomma riusciti a creare quel giusto mix che saprà dare, ne sono certo, un valore aggiunto alla nostra candidatura. Non resta che attendere l?esito della valutazione delle proposte, ma un risultato lo abbiamo già raggiunto: abbiamo dimostrato che con le giuste sinergie possiamo andare lontano». «Sono molto soddisfatto ed emozionato ? dichiara Luca Agresti, assessore alla Cultura del Comune di Grosseto ?: siamo finalmente arrivati a questo importante giorno per Grosseto. Questo è il risultato di un grande lavoro di squadra, partito fin da subito con una direttiva ben precisa: costruire, per la prima volta, un piano strategico della cultura che potesse valorizzare Grosseto come esempio di sviluppo culturale sostenibile, grazie all?incontro tra uomo e natura. Ho fortemente voluto questa candidatura: il dossier di Grosseto e della Maremma rappresenta un punto nodale per lo sviluppo del nostro territorio. Un documento operativo di programmazione a breve e medio termine, strutturato, organizzato e condiviso che permette di individuare e definire gli interventi prioritari e i progetti concretamente realizzabili in una logica di sviluppo ?integrato? della filiera cultura, sviluppo locale e turismo. Gli interventi di settore, se inseriti in una visione strategica, oltre che avere un valore in sé, producono importanti ricadute sul versante dell?economia e più in 18 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 generale a livello d?identità e di coesione sociale, consolidando il già forte legame tra beni culturali, sviluppo urbano e turismo. Adesso non ci resta che aspettare l?esito finale». «La candidatura a Capitale italiana della cultura ? dichiara il segretario generale del Comune di Grosseto, Luca Canessa ? rappresenta per il nostro Comune l?occasione per realizzare il Piano strategico della cultura e continuare il percorso di programmazione e progettazione che collega il PNRR al programma qualità dell?abitare (PinQua) e allo sviluppo della cultura della città. Sviluppo che va considerato come un?interconnessione tra più fattori e volano di crescita della città in funzione non solo culturale. Questa visione più ampia, che vede la cultura come servizio fondamentale per cittadini e altri utenti, era sempre mancata: questa è stata proprio l?occasione per costruire finalmente un Piano strategico della Cultura. È importante sottolineare che il percorso attuativo ha coinvolto e coinvolgerà tutti i settori dell?ente, un?intera macchina operativa per garantirne la pianificazione e l?organizzazione». «Il dossier di Grosseto2024 è il risultato di mesi di lavoro ? spiega la funzionaria del Comune di Grosseto Anna Bonelli ?: durante l?estate abbiamo incontrato tante realtà del nostro territorio per instaurare una serie di collaborazioni che saranno ulteriormente sviluppate non solo nel caso in cui Grosseto diventi Capitale della cultura 2024 ma anche se la nostra istanza non andasse a buon fine. Abbiamo chiamato a raccolta le migliori energie, menti e risorse della Maremma: il primo importante obiettivo, infatti, è stato proprio quello di mettere in rete tutti i soggetti della cultura maremmana. È stato un lavoro impegnativo ma molto gratificante che ha portato alla realizzazione di un dossier con progetti di alto livello. Noi ci speriamo, abbiamo scommesso molto sulla candidatura: la Maremma è pronta per mirare in alto e diventare un punto di riferimento per la cultura nazionale. Siamo arrivati alla conclusione della prima fase e ci auguriamo di poter proseguire negli anni a venire su questa strada». «L?evento di presentazione del dossier ? dichiara Alessandro Corina, direttore artistico della giornata ? è stato concepito come un percorso sensoriale fatto di suoni, odori e immagini che stimolino i sensi e la fantasia. Suoni, odori e colori capaci di ricreare all?interno del teatro le atmosfere legate al nostro territorio e aumentare la consapevolezza di tutte le persone presenti di quanto sia prezioso vivere in Maremma. Ho progettato con la mente e agito con il cuore. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questa giornata che solo apparentemente credevamo inarrivabile, ma che è diventata con il tempo una realtà: la presentazione della candidatura di Grosseto e della Maremma a Capitale della cultura italiana 2024». CULTURA Grosseto Capitale italiana della cultura 2024, un sogno che potrebbe divenire presto realtà Il Comune di Grosseto, con il progetto Naturalmente Culturale, è risultato tra le dieci finaliste al titolo di Capitale italiana della Cultura 2024. Ne parliamo con Luca Agresti, assessore del Comune di Grosseto, nonché ideatore della candidatura della nostra città a questo già di per sé prestigioso risultato. La soddisfazione del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna DI LORENZO MANTIGLIONI ? A Grosseto non c?è niente da fare? è il refrain che abbiamo sentito per troppo tempo. L?idea che il nostro territorio, bellissimo sotto molti aspetti per carità, fosse limitato dal punto di vista culturale, è una costante che ha accompagnato intere generazioni maremmane. Come se la provincia fosse un peso da trasportare, senza mai poter ambire ad un lungo e profondo respiro d?innovazione e modernità. A dire il vero forse quest?affermazione un fondo di verità ce l?ha anche. Ciò nonostante, a fine gennaio, è giunta in città la notizia di una netta inversione di rot- ta: Grosseto ? la nostra Grosseto ? è tra le prime dieci finaliste per diventare Capitale italiana della cultura 2024, entrando così in un turbinìo di possibilità ed occasioni da non perdere assolutamente. Un risultato che spazza via anni di immobilismo e che potrebbe (finalmente!) porre la nostra Maremma al centro della dialettica turistica e culturale del Belpaese, generando un potenziale effetto positivo nell?economia del territorio. Un cammino che è frutto di cinque anni d?impegno e che, sentendo le parole dell?assessore con delega alla Cultura, all?Università e alle Mura medicee, Luca Agresti, non ha alcuna intenzione di arrestarsi al primo successo. Per questa ragione, gli abbiamo rivolto le nostre domande, cercando così di conoscere e comprendere come, anche nella nostra Grosseto, sia stato possibile strutturare una candidatura così ambiziosa e volta a ?rompere? tutte quelle grigie convinzioni che fino a ieri ci avevano accompagnato e che in questi anni si è fatto molto per superarle. Luca Agresti, partiamo dalla fine: che emozione avete provato, come Amministrazione e come settore della cultura in generale, quando avete PRIMO PIANO ? VIVI ? 19 VIVI Nella foto in sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore Luca Agresti ???? Luca Agresti: ?Siamo consapevoli che si possa sempre fare meglio, ma restiamo convinti di aver compiuto il massimo per avanzare una candidatura solida e valida? saputo che Grosseto figurava tra le prime dieci finaliste? ?Senza ombra di dubbio è stata una delle più grandi emozioni della mia vita, anche perché è frutto di un lavoro molto lungo e diluito nel tempo. La candidatura parte dal 2016 quando il sindaco, che ringrazio, mi assegnò anche la delega alla Cultura, intorno alla quale ho sviluppato una visione ? che avevo ben chiara ? partendo prima dai ?contenitori? e poi dai contenuti. Una soddisfazione veramente immensa figlia di un grandissimo lavoro di squadra e non posso che ringraziare tutti coloro che in questi anni mi hanno accompagnato in questo percorso, in quanto hanno espresso al massimo le loro energie per far crescere un settore che poteva sembrare un ambito di serie B e che oggi è un fiore all?occhiello del territorio e dell?Amministrazione comunale di Grosseto?. Riavvolgiamo il filo e torniamo all?inizio del progetto: come si riesce a costruire un cammino così complesso e di rilevanza nazionale? ?Gli amministratori segnano la differenza quando hanno una visione: io credevo e credo tuttora che la cultura sia un ambito particolarmente strategico ed importante. Un settore che dovevamo riqualificare nel suo complesso, partendo dai contenitori, come la Biblioteca Chelliana, il Museo Luzzetti, le Mura medicee, la Casa della musica, il Giar- 20 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 dino dell?archeologia, l?Università e il recupero di gran parte delle realtà che si trovano nel centro storico, come La Cavallerizza, il Cassero e la sala Eden. Abbiamo ritenuto opportuno ridefinire i contenitori per poi poter incidere in maniera più efficace sui contenuti, quindi sulla programmazione artistica di qualità?. Grosseto è tra le prime dieci finaliste per divenire Capitale italiana della cultura 2024: al di là dell?esito finale, qual è il messaggio che si può già estrapolare? ?Il nostro impegno è naturalmente quello di continuare a correre per arrivare al primo posto. Questo risultato è comunque un risultato storico per la città, soprattutto perché il nostro territorio non aveva mai avanzato una candidatura di questo genere. Finalmente poi abbiamo superato quel blocco psicologico che si percepiva nelle istituzioni e tra i cittadini, ovvero quello che Grosseto non potesse essere all?altezza di raggiungere determinati risultati o che non avesse le carte in regola quantomeno per provarci. Invece Grosseto e la Maremma sono terra di eccellenze da molti punti di vista. Questo passaggio è indubbiamente l?elemento più importante che lasciamo a testimonianza del grande lavoro svolto fino ad ora. L?altro grande risultato è legato al fatto che il dossier di candidatura è anche il piano strategico del settore, infatti per la pri- ma volta abbiamo un percorso già tracciato che comunque attueremo, al di là dell?esito finale?. Quali sono le potenzialità sulle quali la candidatura di Grosseto poggia e che potrebbe portarla a vincere? ?Ci sono tantissimi progetti e realtà nel comune di Grosseto e nella Maremma in generale che rappresentano un punto di forza. Sicuramente aver abbinato il potenziale culturale e identitario del territorio all?ambiente, altro potenziale riconosciuto a livello nazionale, ha creato un binomio che si è reso competitivo nel Paese. Ciò è stato apprezzato dalla commissione e ha visto una grande partecipazione da parte del territorio?. È passato circa un mese da quando avete saputo che Grosseto figurava tra le prime dieci finaliste, quali passi avete compiuto per rafforzare la candidatura? Inoltre, quando si potrà conoscere il risultato finale? ?In questa fase ci stiamo concentrando su due aspetti fondamentali: il confronto con la commissione che avverrà proprio in questi giorni, una fase fondamentale per spiegare la bontà e il coinvolgimento emotivo che spinge la domanda di Grosseto; l?altro è quello dei continui contatti che coltiviamo anche con gli organi d?informazione nazionali per mettere in evidenza la Maremma e quanto il territorio meriti di Nella foto il palazzo comunale ed il Duomo di Grosseto La soddisfazione del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna A raggiungere questo risultato. Intorno alla metà di marzo, infine, conosceremo l?esito finale?. Rimaniamo a Grosseto tra le prime dieci classificate: si può dire che comunque vada è un successo? ?Senza ombra di dubbio è già un grandissimo successo quello che abbiamo ottenuto, in ragione del superamento del blocco psicologico e della struttura del piano strategico della cultura. Ovviamente dobbiamo capitalizzare un risultato di questo tipo, con la convinzione che è uno degli aspetti sul quale si può lavorare nel nostro territorio e che può avere una forte declinazione economica per la Maremma. Siamo già una provincia turistica molto importante, abbiamo circa cinque milioni e mezzo di presenze turistiche che si concentrano maggiormente nel periodo estivo, a cui dobbiamo offrire molto altro, oltre alla bellezza del nostro mare e della nostra natura. L?obiettivo, dunque, è quello di destagionalizzare e di aumentare il numero dei turisti in un territorio poco antropizzato e che trova forza nella sua diversità?. Che cosa succederebbe nel 2024 se Grosseto divenisse Capitale italiana della cultura? ?Se Grosseto riuscisse a vincere, avremo un anno ricco d?iniziative e di eventi. A noi resterà l?onere e l?onore di lavorare anche negli anni successivi al 2024, forti di un sostegno economico del Ministero della Cultura (circa un milione di euro) e forti di un aumento turistico inevitabile, come già ora stiamo avvertendo. Si apre dunque una porta che dobbiamo sfruttare al meglio per quello che per me rappresenta il territorio più bello d?Italia?. Agli inizi, quando avete iniziato a pensare ad una candidatura così ambiziosa, pareva che l?obiettivo fosse irraggiungibile. Ora che Grosseto è tra le prime dieci finaliste, quanto ci credete nel poter arrivare sul podio più alto? ?Personalmente ho creduto nelle potenzialità del territorio fin dal principio, anche se non era facile far passare il messaggio. Con il tempo, però, la condivisione del cammino è stata vera, netta e molto diffusa. Credo che nella vita per fare qualunque cosa sia necessario crederci e noi continuiamo a crederci tantissimo, soprattutto nella bontà del nostro lavoro. Ovviamente siamo consapevoli che si possa sempre fare meglio, ma restiamo convinti di aver compiuto il massimo per avanzare una candidatura solida e valida?. Se Grosseto dovesse divenire Capitale italiana della cultura 2024, chi saranno i veri vincitori? ?Tutte quelle persone che hanno creduto e lavorato per ottenere questo bellissimo risultato. Mi piacerebbe poter dire che a vincere sono stati il territorio e i suoi cittadini?. l settimo cielo per questo primo obiettivo centrato è anche il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna. ?Grosseto ? sottolinea il Primo Cittadino ? è tra le dieci finaliste candidate al titolo di Capitale della Cultura per il 2024: la mail, arrivata dal Ministero il 31 gennaio, con poche parole mette nero su bianco quello che è un vero e proprio sogno ad occhi aperti per la nostra Maremma. In questo paradiso naturale si incastonano alla perfe? zione le infinite espressioni artisti? che che si sono sviluppate nel corso del tempo, insieme alle ricchezze lasciateci dal nostro passato, come l?area archeologica di Roselle, fonte di un patrimonio etrusco sconfina? to, ma anche le Mura medicee del? la nostra città, ancora integre ? un caso raro in tutta Italia ? senza dimenticare i giardini artistici famosi in tutto il mondo, come ad esempio il giardino dei Tarocchi, ma anche musei, biblioteche, cuori pulsanti di un panorama artistico sempre in fermento. Per troppo tempo abbiamo lasciato che que? sto immenso patrimonio venisse dato per scontato, ammirando le bellezze del nostro territorio, della nostra storia, della nostra cultura solo da lontano. Per troppo tempo la Maremma ha nascosto al mondo le sue potenzialità. Ora è arrivato il momento di dischiudere l?unicità della Maremma a tutti. Essere tra le dieci finaliste a Capitale della Cultura ? conclude Vivarelli Colon­ na ? è un vero proprio riscatto, un momento di rinascita che ci apre a nuove prospettive inedite per il nostro territorio, che finalmente può risplendere come non mai?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI SPECIALE 10 ANNI DAL NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA Costa Concordia, tante iniziative in occasione del decennale della tragedia I primi giorni di gennaio resteranno per sempre dedicati alla Costa Concordia. Quel tragico naufragio, le 32 vittime, la solidarietà dell?intera comunità dell?isola del Giglio e di tutta la provincia di Grosseto hanno segnato l?inizio di questo secondo millennio. Tante le iniziative quest?anno in occasione del decennale da quel drammatico evento DI CELESTINO SELLAROLI 22 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 A 10 anni dal disastro della Costa Concordia, vari enti, associazioni ed istituzioni hanno ricordato quella che è passata alla storia come una delle più grandi tragedie della marineria mondiale. Per l?appunto capitata in acque toscane e maremmane in particolare. Era la sera del 13 gennaio 2012, quando l?ammiraglia della compagnia Costa Crociere naufragò durante un ?inchino? a pochi metri dalla costa dell?Isola del Giglio. Molte le vittime, altrettanti i danni a un ecosistema fragile e prezioso come quello isolano. Quella sera morirono 32 persone e altre 157 rimasero ferite. Una nave da decine di migliaia di tonnellate e centinaia di metri si incagliò davanti all?isola e ci rimase per anni. La più grande nave passeggeri mai naufragata dai tempi del Titanic. Nel luglio del 2014, la Costa Concordia fu rimossa dal luogo del naufragio con un?operazione complessa e venne trasportata a Genova, dove il 7 luglio 2017 fu terminata l?opera di demolizione. Come detto in occasione del decennale si sono svolte varie iniziative ed in tanti hanno voluto celebrare la ricorrenza. Per quanto riguarda Legambiente sono intervenuti Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, e Angelo Gentili della segreteria nazionale dell?associazione del Cigno. ?Quella della Concordia ? hanno dichiarato i due ? è una ferita ancora aperta. Alle famiglie delle vittime scomparse in modo drammaticamente tragico va, oggi come allora, tutta la nostra vicinanza. E oggi come allora ci diciamo in allerta per la comunità del Giglio, custode di un ecosistema straordinariamente complesso, fragile e da salvaguardare. Come Legambiente, sin dal primo momento, abbiamo lavorato affinché si evitasse un danno ambientale ancora più grave del naufragio e si procedesse celermente al completo ripristino dell?ecosistema marino e, in particolare, dei fondali danneggiati dal naufragio e poi completamente trasformati dai lavori per il recupero del relitto. Quello che è stato cancellato dall?assurdo inchino della Costa Concordia era un ambiente che ospitava una prateria di posidonia, una popolazione di pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo, il coralligeno ed una ricca fauna ittica. Una catastrofe di dimensioni inimmaginabili che per anni ha tenuto in ostaggio l?intera area. Il fatto che il disastro fosse diventato un monumento da osservare era inaccettabile e per porre fine ad un inutile e dannoso cinema dell?orrore a cielo aperto ci siamo battuti a lungo e abbiamo vinto. Durante la fase di smantellamento ? hanno aggiunto Ferruzza e Gentili ? abbiamo seguito con particola- re attenzione tutti i processi di rimozione, trasporto e smaltimento del relitto, fasi estremamente delicate e di impatto ambientale notevole se non correttamente gestite. Per mantenere alta l?attenzione delle istituzioni sul caso che interessava l?isola del Giglio, abbiamo più volte dato seguito ad azioni di pressione. Non solo: negli anni a seguire, abbiamo monitorato costantemente anche il percorso di riconoscimento del danno ambientale finalizzato al risarcimento al Ministero dell?Ambiente, un provvedimento niente affatto scontato se si pensa alla minimizzazione che da più parti veniva fatta dei danni all?ambiente. Quella dolorosissima esperienza deve spingerci con ancora più forza e determinazione a lottare contro i giganti del mare che minacciano le nostre coste e i nostri ecosistemi. Le imbarcazioni come la Concordia non solo producono un grandissimo inquinamento ma, soprattutto quando troppo vicine alle coste, danneggiano in maniera irreparabile i fondali, oltre a mettere a rischio la vita delle persone. L?ambiente non può e non deve piegarsi alla logica del profitto né della spettacolarizzazione. L?errore tragico e sistemico che ha causato la tragedia Concordia ci indica nettamente la strada da intraprendere per evitare che ciò non accada mai più: non dimentichiamolo?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 23 VIVI Nella foto una manifestazione di Legambiente finalizzata a sottolineare l?esigenza di rimuovere quanto prima il relitto ???? A 10 anni dal disastro della Costa Concordia, vari enti, associazioni ed istituzioni hanno ricordato quella che è passata alla storia come una delle più grandi tragedie della marineria mondiale. Per l?appunto capitata in acque toscane e maremmane in particolare. 24 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 A dieci anni dal tragico incidente della Costa Concordia, avvenuto la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 sulle coste dell?Isola del Giglio, anche l?ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto ha voluto ricordare il grande impegno dei professionisti che fin dai primi minuti dopo l?impatto della nave da crociera sullo scoglio delle Scole lavorarono per prestare soccorsi. ?Un ricordo doveroso ? ha sottolineato il presidente di Opi Grosseto Nicola Draoli ? va chiaramente alle vittime di quel tremendo incidente e alle loro famiglie. Ma, come ha avuto modo di sottolineare anche il dottor Danilo Zuccherelli, allora direttore sanitario della ex Asl 9 di Grosseto, sulla stampa locale, non dobbiamo dimenticare il grande impegno dei sanitari che, già trenta minuti dopo l?incidente, misero in moto la macchina dei soccorsi?. Un evento che Opi Grosseto non ha mancato di ricordare a pochi mesi dalla tragedia e nell?anno successivo, in occasione del premio ?Gemma Castorina? e che ha visto la competenza, la professionalità e l?abnegazione di tanti operatori sanitari fondamentale per evitare altre vittime. ?Ripensando a quei momenti, viene naturale fare un parallelo con la situazione che ormai da due anni stiamo vivendo per via del Covid?. In quella notte di gennaio del 2012 il lavoro e la competenza dei sanitari furo- no determinanti. ?Per questo ? ha aggiunto Draoli ? è doveroso unirsi al ringraziamento che il dottor Zuccherelli fa a tutti coloro che hanno prestato servizio, non solo in quelle ore, ma nei due anni in cui la Costa Concordia è rimasta al Giglio. Nelle ore e nei giorni immediatamente successivi alla tragedia fu determinante l?impegno dell?allora direzione aziendale guidata dal dottor Fausto Mariotti affiancato, appunto, dal dottor Zuccherelli, ma anche del dottor Robusto Biagioni, alla guida del 118 e della dottoressa Tania Barbi, direttore infermieristico dell?ospedale Misericordia. Un pensiero particolare è rivolto al nostro collega, purtroppo scomparso prematuramente, Giacomo Fatarella che era responsabile infermieristico del 118 e che affiancò Biagioni per la gestione delle operazioni di soccorso?. Un ricordo in occasione del decennale è arrivato anche da Confconsumatori, associazione riconosciuta come parte civile nel processo a Schettino e agli altri coimputati minori. ?La Confconsumatori ? ha evidenziato Marco Festelli, vicepresidente nazionale di Confconsumatori che all?epoca ha rappresentato l?associazione in tutti e tre i gradi di giudizio ? ha come primo pensiero il dolore delle famiglie che hanno visto morire i loro cari. In secondo luogo il pensiero va alle migliaia di ita- Nella foto un momento dell?incontro nella Sala della Protezione civile della Provincia di Grosseto alla presenza dei testimoni di quella tragica notte liani (e non) che, anziché trascorrere un periodo di vacanza e di serenità, hanno vissuto un?esperienza tragica che ha segnato indelebilmente le loro vite. La giustizia italiana, con un sussulto di efficienza ed organizzazione quasi mai vista, è riuscita in tempi pressoché record, per la mole di istruttoria processuale affrontata, a stabilire le responsabilità giuridiche (quelle più gravi in capo al comandante e quelle minori dei subalterni di Schettino) e ha comminato pene esemplari. Tuttavia, anche sotto il profilo dei diritti dei consumatori e soprattutto del diritto costituzionale al riposo, quello che è successo è stato di enorme impatto su tutto il settore del turismo da crociera e ha influenzato ? e sta ancora influenzando ? le scelte turistiche di milioni di consumatori italiani ed europei. Anche il riconoscimento della costituzione di parte civile di Confconsumatori ? associazione nazionale che ha rifiutato, assieme a poche altre, qualsiasi frettoloso accordo al ribasso con Costa Crociere ? ha da un lato dimostrato che fenomeni nefasti come quello di 10 anni fa costituiscono un danno per la fiducia generale dei consumatori e allarmano le associazioni rappresentative dei loro diritti e dei loro interessi, e dall?altro che fenomeni così gravi riguardano direttamente le stesse associazioni che all?epoca furono coinvolte dalla richie- sta di aiuto e dall?allarme di migliaia di consumatori sciaguratamente incappati nell?evento che hanno visto la morte in faccia anziché la meritata vacanza. La sentenza del Tribunale di Grosseto non solo ha confermato questo aspetto ma ha anche riconosciuto un risarcimento non simbolico alle associazioni di consumatori che si sono costituite?. ?La Confconsumatori ? ha aggiunto Festelli ? ha assicurato assistenza ad una ventina di naufraghi (diventati soci dell?associazione) che non hanno accettato le prime lusinghe di Costa Crociere e tutti hanno ottenuto, oltre alla sostanziosa provvisionale stabilita dal Tribunale di Grosseto e confermata dalla Corte d?Appello e di Cassazione, equi e sostanziosi ristori commisurati al patema d?animo subito, ai danni morali e patrimoniali giustificati con l?evento inimmaginabile fino a qualche giorno prima del 13 gennaio 2012. Quello che è avvenuto, al di là della responsabilità delle persone condannate come colpevoli, doveva e deve ancora far riflettere a sufficienza il sistema della sicurezza navale generale del nostro Paese?. ?La domanda che si impone alle istituzioni e in primis al ministero delle Infrastrutture e Trasporti è sapere quali accorgimenti concreti siano stati messi in atto da chi deve vigilare la sicurezza dei mari affinché una nave da crociera con oltre 4000 persone a bordo sia costantemente monitorata nel suo tragitto come avviene per gli aerei. Quali unità di intervento rapido e massiccio possono intervenire nel giro di pochi minuti per portare soccorsi anche a colossi del tipo della Costa Concordia? Quali accorgimenti sono possibili per rimuovere dal comando un comandante che perde il controllo di una situazione potenzialmente catastrofica? Altre domande vanno rivolte alle compagnie di navigazione turistica: quali misure hanno messo in atto (oltre ad una massiccia campagna pubblicitaria per la vendita dei pacchetti turistico/marittimi partita all?indomani del naufragio, che sinceramente è stata di dubbio gusto) per garantire la sicurezza della navigazione dei colossi del mare? Sono modificati i requisiti psico-attitudinali richiesti per l?accesso ai gradi superiori della Marina mercantile? L?addestramento dei comandanti, degli ufficiali, sottufficiali e della truppa è cambiato dall?epoca? Le compagnie di navigazione turistica hanno finalmente capito che il contratto che le lega ai loro clienti non è di trasporto ma quello strettamente turistico e che devono garantire il costituzionale diritto alla vacanza e che in caso di vacanza rovinata il risarcimento non è quello per il passeggero di un traghetto ma il risarcimento del danno da vacanza rovinata con soppressione di un diritto costituzio- PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI nale? Oggi, nel decennale ? ha concluso il vicepresidente nazionale di Confconsumatori ?, le istituzioni e le compagnie di navigazione sono chiamate a fornire ai cittadini-consumatori queste precise risposte perché la commemorazione abbia un significato concreto e cresca la fiducia?. Infine, i giorni della Concordia sono stati ricordati con un incontro nella Sala della Protezione civile della Provincia di Grosseto alla presenza dei testimoni di quella tragica notte. ?Il ricordo, le cerimonie e le parole ? ha commentato Francesco Limatola, attuale presidente della Provincia ? non sono un esercizio di retorica ma un impegno civile forte perché episodi di questo genere non si ripetano mai più. Per questo motivo ho voluto prolungare la narrazione di quanto successe quella notte sia nel tempo che nei luoghi. Oltre al luogo dell?evento anche all?ultimo piano di uno dei Palazzi della Provincia in piazza Martiri d?Istia ci fu un drappello di persone che cercò di organizzare gli aiuti e sostenere le persone coinvolte. Nella stanza della Protezione Civile si riunì il Comitato presieduto dal Prefetto che per i primi giorni coordinò gli aiuti e oggi ho chiesto a quegli stessi tecnici, funzionari, militari, giornalisti di ritrovarsi nello stesso luogo?. Così, nella sala della Protezione Civile sono arrivati l?attuale Prefetto di Grosseto, Leonardo Marras che era presidente della Provincia e Fernando Pianigiani, assessore ai Lavori Pubblici, il sindaco del Giglio Sergio Ortelli e l?ingegner Massimo Luschi. Tutti insieme hanno ricordato le sensazioni provate quella notte e nei giorni successivi, lo sgomento e l?incredulità per un evento di quel genere, il dolore per ogni ritrovamento delle vittime che ha scandito quei giorni, la gara dei gigliesi per salvare le persone. Le comunità del Giglio, ma anche di Grosseto tentarono di mitigare con l?affetto e il sostegno il dramma vissuto dalle centinaia di naufraghi che arrivarono a terra dopo aver perso tutto quanto avevano a bordo. Subito dopo l?incontro è stata inaugurata la mostra delle fotografie di Carlo Tardani che è rimasta aperta nella Sala Pegaso della Provincia fino al 5 febbraio, ma che prossimamente diventerà itinerante e verrà riproposta a Follonica e Castiglione della Pescaia. 26 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Un convegno a Grosseto ?Per non dimenticare? quel tragico naufragio dieci anni dopo Il Tribunale di Grosseto in collaborazione con il Comune di Grosseto, il Comune dell?Isola del Giglio, l?Ordine degli Avvocati di Grosseto, la Fondazione Polo Universitario Grossetano, TV9 e Banca Tema ha dato vita ad una giornata commemorativa ?Per non dimenticare? a dieci anni da quei tragici fatti I n occasione del decennale del naufragio della Costa Concordia il Tribunale di Grosseto ha organizzato una giornata commemorativa ?Per non dimenticare? in collaborazione con il Comune di Grosseto, il Comune dell?Isola del Giglio, l?Ordine degli Avvocati di Grosseto, la Fondazione Polo Universitario Grossetano, TV9 e Banca Tema. L?evento si è tenuto il 14 gennaio scorso al Teatro degli Industri di Grosseto. La commemorazione ha offerto una sessione mattutina ed una pomeridiana. La prima, dedicata agli studenti degli istituti superiori di Grosseto ed agli studenti universitari, è iniziata con l?esecuzione dell?Inno Nazionale a cui ha fatto seguito la ricostruzione del naufragio della Costa Concordia e dei soccorsi effettuati dalla popolazione del Giglio nei confronti dei naufraghi. Infine, si è conclusa con un approfondimento sulle risultanze del processo anche sulla scorta delle pressioni mediatiche che ci sono state sul caso. La sessione pomeridiana si è aperta con il saluto delle Autorità ed è prose- guita con un approfondimento della vicenda giudiziaria della Costa Concordia riguardo alla quale sono stati offerti alcuni spunti di riflessione. Nel contesto di questa celebrazione si sono tenute due tavole rotonde dedicate agli studenti universitari ed agli avvocati che hanno trattato profili di interesse penale e penale-processuale e profili di interesse civilistico e di Diritto della Navigazione. ?Abbiamo voluto organizzare questa ricorrenza ? spiegano il presidente del Tribunale, Laura Di Girolamo e il giudice che ha presieduto il Collegio sul caso Concordia, Giovanni Puliatti ? andando a ripercorrere le tappe di quella tragica giornata mettendo le persone a conoscenza di quelli che furono i dialoghi e le comunicazioni legati a quella sera. Poi nella seconda parte della giornata abbiamo approfondito gli atti processuali. ?Otherwise we go on the rocks? questa è la frase sentita nelle registrazioni della scatola nera poco prima che la nave urtasse gli scogli, una affermazione significativa e simbolo della concitazione del momento e di ciò che sarebbe successo pochi istanti dopo?. ?Prendiamo parte a quest?evento ? affermano il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Cultura, Luca Agresti ? con l?intento di commemorare una delle più grandi tragedie che ha coinvolto il nostro territorio. Un evento drammatico che ha avuto una consequenziale risonanza nazionale ed internazionale ed un enorme impatto mediatico dovuto alla immensa gravità della questione. Questa iniziativa ci dà modo di ricordare con compassione e rabbia allo stesso tempo le vittime di questa immane tragedia e di poter ripercorrere le loro storie e gli eventi che si sono alternati precedentemente e successivamente al giorno del naufragio. In quei tristi giorni li abbiamo sentiti vicini come se facessero parte delle nostre famiglie ed il loro ricordo deve rimanere indelebile nei nostri cuori. Siamo inoltre grati al Tribunale di Grosseto per aver portato avanti questa iniziativa che sosteniamo convintamente non solo per mantenere vivo il ricordo ma soprattutto per evitare che si ripeta nuovamente una simile catastrofe?. ?Quella della concordia ? spiega il sindaco dell?Isola del Giglio, Sergio Ortelli ? è stata la tragedia dei tempi moderni in cui forse più di ogni altra le istituzioni hanno saputo fare rete, in cui la giustizia ha avuto tempi celeri ma attenti, e soprattutto è il momento che ha segnato, con le indelebili immagini di quella notte, sia come sindaco sia come gigliese, il mio percorso personale, al contempo rendendomi orgoglioso di far parte di una comunità, come quella gigliese, che da subito ha dimostrato grandezza d?animo e spirito di solidarietà?. ?Non solo una giornata dedicata al ricordo di uno degli eventi più drammatici della storia recente del nostro territorio, quale fu il naufragio della Costa Concordia ? dichiara il presidente del Polo Universitario Grossetano, Gabriella Papponi Morelli ?, ma un?occasione di approfondimento, a un decennio di distanza, degli aspetti giuridici, sociali e mediatici che lo riguardarono. La Fondazione Polo Universitario ha partecipato all?organizzazione del convegno ?Per non dimenticare? e ha promosso l?evento, in armonia con la sua offerta formativa, che prevede anche un corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e un corso di laurea triennale in Servizi giuridici (curriculum in Impresa, ambiente e sistemi agroalimentari, e curriculum in Amministrazione, sicurezza e servizi al territorio). La partecipazione della Fondazione all?organizzazione del convegno si è realizzata non solo con una sessione specifica dedicata agli studenti universitari, ma anche con il ruolo di collegamento strutturale con tutti gli Istituti scolastici superiori della Provincia, nella consapevolezza di quanto sia importante la conoscenza analitica di un fatto storico di risonanza mondiale?. ?Banca Tema, la banca della comunità grossetana ? sottolinea il presidente, Francesco Carri ?, ha apprezzato molto l?iniziativa del Tribunale di Grosseto ?per non dimenticare? una dolorosa vicenda che tutte le Istituzioni hanno saputo gestire magistralmente. Un?occasione importante per approfondimenti giuridici in ambito penale e civilistico?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 VIVI SPECIALE 10 ANNI DAL NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA Andrea Cencetti, ovvero la memoria storica della Costa Concordia Parla Andrea Cencetti, il vigile del fuoco che partecipò nell?immediatezza della tragedia alle operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, lo studio delle fotografie effettuate durante il naufragio, l?analisi dettagliata dei video fatti dai naufraghi, tutti elementi indispensabili per individuare i movimenti durante il naufragio e localizzare i punti dove poter ritrovare le vittime DI SILVANO POLVANI* - FOTO DI CARLO TARDANI La Costa Concordia adagiata a Punta Gabbianara dopo l?urto contro lo scoglio delle Scole 28 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 La nave vista da Giglio Porto Particolare dello scoglio che procurò una falla di 70 mt. sul lato sinistro della carena Il Parbuckling - La rotazione completata il 17 novembre del 2013 A ndrea Cencetti è un uomo d?acqua. Dall?acqua è attratto in tutte le sue forme di vita. Sin da bambino ne scruta i segreti e ne indaga gli aspetti e lo fa in compagnia di un signore, il cui lavoro è l?ittiopatologo, accompagnandolo nello splendido mare di Follonica alla ricerca di quella che è la vita in mare, così da apprendere la ricchezza e la diversità degli organismi. La sua è una formazione d?acqua che continuerà anche nella sua crescita sportiva; non è un caso che si dedichi alla pallanuoto sino a diventare allenatore di una squadra. Ma Andrea Cencetti ha anche un altro desiderio che coltiva sin da piccolo: vuole diventare un vigile del fuoco. È il suo sogno. Il fascino della divisa e delle imprese di cui i vigili del fuoco sono capaci, la passione e l?altruismo sono gli elementi distintivi che alimentano questo sogno. È il 1996 quando diventa vigile del fuoco. Senza indugio sceglierà di fare il sommozzatore, felice di prestare il suo aiuto a quanti ne hanno bisogno sospeso nel silenzio, che ti circonda, interrotto solo dal tuo respiro. La notte della tragedia della Costa Il Refloating - La nave sollevata a livello di navigazione Concordia Cencetti è malato. Non partirà per l?isola del Giglio con la sua squadra che raggiungerà solo il giorno dopo con un gommone da Porto Ercole. Qui incontra il Comandante dei Vigili del Fuoco l?Ing. Fabio Leandro Cuzzocrea, che gli chiede un particolare sup- Andrea Cencetti porto per gli interventi richiesti al suo corpo di ricerca e soccorso dei dispersi nella nave. Rimarrà ancorato alla nave per tre anni. I primi giorni, i primi 29 giorni saranno terribili. Giorni ed anni che segneranno Cencetti sul piano fisico ed emotivo in maniera indelebile, tanto che Cencetti dirà che sono stati anni forti, duri e intensi che lo hanno portato lontano dalla famiglia, dalla moglie formandolo e trasformandolo. Non avrebbe mai immaginato che il suo impegno, la sua dedizione alla causa lo avrebbe tenuto così lontano. Uno studio e un lavoro continuo che lo ha vincolato alla nave, nell?impossibilità di staccarsi da quel teatro che gli si era costruito attorno, in una simbiosi con il relitto, la sua squadra, i parenti delle vittime, ?un cordone ombelicale ? riferisce Cencetti ? che in quei giorni si era creato fra me e la nave; anche nei momenti di riposo e di pausa era sempre viva la ricerca e lo studio della situazione così da dare libero sfogo alle intuizioni e capire, anche dai particolari, tutto ciò che poteva darci soluzioni utili per l?intervento. Non ti addormentavi, svenivi?