MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XIX ? NUMERO 8 ? OTTOBRE 2021 ? ? 3,50 Inoltre... Ancora tragedie sull?Aurelia, la Maremma merita la parola fine sul ?teatrino? della Tirrenica In bici da Grosseto al Parco della Maremma Turismo in Maremma, un?altra estate da incorniciare. Nonostante tutto Campagnatico e il suo ?superbo? signore Omberto Aldobrandeschi Ambra Sabatini, orgoglio di Maremma ?Maremma?, in mostra i colori della nostra terra. A Saturnia sul tetto del mondo a Tokyo LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI ?AMABILE?, IL ROMANZO DI SARA CASIRAGHI AMBIENTATO IN MAREMMA Buongiorno, mi chiamo Sara Casiraghi, ho 32 anni e sono di Merate. Sono una professoressa di Lettere e presiedo l?associazione Lei a p.s. (@lei_a.p.s Instagram e Facebook) che valorizza e cura su più aspetti la donna e il suo ?stare? ed ?essere? in questa società. Nasciamo sul territorio lecchese, ma siamo più largamente attive, in quanto una nostra socia fondatrice è di Rignano sull?Arno e abbiamo socie del grossetano. Vi scrivo in particolare per segnalare alla vostra redazione cultura il mio romanzo ?Amabile?, anch?esso con al centro la storia di due donne chiamate dalla vita a tirar fuori la parte più vera e nascosta di sé. Il libro, ambientato per la maggior parte nel cuore della Maremma di cui sono originaria (a BoccheggianoMontieri in particolar modo), racconta il percorso di formazione e di resilienza di una giovane donna di nome Gemma e affronta e approfondisce, un ampio ventaglio di emozioni, tra cui il dolore per la perdita e la sua accettazione, l?amore, la dipendenza affettiva, la violenza psicologica e fisica, la libertà di autodeterminarsi e il senso di rinascita. Sperando di fare cosa gradita e incuriosirvi, mi permetto di inviare alcuni contenuti, tra cui la presentazione Lei a.p.s., la scheda bibliografica di ?Amabile?, la sinossi ed una mia presentazione. Ringraziando per l?attenzione, resto a completa disposizione. Cordialmente, Sara Casiraghi Gent.ma Sara Casiraghi, qui pubblichiamo integralmente la mail che ci ha inviato. A pag. 98 si parla più approfonditamente del suo romanzo ?Amabile?. Un cordiale saluto La redazione UN LIBRO SULLA PIA TRA STORIA E LEGGENDA Gentile redazione, ho letto con molto interesse la vostra rivista che ho trovato molto ben realizzata e con numerose notizie entusiasmanti. Mi ha particolarmente incuriosita l?articolo da pag. 34 dedicato alla Pia di Dantesca memoria. Mi ha emozionato e ricordato un?escur- sione che alcuni anni or sono ho fatto a Gavorrano e nel suo Parco Minerario naturalistico e che mi ha ispirato il secondo romanzo ?L?emozione non lascia scampo? dedicato proprio alla figura de La Pia fra storia e leggenda e alle bellezze del territorio della Maremma toscana. Vi allego la sinossi del libro e la copertina. Se dovesse incontrare il vostro interesse per la pubblicazione di un estratto nella sezione ?L?angolo del Libro - La Maremma in Libreria?, sarò lieta di scambiare due parole con voi. Con i più cordiali saluti Mita Feri Gent.ma Mita Feri, sì, il libro ha incontrato il nostro interesse ed abbiamo pubblicato una sua presentazione nell?articolo a pag. 97. Un cordiale saluto La redazione DAI SOCIAL Forte non sapevo di Maremma Magazine! Marco Canuti Molto carina e interessante! Giuliana Valisneri Vicedomini Bellissima Maremma! Italo Civitillo Molto bello il numero di settembre. Copertina strepitosa! R.G. Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma­magazine.it Compa­ tibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 14 25 28 62 SOMMARIO VIVI 14............Turismo in Maremma, un?altra estate bella e da incorni? ciare. Nonostante tutto 20............Musei di Maremma con il sorriso grazie ad un?estate che ha registrato oltre 67 mila visi? tatori 25............Ancora tragedie sul? l?Aurelia, la Maremma merita che venga scritta la parola fine sul triste ?teatrino? della Tirre? nica 28............?Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeo? logia di Taranto a Vetulonia? 32............?Maremma. Paesaggi 1870 ? 2020?, una mostra cele? bra i colori della nostra terra 38............La grande epopea lon? gobarda e la nascita della Tosca? na in mostra al Museo archeolo? gico a Grosseto 42............Il borgo di Campagnati? co e il suo ?superbo? signore Omberto Aldobrandeschi 48............Racconti di?vini, viaggio alla scoperta delle terre del Morellino di Scansano 52............Grosseto ? Parco della Maremma in bici. Andata e ritor? no 58............Burocrazia, fisco e lavo? ro: le tre sfide di Riccardo Breda, confermato alla guida di Cna Grosseto per i prossimi 4 anni 62............Ambra Sabatini, orgo? glio di Maremma sul tetto del mondo a Tokyo 68 ............Morellino Classica, gran? de successo per la decima edizio? ne, nonostante tutto 72............Festambiente 2021, bi? lancio di un?edizione di succes? so, nonostante tutto? 77............Il gruppo rock dei ?Dy? namite 36? vince l?edizione 2021 di Dilettando 80............Cinquant?anni di storia nelle immagini dell?Archivio Fo? tografico Fratelli Gori. Al via il progetto di digitalizzazione In copertina, il borgo di Pitigliano al tramonto Foto © Lorenzo Biagini SCOPRI C?è da vedere 84............Dalla fortezza di Marina di Grosseto a Bocca d?Ombrone, camminando e/o correndo SOMMARIO ? 9 100 Briciole di Storia 88............Ghirlanda, una piccola perla del massetano ricchissima di storia Personaggi 92............?I Cosimini a Grosseto. Un secolo al servizio dell?Agri? coltura?, la figura di Talete Cosi? mini L?angolo del libro 95............?La maremma grosseta? na nel panorama delle bonifiche in Italia e nel mondo?, presenta? to il volume 96............?L?emozione non lascia scampo?, il romanzo di Mita Feri sulla violenza fisica nei confronti delle donne 98............?Amabile?, un bel romanzo di Sara Casiraghi con al centro storie di crescita interio? re Aziende al Top 100.........Cooperativa la Peschie? 107 ra: ?Ecco come siamo riusciti a resistere ed a superare le diffi? coltà!? GUSTA Vino e dintorni 104.........King Lebron James in visita a Monteverro nel mezzo della vendemmia WINE NEWS 106.........Successo per l?e?bike tour tra i filari del Montecucco organizzato dal Consorzio di Tutela 107.........Fa centro l?iniziativa ONAV a Villa Preselle 107.........Il Cacio di Venere de Il Fiorino medaglia d?oro ai mon? diali in Francia Di vino in cibo 108.........Fattoria La Maliosa, un paradiso enologico terrestre nel cuore della Maremma toscana 10 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 114 Il vino del mese 112............Capoccia, una nuova Riserva a tutto Ciliegiolo griffata Cantina del Morellino di Scansano A Tavola 114.........Il Frantoio, un luogo magico per chi ama la buona cucina, l?arte e la cultura. A Capalbio La ricetta 118.........La cucina del quinto quarto: i fegatelli toscani LE NEWS 120.........Castiglione della Pescaia vuole diventare ?città balneare? iniziato il percorso assieme ai comuni del G20s 121.........Tema Vita e Amici per Sempre in soccorso delle fami? glie 122.........Il premio del Touring Club al Museo di storia naturale 123 122.........Una giornata per cono? scere ?Gli Etruschi di Gavorra? no? 123.........?Il Guerriero di Cana? del maestro Paolo Staccioli nella piazzetta del castello di Cana 124.........Porto Santo Stefano, approvato il progetto di valoriz? zazione del Forte Pozzarello 124.........?Dante, uomo e poeta?, una conferenza a Caldana per il Settecentenario dantesco. 125.........Pitigliano, inaugurato il nuovo Teatro Salvini 126.........Ada Sorrentino, ?Una vita per l?Arte?. Al via la mostra al Quadrivio 126.........Grosseto, gran finale per il Concorso internazionale ?Kussewitzky? per direzione d?orchestra 127.........Manciano, inaugurate Le Stanze L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli E se la Notte Visibile della Cultura durasse una settimana? n città viva, piena di eventi, occasioni di incontro, spettacoli all?aperto, ristoranti pieni che non sanno dove mettere la gente. Una città che pullula di persone a caccia di cose da scoprire, luoghi da vedere, piccole perle, aspetti nuovi da conoscere. Una città non chiusa in sé stessa ma ?aperta al vento ed ai forestieri?, per usare le parole, ormai note e fin troppe inflazionate, di Luciano Bianciardi. Una città che esplode di bellezza e di cui non puoi fare a meno di innamorarti ogni volta di più. Ecco questa è la Grosseto che ci piace, una Grosseto stracolma di energia e di fermento, come quella che viene fuori, ad esempio in occasione della Notte Visibile della Cultura, una manifestazione davvero bella, ideata da Mauro Papa, direttore del Polo culturale Le Clarisse, ed ormai radicata ed apprezzata dai grossetani, giunta alla sua nona edizione. U sera da ricordare». Anche quest?anno migliaia di persone hanno partecipato all?appuntamento che ha offerto una miriade di iniziative ? visite guidate, mostre, proiezioni, video mapping, installazioni, incontri, concerti, performance di danza, teatro, ecc. ? nei diversi luoghi interessati ed in particolare sulle Mura, nei musei e nelle strutture culturali del centro storico. «L?edizione 2021 della Notte Visibile della Cultura ? evento clou della Città Visibile, la manifestazione d?arte e animazione culturale urbana organizzata dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura, quest?anno dedicata al Lavoro culturale di Bianciardi ? ha bissato ? si legge nel comunicato post evento della stessa Fondazione ? il grande successo registrato nel 2020, quando per la prima volta si era deciso di organizzare il programma di iniziative sul circuito delle Mura medicee per creare un percorso che rendesse più agevole rispettare le norme di sicurezza imposte dal Covid. Una formula vincente che è stata ripetuta, con il medesimo esito. Oltre all?apertura gratuita dei musei cittadini dalle 18 a mezzanotte (il Polo culturale Le Clarisse con il Museo Collezione Gianfranco Luzzetti e la Galleria dell?artigianato, il Museo di storia naturale della Maremma, il Maam) e alla programmazione nella Biblioteca Chelliana, il ?percorso? sulle Mura ha offerto al pubblico decine di eventi per tutti i gusti. Dalla musica dal vivo alla danza, dalle performance alle esposizioni. Con il valore aggiunto di due ?prime? assolute: la riapertura della Sala Eden, che ha ospitato una mostra-mercato di artigianato artistico locale, e dell?arena della Cavallerizza, dove sono andate in scena esibizioni di ballo. Un programma ricchissimo che ha animato un sabato Fin qui ciò che è stato quest?anno. Ma dato che il clou rappresentato dalla Notte Visibile della Cultura è davvero suggestivo e particolare, ma ha il ?difetto? di durare troppo poco e di esaurirsi appunto? in una notte (assistere a tutti gli eventi presenti nel circuito delle Mura e nel centro storico è davvero complicato e si rischia di fare le corse e non gustarseli con la necessaria calma), allora perché non provare ad estendere tale clou su più giorni (ad esempio una settimana) in modo da spalmare i benefici su un arco temporale più lungo? È una proposta che buttiamo là e che sarebbe bello approfondire nelle sedi competenti. Certo, immaginiamo che le difficoltà sarebbero notevoli, soprattutto per gli organizzatori e per i soggetti coinvolti nelle varie iniziative, ma crediamo che ne varrebbe sicuramente la pena. Una manifestazione del genere, allungata temporalmente, avrebbe un appeal fenomenale anche in chiave turistica. Sarebbe un potente attrattore di presenze pure in un?ottica di destagionalizzazione in un periodo dell?anno di passaggio dall?estate all?autunno che non brilla certo per l?affluenza di visitatori. Inoltre, avere più Notti Visibili della Cultura (in stile Saturnali) consentirebbe alle strutture ricettive di mettere a punto dei pacchetti in grado di attirare turisti anche da fuori (sicuramente dal resto della Toscana e dal Lazio, ma anche dal centro Italia ed oltre). E allora, se tutto questo è vero, perché non sfruttare appieno gli immani sforzi organizzativi già in essere per provare ad andare oltre la singola notte, trasformando l?evento in un importante strumento di promozione territoriale? La domanda è aperta, l?idea l?abbiamo lanciata. L?auspicio è che possa avere un seguito? Ovviamente soddisfatti gli organizzatori. «È stata una notte della cultura meravigliosa e partecipata ? hanno sottolineato Giovanni Tombari, presidente di Fondazione Grosseto Cultura, e Mauro Papa ? e per questo vogliamo ringraziare il pubblico che ancora una volta ha affollato le Mura, seguendo scrupolosamente tutte le misure di sicurezza, e naturalmente tutti coloro che hanno lavorato con impegno all?organizzazione della manifestazione. Una rassegna che trova il proprio culmine nella Notte Visibile, ma che necessita di un gran lavoro di preparazione e di gestione. Grazie anche al Comune di Grosseto, all?Istituzione Le Mura, alla Pro Loco, a Artex e alla Fondazione CR Firenze per il prezioso contributo». EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI TURISMO Turismo in Maremma, un?altra estate bella e da incorniciare... Nonostante tutto DI CELESTINO SELLAROLI Ebbene sì, nonostante le difficoltà contingenti e l?emergenza sanitaria che ancora ci attanaglia la stagione turistica estiva è stata decisamente positiva per la Maremma. È ciò che emerge da una serie di commenti raccolti tra alcuni operatori dell?accoglienza sparsi su tutto il territorio provinciale. In attesa dei numeri ufficiali il dato che emerge è che la Maremma tiene! C he estate è stata quella appena trascorsa per la Maremma? Se lo chiedono in tanti ogni anno a fine stagione. Ed anche noi ci siamo posti il quesito, a maggior ragione considerando i tempi complicatissimi che stiamo vivendo. Così, al fine di tracciare un bilancio del movimento turistico nostrano ed in attesa dei numeri ufficiali che saranno resi noti più avanti, abbiamo sentito un po? di operatori del settore dell?accoglienza sparsi su tutto il territorio provinciale. Diciamo subito che le parole registrate 14 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 sono incoraggianti: l?estate anche quest?anno è stata sorprendente ed ha fatto tornare il sorriso a tanta gente. L?auspicio è che il trend positivo possa continuare anche nei prossimi mesi, in modo da poter mandare definitivamente in archivio questo capitolo nerissimo per l?intera umanità. Ma torniamo al bilancio della stagione dando spazio a chi l?ha vissuta in prima persona. Partendo dall?area nord un primo commento ci arriva da Anna Barberini general manager di Be Vedetta, progetto che riunisce in una sola filosofia il relais, il glamping, le camere e gli appartamenti in quel di Scarlino, nella zona delle colline metallifere. «La stagione ? sottolinea soddisfatta ? è andata molto bene con un +30% rispetto allo scorso anno e addirittura un +15% sulla mia stagione migliore che fu nel 2017. Molti italiani, ma grande ripresa degli stranieri di circa il 10% sul 2020, soprattutto Svizzeri e Austriaci, ancora sotto media i tedeschi. La stagione ha fatto registrare il 67% di italiani (nel 2019 era il 52%). Media soggiorno 3 notti. Spesa pro capi- GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE Parco della Maremma Be Vedetta Rocca di Montemassi te ? 206/g. La tendenza è in crescita con un buon allungamento della stagione, soprattutto ad ottobre». Scendendo un po? più a sud, parole di soddisfazione arrivano anche da Alessandro Gallo, direttore dell?azienda vitivinicola Rocca di Montemassi, una Wine Farm incastonata in un angolo incontaminato di Maremma toscana, vicino Roccastrada. Decisamente interessanti le sue riflessioni che focalizzano l?attenzione anche su aspetti di carattere più generale. «Il bilancio per quanto ci riguarda ? evidenzia Gallo in apertura ? è sicuramente positivo. Raffrontando il nostro flusso enoturistico pre-Covid con quello della stagione appena trascorsa posso dire che la situazione è tornata alla normalità ed è anzi migliorata rispetto al 2019. Quest?anno abbiamo registrato una maggiore quantità di presenze, in termini assoluti, ma anche una migliore qualità dal punto di vista dell?interesse dei visitatori. Tanti sono stati gli italiani che ci hanno fatto visita, ma moltissimi sono stati anche gli stranieri che io definisco ?con macchina?, ovvero in arrivo con mezzi propri dai paesi limitrofi, come Svizzera, Austria, Francia, ecc. Numerosi anche i giovani, appassionati ai temi enogastronomici e dunque qualificati e competenti. Quindi, da tutti questi punti di vista, la stagione è stata decisamente ottima. Ora ? aggiunge il Direttore ?, dato che oltre a Rocca di Montemassi dirigo anche un?azienda vitivinicola situata nella zona del Chianti (Castello d?Albola, ndr) mi viene naturale fare una comparazione tra la Maremma e l?area del centro Toscana. Ebbene, da tale comparazione emerge che il flusso di visitatori in quest?ultima zona è stato ancora più massiccio, segno evidente che la Maremma ? per quanto straordinaria ed unica ? non è ancora così conosciuta e non è, al momento, quella meta turistica che tutti noi (o almeno tanti di noi) vorremmo che fosse, soprattutto se parliamo di entroterra, piuttosto che di costa. La Maremma, lo sappiamo, è bellissima, ha ? ormai lo diciamo da tempo ? un?infinità di potenzialità (molte delle quali peraltro ancora inespresse) e riuscirà sicuramente a diventare ancora più attrattiva. Ma per arrivare a questo è necessario continuare a lavorare tutti insieme con professionalità e soprattutto con una logica di network e di rete. Insomma, dobbiamo unirci e crederci. Solo così riusciremo a far crescere la Maremma e con essa le produzioni enogastronomiche (con in testa il vino) che vi ruotano attorno. Per quanto mi PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Come si evince dalle dichiarazioni raccolte tra gli operatori del settore l?estate anche quest?anno è stata sorprendente ed ha fatto tornare il sorriso a tanta gente riguarda sono, infatti, sempre più convinto che il marketing enologico debba passare attraverso il marketing territoriale, ovvero una promozione sistemica e complessiva in primis di tutto il brand Maremma. Così facendo, valorizzando quest?ultima, si avranno risvolti benefici ovviamente anche sulle produzioni enogastronomiche che in questa terra insistono. Poi, una volta promossi territorio e prodotti, è necessario che questi ultimi possano anche essere trovati capillarmente ? da turisti e residenti ? un po? ovunque, ad esempio in tutti i ristoranti e nelle enoteche della nostra zona. Perché ? conclude Gallo ? solo se remiamo tutti nella stessa direzione seguendo la logica del ?fare sistema? si potrà centrare l?importante obiettivo della crescita economica e sociale di questo meraviglioso angolo di Toscana chiamato Maremma». Sorpresa per l?esito della stagione estiTerenzi Winery 16 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Sasseta Alta va si mostra Francesca Romana Terenzi alla guida, insieme ai fratelli Balbino e Federico, dell?azienda agricola di famiglia Terenzi, fondata dal padre Florio Terenzi. Francesca Romana si occupa dei settori ospitalità e turismo ed in particolare del B&B Terenzi Winery, un indirizzo di charme per chi ama godersi la natura assaporandone il gusto, i profumi e i colori, nel cuore dell?entroterra maremmano dalle parti di Scansano. «Non ci aspettavamo una ripartenza del turismo così rapida. È stata una stagione eccezionale. Se lo scorso anno il virus aveva fatto sentire pesantemente la sua presenza con soggiorni brevi e turismo soltanto italiano, quest?anno, le persone sembra proprio che non abbiano rinunciato alle vacanze. Certamente, come l?anno scorso, sono mancati i numeri del turismo straniero pre-covid ma non è comunque venuto meno il turismo di vicinanza (per lo più svizzeri, tedeschi e olandesi) che ha in parte sop- perito la mancanza. Non ci aspettavamo sicuramente dei dati così positivi. Speriamo in autunno, e in generale nei mesi a venire, di non assistere come l?anno scorso ad un crollo delle prenotazioni che tuttavia fu conseguenza del blocco quasi totale vissuto da settembre 2020. Quest?anno, grazie al Green Pass e al conseguente ammorbidimento delle restrizioni ci auguriamo un autunno dinamico!». Più articolata è l?analisi del traffico nell?estate 2021 che ci fornisce Roberto Bossi relativamente alla sua struttura Sasseta Alta, agribenessere in Maremma, sempre in quel di Scansano. «La nostra proposta di accoglienza si rivolge principalmente ai gruppi che frequentano corsi di diverso genere, soprattutto yoga, watsu ed altre attività olistiche. Normalmente l?attività si svolge dalla metà di febbraio alla metà di dicembre. Il nostro traffico si compone per il 67% di turismo straniero (dato 2019). Quest?anno abbiamo aperto il 15 maggio e fino al 15 luglio la media giornaliera era di 2 ospiti con eccezione di un gruppo di 23 turisti tedeschi che seguivano un corso nella metà di giugno. Dal 15 luglio le cose sono cambiate ed abbiamo lavorato continuamente e ancora oggi abbiamo in programmazione, tuttavia a singhiozzo, alcuni gruppi principalmente italiani e quindi brevi, fino alla metà di dicembre. Si sono verificate molte cancellazioni di gruppi stranieri (Norvegia, Cechia, Russia, Stati Uniti), all?inizio dell?anno ed anche nei prossimi tre mesi. Complessivamente e Le Antiche Mura finora ? aggiunge Bossi ? il lavoro si è concentrato nei due mesi (15 luglio/15 settembre) estivi con il 70% di italiani ed il resto stranieri ? tedeschi (75%), belgi, svizzeri, cechi, francesi e olandesi ?, quasi tutti in auto, pochi in aereo con auto a noleggio, con permanenze da 3 a 8 giorni. Gli italiani restano un problema, con la concentrazione nelle solite 3 settimane di agosto. Il motivo principale delle cancellazioni dei corsi è dovuto alla confusione dei permessi per circolare, Italia in testa ma non solo. Le persone hanno avuto ed hanno paura di improvvise quarantene o nuove e diverse disposizioni, tali da impedirne il rientro nelle date previste. Non sono stati raggiunti i minimi dei partecipanti. Il futuro è incerto, gli Stati Uniti hanno detto che riaprono a novembre. Molti paesi in genere li seguono. Per l?anno prossimo ? conclude ? stiamo ricevendo numerose prenotazioni dalle varie scuole di yoga e altro. Anche quest?anno era quasi interamente prenotato». Cambiando zona, molto soddisfatto si dichiara Marcello Refini, titolare della residenza Le Antiche Mura nel cuore di Semproniano, borgo storico dell?alta Maremma, situato tra le pendici del Monte Amiata e l?area termale di Saturnia, meta ideale per una vacanza al di fuori dei classici e più battuti e stereotipati circuiti turistici toscani. «La stagione estiva ? sottolinea Refini ? è stata molto buona, con numerose presenze, persino in crescita rispetto all?estate precedente. Sono aumentate le visite ?di passaggio?, quindi per lo più Boutique Hotel Torre di Cala Piccola soggiorni di una notte. La maggior parte degli ospiti sono coppie, ma si registra anche una presenza importante di viaggiatori singoli. Le permanenze più lunghe, anche di una settimana, sono soprattutto quelle di ospiti stranieri. C?è molta soddisfazione da parte dei visitatori, che restano molto colpiti dalle nostre zone, per molti una vera e propria sorpresa. L?unica difficoltà riscontrata da molti dei nostri ospiti riguarda, purtroppo, le nostre strade, in condizioni sempre più precarie». Stesso tenore di considerazioni anche da parte di Stefania Marconi, Hotel Manager del Boutique Hotel Torre di Cala Piccola, splendida struttura adagiata sulla scogliera di Monte Argentario. «Il bilancio dell?estate 2021 è stato molto positivo e la velocità di ripartenza è stata superiore alle aspettative. A seguito dei risultati della passata stagione e più fiduciosi, quest?anno ci siamo fatti trovare ancora più preparati. L?apertura dell?hotel, rispetto al 2020, è avvenuta con un mese in anticipo. C?è stato un ritorno importante del turismo straniero proveniente soprattutto dall?Europa occidentale (Germania, Svizzera, Francia, Belgio, Paesi Bassi) ed in molti casi questi turisti hanno raggiunto la destinazione in auto per non dover sottostare ai vincoli imposti dalle compagnie aeree. È mancato ancora il turismo di lungo raggio, soprattutto dal Nord America e dall?Oriente. L?eliminazione della quarantena e l?allentamento delle restrizioni ci fa ben sperare per il finire di questa stagione estiva. Le pre- notazioni, anche quest?anno, sono state in buona parte last minute e per lo più con una politica di cancellazione flessibile, anche sotto data. Rispetto al 2020 le Ota hanno dato segnali di ripresa. La sicurezza rimane comunque il fattore principale per la scelta della destinazione e fondamentali sono le misure antiCovid applicate dalle singole strutture ricettive. Quest?anno ? conclude Stefania Marconi ? abbiamo deciso di stare aperti anche ad ottobre, soprattutto per la ripresa del settore MICE (che sta per Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions, ovvero riunioni, incentive tour, conferenze ed esposizioni, ndr) ed in particolar modo dei banchetti, comparto che, secondo la normativa vigente, prevede l?esibizione dei green pass. In questo periodo la nostra azienda è già proiettata a programmare i futuri investimenti e a progettare la prossima stagione estiva 2022. Siamo fiduciosi che anche in futuro avremo la riconferma dei risultati e dei successi ottenuti quest?anno». Sempre in zona Argentario abbiamo raccolto il commento anche di Gian Luca Gozzo, direttore dell?Hotel Baia d?Argento a Porto Santo Stefano. «La stagione che sta per concludersi all?Argentario ? ci ha detto ? è stata una copia della precedente, ma anche migliorata rispetto all?originale. Dal nostro particolare osservatorio dell?hotel Baia d?Argento vanno sottolineati due aspetti relativi al periodo di apertura: in primo luogo è stato più ampio, grazie alle disposizioni sulla pandemia PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? L?auspicio è che il trend positivo possa continuare anche nei prossimi mesi, in modo da poter mandare definitivamente in archivio questo capitolo nerissimo per l?intera umanità che hanno allargato le maglie prima rispetto al 2020; in secondo luogo ha visto accrescere le presenze in tutto il periodo. Va anche segnalato un primo timido ritorno di clientela straniera sia europea (tedeschi e svizzeri in primis) sia statunitense, e questo ci fa ben sperare per il futuro. Siamo consapevoli che se si offre qualità, ad un giusto rapporto con le tariffe, i nostri ospiti manterranno più a lungo un buon ricordo, sia per ritornare sia per passare la parola ad altri potenziali clienti. Crediamo che questo sia accaduto, anche rispetto alla gestione della sicurezza, sia nella stagione 2020 che nell?attuale ed è la base per lavorare e migliorarsi nei prossimi anni». Infine, chiudiamo con le considerazioni ampie ed articolate di Nicola Alocci, Restaurant Manager Argentario Golf Resort & SPA. «Da quando è scoppiata questa pandemia credo che ogni attività abbia vissuto ogni giorno come una sfida. All?inizio era un conteggio su chi stava perdendo di più e chi meno. Nel settore dell?oArgentario Golf Resort & Spa 18 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Hotel Baia d?Argento spitalità e della ristorazione il Covid ha dato vita ad una crisi durissima, tra aperture a singhiozzo, chiusure, asporto e delivery, cambiando il modo di operare e ragionare. Credo che sia stato come affrontare una guerra, che ancora non è finita e molti imprenditori hanno dovuto rivedere le loro attività e riorganizzarsi. Parlando della nostra costa sono sicuro che nessuno a primavera o durante il lockdown del 2020 avrebbe immaginato una stagione turistica come quella dello scorso anno, con praticamente il ?tutto esaurito? nei mesi estivi, pur venendo a mancare tutto il comparto straniero, e con la riscoperta da parte molti dei nostri luoghi. Tutto ciò, inaspettatamente, ha consentito a molte attività di salvarsi nel vero senso della parola. Sembrava tutto passato, la ripresa pareva lì a portata di mano, ma in realtà anziché tornare tutto alla normalità, dall?autunno 2020 siamo ripiombati in un periodo difficile, sempre a causa dell?emergenza sanitaria, con bilanci disastrosi per le attività sempre più in difficoltà. Arrivando alla stagione estiva 2021, l?entusiasmo, la voglia di ricominciare e la speranza di buone prospettive ? aggiunge Alocci ? erano negli occhi di tutti. Fin da giugno ci sono stati degli ottimi segnali con boom di prenotazioni un po? dappertutto. La quarantena inizialmente ha frenato gli stranieri ma, le indicazioni per luglio ed agosto, da parte di enti e federazioni, lasciavano ben sperare con segnali di ?sold out?. Mi immagino cosa sarebbe successo senza le varie limitazioni. A luglio si è visto un bel target di clientela con annessi stranieri in particolare dal Nord Europa e, confrontandomi in giro, tutto ciò, mi è stato confermato da molti. In agosto, non è mancano il tanto aspettato, da parte di tutti, ?pienone? ed è stato all?insegna dell?italianità, complice, e non è poco, un?estate con un clima veramente bellissimo; dispiace per le nostre campagne assetate da maggio, ma il clima è stato come si dice ?una mano santa?. A settembre in generale ho sentito bei numeri con bella presenza straniera e tanta voglia di ?ristorazione?. Credo che chi si è rimboccato le maniche e ha lavorato sulla qualità ha ricevuto di ritorno belle soddisfazioni». Ma Alocci non guarda solo a ciò che è stato ma volge lo sguardo anche al futuro ponendosi dei quesiti. «Le domande credo siano altre. Cosa ci aspetta se la vaccinazione ?totale? non si rivelerà efficace? Questi due o tre mesi saranno sufficienti a dar respiro ad imprenditori e lavoratori se ci sarà un altro periodo destabilizzante? Di conseguenza, si andrà in questo caso in aiuto con sostegni concreti da parte delle istituzioni? Tutti, in schietta sincerità, vogliamo ripartire, ci siamo adattati ed in parte reinventati, ma la guerra, come dicevo, è ancora in corso?». VIVI TURISMO Musei di Maremma con il sorriso grazie ad un?estate che ha registrato oltre 67 mila visitatori Sono decisamente positivi i numeri espressi nel corso di quest?ultima estate nelle diverse strutture che compongono la rete dei Musei di Maremma. Nonostante le difficoltà e le incertezze dovute alla pandemia e le limitazioni prodotte dall?obbligo del Green Pass che ha determinato ripercussioni sugli ingressi, la stagione è stata senza dubbio ottima P er i Musei di Maremma l?estate 2021 è stata la stagione della rinascita. Malgrado l?emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che ha limitato l?affluenza ad eventi e visite guidate, in particolare penalizzando le visite scolastiche, oltre all?obbligo del Green card con ripercussioni sugli ingressi, è stata una estate positiva per molti aspetti in tanti musei della provincia di Grosseto. I dati sono al momento incompleti, non tutte le strutture li hanno ancora forniti, ma indicano una tendenza precisa: molti musei sul piano delle presenze hanno, non solo tenuto le posizioni prepandemia, ma in alcuni casi hanno registrato un sensibile aumento dei visitatori. A Grosseto il Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (Maam) ha registrato, dal 1 giugno al 14 settembre, 3317 presenze. I dati risultano inferiori nei primi due mesi rispetto allo scorso anno, ma nell?analisi del dato bisogna tenere presente che in giugno e luglio 2020 l?aumento dei visitatori era stato favorito dall?ingresso gratuito. Quest?anno quindi il Maam mantiene numeri positivi grazie anche alla mostra ?Una terra di mezzo: i Longobardi e la nascita della Toscana? che sta riscuotendo un 20 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 importante successo e che rimarrà aperta fino al gennaio 2022. Inoltre il flusso dei visitatori ha visto un sensibile aumento degli italiani rispetto allo scorso anno e un incremento anche del pubblico giovane (età 18-40). Sempre a Grosseto il Museo di Storia Naturale della Maremma è stato visitato nei mesi estivi da 890 persone, un numero inferiore rispetto al 2020 ma, come per il Maam, il dato dello scorso anno era maturato con l?ingresso libero dopo il lungo periodo di chiusura causata dalla pandemia. Quindi anche in questo caso il dato delle presenze 2021 va letto in chiave positiva. Per gli altri musei della provincia partiamo dalla zona delle Colline Metallifere dove Massa Marittima registra un vero e proprio record di presenze. I quattro musei della città del Balestro: Museo di San Pietro all?Orto, Museo della Miniera, Museo Archeologico Giovannangelo Camporeale e Torre del Candeliere e Cassero Senese, sono stati visitati dal 1 luglio al 31 agosto da ben 14.090 persone. Un dato superiore non solo a quello pre Covid del 2019 (10.456), ma anche a quello del 2015 che fino adesso era stato il migliore di sempre con 13.539 visitatori. Davvero un bel successo grazie ai tanti eventi, visite guidate e capolavori d?arte come la Maestà di Ambrogio Lorenzetti, e il Museo archeologico completamente rinnovato. Nella vicina Scarlino le prime analisi sui dati del Sistema dei Musei di cui fanno parte la Rocca Pisana, il Museo Archeologico Portus Scabris al Puntone e il Centro di Documentazione del territorio ?Riccardo Francovich?, portano il dato delle presenze tra maggio ed agosto ad oltre 5500. In particolare, i dati evidenziano un trend crescente legato anche alla possibilità offerta ai turisti di visitare la Rocca, soprattutto nel mese di agosto, durante il quale questo monumento ha registrato più del 43% degli ingressi registrati nell?intero periodo maggio-luglio. La Rocca di Scarlino è stata anche un esempio virtuoso nell?ambito del circuito sperimentale di visita del Sistema difensivo degli Appiani: attraverso un coupon abbinato al biglietto della Rocca degli Appiani di Populonia, del Rivellino di Piombino o della Rocca di Scarlino. Molti turisti hanno quindi approfittato dell?offerta per muoversi all?interno del territorio dell?antico Stato di Piombino e scoprire monumenti talvolta ignoti. A Gavorrano il Museo minerario in Pitigliano galleria è stato visitato da 1118 turisti. In questo caso bisogna considerare, vista la particolarità di questo museo, che si tratta di visite guidate obbligatorie con un massimo di 8 persone a visita e che ogni giorno si possono effettuare solo 4 visite. Quindi si tratta di visite contingentate comprese le escursioni alla Miniera Ravi Marchi. Andiamo a Vetulonia, Comune di Castiglione della Pescaia, dove il Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi (MuVet) tra il 1 luglio e il 15 settembre è stato visitato da ben 4557 visitatori. Un dato molto positivo a cui ha contribuito la presenza della mostra evento ?Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia?, che ha riscontrato un grande apprezzamento nel pubblico, sia italiano che straniero e che rimarrà aperta fino al Grosseto 7 novembre. Nella parte sud della provincia sulle colline dell?Albegna a Manciano l?incremento dei visitatori del Museo di preistoria e protostoria della Valle del Fiora è piuttosto evidente, avendo avuto con 896 presenze al 15 settembre il 30% di visitatori in più rispetto alla media degli ultimi 15 anni e raggiungendo quasi il doppio dei visitatori del 2019 e circa il 40% in più del 2020. Evidente anche l?incremento del Museo archeologico di Saturnia con 226 visitatori contro i 172 del 2020. Nell?area del tufo a Pitigliano il Museo Ebraico con la sinagoga e il ghetto dal 1 luglio al 15 settembre ha registrato la bellezza di 12.189 presenze di cui molti italiani ma anche stranieri. Il Museo Civico archeologico della Massa Marittima Civiltà Etrusca Enrico Pellegrini e il Museo archeologico all?aperto Alberto Manzi hanno totalizzato da giugno ad agosto 2407 visitatori segnando quindi un incremento significativo rispetto al 2020. Molto partecipati gli eventi come ?Letture al Museo. Spazi d?autore degustando? e la mostra ?Leoni, Sirene e Sfingi. Animali fantastici etruschi e dove trovarli?, dal 19 luglio al 30 settembre. Il Parco Archeologico città del tufo di Sorano, che comprende il Museo della Fortezza Orsini, il Museo di San Mamiliano e la necropoli di Sovana, è stato visitato nel periodo 1 giugno 31 agosto da 21.156 persone, in aumento rispetto allo scorso anno che comunque fu positivo anche grazie al fatto che le visite nei parchi all?aria aperta sono molto apprezate. L?evento principale è stata l?inauVetulonia PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? I dati sono incompleti, non tutte le strutture li hanno ancora forniti, ma indicano una tendenza precisa: molti musei sul piano delle presenze hanno, non solo tenuto le posizioni pre-pandemia, ma in alcuni casi hanno registrato un sensibile aumento dei visitatori gurazione di un nuovo gruppo di tombe nell?area del complesso monumentale della tomba dei Leoni nel mese di luglio. Di grande affluenza poi, in occasione della giornata degli Etruschi, lo spettacolo teatrale ?Iliade? presso la tomba Ildebranda. Tornando verso il mare anche il Museo archeologico di Orbetello appena riaperto (a metà maggio) nella sede della Polveriera Guzman, ha registrato 452 presenze fino alla fine di agosto. Un numero positivo e di buon auspicio considerando che il museo è di nuovo visitabile (ad ingresso libero) dopo un lungo periodo di chiusura ed è aperto al pubblico, per ora, solo nel fine settimana (il Orbetello, Polveriera Guzman sabato dalle ore 16 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20). Progetto ambizioso nel quale il Comune di Orbetello ha fermamente creduto da sempre, frutto di una stretta collaborazione degli Uffici comunali preposti con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto, Arezzo, il Museo ? considerato uno dei musei più importanti della Maremma ? è da poco finalmente entrato a far parte del sistema dei Musei di Maremma. Al suo interno sono custodite le ricche testimonianze archeologiche dell?area con reperti di particolare pregio provenienti da Orbetello (corredi dalle necropoli etrusche) e da Talamone (corredi tombali, stipi votive della Col- lezione Vivarelli e del Genio Militare con armi e strumenti agricoli miniaturistici e a grandezza naturale), rinvenuti in massima parte nell??800 e all?inizio del ?900. Chiudiamo con il Sistema Museale Amiata che riunisce numerosi e interessanti musei presenti nei comuni di questo territorio e i primi dati sono positivi. Il Castello di Arcidosso, una delle fortezze più antiche della Toscana che ospita il Centro Studi David Lazzaretti e il Museo di Storia medievale, è stato visitato da 1173 persone tra giugno e agosto. Il suggestivo Museo delle Miniere di Mercurio di Santa Fiora tra luglio e agosto ha invece registrato 731 accessi. Renzo Rossi nominato vicepresidente dei Musei di Maremma R enzo Rossi, assessore alla cultura del comune di Castel del Piano, è stato nominato ai primi di settembre vicepresidente dei Musei di Maremma. Rossi succede a Daniele Ros­ si, appena nominato presidente dell?U­ nione dei Comuni Amiata grossetana. ?La tutela, lo sviluppo e la di?usione dei beni, delle attività, dei valori della cultura ? scrive, in una nota, il neo vice­ presidente ? si collocano necessaria? mente al centro degli obiettivi di cresci? ta civile, sociale ed economica di ogni comunità. Ed ormai risulta acquisita la convinzione secondo cui la cultura costituisce un bene comune di straordi? naria ricchezza e complessità, che, in 22 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Renzo Rossi tutte le sue diverse manifestazioni, deve essere protetto e potenziato. In questa direzione la presenza dei musei, pubblici e privati, o?re una garanzia di riuscita verso quegli obiettivi. In questa prospettiva infatti, anche il territorio amiatino, inserito in quello ancor più ampio della provincia di Grosseto, ha il suo rilievo e la sua peculiarità, attraver? so l?opera e l?azione del Sistema Museale Amiata il quale coordina i musei del versante grossetano dell?A? miata. I piccoli musei che ne fanno par? te ? conclude Rossi ? rappresentano tanti presidi culturali per i quali non deve venire mai meno l?impegno per la tutela e la valorizzazione?. INFRASTRUTTURE Ancora tragedie sull?Aurelia, la Maremma merita che venga scritta la parola fine sul triste ?teatrino? della Tirrenica DI REDAZIONE Dopo l?ultimo ennesimo incidente stradale sull?Aurelia in zona Capalbio è tornato d?attualità il tema del Corridoio tirrenico o Tirrenica, ovvero l?infrastruttura agognata da cinquant?annti che non c?è verso di veder realizzata. L?eterna incompiuta è stata oggetto di dure prese di posizione da parte del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e di tutta la Giunta del comune di Capalbio che ha inviato una lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ? Ancora un incidente mortale sulla Via Aurelia, ancora sangue sulle nostre strade e famiglie distrutte. Il tragico scontro avvenuto appena prima di Ferragosto, che ha causato la morte di una donna e il ferimento di altre persone, è solo l?ultimo in ordine di tempo di un drammatico bollettino che si aggrava di anno in anno?. Così, dopo l?ennesimo incidente stradale sull?Aurelia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto e presidente della Provincia, è tornato a parlare di sicurez- za per automobilisti e utenti della strada: ?Da anni cerchiamo di spezzare questa linea di sangue, in ogni sede e attraverso ogni modalità, denunciando una situazione che tra cavilli burocratici e assurde lentezze continua a provocare vittime. Una paralisi che costa vite umane. Non è più tollerabile che il nostro territorio non abbia un?infrastruttura viaria moderna e sicura che sia in grado di sostenere il traffico che, specialmente in estate, interessa la Maremma. Abbiamo più volte lanciato il nostro allarme e sottolineato quanto sia fondamentale un?opera di profonda messa in sicurezza e miglioramento della Via Aurelia. Un corridoio che è decisivo per la crescita del nostro territorio e che non deve più diventare simile a uno scenario di guerra. Si parla di quest?opera da più di cinquant?anni, abbiamo fatto il pieno di parole e di promesse ma ora è arrivato il tempo dei fatti e il nostro auspicio è che finalmente, dopo tante attese e la nomina del Commissario, il Governo Draghi e le istituzioni regiona- PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? Intanto il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini intervenuto all?ultima edizione di Festambiente ha garantito che i cantieri vedranno l?avvio entro la fine dell?anno li possano agire concretamente su un progetto che incontra il favore di molti, che ci vedere prontissimi a fare la nostra parte e che in passato si è inspiegabilmente tentato di bloccare per mezzo di farse e prese in giro come quella dell?assurdo contenzioso tra Sat e Anas sulla gestione del tratto interessato. Ora ? ha aggiunto Vivarelli Colonna ? ci aspettiamo concretezza e per questo continueremo a sollecitare senza sosta le istituzioni su quello che per noi è un punto fondamentale: i grossetani e la Maremma meritano una rete viaria extraurbana sicura, che sappia assecondare le legittime aspirazioni di crescita economica di un territorio posizionato in un?area strategica e che non si tramuti in un ostacolo spesso mortale. Proseguiremo nel fare la nostra parte e a 26 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 produrre ogni atto che possa consentirci di tagliare un traguardo che anni fa sembrava un miraggio ma che ora è possibile raggiungere?. ?Sicurezza prima di tutto, dunque: anche per quanto riguarda le strade cittadine abbiamo inaugurato da tempo un percorso di manutenzione e messa in sicurezza sia dei manti stradali sia dei marciapiedi. È essenziale sottolineare che la nostra attenzione è stata rivolta verso importanti arterie di collegamento ma anche ai contesti più periferici, con particolare riferimento alla sicurezza degli attraversamenti, alla sistemazione dell?asfalto, alla segnaletica. C?è ancora molto da fare ? ha concluso il sindaco di Grosseto ? e ne siamo pienamente consapevoli anche perché le attività di manutenzione devono rappresentare un circolo continuo di monitoraggi. Siamo però nel mezzo di una serie di attività che mai, in passato, erano state programmate ed attuate e questo è per tutti noi motivo di orgoglio. Gli interventi sul nostro vasto patrimonio viario proseguiranno, con l?obiettivo di garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada e delle aree pedonali?. Sul tema del Corridoio Tirrenico si registra anche una lettera aperta che la Giunta di Capalbio ha inviato al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. Dopo l?ennesimo incidente mortale e le parole pronunciate dal ministro Enrico Giovannini a Festambiente, la manifestazione di Legambiente che si è svolta dal 18 al 22 agosto scorsi a Rispescia (Grosseto) (di cui parliamo nel box nella pagina a fianco), l?amministrazione comunale ha chiesto ancora, a gran voce, azioni concrete per la messa in sicurezza della strada. «Signor Ministro ? esordisce la missiva indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ? lo scorso sabato pomeriggio, dopo essere stati nel luogo dove si è consumato l?ennesimo incidente mortale nel tratto della S.S.n.1 Aurelia che attraversa il Comune di Capalbio, abbiamo sentito insopprimibile il bisogno di visitare il tratto di strada che ha visto, oltre all?ultimo tragico incidente, anche il luogo dove perse la vita qualche anno fa il Ministro Altero Matteoli. Un uomo politico, dobbiamo dargli atto, che da Ministro, si era impe- gnato a superare la più che quarantennale paralisi decisionale sull?asse di viabilità nazionale Civitavecchia-Livorno. Eravamo tutti noi bambini quando vedevamo sfilare manifestazioni ricche di bandiere e cartelli con le scritte ?No all?Autostrada ? Sì all?Aurelia?. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, non abbiamo avuto né l?Aurelia in sicurezza, né l?Autostrada. Così la dotazione infrastrutturale Grossetana è rimasta ampiamente al di sotto della media nazionale mentre quella di altre province toscane è cresciuta ben al di sopra. Insomma, per utilizzare un termine caro alla comunicazione della Regione Toscana, ?un corridoio tirrenico a due velocità?. Ma questo non è il momento di indulgere a critiche retrospettive, semmai serve riflettere sulla circostanza che tanto tempo perduto ha provocato più vittime della tragedia del Ponte Morandi di Genova. Senza lo stesso impatto mediatico si è consumata e continua una tristissima contabilità di dolore, talvolta di intere famiglie falcidiate, nella commozione di un giorno. Signor Ministro, non possiamo più attendere. Per rispetto alle vittime, ai loro familiari dobbiamo proclamare forte e chiaro che la messa in sicurezza dell?Aurelia non è una scelta politica, ma un obbligo morale. Non si tratta di investimenti faraonici, ma del minimo previsto dalle norme nazionali e comunitarie per la sicurezza del traffico nelle strade di grande comunicazione (spartitraffico centrale, eliminazione degli svincoli a raso ecc.). Confidiamo, Signor Ministro, dopo quanto da Lei detto a Festambiente il 18 Agosto, che le notizie che vorrà darci confortino questa nostra aspettativa. La gente di Capalbio (e non solo!) si aspetta una risposta sul campo che sia rapida e concreta perché di parole sull?argomento sono state dette tante ed utili solo a riempire biblioteche. Ci affidiamo perciò con fiducia alla Sua grande sensibilità e alla Sua riconosciuta capacità di tradurre le complicazioni burocratiche in decisioni semplici. Con i sensi della nostra più alta stima, la salutiamo con viva cordialità». Seguono il luogo e la data (Capalbio, 20.08.2021) e le firme di tutti i componenti la Giunta comunale (ovviamente pre-elezioni 2021): Giuseppe Ranieri, vicesindaco e gli assessori Gianfranco Chelini, Patrizia Puccini, Marzia Stefani. Il ministro Giovannini a Festambiente: ?Messa in sicurezza dell?Aurelia entro fine anno? Da Legambiente la richiesta a Sat, Anas e Regione di trovare rapidamente un accordo A Festambiente, il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, tra gli altri, ha a?rontato il tema della Tirrenica e dell?avvio dei lavori per l?adeguamen­ to e la messa in sicurezza del tratto di Aurelia che va da Tarquinia a San Pie­ tro in Palazzi. Stando alle parole del Ministro, i cantieri dovrebbero vede­ re l?avvio entro la fine dell?anno. Se la previsione di Gioavnnini verrà rispet­ tata, per la Maremma si tratterà di una vera svolta. Gli incidenti avvenuti nelle ultime settimane proprio in quel tratto di strada non lasciano spazio a dubbi: la lingua di asfalto che dal confine tosco­laziale arriva fino a Rosignano deve essere messa in sicu­ rezza celermente e senza più tenten­ namenti. Dall?associazione del cigno verde un monito al governo: si passi subito dalle parole ai fatti. ?Le parole del ministro Giovannini ? ha dichiarato Angelo Gentili, coor­ dinatore di Festambiente e compo­ nente della segreteria nazionale di Legambiente ? rappresentano per noi una pietra tombale sul continuo rimandare l?avvio dei lavori per l?ade? guamento e la messa in sicurezza del? l?Aurelia. L?aver scongiurato la realiz? zazione di un?autostrada in Marem? ma è stato un traguardo importante al quale però sono seguiti un vuoto pneumatico decisionale e un eterno rimbalzo di responsabilità che quoti? dianamente mettono in pericolo gli automobilisti. La Toscana e il Paese hanno bisogno di quell?infrastruttura e ne hanno bisogno adesso. L?auspi? cio è che dal Ministero delle infra? strutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini a seguito delle dichiarazioni di Gio? vannini, arrivi un?azione concreta e un impulso a far partire i cantieri. Fino a poco tempo fa, la Tirrenica era in possesso di Sat, società parte? cipata quasi interamente da Aspi (gruppo Atlantia/Benetton). Lo Sta? to ha poi acquistato la maggioranza di Aspi per 9,3 miliardi attraverso un fondo guidato da Cassa Depositi e prestiti. Ancora, formalmente, l?o? perazione non è conclusa: il passag? gio di quote si perfezionerà nel 2022. Anche Legambiente si unisce all?invito del Ministro: SAT, Anas, Regione e Governo centrale trovino un accordo per far partire i lavori al più presto, iniziando dal tratto a due corsie di Capalbio e dagli altri più pericolosi?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 VIVI EVENTI ?Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia? È in pieno svolgimento al Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia dal 20 giugno scorso ? e lo sarà fino al 7 novembre ? la mostra dal titolo ?Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia?, classico appuntamento espositivo ospitato nel piccolo borgo a due passi da Castiglione della Pescaia DI REDAZIONE ? Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia?. Questo è il titolo della mostra archeologica 2021 in corso (dal 20 giugno) all?interno del Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia (Castiglione della Pescaia) che proseguirà fino ad inizio novembre. Due giganti della storia dell?Italia antica, Taras-Taranto, colonia greca di Sparta, e Vatl-Vetulonia, la celeberrima città della dodecapoli etrusca, sono state elevate al ruolo di protagoniste di un grande evento culturale che mette in scena a Vetulonia il primo dei tre atti: due mostre, una al Falchi di Vetulonia e al Nazionale di Taranto, città dove si terrà anche un convegno. Un appuntamento unico e tripartito, che vede protagoniste due realtà, l?una greca e l?altra etrusca, con destini fin dalle origini della loro storia intrecciati con il mare che, con i suoi simboli, si impone come il vero primo attore dell?intera vicenda storica, sociale, economica dei due centri. Il percorso espositivo Il percorso della mostra vetuloniese si esplica in una sorta di racconto espositivo articolato in una serie di episodi distinti, ciascuno posto sotto l?egida di una particolare divinità venerata sia a Taranto che a Vetulonia, la cui narrazione è affidata di volta in volta ad assoluti capolavori dell?artigianato artistico tarantino ed etrusco, quali ad esempio la straordinaria testa di Ercole, replica marmorea romana in dimensioni ridotte del colosso bronzeo eretto nell?acropoli di Taranto da Lisippo nel IV secolo avanti Cristo, o la clava erculea in bronzo, attribuibile a una statua di stile di lisippeo restituita dai resti di uno dei 28 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 quartieri della città antica di Vetulonia. Esposto al MuVet è il dinos dipinto dal pittore di Dario, uno dei maggiori ceramografi italioti, che esibisce sulla faccia principale del vaso Eracle al cospetto del sovrano egizio Busiride, e il cratere monumentale a volute decorato dal Pittore del Sakkòs Bianco, che segnano rispettivamente il passaggio dall?episodio narrativo di Eracle a quello di Dioniso e da quello dionisiaco all?episodio dedicato alla sfera dell?oltretomba. All?intenso dialogo culturale ed artistico che si instaura in età ellenistica (IV-II sec. a.C.) fra la produzione tarantina e quella etrusca si debbono gli straordinari gioielli in oro recuperati nelle sepolture dei membri del ceto abbiente, in particolare femminili, sia in Etruria che a Taranto e nel suo territorio. All?interno del Museo di piazza Vetluna si possono ammirare corone e ricchi diademi in foglie laminate, o a cercine con fastose incisioni floreali, raffinate collane a maglie auree ed armille (bracciali) con terminazioni plastiche a testa di leone, anelli con castone adornato dai personaggi del mito a rilievo, elaborati orecchini dalle fogge più varie originali, a tubo con pendenti ad anfora o a cratere, a pavoncella, a testa di nero o di leone modellati nella forma caratteristica tarantina della navicella, impreziosita da grani aurei. VIVI ???? Il percorso della mostra vetuloniese si esplica in una sorta di racconto espositivo articolato in una serie di episodi distinti, ciascuno posto sotto l?egida di una particolare divinità venerata sia a Taranto che a Vetulonia, la cui narrazione è affidata di volta in volta ad assoluti capolavori dell?artigianato artistico tarantino ed etrusco I commenti «Quest?anno ? ha sottolineato soddisfatto l?ormai ex sindaco di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani in occasione dell?inaugurazione ? abbiamo il piacere di collaborare con due musei archeologici nazionali, quello di Taranto e quello di Firenze, e di rinnovare la collaborazione con il Nucleo tutela beni culturali della Guardia di Finanza di Roma, e questa speciale sinergia ha prodotto un risultato davvero sorprendente. L?attenzione di Simona Rafanelli, direttore scientifico del ?MuVet?, si è spostata verso la parte meridionale della penisola italiana, andando alla ricer- ca dei rapporti intercorrenti fra le diverse culture che nell?antichità hanno popolato la Magna Grecia ove primeggia la colonia greca di Taranto, la cui storia appare intrecciata indissolubilmente con quella delle civiltà indigene». «La mostra evento 2021 ? hanno aggiunto Susanna Lorenzini e Walter Massetti, rispettivamente assessori alla cultura e alla valorizzazione di Vetulonia della Giunta Farnetani ? con l?esposizione nella cornice scenografica di un allestimento estremamente suggestivo, di oltre cento reperti di straordinario valore concessi in prestito temporaneo dal Museo archeologico nazionale di Taranto e, in minor numero, ma sempre di elevatissimo livello qualitativo, da quello nazionale di Firenze, cui si affianca una piccola ma significativa selezione di reperti concessi in prestito temporaneo dal Nucleo tutela della Guardia di Finanza, racconta la trama di questi rapporti culturali e artigianali intessuta intorno alle due città protagoniste della mostra, la greca ? Taras (Taranto) e l?etrusca ? Vatl (Vetulonia). La mostra era stata programmata sin dal 2020 ed ha finalmente visto la luce a giugno, cui ha fatto seguito nel mese di luglio, a Taranto, l?apertura del secondo atto dell?evento, rappresentato da una seconda grande esposizione che vede ospitare un prestigioso corredo principesco di Vetulonia». I reperti della Guardia di Finanza Intanto, la mostra si è arricchita di preziose novità. Da 17 luglio sono entrati in scena nel Museo civico archeologico Isidoro Falchi importanti reperti prestati dal Nucleo tutela della Guardia di Finanza di Roma. «Questa esposizione ? affermano ancora Lorenzini e Massetti ? sta riscuotendo un notevole successo. Sono molti fra castiglionesi e turisti che hanno già visitato la struttura di piazza Vatluna ed ammirato l?incontro far i due ?giganti? della storia dell?Italia antica, Taras-Taranto e Vatl-Vetulonia, che il direttore scientifico del MuVet Simona Rafanelli ha saputo elevare al ruolo di protagoniste di un grande evento cultu- 30 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 rale, articolato nel corso dell?anno in diversi momenti. Quello a Vetulonia è il primo dei tre atti: due mostre, l?una al Falchi e l?altra al Nazionale di Taranto, e un convegno, che si terrà a novembre ancora nel capoluogo pugliese». «La collaborazione con la Guardia di Finanza ? sottolineano ancora con orgoglio Lorenzini e Massetti ? risale al 2013 e rappresenta sia per l?amministrazione comunale, che per il nostro museo un vanto oltreché il fiore all?occhiello delle nostre manifestazioni culturali». Le nuove opere concesse in prestito dalla Guardia di Finanza vanno ad arricchire ulteriormente la Mostra vetuloniese, integrando in particolare gli episodi espositivi dedicati alle creature e ai miti del mare, con uno splendido bassorilievo di età romana in marmo che esibisce un piccolo Eros a cavallo di un ariete marino e con un variopinto piatto ?da pesce? e alla figura di Ercole, con una raffinata anforetta a figure nere di produzione ateniese e un cratere magnogreco a figure rosse che esaltano le imprese maggiori compiute dall?eroe. Due splendidi vasi che vanno ad affiancarsi ad alcune delle opere più apprezzate dal pubblico dei visitatori, come la magnifica testa di Ercole e la clava erculea in bronzo, già illustrate sopra. L?allestimento Unanime il consenso e l?ammirazione rivolti da studiosi, addetti ai lavori, turisti occasionali, appassionati, semplici curiosi per il percorso scientifico-narrativo e per l?allestimento scenografico ed emozionale che si è avvalso quest?anno del prezioso supporto dell?azienda di illuminazione professionale Exenia, dell?apporto pittorico dello street artist Dario Vella e musicale del Maestro Stefano ?Cocco? Cantini, autori rispettivamente del contesto affrescato e della colonna sonora dedicata che accompagnano la narrazione espositiva affidata ad una selezione di capolavori dell?artigianato artistico tarantino ed etrusco. Orecchini in oro a navicella. Da Taranto, ex Collezione Rotondo. 350-300 a.C. Museo Archeologico Nazionale di Taranto-MarTA Dinos (vaso panciuto a bocca larga per mescolare vino e acqua) a figure rosse del pittore di Dario, 320 a.C. ca., con Ercole e il re egiziano Busiride Diadema aureo con decorazione a foglie in lamina. Da Perugia, necropoli dello Sperandio. 300 a.C. ca. Museo Archeologico Nazionale di Firenze-MAF Info utili L?ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione (obbligatoria) telefonando ai numeri 0564 948058 - 0564 927241, oppure inviando una mail a: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI EVENTI ?Maremma. Paesaggi 1870 2020?, una mostra celebra i colori della nostra terra DI MARCO FIRMATI* ?Maremma. Paesaggi 1870-2020?: è il titolo della mostra a cura di Marco Firmati, Andrea Granchi, Francesca Petrucci, allestita al Polo Aldi di Saturnia dal 27 giugno scorso, fino al prossimo 9 gennaio. L?esposizione voluta da Tema Vita presenta opere di artisti dal 1870 ad oggi, accomunati dall?amore per la nostra terra, in cui protagonista è la natura, rappresentata attraverso il punto di vista soggettivo dei singoli pittori 32 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 A cinque anni dalla sua apertura, il Polo Pietro Aldi di Saturnia presenta al pubblico una nuova importante proposta culturale relativa ai paesaggi della Maremma realizzati tra il 1870 e il 2020 da undici artisti che per la maggior parte vi sono nati e vissuti o che, comunque, l?hanno amata per la vita. Nella foto la sala dedicata agli artisti Luigi Doni e Carlo Bertocci Pietro Aldi La data segnata a inizio del percorso è un omaggio a Pietro Aldi, ospite dell?iniziativa, che mai è stato paesaggista, ma che spesso ha disegnato e dipinto paesaggi come sfondo dei suoi quadri di storia e di cui in questa occasione vediamo toccanti vedute della terra natia, ritratte dalle finestre di casa durante le numerose occasioni di convalescenza nella sua pur breve vita. I paesaggi dipinti da Pietro Aldi introducono, quindi, l?esposizione e ne chiariscono il significato: le visioni della Maremma ospitate a Saturnia sono interpretazioni soggettive, ispirate agli autori da una loro particolare affettività al territorio e forse la mostra si poteva intitolare ?Amare la Maremma?, dato che gli artisti presenti hanno letto quello che vedevano con linguaggi individuali e diversificati, ma con la stessa tensione emotiva verso la terra di origine o di affezione. Aldi, si diceva, pittore di storia per eccellenza, della stirpe egregia di Luigi Mussini, direttore lodato dell?Accademia di Siena, ultima roccaforte del Purismo che, già nel 1874, per realizzare il dipinto della Sconfitta di Corradino di Svevia a Tagliacozzo, vincitore del Premio Biringucci presso la Società Senese delle Pie Disposizioni, realizzò un vasto orizzonte illuminato al tramonto che ricorda i trionfi di luce goduti nella sua Manciano, riproposti in alcuni studi in mostra. Sono, questi ultimi, piccoli dipinti di forma allungata che riprendono il formato dei coperchi delle scatole di sigari adottate spesso dai Macchiaioli e viene il sospetto di una qualche simpatia dell?Aldi per la loro pittura ormai celebre a fermarsi davanti al Muro bianco, forse per caso evocativo del simile soggetto dipinto da Fattori nel celeberrimo In vedetta. La dedizione dell?Aldi al paesaggio, fino ad allora esercitata per il legame embrionale alla terra natia, si rese necessaria per eseguire l?Apparizione PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? La mostra, intorno al ?cuore? logistico, riservato ai dipinti e ai disegni di Pietro Aldi, al primo piano della palazzina del Polo propone, in ordine cronologico, le opere di artisti attivi nella prima metà del Novecento: Paride Pascucci, Memo Vagaggini, Carlo Gentili, Vittorio Granchi Pietro Aldi, Scogliera Nella foto il Polo Aldi in occasione dell?inaugurazione della mostra della Madonna col Bambino a San Paolo della Croce, un?opera impegnativa richiesta nel 1880 per il convento della Presentazione al Tempio di Monte Argentario, il cui bozzetto, custodito nella chiesa di Santa Maria Assunta a Talamone, appare dipinto ?dal vero?, durante sedute all?aperto che hanno portato all?esecuzione di numerosi altri disegni e studi pittorici. Molti, si è detto, i paesaggi realizzati da Pietro Aldi guardando oltre le finestre, piccoli saggi rimasti presso gli eredi a testimoniarne la dimensione intima e privata: i bozzetti ci hanno confermato la sua visione di una Maremma affettuosa, rasserenante e altamente ispiratrice, come quella manifesta nell?esclamazione lieta di Felicia Dorothea Hemans: ?Verde Maremma! Uno splendido deserto ricolmo di sole?. Queste parole potevano essere il titolo della mostra, perché evocative delle trasfigurazioni attuate nelle opere dagli autori, ma, in ultimo, abbiamo preferito un richiamo più neutro, per invitare ogni visitatore a scoprire di persona le variegate letture di questa terra presenti nelle sale. Gli artisti del primo Novecento La mostra, intorno al ?cuore? logistico, riservato ai dipinti e ai disegni di Pietro Aldi, al primo piano della palazzina del Polo propone, in ordine cronologico, le opere di artisti attivi nella prima metà del Novecento: Paride Pascucci, Memo Vagaggini, Carlo Gentili, Vittorio Granchi. 34 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Negli anni Trenta del secolo scorso, Paride Pascucci (1866-1954) si era ritirato nella nativa Manciano e, abbandonata la tematica realistica degli esordi, si dedicava al paesaggio, spesso introducendo nelle ampie visioni di orizzonti aperti, piccole figure umane ? mietitori, pastori, bacchiatori ? non più sofferenti o vittime, ma attivi coralmente in accordo vitale con i ritmi e i cicli della natura. Questa sua ultima produzione lo presenta come figlio devoto di una terra generosa, riscoperta e cantata con sguardo sereno, dimentico dei lutti, miserie e carestie, che avevano caratterizzato le denunce sociali proposte dai suoi primi lavori. In parallelo cronologico a questa sua ultima fase creativa, troviamo i poetici lavori di Memo Vagaggini (18921955), protagonista del Novecento italiano, che della sua terra propone assorte letture silenziose, costruite per volumi e cromie secondo regole matematiche che riportano alla perfezione ideale della cultura rinascimentale. Ben diversa la percezione del territorio maremmano proposta dal grossetano Carlo Gentili (1910-1996) che, negli stessi anni Trenta, si affaccia all?arte con la gestione di una bottega artigiana in piazza della Palma, ben presto eletta a luogo di aggregazione dagli intellettuali cittadini. Dà seguito all?esperienza di animatore culturale nel dopoguerra, quando è tra i fondatori del Circolo Artistico Grossetano che dal 1946 gestisce ?La Chimera?, la prima sala stabile Memo Vagaggini per esposizioni della città, riveste ruoli nella pubblica amministrazione e, nel suo comportamento civico e sociale, propone l?entusiasmo per la moderna tecnologia applicata a favore del positivo sviluppo economico della Maremma: la ritrae in diapositive e fotografie, che usa come materiali di studio per elaborare le pitture attestanti il riscatto di un territorio ubertoso e fertile, dimentico della cattiva fama che lo caratterizzava. Le opere di Vittorio Granchi chiudono la sezione del primo Novecento e traghettano la tradizione romantica corottiana e del naturalismo europeo verso i nuovi linguaggi del secolo: a differenza dei precedenti maestri, Vittorio non nasce in Maremma, ma se ne innamora conoscendo la futura moglie Noris, nativa dell?Amiata, e prende a frequentarla nelle vacanze annuali che gode come illustre restauratore del Gabinetto della Soprintendenza alle Gallerie di Firenze. Forse perché eseguiti in momenti sospesi di serena feria estiva, i paesaggi di Vittorio Granchi comunicano visioni incantate del territorio còlte in illuminazioni insolite per inquadrature cromatiche, tra le più emozionate presenti in mostra. Gli artisti contemporanei L?esposizione è completata nel piano inferiore con le opere dei cinque artisti viventi, ancora interessati agli stessi paesaggi, ma con risultati di spiccata visionarietà tanto da spostare la ?descrizione? verso una dimensione più mentale, evocativa e di memoria. Il cambiamento verificatosi negli stili e nei linguaggi nella seconda metà del Novecento si avverte subito per la grande dimensione scelta nelle opere da Luigi Doni (nato a Palaia nel 1947), che evoca il visibile anche attraverso i materiali concreti, raccolti nei luoghi descritti, applicati alla tela per restituire l?immersione naturale in una fusione dei sensi che evoca il divenire universale. Il suo paesaggio maremmano è denso di colori e materia, misterioso e indefinito, attraente come un gorgo in cui inabissarsi, del tutto opposto alla visione geometrica e nitida che della stessa terra coglie Carlo Bertocci, nato a Castell?Azzara nel 1946 e, nonostante i molti anni trascorsi lontano, sempre affettuosamente legato al suo paese, dove ha realizzato nel 2006-2007 un poetico monumento bronzeo con l?autobiografico Ragazzo che guarda lontano (quel mazzolin di fiori). Esponente di spicco del movimento della Pittura colta guidato dal critico Italo Mussa, negli anni Ottanta Carlo Bertocci ha definito il suo linguaggio ispirato alla corrente metafisica e ha iniziato a proporre immagini che non escludono il quotidiano, ma appaiono momenti cangianti la realtà, come fossero sogni o racconti fantastici, inafferrabili, immaginari, spesso ricchi di significati simbolici ispirati alla classicità, a renderli lontani e silenti. Il fiorentino Rodolfo Ceccotti è stato accolto, in questa mostra, tra i Maremmani-doc perché per la prima volta, da bambino, vide il mare a San Vincenzo e, da allora, non ha smarrito l?innamoramento per quella terra, eletta a soggetto di una vasta produzione di dipinti e incisioni, presentata in mostre importanti da Antonio Natali che, oltre a lui, da critico amico storico dell?arte, predilige Adriano Bimbi (Bibbona, 1952), di cui ha curato esposizioni personali sull?attività di pittore e scultore, i due aspetti che l?artista propone anche a Saturnia. Nella saletta che occupano i lavori di Rodolfo Ceccotti e Adriano Bimbi, improntata a una sobria cromia in bianco/nero, si propone, della Maremma, l?aspetto più romantico e drammatico, di alberi secolari squarciati da fulmini, case diroccate, cipressi spauriti, e in questo ritrovato accordo di suoni, tra disegno e tridimensionalità, i due artisti fanno emergere l?anima antica, naturale e primitiva della terra da entrambi prescelta a musa ispiratrice. Altrettanto armoniosa, nel passaggio del testimone tra generazioni diverse, la sala dedicata ad Andrea Granchi (Firenze 1947) e Jacopo Ginanneschi (Castel del Piano, 1987), che della terra grossetana esaltano l?aspetto onirico e misterioso, secondo linguaggi e tecniche individuali e riconoscibili. Il Granchi, legato alla Maremma da tradizioni familiari, la riconosce, in particolare nei cicli pittorici degli anni Ottanta legati al prediletto tema del ?viaggio?, come PRIMO PIANO ? VIVI ? 