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI ???? Uno studio e un lavoro continuo che lo ha vincolato per anni alla nave, nell?impossibilità di staccarsi da quel teatro che gli si era costruito attorno, in una simbiosi con il relitto, la sua squadra, i parenti delle vittime La nave il 23 luglio 2014, trainata da due rimorchiatori oceanici, lascia l?isola Cencetti si dedica alle attività di ricerca dei dispersi attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, lo studio delle fotografie effettuate durante il naufragio, l?analisi dettagliata dei video fatti dai naufraghi: tutti elementi indispensabili per individuare i movimenti durante il naufragio e localizzare i punti dove poter ritrovare i dispersi. La sua è una pianificazione che ha nella collaborazione dei parenti il suo fulcro: gli ultimi movimenti, il colore del vestito, qualsiasi particolare sono tutti indizi capaci di prevederne le mosse e i movimenti. Un lavoro estenuante, dall?alta tensione e drammaticità. Ci sono i parenti con le loro ansie e paure, i loro pianti e lamenti che ti chiedono se il loro congiunto è ancora vivo, se si salverà. Domande che non hanno una risposta rassicurante, che Cencetti deve dribblare, ma che ti gettano nell?angoscia. Il suo è un lavoro protetto, è tenuto nascosto, non può essere avvicinato, interrogato, dato in mano ai mass media, non viene ripreso dai riflettori di scena, non ha la ribalta come avviene per altri colleghi vigili, carabinieri o finanzieri che fossero. Oggi Cencetti si può considerare la memoria storica di quella tragedia. É l?uomo delle carte, che ha tracciato linee e diagrammi, annotato numeri, segnato punti interrogativi. Ha operato in uno scenario diverso da quelli conosciuti, non esisteva una narrativa. La nave era semi sommersa, si muoveva e si assestava creando così una situazione unica, che solo la capacità di più autorità in un lavoro che ha visto collaborazione e sintonia, hanno potuto portare ad un esito positivo. Sarà il tempo, galantuomo come sempre, a riconoscere a Cencetti il suo impegno e la dedizione al lavoro che gli erano stati richiesti. È il 4 dicembre, Santa Barbara, del 2013 quando il Ministero dell?Interno concede ?Al caposquadra esperto Andrea Cencetti la Medaglia al Merito di Servizio per essersi particolarmente distinto, con notevole professionalità ed altissimo senso del dovere, in occasione delle delicate operazioni di soccorso relative al naufragio della M/N Costa Concordia del 13 gennaio 2012, al largo delle coste dell?Isola del Giglio (GR)?. La risposta di Andrea Cencetti a tutto questo, pur nell?apprezzamento e orgoglio per il riconoscimento, è stata ?è solo il mio lavoro?. *giornalista-scrittore Una mostra itinerante I n occasione del decennale del naufragio della Costa Concordia nelle scorse settimane è stata allestita a Grosseto per la Provincia in sala Pegaso una mostra con gli scatti di Carlo Tardani. L?esposizione continuerà nel suo itinere anche in altri comuni della provincia fra cui Follonica e Casti­ glione della Pescaia. In ognuna delle sedi ospitanti verrà presentato il libro ?Il Giglio ­ I 10 anni che scon­ volsero l?isola? con annessa proie­ zione di un video con le musiche originali di Stefano Cocco Cantini. 30 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 La nave in direzione Genova, dove nei suoi cantieri navali verrà definitivamente smantellata VIVI TRADIZIONI Il buttero l?uomo che parla ai cavalli e comanda ai buoi DI PAOLO NARDINI* - FOTO DI GIOVANNI ROSSETTI Quella dei butteri è una professione antica, al limite fra natura e cultura, conoscenza e immaginazione, lavoro e spettacolo. Una professione che viene da lontano, da un passato caratterizzato da sistemi di allevamento allo stato brado, e che con l?andare del tempo ha alimentato il mito della terra di Maremma Q uella del buttero è una professione che, da parecchi decenni, ha richiamato una molteplicità di attenzioni. Giornalisti, storici, registi, film-maker, etnografi, o anche semplici curiosi: in molti si sono avvicinati facendo domande sul suo lavoro, sul rapporto con gli animali, molti hanno scattato fotografie e hanno ammirato la sua figura austera. Lo vediamo nella livrea che contraddistingue l?azienda di appartenenza, sfilare per le strade del capoluogo alla processione di San Lorenzo, lo vediamo presenziare nelle occasioni importanti che riguardano l?intera città. 32 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Un mestiere antico È un mestiere, il suo, legato alle grandi proprietà terriere, un tempo numerose e più estese di oggi. Il buttero non è solo un professionista dell?allevamento allo stato brado, ma è una figura importante anche dal punto di vista rappresentativo e dell?immaginario collettivo, come rilevava Roberto Ferretti negli anni della sua ricerca in Maremma. La narrativa popolare, infatti, lo presenta con un aspetto di alterità, di personaggio fuori dall?ordinario e dalle capacità magiche, attraverso le quali riesce a farsi obbedire dai puledri indomiti e dalle vacche maremmane alleva- te all?aperto. In una delle tante narrazioni raccolte dall?Archivio delle tradizioni popolari, un buttero impartisce comandi magici tracciando con la briglia un segno invisibile sul terreno, e imponendo alle bestie di non lo oltrepassarlo. In un?altra storia narrata possiede una sella fatata per domare i cavalli, che nessun altro potrà mai adoperare. C?è poi la storia del buttero che in una sola notte miete il grano per il quale una squadra di uomini avrebbe impiegato giorni e giorni, e quella in cui, come il pifferaio di Hamelin, lasciando il luogo in cui lavorava, è seguito da tutti gli animali della fattoria. gersi in un luogo circoscritto. Ma la merca e la doma, che invece avvengono all?interno del mandriolo, possono essere realizzate in un luogo agito dal pubblico. Infatti a cominciare dagli anni settanta, alcuni aspetti del suo lavoro sono diventati una forma di spettacolo. Il pubblico si raccoglie intorno al recinto, all?interno del quale i butteri danno una dimostrazione del loro lavoro: catturano il vitello con il laccio, lo bloccano e poi con grande prova di forza e di abilità lo atterrano; intanto il marchio che contraddistingue la fattoria viene scaldato sul fuoco e il capo buttero, o massaro, imprime la merca sulla coscia dell?animale. La merca è un?operazione delicata, perché il ferro del marchio deve avere la giusta temperatura affinché sia efficace nel lasciare il segno sulla pelle dell?animale, ma allo stesso tempo non lasci una ferita, e qui sta la bravura del ?massaro?. Talvolta viene data dimostrazione anche della doma di un puledro: solo una piccola parte di questa attività più complessa e duratura viene mostrata, perché la doma, per essere completa richiede più tempo. Un mestiere di rango Il buttero appartiene a un?élite fra i lavoratori delle grandi aziende, occupando una posizione di livello più elevato, e forse per questo la sua figura è vista come lontana e magica, e contadini e braccianti un tempo gli riservavano una certa diffidenza. Infatti, il buttero vive uno spazio diverso dalle maestranze aziendali, che svolgono le loro attività negli spazi chiusi, o comunque circoscritti. È l?uomo degli spazi aperti, è il ?controllore? delle mandrie, e non subisce un controllo diretto, visivo, da parte della direzione dell?azienda. Inoltre nelle occasioni importanti della tenuta, come in caso di presenza di ospiti illustri, i but- teri sono coinvolti in parata, nell?accoglienza. La spettacolarizzazione del mito La spettacolarizzazione del lavoro dei butteri ha ben presto dato luogo a una forma di abuso da parte di chi, non essendo buttero, s?improvvisava a dare spettacolo con il cavallo e con un abbigliamento a metà fra quello dei mandriani nostrani e i cow-boy americani. Infatti, già alla fine degli anni settanta, nel corso di un incontro fra l?associazione dei butteri e gli esponenti degli enti pubblici locali, fu rivendicata una tutela della loro figura professionale. Si sentivano danneggiati da quei ?butteri della domenica? che minavano la loro credibilità e al contempo assorbivano impropriamente risorse. Il lavoro del buttero Il lavoro del buttero si compone principalmente di due momenti, quello esteso nel corso di tutto l?anno, che è il controllo e la gestione delle mandrie, i loro spostamenti, la conta quotidiana, la nascita e la cura dei vitelli e dei puledri, e un momento puntuale, che si realizza all?inizio della primavera: la merca. A questi si aggiunge la doma dei puledri. Il lavoro quotidiano si svolge nelle ampie distese, lungo gli argini, lontano dal centro direzionale della fattoria, e difficilmente può essere ridotto a svol- Libri, saggi, articoli, documentari Sui butteri sono stati pubblicati libri, saggi, articoli sui periodici; fra gli altri ce n?è uno uscito una decina di anni fa grazie alla reporter Gaia Pianigiani che, corrispondente da Roma del New York Times, pubblicò sul prestigioso giornale americano un articolo su questi ?cow boys di Maremma?. Molto acutamente l?autrice metteva in evidenza il fatto che questi mandriani si rifiutano di restare cristallizzati nella storia, affermando la propria esistenza nel presente. L?immagine che propone la reporter ha uno inci- PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? Il buttero non è solo un professionista dell?allevamento allo stato brado, ma è una figura importante anche dal punto di vista rappresentativo e dell?immaginario collettivo, come rilevava Roberto Ferretti negli anni della sua ricerca in Maremma pit poetico: ?In un recente mattino, in questo pianoro vicino alla costa, un uomo monta il suo cavallo con le redini in una mano e un lungo bastone uncinato nell?altra?. Fuori da ogni nota polemica, la giornalista parla delle difficoltà di un ?mestiere? che non conosce orari, in cui si devono svolgere le stesse attività ogni giorno, col caldo e col freddo, col sole o con la pioggia. Nel 2018 è stato pubblicato probabilmente uno dei migliori documentari sui butteri, girato e prodotto da Walter Bencini. Il regista, specializzato nella cinematografia documentaria, mostra il rapporto dei butteri con la natura e con gli animali, la relazione che si instaura fra di loro, la gerarchia rigida, il sistema di apprendimento delle regole, il passaggio delle competenze fra le generazioni. Perché a differenza di molte altre professioni, qui si ha a che fare con esseri vivi, che hanno sì un valore venale, monetario, per l?azienda per la quale si lavora, ma innegabilmente anche un valore affettivo, soprattutto per chi ci sta a contatto ogni giorno. Allora le regole di comportamento, sia nei confronti del cavallo sia della mandria delle vacche maremmane, devono essere osservate in maniera ferrea. Perché non si può lasciare che un vitello o un puledro si ferisca, né che si allontani dal branco e si perda. Si evidenzia così un aspetto etico di questo lavoro molto forte. Quello fra il buttero e il suo cavallo, ad esempio, è un rapporto di reciproco rispetto e di conoscenza profonda. Ogni segnale è perce- pito ed è seguito da una azione conseguente. Può capitare, infatti, che il cavallo lanci un segnale di paura, e il buttero deve essere in grado di percepirlo. Nella direzione opposta, il buttero impartisce ordini al cavallo attraverso segni impercettibili da parte di un osservatore, ma avvertiti e seguiti da parte del cavallo. Quella del buttero è una figura che sta a metà fra la natura e la cultura. Ed è anche per questo che richiama la nostra attenzione, perché realizza e definisce una natura adattata e interpretata culturalmente. Il buttero è la figura degli spazi aperti, dei vasti piani acquitrinosi; è l?uomo che parla ai cavalli e comanda ai buoi. *Archivio delle tradizioni popolari della Maremma Grossetana I butteri in centro storico T ra le tante iniziative andate in sce­ na nel mese di dicembre a Gros­ seto una delle più riuscite è stata quella intitolata ?Dal passato in Marem­ ma. I butteri e la loro storia?. La proposta, inserita nel calendario ?Natale a Grosseto? promossa dal Ccn­ Centro commerciale naturale del Centro storico, è stata sostenuta dall?Ammini­ strazione comunale e dal Maam­Museo Archeologico e d?Arte della Maremma e ha ottenuto il contributo dell?Associazio­ ne Butteri di Maremma, della Fondazio­ ne Polo universitario grossetano, di Uni­ si, dell?Archivio delle tradizioni popolari, delle associazioni equestri La Razzetta, A cavallo sulle Mura e sull?Ombrone, Cuor 34 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 di Maremma. Nell?occasione la città ha potuto ammirare i butteri in sella ai loro cavalli per le vie del centro. E non solo. L?asso­ ciazione Butteri di Maremma ha dato prova della maestria dei suoi cavalieri nel parco Sandro Pertini di via Giotto e in piazza Duomo con il racconto della storia del buttero e della sua bardatu­ ra. I butteri si sono quindi spostati sulle Mura arrivando alla Cavallerizza dove si è tenuto il concerto della Filarmonica Città di Grosseto. Nel quadro dell?iniziativa al Museo Maam (piazza Baccarini) si è svolta la conferenza a cura di Matteo Penco, del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell?Università di Siena, dal titolo: ?Uomo e cavallo. Storia di un rapporto millenario raccontata dall?ar­ cheozoologo?. Nel solito contesto alla Biblioteca Chelliana (via Mazzini) è andato in sce­ na ?A veglia nel chiostro? con le com­ pagnie Anima Scenica e Teatro Studio che hanno fatto rivivere un momento significativo della storia e tradizione locale in compagnia di Edo Galli, del­ l?associazione Archipenzolo: ?La veglia al fuoco?. L?evento è stato accompa­ gnato da una degustazione a base di acqua cotta, fagioli e cotiche, pan del buttero, bruschetta e vin brulè a cura del ristorante L?Uva e il Malto. VIVI TURISMO Torna a Castiglione della Pescaia l?appuntamento con ?Il patentino dell?ospitalità? A Castiglione della Pescaia, il Comune ha chiamato ancora una volta a raccolta gli operatori turistici ed i residenti per un ambizioso progetto, ?Il patentino dell?ospitalità?, il quale prevede in due mesi dieci appuntamenti che affrontano determinanti tematiche legate al turismo. «Tramite momenti di incontro e confronto, oltre ad approfondire temi culturali e legati al mondo professionale ? affermano Elena Nappi e Susanna Lorenzini, rispettivamente sindaca e assessora al turismo della cittadina balneare ? offriamo la possibilità di conoscere e riscoprire le bellezze del nostro comune, in modo che i singoli operatori, ma anche tutti i cittadini, abbiano gli 36 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 strumenti per operare e promuovere al meglio il proprio territorio». Giunto alla quarta edizione, il patentino dell?ospitalità, coadiuvato dall?esperienza e dalle specifiche competenze di relatori come l?assessore regionale Leonardo Marras e il direttore di Toscana promozione turistica, Francesco Tapinassi, propone una serie di corsi e seminari gratuiti, col fine di stimolare l?approfondimento e la riflessione in materia di turismo, puntando sui valori fondanti della formazione continua come opportunità di crescita personale e professionale, del singolo e collettiva. Agli incontri più teorici, si aggiungono, sempre in forma gratuita, in collaborazione con l?Associazione ristoratori castiglionesi, Acot, Ascom Maremma e Cescot Formazione, corsi di Lingua Inglese e Tedesca a livello base e livello avanzato, corsi per operatori di Sala e di Cucina e, da quest?anno, corsi per il conseguimento del Brevetto di Bagnino e Blsd. Si ripropongono inoltre le uscite didattiche per conoscere e ?vivere? il territorio, attraverso le emozioni che offrono arte, storia locale e peculiarità ambientali. «Il patentino dell?ospitalità ? ricorda l?assessora al turismo Lorenzini ? è un progetto virtuoso, che vede annualmente una crescita costante di partecipanti di operatori dell?indotto turistico, ai quali sappiamo offrire un percorso di formazione di prestigio, che può aumentare in È pieno svolgimento a Castiglione della Pescaia il percorso formativo riservato agli operatori turistici ed ai residenti noto col il nome di ?Il patentino dell?ospitalità?. Dieci incontri ? tre dei quali archiviati a febbraio ? con specialisti del settore sulle tematiche più diverse legate al mondo dell?accoglienza Castiglione della Pescaia modo esponenziale la consapevolezza e quindi la capacità di essere ospitali». «L?esperienza di formazione permanente e valorizzazione del territorio voluta dal Comune ? ribadisce la sindaca Nappi ? in questi anni ha contribuito alla crescita economica del nostro paese e molto del successo deriva dall?essere riusciti a coinvolgere molti operatori e imprenditori locali, che assieme all?amministrazione ed altri soggetti pubblici portano avanti una promozione congiunta di Castiglione della Pescaia». Il ?Patentino dell?ospitalità? ha preso il via il 16 febbraio all?interno della sala consiliare, ?Gabriella Lorenzoni? in via Cesare Battisti, location che ospiterà quasi tutti gli incontri formativi, con l?iniziativa dal titolo: ?Patentino escursionistico: i sentieri per vivere e promuovere il territorio? dove sono intervenuti per Anci Toscana il direttore Simone Gheri e il responsabile del turismo Sonia Pallai. A seguire il Consorzio Turistico ?Maremma Experience? ha presentato la nuova carta dei sentieri castiglionesi. Il 23 febbraio, sempre con lo stesso orario l?incontro ha avuto come argomento: ?Marketing Turistico: strategie e strumenti concreti per la promozione della tua struttura? con relatore Marco Gasparri, managing director dello Studio Kalimero Marketing & Comunicazione. ?Per un turismo responsabile e soste- nibile. Vetrina Toscana: valore dei prodotti ed identità enogastronomica del territorio? è stato l?argomento di confronto per i partecipanti del ?Patentino dell?ospitalità? che si è svolto lunedì 28 febbraio con relatori il direttore di Toscana promozione turistica Francesco Tapinassi, Daniela Mugnai di Vetrina Toscana e Sonia Pallai di Anci Toscana. Mercoledì 2 marzo, ritrovo in piazza Garibaldi da dove prederà il via, a cura del Consorzio Turistico ?Maremma Experience? ?Pedalando alla scoperta dei Sentieri Castiglionesi: visita guidata in bicicletta?. Il 9 marzo appuntamento con l?assessore al turismo della Regione Toscana Leonardo Marras che alle ore 15:00 si confronterà assieme ad Alessandro Tortelli, direttore scientifico del Centro studi turistici di Firenze su ?Dalla crisi alle opportunità per il turismo del domani: analisi dei dati, prospettive future?. Mercoledì 16 marzo è in programma in località Piatto Lavato (Buriano) un appuntamento con l?arte contemporanea dal titolo ?Eccellenze di arte?, che prevede una visita al Giardino di Ritorno di Rodolfo Lacquaniti. Il 21 marzo, con ritrovo in piazza Garibaldi, si terrà la visita guidata ?A spasso per il borgo?. Due giorni dopo, mercoledì 23 marzo in sala del Consiglio si darà vita a un percorso al primo dei due confronti sulla conoscenza delle produzioni locali e buone pratiche di somministrazioni e sarà Luca Papalini, presidente dell?Associazione Bacco in Toscana a parlare Susanna Lorenzini e Elena Nappi PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI ???? Giunto alla quarta edizione, il patentino dell?ospitalità, propone una serie di corsi e seminari gratuiti, col fine di stimolare l?approfondimento e la riflessione in materia di turismo, puntando sui valori fondanti della formazione continua come opportunità di crescita personale e professionale, del singolo e collettiva di ?Vino: elementi di degustazione e servizio?. Il 30 marzo all?interno dell?Auditorium della scuola secondaria di primo grado di viale Kennedy, il regista produttore cinematografico, regista teatrale, performer, conduttore televisivo e coach di comunicazione Luca Vullo, cercherà di Le Rocchette intrattenere i presenti con la performance ?ComunichiAMO l?Italia. Il linguaggio del corpo per l?accoglienza turistica?. L?ultimo appuntamento del ?Patentino dell?ospitalità? è in programma mercoledì 6 aprile, quando la sala consiliare ospiterà il secondo appuntamento con Luca Papalini presidente dell?Asso- ciazione Bacco in Toscana che presenterà: ?Vino: elementi di degustazione e servizio?. Partecipazione disponibile on line ed in presenza. Per info e prenotazioni Ufficio I.A.T. tel. 0564 933678, mail iat@comune.castiglionedellapescaia.gr.it Intitolato a Carlo Fruttero il belvedere di Castiglione della Pescaia S ono trascorsi dieci anni dalla mor­ te di Carlo Fruttero e l?Ammini­ strazione comunale di Castiglione della Pescaia questa mattina gli ha inti­ tolato un luogo simbolo del paese, il belvedere che è fra piazzale Solti e via Calvino, facendolo diventare ?Belvede­ re Carlo Fruttero ? scrittore?. «Carlo Fruttero ? ricorda la sindaca Elena Nappi che segue in prima perso­ na le politiche culturali del Comune ? è mancato nella sua casa immersa nella pineta di Roccamare e sepolto, come disposto nelle sue ultime volontà, nel cimitero di Castiglione della Pescaia accanto all?amico Italo Calvino». «A chi ha lasciato un segnale forte nel progresso di una nazione grazie al proprio lavoro ? ha tenuto a dire la sin­ daca Nappi ? sono dedicate strade, piazze, giardini e questa amministra? zione comunale ha voluto riconoscere e omaggiare la vita e la memoria di Frut? tero con l?intitolazione del ?Belvedere?, una delle location che o?re uno dei 38 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 panorami più apprezzati e fotografati della Maremma». «Con questo gesto simbolico ? aggiunge Elena Nappi ? vogliamo dire grazie a Carlo Fruttero, un uomo di cul? tura internazionale che ha vissuto per lunghi periodi nel nostro paese. Da oggi, in poche centinaia di metri, nella parte alta del borgo medioevale si sus? seguono tre luoghi caratteristici intito? lati a personaggi della cultura mondiale che hanno avuto in comune l?amore indiscusso verso questa località, facen? dola diventare il loro ?buen retiro? nell?esclusiva zona di Roccamare» «Da insegnante e da sindaco ? ha concluso la prima cittadina ? ritengo le opere di Carlo Fruttero, un castiglione? se d?adozione e cittadino onorario, sia? no sempre attuali, ma soprattutto fon? damentali sia per il bene della cultura che per il mondo della scuola. Con la sua eleganza nello scrivere, accompa? gnata da un?ironia molto ra?nata è tutt?ora un riferimento nell?attualità culturale mondiale». L?amministrazione comunale, in accordo con le figlie dello scrittore, sta predisponendo una serie di incontri dedicati al lavoro di Fruttero che si ter­ ranno durante il periodo estivo per dare il giusto risalto all?evento che oggi si è tenuto in misura ridotta e contin­ gentata a causa dell?emergenza pande­ mica. Castiglione della Pescaia è comune ciclabile 2022 Confermato da Fiab il riconoscimento per la mobilità sostenibile C onsegnata virtualmente a fine gennaio alla sindaca Elena Nappi e all?assessora allo Spazio pubbli­ co bene comune Susanna Lorenzini, che hanno preso parte alla cerimonia che si è svolta online a causa della pan­ demia, la Bandiera Gialla 2022, ricono­ scimento rilasciato dalla Fiab (Federa­ zione italiana ambiente e bici­ cletta). «Il nostro lavoro sulla mobilità sostenibile ? dicono soddisfatte la prima cittadina castiglionese e l?assessora ? sta andando avanti con un costante confronto con Fiab, che ha valutato attraverso dei parametri molto selettivi il grado di ciclabilità o?erto dal Comune, confermandoci tre bike smile». Questa iniziativa, che coin­ volge oltre 140 amministra­ zioni comunali italiane, è patrocinata sia dal Ministero delle Infrastrutture e dei Tra­ sporti che dal dicastero del­ l?Ambiente. «Fiab ? spiegano Nappi e Lorenzini ? ra?ronta i progressi compiuti nei prece? denti dodici mesi dall?Ente che ha scelto di essere sottoposto e giudicato. Sono state controllate le novità introdotte alla mobilità urbana, alle ciclabili locali e alle infrastrutture, ma abbiamo dovu? to dimostrare d?aver portato avanti un minuzioso lavoro di comunicazione e promozione sull?argomento». «Il nostro territorio ? sostengono le due amministratrici ? grazie alla colla? borazione fra Comune e il mondo del? l?associazionismo sportivo è sempre più a misura di ciclista, soprattutto per quanto riguarda la mobilità quotidiana, che si trasforma di conseguenza in un trend turistico in continua crescita». «L?impegno dell?amministrazione ? proseguono Nappi e Lorenzini ? conti? nua ad essere sempre più attento verso la mobilità alternativa e le nostre scelte vengono premiate con riconoscimenti come questo, dove emerge l?ottima qualità della vita che sappiamo o?rire». «Questo è il primo riconoscimento del 2022 ? aggiungono sindaca e asses­ Elena Nappi sora ? in uno dei settori vitali dell?eco? nomia del paese e, nonostante i recenti due anni di pandemia, nella nostra real? tà si è registrato un incremento dell?u? tilizzo della bicicletta, una tendenza riscontrata con piacere sia fra i casti? glionesi che tra gli amanti del nostro territorio che si spostano sempre di più sulle due ruote, avendo così anche maggiori garanzie sul mantenimento del distanziamento interpersonale». La Federazione italiana ambiente e bicicletta non ha però sottovalutato il proseguo del cammino che sta com­ piendo l?amministrazione comunale impegnato nella realizzazione della Ciclopista Tirrenica. «Il Comune di Castiglione della Pescaia ? ricordano la sindaca e l?asses­ sora ? è stato il primo ad ottenere i finanziamenti dalla Regione Toscana per l?attuazione di questo tracciato ciclabile di interesse nazionale che si snoda lungo la costa, collegando Venti? miglia a Roma. Stiamo concretizzando un intervento davvero ambizioso sia per la comunità locale che per tutto l?indot? to della provincia e la sua realizzazione assumerà una valenza euro? pea in termini turistici, econo? mici e ambientali del cicloturi? smo». «Inoltre, proprio in questi giorni ? fanno sapere dal comune costiero ? stiamo definendo i bandi per attivare nel nostro comune, entro la prossima stagione estiva, sia la micromobilità sostenibile, così le bici elettriche già molto presenti nel territorio saranno accompagnate da monopatti? ni e ciclomotori elettrici, sia le colonnine per la ricarica delle auto elettriche e ibride in modo da spingere ulterior? mente sulla mobilità sostenibi? le a 360 gradi». «Siamo sempre più convinte ? con­ cludono Nappi e Lorenzini ? che punta? re sulla sostenibilità in ogni ambito sia la formula giusta per valorizzare e tute? lare le nostre bellezze ambientali e per far in modo che tutti, con una mobilità più lenta e pulita, le possano apprezza? re». Fiab è una organizzazione federativa che riunisce quasi 20.000 soci e oltre 190 associazioni locali sparse in tutto il territorio italiano che hanno lo scopo di promuovere l?uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto quotidiano, per migliorare tra?co e ambiente urba­ no, sia per la pratica dell?escursionismo su due ruote, vale a dire di una forma di turismo particolarmente rispettosa del­ l?ambiente e del benessere fisico. PRIMO PIANO ? VIVI ? 39 VIVI PROGETTI Un progetto di rigenerazione urbana per Castiglione della Pescaia: ?Paoletti tra passato e futuro? Con l?approvazione in Giunta del masterplan di fattibilità del progetto di rigenerazione urbana ?Paoletti tra passato e futuro? e la successiva candidatura al parco progetti PNRR della Regione Toscana va ulteriormente delineandosi il nuovo volto dell?area Ex Paoletti: 31.000 metri quadrati di area artigianale alle spalle del palazzo municipale castiglionese 40 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Nelle immagini i rendering della riqualificazione dell?area ex Paoletti a Castiglione della Pescaia Il sito industriale Il primo agosto del 1969 alla presenza del Ministro dell?industria e del commercio italiano Domenico Magrì fu inaugurata a Castiglione della Pescaia la sede operativa dell?Industria Manifatture Tessili A. Paoletti (IMTAP), più semplicemente conosciuta come industria Paoletti, dal nome del suo fondatore. La Paoletti aveva la sede originaria a Grosseto, città nella quale operava dai primi anni Cinquanta, ma le necessità di espandere il proprio stabilimento e la difficoltà nel reperire aree adatte al suo stanziamento nel capoluogo maremmano spinsero il patron a definire l?acquisto di un terreno alle porte di Castiglione della Pescaia e a richiederne l?autorizzazione per realizzare la nuova industria tessile. Negli anni Sessanta infatti questa zona era parte integrante della campagna posta nelle immediate vicinanze del centro abitato e al contempo ubicata sul versante opposto della marina castiglionese: oltre che per la strategica posizione per le vie di comunicazione, fu una scelta dettata anche dalla ormai consacrata predisposizione turistica del paese. Il sito industriale non doveva in alcun modo entrare in conflitto con la costa e quindi con il settore che ormai aveva il predominio sull?economia paesana. Una fabbrica nelle immediate vicinanze del mare avrebbe comportato disagi all?intera comunità e sarebbe stato motivo di sicuro allontanamento dei turisti. Se si considera poi l?imponente trasporto su gomma su cui la Paoletti avrebbe costruito la propria strategia di mercato, apparve ancora più evidente la non compatibilità del sito industriale con le zone più affollate e quindi congestionate dai flussi turistici estivi. Il Progetto Con l?approvazione in Giunta del masterplan di fattibilità del progetto di rigenerazione urbana ?Paoletti tra passato e futuro? e la seguente candidatura al parco progetti PNRR della Regione Toscana va ulteriormente delineandosi il nuovo volto dell?area Ex Paoletti: 31.000 metri quadrati di area artigianale alle spalle del palazzo municipale castiglionese. Il progetto, sviluppato dall?architetto Stefano Giommoni in collaborazione con l?architetto Marianna Tirinnanzi, è coordinato dal responsabile del procedimento Dott. Fabio Menchetti, dirigente dell?ufficio Urbanistica e Rigenerazione urbana del comune. Il lavoro è mirato alla valorizzazione dell?area della ex fabbrica Paoletti che, una volta recuperata, produrrà effetti benefici sugli spazi pubblici e sulla comunità stessa. Il progetto dell?area include infatti aspetti più ampi ed articolati di un tipico progetto di opera pubblica: la sua core strategy è quella di creare un ambiente inclusivo e sostenibile sotto ogni aspetto che faccia della coesione sociale e territoriale il proprio punto di forza, tanto che la realizzazione di un bosco urbano nel cuore dell?area d?intervento ha proprio questa valenza. La rinnovata consapevolezza della funzione degli alberi anche negli ambienti costruiti ha infatti guidato le azioni di progettazione del masterplan verso scelte green, allo scopo di creare una sintonia fra individuo e habitat naturale, investendo su una vera e propria ?cultura dell?abitare?. L?obiettivo dell?Amministrazione Comunale è quello di dare vita a quella che PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? Il progetto, sviluppato dall?architetto Stefano Giommoni in collaborazione con l?architetto Marianna Tirinnanzi, è coordinato dal responsabile del procedimento Dott. Fabio Menchetti, dirigente dell?ufficio Urbanistica e Rigenerazione urbana del comune potrebbe essere una Paoletti 2.0 creando nuove opportunità di sviluppo economico e sociale affinché l?area dell?ex stabilimento manifatturiero torni ad avere un ruolo centrale per la popolazione. È dunque la consapevolezza dell?importanza del ?capitale umano? e dello spazio che lo circonda che ha dato la spinta all?Amministrazione comunale di avviare il nuovo processo di riqualificazione di questo impianto produttivo ormai dismesso da anni, mettendo al centro del progetto il concetto di cittadinanza attiva. L?idea progettuale dunque si è sviluppata attraverso un masterplan, cioè quello strumento progettuale che in concreto descrive come saranno recuperati gli spazi collettivi e quali saranno gli elementi strategici del recupero urbano stesso: nella sua fase di elaborazione sono state tenute in considerazione sia le proposte della cittadinanza che le dina- Nel rendering il bosco urbano dall?alto miche sociali ed economiche già presenti nella zona, allo scopo di definire un progetto che valorizzi sia il sistema economico del paese che il suo patrimonio culturale, sociale ed ambientale. Infine, attraverso immagini e rendering, è stato creato il progetto di recupero dell?area così come è stata verificata la sua fattibilità da un punto di vista normativo e di accesso ai finanziamenti. Il Dettaglio ?È ormai appurato da tempo che l?industria turistica rappresenta per Castiglione della Pescaia l?elemento trainante dell?intera economia locale ? afferma il vicesindaco con delega all?Urbanistica Federico Mazzarello ? ma non per questo si possono ignorare alcune criticità emergenti conseguenti, per esempio, al basso tasso di natalità e al progressivo invecchiamento della popolazione residente. In tale contesto, il processo di riqualificazione dell?area delle ex manifatture tessili Paoletti può costituire il punto di partenza per ridefinire Castiglione della Pescaia non solo come ?luogo delle vacanze?, ma anche, ad esempio, come centro attrattivo per sviluppare imprenditorialità innovative finalizzate alla creazione di opportunità di impiego per la popolazione più giovane. La sostenibilità sia sociale che economica dell?intervento di rigenerazione urbana è fondamentale per la buona riuscita del progetto, che per essere realizzato, vedrà la stretta collaborazione tra il patrimonio pubblico e gli investimenti dei privati?. Questi ultimi infatti avranno la possibilità di investire tanto nella creazione di foresterie turistico ricettive quanto nella creazione di luoghi di accoglienza e servizi per soddisfare le esigenze connesse alla terza età, come la RSA ed il socialhousing o le strutture adibite a prestazio- Nel rendering sempre il bosco urbano dal basso Federico Mazzarello 42 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 ni sanitarie e servizi alla persona, valorizzando l?appeal di questi luoghi come congeniali alla stanzialità di residenti e facendo leva su elementi tipici della Maremma, quali la salubrità ambientale, la bassa criminalità e l?assenza di congestione urbana. ?Sarà poi fondamentale ? continua il vicesindaco ? per il concreto funzionamento del progetto, che gli interventi previsti nell?area della ex Paoletti siano in grado di generare reddito e di auto-sostenersi finanziariamente: la scelta infatti di prevedere nel progetto l?insediamento di funzioni sociali collettive e servizi alla persona, non deve rappresentare un deterrente ma anzi, deve costituire un incentivo all?attrazione di capitali privati per la realizzazione dei servizi e delle strutture stesse. Lo strumento del partenariato pubblico-privato per la realizzazione del progetto risulta infatti essere il più in linea con le esigenze di mercato attuali?. Il progetto dell?area ex-Paoletti si pone infatti l?obiettivo di rendere massimi i ritorni pubblici dagli interventi individuati, destinando ad esempio parte della volumetria alle nuove sedi della Croce Rossa e della Misericordia, oltre alla realizzazione dei locali mensa per i dipendenti comunali e di una sala pubblica polivalente. Un altro elemento strategico del progetto è infine legato alla mobilità: la realizzazione di parcheggi scambiatori, rotatorie agli incroci a raso e una viabilità alternativa a quella esistente avranno il duplice obiettivo di alleggerire il traffico veicolare verso il paese e favorire la mobilità lenta. Si profila quindi una nuova grande opportunità per Castiglione della Pescaia, così come illo tempore furono la bonifica delle paludi, la nascita di Riva del Sole e l?arrivo della IMPAT: il progetto di rigenerazione dall?area ex Paoletti potrebbe segnare un altro importante elemento di svolta per il paese maremmano con la creazione di nuovi posti di lavoro ed opportunità di sviluppo economico stimolate dalla realizzazione del progetto. L?obiettivo finale della rigenerazione urbana deve essere appunto quello di ricreare condizioni favorevoli all?aggregazione sociale, che valorizzino l?impianto culturale della comunità e offrano al contempo una concreta opportunità di sviluppo sociale ed economico della comunità stessa. Nascita, sviluppo e declino dell?Industria Manifatture Tessili Angiolo Paoletti Nella foto l?area ex Paoletti nello stato attuale L a storia dell?Industria Manifatture Tessili Angiolo Paoletti e? intima­ mente legata alla crescita e alla evoluzione dei costumi della società italiana nel dopoguerra. La sua produ­ zione principale era rappresentata dai ?corredi? nuziali e la sua fortuna nell?af­ fermarsi nel mercato nazionale fu costi­ tuita dalla rete capillare degli agenti commerciali e dall?intuizione della ven­ dita ?porta a porta?. L?azienda avvia la produzione nell?im­ mediato dopoguerra nella sede di via Arno a Grosseto. Ben presto, con l?e­ spansione delle vendite in particolare nel sud del paese, vi fu la necessita? di reperire nuovi spazi. A meta? degli anni sessanta Angiolo Paoletti, il titolare dell?azienda, maturo? l?idea di costruire un nuovo stabilimento e l?area prescelta fu un ampio lotto nell?area pianeggiante delle Paduline posta al margine est dell?abitato del cen­ tro urbano di Castiglione della Pescaia. La Paoletti è stata una ex fabbrica manifatturiera che sino ai primi anni ?80 ha garantito, grazie anche al suo indotto economico, migliaia di posti lavoro in una terra, la Maremma, dedi­ ta alla pastorizia, all?agricoltura ed alla pesca, quando era ancora lontana dalle fortune legate al turismo. L?insediamento industriale, sorto alla fine degli anni Sessanta, era riuscito a fare di Castiglione della Pescaia il punto strategico della manifattura regionale ed almeno due generazioni di cittadini avevano sperimentato sulla propria pelle qualcosa di nuovo, di sconosciuto per la comunità dell?epoca. Con la fine degli anni settanta iniziò il rapido declino dell?azienda. Le cause sono da ricercarsi anche nel di?cile periodo che attraversa la società e l?e­ conomia nazionale. Gli attentati terro­ ristici, le tensioni sociali, la crisi petroli­ fera ingigantiscono le di?colta? dell?e­ conomia e del mondo produttivo che, dopo il boom degli anni sessanta, risen­ te della carenza di strategie e politiche di programmazione nazionali. La crisi dell?azienda, oltre che dalla situazione economica nazionale ed europea, e? da ricercarsi anche nella debolezza delle strategie di mercato. L?industria tessile non seppe adeguare il proprio ciclo delle produzioni alle tra­ sformazioni della società e alla nuova domanda. L?evoluzione sociale degli anni settanta e la crescente emancipa­ zione femminile aveva relegato il ?cor­ redo? ad una frangia residuale e margi­ nale del mercato dei tessuti. Il 24 febbraio 1982 rappresenta la data della svolta nella crisi dell?Indu­ stria Manifatture Tessili Angiolo Paolet­ ti: l?irruzione della Guardia di Finanza nello stabilimento con perquisizioni a tappeto ed il sequestro dei documenti contabili. Le vicende dell?azienda e del suo fon­ datore divengono un caso nazionale: le cronache giudiziarie ed i processi cele­ brati sgonfiarono buona parte delle accuse rivolte ad Angiolo Paoletti che muore nel 1997 ad 85 anni. PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 VIVI TURISMO Con ?Grosseto città di Fiume? l?Ombrone torna ad essere protagonista! T orna anche per l?anno 2022 l?iniziativa avviata dall?Associazione Terramare ASD insieme alla UISP e al Comune di Grosseto ormai da quattro anni, riguardante azioni di sensibilizzazione sulla conoscenza e sul rispetto del nostro fiume. ?Grosseto, città di fiume - Attività culturali e sportive sul fiume Ombrone per studenti e gruppi organizzati: pulizia del fiume ed escursioni guidate ? affermano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna Riccardo Megale, Assessore al Turismo, e Luca Agresti, assessore alla Cultura che ha curato il progetto in que- 44 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 sti anni ? è un progetto consolidato, fondamentale per comprendere la natura e le peculiarità dell?ambiente fluviale in quanto elemento caratterizzante del nostro territorio da imparare a conoscere e rispettare. Soprattutto le iniziative mirate ai più giovani, rivestono una importante occasione di crescita e di conoscenza del potenziale che a livello ambientale, sportivo e turistico l?Ombrone rappresenta per Grosseto e la Maremma?. ?Dal 2015 la nostra Associazione e UISP ? dichiara Maurizio Zaccherotti, presidente di Terramare ? sperimentano attività per valorizzare la valle del fiume Ombrone attraverso iniziative culturali, sportive, turistiche e di sensibilizzazione ambientale. Anche quest?anno, nell?ottica di portare avanti il contratto di fiume Ombrone, abbiamo siglato un accordo con il Comune per organizzare sul territorio escursioni in rafting, trekking per promuovere la cultura delle attività fluviali, la storia della Maremma legata all?Ombrone e la comunità di fiume. Il nostro obiettivo è far diventare l?Ombrone un elemento vitale per tutto il territorio in grado di stimolare studenti, turisti e ricercatori nell?esplorazione Ecco lo strumento che misura l?appeal digitale delle destinazioni turistiche grossetane L?Ombrone visto da vicino grazie all?Associazione Terramare ASD insieme alla UISP e al Comune di Grosseto. È ricco il calendario ?Grosseto, città di fiume? che propone per tutto l?anno attività culturali e sportive sul corso d?acqua maremmano per studenti e gruppi organizzati Foto Michele Guerrini I l Comune di Grosseto ha delibe­ rato di a?dare ad un soggetto esterno, a cui darà mandato il Servizio turismo, l?elaborazione di indagini e ricerche al fine di migliora­ re lo sviluppo turistico del territorio. L?obiettivo principale è quello di creare uno strumento di monitorag­ gio e misurazione in tempo reale di tutti gli indici di appeal digitale di una destinazione per assicurare varie funzionalità. Tale obiettivo si potrà raggiungere infatti mediante l?analisi della reputazione e l?ecosi­ stema digitale di tutti i punti di inte­ Marina di Grosseto dello stesso. Crediamo che la valle del fiume Ombrone e la città di Grosseto possano diventare un collegamento importante tra mare e interno, una palestra a cielo aperto per attività di vario tipo con ricadute economiche positive sulle attività ricettive e sull?immagine del Comune di Grosseto?. Il progetto per l?edizione 2022 prevede diverse iniziative. Tra i momenti clou abbiamo in primis ?Grosseto Ombrone e luoghi di storia?, programma che punta allo sviluppo di quattro escursioni con guida ambien- tale escursionista e guida turistica per scoprire Grosseto e alcuni luoghi importanti legati da un fil rouge che è il fiume Ombrone e la bonifica: le mura medicee di Grosseto, la Pineta del Tombolo a Le Marze, gli Usi Civici di Batignano, la Foce dell?Ombrone e i chiari di Principina. Durante ciascuna escursione verrà realizzato un focus specifico su questo aspetto che lega la città al suo fiume. Quindi, spazio all?organizzazione di quattro discese rafting ed escursioni in golena per gli studenti delle scuole superiori e medie del comune di Grosseto, tra marzo e giugno prossimi, parten- resse del territorio, in tutti i comparti dell?o?erta, valutando i giudizi espressi dagli utenti sui principali siti web con riferimento a vari servizi tra cui: ricettività, bar e ristorazione, attrazioni e risorse culturali, retails e vacation rentals. ?Siamo molto soddisfatti ? dicono il Sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore con delega al turismo Riccardo Megale ? di avvia? re questo servizio per l?e?ettuazione di indagini e ricerche per il monito? raggio e la misurazione in tempo reale di tutti gli indici di appeal digi? tale del Comune di Grosseto e di altre aree territoriali, al fine di migliorare lo sviluppo turistico del territorio, favorendo, attraverso i dati e i report ottenuti, la program? mazione dell?Ente verso interventi mirati nell?interesse delle imprese e delle collettività locali?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 45 VIVI ???? Escursioni con guida ambientale escursionista e guida turistica, discese rafting in golena per gli studenti delle scuole superiori e medie del comune di Grosseto, giornate di ?pulizia del fiume? al centro del ricco calendario do da una base didattica specifica su come si formano i fiumi, quali sono le caratteristiche principali della vegetazione riparia, il flusso della corrente e l?azione erosiva, i principali fattori d?inquinamento del fiume, e quindi del mare; linee guida su come comportarsi in caso di alluvione, non ultimo un accenno su cosa sono in Contratti di Fiume e come vi si può aderire. Il Soft Rafting è una discesa fluviale su un particolare gommone chiamato raft. L?equipaggio partecipa attivamente alla discesa con la pagaia ed è coordinato dal conduttore che fornisce anche informazioni storico ambientali sul percorso. Infine nel cartellone 2022 sono state inserite due giornate di ?pulizia del fiume? (una a primavera ed una in autunno) che hanno l?obiettivo di sensibilizzare tutta la popolazione sull?im- portanza di valorizzare e rispettare il fiume Ombrone ed in particolare il tratto urbano compreso tra San Martino e il Berrettino localizzato a pochissimi km dalla città e a ridosso del Parco Ombrone di Via Leoncavallo. Le iniziative di pulizia dal valore altamente sociale ed educativo verranno sviluppate, come tutte le altre, tramite gli operatori e i soci dell?associazione Terramare/UISP assieme alle scuole. Grosseto si conferma Comune Ciclabile con tre ?bike smile? L ?iniziativa dei Comuni Ciclabili della FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) ? il ricono­ scimento che valuta il grado di ciclabi­ lità dei territori e accompagna le amministrazioni nello sviluppo di poli­ tiche bike friendly ? è arrivata alla sua quinta edizione e per il quinto anno consecutivo Grosseto si conferma Comune Ciclabile con tre ?bike smile?. Il progetto FIAB nasce per incentiva­ re i comuni italiani ad adottare politi­ che a favore della mobilità ciclistica e premiare l?impegno di chi ha già mes­ so in campo iniziative bike­friendly valorizzando le località più accoglienti per chi si muove in bicicletta. Sono quattro, in sintesi, le aree di valutazione: mobilità urbana (ciclabili urbane/infrastrutture, moderazione tra?co e velocità), governance (poli­ tiche di mobilità urbana e servizi), comunicazione e promozione, ciclotu­ rismo. 46 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 ?A fronte di un risultato importante acquisito e consolidato per quanto concerne la valutazione dei percorsi ciclo?turistici e dell?incremento della capacità di comunicazione relativa al progetto ? a?ermano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Mobilità Riccardo Megale ? gli interventi già program? mati ed attualmente in fase di a?da? Riccardo Megale mento, come quelli delle bretelle citta? dine per facilitare gli spostamenti scuola?lavoro, ci porranno auspicabil? mente nella condizione di poter alzare ancora di più il livello qualitativo del nostro comune, anche per quanto riguarda le ciclabili urbane. L?intento, ovviamente, è migliorare il livello complessivo della mobilità sostenibile, ambito nel quale in questi anni sono già stati raggiunti risultati importanti che, come amministratori, ci rendono orgogliosi del nostro lavoro. Ci tenia? mo particolarmente a ringraziare la FIAB, non solo fautrice di questo pro? getto di sviluppo e monitoraggio, che rappresenta per noi un?importante bussola sia sul settore della mobilità sia su quello turistico. Vogliamo ren? dere la nostra collaborazione sempre più solida, con l?obiettivo di portare Grosseto a un livello di eccellenza nazionale nel campo della mobilità green?. Montepescali, approvato il progetto di rigenerazione culturale, sociale ed economica Ammontano ad un totale di 1,7 milioni di euro, sia per lavori pubblici sia per progetti rivolti al turismo, gli interventi che verranno effettuati, nell?ambito del progetto ?Montepescali: rigenerazione culturale, sociale ed economica attraverso il turismo? S i chiama ?Montepescali: rigene? razione culturale, sociale ed eco? nomica attraverso il turismo? ed è la proposta progettuale recente­ mente approvata dalla Giunta comu­ nale di Grosseto. L?iniziativa è nata da un bando della Regione Toscana finan­ ziato con i fondi del PNRR per la sele­ zione di un progetto pilota per la rige­ nerazione culturale, sociale ed econo­ mica dei borghi. Montepescali rispetta i canoni indi­ cati dal bando: il radicamento alla tra­ dizione strutturale e edilizia storica del borgo e un numero di unità abitative inferiore a 300. Gli interventi che verranno e?ettua­ ti, per un totale di 1,7 milioni di euro, riguardano sia lavori pubblici sia pro­ getti rivolti al turismo. Verrà portato avanti il progetto di riqualificazione di Porta Nuova, di accessibilità e restauro di un tratto di cinta murata di Monte­ pescali ed il restauro conservativo e ricostruttivo delle fonti dei lavatoi. Per gli interventi dedicati all?ambito turistico, economico e culturale, sono stati ideati diversi progetti come l?al­ bergo di?uso, ovvero una struttura ricettiva dislocata nei vari angoli del borgo così da creare una rete di con­ nessione con le tradizioni e gli usi del posto. Un?altra idea che verrà messa in moto sarà quella dei servizi in coope­ razione per i residenti, come ad esem­ pio strutture a servizio della popolazio­ ne anziana oppure abitazioni private corredate da spazi e servizi comuni. Verranno anche sperimentate delle portinerie sociali per contrastare la solitudine involontaria riportando le relazioni umane al centro della società e favorendo l?inclusione sociale. Il borgo sarà poi rivitalizzato grazie a una serie di iniziative come il minife­ stival della letteratura di genere, dove per almeno tre giorni consecutivi all?anno saranno presentati libri, incontri con gli autori, saranno allestiti dei banchi con street food a tema e numerose altre iniziative. Ulteriori progetti saranno organizza­ ti con il supporto del Polo Universita­ rio Grossetano e dell?Università di Sie­ na. Per completare il quadro saranno attivati degli interventi per la promo­ zione del cicloturismo e del trekking per il potenziamento del turismo sostenibile. I soggetti coinvolti nel progetto sono il Comune di Grosseto, Uscita di Sicurezza, FIAB comuniciclabili Grosse­ to, Fondazione Polo Universitario di Grosseto, Società Operaia di Mutuo Soccorso di Montepescali, Associazio­ ne Cacciatori Montepescali, Croce Rossa Italiana sezione di Grosseto e Università di Siena. ?Negli ultimi 10 anni ? spiegano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l?assessore al Turismo Riccar­ do Megale e l?assessore ai Lavori Pub­ blici e Finanziamenti Straordinari Ric­ cardo Ginanneschi ? i residenti della frazione di Montepescali sono calati di oltre il 14% e più dell?80% delle attività all?interno del Borgo sono cessate. Questo progetto, se accolto, darà la possibilità di fermare il progressivo abbandono di Montepescali donando al borgo una nuova vita con tanti pro? getti e nuove idee. Si tratta di un?occa? sione unica che ha lo scopo di ra?orza? re strutturalmente il Borgo medievale attraverso uno sviluppo sinergico di idee progettuali, di utilizzo di risorse tecnologiche e umane rivolte alla sua valorizzazione. L?obiettivo è quello di creare un sistema virtuoso che si autoalimenti attraverso le necessità e le idee espresse dal territorio e da chi lo vive ogni giorno?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI L?ITINERARIO DEL MESE Magliano in Toscana: storia , fascino, leggenda e bellezza di un borgo di Maremma DI DAVID BERTI - FOTO DI GIUSEPPE GUERRINI Magliano in Toscana è un borgo di Maremma che non t?aspetti, ricco di sorprese tutte da scoprire davvero in ogni angolo. Meta preferita di turisti e vacanzieri in cerca di refrigerio nel periodo estivo è un luogo speciale con tante perle da ammirare, cose da vedere e pieno di storia e di storie da raccontare. Come quella di Checco Bello? S alve, sono Checco Bello. In verità, questo è il soprannome che mi hanno dato i miei compaesani. Ma ormai tutti mi conoscono con questo nomignolo. Volete sapere il perché? Prendetevi cinque minuti, mettevi comodi fregando per una volta le vostre ansie e lasciate che vi racconti. Sono nato a Magliano nel 1864. L?Italia si era da poco unificata. I miei genitori mi battezzarono con il nome di 48 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Francesco. Quindi al secolo fui Francesco Salvi. Vi chiederete come possa essere qui a parlarvi di me dopo 158 anni. Dovrei essere morto e, in effetti, il mio cuore cessò di battere più di un secolo fa. Tuttavia, in seguito, successe qualcosa d?incredibile. Qualcosa che non avrei mai immaginato. Eh già?, il destino: fantasioso, stravagante e, perché no, anche sottilmente ironico. All?epoca ero un bell?uomo. Oddio, non che fossi un adone, ma certamente più avvenente di un altro Checco di Magliano mio contemporaneo: alquanto bruttino e minuto. Dunque, per non confondermi con lui, nei discorsi di paese divenni Checco Bello. Mi guadagnavo da vivere facendo l?esattore delle imposte, abitavo in un meraviglioso palazzo appartenuto, in un lontano passato, alla nobile famiglia dei Magliano in Toscana Monaldeschi ed ero sposato con una donna attraente. Cosa avrei potuto desiderare di più? Detta così, sembrerebbe una condizione invidiabile. Ma ahimè, la vita non è semplice, il più delle volte è contorta come il tronco di certi ulivi. Sarà colpa del carattere, delle debolezze umane, forse della noia. Chi sa? Fatto sta che amavo bere in compagnia nelle osterie e, in quelle occasioni, non badavo a tenere il conto dei soldi che avevo nel portafogli. Accumulai debiti. Per saldarne alcuni, arrivai a vendere porzioni del palazzo. La situazione contribuì a complicare il rapporto con mia moglie. Non posso negare di essere stato un personaggio sopra le righe. Eh sì, come quella volta? La vicenda rimase scolpita nella memoria dei maglianesi, i quali nel raccontarla si sbellicavano dalle risate. Un giorno, un creditore mi raggiunse con una cambiale giunta a scadenza. E pensare che avevo cercato di evitarlo in ogni modo! Ciononostante, non gli feci intendere di essere turbato, anzi presi in mano il titolo come per saldarlo. Poi, con mossa fulminea, lo portai alla bocca e lo mangiai. Rimase esterrefatto. Con il tempo le cose peggiorarono. Alcune malelingue sparsero la voce che la mia sposa mi tradiva. E, a essere sincero, credo che fosse vero. Così, il mio cuore, provato da notti avvinazzate e sdrucito dalla malinconia, si spense il 27 agosto 1919. Dissero che mi fossi suicidato. Ma non voglio né confermare, né smentire. Mi piace che un certo mistero aleggi intorno a me. Può sembrare che la mia esistenza sia stata banale, triste, al limite un po? bizzarra. Destinata a perdersi nell?oblio del tempo. Invece, un fatto, avvenuto nove anni prima che lasciassi fisicamente questo mondo e del quale ero allo scuro, mi avrebbe donato l?immortalità, relegandomi nella leggenda. Già, perché oggi a Magliano Checco Bello è leggenda e vive ancora. Ma cosa accadde nel 1910? Un certo Carlo Alberto Nicolosi, noto storico dell?arte, si trovava in visita a Magliano. Giunto di fronte al mio palazzo, ne rimase impressionato dall?eleganza architettonica e, non avendo forse notato il simbolo dei Monaldeschi sulla facciata, volle sapere a chi appartenesse. Una persona del posto gli riferì che il proprietario era Checco Bello. Non mi sorprenderei se avesse interpellato il mio amico Fortunato Gianni, detto il Cucco, il quale aveva un emporio nel fondo a piano terra dello stabile. L?anno seguente, il Nicolosi pubblicò l?opera ?La Montagna Maremmana? in cui riportò un?estatica descrizione dello storico edificio che indicò come il ?Palazzo di Checco Bello?. Con il tempo, sempre più gente iniziò a raggiungere Magliano soffermandosi ad ammira- re la costruzione. Altri autori versarono fiumi d?inchiostro sul palazzo e cercarono informazioni sul mio conto. Ma le trovarono frammentarie e imprecise. Così, addirittura, divenni Checco il Bello! Cosa che tra l?altro non mi dispiace. Alcuni affermarono perfino che fossi stato un Don Giovanni. Io, che le corna le avevo avute! Ma a rimettere le cose a posto, come all?incirca le ho raccontate, ci ha pensato Vittoriano Baccetti nel suo libro ?Castrum Malleanum?, il cui padre mi aveva conosciuto. Che dire, il destino segue strane logiche: di me ha fatto leggenda. La macchina procede lenta lungo la provinciale che da Montiano conduce a Magliano in Toscana. Il motore pare sbadigliare nella tranquillità dell?incedere. Le inquietudini quotidiane si fanno evanescenti, rimanendo intricate tra i rami degli ulivi e i tralci delle viti che ammantano la campagna circostante. La bellezza del paesaggio nutre l?anima. Nessuna mancanza. Senso di completezza. Il sole sta abbassandosi all?orizzonte avvolgendo ogni cosa con la sua luce ocra. All?improvviso, oltrepassato un poggio, appare come per magia Magliano: sulla sommità di una morbida collina, si ergono antiche mura che paiono dorate dai raggi quasi caramellati. Con i sette rotondi torrioni, cingono in un materno abbraccio il borgo che si mostra, oltre la solida fortificazione, con i suoi tetti color terracotta e un campanile cuspidato proteso verso il cielo. Lo skyline del paese è di un equilibrio stupefacente: forme architettoniche e colori si amalgamano in perfetta armonia. Totale, toccante. Parcheggio appena fuori del centro storico. Pochi passi e sono davanti a Porta San Giovanni. Qui, nel lato sud, le mura sono diverse da quelle che ho mirato sul versante occidentale: meno possenti, ma non per questo meno belle. Si saldano alle altre senza soluzione di continuità; solo un?abitazione vi si appoggia per un breve tratto. Sono più antiche, fanno parte dell?originaria cinta aldobrandesca terminata di costruire nel 1323. A destra della porta, si trova una torre quadrata. Mi dirigo alla sua base con il naso all?insù. In alto a sinistra, uno stemma: un profilo di un leone rampante congiunto a PRIMO PIANO ? VIVI ? 49 VIVI ???? ?All?improvviso, oltrepassato un poggio, appare come per magia Magliano: sulla sommità di una morbida collina, si ergono antiche mura che paiono dorate dai raggi quasi caramellati.? quello di un?aquila con una corona. È quello della famiglia Aldobrandeschi, conti palatini. Più in basso, su altre due pietre, sono scolpiti un maglio, simbolo del paese, e un cinghiale. Considero la raffigurazione di questo animale un particolare curioso. Ma poi rifletto che nell?araldica rappresenta l?audacia e la ferocia. Vicino c?è un bar. Quattro uomini, con indosso pantaloni e casacche mimetiche tipo militare, sono seduti a un tavolino all?aperto con davanti altrettanti bicchieri di vino. Mi osservano. Sono sicuramente cacciatori. Faccio loro un cenno di saluto. «Guardavi il cinghiale?» «Certo, cos?altro se no?» replico accennando un sorriso. Loro non hanno certo bisogno di ricorrere all?araldica per carpire il significato di quel simbolo. Varco l?arco che mi proietta nella parte antica del borgo. Sarà la suggestione, ma mi sento trasportato in un?altra dimensione, dove il Dio Kronos è stato detronizzato: passato e presente si fondono insieme. L?asfalto ha ceduto il posto al lastricato color antracite di Corso Garibaldi che attraversa tutto il centro storico da nord a sud dividendolo quasi simmetricamente. Portoni si affacciano sulla via adornati ai lati da vasi di piante grasse, gerani, ortensie. La lieve brezza che si 50 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Le mura senesi incanala tra i vicoli mi porta fragranze di fiori, macchia mediterranea, terra lavorata e sale del vicino mare. Questi profumi si inseguono, sovrappongano, uniscono al pari di storni in volo. Sulle facciate delle prime costruzioni, si alternato lampioni e supporti per bandiere in ferro battuto. In una palazzina sulla destra sono poste tre targhe che indicano i relativi accessi alla Biblioteca Comunale, all?Archivio Storico e al Centro di Documentazione Archeologica. All?interno di quest?ultimo, sono esposti reperti di orige etrusca, ellenica e romana. Infatti, nonostante che i documenti in nostro possesso citino per la prima volta Magliano nel 1081, sono abbondanti i ritrovamenti che attestano la presenza, nelle sue immediate vicinanze, di una comunità organizzata antecedente di secoli la nascita di Cristo. Tra questi, le necropoli etrusche, disseminate intorno al paese, assumono particolare interesse. Ora, se si trattasse di una vera e propria città, l?antica Heba dei Tirreni come alcuni suppongono, o d?importanti insediamenti a fini agricoli ed estrattivi non è possibile stabilirlo. Tuttavia, alcune tombe sono di notevole pregio, come quella delle Chimere risalente al VII a.C. e sulle cui pareti è dipinta una sequenza di leoni alati. Per preservarla non è consentito accedervi, ma un suo plastico in scala è collocato nel ?piccolo museo?. Nel 1882 a tre chilometri dal borgo, nelle vicinanze del convento di Santa Maria in Borraccia, fu rinvenuto durante dei lavori agricoli un manufatto etrusco in piombo: un disco del diametro di circa 8 cm che presenta sulle due facce un?iscrizione spiraliforme contenente 66 parole. Vi sono elencate le offerte funebri da compiere in onore delle divinità celesti e infernali. Tra i testi più lunghi in lingua etrusca, è un documento sacrale di massima rilevanza ed è esposto nel Museo Archeologico Nazio- Palazzo dei Priori nale di Firenze. Se sull?ubicazione dell?Heba etrusca siamo ancora nel campo delle ipotesi, per quanto riguarda la presenza nei dintorni di un omonimo centro di epoca romana non vi sono dubbi. Ne è la prova un cippo di travertino recuperato nel 1919 che reca un?epigrafe dedicata al Genio della colonia di Heba e datato tra il I e il II secolo d.C. Oggi si trova presso la sala consiliare del municipio. Il fatto che in passato fosse adoperato come scalino per salire a cavallo, ci fa riflettere su quanta poca importanza venisse data un tempo ai reperti e quanti possano essere andati persi. Studiando foto aeree, è stato possibile individuare, in località le Sassaie, un impianto urbano ortogonale, suddiviso da cardo e decumano, con il foro in prossimità del loro incrocio. Gli scavi hanno confermato ciò che il telerilevamento aveva evidenziato. Nei pressi di questo sito, nel 1947 fu fatta un?altra sensazionale scoperta, quella della Tabula Hebana: una tavola bronzea che riporta gli onori post-mortem tributati a Germanico. L?iscrizione è fondamentale per la conoscenza dell?età post-augustea: descrive una riforma nella procedura di elezione dei consoli e dei pretori. La rinvennero quattro contadini. Nella convinzione che fosse d?oro, se la spartirono dividendola in quattro parti. Una volta appreso che si trattava di bronzo, se ne disfecero. Fu recuperata in una raccolta di metalli destinata alla fusione! È custodita nel Museo Archeologico e d?Arte della Maremma, a Grosseto. L?abbaiare di un Chihuahua con un cappottino ghepardato, al guinzaglio di una distinta signora, mi desta dai pensieri e si perde per la via deserta. Mi sento a mio agio in questa intima solitudine. Sembra che il paese si voglia concedere a me en privè. Sono lontane le sere estive, quando i turisti invadono i vicoli con abiti leggeri e con la pelle che sa ancora di sale; quando i tavoli all?aperto delle osterie e delle enoteche diventato agognate oasi di piacere sotto le stelle. Già, le due facce di Magliano: da un lato l?elegante borgo meta di turismo d?élite nella bella stagione, dall?altro la tranquilla roccaforte di veraci stili di vita e tradizioni di Maremma nei mesi invernali. Qui artisti e giornalisti del calibro di Pino Daniele ed Enzo Tortora, che tanto amò questa terra e ne promosse la cultura locale, vi si rifugiavano. Nelle vibrazioni positive generate dalla bellezza del territorio, ritrovavano l?ispirazione, ma soprattutto se stessi. Ora, sulla destra, si mostra uno splendido palazzo. I conci di pietra gli conferiscono una sobria forza. I raggi del sole ne illuminano ancora la parte superiore che assume una tonalità ocracea ed esaltano il bianco travertino che disegna sulla facciata il profilo di tre eleganti bifore murate. Una cornice dello stesso materiale corre lungo tutta la parete legandole e formandone un davanzale su cui PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI ???? Mirabile l?effetto estetico donato allo stabile dall?essenziale decorazione marmorea. È il Palazzo di Checco Bello, costruito all?inizio del XIV secolo Palazzo di Checco Bello - Facciata poggiano i colonnini. Un?altra più in alto, parallela alla prima, si incurva su ognuna a creare un arco. Sono presenti altre tre finestre, frutto di modifiche postume, e lo stemma della casata dei Monaldeschi. Mirabile l?effetto estetico donato allo stabile dall?essenziale decorazione marmorea. È il Palazzo di Checco Bello, costruito all?inizio del XIV secolo. Sono giunto in Piazza della Repubblica: gradevole, calda, architettonicamente equilibrata. È ingemmata dalla solenne facciata rinascimentale della Chiesa di San Giovanni Battista, frutto di un restauro terminato nel 1471, la cui fondazione, in stile romanico con elementi gotici, risale al XIII secolo. Ai lati del portale, sormontato da un timpano semicircolare, due lesene scannellate con capitello sorreggono il frontone triangolare con al centro un rosone. L?interno è a una sola navata con alle pareti affreschi del XV e XVI secolo di scuola senese. Vi si trova un raffinato fonte battesimale in travertino del 1493. Molto suggestiva, nel retro della chiesa, è l?immagine esterna dell?abside affiancata da una torre campanaria. Proseguo. Penso ai sogni, alle virtù, ai vizi degli uomini che si celano dietro a ogni monumento e palazzo. Varie motivazioni li spinsero a erigerli. Non sono solo bellezza architettonica fine a se 52 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 stessa, ma libri che parlano di passioni, vanità, gioie, paure. Tracce di vite che furono, la cui eco si riversa ancora tra i vicoli. Al termine di Corso Garibaldi, prima che si apra un?altra piazza, la mia attenzione è catturata dal Palazzo dei Priori in perfetto stile senese quattrocentesco. È strutturato su due livelli. La facciata che dà sulla via è adornata dagli stemmi dei podestà e dei capitani del popolo che si succedettero a Magliano dal 1425, anno dell?edificazione dello stabile, al 1486. Poi, non vi furono più affissi. Il lato della costruzione, che prospetta su Piazza della Libertà, è ancora più accattivante: una scala conduce a una deliziosa loggetta, la cui copertura è sostenuta da due pilastri. In verità, i podestà non vi abitavano, risiedevano nel Palazzo di Giustizia, confinante attraverso la Torre dell?Orologio. Infatti, al piano terra si trovavano l?armeria e un deposito attrezzi, mentre a quello superiore il Salone del Consiglio e la cancelleria. Magliano, nonostante fosse un feudo aldobrandesco, fin dal 1356 adottò uno statuto. Le aspirazioni comunali della popolazione furono appoggiate dalla Repubblica di Siena. I senesi volevano il controllo del centro in quanto rappresentava una roccaforte strategica verso Talamone che avevano eletto a loro principale porto lungo la costa maremmana. Gli investimenti per potenziare questo scalo marittimo furono enormi, ma permise loro di accedere ai commerci del Mar Tirreno. Dopo atti parziali di cessione da parte degli Aldobrandeschi, affitti, piccole guerre, prese di possesso, Siena esercitò il completo dominio su Magliano dal 1443, ma già da molto tempo ne nominava il Podestà. Con lo sguardo abbraccio la piazza: un fontanile in travertino a forma di prisma ottagonale, fioriere e panchine. Un olivo affonda le radici nella terra contenuta in un grande e rifinito cassone ligneo. Piazza della Repubblica Quando i miei occhi si posano sull?entrata laterale della chiesa di San Martino, capisco di essere al cospetto di un monumento non solo capace di sedurre con la sua estetica, ma anche di emanare una potente aura misterica. Mi attrae a sé. Mi avvicino con riverenza al tempio costruito con blocchi di pietra squadrati e su cui si eleva un campanile a vela. Ascendo la scalinata che conduce al portale. Due archi lo sovrastano. Quello più basso è sostenuto da due colonne con capitelli floreali, mentre l?altro da piedritti scolpiti con simboli dai riverberi esoterici. Una supposizione si fa strada nella mente. Mi scuote e mi dona quel senso di arcano che solletica lo spirito umano. Mi dirigo all?ingresso principale della chiesa di forme romaniche. Qui, gli stipiti del portale sono decorati con due draghi, uno dei quali è cavalcato da un uomo che brandisce una spada. Questo animale mitologico rappresenta il mostro interiore che ci cela in ogni individuo; è l?espressione delle pulsioni profonde che lo proiettano in balia dell?ordinato caos cosmico rendendolo schiavo. Sottomettere il drago significava per il cavaliere avere il pieno controllo su di sé. Costituiva la sua prova iniziatica dopo lunghi anni di addestramento. La croce patente al centro dell?architrave non mi lascia più dubbi: in un lontano passato, questo sacro edificio era legato all?ordine dei Templari. Cerco di raccogliere le idee. Il nucleo originario della chiesa di San Martino fu eretto intorno all?XI secolo. Costituiva la cappella del castello aldobrandesco che pare fosse collegata, attraverso un cimitero, con un antico convento di cui oggi non rimane traccia. Che qui si trovasse una Domus Templare non è improbabile. I conti palatini ebbero stretti rapporti con l?ordine. I loro possedimenti si estendevano fino alla Via Francigena nella Val d?Orcia, dove i monaci guerrieri erano stanziati per proteggere i pellegrini diretti a Roma e da lì, spesso, in Terra Santa. E se ragioniamo, Magliano si trova vicino alla via Aurelia, altra principale arteria adoperata nel Medioevo dai cristiani per raggiungere la tomba dell?apostolo Pietro. Un altro interessante legame tra la famiglia comitale e i Templari si trova nel rituale d?iniziazione dei suoi cavalieri. Varco l?ingresso con rispetto. Percepisco pace. Me ne nutro, mentre ammiro gli affreschi. Quando esco, mi incammino verso la Chiesa della SS. Annunziata, appena fuori dalle mura del paese. L?impatto non è dei più suggestivi. Forse a causa dell?intonaco tinteggiato che riveste parzialmente l?esterno dell?edificio. Ma ho imparato a non essere avventato nei giudizi. Spesso la bellezza si nasconde nei particolari. Non sempre è sfacciata e appariscente. All?entrata principale un poderoso architrave in travertino è sorretto da due colonne con capitelli. Più in alto, una grande finestra PRIMO PIANO ? VIVI ? 53 VIVI ???? ?È tardi per visitare la misteriosa abbazia di San Bruzio, ma non voglio lasciare questo splendido borgo prima di aver percorso il camminamento di ronda delle mura senesi, recentemente restaurato? circolare con cornice. Il tetto a capanna richiama la semplicità dello stile romanico. Mi sposto sul fianco destro della struttura. Su un piccolo porticato, si apre l?ingresso laterale con una stella di David poco sopra: un?aggiunta degli anni Trenta del Dr. Gallichi, farmacista e artista locale di religione ebraica. Era l?accesso all?antico nucleo della chiesa, risalente alla prima metà del XIV sec. e, molto probabilmente, costruito sui resti di un tempio romano. A pianta quadrata, solo nel 1400 fu ampliato e arricchito di affreschi. Ma perché questo improvviso sviluppo? Anche se pare incredibile, Papa Bonifacio IX, il 15 marzo 1401, Chiesa della SS. Annunziata - La Madonna che allatta il Bambino 54 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Camminamento di ronda delle mura senesi concesse a questa piccola cappella di paese una bolla di indulgenza. In poche parole, chi si fosse recato lì ogni 8 settembre e confessato avrebbe ottenuto il perdono di tutti i peccati. Un?indulgenza simile a quella che si poteva avere alla Porziuncola di S. Maria degli Angeli ad Assisi. Naturalmente, era buona usanza lasciare delle offerte? Così, con parte dei ricavi, la chiesa si ingrandì e si fece più bella. All?interno, addirittura, si trova una delle più importanti opere di Neroccio di Bartolomeo de? Landi (1447-1500): La Madonna che allatta il Bambino. Mi inoltro nell?oliveto adiacente. Il L'Olivo della Strega sole sta scomparendo all?orizzonte. Le tinte di fuoco che colorano il cielo faticano a farsi largo tra i rami e le foglie. Una scenografia incantevole e inquietante allo stesso tempo, ma perfetta per l?incontro con l?Olivo della Strega: un albero monumentale tra i più vecchi d?Italia e forse d?Europa. La sua età è stimata intorno ai 3000 anni e ha una circonferenza di 8,5 metri. È composto da una parte più antica, purtroppo morta, e da un nuovo pollone orami divenuto albero, nato dalla sua gigantesca base. Il vecchio tronco, al pari delle dita di un anziano affetto da grave artrite, risulta talmente contorto da scorgervi figure conturbanti. La leggenda vuole che in passato, una strega, durante i suoi riti sabbatici del venerdì, vi danzasse intorno facendolo attorcigliare. Il bubolare improvviso di un gufo mi fa trasalire. Non sono superstizioso, ma mi sbrigo a raggiungere la strada. È tardi per visitare la misteriosa abbazia di San Bruzio, ma non voglio lasciare questo splendido borgo prima di aver percorso il camminamento di ronda delle mura senesi, recentemente restaurato. Quando arrivo, solo una striscia sanguigna all?orizzonte rischiara l?oscurità avvolgente. Ma basta per disegnare in lontananza il profilo dell?Argentario che si getta nel mare. Un brivido, alzo il bavero del cappotto. Inalando un profondo respiro, sento di amare profondamente questa terra di Maremma, capace di consolarmi con la sua bellezza durante i tanti inverni esistenziali. VIVI TEATRO Sipario aperto sulla stagione teatrale 2022 dei Teatri di Grosseto Testi e interpreti di primo piano nel cartellone promosso da Comune di Grosseto e Fondazione Toscana Spettacolo. Un rassegna dedicata al pubblico delle famiglie, di scena dal 4 febbraio fino all?8 aprile nei due consueti teatri cittadini: il Moderno ed il Teatro degli Industri Grosseto,Teatro degli Industri 56 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 È in corso dal 4 febbraio la stagione 2022 dei Teatri di Grosseto: un ricco programma di appuntamenti fino ad aprile e una rassegna dedicata al pubblico delle famiglie. Emilio Solfrizzi, Leo Gullotta, Massimo Dapporto, Andrea Cosentino sono solo alcuni degli interpreti del cartellone che nasce dalla collaborazione tra il Comune di Grosseto e la Fondazione Toscana Spettacolo onlus. Le presentazioni ?Dopo che nel 2021 abbiamo portato le rappresentazioni teatrali ?a casa? dei grossetani grazie alla rivoluzionaria idea degli spettacoli in streaming, quest?anno ? sottolineano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Cultura, Luca Agresti ? siamo lieti di poter dare ufficialmente il via alla stagione teatrale 2022 che torna alla sua tradizionale forma, fatta di per- sone in carne ed ossa, di applausi reali e di passione. Siamo speranzosi che questo nuovo anno sia migliore dei precedenti e porti tante novità per il mondo teatrale, che ha vissuto momenti di buio in questo periodo di pandemia. Il teatro è un baluardo della cultura che deve essere valorizzato e sponsorizzato al meglio nella nostra città, considerando anche la nostra candidatura a Capitale italiana della cultura 2024?. ?Spettacoli che parlano ad un?intera comunità, che pongono domande, che raccontano il nostro passato ed il nostro presente. È questa ? osserva la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Cristina Scaletti ? una delle molteplici chiavi di lettura di un programma che comprende anche una rassegna dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie. Un cartellone ricco di spunti per riflettere sulla natura dell?animo umano, per approfondire, ma anche per sorridere e condividere le emozioni che solo lo spettacolo dal vivo può regalare?. ?Emilio Solfrizzi, Leo Gullotta, Massimo Dapporto, Laura Curino ? sottolinea il direttore della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Patrizia Coletta ? sono alcuni degli interpreti che sottolineano il valore di una stagione teatrale poggiata sulla qualità e ispirata alla varietà di generi e registri tematici. Da Il malato immaginario di Molière al paradigmatico Bartleby di Herman Melville, da Giorni Felici di Samuel Becket all?adattamento per il teatro di Festen. Il gioco della verità, il capolavoro cinematografico di Thomas Vinterberg, prende corpo un cartellone denso di contenuti, pensato per rispondere alle aspettative dell?affezionato pubblico di Grosseto. Un programma che si completa con la proposta pensata per le famiglie, c o n spettacoli in grado di incuriosire e coinvolgere sia i più piccoli che i loro accompagnatori?. La stagione teatrale Il debutto della stagione teatrale è avvenuto il 4 febbraio al Teatro Moderno con Il malato immaginario di Molière, interpretato da Emilio Solfrizzi. Sabato 12 febbraio sempre al Moderno è andato in scena Pigiama per sei di Marc Camoletti, con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio e Max Pisu. Ulisse senza terra è lo spettacolo di Irene Paoletti proposto il 18 febbraio al Teatro degli Industri. Il 28 febbraio al Teatro degli Industri, Leo Gullotta è stato il protagonista di Bartleby. Lo scrivano, dal racconto di Herman Melville. La stagione prosegue lunedì 7 marzo al Teatro degli Industri (ore 21:00) con il Il delitto di via dell?Orsina di Eugène Labiche, adattato e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Massimo Dapporto, Antonello Fassari e Susanna Marcomeni. Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone, ma non ricordano niente della notte precedente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell?efferato omicidio. Una situazione paradossale, un po? beckettiana, brillantemente costruita. Venerdì 11 marzo al Teatro Moderno (ore 21:00) arriva lo show The Black Blues Brothers. All?interno di un elegante locale in stile Cotton Club, seguendo le bizze di una capricciosa radio d?epoca che trasmette musica rhythm?n?blues, il barman e i camerieri si trasformano in equilibristi, sbandieratori, saltatori e giocolieri col fuoco. Ogni oggetto di scena diventa uno strumento per acrobazie mozzafiato inserite in una serie incalzante di gag esilaranti, buffi striptease, spassose sfide di ballo. Lo spettacolo è scritto e diretto da Alexander Sunny; le coreografie sono di Electra Preisner e Ahara Bischoff. Tra circo contemporaneo e commedia musicale, questa produzione di teatro acrobatico ha conqui- PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? ?Il delitto di via dell?Orsina? con Massimo Dapporto, ?The Black Blues Brothers?, ?Festen. Il gioco della verità?, ?Primi passi sulla luna?, ?Giorni felici? i titoli in quest?ultima parte di stagione stato teatri e festival di tutto il mondo. Mercoledì 16 marzo il Teatro degli Industri (ore 21:00) ospita Festen. Il gioco della verità di Thomas Vinterberg, Mogens Rukov e BO Hr. Hansen, nell?adattamento per il teatro di David Eldridge, con Danilo Nigrelli e Irene Vivaldi. Festen rappresenta una grande sfida con un testo che in Europa è considerato ormai un classico. La storia è quella di una grande famiglia dell?alta borghesia danese, i Klingenfeld, che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. L?opera scava all?interno dei tabù più scomodi, affrontando la nostra relazione con la figura paterna, la verità, il rapporto con il potere e l?autorità imposta. Impossibile non pensare ad Amleto, alla tragedia greca, ma anche all?universo favolistico dei Fratelli Grimm. Primi passi sulla luna, di e con Andrea Cosentino, è lo spettacolo in cartellone venerdì 25 marzo al Teatro degli Industri (ore 21:00). Il lavoro di Andrea Cosentino inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick. Lo sbarco sulla luna dà il la a una schiera di improbabili personaggi per discettare di sosia viterbesi di Armstrong e Torri Gemelle, monoliti, alieni 58 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 e spiritualità, scimmie, tapiri e licantropi. Ma l?allunaggio della notte del 20 luglio del 1969 è anche l?evento mediatico attraverso il quale misurare l?inattingibilità del reale in un?epoca la cui verità coincide con il suo darsi in rappresentazione. Ultimo appuntamento in stagione, venerdì 8 aprile al Teatro degli Industri (ore 21:00). In programma Giorni felici di Samuel Becket. Uno spettacolo di Massimiliano Civica con Monica Demuru e Roberto Abbiati. Una donna è sepolta dentro un monticello di sabbia, prima fino al busto, poi fino al collo. Suo marito vive in una cavità del cumolo di sabbia, alle spalle della moglie. Lo spettacolo inizia, la donna si sveglia al suono di un campanello, sorride e dice: ?Un altro giorno divino?. E affronta una nuova giornata, provando a cavarsela e ad essere felice, come facciamo tutti. Se Winnie non fosse sepolta in quel monticello di sabbia, Giorni felici potrebbe benissimo essere una commedia all?italiana sulla vita di coppia. Quel monticello di sabbia è il colpo di genio di Becket, quello che permette agli spettatori di scorgere l?assurdità della commedia dei nostri giorni felici. Sipario incantato Ma non finisce qui, perché fino ad aprile al Teatro degli Industri sono previsti appuntamenti la domenica pomeriggio dedicati al pubblico delle famiglie. Il primo, domenica 13 marzo (ore 16:00) sarà con Qamar e Budur (età consigliata: dai 5 anni), spettacolo tratto dall?omonimo racconto contenuto ne Le mille e una notte, diretto da Irene Paoletti, con Elisa Bartoli, Irene Paoletti, Lorenxo Robino, Maciré Sylla e Valria Petri. Cappuccetto rosso (età consigliata: dai 6 anni), con i danzatori della Compagnia Eleina D., Claudia Cavalli, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena, Marco Curci e Roberto Vitelli, è lo spettacolo con le coreografie di Vito Cassano in programma domenica 27 marzo (ore 16:00). Quindi domenica 3 aprile, sarà la volta di Peter Pan (età consigliata: tout public) di Tonio De Nitto. Sul palco Ilaria Carlucci, Francesca De Pasquale, Luca Pastore e Fabio Tinella. Ultimo appuntamento della rassegna dedicata al pubblico delle famiglie, quello che doveva essere il primo, ovvero Il brutto anatroccolo, per la regia di Francesco Gandi e Davide Venturini, con Francesco Dendi, Federica Camiciola e Francesco Fanciullacci, originariamente in programma domenica 13 febbraio, ma rimandato a domenica 10 aprile. Info e vendita biglietti presso il botteghino del teatro cell. 334 1030779 teatridigrosseto@gmail.com online comunegrosseto.ticka.it VIVI PRODOTTI DEL TERRITORIO Viaggio nel gusto tra Maremma e Amiata con i punti vendita Conad di Grosseto Inizia con questo numero un viaggio nel gusto tra Maremma e Monte Amiata, in collaborazione con i punti vendita Conad di Grosseto, da sempre attenti alle eccellenze del territorio. Un viaggio a puntate, alla scoperta di piccole perle di una filiera produttiva locale assolutamente da valorizzare. La prima tappa ci porta all?Isola del Giglio dove abbiamo la possibilità di degustare il vino, il miele e le marmellate de Le Greppe, i vini eroici di Altura e la pasticceria tipica di Fausto VINO, MIELE E MARMELLATE LE GREPPE, ISOLA DEL GIGLIO I SAPORI DI UN?ISOLA RACCHIUSI NEI BARATTOLI E NELLE BOTTIGLIE DI VINO Le greppe sono i muri a secco che trattengono la terra e i vigneti, le arnie e gli alberi da frutto. Segnano i fianchi dell?isola, abbracciandola. La società cooperativa Greppe del Giglio nasce nel 2006 con l?obiettivo di rilanciare l?agricoltura sull?isola del Giglio e di valorizzare i prodotti tipici, a partire dal vino autoctono bianco Doc Ansonica Costa dell?Argentario. Il nome deriva dal termine greppe con cui si indicano i terrazzamenti costruiti per la coltivazione della vite nei terreni con pendenza, tipici dell?isola. Le Greppe 60 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Dall?impegno dei primi venti soci fondatori, 14 anni fa, viene avviato il recupero dei terreni incolti e la valorizzazione dell?agricoltura di qualità. Oggi i soci sono oltre 50 e sono costantemente aumentati i vigneti in produzione. Oltre al vino la cooperativa Le Greppe produce delle ottime marmellate e confetture, lavorando esclusivamente la frutta dell?isola, in modo naturale, con la sola aggiunta di zucchero, senza conservanti né additivi. Tra tutte le confetture spicca quella di sarace, nome gigliese della ciliegia marasca che si trova sull?isola. Il suo gusto aspro conferisce al prodotto un particolarissimo sapore. Poi ci sono anche le confetture di pesche, di fichi di varie qualità, di prugne, la particolarissima confettura di fichi d?india e quella di mugnache, che sono le albicocche tipiche dell?isola e le marmellate di agrumi all?arancia amara o dolce, al pompelmo e al limone. Il miele millefiori a marchio Le Greppe del Giglio proviene esclusivamente dagli alveari presenti sull?isola, è un miele di altissima qualità. Infine, il vino bianco DOC Ansonica Costa dell?Argentario, prodotto esclusivamente con le uve coltivate nei luoghi più soleggiati di Isola del Giglio, vinificato e imbottigliato nella cantina di Giglio Castello. PRODOTTI DEL TERRITORIO Confetture di sarace, pesche, fichi, prugne, fichi d?india e mugnache; vino Toscana, Maremma, Amiata? insieme per il nostro territorio O Francesco Carfagna (Altura) e miele; marmellate di agrumi, arancia amara o dolce, pompelmo e limone DOVE: 74 Km da Grosseto | di cui 1 ora di traghetto Via della Costa, 3 Giglio Castello Isola del Giglio Tel. 0564 806017 - info@greppedelgiglio.com - www.greppedelgiglio.com #LeGreppe #vino #marmellate #miele #IsoladelGiglio I VINI EROICI ALTURA, ISOLA DEL GIGLIO TRA ANTICHI VITIGNI E TERRAZZAMENTI AFFACCIATI SULLA BELLEZZA DI UNA NATURA UNICA Francesco Carfagna offre ogni giorno se stesso al Giglio che restituisce a lui e ai suoi vini profumi e colori. Altura è vigneti e rose, luce. Quando l?azienda si acquista per puro piacere, per inseguire un sogno, si sceglie il punto più bello dove realizzarla. E così ha fatto Francesco Carfagna, ex professore di matematica, poeta vignaiolo, non originario del Giglio, ?un immigrato innamorato dell?isola? come egli stesso si definisce. La sua azienda Altura sorge nell?omonima località, sul versante sud-ovest che guarda verso il mare, subito prima del faro di punta Capel Rosso, la punta sud, divenuto celebre perché qui sono state girate alcune scene del film ?La grande bellezza? di Paolo Sorrentino. Alla fine degli anni ottanta Francesco, dal niente, iniziò a recuperare una vecchia vigna abbandonata di Ansonaco, uva tipica dell?isola. I tre ettari di vigne- to dell?azienda sono tutti completamente terrazzati, a picco sul mare. Francesco si mise a rifare a mano chilometri di muretti a secco, sasso dopo sasso. Nel 1999 il sogno diventò realtà e l?azienda Altura iniziò a produrre il primo vino. Oggi lavorano ad Altura con Francesco Carfagna, la moglie Gabriella e i figli Mattia e Irene. Al bisogno, si appoggiano ad aiuti esterni, ma rimane comunque un?impresa a conduzione familiare. Le vigne dell?azienda sono circondate da uno straordinario ambiente naturale incontaminato, che la famiglia Carfagna contribuisce a preservare. Nella coltivazione della vite hanno bandito l?uso di qualsiasi sostanza chimica e di sintesi, nutrendo il terreno esclusivamente con concime verde, tollerando solo piccole dosi di zolfo. La cura della vigna sui terrazzamenti è molto impegnativa e praticamente tutta manuale. Francesco Carfagna produce l?Ansonaco IGT bianco, il Saverio IGT rosso e il Rossetto un rosè che Carfagna definisce più bianco del bianco nel senso che è buonissimo servito fresco in estate, proprio come i vini bianchi. PRODOTTI DEL TERRITIORIO Vini Ansonaco e Rossetto DOVE: 74 Km da Grosseto | di cui 1 ora di traghetto località Mulinaccio, Giglio Castello Isola del Giglio Tel. 0564 806041 - altura@arcobalena.net #Altura #vino #ansonica #vigneeroiche #IsoladelGiglio rmai da molti anni Clodia Commerciale, che gesti­ sce i punti vendita Conad di Grosseto, ha deciso di investire nel territorio in cui opera, soste­ nendo le aziende che in questo contesto ? ovvero la Toscana, la Maremma, l?Amiata ? lavorano. Una comunità è più grande di un supermercato: solo insieme pos­ siamo dare forza all?impegno di tutti. Questo è il nostro territorio e vogliamo essere un tutt?uno con i nostri fornitori. Abbiamo scelto di valorizzare la filiera produttiva locale, ponendo­ ci al centro di un sistema di ingra­ naggi che consenta alla nostra economia di rimettersi in moto. Oltre il 90 per cento dei nostri prodotti è fatto da piccoli e medi produttori italiani e l?o?erta è arricchita sempre più da prodotti di fornitori locali. Infatti sostenia­ mo la grande qualità delle impre­ se del territorio che sanno valoriz­ zare le materie prime e o?rire prodotti unici e originali legati alla tradizione e all?ambiente in cui nascono. Con i produttori locali abbiamo creato un rapporto speciale che consente di portare nelle tavole dei nostri cittadini prodotti di pri­ ma scelta e valorizzare così la tra­ dizione. Da questo rapporto speciale fatto di persone, volti, storie e tra­ dizioni, nasce questo viaggio nel gusto in 10 tappe (tutti i mesi fino a dicembre) che vuole sottolinea­ re quanto sia importante la siner­ gia tra persone e territorio perché da sempre noi di Conad crediamo in ciò che siamo: Persone oltre le cose. Punti vendita Conad di Grosseto PRIMO PIANO ? VIVI ? 61 VIVI ???? L?intento è quello di sostenere la grande qualità delle imprese del territorio che sanno valorizzare le materie prime e offrire prodotti unici e originali legati alla tradizione e all'ambiente in cui nascono PASTICCERIA TIPICA FAUSTO, ISOLA DEL GIGLIO IL PANFICATO E GLI GNOCCHETTI, LA DOLCEZZA CHE SPRIGIONA SAPORI ANTICHI Davanti al porto di Isola del Giglio, vista mare, la pasticceria Fausto da oltre 40 anni accoglie i turisti con i dolci tipici dell?isola e tante altre prelibatezze come biscotti, gelati di produzione propria, torte e del buon caffè. La pasticceria Fausto viene fondata nel 1974 da Fausto Pellegrini ed è oggi gestita dai figli Pietro e Rosalba. Il prodotto di eccellenza è il panficato giglie- 62 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Pasticceria Fausto se, un dolce tradizionale la cui ricetta fu affidata alla pasticceria da un?anziana signora di Isola del Giglio. Le origini di questo dolce si perdono nella notte dei tempi, somiglia al panforte senese e forse da esso deriva. Infatti, nel 1544 la famiglia dei Medici ripopolò il Giglio con un trasferimento forzato di popolazioni di origini senesi che adattarono il loro panforte agli ingredienti che offriva l?isola trasformandolo in panficato. Da Fausto il panficato è preparato a mano, proprio come una volta con una lavorazione che richiede due giorni. Pri- ma si ammollano i fichi secchi neruccioli in un liquido a base di vino bianco e acqua, poi si aggiunge per dare il tipico aroma, del finocchietto e dell?alloro. Il dolce resta a bagno per un po? di tempo, dopodiché i fichi vengono macinati e composti a forma di pagnotta aggiungendo gli altri ingredienti: miele, noci, uvetta, pinoli, mandorle e una piccola quantità di lievito madre. Infine la cottura in forno. Il segreto del successo dei dolci di Fausto sta nel controllo dei cicli di lavorazione e nell?uso di una materia prima di ottima qualità, tutto rigorosamente made in Italy: i fichi sono quelli delle ficaie di Isola del Giglio ?e se non bastano si prendono i migliori fichi di Calabria; le mandorle provengono dalla Sicilia, le nocciole dal Lazio o dal Piemonte, il miele da apicoltori locali o al massimo della Toscana. PRODOTTI DEL TERRITORIO Il panficato; i cantucci alle mandorle, i cantucci al cioccolato fondente e fichi e gli gnocchetti gigliesi che sono dei biscottini alle mandorle e limone; mandorle e fichi o mandorle e cioccolato DOVE: 74 Km da Grosseto | di cui 1 ora di traghetto Giglio Porto - Isola del Giglio Tel. 347 7791689 - info@faustopasticceria.it - www.faustopasticceria.it #PasticceriaFausto #panficato #gnocchetti #IsoladelGiglio GROSSETO NEWS Notizie varie dai punti vendita Conad di Grosseto NASCE ?BUFALINO?, IL TORTELLO DI PASTAI IN MAREMMA RIPIENO CON SPINACI E RICOTTA DI BUFALA DEL CASEIFICIO INNO AL SOLE In esclusiva per i negozi Conad di Gros­ seto e Orbetello nasce ?Bufalino?, il tor­ tello prodotto dall?azienda Pastai in Maremma, con ripieno di spinaci e ricot­ ta di bufala del Caseificio Inno al Sole. In questo prodotto si incontrano due azien­ de grossetane sinonimo di eccellenza: Pastai in Maremma, di Roberto Delli, con sede a Grosseto, e il Caseificio Inno al Sole di Guido Pallini, con sede a Principi­ na Terra. Entrambe le aziende sono da tempo presenti con altri loro prodotti sugli sca?ali dei supermercati Conad di Grosseto. Il tortello ?Bufalino? rappresenta una gustosa novità con un so?ce impasto fresco, dal sapore inconfondibile grazie alla ricotta di bufala che dona un perfetto equilibrio tra le note di dolcezza e acidità. Il Bufalino è ideale in abbinamento con una vellutata di pomodoro o con i sughi vegetariani a base di verdure di stagione. I prodotti del caseificio Inno al Sole sono realizzati lavorando esclusivamente il latte delle bufale maremmane allevate in azienda, con il quale si ottengono for­ maggi di nicchia di altissima qualità, grazie anche alla mano sapiente del casaro. La ricotta, in particolare, viene prodotta con il siero proveniente dalla lavorazione della mozzarella, senza ulteriore aggiunta di lat­ te. Con questo prodotto il Caseificio Inno al Sole ha vinto la medaglia d?oro ai World Cheese Awards in Inghilterra nel 2017. ?È motivo di grande orgoglio ? com­ menta Paolo degli Innocenti, presidente di Clodia commerciale, la società che gestisce i negozi Conad di Grosseto e Orbetello ? poter presentare in esclusiva per i nostri clienti Conad questo nuovo tortello prodotto in Maremma a base di ricotta di bufala. Il territorio della provin? cia di Grosseto è ricco di realtà imprendi? toriali che operano con successo nel set? tore eno?gastronomico. Quando due di queste realtà si incontrano accade qual? cosa di speciale. Nel solco dello storico impegno per la valorizzazione dei prodot? ti della Maremma e dell?Amiata, Conad Grosseto accompagna e sostiene la nasci? ta di queste nuove collaborazioni che danno origine a prodotti eccellenti da far conoscere a quanti più possibile, attraver? so i nostri punti vendita?. IN TUTTI I NEGOZI CONAD DI GROSSETO ARRIVANO I PRODOTTI DI PANIFICIO 900 Dal 14 febbraio in tutti i supermercati Conad di Grosseto sono disponibili i pro­ dotti di Panificio 900: il pane semi inte­ grale, la schiaccia alla pala, la famosa piz­ za del Villaggio. Inoltre, il panificio in esclusiva per i negozi Conad Grosseto ha realizzato ?Pane 900? con lievito madre e farine biologiche di grani antichi. Panificio 900 è un pezzo di storia di Grosseto: nasce nel 1975 nel villaggio Curiel e di generazione in generazione conquista il palato dei grossetani con il gusto inconfondibile dei suoi prodotti da forno, preparati da abili panificatori che si sono tramandati i segreti del mestiere, mettendo sempre la stessa attenzione nella scelta e nella lavorazione delle materie prime. A portare avanti la tradi­ zione di famiglia, nella nuova sede di via Monterosa, sono tre giovani soci, Marco Coppola, Martina Pennacchini e Filippo Pennacchini, che rappresentano la terza generazione di panificatori, la generazio­ ne 3.0, impegnata a reinterpretare il pas­ sato in chiave moderna. Panificio 900 è un forno che ricerca l?innovazione nella tradizione della pani­ ficazione. È così che la sua adesione al progetto di filiera Drago (associazione di filiera delle Colline Metallifere) consente oggi di garantire la produzione di pane con farine di grani antichi selezionati e il lievito madre. Nella preparazione del Pane ?900 sono utilizzate farine di segale, Senatore Cappelli e Avanzi, tutte prove­ nienti da grani di coltivazioni biologiche. I grani antichi sono quelli che venivano coltivati prima dell?industrializzazione dell?agricoltura, e che stanno rientrando nell?alimentazione moderna, per le loro caratteristiche nutrizionali e per i risultati che garantiscono al pane in termini di sapore e migliore digeribilità. La pasta madre, o lievito naturale, allo stesso modo migliora la digeribilità delle protei­ ne e la lavorabilità dell?impasto, contiene una maggior quantità di minerali e dà alla crosta un colore più scuro e un aroma più intenso. ?La costante attenzione di Conad Gros? seto verso le eccellenze enogastronomi? che della Maremma e dell?Amiata ? a?er­ ma Paolo degli Innocenti, presidente e socio di Clodia Commerciale, la società che gestisce i negozi Conad di Grosseto ? , ci porta ad introdurre nei nostri negozi un ventaglio sempre più ampio di prodot? ti locali di qualità che ottengono un riscontro molto positivo. Siamo orgogliosi della collaborazione con Panificio 900 che ci consente di garantire ai nostri clienti la schiaccia alla pala e la pizza del Villaggio, e accanto a queste prelibatezze anche il pane semi integrale e la pagnotta di grani antichi in esclusiva per i negozi Conad di Grosseto?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI MUSEI DI MAREMMA Vento di primavera per i Musei di Maremma. E non mancano le novità Giardino Viaggio di ritorno di Rodolfo Lacquaniti I Musei di Maremma si affacciano alla primavera con grandi speranze e tanta voglia di voltare pagina dopo due anni di Pandemia che hanno limitato le attività come tutti sappiamo. In ogni museo ed area archeologica della rete la voglia è quella di vivere finalmente una stagione ?normale? puntando al rinnovamento, nuovi eventi e cercando proposte in grado di attrarre sempre di più il pubblico che cerca nei musei capolavori dell?arte, dell?archeologia e del passato sociale e minerario. P er quanto riguarda il sistema museale per il mese di marzo sono tre le notizie più rilevanti. Il Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, ribattezzato MuVet, ha aperto il nuovo anno con una serie di nuovi allestimenti; il Giardino d?arte contemporanea di Rodolfo Lacquaniti, con la sua straordinaria interpretazione dell?arte del riciclo è entrato a far parte del sistema museale, mentre il Parco Archeologico Città del Tufo di Sorano riaprirà i battenti dal primo week end di marzo con tante novità. L?ultimo ingresso nel sistema Musei di Maremma è un giardino di arte contemporanea, Giardino Viaggio di ritor- 64 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 no di Rodolfo Lacquaniti che si trova nell?entroterra del comune di Castiglione della Pescaia. Un percorso espositivo esteso quasi 40 mila metri quadrati in cui Lacquaniti si presenta al pubblico con i linguaggi dell?arte contemporanea totale: istallazioni, video-art, pittura, performance, musica, fotografia, parola, gesto, live arts, poesia e propone una riflessione sulla società dei consumi. Il punto di partenza è la riflessione sull?impoverimento energetico che affligge l?uomo contemporaneo e la visione creativa di questo artista si muove nel riutilizzo di oggetti, scarti, rifiuti che assemblati tra di loro diventano arte universale. Il guardino nasce nel 2002 quando Rodolfo Lacquaniti ? bioarchitetto nato in Calabria, e laureatosi a Firenze ? lascia la città, con la moglie Letizia e la figlia Margherita, per ristrutturare un casale in Maremma. Prendendo ispirazione dal cinquecentesco Parco dei Mostri di Bomarzo e dal Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio, Lacquaniti decide di far nascere un giardino d?arte. Un processo che prende forma non tanto con l?utilizzo dei materiali nobili della tradizione italiana ma cercando negli scarti industriali, raccogliendo i rifiuti che ingombrano e sporcano il nostro paesaggio: dalle lamiere alle bottiglie di vetro, ai resti dell?agricoltura, dai vestiti ai tubi futuribili buttati via nel vicino aeroporto MuVet ? Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia militare. Seguendo le regole della bioarchitettura ? e dunque disposti secondo i punti cardinali, in comunione con la luce e con i venti ?, i rifiuti si sono trasformati in grandi e piccole installazioni: la monumentale Balena che incanta i bambini, la Sfera luminosa, alta otto metri, i cui vetri di fonderia si illuminano magicamente al tramonto; l?Arca dei migranti, che fa capire che questo paradiso non è una fuga dalla realtà, ma un luogo dove attingere la forza per cambiare il mondo, la grande formica gigante che svetta tra gli ulivi. Ha scritto di lui lo storico d?arte contemporanea dell?Università di Pavia Paolo Campiglio: «Sono affascinato dall?istallazione ?The Garbage Revolution del Giardino Viaggio? di ritorno e da questi personaggi perché sono antichi e moderni insieme. Inoltre sono parte di noi, nel senso che contengono la nostra storia: ripropongono quegli oggetti che abbiamo posseduto per un certo periodo della nostra vita e poi abbiamo rifiutato come scarti, migliaia di oggetti che tutti i giorni rifiutiamo che non vediamo più. Poi ritornano e ci sommergono. I personaggi sono parte della nostra storia personale ma al tempo stesso ricordano il Barocco, hanno dentro tutta la storia dell?arte del Novecento: c?è Picasso, c?e tutto un mondo che ci sembrava dimenticato e che invece si ripresenta con una forza veramente magica». Per visitare il Giardino si può prenotare una visita guidata sulla pagina del sito: www.viaggiodiritorno.it Le visite per il 2022 inizieranno domenica 3 aprile alle ore 15,30 durano circa due ore e ogni venerdì ci sarà una visita pomeridiana guidata da un?assistente dell?artista. Dal 13 febbraio il MuVet ? Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia ha inaugurato il nuovo ?Itinerario dell?ozio?. Un percorso nel percorso dedicato ai temi della musica, della poesia, del simposio, nei quali si racchiude e si sintetizza il senso delle ?non attività? che scandiscono dall?antichità ad oggi i momenti del relax e del ?tempo libero?, quel tempo che l?essere umano prende per sé stesso, dedicandosi per intero a ciò che più ama. Punto di partenza ?materiale? del nuovo itinerario è la vetrina riallestita nel cosiddetto ?Angolo dell?otium? ricavato nella sala B del museo che, attraverso l?esposizione di inediti originali e copie di reperti conservati in altri musei d?Italia, introduce il visitatore all?interno di una nuova narrazione che prende vita dai pochi oggetti esposti capaci di raccontare i ?temi dell?ozio?, per guidarlo alla scoperta degli altri oggetti custoditi nelle sale del museo, come i dadi e le pedine da gioco, il sonaglio per ninnare i bambini, i vasi per bere il vino mescolato con l?acqua, il miele e le spezie e il kottabos per giocare insieme al termine di una festa, ed altro ancora, riscoprendo insieme un passato che continua senza interruzioni nel nostro presente. A condurre per mano il visitatore del museo archeologico di Vetulonia è la nuova ?progressive web app (Pwa)? del MuVet, una sorta di «ibrido tra le normali pagine web e le applicazioni mobili», spiega Ginevra Niccolucci, presidente dell?associazione culturale Prisma, cui si deve la sua realizzazione, che comprende al suo interno contenuti e voce, prima fra tutte quella degli strumenti musicali a fiato che i visitatori PRIMO PIANO ? VIVI ? 65 VIVI ???? Sono tre le notizie più rilevanti per il mese di marzo: il Museo Civico Archeologico di Vetulonia, MuVet, ha aperto il 2022 con una serie di nuovi allestimenti; il Giardino Viaggio di ritorno di Rodolfo Lacquaniti, con la sua straordinaria interpretazione dell?arte del riciclo è entrato a far parte del sistema museale, mentre il Parco Archeologico Città del Tufo di Sorano riaprirà i battenti dal primo week end di questo mese con tante novità potranno ascoltare durante la visita, godendo in contemporanea dell?esperienza visiva o tattile delle loro riproduzioni. Dal progetto archeologico e musicale di Simona Rafanelli, direttore scientifico del MuVet, e di Stefano ?Cocco? Cantini, sassofonista jazz di fama internazionale, ha preso l?avvio un viaggio assolutamente inedito, quello ?alla ricerca di un suono?, volto a recuperare la voce autentica degli strumenti musicali a fiato del nostro ?passato etrusco?, a partire dallo studio e dalla riproduzione al vero di un piccolo lotto di strumenti a fiato, in legno di bosso e in avorio, recuperati nelle acque della Baia del Campese dal relitto di una nave affondata presso l?Isola del Giglio 2.600 anni fa, e di due strumenti a fiato in osso di cervo restituiti dal corredo funerario di una tomba scoperta accanto a quella celeberrima del Tuffatore nella necropoli extraurbana di Paestum. Musica, canti, esibizioni, mescolati alle essenze che bruciavano negli incensieri di bronzo, formavano l?atmosfera che si respirava, al termine del banchetto, durante il simposio, la cerimonia dedicata alla mescita del vino, da attuare fra ?uguali?, ossia fra convitati appartenenti al medesimo elevato ceto sociale. E fra tutti i giochi, quello «che di preferenza soleva rallegrare i banchetti galanti», come racconta l?archeologo Luigi Pernier (1919), genero di Isidoro 66 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Parco Archeologico Città del Tufo a Sorano Falchi, il medico-archeologo cui si deve la riscoperta di Vetulonia, era il gioco del kottabos, inventato in Sicilia e largamente diffuso in Grecia e in Etruria. Al celebre kòttabos di Vetulonia, l?arredo che ha il medesimo nome del gioco restituito da un deposito votivo scoperto sull?Acropoli della città etrusca, è stata riservata nel nuovo allestimento una vetrina apposita, dove ancora si esibisce il piccolo Sileno danzante, personaggio del mito al seguito di Fufluns dio del vino, che coronava l?asta dell?arredo bronzeo. E infine, al centro della vetrina, una vera e propria sorpresa, che ha sancito l?ingresso del MuVet negli itinerari montaliani d?Italia. Accanto al cofanetto dentro il quale era riposto, accompagnato dall?autografo di Irma con la dicitura ?Il pegno?, il piccolo pendaglio etrusco inviato da Eugenio Montale alla sua musa e amante americana di origine ebraica Irma Brandeis, celebrata come Clizia nelle sue poesie, a suggello e ricordo del loro amore e come amuleto portafortuna. Recuperato da Marco Sonzogni, italianista e poeta pavese, dalle mani dell?ultima ?erede? delle memorie di Irma e donato al museo di Vetulonia, il ?pegno? coronava un nettaunghie etrusco-piceno in bronzo indossato in antico come pendente per collana e riproduce l?immagine di una figurina femminile nuda, una sorta di piccola Venere o dea della fertilità, simbolo dell?eternità della vita. Il MuVet di Vetulonia Piazza Vetluna, per il mese di marzo 2022 è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 16, chiuso il lunedì; dal 1 aprile al 15 giugno sempre dal martedì alla domenica ma dalle ore 10 alle 18. Per informazioni: tel. 0564 927241 ? 0564 948058; email: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr. it A Sorano per tutti i fine settimana di marzo, iniziando da sabato 5 e domenica 6, sarà aperto dopo la pausa invernale il Parco Archeologico Città del Tufo con le necropoli etrusche, le magiche vie cave scavate nel tufo, il Museo Civico Archeologico Fortezza Orsini, il Museo di San Mamiliano e borghi incantati come Sorano e Sovana. L?apertura sarà dalle ore 10 alle 17 ma si sta lavorando per varare il prima possibile un piano di rinnovamento in particolare della Necropoli Etrusca di Sovana che sarà dotata di una nuova illuminazione, per le visite in notturna, e dotata di abbellimenti estetici. Si prosegue quindi sulla scia dell?ultima inaugurazione, la Tomba dei Leoni che ha arricchito il già splendido percorso etrusco. In più saranno proposti nuovi itinerari lungo le vie cave. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0564 614074; email: info@leviecave.it sito web: www.leviecave.it VIVI L?INTERVISTA Giovanni Lamioni: ?Mi auguro che il 2022 possa essere un anno importante per la Maremma!? Dopo un 2021 da incorniciare Giovanni Lamioni, prova a leggere il futuro e dall?osservatorio speciale in cui si trova ad operare (è titolare della Atlante srl, nonché presidente di Confartigianato Grosseto, vicepresidente vicario regionale della Confartigianato e presidente di Artex) si aspetta un anno all?insegna della ripartenza e del rilancio dell?economia, anche grazie alle risorse del Pnrr ed ai patti territoriali DI CELESTINO SELLAROLI Giovanni Lamioni 68 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 C he Giovanni Lamioni sia uno a cui piacciono le sfide è noto. Chi lo conosce sa perfettamente che non ama stare con le mani in mano, che ha sempre qualcosa che gli frulla per la testa e che soprattutto si diverte a brillare di luce propria. Proprio così. Una cosa che non sopporta sono gli invidiosi, quelli che mettono i bastoni tra le ruote, i ?rosiconi? come lui stesso li chiama, che godono delle disgrazie altrui e che stanno lì a gufare gli insuccessi degli altri, perché magari non riescono a centrare i loro e a vivere appieno le loro vite. C?è una frase che gli è cara e che ripete spesso ed è questa: ?In Maremma c?è troppa gente che si diverte più a spegnere i ceri degli altri, piuttosto che ad accendere i propri?. Giovanni Lamioni è così. Non ha peli sulla lingua. È uno diretto che va dritto al nocciolo delle questioni e non ama girarci intorno. È il classico esempio di uno che si è fatto da solo, che è partito dal niente, per arrivare a togliersi tante soddisfazioni in campo professionale in primis, ma non solo. Ruoli pubblici e politica non mancano nel suo curriculum e chissà che un giorno non possano aprirsi anche porte ancora più importanti. Il suo nome viene spesso accostato a quello di sindaco della città di Grosseto; al momento le condizioni per una discesa in campo per andare a ricoprire tale carica elettiva non si sono ancora verificate, ma non è detto che ciò non possa accadere per il futuro? Lamioni è oggi presidente di lungo corso di Confartigianato Grosseto, è vicepresidente vicario regionale della Confartigianato, nonché vicepresidente nazionale di Artigiancredito, il più grande consorzio Confidi d?Italia. È docente titolare di due cattedre all?università telematica Pegaso in Artigianato artistico e Marketing vitivinicolo (a giugno tre studenti si laureranno con lui con tesi proprio in ambito enologico) e guida da tre anni Artex Centro per l?Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, nato nel 1987 su iniziativa di Confartigianato e CNA, con l?obiettivo di tutelare, sviluppare, innovare e promuovere le produzioni artistiche e tradizionali in Italia e nei principali mercati esteri. In passato Lamioni è stato anche vicepresidente dell?organizzazione europea delle piccole e medie imprese artigiane, per otto anni presidente della Camera di Commercio e vicepresidente di Unioncamere. Ha ricevuto il Grifone d?oro, massimo riconoscimento della città di Grosseto, nel 2013. Una storia di successo Ma facciamo un passo indietro e partiamo dall?inizio. Sono passati ormai trent?anni (l?anniversario ricorre proprio quest?anno) da quando Giovanni Lamioni ha creato la sua impresa, ovvero quella Cooperativa Atlante, oggi Atlante srl, che dà lavoro a 50 dipendenti. L?azienda ha cominciato a muovere i primi passi nel 1992 operando dapprima nel settore della formazione professionale. Successivamente si è specializzata nel restauro, ma ormai spazia anche in altri ambiti, al punto che tra le prossime mosse vi è quella di creare una Holding di famiglia in grado di gestire i variegati interessi portati avanti insieme a figli e collaboratori. Dal restauro l?azienda è poi passata ad occuparsi ? più recentemente ? di edilizia, anche grazie ai bonus facciate e al superbonus energetico 110%. «Siamo una delle poche aziende in Italia ? ci tiene a sottolineare ? ad avere ottenuto la certificazione SOA OS 20 che adesso, tra le altre cose, ci consente di lavorare al ripristino della facciata dell?ex cinema Marraccini di Grosseto (insieme all?azienda di Saimo Biliotti), permettendo dunque alla nostra azienda di dare ancora volta un contributo determinante alla riqualificazione della nostra città». E prossimamente arriverà lo sbarco anche nel settore turistico. «L?azienda ? sottolinea ancora Lamioni ? va benissimo, soprattutto da quando abbiamo deciso di investire anche sull?edilizia, sfruttando i bonus governativi. Abbiamo anche comprato un capannone nuovo e stiamo diversificando. Nel mese di dicembre sono stato a New York in vacanza, ma con mia figlia e abbiamo visto alcuni apparta- PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI ???? Un anno eccezionale, quello appena trascorso per la sua azienda, per Confartigianato, di cui è presidente, così come per Artex, ma anche sul piano personale, con una serie di cariche che allungano la lista già collezionata negli anni menti perché pensiamo di aprire un B&B nella Grande Mela». Intanto, ormai già da qualche anno è attiva la Fondazione Atlante per la Maremma, un?altra delle sue creature, nata per amore della Maremma, con l?intento di «mettere al centro di ogni iniziativa ? si legge nell?atto istitutivo ? un territorio straordinario, promuovendone l?immagine e la reputazione sui mercati nazionali e internazionali (?) con un brand che ne espliciti l?unicità e irripetibilità, senza confonderla tra le miriadi di altre aree della Toscana». Un progetto che ha messo al centro della sua azione il mondo dei giovani ? come dimostra la scelta di affidare il ruolo di presidente a Viola Lamioni, 24 anni ? e che si è posto sin dall?inizio «l?obiettivo di evitare, per quanto possibile, che i giovani lascino la Maremma perché nella loro terra non trovano speranze e vogliano cercare altrove la loro valorizzazione professionale. Un obiettivo da perseguire offrendo alle nuove generazioni una serie di strumenti (come borse di studio e stage) in grado di qualificare e valorizzare le loro competenze, sempre in relazione alla Maremma e alla promozione territoriale». Il presente E veniamo al presente. L?anno appena trascorso, nonostante la pandemia, ha portato grandi soddisfazioni. Ed è lo stesso Lamioni ad illustrarcele. «Il 2021 ? dice ? è stato un anno per me davvero eccezionale, prima di tutto perché sono stato nominato vicepresi- 70 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Nella foto Giovanni Lamioni con la figlia Viola dente vicario regionale della Confartigianato, con tutte le deleghe in mano. Grosseto non aveva mai avuto un ruolo così nel tempo. E poi sono diventato vicepresidente nazionale di Artigiancredito, che è il consorzio Confidi più grosso d?Italia. E ho avuto due cattedre come professore straordinario all?università, una per l?artigianato artistico e una per marketing vitivinicolo. Insegno all?Università Pegaso, che è quella di proprietà di Danilo Iervolino, nuovo presidente della Salernitana». Ma il 2021 oltre che sul piano personale si è rivelato importante anche per Confartigianato. «È stata una grande annata anche per la mia associazione di categoria. Nel 2021 abbiamo avuto 175 nuove aziende iscritte, un risultato che non veniva raggiunto da decenni. Da questo punto di vista, siamo la sede toscana che ha fatto registrare i risultati migliori. Questo anche a dispetto di chi diceva che, dopo aver appoggiato Vivarelli Colonna, ci sarebbe stata una rivolta dei nostri associati. È successo il contrario. Alla fine ? posso dirlo senza tema di smentita ? la scelta, chiara e trasparente operata in campagna elettorale a favore del sindaco uscente, ha pagato in pieno. È stata eletta mia figlia Viola, la donna più votata, ottava assoluta, prima dei ?nuovi?, cioè di coloro che non erano stati assessori o consiglieri. Siamo contenti che in giunta al bilancio ci sia Simona Rusconi, che è dipendente di Confartigianato e, sono certo, farà un lavoro eccezionale». Come detto Lamioni è anche presi- dente di Artex, con il quale si sta togliendo grandi soddisfazioni per l?importante attività portata avanti. «Artex ? sottolinea ?, fino a prima della mia nomina, avendo sede a Firenze, organizzava eventi solo nel capoluogo regionale. Invece, da quando sono diventato presidente io, e sono tre anni, il raggio di azione si è allargato ed abbiamo iniziato a portare Artex in giro per la Toscana. Ne è un esempio ?Grossetum?, organizzato qui in città insieme a GrossetoFiere a dicembre. A settembre alle Clarisse abbiamo portato la galleria dell?artigianato, un format itinerante che va in giro per l?Italia, ma anche a Parigi e Francoforte e che è sempre presente alla Mostra dell?Artigianato di Firenze. E c?era stato anche Italian Taste Experience». Il futuro E per quest?anno cosa bolle in pentola? «Per il 2022 mi auguro, per il territorio, una necessaria armonia, depurata dalle scorie elettorali, perché questo territorio ne ha bisogno. La speranza di avere a disposizione risorse importanti del Pnrr, che vedranno la capacità pubblica e privata di progettare e proporre. Non si potrà avere un atteggiamento passivo di fronte a questa opportunità, nell?auspicio che la regione svolga principalmente un ruolo di cabina di regia, lasciando il ruolo centrale ai vari territori. Inoltre, reputo molto interessante la possibilità di usufruire dello strumento dei patti territoriali che negli anni 80 rappresentarono un vero volano di sviluppo territoriale». VIVI PERSONAGGI Nilo Bacherini, addio ad un grande artista di Maremma Se n?