35 VIVI Adriano Bimbi ???? La mostra, organizzata dal Polo Culturale ?Pietro Aldi? con il sostegno di Banca Tema e Tema Vita, è un racconto per immagini attraverso i colori e i luoghi più noti della Maremma meta di un cammino vitale e ne carica le visioni di apparizioni esoteriche, del mondo etrusco luciferino e notturno, animato da presenze iconiche e colossali, tracce di vite lontane adombrate nei miti e nella storia, che egli fa riscoprire dalla forza rivelatrice della luce come conoscenza; ma anche Jacopo Ginanneschi, il più giovane tra i contemporanei, appare sensibile alla magia delle apparizioni, dei segnali segreti, delle animazioni fantastiche che spesso rimandano, nelle sue lucidissime vedute, per lo più ispirate ai caratteri e alla natura dell?Amiata, alla Terra di Mezzo di Tolkien, oltre che a suggestioni della pittura tedesca del primo Ottocento e alle visioni surreali di Magritte. Il catalogo Come credo si intenda, la mostra di Saturnia è varia nei linguaggi e nelle proposte, ben illustrati nel catalogo edito da Effigi, a cura di Marco Firmati, Andrea Granchi, Francesca Petrucci: a esaminare le opere degli artisti presenti, il volume ospita importanti saggi critici di Eliana Princi, Antonio Natali e Alessandro Vezzosi che, alla luce delle loro specifiche competenze, analizzano gli artisti a loro più consoni per gli studi pregressi o per affinità 36 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 espressive. Conclude il catalogo un saggio di Mauro Papa dedicato alla sezione della mostra da lui curata nel Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto, in cui si propongono interessanti paralleli fra le pitture e le fotografie di paesaggi, che invitano ad approfondimenti futuri. Info utili La mostra, su progetto architettonico e allestimento dello Studio di Architettura Andrea Milani, è aperta fino al 9 gennaio 2022 e visitabile gratuitamente; è corredata di informazioni su opere e artisti in italiano, inglese e tedesco tramite un?applicazione per smartphone o semplicemente attraverso la scansione dei QRcode apposti su ogni didascalia. Un breve video, realizzato da Moviement HD, è proiettato nella mostra e accessibile tramite il sito web del Polo Aldi, presentando l?esposizione e stabilendo un suggestivo e stringente collegamento tra le opere e il paesaggio maremmano che le ha ispirate. Info e orari di apertura: tel. 0564 601259, mail info@poloaldi.it, web www.poloaldi.it *Curatore mostra e direttore del Polo Culturale Pietro Aldi VIVI EVENTI La grande epopea longobarda e la nascita della Toscana in mostra al Museo archeologico a Grosseto Narrare la grande epopea longobarda che ha caratterizzato e trasformato anche il territorio grossetano, lasciando un?impronta forte nella storia. Questo il senso della mostra ?Una terra di mezzo. I longobardi e la nascita della Toscana?, allestita da fine luglio a Grosseto al Museo archeologico e d?arte della Maremma DI REDAZIONE 38 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 È in corso da luglio fino al prossimo 6 gennaio la mostra ?Una terra di mezzo. I longobardi e la nascita della Toscana?, allestita da fine luglio a Grosseto al Museo archeologico e d?arte della Maremma. L?esposizione, curata da Chiara Valdambrini, direttore scientifico del MAAM, e da Barbara Fiorini, architetto, nasce con l?obiettivo di narrare la grande epopea longobarda che ha caratterizzato e trasformato anche il territorio grossetano, lasciando un?impronta forte nella storia. Un progetto rivolto al grande pubblico, ma anche a tutti gli addetti ai lavori che hanno accolto con piacere l?idea di questa mostra ed hanno dato il loro fondamentale contributo nella selezione del materiale da esporre e nel catalogo che accompagna l?esposizione, rinnovando e arricchendo quanto già noto sulla Tuscia. ?Siamo fieri di proporre al pubblico questa mostra ? hanno commentato il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Agresti in occasione dell?inaugurazione ? che racconta come la presenza longobarda nel nostro territorio non sia stata solo un passaggio sfuggente, ma una presenza fissa e stabile, come dimostrano i contesti e gli oggetti esposti. Un evento importante, che rientra a pieno titolo nel lavoro che stiamo mettendo in campo per la candidatura di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024. Ringraziamo le curatrici della mostra Chiara Valdambrini e Barbara Fiorini, Promocultura, il comitato scientifico, gli studiosi coinvolti a livello nazionale e internazionale per il catalogo, gli enti e i musei che hanno concesso i reperti in prestito, i restauratori e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra?. ?Due sono stati gli stimoli importanti ? spiegano il direttore scientifico del Maam, Chiara Valdambrini e l?architetto Barbara Fiorini ? riprendere in mano dopo anni, in una visione d?insieme, il Ducato di Tuscia (odierna Toscana e alto Lazio) nel periodo longobardo e raccontare la storia dei suoi confini, fino a raggiungere i luoghi a noi più vicini. È proprio tra il 568 e il 774 (durata del Regno Longobardo) che in tutta Italia avviene il grande cambia- mento: un nuovo popolo, una nuova gestione, nuovi equilibri, un percorso intriso di suggestione e domande sul quale plasmare il futuro. Una riorganizzazione generale che ha pian piano scardinato ogni certezza preesistente, verso una nuova era?. La mostra si sviluppa in quattro sezioni, con un allestimento di impatto, basato sull?idea dell?intreccio simbolo della compenetrazione tra autoctoni e ?invasori?, ma anche tratto distintivo di alcune decorazioni che troviamo frequentemente negli oggetti longobardi e nei decori artistici. La prima sezione, nella sala d?ingresso, accoglie il visitatore nella ?terra di mezzo? dove compaiono oltre al titolo e l?incipit dell?Origo Gentis Langobardorum due mappe, una dedicata alla migrazione e una alla progressiva conquista longobarda. Nella fascia superiore appare una timeline essenziale che inizia con il 568 e termina con il 774 (durata del Regno). La seconda sala, totalmente immersiva e sensoriale, è dedicata a ?Goti, Bizantini e Longobardi?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 39 VIVI ???? L?esposizione che potrà essere visitata fino al prossimo 6 gennaio racconta come la presenza longobarda nel nostro territorio non sia stata solo un passaggio sfuggente, ma una presenza fissa e stabile, come dimostrano i contesti e gli oggetti esposti Qui troviamo ricostruite due sepolture femminili con corredo provenienti da Chiusi (Santa Mustiola e Ospedale Pubblico) entrambe con deformazione cranica, il tesoro di Galognano, la lamina di Agilulfo e l?anello sigillo di Faolfus. Di sottofondo una voce che recita l??atta unsar? (Padre Nostro in gotico) su tema musicale evocativo il cui testo è riportato in una delle pareti della sala. È la voce del grossetano Fabio Cicaloni a recitare la preghiera. La terza sezione è dedicata al Ducato di Tuscia e ad alcuni temi generali sul popolo Longobardo. In questa sala si trova la gran parte degli oggetti protagonisti della mostra. 40 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Al centro ci sono i reperti di Roselle affiancati da quelli del territorio maremmano (Salica, Casette di Mota, Grancia, Talamone, Saturnia, Semproniano, Podere Macereto, San Martino sul Fiora, Pitigliano, Vetricella, Castiglione della Pescaia), tutto intorno, in una esplosione centrifuga, troviamo le altre testimonianze materiali che provengono dal resto del Ducato. I luoghi protagonisti sono: Roselle, Luni, Fiesole, Lucca (con il fantastico scudo di Villa Guinigi), Volterra, Pisa, Area senese (Aiano-Torraccia di Chiusi, Sovicille), Arezzo, Chiusi, Pistoia, la Maremma toscana e alto laziale, Chiusa del Belli (Farnese), Bolsena, Perugia, Isola del Giglio e Formiche. Segue un corner con la ricostruzione a cura de ?La Fara? di due abiti longobardi, uno maschile ed uno femminile. Ad accompagnare il percorso due punti multimediali, uno con il corto-promo della mostra e un video-documentario a cura della scrittrice e influencer Maria Angela Galatea Vaglio, che racconta l?arrivo di Alboino, la storia di Teodolinda e la figura di Paolo Diacono, realizzato da Francesco Rossi e Luca Deravignone, mentre nell?altro si proietterà un video approfondito sull?abbigliamento e gli accessori longobardi preparato dall?associazione ?La Fara?. VIVI L?ITINERARO DEL MESE Foto Giuseppe Guerrini Il borgo di Campagnatico e il suo ?superbo? signore Omberto Aldobrandeschi Campagnatico Campagnatico è un borgo sorprendente che cela tanti meravigliosi monumenti e tanta storia, come quella di Omberto Aldobrandeschi, signore di Campagnatico. Una figura che si erge titanica nelle vicende medievali della Maremma Toscana e che legò per sempre il suo nome a questo luogo dove fu ucciso, nella seconda metà del XIII sec. - Prima parte DI DAVID BERTI L a camera da letto è illuminata dalla traballante fiamma del camino. Le ombre si proiettano mobili sulle pareti di pietra. Omberto chiude la porta. Il pavimento di legno scricchiola a ogni passo. Si leva il mantello rosso e lo pone sul baule. Una volta sfilati gli stivaletti neri con la punta all?insù, vi appoggia sopra anche le brache di tela e la camicia di lino. Entrambe gialle. Già, il rosso, il nero e il giallo oro sono i colori della sua potente e nobile famiglia: quella degli 42 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Aldobrandeschi, signori di Maremma. E lui, secondogenito di Guglielmo, conte di Sovana e Pitigliano, è fiero del suo casato. Depone la spada al fianco del letto e nasconde il pugnale sotto i voluminosi cuscini accostati alla testata, sui quali, a breve, avrebbe appoggiato le spalle provando a prendere sonno. Sono tempi perigliosi. Non può sentirsi al sicuro neanche nel suo castello di Campagnatico. «Maledetti senesi! Fareste di tutto per vedermi morto». Si corica. Fissa il fuoco inquieto come la sua mente. «Avidi serpenti ghibellini! Volete conquistare la Maremma. Prendervi un boccone alla volta le terre dei miei avi. Infami! Avete provato ad annettere il castello di Sassoforte e di Campagnatico in mia assenza, quando ero impegnato a capo dell?esercito di Orvieto a sconfiggere le truppe di Todi e di Foligno». Uno scoppiettio più vigoroso della Foto Giuseppe Guerrini Campagnatico, Santuario di Santa Maria delle Grazie legna lo fa trasalire. Lancia una fugace occhiata alla stanza, per perdersi, poi, di nuovo tra i pensieri. «Siete degli illusi! Al mio ritorno avete visto con chi avete a che fare. E ora? Spalleggiate Grosseto che si ribella alla mia autorità per non pagare il tributo dovuto». Digrigna i denti e stringe i pugni. «Come fanno quelle genti a non capire che diventeranno serve di un padrone più ingordo e crudele, accogliendone i soldati? Vili senesi avete detto che me la farete pagare perché ho incarcerato i vostri ambasciatori. Ma io non tratto con chi vuole venire a rubare in casa mia. Combatto!» Lentamente cede alla stanchezza e si addormenta. La fiamma è estinta e la camera rischiarata solo dalla viva brace, quando la porta si apre con un lieve cigolio. Le palpebre di Omberto si contraggono in un impercettibile spasmo, ma non si schiudono. Entrano furtiva- mente degli uomini che indossano sai. Si avvicinano al letto. Uno di loro scioglie il cordone che gli cinge la vita. Quando stanno per piegarsi sul conte, un asse del pavimento crepita più del dovuto. L?Aldobrandeschi sgrana gli occhi. Afferra il pugnale, mentre i sicari si gettano su di lui. Riesce a ferirne uno prima di essere immobilizzato e cinto intorno al collo con la funicella. Si divincola. Rantola. Le pupille dilatate non implorano, non sono specchio di terrore, ma di odio e superbia. Prima che perda coscienza, uno degli assassini gli sussurra all?orecchio: «La Repubblica di Siena ti manda i suoi saluti?» ordinate file, ombreggiano strade bianche che portano a casali di pietra. Oltre, il verde smeraldo di boschi mediterranei, che rivestono colli più elevati, ma non più aspri, circonda in un abbraccio sensuale il paesaggio modificato dalla mano esperta e paziente dell?uomo in una sostenibile, fertile bellezza. L?animo si placa percorrendo la strada che sale morbida e sinuosa a Campagnatico. Poco più di 20 chilometri da Grosseto e pare essere catapultati in un?altra dimensione. Presagio di armonia dell?essere, di singolari incontri, di misteriose storie e aneddoti di un passato remoto e prossimo, di un patrimonio di tradizioni da scoprire. Ocra di campi di grano trebbiati, tinte caffè di altri già arati, argento di foglie di ulivi: riquadri terreni di una scacchiera policroma adagiata su dolci e arrotondate colline. Qua e là, coppie di cipressi, che si susseguono prossime in Parcheggio all?ingresso del paese. Pochi passi e alla mia sinistra si staglia il santuario di Santa Maria delle Grazie. Non lo visiterò ora, qui ho un appuntamento più tardi con Don Marius. Mi dirigo sulla destra in un bel- PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 Foto Giuseppe Guerrini VIVI Campagnatico, Piazza Dante Alghieri ???? Omberto è citato da Dante nella sua Divina Commedia ed in particolare nel Canto XI del Purgatorio, consegnandolo all?immortalità. È collocato nella I Cornice, tra i superbi, costretto a tenere il volto chino a causa del grande macigno che porta sulle spalle 44 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 lissimo parco attrezzato per bambini. Mi siedo su una panchina all?ombra di un frondoso albero. Voglio respirare, fare mia l?atmosfera del luogo. Il denso silenzio è rotto solo da gioiose strida di fanciulli. Si rincorrono, si arrampicano sotto gli occhi attenti dei nonni. Già, qua il tempo sembra essersi fermato. La solidarietà generazionale non interrotta, non destabilizzata. Con incedere placido, mi dirigo all?interno del centro storico. Mi accoglie una piazza di armonica, suggestiva magnificenza. Una bomboniera non sfarzosa, artigianale, dove ogni particolare sembra essere stato curato con accortezza dal tempo e dall?uomo. È dedicata al sommo poeta: Dante. Una targa ricorda che qui fu ucciso, nella seconda metà del XIII sec., Omberto Aldobrandeschi, signore di Campagnatico. Una figura che si erge titanica nelle vicende medievali della Maremma Toscana e che legò per sempre il suo nome a questo borgo. Come? Spostiamo indietro le lancette del tempo? A metà del Duecento, la ghibellina Siena aspira al controllo della Maremma. Con essa otterrebbe scali commerciali lungo la costa, risorse minerarie e il possesso delle saline. Ambizioni che si scontrano con gli interessi degli Aldobrandeschi, i quali, da circa un paio di secoli, dominano queste terre attraverso un articolato e complesso sistema di castelli. Questo nobile casato non si identificherà mai con un centro abitato esteso e di nuova concezione, tantomeno in una comunità di persone. Conserva il vassallaggio come modello di gestione del potere. In un periodo che vede la genesi e lo sviluppo dei comuni, tale ordinamento inizia a risultare anacronistico. Siena ne è consapevole e, con la scusa di appoggiare l?indipendenza e le aspirazioni comunali dei paesi di Maremma, li assoggetta. In questo quadro, intorno al 1255, mentre il conte Omberto Aldobrandeschi si trova in Umbria a capo dell?esercito orvietano, la Repubblica del Palio ne approfitta per occupare alcune roccaforti, tra cui quella di Montorsaio a pochi chilometri dal castello di Campagnatico, infeudato ai Visconti di Campiglia, ma sottoposto alla sua signoria. Al ritorno, furioso, prima si reca a Firenze per chiedere appoggio politico e militare, poi muove guerra contro i senesi riuscendo a riconquistare alcuni fortilizi. Questi gli inviano degli ambasciatori. Lui li imprigiona nella rocca campagnatichese. Ma non si limita a ciò, organizza sistematici assalti ai loro convogli commerciali diretti a Grosseto; quasi a dirgli che la Maremma è terra inospitale per loro e che devono volgere lo sguardo verso altri lidi. Omberto rappresenta una spina nel fianco per la Repubblica ghibellina, uno sbarramento alla necessaria espansione verso il mare. Deve essere eliminato a tutti i costi. E ci riescono nel 1259. Una versione riguardo alla sua morte è quella riportata sulla lapide affissa nella piazza dove mi trovo: il conte, accerchiato dai nemici, combatte impa- vido e fiero finché non cade esamine sul selciato di quest?angolo del paese. Un?altra, più probabile, lo vuole ucciso nel sonno da mercenari travestiti da frati, come attesta un cronista senese del Trecento, certo Angelo Dei. Inoltre, a sostenere questa ipotesi, sono anche il Montauri e il Tommasi segnalando documenti dai quali si evince che nel 1259 Siena versò, a quelli indicati come i sicari, delle somme di denaro per dei servizi resi in Campagnatico. Perfino il famoso pittore mancianese Paride Pascucci, nel 1897, raffigurò questa versione dell?omicidio di Omberto in un dipinto oggi custodito all?interno del Palazzo della Provincia di Grosseto. Giro di poco lo sguardo e noto un?altra stele. Vi è trascritta una terzina dantesca, tratta dal Canto XI del Purgatorio. È dedicata a Omberto. Ebbene sì, il sommo poeta parla del conte nella Divina Commedia, consegnandolo all?immortalità. In verità, le terzine che si incentrano sulla sua figura, e in cui è citato anche Campagnatico, sono ben otto. È collocato nella I Cornice, tra i superbi, costretto a tenere il volto chino a causa del grande macigno che porta sulle spalle. È ancora fiero del padre Guglielmo e delle opere dei suoi antenati, ma ammette una colpa: quella di esser stato così protervo da disprezzare tutti gli uomini e dimenticare che siamo tutti figli della stessa madre. Continuo a osservare zelante ogni particolare della piazza per assorbirne l?equilibrata bellezza. Ora gli occhi si posano sulla facciata in arenaria di una piccola chiesa. Incanto! Non credo di aver mai visto niente di simile in tutta la Maremma Toscana. Nella sua semplicità è di imbarazzante splendore. In stile romanico a conci di pietra a vista, è caratterizzata da un portale centrale archivoltato affiancato da due ampie arcate a tutto sesto. Sotto le falde del tetto, proprio al centro del triangolo formato dalle loro pendenze, una croce templare. È la Chiesa di Sant?Antonio PRIMO PIANO ? VIVI ? 45 Foto Giuseppe Guerrini VIVI Ex Chiesa di Sant?Antonio Abate ???? Omberto fu una spina nel fianco per la Repubblica ghibellina di Siena, uno sbarramento alla necessaria espansione verso il mare e per questo doveva essere eliminato a tutti i costi. Ci riuscirono nel 1259? Frammenti di affreschi risalenti tra il XIV e il XV sec. rivenuti durante il restauro dell?ex Chiesa di Sant?Antonio Abate Abate risalente al 1100. Sconsacrata, fu trasformata in teatro tra il 1860 e il 1883. Nel corso dei recenti restauri, sono venuti alla luce frammenti di affreschi databili tra il XIV e il XV sec. Mi avvio verso l?entrata. Nel varcare la soglia, un brivido. Un soffio d?aria gelida mi investe. Mi sento inquieto. Forse solo la suggestione di trovarmi nel luogo in cui la tradizione vuole che sia stato sepolto il leggendario Omberto Aldobrandeschi. Prima di lasciare la piazza, scorgo una singolare meridiana sulla facciata di un palazzo. Fu realizzata nel 1883 da Ulisse Crocchi su commissione dei signori Emilio e Silvio Rossi. Riporta un curioso elemento: un?incisione informa che ritarda al meridiano di Roma minuti 5 secondi 4. Ossia che a Campagnatico il sole sorge e tramonta un po? dopo rispetto alla capitale. Sinceramente pensavo che la differenza fosse molto minore, visto il minimo scarto di longitudine tra i due luoghi. Ora il busto è leggermente piegato in avanti e il fiato corto, mentre percorro il tratto in salita che conduce alla Rocca Aldobrandesca. Si susseguono graziose abitazioni. Alcune ingentilite da piante ornamentali poste accanto a usci o sospese su terrazzini. Nei vicoli s?incanalano lievi folate di vento che sanno di geranio, di glicine, di terra arata, di bosco, ma con una punta di salmastro. Già, il mare non è poi così distante da qui. E certamente il maestrale lo rende più prossimo. All?improvviso, la Rocca che fu di 46 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Omberto. Domina: il paese, la Valle dell?Ombrone, le colline circostanti. Una massiccia torre quadrangolare in pietra, con basamento a scarpa, si staglia altera verso il cielo. Addossata a un alto drappo murario, dona solidità e potenza al complesso. Vi si aprono finestre su più livelli, recentemente chiuse con delle vetrate. Un gioco di luci crea un?ombra dietro una di esse, quella che guarda verso Siena. Ricorda la sagoma di un uomo. La mente vola. Immagino il conte che scruta l?orizzonte, accarezzando con lo sguardo la sua terra e maledicendo la Ghibellina Repubblica. No, non ha il volto rivolto a terra come nella Divina Opera di Dante. La schiena è dritta. Nessun macigno sulle spalle, ma un grande peso che gli soffoca il cuore. Mi distolgo da queste fantasie, il viaggio alla scoperta di Campagnatico deve continuare? Fine prima parte Rocca Aldobrandesca VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Racconti di-vini, viaggio alla scoperta delle terre del Morellino di Scansano DI GIADA RUSTICI Viaggio alla scoperta del Morellino di Scansano, un grande vino sempre più apprezzato che nasce in una delle aree più inviolate e incontaminate dell?intera Toscana: la zona interessata comprende una morbida fascia collinare e pedecollinare situata nella parte costiera più a sud della regione, racchiusa tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Albegna 48 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Scansano L a Maremma sa di vino. Lo si sente nei viottoli dei borghi, nelle colline arse dal sole, nei filari che dominano scorci mozzafiato. La Maremma sa di vino e lo si sente ribollire nelle storie e nelle tradizioni della sua gente che rispecchiano l?aspetto più autentico di questa terra, rappresentandone la bellezza, la passione e la genuinità. Furono gli Etruschi ad introdurre la coltivazione della vite in Maremma, influenzati dalla cultura greca, dando così il via alla tradizione enologica che conosciamo e che è apprezzata in tutto il mondo. Nel grande patrimonio maremmano e toscano, il Morellino di Scansano è senza dubbio uno dei vini più conosciuti e apprezzati, sia in Italia che all?estero. L?identità di questo rubino maremmano dal sapore caldo e asciutto affonda le sue radici nell?antichità. Il termine ?Morellino? è stato introdotto, intorno al 1700, dai viticoltori di Scansano per indicare il loro vino. Secondo la tradizione, prende il nome dai cavalli detti ?morelli?, cioè dal mantello scuro, solitamente nero ma che può presentare sfumature rossastre. Il colore, il vigore e l?intensità del manto di questi cavalli, che venivano utilizzati per trainare le carrozze delle famiglie e dei funzionari che si spostavano a Scansano, ricordano il colore e la personalità del vino prodotto in queste zone. La denominazione Morellino di Scansano DOC è stata istituita nel 1978 e più di recente, nel 2007, la denominazione del Morellino di Scansano è diventata una DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). In realtà, la viticoltura era già sviluppata nella zona dall?antichità, da quando gli Etruschi iniziarono a produrre ed esportare il vino. In epoca medioevale molte citazioni di studiosi e ricercatori esaltavano l?eccellenza delle condizioni pedo-climatiche che l?area scansanese garantiva per la coltura della vite, che ebbe particolare protezione con apposite norme statutarie, molte delle quali stabilivano multe salatissime per chiunque danneggiasse le vigne locali. Dal tardo Medioevo, il timore di essere colpiti dalla malaria spinse la popolazione della pianura maremmana, quella delle zone più acquitrinose e esposte al rischio, a spostarsi verso la zona collinare della provincia di Grosseto: questo fenomeno migratorio, definito ?estatatura?, portò all?arrivo nel comune di Scansano di diverse famiglie benestanti che investirono sul suo territorio, valorizzando la pratica vitivinicola così prospera e diffusa in passato. Da quel momento in poi Scansano si affermò come la capitale vinicola della Maremma. Il Morellino di Scansano nasce in una delle aree più inviolate e incontaminate dell?intera Toscana: la zona interessata comprende una morbida fascia collinare e pedecollinare situata nella parte costiera più a sud della regione, racchiusa tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Albegna. Seguendo i filari di vite che attraversano la Maremma Toscana si va alla scoperta di antichi borghi come Scansano e Magliano in Toscana, Manciano e Montemerano, Campagnatico, Roccalbegna e Semproniano, fino ad arrivare a Grosseto e alla costa, da Castiglione della Pescaia all?Argentario: un viaggio in cui riaffiorano dal passato le memorie etrusche, le testimonianze medievali e soprattutto le tradizioni contadine da sempre legate alla terra. Scansano è il borgo del Morellino e la prima tappa di questo giro nella Maremma del gusto. Per conoscere le origini del paese è consigliata la visita al Museo Archeologico dove sono conservati i reperti etruschi e romani. Situato su un poggio che si innalza a cavallo tra la Valle dell?Ombrone e la valle dell?Albegna, tra la costa e le pendici del Monte Amiata, in un punto aperto da cui è possibile godere di splendidi e vasti panorami e in una zona della Maremma toscana ricca di reperti archeologici del periodo etrusco-romano, Scansano probabilmente trae il suo nome da Santo Ansano, martire cristiano che predicò il vangelo in queste zone. Addentrandosi nel centro storico a piedi si percepirà immediatamente il tipico fascino dei borghi antichi: sparse nel groviglio di stradine spuntano di tanto in tanto numerosi edifici di origine medievale, tra i più importanti Palazzo Vaccarecci, la chiesa di San Giovanni Battista, il Palazzo Pretorio, l?antico Ospedale dei pellegrini, il teatro. Avventurandosi nella campagna toscana in direzione del mare si staglia in lontananza un piccolo borgo fortificato: Magliano in Toscana. La sua origine è etrusca, era l?antica Heba, e successivamente divenne municipio romano, mantenendo il nome etrusco. In un patto sti- PRIMO PIANO ? VIVI ? 49 VIVI ???? Seguendo i filari di vite che attraversano la Maremma Toscana si va alla scoperta di antichi borghi come Scansano e Magliano in Toscana, Semproniano, Roccalbegna, Campagnatico, fino ad arrivare a Grosseto Magliano in Toscana pulato da Uguccione dei conti Aldobrandeschi nell?anno 1097 per la prima volta è nominato Magliano indicato come centro di una corte, forse già sede di un castello. Molto caratteristico risulta il centro storico, circondato da una cinta muraria edificata tra il tardo Medioevo e il periodo rinascimentale, una delle più complete fortificazioni della Maremma. Le mura, i torrioni, il campanile, i tetti raccolti delle case, tutto circondato dagli ulivi, compongono uno scenario affascinante ed antico. Fra le numerose aree archeologiche spiccano le Necropoli etrusche. Al momento l?unica necropoli visitabile è quella di S. Maria in Borraccia, nella quale nel 1883 venne rinvenuta una laminetta di piombo di forma lenticolare del V secolo a.C., che fu soprannominata il ?piombo di Magliano?, attualmente conservato al Museo archeologico di Firenze, che è risultata fondamentale per la codifica Semproniano 50 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 dell?antica lingua etrusca. Sulle tracce dei butteri, gli antichi mandriani a cavallo della Maremma, ci si dirige verso Semproniano, borgo medievale da dove si può ammirare l?Amiata e l?Argentario. La storia di Semproniano è una storia antica che nasce nel periodo della Repubblica Romana, quando la famiglia del tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco, scappata da Roma a seguito della congiura contro Muzio Scevola, fondò in questo aspro sperone di travertino il primo nucleo abitativo; Casale Simpronianum, così chiamato in onore dell?eroico patriarca e della Gens Sempronia da cui deriva con ogni probabilità la denominazione originaria del borgo di Samprugnano. Ma il nucleo storico del paese si sviluppò soltanto alcuni secoli dopo attorno alla Rocca costruita dalla potente famiglia Aldobrandeschi di Grosseto. Com- preso tra le pendici del Monte Amiata e la Maremma, tutto il territorio di Semproniano è piuttosto tranquillo, caratterizzato da un paesaggio suggestivo costituito da gradevoli colline e ampi panorami sulle valli dei fiumi Fiora e Albegna. Semproniano è un piccolo borgo con un centro storico ben conservatosi nel tempo, con caratteristici vicoli stretti, vecchie case di pietra e balconi di travertino. Risalendo verso l?Amiata, a catturare l?attenzione è il Sasso dove sorge la Rocca Aldobrandesca: è il punto più alto di Roccalbegna. A 522 metri s.l.m., svettante sulla parte meridionale del Monte Labbro, immerso in un contesto di grande suggestione, Roccalbegna sta come stanno tutti i borghi medievali italiani: arroccati sulle loro secolari posizioni, fieri e indomiti, nonostante gli acciacchi del tempo che oggi è un luogo Campagnatico incantevole ricco di storia, arte, natura e tradizioni. Il borgo di Roccalbegna merita una bella passeggiata. Tra un vicolo e l?altro, si possono ammirare anche le testimonianze storiche che i grandi artisti hanno lasciato qui nel corso del tempo. Il monumento più noto del paese è certamente la suggestiva Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, al cui interno si possono ammirare affreschi e quadri pregio notevole, il più importante dei quali è la pala d?altare, una Madonna con Bambino, dipinta nel 1340 da Ambrogio Lorenzetti. Il viaggio nella terra del Morellino si conclude con l?arrivo a Grosseto, non senza prima una tappa a Campagnatico, piccolo paese che profuma ancora di Medioevo e tradizioni dove si possono ammirare torri, castelli e antiche pievi. Il centro sorse come possesso del- l?Abbazia del San Salvatore al Monte Amiata, da cui passò sotto gli Aldobrandeschi, a cui apparteneva nel 973. L?uccisione di Omberto Aldobrandeschi nel 1259 determinò il passaggio del castello sotto il Comune di Siena per poi alla metà del XVI secolo passare al Granducato di Toscana, del quale poi ne seguì le sorti. Omberto trova posto anche nella Divina Commedia, nel Purgatorio, vedendolo peccare di superbia originata dal suo orgoglio di appartenere ad un antico e nobile casato e perciò di disprezzare gli altri, dimenticando la comune origine di tutti gli uomini: «L?antico sangue e l?opere leggiadre/ d?i miei maggior mi fer sì arrogante,/ che, non pensando a la comune madre,/ ogn?uomo ebbi in despetto tanto avante/ ch?io ne morì, come i Sanesi sanno/ e sallo in Campagnatico ogni fante/ Io sono Omberto?». Forse non tutti sanno che presso le Colonne della Sabatina, conosciute anche come Castello della Sabatina, trovò rifugio Guy de Montfort condottiero inglese, durante il processo in cui era imputato per l?assassinio di Enrico d?Allemagna intorno alla fine del ?200: evento citato anche da Dante nella XII canto dell?Inferno: «Colui fesse in grembo a Dio/ lo cor che ?n su Tamisi ancor si cola». Da Campagnatico a Grosseto il passo è breve: dopo aver ammirato le possenti mura medicee ci si sofferma in piazza Alighieri dove si trova il Duomo e dove è stata eretta la statua in onore di Leopoldo II. E al tramonto, con il sole che lentamente arrossisce il cielo, seduti in piazza delle Catene, con in mano un calice di vino, le note corpose del Morellino accompagnano a passi lenti il corso delle tradizioni: ad ogni sorso si ripercorre la storia. Roccalbegna PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI CICLOTURISMO IN MAREMMA Grosseto - Parco della Maremma in bici. Andata e ritorno DI ANGELO FEDI* 52 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 L Nella foto il ponte sul fiume Ombrone in loc. Pian di Barca Foto Daniele Ingrati Prosegue il viaggio alla scoperta degli itinerari turistici da percorrere in bicicletta sulle strade della Maremma grossetana, tratti dalla guida ?Cicloturismo in Maremma?, realizzata per l?Ambito Turistico Maremma Sud da FIAB Grosseto Ciclabile, in collaborazione con il Comune di Grosseto. Quarta tappa: Alberese, il Ponte, la Bonifica a quarta tappa del nostro viaggio alla scoperta degli itinerari turistici da percorrere in bicicletta sulle strade della Maremma grossetana ci porta ancora una volta all?interno del Parco Regionale della Maremma. Dal marzo 2019, grazie ad una lunga pista ciclabile in sommità dell?argine destro del fiume Ombrone e uno spettacolare ponte ciclopedonale realizzato in località Pian di Barca, dedicato alla memoria di Eugenio Luigi Bellucci detto ?Gigi della Barca? ? lo storico traghettatore sul fiume tra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso ? sia il parco, che la frazione di Alberese sono comodamente raggiungibili in bicicletta dalla città di Grosseto. All?interno dell?area protetta del Parco della Maremma, numerosi sentieri si inerpicano sulle pendici dei Monti dell?Uccellina, inoltrandosi tra la macchia mediterranea, fino a raggiungere suggestivi affacci sul mare e la grandiosa Abbazia di San Rabano con itinerari percorribili, pur con una certa perizia e allenamento, anche in bicicletta da mountain bike. Un facile itinerario cicloturistico a fondo compatto e in larga parte asfaltato, totalmente interdetto al traffico veicolare, permette di raggiungere l?imponente torre cinquecentesca di Collelungo, posta a guardia della costa in epoca medicea, e l?ampia pineta granducale della fascia costiera, regalando ai visitatori in bicicletta un?esperienza esclusiva e altamente suggestiva. Oltre al Parco della Maremma, la cui costituzione risale al 1975, la piana di Alberese riveste un ruolo importante anche nello sviluppo socioeconomico di Grosseto e della sua provincia. Anche questa zona, infatti, per lunghi secoli è stata sommersa dagli acquitrini e solo grazie ad una lunga bonifica, iniziata con i Lorena verso la fine del 1700 e terminata con la riforma agraria tra gli anni 30 e 50 del secolo scorso, è stato possibile consegnarla alla comunità quale terreno fertile per produzioni agricole di altissima qualità. È proprio grazie alla fitta rete di strade poderali tracciate tra i canali della bonifica, asfaltate e ombreggiate da lunghe file di maestosi pini marittimi, che oggi è possibile ripercorrere secoli di storia della Maremma al passo lento del pedalare di una bicicletta. PRIMO PIANO ? VIVI ? 53 VIVI ???? Dopo aver parlato nel numero scorso dell?itinerario della scheda n° 8 Il Parco della Maremma (dedicata interamente ai percorsi interni al parco che sono l?itinerario ciclabile ?Collelungo - Pinastrellaia? e l?itinerario ?A7 foce Ombrone?) qui presentiamo la scheda n° 9 - Alberese, il ponte la bonifica che si sofferma invece sulla storia della bonifica della piana di Alberese 54 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Dopo aver parlato nel numero scorso dell?itinerario della scheda n° 8 Il Parco della Maremma (dedicata interamente ai percorsi interni al parco che sono l?itinerario ciclabile ?Collelungo - Pinastrellaia? e l?itinerario ?A7 foce Ombrone?) qui presentiamo la scheda n° 9 Alberese, il ponte la bonifica che si sofferma invece sulla storia della bonifica della piana di Alberese. Due itinerari che possono anche integrarsi, dando vita ad un lungo percorso storico-naturalistico di rara bellezza che sviluppa oltre 60 chilometri, la maggior parte dei quali su tratto protetto e pista ciclabile compatta o asfaltata, alla scoperta della Maremma più autentica. ALBERESE, IL PONTE LA BONIFICA Lunghezza: 37 km Altimetria/dislivello: 50 mt Tipo di fondo: asfalto, pista ciclabile a sterrato a fondo compatto Percentuale sterrato: 25% Difficoltà: facile Bici consigliata: turismo, mountain bike Il percorso: Risalgono all?epoca romana (I-II secolo d.C.) i ruderi del Ponte del Diavolo che, situato nell?odierna località denominata Pian di Barca, permetteva all?antica via Aurelia (Aemilia Scauri) di attraversare il fiume Ombrone. Inaugurato nei primi mesi del 2019, il modernissimo ponte ciclopedonale sul fiume Ombrone consente di attraversare il fiume nello stesso luogo degli antichi romani, ma in sella ad una bicicletta. È proprio il ponte, e la pista ciclabile che corre in sommità d?argine sulla destra orografica del fiume collegandolo alla città, che danno origine a questo itinerario dedicato ad Alberese. La frazione di Grosseto, oggi legata a doppio filo al Parco Regionale della Maremma, fonda le sue radici in vicende assai lontane, ed ha una storia e tradizioni molto particolari da scoprire strada facendo. Dettagli L?itinerario inizia a Grosseto, in Piazza Marconi presso la stazione ferroviaria, e raggiunge la periferia sud della città, percorrendo la pista ciclopedonale dei viali Mameli e Sonnino, fino al quartiere San Lorenzo. Da Via Magenta, l?itinerario ciclabile utilizza un tratto di strada ad uso promiscuo, per poi salire sulla sommità arginale del fiume Ombrone, che percorre per circa 4 km fino alla località ?le Colonne?. L?itinerario scende dall?argine, proseguendo per circa 1 km all?interno della golena, ritrovando l?antico tracciato della vecchia Aurelia, per poi oltrepassare il fiume sul ponte ciclabile in Pian di Barca. Oltrepassato l?Ombrone siamo già all?interno dell?area del Parco della Maremma e, percorrendo un breve tratto di strada costeggiata da due filari di olivi, giungiamo a Spergolaia, l?antico granaio lorenese della Tenuta di Alberese, oggi gestita dall?Ente Terre Regionali Toscane. Qui si può avere un primo incontro con la cultura e la tradizione PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ???? Il percorso ad anello inizia (e finisce) dal Centro Visite di Alberese e tocca la Torre di Collelungo e la foce dell?Ombrone maremmana osservando da vicino i cavalli al pascolo e, con un po? di fortuna, incontrando uno dei personaggi che appartiene all?immaginario collettivo della Maremma: il buttero. La presenza di grandi spazi e di mandrie di animali bradi rende, ancora oggi, necessario e insostituibile il lavoro del buttero, che la Regione stessa ha inserito tra gli antichi mestieri a rischio di scomparsa. Si pedala in direzione sud, sulla pista ciclabile adiacente la strada provinciale, fino a Piazza del Combattente, la piazza principale di Alberese. Il borgo rurale si sviluppa intorno al grande edificio fortificato della Villa Fattoria Granducale, di proprietà della Regione Toscana. La villa e la Tenuta di Alberese sono state possedimento degli Asburgo-Lorena fino alla Prima guerra mondiale, allorché il governo italiano espropriò Alberese e, nel 1923 assegnò l?azienda all?Opera Nazionale Combattenti. L?azione congiunta dell?Opera e del Genio Civile nella bonifica del territorio consentì un 56 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 forte incremento demografico, grazie all?immigrazione di famiglie venete e friulane, cosicché venne a formarsi l?odierno centro abitato di Alberese. Oltrepassato il centro abitato proseguiamo ancora per 1 km in direzione sud seguendo la Strada Provinciale, fino a trovare sulla sinistra la Strada di Valle Giardino, con i grandi pini marittimi che riparano, a seconda della stagione, dal vento o dalla calura estiva. Accompagnati dagli alti alberi, si percorrono via dei Ponti Neri e Via del Molinaccio fino ad arrivare ad un sottopasso ferroviario. È la linea ferroviaria della litoranea tirrenica, rimarrà sulla destra girando a sinistra sulla Strada del Barbicato. La posizione leggermente rialzata rispetto alla piana di Alberese, consente di apprezzare i grandi spazi agricoli che il lavoro paziente degli operai, impegnati nei lunghi anni della bonifica, hanno reso fertili e produttivi per l?allevamento e le più diverse coltivazioni ortofrutticole e cerealicole. Percorsi 2 km su via del Barbicato si gira a destra incrociando, dopo circa 1 km, la Strada Provinciale. Si percorre per soli 300 mt in direzione Alberese per poi girare a destra su Strada della Dogana. Il toponimo ci riporta indietro nel tempo, quando per lunghi secoli giungevano qui, a settembre di ogni anno, migliaia di capi di bestiame provenienti dai pascoli dell?appennino guidati dai pastori transumanti romagnoli e casentinesi. La Maremma era ancora amara, e qualcuno di loro, probabilmente non avrebbe intrapreso, a maggio dell?anno dopo, la strada del ritorno. Le ruote della bicicletta corrono veloci costeggiando l?argine sinistro del fiume su Via della Dogana, che dopo circa 3 km sfocia nuovamente sulla strada provinciale. Percorsa con attenzione in direzione Alberese per circa 1 km si gira a destra, per ritrovarsi sulla Vecchia Aurelia nei pressi di Spergolaia. E poco dopo del ponte e della ciclabile che riporterà in città. VIVI L?INTERVISTA Burocrazia, fisco e lavoro: le tre sfide di Riccardo Breda, confermato alla guida di Cna Grosseto per i prossimi 4 anni L?assemblea di Cna Grosseto a fine luglio ha rinnovato all?unanimità la propria fiducia a Riccardo Breda che è stato confermato alla guida dell?associazione. Tante le questioni e le sfide aperte tutte tese a rispondere agli interessi degli artigiani e delle piccole imprese, che sono l?ossatura del nostro sistema economico DI REDAZIONE Riccardo Breda 58 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Nella foto un momento dell?assemblea svoltasi alla Cava di Roselle che ha confermato Breda alla presidenza per i prossimi quattro anni I l 30 luglio scorso l?assemblea di Cna Grosseto ha riconfermato Riccardo Breda alla presidenza. Una conferma, all?unanimità, che arriva dopo la stagione congressuale che ha portato al rinnovo degli organismi dell?associazione grossetana che rappresenta gli artigiani e le piccole e media imprese. Breda, come vive questa riconferma? Sono davvero orgoglioso di essere stato rieletto alla guida della Cna. I prossimi anni ci vedranno impegnati in sfide sicuramente difficili, ma in questo lavoro sono affiancato da una forte squadra che saprà al meglio rappresentare e rispondere agli interessi degli artigiani e delle piccole imprese, che sono l?ossatura del nostro sistema economico. Questo è un momento che dobbiamo affrontare con grande coraggio, ma siamo pronti a farlo. Cna non è solo un?associazione, ma un vero e proprio sistema, a disposizione di imprese, pensionati e cittadini. Quali sono i ?numeri? della Cna di Grosseto? In provincia di Grosseto rappresentiamo, tra imprese, pensionati e cittadini, oltre 6mila persone e questo ci riem- pie di responsabilità, ma ci rende anche capaci di leggere i bisogni del territorio e di fare richieste mirate ai nostri interlocutori. I servizi a queste persone ? un numero davvero importante per il nostro territorio ? sono erogati da una struttura che impiega 62 dipendenti e che si articola su 10 sedi in tutta la provincia, rendendo di fatto Cna una delle più grandi realtà associative nel Grossetano. Un?associazione, quindi, ma anche un?impresa che certamente avrà sentito gli effetti della crisi innescata dall?emergenza Covid. L?ultimo anno e mezzo non è stato certo facile. Ma Cna Grosseto ha saputo far fronte all?emergenza e soprattutto mettersi a disposizione dei tanti artigiani che avevano bisogno di supporto, in un momento in cui il mondo, per come lo conoscevamo, si era completamente stravolto. Questo è stato possibile grazie all?impegno dei collaboratori che hanno lavorato per dare sostegno e rispondere alle tante richieste, senza dimenticare il lavoro fatto dall?associazione a vari livelli, locale, regionale e nazionale, affinché i bisogni che stavamo rilevando fossero presi in considerazione a livello politico. Come giudica il lavoro fatto negli ultimi anni? I risultati che abbiamo conseguito in questi quattro anni, due dei quali segnati dalla pandemia, non erano affatto scontati, visto il perdurare della crisi che dal 2008 imperversa e ha condizionato l?economia del nostro territorio. Abbiamo gettato delle basi importanti che continueremo a portare avanti: il lavoro che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi dovrà contribuire a creare, con il supporto strategico delle amministrazioni e degli enti locali, le condizioni necessarie per lo sviluppo del nostro territorio. Da quali elementi non si può prescindere per far crescere la provincia di Grosseto? Sicuramente, come ripetiamo da tempo, dalle infrastrutture. Abbiamo bisogno che vengano aperti i cantieri per le infrastrutture di cui il territorio necessita per superare il divario che separa il Grossetano dal resto della Toscana e del Paese: dobbiamo arrivare al completamento del Corridoio tirrenico e all?adeguamento della Due Mari, arterie fondamentali per il nostro territorio, senza dimenticare, però, la sistemazione della viabilità interna, a partire dalla strada PRIMO PIANO ? VIVI ? 59 VIVI ???? La struttura impiega 62 dipendenti dislocati su 10 sedi in tutta la provincia, in rappresentanza di oltre 6mila persone tra imprese, pensionati e cittadini Il pubblico del Cipressino fino alla Maremmana. E a livello nazionale quali sono i temi più ?caldi?, sui quali occorre lavorare in via prioritaria? Dobbiamo essere consapevoli che, senza un rilancio della lobby associativa a tutti i livelli confederali, la partita che a breve si aprirà sulle risorse del Recovery Fund difficilmente potrà cambiare le sorti dei territori come il nostro e delle piccole e medie imprese italiane. Perché così come sono impostate, le risorse del Pnrr rischiano di non essere appannaggio del nostro sistema produttivo che, dal canto suo, ha necessità di innovarsi. Dobbiamo poi mettere finalmente in campo, a livello nazionale e regionale, le riforme fiscali, amministrative e del lavoro che chiediamo da tempo. Le piccole imprese sono gravate da un fardello che ne riduce la competitività, rispetto alle aziende di altri Paesi. Inoltre, va favorito il passaggio generazionale di impresa perché sono tanti gli imprenditori che si trovano a dover abbandonare attività in salute, semplicemente perché non hanno nessuno giovane in grado di prendere il testimone. Per sostenere e avvicinare i ragazzi all?artigianato e al mondo delle imprese si deve studiare un sistema di agevolazioni e creare opportunità per i giovani talenti di cui, sono convinto, il nostro Paese è ricco. Per quanto riguarda l?impatto dell?emergenza sanitaria sull?economia, come vede i prossimi mesi? Vanno evitate nuove chiusure generalizzate, che metterebbero definitivamente in ginocchio una serie di settori già pesantemente provati. La Cna guarda con favore all?intensificarsi della campagna vaccinale, che rappresenta una sicurezza per i clienti e per i lavoratori, ma servono norme chiare e non discriminatorie sul green pass nei luoghi di lavoro. Se dovesse indicare tre parole per descrivere il lavoro che Cna imposterà nei prossimi mesi quali utilizzerebbe? Le parole chiave sono burocrazia, fisco e lavoro. Perché per ripartire insieme occorre, necessariamente, premiare il lavoro anche attraverso, meno burocrazia, meno pressione fiscale. La presidenza di Cna Grosseto A d a?ancare Breda nella presidenza di Cna Grosse­ to sono Saverio Banini, Paola Checcacci, Gianluca Bar­ delli e Mauro Sellari. La direzione è composta da 26 membri che rappresentano tutte le realtà territoriali della provin­ cia di Grosseto e molti mestieri e raggruppamenti di interesse che compongono la base associativa di Cna. 60 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Nella foto la nuova presidenza: da sin. Saverio Banini, Mauro Sellari, Paola Checcacci, Riccardo Breda, Gianluca Bardelli VIVI PERSONAGGI Ambra Sabatini, orgoglio di Maremma sul tetto del mondo a Tokyo Impresa stratosferica di Ambra Sabatini. La giovane portercolese vittima nel 2019 di un terribile incidente stradale che le ha procurato l?amputazione della gamba sinistra, ha conquistato la medaglia d?oro nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo con annesso record mondiale. Una storia stupenda la sua che merita di essere raccontata? DI PAOLO MASTRACCA L ei si chiama Ambra Sabatini ma è sufficiente scrivere Ambra per comprendere senza alcun rischio di fraintendimento di chi stiamo parlando. Il nome Ambra la identifica immediatamente e non soltanto perché è la medaglia d?oro nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo, ma principalmente perché un?adolescente sta facendo comprendere a tutti noi che nella vita gli alibi esistono solo nella nostra mente. Ambra ha 19 anni e quando ne aveva 17 le è stata amputata la gamba sinistra a causa di un incidente stradale. Oggi Ambra è un simbolo, è una figura che attrae e piace, è un punto di riferimento e pure un esempio. Ampliando la visuale possiamo affermare che Ambra è l?orgoglio della Maremma ed è la stella di Porto Ercole. Quella di Ambra è una storia che non può lasciare indifferenti. La storia di Ambra ti coinvolge e ti entra dentro, anche quando pensi che nella vita ormai 62 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 ne hai viste talmente tante da poter restare insensibile. Una storica medaglia La riprova che Ambra ha la straordinaria capacità di renderti partecipe di ciò che compie l?ho constatata il giorno in cui ha vinto la medaglia d?oro. Nella sala parrocchiale di Porto Ercole il parroco don Adorno Della Monaca aveva allestito un grande schermo. Era sabato 4 settembre poco dopo le ore 14. Nella sala c?erano i genitori di Ambra, il babbo Ambrogio e la mamma Lorenzina. C?erano i parenti più stretti ed alcuni amici, c?era il sindaco del comune di Monte Argentario Franco Borghini, c?erano le autorità militari con in testa la Guardia di Finanza rappresentata dal Luogotenente Giovanni Cappiello comandante della Tenenza di Porto Santo Stefano, poiché Ambra corre per i colori delle Fiamme Gialle che sono la struttura della Guardia di Finan- za che si occupa dell?attività sportiva. In sala c?erano anche giornalisti, cameraman e fotografi, tutti apparentemente presenti esclusivamente per svolgere il proprio lavoro. Eppure mentre si avvicinava il momento dello starter per dare il via alla finale è calato il silenzio. Un silenzio in cui si percepiva chiaramente che non era soltanto una questione di attenzione, bensì di partecipazione. Tutti eravamo idealmente su quella pista di atletica dello stadio di Tokyo con Ambra. Tutti avevamo il timore che qualcosa potesse andare storto. La pista era bagnata a causa della pioggia che cadeva in maniera sempre più insistente e incessante mentre a Porto Ercole c?era un sole splendente, ma questi timori non avevamo il coraggio di dirli e neanche di pensarli. Sul maxischermo inizia l?ingresso delle atlete finaliste. Ci sono anche le altre italiane Martina Caironi che è la campionessa in carica e Monica Contra- Foto Enzo Russo Ambra Sabatini PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? Quella di Ambra è una storia che non può lasciare indifferenti. La storia di Ambra ti coinvolge e ti entra dentro, anche quando pensi che nella vita ormai ne hai viste talmente tante da poter restare insensibile La gara fatto. Poi è la volta di Ambra, il suo ingresso è accompagnato da un sorriso genuino, uno sguardo pulito, autentico e per certi versi disarmante perché il suo volto trasmette la sensazione che è come se Ambra stesse per compiere la cosa più semplice e banale del mondo con le sue trecce che la rendono ancora più tenera al punto da farla apparire anche gracile. Ambra sta disputando una finale olimpica con le tensioni che ne conseguono eppure in lei si percepisce tanta calma e fiducia al punto che la tensione sembra essere esclusivamente a Porto Ercole, Ambra a Tokyo è tranquilla, trasmette soltanto serenità, quella serenità che ci ha coinvolto e ci sprona a ricercarla anche in noi stessi. Le atlete si posizionano nella loro corsia di appartenenza, Ambra è alla numero 7. Nella sala parrocchiale di Nelle foto di Enzo Russo, alcuni momenti immortalati il giorno della gara il 4 settembre nella sala parrocchiale di Porto Ercole 64 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Porto Ercole cala il silenzio, don Adorno si gira verso il muro, la tensione è troppo alta e non riesce a guardare, poi arriva il colpo dello starter, per i primi 50 metri ognuno trattiene anche il respiro poi si capisce che Ambra è la più veloce, è la più forte di tutte. La sua progressione è accompagnata da un urlo collettivo e quando Ambra taglia il traguardo per prima con il tempo di 14 secondi e 11 centesimi per qualche minuto non si capisce più niente, ci troviamo tutti abbracciati ed esultanti a saltare e gridare, esattamente come stanno facendo a Tokyo Ambra, Martina e Monica per il podio tutto tricolore. Quando proviamo a ricomporci ed a rimetterci nei nostri posti ci rendiamo conto che ognuno di noi ha gli occhi lucidi, le lacrime solcano il viso sebbene si cerchi di asciugarle con un provvidenziale fazzoletto ma non è possibile nascondere tali sensazioni e mentre sul maxischermo ci sono sempre le immagini in diretta da Tokyo diventa sempre più difficile sopprimere le emozioni che non si possono frenare. In quel preciso momento ho compreso in maniera chiara ed eloquente che Ambra era entrata nel cuore di ognuno di noi. La sua non era soltanto una straordinaria ed esaltante vittoria sportiva ma era una vittoria da regalare a ogni essere umano affinché ne faccia tesoro per migliorare e progredire nello stile di vita e nell?importanza da dare quotidianamente ai valori che contraddistinguono la nostra esistenza. Mentre pensavo questo sentivo le persone che dai balconi suonavano le trombe e urlavano di gioia esponendo vessilli tricolori e quasi contemporaneamente hanno iniziato a suonare a distesa le campane. Don Adorno lo aveva pro- ???? La conquista dell?oro mondiale festeggiata la sera di martedì 7 settembre a Porto Ercole vestita a festa per omaggiare e salutare la sua immensa campionessa di ritorno da Tokyo Nelle foto le tre protagoniste della finale: Monica Contrafatto, Ambra Sabatini e Martina Caironi messo diversi mesi prima quando disse: ?la festa ci sarà se Ambra va a Tokyo, la festa ci sarà comunque e se torna con una medaglia suono le campane a festa e quel giorno le stronco le campane da quanto le suono?. Don Adorno è stato di parola e le campane non si sono stroncate esclusivamente perché sono di eccelsa qualità ma hanno suonato e hanno suonato tantissimo. La festa a Porto Ercole Anche la grande festa annunciata da don Adorno è stata esemplare. La sera di martedì 7 settembre Porto Ercole si è vestita a festa per omaggiare e salutare la sua immensa campionessa di ritorno da Tokyo. L?ingresso del paese era addobbato da bandiere tricolori e in piazza Roma, la location al centro del paese scelta per salutare Ambra era esposto un enorme striscione con la scritta ?Bentornata Ambra sempre più campionessa?. Quantificare quante persone erano presenti è difficile e sostanzialmente non è l?aspetto più interessante. È invece assolutamente interessante raccontare l?atmosfera di partecipazione e di condivisione che si respirava, era come se ognuno dei presenti volesse dire: ?Ambra ti ammiriamo, Ambra ti vogliamo bene, Ambra vogliamo essere come te?. La serata guidata magistralmente sul palco da un impareggiabile e insuperabile don Adorno, grande uomo e grande sacerdote ma anche grande conduttore, è iniziata con la presenza di Max Giusti che ha intrattenuto il pubblico con la sua consueta verve ed ironia, cimentandosi anche con la calata portercolese e riscuotendo grande successo. Poco dopo le ore 22 è arrivata Ambra scortata dalle auto della Guardia di Finanza ed accompagnata sul palco dal Luogotenente Giovanni Cappiello. Ambra è salita sul palco con la medaglia d?oro al collo ed è stata accolta da un boato e da scroscianti applausi, poi Max Giusti ha invitato tutti a cantare ?Volare? insieme ad Ambra, esattamente come avevano fatto le tre meravigliose ragazze Ambra, Martina e Monica nello stadio di Tokyo. È superfluo sottolineare che tanti cantavano e molti piangevano. Tutti, indistintamente tutti applaudivano perché ad Ambra non si può non volere bene e non si può non ammirarla. Poi Max Giusti ha lasciato il microfono alla ex campionessa di nuoto e giornalista sportiva Novella Calligaris che ha intervistato Ambra, dopodiché sul palco c?è stato l?abbraccio con il fidanzato Ales- Nelle foto alcuni momenti della festa che si è svolta a Porto Ercole il 7 settembre scorso in onore di Ambra Sabatini PRIMO PIANO ? VIVI ? 65 VIVI Foto Enzo Russo ???? Oggi Ambra è un simbolo, è una figura che attrae e piace, è un punto di riferimento e pure un esempio. Ampliando la visuale possiamo affermare che Ambra è l?orgoglio della Maremma ed è la stella di Porto Ercole Nella foto la piazza di Porto Ercole in occasione della festa in onore di Ambra che si è svolta il 7 settembre scorso sandro, i due hanno scherzato dimostrando grande feeling ed empatia. Ambra ha interloquito con babbo Ambrogio, mamma Lorenzina ed il fratello gemello Lorenzo, poi c?è stato il saluto e l?abbraccio dei suoi compagni di scuola che Ambra ha voluto espressamente vicino a lei tra momenti di ironia e di belle riflessioni. Non è mancato il saluto e il ringraziamento all?allenatore e amico Iacopo Boscarini. Le Istituzioni si sono avvicendate sul palco per portare il proprio saluto e fare le proprie considerazioni interloquendo con Ambra. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Monte Argentario Franco Borghini. Erano presenti anche il sindaco di Grosseto e presidente della Provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani con l?assessore Leonardo Marras, l?ex presidente della Federazione di Atletica Leggera Alfio Giomi, il Generale di Brigata della Guardia di Finanza Vincenzo Parinello, comandante del Gruppo Atletico (atletica leggera) delle Fiamme Gialle e il colonnello Cesare Antuofermo comandante provinciale della Guardia di Finanza di Grosseto. La serata si è conclusa con l?inno di Mameli cantato praticamente da tutti, esattamente come aveva fatto Ambra tre giorni prima a Tokyo quando sul gradino più alto del podio ha messo al collo la medaglia d?oro piangendo di gioia 66 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 mentre risuonavano le note dell?inno italiano. Il babbo Ambrogio ha detto che è stata come la conclusione di un cerchio da quel terribile 5 giugno 2019, il giorno dell?incidente avvenuto in prossimità del bivio della Feniglia mentre Ambra era in sella allo scooter con il babbo e andava ad allenarsi. In quell?occasione Ambra ha perso la gamba sinistra ed ha rischiato seriamente di perdere la vita se non fosse stato per il provvidenziale intervento di un eroico vigile del fuoco che con la propria cintura ha tamponato l?emorragia allertando immediatamente l?intervento dell?elisoccorso. Ambra è andata a trovare in caserma i Vigili del Fuoco portando anche la medaglia d?oro perché se Ambra ha potuto realizzare una storia così bella ed entusiasmante da apparire una favola è anche merito di quel valoroso vigile del fuoco che l?ha strappata alla morte. Il futuro Se il cerchio si è chiuso con la medaglia d?oro a Tokyo l?impressione è che adesso si apra un percorso ancora più interessante e luminoso perché la storia di Ambra è ammirevole a livello sportivo considerando che prima dell?incidente Ambra era una promettente mezzofondista e dopo si è reinventata velocista con i risultati che sappiamo ed ha annunciato che si cimenterà anche nel salto in lungo, tanto che viene voglia di dire ?Parigi 2024 eccoci?! La storia di Ambra è però incantevole sul piano umano per svariati motivi e noi citiamo come considerazioni emblematiche quelle di don Adorno: ?Ambra ha avuto un?opportunità da un tragico incidente e questa opportunità non se l?è fatta scappare. Quante opportunità i giovani e gli adulti si fanno sfuggire??. Ambra ha saputo far coraggio ai suoi genitori dopo l?amputazione della gamba, Ambra non si è mai abbattuta ed ha detto di aver trovato la forza anche attraverso le parole di Alex Zanardi che le aveva mandato alcuni video personalizzati dopo l?incidente. Adesso è Ambra che fa forza agli altri. È Ambra a farci capire che gli ostacoli esistono solo nella nostra mente. Prima di tornare via da Tokyo Ambra ha concesso una bella e toccante intervista al quotidiano La Stampa in cui ha detto che ?gli sguardi pietosi della gente sono barriere mentali da abbattere? e poi ha coniato la splendida frase che è diventata virale facendo il giro universale del web ?alle olimpiadi si creano eroi, alle paralimpiadi vanno gli eroi?. Ambra sei la nostra eroina, ci hai fatto piangere e gioire per la medaglia d?oro, ci hai spronato a cambiare prospettiva e ci hai indicato che la vita può essere inquadrata anche da altri punti di vista. Avanti così campionessa, avanti così simbolo e orgoglio della Maremma! Ambra Sabatini, la campionessa paralimpica cresciuta nell?Atletica Grosseto Banca Tema L ?oro di Ambra Sabatini nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo è stata una vittoria che ha emozio­ nato tutti. Una gara che ci ha tenuti con il fiato sospeso per quei 14?11 che hanno segnato la vittoria di Ambra e il suo nuovo record mondiale. È lei la campionessa paralimpica più veloce del mondo e si è formata nell?Atletica Grosseto Banca Tema. La giovane atleta di Porto Ercole ha dimostrato forza, passione e una gran­ de determinazione, doti che in poco tempo, dall?incidente del 2019, le han­ no permesso di conquistare in Giappo­ ne il podio più alto e di realizzare così il suo sogno più desiderato. ?Banca Tema ? dichiara il presiden­ te Francesco Carri ? sostiene l?Atletica Grosseto da molti anni ormai e la vitto? ria di Ambra ci rende orgogliosi del nostro impegno in ambito sportivo. Desideriamo ringraziare la nostra gio? vane campionessa, per il duro allena? mento svolto negli anni che le ha per? messo di regalarci l?emozione di una vittoria storica che tutti ricorderemo?. Una collaborazione quella con l?At­ letica Grosseto che si rinnova ogni anno e che coinvolge molti giovani provenienti da tutta la provincia, capa­ ci di riservare grandi soddisfazioni. ?Da sempre il nostro Istituto ? a?er­ ma il direttore generale Fabio Becheri­ ni ? contribuisce alla crescita dei setto? re giovanili di numerose associazioni sportive locali. Siamo consapevoli del? l?importanza di investire nella forma? zione sportiva dei giovani per una cre? scita sana e completa dei nostri ragazzi e la medaglia conquistata da Ambra è la sua gioia più grande, ma anche la testimonianza di quanto fondamentale sia credere nelle nuove generazioni e dare loro fiducia e sostegno?. Adriano Buccelli, presidente dell?A­ tletica Grosseto Banca Tema, si unisce all?entusiasmo per la vittoria a?erman­ do che: ?Ambra è sempre stata una delle nostre atlete di punta, giovanissi? ma e appassionata. La tenacia che ha dimostrato in questi anni è stata un esempio per tutti noi, siamo orgogliosi e felici di averla sempre sostenuta, di averla vista crescere e tagliare il tra? guardo più ambito. Ringrazio Ambra per averci resi parte del suo sogno, il suo allenatore Jacopo Boscarini e Ban? ca Tema per il sostegno che ogni anno ci rinnova e per la vicinanza che ha sempre dimostrato alla crescita del settore giovanile?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 67 VIVI EVENTI Morellino Classica, grande successo per la decima edizione, nonostante tutto Porto Santo Stefano, Fortzza spagnola Il Festival ha chiuso la programmazione estiva con un grande successo di pubblico e con prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali che gli assegnano un posto di rilievo nel panorama musicale non solo in Italia, ma anche in Europa, per la sua offerta musicale di grande qualità che non si è mai fermata neanche in periodo di pandemia DI ELISABETTA RUSSO C on la sua decima edizione il Festival è salito a pieno titolo su un gradino più alto nel panorama delle grandi rassegne musicali, portando alla ribalta mondiale il Morellino e la Maremma tramite la sua musica sempre più apprezzata ed i luoghi unici e memorabili (circa 30 località diverse) in cui si svolge. Un mix speciale quello del Festival di musica, arte, natura e bellezza che continua ad ottenere sempre 68 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 maggiori riconoscimenti. La rassegna è ormai inserita nel circuito dei più importanti festival europei, con l?attenzione di giornalisti come l?austriaco Robert Quitta musicologo e scrittore di teatro, della prestigiosa rivista Die Bühn ed Eleanor Shannon scrittrice e giornalista americana dell?Huffpost. Ha inoltre recentemente ottenuto il riconoscimento da parte del F.U.S. (Fondo Unico dello Spettacolo) come ?festival di rilevanza nazionale, meritevole di contributo statale da parte del Ministero della Cultura?, che ha stabilito l?importanza culturale della rassegna inserendola tra i festival più importanti d?Italia. A livello territoriale anche l?Auser di Scansano con il suo presidente Carlo Pellegrini ha voluto assegnare al Festival un Premio Speciale per il suo Decennale, la cui cerimonia di premiazione si è svolta il 25 settembre presso il Teatro Castagnoli Nella foto Pietro Bonfilio e Fatma Said in occasione del concerto tenutosi al Castello di Potentino (Seggiano) di Scansano, uno dei palcoscenici che hanno visto in questi anni nascere e crescere la rassegna musicale e che ospiterà a dicembre l?ormai tradizionale Concerto di Fine Anno. da brivido, con la sua eccezionale bravura interpretativa e sensibilità. Il Festival ha avuto l?onore ed il merito di portarla in Maremma e di offrire al suo pubblico un?esperienza indimenticabile. inusuale e raffinatissimo, con brani di grande intensità musicale su testi di grandi poeti, dove musica e poesia si sono abbracciate offrendo profonde emozioni. Tutti questi riconoscimenti si sono aggiunti all?apprezzamento del pubblico, il cuore pulsante del Festival, sempre più affezionato e presente: molti dei concerti di quest?estate hanno registrato il tutto esaurito in grande anticipo e spesso, a causa delle limitazioni imposte dal Covid19, non è stato possibile ospitare tutti gli spettatori che avrebbero voluto partecipare. Tra questi l?ultimo concerto tenutosi a fine agosto presso la Sinagoga di Pitigliano, un concerto di grandissima arte e musica in un luogo di profonda spiritualità, dove la giovanissima violoncellista israeliana Nahar Eliaz ha trasmesso al pubblico emozioni Ripercorrendo quanto vissuto con l?intenso programma di quest?estate, ben 22 concerti in due mesi, ci soffermiamo a ricordarne alcuni tra i molti che hanno lasciato il segno. Il castello di Potentino ha poi ospitato l?evento ?Progetto Shostakovich,?, un raro evento culturale per la Maremma, in cui si è respirata dal vero la storia della musica della Russia del ?900 attraverso due grandi celebrità e testimoni dell?epoca, il musicologo Valerji Voskobojnikov e il violoncellista Mihail Utkin, accompagnato al pianoforte da Elia Tagliavia. In occasione della pubblicazione del volume ?Shostakovich il grande compositore sovietico? (Mudima 2020), il maestro Valery Voskobojnikov ha introdotto la complessa figura del compositore e del suo ambiente con racconti inediti e personali ed esempi musi- Il castello di Potentino, luogo sempre più rinomato a livello internazionale come polo culturale della Maremma, ha ospitato due memorabili eventi: il recital con il soprano Fatma Said e il pianista Pietro Bonfilio ed il progetto Shostakovich. Fatma, considerata dalla critica mondiale una delle voci soprano più belle a livello mondiale, ha letteralmente incantato il pubblico con un programma PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI Pitigliano, Sinagoga cornice del concerto di Nahar Eliaz ???? Oltre 45 concerti negli ultimi 2 anni non hanno fatto mancare la grande musica in Maremma, nonostante tutto cali. Andando a ritroso ricordiamo tra i primi concerti di luglio quello di pianoforte e violino con Pietro Bonfilio e Davide Alogna, ?veterano? del Festival, presso la Chiesa di San Giorgio a Montemerano, un?esibizione molto apprezzata per la grande interpretazione dei due musicisti. Poi un concerto speciale a Pitigliano tenuto dal pianista Giuseppe Andaloro che ha proposto per le celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte di Dante una trascrizione da lui elaborata per solo pianoforte di brani scritti da grandi musicisti in onore del poeta, qualcosa di veramente unico e stupefacente. Ricordiamo inoltre i concerti presso la suggestiva Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano, per la prima volta quest?anno palcoscenico del Festival. Il primo concerto ha voluto ricordare Lady Valerie Solti con l?esibizione di cantanti lirici dell?Academia Solti. A Lady Solti, scomparsa quest?anno, è stato dedicato il decennale del Festival, essendo stata sin dai primi anni una convinta sostenitrice della rassegna e anche membro del Comitato d?Onore. Il secondo concerto presso la Fortezza Spagnola ha invece offerto una diversa serata con ?Bosso Concept?, incentrata sul Tango nel centenario della nascita di Astor Piazzolla, con la partecipazione di Jorge A. Bosso compositore e violoncellista argentino. Non sono poi mancati momenti di musica diversa da quella classica, con il grande jazz che ha registrato il tutto esaurito con largo anticipo dall?evento sia presso la tenuta Val delle Rose, dove Tommaso Starace Quartet ha tenuto un concerto frizzante e coinvolgente, che presso l?Antico Casale di Scansano con il ?Dream Team Jazz? di Michele Franzini, Mauro Negri, Ares Tavolaz- zi e Adam Pache, che ha riempito di musica il Resort, per la prima volta palcoscenico del Festival ma da anni partecipe alla rassegna per l?ospitalità agli artisti. Conclusa l?intensa parte estiva, il Festival dà appuntamento per i due concerti invernali che concluderanno la sua speciale 10° edizione. Il 28 dicembre, per il tradizionale concerto di Fine Anno al Teatro Castagnoli di Scansano andrà in scena, in prima mondiale, l?opera lirica del compositore americano Lawrence Siegel, dal titolo ?Si dice in Italia? con l?Orchestra Toscana Etruria Barocca diretta da Dimitri Betti. E, il 1° gennaio, per la prima volta, si terrà anche il concerto per il Nuovo Anno 2022 con il recital pianistico tenuto dal direttore artistico del Festival Pietro Bonfilio presso l??Auditorium Valerio Bucciotti? della Banca Tema di Pitigliano. Il Groviglio Barocco in concerto nella Cattedrale di Sovana Progetto Shostakovic al Castello di Potentino 70 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 VIVI AMBIENTE Festambiente 2021, bilancio di un?edizione di successo che ha offerto tanti spunti Sono stati anche quest?anno tanti i temi, gli spunti e le riflessioni affrontati nell?edizione 2021 ? la 33esima ? di Festambiente, il classico appuntamento estivo promosso da Legambiente a Rispescia (Grosseto). Soddisfazione da parte degli organizzatori in termini di partecipazione e coinvolgimento e appuntamento al 2022 DI REDAZIONE C on l?edizione numero trentatré di Festambiente, Legambiente ha incassato l?ennesimo successo, ?dimostrando ? fanno sapere gli organizzatori ? che fare eventi sostenibili e in sicurezza non solo è possibile ma è anche necessario. La risposta del territorio nelle cinque sere che hanno animato la cittadella ecologica alle porte del Parco della Maremma è stata straordinaria come lo è stato l?interesse dimostrato da chi ha seguito le attività online?. Sempre gli organizzatori aggiungono che: ?La soddisfazione non è solo nei numeri ma anche e soprattutto nel sentire collettivo: a Festambiente 2021 si è respirata aria di ripartenza. Due i Ministri passati da Rispescia (Gr) per parlare di PNRR, sostenibilità, misure per accelerare la transizione ecologica 72 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 e strategie attraverso le quali fare il modo che la conversione abbia un impatto esclusivamente positivo sulle comunità. L?inaugurazione con il ministro Giovannini e l?appuntamento con il ministro Orlando hanno rappresentato un momento di interlocuzione molto importante tra l?associazione del cigno verde e il governo. Da Giovannini un messaggio chiaro: le risorse del PNRR devono essere investite bene e nella direzione della sostenibilità e i territori dovranno fare la loro parte. Da Giovannini anche un impegno importante per la Maremma: l?avvio dei lavori per l?adeguamento dell?Aurelia nel tratto che va da Tarquinia a San Pietro in Palazzi entro l?anno. Nell?opinione di Orlando, ammortizzatori e politiche attive saranno ingranaggi fondamentali di un meccanismo che non può prescin- dere da una transizione anche sociale?. Ad essersi alternati sul palco della manifestazione anche parlamentari, presidenti e vice presidenti di commissioni strategiche per la transizione ecologica, amministratori locali. Insomma, le istituzioni, anche in questa edizione, si sono dimostrate sensibili e pronte a raccogliere le numerose sollecitazioni di Legambiente. ?Fondamentale ? proseguono da Festambiente ? anche la testimonianza delle aziende che la transizione ecologica la praticano già. Dal settore agroalimentare a quello dell?economia circolare passando dal mondo dello spettacolo e degli eventi, a Festambiente è partito forte e chiaro l?appello ai decisori politici affinché il Paese stia al passo della classe produttiva. Le buone pratiche sono numerose e all?avanguardia, rigorosamente PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? Come da tradizione, ampio spazio alle aree dedicate ai più piccoli, molto partecipate, compatibilmente con le normative imposte per contrastare il contagio da Covid19, alla prosa, alla poesia, al teatro, al cinema con il Clorofilla Film Festival, alla musica con gli intrattenimenti organizzati nelle aree ristorative, al buon cibo, rigorosamente bio all?insegna dell?innovazione green, è urgente che le istituzioni lavorino alla stessa velocità. Spazio poi alle aree protette, preziose sentinelle dei nostri territori?. Come da tradizione, ampio spazio alle aree dedicate ai più piccoli, molto partecipate, compatibilmente con le normative imposte per contrastare il contagio da Covid-19, alla prosa, alla poesia, al teatro, al cinema con il Clorofilla Film Festival, alla musica con gli intrattenimenti organizzati nelle aree ristorative, al buon cibo, rigorosamente bio. ?Un?edizione da ricordare ? fanno sapere ancora gli organizzatori ?, impeccabile in ogni suo aspetto soprattutto grazie all?infaticabile lavoro delle volontarie e dei volontari che ogni anno decidono di trascorrere parte delle proprie vacanze sotto il cielo della Maremma, a Festambiente. Ben riuscita anche l?iniziativa che ha consentito di vaccinarsi o di effettuare tamponi rapidi per partecipare al festival. Organizzata in collaborazione con ASL Toscana Sud e con la collaborazione di OPI Grosseto La Maremma premiata con le Cinque Vele a Festambiente Nell?ambito dell?edizione 2021 di Festambiente si è svolta la cerimonia di consegna delle 5 vele di Legambiente e Touring Club ai comprensori Maremma Toscana, Costa d?Argento e Lago dell?Accesa C ome da tradizione, Festambien­ te anche quest?anno è diventata per un giorno capitale delle 5 Vele di Legambiente e Touring Club. A margine del dibattito ?Aree costiere e piccole isole: dai territori del turismo sostenibile una rotta per la transizione ecologica? coordinato da Filippo Soli­ bello, storica voce di RaiRadio2 e a cui hanno partecipato Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, Gianni Pietro Girotto, presidente Commissio­ ne industria del Senato, Rossella Muroni, Vicepresidente commissione ambiente della Camera, Ermete Rea­ lacci, presidente Symbola, Leonardo 74 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Marras, assessore al turismo della Regione Toscana, Francesco Tapinassi direttore Toscana Promozione e Giam­ piero Sammuri, presidente Parco nazionale dell?Arcipelago Toscano, sono state consegnati i vessilli ai com­ prensori del territorio. L?incoronazione del comprensorio Maremma toscana a ?Mare più bello d?Italia? (primo posto nella classifica nazionale) rappresenta un orgoglio per la grande famiglia di Festambiente che, nel corso del tempo, non ha mai smesso di essere sentinella e spinta per le amministrazioni comunali. Ottimo piazzamento (nono) anche per il comprensorio Costa d?Argento e isola del Giglio e per il lago dell?Accesa (settimo in Italia). Il comprensorio Maremma toscana, con il Comune di Castiglione della Pescaia come capofila, che comprende i comuni di Grosseto, Follonica e Scar­ lino, e il comprensorio Costa d?Argento e Isola del Giglio, guidato invece dal Comune di Isola del Giglio e compren­ dente i Comuni di Capalbio, Orbetello, Magliano in Toscana e Monte Argenta­ rio ? tutti e due premiati con le Cinque Vele ?, possono contare entrambi sul valore aggiunto del Parco della Maremma, elemento di grande rile­ e dell?associazione Agape, ha visto la partecipazione di giovani e giovanissini ? ma non solo ? che hanno deciso di cogliere al volo questa occasione. Oltre al messaggio ambientalista, da Rispescia si è mosso in un solo coro l?invito a vaccinarsi per poter finalmente voltare pagina e tornare a una vita libera dal Coronavirus. Alla manifestazione si accedeva con green pass e l?ingresso era libero?. ?I risultati ? ha dichiarato Angelo Gentili, coordinatore di Festambiente ? sono decisamente al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Le persone sentono forte il bisogno di ripartire e hanno deciso di farlo anche attraverso Festambiente. I numeri contingentati e le misure di sicurezza non hanno rappresentato un ostacolo ma, al contrario, una garanzia in più: a Festambiente si poteva partecipare in sicurezza. E così è stato. I contenuti di alto livello e il programma per grandi e piccini progettato, come al solito, al dettaglio da tutti i nostri esperti, ha dimostrato di essere vincente. Ottima anche la risposta delle istituzioni che si sono dimostrate pronte a dibattere e a recepire i temi che nel prossimo futuro saranno cruciali per fronteggiare la crisi climatica. Un grazie particolare alle aziende che da tutta Italia si sono date appuntamento a Rispescia per fare rete e continuare il grande dibattito collettivo che da decenni la nostra associazione alimenta, nella piena e concreta certezza che è dall?unità di intenti che passa il vero cambiamento. Un plauso e un ringraziamento sentito anche a tutte le nostre volontarie e a tutti i nostri volontari, senza di loro realizzare la festa non sarebbe possibile. E adesso sguardo dritto verso il 2022 e nei 360 giorni che ci dividono da quella data tanto lavoro per fare in modo che l?Italia possa dirsi presto pienamente pronta alla transizione.? vanza nella tutela e salvaguardia del territorio. Una somma di elementi che fanno della Toscana del sud una perla di inestimabile valore. ?Ospitare i comprensori premiati a Festambiente ? ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente ? rappresenta per noi un orgoglio territo? riale ma non solo. Sotto il profilo ambientale e della sostenibilità la Maremma, da nord a sud, e la Toscana tutta stanno andando nella giusta direzione. La costan? za di intenzione e azione ha premiato una terra che ha tutte le carte in regola per diventare modello di sosteni? bilità in Italia e in Europa. C?è ancora da lavorare, però, e da vigilare a?nché tutto vada nella giusta direzione anche nel prossimo futuro. Nonostante la pandemia, la Toscana ha dimostrato di avere gli anticorpi per poter continuare a contare sul turismo come principale leva economica all?insegna di una ripresa in chiave green. Le risorse ci sono, serve continuare con la giusta determi? nazione in questa direzione. Ringrazio quindi le ammini? strazioni presenti questa sera e, più in generale, le don? ne e gli uomini che si sono impegnati nell?avviare una pena transizione ecologica sulle nostre coste. Il cambia? mento passa anche da qua.? LA GALLERIA RIAPRIRÀ A SETTEMBRE EVENTI Il gruppo rock dei ?Dynamite 36? vince l?edizione 2021 di Dilettando È andata in archivio con la vittoria del gruppo rock dei ?Dynamite 36? l?edizione 2021 ? la 18esima della serie ? di Dilettando la manifestazione-trasmissione televisiva condotta da Carlo Sestini in onda su Toscana Tv e Siena Tv. Secondo posto per il pianista Sergio Pepi e terzi la cantante Anita Fedeli e il ginnasta Manuel Fazzi DI REDAZIONE I Dynamite 36 hanno conquistato la finale di ?Dilettando con Avis 2021?. La rock band si è aggiudicata al teatro Moderno di Grosseto la diciottesima edizione dello spettacolo condotto da Carlo Sestini aggiudicandosi il tro- feo intitolato a Natalino Galgani. È stata una serata intensa, quella che un numeroso pubblico ha vissuto nella pancia del teatro Moderno, dietro una impeccabile organizzazione del personale di Sistema. Come i Maneskin hanno fatto all?Eurofestival, così i ?Dynamite 36? sono riusciti ad imporsi davanti al pianista Lorenzo Pepi, ottimo secondo, mentre la terza piazza è stata occupata dalle due esibizioni della cantante Anita PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ???? Carlo Sestini: ?Sono orgoglioso di essere riuscito a regalare alla città una serata di alto valore spettacolare, culturale e di solidarietà. Era l?obiettivo che mi ero posto con questa edizione e grazie alle sezioni Avis, alle amministrazioni comunali, alla Fondazione CR Firenze, al mio staff e a tanti artisti dilettanti che si sono impegnati, siamo riusciti a dare vita ad un evento unico che si ripete ininterrottamente da diciotto anni? Fedeli e del ginnasta Manuel Fazzi. La band, composta da Francesco Bezzini alla chitarra, Nicola Giomi alla batteria, Niccolò Governi al basso, Raffaele Faralla alla tastiera e Tommaso Ninci alla voce, ha presentato una propria produzione, ?La ragazza del campo?, per spuntarla su Pepi che si è misurato con la ?Sonata al Chiaro di Luna? di Beethoven opera 27. Gli altri premi speciali sono stati il ?Miller Italia?, vinto dalla ballerina di 78 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 latin show Morena Forino, e quello intitolato a ?Dino Seccarecci? consegnato dal presidente de La Farfalla, Roberto Martinelli al trombettista Alberto Bacci. Chiara Vermigli ha invece ricevuto dalle mani di Barbara Farnetani il premio del contest de Il Giunco, risultando on line la più votata. Ai ?Dynamite 36? è andato anche il premio ?Musica E??, da parte di Francesco Vigliarolo, manager del gruppo Ideaviva, e il premio Rockland che i Kymya (Luigi Cirianni e Alessandro Posati) hanno consegnato alla band e che permetterà loro di registrare un brano nel primo ?Centro di produzione Musicale? del territorio, allestito grazie a Rockland e alla collaborazione con una importante etichetta discografica. Tutti i premiati sono stati omaggiati con il ?Maremmamaro? della distilleria Nannoni e con i vini de La Cura dedicati a Dante Alighieri. Ma la finale di ?Dilettando con Avis? ha regalato tanti momenti di forte intensità emotiva, come i riconoscimenti che il Comune di Grosseto, organizzatore dell?evento insieme ad Avis Comunale Grosseto, ha consegnato al direttore tecnico della nazionale di ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani, e ai cantanti Erminio Sinni e Liliana Tamberi. Il sindaco, presente insieme agli assessori Turbanti e Veltroni, al deputato Mario Lolini, e alla consigliera provinciale Olga Ciaramella, ha ringraziato circa l?opportunità offerta. L?occasione della finale ha permesso altresì al presidente di Avis Grosseto, Erminio Ercolani e alla presidente regionale, Claudia Firenze, di parlare di donazione di sangue e plasma. Molto apprezzata la performance canora tratta da Traviata del duo ospite, Francesca Madgalena Giorgi e Jacopo Mai. Insieme a Sestini, sul palco della finale, sono saliti Paco Perillo, Sara Maestosi, Ilenia Garofalo e la stessa Giorgi. ?Sono orgoglioso ? ha commentato Carlo Sestini ? di essere riuscito a regalare alla città una serata di alto valore spettacolare, culturale e di solidarietà. Era l?obiettivo che mi ero posto con questa edizione e grazie alle sezioni Avis, alle amministrazioni comunali, alla Fondazione CR Firenze, al mio staff e a tanti artisti dilettanti che si sono impegnati e hanno gettato il cuore oltre l?ostacolo di un isolamento forzato, siamo riusciti a dare vita ad un evento unico che si ripete ininterrottamente da diciotto anni?. La finalissima è stata trasmessa su Toscana Tv (canale 18) e su Siena Tv (canale 90). VIVI FOTOGRAFIA Cinquant?anni di storia nelle immagini dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori. Al via il progetto di digitalizzazione Prende forma il progetto di digitalizzazione delle immagini dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori che renderà consultabili le foto conservate, presentato dall?Associazione Archiviofotogori APS. L?intervento reso possibile grazie ad un contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e del Comune di Grosseto. La fruizione collettiva dell?Archivio da oggi diventa realtà DI REDAZIONE Il progetto Il progetto di digitalizzazione dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori, elaborato con il patrocinio del Comune di Grosseto, ha ottenuto l?approvazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che ha erogato un contributo di ? 20.000,00. Grazie a tale contributo sarà possibile dare avvio ai lavori preparatori e alla digitalizzazione di un primo lotto delle oltre 100.000 immagini che compongono l?Archivio Fotografico Fratelli Gori. Da più di 25 anni è in corso una collaborazione con il Comune di Grosseto che ha consentito la pubblica consultazione di una parte delle immagini fotografiche dell?Archivio. Un primo gruppo di circa 2.500 immagini, infatti, è consultabile in rete tramite il sito internet della Biblioteca Chelliana, nella sezione dedicata all?Archivio Globale della Maremma. Scopo statutario dell?Associazione Archiviofotogori APS, che gestisce l?Archivio Fotografico, è quello di far diventare il patrimonio di immagini scattato dai Fratelli Gori di Grosseto un bene collettivo di pubblica fruizione attraverso un?operazione globale di 80 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 valorizzazione che consentirà, inoltre, di promuovere la conoscenza storica del territorio della ?Maremma?. Disporre delle immagini dell?Archivio in formato digitale, ad oggi consultabili quasi esclusivamente in via analogica recandosi presso la sede dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori, permetterà di preservare l?integrità del materiale originario e ne consentirà una più ampia fruizione anche attraverso un sito web dedicato. Tutto ciò consentirà di coinvolgere non solo la comunità della Provincia di Grosseto, ma anche nuovi pubblici a livello nazionale e internazionale. La presentazione Il progetto è stato presentato con una conferenza stampa che si è svolta nei mesi scorsi presso la sede dell?associazione a Grosseto, in viale Porciatti 10 alla presenza dei rappresentanti dell?associazioine Archiviofotogori APS, di Carlo Vellutini membro del comitato di indirizzo della fondazione CRF, Alfonso De Pietro consigliere d?Amministrazione Fondazione CRF e Giacomo Cerboni assessore del Comune di Grosseto. ?Siamo felici ? ha esordito a nome dell?associazione Archiviofotogori Giovanni Gori ? di ospitarvi in questa piccola area verde che il Comune ci ha assegnato a seguito di un patto di collaborazione per la rigenerazione urbana dello spazio. Con gli uffici comunali ci stiamo occupando della cura del verde ed in applicazione dei criteri della lotta integrata abbiamo posizionato due nidi di cinciallegre che sono ghiotte di processionarie, insetti che infestano le conifere come questi cedri che ci fanno ombra. Terminata l?emergenza sanitaria il patto di collaborazione prevede l?utilizzo di questo triangolo verde per esposizioni, incontri e piccole esecuzioni musicali. Confidiamo che Acquedotto del Fiora, in collaborazione con l?Amministrazione comunale, accolga la richiesta di installare una ?casetta dell?acqua? a servizio del quartiere, che vorremmo dotata di un erogatore d?acqua anche per gli animali?. ?L?Associazione Archiviofotogori APS ? ha aggiunto Maria Enrica Monaco ? si è prefissa due obiettivi strategici per i prossimi dieci anni: da un lato digitalizzare le oltre 100.000 immagini che compongono l?archivio con lo scopo di rendere fruibile alla collettività il Grosseto, Corso Carducci anno 1951 Grosseto, anno 1947 Grosseto, Mostra del Tirreno anno 1952 Grosseto, Mostra del Tirreno anno 1968 Grosseto, inaugurazione D. C. anno 1952 [il vescovo di Grosseto mons. Galeazzi e l'on. De Gasperi] Grosseto, Viale Porciatti anno 1952 Castiglione della Pescaia, anno 1954 Grosseto, anno 1966 PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI ???? Grazie a tali contributi sarà possibile dare avvio ai lavori preparatori e alla digitalizzazione di un primo lotto delle oltre 100.000 immagini che compongono l?Archivio Fotografico Fratelli Gori patrimonio iconografico ed assicurarne la conservazione; dall?altro realizzare a Grosseto un museo della fotografia ove conferire tutto il materiale fino ad oggi conservato (macchine fotografiche, attrezzatura di camera oscura ecc.) e che costituisce testimonianza di un?attività artigiana oggi radicalmente mutata. Grazie alla sensibilità della Fondazione CRF oggi è divenuto possibile avviare il percorso per raggiungere il primo obiettivo e già tra un anno saranno consultabili in rete un primo lotto di fotografie. Per il secondo obiettivo abbiamo presentato in Comune una manifestazione di interesse a prendere in uso i locali della Troniera della Rimembranza per farne insieme all?associazione Kansassiti un centro culturale dedicato all?immagine ed ai suoni, allestito per ospitare un protomuseo della fotografia e per divenire una fucina che catalizzi gli interessi dei giovani, delle scuole e degli artisti in generale. ?Per noi della Fondazione ? hanno commentato Alfonso De Pietro e Carlo Vellutini, rispettivamente consigliere di amministrazione e membro del comitato di indirizzo della Fondazione CR Firenze ? il sostegno all?Archivio Gori rappresenta un investimento di un momento significativo di cultura cittadina. Il ruolo dell?Archivio è importante, così come lo è il suo patrimonio fotografico. La volontà di metterlo a disposizione della comunità è l?aspetto decisivo che ha permesso all?associa- 82 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 zione di ottenere il contributo. È stata importante la partecipazione ai bandi perché c?è la dimostrazione che se dal territorio giungono progetti di rilievo la Fondazione CR Firenze li sostiene e li accompagna nel loro percorso. In questo caso si sono incontrate la Fondazione, che investe sul territorio di Grosseto con cui ha un rapporto storico consolidato, con chi da tempo ha messo il suo archivio fotografico, che ha fissato momenti determinanti di vita maremmana, a disposizione della città?. ?I fratelli Gori ? ha puntualizzato l?assessore Giacomo Cerboni ? hanno raccontato la storia di Grosseto del Novecento e per questo già da anni è in corso una collaborazione tra il Comune di Grosseto, attraverso la biblioteca Chelliana, e l?Archivio Gori: sulla piattaforma ?Archivio globale della Maremma?, infatti, è possibile consultare circa 2500 immagini digitalizzate e messe in rete. L?obiettivo è quello di ampliare la fruizione da parte del pubblico di un patrimonio iconografico, che rappresenta una testimonianza del nostro recente passato. Riuscire a conservare e valorizzare questo patrimonio significa promuoverne il valore artistico e documentario, ampliando allo stesso tempo l?offerta culturale per la nostra città. Oltre a ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze per il contributo, ringraziamo l?Archivio fotografico fratelli Gori per il progetto di digitalizzazione che consentirà una fruizione ancora più ampia di questo tesoro e che rappresenta una dimostrazione di affetto e di appartenenza alla città, così come un?esperienza di sussidiarietà in cui l?iniziativa culturale è promossa dai cittadini?. Il contributo del Comune di Grosseto Intanto è di questi giorni la notizia che il Comune di Grosseto ha deciso di sostenere il progetto dell?Associazione ARCHIVIOFOTOGORI APS, che come detto mira a rendere pubblicamente consultabile il patrimonio iconografico dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori di Grosseto tramite la sua digitalizzazione, con un contributo economico di 10mila euro, che si va ad aggiungere ai 20mila euro già concessi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. ?L?Archivio ? fanno sapere dal Comune ? è composto da circa 100mila immagini scattate sul territorio grossetano dal dopoguerra fino agli anni ?80 del Novecento, oltre a rubriche cronologiche tematiche sui singoli servizi fotografici, positivi raccolti in album e materiale fotografico e di camera oscura. La realizzazione di questo progetto, che si svolgerà in più fasi, permetterà non solo di preservare l?integrità del materiale originario, ma ne consentirà anche una più ampia fruizione rendendolo pubblicamente consultabile attraverso un sito web dedicato e coinvolgendo sia la comunità della provincia di Grosseto, che nuovi pubblici a livello nazionale e internazionale?. Un patrimonio fotografico di grande importanza utilissimo per recuperare e conservare la nostra memoria Ricostruire la storia di Grosseto e della Maremma della seconda metà del Novecento attraverso le immagini: è ciò che lo straordinario Archivio Gori consente di fare, rispondendo così a quel diffuso bisogno di recupero delle radici e della memoria nel nostro territorio N elle fotografie dei Gori si assi­ ste ad una progressiva specia­ lizzazione della fotografia del territorio intesa come capillare docu­ mentazione di una costante e ragio­ nata modifica del territorio stesso da parte dell?uomo. Il linguaggio visivo e le gerarchie di valore estetico nell?archivio Gori non privilegiano tanto il momento creati­ vo della fotografia, ma l?intero spazio della comunità rappresentata per ?raccontare? la vita, la cronaca di una realtà sociale della quale il fotografo sentiva di fare parte. Poco attenti alle problematiche teorico­estetiche quanto inso?erenti verso l?eccessivo tecnicismo che l?atti­ vità del fotografo andava conoscendo, i fratelli Gori, ed in particolare Giusep­ pe Gori che ne diresse l?attività fino alla chiusura, trasmisero alla loro pro­ duzione fotografica caratteristiche che evidentemente ne riflettevano la concezione, le modalità espressive e le finalità creative, influenzando di conseguenza la qualità dei soggetti, la struttura compositiva poco ricercata, l?attenzione a riprodurre l?azione, il momento nel quale l?immagine si faceva documento. La rilevanza storico­documentaria dell?archivio è testimoniata dalle cam­ pagne fotografiche finanziate dalla grande committenza pubblica e da quelle commissionate dai vari enti e dai consorzi per la bonifica maremma­ na, quali l?Ente Maremma ed il Con­ sorzio Bonifica Osa Albegna. Per con­ to delle amministrazioni comunali e dell?Azienda di Promozione Turistica furono inoltre realizzate molte cam­ pagne fotografiche di tipo paesaggisti­ co, ed altre che attestano il rapido svi­ luppo della provincia di Grosseto. Ma fra gli oltre 4mila servizi foto­ grafici sono presenti anche fotografie che documentano eventi mondani, legati alla storia ed alla vita culturale della città, eventi sportivi, scioperi e manifestazioni, personalità politiche in visita alla città, cerimonie legate alla vita religiosa, alla ricostruzione post­bellica ed all?espansione del capoluogo maremmano nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l?ur­ banizzazione degli spazi rurali, la vita di fabbriche, opifici, manifatture, miniere, aziende agricole. Ad essi si aggiungono i servizi di carattere privato che documentano matrimoni, cresime, feste paesane e patronali, la vita sociale e familiare di intere comunità locali. Un patrimonio assai variegato di di?cile valutazione, dal momento che quasi tutti i servizi ?minori? sono ancora tutti su negativi, ma di cui è indubbia la ricchezza e l?importanza come fonte storica. Nelle fotografie dei Gori si trova, per così dire, un po? di tutto: dalla vita dell?azienda agraria, alla festa patro­ nale, dalla bitumazione delle strade alle processioni religiose, dai matri­ moni ai comizi degli esponenti politici nazionali in visita a Grosseto, dalle grandi opere infrastrutturali e urbani­ stiche al mercato della frutta. L?archivio Gori quindi, grazie alla conservazione dei materiali ed alla conoscenza delle tecniche storico­ conservative ed alle modalità operati­ ve della fotoriproduzione di studio e in esterna, si presta come fondo di straordinaria utilità non solo per deli­ neare il profilo storico dello Studio e della sua produzione fotografica, ma anche per l?utilizzo del suo materiale come fonte storica. Non solo quindi un archivio che permette di riflettere sulla storia della fotografia, ma anche su una storia con la fotografia. L?Archivio Gori permette, come già le istituzioni locali hanno compreso, la ricostruzione di una storia di Grosseto e della Maremma della seconda metà del Novecento attraverso le immagini, rispondendo così a quel «di?uso biso­ gno di recupero delle radici nel pro­ prio territorio»; una storia tanto più significativa in quanto prodotta da grossetani, quali erano i Gori, per grossetani, quali erano tutti i loro committenti. Testi tratti da: ?Professione Fotografi. L?archivio dei Fratelli Gori? di Matteo Baragli, a cura di ISGREC Istituto Storico Grosse­ tano della Resistenza e dell?Età Con­ temporanea. PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Dalla fortezza di Marina di Grosseto a Bocca d?Ombrone, camminando e/o correndo Esistono tanti modi per scoprire ed assaporare il meraviglioso territorio di Maremma che ci circonda. Uno di questi è quello che abbina la camminata alla corsa in contesti naturali di rara bellezza da apprezzare in modalità slow con l?intento di fare del bene al corpo e alla mente. Prima tappa: dalla Fortezza di Marina di Grosseto fino a Bocca d?Ombrone DI DEBORAH SANTINI Marina di Grosseto 84 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Marina di Grosseto, Forte di San Rocco C amminando e correndo alla scoperta della Maremma. Un territorio vasto, vario, che ben si presta ad essere percorso, osservato, ammirato. Pianure, colline, mare, montagna, paesaggi incantati, che, con il succedersi delle stagioni, assumono colori diversi e che riescono sempre a catturare lo sguardo del viaggiatore e a far respirare l?anima. Camminare e, perché no, anche correre, da soli o in compagnia, aiuta a immergersi in questa realtà, assaporando appieno le bellezze del territorio, rendendole parte di noi. Un approccio dolce, ma completo, che permette di ascoltare ciò che ci circonda e, nello stesso tempo, noi stessi. Andiamo, quindi, alla scoperta di questi preziosi angoli di territorio. A partire dalla parte finale dell?estate, la costa tirrenica grossetana, soprattutto in alcune ore del giorno e della sera, è deserta. Ebbene, sfruttiamo queste ore per una camminata o per una corsa o anche per una camminata alternata alla corsa, all?insegna del rilassamento fisico e mentale. Siamo a Marina di Grosseto, nel comune capoluogo. La località di mare che, insieme a Principina a Mare, si trova più vicina alla città. Zone frequentatissime in estate, conosciutissime dai grossetani e dai turisti, ma non sempre in modo completo. Soprattutto in particolari momenti della giornata, all?alba, per esempio, o al tramonto, la pineta, la spiaggia, il mare, il cielo acquisiscono sembianze magiche. Ecco cosa incontrerete seguendo questo cammino. Partiamo da Grosseto in auto o, se ci piace pedalare, anche in bicicletta, percorrendo la ciclabile che collega il capoluogo alla località marittima, calcolando che, tra andata e ritorno, in bici i chilometri da percorrere sono circa venticinque. Poco prima di entrare a Marina di Grosseto, guardando a sinistra si trova la Fortezza, il Forte di San Rocco. Molti di voi avranno visto questa struttura centinaia di volte, ma forse solo di passaggio. Ebbene, se è così, vale la pena fare una breve pausa. Si tratta di una fortificazione costiera che risale alla seconda metà del 1700, fu fatta costruire dai Lorena e ultimata da Federico III nel 1792. In precedenza, in questo stesso luogo, sorgeva una struttu- ra ?di avvistamento?. Con i Lorena diviene una fortezza di rilievo, significativa: ha un ruolo di controllo della costa e, nello stesso tempo, è una base logistica per le opere di bonifica idraulica. In seguito, una volta completate le opere di canalizzazione, la struttura venne trasformata in distretto militare, per poi diventare sede di abitazioni private. Intorno alla fortezza è stato creato uno spazio-giardino, oggi utilizzato per iniziative di varia tipologia. Quest?anno, per esempio, ha ospitato gli eventi legati ad ?Estate Clean?, festa dedicata all?ecosistema marino del litorale grossetano. Anche gran parte degli spettacoli del ?San Rocco Festival? sono stati programmati al Forte. E proprio in questo suggestivo spazio, a luglio, è stato montato uno dei campi di basket del ?Gek Galanda?, dove si sono svolte sedute di allenamento del conosciutissimo camp, che ormai fa tappa in più località italiane. In questo stesso campo è stato giocato anche un torneo di pallacanestro. Il giardino del Forte San Rocco riesce a trasformarsi in una sorta di teatro oppure in un palazzetto all?aperto, in base alle esigenze del momento, costituendo una cornice suggestiva per qualsiasi evento. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 85 SCOPRI La costa che da Principina a Mare va verso Bocca d?Ombrone ???? Un percorso che si snoda tra le ?baracche? colorate di Shangai, per poi immergersi nella pineta e proseguire tra dune e distese di sabbia la sua originalità, successivamente alla costruzione del Porto. Qui la spiaggia e il mare sembrano più selvaggi, più liberi. Tutto è più a misura d?uomo e di bambino. Procediamo sempre a diritto, in direzione Principina a Mare, fino ad arrivare ad una piccola stradina ciclabile immersa nella pineta. Non ci fermiamo, proseguiamo a camminare e, se vogliamo e se siamo preparati, alterniamo alla camminata piccole frazioni di corsa lenta, piacevole, rilassante. Quando vogliamo, possiamo immetterci in uno dei piccoli sentieri alla nostra destra che conducono verso il mare, fino a raggiungerlo. E da qui la nostra passeggiata sarà tutta sulla spiaggia, quella morbida, non sulla battigia, in modo da camminarecorrere su una superficie piana, anche se un po? impegnativa. Ovunque vada il Foto Omar Cirilli Ma procediamo lungo il nostro percorso: entrati a Marina di Grosseto, possiamo parcheggiare l?auto o la bicicletta e proseguire camminando. A questo proposito, consiglio di indossare una buona scarpa da camminata o da corsa. Raggiungiamo la zona denominata Shangai. Arrivando da Grosseto si trova alla nostra sinistra. Marina è divisa in due parti dal canale di San Rocco, creato nel 1840, grazie alla bonifica leopoldina. Attraversiamo proprio Shangai, un quartiere nato negli anni ?50, abitato da pescatori, animato e vivacizzato da baracche disordinate e variopinte, che costituiscono la ricchezza, la particolarità di questo piccolissimo villaggio, adesso, diversamente dal passato, molto frequentato anche dai turisti. Shangai è stato ?ristrutturato?, mantenendo, però, La spiaggia delle capanne a Principina a Mare (Grosseto) 86 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 vostro sguardo, riceverà bellezza, dalle dune al mare, qualsiasi sia la condizione meteo. Il cielo sereno, al mattino presto, regala una luce particolarissima e la sera, in notturna, la luce delle stelle e della luna. D?altra parte, però, grande è il fascino del cielo nuvoloso, ?arrabbiato?, completato dal suono del mare ?in tempesta?. Camminate, correte, se volete, osservate e ascoltate. Ovviamente, se decidete di fare questo percorso in notturna, portate con voi una piccola luce, per illuminare il percorso laddove il buio fosse eccessivo. In ogni caso non deve mancare un piccolo zainetto con acqua, uno spuntino, e abbigliamento che potrebbe servire, soprattutto se non siamo in piena estate. Portate con voi anche un orologio, un cronometro, per rendervi conto del tempo trascorso. Durante il percorso è abbastanza consueto, nelle ore della sera e nelle prime ore del mattino, incontrare pescatori solitari e silenziosi spalmati lungo la riva, figure caratteristiche di questa realtà. Potete arrivare fino a dove volete, persino fino a Bocca d?Ombrone, ovvero la foce del fiume Ombrone, attraversando la spiaggia di Principina a Mare, per poi arrivare alla zona compresa nel Parco regionale della Maremma, attraverso la particolarissima ?spiaggia delle capanne?, dove troviamo appunto delle capanne costruite utilizzando tronchi, legni, trasportati lì dal mare. Importante è rendersi conto di quanta strada state facendo, visto che poi ci sarà da tornare indietro... Buon percorso! SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu Ghirlanda, una piccola perla del massetano ricchissima di storia Tra le frazioni di Massa Marittima ce n?è una che è sempre stata una località di passaggio per la presenza della stazione e della teleferica: soprattutto, in tempi più recenti, prima che fosse costruita la variante, chi proveniva da Siena per andare al mare e viceversa doveva necessariamente passare per Ghirlanda, posta a nord del capoluogo in direzione di Siena Ghirlanda (Massa Marittima) DI SANDRA POLI 88 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Nella foto la stazione di Ghirlanda in uno scatto d?epoca G hirlanda, dopo le opportune bonifiche, ha attraversato l?800 e il 900 caratterizzandosi per diversi aspetti storici: non solo la stazione e la teleferica, ma anche il Pastificio Badii, la fabbrica di pipe, la fiera del 1° settembre. Denominata Grillanda in alcuni documenti antichi o Padule del Garofano dalla conformazione dei canali che ricordavano appunto l?immagine di un garofano, Ghirlanda non esisteva fino al XVI secolo. Quando Massa Marittima cadde sotto la Repubblica di Siena nel 1335, la zona fu completamente abbandonata lasciando proliferare la palude e la malaria. Le prime opere di bonifica iniziarono nel 1594 quando il commissario dei Medici Pico Sforza affidò a un tale Aquilani l?incarico per un piano di bonifica. Il progetto, redatto dall?Architetto Antonio Sandrini, consisteva nella costruzione della prima galleria emissaria, ma non dette i risultati sperati; in seguito, i successori del Granduca Ferdinando dei Medici non si preoccuparono della bonifica e Ghirlanda restò una palude pericolosa. Le vere opere di bonifica iniziarono con il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena che nel 1774 incaricò Leonardo Ximenes di studiare come risanare la palude. Ximenes, già professore di ingegneria all?Università di Firenze, studiò un sistema di canali piuttosto efficace che rese Ghirlanda una zona più salubre. Fu costruito un canale principale detto Fosso Maestro del Padule o Fossone che convogliava, attraverso canali e chiavi- che, le acque di altri torrenti: il Fosso dell?Auscello, il Fosso del Garofano, il Fosso della Voragine del Garofano, il Fosso del Tordino, il Torrente di Malenotti e altri. A un certo punto del suo corso il Fossone si immetteva in un tunnel e da qui si scaricava nel Fosso del Madonnino. Grazie a questo sistema di scolo Ghirlanda cominciò ad essere una zona più vivibile anche se il tunnel, per varie caratteristiche di costruzione e per la conformazione geologica del terreno, non garantiva un sistema di scolo perfetto. In seguito alla continua manutenzione, però, Ghirlanda cominciava a diventare una zona agricola e stavano sorgendo le prime abitazioni. La bonifica continuò negli anni finché il pericolo di malaria scomparve e Ghirlanda divenne protagonista di diversi aspetti storici. Uno di questi è sicuramente la stazione. La ferrovia Massa Marittima Follonica Porto fu inaugurata l?11 dicembre 1902; partiva da Ghirlanda percorrendo 25 chilometri attraverso Schiantapetto, Poggio Guardione, Valpiana, Cura Nuo- va, il fiume Pecora, il torrente Pietraia fino ad arrivare a Follonica, prima alle fonderie e poi al porto dove il minerale veniva caricato sulle navi. Il treno, infatti, serviva principalmente per il trasporto del minerale, le ultime carrozze erano riservate ai passeggeri. Nel 1944 furono bombardati tutti i ponti e da lì la ferrovia non è più stata messa in funzione. Oltre al treno che portava il minerale e che viaggiava sul binario principale, vi era anche la ferrovia a scartamento ridotto, cioè con il binario più piccolo che collegava la miniera di Val d?Aspra con Ghirlanda. I rumori del treno, pertanto, per i ghirlandini erano una normale colonna sonora: lo sbuffo della locomotiva che andava e veniva, il fischio di quando entrava in stazione. Ma c?era anche un altro rumore ben conosciuto: lo sferragliare della teleferica che, nel punto ancora oggi detto l?Incrocio, univa il ramo proveniente da Niccioleta con quello proveniente da Boccheggiano e da qui trasportava la paioline di minerale verso il mare. Oltre ai mezzi di trasporto, Ghirlanda è conosciuta per alcune forme di artigianato. Uno di questi è il Pastificio Badii di cui si intravede ancora la struttura. L?edificio fu costruito nel 1856-1857 da Giuseppe Petrocchi che nel 1885 ne fece uno stabilimento di macinazione del grano affiancandolo alla frangitura delle olive. Dopo varie vicissitudini che lo portarono sotto diversi gestori, nel 1918 il Pastificio dichiarò fallimento. Tutta l?attività fu rilevata da Mazzini Badii, fratello di Gaetano Badii, in società con l?ingegnere Teodoro Hanpt. Da lì il Pastificio cominciò a farsi un nome: nel 1940 la struttura fu allargata e fu elevata una torre con l?orologio. Il pastificio comprava grano da tutta la zona e aveva una tecnica artigianale che dava al prodotto un sapore particolare e riconoscibile. L?attività si interruppe negli anni cinquanta quando venne dismessa dagli eredi Nella foto il Pastificio Badii nel 1929 PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 89 SCOPRI Nella foto, Gino Cervi alla fabbrica di pipe ???? Tantissimi gli aspetti storici che caratterizzano il borgo: la stazione e la teleferica, ma anche il Pastificio Badii, la fabbrica di pipe, la fiera del 1° settembre Badii, da allora non è più ripresa lasciando un edificio oggi, purtroppo, fatiscente. C?