è andato il 17 gennaio scorso all?età di 93 anni Nilo Bacherini, uno degli artisti più conosciuti ed apprezzati di Maremma, ?un pittore sincero, vero, un rappresentante autentico della propria terra, un artista dotato di grande sapienza e finezza di segno che nasce e trova le sue origini nei grandi classici toscani? DI CORRADO BARONTINI N ilo Bacherini, l?artista più rappresentativo della Maremma, ci ha lasciato il 17 gennaio di questo anno appena cominciato. Inizierò questo mio ricordo con le parole di Mario Nanni, un altro grande artista che in Maremma ha mosso i primi passi della propria carriera di pittore. Nanni (1922-2019) durante la presentazione della mostra di Nilo al MAGI (Museo d?Arte delle Generazioni del Novecento) descrisse Nilo come ?un pittore sincero, vero, un rappresentante autentico della propria terra, un artista dotato di grande sapienza e finezza di segno che nasce e trova le sue origini nei grandi classici toscani?, e lodò la sua ?ricerca di valori, raggiunti attraverso un lungo travaglio e una maturazione che ha portato avanti negli anni con perseveranza e determinazione?. Un amore chiamato Maremma Nilo Bacherini, con le sue opere, e con l?impegno costante di promotore culturale, ha cercato di proporre una visione del mondo che conducesse fuori dalla sterilità ottusa dell?individualismo e del consumismo... Quando disegnava o dipingeva, ma anche nei suoi interventi scritti, ci ha raccontato continuamente la storia della Maremma, con un linguaggio simbolico che richiama alla memoria le tante vicende che hanno segnato la vita e l?aspetto di questa terra. Naturalmente sono molteplici i temi che Bacherini ha trattato nei suoi quadri, tutti comunque tendono a valorizzare l?uomo e la sua opera creativa a difesa della natura e denunciano le cose che non vanno quando prevale la distruzione e l?aggressività sul buon senso. Nilo, che era nato a Grosseto nel 1929, è sicuramente uno degli artisti più prestigiosi del nostro territorio, ma, nonostante la lunga carriera artistica che lo ha visto partecipare a mostre nazionali ed internazionali, è rimasto un sognatore, un uomo che, attraverso la pittura, ha espresso i propri pensieri fatti di emozioni e di un vissuto che hanno legato la sua vita alla vita culturale grossetana e toscana. Proprio la ?Mostra dell?Arte in Maremma nella prima metà del ?900? (allestita a Grosseto nel 2005 e curata da Enrico Crispolti) venne realizzata grazie all?interessamento e alla proposta di Bacherini. Il messaggio di cordoglio di Anna Rita Bramerini (CNA) ? Faccio le mie più sincere e sen­ tite condoglianze alla famiglia di Bacherini per la perdita di Nilo. Un grande artista con il quale ho avuto il privilegio di lavorare anni fa, per l?organizzazione di una mostra sulla cultura del Novecento a Gros­ seto. Da quel momento abbiamo stret­ 72 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 to un rapporto prima professionale, poi di grande stima e amicizia, che ci ha portato ad organizzare una mostra nel Palazzo del Consiglio regionale, nel periodo in cui ho rico­ perto il ruolo di assessore, ed ad incontrarci anche di recente, per la mostra a lui dedicata nel 2017 alla Chiesa dei Bigi di Grosseto. Con Nilo Bacherini se ne va un testimone del­ la storia e della cultura del nostro territorio, della città di Grosseto in particolare: una persona che dobbia­ mo continuare a valorizzare, per il racconto straordinario che ha fatto della nostra terra?. Anna Rita Bramerini direttore di Cna Grosseto Foto Elena Barontini Nilo Bacherini PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? Con le sue opere, e con l?impegno costante di promotore culturale, ha cercato di proporre una visione del mondo che conducesse fuori dalla sterilità ottusa dell?individualismo e del consumismo... L?ultima mostra L?ultima sua mostra è stata allestita presso la Galleria grossetana ?Il Quadrivio?, voluta fortemente dalla titolare Patrizia Zuccherini, che ha messo a disposizione le sue sale per realizzare una antologica di notevole interesse culturale tesa a far conoscere l?arte di questo artista. Nell?esposizione sono stati riproposti disegni, stampe, alcune sculture e, soprattutto, quadri ad olio di notevoli dimensioni, permettendo ai visitatori di ripercorre idealmente ?Una storia maremmana? di una attività creativa durata oltre settant?anni. Su di lui, nell?occasione, sono state dette parole di apprezzamento e testimonianze d?affetto da parte di tanti amici come il sottoscritto, Claudio Bottinelli, Rossano Marzocchi, lo scultore Moreno Quinti. Il giornalista Giancarlo Capecchi lo ha definito ?un protagonista ed un testimone prezioso della crescita culturale di questa terra? sottolineando il fatto che nelle sue opere è stata rappresentata la Maremma in trasformazione con i paesaggi, gli animali simbolici che la popolano e che diventano espressioni essenziali dei suoi dipinti. L?intervento del critico d?arte Mauro Papa, direttore del Polo Culturale Le Clarisse, ha fatto emergere i passaggi importanti della sua arte ricordando che nel 1972, era stato a Parigi dove aveva avuto modo di visitare un?antologica di Francis Bacon, e da lì è approdato ad un nuovo tipo di pittura in cui ?la dialettica positiva si sposta dai conflitti sociali a quelli tra la Natura e la tecnologia deviata e disumana?. La sua arte diviene ?informazione poetica?, un?Arte che contiene un pensiero di miglioramento del mondo. ?La pittura di Bacherini dell?ultima fase ? è ancora Papa a dirlo ? non è più soltanto elemento estetico ma 74 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 è anche elemento poetico, educazione, formazione e presa di posizione...?. L?arte di Bacherini Il ?Ritorno di Odisseo?, un quadro che è stato collocato nella galleria delle opere dell?Ospedale della Misericordia di Grosseto, è una delle opere importanti di questo pittore che, a giudizio di Mauro Papa, ?si pone come traghettatore di valori positivi verso una civiltà antica che deve essere recuperata?. Nei quadri di Bacherini c?è sempre un racconto che denuncia ciò che non va e che sottolinea invece ciò che va salvato. Il filo nascosto della realtà inconscia si percepisce nelle sue figure dipinte dove è rappresentata (e quindi resa visibile) la storia di uomini e donne e dei loro valori etici e sentimentali. Vedendo le cose prodotte negli ultimi anni, si avverte infine una nuova percezione del colore che illumina i paesaggi e le figure dando ulteriore forza a vecchi motivi tematici. Fatemi dire che alla fine è riuscito a ?traghettare?, come fa con l?Odisseo, certi valori simbolici del passato nell?attualità, senza nostalgie e soprattutto senza annullarne il senso profondo che essi rappresentano. La percezione del padule, come luogo della memoria, la troviamo frequentemente nei suoi dipinti: terra e acqua, insieme alla vegetazione e alle forme di vita, sono il punto emblematico dell?incontro fra la natura incontaminata e gli interventi dell?ingegno umano fatti per favorire il ?confronto dialettico?, come spesso gli ho sentito dire, altrimenti destinato ad impaludarsi e morire. Le persone (ma anche gli animali) che popolano molti dei suoi dipinti rappresentano una costante nei ?valori dell?amore, della maternità e della sessualità ? che ? travalicano le degenerazioni di una società moderna, consumistica e aggressiva nei confronti della natura?? (sono parole di Mauro Papa che trovo appropriate anche per quello che vado dicendo). Per ultimo lasciatemi aggiungere una domanda che frequentemente l?artista Bacherini si è fatta: ?Ma allora l?arte a cosa può servire se non ha alcun possibile messaggio da dare all?uomo?? Questo interrogativo contiene il nocciolo della ricerca pittorica che ha animato la vita e le relazioni di questo autentico uomo della Maremma. Una vita dedicata all?arte N ilo Bacherini è nato e vissuto a Grosseto. Nel dopoguerra ha fatto parte, come scultore e grafico, del Circolo artisti ?La Chi? mera?. Dal 1964 si dedica interamente alla pittura e al disegno, ispirandosi ini­ zialmente a tematiche neorealiste e successivamente ad un simbolismo lirico che evoca i tratti più caratteri­ stici del paesaggio, della fauna e della gente maremmana. Promotore a Grosseto di numero­ se e importanti iniziative culturali, Bacherini rifugge l?isolamento della provincia e da sempre sostiene una rete di relazioni con critici e artisti di varie parti d?Italia. Nel 1972 soggiorna a Parigi, nel 1974 si reca a Berlino e a Dresda. Nel 1980 è uno dei fondatori della rivista ?Corriere delle Arti? diretta da Lino Pasquale Bonelli, nel 1984 partecipa, invitato, alla mostra ?50 Artisti italia? ni al congresso mondiale per la pace? di Copenaghen (Danimarca) e, nel 1988, istituisce il Centro Studi e Ricerche ?Identità Maremmana?. Una sua antologica è ospitata, nel 2007, al Museo MAGI di Pieve di Cen­ to e nel 2008 all?Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Nel 2011espone, al Premio Internazionale Sulmona e alle ?Giubbe Rosse? di Firenze. Nel 2012 ancora una sua personale a Grosseto promossa dalla Fondazione Grosseto Cultura; nello stesso anno la Regione Toscana allestisce una sua personale a Palazzo Panciatichi, di Firenze. Nel 2013 una Mostra alla Sala Pegaso a cura della Provincia di Grosseto con l?intervento del critico d?arte Corrado Marsan e Riccardo Ghiribelli (Diretto­ re artistico delle Giubbe Rosse di Firenze) con consegna del premio alla carriera dal presidente della Pro­ vincia di Grosseto, Leonardo Marras. Negli ultimi anni si dedica, con Cor­ rado Barontini, a riordinare gli appunti di memorie autobiografiche (tutt?ora inedite) che rappresentano il racconto della propria formazione e la storia del suo essere diventato l?artista riconoscibile che si consegna, con il proprio vissuto, al giudizio della storia dell?arte. PRIMO PIANO ? VIVI ? 75 ENOLOGIA Su i calici! La Doc Maremma Toscana può brindare alle ottime performance Sfiora i 7 milioni di bottiglie e supera, per la prima volta, i 50 mila ettolitri. Sono positivi i numeri della Doc Maremma Toscana, una delle Denominazioni enologiche che cresce di più in Toscana con un +16% (Fonte Report AVITO), in una regione che si conferma in ottima salute con incremento a doppia cifra Numeri in crescita Si è chiuso molto positivamente il 2021 della DOC Maremma Toscana, che nell?ultimo anno ha sfiorato i 7 milioni di bottiglie superando i 51 mila ettolitri imbottigliati. ?Sono contento ? spiega Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tute- la Vini della Maremma Toscana ? di poter constatare che, nonostante il particolare momento storico, la Maremma sia una delle Denominazioni più dinamiche della Toscana crescendo del 16% contro una media ? in generale davvero positiva ? delle altre DOP Toscane del 10%, spinta dalle due tipologie princi- pali ? il Rosso e il Vermentino ? seguite dal Ciliegiolo che è una peculiarità del nostro territorio?. ?Evidentemente ? aggiunge Mazzei ? il mercato premia il lavoro di qualità fatto dai nostri produttori in un territorio incontaminato grazie alla vasta presenza di boschi e foreste e grazie all?assenza dell?industria PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ???? Trainano il Vermentino (che oggi rappresenta quasi il 30% del totale della produzione imbottigliata) ed il Rosso (con un buon impatto della nuova tipologia Rosso Riserva). In crescita anche il Ciliegiolo dove la sostenibilità è una condizione naturale?. In forte crescita il Rosso della DOC che, grazie anche all?introduzione della Riserva registra un +33% e rappresenta circa 1/3 della denominazione. Un altro 30% è dato dal Vermentino che continua ad essere la varietà numericamente più importante. Interessante anche l?aumento del 22% di un vitigno autoctono come il Ciliegiolo che consolida il quarto posto tra le tipologie più imbottigliate. ?L?orientamento della nostra Denominazione ? aggiunge Mazzei ? mi sembra ben delineato, i numeri lo confermano. Accanto al Rosso targato DOC Maremma Toscana ci stiamo sempre più affermando come terra di grandi vini bianchi grazie al Vermentino ? vino di grande piacevolezza che si dimostra poter essere anche complesso e longevo ? che riscontra un apprezzamento sempre maggiore dai mercati?. Vermentino Grand Prix Intanto è iniziato il count down per un appuntamento enologico diventato ormai classico, ovvero Vermentino Grand Prix, kermesse dedicata proprio all?approfondimento del vitigno e delle sue diverse interpretazioni tra i produttori della DOC, la cui terza edizione si terrà quest?anno presumibilmente in primavera. ?I nostri Soci ? conclude Mazzei ? stanno lavorando bene e sono convinto che nel 2022 faremo ancora meglio ? se 78 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Francesco Mazzei la situazione generale ce lo consentirà ? con le iniziative che abbiamo in programma: dalle Anteprime di Toscana dove saremo capofila per l?evento L?Altra Toscana che coinvolge dieci Consorzi, agli appuntamenti fieristici internazionali, fino al Vermentino Grand Prix e a eventi studiati per il trade e per gli appassionati sul territorio nazionale?. La vendemmia 2021 si è rivelata una delle vendemmie qualitativamente molto interessanti anche se con quantità inferiori a causa degli eventi climatici e il Consorzio, con le sue 317 aziende associate, si prepara a portare sui mercati nazionali e internazionali vini dalle ottime potenzialità. Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana è una realtà associativa composta da viticoltori, vinificatori e imbottigliatori: nasce nel 2014 con l?obiettivo di tutelare e promuovere la qualità dei vini della DOC Maremma Toscana, nel rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all?assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Il Consorzio è impegnato nella promozione della Maremma Toscana ? in Italia e all?estero ? valorizzando il territorio, esaltandone la diversità, non solo enologica, ma anche turistica, agricola, storica e culturale: caratteristiche che si riflettono nella qualità dell?offerta dei vini di questa terra. Oggi vi sono 314 aziende associate, numero in continua crescita, di cui 216 viticoltori (per la maggior parte conferenti uve a cantine cooperative), 1 imbottigliatore e 97 aziende ?verticali? ? che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini ? per un totale di 6 milioni di bottiglie prodotte all?anno. Attraverso la partecipazione a manifestazioni internazionali o la presenza presso sedi istituzionali sia in Italia che all?estero, il Consorzio è impegnato nella valorizzazione della Denominazione Maremma Toscana e del territorio da cui essa proviene con l?obiettivo di far conoscere le specificità produttive della DOC Maremma Toscana e la storia di questa particolare zona vitivinicola, le cui origini risalgono ai tempi degli Etruschi. Importanti azioni di incoming destinate a operatori del settore italiani e stranieri, oltre a un ricco programma di eventi, tavole rotonde e convegni, permettono al Consorzio di presentare l?eterogenea realtà della Maremma, promuovendo al contempo le migliori tecnologie nel rispetto della natura. Lo scopo della DOC Maremma Toscana è oggi quello di affascinare e stupire gli amanti del bello e del buono di tutto il mondo, valorizzando le diversità di questo sorprendente territorio e ampliando gli orizzonti del gusto toscano attraverso la varietà e la qualità di questi pregiati vini. Anteprima ?L?altra Toscana 2022?, piccoli gioielli enologici si presentano a Firenze L?anno si apre con una novità: debutta ?L?Altra Toscana? del vino che accende i riflettori su una proposta enologica inconsueta, tutta da scoprire. Il 25 marzo dieci Consorzi concluderanno la settimana delle Anteprime, all?interno del complesso museale di Santa Maria Novella, alla scoperta di questa Toscana che incuriosisce sempre di più C armignano, Chianti Rufina, Col­ line Lucchesi, Cortona, Marem­ ma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Valdarno di Sopra: sono i dieci Con­ sorzi che rappresentano le tredici Denominazioni de L?Altra Toscana pronti a presentare le nuove annate durante la storica settimana delle Anteprime Toscane, che si terrà dal 19 al 25 marzo. Piccole o meno cono­ sciute, alcune fortemente legate alla tradizione enologica toscana che rein­ terpretano in continuazione, altre decisamente ?alternative?, si presen­ tano assieme il 25 marzo a Firenze con degustazione e un ricco program­ ma di masterclass. Location estrema­ mente evocativa, e aperta al pubblico in via eccezionale, per andare a rac­ contare questi ?gioielli enoici?: il Refettorio e l?Atrio del complesso museale di Santa Maria Novella, tra i più spettacolari al mondo per la ric­ chezza delle opere d?arte ospitate. Quale luogo migliore per esaltare il legame vino, cultura e territorio, se non questo dove sono ospitate opere di Giotto, Brunelleschi, Masaccio, che regalano valore e significato a ogni calice? Oggi ? dopo quasi due anni di limi­ tazioni ? vi è il desiderio di sperimen­ tare, di scoprire cose nuove e tenden­ ze ancora poco esplorate. Questa Toscana, che si inserisce nell?incredi­ bile mosaico enologico di una delle regioni simbolo della viticoltura italia­ na, può dare una risposta a tutto que­ sto. In questi territori tante aziende, di dimensioni diverse, si lasciano gui­ dare da un approccio sartoriale con una forte attenzione alla sostenibilità in vigna e in cantina. ?Da sempre ? spiega Francesco Mazzei alla guida della Associazione L?Altra Toscana e presidente del Con­ sorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ? sono convinto che l?unione faccia la forza e, quest?anno, vogliamo esaltare al massimo il nostro lavoro presentando il valore delle biodiversità in una nuova collocazione temporale nel calendario delle Anteprime e, soprattutto, in una location incredibi? le. L?Altra Toscana è un caleidoscopio di gusti e terroir, di aree vocate alla vitivinicoltura da secoli che vanno dal mare alle colline interne che siamo sicuri incuriosiranno e piaceranno agli appassionati, specie quelli alla ricerca di qualcosa di nuovo?. L?obiettivo è quindi quello di rac­ contare una Toscana del vino con punte di qualità sempre più alte, che vanno ad arricchire l?o?erta vinicola della regione. Un appuntamento, quello fiorentino, che ha sempre visto la presenza di questi Consorzi, che oggi si presentano in maniera ancora più coesa per dare il giusto peso al valore delle rispettive Denominazioni tutelate dove la vite viene coltivata con arte da secoli. E per questo rac­ conto si è scelto di a?darsi a Gabriele Gorelli ? primo Master of Wine italia? no ? che guiderà tutte le degustazioni. Una scelta non casuale che sottolinea la volontà di parlare un linguaggio nuovo, che superi i limiti stretti della descrizione organolettica e valorizzi contestualmente uno storytelling avvincente che metta in luce le unicità e le di?erenze dell?enologia toscana. Dalle 9 alle 18 si potranno degusta­ re ? in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme vigenti, con ser­ vizio sommelier dedicato ? i vini delle tredici DOP presentate dai Consorzi partecipanti. Dalle 10 alle 11 si terrà la masterclass ?L?Altro Sangiovese. Blind tasting dei Cru di una Toscana da scoprire?; dalle 12 alle 13 sarà la volta di ?Il valore del tempo. Le lon? gevità che non ti aspetti?, mentre alle 14 si terrà la degustazione guida­ ta, sempre della durata di circa un?o­ ra, ?Il coraggio di cambiare. Bio, sostenibilità e altri modi di fare vino?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 79 Maremma Magazine - Marzo 2022 - 3_Maremma Magazine 23/02/2022 11:20 Pagina 80 INFRASTRUTTURE Foto Federico Giussani ?Due Mari: siamo ad una svolta??, un convegno ha fatto il punto Appuntamento importante quello che si è svolto recentemente presso la Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud, non solo per gli industriali ma per tutta la comunità del territorio. Nell?occasione si è parlato di ?Due Mari: siamo ad una svolta??, convegno teso a fornire un aggiornamento sui lavori che interessano la E78 Il convegno Platea piena a metà novembre presso la Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud, in occasione dell?evento ?Due Mari: siamo ad una svolta??. Presenti tante aziende, enti ed istituzioni ma anche privati, a testimonianza di quanto il tema sia di grande interesse per tutta la comunità del territorio. Per fornire un aggiornamento sulle attività portate avanti dalla gestione commissariale, è stato organizzato questo incontro al quale sono intervenuti Marco Colazza (responsabile Progetto e Direttore Esecuzione Contratto Area Centro: Umbria, Marche e Toscana ANAS Spa), Nicola Sciclone (direttore IRPET Istituto regionale Programmazione economica della Toscana) e Giovanni Cardinali (consulente Confindustria Toscana Sud sul tema Infrastrutture). ?La tematica delle infrastrutture ? ha detto Fabrizio Bernini, presidente di Confindustria Toscana Sud ? è da sempre fra quelle di maggiore interesse della nostra Associazione, nel corso degli anni abbiamo seguito con estrema attenzione le vicende dei principali assi viari di riferimento del nostro territorio, tra i quali la SGC E78 ?Due Mari? occupa un posto di assoluta preminenza dopo l?inclusione dell?infrastruttura tra le 50 opere prioritarie del Decreto Semplificazioni, a gennaio 2021 il precedente Governo ha investito Massimo Simonini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di ANAS, dell?incarico di Commissario Straordinario della Due Mari, per imprimere un?accelerata ai lavori che la interessano da ormai troppo tempo?. ?La E78 ? ha aggiunto Bernini ? viene considerata un ponte di terra infrastrutturale fra est ed ovest. Pianificata PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI ???? Intanto in tema di ?Due Mari? Grosseto-Fano c?è da sottolineare il protocollo d?intesa tra i due Comuni, con lo scopo di agire, insieme a tutti i rappresentanti dei territori interessati, per la tempestiva conclusioni delle opere di completamento della strada E78 sul finire degli anni 50 del secolo scorso, è rimasta incompiuta; ad oggi solo il 50% dell?itinerario è in esercizio, il resto è suddiviso in più lotti e sottoposto ad una revisione progettuale in fase di ultimazione. Ricordando come circa il 65% della lunghezza totale del collegamento si trovi in Toscana, vogliamo ancora una volta evidenziare la rilevanza di questa infrastruttura che attraversa l?Italia centrale, valorizza il ruolo delle aree interne ed è stata inserita nella rete strategica trans europea di trasporto TEN-T per collegare la penisola iberica con il versante balcanico. Nel corso degli anni la nostra Associazione insieme alla Camera di Commercio e alle istituzioni locali è stata determinante per sollecitare il completamento dei tratti mancanti presso il Ministero dei Trasporti, l?ANAS e la Regione Toscana. Oggi che la Due Mari è stata inserita nell?elenco nazionale delle 14 opere strategiche del PNRR ed è stato nominato un Commissario incaricato di far rispettare i tempi di realizzazione, è necessario terminare tutti i lavori che interessano questa importante infrastruttura e renderla finalmente fruibile per lo sviluppo e il benessere di tutti?. ?La Grosseto-Fano ? ha detto Marco Colazza, responsabile Progetto e Direttore Esecuzione Contratto Area Centro: Umbria, Marche e Toscana ANAS Spa ? si conferma un?opera strategica e uno dei principali collegamenti trasversali 82 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 della rete stradale nazionale e internazionale. L?impegno di Anas nel completamento dell?itinerario è quotidiano e costante, tutti i lotti sono in progettazione e alcuni di prossima realizzazione. La designazione del Commissario Straordinario Massimo Simonini, attento nell?individuazione di criticità e nella definizione delle opportune soluzioni, contribuirà ad una forte accelerazione e snellimento delle procedure autorizzative per il completamento della due Mari?. ?Le infrastrutture ? ha detto Nicola Sciclone, direttore IRPET Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana ? sono sicuramente un volano di crescita. In Toscana vi sono territori, in particolare nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena, in cui l?accessibilità è significativamente inferiore sia alla media europea sia a quella italiana; la Due Mari rappresenta quindi un investimento che in parte contribuisce a colmare i collegamenti con questi territori. L?impatto economico delle risorse che devono ancora essere impiegate per la tratta toscana è quantificabile nella nostra regione in una crescita complessiva di prodotto interno lordo e unità di lavoro pari, rispettivamente, a 722 milioni e 13.900 unità di lavoro. In media annua, considerando un arco temporale di cinque anni come orizzonte temporale in cui si esaurisce il cd. effetto cantiere, si tratta di un incremento annuo del Pil regionale di 0,13% e di unità di lavoro dello 0,2%?. Firmato un protocollo d?intesa Intanto in tema di Due Mari Grosseto-Fano c?è da sottolineare il protocollo d?intesa tra i due Comuni firmato alla presenza del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e del sindaco di Fano, Massimo Seri: un atto ufficiale che segna la collaborazione tra i due Comuni con lo scopo di agire, insieme a tutti i rappresentanti dei territori interessati, per la tempestiva conclusioni delle opere di completamento della strada E78 ?Due mari?. Tra i punti cardine del documento c?è la volontà comune di sensibilizzare gli organi competenti affinché la superstrada venga realizzata in tutta la sua interezza, possibilmente con quattro corsie di marcia per una maggiore sicurezza degli automobilisti. Gli step successivi alla firma di questo protocollo saranno il coinvolgimento diretto del commissario straordinario nominato per la Grosseto-Fano e di tutti i rappresentanti dei territori attraversati dalla E78, dai Presidenti delle Regioni ai Sindaci, a prescindere dall?appartenenza politica, per agire congiuntamente nei confronti delle Istituzioni nazionali considerato anche il momento eccezionale che vede un governo retto da una maggioranza parlamentare trasversale e con ingenti risorse a disposizione per investimenti nelle infrastrutture. La E78 riveste un?importanza strategica per tutta l?Italia centrale, in quanto rappresenta uno dei principali collegamenti trasversali tra il Tirreno e l?Adriatico. A livello internazionale è inserita nella rete trans europea di trasporto ?Ten-T? che vuole collegare la penisola iberica dell?Europa con il versante balcanico. In Toscana collega Grosseto con Siena, Siena e Arezzo, mettendo in comunicazione quattro importanti porti italiani: Livorno, La Spezia, Ancona e Ravenna. Pianificata a partire dagli anni ?60, è tutt?ora incompiuta, con solo la metà del tragitto operativa. Il resto è suddiviso in più lotti e sottoposto ad una revisione progettuale in fase di ultimazione, oltre a necessitare anche di interventi di manutenzione sui tratti già realizzati. ?La realizzazione di una rete viaria efficiente su tutto il territorio italiano ? affermano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il presidente del Consiglio comunale di Grosseto, Fausto Turbanti ? è di fondamentale importanza non solo per la sicurezza degli automobilisti, ma anche per la crescita economica del Paese. Per la E78 Siamo a buon punto: sia il Governo che il Pnrr hanno riconosciuto l?importanza strategica che riveste il completamento di un?opera cruciale come la Grosseto-Fano. Ora, insieme con il sindaco di Fano uniamo le forze per far sentire la nostra voce chiedendo risposte concrete e veloci?. ?Esprimo profonda soddisfazione ? conclude il sindaco di Fano, Massimo Seri ? per la sottoscrizione di questo protocollo tra le amministrazioni di Grosseto e Fano. Questo documento rappresenta un impulso concreto e deciso affinché venga finalmente completata la E 78. Questa arteria ha una valenza fondamentale per il Centro Italia e rappresenta una leva straordinaria di sviluppo sociale, economico e turistico per i territori che attraversa. In questo momento è molto importante che gli enti territoriali riescano a farsi promotori di un impegno comune nel sostenere la realizzazione dell?opera nei confronti del Governo e degli enti competenti, pertanto mi auguro che altri sindaci aderiscano a questo documento che vuole finalmente portare a compimento questo progetto lasciato fino ad oggi in disparte?. Novità anche per la ?Tirrenica?? E a proposito di infrastrutture a quanto si apprende da una nota del Ministero dei trasporti e riportata da ANSA, il ddl di bilancio pare abbia destinato investimenti per 200 milioni di euro per potenziare la «Tirrenica» ed in particolare per la sua messa in sicurezza, definendola necessaria per ?il miglioramento del­ la mobilità nelle regioni interessate (Lazio, Toscana e Liguria)? ?Si tratterebbe di un primo passo importante e concreto ? è stato il commento del presidente CCIAA Ric­ cardo Breda, che da tempo sollecita in prima linea la realizzazione dell?o­ pera insieme al Tavolo per lo svilup­ po delle province di Grosseto e Livor­ no ? e se a questo si accompagna il definitivo passaggio di competenze Sat?Anas potrebbe voler dire poter partire immediatamente con i lavori di messa in sicurezza. Che finalmente il Ministero preveda risorse adeguate per realizzare quest?opera così vitale per il nostro sistema economico e per la vita dei cittadini è senz?altro una notizia molto positiva, attendiamo ora però il chiarimento della questio? ne sulle competenze e il via ai lavori?. Soddisfazione in merito è stata espressa anche dal sindaco di Capal­ bio che auspica la partenza dei lavori proprio dalla Piccola Atene. ?La notizia dello stanziamento, attraverso il ddl di bilancio, di 200 milioni di euro per potenziare la Tirre? nica è finalmente un passo avanti dopo tanti anni di attesa, dopo annunci che hanno portato a nulla di fatto e soprattutto dopo centinaia di morti. Chiediamo però che si parta subito da Capalbio: questa terra ha pagato troppo in termini di vite per? ché non le sia doverosamente ricono? sciuta la priorità?. Commenta così il sindaco di Capalbio Gianfranco Che­ lini l?assegnazione, nel ddl di bilancio di 2,1 miliardi di euro per programmi di manutenzione straordinaria di una serie di arterie stradali. ?Siamo stan? chi di assistere quotidianamente, come testimonia anche la cronaca di questi ultimi giorni, a incidenti gravis? simi che potrebbero essere evitati con una strada e?ettivamente messa in sicurezza. Il Comune di Capalbio negli ultimi mesi ha sollevato più volte il problema, inviando anche una nota ad agosto scorso al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e siamo pronti a fare la nostra parte per col? laborare fattivamente all?avvio quan? to prima dei lavori. Dobbiamo snellire le procedure burocratiche, acquisire velocemente i progetti, mettere insie? me tutte le forze presenti sul territo? rio, che si sono battute coese negli ultimi anni, perché si metta fine, una volta per tutte, al tragico bilancio da sempre legato a questa strada e, al contempo, si diano a questo territorio possibilità di sviluppo e crescita con? crete?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 VIVI FOTOGRAFIA La storia mineraria di Maremma rivive attraverso gli scatti di Valerio Radi Si intitola ?Quadri di miniera? ed è un interessante progetto fotografico uscito da poco per Innocenti Editore con l?importante collaborazione del Parco nazionale delle Colline Metallifere - Tuscan Mining UNESCO Geopark. L?intento è quello di raccontare la Maremma, con la sua lunga tradizione mineraria, attraverso tecniche fotografiche moderne ed inedite DI MICHELE GUERRINI L ?oscurità tagliata solo da poche luci, il sudore, il movimento ripetitivo meccanico, gli occhi coperti da detriti, le bocche serrate dai botti delle cariche esplosive: la vita di miniera era un?azione frenetica nascosta nel buio, assordante. Di questo fragore rimane solo un silenzio, che accompagna le immagini dell?interessante progetto fotografico di Valerio Radi, ?Quadri di miniera?, uscito da poco per Innocenti Editore con l?importante collaborazione del Parco nazionale delle Colline Metallifere Tuscan Mining UNESCO Geopark. Questo progetto è basato sulla volontà di ricreare ex novo, mantenendo una coerenza estetica e storica, alcune scene fondamentali della vita di miniera: l?ingresso davanti al medagliere, la discesa in galleria, l?uso del martello pneumatico, la posa dell?esplosivo, la cura degli ingranaggi, e non solo. Di pari passo il fotografo ha ricostruito frammenti di vita all?aperto, il lavoro delle donne e il gioco dei bambini, sotto il sole di una vita comunitaria in cui ogni momento 84 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 aveva una sua magica ritualità. Il riferimento temporale è la fine degli anni ?50, lo stesso analizzato da Carlo Cassola e Luciano Bianciardi nel loro prezioso volume (recentemente ristampato da Minimum Fax) ?I minatori di Maremma?, a cui Valerio Radi si è ispirato per disegnare la sua serie di scatti, e che prosegue in maniera coerente l?approccio documentaristico già sperimentato nella sua precedente serie ?La Maremma si racconta?, del 2019, in cui aveva ricostruito tramite comparse e oggetti d?epoca, ambienti e stili di vita dei ?nonni maremmani? durante gli anni ?50/?60. L?obiettivo però non è solo creare dei tableau vivant di scene già ben raccontate negli archivi ma di creare un?esperienza. Come dichiara la presidente del Parco Lidia Bai: ?Il progetto di Valerio Radi ha permesso di rinvigorire i rapporti con il tessuto associativo locale e costruire nuove relazioni con soggetti singoli e associati e ci ha offerto la possibilità di rinsaldare il rapporto coi territori del Parco, con i figli e nipoti di PRIMO PIANO ? VIVI ? 85 VIVI ???? Per l?occasione sono state ricreate ex novo alcune scene fondamentali della vita di miniera: l?ingresso davanti al medagliere, la discesa in galleria, l?uso del martello pneumatico, la posa dell?esplosivo, la cura degli ingranaggi, e non solo miniera che ancora oggi lo abitano?. L?olio dei motori, la polvere delle vecchie gallerie ormai rese museo, sulla pelle riprendono a vivere e trasmettono alle comparse, spesso familiari o testimoni di quel periodo, una storia che sembrava ormai solo un fatto sociale e storico di analisi. Racconta il fotografo Valerio Radi: ?Le foto le ho pensate insieme a Fabrizio Santini come una sceneggiatura neorealistica, attento a quello che avevo studiato. Alcune delle immagini che amo di più sono nate però dal caso, dai momenti di pausa tra un set e l?altro, in cui i figuranti cominciavano a respirare veramente l?ambiente e la storia circostante. Mi hanno emozionato molto anche le scene ricostruite dentro i paesi, con le donne a lavare e i bimbi a giocare: scene di una vita quotidiana parallela a quella delle miniere, che permetteva ai minatori, con la sua normalità, di sopravvivere a turni massacranti nell?oscurità?. 86 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Fabrizio Santini e Valerio Radi La vita dei figli dei minatori al tempo era cadenzata in pochi momenti di svago: dopo essere andati a scuola e aver aiutato in famiglia e nei campi, c?era un po? di tempo per giocare in strada, a piedi nudi, giocando con la lippa, o a campana o a tappini. In parallelo, i lavatoi erano tra le poche ?comodità? concesse alle famiglie dei minatori: ogni giorno i panni sporchi di sudore e acido di miniera dovevano essere lavati. Caschi, guanti, scarponi antinfortunistici e poi stivali impermeabili sarebbero arrivati solo a partire dalla fine degli anni ?50. ?Sicuramente ? continua Radi sottolineando l?importanza del piccolo, della quotidianità ? una delle foto più significative della serie, non è tanto una scena di lavoro, ma quella che rappresenta il Natale in miniera. È una scena semplice, un tavolino di legno sporco e un alberello in cima, gli uomini attorno, circondati dalle strutture dei gallerie?. Scene, dettagli, di vita, che diventano giganti in foto e trasmettono la loro umanità. ?Quadri di miniera? è un progetto che sicuramente ha bisogno di essere raccontato per essere apprezzato in ogni sua sfaccettatura. La bellezza delle foto ha bisogno delle parole e delle storie, anche se la cura e la dedizione che vi si trovano sanno trasmettere, silenziosamente, una magica sensazione di nostalgia che ci fa avvicinare a contemplare ogni dettaglio di colore e contrasto. La mostra fotografica è attualmente esposta presso i Bagnetti di Gavorrano, ex spogliatoi dei minatori, e vi resterà sino ad aprile 2022. Si sposterà poi a Grosseto, Follonica, Massa Marittima, Scarlino e Ribolla. Per maggiori informazioni consultare i seguenti link: www.visitmaremma.net/quadri-diminiera www.parcocollinemetallifere.it SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Camminando e correndo nei dintorni del Monte Amiata Un breve viaggio a San Lorenzo, una piccola frazione tra Castel del Piano ed Arcidosso sulle pendici del Monte Amiata, alla scoperta ? camminando o correndo ? dell?incanto dei boschi di castagno e delle piccole, ma preziose ?perle? disseminate lungo un percorso che merita di essere sperimentato in qualunque periodo dell?anno e ancor di più in primavera? Nella foto uno scorcio del Monte Amiata visto dal Monte Labro DI DEBORAH SANTINI 88 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 L ?Amiata, una montagna variopinta: il giallo oro e il marrone dell?autunno e dell?inverno, a volte ricoperto da un velo bianco più o meno spesso, il timido verde primaverile che pian piano si acutizza e che diviene sempre più intenso con l?arrivo della stagione estiva. Scopriamola camminando e correndo. Boschi di castagno, di faggio, fino ad arrivare ai prati e alla vetta, dove troviamo una croce, alta ventidue metri, fatta costruire secondo le indicazioni di Papa Leone XIII: per festeggiare l?anno santo del 1900, il Papa ebbe l?idea di suggerire la costruzione sulle montagne dell?Italia di venti monumenti, uno per ogni secolo, compreso il XX. Ebbene, la croce realizzata sul Monte Amiata, nel territorio della provincia di Siena, fu il nono monumento costruito e oggi costituisce il punto di arrivo, il traguardo da raggiungere per tanti turisti che frequentano la zona. La Croce è stata realizzata tra il 1900 e il 1910: è in ferro battuto e la sua costruzione è stata opera delle officine senesi di Luciano Zalaffi e fu inaugurata il 18 settembre del 1910. Durante la seconda guerra mondiale la Croce fu abbattuta dalle bombe tedesche, ma, successivamente, grazie al Comitato organizzativo pro-rielevazione della Croce del Monte Amiata e all?Episcopato, prese il via la ricostruzione. A poca distanza dalla Croce, sempre nel territorio della provincia di Siena, nel comune di Abbadia San Salvatore, ecco anche la Madonna degli Scout, un monumento realizzato nel 1961dagli scout grossetani in pellegrinaggio. Qui i territori di Grosseto e Siena si incontrano, si amalgamano fino a confondersi. Noi siamo proprio qui, nei dintorni dell?Amiata, questo monte di origine vulcanica, alto 1.738 metri, compreso tra queste due province. Ci troviamo un po? più in basso, lontani dalla vetta, nel grossetano, qui esistono piccole realtà, paesini e borghi troppo spesso non considerati, sottovalutati. Il nostro punto di partenza è Castel del Piano, a poco più di seicento metri di altitudine, nella piazza detta del Monumento, ma che, ufficialmente, è denominata della Rimembranza: un punto ideale per ritrovarsi e per partire alla scoperta di questo territorio sia per chi abita nelle zone limitrofe sia per chi arriva da Grosseto. Siamo ancora in inverno, sempre più vicini alla primavera, per questo la scelta ricade su un percorso che si sviluppa ad un?altitudine non troppo elevata per evitare temperature troppo rigide. Questa volta lasciamo qui vicino l?auto e procediamo a piedi. In questa nostra passeggiata andiamo alla scoperta dei boschi di castagno che da San Lorenzo, una piccola frazione di Arcidosso, si estendono fino alla località Capenti, ma prima soffermiamoci sulle bellezze anche artistiche e culturali che questo territorio ci regala. Partendo da Castel del Piano, camminiamo in direzione Arcidosso, lungo la strada principale (un po? trafficata per la verità, ma il tratto da percorrere è breve), ad un certo punto, dopo neanche un chilometro, sulla sinistra troviamo un bivio con indicazione San Lorenzo, questa è la via da prendere, ma non è il caso di avere fretta. Davanti al bivio si erge il convento dei frati Cappuccini, in località Palazzina-Cappuccini, e merita decisamente una sosta. Questo il motivo per cui consiglio di camminare fino a qui, non correre, in modo da poter visitare, in tutta tranquillità, la Chiesa del convento, piccola, calda, una vera ?perla?. La costruzione del convento fu terminata alla fine del 1500 e comprende questa chiesa, dedicata a San Francesco, e il suo portico. La chiesa ha una PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 89 SCOPRI ???? In questa nostra passeggiata andiamo alla scoperta di luoghi magici, atmosfere incantate, bellezze anche artistiche e culturali di un territorio unico e speciale Convento dei frati Cappuccini sola navata coperta a capriate, con due cappelle laterali. La realizzazione della struttura fu affidata ai maestri Camillo di Bartolomeo di Arcidosso e Domenico da Chianciano. Sembra che sul luogo dove poi è stato costruito il convento, Campo di Marte, arcidossini e casteldelpianesi si scontrassero per le lotte di campanile. Dopo questa pausa suggestiva, proseguiamo