è anche un?altra forma di artigianato nata in Ghirlanda e che ha rivestito una notevole importanza: la fabbrica delle pipe di radica. Sempre Giuseppe Petrocchi mise in piedi l?industria delle pipe nel 1880. Si trattava di un mestiere ancora sconosciuto, per questo fece venire delle maestranze dalla Corsica, patria per eccellenza delle pipe, per insegnare i segreti agli apprendisti del posto. Stiamo parlando di pipe fatte con la radica di scopa di cui la macchia mediterranea è ricca, per la precisione di scopa maschio perché la scopa femmina non è adatta per questo tipo di lavorazione. Dopo il Petrocchi, alla guida dell?industria di pipe subentrò il corso Luigi Curiel, seguì il tedesco Wassmuth che aveva già fabbriche di pipe a Livorno e nel Nord ItaNella foto la Fiera di Ghirlanda nel 1968 lia. Nacquero altre segherie in zona, una di queste fu quella di Giuseppe Mariotti. Fu lui che nel 1947 iniziò a trasmettere il mestiere a Pietro Bartoli che avrebbe portato questo artigianato a livelli di eccellenza. In seguito, il Bartoli ingrandì la fabbrica arrivando a creare uno stabilimento tra i più rinomati d?Italia e d?Europa. Negli anni sessanta la fabbrica di pipe contava trentacinque operai ed era un?eccellenza: le pipe Bartoli venivano richieste da tutto il mondo al punto da attirare attori famosi. Uno di questi fu Gino Cervi, l?allora Commissario Maigret: in vacanza nella sua casa di Punta Ala, sentì parlare di questa fabbrica, essendo appassionato di pipe, volle andare a visitarla. Una delle pipe Bartoli negli anni 80 fu inviata al presidente Pertini come omaggio reso dall?A.N.P.I. di Massa Marittima. Poi il mercato è cambiato, è diventato più economico acqui- stare pipe a livello industriale ed è passata anche la moda della pipa: pur continuando a produrre pipe fino a tempi molto vicini a noi, la fabbrica ha risentito molto della diminuzione di richiesta e ha perso i fasti di un tempo. Rimane un ultimo aspetto di Ghirlanda: la fiera del primo settembre. Ultimo perché in Ghirlanda è arrivata in tempi recenti. Fino al 1964 si teneva alla Querciolaia di Pian dei Mucini, dal 1965 venne in Ghirlanda. A parte questo, la fiera ha origini antiche, fu istituita nel 1868 da Dante Bellini, amministratore fiduciario della successione testamentaria Moris, famiglia proprietaria di Pian di Mucini. All?inizio si svolgeva a fine agosto, poi fu spostata al 1° e 2 settembre; prima della seconda guerra mondiale si tendeva ancora in questi giorni, il 1° settembre la fiera, il 2 il fierino. In seguito è rimasto ed è ancora oggi solo il 1° settembre come giorno canonico della fiera. Bibliografia Giordano Bruno S. Moretti ?se vai in Ghirlanda portami con te, con la consulenza di Avio Bracali Giordano Bruno S. Moretti Da Ghirlanda di Maremma ai balconi del mondo, maggio 2015, Milano Sandra Poli I consorzi stradali, idraulici e di bonifica a Massa Marittima dalla metà dell?800 ai giorni nostri, 2003, Editrice Leopoldo di Follonica. Fonti non bibliografiche Intervista ad Avio Bracali e Mauro Bartoli 90 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare ?I Cosimini a Grosseto. Un secolo al servizio dell?Agricoltura?, la figura di Talete Cosimini Tra i grossetani che con il loro lavoro hanno dato sviluppo all?economia maremmana, dobbiamo annoverare anche Talete Cosimini, membro di spicco di una storica famiglia di imprenditori impegnata nella produzione di una vasta gamma di macchine agricole nei settori dei cereali e della olivicoltura, ma non solo DI TAMARA GIGLI SANESI Premessa L?attività della Ditta Cosimini di Grosseto iniziò nel 1856 e durò ininterrottamente fino al 1971, quindi per ben 115 anni. Fu gestita inizialmente da Giovan Battista e successivamente da suo fratello Archimede alla cui morte nel 1891 subentrarono due suoi figli, Talete e Antonio. Alla morte di Talete, avvenuta nel 1923, continuò la gestione il fratello Antonio in qualità di presidente affiancato da Alfredo, terzo figlio di Archimede in qualità di consigliere delegato. Nel 1929, alla morte di Antonio, Alfredo divenne il nuovo presidente in seguito, nel 1933, affiancato da un nuovo consigliere delegato, l?ing. Alberto Cosimini del ramo fiorentino della famiglia. Con la riprese del secondo dopoguerra nel 1945 Alfredo divenne presidente onorario della Ditta e ne assunse la presidenza Renzo Renzetti marito della vedova di Antonio. Alberto venne confermato quale consigliere delegato. Cariche che si mantennero senza cambiamenti fino alla liquidazione della Ditta, avvenuta ne 1971. Ciascuna di queste persone fu scelta per la propria capacità imprenditoriale, 92 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 sia di marketing che tecnica, pur dando ovviamente la propria impronta in relazione ai tempi ed alla propria cultura e personalità. Fra tutti ritengo che Talete debba essere considerato il più rappresentativo, per personalità, risultati ottenuti, impegno non solo nella Ditta ma esteso alle varie realtà sociali di Grosseto, senza nulla togliere ai suoi familiari impegnati nel tempo, prima e dopo di lui. Biografia Talete Cosimini era nato a Pistoia il 21 gennaio 1857. Destinato, come il fratello Antonio, a proseguire l?attività del padre, seguì gli studi tecnici presso l?istituto Cavour di Firenze e una volta terminati entrò nella ditta paterna, seguito poco dopo dal fratello Antonio. Talete nel 1884, quindi a 24 anni, si sposò con una giovane della buona società grossetana, Ferdinanda Fanelli diciottenne figlia di un commerciante e titolare di un panificio. Ferdinanda morì di parto l?anno successivo lasciando il vedovo erede del panificio, di una abitazione in corso Carlo Alberto e di un notevole capitale. In seconde nozze Talete Cosimini Talete si unì nel 1894 con Maria Olivieri, originaria di Torino, dalla quale ebbe tre figlie: Nella, Lina, Elena. Nel 1909 essendo divenuto proprietario del panificio Fanelli situato in via del Pantaneto, comunicante con la sua abitazione di corso Carlo Alberto ne sostituì l?antiquato e antigenico impianto a carattere manuale con una impastatrice a benzina. La sua abitazione, all?inizio del Novecento, era una dalle venti che a Grosseto avevano l?acqua corrente in casa. Ditta I due fratelli, prima con la guida del padre e poi con l?esperienza acquisita, dettero un notevolissimo sviluppo all?azienda che divenne nel tempo di carattere nazionale, essendo presente in tutta Italia con ben dieci filiali da Voghera a Taranto. Dopo i primi decenni di sviluppo tec- Nella foto palazzo Cosimini a Grosseto sede dell?attività industriale fino al 1971 PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI ???? L?attività della Ditta Cosimini di Grosseto iniziò nel 1856 e durò ininterrottamente fino al 1971, quindi per ben 115 anni nologico nella costruzione di una vasta gamma di macchine agricole nei settori dei cereali e della olivicoltura, fu costruita a Grosseto nel 1869 la prima trebbiatrice italiana e più tardi nel 1920, da qui fu introdotta nel mercato italiano la prima mietitrebbiatrice. Successivamente si ritenne di mantenere la produzione di macchine di minore impegno costruttivo e di dedicarsi soprattutto alla commercializzazione di quelle industrialmente più impegnative. Quindi furono realizzati importanti contratti di esclusiva con i massimi costruttori mondiali di trebbiatrici, locomobili e trattori, come la Mc Cormick di Chicago, la Ramsomes, Sims & Jefferies di Ipswich, la Fower tedesca. Lavori extra Ditta Talete gestì, assieme al fratello Anto- 94 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 nio ed all?ing. Vittorio Zamberletti, una fornace per la produzione di tegole marsigliesi e pianelle in località S. Martino. Sempre insieme al fratello ed all?ing. Zamberletti nel 1895 assumeva l?appalto per l?impianto e l?esercizio della prima centrale idroelettrica di Poggibonsi. In precedenza a Grosseto nel 1892 essi avevano contribuito alla costruzione della centrale idroelettrica realizzata dalla ditta Sellari e Franceschini, fornendo gli alberi dei macchinari, gli ingranaggi e i motori. Impegni sociali Oltre al quotidiano lavoro svolto per la Ditta Cosimini assieme al fratello Antonio, Talete per la sua universalmente riconosciuta competenza e lungimiranza imprenditoriale e per l?impegno che poneva in ogni sua attività, ebbe nel tempo numerosi importanti incarichi nelle varie realtà sociali maremmane. Alla istituzione della Camera di Commercio ed Arti di Grosseto, creata con regio decreto del 3 marzo 1907, ne fu nominato presidente per acclamazione e fu sempre riconfermato fino alla sua morte. Nel 1915 era censore della succursale grossetana della Banca d?Italia. Fu membro del consiglio di amministrazione della Scuola di Arti e Mestieri di Grosseto dal 1916, scuola che ebbe grande importanza per la formazione dei giovani grossetani. Eletto presidente del Consorzio Granario Grossetano nel 1916 lo gestì realizzando forti economie e risultando l?unico in Italia chiuso con un utile. Talete Cosimini era di carattere schivo e di naturale modestia, di modi e di linguaggio rude al primo impatto, tanto che rimangono nella memoria i rimproveri di qualche imprenditore, uno dei quali si lamentava del linguaggio veramente fiorito, tale da provocare un malessere della sua segretaria. Questo suo modo di contenersi, forse necessario per portare avanti la ditta in tempi così difficili, veniva però ampiamente compensato dalla sua naturale modestia e dalla sua generosità che lo trovò sempre impegnato in opere sociali quali la Croce Rossa grossetana di cui fu consigliere e nella quale era impegnata anche la moglie, la locale Arciconfraternita della Misericordia, la costruzione della prima colonia marina a S. Rocco, l?asilo infantile Vittorio Emanuele II di cui era socio, la pubblica assistenza Croce d?Oro, l?Orfanotrofio G. Garibaldi di cui era vice presidente, oltre a l?impegno nei riguardi dei suoi dipendenti arruolati durante la prima guerra mondiale e nel caso di infortuni sul lavoro, non essendoci allora alcuna forma di assistenza pubblica. Talete cessò di vivere a Pisa il 27 novembre del 1923 e i suoi funerali furono seguiti da tutta Grosseto, autorità e cittadini, ed a lui furono dedicate espressioni molto lusinghiere ricordando le sue qualità umane e l?enorme lavoro svolto per la sua ditta e per Grosseto. Le illustrazioni sono tratte dall?archivio dell?ing. Antonio Cosimini e sono riprodotte nel volume: A. Cosimini - T. Gigli Sanesi, I Cosimini a Grosseto. Un secolo al servizio dell?Agricoltura, Innocenti Editore, Grosseto 2020. SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?La Maremma grossetana nel panorama delle bonifiche in Italia e nel mondo?, presentato il volume Presentato a Casa Ximenes il libro ?La Maremma grossetana nel panorama delle bonifiche in Italia e nel mondo. Studio tematico comparativo? degli autori Anna Guarducci, Marco Picardi e Leonardo Rombai, con interventi di: Stefano Campana, Claudia Cancellotti, Valentina Chiarello, Giovanni Fontana Antonelli, Pietro Pettini, Lamberto Soldatini, Mara Visonà N ell?ambito dell?iniziativa ?Una terra da amare. Mappe, immagini e storie di Castiglione della Pescaia?, il 29 luglio scorso nel giardino del Museo Casa Ximenes è stato presentato il volume dal titolo: ?La Maremma grossetana nel panorama delle bonifiche in Italia e nel mondo. Studio tematico comparativo?, degli autori Anna Guarducci, Marco Picardi e Leonardo Rombai, con interventi di: Stefano Campana, Claudia Cancellotti, Valentina Chiarello, Giovanni Fontana Antonelli, Pietro Pettini, Lamberto Soldatini, Mara Visonà e le presentazioni di: Giancarlo Farnetani, 96 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Susanna Lorenzini, Fabio Bellacchi, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Lucia Venturi. Hanno partecipato all?iniziativa: il sindaco di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani e l?assessore alla cultura Susanna Lorenzini, il professor Leonardo Rombai dell?Università di Firenze, Eloisa Azzaro dell?Archivio di Stato di Siena e gli autori Claudia Cancellotti, Giovanni Fontana Antonelli e Lamberto Soldatini (di ArchiMedia Trust), l?architetto Pietro Pettini e Mara Visonà (Università di Siena). Il volume è stato realizzato per iniziativa e con il sostegno economico del Comune di Castiglione della Pescaia e del Consorzio di bonifica Toscana 6 Sud e con il patrocinio del Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali, dell?ente Parco regionale della Maremma e della Provincia di Grosseto. Frutto di una lunga ricerca, il libro riunisce gli studi realizzati dal gruppo di lavoro per il progetto di candidatura a sito Unesco-Patrimonio dell?umanità del paesaggio delle bonifiche di Maremma, con considerazione della pianura di Castiglione della Pescaia, Grosseto e Alberese. Un progetto ambizioso, una straordinaria opportunità di rilevanza internazionale e strategica per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo del territorio della Toscana meridionale, che vuole promuovere la Maremma esaltando le sue peculiarità storiche, paesaggistiche e culturali anche in un?ottica di potenziamento della valenza turistica di queste zone. Il primo capitolo mette a fuoco gli aspetti metodologici e programmatici del percorso di candidatura e alcuni approfondimenti delle ricerche, con i contributi di Valentina Chiarello, Giovanni Fontana Antonelli, Pietro Pettini, Lamberto Soldatini, Mara Visonà, Stefano Campana e Claudia Cancellotti. Gli altri capitoli, di Anna Guarducci, Marco Piccardi e Leonardo Rombai, affrontano le tematiche relative alla bonifica idraulica in Italia, con le sue tante specificità, come i metodi e le tecniche di intervento, il valore patrimoniale del suo paesaggio, la legislazione e le fonti documentarie utilizzabili per ricostruirne la storia. Vengono selezionate cinque aree italiane e sei in Europa e nel resto del mondo, tra le più significative per la storia e per i valori correlati alla bonifica; ognuna affrontata in una piccola monografia che ne mette in luce la storia, le emergenze architettoniche, i personaggi coinvolti, i valori paesaggistici e i problemi di oggi. Per l?Italia: il Campidano di Oristano, Arborea e Terralba; la Maremma grossetana e le pianure del Fucino; di Ferrara e la Pontina. Per l?Europa e il resto del mondo: Città del Capo (Repubblica Sudafricana), Fenland (Regno Unito), Mumbai (Unione Indiana), Petit Poitou (Francia), Polder Olandesi (Paesi Bassi) e Delta Sacramento-San Joaquin (Stati Uniti d?America). L?ultimo capitolo e le conclusioni sono dedicati allo studio tematico comparativo puntuale dei casi italiani, con messa in luce dei valori e delle criticità di ciascuna area. In conclusione, in relazione anche alla scala europea e mondiale si individua la Maremma grossetana quale comprensorio più emblematico, in considerazione della plurisecolare opera di bonificazione, delle tecniche adoperate e della rilevanza quantitativa e qualitativa delle testimonianze materiali e documentarie relative ai paesaggi ad essa riferibili. ?L?emozione non lascia scampo?, il romanzo di Mita Feri sulla violenza fisica nei confronti delle donne U n?escursione nel Parco Mine­ rario Naturalistico di Gavorra­ no che sovrasta il meraviglio­ so scenario del Golfo di Follonica in Toscana e la visita ai ruderi del Castel di Pietra sono all?origine dell?ispira­ zione del romanzo di Mita Feri ?L?e­ mozione non lascia scampo? . Quel luogo, ricordato nella tradi­ zione come il teatro del delitto della nobildonna senese Pia, cantata da Dante Alighieri nel canto V del Purga­ torio, dipana il filo conduttore del romanzo, ossia la violenza fisica nei confronti delle donne, quasi a ricrea­ re una sorta di analogia tra la società medioevale e i tempi moderni ove questo problema si fa sempre più dif­ fuso e la brutalità gratuita si nascon­ de dietro false apparenze. Il romanzo indaga l?esistenza di donne che vivono accanto a noi, nella nostra contemporaneità; professio­ nalmente a?ermate, apparentemen­ te sicure, che nascondono invece fra­ gilità e insicurezze non sempre impu­ tabili ai rispettivi caratteri. Ecco allora i colori rutilanti della gonna di crea­ zione pakistana che Virginia indossa per cancellare la molestia subita sul tram; ecco le passeggiate di Miranda sulla battigia e il suo rapporto di forte empatia con la natura della Marem­ ma. In lei cova ancora il ricordo oscu­ ro della violenza subita che confesse­ rà, solo in ultimo, all?uomo che ame­ rà; ecco la scrittura di Tania, moglie tradita, che alle menzogne del marito contrappone i versi da lei stessa com­ posti, alla ricerca ?di un tempo nuovo per ballare, cantare e ridere di sé?. C?è un?immagine che ci sorprende, che si staglia sullo sfondo di un antico castello diroccato: una figura eretta, elegante, nobile, che ci allontana dal­ la contemporaneità. La lente del caleidoscopio ha il potere di superare i limitari del tempo e ci restituisce le sembianze della Pia vestita dei sui panni di nobildonna senese, ostaggio di un matrimonio di interesse, voluto dalla sua famiglia per ragioni politi­ che. Con la mano inanellata attrae la nostra attenzione e ci racconta la sua storia dolente di donna: confinata nel Castello di Pietra nella Maremma toscana, tradita nei suoi sogni di spo­ sa e precipitata, secondo la leggenda, nel dirupo che da lei ha preso il nome di ?Salto della contessa?. Ritrovare l?anello, il monito di Pia, sarà un?emozione per il lettore, la stessa emozione che ha guidato le tre protagoniste a riscoprire l?amore, perché ?l?emozione non lascia scam? po?. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Amabile?, un bel romanzo di Sara Casiraghi con al centro storie di crescita interiore Un bel libro, quello firmato da Sara Casiraghi, dal titolo ?Amabile?, ambientato tra la Brianza lombarda e la Maremma toscana, che racconta la storia di due donne chiamate dalla vita a tirar fuori la parte più vera e nascosta di sé... S i intitola ?Amabile? ed è un romanzo, il primo, di Sara Casiraghi ambientato per la maggior parte nel cuore della Maremma (a Boccheggiano-Montieri in particolar modo) terra d?origine dell?autrice che vede al centro la storia di due donne chiamate dalla vita a tirar fuori la parte più vera e nascosta di sé. Un?imprevista quanto meravigliosa storia di crescita interiore per ritrovarsi faccia a faccia di fronte all?amore e alla lotta, quella vera, contro la più profonda ingiustizia che una donna possa subire. Perché non esiste vergogna delle proprie ferite, ?bisogna solo imparare a valorizzarle? a trasformarle nella nostra forza?, nella nostra vera bellezza. Più nel dettaglio il libro racconta il Sara Casiraghi percorso di formazione e di resilienza di una giovane donna di nome Gemma. Affronta e approfondisce, inoltre, la filosofia del Kintsugi e la potenza di un ampio ventaglio di emozioni, tra cui il dolore per la perdita e la sua accettazione, l?amore, la dipendenza affettiva, la violenza psicologica e fisica, la libertà di autodeterminarsi e il senso di rinascita. È un inno alla vita, quella autentica, al di là di ogni prigionia e maschera sociale ed emotiva. Una condizione di libertà che è sicuramente più facile da ritrovare laddove la natura riesce ancora a dire la sua sull?uomo. Sinossi Gemma, una giovane giornalista di cronaca, decide di provare a colmare l?inesauribile senso di vuoto, l?inadeguatezza e il dolore latente che la muovono dentro in modo ormai non più sopportabile, soprattutto dopo il doppio tradimento del compagno e della migliore amica e alcune pesanti delusioni lavorative. Un normalissimo venerdì mattina alcune coincidenze la invitano a una indispensabile pausa. Il desiderio improvviso è quello di un viaggio che sappia portarla lontano, almeno per un po?. L?obiettivo è uno: ritrovare se stessa. (...) Ci fermiamo qua per non svelare troppo . L?autrice Dalle origini maremmane, l?autrice 98 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Sara Casiraghi è una giovane professoressa di Lettere di Merate una piccola cittadina in provincia di Lecco che presiede l?associazione Lei a p.s. impegnata a valorizzare e curare su più aspetti la donna e il suo ?stare? ed ?essere? in questa società. ?Le mie radici, per metà brianzole, mi riportano anche in Toscana, in provincia di Grosseto: una terra che amo e in cui torno ogni qual volta posso?. Il romanzo è in vendita su Amazon, reperibile anche presso alcune librerie del meratese, del lecchese, della bergamasca e del grossetano. TITOLO: Amabile PAGINE: 224 GENERE: romanzo di formazione, narrativa femminile TARGET: over 15, pubblico soprattutto femminile PREZZO: ? 13 COPERTINA: flessibile ISBN-13: 979-8570876705 SCOPRI AZIENDE AL TOP | Storie di imprese e di imprenditori di Maremma Cooperativa la Peschiera: ?Ecco come siamo riusciti a resistere ed a superare le difficoltà!? Sia pur messa a dura prova dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo da ormai quasi due anni, la Cooperativa la Peschiera, azienda multiservizi che opera in diversi campi, è riuscita a superare questo periodo al punto da mantenere in equilibrio la parte economica, finanziaria e patrimoniale dell?azienda. Ne parliamo con la presidente Daniela De Angelis DI REDAZIONE N ata a Santa Fiora sul Monte Amiata nel 1988, duecento dipendenti, 5 milioni di fatturato, 33 anni di esperienza, bilanci positivi e un futuro in espansione. Questi i numeri della Cooperativa la Peschiera, un?azienda multiservizi, professionale, snella e resiliente al tempo che cambia veloce. Il settore della cooperazione, come sempre, reagisce agli eventi per l?estremo dinamismo che lo caratterizza e anche La Peschiera grazie a questo è riuscita a superare questo periodo riuscendo a mantenere in equilibrio la parte economica, finanziaria e patrimoniale dell?azienda. Daniela de Angelis, presidente della cooperativa ci racconta questa pagina di storia. ?Noi siamo qui, ancora qui ed è la vittoria più bella, quella che deve darci la carica per essere riusciti a resistere. Abbiamo sofferto e lottato, ci abbiamo creduto. Abbiamo dovuto fare i conti con il Covid-19 senza avere avuto il tempo di ragionarci troppo, con l?unica soluzione di provare a intercettare un percorso immediato per contrastare il 100 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 momento, accettare il cambiamento forzato e mettere in campo strategie innovative per provare a salvare l?azienda e di conseguenza i posti di lavoro. Chi è abituato a vivere in cooperativa è consapevole che molto del successo o dell?insuccesso deriva anche dai lavoratori stessi. Del resto il virus ha contagiato un sistema già malato perché nel 2019 la ripresa era anemica, il PIL non aveva ancora recuperato la crisi finanziaria del 2008. Le disuguaglianze sociali erano in aumento, emergevano nuove forme di povertà, l?emergenza ambientale si aggravava. Il Covid non ha cancellato queste difficoltà e ci vorrà molto tempo per recuperare ciò che è stato perduto: la disuguaglianza è aumentata con la pandemia che ha colpito alcuni settori, soprattutto le donne. Oggi più che mai il futuro dipende da ciascuno di noi?. Come l?azienda ha vissuto la pandemia Nel pieno della pandemia, dopo aver chiuso molti dei servizi erogati, la Peschiera ha iniziato ad affrontare le emergenze. ?Così ? prosegue Daniela De Angelis ? è stato necessario pianificare rotazioni di personale, sopperire alle emergenze, analizzare le posizioni dei lavoratori a rischio per patologie. Non solo: per mantenere un equilibrio tra ricavi e costi indiretti si è reso indispensabile studiare un piano di lavoro per gli impiegati considerando riduzioni di orari per tutti, accesso alla cassa integrazione, smart working dove era possibile, rotazioni in presenza, ferie e permessi?. La strategia giusta e vincente è arrivata poi dall?attività commerciale e progettuale. ?Ci siamo qualificati sulle piattaforme pubbliche e private su settori nuovi: portierato, vigilanza, pasti veicolati, servizi di trasporto e facchinaggio; abbiamo potenziato il settore delle pulizie facendo le iscrizioni richieste per poter effettuare le sanificazioni; abbiamo partecipato ad appalti anche fuori dal territorio regionale in partnership con altre aziende; abbiamo lavorato su richieste di maggiorazioni contrattuali e sulla proroga dei servizi, abbiamo avviato nuovi iter per acquisire ulteriori Certificazioni. Oggi solo un?azienda aperta che si adatta alle evoluzioni e lavora su obiet- Nella foto la presidente della Cooperativa La Peschiera, Daniela De Angelis PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI Nella foto i membri del CDA della Cooperativa La Peschiera ???? La cooperativa è nata a Santa Fiora sul Monte Amiata nel 1988, ha duecento dipendenti, 5 milioni di fatturato e 33 anni di esperienza. Ai bilanci positivi è in grado di aggiungere un futuro in espansione tivi misurabili e concreti può sopravvivere agli eventi, un?organizzazione snella, dotata di un team formato e consapevole che deve lavorare per progettare servizi nuovi ed erogare servizi nell?immediato che possano dare una risposta ai clienti e alla collettività?. Come l?azienda affronta il futuro ?Ripartiamo da ciò che siamo. Quest?anno ci è servito per capire chi siamo, cosa abbiamo costruito e cosa possiamo fare. Non direi da dove ripartire, direi come continuare. Lavorare in cooperativa, vivere la cooperativa permette di mettersi in gioco, di testare percorsi e sfide. Il futuro si deve basare su elementi fondamentali: il lavoro di squadra, i contratti di rete, la formazione dei giovani. La nostra strategia è quella da qui a tre anni di avere una realtà preparata e competitiva in modo da affrontare un mondo oramai globalizzato?. Il punto di vista della presidente Daniela de Angelis La De Angelis fa una riflessione personale. ?Mi sento di fare anche una riflessione personale su cosa ha dato a me la cooperativa. La Cooperativa ha dato un valore aggiunto non solo al mio percorso professionale ma anche alla qualità della mia vita. Ho dedicato sempre tanto tempo alla 102 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 mia crescita personale, allo studio, al lavoro in azienda ma l?ho fatto cercando di conciliare la mia vita familiare, di madre e di donna. Ho lavorato sull?organizzazione del tempo con una sorta di auto imposizione. È vero che sono pochi i weekend in cui non apro mai il computer o non uso il cellulare ma non mi è mai pesato e non credo di aver penalizzato nulla della mia vita, anzi credo che questo modo di vivere il lavoro con serenità, entusiasmo e ottimismo mi abbia permesso di trasferire buoni valori anche ai giovani. Darsi degli obiettivi e farlo a piccoli passi, completarli di giorno in giorno mi ha portato a maturare quell?ambizione, quella voglia di farcela, quella determinazione che mi ha aiutato nel misurami a fare cose che inizialmente non pensavo di riuscire a fare. La semplicità nel vivere, l?umanità, la resilienza e il non condizionamento derivato da voci esterne mi hanno dato la forza di andare avanti anche quando gli ostacoli sono stati duri da superare. E oggi, dopo 30 anni di cooperazione, riesco ancora a svegliarmi la mattina con tanti sogni nel cassetto e ringrazio chi mi ha dato fiducia, chi mi ha sostenuto, chi mi ha accompagnato in questo bel percorso ricco di emozioni e di amore per la vita. E adesso più che mai invito a non aver paura, perché serve coraggio, memoria e prospettiva. Dobbiamo avere uno scatto di orgoglio per ciò che siamo stati e per ciò che abbiamo costruito. Sintetizzare ciò che è successo quest?anno è una forte emozione perché nei momenti difficili si sentono due cose: l?amore per il proprio lavoro e la vicinanza delle persone. Io ho sentito tanto amore per l?azienda da parte di tutti, ho sentito una grandissima voglia di farcela e non ho percepito mai nessun momento di cedimento?. ?Ai soci ? conclude la De Angelis ? non voglio trasferire solo informazioni numeriche sullo ?stato di salute? dell?azienda ma voglio ricordare che sono i valori che fanno la differenza. Non siamo in grado adesso di sapere cosa succederà nello scenario futuro, ma siamo in grado di dire che affronteremo tutto con determinazione e coraggio mettendo in campo professionalità, competenze, alleanze che ci porteranno verso un futuro energico, innovativo, competitivo fatto di brave persone e di persone brave. Questo consegneremo ai nostri giovani che dovranno portare avanti il lavoro con la stessa caparbietà e lo stesso amore. Sono certa che lo faranno!?. Contatti: Cooperativa La Peschiera Uffici direzionali ed amministrativi Via Circonvallazione Nord 1 58031 Arcidosso (GR) Tel. 0564 967746 - 0564 953134 email: info@lapeschiera.it web: www.lapeschiera.it Nelle foto alcuni dei rami di attività della Cooperativa La Peschiera PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 103 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo King Lebron James in visita a Monteverro nel mezzo della vendemmia La Star dei Lakers ? in viaggio alla scoperta della Toscana ? è approdata nella tenuta gioiello di Capalbio dove si è praticamente conclusa la vendemmia 2021: un anno sfidante, tra siccità, gelate e un caldo estivo sotto la media, che peraltro non inficeranno il risultato finale. ?Sarà un?ottima annata? È il migliore al mondo nel suo sport, il basket, un atleta di fama mondiale, un giocatore unico, oltre che un paladino che combatte le ingiustizie sociali e politiche. Lui è il Re: LeBron James, The King. Ed è lui che in un giorno assolato di inizio settembre, in piena vendemmia ha varcato le soglie di Monteverro, una cantina gioiello che dolcemente si adagia tra le colline di questo lembo di terra sincero quasi al confine con il Lazio, e il mare. E proprio 104 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 dal mare è arrivato LeBron. L?atleta US in vacanza in Italia a bordo di Cyan lo Yatch di Bono (sì, proprio quel Bono Vox degli U2) ha deciso ? insieme alla famiglia e agli amici ? di concedersi una giornata alla scoperta di questi territori così autentici, con le vigne esposte verso il Tirreno e i colori che dal verde intenso virano all?oro. Una scelta non casuale, la star dei Lakers, infatti, è un appassionato di vini, che spazia tra l?Italia, la Francia e il Nuovo Mondo, con una predilezione per i tagli bordolesi. E infatti il vino di punta di Monteverro è proprio un taglio bordolese, un rosso di razza elegante e raffinato. Preparato, disponibile all?ascolto, entusiasta, LeBron ? accompagnato dall?enologo Matthieu Taunay e dalla responsabile visite Rita ? ha visitato i vigneti, il belvedere, la cantina, la tavola di selezione, tutto ?in pieno fermento visto che siamo nel mezzo della vendemmia dei rossi e c?è grande attività in que- sto momento?, rivelano dalla Cantina capalbiese. Un viaggio reale, dunque, tra il lavoro in vigna e in cantina. Il campione non si è tirato indietro neanche quando l?enologo l?ha invitato a fare un rimontaggio per gravità (per i profani con i rimontaggi si estrae il mosto in fermentazione dal tino, lo si fa scorrere in un recipiente inox e lo si rimanda nella parte superiore della vasca, in modo da tenere vinacce e vinaccioli sempre umidi, operazione che a Monteverro avviene senza uso di pompe) e a provare una follatura manuale (ovvero rimmergere le vinacce nel mosto in fermentazione). LeBron, famiglia e amici si sono fermati a pranzo in tenuta e in quell?occasione hanno degustato le annate correnti e anche vecchie glorie. Immancabile la foto di rito davanti alla scultura del Verro ? che dà il nome alla tenuta ? che, per chi non lo sapesse, significa cinghiale, un animale che popola questi territori. The King è poi tornato a bordo del Cyan per riprendere il suo viaggio nel Bel Paese. A Monteverro è rimasto l?entusiasmo per la visita di una leggenda dello sport mondiale e l?eco dei suoi modi garbati, della sua simpatia e della sua competenza enoica. Le immagini della visita in tenuta sono state diffuse da LeBron James direttamente sui suoi social (nella pagina a fianco da Instagram, sopra la foto della cantina e sotto l?enologo Matthieu Taunay, a sin., insieme all?agronomo Simone PRIMO PIANO ? GUSTA ? 105 GUSTA Salamone). Intanto volge ormai al termine la vendemmia 2021. ?È stato un anno di grande sfida?, conferma Simone Salamone, agronomo dell?azienda Monteverro. ?Abbiamo dovuto gestire le conseguenze della gelata del 8 aprile scorso che ha colpito alcune varietà, come lo Chardonnay per esempio?. Non Solo. ?Abbiamo dovuto modulare il nostro lavoro in vigna a una primavera con livelli di siccità che non si vedevano da anni?. Il colpo di fortuna? ?Un inizio estate non troppo caldo?, afferma Matthieu Taunay, enologo della cantina. ?Al di sotto della media degli ultimi 5 anni. E dopo i 10 giorni di caldo intenso ad agosto abbiamo iniziato la vendemmia dei bianchi, il 17, con un ritardo di quasi 10 giorni rispetto agli anni precedenti. L?idea è quella di raccoglierlo con un?acidità ed una freschezza naturale che verrà a bilanciare questo vino di grande espressione?. Dopo qualche altro giorno dedicato alla raccolta dello Chardonnay, nella tenuta di Capalbio, è iniziata la vendemmia dei rossi, a partire dal Merlot. La passione per i dettagli, l?amore per la terra, il legame con il territorio. E l?imprescindibile ascolto della natura con i suoi eventi meteo detta le regole: questi gli ingredienti della vendemmia 2021 di Monteverro che, a dispetto di gelate e siccità, non prevede nessuna distopia sul risultato. La voce è unanime ? da nord a sud ? ?Sarà un?ottima annata?. E i tasselli del puzzle trovano tutti la loro posizione. Due parole su Monteverro. L?azienda nasce agli inizi degli anni 2000 da un?idea visionaria del proprietario Georg Weber, alla ricerca del luogo ideale dove dar vita al suo progetto di produrre vini di eccellenza. La scelta è pressoché già scritta: un amore incondizionato lega Georg alla Toscana, ma la vera intuizione è aver eletto a sua nuova dimora un territorio un po? al di fuori dei circuiti vinicoli tradizionali. Una terra autentica e naturale, ricca di tradizioni e genuinità. Un grande lavoro in vigna e scelte attente in cantina si ripetono da 13 vendemmie per dare vita alle 6 eccellenze di Monteverro: il capofila taglio bordolese Monteverro, il fratello minore Terra di Monteverro, uno Chardonnay in purezza e un intrigante Syrah Grenache chiamato Tinata e due vini di base, Vermentino e Verruzzo. 