il percorso, seguendo le indicazioni San Lorenzo (il paesino di trova ad un?altitudine di 680 metri) sempre camminando, anche perché ci troviamo davanti una salita importante. Entriamo nella frazione arcidossina, proseguiamo mantenendo sempre la sinistra ed ecco che troviamo un?altra salita, proprio al Monte Amiata, la Croce 90 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 fianco delle vecchie scuole del paesino. A fine salita, sulla nostra sinistra, un gruppo di case e tra loro si nasconde un?altra piccola, ma preziosa ?perla? di questa realtà, ovvero la Chiesa di San Lorenzo, purtroppo attualmente non visitabile: la sua presenza è documentata addirittura a partire dal 1067. Torniamo sulla strada principale, procediamo sempre a diritto, oltrepassiamo una piazzetta dove è presente una Croce e arriviamo così in zona Poggio Saccone, proprio nella parte finale della frazione: qui, alla destra della strada, è presente anche una fontanella. Alla nostra sinistra, invece, troviamo una strada stretta, ma asfaltata, poco trafficata. È la nostra strada! Da qui in poi spazio anche alla corsa, se vi va, senza mai esagerare, visto che si tratta di un percorso con salite e con qualche discesa, non pianeggiante. Se, nella prima parte, questa via è contornata da case e giardini, pian piano, le abitazioni lasciano spazio al bosco, ovunque e, alzando lo sguardo, una visione spettacolare: la montagna. Inizia qui un vero Paradiso e non solo per gli occhi, ma anche per l?anima, tanta la pace che trasmette. Passeggiando, camminando e correndo, a passo più o meno veloce, entriamo in contatto con questo mondo incantato. Un saliscendi non troppo impegnativo, con una dominanza della salita, ma fattibile per tutti, a passo diverso. Ai lati, lungo il percorso, alla vostra sinistra, si notano degli stretti sentieri che possono essere presi, tutti conducono nel bosco: imponenti e secolari alberi sovrastano il terreno coperto dalle foglie e dai vecchi ricci di castagna ormai secchi. Lungo questa strada arriviamo ad un recinto solitamente animato da qualche cavallo, oltrepassiamo località le Piane e anche qui è possibile bere l?acqua fresca della fontanella posta al lato della strada. Procediamo ancora, tra molte salitine, qualche rara discesa e qualche tratto in piano. Ecco un cancello, alla nostra sinistra. In alcuni giorni e orari della settimana è aperto, se così fosse, merita approfittarne ed entrare ad ammirare le ?cascatelle?. Quest?area, in estate, viene utilizzata anche per pic-nic all?aperto. Torniamo sulla nostra strada, oltrepassiamo le Piane del Maturo ed arriviamo fino alle piscine aperte: si trovano sulla nostra destra, in località Capenti. Una struttura, questa, che, nei mesi più caldi, è meta di turisti e residenti. A questo punto, allunghiamo per un breve tratto, arriviamo alla strada che prosegue verso la montagna, alla nostra sinistra, e verso Arcidosso, alla nostra destra. Però, occorre tener presente che sono stati percorsi già circa cinque chilometri, per cui è il momento di tornare indietro. La stessa strada, sì, ma, al contrario è decisamente più rilassante, vista la dominanza della discesa e? ricordatevi? il paesaggio, visto da un punto di vista diverso, non è mai lo stesso? SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu La Contea dell?Ardenghesca, antica zona di frontiera fra Siena e la Maremma La zona dell?Ardenghesca è un territorio di confine fra Siena e la Maremma, oggi in gran parte amministrato dal Comune di Civitella Paganico in provincia di Grosseto con sede in Civitella Marittima. Un territorio con una storia decisamente importante per la Maremma e per l?intera regione, che merita di essere raccontata - Seconda parte A CURA DI GIAN PAOLO FRANCESCHINI Abbadia Ardenghesca, Abbazia benedettina di S.Salvatore e Lorenzo al Lanzo presso Civitella Marittima (GR) ? sec. XI-XII 92 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 Controfacciata Tramonto degli Ardengheschi Ripercorriamo le ultime vicende di questi Conti dai quali prese il nome il nostro territorio. Dopo una loro definitiva sottomissione nel 1254 Siena spazzò via del tutto e con tutti i mezzi possibili i tre rami degli Ardengheschi nei quali la casata era divisa. Ramo di Fornoli: manu militari i conti del castello di Fornoli, nei pressi di Roccastrada, che venne assediato e distrutto nel 1272; Ramo di Pari: i conti di Pari a causa della forte pressione fiscale a cui erano sottoposti furono in breve sostituiti da importanti casate senesi; a queste subentrarono presto i Malavolti che a quel tempo erano quasi titolari della cattedra vescovile di Siena e che crearono una sorta di loro monopolio su questo castello; Ramo di Civitella: i Conti di Civitella, infine, dovettero vendere a Siena nel 1317 gran parte delle quote del loro castello; indeboliti come erano dai forzati espropri della fine del ?200 di grandi quantità di terre per formare la corte di Castelfranco di Paganico, dalle solite pressioni fiscali e perfino da un numero incredibile di azioni giudiziarie, non sapremo mai quanto per reati veri o montati politicamente, alle quali erano seguite pesantissime condanne pecuniarie. Quella di Paganico è un?altra storia che meriterà di essere raccontata a parte per l?assoluta e decisiva importanza che i senesi avevano attribuito per il con- Interno dopo il ripristino del tetto franato nel 2005 trollo della Maremma alla loro imponente terra nuova murata di Castelfranco, sia pure edificata di minor ampiezza di quanto avevano progettato (più di un quarto in meno), ma pur sempre snodo ?cruciale? delle vie per Grosseto e la Montagna. La gente forse non lo sa, ma furono proprio i civitellini ad avere una parte importante in questa fondazione: molti vi si trasferirono al punto che un intero quartiere ed una delle quattro porte del nuovo castello ebbero il nome di ?Civitella?. Oggi più modestamente si chiama porta Gorella per via di una gora che alimentava un mulino sull?Ombrone e che passava lì sotto; ma che ne dite se venisse messa sotto la targa la dizione ?già Porta Civitella? come da tempo suggerisco? Ne guadagnerebbe quanto meno il buon vicinato? Gli ultimi conti di Civitella, già trasferiti a Siena, cedettero nel 1345 a quel Comune le residue quote del castello di Civitella che erano a loro rimaste. E così i Conti Ardengheschi finirono di possedere da queste parti, dirà nel 1935 il buon don Ricci, il primo storico del paese. Nel 2017 abbiamo voluto celebrare degnamente il 700° anniversario della vendita di Civitella avvenuta nel 1317 nella stessa pieve di S.Maria in Montibus che era stata la sede dell?importante evento. Vi voglio offrire una curiosità legata ai nostri Conti e che forse nessuno conosce: perché il Palazzo Chigi, sede del nostro Governo, si chiama così? Perché apparteneva ai Chigi, una facoltosa famiglia di origini senesi e che discendeva proprio da un ramo degli Ardengheschi: quello di Macereto. Chi desidera saperne di più sulla storia del nostro territorio non può prescindere dal fondamentale saggio di Patrizia Angelucci: ?L?Ardenghesca tra potere signorile e dominio senese (secoli XIXIV)?, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000. I confini della Maremma L?argomento che stiamo trattando ci obbliga ad un?altra importante considerazione. Abbiamo parlato dell?Ardenghesca come terra di confine fra Siena e la Maremma. Abbiamo velocemente accennato alle vicende che videro l?Ardenghesca come il primo territorio a soccombere alle mire della dominante Siena sulla terra maremmana. Sappiamo che ?maremma? è un termine che spazia dal litorale toscano a quello laziale la cui parte centrale è la nostra Maremma Grossetana; ma nel medioevo quale territorio era considerato come Maremma? Propongo in proposito un paio di documenti che per primi ne hanno descritto i confini: uno è del 1251 quando Siena era ancora ghibellina (perdonate la divagazione, ma la Siena che oggi conosciamo con tutti i PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI ???? Un territorio che è stato fra i primi ad essere assorbito da Siena perché situato lungo la via più diretta per la Maremma con l?agognato sbocco al mare, il prezioso sale, l?abbondanza di grano, di pesce e la ricchezza di metalli delle sue colline suoi splendori è stata realizzata quando più opportunamente era divenuta guelfa); l?altro è del 1325, dieci anni prima della conquista definitiva di Grosseto da parte di Siena. 27.1.1250 (che in effetti è il 1251) ? Nel giuramento di fedeltà al potestà di Siena, i grossetani promettono di recuperare per i senesi il contado Ildobrandesco, intendendosi per Maremma il territorio che era compreso fra i seguenti luoghi: Maritima vero intelligatur ad haec, a Massa usque ad Portilionem (sul litorale di Scarlino) et a Gessis de La torre in stile elevata nell?area dell?ex monastero 94 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 Interno dopo il ripristino del tetto franato nel 2005 Sassoforte usque ad Fornoli, et a Civitella usque ad Sassum et per Montamiatam, ut vulgariter dicitur, usque Pitillianum, et sicut trahit flumen Arminis (che prese poi il nome Fiora) usque ad mare. (Archivio di Stato di Siena, Riformagioni ? vedi anche nel ?Dizionario geografico fisico storico della Toscana? di Emanuele Repetti. Firenze 1835) Vorrei aggiungere, per curiosità, che qualche giorno dopo ? 6.2.1250 (cioè 1251) ? fra gli uomini di Grosseto giurarono anche: ? Ildobrandino da Gello ? Baldovino da Civitella ? Vitale di Rustico da Gello ? Mainetto da Gello ? (Archivio di Stato di Siena, manoscritto B2 15/861) 29.6.1325 ? Terminagione della Maremma fatta per la Biccherna da ser Ambrogio Pucci notaio, sulla base di testimonianze raccolte in loco: ?Adì XXVIIIJ di giugno sia manifesto che io Ambruogio predetto stando nel castello di Civitella del contado di Siena, ? ? ? facta in prima (il 27 giugno) diligente inquisitione de l?infrascricte cose per me detto ser Ambruogio nel borgo di Roccastrada infra gli uomini del detto borgo, per la loro testimonianza et saramento degli infrascritti huomini, trovai che la maremma si comincia diciare et chiamare comunamente da la gente, et che così è la verità, dal castello di Prata di Maremma del contado di Siena infino ale Rocchette Tederigi et dale Rocchette Tederigi infino a Roc- chastrada et da Rocchastrada infino a Civitella et da Civitella infino a Montanticho et Casanuovola et Argiano et infino a Santo Angelo in Colle et da Santo Angelo in Colle infino a Montenero. Et che ciascuna dele dette castella è in Maremma et per Maremma è avuto, tenuto, chiamato et detto. Et che da le dette castella in qua verso la città di Siena non è avuto, nè tenuto per Maremma?. (Archivio di Stato di Siena, Gabella 3 c.12v; vedi anche in BSSP, vol.40, 1933) Un?altra testimonianza di dove passava il confine della Maremma ce l?offre un?altra realtà che non è una antica pergamena ma è pur sempre un curioso documento: uno dei tre rioni di Civitella che si danno corretta battaglia nel ?Palio dei carretti? si chiama ?Maremma?. È il nome storico, citato già in documenti del sec. XVIII, proprio di quella metà del paese dalla parte della Maremma e che dall?alto di Porta Piccina domina il vasto panorama maremmano. Parlando della Maremma, infine, non si possono non citare un detto, una canzone e una recente indagine che raccontano in maniera molto semplice e diretta la storia passata e presente della nostra amata terra; ricordiamoli e riflettiamo. Il detto: Grosseto ammorba l?ossa, Batignano scava la fossa, Paganico sotterra l?ossa. La canzone: Maremma amara. Parete interna dx con le tamponature delle 4 arcate L?indagine (recente) sulla ?Mal?aria?: Grosseto è la prima città in Toscana e fra le primissime d?Italia con l?aria più pulita. La parlata locale Vorrei chiudere questa chiacchierata con una osservazione ed una proposta sulla lingua ed in particolare sulla parlata locale, in questo caso del territorio dell?Ardenghesca; a mio avviso la parlata locale è da considerarsi una vera e propria fonte primaria della storia, cosa non sempre considerata a sufficienza dagli storici. L?osservazione è contenuta nell?Appendice IV del mio testo ?Le Confraternite di Paese nella Toscana Meridionale? (Tip.Senese, 2013) intitolata ?Vocabolario civitellino?. ? È noto come una lingua si evolva e si adatti continuamente nel tempo alle necessità della comunicazione. Se volessimo individuare quelle zone che abbiano conservato maggiormente il loro antico modo di parlare, credo che dovremmo scegliere quelle località alle quali la storia ha assegnato un isolamento, che significa anche minore ricambio nella popolazione con scarsi inserimenti dall?esterno. Nella stessa Siena infatti, in quanto città, pur avendo avuto negli ultimi secoli molto poca e costante popolazione, troppe sono state specialmente nel corso del ?900 le contaminazioni dovute alle immigrazioni perché non si siano riflesse sul suo parlato. Immigrazioni non tanto dal resto d?Italia, ma dalla stessa provincia che nel passato in buona parte (specialmente a nord e ad est) si è trovata storicamente sotto influenze diverse. Lo stesso, ovviamente e a maggior ragione, deve dirsi anche per Grosseto, l?altra importante città del sud della Toscana. La zona dell?Ardenghesca, al centro geografico dell?ex Repubblica di Siena e poi al confine fra la provincia superiore ed inferiore senese, ha conservato relativamente intatto il suo isolato territorio ed i suoi insediamenti umani. Dato che è sempre stata sotto diretta influenza senese (e fra l?altro appartiene quasi per intero alla sua archidiocesi), dovrebbe essere il posto ideale nel quale ricercare l?antico modo di parlare di questa città. Un po? come quella teoria, che ha avuto qualche anno fa una discreta risonanza mediatica, e che, attraverso lo studio del DNA, attribuiva agli abitanti del Comune di Murlo (già facente parte dell?Ardenghesca, confinante con quello di Civitella Paganico e con le stesse caratteristiche di secolare isolamento) la più diretta discendenza dai nostri progenitori Etruschi. A proposito della lingua, come non ricordare al lettore che il più antico esempio in Italia di statuto pubblico in volgare è proprio quello del Comune di ???? In questa seconda puntata parliamo del tramonto degli Ardengheschi e la fine della Contea, tra l?ultimo scorcio del 1200 e gli inizi del 1300 Montagutolo dell?Ardenghesca, un castello diruto che sovrasta Pari. Siamo nel 1280, il volgare si diffonderà solo nel sec. XIV con i grandi toscani Dante, Petrarca, Boccaccio; ma allora il padre Dante aveva soltanto 15 anni. È un testo che noi discendenti di oggi per rispetto dei nostri antenati dovremmo sentirci in dovere di pubblicare di nuovo nella sua versione integrale (la precedente risale al 1863) e diffondere; sarebbe l?iniziativa culturale di gran lunga più importante che il nostro territorio potrebbe mai prendere? Controfacciata della navatella sx e tamponatura Parete interna dx con le tamponature delle 4 arcate PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 95 SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare L?ex Convento di Monte di Muro e il Brigante Sabatelli detto ?Falcino? È una storia d?altri tempi e per la precisione una storia che ci riporta alla fine dell?Ottocento quella di Ferdinando Sabatelli, detto ?Falcino?, persona integerrima e gran lavoratore che divenne brigante per vendicarsi dei soprusi del direttore della società Boracifera, certo Pietro Randelli, ucciso il 29 aprile 1899 per questioni d?onore e di amore, insieme (due mesi prima) al suo uomo di fiducia Massena Baldinacci DI FRANCO BALLONI Un convento dannato Scarlino. Anno 1899. Sulla dorsale collinare che divide la piana del Pecora, dalla piana di Pian d?Alma, a pochi Km dal paese di Scarlino, si erge ormai diruto l?ex convento di Monte di Muro, in posizione incantevole davanti il golfo di Follonica, incastonato dentro un fitto bosco di querce, sughere, lecci, castagni, ornelli, corbezzoli e piante rare come i cedri del Libano. La sua storia pluricentenaria ricca di avvenimenti, diatribe, contrasti, lotte intestine delle quali furono protagonisti loro malgrado i poveri fraticelli dell?ordine dei ?Minori Osservanti? chiamati ?Bizzocchi?, i quali pur osservando le regole rigide della povertà, dell?obbedienza, della carità, si misero in contrasto con l?ordine superiore ecclesiale di cui non condividevano l?operato. Alcune voci maligne arrivarono all?orecchio del Papa Martino V e riferivano che tali frati vivevano nella più totale spregiudicatezza, in maniera dissennata, ma non era così; fatto sta che il Papa dette ordine ad un altro ?Minore Osservante? di Firenze (Fra Tommaso Bellacci), di recarsi in detto luogo e di spazzare via tali mele marce. Tommaso Bellacci che passò alla storia come il (Beato Tom- 96 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 ma), alla testa di un manipolo di soldati, semidistrusse il convento e trucidò i poveri fraticelli rei di non rispettare le regole della Sacra Romana Chiesa. Il toponimo di un rigagnolo riporta ?Caccia al frate? a ricordo degli avvenimenti successi in quel tempo. Qui vissero, pregarono e morirono in beatitudine, il Beato Tomma che compì anche dei miracoli, il Beato Michele da Massa Marittima ivi sepolto, padre Gaspare e molti altri. Successivamente venne costruito un altro convento più in alto e più nascosto all?interno della folta macchia ed è quello di cui vediamo i ruderi oggi, ma anche questo non ebbe vita facile, soprattutto per le continue scorribande da parte dei pirati saraceni capitanati dal leggendario pirata Khayr al-Din (Ariodemo Barbarossa) e delle continue diatribe con la comunità di Scarlino per la raccolta delle castagne, rispetto alle quali fece da arbitro il famoso Capitano Carlo Citerni, noto esploratore in Africa. Essendo il territorio di Scarlino appartenente al Principato di Piombino, il 4 aprile 1806 tale convento venne soppresso con un decreto da parte del Principe di Lucca e Piombino, Napoleone I con la moglie Elisa Bona- parte sorella di Napoleone che erano succeduti ai Ludovisi-Boncompagni. In seguito il convento con la sua vasta tenuta, passò di mano a un certo Giacomo Le Blanc e successivamente a Gio? Carlo Fournier. Dopo la morte di quest?ultimo, la vedova con la figlia non riuscirono a vendere tali proprietà che caddero completamente in rovina. Oltre al diruto convento, c?era una casa colonica, vasti terrazzamenti nei quali venivano coltivati gli orti essendovi in loco una sorgente (Acqua bona), i castagneti, piante da frutto etc. In quella casa colonica viveva la famiglia Bennati; marito, moglie e due figli piccoli. A diversi Km di distanza in linea retta, nel paese di Monterotondo Marittimo, si verificarono due omicidi, che al tempo produssero una vasta risonanza nell?intero comprensorio dell?Alta Maremma ed ebbero un collegamento con l?ex convento di Monte di Muro. Vediamo i fatti. Una storia di Briganti In una casa della Società Boracifera a Monterotondo Marittimo, vivevano due fratelli. Rinaldo e Ferdinando Claudio Sabatelli. Rinaldo era sposato Nella foto l?ex convento di Monte di Muro con Carisia e avevano un figlio di 8 anni di nome Agostino. Ferdinando era celibe. Dall?altra parte della casa abitava Carlino con la moglie Giuliana e la figlia Viola di tredici anni. Quando Giuliana fece ritorno dal Frassine, Carisia non fu contenta perché diceva che non era una persona per bene. In effetti era stata diversi anni a servizio alla villa della Società boracifera, dove oltre agli uffici, c?era la camera dove dormiva il Direttore quando veniva al lago di Monterotondo; poi, quando rimase incinta di Viola, la fecero sposare a Carlino e le assegnarono la casa alla Boracifera. Viola giocava con Agostino e i due si volevano bene come fratelli. Poi Carlino un giorno si ammalò, i muscoli iniziarono a perdere sempre di più di forza, non riuscendo a tenere nemmeno il cucchiaio in mano al punto che bisognava imboccarlo; quando Giuliana doveva lavarlo, qualche volta si faceva aiutare da Ferdinando e ad un certo punto questi si innamorò di Giuliana una volta che la vide sorridere. Il sorriso di Giuliana era dolce e buono, peccato che non rideva quasi mai e non parlava con le persone perché si vergognava di essere stata al servizio alla villa. Eppure anche Rinaldo, una volta aveva detto che non era stata colpa sua, perché ce l?aveva mandata il suo babbo. Una sera Ferdinando tornò dal lavoro e si mise a sedere per togliersi le scarpe. Gli faceva male la schiena. Aveva spinto l?argano della trivella per tutta la giornata. Dovevano trovare il vapore prima della fine del mese, come il Capofabbrica aveva promesso al direttore. Avrebbe preferito lavorare come carpentiere o come fonditore ma siccome era robusto lo misero alla perforazione; oltre che forte e resistente sapeva anche spingere l?argano in modo uniforme, senza strappi, così rendeva di più e non creava pericoli per gli operai. Per questo il Caposquadra ne parlava sempre bene. Quella sera ad un certo punto si alzò subito quando sentì la voce del Baldinacci che, nell?orto appena fuori dalla finestra diceva a Giuliana. ?Il Direttore ha visto Viola e la vuole al servizio alla Villa? io non ci posso fare niente?. Massena Baldinacci faceva di mestiere il calzolaio, uomo di fiducia del Direttore si prestò a portare l?imbasciata. Ferdinando in un attimo fu fuori, saltò il muretto dell?orto e si ritrovò una vanga in mano che la sbattè contro la gola del Baldinacci. Vide la pelle incresparsi per il taglio della vanga e vide la paura negli occhi del Baldinacci. Si fermò un attimo. Il Baldinacci cadde all?indietro troncando le canne che tenevano una vite, si rialzò subito e sgattaiolò fuori dall?orto. Ferdinando lo sentì dire ?Non finisce qui?. Più tardi Giuliana disse a Ferdinando: ?Prima di mandarla in Villa l?ammazzo?. Il lunedì mattina il capofabbrica chiamò Ferdinando in ufficio, aveva una lettera del direttore in mano. Gli disse: ?Sei licenziato. Il direttore non vuole sovversivi in giro?. Ferdinando rimase a bocca aperta. Non aveva capito cosa significasse tale parola. Lui aveva fatto sempre l?operaio. Se l?avessero licenziato dove sarebbe andato a lavorare? Come avrebbe fatto? E poi lui non era un sovversivo. Lui e Rinaldo il 1 maggio non avevano fatto nemmeno lo sciopero. ?Devi lasciare anche la casa, tuo fratello Rinaldo per ora può restare, vi è andata bene perché il direttore voleva mandare via anche lui?. Uscì dall?ufficio con la testa che gli martellava. Non andò a casa di Carisia, perché non sapeva che dirle. Entrò invece da Giuliana che si mise a pian- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI ???? Storia di due omicidi verificatisi a diversi Km di distanza in linea retta, nel paese di Monterotondo Marittimo che al tempo produssero una vasta risonanza nell?intero comprensorio dell?Alta Maremma ed ebbero un collegamento con l?ex convento di Monte di Muro gere. Ferdinando era stato il primo uomo che l?aveva difesa e voluto bene. Ora, senza di lui, lei e Viola sarebbero state sole di nuovo. Ferdinando non aveva un fucile; né lui e né suo fratello erano cacciatori, ma sapeva che di sopra, nell?armadio di camera, c?era il fucile di Carlino. Lo prese, ci mise le cartucce e scese in cucina. Giuliana piangeva ancora e con gli occhi lo pregava di non andare, di non rovinarsi del tutto. Ferdinando Viola da grande 98 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 imperterrito salì velocemente a Monterotondo Marittimo, ma quando entrò nell?osteria, suonavano appena le 14.00 e dietro il banco c?era solo Michele. Quando l?oste lo vide con il fucile gli sorrise e disse: ?Falcino (in paese lo chiamavano così) che fai? Sei diventato cacciatore anche te??. Ferdinando uscì velocemente dal paese e aspettò tra i castagni che suonassero le 18.00. Quando ritornò in piazza il Baldinacci era di spalle a parlare. Non appena si accorse di Falcino e vide il fucile fece per scappare, ma ormai era troppo tardi. Falcino sparò d?imbracciatura e lo prese al fianco. Il Baldinacci si accasciò a terra. Subito Falcino gli fu sopra e gli sparò al petto. La prima vendetta era compiuta. Dopo questo omicidio Ferdinando diventò latitante e per non essere preso si dette alla macchia come facevano del resto i briganti di quel tempo. Covava dentro di se la seconda vendetta da perpetrare nei confronti del direttore della società Boracifera, certo Dr. Pietro Randelli. Nel frattempo entrò a far parte della Banda Moriani che imperversava nell?area boracifera da Larderello a Pomarance, da Castelnuovo val di Cecina a Monterotondo Marittimo da Montieri a Massa Marittima diventando il braccio destro del Moriani. Quest?ultimo famoso brigante, incubo dei RR. Carabinieri e dell?intera regio- ne toscana. Dopo due mesi, il 29 aprile 1899 la vendetta si compì: nei pressi di Bagno al Morbo il Dr. Pietro Randelli, distinto chimico industriale, direttore tecnico delle fabbriche boracifere, fu ucciso. Ecco da una cronaca di quei tempi come si svolsero i fatti: ?Il Dr. Randelli si incamminava dalla propria abitazione posta nella borgata di Bagno al Morbo, ove viveva con una sola domestica, verso Larderello. Giunto presso ?I Vasconi? in località detta Piana di S. Marco, il Direttore fu affrontato da due uomini armati di fucile. Risultò che dopo una breve conversazione alquanto animata, uno di loro sparò due colpi a bruciapelo, di cui uno si fermò sul portafoglio e l?altro attraversò il cuore del Dr. Randelli fulminandolo. I due si avviarono verso Serrazzano e furono visti mentre attraversavano la valle della Secola. Le indagini si rivolsero subito verso Moriani Giovanni e Sabatinelli Ferdinando, ormai da tempo alla macchia veri e propri briganti?. La seconda vendetta era compiuta e per Ferdinando si scatenò una vera caccia all?uomo. Questi vistosi in pericolo, abbandonò l?area che ormai era diventata calda per le continue battute e perlustrazioni da parte delle forze dell?ordine, così decise di allontanarsi e rifugiarsi nella casa colonica di Monte di Nel frame il momento della cattura del brigante Sabatelli in un disegno di Franco Agresti Muro vicino a Scarlino dove viveva la vedova Bennati. Un luogo sicuro, lontano dalle vie di comunicazione, dai paesi, nascosto in mezzo alla folta vegetazione della macchia mediterranea, nascondiglio ideale per chi non voleva farsi trovare. Ma la sua presenza non passò inosservata. L?arresto del Brigante Sabatelli Come riportato dal periodico ?L?Ombrone? in data 10 settembre 1899, una soffiata arrivò al comandante della stazione carabinieri di Follonica, brigadiere Alberto Sarri, la quale riferiva che il brigante a causa di febbri si trovava nella casa della vedova Bennati. Il delegato Ermirio Girolamo di Massa Marittima appresa tale notizia la significava al Prefetto di Grosseto il quale inviò a Follonica un delegato certo Vincenzo Bianchi. Fu predisposto così un piano dettagliato per la cattura del latitante. Due squadriglie di carabinieri si appostarono intorno alla casa colonica. Alla mattina, uscita di casa la padrona, fu chiamata e interrogata dalla squadriglia di Massa Marittima. Le risposte della donna avvalorarono la presenza dell?uomo. Trattenuta la donna, i militari con passo deciso avanzarono fino all?ingresso dell?abitazione, intimando il fermo là. Il brigante vinto dalle febbri e dalla debolezza depose l?arma e si arrese uscendo a braccia alzate. Egli era armato di un fucile con 24 cartucce e possedeva in tasca 80 lire. L?operazione di arresto fu compiuta dai carabinieri Giuseppe Minghi e Luigi Giannini. Il Sabatelli venne tradotto al carcere di Volterra. Il processo fu celebrato a Grosseto e il brigante fu condannato all?ergastolo. Ma c?è di più, il 9 febbraio 1939 nasce a Scarlino Dario Niccolai. Da bambino era un discolo che ne combinava di cotte e di crude. I vecchi scarlinesi gli affibbiarono l?appellativo di ?Falcino? tanto ancora viva nella loro memoria la vicenda accaduta a Monte di Muro. Dario Niccolai crebbe con quell?appellativo cucitogli addosso fino ad immedesimarsi con il brigante che tanto plasmato aveva la sua vita. A Scarlino volle costruire una bella struttura turistico alberghiera denominata ?Hotel Ristorante Scabris? con vista mozzafiato sul golfo di Follonica. Oggi chi va a pranzare nel bellissimo salone panoramico, può vedere all?interno del salone in bella vista su un quadro appeso alla parete il volto di Dario Niccolai chiamato ?Falcino? con la relativa taglia per la sua cattura a ricordo di una storia dalle tinte fosche che in pochi conoscono. ???? La cattura del Brigante Sabatelli avvenne il 9 settembre 1899, per via di una soffiata arrivata al comandante della stazione carabinieri di Follonica, brigadiere Alberto Sarri, la quale riferiva che il brigante a causa di febbri si trovava nella casa della vedova Bennati archivista storico locale e a Dario Niccolai e ai suoi familiari. Bibliografia: Giorgio Magnani da Storie maremmane n. 4 2008 Periodico ?L?Ombrone? anno 30 Domenica 10 settembre 1899 n° 37 Libro ?I Frati di Monte di Muro? di Fausto Bucci, Bruno Ferrini, Rossano Quiriconi, Edizioni La Poligrafica Follonica I ringraziamenti vanno: all?amico Giancarlo Grassi noto ricercatore e PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 99 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Un libro racconta il ?2020, l?anno più lungo? della CRI Croce Rossa Italiana Fissare nella memoria e su carta stampata l?immane lavoro solidale svolto sul campo a beneficio della collettività in epoca di emergenza pandemica. Questo il leit motiv di ?2020, l?anno più lungo? il libro scritto a più mani dai volontari della Croce Rossa di Grosseto che rappresenta una cronistoria di quanto accaduto negli ultimi due anni P resso la sala conferenze del centro commerciale Aurelia Antica si è svolta a dicembre l?Assemblea dei Soci della Croce Rossa di Grosseto, consueto appuntamento di fine anno per fare il punto sulle attività svolte e momento per scambiarsi gli auguri di Buone Feste. Alla presenza del presidente regionale Cri, dottor Francesco Caponi, il presidente Hubert Corsi ha presentato il libro ?2020, l?anno più lungo? scritto a più mani dai volontari della Croce Rossa di Grosseto che rappresenta una cronistoria di quanto accaduto nel 2020 e di come l?associazione abbia affrontato lo straordinario evento pandemico. Il libro ?2020, l?anno più lungo, piccole luci nella notte del covid? edito da Efffigi, è stato scritto dallo stesso Hubert Corsi e dai volontari del Comitato di Grosseto. È a disposizione ed in distribuzione presso gli uffici amministrativi della Croce Rossa Italiana di Grosseto, in via Mazzini. Durante l?Assemblea stessa, sono state consegnate le croci al merito di anzianità ai volontari che hanno prestato la loro opera nell?Associazione da oltre 15 anni. Un riconoscimento che testimonia l?attaccamento ai valori ed ai principi della grande famiglia di Croce Rossa e soprattutto ricorda, riportando le parole di Henry Dunant, che ?...tutti possono, in un modo o nell?altro, ciascuno nella sua sfera e secondo le sue forze, contribuire in qualche misura a questa buona opera?. I saluti della Cri Regionale Toscana sono stati portati dal dottor Francesco Caponi. Presenti molti rappresentanti del mondo associativo provinciale, comitati locali, giornalisti, la curia vescovile di Grosseto. Ma facciamo un passo indietro e torniamo al libro ?2020, l?anno più lungo?. E lo facciamo utilizzando le parole del presidente provinciale Hubert Corsi pubblicate nella prefazione del volume. «Era l?ultimo giorno di carnevale. 100 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 Monica, come ogni anno, aveva organizzato una piccola festa con le famiglie dei nostri ragazzi speciali che frequentano il corso di ippoterapia. Stefania aveva messo a disposizione un ampio locale nei suoi uffici in via Aurelia Antica. I nostri volontari, specialisti nelle magie del ?truccabimbi?, con pochi segni scacciapensieri, animavano occhi, nasi, guance e sorrisi. Tutto scorreva piacevolmente tra coriandoli, dolcetti, musiche, ritornelli e la gioia di una tradizione che il tempo non aveva scalfito. Nessuno immaginava quello che sarebbe avvenuto di lì a pochi giorni. Si avvicinava una gigantesca minaccia che avrebbe sconvolto il mondo intero. Non era né un grande meteorite, il cui impatto avrebbe distrutto la vita sulla Terra, né la temutissima guerra nucleare, ma qualche cosa di infinitamente piccolo, invisibile a occhio nudo, ma con una spaventosa capacità di replicarsi, diffondersi e uccidere. Era il virus Covid 19, poi trasformato in Sars-Cov-2, da millenni ospitato serenamente nell?organismo dei pipistrelli, che misteriosamente aveva deciso di cambiare cavallo. Gli scienziati lo hanno chiamato salto di specie. Il guaio è che il nuovo cavallo era l?uomo. Le conseguenze sono state catastrofiche e, purtroppo, dimostrano quanto siamo vulnerabili. Di più. Ci rammentano che non siamo padroni della Natura, anzi che per la Natura siamo solo una specie e che il Hubert Corsi carro trionfale dell?Homo Deus, trascinato dagli straordinari progressi scientifici e tecnologici mostra la propria limitatezza addirittura di fronte ad uno solo dei miliardi di virus, per lo più sconosciuti, che popolano il nostro pianeta. Ritenere che siamo davanti a un ?avvertimento? che spinge verso una nuova ecologia ci pare addirittura banale. Non salveremo l?ambiente né le specie a rischio di estinzione se prima non salveremo l?uomo dalla sua superbia. Ai tuttologi che gridano le loro certezze preferiamo gli scienziati che, sommessamente, dichiarano: ?Più studio e più mi accorgo di non sapere?. Comincia in quei giorni di febbraio 2020 ? prosegue Corsi ? quello che abbiamo voluto chiamare ?l?anno più lungo? mutuando un concetto dello storico britannico Eric Hobsbawm che, raccontando il Novecento, lo ha definito ?Il secolo breve?. Pensiamo, infatti, che quando gli storici riterranno di narrare gli avvenimenti del XXI secolo non potranno non individuare uno spartiacque nel 2020, l?anno della pandemia, che uccise milioni di persone in tutto il mondo, rivelò l?inadeguatezza perfino dei sistemi sanitari più avanzati, inginocchiò le economie di molti Stati, cambiò gli stili di vita delle popolazioni, provocò crisi politiche, finanziarie, economiche, conflitti sociali e molto altro. Di questo lungo anno che non accen- na a finire, tanto che, nonostante i vaccini, siamo in drammatica attesa della ?quarta ondata?, i volontari di uno degli oltre settecento Comitati territoriali della Croce Rossa Italiana, quello di Grosseto, hanno voluto lasciare traccia del loro impegno tra le insidie mortali del Covid 19. Una cronaca semplice di piccoli fatti quotidiani, generosità inattese, faticosi soccorsi in emergenza, nuove conoscenze in un mare di solitudini, di bisogni, di sofferenze, di lutti. Tra tante cattive notizie che occupano i titoli e i commenti dei grandi mezzi di comunicazione, questo cammino insieme di tante persone comuni, cuori semplici che hanno vinto la paura per aiutare gli altri, appartiene alla meravigliosa ricchezza dell?umanità del quotidiano. Nulla è più stupefacente della mano sconosciuta e inattesa che ti aiuta a rialzarti, della parola e del sorriso che non ti fa sentire solo. Nulla gratifica di più il volontario di quanto può esprimere lo sguardo d?intesa dell?anziano che non si poteva muovere da casa e a cui ha portato i farmaci o la spesa. Non avendo la pretesa di scrivere un saggio storico ? aggiunge il presidente Corsi ? abbiamo fatto la scelta di utilizzare, per raccontare l?anno più lungo, i post di Facebook che hanno accompagnato i momenti più o meno salienti dell?attività del Comitato. Quando li abbiamo scorsi ci siamo accorti, con sorpre- sa, di quante cose ci eravamo dimenticati di inserire e quante, invece, di quelle inserite, avevamo già dimenticato. Le bombe quotidiane di notizie che ci piovono addosso svuotano automaticamente i cassetti della nostra memoria che viene sostituita da quella dei telefonini e dei computer. Le vicende di questo lungo anno, però, ci sono sembrate troppo importanti per legarne la solidità della memoria ai ritmi che regolano la vita sempre più breve dei nostri telefonini. Per questo abbiamo deciso di affidarle alla carta stampata, custodirla in libreria, trasmetterla ai nostri figli. La fatica più rilevante è stata quella di convincere i volontari a scrivere le loro esperienze. Alcuni lo hanno fatto e li ringraziamo due volte. Per il loro generoso impegno e per le considerazioni che ci hanno regalato insieme alle loro piccole storie, autentiche e fresche testimonianze di vissuta solidarietà. Nell?anno più lungo noi c?eravamo e continuiamo a esserci. Con milioni di altri volontari della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in in tutto il mondo abbiamo tessuto una grande rete di solidarietà. Una grande rete ? conclude il presidente Corsi ? che merita di essere ricordata con le parole che Madre Teresa di Calcutta, ora Santa, pronunciò a Porto Santo Stefano nel maggio del 1989: ?Il frutto dell?amore è la solidarietà, il frutto della solidarietà è la pace?». PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Storia, urbanistica e architettura di Castiglione della Pescaia nel libro di Pettini e Carotenuto Associazione Archeologica Maremmana e Fondazione Polo Universitario Grossetano insieme per presentare il libro dal titolo ?Castiglione della Pescaia. La storia, l?urbanistica e l?architettura di un antico insediamento e del suo territorio?. Il volume è stato curato dall?arch. Pietro Pettini e dal giornalista Luigi Carotenuto L ?Associazione Archeologica Maremmana in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano hanno presentato ad inizio dicembre il volume ?Castiglione della Pescaia. La storia, l?urbanistica e l?architettura di un antico insediamento e del suo territorio?. Nella prima parte del testo, a cura dell?architetto Pietro Pettini, viene rappresentata la storia del territorio dall?epoca etrusca ai nostri giorni, oltre ad un?analisi dettagliata dell?ambiente, del 102 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 paesaggio e delle principali architetture del comune, insieme allo sviluppo urbanistico ed ai piani regolatori e piani strutturali che lo hanno regolamentato dal secondo dopoguerra in poi. Il capitolo curato dal giornalista Luigi Carotenuto illustra memorie, documenti e personaggi di Castiglione della Pescaia dall?istituzione della Repubblica fino al 2000, descrivendo come la società e la politica di quel mezzo secolo abbiano dato un?importante impronta allo sviluppo del paese moderno, dotato di infrastrutture e strumenti urbanistici che lo hanno reso ?la perla del Tirreno?. Il volume, edito da Effigi, è corredato da rare foto, mappe antiche e riporta le tavole grafiche dei principali piani che negli anni sono stati approvati dal Comune di Castiglione della Pescaia. ?L?Associazione Archeologica Maremmana ? ha affermato Giuseppa Maria Scollo Abeti, presidente dell?Associazione Archeologica Maremmana ? riprende dopo oltre un anno le attività di approfondimento e di divulgazione con la presentazione del prestigioso volume di Pietro Pettini, nostro storico socio, e di Luigi Carotenuto; i dati, i documenti e le analisi sono dettagliatissimi e rendono il testo prezioso per tutti coloro che vogliono conoscere Castiglione della Pescaia in tutti i suoi particolari. Siamo orgogliosi della collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano, con cui condividiamo l?impegno di studio e disseminazione culturale sul territorio?. L?evento si è svolto presso l?Aula Magna del Polo Universitario in via Ginori e ha visto la partecipazione di Giuseppa Maria Scollo Abeti, presidente dell?Associazione Archeologica Maremmana, Gabriella Papponi Morelli, presidente della Fondazione Polo Universitario Grossetano, di Elena Nappi, sindaca del Comune di Castiglione della Pescaia, dell?editore Mario Papalini e dell?autore Pietro Pettini. SCOPRI AZIENDE AL TOP | Storie di imprese e di imprenditori di Maremma Calussi Ecologia, un?eccellenza nel panorama imprenditoriale maremmano La sensibilità ecologica può esprimersi e manifestarsi in tanti modi. Fino ad arrivare a diventare il core business di un?attività d?impresa. Ne sanno qualcosa i titolari di Calussi Ecologia, un?eccellenza nel panorama imprenditoriale maremmano che ha fatto della tutela e salvaguardia dell?ambiente la mission aziendale, ormai da oltre quarant?anni DI LINA SENSERINI C i sono 40 anni di storia, di passione, di idee, sensibilità, insieme alla capacità di guardare sempre avanti, nella lunga evoluzione della ditta Calussi Srl, che oggi si occupa della raccolta di sottoprodotti di origine animale, oli e grassi alimentari esausti, commercio di pelli bovine e ovine. Un?eccellenza nel panorama imprenditoriale maremmano. Oggi a capo dell?azienda che ha sede nella zona di Barbaruta, a pochi chilometri da Grosseto, c?