106 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 WINE & FOOD NEWS SUCCESSO PER L?E-BIKE TOUR TRA I FILARI DEL MONTECUCCO ORGANIZZATO DAL CONSORZIO DI TUTELA ?Il Montecucco è un territorio unico, integro. Non si parla solo di antiche tradizioni ed eccellenze enogastronomiche, ma anche di originalità del territorio, di rispetto della biodiversità, di armonia con l?ambiente e con la natura incontaminata che ci circonda?. Così Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio di Tutela, descrive l?areale del Montecucco, nicchia maremmana che dimora sotto la protezione del Monte Amiata e che, allo stesso tempo, respira lontane brezze marine provenienti dal Mar Tirreno. Il mese scorso la squadra del Consorzio del Montecucco ha organizzato una due giorni di tour in e-bike ? tra aziende agricole, boschi e vigneti ? per un gruppo di influencer specializzati in comunicazione di vino ed enoturismo, molto seguiti sui più noti canali social. ?Vino e bicicletta? diventa così un binomio vincente che il Consorzio ha pensato bene di sfruttare per raccontare il meraviglioso territorio amiatino e promuovere così l?enoturismo, soprattutto in chiave sostenibile. Un?iniziativa, quindi, che a tutti gli effetti abbraccia la grande vocazione green diffusa tra i produttori del Montecucco DOC e DOCG, la cui produzione è ammessa nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seg- giano: tra i filari del Montecucco si pratica una viticoltura sostenibile, da sempre, e si trova un?altissima percentuale di cantine biologiche e in conversione (basti pensare che la quota di produzione biologica e in conversione delle aziende socie tocca l?85% del totale), o che comunque lavorano consapevolmente, in armonia con l?ambiente. ?Un approccio che gli ospiti ? in sella alle bici elettriche messe a disposizione da Amiata e-bike e guidati dal bravissimo Ludovico Bartolommei ? fanno sapere dal Consorzio ? hanno potuto assaporare, sorso dopo sorso, durante le numerose visite alle cantine che hanno gentilmente offerto tour guidati, degustazioni, assaggi dell?eccellente gastronomia locale ed ospitalità. Un ringraziamento speciale va infatti a Tenuta Pianirossi, La Banditaccia, Basile, Prato al Pozzo, Poggio Stenti, Peteglia, Podere Borselli e Le Pianore?. ?Abbiamo accolto con grande entusiasmo questa iniziativa ? chiude Giovan Battista ?. E siamo stati davvero felici di vedere lo stesso entusiasmo dipinto sul volto dei nostri ospiti. È un?esperienza che ripeteremo certamente. Siamo in fase di ripresa, arriviamo da un?epoca che ha segnato l?industria del vino e del turismo a livello globale ed è quindi fondamentale ripartire con il piede giusto, continuando a guardare avanti e a potenziare al massimo la nostra meravigliosa offerta enoturistica, sfruttando a 360 gradi un territorio capace di regalare grandi emozioni?. UNA GRANDE SERATA ONAV A VILLA PRESELLE CHIUDE VINO IN VILLA 2021 Bel successo per l?iniziativa andata in scena a fine agosto a Villa Preselle, cornice dell?evento conclusivo di Vino in Villa organizzato da ONAV Grosseto. Tanto pubblico interessato alle produzioni di qualità del territorio rappresentate dai vini delle aziende della Maremma e di Bolgheri, autentici protagonisti della serata. Sette banchi di degustazione tematici organizzati dagli Assaggiatori Diplomati sempre impegnati a far assaggiare e spiegare i vini per tutto l?arco dell?iniziativa. ?Un appuntamento ? come sottolinea il Delegato provinciale ONAV Grosseto Claudia Bizzarri ? che ha confermato l?inte- resse per il vino di qualità che da sempre anima i nostri conterranei e i turisti che ogni anno frequentano la nostra zona. Infatti circa 400 persone sono state presenti alla degustazione di oltre centottanta etichette proposte, durante la serata. La presenza e il sostegno delle Istituzioni è stata la prova che siamo nella strada giusta per continuare la nostra opera di promozione della Maremma. Durante la serata sono stati consegnati i diplomi, una Cerimonia importante per l?Associazione, alla presenza di illustri personalità che ringrazio per la partecipazione, come il vice ministro della Sanità senatore Sileri, l?assessore regionale Leonardo Marras, il vice prefetto di Grosseto, il comandante dei Carabinieri della Provincia di Grosseto, il comandante della Guardia di Finanza di Grosseto e il sindaco di Scansano Francesco Marchi. Un ringraziamento particolare anche i giornalisti ed i numerosi wine blogger arrivati da tutta Italia, per promuovere la Maremma partendo proprio dai nostri vini. Grande apprezzamento alle eccellenze gastronomiche proposte, Salumi Subissati, pomodorini Sfera Agricola, Formaggi Caseificio Grosseto e Latte Maremma?. Intanto l?Onav non si ferma, perché il 13 settembre è partito il Corso Assaggiatori all?Hotel Airone a Grosseto. Info: tel. 328 4120980, grosseto@onav.it Il Cacio di Venere de Il Fiorino medaglia d?oro ai mondiali in Francia Il Caseificio Il Fiorino ha conquistato la medaglia d?oro al Mondiale dei formaggi e dei prodotti lattiero caseari di Tours, in Francia, con il Cacio di Venere. Si tratta dell?unica azienda italiana, insieme a un caseificio lombardo, ad essere tornato con un premio dalla manifestazione internazionale R ipartono i grandi concorsi internazionali dedicati all?agroalimentare e i formaggi del Caseificio Il Fiorino tornano ad essere protagonisti e a ottenere nuovi successi. L?ultimo trionfo è arrivato con il Cacio di Venere, che ha conquistato la medaglia d?oro a Tours, in Francia, in occasione della quinta edizione del ?Mondial du Fromage e des Produits Laitiers?, uno dei concorsi più importanti al mondo dedicati alle eccellenze lattiero-casearie. Il caseificio Fiorino è l?unica azienda italiana, insieme a un caseificio lombardo, tornata con un premio dalla competizione internazionale. Le caratteristiche del Cacio di Venere. Il pecorino de Il Fiorino che ha conquistato la medaglia d?oro è realizzato con latte biologico di altissima qualità, tutto proveniente dai pascoli nei dintorni del caseificio. ?Sembra che Venere ? spiega Angela Fiorini, che insieme al marito Simone Sargentoni guida il caseificio maremmano ? avesse la pelle bianca come il latte. Partendo da questa suggestione abbiamo unito il colore seducente della dea dell?amore con i sapori del miglior latte di Maremma e gli aromi di uno dei frutti più preziosi della nostra terra toscana: il tartufo bianchetto bio dell?azienda di Stefania Calugi, che è tritato finemente e in piccole scaglie per dare più consistenza e gusto?. Il Cacio di Venere stagiona per circa dieci mesi e pesa circa 8 kg. Il gusto pieno del formaggio è rafforzato dalle speciali note del tartufo in un?armonia di sapori delicati e bilanciati. ?Pensare un formaggio è sempre una sfida a creare qualcosa di unico e straordinario. Noi cerchiamo di realizzare pecorini che sappiano regalare un?esperienza unica ai consumatori finali. Per fare questo occorrono materie prime di livello eccellente, come il latte e il tartufo nel caso del Cacio di Venere, ma gli ingredienti fondamentali sono la passione, il lavoro di squadra, l?esperienza. E poi l?elemento chiave e distintivo della nostra azienda così come di tante altre eccellenze italiane è la famiglia: uno stimolo costante per continuare ad andare avanti cercando di migliorarsi sempre?. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 107 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Fattoria La Maliosa, un paradiso enologico terrestre nel cuore della Maremma toscana Un?azienda biodinamica vocata alla qualità, alla bellezza e alla salubrità ambientale nel rispetto del territorio e della sua originalità. Parliamo della Fattoria La Maliosa con sede nel cuore della Maremma toscana dalle parti di Saturnia, specializzata nella produzione di vini naturali secondo il ?Metodo Corino? DI NICOLA ALOCCI D evo ammettere che la visita alla Fattoria La Maliosa è stata una delle più belle ed interessanti che ho incontrato nel mio percorso in quel mondo che concerne l?approccio naturale e sostenibile all?universo del vino. La Maliosa è davvero una bella realtà, spalmata vicino Saturnia, nel comune di Manciano e spaccata in due da un incantevole e fiabesco torrente denominato ?La Stellata?. Il progetto è basato sulla scelta della qualità, della bellezza e della salubrità ambientale nel rispetto del territorio e della sua originalità. Il motore è al femminile; Antonella Manuli, milanese di origine ? con un passato internazionale ed importanti esperienze imprenditoriali alle spalle ?, ma anche molto maremmana dentro, ha tracciato il disegno e la direzione di questa vera e propria fattoria biodinamica. L?azienda dal 2010 è certificata biologica e da subito ha praticato un?agricoltura a ciclo chiuso vegetale, completamente naturale e sostenibile. Il ricordo Appena varcata la soglia di questo paradiso naturale si ha la netta sensazione di entrare in un?altra dimensione. Inizialmente tutto ciò è così forte che in qualche modo disorienta. Poi, piano piano, non si vorrebbe più andare via, come in una bella favola. Quindi, se cercate un?esperienza unica e particolare questo 108 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 è il posto che fa per voi, fin dalla stradina bianca in mezzo ai boschi (con ai lati terra, cespugli e piante che rievocano i colori ed i profumi della stagione in corso) e alle vigne, vere e proprie protagoniste indiscusse in un paesaggio a dir poco mozzafiato. I numeri Basta poco, guardando i numeri, per capire a pieno il concetto di biodiversità che si è voluto creare: 165 ettari, 9 di vigneto, dei quali 5 in produzione, 14 di uliveto con 3700 piante di cui circa 150 con più di ottant?anni. Lorenzo Corino ed il suo metodo Ma c?è un altro aspetto che va a completare il quadro della Maliosa, vale a dire l?ingresso in ?campo?, nel 2013, di Lorenzo Corino, agronomo e ricercatore, nonché ideatore del ?Metodo Corino?, un metodo brevettato assieme ad Antonella Manuli che delinea fortemente il loro impegno verso una sostenibilità che prende cura in totus ambiente, vigneti e cantina e allo stesso tempo sancisce la loro filosofia. La Maliosa ed il Metodo Corino si traducono in un vero e proprio ecosistema naturale dove tutto il mondo vegetale respira in armonia e si muove spontaneamente per dar vita ad una produzione artigianale di vini, olio di oliva extravergine e miele. Monte Cavallo è la collina dove Lorenzo Corino nel 2014 ha dato vita ad un vigneto mettendo in pratica il suo metodo. Qui, è stata messa in atto una viticoltura che va oltre quella eroica. Il paesaggio dall?alto di questo punto fonde la costa con l?entroterra; in basso la Vigna Madre con le masse di uve presenti da sempre: Procanico, Ansonica, Sangiovese, Ciliegiolo e Cannonau grigio. Il nome ?La Maliosa? gioca con il termine ?ammaliare?, che tra l?altro ha a che vedere con il significato di Procanico, dal latino praecanere, ammaliare, incantare ? si pensa ? per via dei chicchi dell?uva stessa così belli da vedere, tondi e di un rosa tenue. Ebbene anch?io sono rimasto incantato da questa Fattoria, da Antonella e da Lorenzo, al punto che sono già stato due volte a trovarli e non vedo l?ora che arrivi la terza. Sicuramente se avrete anche voi modo di fare una visita in questa fattoria è d?obbligo una passeggiata contemplativa e rigenerante tra boschi, sentieri e vigneti, guidati da Antonella Manuli, per capire attraverso visioni ed emozioni, questo pezzo di mondo vegetale con la sua natura attraverso la sua anima più vera. Lorenzo Corino non necessita di presentazioni e come tutti i grandi ama stare dietro le quinte ma, voglio introdurlo con un piccolo stralcio di uno dei suoi numerosi scritti che mi ha colpito in Antonella Manuli PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA ???? L?azienda si estende su 160 ettari, 9 dei quali di vigneto e altri 3 in produzione, 12 di uliveto con 3600 piante di cui circa 300 con più di ottant?anni modo particolare e che, credo sia un monito di gran valore. Un passaggio cruciale che fotografa la realtà e richiama ad una forte riflessione sul valore del patrimonio culturale del vino italiano. Voglio riportarlo di sana pianta qui di seguito, per appassionati ed addetti ai lavori. Sul blog di Lorenzo troverete il pezzo per intero. Vitigni e territori di Lorenzo Corino: ??Ritengo che sia maturato il tempo per rivalutare la nostra piattaforma ampelografica, apprezzarne la sua variabilità, originalità e potenzialità; 110 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Antonella Manuli e Lorenzo Corino molti hanno già capito che il vitigno italico costituisce la vera forza del nostro vino, della sua economia e di quella dei suoi territori di coltivazione. Pensiamo alle grandi popolazioni di Aglianici, Barbera, Cannonau, Corvine, Garganeghe, Lambruschi, Malvasie, Montepulciani, Moscati, Nebbioli, Neri d?Avola, Refoschi, Sangiovesi, Trebbiani, Vermentini e la miriade di vitigni ?minori? solo per estensione colturale ma non certo per autentica risorsa. Un patrimonio culturale che forse solo l?Italia può vantare, grazie alla sua storia regionale così importante e radicata: anche per questo occorre ripensare ai valori storicamente vicini a noi. Infatti, l?Italia esprime una variabilità ambientale e climatica eccezionale che nessun altro luogo al mondo può vantare. Possiamo passare dai luoghi alpini più al limite della possibilità colturale della vigna, fino alle zone meridionali e marine che consentono la coltivazione di vitigni tra i più tardivi e complessi al mondo?? I vini Oggi l?azienda produce sei vini (tre rossi, due bianchi ed un passito) senza solfiti aggiunti Toscana I.G.T. Vini naturali ed autentici che sintetizzano la volontà aziendale di cercare il massimo carattere che può derivare dall?espressione tra vitigno/terreno/ambiente e che trova il suo naturale completamento con la vinificazione naturale dell?uva in cantina, ossia senza alcun intervento invasivo o aggiuntivo. Tra i rossi abbiamo: La Maliosa Saturnalia rosso realizzato con un blend di Ciliegiolo, Sangiovese e Cannonau gris con aggiunta del vino da torchiatura soffice; La Maliosa Rosso ottenuto dalla selezione delle migliori uve di Ciliegiolo con una occasionale presenza di Sangiovese e Cannonau grigio; La Maliosa Tarconte (Sangiovese 100%). Tra i bianchi ecco La Maliosa Saturnalia bianco (frutto dell?assemblaggio di due vitigni: Procanico e Trebbiano), gratificato da diversi riconoscimenti come il Premio della Guida 5StarWines - Wine Without Walls sezione dedicata al vino biodinamico, biologico e a ridotto contenuto di solfiti, in occasione dell?edizione 2018 del Vinitaly, tanto per citarne uno. Ed ancora La Maliosa Uni, ottenuto dalla selezione esclusivamente delle migliori uve di Procanico, con valori totali di solforosa inferiori a 10 mg/Lt e gradazione alcolica di 13%. Chiude il cerchio La Maliosa Stellata, ottenuto dalla selezione delle migliori uve di Cannonau grigio (Vendemmia Tardiva). Con una gradazione alcolica di 14.0% è un vino ideale fuori dai pasti, anche come aperitivo. Si accompagna bene a formaggi, anche molto stagionati. Buon abbinamento anche con il cioccolato fondente e dessert di vario tipo. Esperienze a La Maliosa Oltre alle visite nei vigneti, alla cantina e alle degustazioni di vini naturali e olio sono possibili pic-nic tra gli uliveti storici della fattoria, tour in e-bike, passeggiate al cavallo e pernottamenti nell?appartamento di charme o in una delle tre StarsBOX, delle casette in legno, con tetto apribile ed un comodo letto matrimoniale al loro interno, che permettono di ammirare il tramonto ed il cielo stellato, totalmente immersi nel paesaggio collinare maremmano. Per maggiori informazioni si può contattare Caterina, che si occupa con cura e passione dell?accoglienza enoturistica. Info: www.fattorialamaliosa.it La Maliosa Uni T ra i vini, un cenno particolare merita La Maliosa Uni, dal nome etrusco della dea Giunone. Ma in questo caso più che del vino nella sua annata in corso pre­ ferisco parlare dell?anima che lo caratterizza. Procanico da vecchie vigne in prevalenza sono le sue uve. Questo vino, che mi ha molto colpito, si presenta di colore oro antico con riflessi ambrati brillanti. Lentamente ma con vigore si apre con una schietta aci­ dità e mineralità, scivola al naso frutta matura con richia­ mi di mango, frutto della passione e ananas, completano il quadro olfattivo accenni di miele balsamico e zagara. Al palato l?attacco è ampio e denso, subito si rincorrono toni gradevoli amaricanti e dolci che riportano alla mac­ chia mediterranea e richiamano il sorso. Vibrano sentori di melone, albicocca e mandarino. Ma uscendo dagli schemi e tecnicismi questo vino mi riporta ai ricordi, rimandi e profumi di quando da piccolo partecipavo alla vendemmia nella piccola vigna di fami­ glia, all?Argentario sopra Calagrande e mi divertivo a pestare l?uva con mio fratello e stanchi ma gioiosi a?on­ davamo premendo l?uva con i piedi e le gambe. Un vino che sa di uva, sembra scontato ma credo che questa sensazione sia una delle più belle da ricercare in un vino, il sapore della natura attraverso cuore e sudore. Un vino selvatico, libero, che occorre ascoltare lentamen­ te per avvicinarsi alla sua grande personalità. Sono sicuro che attraverso questo vino si percepisce la speciale aura della Maliosa e lascio a voi la scoperta e la sorpresa delle altre etichette. L?abbinamento. Mi immagino l?Uni a tavola accanto ad uno spaghetto con acciughe, cipolle e rosmarino, con anti­ pasti e prime portate di pesce, con una zuppetta di mare di veloce cottura e carni bianche. Ma per non volere tra­ dire la natura del Procanico è perfetto a tutto pasto, da tradizione italica schietta e sincera. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica Capoccia, una nuova Riserva a tutto Ciliegiolo griffata Cantina del Morellino di Scansano La Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano presenta in queste settimane l?ultima etichetta nata dalla Doc Maremma Toscana. Si tratta del Rosso Riserva Capoccia un vino che vuole evidenziare le qualità di un vitigno autoctono tipico della Toscana come il Ciliegiolo e che sarà disponibile in enoteca e al ristorante a partire dai primi di novembre L a Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, storica realtà maremmana fondata a Scansano, da tempo ci ha abituati a una gamma ricca di vini tra cui scegliere. Sono prodotti che si prestano, a seconda dell?etichetta, ad occasioni particolari ma anche a rendere più speciale la quotidianità e i pasti di tutti i giorni. Oggi, la proposta vini della Cantina si arricchisce di una nuovissima etichetta. Si tratta del Doc Maremma Toscana Rosso Riserva Capoccia disponibile in enoteca e al ristorante a partire dai primi di novembre. ?L?idea ? spiega Sergio Bucci, diret- 112 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 tore della Cantina ? nasce dalla volontà di valorizzare la Doc Maremma Toscana e il territorio maremmano in cui nascono i vini di questa denominazione. Al tempo stesso, è un progetto che vuole evidenziare le qualità di un vitigno autoctono tipico della Toscana come il Ciliegiolo?. ?Come Vignaioli del Morellino di Scansano il focus della nostra produzione è ovviamente il Morellino di Scansano, e quindi il Sangiovese. Già da alcuni anni, tuttavia, stiamo lavorando a progetti che valorizzino anche altri vitigni autoctoni della zona. Il primo è stato proprio il Ciliegiolo nella sua versione d?annata. Un vino che ha dato alla Cantina già parecchie soddisfazioni, ottenendo ottimi riscontri in termini di critica e di preferenze dei consumatori?. Nel caso di quest?ultimo nato, invece, si è partiti da una sperimentazione fatta proprio sul Ciliegiolo già negli anni passati. Quando in Cantina si è iniziato a immaginare una versione maturata in botte di questo varietale, il disciplinare della Maremma Toscana Doc ancora non prevedeva la possibilità di avere un?etichetta Riserva. Viste le potenzialità del Ciliegiolo, tuttavia, e gli ottimi riscontri già ottenuti, la Cantina ha deciso di iniziare ad invecchiare una parte di corpo, struttura e longevità al vino che si consiglia di degustare 3-6 anni dopo la vendemmia. questo prodotto in botte. Ed è così che, non appena è stata ammessa dal disciplinare la possibilità di imbottigliare una riserva, la cantina era già pronta e ora il vino, che sta ultimando il suo affinamento in bottiglia, è pronto per uscire sul mercato. Nel frattempo è stato presentato in anteprima ad alcune testate di settore e ha già registrato i primi riscontri positivi dalla critica internazionale, ottenendo 90/100 dalla rivista tedesca Falstaff. Le uve del Capoccia Riserva sono state selezionate da vigneti particolarmente vocati su terreni a circa 150 metri sul livello del mare, ricchi di limo. La raccolta delle uve avviene a metà settembre quando i grappoli hanno raggiunto una perfetta maturazione. Dopo la vinificazione in acciaio, il vino riposa in barrique di rovere francese, in parte nuove, in parte di secondo passaggio per circa 9 mesi. Questa fase dona ulteriore Ma il lavoro di valorizzazione della Doc Maremma Toscana non si limita al Ciliegiolo. In quest?ottica si inserisce ad esempio anche il Vermentino Vigna Fiorini, ottenuto da una selezione attenta delle uve che vengono lasciate a surmaturare sulla vite in attesa di una vendemmia tardiva rispetto alla classica versione secca. E ancora il Vin del Fattore, anch?esso sotto la denominazione Maremma Toscana Doc, che invece è prodotto grazie al recupero della tecnica del Governo all?Uso Toscano, e prevalentemente a base Sangiovese. Se poi i vini già menzionati rientrano tutti nella linea pensata per il canale della ristorazione e l?export, l?impegno della cantina a favore della Doc Maremma Toscana si estende anche ai prodotti pensati per la grande distribuzione, e quindi per un consumo quotidiano. Un esempio di ciò sono i vini della linea Le Vie del Mare, prodotti, al contrario dei precedenti, con vitigni internazionali, e in particolare Chardonnay e Viognier in un caso, e Merlot e Cabernet in un altro, e già premiati da riviste e critica. Ma come mai la scelta di lavorare con dei vitigni internazionali, in questo caso? ?La Maremma ? conclude Sergio Bucci ? è una terra di mare. Fin dall?epoca degli Etruschi, i porti della costa maremmana sono stati luogo di partenza e di arrivo delle merci più varie, ma anche luogo di scambio di tradizioni e culture. È attraverso questi porti che i vitigni che abbiamo scelto per Le Vie del Mare sono arrivati in Maremma, e qui per così dire, si sono poi accasati?. Maremma Toscana Rosso Riserva Capoccia, la degustazione I l Capoccia Riserva si presenta con un colore rosso rubino, mentre al naso sfoggia un bouquet elegante, complesso e variegato di frutti scuri, fiori e spezie. All?assaggio è snello, morbido e ben bilanciato. Fresco e giustamente sapido, con tannini rotondi e una bella morbidezza, ha un finale di ottima persistenza. Grazie alle sue caratteristiche organolettiche è perfetto con piatti di carne rossa, formaggi ma anche con antipasti di salumi e ancora primi con sughi ric­ chi, di carne o selvaggina. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA A TAVOLA | Il ristorante del mese Il Frantoio, un luogo magico per chi ama la buona cucina, l?arte e la cultura. A Capalbio Bar, Ristorante, Libreria, Boutique, Galleria d?Arte. Sembra incredibile, ma Il Frantoio a Capalbio è tutto questo. Un locale unico, nato venticinque anni fa da un?intuizione di un gruppo di amici ed oggi più che mai al passo con i tempi, e punto di riferimento importante per tutta la comunità capalbiese TESTO E FOTO DI MICHELE GUERRINI Maria Concetta Monaci 114 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 L?esterno L?angolo libreria - dispensa La galleria d?arte U n luogo magico capace di tessere magistralmente il passato, il presente e con un desiderio meraviglioso di partecipare al futuro. Dall?esterno appare come un antico frantoio dell?Ente Maremma, restaurato con rispetto e capace di ispirare una dolce nostalgia grazie ai suoi muri coperti di edera e ai colori mangiati dal tempo. All?interno compare un lunghissimo bancone da bar, il legno si sposa al mattone a vista per incorniciare un angolo libreria e due strette scale. Queste ci accompagnano a una boutique di vestiti, e al secondo grande spazio del Frantoio, il suo giardino en plein air in cui degustiamo l?amore per la lentezza e la tradizione. Nato da un incontro speciale fra persone di diverse città e di diversa professione, il Frantoio di Capalbio è un figlio felicemente ribelle che non si accontenta di essere un ristorante o una libreria, una boutique o un centro culturale. Vuole essere tutto. Lo spazio libero e aperto del piano superiore, circondato di pareti semplicemente bianche volute dal famoso critico d?arte Philippe Daverio, accoglie ogni tipologia di arte e persona, non inglobando ma lasciando pura libertà di allestimento e visita. Arriviamo al Frantoio in un momento molto particolare: la fioritura dopo tanti mesi di lockdown e blocco. Di pari passo alla magnifica mostra Il luogo dei sogni: Il giardino dei tarocchi di Niki de Saint Phalle (Maremma Magazine, settembre 2021) che si sviluppa in due percorsi complementari tra Palazzo Collacchioni e gli spazi del Frantoio, continuano il loro sentiero di ricerca ed espansione il Photofestival Capalbio Fotografia a cura di Marco Delogu e la rassegna Arte & Vino, uno splendido esempio di selezione internazionale e creatività site-specific. Ci accompagna in questo ritorno Maria Concetta Monaci, una delle fondatrici di questo progetto in continua espansione. Con lei abbiamo intrattenuto una piacevolissima conversazione parlando di arte, progetti, vita. Dandomi il suo benvenuto al Frantoio, mi ha illustrato tutti i progetti che son ripartiti dopo il grande stop del 2020, dalla mostra dedicata al Giardino dei Tarocchi, alle foto e reportage di Marco Delogu sul palio di Siena ?I trenta assassini? e il carcere panopticon dell?isola di Santo Stefano ?La memoria del dolore?. Quest?ultimi, entrambi curati nell?allestimento di design di Giacomo Lattari. Tutto questo mi ha dato l?impressione di una visione in continuo divenire, ma come e quale è stato il principio, l?idea iniziale? È sicuramente un?analisi che va fatta insieme. Non è nato a tavolino. Questo frantoio, nato per la raccolta delle olive di Capalbio, dopo l?esperienza dell?Ente Maremma divenne uno luogo di incontro e al centro spesso delle feste paesane. All?inizio degli anni ?90, quando a Capalbio si assistette al grande sviluppo della ristorazione e dell?ospitali- tà, cominciò a farsi strada l?idea di acquisirlo per farne un ristorante. Da un gruppo di dieci amici, poi soci, partì il progetto nel 1996 con l?inaugurazione del ristorante. Fu l?inizio dell?avventura, poi dopo quella prima stagione ovviamente cominciarono a delinearsi meglio i ruoli e le necessità di ognuno. Gli unici ristoratori veri che potevano affrontare professionalmente questo progetto erano Maurizio Rossi e mio marito, Mauro Lupinetti. Da lì è partita questa impresa quasi familiare, che prende e avvolge tutta la quotidianità. Capalbio poi offre tanto a livello di incontri, scambi e noi ci siamo lasciati felicemente influenzare e ispirare. Come per il piano di sopra che doveva essere inizialmente uno spazio dedicato al pernottamento e che, grazie all?intuizione di Philippe Daverio, è divenuta una galleria d?arte. Alla stessa maniera la sala dove ora c?è la boutique, prima era occupata da un vecchio biliardo. Possiamo dire che amiamo essere noi stessi e fare quello che ci piace, più che quello che ci si aspetta da noi. Anche la libreria all?ingresso è nata così, immagino. Certo. In un paese in cui non c?è una libreria vera e propria volevamo avere la possibilità di raccontare e promuovere gli autori che ci piacciono. Non ci interessa, anche in questo caso, il discorso prettamente commerciale ma dare valore a una selezione che sappia valorizzare sia il territorio che una nicchia che amia- PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA ???? Maria Concetta Monaci: ?Il Frantoio è nato all?inizio degli anni ?90, quando a Capalbio si assistette al grande sviluppo della ristorazione e dell?ospitalità e cominciò a farsi strada l?idea di acquisirlo per farne un ristorante. Da un gruppo di dieci amici, poi soci, partì il progetto nel 1996 con l?inaugurazione del ristorante...? mo. Un lavoro culturale che è nato semplicemente ascoltando, aperti a tutti. E per quanto riguarda l?attività dello spazio espositivo, quando è nato il Frantoio come luogo d?arte? Nel 2002, con Philippe Daverio che portò tre mostre importantissime che ci hanno lanciato nel settore ad alto livello. Successivamente poi abbiamo instaurato una rete di curatori e collaborazioni che ci ha permesso di sottolineare un obiettivo importante, quello dell?interconnessione. Amiamo unire artisti emergenti a quelli più noti, elementi di design e arte innovativa; non essendo una galleria nel senso commerciale, siamo liberi da ogni tipo di percorso omologato. Quali sono gli artisti che hanno lasciato il segno al Frantoio, sia arti- Il ristorante sticamente che umanamente? La generosità dei grandi come Sandro Chia o Jannis Kounellis, per dirne solo alcuni, ha significato molto per noi. Soprattutto perché ha mostrato che un artista è ?grande? per la sua umanità e non solo perché arriva da una galleria prestigiosa. Con Sandro Chia abbiamo pensato a una mostra di disegni, più intimista. Kounellis, per esempio, ci ha dedicato moltissimo tempo. Giornate e giornate di lavoro di grande umiltà e quando gli abbiamo chiesto qualcosa di suo da esporre in sede ci ha prestato per lungo tempo una sua opera da tenere in un angolo, che fosse parte ?naturale? dell?arredo del ristorante. Altri grandi come Mimmo Paladino hanno bisogno solo di essere lasciati liberi e ascoltati. Un grande artista ha necessariamente un ego forte e un?indipendenza essenziale. Cosa c?è nel futuro del Frantoio? Quali sono i vostri prossimi progetti? Come ogni anno ora il ristorante si prende una piccola pausa che dedichiamo alla formazione e a scoprire nuove vie dell?enogastronomia. Siamo nati come un ristorante e lo vogliamo essere sempre. Poi, il prossimo anno ci saranno le nuove edizioni del Festival di Fotografia, di Arte & Vino, e mostre che stiamo pian piano cucendo. Ma l?obiettivo che vogliamo sempre perseguire, in mente, è l?internazionalizzazione: quello di unire e portare qui a Capalbio l?esperienza e l?arte del mondo attraverso progetti che possano lasciare traccia sul territorio, come le residenze d?artista. Il ristorante L ?antico frantoio del paese, magnificamente restaurato e piacevolmente arredato, accoglie due ampie sale, di cui una per fumato­ ri, e un bar con un lungo bancone che viene riccamente apparecchiato all?o­ ra dell?aperitivo. Nelle sere d?estate ? dopo il drink sorseggiato nella veranda che si a?ac­ cia su quella che è diventata la piazza più animata di Capalbio ? la cena è servita nel romantico giardino immer­ so negli ulivi, a lume di candela, in un?atmosfera particolarmente calda e curata. 116 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 Il menù, di carne e di pesce, rielabo­ ra la classica cucina del territorio ed o?re attenzioni particolari anche ai vegetariani e ai vegani. La carta dei vini è molto ampia e ben fatta e non mancano delle vere ?chicche?. ?Dalla carne al pesce, la nostra cuci? na ? sottolinea Maria Concetta Mona­ ci ? rielabora i classici del territorio con un tocco moderno e unico. Vege? tariani e vegani qui da noi trovano i migliori piatti e le migliori ricette dedi? cate. Per quanto riguarda i vini in car? ta abbiamo tantissime eccellenze della zona, con un occhio attento anche ai gusti ed ai sapori della nostra Italia?. All?interno del ristorante Il Frantoio è presente un angolo dispensa per la ven­ dita di sughi, confetture, biscotti, ecc.. Il Frantoio si presta benissimo per servizi personalizzati, eventi aziendali e cerimonie private. Infine, gli amici a quattro zampe qui sono i benvenuti. Info utili: Bar ristorante IL FRANTOIO, via Rena­ to Fucini 10, Capalbio, tel. 0564 896484, e­mail: info@frantoiocapalbio.com, sito web www.frantoiocapalbio.com GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare La cucina del quinto quarto: i fegatelli toscani L?espressione ?del maiale non si butta via nulla? è nota e nasce dalla pratica di impiegare ogni parte dell?animale, dal grugno alla coda, passando per le interiora. Fra tutte le frattaglie il fegato occupa una posizione di rilievo, da sempre. Qui presentiamo la ricetta dei fegatelli toscani, oggi meno presenti sulla tavola quotidiana, ma un tempo considerati un?autentica prelibatezza DI ANDREA RICCHIUTI* U n tempo i fegatelli erano preparati soltanto in inverno quando, con l?arrivo del freddo, veniva ucciso il maiale ed ogni sua parte destinata ad essere consumata più o meno rapidamente. L?espressione ?del maiale non si butta via nulla? nasce proprio dalla pratica di impiegare ogni parte dell?a- 118 ? Maremma Magazine ? Ottobre 2021 nimale, dal grugno alla coda, passando per le interiora. La cucina cosiddetta ?del quinto quarto? nasce anche dall?esigenza di fare economia e sfamare famiglie numerose con poche risorse, utilizzando appunto le frattaglie (dal latino frangere, spezzare), ovvero quelle parti separate dalle carni che comprendono: animelle (timo e ghiandole salivari, pancreas), cervello, rognoni, fegato, milza, cuore, polmoni, mammella, trippa, coda ecc. Quelle dei volatili vengono invece definite rigaglie. Rientra nell?uso anche il sangue, utilizzato per fare il buristo, il sanguinaccio, il budino nero ed altre specialità regionali. Fra tutte le frattaglie il fegato occupa una posizione di rilievo, da sempre. Questo è dovuto alla storia della sua etimologia che deriva dal latino iecur ficatum (calco del greco hepar sykoton) che indica il fegato di un animale, in genere oca o maiale, ingrassato con i fichi; altri sostengono che la parola derivi dall?abitudine di cuocere il fegato in agrodolce insieme ai fichi. Una cosa è certa: l?abitudine di ingrassare le oche, ma anche i maiali, con i fichi risale alla Roma Imperiale quando i bianchetti altro non erano che la dimostrazione dello sfarzo e della ricchezza dell?invitante. I fichi erano importati dalle calde regioni mediorientali, considerati alimento di scarto (un detto popolare recita infatti: ?faccio come gli antichi, mangiavano le bucce e buttavano i fichi?) ed utilizzati quindi quali nutrimento delle oche, tanto care anche per il fatto di aver salvato il Campidoglio dai Galli; l?allevamento e l?ingrassamento si diffuse in tutte quelle regioni dell?Impero Romano dove vi erano condizioni favorevoli per la vita dei palmipedi. Questa tradizione è oggi riscontrabile nella parola utilizzata per indicare il fegato: nelle Gallie è foie (francese), nella penisola Iberica higado (spagnolo). I fegatelli toscani, oggi meno presenti sulla tavola quotidiana, erano un tempo una prelibatezza che potevano essere consumati subito oppure conservati nello strutto. Gli aromi che li caratterizzano sono primariamente il finocchietto selvatico, abbondante nella nostra regione, specie lungo la costa, e l?alloro, altro arbusto caro agli antichi romani. La cottura avviene con il metodo dell?arrostitura che può prevedere diverse tecniche come l?arrosto girato (alternando il fegato nello spiedino a pezzetti di lombo, lardo o fette di pane), in forno, in padella sul fornello oppure in una casseruola insieme allo strutto che, una volta cotto, servirà per conservarli in un vaso di coccio. Per fermare la rete del maiale intorno ai fegatelli, un tempo, si utilizzavano i gambi secchi del finocchio selvatico oppure quelli dell?alloro. Fegatelli toscani Dosi per 4 persone 400 g di fegato di maiale 200 g di rete di maiale (peritoneo), tenuta a bagno in acqua tiepida per qualche minuto ed asciugata sale e pepe q.b. 5 g di fiori di finocchio selvatico 6 foglie di alloro (facoltative) Preparazione Mescolare insieme sale, pepe e fiori di finocchio. Ritagliare dal fegato tanti quadrati di circa 5 cm per lato, passarli nella miscela di sale, inserire una foglia di alloro e avvolgerli, uno ad uno, nella rete del maiale. Fissarli con degli stecchi di legno e cuocerli in padella, oppure in forno a 180° per circa 30 minuti. Il fegato non deve risultare rosa all?interno, ma occorre fare attenzione a non cuocerlo troppo a lungo altrimenti risulterà duro. Si accompagnano con legumi e verdure. *Insegnante di cucina AICI Associazione Insegnanti di Cucina Italiana Per info sui corsi scrivere a: corsidarteculinaria@outlook.com LE NEWS LE NEWS CASTIGLIONE DELLA PESCAIA VUOLE DIVENTARE ?CITTÀ BALNEARE? INIZIATO IL PERCORSO ASSIEME AI COMUNI DEL G20S La quarta edizione del G20spiagge, che si è tenuto lo scorso 1 e 2 settembre a Jesolo, dove erano presenti per Castiglione della Pescaia sia esponenti della Giunta comunale, che rappresentanti delle associazioni di categoria della cittadina balneare, ha chiuso i lavori lanciando la proposta di legge per istituire lo status di ?città balneare?. Al summit dedicato al turismo balneare, i sindaci delle più importanti località turistiche costiere italiane hanno elaborato insieme a esperti, docenti universitari un documento che raccoglie tutti i problemi del settore e le possibili soluzioni, oltre che approvare la bozza di una proposta di legge affinché il Governo italiano riconosca ufficialmente la condizione particolare di queste località. Il principale elemento in comune tra tutte è infatti il macroscopico divario che si crea tra il numero di residenti e il numero di presenze turistiche in un periodo molto ristretto dell?anno, che determina il cosiddetto ?effetto fisarmonica?. Il testo si sviluppa a partire dai dati raccolti nel contesto dell?Osservatorio dei Comuni balneari realizzato dal Dipartimento di economia dell?Università Ca? Foscari di Venezia. Nel documento, i Comuni del G20s manifestano la necessità di poter adottare strategie che tengano in maggiore considerazione le specifiche Foto Giancarlo Gabbrielli Castiglione della Pescaia 120 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Nella foto da sin. Walter Massetti, Susanna Lorenzini, Elena Nappi e Giancarlo Farnetani in missione a Jesolo peculiarità che contraddistinguono queste destinazioni e quindi idonei strumenti d?intervento progettati su misura. La pressione straordinaria che queste località vivono non solo influisce sulla domanda di servizi pubblici complessivi, ma determina una serie di altri costi e oneri che molto spesso sfuggono alle transazioni di mercato o alla fiscalità locale. Ciò si traduce in una limitata possibilità di manovra da parte delle amministrazioni locali a intervenire a causa di dotazioni organiche e finanziarie inadeguate, in quanto parametrate alla popolazione stabilmente residente e non a quella temporanea. Senza considerare che questi stessi Comuni si trovano a dover gestire aree importanti di demanio marittimo che, pur rappresentando il principale elemento di attrazione turistica, richiedono al contempo una costante e dispendiosa attività di manutenzione e protezione. Da qui le richieste delle località che compongono il network del G20s: la presa d?atto e il formale riconoscimento dello status giuridico di ?città balneare? consentirebbe di definire un quadro normativo organico con l?eventuale attribuzione di ulteriori funzioni amministrative e di adeguate risorse finanziarie con una revisione dei parametri per il calcolo del fondo di solidarietà comunale. La ?città balneare?, in particolare, avrebbe maggiori competenze nelle materie di ordinamento degli enti locali, turismo, sicurezza e ordine pubblico, gestione dei rifiuti, delle acque, del demanio marittimo, tutela dell?ambiente e del territorio ed in particolare al contrasto all?erosione delle coste. «Questo riconoscimento ? spiega il sindaco Giancarlo Farnetani presente al summit con i propri assessori: Elena Nappi, Susanna Lorenzini e Walter Massetti ? garantirebbe alle città balneari il vantaggio di vedersi affermare la loro forza e capacità di essere una delle economie portanti del paese quindi anche di dare maggiori risposte ai cittadini e ai tanti ospiti che ogni anno riescono ad attrarre.Tra i nuovi strumenti penso a piante organiche che assicurino la disponibilità di NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA personale adeguata a fornire risposte tempestive ai bisogni soprattutto nella parte della polizia urbana». I rappresentanti delle località balneari intervenuti al G20s hanno assunto altre due fondamentali decisioni per il futuro del network e il conseguente sviluppo strategico delle città. Innanzitutto, i componenti della rete hanno stabilito che sarà Riccione la sede ospitante della prossima edizione del summit: la località balneare romagnola raccoglierà così il testimone da Jesolo per la quinta edizione del summit, nato a Bibione nel 2018 e svoltosi successivamente a Castiglione della Pescaia e a Vieste. Anticipato, inoltre, lo svolgimento dell?evento che nel 2022, si terrà a marzo anziché a settembre come è stato finora. Inoltre i sindaci del G20s hanno rinnovato il protocollo d?intesa che impegna le amministrazioni a partecipare al network, ma anche a sostenere l?iter della proposta di legge per i prossimi quattro anni. Lo studio dell?Osservatorio dei Comuni balneari dell?Università Ca? Foscari di Venezia, punto di partenza delle discussioni del G20s, mette a confronto le località balneari con altre destinazioni turistiche e le più importanti città italiane sulla base di alcuni aspetti legati all?accoglienza degli ospiti, ponendo così in luce le caratteristiche peculiari delle città della costa. Uno degli elementi considerati è il tasso di ricettività totale, dato dal numero di posti letto totali per 1.000 abitanti. In termini di offerta, i comuni turistici italiani si attesta su una media di 680 per 1.000 abitanti, mentre nelle località del G20s la presenza media sale vertiginosamente a 2.471. Sotto l?aspetto delle strutture ricettive, poi, i Comuni turistici italiani contano mediamente 76 posti letto per km quadrato, mentre in quelli del G20s si sale a 829. Infine, nei Comuni turistici d?Italia si registrano 47 presenze di ospiti per ciascun residente, mentre a ciascun abitante delle località facenti parte del G20s corrispondono 171 turisti: il dato, se messo in relazione alla superficie comunale, parla di una media di 6.958 presenze per ogni km quadrato nei territori turistici del Belpaese che schizza a 74.716 per i territori del G20s. Per Tema Vita e Amici per Sempre in soccorso delle famiglie Tema Vita e Amici per Sempre, le mutue promosse e sostenute da Banca Tema con una promozione scuola contribuiscono alle spese che le famiglie dovranno sostenere per il nuovo anno scolastico, rimborsando 40 euro sull?acquisto di libri di testo e materiale scolastico T ema Vita e Amici per Sempre, le mutue promosse e sostenute da Banca Tema, che operano rispettivamente nei territori della Maremma e della Valdichiana, hanno deciso di contribuire, in questo momento particolare, alle spese che le famiglie dovranno sostenere per il nuovo anno scolastico. L?iniziativa prevede il rimborso di 40 euro sull?acquisto dei libri di testo e materiale scolastico per ogni figlio iscritto all?anno scolastico 2021/2022 per tutte le scuole di ogni ordine e grado. La promozione è riservata ai figli, che non abbiano ancora compiuto 18 anni, con entrambi i genitori soci di Tema Vita o Amici per Sempre ? e anche per coloro che diventino soci in occasione dell?iniziativa ? ed è valida dal 1° settembre al 31 ottobre 2021. ?Eccezionalmente solo per questa iniziativa, gli acquisti ? fanno sapere i promoto- ri dell?iniziativa ? potranno essere effettuati in qualsiasi esercizio commerciale, anche non convenzionato, e la spesa dovrà essere documentata da un unico documento fiscale di importo pari o superiore a 40 euro. L?erogazione del sussidio avverrà dietro presentazione della relativa domanda, firmata da entrambi i genitori, scaricabile dal sito www.temavita.it e www.amicipersempre.net e sarà accreditata tramite bonifico nel conto corrente di uno dei due genitori. Chi è interessato ad usufruire della promozione e non è ancora socio di Tema Vita o di Amici per Sempre, può diventarlo e godere subito dei vantaggi dell?iniziativa?. Per iscriversi ad una delle due associazioni mutualistiche è necessario essere un cliente o un socio di Banca Tema. Maggiori informazioni su www.temavita.it, tel. 0564 444764, mail info@temavita.it e su www.amicipersempre.net, tel. 0578 224840, mail info@amicipersempre.net LE NEWS ? 121 LE NEWS Il premio del Touring Club al Museo di storia naturale Bel riconoscimento per il Museo di storia naturale della Maremma insignito del ?Premio Touring dei consoli della Toscana?, promosso d?intesa con la Regione Toscana e assegnato ogni anno, dal 2000, a ?realtà artistiche, ambientali, produttive, culturali e sociali tipiche della terra di Toscana che ben ne traducano e rappresentino nel mondo l?immagine di pregio? I l Touring Club Italiano ha insignito il Museo di storia naturale della Maremma del ?Premio Touring dei consoli della Toscana?, un riconoscimento promosso d?intesa con la Regione Toscana e assegnato ogni anno, dal 2000, a ?realtà artistiche, ambientali, produttive, culturali e sociali tipiche della terra di Toscana, che ben ne traducano e rappresentino nel mondo l?immagine di pregio?. E per l?ultima edizione ? dedicata alla didattica museale rivolta alle nuove generazioni ? l?istituzione selezionata per la provincia di Grosseto è proprio la struttura museale diretta da Andrea Sforzi e gestita da Fondazione Grosseto Cultura. La cerimonia di consegna del premio si è svolta il 18 settembre scorso nella sala conferenze del museo. La giornata è cominciata con una conferenza del direttore Andrea Sforzi sulle attività del Museo di storia naturale della Maremma, seguita dalla cerimonia di premiazione cui hanno preso parte ? tra gli altri ? il console del Touring Club Italiano, Mino Consumi, l?assessore regionale Leonardo Marras, il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Grosseto, Luca Agresti, e il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari. «Questo prestigioso premio del Touring Club Italiano ? dichiarano Tombari e Sforzi ? è un importante riconoscimento del ruolo e delle attività che il Museo di storia naturale della Maremma ha sviluppato in questi anni, in particolare come precursore 122 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 Andrea Sforzi e promotore della Citizen science in Italia. Le nostre iniziative includono attività locali, nazionali e internazionali come la collaborazione con i tre atenei toscani, la raccolta di dati sull?osservazione di animali, piante e funghi, l?organizzazione di corsi e incontri e di eventi di 24 ore per il monitoraggio partecipato della biodiversità come il Bioblitz, e tanti altri. Inoltre dal 2017 il museo si è dotato di una parte espositiva dedicata proprio alla Citizen science, con lo scopo di illustrare questo fenomeno in crescente evoluzione e informare i visitatori delle proprie attività nel settore: è il ?Citizen science corner?, una struttura unica in Europa. Le strutture premiate dal Touring Club e dalla Regione in tutta la Toscana si distinguono per la loro opera educativa nei confronti delle nuove generazioni attraverso l?arte e le diverse espressioni del patrimonio scientifico-naturalistico, storico-sociale e culturale intese come insieme di valori identitari e formativi della persona». Una ?missione? che il Museo di storia naturale della Maremma interpreta al meglio, visto che «offre un programma didattico interdisciplinare che prevede esperienze dirette su campioni naturali ? spiegano ancora Sforzi e Tombari ? e include attività ludiche (per la scuola dell?infanzia e il primo e secondo anno della primaria) e investigative, con l?utilizzo di strumenti come microscopi e altre attrezzature. Il riconoscimento del Touring Club rappresenta sicuramente un incentivo a proseguire su questa strada». quanto riguarda il tema rifiuti, lo studio mette in luce un?elevata attività di pulizia strade nei Comuni G20s con 0,0198 tonnellate di rifiuti per abitante, rispetto alle 0,0068 tonnellate per abitante di altri Comuni turistici italiani. UNA GIORNATA PER CONOSCERE ?GLI ETRUSCHI DI GAVORRANO? Un evento per svelare al pubblico le ultime scoperte archeologiche di periodo etrusco presenti nel Comune di Gavorrano (Gr), e più in generale nel territorio dell?antica città di Vetulonia. In questo contesto sono stati presentati gli importanti risultati emersi delle più recenti ricerche portate avanti dall?Università di Firenze, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e con il Centro di Documentazione Etrusco Rocca di Frassinello. L?iniziativa dal titolo ?Gli Etruschi a Gavorrano. Dal racconto all?esperienza?, si è svolta sabato 11 settembre organizzata da Comune, Parco Nazionale delle Colline Metallifere con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana nell?ambito della Giornata degli Etruschi. Sono stati previsti due momenti distinti: il primo al Centro Congressi della Porta del Parco delle Colline Metallifere a Gavorrano (Gr), località I Bagnetti, dove si è tenuta una conferenza a cui sono intervenuti il sindaco di Gavorrano Andrea Biondi, la presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere Lidia Bai, il presidente di Rocca di Frassinello Paolo Panerai e poi archeologi e studiosi. Al termine della conferenza è stato offerto un rinfresco in cui è stato possibile degustare i vini di Rocca di Frassinello (invecchiati nella cantina disegnata da Renzo Piano), e i prodotti della filiera corta del DRAGO delle Colline Metallifere. A conclusione, spazio ad una visita guidata alla necropoli di San Germano. ?Con molto piacere il Comune di Gavorrano ? ha detto il sindaco Biondi ? ha partecipato insieme a Rocca di Frassinello e Parco delle Colline Metallifere alla Giornata degli Etruschi che ha visto una larga partecipazione della comunità locale vista l?opportunità di conoscere storie inedite sul territorio di Gavorrano?. ?Mi sembra importante che in occasione del progetto regionale della Giornata degli Etruschi ? spiega Lidia Bai ? sia presente anche questa iniziativa di Gavorrano che ci permette di conoscere gli importanti risul- Necropoli di San Germano tati delle indagini archeologiche dell?Università di Firenze. Un interessante risultato non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per la collaborazione pubblico-privata tra Comune di Gavorrano, Parco e Cantina Rocca di Frassinello finalizzata alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale?. Tra i temi proposti nella conferenza anche le novità riguardanti gli scavi di un insediamento etrusco strettamente legato a Vetulonia, il sito di San Germano che ha lo stesso nome della necropoli situata in una zona vicina. In questo luogo sono iniziate fin dal 2017 delle ricerche da parte dell?Università di Firenze Cattedra di Etruscologia, dirette dal prof. Luca Cappuccini, e sono già emerse molte novità in particolare ceramiche a vernice nera e altri oggetti di uso comune. ?Non possiamo ancora definire con esattezza la tipologia dell?insediamento di San Germano ? spiega Giuditta Pesenti direttore scientifico del Centro di Documentazione Etrusco di Rocca di Frassinello ? ma pensiamo si tratti di una fattoria o edifici legati alle produzioni agricole, attività che caratterizzavano sia in epoca classica ed ellenistica il territorio di Vetulonia particolarmente vocato per questo tipo di attività?. Durante la conferenza sono intervenuti anche di Simona Rafanelli direttore scientifico del Museo Civico Archeologico ?Isidoro Falchi? di Vetulonia, la stessa Giuditta Pesenti e le archeologhe che hanno preso parte alle indagini scientifiche sul sito etrusco di San Germano. Alice Raspollini e Margherita Menicocci hanno presentato gli esiti delle ricerche condotte su alcune classi materiali rinvenute nell?insediamento di San Germano mentre Lucrezia Capperucci ha messo a fuo- co la comparsa della vite e della viticoltura in epoca antica e in particolare le testimonianze legate al consumo del vino nel territorio di Vetulonia in epoca etrusca. Per concludere, Alessia Buggiani ha presentato un?indagine sulla vicina necropoli di Selvello, che si trova nel Comune di Roccastrada ma rappresenta un interessante parallelo per l?insediamento di San Germano. Info: tel. 0566 843402, e-mail info@parcocollinemetallifere.it ?IL GUERRIERO DI CANA? DEL MAESTRO PAOLO STACCIOLI NELLA PIAZZETTA DEL CASTELLO DI CANA La Galleria d?Arte «LE NOZZE DI CANA», insieme all?Amministrazione Comunale di Roccalbegna (il sindaco Massimo Galli) e alla Pro-loco di Cana si è fatta promotrice di una iniziativa unica e originale, tesa a valorizzare con l?Arte il borgo storico di Cana. La Galleria d?arte, e in primis i suoi proprietari Daniele Bedini e Silvano Bavia, hanno ideato una ?raccolta fondi? coinvolgendo Amministrazione, Imprese e privati cittadini, con lo scopo di acquistare un bellissimo bronzo del maestro Paolo Staccioli e istallarlo a Cana, nella piazzetta del castello medioevale. Il rapporto privilegiato con il Maestro Paolo Staccioli, ha portato a ottenere dall?artista la disponibilità ad un costo privilegiato, di una sua opera, un ?GUERRIERO? in bronzo, alto cm. 270 con uno Splendido scudo a bassorilievo, con cavalli. Forte del suo significato, ?Guerriero con Scudo difensivo?, ben si presta alla collocazione sulla terrazza del castello di Cana, come un difensore ?pacifico?, ma presente, del borgo storico. Un forte simbolo per il piccolo borgo situato nel territorio di Roccalbegna oltre alla Cisterna medicea. Un esempio contemporaneo d?arte, richiamante contenuti ancestrali. Un?opera del Maestro Paolo Staccioli, famoso nel mondo per le sue splendide realizzazioni, esposte in prestigiose sedi, tra cui la Sala d?Arme di Palazzo Vecchio a Firenze, ed i Magazzini del Sale a Siena. Sabato 18 settembre, l?opera del Maestro Paolo Staccioli è stata svelata alla popolazione, alla presenza dell?autore, delle autorità (Sindaco e giunta), Daniele Bedini e Silvano Bavia della galleria d?arte ?Le Nozze di Cana?, sponsors e rappresentanti media. Sulla base della scultura è stata istallata una ?targa? di ringraziamento con tutti i nomi degli ?sponsors?. Nella foto ?Il Guerriero di Cana?, bronzo del Maestro Paolo Staccio LE NEWS ? 123 LE NEWS PORTO SANTO STEFANO, APPROVATO IL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL FORTE POZZARELLO L?Agenzia del Demanio ha concesso il Forte Pozzarello alla Confraternita di Misericordia di Porto S. Stefano per l?attuazione del progetto ?Valorizzazione del Forte Pozzarello?. ?L?idea di presentare un progetto all?Agenzia del Demanio ? dichiara il Governatore Roberto Cerulli ? rispondeva all?esigenza di dare risposta ad un sentimento comune della popolazione dell?Argentario: dare ?vita? a questo Forte inutilizzato che via via sta andando in rovina?. Il progetto, della durata di un anno, ha come scopo quello di mettere in campo un?azione di pulizia straordinaria dalla vegetazione infestante che nel tempo, ha ripreso e sta riprendendo il suo spazio: erba alta, piccoli arbusti, cespugli, fino ad arrivare a veri e propri alberi presenti nel fossato esterno che stanno logorando e rovinando alcune parti del forte. ?La nostra associazione ha ?raccolto? questo sentimento popolare ? prosegue il Governatore Roberto Cerulli ? cercando di ridare un po? di luce a questo bene, che fintanto non sarà utilizzato, potrà essere curato dando un freno importante al suo inevitabile degrado.? E così nelle scorse settimane è stato sottoscritto l?atto di concessione dalla Confraternita di Porto Santo Stefano e dall?Agenzia del Demanio Direzione Regionale Toscana e Umbria che agisce in nome e per conto dello Stato. La firma è avvenuta nella nuova sala multimediale dell?associazione (nella foto), 124 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 inaugurata proprio nel mese di luglio ed intitolata a Madre Teresa di Calcutta, in occasione della visita del Card. Angelo Comastri. Come è noto, la struttura difensiva costiera ?Forte Pozzarello?, costruita nella seconda metà dell?Ottocento, è stata l?ultima fortificazione in ordine cronologico ad essere stata realizzata nell?area del promontorio dell?Argentario. Progettata nel 1874, l?opera venne ultimata soltanto nel 1888. La fortificazione fu costruita sotto la giurisdizione del Regno d?Italia, con l?intento di proteggere la costa in prossimità di Porto Santo Stefano, che secondo i progetti dell?epoca doveva diventare una grande base della Regia Marina. Inoltre, la costa del promontorio dell?Argentario era, all?epoca, ritenuta il punto più vulnerabile in caso di tentativo di invasione nemica dal mare, vista anche la sua posizione geografica relativamente vicina a Roma, che pochi anni prima era divenuta la nuova capitale del Regno. Una volta inaugurata, la fortificazione divenne sede di varie esercitazioni di difesa ed offesa, in cui veniva simulato l?avvicinamento dal mare di navi nemiche che dovevano essere colpite dai cannoni posizionati presso la struttura difensiva. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne allestita la contraerea nel tentativo di difendere la zona dai bombardamenti aerei. Dal dopoguerra in poi, la fortificazione fu di fatto trasformata in un grande deposito di armi e munizioni, che venne definitivamente dismesso nel 1975. Dopo la chiusura, la struttura difensiva venne completamente abbandonata, andando incontro ad un rapido ed inesorabile degrado. E a questo punto entra in scena la Confraternita con l?intento di frenare questo degrado, avendo ottenuto anche il parere favorevole dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. ?Il Forte Pozzarello ? conclude il governatore Roberto Cerulli ? è uno dei pochi beni storici e architettonici a non essere stato venduto per trasformarlo in mini appartamenti o seconde case e fintantoché rimarrà pubblico possiamo tutti adoperarci per far sì che non vada in malora. Nelle prossime settimane, con il nostro gruppo di Protezione Civile, ci metteremo all?opera per iniziare la pulizia. Chiunque vorrà, avrà la possibilità di darci una mano per contribuire al suo recupero?. Così inizia una nuova avventura per la Confraternita di Misericordia di Porto Santo Stefano. Chiunque volesse collaborare può inviare una mail a: fortepozzarello@gmail.com ?DANTE, UOMO E POETA?, UNA CONFERENZA A CALDANA PER IL SETTECENTENARIO DANTESCO Le celebrazioni caldanesi del Settecentenario della morte di Dante Alighieri si sono aperte con una conferenza, tenutasi a metà agosto, presso i locali del Frantoio dal titolo ?Dante, uomo e poeta: un pellegrinaggio tra umanità e santità?. Durante la conferenza i due relatori, Francesco Muratori e Giulio Gasperini, hanno presentato un ritratto del Dante uomo e cittadino e della sua attività poetica, concentrandosi particolarmente sulla Commedia e sulla preghiera alla Vergine del XXXIII Canto del Paradiso. Francesco Muratori, appassionato di Dante, ha ripercorso le tappe fondamentali della vita del poeta, raccontandone le origini nella Firenze della metà del Duecento, le sfortune della famiglia degli Alighieri, la sua esperienza politica in seno ai Guelfi bianchi, il suo esilio e il suo peregrinare da corte a corte, cercando di non pensare a ?come sa di sale lo pane altrui?, come dice il suo avo Cacciaguida nel XVII Canto del Paradiso, preannunciando al suo discendente l?imminente confino. Muratori ha concluso raccontando le vicissitudini delle spoglie mortali di Dante: la sua morte a Ravenna nel settembre del 1321, la sua sepoltura nel luogo di asilo, le lotte a Firenze sulla possibilità e la richiesta di traslazione della salma, i sotterfugi dei Frati per evitare che le sue spoglie fosse- Pitigliano, taglio del nastro per il nuovo Teatro Salvini Terminati i lavori di ristrutturazione del Teatro comunale Salvini a Pitigliano che il 19 settembre è stato inaugurato, completamente rinnovato negli interni, con una cerimonia pubblica. L?intervento è stato finanziato con la partecipazione al bando Far Maremma ma non solo ro rubate persino per volere di Hitler e la loro ricomparsa nell?800, murate in un muro di cinta del convento. La vita umana di Dante è stata indubbiamente fondamentale per far maturare al poeta la concezione di quella meravigliosa opera che è la Commedia, definita poi Divina dal Boccaccio posteriormente. Perché in quella Commedia c?è tutta l?umanità possibile e immaginabile, tanto da diventare un vero e proprio poema epico, che contiene e riassume un?intera civiltà. Giulio Gasperini, nel suo intervento, ha cercato proprio di sottolineare questa valenza collettiva dell?opera dantesca: Dante si sente investito del compito di raccontare a tutti il suo pellegrinaggio attraverso i tre regni dell?Oltretomba, documentando con la parola poetica l?esperienza che a lui è toccata con il coinvolgimento di tutti i suoi sensi mortali, viaggiando non solo con l?anima ma con il corpo intero, fisicamente: beneficio concesso a pochissimi altri, tra cui la stessa Vergine, assunta in anima e corpo, e San Paolo. A differenza dei mistici, però, Dante affronta questo viaggio con l?intelletto, facendosi accompagnare da guide che possano aiutarlo in questo compito gravoso: prima Virgilio, poi Stazio, poi Beatrice e alla fine San Bernardo. E non è un caso che Dante abbia scelto proprio il Santo di Chiaravalle per salmodiare questa preghiera-intercessione alla Vergine: San Bernardo è stato, infatti, un mistico ma anche un uomo di azione, favorendo l?edificazione di numerosi monasteri in tutta Europa. La potenza del Canto XXXIII del Paradiso e, in particolare, della Preghiera alla Vergine, sta nell?aver utilizzato elementi mutuati dalle Preghiere (Magnificat e Ave Maria su tutte) ma nell?averle rielaborate in una concezione nuova: la preghiera, ad esempio, si apre con alcune invocazioni alla Vergine giocate su delle coppie ossimoriche estremamente vertiginose: Vergine-madre, figlia-di-tuofiglio, umile-e-alta. Solo in Maria è possibile che si realizzi la compiuta adesione di queste condizioni altrimenti impossi- C on una cerimonia pubblica, il 19 settembre, il Comune di Pitigliano ha inaugurato il teatro comunale Salvini, completamente rinnovato negli interni. I cittadini hanno potuto ammirare il risultato del profondo restyling voluto dall?amministrazione comunale, che ha interessato la platea e la galleria. Sono state sostituite tutte le poltroncine, è stato ristrutturato il palcoscenico e rinnovati i tendaggi del sipario, è stato acquistato un nuovo e più performante impianto audio rappresentazioni. Il teatro di Pitigliano è un piccolo gioiello che adesso torna a brillare. Non vediamo l?ora di rinnovarlo a fine ottobre, con i giovani dai 12 ai 20 anni che parteciperanno ai laboratori teatrali e appena possibile fare una nuova stagione teatrale?. ?Per la comunità di Pitigliano ? aggiunge Irene Lauretti, assessore comunale alla Cultura ? il teatro comunale non è solo il luogo dell?arte e delle rappresentazioni teatrali, ma il più importante spazio di incontro, il centro della vita cultu- Nella foto il taglio del nastro di Giovanni Gentili ed Irene Lauretti e sono state sostituite le vecchie luci con una illuminazione a led. L?intervento è stato finanziato con la partecipazione al bando Far Maremma che ha consentito al Comune di ottenere 100mila euro a fondo perduto, a cui si aggiungono 20mila euro di risorse del bilancio comunale. ?L?ambizione è stata quella di attuare un rinnovamento profondo ? sottolinea il sindaco di Pitigliano Giovanni Gentili ? in modo da offrire un teatro non solo più bello ma anche con una tecnologia moderna, che consenta una migliore resa delle rale del paese. Da sempre, infatti, il Comune lo ha messo a disposizione di tutte le associazioni del territorio, e non solo di quelle culturali, per organizzare convegni, riunioni e altre iniziative. Questo intervento di riqualificazione era atteso da tempo, e vogliamo che diventi il simbolo della ripartenza della cultura dopo le difficoltà incontrate con l?emergenza sanitaria. L?auspicio è quello di ritornare presto a riempire il nostro piccolo teatro, così come tutti i teatri d?Italia, perché c?è bisogno di arte e di cultura per vivere meglio.? LE NEWS ? 125 LE NEWS Ada Sorrentino, ?Una vita per l?Arte? Al via la mostra al Quadrivio Dopo la pausa estiva è ripartita l?attività della Galleria d?Arte Il Quadrivio con sede a Grosseto in viale Sonnino 100. Ad inaugurare il nuovo ciclo di esposizioni è stata il 29 settembre scorso Ada Sorrentino con la sua mostra di pittura ?Una vita per l?arte? che potrà essere visitata fino al 10 ottobre in orario 17-19.30. D ocente di materie artistiche nel settore educativo, formativo e didattico, artista e stilista (crea anche gioielli), la sua arte è una continua ricerca attraverso esperienze con forme, colori e materia. Spazia dalla grafica alla pittura, dallo sbalzo al cesello, plasma e modella la materia. Grosseto e? il luogo dove attualmente risiede con studio presso l?Antico Cassero del Sale del ?300 che ha egregiamente restaurato. Ha esposto nelle più importanti citta? italiane fra cui Napoli, Milano, Roma, Grosseto, Vetulonia, Ischia, Monreale, Santa Sofia, Prato, Caserta, Monza, Villasanta, Venezia e in quelle straniere come Amburgo, Berlino, Bruxelles, Parigi, ecc. Hanno scritto di lei critici e storici dell?Arte: A. Trombadori, A. Siligato, S. Sperandio, F. Gallo, F. Russo, P. Levi, Caldini, e altri. ?La suggestiva pittura di Ada Sorrentino ? si legge in una nota di Elio Marcianò, Italia Artistica ? vive in un ideale ambiente di poesia, nella quale matura la sua ricerca con fedeltà all?arte e in chiave di attualità espressiva. Pertanto il suo proposito di fare cultura visiva è congeniale ai propri mezzi espressivi e alla 126 ? Maremma Magazine ?Ottobre 2021 volontà di pittrice che usa i colori come messaggi da lanciare al mondo. Come è nel suo carattere così la sua arte nuova ha qualcosa di primitivo, di irruente, di armonico o di caotico, dentro e fuori la legge che mantiene insieme i colori e l?essenza delle cose. E di fronte a un suo quadro siamo tentati di dire che troviamo colorate astrazioni e potenti immagini di arcana fantasia cosmica. Ne scaturisce una figurazione estrosa e libera da qualsiasi legame manieristico o accademico per una aperta visione pittorica metafisica. Il colore è pulito perché rispecchia foga esistenzialista. Il segno è simbolo allusivo di una problematica contemporanea conturbante, nella quale l?artista spera e dispera, compone e scompone la materia, con vivacità, con inventiva, delineando una particolare realtà, che è emozione, suggestione, anche di genere onirico. Realtà o sogno, la ricerca diventa bisogno di liberazione, anche dalle catene pittoristiche, per sfociare in forme alate d?una umana realtà sfuggente, dal continuo divenire di rapporti tra uomini e cose, tra la luna e il sole, tra la notte e il giorno, nel pensabile e nell?impensabile. Le sensazioni si generano col colore ed ogni quadro è offerto come un grande spettacolo del mondo?. bili. La conferenza di Francesco Muratori e Giulio Gasperini è stata l?ideale inizio di una giornata che ha continuato a suscitare forti emozioni, culminata nella lettura-rappresentazione di alcuni passi della Commedia attraverso le vie e le cantine del Centro storico di Caldana, per un giorno trasformata in un set cinematografico per celebrare quello che è stato, indubbiamente, il più grande poeta della storia dell?umanità. Ass. Mutuo Soccorso di Caldana GROSSETO, GRAN FINALE PER IL CONCORSO INTERNAZIONALE ?KUSSEWITZKY? PER DIREZIONE D?ORCHE-STRA Grosseto ospita la prima edizione del Concorso internazionale per direzione d?orchestra intitolato a Sergey Kussewitzky. Una rassegna ? organizzata dall?Associazione musicale Scriabin con il Comune di Grosseto, in collaborazione con Fondazione Grosseto Cultura, Acquedotto del Fiora, Aurelia Antica Shopping Center e Fondazione CR Firenze ? che è già un grande successo: 84 iscritti da 31 Paesi del mondo, tra i quali 15 italiani. Il direttore organizzativo è Massimo Merone, il direttore artistico è Antonio Di Cristofano. E la marcia di avvicinamento al gran finale prevede tappe decisamente ravvicinate: la giuria internazionale, presieduta dall?israeliano Lior Shambadal, dal 1997 direttore principale della Berliner Symphoniker, ha operato le selezioni e il 3 settembre sono stati annunciati i 4 finalisti che a ottobre saranno a Grosseto in presenza. Venerdì 15 ottobre proveranno con l?Orchestra sinfonica ?Città di Grosseto? e sabato 16 ottobre ? gran finale della prima edizione della Sergey Kussewitzky International Conducting Competition ? il vincitore si esibirà, sempre con l?ensemble grossetano, in un evento pubblico al Teatro degli Industri. «Questo concorso ? dice il direttore artistico della manifestazione, Antonio Di Cristofano ? può essere considerato come il fratello del Premio internazionale Scriabin: anziché ai giovani pianisti, questo è dedicato ai direttori d?orchestra. È intitolato a Kussewitzky, colui che ha diretto la ?prima? del Concerto per pianoforte di Scriabin, con lo stesso Scriabin come solista. E devo dire che, nonostante sia solo la prima edizione, non ci aspettavamo un successo così grande: abbiamo registrato fin qui tantissimi iscritti da tutto il mondo, anche italiani. Evidentemente nel tempo siamo stati capaci di meritarci una certa attenzione internazionale. In ogni caso siamo orgogliosi di poter offrire a Grosseto un altro evento prestigioso, anche grazie alla collaborazione degli enti e degli sponsor che ci sostengono». MANCIANO, INAUGURATE LE STANZE Sono state inaugurate il 19 agosto a Manciano Le Stanze, storici locali che hanno ospitato nel tempo molteplici realtà: dalle accademie borghesi dell?800 alla Casa del Fascio durante la Prima guerra mondiale; dalla sede dell?Enal alla sede dell?Avis. Ora, dopo anni di abbandono, Le stanze sono risorte, grazie ad un importante intervento dell?amministrazione Morini. ?La storia di questi locali è immensa ? spiega il sindaco Mirco Morini ? e ogni mancianese sa bene che significano questi spazi e questo grande portone. Dopo un periodo in cui Le Stanze sono rimaste aperte solamente per brevi periodi, una o due volte all?anno, in occasione di qualche mostra o temporanea esposizione, oggi questa amministrazione consegna nelle mani dei mancianesi uno spazio di proprietà dei cittadini stessi. Il grande investimento che è stato fatto è il segno che Manciano sta crescendo anche grazie alla valorizzazione del patrimonio culturale esistente?. ?Insieme a Far Maremma ? afferma l?assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Manciano,Valeria Bruni ? l?amministrazione di Manciano ha investito 150mila euro per la ristrutturazione de Le Stanze, per dare nuova vita a un edificio che oggi più che mai ha bisogno di ritornare a praticare la cultura insieme alla socialità tra le persone?. ?Le Stanze ? commenta Cristiano Bellezzi, bibliotecario della biblioteca comunale di Manciano Antonio Morvidi ? sono luoghi cari a ogni mancianese, pregni di storia e di assoluta bellezza. Il lavoro di recupero che è stato fatto sull?edificio e sugli interni dei locali rispetta totalmente i materiali e gli oggetti originali. Per esempio, il grande portone dell?ingresso è stato restaurato rispettando la sensibilità dell?epoca, così come la porta interna in vetro che riporta la scritta originale ?Enal?. Restano così i locali e i muri di un tempo, la lapide che ci parla dell?amicizia di Pietro Aldi, i segni della ricchezza e della nobiltà, le tracce del popolo che vi è passato?. CENNI STORICI (dall?archivio del circolo Arci di Manciano). Sappiamo poco e tanto dei locali chiamati ?Le Stanze?. Sappiamo che il quartiere in cui si trova questo complesso fu costruito nel tardo Medioevo e che forse l?uso era pertinente a quello degli altri edifici pubblici che gravitavano intorno alla torre civica già nel periodo senese di Manciano. Probabilmente fu la sala della comunità durante la dominazione medicea, quando il cassero cadde in abbandono. Nella seconda metà del Settecento, con il suo ripristino, funzionale alla riforma amministrativa di Pietro Leopoldo di Lorena, Le Stanze persero la funzione pubblica che avevano esercitato fino ad allora se il Catasto Lorenese intorno al 1815 registra lo stabile come sottoposto a uso privato. Non altro: ci sono un documento, qualche ipotesi, l?osservazione materiale dello stabile e dei contesti. Alla metà dell?Ottocento l?alta borghesia mancianese, sotto l?egida, tra gli altri, della famiglia del pittore Pietro Aldi, vi si insediò con una di quelle accademie che si andavano diffondendo in tutta Italia: nella Società dei Risoluti si accese la retorica risorgimentale e si soffiò sul fuoco della propaganda patriottica; possiamo immaginare che si organizzarono rappresentazioni teatrali; si dice che qui ebbe diffusione la letteratura scapigliata, e che vi si ritrovarono i più ingegnosi spiriti mancianesi, resi inquieti e turbolenti dalla noia di una vita agiata. Non sappiamo nemmeno quale fu la fine dell?accademia mancianese. Se si spense poco a poco al volgere del XX secolo o se era ancora in vita quando Le Stanze ospitarono la Casa del Fascio e l?Opera Nazionale Dopolavoro. Una foto degli anni Trenta mostra lo scoprimento di una lapide sulla facciata: i documenti per ora tacciono sul suo contenuto; i vecchi non ricordano. Finita la guerra la comunità di Manciano aveva ormai perso la proprietà del complesso, requisito insieme ai beni degli enti fascisti ed entrato a far parte della dota- zione immobiliare del Ministero dell?Economia e delle Finanze. Nel 1945 nacque l?Ente Nazionale di Assistenza ai Lavoratori, Enal, istituzione destinata a raccogliere l?eredità dell?Ond nell?Italia repubblicana e il patrimonio materiale e culturale di circoli privati, case del popolo, sodalizi filantropici. Il Circolo Enal e Le Stanze furono una cosa sola per alcuni decenni e i locali portano segni evidenti di quell?esperienza. Le Stanze diventarono un locale popolare affacciato su una delle vie più trafficate del paese. I mancianesi vi si recavano per giocare a carte o a biliardo, per bere un bicchiere; ma anche per guardare, stupiti e ancora inconsapevoli, i programmi Rai davanti a uno dei primi apparecchi televisivi del paese. Si sa anche di una biblioteca, e c?è chi ha provato a immaginare che i testi dei Risoluti si siano mischiati con stridore a quelli della biblioteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso, dispersa dalle soppressioni del Ventennio ma anche ai libri della Casa del Fascio, che forse avevano resistito agli anni di guerra. Tra i clienti fissi, c?erano gli scrittori Alfio Cavoli e Goliardo Ghignoni, e il fotografo Boero Bellezzi. Di questa storia recente ci parlano i ricordi dei mancianesi. Ricordi sempre sospesi tra la nostalgia per un luogo caro e ora quasi sempre vuoto di gente e la rassegnazione per il tempo che passa e che prova ogni volta a cancellare le storie. Il pesante portone de Le Stanze chiuse agli inizi degli anni Ottanta per riaprire in occasione di rare esposizioni d?arte o di curiosità. LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane spa Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. 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