è Luana Calussi, 56 anni, figlia del fondatore, il padre Angiolo, arrivato dalla Val di Chiana poco più che bambino. Una storia di successo Fu lui, insieme alla moglie Ivana Giovani, ad avere l?intuizione di utilizzare gli spazi intorno alla casa poderale che l?Ente Maremma gli aveva assegnato, per mettere in piedi una sistema di raccolta di sottoprodotti di origine animale. ?All?inizio ? racconta la figlia Luana ? facevano essenzialmente commercio di pelli ovine e bovine che ritiravano dai tanti mattatoi sparsi per la Maremma. Praticamente uno in ogni paese, per cui era facile trovare materia prima nel raggio di pochi chilometri. Mio padre raccoglieva le pelli degli animali macellati che poi venivano sottoposte a un trattamento in azienda, prima di 104 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 essere inviate alla conciatura vera e propria e alla lavorazione. Allo stesso tempo raccoglievano anche i sottoprodotti delle macellerie, gli scarti di origine animale e delle attività di trasformazione. Poi piano piano si sono evoluti quando ha cominciato a prendere piede la grande distribuzione. Mio padre già conosceva questo lavoro, per essere stato dipendente di un?azienda simile?. La prima svolta arriva nel 2001, quando entrano nell?assetto societario le figlie Luana e Lorella. Mentre Luana di dedica in via prioritaria agli aspetti pratici della conduzione aziendale, la sorella si occupava prevalentemente dell?amministrazione. Negli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate, nei consumi, nei gusti, nella normativa e l?azienda per sopravvivere doveva trasformarsi, a partire dai punti di raccolta fino al mercato, passando da una nuova vision del lavoro in linea con i tempi e, soprattutto, con la normativa. L?azienda oggi Dal 2019, infine, Luana è la titolare dell?azienda, dove al momento lavora come dipendente anche la figlia Alessia. Oggi Calussi Srl ha 6 dipendenti, autisti, magazzinieri e amministrativi, lavora in tutta la Maremma, con clienti anche nell?Alto Lazio, in Val di Cornia, nel senese, collabora con Sei Toscana, il gestore unico del ciclo dei rifiuti nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo. Ha mantenuto la sede a Barbaruta dove ci sono gli uffici, le celle di stoccaggio dei materiali raccolti per un deposito temporaneo, in cui viene fatta prevalentemente la selezione dei prodotti. È dunque una delle due aziende che fanno questo tipo di attività in Maremma e che è riuscita a superare inevitabili momenti di difficoltà differenziando le attività, ma soprattutto guardando avanti e seguendo le logiche del mercato, l?evoluzione della normativa, la nuova sensibilità ecologica dei consumatori, che inevitabilmente si riflette sull?azienda. Il progetto pilota per la raccolta dell?olio domestico E infatti, ecco nel 2007, l?intuizione di raccogliere l?olio domestico, quello che viene usato in cucina, non solo per friggere, ma per cuocere molti alimenti e conservare il cibo. Non solo quello dell?uso familiare, ma anche dei supermercati, i ristoranti e le pizzerie, le friggitorie, le pasticcerie, tutte quelle attività che comportano l?uso di olio. Quello di Calussi Srl è un progetto pilota, spiega Luana, ?che è stato avviato in un primo tempo con un supermercato di Grosseto. Dopo i primi riscontri abbiamo avviato una partnership con Coseca, poi confluito in Sei Toscana. L?olio domestico non era considerato un rifiuto, ma veniva buttato spesso PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 105 SCOPRI ???? L?azienda è specializzata nella raccolta di sottoprodotti di origine animale, oli e grassi alimentari esausti, commercio di pelli bovine e ovine. E da qualche anno anche nella cremazione degli animali d?affezione negli scarichi, producendo nel tempo danni enormi all?ambiente. Noi lo raccogliamo, lo aspiriamo per togliere le impurità, poi viene avviato alla lavorazione industriale per la produzione di biodiesel. Bisogna cambiare abitudini ? aggiunge Calussi ? non buttare l?olio negli scarichi, ma raccoglierlo nelle bottiglie di plastica e portarlo nelle postazioni situate nel territorio di ogni comune. Sono contenitori della capacità di 240 litri, con un foro superiore per lasciare la bottiglia di olio esausto vegetale?. Calussi Srl, peraltro, dal 2013 è l?unica azienda che effettua questo servizio in convenzione con Sei Toscana, partito con il progetto Recoil, nato in collaborazione con Legambiente insieme ad AzzeroCO2, che coinvolgeva il comune di Castell?Azzara e prevedeva la raccolta porta a porta dell?olio esausto. L?olio e i grassi alimentari in genere sono un rifiuto non pericoloso, ma alta- 106 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 mente inquinante. Prima che la normativa intervenisse, ogni giorno quintali di olio e grassi esausti venivano dispersi nelle fognature. L?olio si deposita nel sottosuolo formando un film sottilissimo attorno alle particelle di terra, che impedisce lo scambio di acqua e sostanze nutritive. Se arriva ai pozzi di acqua potabile li rende inutilizzabili e se si deposita su qualsiasi specchio d?acqua superficiale, forma una sottile pellicola impermeabile che impedisce l?ossigenazione. Può inoltre pregiudicare il funzionamento degli impianti di depurazione e solo un corretto e controllato smaltimento dell?olio vegetale usato può garantire la salvaguardia dell?ambiente. ?Le aziende che si occupano del recupero di olio esausto vegetale hanno aderito al Conoe, il Consorzio nazionale oli esausti, che svolge essenzialmente una funzione di controllo sulla raccolta Nella foto la famiglia Calussi in occasione del trentennale e sull?utilizzo del prodotto?, aggiunge Luana, che alla conoscenza della materia, aggiunge la sua profonda sensibilità ecologica. Gli altri servizi Le altre attività dell?azienda sono quelle ?storiche?, per le quali venne fondata da Angiolo Calussi: la raccolta, il trasporto e il deposito degli scarti della lavorazione animale, la raccolta e il commercio di pelli ovine e bovine. Nel primo caso si tratta di ossa e grasso animale, scarti della lavorazione del pesce, scarti di gastronomia, latticini e prodotti alimentari non conformi che derivano sia dal commercio al dettaglio che all?ingrosso, utilizzati per la produzione di alimenti per cani e gatti. Viene fatto anche un servizio di raccolta e smaltimento di animali deceduti negli allevamenti o dai privati. Di recente, in convezione con i comuni, viene fatto anche il recupero di animali deceduti sulla strada. La raccolta di pelli ovine e bovine, invece, avviene principalmente negli stabilimenti di macellazione privati o pubblici. Come avveniva all?inizio dell?attività, vengono passate a un primo trattamento in azienda e subito inviate alle concerie. ?Il settore della pelle ? aggiunge Luana ?ha avuto un periodo di crisi con il Covid, per la chiusura delle frontiere e il blocco conseguente dell?esportazione. È un mercato piccolissimo ma pesa. Abbiamo avuto un momento di difficoltà anche con lo stop alle attività di ristorazione, ma essendo comunque legati al settore alimentare in generale non ci siamo mai fermati. Per questo, ribadisco, è importante differenziare le attività e non concentrarsi sulla monocoltura. Certamente è molto più complicato, basti pensare alla normativa, diversa per ogni tipo di prodotto, ma è l?unico modo per superare momenti di crisi e andare avanti?. In evidenza E c?è infine un nuovo servizio nato da un?idea di Luana e della figlia Alessia. Ovvero la cremazione degli animali d?affezione: gatti, cani e altri piccoli animali che popolano le nostre case e rendono più belle le nostre vite. Chi abita in campagna o ha a disposizione un terreno può seppellirli, ma chi vive in un appartamento in città, la morte di un animale domestico oltre al dolore comporta anche il problema della destinazione delle spoglie. ?Come anticipato, ci occupiamo anche dello smaltimento delle carcasse di animali da allevamento, che vengono stoccate nelle celle frigo ? spiega Luana Calussi ? poi destinate a grossi impianti di incenerimento nel nord Ita- lia. Ma quando si parla di spoglie di animali da compagnia, il discorso cambia. Sono due percorsi diversi, tant?è che il processo si chiama cremazione. Il nostro compito è prelevare le spoglie, sia dal privato che negli ambulatori veterinari, portarle a cremare in un impianto fuori Grosseto. A richiesta del cliente, restituiamo le ceneri dato che la cremazione può essere fatta singolarmente o collettiva, con costi diversi. Abbiamo iniziato questa attività da diversi anni e ora se ne occupa mia figlia Alessia. So cosa vuol dire perdere un animale al quale si è affezionati. È successo a me con il mio cane, che ho fatto cremare. Ho pensato che fosse un servizio da offrire anche nella nostra azienda. Per ora non è molto conosciuto, non c?è la cultura, ma è un settore molto importante e un segnale di civiltà. Nella nostra sede abbiamo anche realizzato un punto di accoglienza per le persone che vogliono cremare i loro animali, ma vogliono prima capire, confrontarsi, conoscerci e capire come lavoriamo. Lo facciamo ? conclude Luana Calussi ? con grande coscienza e sensibilità, nel rispetto dell?amore che abbiamo per i nostri compagni di viaggio a quattro zampe?. Contatti Calussi si trova in loc. Barbaruta 591 Tel. e fax: 0564 401086 - 339 2471467 Mail: info@calussiecologia.com Web: www.calussiecologia.com Servizio cremazione animali: tel. 339 2471467 - 388 8220731, mail: info@calussicremazioneanimali.com, web www.calussicremazioneanimali.com PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 107 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Il Montecucco tra ?I migliori vini da bere nel 2022? secondo Forbes La DOP amiatina nella classifica mondiale stilata dalla nota rivista statunitense che attraverso il giornalista esperto Adam Morganstern, ha chiesto a rinomati sommelier e wine writer degli Stati Uniti di ?dimenticarsi delle tendenze e delle previsioni e di raccontare invece cosa loro stessi vorranno bere nel 2022?. Ebbene in ambito enoico, è emerso il desiderio di scoprire aree meno conosciute e blasonate di regioni comunque popolari, come appunto il Montecucco in Toscana I l nuovo anno è iniziato col botto per i vini del Montecucco, annoverati tra le bottiglie internazionali da non perdere nel 2022 dalla celebre rivista statunitense Forbes. La piccola DOP toscana si fa largo quindi nel grande panorama vitivinicolo mondiale, diventando protagonista e prima rappresentante italiana ? non solo regionale ? dei migliori assaggi da fare nei prossimi dodici mesi (e oltre). Il giornalista esperto Adam Morganstern conduce il lettore in un bellissimo viaggio tra i vigneti di tutto il mondo, in compagnia di rinomati sommelier e 108 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 wine writer degli Stati Uniti, a cui viene chiesto di ?dimenticarsi delle tendenze e delle previsioni e di raccontare invece cosa loro stessi vorranno bere nel 2022?. Dopo due anni che hanno letteralmente messo sottosopra la società e interi settori, i progetti e le certezze dei singoli, sembra che le persone abbiamo maturato un forte desiderio di novità e che, restando in ambito enoico, ricerchino aree meno conosciute e blasonate di regioni comunque popolari, ?come appunto il Montecucco in Toscana o ancora l?Aube in Champagne?. ?Nel 2022 dirò ?che sia mio un Mon- tecucco!?. Parlo del Sangiovese del Montecucco. Questa piccola regione immersa nella Maremma, tra il Brunello di Montalcino e il Morellino di Scansano, produce una gamma di vini a base di Sangiovese che racchiudono tutta quella frutta rossa fresca e la struttura che amiamo, ma che, allo stesso tempo, non pesano particolarmente sul nostro portafogli. La Toscana è già affermata, ma è bene trovare un?opzione ?fuori dai radar? che offra un terroir diverso per l?amato Sangiovese, prodotto da piccole cantine a conduzione familiare?, così il giornalista e wine GUSTA expert Clive Pursehouse, autore presso Peloton Magazine, racconta la sua esperienza a Forbes. L?articolo integrale può essere letto sul sito www.forbes.com Il Montecucco è un areale con un potenziale ancora tutto da scoprire. Il Sangiovese qui prodotto ? ?l?altro Sangiovese?, come viene spesso definito ? è un vascello che, navigando ad est sull?Orcia e ad ovest sull?Ombrone, porta con sé tratti unici del suo territorio di origine: vulcanico e indomito, proprio come la natura ancora selvaggia che lo circonda e che caratterizza il paesaggio dell?Amiata (antico vulcano spento), ma allo stesso tempo seducente e ammaliante, dalla freschezza tipica della viticoltura d?altura che si intreccia con la lontana ventilazione marina e mediterranea. ?Questa ? dice il presidente del Consorzio di Tutela Giovan Battista Basile ? è la vera carta vincente del Montecucco: il fatto che esista un?espressione del territorio che si riflette completamente nel vino e che diventa autenticità stessa del Sangiovese. Siamo di fronte a un territorio integro: non si parla solo di vigneti, ma anche di originalità del territorio, di rispetto della biodiversità e di pratiche agronomiche in armonia con l?ambiente?. Intanto, si è svolta a febbraio, finalmente in presenza, la dodicesima edizione di BuyWine Toscana e nell?occasione i vini del Montecucco hanno incontrato i numerosi importatori provenienti da tutto il mondo e sempre più attenti alla DO amiatina, il cui export già nel primo mese del 2022 ha dato segnali molto incoraggianti. La più grande iniziativa commerciale per il settore vitivinicolo toscano è andata in scena anche quest?anno presso la Fortezza da Basso di Firenze. L?offerta enologica a denominazione della Regione è tornata dunque protagonista di una due-giorni intensa di incontri, confronti ed assaggi tra produttori e i buyer internazionali. Dieci aziende del Montecucco sono state a disposizione degli ospiti sia per presentare le nuove annate sia per guidarli alla scoperta del loro meraviglioso territorio, che dimora sotto la protezione del Monte Amiata. Indo: www.consorziomontecucco.it 110 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 WINE & FOOD NEWS AL TUSCANY FOOD AWARDS VINCE LA MAREMMA Sul podio più alto della categoria salumi sale il Salumificio Artigianale Silvano Mori È stato il salumificio Artigianale Silvano Mori di Torniella-Roccastrada-ad aggiudicarsi il premio più ambito nella categoria ?Salumi? in occasione della quinta edizione del Tuscany Food Awards, l?Oscar dedicato ai produttori di eccellenze agroalimentari toscane. A decretare la vittoria dell?azienda maremmana una giuria selezionata tra esponenti del mondo dell?alimentazione, della vendita al dettaglio, ristorazione e del giornalismo. ?Per noi si è trattato di una doppia vittoria ? ha commentato il titolare del salumificio Silvano Mori ? perché era la prima volta che partecipavamo a questo evento che rappresenta uno dei più importanti progetti di promozione delle eccellenze agroalimentari toscane e perché a competere c?erano tante altre aziende del settore. Purtroppo anche quest?anno la manifestazione non si è svolta in presenza e questo ci ha privati della possibilità di prendere parte ai tradizionali appuntamenti del Tuscany Food Awards, ma questo nulla toglie al valore del nostro premio. Sentiamo che questo riconoscimento ci ricompensa degli sforzi e dell?impegno che abbiamo sempre messo nel nostro lavoro. Un impegno ? continua ? fatto di passione ma anche di tradizione e di rispetto del nostro territorio e della nostra Storia. Oggi ci sentiamo in qualche modo portabandiera della Maremma e di quella cultura che gli artigiani dell?agroalimentare hanno saputo tutelare. Essere annoverati tra le eccellenze toscane è un sprono non solo per la nostra attività, che fonda le sue radici negli anni ?60 ? conclude Silvano Mori ? ma per tutto il nostro territorio e per quel Made in Tuscany che continua a rappresentare una garanzia a livello internazionale?. ?Non possiamo che essere orgogliosi ? interviene Mauro Ciani segretario di Confartigianato Imprese ? che a una nostra azienda associata sia stato conferito lo scettro più ambito nella categoria salumi in occasione del Tuscany Food Awards. Salire sul gradino più alto è stato un segnale importantissimo. Un premio che ci piace pensare appartenga alla dedizione con la quale il Salumificio Artigianale Silvano Mori produce le sue eccellenze ma anche al fatto che è figlio della Maremma, terra unica nel suo genere dove lavorare nel rispetto della tradizione, della qualità e della sostenibilità sono elementi caratterizzanti. Le nostre congratulazioni dunque a Silvano che con questo riconoscimento tiene alto il nome del nostro territorio e rappresenta anche una chiaro punto di riferimento per il nostro agroalimentare?. ANCORA DUE SUCCESSI PER L?AZIENDA TOC FARM Celeste e Dior sono le mucche più belle d?Europa nelle rispettive categorie Celeste e Dior sono le mucche più belle d?Europa. Per l?azienda Toc Farm di Filippo, Ilaria e Attilio Tocchi proseguono i successi internazionali dei loro capi. Sul finire dello scorso anno, infatti, alla Fiera Internazionale del bovino da latte di Cremona l?azienda maremmana ha fatto incetta di premi, grazie alla eccellenza raggiunta nella selezione genetica dei propri capi. Nell?Open show cremonese, al quale hanno partecipato anche altri paesi europei come Spagna e Portogallo, l?azienda Tocchi ha ottenuto risultati eccezionali. Infatti, alla vittoria nella categoria manze da 21 a 24 mesi con Toc Farm Crushabull Celeste e nella categoria 3 anni Senior con Toc Farm Doorman Dior, si sono aggiunti altri riconoscimenti prestigiosi. Quest?ultima, non solo ha vinto la propria categoria, ma è stata proclamata dal giudice unico, il canadese Cal- Il vino preferito dai Millennial in USA è griffato Fattoria La Maliosa Fattoria La Maliosa vince due medaglie di bronzo alla Millennial Wine Beer & Spirits Competion, con Saturnia Bianco Toscana IGT 2019 e La Maliosa Rosso Toscana IGT 2018. E lum McKinven, Campionessa assoluta delle vacche giovani e nominata con Menzione d?Onore della manifestazione, risultato quest?ultimo rarissimo per una vacca giovane. ?Siamo molto soddisfatti per questi successi ? commenta Attilio Tocchi, imprenditore e presidente di Confagricoltura Grosseto ? che sono la testimonianza del nostro lavoro. Quanto raggiunto è un risultato eccezionale tenuto conto che entrambi i soggetti sono le bisnipoti, le nipoti, le figlie o le sorelle di altre vincitrici di titoli?. La capostipite è la famosissima Miss Mondo delle mucche, ossia Amyly, pluricampionessa e campionessa iridata nel 2007 e bandiera della Toc Farm. Celeste, che tra l?altro ha già visto vincere negli anni passati e sullo stesso ring sua mamma e due sue sorelle elevando questo risultato a Guinness dei primati, ha come bisnonna Amyly. La meravigliosa Dior, che in queste ore sta trovando ammiratori ovunque, ha invece come bisnonna la sorella di Amyly. Si tratta quindi di una dinastia di vacche che oltre ai continui successi alle più importanti manifestazioni zootecniche Europe continua a sfornare soggetti ai vertici delle classifiche genomiche e fornisce tori che vengono utilizzati per la fecondazione in tutto il mondo, e alcune loro figlie primeggiare alle manifestazioni più importanti del Nord America quali Madison in Winsconsin e la Royal a Toronto. Un altro grande successo per l?azienda Toc Farm, una eccellenza maremmana che si conferma ai vertici nazionali, europei e mondiali. ducare i millennial alla cono­ scenza del vino, facendoli entra­ re dalla porta principale nel mondo degli adulti, consentendo loro di apprezzare caratteristiche organo­ lettiche e approfondendo le conoscen­ ze necessarie per bere bene, che si tratti di un vino, di una birra o di un superalcolico. Nasce con questo obiettivo la mani­ festazione internazionale Millennial Wine Beer & Spirits Competion, che si svolge negli Stati Uniti. I premi sono sta­ ti assegnati sul finire dello scorso anno. Un grande successo per la produzio­ ne vinicola di Fattoria La Maliosa, che ha visto ben due vini tra i preferiti dai Millennials. Si tratta dell?orange wine La Maliosa Saturnia Bianco Toscana IGT 2019 e di La Maliosa Rosso IGT 2018. Entrambi i vini si sono aggiudica­ ti la medaglia di bronzo, conquistando i palati dei giovani estimatori, dopo una degustazione ?alla cieca?. I vini di Fattoria La Maliosa sono vini naturali, prodotti in Maremma, secon­ do il #MetodoCorino TM, che realizza un insieme di processi agronomici innovativi per la produzione dell?uva e del vino. Fattoria La Maliosa è un?azienda agricola che si estende su circa 170 ettari in Maremma toscana collinare a pochi chilometri dai Borghi storici di Montemerano, Pitigliano e Saturnia con le sue rinomate terme. Fondata da Antonella Manuli ha una produzione artigianale di vini naturali, olio di oliva extravergine bio e miele. L?azienda si basa, grazie alle competenze e all?im­ pegno della sua fondatrice, su un pro­ getto importante di sostenibilità e di protezione del territorio, di scelte di qualità, di bellezza e salubrità ambien­ tale. Questo percorso ha portato La Maliosa a ottenere la certificazione biologica fin dal 2010. La viticoltura applica i principi del Metodo Corino TM, che realizza un insieme di processi agronomici innovativi per la produzio­ ne di uva da tavola e di vino. Il metodo privilegia la vitalità dei suoli, l?origina­ lità dei prodotti, la salubrità dell?am­ biente, dei produttori e dei consuma­ tori. Fattoria La Maliosa ha sviluppato un progetto di accoglienza e ospitalità all?aria aperta, o?rendo diverse espe­ rienze di enoturismo e oleoturismo, alla scoperta del territorio maremma­ no. Visite in vigna e negli uliveti, degu­ stazioni, esperienze di yoga, biking e trekking. Fiore all?occhiello la possibili­ tà di vivere un?esperienza in vigna, al tramonto e sotto le stelle nelle Star­ sBOX© con vista a 360° sulla Marem­ ma collinare e il mare dell?Argentario. Info: www.fattorialamaliosa.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Numeri in continua crescita per la Cantina cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano Approvato a fine gennaio l?ultimo bilancio della cantina cooperativa maremmana che continua la sua crescita malgrado gli ostacoli causati dall?emergenza pandemica. Il periodo è complicato e pieno di incertezze, ma ciononostante i risultati hanno superato le aspettative, segnando un incremento del 5% del fatturato che supera i 13 milioni e 700 mila euro 112 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 Nelle foto alcuni momenti dell?assemblea dei soci; in basso Benedetto Grechi premia Alice Materazzi e Sergio Santini Risultati super! È una Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano in grande salute quella che si è presentata all?appuntamento con l?assemblea ordinaria dei soci chiamata ad approvare a fine gennaio il bilancio chiuso al 31 agosto 2021. Un bilancio che, pur riferendosi ad un periodo di grande incertezza legato alla pandemia, ha portato a risultati che hanno superato le aspettative, grazie a una crescita del 5% del fatturato della Cantina che supera i 13 milioni e 700 mila euro. ?Questo risultato ? afferma il presidente della cantina, Benedetto Grechi ? è stato possibile innanzitutto grazie all?ottimo lavoro fatto con il canale della grande distribuzione organizzata che ha segnato un +8%. Il canale della ristorazione è stato, come ci si aspettava, più penalizzato dalla situazione pandemica soprattutto nella ristorazione ma la diminuzione complessiva del canale HORECA è stata solo del 7% grazie al fatto che parte delle vendite di questo canale sono state dirottate sulle enoteche dove invece è sempre stato possibile l?asporto (+22%). Anche per l?export la diminuzione è stata contenuta grazie al fatto di aver lavorato su più mercati. È cresciuto al contrario l?e-commerce, seguendo un trend esteso a livello nazionale e non solo in questo periodo, con un incremento del fatturato del +34% dopo i risultati positivi già visti nel 2020. ?È anche in quest?ottica che la Cantina ? sottolinea Grechi ? ha pensato, d?accordo con le altre cantine della rete The Wine Net, di unire le forze e raggruppare la propria offerta di prodotti online in un nuovo sito, unico per tutte le cantine della rete, facendo leva anche sul fatto che la maggior parte dei consumatori si rivolge a siti specializzati anziché direttamente ai produttori, probabilmente per una più ampia scelta di vini?. Sono cresciute anche le vendite nel wine shop, un risultato reso possibile dall?impegno nel promuovere le visite in cantina e le degustazioni malgrado il contesto pandemico, permettendo alla Cantina di chiudere l?esercizio con un +13,5% di fatturato, superando anche i dati di prima della pandemia. ?Siamo inoltre orgogliosi ? continua Benedetto Grechi ? che il prezzo medio del vino imbottigliato sia aumentato del 4,4%. Questo dimostra come il lavoro fatto dalla cantina per valorizzare la qualità dei vini e in particolare il Morellino di Scansano Docg stia portando i risultati che ci aspettavamo?. L?assemblea L?assemblea si è svolta nella sede di Scansano, nel rispetto delle normative Covid vigenti. ?Proprio a causa delle normative vigenti non ci è stato possibile invitare come siamo soliti fare le istituzioni e le associazioni di categoria, ma contiamo di farlo alla prossima assemblea, per condividere con loro i risultati del lavoro costante dei nostri soci e di tutto il personale della Cantina?. Nella stessa occasione sono stati premiati due soci: Alice Materazzi, per il suo impegno nel consiglio di amministrazione, e Sergio Santini, con un premio istituito quest?anno per premiare il PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA ???? Intanto i vini della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano continuano a ricevere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale socio cooperatore dell?anno. Fioccano i riconoscimenti internazionali Per finire, i vini della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano continuano a ricevere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. A livello internazionale sono state vinte ben 9 medaglie d?oro: una per Roggiano Bio 2019, 2 per Roggiano Riserva 2017, 1 per Vigna Benefizio 2019 oltre a 3 medaglie d?oro per Sicomoro 2017 e una per il Poco per Pochi 2015. Da evidenziare anche la medaglia d?oro presa dal nuovo vino Le Vie del Mare Rosso. A livello nazionale, va menzionato, tra gli altri riconoscimenti, l?Oscar regionale nella guida Berebene 2022 ricevuto dal Morellino di Scansano Tasting Docg Roggiano 2020. Infine la rivista tedesca Weinwirtschaft ha classificato la Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano al 13° posto della classifica delle migliori cooperative italiane. Enoturismo Per chi volesse vedere più da vicino questa bella realtà enologica maremmana e degustarne i prodotti il suggerimento è quello di prenotare una visita guidata. La cantina si trova nel cuore della Maremma grossetana, tra Grosseto e Saturnia, a pochi metri dal centro storico di Scansano. Dopo i lavori di rinnovamento della cantina, terminati nel 2018, la Cantina è diventata un punto di riferimento nella zona, accogliendo appassionati, turisti e wine lover che desiderano entrare nel mondo del Morellino di Scansano e degli altri vini tipici della zona. Durante il tour viene raccontata la storia della Cantina e della Maremma, come viene prodotto il Morellino di Scansano dal momento in cui le uve vengono raccolte dai vigneti dei soci, situati sulle colline che circondano Scansano e Magliano in Toscana, passando per la vinificazione e la maturazione. La visita in cantina attraversa tutti i luoghi di produzione e la suggestiva bottaia e culmina con la degustazione dei vini. Info: Tel. +39 0564 507288 | Email info@cantinadelmorellino.it | Facebook vignaiolimorellinodiscansano | Instagram vignaiolimorellinodiscansano La Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano L a cantina cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansa­ no è stata fondata nel 1972, gra­ zie al desiderio di alcuni produttori di Scansano di produrre insieme il vino. Da allora il gruppo è cresciuto molto scegliendo col tempo di puntare sem­ pre più sulla qualità. Questo ha reso necessario fare ingenti investimenti e grandi sforzi in vigna. Non tutti hanno scelto di rimanere, ma quelli che l?han­ no fatto erano particolarmente moti­ vati. Alcuni decenni più tardi, i sacrifici di quei soci sono ripagati. A guidare la 114 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 cantina col ruolo di presidente, da oltre trent?anni c?è Benedetto Grechi. Questa continuità ha permesso di lavorare con coerenza durante questo tempo. Benedetto è affiancato dai due vicepresidenti, Paolo Gobbi e Riccardo Fusini. Il direttore della cantina è inve­ ce Sergio Bucci. Sotto la sua direzione la Cantina sta rafforzando sempre più la sua presenza non solo nel canale GDO ma anche nel canale della risto­ razione e delle enoteche, e all?estero. ?Oggi la nostra cantina ? sottolinea­ no Benedetto Grechi e Sergio Bucci ? è composta da circa 170 membri per un totale di vigneti che si aggira attor? no ai 700 ettari. Tutti i soci seguono, durante l?anno, un regolamento atten? to volto a raggiungere la vendemmia con uve di qualità ottimale per garan? tire ai nostri consumatori un ottimo rapporto qualità prezzo. Negli ultimi anni, oltre alle certifica? zioni di qualità di cui già godevano i nostri vini, abbiamo iniziato a impe? gnarci anche nel senso della sostenibi? lità ambientale, cercando di minimiz? zare l?impatto della nostra produzione, a favore del territorio e anche dei con? sumatori che berranno i nostri vini?. PRIMO PIANO ? GUSTA ? GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica e non solo Il primo miele (bio) delle api di Monteverro, cantina gioiello di Capalbio Con l?arrivo del mese di dicembre scorso l?azienda Monteverro è riuscita a presentare la prima produzione di miele dai propri vigneti. Un millefiori, risultato del lavoro incessante di migliaia di api che la tenuta ha accolto la primavera scorsa nel solco della sua grande attenzione all?ambiente e alla biodiversità M onteverro non è semplicemente una Tenuta, è un mondo intero fatto di vigne e di vino e soprattutto di amore e rispetto per la terra, per i suoi modi e i suoi tempi. Un filosofia ? di vita e di lavoro ? che fin dalle sue origini è nel Dna della cantina, in questo territorio verace, che si allunga tra le colline capalbiesi, con uno sguardo rivolto al mare e uno alla piccola Atene. Tra queste suggestioni ricche di storia e di tradizioni, l?attenzione all?ambiente e alla biodiversità si traduce in un approccio olistico, fatto di piccole grandi scelte. Come quella di ospitare 10 arnie, inaugurate ufficialmente agli inizi di aprile 2021. ?Da tempo Monteverro ? sottolinea il team di lavoro ? si impegna per una agricoltura al servizio dell?ambiente. Un vigneto ? per quanto coltivato in 116 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 maniera virtuosa ? è pur sempre una monocoltura. La cantina sin dalle origini ha capito l?importanza dell?utilizzo del sovescio e della presenza di altre piante e alberi all?interno delle vigne per garantire la biodiversità. È stato poi un passaggio naturale, accogliere gli alveari di una apicultrice biologica della zona, un elemento di biodiversità in più, in una collaborazione proficua per tutti?. Le api hanno dunque trovato casa vicino a una vigna biologica, alla macchia mediterranea con la sua varietà e a una fonte d?acqua. Le api sono delle sentinelle, sensibili ai cambiamenti climatici e riflettono lo status di un luogo. Monteverro con l?arrivo del mese di dicembre scorso è riuscita a presentare la prima produzione di miele dai propri vigneti. ?Un millefiori ? spiegano all?u- nisono enologo e agronomo della Cantina Matthieu Taunay e Simone Salamone ? che porta in sé tutta la flora presente nel nostro vigneto e le specie spontanee della macchia. Tra collina e mare, tra vigna e macchia mediterranea, le nostre api ci regalano questo miele unico, immagine senza filtro del territorio, la Maremma autentica?. Il miele di Monteverro ? realizzato con la collaborazione dell'azienda biologica Sotto al Poggio ? rappresenta dal punto di vista ideale l?incontro di un territorio e del volo di migliaia di api, messaggere di vita, in viaggio continuo attraverso la macchia mediterranea e il mare, inebriati dai profumi e dai colori di questa natura verace ed autentica, restituendo nel prodotto stesso i sentori e un?immagine unica di questo lembo di Maremma. Il Miele di Millefiori Monteverro è stato raccolto nella Primavera - Estate 2021, dal nettare di colture del sovescio come il trifoglio, fiori primaverili come la senape e la marruca, arbusti ed alberi mediterranei quali l?eucalipto e l?olivo e ?racconta ? conclude il team Monteverro ? profumi e storie di un territorio che vogliamo sostenere e valorizzare?. L?azienda Monteverro nasce agli inizi degli anni 2000 da un?idea visionaria del proprietario Georg Weber, alla ricerca del luogo ideale dove dar vita al suo progetto di produrre vini di eccellenza. La scelta è pressoché già scritta: un amore incondizionato lega Georg alla Toscana, ma la vera intuizione è aver eletto a sua nuova dimora un territorio un po? al di fuori dei circuiti vinicoli tradizionali. Una terra autentica e naturale, ricca di tradizioni e genuinità. Un grande lavoro in vigna e scelte attente in cantina si ripetono da 13 vendemmie per dare vita alle 6 eccellenze di Monteverro: il capofila taglio bordolese Monteverro, il fratello minore Terra di Monteverro, uno Chardonnay in purezza e un intrigante Syrah Grenache chiamato Tinata e due vini di base, Vermentino e Verruzzo. Miele Millefiori biologico È tra i filari del vigneto rivolto al mare che le 220 000 api bottinatrici di Monteverro partono giornalmente alla ricerca di nutrimento. ?Oltre alle specie tipiche del nostro sovescio biologico che son state ritrovate nello spettro pollinico del nostro miele ? trifoglio alessandrino principalmente ma anche senape, fava, trifoglio bianco e incarnato ? si trovano anche pollini di flora tipica della macchia mediterranea come marruca, rovo e biancospino e olivo e quercia?. Gli 11 alveari permettono di raccogliere circa 3 q di miele particolarmente ricco in nutrienti, disopercolato manualmente e smielato a freddo. I vasetti sono confezionati singolarmente a mano. Note di degustazione. Il miele millefiori Monteverro è un miele di colore chiaro ma intenso, con sentori olfattivi di tipo vegetale e fruttato. Al palato, il suo aroma fruttato e caldo ottenuto da fioriture spontanee miste lo rende perfetto come dolcificante naturale, per la prima colazione, in accompagnamento a formaggi; i più creativi troveranno sempre nuovi abbinamenti anche in cucina. Info: www.monteverro.com PRIMO PIANO ? GUSTA ? 117 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare Il Peposo dei Fornacini, piatto della tradizione fiorentina Sono pochi i piatti tradizionali, con una lunga storia, che possono vantare un?origine precisa, quantomeno geograficamente, ed il peposo è uno di questi. Il paese natale di questa specie di stracotto è Impruneta, in provincia di Firenze, famoso soprattutto per i manufatti in terracotta. DI ANDREA RICCHIUTI* E d è proprio nelle fornaci dove venivano cotti mattoni, tegole, vasellame, orci e conche che il ?peposo? vide la luce, davanti all?ingresso dei forni, nelle faticose e interminabili giornate di lavoro degli operai addetti alla cottura delle terracotte. La carne veniva cotta in recipienti di cotto, molto lentamente, davanti alla bocca delle fornaci; così facendo la carne 118 ? Maremma Magazine ? Marzo 2022 risultava quasi sfatta e poteva essere consumata con del pane abbrustolito, confortando gli operai nel corpo e nello spirito. La preparazione, così eseguita, invogliava anche a bere del vino, soprattutto rosso. Gli ingredienti che componevano (e compongono ancora) la preparazione erano pochi, di basso costo ma nutrien- ti: un pezzo di muscolo o guancia, del buon vino rosso un tempo rigorosamente Chianti, anche perché il più disponibile e diffuso nella zona), aglio e abbondante pepe nero in grani. La carne doveva essere ricavata da una parte anatomica piuttosto dura, in modo tale che con la cottura prolungata diventasse tenerissima; il vino, come il pepe, doveva coprire eventuali odori sgradevoli dovuti ad una cattiva conservazione; il pepe venne sicuramente introdotto dopo il Quattrocento, prima era una spezia di costo proibitivo destinata solo alle cucine di corte. Sarà proprio la presenza preponderante della spezia a battezzare il piatto ?peposo?, cioè ricco di pepe. Non era previsto l?utilizzo di nessun grasso, né olio né strutto (neanche burro), in quanto questo era già contenuto nella carne, seppur in piccola quantità. Tantomeno non era impiegato il pomodoro, diffusosi nella cucina dell?Italia centrale solamente nel corso dell?Ottocento; così come non vi erano ?odori?, quali sedano, carota e cipolla, altrimenti si sarebbe trattato di un comunissimo spezzatino e non avrebbe avuto tutta questa eco. Anche se poco diffuso, oggi, nella cucina familiare lo si può però ritrovare in alcuni ristoranti che ripropongono piatti della cucina storica toscana. Come tutti i piatti anche questo ha una parte leggendaria, che può però essere verosimile: c?è infatti chi individua la nascita del peposo durante il periodo di costruzione della cupola del Duomo di Firenze, quando i fornacini dell?Impruneta cuocevano ininterrottamente, giorno e notte, mattino per l?edificio. Proprio per questo legame con il Duomo, molti denominano questa preparazione ?peposo del Brunelleschi?, con molta fantasia. Sicuramente, come precedentemente detto, la codifica ufficiale del peposo è Quattrocentesca, legata alla larga diffusione delle spezie, anche se non tutte, presso i ceti popolari. Nota: è vero che la cottura prolungata del pepe, specie se macinato, dona alle preparazioni una nota amara, ma è altrettanto vero che questa ricetta fa parte del patrimonio regionale e come tale ci è stata consegnata. Inoltre quel gusto leggermente amaricante è la caratteristica del piatto e che, un tempo, aggiustava eventuali difetti della carne. PEPOSO Ingredienti per 4 persone 800 g di muscolo di vitellone 6 spicchi d?aglio 2 cucchiai di pepe nero in grani 750 ml di Chianti (o altro vino rosso) sale q.b. fette di pane abbrustolito per servire Preparazione Tagliare la carne a cubetti della stessa dimensione, metterli in una ciotola con il vino, il pepe e l?aglio. Coprire lasciar marinare almeno 12 ore. Mettere il tutto in una casseruola, meglio se in ghisa o coccio, e cuocere in forno a 160° per circa tre ore, salare a metà cottura. Volendo la cottura può essere fatta anche sul fornello. A fine cottura la carne dovrà risultare quasi sfatta, così da poterla adagiare sul pane. Se non si gradiscono i grani di pepe nel piatto, prima di metterli nella marinata, chiuderli in una garza o mussola così da poterli agevolmente rimuovere a fine cottura. *Insegnante di cucina AICI Associazione Insegnanti di Cucina Italiana Per info sui corsi: tel. 338 8228420, mail: andrearicchiuti13@gmail.com LE NEWS LE NEWS LA DITTA GROSSETANA ANTONIO LAURIA IMPEGNATA NEL RESTAURO DELL?ANTICA PIEVE DI CORSIGNANO A PIENZA La Pieve si trova nelle campagne della Val d?Orcia, in un contesto ambientale di assoluto pregio, dove è stata girata la famosa scena dei Campi Elisi del film ?Il gladiatore? con Russell Crowe La ditta grossetana Antonio Lauria, specializzata in restauro conservativo e punto di riferimento nel panorama nazionale per il recupero di beni immobili di interesse storico, ha vinto un importante appalto per il restauro architettonico e il consolidamento strutturale dell?antica Pieve di Corsignano, a Pienza. La Pieve, la cui edificazione risale all?alto Medioevo, è uno degli splendidi gioielli della Val d?Orcia e si affaccia su una suggestiva vallata, in un contesto ambientale di assoluto pregio, dove è stata girata anche la famosa scena dei Campi Elisi del film ?Il gladiatore?, con Russell Crowe. ?L?intervento di restauro sarà condotto nel pieno rispetto dell?edificio e della sua storia ? sottolinea Antonio Lauria, titolare della ditta specializzata, che esegue i 120 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 Pieve di Corsignano, Pienza lavori ? utilizzeremo nuove tecnologie ad alta prestazione per il miglioramento strutturale, preservando le peculiarità architettoniche di questo straordinario edificio di arte romanica. Scendendo nel dettaglio il consolidamento dei paramenti murari sarà effettuato realizzando una sottofondazione con micropali, che richiede un attento e meticoloso lavoro preliminare di smontaggio, numerazione, catalo- gazione e successiva ricostruzione delle porzioni di muratura asportate, pietra dopo pietra. Gli interventi di miglioramento sismico interesseranno i paramenti murari, il colonnato delle navate e richiederanno un rinforzo delle superfici voltate, migliorando i collegamenti mediante l?inserimento di tiranti e creando nuove connessioni sui cordoli di sommità?. I lavori proseguiranno fino alla fine del 2022 e richiederanno un investimento di 500mila euro, come previsto dal quadro economico. Di seguito il gruppo dei professionisti coinvolti: il tecnico R.U.P è l?architetto Mariella Sancarlo; il direttore dei Lavori è l?architetto Federico Salvini. L?ingegner Maurizio Goracci è il progettista strutturale e il direttore operativo delle opere strutturali. Il coordinatore della sicurezza per la progettazione (CSP) e il coordinatore per la sicurezza esecutiva (CSE) è l?architetto Federica Barbucci. La ditta Antonio Lauria ha esperienza in lavori di recupero e restauro di edifici storici in Toscana e in tutta Italia. Si è occupata degli interventi su Palazzo Campetelli a San Gimignano, del recupero del Palazzo della Regione Friuli a Trieste e dell?Archivio Notarile di Stato a Firenze, della sistemazione della Torre medievale Falconiera a Mantova e del faro della Rocchetta di Piombino. NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA Ha eseguito lavori nella sede della Normale di Pisa, si è occupata del restauro conservativo dell?eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia e della Torre di Calafuria a Livorno e dei lavori al Museo di Santa Maria della Scala. ACCADEMICI IN VISITA AL POLO ALDI DI SATURNIA Testimoni d?eccezione per la mostra ?Maremma. Paesaggi 1870 ? 2020? in corso a Saturnia, presso il Polo Culturale ?Pietro Aldi?, prestigiosa struttura di proprietà di Banca Tema, gestita da Tema Vita, mutua della Banca. A visitare l?esposizione, che si è chiu- sa il 9 gennaio scorso, una delegazione di docenti dell?Accademia delle Arti del Disegno di Firenze che patrocina l?iniziativa e che vi contribuisce con lavori di artisti viventi che ne sono membri. La delegazione era guidata dalla Presidente Cristina Acidini e composta, tra gli altri, dal Presidente Emerito Luigi Zangheri, dal Presidente della Classe di Pittura, Andrea Granchi, dal Presidente della Classe degli Storici dell?arte Enrica Neri e dalla vicepresidente Francesca Petrucci. A guidare gli ospiti nella visita, il presidente di Tema Vita Massimo Barbini e il direttore del Polo, Marco Firmati. La rassegna, allestita negli spazi ben organizzati del museo, è stata molto apprezzata dalla delegazione. Dall?incontro è scaturita la volontà di dar vita, in prospettiva, a nuove collaborazioni scientifiche. Addio ad Andrea Cuccia, il signore della Ferriera Farmacista, volontario, appassionato cultore del suo territorio Andrea Cuccia se n?è andato ad inizio anno lasciando nella sua comunità un grande vuoto. A lui si deve il recupero della Ferriera di Torniella, fatta rinascere dalle ceneri della storia A ndrea Cuccia, storico farmacista di Roccastrada, si è spento il 3 gennaio presso la sua abitazione circondato dall?affetto della sua famiglia. Era arrivato in Maremma nel 1972 e piano, piano si era fatto conoscere per la sua affabilità sia nell?ambito professionale che in quello dell?associazionismo. È stato stimato presidente sia dell?Associazione Titolari Farmacisti della Provincia di Grosseto, che a livello regionale. Si è distinto anche nei Lion?s con varie cariche fino al Governatorato. A livello locale è stato l?anima e prezioso collaboratore, nelle varie amministrazioni che si sono succedute, dei Gemellaggi del Comune di Roccastrada, portando avanti i valori dell?amicizia soprattutto in ambito Europeo. Ma la vera perla del Dr Cuccia è stata sicuramente la Ferriera di Torniella, che ha letteralmente fatto rinascere dalle ceneri della storia. Uno dei luoghi più belli del borgo metallifero rivive grazie a lui e al suo amore per la cultura. Con il raggiungimento della pensione, lasciata la farmacia alle sue figlie, si era dedicato appassionatamente, come in tutto ciò che faceva, alla scrittura pubblicando libri sulla ?sua? Ferriera e approfondendo il mondo della Massoneria. Così lo ha ricordato l?amico Jacques l?Hote (Presidente del comitato dei gemellaggi di Artannes sur Indre) apprendendo della sua scomparsa: ?Triste notizia, Andrea è sinonimo di amicizia, condivisione, delicatezza, umanesimo e tutta la cultura italiana. Ha dato molto per i valori del gemellaggio e per l?Europa dei popoli. Pensiamo molto alla sua famiglia, e tutti i suoi amici che oggi hanno Andrea nel cuore!? Nella foto Andrea Cuccia LE NEWS ? 121 LE NEWS Mansi è il nuovo presidente dell?Associazione ?Scriabin? Cambio al vertice dell?Associazione musicale ?Scriabin? di Grosseto, sodalizio fondato da Antonio Di Cristofano che organizza i premi internazionali per giovani pianisti e direttori d?orchestra. L?ingegner Luigi Mansi è il nuovo presidente L ?associazione musicale ?Scriabin? di Grosseto ha un nuovo presidente: è l?ingegnere Luigi Mansi, presidente dell?azienda chimica Nuova Solmine, già al fianco del sodalizio come sostenitore e sponsor. A dare l?annuncio del cambio ai vertici è il fondatore Antonio Di Cristofano. L?associazione ?Scriabin? organizza il Premio internazionale dedicato ai giovani pianisti (anche in categoria Junior), che nel 2022 raggiungerà la XXIV edizione, e il Premio inter- Luigi Mansi nazionale per direttori d?orchestra, che ha debuttato con grande successo nel 2021. Manifestazioni con centinaia di iscritti da tutto il mondo, capaci di proiettare Grosseto ? e la Maremma ? alla ribalta internazionale. «Luigi Mansi ? dichiara Antonio Di Cristofano ? è davvero la persona giusta per la presidenza dell?associazione. Da sempre ci è vicino, sostiene le nostre iniziative ed è sinceramente appassionato e interessato a ciò che facciamo. Sono sicuro che potrà portare un importante contributo con la sua esperienza e le sue competenze, per far crescere ancora di più l?associazione Scriabin. In questi anni sia122 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 mo stati capaci di conquistare un ruolo di primo piano a livello internazionale, portando a Grosseto centinaia di giovanissimi musicisti da tutto il mondo, a vantaggio dell?immagine del nostro territorio. Da parte mia, resto a disposizione». Il cambio della guardia è deciso. «Sono onorato ? dichiara Luigi Mansi ? di poter collaborare a un progetto di tale caratura internazionale. È il consolidamento di un?amicizia e di una collaborazione ormai pluriennale, concretizzata finora dalla sponsorizzazione del premio da parte di una società del gruppo Solmar. E adesso la presidenza, un incarico per il quale ho offerto la mia disponibilità: sono ben lieto di collaborare, anche considerando la candidatura di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024, perché ritengo che il Premio Scriabin sia un contributo importante a qualificare il programma culturale generale della città e dell?intero territorio». Il nuovo presidente ha già lo sguardo proiettato al futuro. «Da sempre con Di Cristofano ? aggiunge Mansi ? auspichiamo che un premio con una tale caratura internazionale possa avere la rilevanza e la visibilità che merita: non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra il pubblico. Ecco, lavoreremo insieme per capire come dare ancor più lustro al Premio Scriabin, sia nelle categorie dei pianisti che in quella per i direttori d?orchestra. E non solo: mi auguro che il concorso, anche nella sezione Junior, possa essere un?occasione da non perdere per coltivare il talento dei giovani maremmani appassionati di musica e di pianoforte, affinché siano stimolati a perfezionare le loro conoscenze fino a mettersi in competizione con i talenti di tutto il mondo che il Premio Scriabin porta a Grosseto». SI ALLARGA L?OFFERTA DEL POLO UNIVERSITARIO GROSSETANO ?Ci rivolgiamo oggi ai più giovani che stanno studiando o scegliendo il proprio percorso di studi. Per accompagnarvi nel vostro percorso, l?Amministrazione comunale sta lavorando, fianco a fianco del Polo universitario grossetano per potervi offrire tutti gli strumenti utili per il vostro futuro, ma anche per quello della città, per fare di Grosseto un punto di riferimento nazionale per gli studi accademici?. Così il sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore con delega all?Università, Luca Agresti presentano l?ampliamento dell?offerta formativa universitaria nel capoluogo maremmano. ?Una grande novità che vi vogliamo annunciare con orgoglio ? aggiungono ? è quella di una new entry tra i nove corsi di laurea già presenti: l?offerta formativa grossetana si arricchirà infatti della laurea magistrale in Scienze delle Amministrazioni con due curricula, uno in Tributi, diritto ed economia e l?altro in Comunicazione, marketing territoriale e turismo. Ai corsi di laurea si aggiunge inoltre il corso Its p.r.i.m.o nell?ambito dell?alta sartoria promosso dal Polo universitario grossetano, in collaborazione con la fondazione MITA di Firenze che punta a formare modellisti di alto livello. Si tratta di un percorso formativo da cui usciranno bravissimi prototipisti da impiegare nelle aziende e nei laboratori artigianati, che fanno del made in Italy una risorsa unica, soprattutto a livello internazionale?. Il corso ha già attirato 14 ragazzi provenienti da tutta Italia e proprio per sostenere questi giovani che hanno scelto Grosseto come sede di studio, il Comune ha previsto un contributo di circa 35mila euro da concedere alla Fondazione Polo universitario grossetano, per istituire forme di agevolazione su contratti di locazione, affitto o comodato regolarmente registrati nella nostra città. Parlando della formazione di figure professionali complete e pronte ad entrare nel mondo del lavoro il Polo universitario grossetano ha all?attivo progetti importanti sia a livello europeo, tramite la partecipazione ai programmi Erasmus+ e Erasmus+ smartly, che puntano a far sviluppare competenze utili nell?ambito delle nuove tecnologie come, ad esempio, lo sfruttamento della tecnologia di realtà aumentata, ma anche per lo sviluppo di green e digital jobs con progetti che puntano all?inserimento diretto nel mondo del lavoro. L?università sta inoltre sviluppando il centro delle scienze e della tecnica, un laboratorio multidisciplinare legato alle scienze naturali, biologia e biotecnologia per la promozione scientifica, ponendosi come punto di riferimento di carattere regionale e nazionale nel campo della didattica innovativa anche per quanto riguarda l?economica circolare e la salvaguardia della biodiversità del nostro ecosistema. I percorsi offerti dall?università non andranno solo a favore degli studenti ma anche alle imprese del territorio. ?Imprenditoria ed occupabilità. Metodi di supporto ed orientamento? è infatti il progetto che vuole formare figure professionali in grado di interfacciarsi con il tessuto imprenditoriale locale, mettendo in comunicazione domanda e offerta di lavoro locale. ?Come Amministrazione ? puntualizzano Vivarelli Colonna e Agresti ? riteniamo questo progetto di importanza strategica per lo sviluppo del territorio, per cui siamo pronti a sostenere la candidatura del progetto presentato dal Polo universitario grossetano al bando ordinario 2022 nel settore dell?educazione, istruzione e formazione, promosso dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Ma non basta creare tutte queste opportunità per i più giovani, bisogna anche dare loro un ambiente di studio moderno e funzionale. Per questo motivo il Comune di Grosseto ha predisposto dei progetti di riqualificazione delle strutture e degli spazi universitari, inserendoli come una delle priorità assolute nella progettualità Pnrr da presentare ai bandi statali. Insomma, per il futuro dei nostri ragazzi, l?Amministrazione comunale, anche grazie all?impegno del segretario generale Luca Canessa, ha le idee ben chiare e vuole potenziare al massimo il ruolo del Polo universitario sul territorio, promuovendone al massimo la sua capacità di attrarre studenti da tutta Italia, diventando così un volano economico imprescindibile per la creazione di nuova occupazione locale, ma anche per formare personalità di successo in modo da esportare il nome di Grosseto in tutta la nazione?. I ?MURALI? DI MONTE LEONI HANNO RAGGIUNTO SAN FRANCISCO Il 7 gennaio scorso a San Francisco si è tenuto il consueto convegno annuale dell?Archaeological Institute of America (AIA) che nella 4a sessione ha ospitato un contributo dal titolo ?Monte Leone in Maremma:The enigma of ?murali?, an archaeological challenge still open in european prehistory?. Causa pandemia quest?anno il convegno si è svolto soltanto online e perciò è stato preparato un video commentato con le voci di Debora Moretti, archeologa di Marina di Grosseto che lavora nell?Yorkshire in Inghilterra, e di Gary Enea, etruscologo italo-americano facente parte del gruppo di ricerca su Monte Leoni. Il testo è stato preparato da Paolo Nannini, funzionario della Soprintendenza e coordinatore del progetto, mentre per le foto e i video hanno contribuito: Fabrizio Pompily, Paolo Nannini e Carlo Cavanna, quest?ultimo autore del montaggio audio-video definitivo. La partecipazione a questo prestigioso convegno è stata motivata anche dal fatto che l?Archaeological Institute of America nel suo primo meeting, tenutosi a Boston nel maggio del 1880, riportò un corposo articolo sul nostro Monte Leone (cosi si chiamava allora) ad opera del giornalista americano, reporter di ?The Times?,William J. Stillman: personaggio molto attivo come divulgatore e fotografo nei campi dell?archeologia classica e preistorica del Mediterraneo. Stillman venne a quel tempo invitato e ospitato dal Marchese Bardo Corsi-Salviati, proprietario di Monte Leone, per esplorare le misteriose muraglie che cingevano le pendici della montagna. L?articolo dello Stillman (arricchito anche da una mappa) descriveva la probabile esistenza di una grande città preistorica fortificata, della quale si erano perse completamente le tracce, fondata a seguito di uno sbarco di colonizzatori provenienti dall?oriente (forse gli Umbri) e insediatesi sul Monte Leoni, che allora poteva presentarsi come un promontorio affacciato sul mare. Ipotesi suggestiva ma tutta da verificare! Con le ricerche intraprese negli ultimi anni, svolte grazie ai volontari della Società Naturalistica Speleologica Maremmana, dell?Associazione Archeologica Odysseus e dell?Associazione Progetto Heba, con il coordinamento della Soprintendenza, a distanza di 140 anni, è stato possibile avere un quadro più chiaro di queste strutture anche se la loro datazione ed interpretazione rimane dubbia. Dal 2018, anno di inizio del ?Progetto Monte Leoni?, molti hanno partecipato attivamente alle dure escursioni nella macchia. Fra i più assidui vanno menzionati: Paolo Nannini, Carlo Cavanna, Marco Mori, Claudio Calastri, Cristiano Manni, Andrea Marcocci, Umberto Carini, Gildo Lombardi, Fabrizio Pompily, Igino Castelli, Luca Cioni, Gilberto Benedetti e Gary Enea. Un?accurata mappatura dei cosidetti LE NEWS ? 123 LE NEWS ?Murali? (ad oggi sono state mappati oltre 22 chilometri di queste muraglie megalitiche, di dimensioni che raggiungono i 3 metri di larghezza e forse altrettanti in altezza, che non trovano paragoni di certo in tutta Europa!) e la scoperta di alcune probabili necropoli preistoriche del tutto inedite, fanno parte dei motivi che hanno indotto i promotori del ?Progetto Monte Leoni? a partecipare al meeting annuale dell?Archaeological Institute of America che si tiene a San Francisco dal 5 all?8 gennaio.. Ora l?auspicio sarà quello di poter proseguire le ricerche anche con il coinvolgimento dei Comuni compresi nel territorio di studio che sono: Campagnatico, Roccastrada, Grosseto e Civitella Paganico. Principale obiettivo del progetto sarà quello di poter dare una collocazione cronologica a queste enigmatiche strutture da poterle così inserire a pieno titolo nel patrimonio storico-culturale della nostra Maremma, al fine poi di renderle fruibili a chi vorrà visitarle. TORNA IL PREMIO LETTERARIO ?CIPRESSINO D?ORO? La rassegna del Kiwanis club di Follonica si trasforma: non solo poesia ma anche narrativa Il premio letterario ?Cipressino d?Oro? del Kiwanis club di Follonica è arrivato alla nona edizione e per festeggiare il traguardo amplia i suoi orizzonti. Da quest?anno oltre alle poesie, gli autori potranno inviare anche testi di narrativa: una possibilità in più per tutti gli amanti della scrittura che vogliono riflettere sui temi proposti dal club follonichese. Si rafforza la collaborazione tra il Kiwanis e l?artista Gian Paolo Bonesini, autore dei premi per la poesia e per la narrativa. La finalità della rassegna è quella di diffondere gli ideali kiwaniani rivolti ai bambini e agli adolescenti di ogni parte del mondo. Per la poesia il tema scelto è: ?La pandemia ha trasformato il rapporto sociale e con la didattica?, riflessioni e pensieri, in chiave poetica, sull?esperienza maturata in questo particolare periodo storico di crisi pandemica, con particolare riferimento alla dad (didattica a distanza) che ha consentito agli studenti di non interrompere le attività scolastiche. La sezione narrativa invece ha come filo conduttore: ?L?adescamento virtuale. Un fenomeno sociale da contrastare con forza e determinazione?. Una circostanza che avviene purtroppo spesso, quando Internet si trasforma in uno strumento per attività illecite, con persone in incognito, generalmente adulti o comunque di età maggiore rispetto alla vittima, che attirano l?attenzione e la fiducia dei minori con promesse ma anche con minacce. Ogni autore potrà inviare solo un?opera inedita per sezione. Da quest?anno il concorso inoltre ha aperto le porte anche agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. La giuria che valuterà gli elaborati è Nella foto, Loriano Lotti con i tre membri della giuria: Patrice Avella, Daniela Cecchini, Gordiano Lupi 124 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 composta dalla giornalista e critica letteraria Daniela Cecchini, da anni madrina d?onore dell?evento, dallo scrittore Patrice Avella e dallo scrittore e editore Gordiano Lupi. Il responsabile del premio ?Cipressino d?Oro? è il kiwaniano Loriano Lotti, figura di riferimento della manifestazione culturale follonichese. La partecipazione al concorso è gratuita: il termine della presentazione degli elaborati è martedì 15 marzo 2022. Per avere maggiori informazioni o ricevere il bando è possibile inviare una mail a: follonica@kiwanis.it. A disposizione dei partecipanti ci sono anche due numeri di telefono 347 6754324 (Loriano Lotti) e 338 6980671 (vice responsabile del premio, Marco Bruni). La cerimonia di premiazione è in programma sabato 21 maggio 2022 a Follonica. Come per ogni edizione verrà pubblicata un?antologia delle poesie e dei racconti presentati in concorso, a cura della casa editrice ?Il Foglio letterario? di Piombino: l?intero ricavato della vendita del libro sarà utilizzata per i services del Kiwanis a sostegno dei bambini e degli adolescenti bisognosi. L?ASSOCIAZIONE TARTUFAI DELLA MAREMMA OSPITATA NELLE PINETE CASTIGLIONESI L?amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia si è dichiarata disponibile a collaborare con l?Associazione tartufai della Maremma grossetana, che potrà utilizzare le pinete all?ingresso sud del paese, tra il mare e la strada provinciale n. 158 delle Collacchie e quella in località la Vela per la realizzazione di due progetti. Il primo riguarda l?azione di salvaguardia dell?ambiente dell?area, mentre il secondo prevede l?esecuzione di zone tartufigene mediante l?incremento di piante micorizzate, illustrati a metà dicembre, all?interno del Museo Casa Rossa Ximenes. «Abbiamo accolto con favore ? spiegano la sindaca Elena Nappi e Federico Mazzarello, vicesindaco che segue anche le politiche agricole ? i due progetti presentati dall?associazione per la nostra zona pinetata dove sorgeranno tartufaie coltivate mediante la piantumazione di piante micorizzate con tartufo bianchetto o nero estivo o scorzone, in base al risultato delle analisi del terreno». «L?associazione ? precisano Nappi e Mazzarello ? disporrà dell?utilizzo delle due tartufaie, ma effettuerà a sue spese la tabellazione delle zone e garantirà la pulizia ordinaria del territorio interessato, oltre alla salvaguardia ed allo sviluppo del patrimonio tartufigeno». «Il consiglio direttivo dell?associazione Tartufai della Maremma grossetana ? ricordano sindaca e vice ? avrà il compito di organizzare corsi di formazione, seminari divulgativi, conferenze per cercatori di tartufo e persone interessate, ma ciò che questa amministrazione sta portando avanti all?interno di spazi comunali, che essendo tali, sono aperti a tutti coloro che ne fanno richiesta, è la realizzazione di progetti utili alla cittadinanza sotto vari aspetti che possono spaziare dall?associativo, al sociale, allo sportivo e culturale». «Ringraziamo l?amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia ? rilevano Luca Giustarini, Pietro Guarguaglini e Paolo Cicerchia, rispettivamente presidente, vice e consigliere dell?associazione ? per aver condiviso il nostro progetto di tutela, valorizzazione ed incremento del patrimonio tartufigeno della provincia di Grosseto. Nella pineta all?ingresso sud di Castiglione, dove si trova già allo stato naturale il tartufo marzuolo o bianchetto, sarà realizzata una tartufaia controllata ed effettuati interventi per incrementare la produzione e tutelare il patrimonio ambientale. In località La Vela invece sarà impiantata una tartufaia coltivata mediante la messa a dimora di piante quali pini, lecci e roverelle micorizzate, che con le dovute lavorazioni e cure colturali, porteranno a una produzione futura di tartufo». «I cambiamenti climatici, le stagioni siccitose e un utilizzo sconsiderato dell?ambiente ? spiegano i responsabili dell?Associazione tartufai della Maremma grossetana ? stanno limitando la produzione naturale di tartufo, pertanto è nostro interesse quello di tutelare il patrimonio tartufigeno, regolamentare la ricerca e aumentare la produzione realizzando dei veri e propri impianti boschivi». «La salvaguardia del nostro patrimonio naturalistico ? concludono Nappi e Mazzarello ? è da sempre uno degli obiettivi primari dell?amministrazione e ?Oro e veleno? iniziativa in ricordo di Claudio Amerighi Il 4 febbraio a Grosseto nella Chiesa dei Bigi si è svolto, a 15 anni dalla scomparsa, un aperitivo letterario in memoria di Claudio Amerighi, ?pittore e personaggio vivace e creativo ha condizionato le mode, i costumi, le abitudini cittadine e i pruriti di provincia?. A 15 anni dalla scomparsa, nella Chiesa dei Bigi il 4 febbraio scorso è stato ricordato Claudio Amerighi con la presentazione del libro ?Oro e veleno? di Mario Filabozzi, nuovo appuntamento della rassegna ?Aperitivi letterari al museo? organizzata dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura in collaborazione con l?associazione Letteratura e dintorni: ospite, intervistato dalla giornalista Francesca Ciardiello, l?autore del libro, pubblicato nel 2006 da Innocenti Editore. «Claudio Amerighi, pittore e personaggio vivace e creativo ? dice il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa ? ha condizionato le mode, i costumi, le abitudini cittadine e i pruriti di provincia, attraverso relazioni e amicizie con personaggi di primo piano nel mondo dell?arte, dello spettacolo, della cultura. Tutto questo e altro ?affrescano? le pagine del libro biografico ?Oro e veleno?». Particolarmente stretto il suo legame con le Clarisse: alla fine degli anni ?60 aprì il suo atelier proprio nell?attico dell?edificio, dove viveva. «Qui si faceva arte, qui sono nate le mode ? dichiarava Amerighi ? ed è stato vissuto il Sessantotto. I primi capelloni e i primi figli dei fiori grossetani hanno visto la luce in casa mia». E nel 1968, a 22 anni, organizzò mostre d?arte, feste in maschera e sedute spiritiche nel vecchio convento di clausura. Un ?personaggio? (come lui stesso si definiva) eccentrico e scandaloso, che nell?ambiente grossetano ? piccolo, chiuso e conformista ? segnò un?epoca con la sua esibita e straripante omosessualità. Nato a Grosseto nel 1946, Claudio Amerighi si è scoperto artista sin dalla tenera età. Già nei primi anni ?60 il mondo della pittura grossetana si è accorto di lui, dei suoi tratti inconfondibili, dei soggetti pescati di volta in volta dagli angoli più reconditi della sua anima. Ma la definitiva esplosione è avvenuta quando, accanto all?artista, ha iniziato a mostrare il ?personaggio? Amerighi: anima eclettica, scomoda, trasparente e abbagliante al tempo stesso. I suoi vestiti e i suoi modi sgargianti e provocatori, le sue feste sempre velate di colori e di presunta ambiguità, l?hanno reso un personaggio amato e criticato, ma sempre e comunque in primo piano. LE NEWS ? 125 LE NEWS Monte Argentario, l?area ex Aeronautica passa al Comune L?ex 64° deposito territoriale Aeronautica Militare di Porto Santo Stefano è passato dal Ministero della Difesa al Comune di Monte Argentario. Firmato a Firenze l?addendum al Protocollo d?intesa tra le parti che ne accelera il passaggio alla comunità locale È stato firmato nelle scorse settimane a Firenze, presso la sede della Direzione Regionale Toscana e Umbria dell?Agenzia del Demanio, la sottoscrizione dell?Addendum al Protocollo d?intesa del 24 novembre 2016 per la razionalizzazione e la valorizzazione dell?immobile militare denominato ?Ex 64° Deposito Territoriale Aeronautica Militare di Porto Santo Stefano? nel territorio comunale di Monte Argentario. aree militari non più utili ai fini istituzionali della Difesa, reso possibile grazie alla sinergia ed al clima di massima collaborazione instaurata tra le Parti interessate?. Ancora una volta, quindi la Difesa, guidata dal Ministro Lorenzo Guerini, si è resa promotrice di un?iniziativa per trasformare un vecchio sito dell?Aeronautica Militare in un?opportunità per il territorio, creando i presupposti per migliorarne l?assetto attraverso la nuova desti- Porto Santo Stefano Con la firma le parti hanno dato nuovo impulso alle attività correlate al protocollo del 2016 passando la piena disponibilità del bene demaniale al Comune di Monte Argentario che potrà soddisfare le esigenze della comunità locale, lasciando una piccola parte in uso alla Difesa. ?In tale quadro, fermo restando che l?Aeronautica Militare ha già messo in totale sicurezza il sito da cedere ? fanno sapere dal Comune di Monte Argentario ?, la Difesa ha comunque assicurato la piena disponibilità a farsi carico dell?eventuale attività di bonifica e dei relativi oneri finanziari, qualora venisse accertata la presenza di sostanze inquinanti riconducibili alla pregressa attività militare svolta all?interno dell?area. Tale risultato rappresenta un ulteriore esempio virtuoso di razionalizzazione e valorizzazione delle 126 ? Maremma Magazine ?Marzo 2022 nazione funzionale delle aree rilasciate e fornendo, pertanto, la possibilità all?Amministrazione civica retta dal Sindaco Francesco Borghini di sviluppare nuovi percorsi di valorizzazione in termini sociali ed economici. Ciò è stato reso possibile anche attraverso la piena e fattiva collaborazione da parte della Agenzia del demanio diretta dalla dottoressa Alessandra Dal Verme. L?Addendum è stato sottoscritto, per il ministero della Difesa, dal direttore della Task Force per la valorizzazione immobili, l?energia e l?ambiente, Generale di Brigata Michele Caccamo, per la Direzione Regionale Toscana e Umbria dell?Agenzia del Demanio, dal direttore, Ing. Stefano Lombardi, e per il Comune di Monte Argentario, dal sindaco, Francesco Borghini. sostenendo l?operato delle associazioni che lavorano in questa direzione cerchiamo di incentivare tutti quei comportamenti di difesa del bene pubblico». CITTÀ VISIBILE, SCALDA I MOTORI L?EDIZIONE 2022 L?edizione 2022 di Città visibile ? la manifestazione d?arte e animazione culturale urbana promossa dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura e co-organizzata dal Comune di Grosseto e dall?Istituzione Le Mura ? è in programma dal 16 al 25 settembre e comprenderà anche quest?anno La notte visibile della cultura, sabato 24 settembre. I laboratori di preparazione alla Città visibile/Notte visibile 2022 ? considerando anche la candidatura di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024 ? saranno dedicati al tema ?Oltre il brand?: il proposito è quello di rappresentare un?identità originale per il territorio, che possa affiancare il mito antico della Maremma amara e quello moderno di una terra verde e ospitale. I laboratori (gratuiti per i fruitori) saranno tre, avranno sede al Polo culturale Le Clarisse tra marzo e maggio e serviranno a fornire gli strumenti tecnici, linguistici o logistici necessari a produrre una propria opera artistica da presentare poi nella mostra ?Oltre il brand? che sarà allestita in Clarisse o un altro lavoro (ad esempio una performance, un reading, una proiezione) da realizzare nella stessa mostra ?Oltre il brand? oppure durante la Notte visibile della cultura 2022. I progetti per i laboratori ? oggetto di selezione del bando ? dovranno essere presentati da ?conduttori?, cioè da esperti, artisti o professionisti che assumeranno il ruolo di formatori, consulenti e mediatori. I laboratori saranno attivati soltanto con un numero minimo di dieci iscrizioni. Ogni conduttore ? per il quale è previsto un compenso di 1.200 euro lordi ? potrà presentare un solo progetto e, se verrà selezionato, sarà responsabile della raccolta delle iscrizioni al proprio laboratorio, che verrà attivato con un numero minimo di 10 iscrizioni e dovrà avere una durata complessiva di 10 ore, con 10 incon- tri da un?ora o 5 incontri da due ore. I progetti dovranno essere definiti nell?ambito di sei tipologie di laboratori: arti visive (disegno, pittura, illustrazione, arte digitale); scrittura creativa e readings; fotografia; animazione e video; teatro e arti performative; culture di strada (street art e street dance). I laboratori saranno riservati a under 35, mentre i conduttori ? senza limiti di età ? dovranno aver maturato esperienza professionale nel settore disciplinare di riferimento. FONDAZIONE GROSSETO CULTURA, IL COMUNE NOMINA PRESIDENTE E CDA Con un proprio decreto, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha indicato i tre membri di nomina comunale del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Grosseto Cultura. Alla presidenza è stato confermato l?Arch. Giovanni Tombari mentre i nuovi ingressi, in qualità di consiglieri, sono la Prof.ssa Amelia Gaviano e il Dott. Angelo Mecacci. ?In questi giorni abbiamo riflettuto molto ? commenta il sindaco Vivarelli Colonna ? su come proseguire e potenziare il nostro impegno, in sinergia con gli altri soggetti che ne fanno parte, all?interno della Fondazione Grosseto Cultura. Un?analisi che ha avuto come punto di partenza la conferma di Giovanni Tombari. È stato anche grazie all?azione del Presidente Tombari, infatti, che in questi anni la Fondazione è cresciuta notevolmente, interpretando il fondamentale ruolo di impulso e guida nella valorizzazione del profondo patrimonio culturale del nostro territorio. La vitalità, le proposte, le iniziative ispirate ai valori della collaborazione e dell?apertura al confronto con tutti: sono stati questi i principali canali operativi che hanno caratterizzato l?attività della Fondazione Grosseto Cultura, chiamata oggi a confermare e rilanciare la propria azione. L?obiettivo è dunque quello di continuare su questo percorso ? prosegue il sindaco di Grosseto ? e affrontare un futuro che si presenta ricco di nuove sfide. Nel ringraziare i consiglieri uscenti per il grande lavoro fatto in questi anni, vorrei inoltre dare un caloroso benvenuto e augurare buon lavoro da parte di tutta l?amministrazione comunale alla Prof.ssa Gaviano e al Dott. Mecacci, che porteran- no all?interno del Consiglio d?Amministrazione la loro indiscussa professionalità e sensibilità culturale?. SAVOIA CAVALLERIA, DONAZIONE IN FAVORE DELL?OSPEDALE MISERICORDIA DI GROSSETO Iniziativa benefica per i bambini della Pediatria e Neonatologia dell?ospedale di Grosseto. Nei giorni scorsi il reggimento ?Savoia Cavalleria? (3°) ha consegnato nelle mani della Dottoressa Susanna Falorni, direttore della Pediatria e Neonatologia dell?ospedale Misericordia di Grosseto, il ricavato dell?iniziativa benefica realizzata per l?acquisto di particolari sedute necessarie a migliorare l?ospitalità dei familiari durante l?assistenza ai bambini degenti. Guidati dalle parole del trisecolare motto: ?Savoye Bonnes Nouvelles?, le cravatte rosse di ogni ordine e grado hanno voluto rendere un sincero contributo al prossimo, in questo Natale ancora sotto il segno della pandemia, prendendosi cura dei bambini e delle loro famiglie. Accolta con slancio ed entusiasmo da molti simpatizzanti del ?Savoia Cavalleria?, l?attività benefica ha raggiunto la cifra di 3450 euro, grazie alle varie attività in cui si è sviluppata, tra le quali un torneo di tennis, ospitato a titolo gratuito nei campi dell?associazione tennis ?Manetti?, con la partecipazione di generosi appassionati di sport e una ?partita del cuore? giocata da due entusiaste compagini composte da personale della Guardia di Finanza e del Reggimento. A corollario degli eventi sportivi, è stata organizzata una lotteria natalizia i cui premi sono stati gentilmente forniti dalla ditta ?Alba Tartufi?. ?Un grazie sincero al reggimento Savoia Cavalleria per l'importante donazione alla Pediatria? ? afferma la dottoressa Susanna Falorni, direttore della Pediatria e Neonatologia del Misericordia ? ?Insieme a quelle già presenti, le poltrone letto che ci vengono regalate contribuiscono a rendere ancora più confortevoli le stanze di degenza del reparto ma soprattutto consentono ai genitori dei piccoli ricoverati che necessitano di assistenza continua, per esempio a seguito di un intervento, di poter stare vicino al proprio bambino anche la notte concedendosi qualche ora di riposo in comode poltrone letto. Una donazione di grande utilità a dimostrazione del forte senso di altruismo e generosità che caratterizza il reggimento impegnato ogni giorno nel garantire la sicurezza della popolazione. Un gesto che acquista un valore ancora maggiore in prossimità delle festività del Natale, pensando che alcuni bambini, dovendo continuare a curarsi, trascorreranno le festività in ospedale?. Il 105° Comandante di ?Savoia Cavalleria?, Colonnello Domenico Leotta, ha espresso un saluto agli intervenuti ed un ringraziamento particolare alle varie realtà locali che hanno permesso lo svolgimento dell?intera manifestazione raggiungendo brillantemente il nobile scopo solidale prefissato. Nella foto la consegna del ricavato LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE David Berti, Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Michele Guerrini, Sara Landi, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Andrea Ricchiuti, Elisabetta Russo, Giada Rustici, Lina Senserini, Dianora Tinti, Antonella Vitullo CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. MODALITÀ DI PAGAMENTO: Gli importi indicati potranno essere versati: ? tramite bonifico sull?IBAN: IT 36 Y 08851 143020 00000212815 intestato a CS Edizioni srl; ? mediante bollettino postale sul conto corrente n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante carta di credito. SUGGERIMENTI Le informazioni inserite in questo numero sono state raccolte in anticipo rispetto alla programmazione definitiva degli eventi. Suggeriamo pertanto ai lettori di verificare sempre, telefonicamente, se non siano intervenuti cambiamenti nelle date, negli orari. La redazione di Maremma Magazine non assume alcuna responsabilità per quanto riguarda l?effettiva attuazione delle iniziative elencate nelle pagine precedenti, né per eventuali cambiamenti di programma. PER CONTATTI Gli enti, le associazioni, le pro loco, i privati che volessero inviarci i calendari delle varie manifestazioni possono farlo: ? per fax al numero 0564 1979133; ? per posta ordinaria all?indirizzo Maremma Magazine c/o CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? per e-mail sulla casella: redazione@maremma-magazine.it oppure maremma.magazine@virgilio.it N.B. I programmi degli eventi devono tassativamente pervenire in redazione entro il 20 del mese precedente a quello nel quale andranno a svolgersi. Eventuali collaborazioni sono libere e gratuite. © 2022 COPYRIGHT CS EDIZIONI SRL Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l?autorizzazione scritta dell?Editore. Questo periodico è associato all?USPI Unione Stampa Periodica Italiana e all?A.N.E.S. Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata