MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XIX ? NUMERO 1 ? MARZO 2021 ? ? 3,50 Inoltre... Luca Agresti, ?Un?esperienza unica vissuta con la massima umiltà e grande impegno? Tutti a scuola di turismo a Castiglione della Pescaia Giardini d?arte contemporanea in Maremma e sull?Amiata FIAB-ComuniCiclabili premia la Maremma con le Bandiere gialle Pitigliano e il Castello Orsini, il fascino ?La Maremma per Dante, 13212021?, al via le iniziative maestoso di un gioiello di Maremma LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI DUE GIARDINI D?ARTE CONTEMPORANEA A CONFRONTO Gentile redazione di Maremma Magazine, mi chiamo Federica Casini e vivo nel comune di Semproniano. Sono saggista e francesista di formazione e insegno francese all?Istituto Zuccarelli nella sede di Pitigliano. In questi ultimi tempi mi sono occupata, anche a scuola, dello studio del Giardino dei Tarocchi. Mi farebbe felice vedere un mio lavoro, dedicato alla nostra terra, sulle pagine della vostra rivista. Si tratta di un articolo che, pur essendo di taglio divulgativo e di dimensioni relativamente ridotte, propone una chiave di lettura abbastanza inedita dell?argomento perché mette a confronto il Giardino di Capalbio con quello di Daniel Spoerri a Seggiano. La novità, rispetto alle tradizionali presentazioni di essi, consiste nel mettere in relazione i due parchi sulla base della comune appartenenza di Niki de Saint Phalle e Spoerri alla corrente artistica del Nouveau réalisme e alla presenza, in entrambi i giardini, di un?altra figura fondamentale dell?arte del secondo Novecento, Jean Tinguely. La descrizione delle due opere mette in risalto il significato iniziatico dei parchi e il rapporto tra maschile e femminile presente in essi, dato che entrambi furono il frutto della collaborazione di coppie di artisti legati sul piano professionale e affettivo. Qualora foste interessati alla visione del materiale, provvederò all?invio del testo. In attesa ringrazio e porgo cordiali saluti. Federica Casini L?articolo in questione ci è piaciuto ed è pubblicato nel presente numero a pag. 60. La Redazione I RINGRAZIAMENTI DE LA MAREMMA PER DANTE Gentile Celestino Sellaroli, la ringrazio molto, a titolo personale e anche a nome del Dottor Francesco Donati, per l?ampio spazio che ha dedicato a La Maremma per Dante nell?edizione di dicembre della sua apprezzata pubblicazione mensile. Una grande gioia in questi momenti non semplici per portare avanti iniziative culturali, cui crediamo fermamente, in funzione anche di una miglior qualità della vita sociale. Ci sentiamo molto orgogliosi dell?interesse e dell?attenzione che Maremma Magazine ci riserva e confidiamo in una bella collaborazione per sostenere la diffusione dei vari appuntamenti in calendario nel 2021. Cordiali saluti Renata Adriana Bruschi DAI SOCIAL Bellissima foto del Monte Amiata (il riferimento è alla copertina del nr. di dicembre scorso, ndr) Mirella Rossi Grazie per lo spazio che ci ha dedicato Maremma Magazine (il riferimento è al servizio dedicato al ?Premio letterario nazionale Città di Grosseto - Amori sui generis?, pubblicato nel nr. di dicembre scorso, ndr). All?anno prossimo (2021, ndr) Dianora Tinti Vado a comprarlo! Ci sono stato ma conosco poco la vita del santo (il riferimento è al servizio su ?L?Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia, una testimonianza dell?architettura monastica del periodo medievale?, pubblicato nel nr. di dicembre scorso, ndr). Del luogo mi è piaciuto molto anche l?acquedotto che dal convento arriva a Castiglione della Pescaia. Sono curioso di leggere l?articolo. Luca Iacobone Interessante progetto che rivaluta territorio, cultura, percorsi enogastronomici, turismo, accoglienza... (il riferimento è al servizio su ?Prende forma l?innovativo progetto di accoglienza turistica diffusa. A Buriano?, pubblicato nel nr. di dicembre scorso, ndr) Rita Aloisi Dopo Novembre anche la copertina di Dicembre di Maremma Magazine ospita una mia foto. Complimenti all?amico Celestino Sellaroli per averla resa pubblica e più bella. Giancarlo Gabbrielli A PROPOSITO DI SAN GUGLIELMO E DELL?EREMO DI MALAVALLE In relazione al servizio ?L?Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia, una testimonianza dell?architettura monastica del periodo medievale?, pubblicato nel nr. di dicembre scorso, recenti studi hanno approfondito un altro aspetto. Ovvero che Malavalle prenda tale nome non dall?asperità del luogo bensì dalla casata di Guglielmo. Su questo ed altri aspetti proprio a febbraio scorso c?è stato un convegno in sala Pegaso, con la presentazione di una pubblicazione frutto delle due giornate di studi tra Grosseto e Castiglione organizzati due anni fa da Diocesi, Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana, Comune di Castiglione della Pescaia. Aggiungo che sempre due anni fa, a febbraio, nella sala convegni di Banca Tema si tenne un altro momento di approfondimento in merito a questa nuova pista. Giacomo D?onofrio Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma­magazine.it Compa­ tibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 14 20 60 68 SOMMARIO VIVI 14 ...........Luca Agresti, ?Il mio mandato? Un?esperienza unica vissuta con la massima umiltà e grande impegno? 20 ...........FIAB?ComuniCiclabili premia la Maremma con le Ban? diere gialle. Il paradiso per gli amanti delle ?due ruote? è qui! 24 ...........Tutti a scuola di turi? smo a Castiglione della Pescaia, perla stupenda della Maremma Toscana 30 ...........?La Maremma per Dan? te, Cultura per la vita 1321? 2021?, al via le iniziative 34 ...........?Siena mi fé; disfecemi Maremma?, la triste vicenda della Pia de? Tolomei di dante? sca memoria 38 ...........Grosseto e la sua iden? tità al centro della tesi di laurea di Silvia Gigliotti 42 ...........L?arte di Moreno Quinti in mostra alla Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? 46 ...........Inaugurato un polittico di Arnaldo Mazzanti per la Chiesa delle Paduline a Casti? glione della Pescaia 50 ...........Pitigliano e il Castello Orsini, il fascino maestoso di un gioiello della Maremma 56 ...........Omaggio ad Atto Prate? si, il pittore della terra di Maremma che tanto amava 60 ...........Giardini d?arte contem? poranea in Maremma e sull?A? miata 68 ...........Alla scoperta del terri? torio amiatino in slow?motion tra bellezze paesaggistiche e storie d?altri tempi 74 ...........La Maremma in vetrina con gli itinerari virtuali del gusto griffati Artex 78 ...........Doc Maremma Toscana e Docg Morellino di Scansano saranno protagoniste a maggio a Firenze 82 ...........Gli Uccelli del Parco Regionale della Maremma SCOPRI In copertina, uno scorcio di Castiglione della Pescaia C?è da vedere 86 ...........Talamonaccio, la mon? tagna sacra che ha restituito il mitico ?Frontone? Briciole di Storia 90 ...........Il corsaro Barbarossa e SOMMARIO ? 9 94 quella oscura distruzione del? l?archivio comunale di Grosseto Personaggi 94 ...........Il Beato Tommaso da Firenze e quel legame con il convento francescano di Monte di Muro a Scarlino L?angolo del libro 98 ...........?Oltre le tenebre?, con le parole di Maria Modesti e le immagini di Marco Nereo Rotel? li 100 ........?Libero Pensiero? in un libro gli acrostici di Piero Meini (in arte Poemini Rei) Aziende al Top 102 ........Chimica Edile Group, una multinazionale ?familiare? con quarant?anni di storia GUSTA Vino e dintorni 106 ........Il Frantoio Franci anco? 110 ra nella ?Hall Of Fame? della Gui? da Flos Olei 2021 WINE NEWS 108 ........Un nuovo impianto di imbottigliamento all?avanguar? dia per i Vignaioli del Morellino di Scansano 108 ........Vinous premia le nuo? ve annate dei vini di Rocca di Frassinello 109 ........Il Monteverro 2017 nella top ten dei 100 migliori vini scelti da Gentleman 2021 Di vino in cibo 110 ........Cantina I Vini di Maremma, quando il futuro è nelle proprie radici e tradizioni Il vino del mese 114 ........Poggio Lombrone Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016, il gran cru di Colle? Massari La ricetta 116 ........I Crostini di Fegatini, 10 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 116 ovvero la Maremma e la Tosca? na a tavola LE NEWS 118 ........Banca Tema dona 65 borse di studio e 31 bonus bebè. Cerimonia on line per salutare i premiati 119 ........Grosseto chiama gli Uffizi 119 ........Massa Marittima, l?uffi? cio turistico alla Multiservizi 120 ........Biblioteca Chelliana, al via il terzo stralcio dei lavori 120 ........#sostieniltuoagrituri? smo: non aspettare domani, prenota da subito un?esperien? za unica in campagna 121 ........Pitigliano, importante onorificenza per Elena Servi 121 ........Fondazione Grosseto Cultura, tutte le novità del 2021 122 ........È nato il Radio Taxi Cit? 120 tà di Grosseto 122 ........?Un tesoro in Marem? ma?, un video per promuovere la Diaccia Botrona 123 ........È morta Licia Bianchini Lucchini, la ?signorina? che scriveva le lettere alle famiglie dei partigiani 123 ........Turismo, sport e pro? dotti tipici a braccetto a Man? ciano 124 ........?Grosseto città che leg? ge?, è on line il Patto della lettu? ra 124 ........Il cortometraggio ?Ho tutto il tempo che vuoi? di Fran? cesco Falaschi vincitore all?A? sperger film festival 125 ........?Borghi in festival?, attesa per l?esito del bando Mibact 125 ........?Aspettando il premio Scriabin? al Teatro egli Industri a Grosseto L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Un deposito di scorie nucleari in Maremma? No grazie! Buongiorno, sono la moglie di un vostro abbonato di Campagnatico. Come molti abitanti di Campagnatico e della Maremma sono inorridita davanti alla prospettiva di creare un deposito di scorie radioattive nel comune dove abbiamo una piccola azienda vitivinicola nel cuore di questo bellissimo territorio, rurale e selvaggio. Dopo la discarica di gessi rossi di cui per il momento non si sente più parlare arriva quest?altra minaccia ben più temibile per il nostro comune. (...) Abbiamo già partecipato a 2 petizioni ma non so se serve a qualcosa. Ho l?impressione che la Regione sia molto tiepida nel difendere le sue terre e la loro unicità. La notizia è caduta come un fulmine in mezzo alla pandemia aggiungendo un?altra grande preoccupazione a chi vive e lavora in Maremma. Era l?inizio di gennaio perciò la vostra bellissima ed interessante rivista non era in edicola. Nel numero di marzo penso che darete spazio a questa notizia in modo che tutti i vostri lettori, ovunque siano, siano informati di questa spada di Damocle che pende sopra uno degli ultimi territori incontaminati d?Italia. Cordiali saluti Sylviane Carlesso Prendiamo spunto dalla sollecitazione di questa nostra lettrice per parlare di un tema decisamente rilevante che ha tenuto banco per diverse settimane, ad inizio anno, allarmando ? e non poco ? la cittadinanza e tutto il mondo istituzionale, politico, economico, sociale, turistico ed imprenditoriale della nostra Maremma. A scatenare l?inferno è stata la pubblicazione sul sito www.depositonazionale.it da parte della Sogin ? società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi ? della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Ebbene, tra questi siti potenzialmente idonei allo smaltimento di scorie nucleari sono stati inseriti anche i territori dei comuni di Campagnatico (Gr), Pienza e Trequanda (Siena) in Toscana e quelli di Montalto di Castro (Vt), nel Lazio, proprio al confine con la provincia di Grosseto ed in particolare con i comuni di Capalbio e Manciano. La notizia si è prontamente diffusa, innescando un vortice di prese di posizioni e proteste, a tutti i livelli, che ci auguriamo possano portare alla sconfessione dell?operazione, almeno per le località a noi più vicine. Diciamo subito che, al momento, è ancora tutto in itinere, non c?è niente di definito e nessuna decisione vincolante è stata presa. La Sogin ha, infatti, solo svelato la mappa delle possibili 67 aree, situate in 7 Regioni (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia), idonee allo stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi (Cnapi), palesando urbi et orbi che tra le varie aree papabili figura anche la provincia di Grosseto, con Campagnatico che e? stata appunto catalogata ? insieme alla Val d?Orcia in Toscana e alla Tuscia nell?alto Lazio ? tra le zone potenzialmente idonee a ospitare il deposito. La pubblicazione della Cnapi, con l?elenco dei luoghi (peraltro non equivalenti, ma con differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche), di fatto ha dato il la alla fase di consultazione dei documenti per la durata di 2 mesi, all?esito della quale si terrà, nell?arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sarà questo l?avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca e che porterà alle decisioni finali. In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell?ente di controllo Isin, del Ministero dell?Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee che sarà il risultato dell?aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Quindi, la strada da percorrere è ancora lunga, ma è necessario tenere alta la guardia e soprattutto la protesta. Inutile sottolineare quanto nefasta potrebbe rivelarsi la conferma della bozza per la provincia di Grosseto, laddove Campagnatico e le altre località toscane e laziali venissero incluse nella Carta definitiva. La Maremma è da anni impegnata a sostenere un?economia sostenibile basata sull?agricoltura, sull?eccellenza agroalimentare e sullo sviluppo turistico e ambientale di pregio; una strada intrapresa da molto tempo e che entra adesso in evidente contrasto con l?ipotesi di diventare la ?discarica? italiana di rifiuti altamente pericolosi e inquinanti. Il problema non è legato soltanto alla tutela dell?ambiente e dei paesaggi agrari e culturali, ma assume risvolti ben più rilevanti: una discarica di scorie realizzata in un contesto territoriale come il nostro provocherebbe infatti un danno d?immagine incalcolabile ed una perdita di attrattività e valore del territorio, con forti ripercussioni dal punto di vista turistico, economico e sociale. Chi programmerà un viaggio in un?area divenuta deposito di scorie nucleari? Nessuno. Ne consegue che, per scenari di questo genere che andrebbero a vanificare decenni di politiche volte all?agricoltura di qualità e alla sostenibilità ambientale, proprio non c?è spazio. E, considerando le reazioni e l?unità di intenti manifestatesi sin da subito, mai ci sarà! EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI L?INTERVISTA Luca Agresti, il bilancio di ?un?esperienza unica, vissuta con la massima umiltà e grande impegno? DI LORENZO MANTIGLIONI Grosseto 14 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE Luca Agresti È un bilancio decisamente positivo quello che Luca Agresti, vicesindaco ed assessore con delega al Turismo, alla Cultura e alle Mura medicee del Comune di Grosseto, traccia alla fine del suo primo mandato da amministratore del capoluogo maremmano. ?Un?esperienza unica di vita ? seppur faticosa ? che mi ha fatto crescere sia umanamente che politicamente? C on l?approssimarsi della scadenza del mandato ed in vista delle prossime elezioni (in programma a giugno) abbiamo incontrato Luca Agresti, vicesindaco ed assessore con delega al Turismo, alla Cultura e alle Mura medicee del Comune di Grosseto, per comprendere ciò che è stato fatto e i progetti futuri di chi, soprattutto negli ultimi cinque anni, ha potuto vivere da protagonista lo sviluppo del comune di Grosseto. Vicesindaco, qual è il bilancio dei settori Turismo e Cultura dopo cin- que anni di mandato? Il bilancio è assolutamente positivo e ne sono molto orgoglioso, anche perché le azioni che abbiamo compiuto e i risultati che abbiamo ottenuto hanno migliorato il panorama generale e la situazione in cui versava Grosseto. Naturalmente dobbiamo ancora lavorare e valorizzare le nostre eccellenze. Quanto ha pesato, e quanto pesa tuttora, la crisi relativa al Covid-19 per queste due realtà? Pesa purtroppo tantissimo per la vita di tutti i cittadini e coinvolge in maniera forte anche questi due settori. È stata ed è ancora una rivoluzione repentina che ci ha portato a pensare alla vita delle persone, in primis, e anche alla capacità di reazione economica di un territorio. È un cambiamento sociale e culturale in atto, rispetto al quale dobbiamo saper reagire, tenendo conto della salute e dello sviluppo economico che deve volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti. Cosa può fare un?Amministrazione locale per uscire dalla crisi, soprattutto per il settore Turismo e Cultura? Inoltre, cosa è già stato fatto? Intanto, dobbiamo continuare a combattere e a non arrenderci. La nostra PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Dal recupero e valorizzazione delle Mura Medicee, alla candidatura di Grosseto a Capitale della cultura 2024, passando per l?inaugurazione del Museo Collezione Luzzetti ed il ritorno della Biblioteca Chelliana nella sua sede storica. Tanti i temi affrontati nel corso dell?intervista Amministrazione non ha mai mollato, fin dal principio. Abbiamo messo in atto tutte le energie per reagire e la comunità grossetana è stata all?altezza della situazione. Successivamente abbiamo iniziato a ragionare sugli aspetti economici per ripartire. Abbiamo, dunque, dato vita al Nucleo Fenice che ha messo in atto tutta una serie di azioni tese all?aiuto di chi versava in una condizione di difficoltà. Per il Turismo, invece, abbiamo fatto un piano di azione, per l?estate 2020, per promuovere il nostro territorio e la sua sicurezza. Ciò ci ha permesso di raggiungere circa 22 milioni di contatti che sono stati utili per il consolidamento delle presenze turistiche, nonostante le difficoltà contingenti. Per la Cultura abbiamo promosso due iniziative: una finalizzata a mantenere aperti i musei, con entrata gratuita, e l?altra tesa a fare numerose piccole iniziative artistiche-culturali, durante il periodo invernale, per aiutare gli artisti e gli operatori del settore a continuare a lavorare in modalità remoto, senza bloccare il mondo dell?arte. Devo dire, inoltre, che gli strumenti di comunicazione usati sono stati veramente funzionali ed efficaci. Cinta muraria di Grosseto, scatta la valorizzazione delle troniere L a Giunta comunale ha approvato l?avvio di un procedimento ammi­ nistrativo, un avviso esplorativo, finalizzato ad acquisire la presentazio­ ne di manifestazioni d?interesse alla concessione a titolo oneroso, per un periodo da determinarsi ? comunque non superiore a dodici anni ?, dei beni del patrimonio indisponibile del Comu­ ne di Grosseto facenti parte della cinta muraria cittadina, con particolare rife­ rimento alle sue troniere. L?obiettivo dell?avviso è quello di acquisire informazioni utili alla pianifi­ cazione e preparazione di una succes­ siva procedura ad evidenza pubblica 16 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 per la concessione delle stesse tronie­ re. Tali manifestazioni dovranno esse­ re finalizzate a favorire la valorizzazio­ ne, il riuso e la manutenzione delle troniere finora sottoutilizzate, anche con interventi di recupero, restauro e riqualificazione per l?introduzione di destinazioni d?uso finalizzate allo svol­ gimento di attività economiche e/o di servizio ai cittadini. Alla manifestazione d?interesse potranno partecipare, tra le altre, le imprese singole, i consorzi, i raggrup­ pamenti temporanei di imprese, le associazioni e gli enti no profit e le società di scopo. I partecipanti dovranno presentare una proposta progettuale, tecnica e gestionale descrittiva delle attività che intendono insediare negli immobili e le destinazioni d?uso, del progetto di uti­ lizzo, manutenzione, eventuali miglio­ rie del bene ed interventi di adegua­ mento funzionale, delle indicazioni delle risorse finanziarie previste e dedicate reperibili e della programma­ zione di attività in sinergia con soggetti pubblici e privati. I soggetti che parteciperanno al pro­ cedimento non matureranno alcuna posizione di vantaggio, di prelazione o di altro tipo di diritto in relazione alle ???? Luca Agresti: ?Il bilancio è assolutamente positivo e ne sono molto orgoglioso, anche perché le azioni che abbiamo compiuto e i risultati che abbiamo ottenuto hanno migliorato il panorama generale e la situazione in cui versava Grosseto? Cosa deve fare un amministratore quando prende in mano due deleghe così delicate? Beh, io posso parlare della mia esperienza personale, consapevole che non tutte le ricette possono essere positive per qualsiasi realtà. Io, con molta umiltà, ho cercato fin da subito di conoscere e approfondire le problematiche del territorio. Ho immediatamente stretto una future scelte del Comune. ?La nostra Amministrazione ? sotto­ lineano insieme Antonfrancesco Viva­ relli Colonna, sindaco di Grosseto, e Luca Agresti, vice sindaco ed assessore alla Cultura ? è sempre stata perfetta? mente consapevole delle grandi di?? coltà in cui versava il monumento. Abbiamo ereditato purtroppo una real? tà in netta so?erenza e stiamo cercan? do di promuovere ciò che fino a pochi anni fa era completamente abbando? nato. La valorizzazione delle troniere ne è un esempio lampante. Crediamo tantissimo nella potenzialità e nel valo? re storico delle nostre amate Mura medicee. La nostra Amministrazione ha già fatto molto per la riqualificazio? ne e la sicurezza dell?area, ovviamente siamo consapevoli che la strada da percorrere è ancora lunga?. proficua collaborazione con tutti i tecnici dell?ente che si occupano di questi due settori e da lì abbiamo tracciato una strategia. Eravamo tutti consapevoli che gli ambiti Turismo e Cultura dovessero essere un binomio da saldare insieme. Dovevamo unire la presenza dei turisti ad un?offerta culturale adeguata. Questo ci ha portati alla nascita del terzo museo della città, grazie anche alla generosità di Gianfranco Luzzetti. Penso, però, che l?iniziativa debba essere inserita in un contesto più ampio, ovvero quello della riqualificazione in generale che è stato il motore di tutta l?Amministrazione comunale. Come il nuovo impianto d?illuminazione, la biblioteca Chelliana, la Fortezza di Marina, l?ex Garibaldi, il giardino dell?Archeologia e tanto altro. Nella foto un sotterraneo delle Mura Medicee a Grosseto PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Luca Agresti: ?Una delle più grandi soddisfazioni di questa esperienza da amministratore è stata aver riportato nel giugno del 2019 la Biblioteca Comunale Chelliana nella sua sede originaria, dopo un ?esilio? durato 23 anni?. Come giudica la collaborazione, se c?è stata, tra istituzioni e soggetti privati? La collaborazione è stata molto significativa ed è destinata a crescere. Prima di tutto era fondamentale ottimizzare la collaborazione interna tra gli enti e ci siamo assolutamente riusciti, basti pensare alla Rete dei musei che si è creata in città e alla loro sinergia. Abbiamo poi lavorato sulla collaborazione con i privati che è l?unica strada percorribile per il futuro. Già oggi abbiamo dei rapporti molto virtuosi, come nel caso di Seam che ha portato all?ampliamento dei voli verso il nostro territorio, o come nel caso del progetto PortArgentario (iniziativa di promozione del turismo nautico legato alle navi da crociera di piccole e medie dimensioni per il Monte Argentario e più in generale per la Maremma Toscana) che sta già comin- 18 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Nella foto un momento dell?inaugurazione del Museo Collezione Luzzetti nel dicembre 2019 ciando a portare i suoi primi frutti. O come nel caso delle numerose iniziative realizzate con il Porto della Maremma e con il mondo associativo. Quali sono i più importanti risultati ottenuti in questi due settori? Per il turismo cito la realizzazione dell?Ambito Maremma Toscana Sud che è la nuova forma di gestione delle politiche turistiche del territorio e che vede la partecipazione di quattordici Comuni; l?altro aspetto è la sinergia fra i punti d?informazione turistica e il sito Qui Maremma Toscana. Per la Cultura credo che il passo più importante sia stato quello della riqualificazione di molti spazi. Questa Amministrazione ha investito milioni di euro per recuperare le aree culturali. Inoltre, ricordo le varie iniziative compiute come le piste ciclopedonali che legano gli aspetti turistici, culturali ed ambientali, come la pista ciclabile che, attraversando la città, collega il Parco di Roselle al Parco della Maremma. Una delle più grandi soddisfazioni di questa esperienza da amministratore resta comunque quella di aver riportato nel giugno del 2019 la Biblioteca Comunale Chelliana nella sua sede originaria, dopo un ?esilio? durato 23 anni. Un?operazione che si è sviluppata in più fasi, vista la quantità di materiale da trasferire, tra cui preziosi volumi conservati nella nostra biblioteca, e che non si è ancora del tutto conclusa, dato che si avvieranno a breve i lavori di ristrutturazione del secondo e terzo piano. Con il ritorno del patrimonio librario della Chelliana e il recupero degli spazi per lo studio e la consultazione, palazzo Mensini torna ad essere un punto di riferimento per i grossetani, studenti e non solo, dove promuovere la cultura, valorizzare l?arte, dare visibilità alle tante eccellenze presenti, passate e future del nostro territorio. Qual è, invece,il rammarico relativo a questi cinque anni di mandato? Che il tempo passa troppo velocemente (sorride, ndr). Un?altra delega delicata è quella delle Mura medicee. Quali passi in avanti sono stati fatti? Quella delle Mura medicee è stata una vera e propria sfida per questa Amministrazione. Consapevoli che tanto lavoro dovrà ancora essere fatto, i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo assegnato la Sala Eden, riassegnato il chiosco del bastione Mulino a Vento, assegnato La Cavallerizza e stanno già partendo i lavori per renderla un?area dedicata ai giovani. Abbiamo completamente illuminato di nuovo le Mura con più di cento punti luce e messo in sicurezza l?area con le telecamere. Stiamo ritagliando al monumento più importante della nostra città uno spazio finalmente decoroso, dignitoso e apprezzabile anche per le famiglie. Abbiamo infine avviato un percorso che porterà a utilizzare anche la parte sottostante delle Mura medicee stesse. Facciamo un passo in avanti: a seguito delle elezioni, lei si ritrova assessore e con le stesse deleghe del primo mandato; quali saranno gli obiettivi per Grosseto? Abbiamo molto ragionato sul tema con il sindaco, che tra l?altro ringrazio per la fiducia che ha sempre dimostrato nel nostro operato. Il futuro è quello di lavorare sulle eccellenze, per candidare così Grosseto a Capitale della Cultura 2024, ma anche a Capitale dello Sport e per far divenire il nostro territorio ancora più green in termini di mobilità dolce e plastic free? Lavorare sulle eccellenze significa valorizzare la nostra terra ed innescare degli effetti economici vantaggiosi per tutti. Un?ultima domanda: cosa le ha lasciato questo mandato? Tantissime cose. Intanto, ho vissuto un?esperienza unica di vita ? seppur faticosa ? che mi ha fatto crescere sia umanamente che politicamente. Ho vissuto questo ruolo con la massima umiltà e con un grande impegno, dedicando anni ai nostri progetti. Ho sempre creduto, infatti, che la politica possa essere un momento di sintesi nobile in ambito territoriale, nazionale ed internazionale. Grosseto verso la candidatura a Capitale della Cultura 2024 L a Giunta comunale ha approvato la proposta di Luca Agresti, vice sindaco ed assessore con delega alla Cultura e al Turismo del Comune di Grosseto, per elaborare un censi­ mento utile ad individuare gli ele­ menti fondamentali per la costruzio­ ne di un Piano strategico della cultura di Grosseto e del suo territorio comu­ nale, considerando la possibilità di candidare la città a capitale Italiana della Cultura 2024. La volontà è quella di attuare una programmazione culturale e turistica da svilupparsi attraverso iniziative a valenza trasversale, organizzate in collaborazione soprattutto con asso­ ciazioni, istituzioni, imprese e non solo, spingendosi anche oltre i confini locali per individuare partnership a livello nazionale ed internazionale, per mezzo della formulazione di un Piano Strategico della Cultura. L?obiettivo principale è quello di utilizzare le buone pratiche per la costruzione di un sistema della cultu­ ra cittadina come strumento indi­ spensabile per lo sviluppo di tutto il territorio, creando un circuito virtuo­ so per l?inquadramento programma­ tico delle molte iniziative in corso e creando con tutti i soggetti ?portatori di interesse? una realtà culturale inno­ vativa che pone in primo piano la valorizzazione di tutti gli aspetti speci­ fici della comunità grossetana. ?Sono felice per questo grande pas? so compiuto ? ha dichiarato Anton­ francesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto ?. Pensare alla nostra cit? tà come alla Capitale della Cultura Italiana è un sogno da rincorrere e vivere ad occhi aperti. La nostra Amministrazione, ancora una volta, dimostra di guardare al di là del man? dato e s?impegna a consegnare una realtà migliore ai posteri. Mettere al centro del futuro la Cultura, significa, inoltre, arricchire sotto ogni punto di vista la comunità intera?. ?Candidare Grosseto come Capitale della Cultura Italiana 2024 ? ha com­ mentato Luca Agresti, vicesindaco ed assessore con delega alla Cultura e al Turismo del Comune di Grosseto ?, oggi, è assolutamente meno utopisti? co. Ho voluto fortemente investire tutte le mie energie in questo proget? to e la nostra Amministrazione locale dimostra, ogni giorno, di credere nello sviluppo della nostra città. Penso che Grosseto abbia tantissimo da o?rire a tutto il Paese e per questa ragione, senza ombra di dubbio, sono convinto che il cammino intrapreso sia la stra? da migliore. Investire nell?Arte e nella Cultura in generale, significa accre? scere l?economia e la ricchezza identi? taria di una comunità intera. Spero che il nostro progetto possa raccoglie? re un grande risultato?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 19 VIVI TURISMO FIAB-ComuniCiclabili premia la Maremma con le Bandiere gialle. Il paradiso per gli amanti delle ?due ruote? è qui! Quarta edizione per l?iniziativa della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che valuta il grado di ciclabilità dei territori e affianca le amministrazioni locali nel promuovere il cambiamento in atto in tema di mobilità in bicicletta. Grosseto, Castiglione della Pescaia, Follonica e Scarlino sono le località premiate in provincia di Grosseto con la Bandiera gialla S ono state consegnate virtualmente il 10 febbraio scorso nell?ambito di una partecipata cerimonia online le prime 51 bandiere gialle 2021 della ciclabilità italiana: entra così nel vivo la quarta edizione di FIAB-ComuniCiclabili, il riconoscimento della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che valuta e attesta il grado di ciclabilità dei comuni italiani, accompagnandoli in un percorso virtuoso verso politiche bike friendly. L?iniziativa, che fino ad oggi ha coinvolto oltre 140 comuni italiani (che con quasi 9,5 milioni di abitanti rappresentano il 15,64% della popolazione italiana), ha ottenuto per il 2021 il patrocino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell?Ambiente. Il riconoscimento FIAB-ComuniCiclabili attribuisce alle località e ai loro territori un punteggio da 1 a 5 assegnato sulla base di diversi parametri e rappresentato da altrettanti ?bike-smile? sulla bandiera. Per accedere al riconoscimento il comune deve possedere almeno un requisito in tre delle quattro aree di valutazione: uno nell?area ?mobilità urbana? (ciclabili urbane /infrastrutture e moderazione traffico e velocità), uno nell?area ?governance? (politiche di mobilità urbana e servizi), uno nell?area ?comunicazione & promozione?, mentre non è obbligatorio per la valutazione d?accesso il requisito nell?area ?cicloturismo?. Gli ulteriori parametri presenti nel territorio e/o nelle attività dell?amministrazione in relazione ai quattro ambiti di valutazione, contribuiscono alla definizione del punteggio che viene assegnato al ComuneCiclabile. ?La pandemia ? dichiara Alessandro Tursi, presidente FIAB ? ha innescato quella Rivoluzione Bici che nel nostro paese si faceva ancora attendere. La salute è diventata una priorità e la bicicletta rende la vita quotidiana salutare, in più consente anche il distanziamento, indispensabile finché perdurerà l?epidemia. Anche a livello istituzionale c?è una inedita attenzione in tema di mobilità e sviluppo della ciclabilità urbana, come dimostrato dal bonus bici e dalle novità normative varate negli ultimi mesi. L?introduzione nel Codice della Strada di corsie ciclabili, strade ciclabili, case avanzate bici ai semafori, doppio senso ciclabile e strade scolastiche ci avvicinano PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? Il riconoscimento FIABComuniCiclabili attribuisce alle località e ai loro territori un punteggio da 1 a 5 assegnato sulla base di diversi parametri e rappresentato da altrettanti ?bike-smile? sulla bandiera. finalmente ai paesi europei più virtuosi. Attraverso l?iniziativa ComuniCiclabili FIAB accompagna le amministrazioni nell?adottare politiche a favore della mobilità in bicicletta, valutando e valorizzando quanto già fatto e, oggi più che mai, le incentiva a fare sempre meglio tenendo in considerazione l?oggettivo cambiamento in atto che vede la bici strumento protagonista del binomio rilancio economico-riconversione verde?. 22 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 FOLLONICA CONFERMA LA BANDIERA GIALLA Tra i comuni premiati Follonica che conferma la Bandiera gialla per il quarto anno consecutivo. ?Per il quarto anno consecutivo otteniamo i tre ?bike smile? Fiab ? sottolinea l?assessora alla mobilità Mirjam Giorgieri ?. Siamo stati il primo comune toscano ad aderire alla rete dei Comuni Ciclabili e quest?anno siamo stati il primo comune italiano ad aderire a Ciab, il Club delle Imprese Amiche della Bicicletta, segno della chiara volontà dell?amministrazione di investire in mobilità sostenibile. La nostra visione della Follonica del futuro è chiara: una città costruita a misura di cittadino, che abbatta le barriere architettoniche e promuova l?uso di mezzi di trasporto a impatto zero, sia per gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, che per le merci. Per questo stiamo lavorando su più piani: da un lato l?avvio del proce- dimento per scrivere e approvare il Pums (piano urbano della mobilità sostenibile) e sulla progettazione del tratto cittadino della Ciclovia Tirrenica, dall?altro il rinnovo dell?incentivo per l?acquisto di bici elettriche, l?acquisto di 4 bici elettriche per Polizia Municipale e dipendenti comunali e l?idea di investire per poter collegare la città di Follonica al Parco di Montioni. Ringrazio la Fiab nazionale, che ogni anno alza l?asticella per questo riconoscimento, permettendoci di misurarci e confrontarci con altre realtà virtuose, come la città di Valencia, e la Fiab Grosseto che collabora con noi per promuovere l?uso della bicicletta in città.? TRE ?BIKE-SMILE? PER GROSSETO Bandiera gialla anche per il Comune di Grosseto che ottiene tre ?bike-smile? da ComuniCiclabili Fiab. ?ComuniCiclabili, per la quarta edizione ? sottolinea l?assessore al Turismo Luca Agresti ?, ha valutato il grado di ciclabilità di molte realtà italiane ? tra cui Grosseto ? analizzando l?insieme di infrastrutture e d?interventi che hanno reso i comuni adatti alla circolazione in bicicletta, promuovendo così uno stile di vita ed un turismo sano e rispettoso dell?Ambiente. Grosseto si dimostra una realtà virtuosa e la bicicletta si è sempre rivelata un mezzo affidabile molto spesso utilizzato. Inoltre, gli interventi dell?Amministrazione per ampliare le piste ciclabili hanno promosso un aumento delle due ruote?. SCARLINO È COMUNECICLABILE PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO Tra i premiati con la Bandiera gialla anche il Comune di Scarlino ? per il terzo anno consecutivo ? che ottiene quattro ?bike-smile? per la qualità delle piste ciclabili e per le politiche di mobilità urbana. «Siamo orgogliosi dell?attestato consegnato da Fiab che ringraziamo per la collaborazione e per il sostegno nella promozione della mobilità lenta ? spiega il vicesindaco Luciano Giulianelli ?. Le politiche a favore dell?uso della bicicletta, per gli spostamenti e per l?attività fisica, oggi più che mai rappresentano un valore aggiunto per i Comuni: con la pandemia le due ruote hanno avuto un forte impulso perché non solo sono salutari ma permettono di rispettare le distanze di sicurezza. Con l?assessore al Turismo, Silvia Travison, e l?assessore all?Agricoltura Letizia Canepuzzi stiamo lavorando proprio sullo sviluppo dei percorsi ciclabili: i sentieri delle Bandite di Scarlino come le piste che costeggiano il fiume Pecora sono due temi sul tavolo della Giunta. Inoltre abbiamo appena avviato i lavori per il ripristino e l?efficientamento dell?illuminazione della pista ciclabile che unisce la frazione del Puntone a Follonica e abbiamo richiesto un finanziamento per la progettazione della nuova pista ciclabile che collegherà la zona delle Case con Scarlino Scalo e l?area di Casetta Citerni. Il progetto è il primo step per poi realizzare l?opera. C?è ancora molto da fare ma la strada è quella giusta come ci dimostra il conferimento della Bandiera gialla anche per il 2021». BANDIERA GIALLA ANCHE A CASTIGLIONE DELLA PESCAIA Del riconoscimento assegnato dalla Fiab, Federazione italiana ambiente bicicletta, a Castiglione della Pescaia, che continua ad essere, anche nel 2021, un ?Comune ciclabile?, parliamo nell?articolo a pag. 27. VIVI TURISMO Tutti a scuola di turismo a Castiglione della Pescaia, perla stupenda della Maremma Toscana 24 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 È calato il sipario con un grande successo il ciclo di incontri denominato ?Patentino dell?ospitalità?, ovvero l?esperienza di formazione permanente e valorizzazione del territorio di Castiglione della Pescaia, sempre molto attesa e partecipata dagli operatori dell?accoglienza della cittadina costiera, che quest?anno si è tenuto online a causa della pandemia da Covid-19 C on l?ultimo appuntamento del 10 febbraio scorso che ha visto la partecipazione nei panni di relatore del giornalista ed esperto di narrazione Emilio Casalini, è andato in archivio il ciclo di incontri denominato ?Patentino dell?ospitalità?, ovvero l?esperienza di formazione permanente e di valorizzazione del territorio di Castiglione della Pescaia, sempre molto attesa e partecipata dagli operatori dell?accoglienza della cittadina costiera, che a causa della pandemia da coronavirus quest?anno si è tenuta online sulla piattaforma gotomeeting. Casalini nell?occasione ha intrattenuto i partecipanti sul tema: ?Noi, strumenti per raccontare la bellezza?. «Mai come nell?epoca del post pandemia ? ha sottolineato Casalini ? il turismo si orienterà con crescente favore verso situazioni e contesti iper-personalizzati. E nulla come la valorizzazione di ogni soggetto presente sul territorio può rispondere a questa esigenza». «Il concetto ? ha aggiunto ? è semplice. Ognuno di noi è un potenziale narrativo della nostra identità, ognuna delle storie che compongono il nostro bagaglio culturale può essere interessante e condivisa, ognuno dei nostri edifici dedicati all?accoglienza è un luogo per raccontare, ognuno dei nostri piatti tipici è una tessera della nostra identità. Dobbiamo imparare a trasformare in fruibile tutto l?immenso potenziale di narrazione che teniamo nascosto dietro di noi. I nostri orti, i negozi, le botteghe artigianali, i bar, le spiagge, gli spazi pubblici e privati, sono potenziali luoghi di narrazione, di storia, di emozione. E noi i narratori. Aggiungendo un altro tassello al mosaico dell?ospitalità di un territorio». L?amministrazione comunale, per garantire la crescita di questo settore vitale dell?economia locale, negli anni è riuscita sempre più a coinvolgere molti operatori e imprenditori presenti nella cittadina costiera, che assieme al Comune e altri soggetti pubblici portano avanti una promozione congiunta di Castiglione della Pescaia, sinergia che ha prodotto una crescita di presenze su tutto il territorio, dato confermato negli anni da report stilati da autorevoli società specializzate nel settore. Adottando questa strategia, il turismo nella cittadina balneare ha contribuito sempre più a produrre benessere, ma il balzo in avanti si è avuto grazie alla scelta lungimirante dell?amministrazione comunale, che è andata a investire risorse pubbliche e sforzi organizzativi nella destagionalizzazione, una scommessa vinta soprattutto grazie alle Giornate europee dello Sport, che nei mesi primaverili portano migliaia di persone a praticare le loro discipline sportive preferite, avendo la possibilità di partecipare ad appuntamenti anche a livello internazionale. Negli anni questa tendenza ha registrato anche una piacevole novità: gli atleti arrivano sempre più spesso nella cittadina costiera portando al seguito le famiglie. Questo paese ha la possibilità di avvalersi per la promozione turistica anche di siti paesaggistici e archeologici importanti. A Castiglione della Pescaia entro il 2022 sarà operativa la Ciclovia Tirrenica, 40 chilometri di sentieri e strade riservate al turismo lento, che offrirà PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? Susanna Lorenzini: «L?emergenza sanitaria in corso non ci ha fermato e nonostante le difficoltà abbiamo proposto anche quest?anno sette appuntamenti online e anche corsi di 30 ore di lingua inglese e tedesco finalizzati all?accoglienza turistica» la possibilità di attraversare in bicicletta, a piedi e a cavallo, paesaggi mozzafiato, al momento inaccessibili. Non mancano luoghi ormai diventati famosi collegati alla cultura come il museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia e quello della Casa Ximenes nel cuore della riserva naturale della Diaccia Botrona, la Sala espositiva d?arte sacra di Buriano, che assieme alla biblioteca comunale, con al suo interno materiale librario importante, garantiscono un servizio di prestigio alla ricettività di questo segmento del turistico culturale in continua crescita. «L?amministrazione comunale ? ha sottolineato l?assessora al turismo Susanna Lorenzini ? ha proposto tra dicembre 2020 e febbraio 2021 una nuova edizione del ?Patentino dell?ospitalità?, il progetto di formazione permanente che ha l?obiettivo di valorizzare e promuovere Castiglione della Pescaia Susanna Lorenzini 26 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 condividendo informazioni e conoscenza approfondita del territorio, attraverso momenti di formazione e confronto, guidati da docenze qualificate e esperti di tematiche». «Il percorso di formazione del patentino dell?ospitalità di quest?anno ? ha aggiunto Lorenzini ? nonostante le difficoltà imposte dal Covid-19 ha ottenuto un importante successo di partecipanti. Offrire al mondo dell?accoglienza castiglionese l?opportunità di approfondire la conoscenza del territorio, ma soprattutto la possibilità di confrontarsi su aggiornamenti e tematiche legate a questo settore è ormai un prodotto gradito dagli addetti ai lavori, che nel 2021 si è arricchito di una novità. Avvalendoci dall?agenzia formativa ?Antonio Rosmini? di Grosseto, si sono tenuti corsi online, della durata di 30 ore, di inglese di base ed evoluto, ma anche di tedesco, dedicati all?accoglienza turistica, tutti molto partecipati». Lo scorso 17 dicembre l?edizione 2020-2021 del patentino dell?ospitalità era iniziata con il primo webmeeting dal titolo: ?Presente e futuro del turismo italiano. La stagione 2020 e gli scenari, le strategie e i mercati per il turismo nel 2021? con relatore, il presidente di Enit Giorgio Palmucci. Alessandro Tortelli del Cst Firenze, nel secondo incontro ha illustrato ai partecipanti ?Attrattori, prodotti turistici, mercati esperienze: dalla matrice regionale ai prodotti turistici del Comune?. Sonia Pallai di Anci Toscana ha parlato di: ?È sempre la stagione giusta per pedalare in Maremma: bike, da offerta a prodotto turistico?. Francesco Palumbo, direttore di Toscana promo- zione turistica con gli operatori turistici della cittadina balneare si è soffermato sul tema: ?Un piano strategico per la ripartenza: azioni e modelli per il rilancio del turismo?, Giancarlo Dell?Orco, extraalberghiero & destination manager ha spiegato: ?Come avviare un immobile al ricettivo extra alberghiero: gli standard di accoglienza? e Aldo Gucci, social media manager della società Pirene, ha discusso di: ?Social network e pagine web: strumenti e strategie al tempo della valorizzazione digitale della destinazione?. Fuori programma, in appendice al calendario del ?Patentino dell?ospitalità?, è stato aggiunto un altro appuntamento, «un incontro straordinario ? afferma l?assessore al turismo Susanna Lorenzini ? sul tema degli affitti brevi, sempre di estrema attualità nel panorama turistico odierno». Nell?occasione, Giancarlo Dell?Orco destination manager ed esperto di attività extra alberghiere, ha illustrato agli addetti ai lavori le novità riguardanti la gestione degli affitti brevi e ha dato indicazioni concrete su come trasformare un appartamento in locazione turistica. Durante l?incontro, oltre a ricordare gli adempimenti amministrativi, sono state fornite ai proprietari di immobili informazioni sulle operazioni necessarie per rendere gli alloggi desiderabili e profittevoli, suggerendo semplici interventi in grado di massimizzare la soddisfazione dell?ospite con spese contenute. «Anche il 2021 ? prosegue Susanna Lorenzini ? sarà molto probabilmente come suggeriscono gli esperti un anno A Castiglione della Pescaia continua a sventolare la Bandiera Gialla Primo riconoscimento dell?anno per Castiglione della Pescaia. La Fiab Federazione italiana ambiente bicicletta conferma la cittadina costiera come ?Comune ciclabile? con l?assegnazione della Bandiera Gialla P er Fiab, la Federazione italiana ambiente bicicletta, Castiglione della Pescaia continua ad essere un ?Comune ciclabile?. Il 10 febbraio scorso, la vicesindaca Elena Nappi, che segue anche le politiche ambientali e il progetto speciale sulla Ciclovia Tirreni­ ca, ha partecipato alla cerimonia di consegna della bandiera gialla, che a causa della pandemia da Covid­19 si è svolta in forma virtuale. «Confermiamo i tre bike smile con? quistati ? dice soddisfatta Nappi ? gra? zie ad un territorio sempre più a misu? ra di ciclista, sia per quanto riguarda la mobilità quotidiana, che per il trend turistico analogo ad altre realtà euro? pee. L?impegno dell?amministrazione comunale continua ad essere rivolto verso queste politiche sempre più attente alla mobilità alternativa e le nostre scelte vengono premiate con riconoscimenti come questo dove met? tiamo in primo piano la qualità della vita». «La Bandiera Gialla ? aggiunge la vicesindaca ? è il primo riconoscimento del 2021 sulla sostenibilità ambientale, uno dei punti di forza di questi ultimi anni che ci spinge a migliorare la viabi? lità dolce in tutto il Comune, creando collegamenti interni ed esterni in modo da unire i luoghi di maggiore attrazio? ne della Maremma». Fiab è una organizzazione federativa che riunisce quasi 20.000 soci e oltre 190 associazioni locali sparse in tutto il territorio italiano che hanno lo scopo di promuovere l?uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto quotidiano, per migliorare tra?co e ambiente urbano, sia per la pratica dell?escursio­ nismo su due ruote, vale a dire di una forma di turismo particolarmente rispettosa dell?ambiente e del benes­ sere fisico. «La mobilità sostenibile ? a?erma Nappi ? è da sempre una delle priorità di questa amministrazione. Con l?immi? nente inizio dei lavori per la realizzazio? ne di uno dei tratti della Ciclovia Tirre? nica, previsto per la fine di questo mese, stiamo dimostrando con i fatti quanto sia fondamentale per il Comu? ne castiglionese poter essere in linea con una programmazione europea mirata all?estensione della percorribili? tà lenta che permette di apprezzare e godere dei panorami naturali di cui il nostro paese è ricco. Un impegno che produrrà benefici economici e ambien? tali, portando sul nostro territorio un movimento di persone in continua cre? scita». «Seguendo il mondo Fiab ? conclude la vicesindaca ? siamo costantemente aggiornati su tutte le iniziative alle quali possiamo partecipare. Il prestigio di questa associazione, che ha una pro? fonda conoscenza del territorio nazio? nale, ci o?re ottime garanzie sul buon lavoro svolto per la realizzazione di iti? nerari ciclabili pubblicizzati in tutta Europa». Elena Nappi PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 VIVI ???? Fuori programma, in appendice al calendario del ?Patentino dell?ospitalità?, è stato aggiunto un altro appuntamento, «un incontro straordinario ? afferma l?assessore al turismo Susanna Lorenzini ? sul tema degli affitti brevi, sempre di estrema attualità nel panorama turistico odierno» di viaggi di prossimità verso località raggiungibili con mezzi propri e lontani dagli affollamenti, riteniamo pertanto utile cogliere questo input per dare ai nostri locatori l?opportunità di migliorare la propria capacità di accoglienza, consapevoli che l?ottimizzazione dei servizi in ogni settore turistico agevola e consolida la promozione del Comune». «A Castiglione della Pescaia ? aggiunge il primo cittadino Giancarlo Farnetani ? durante l?estate 2020 le locazioni brevi nonostante gli effetti della pandemia non hanno subito particolari crisi e già mi stanno arrivando conferme positive anche per la prossima stagione turistica». «La Giunta ? anticipa il sindaco ? sta dando tutto l?apporto disponibile per promuovere queste attività extra alberghiere, offrendo anche visibilità all?interno del portale turistico www.turismocastiglionedellapescaia.it dove è stata creata una sezione ?Appartamenti per affitti brevi?, che fungerà da database pubblico delle abitazioni poste in affitto, dove i proprietari potranno promuovere gratuitamente i loro immobili». «Questa amministrazione ? conclude Farnetani ? si è impegnata, riuscendoci, a creare una sinergia fra pubblico e privato, in modo da garantire sia a chi opera in questo settore in maniera leale e professionale una adeguata promozione, sia ai turisti che scelgono questa tipologia di vacanze di non imbattersi in situazioni difformi da quanto pubblicizzato». Riprendono le escursioni gratuite a cura del Comune R innovata da parte della Giunta comunale di Castiglione della Pescaia l?organizzazione di escursioni e visite guidate aperte a tutti, o?erte in forma gratuita nei luo­ ghi di interesse storico, archeologico ed ambientale del territorio comuna­ le. «Questo tipo di iniziativa ? spiega l?assessora al turismo Susanna Loren­ zini ? rappresenta una valida azione di promozione e valorizzazione dei beni culturali e ambientali presenti nel nostro Comune». «Negli anni ? ricorda Lorenzini ? l?apprezzamento del progetto è stato particolarmente gradito dagli opera? tori turistici locali, proponendoci di destinare parte del gettito derivante dall?imposta di soggiorno a questo tipo di attività, che secondo gli opera? tori dell?accoglienza, contribuisce 28 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 notevolmente alla promozione di Castiglione, migliorando l?o?erta turi? stica». Le visite guidate saranno tenute da guide ambientali, escursionistiche e turistiche e per partecipare basterà prenotarsi presso l??u?cio Iat di piazza Pascoli. «Grazie a queste escursioni ? sostiene l?assessora ? i castiglionesi avranno l?occasione di riscoprire luo? ghi vedendoli sotto un?altra luce, ma soprattutto i turisti potranno scegliere tra eventi di taglio prettamente cultu? rale e proposte più legate all?ambien? te». «In questo contenitore di o?erte ? anticipa Lorenzini ? abbiamo cercato di inserire un?ampia schiera di opzioni in grado di soddisfare molte esigenze, che sicuramente contribuiranno al rilancio del settore turistico così pro? vato in questi ultimi mesi di emergen? za sanitaria». «Partecipare ad una visita guidata ? conclude Susanna Lorenzini ? è sem? pre una piacevole sorpresa dove la bellezza dei luoghi, l?emozione del momento, ma soprattutto l?essere cir? condati da paesaggi da cartolina come quelli che o?re Castiglione della Pescaia, ti fanno veramente apprezza? re le ore dedicate a questi appunta? menti». VIVI EVENTI ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021?, al via le iniziative Con la cerimonia di apertura del 15 febbraio scorso è stato ufficialmente inaugurato il programma delle celebrazioni organizzate per il Settecentenario dalla morte di Dante Alighieri e promosse dal Comitato celebrativo ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021? che terranno banco per tutto l?anno da febbraio a novembre H a preso il largo il 15 febbraio scorso a Grosseto, il programma delle celebrazioni organizzate per il Settecentenario dalla morte di Dante Alighieri e promosse dal Comitato celebrativo ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021?. Il progetto culturale, condiviso con trentasei istituzioni pubbliche e private, intende offrire una serie di occasioni letterarie, artistiche, musicali, sociali, ricreative e sportive al fine di valorizzare il rapporto tra Dante Alighieri e la Maremma, in un?ottica di recupero degli aspetti meno noti della storia medievale e di promozione delle risorse culturali e paesaggistiche locali. L?inclusione, la cittadinanza attiva e l?internazionalizzazione sono i cardini su cui fanno perno le varie attività in calendario da febbraio a novem- 30 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 bre 2021. I quasi 90 eventi, progettati per l?anno dantesco insieme a trenta associazioni, enti locali e personalità della cultura in Maremma, come detto hanno preso avvio il 15 febbraio. Una mostra documentaria e bibliografica è il traguardo da raggiungere il prossimo autunno, quando si concluderanno le commemorazioni. Il pubblico potrà visionare carte e saggi scritti da studiosi del territorio su opere dantesche, produzioni artistiche, immagini, video, lavori realizzati da studenti nel corso degli anni e cimeli significativi che attestano una lettura attenta e partecipata dei versi e delle prose dantesche in Maremma, frutto della ricognizione appena avviata. Conferenze, concerti, spettacoli teatrali, performance, mostre, workshop, percorsi guidati, attività sportive e ricreative riportate nel Calendario di ?La Maremma per Dante? costituiscono un percorso armonico rispetto al quale l?Ufficio Scolastico Regionale, riconoscendone la valenza culturale e sociale, ha concesso il patrocinio. Altri prestigiosi riconoscimenti sono pervenuti dal Pontificio Consiglio della Cultura, dal MIBAC, dal Dipartimento di Scienze Storiche e Beni Culturali dell?Università di Siena, dalla Società degli storici medievisti italiani (SISMED), dall?Unione Fiorentina Museo Casa di Dante e dalla Regione Toscana. La cerimonia di apertura Intanto, il 15 febbraio scorso si è svolta la cerimonia di apertura trasmessa dalla sala Pegaso del palazzo della Provincia di Grosseto e diffusa in diretta streaming attraverso i canali web e social. A dare il via al lancio della manifestazione, è stato il corteo dei musici del Comune di Gavorrano con in mano il palio, dipinto da Cinzia Vanni, che l?associazione Amici della cattedrale ha consegnato all?assessore alla Cultura del comune di Grosseto, Luca Agresti, a simboleggiare il passaggio dal seicentesimo al settecentesimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri. I due attori Francesco Tozzi e Francesco Bartalucci hanno interpretato, davanti all?ingresso del palazzo della Provincia, i ruoli di Dante e Cacciaguida, recitan- PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI ???? Il progetto culturale, condiviso con trentasei istituzioni pubbliche e private, intende offrire una serie di occasioni letterarie, artistiche, musicali, sociali, ricreative e sportive al fine di valorizzare il rapporto tra Dante Alighieri e la Maremma, in un?ottica di recupero degli aspetti meno noti della storia medievale e di promozione delle risorse culturali e paesaggistiche locali Nelle foto alcuni momenti della cerimonia di inaugurazione del 15 febbraio scorso do alcuni versi dei canti I, XV, XVII del Paradiso. Alla presentazione de ?La Maremma per Dante, cultura per la vita 13212021?, condotta da Giancarlo Capecchi, hanno preso parte il presidente del Comitato celebrativo Francesco Donati, l?Assessore alla cultura del Comune di Grosseto Luca Agresti, il consigliere provinciale, Olga Ciaramella, e l?architetto Roberto Aureli che, nel suo intervento, ha illustrato alcuni aspetti dell?arte e dell?architettura in Maremma. In collegamento web, hanno fatto il loro intervento anche il sindaco e presidente di Provincia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, il dirigente dell?Ufficio scolastico provinciale, Michele Mazzola e il presidente del Comitato nazionale per il settecentenario dantesco, Carlo Ossola. Tra le istituzioni estere attive nel campo dell?italianistica, è intervenuta la dottoressa Maria José de Lancastre Tabucchi, da Lisbona (Portogallo), che ha parlato di Vasco Grassa Mora, autore portoghese che ha avuto interesse nei confronti della Commedia di Dante, che nel 1995 ha pubblicato non solo una traduzione della vita nova ma anche della Divina Commedia, uscite in edizione bilingue. Ha portato i suoi saluti anche Elisabetta Santoro, Presidente ABPI (Associazione Brasiliana dei Professori di Italiano, San Paolo - Brasile). A conclusione della cerimonia, sono state proiettate due esecuzioni musicali interpretate dalla Corale Puccini: Beata viscera, Pèrotin (c.1220) e Lauda prima, dal Laudario di Cortona, e, infine due composizioni per archi eseguite da due allievi del Liceo Musicale del Polo Bianciardi di Grosseto. Gli interventi ?Nel 1921 ? ha sottolineato Francesco Donati, presidente del comitato celebrativo ? la Maremma festeggiò il sesto centenario di Dante una domenica di sole, la commemorazione avvenne al castello di pietra nel comune di Gavorrano in mezzo a una moltitudine di persone. Per il settimo centenario 32 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 2021, la Maremma si appresta a fare delle celebrazioni dantesche una opportunità di crescita culturale ed uno stimolo al miglioramento economico e turistico. Abbiamo superato le difficoltà della pandemia grazie alle tecnologie che ci hanno permesso di avere contatti con accademici, musicisti, artisti, enti pubblici e associazioni culturali, ed è stato possibile intrecciare rapporti con il mondo della cultura di realtà di altri paesi. L?evento celebrativo che ci impegnerà per molti mesi è per noi un atto dovuto. Lo è per rendere omaggio al grande poeta e letterato, ma anche perché Dante è tanto attuale quanto vitale per l?acuta osservazione sull?umanità, per i significati antropologici che toccano uomini e donne, per la riflessione che stimola il suo pensiero laico e religioso insieme, per essere simbolo di giustizia e di impegno civile, valori sempre presenti. Buon anniversario e buon lavoro a tutti?. Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto e presidente della Provincia si è soffermato sull?importanza dell?anniversario con queste parole: ?700 anni dalla morte di Dante. Ringrazio sentitamente il comitato celebrativo ?La Maremma per Dante? nella fattispecie nella persona del presidente Francesco Donati, per il grande lavoro che ha fatto con passione per preparare questo anno di eventi. Eventi che ci consentiranno di approfondire opere e vita del sommo poeta da ???? ?La Maremma per Dante? valorizza il territorio e la sua storia, con l?obiettivo di approfondire alcune tematiche forse meno presenti nelle commemorazioni dedicate al Sommo Poeta in altre aree dell?Italia vari punti di vista con attenzione al legame che aveva Dante con la Maremma, un grande impegno riconosciuto dal sostegno che il comitato celebrativo ha ottenuto con svariati e molteplici patrocini. Un programma ricco ci aspetta nei prossimi mesi con appuntamenti che coinvolgeranno tutti i cittadini e non solo gli studenti e gli esperti del settore. Sosteniamo sempre le iniziative che arricchiscono la realtà culturale cittadina e La Maremma per Dante è una di queste. Quindi, carissimi, buon lavoro a tutti?. ?Il passaggio del palio ? ha detto Luca Agresti, vicesindaco del comune di Grosseto ? è un gesto simbolico e significativo nel fare conoscere e valorizzare sempre di più ciò che Dante rappresenta per l?Italia e il mondo intero quindi oggi possiamo aprire queste iniziative nella città di Grosseto. Prima di tutto, un ringraziamento sincero a Francesco Donati e agli organizzatori che hanno contribuito alle iniziative. Come amministrazione non potevamo sottrarci da questo impegno, non dimentichiamo che Grosseto ha avuto un riconoscimento di Città che legge, che ci accompagnerà al progetto di candidare Grosseto nel 2024 a capitale della cultura italiana. Grazie a tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa?. Quindi è stata la volta di Olga Ciaramella, consigliere della Provincia di Grosseto che ha unito le sue parole a quelle del vicesindaco Luca Agresti nel ringraziare tutti coloro che hanno organizzato la manifestazione. ?Per me ? ha aggiunto ? è un grande onore e privilegio poterli ricevere nella sala Pegaso della Provincia, una sala completamente rinnovata nel suo aspetto che sta aumentando il valore della cultura a Grosseto. Tutti i dipinti sono un recupero del patrimonio artistico provinciale, un progetto che si andrà a concludere con il recupero della lapide del primo presidente provincia di Grosseto che era nei magazzini del comune di Grosseto da oltre 100 anni?. Ringraziamenti sono arrivati anche dal Prof. Michele Mazzola, dirigente Ufficio scolastico di Grosseto che ha sottolineato ?l?importanza dell?iniziativa soprattutto in questo periodo che stiamo affrontando un anno difficile soprattutto per la didattica che vede iniziative ridotte e invece sono un elemento fondamentale per tutti noi, non solo studenti ma anche comunità locali. Un ringraziamento a tutti per questa iniziativa?. ?Siamo a condividere ? ha chiosato Roberto Aureli, architetto ? questa esperienza formativa che ci darà senz?altro più identità territoriale più comunità e senso di appartenenza. Creando quei presupporti perché poi si possano stimolare ulteriori percorsi e iniziative. Negli anni scorsi gli spettacoli teatrali che organizzavamo al liceo con Letizia Stammati mi avevano già avvicinato agli scritti danteschi: questa è un?altra occasione?. Infine ha parlato Carlo Ossola, presidente del Comitato nazionale del settimo centenario di Dante Alighieri: ?Sono lieto ? ha detto ? di portare il saluto del comitato nazionale per le celebrazioni dantesche 2021. La Maremma ha un ruolo fondamentale, nella Commedia di Dante in particolare, e appare tre volte nell?Inferno e una nel Purgatorio: Dante da fiorentino ha in mente la Maremma pisana e quella grossetana. La Maremma grossetana è ricordata nel canto 5 del Purgatorio per Pia de? Tolomei in un verso celebre. Forse, proprio la Maremma rappresenta, in tutto il poema l?elemento più specifico del suo giudicare: Dante giudica perché vi sia un riscatto, come capita in Pia, nell?eterno. Buon lavoro a tutti e mi auguro di poter partecipare a qualcuno dei loro eventi, grazie alle autorità e agli organizzatori?. Per info e per iscriversi alla mailing list, questa la mail: info.lmpdante@gmail.com https://twitter.com/LMpD21 https://twitter.com/Lm4Dante https://www.instagram.com/lamaremmaperdante/ https://www.facebook.com/groups/L MpD21/ https://www.facebook.com/LaMaremmaperDante https://www.youtube.com/Lamaremmaperdante2021 PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI CULTURA ?Siena mi fé; disfecemi Maremma?, la triste vicenda della Pia de? Tolomei di dantesca memoria Nel Settecentenario dalla morte di Dante Alighieri, oltre al programma delle celebrazioni promosse dal Comitato celebrativo ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021? che terranno banco per tutto l?anno da febbraio a novembre, è inevitabile rievocare i passaggi (fatti, persone, luoghi) dedicati alla nostra terra contenuti nella Divina Commedia. Qui, parliamo della Pia de? Tolomei uno tra i personaggi più celebri e noti del grande poema, per lo meno nella ricezione popolare DI LUCIO NICCOLAI1 S i celebra quest?anno il VII centenario della morte di Dante Alighieri. Inevitabile ripercorrere, anche e soprattutto in questa occasione, i versi della Commedia dedicati ai luoghi maremmani, utilizzarli quasi come tracce di un percorso storico, letterario leggendario nella nostra terra e nel suo immaginario collettivo. Per primo, il pensiero va alla Pia, forse perché uno tra i personaggi più celebri e noti del grande poema, per lo meno nella ricezione popolare. In realtà Dante non le dedica che «poche righe» e, come scrive Auerbach, «senza una parola di commento ci pone innanzi tutta la Pia [...] con le sue proprie parole»: «Deh, quando tu sarai tornato al mondo/ e riposato de la lunga via»,/ seguitò ?l terzo spirito al secondo,// «ricorditi di me che son la Pia;/ Siena mi fé, disfecemi Maremma:/ salsi colui che ?nnanellata pria// disposando m?avea con la sua gemma» (Purg., V, 130-136). I versi ispirano ? come scrivono Cataldi e Luperini ? un senso di melanconia e delicatezza: «la voce sommessa di Pia, la quale cortesemente prega Dante di ricordarsi di lei dopo essere 34 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 tornato al mondo e dopo essersi riposato dal faticoso cammino: augurio gentile e insieme spia di una carattere delicato e malinconico, incline al raccoglimento e pudicamente ritroso. [?] Le parole di Pia, musicalmente intonate, esprimono tale delicatezza attraverso l?allusività del racconto (la stessa cerimonia del matrimonio è evocata solo attraverso il particolare gentile dell?anello)». Dante non dice niente di preciso su chi sia questa Pia, né sui fatti a lei occorsi. Secondo gli antichi commentatori come il Landino (XV sec.) «Questa fu sanese et moglie di messer Nello dalla Pietra da Siena. El quale essendo rettore in Maremma, la trovò secondo che si crede in fallo, et uccisela sì secretamente che non si seppe allora. Siena mi fè, perché a Siena nacqui, et disfecemi Maremma, perché quivi fui uccisa. Et perché el modo fu secreto, dice, che colui el sa, el quale prima disposandomi m?havea inanellata, i. era mio marito». Nello dalla Pietra cui si allude, viene comunemente identificato con Nello d?Inghiramo dei Pannocchieschi, signore di Castel di Pietra in Maremma (dove Pia sarebbe morta), capitano della Taglia guelfa nel 1284. Del castello, posto all?estremità nord-orientale del territorio comunale di Gavorrano, non rimangono oggi che ruderi assai estesi e imponenti dell?insediamento medievale (dell?originaria torre risalente all?XI secolo, del cassero del XII-XIII secolo) e il sito archeologico è attualmente di competenza del Parco tecnologico archeologico delle colline metallifere grossetane. Nello, quindi, è personaggio reale e storicamente attestato, ma non è certo che sia stato il marito della Pia dantesca, né è certa la casata a cui sarebbe appartenuta la gentil donna senese. D?altra parte, come scrive opportunamente l?antropologa Maria Elena Giusti, «non è certo importante appurare la veridicità storica della Pia dantesca, né conoscerne la vicenda nei dettagli, ma l?aver indugiato sui due motivi, che hanno costituito per lungo tempo tema di dibattito critico, ha una qualche valenza per quanto attiene alla invenzione e successiva riscrittura della storia all?interno dei componimenti poetici popolari; del resto è presumibile che Dante abbia accolto un racconto che già al suo tempo era veicolato nelle forme dell?oralità Dante Gabriel Rossetti, La Pia de' Tolomei Vincenzo Cabianca, Pia dei Tolomei condotta al castello di Maremma, olio su tela, Museo Palazzo Pitti, Collezione Galleria d'Arte Moderna, Firenze Stefano Ussi, La Pia de' Tolomei, olio su tela Milano, Collezione privata PRIMO PIANO ? VIVI ? 35 VIVI ???? In realtà Dante non le dedica che «poche righe» e, come scrive Auerbach, «senza una parola di commento ci pone innanzi tutta la Pia [...] con le sue proprie parole» e ammantato dai caratteri della leggenda». L?alone di mistero che circonda l?enigmatica figura femminile ha contribuito non poco ad alimentare ? e a giustificare ? un?infinità di narrazioni in prosa e in poesia, tentativi di interpretazione, ricerche e saggi storici. Già intorno alla metà del Cinquecento, Matteo Bandello le dedicava una novella (la dodicesima della sua raccolta) di cui esplicitava così il contenuto: «Un Senese trova la moglie in adulterio, e la mena fuori e l?ammazza». Secondo Ugo Foscolo (ferme restando le altre circostanze) la causa della morte sarebbe piuttosto un?altra: «il geloso marito [la] fé perir di lenta morte, condannandola a rimanersi esposta a? contagiosi miasmi che esalavano dalle Maremme». Il pistoiese Bartolomeo Sestini, riprendendo l?intuizione foscoliana, costruisce intorno alla Pia una vera e propria «leggenda romantica», organizzata in 248 ottave e suddivisa in tre canti, ordita utilizzando «quanto nelle Maremme ho raccolto da vecchie tradizioni e da altri documenti degni di fede». Secondo questo autore, la Pia, accusata ingiustamente di adulterio da Ghino, il più caro amico di Nello (che aveva tentato inutilmente di sedurla in Castel di Pietra (Gavorrano) 36 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Rocca di Gavorrano sua assenza), fu rinchiusa nel castello della Pietra e qui lasciata morire per effetto delle esalazioni malefiche prodotte dagli acquitrini e delle paludi maremmane (la mal?aria). Sestini utilizza e parafrasa abbondantemente i versi danteschi dedicati alla Maremma rintracciabili in tre canti dell?Inferno: le lande incolte, non sono segnate da nessun sentiero, ma sono coperte di aspre macchie e foreste folte dove trova rifugio l?irto cinghiale dagli occhi di bragia; suona la selva al sibilar dei serpi; dall?acqua stagnante in paludosi fossi, fan la pigra aria di grossi vapor,/ d?onde virtù venefica esce (c. I, str. 4-8 e 64-83). Di più, anche il viaggio di Nello e Pia, da Siena al Castel di Pietra utilizzando la Cassia, evoca altri luoghi danteschi (Radicofani e Santa Fiora) e Sovana, sede comitale di Margherita Aldobran- deschi, destinata a maritarsi in seconde nozze con lo stesso Nello (secondo alcuni sarebbe stato appunto l?ambizione a contrarre questo vantaggioso matrimonio che avrebbe spinto Nello a uccidere la Pia). Nel poemetto del Sestini non manca neppure un?interessante nota sociale: Ma il montagnolo agricoltor s?invola/ da poi che ha tronca la matura spica:/ ritorna ai colli, e con la famigliola/ spera il frutto goder di sua fatica:/ ma gonfio e smorto, dall?asciutta gola/ mentre esala l?accolta aria nemica,/ muore, e piange la moglie sbigottita/ sul pan che prezzo è di sì cara vita. (c. I, str. 6) Insomma, una maremma amara, come quella di alcuni stornelli raccolti nell?Ottocento dal Tommaseo e dal Tigri, resi famosi nel Novecento dalle reinterpretazioni di artisti come Caterina Pompeo Marino Molmenti, Pia dei Tolomei condotta in Maremma, olio su tela, Galleria d?Arte Moderna Achille Forti, Verona Bueno. Pubblicata nel 1822, la ?leggenda romantica? ebbe una diffusione straordinaria e la trama narrativa fu rielaborata e riproposta in forme diverse a partire dagli anni immediatamente successivi. La sfortunata Pia diventa un?eroina anche della musica colta: Carlo Marenco ne compose una tragedia in cinque atti nel 1836 e Gaetano Donizetti ne fece la protagonista della sua tragedia lirica in 2 parti su libretto di Salvadore Cammarano, messa in scena per la prima volta nel 1837, per la verità con poco successo. Più ampia fortuna popolare ebbe il poemetto in 54 ottave del poeta fiorentino, Giuseppe Moroni, detto il Niccheri, pubblicato nel 1873 dall?editore Salani (70.000 copie vendute!). Il testo, più sintetico di quello del Sestini, si prestava meglio a una trasmissione orale e l?incipit si ricollegava generica- mente, ma in maniera accattivante, agli eventi guerreschi che travagliarono la Toscana nel XIII secolo, rintracciabili anche nella Commedia, come ad esempio la battaglia di Montaperti che coinvolse anche i territori maremmani: Negli anni che de? Guelfi e Ghibellini/ repubblica a que? tempi costumava,/ batteano i Cortonesi e gli Aretini,/ specie d?ogni partito guerreggiava:/ i Pisani battean coi Fiorentini,/ Siena con le Maremme contrastava;/ e Chiusi combattea contro Volterra/ ?un v?era posto che ?un facesse guerra. Molti, nel secolo passato, recitavano a memoria questi versi, Corrado Barontini, ad esempio, ricorda un improvvisatore in ottava rima ? Umberto Lozzi, detto Volpino, attivo negli anni ?90 del Novecento ? che una sera a Braccagni, recitò integralmente a memoria le 45 ottave del poemetto di Pio da Palestrina detto il Romano. Il volumetto ottocentesco fu edito a Foligno, senza data. Doveva essere noto e diffuso anche nell?area laziale come dimostra il fatto che Sandro Portelli ne ha registrata una versione nella Sabina (Canti, balli e riti, Dischi del sole, DS 517/19) nel 1973. L?ampia diffusione di questi testi, venduti nelle fiere e distribuiti, anche in forma di fogli volanti, nelle feste padronali ha sicuramente contribuito a tenere viva nella tradizione orale delle campagne e dei paesi maremmani la leggenda della Pia, rimasta «profondamente incisa ? come scriveva Gaspero Ciacci ? nel cuore del popolo per l?indeterminatezza delle sue linee dolorose e delle sue origini...». E forse è per questo che la Pia è rimasta protagonista di ottave improvvisate (una delle ultime a Ribolla nel 1995, in forma di contrasto, tra Altamante Logli e Bènito Mastacchini), di lunghe narrazioni cantate, come quella del cantastorie maremmano Eugenio Bargagli, registrata in 4 dischi e, soprattutto, di innumerevoli rappresentazioni popolari come i maggi e i bruscelli, ispirati alla tradizione dei testi sulla Pia, di cui si hanno tantissime e varie testimonianze. Solo per fare due esempi ricorderemo la registrazione curata da Gastone Venturelli di un maggio a Piano di Coreglia di Lucca nel 1978 (documentata dal disco Albatros del 1978 Il Maggio in Toscana e in Emilia) e il bruscello rappresentato da Santi e Ida Maggi il lunedì di Pasqua del 1943 a Castel di Pietra: sembra vi abbiano partecipato circa 500 persone e per l?occasione fu stampato anche un foglio volante. Ma il tema della Pia rimane sempre attuale, un vero e proprio evergreen, ad esempio, la Compagnia del Bruscello di Montepulciano, che lo rappresentò nel 1939, anno della sua formazione, lo ha riproposto appena due anni fa, nel 2019; il Teatro Verdi di Pisa, ha scelto la Pia di Donizetti per la prima della sua stagione 2017/2018. Per non parlare del suo ingresso in una miriade di più recenti forme di divulgazione, popolare e non, dai romanzi d?appendice, ai film, ai fumetti. Insomma, da più di settecento anni vale sempre l?esortazione ?ricorditi di me, che son la Pia?. [Ringrazio per la collaborazione, i consigli e le indicazioni il caro amico Corrado Barontini] 1 PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI CULTURA Grosseto e la sua identità al centro della tesi di laurea di Silvia Gigliotti Grosseto e la sua identità. Un tema molto attuale di cui si parla spesso. Ebbene su questo particolare argomento Silvia Gigliotti, studentessa di Aosta, ha scritto la propria tesi di laurea, dal titolo ?Il valore di una storia falsa: l?uso pubblico del neomedievale e il caso di Grosseto? donata nel dicembre scorso alla biblioteca Chelliana DI DEBORAH CORON 38 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Nella foto Silvia Gigliotti (a sinistra) consegna la sua tesi di laurea alla direttrice della biblioteca Chelliana, Anna Bonelli N elle scorse settimane la biblioteca Chelliana è stata oggetto di una singolare donazione: una tesi di laurea magistrale sulla città di Grosseto. L?opera è stata personalmente donata alla direttrice della biblioteca, la dottoressa Anna Bonelli, dalla sua giovane autrice. Il lavoro, un tomo di oltre 200 pagine, è l?opera finale di una studentessa del corso di laurea magistrale in Scienze Storiche presso l?Università degli studi di Firenze e ha, chiaramente, la città di Grosseto come protagonista. La ragazza si chiama Silvia Gigliotti, nata ad Aosta, classe 1996, e a 23 anni è già in possesso di due lauree, una triennale in Lettere Antiche e una magistrale in Scienze storiche, entrambe conseguite con il massimo dei voti a Firenze. Per la conclusione dei suoi studi ha pensato di dedicare la summa delle sue conoscenze a un ambito di analisi storica che in Italia è salito alla ribalta da meno di un decennio: la Public History. La ?storia pubblica? è, in realtà, lo studio di come la storia possa essere comunicata, trasmessa e recepita dal grande pubblico e di come, di conseguenza, il passato possa aver plasmato l?identità culturale di un popolo o di una comunità. Silvia Gigliotti è una medievista, cioè si occupa di studiare il medioevo, ma ha capito quanto ormai sia sempre più necessario concentrarsi su studi storici che non siano più solo esclusivi di professori e di accademici, ma che riflettano e si concentrino su cosa ne pensi il pubblico. La città di Grosseto è stata il naturale punto di partenza per questo ragionamento. La Maremma, così ricca di storia, così meravigliosa nei suoi paesaggi, le ha generosamente offerto questa opportunità: analizzare la storia di un popolo che ha sofferto, che è stato spogliato e privato della propria identità, affossata nelle paludi malariche e nello sfruttamento economico da parte di terzi, ma che ha saputo risollevarsi, riscattarsi e ridarsi una nuova immagine. Proprio così, perché il centro storico di Grosseto è stato oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione, proprio a partire dalla ricostruzione in stile medievale del palazzo Pretorio, ad opera del celebre architetto neogotico Lorenzo Porciatti. La tesi di laurea donata alla biblioteca studia proprio questo: attraverso un?analisi compiuta e precisa del fenomeno dell?invenzione della tradizione e del folklore (si cita qui il secondo capitolo dell?opera dove è presente per ora l?unico elenco completo, classificato per tipologia, delle feste e delle rievocazioni neo-medievali emblematiche della Toscana), si ricostruisce completamente la storia della città di Grosseto, dal dominio etrusco all?epoca Fascista. Il palazzo della Provincia, inaugurato nel 1903, diventa quindi il simbolo del valore di tutti quei monumenti che sembrano essere falsi storici ma che in realtà non lo sono. Non lo sono perché sorgono per rappresentare una comunità, la quale ha scelto di rivedersi tutti i giorni in quel simbolo, ma perché l?intera cittadinanza ha voluto farlo proprio, ha desiderato fare in modo che il passato avesse un valore comunitario nel e per il presente e che i gloriosi secoli medievali della città di Grosseto non fossero mai dimenticati. «Per capire cosa spinse il Governo della città di Grosseto ? si legge nelle conclusioni della tesi di laurea di Sivia Gigliotti ? a ristrutturare il vecchio Palazzo Provinciale, trasformandolo in un edificio che faceva riferimento al periodo di dominazione senese, nonostante ci fossero voluti secoli per rimediare alle conseguenze, economiche, sociali, amministrative, provocate da quegli anni di sottomissione, occorre riflettere su quale sia il ruolo della tradizione nella creazione dell?immagine di una città. Si è visto che cosa sia la tradizione e PRIMO PIANO ? VIVI ? 39 VIVI ???? Il lavoro, un tomo di oltre 200 pagine, è l?opera finale di una studentessa del corso di laurea magistrale in Scienze Storiche presso l?Università degli studi di Firenze e ha, chiaramente, la città di Grosseto come protagonista come ne possano esistere di diversi tipi. Si è, inoltre, visto come il processo di creazione di una tradizione abbia dietro un altro meccanismo, cioè quello della costruzione di una propria identità. Che si tratti di un?identità nazionale, come nel caso della ricerca delle proprie radici nel passato medievale di un paese, oppure di una rievocazione messa in atto in una cittadina di provincia, la tradizione ha nell?invenzione un suo valore fondante. Grosseto è l?esempio di tutto questo. Ha un centro storico completamente Palazzo della Procura prima dei restauri (foto di fine XIX secolo) rifatto e se ne sono visti i motivi. La comunità stessa desiderava un simbolo, un emblema, un qualcosa che la rappresentasse. Solo che invece di farlo creando una festa, oppure tramite una rievocazione, ha deciso di trovare il suo valore tradizionale in un edificio e, ancora di più, in un periodo storico che, nonostante avesse portato alla decadenza della comunità, potesse comunque darle prestigio. La sienesizzazione del Palazzo della Provincia non ha come scopo quello di ricordare che Grosseto esiste solo perché era dominata da Siena, Il progetto di Lorenzo Porciatti 40 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 anzi, propone un?interpretazione opposta. Innanzitutto perché alla base della costruzione del Palazzo vi è l?idea di dover rinnovare tutta l?immagine della città, creandole un simbolo che la potesse rappresentare adeguatamente, che fosse imponente e magniloquente, e secondo perché si vuole proprio dimostrare che la città ha resistito a Siena, ha resistito ai Medici e ai Lorena, che ha una tradizione propria, una forza propria e un carattere proprio. L?emblema di una comunità, dunque, passa attraverso l?immagine stessa della città. Il linguaggio architettonico ha valore in questo caso anche se falsificato. In questo senso, Palazzo Aldobrandeschi è un falso storico, ma solo per il fatto che un tale Palazzo Pubblico non c?era mai stato. Non si può parlare di falso storico nel senso puro del termine perché si tratta di una struttura neogotica. Il valore è dato dal fatto che l?autenticità del palazzo è proprio la sua caratteristica neomedievale. Il centro storico grossetano così ricostruito ha come obiettivo quello di rappresentare la comunità cittadina. L?identità dalla città è creata dall?edificio neomedievale e la sua autenticità sta nella dinamicità legata al fatto che l?edificio non è sempre stato uguale a come appare oggi. Palazzo Aldobrandeschi rimanda a un passato che è esistito davvero, alla complessità della storia di Grosseto, al dominio senese, a quello mediceo e a quello lorenese che hanno cercato in Palazzo Aldobrandeschi in una cartolina del 1910 tutti i modi di cambiare i connotati al centro storico, cancellando l?uno i simboli della dominazione dell?altro. A seguito di questo processo la città ha deciso che necessitava della propria storia e del proprio simbolo. Il caso di Grosseto è dunque emblematico qualora si voglia trattare di tradizioni inventate. Una delle ragione risiede nella sua struttura politica durante il medioevo: la città, infatti, era un vero e proprio caso particolare rispetto alle altre realtà urbane presenti in Toscana, per via del suo essere un Comune soggetto a una signoria. Porciatti, nel rifare Palazzo Aldobrandeschi fa riferimento a questo particolare status della città nel progettare la sala del consiglio. Egli la costruisce come se nel medioevo Grosseto avesse davvero avuto un?assemblea consiliare con autonomia pari a quella di Siena. Il ricordo delle libertà comunali grossetane è, dunque, qui richiamato con un altro falso storico. Ma queste libertà sono fondamentali per la comunità, sono emblematiche per loro, anzi, sono necessarie alla comunità proprio per il fatto di essere stata soggetta a dominazione straniera per molti secoli. Servono a legittimare la comunità stessa, a ricordarle che anche Grosseto aveva un?autonomia. Il medioevo diventa quindi per Grosseto un periodo idealizzato, un momento glorioso della città stessa. Come per le rievocazioni e per le feste, si è scelto di richiamarlo e di conferire alla città quella facies. Il medioevo, quindi, non va né dimenticato né tantomeno denigrato per essere stato, in questo caso, falsificato. Di nuovo, la falsificazione diventa un valore e pone Grosseto in una luce nuova, legittimando il lavoro del Porciatti e il desiderio di reinventare la propria identità da parte della comunità». Silvia Gigliotti ha scelto di donare alla biblioteca Chelliana il lavoro soprattutto per il grande aiuto che, tanto la direttrice quanto il personale, le hanno ???? Il focus è la Public History, la ?storia pubblica? ovvero lo studio di come la storia possa essere comunicata, trasmessa e recepita dal grande pubblico e di come, di conseguenza, il passato possa aver plasmato l?identità culturale di un popolo o di una comunità offerto durante la fase di stesura della tesi, sfruttando il servizio prestiti a distanza attivo durante i mesi di maggiogiugno 2020. Senza la ricerca operata negli archivi da parte del personale della biblioteca, concludere sarebbe stato impossibile. Ad oggi Gigliotti frequenta un master in gestione e conservazione del patrimonio culturale mondiale presso palazzo Spinelli a Firenze e collabora con la redazione di articoli a tema medioevo e public history con la pagina Facebook La storia degli storici e il sito StorieParallele.it Palazzo Aldobrandeschi oggi PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ARTE L?arte di Moreno Quinti in mostra alla Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? Riapertura in grande stile (sempre naturalmente Covid permettendo) per la Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? con sede a Grosseto. Gli spazi espositivi di Patrizia Zuccherini dedicati all?arte e alla cultura ospiteranno dal 4 al 14 marzo la mostra ?Esternazione (Oltre il Colore)?, una bella personale di pittura e scultura del Maestro Moreno Quinti L a sua prima mostra risale a quando aveva tredici anni; era una collettiva scolastica a Livorno voluta dal suo Professore della Scuola Media, buon pittore, Mario Monaci (la sua opera fu premiata), ma già alle Elementari il Maestro Elia Pacinotti, acquarellista, gli insegnò le basi del disegno e del colore, oltre che in classe, anche presso la sua abitazione. Da allora non si è più fermato, coltivando, oltre alla pittura, la passione della scultura, in ferro, che porta avanti da oltre vent?anni. Frequenta la Scuola Accademica a Firenze ?Arcimboldo? del pittore Domenico Mileto; visita inoltre le botteghe di amici pittori per attingere le varie sfaccettature delle tecniche per la pittura. Ha conosciuto illustri pittori come Possenti, Talani, Tammaro e tutta la corrente pittorica della propria città, Grosseto. Oggi lascia la sua professione di Geometra professionista e interior design avendo raggiunto la maturità della pensione e finalmente il suo ?primo amore?, la pittura, viene portato avanti con impegno senza interferenze; si è ritirato nel tranquillo borgo di Buriano, Castiglione della Pescaia, per sviluppare ancora di più la propria creatività. Oggi, a sessantasette anni può vantare tante mostre collettive e personali e i suoi quadri e sculture si trovano in colle- zioni private. Da alcuni anni le sue opere sono ammirate anche in Australia (Melbourne e Tasmania) in quanto durante l?anno si trasferisce dal figlio e lì continua la sua creatività; in tanti hanno apprezzato i lavori del Maestro collocando quadri e sculture nelle proprie collezioni private. I bozzetti di questa mostra nascono proprio a Melbourne in due mesi di permanenza. Critici e colleghi pittori hanno scritto su di lui apprezzandone le qualità. Patrizia Zuccherini (nella foto con il Maestro) ha voluto proprio Quinti per la riapertura della Galleria ?Il Quadrivio? per lungo tempo costretta a rimanere chiusa a causa dell?emergenza sanitaria. Ed è questa mostra a proporre una serie di quadri e sculture così da portare agli occhi del fruitore l?innata fantasia di Moreno Quinti; saranno proprio quei bozzetti ?australiani? riportati sulla tela, il fulcro di questa esposizione così denominata ?Esternazione? (oltre il colore). La critica d? arte Angiola Giorgi Andina per una recente mostra scrive del Maestro: «Alcuni miti primitivi narrano la nascita del mondo per opera di un fabbro divino, Dio umanizzato che costruisce le cose con le sue mani mentre l?uomo le imita e modifica con un?operazione inversa a quella della divinità creatrice. Sono miti che fanno risalire alla notte dei tempi quella che oggi noi chiamiamo ?intelligenza manuale? connotato primario di tutta l?opera di Moreno Quinti. Artista precoce, un po? figlio d?arte, si lascia guidare dal gusto per gli esperimenti che travalicano i confini della forma. Sembra che la sua inventiva insegua il progetto primordiale di un mondo parallelo in cui certe forze nascoste possano all?improvviso liberarsi, proliferare in inedite giocose geometrie e sovvertire così i canoni del bello che condizionano i nostri occhi. Queste sue libere composizioni di forme e colori trasmigrano dalla tela all?oggetto tangibile, quando per Quinti entra in campo la fascinazione dei legni, dei metodi e di qualunque mezzo che possa piegarsi alla sua volontà manipolatrice e assecondare il volo della sua fantasia. Sfida a modo suo la società dei rifiuti con l?Arte del recupero e rigenera nuova vita individuale servendosi di scarti della produzione di serie. Nascono così galli meccanici, uccelli in pericolante equilibrio, cavalli cresciuti da una spirale? un popolo di esseri voluti dal caso, un po? vittime di un capriccioso DNA, esclusi dalla bellezza che desta ammirazione al primo sguardo. Eppure in loro Quinti ci rivela la poesia che si nasconde nelle esistenze più modeste, di cui il mondo non si accorge, ma dotate di una bellezza diversa, non convenzionale, la bellez- Nella pagina a fianco la gallerista Patrizia Zuccherini con il Maestro Moreno Quinti protagonista della personale di pittura e scultura dal 4 al 14 marzo; sotto il bozzetto di uno dei quadri realizzati a Melbourne con il successivo sviluppo (a destra); in alto a destra Quinti con l?opera Pinocchio collocata davanti all?ingresso del ristorante del figlio sempre a Melbourne 42 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 VIVI ???? La mostra propone una serie di quadri e sculture che portano agli occhi del fruitore l?innata fantasia di Moreno Quinti za del vero». Tra le tante mostre ormai in archivio, grande riscontro è stato registrato in quella collettiva internazionale svoltasi a Villa Bottini (Lucca) con artisti famosi come Nespolo, Staino, Talani e tanti altri famosi scultori e pittori provenienti da altre nazioni; ma mostre altrettanto importanti si sono svolte anche a Piazza di Siena in Roma, alle Giubbe Rosse e Santa Croce in Firenze, confermando tutte le doti del Maestro. Questa mostra dovrà essere la dimostrazione dell?evoluzione e della maturazione interiore che questo artista ha sviluppato con la continua pratica e ricerca dell?arte, aiutandolo anche moltissimo a superare le asperità della vita, come questo grave momento epocale dovuto al Coronavirus. Da segnalare un bellissimo evento nell?evento. Il Maestro vuole omaggiare la Famiglia Nardini con un suo dipinto, un ritratto dell?amico Maurizio Nardini, recentemente scomparso, da sempre considerato un valente pittore che ha rappresentato la nostra terra di Maremma. La mostra alla Galleria d?Arte Il Quadrivio di Grosseto, in viale Sonnino 100, sarà aperta dal 4 marzo (data di inaugurazione) fino al 14 marzo, dalle ore 16,30 alle ore 19,30. Introdurrà il vernissage il giornalista e scrittore Fabrizio Borghini; il servizio dedicato all?evento sarà trasmesso su Toscana TV. E a seguire spazio a Cosimo Vitale con la sua ?COVIarte? E sempre nel mese di marzo, dal 17 al 28, la Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? ospiterà anche la mostra dedicata all?artista CO.VI. Cosi­ mo Vitale che presenterà la personale dal titolo ?COVIarte?. COVI Cosimo Vitale, pittore colori­ sta figurativo tendente all?astratto fino all?informale, nasce a Siderno (R.C.). Dopo tre anni di studi in medi­ cina all?Università Milano, ritorna alla sua passione giovanile, l?arte figurati­ va, completando le discipline artisti­ che con maestri contemporanei. La sua amicizia con un allievo di un?allie­ va di Annigoni lo portano alla cono­ scenza del chiaro scuro maturando la sua abilità al ritratto. Dopo vari studi e ricerche che durano da quarant?anni presta la sua attenzione all?arte con­ temporanea creando nuove forme e 44 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 nuovi colori che si sostituiscono alla natura diventando essi stessi natura. Così il critico Paolo Pisani, perito del Tribunale per la pittura contempora­ nea presenta l?arte di Co.Vi.: ?Ali per volare, radici per tornare, motivi per rimanere. A volte la Natura, ?regala? agli uomini, preziosi ?strumenti? con cui realizzare valenti opere d?ingegno. ?Doni naturali?, che debbono essere però coltivati ed aiutati a gemmare e fruttificare. Ebbene, uno di questi con? geniti ?doni?, quello della maestria grafico pittorica, è andato a Cosimo Vitale in arte Covi. Un artista magi? strale, nelle discipline più diverse: dall?acquerello, all?olio, alla sangui? gna, al disegno, attraverso paesaggi, volti, figure, nature morte, con vis possente e decisa, ma anche sfumata e sognante. Tutto, attraverso una tavolozza ricca di suggestioni, quelle suggestioni che sono parte del suo caleidoscopio di emozioni che vivifica? no il Covi ?faber?! Una polivalenza arti? stica, una poliedrica creatività, una fantastica proposizione di opere visi? ve, insomma, in un mondo artistico spesso ?truccone? ed approssimativo, qualcuno che riesce a mantenere ed a trasmettere, il ?profumo ed il sapore delle cose buone?!?. Info: tel. 338 5918221, www.coviarte.it VIVI ARTE Inaugurato un polittico di Arnaldo Mazzanti per la Chiesa delle Paduline a Castiglione della Pescaia Un polittico del maestro Arnaldo Mazzanti dal titolo ?Tota pulchra es Maria et macula originalis non est in te?, abbellisce da qualche mese la chiesa delle Paduline a Castiglione della Pescaia. È formato da cinque tavole, raffiguranti la Madonna al centro e tra le braccia l bambino, e ai lati San Guglielmo di Malavalle, San Giovanni Battista, Santa Maria Goretti e l?altra santa ?castiglionese? Petronilla DI ROSSANO MARZOCCHI U na nuova opera del maestro Arnaldo Mazzanti è andata, recentemente, ad arricchire la chiesa delle Paduline a Castiglione della Pescaia. Si tratta di un polittico intitolato ?Tota pulchra es Maria et macula originalis non est in te?. Lo stesso è formato da cinque tavole, raffiguranti la Madonna al centro e tra le braccia il bambino, e ai lati San Guglielmo di Malavalle, San Giovanni Battista (a cui è intitolata la chiesa madre nel borgo medioevale), Santa Maria Goretti (titolare della chiesa ospitante) e l?altra santa ?castiglionese? Petronilla. L?opera, che abbaglia per il suo splendore, è stata collocata nella parete laterale di un ampio salone che attualmente funge da aula liturgica a causa dell?inagibilità della chiesa adiacente. Da alcuni anni ormai la chiesa di Santa Maria Goretti, in località Paduline, è chiusa al culto per problemi strutturali. La parrocchia, sia in inverno che in esta- 46 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 te, celebra le messe in un vicino ambiente prefabbricato, riadattato per l?occasione. Realizzare un nuovo edificio di culto è, dunque, una necessità impellente in una realtà come Castiglione della Pescaia, che d?inverno ha la dimensione di una comunità di paese e d?estate si apre all?accoglienza di migliaia di turisti e che, per questo, ha l?esigenza di un luogo per le celebrazioni, che tenga conto di queste specificità. Diocesi e Parrocchia, in collaborazione con la Cei, stanno portando avanti il nuovo progetto edificativo. ?Gran parte delle opere che ho realizzato nel corso degli anni ? ha detto l?artista Arnaldo Mazzanti ? le ho fatte nella mia casa a Castiglione della Pescaia e ora dopo quaranta anni di permanenza in questo paese (dove la moglie Anna è stata per generazioni di ragazzi docente di educazione artistica, ndr), ho deciso per motivi familiari di trasferirmi a Grosseto e quindi ho voluto offrire per un senso di affettuoso congedo quest?o- pera alla Chiesa e alla popolazione?. L?opera, di grandi dimensioni mostra una grande raffinatezza sia per i volti che per i gesti squisiti, caratteristiche proprie dell?artista nelle sue esecuzioni. Le cinque tavole in cui spiccano intensi ma non violenti colori, anche se volutamente distaccate tra loro sono un tutt?uno, 4 metri e 20 di lunghezza x 2,30 di altezza di singole figure, allienate le une accanto alle altre, ma ognuna chiusa nel proprio spazio. Sullo sfondo, dietro la Madonna, Mazzanti ha rappresentato in modo evanescente la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, quasi un omaggio al capolavoro di Masaccio, che campeggia ancora oggi nella Cappella Brancacci di Santa Maria del Carmine a Firenze. Dietro la Madonna e i Santi, l?artista ha dipinto il mare e le isole dell?arcipelago toscano: l?Argentario, l?isola del Giglio e di Montecristo, le Rocchette e l?isola d?Elba, un immenso panorama che lui osservava dal belvedere della sua Arnaldo Mazzanti davanti alla sua ultima opera abitazione mentre dipingeva e pertanto ha riprodotto lo scenario nelle tavole, dando alle figure un senso di appartenenza territoriale. Un?altra caratteristica del Mazzanti sono i frutti e i vegetali che l?artista, rifacendosi al pittore veneziano Carlo Crivelli, accosta alle figure, con sensibili richiami alle virtù dei Santi, come le rose rossa e bianca e la melagrana riferite alla Vergine quali simboli di misticismo, di bellezza, di purezza e la resurrezione e passione di Cristo. E poi le canne accanto a San Guglielmo e San Giovanni, queste, oltre ad essere il simbolo del Battista ci riportano al padule e quindi al nostro territorio. La palma del martirio insieme al giglio, caratterizzano Santa Maria Goretti, titolare della chiesa e i limoni e la chiave ai piedi di Santa Petronilla simboleggiano quest?ultima per la fedeltà d?amore oltre ad essere stata figlia adottiva di San Pietro. Il polittico, appena descritto, va ad aggiungersi alla ?Deposizione del Cristo? che il maestro Mazzanti ha realizzato una ventina d?anni fa per la ristrutturata chiesa prepositurale di san Giovanni Battista, nella parte alta del borgo medievale e alla ?Sirenetta? in bronzo, al centro dell?omonimo residence a Castiglione della Pescaia. Arnaldo Mazzanti, nato a Milano, vissuto nelle Marche, ha insegnato storia dell?Arte negli Istituti superiori del capoluogo grossetano ed ha abitato questi ultimi quaranta anni a Castiglione della Pescaia. Ha creato opere straordinarie e immense, collocate, oltre che nella nostra provincia, in molte parti d?Italia e anche all?estero. Sono degni di attenzione: il monumento di Andrea da Grosseto, il padre della lingua volgare, che spicca di fronte al museo archeologico nel centro cittadino; il busto in bronzo di Giovanni Paolo II in piazza del campanile del Duomo. Partendo dall?esterno è piace- vole osservare la meridiana nella parete esposta a mezzogiorno della cattedrale cittadina, la vetrata nell?abside del duomo rappresentante il Cristo pantocratico e quella raffigurante san Guglielmo di Malavalle. Altre opere di Mazzanti sono presenti in città, come la Via Crucis in bronzo per la chiesa del Crocifisso e pitture nella chiesa di san Francesco. La chiesa di Roselle è valorizzata da alcune opere, tra cui la lunetta sul portale in bronzo raffigurante la Madonna col Bambino, l?ultima cena nella controfacciata e la crocifissione nella navata interna. A Marina di Grosseto, la controfacciata della chiesa parrocchiale mostra ampie scene di affreschi rappresentanti il vecchio e il nuovo Testamento e tavole di santi lungo la navata. La croce pettorale che indossa il Vescovo diocesano Rodolfo Cetoloni è opera di Arnaldo Mazzanti, così come il medaglione con l?immagine della PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI ???? L?opera, che abbaglia per il suo splendore, è stata collocata nella parete laterale di un ampio salone che attualmente funge da aula liturgica a causa dell?inagibilità della chiesa adiacente ed è una sorta di omaggio al borgo di Castiglione dove l?artista ha vissuto per quarant?anni (realizzando qui gran parte delle sue opere) Madonna delle grazie e sul verso quella di san Lorenzo che portano al collo durante le celebrazioni i canonici del duomo. L?abside della chiesa di Arcille è valorizzata da un quadro di grandi dimensioni raffigurante la cena di Emmaus. La storia è tratta da un passo del vangelo di Luca che racconta un fatto accaduto dopo la morte di Cristo e quindi il suo riconoscimento da parte dei discepoli nello spezzare il pane. Innumerevoli opere di Mazzanti sono presenti al monastero di Siloe a Poggi del Sasso. Nell?abside della chiesa parrocchiale Arnaldo Mazzanti davanti al polittico con 12 santi collocato nella Chiesa parrocchiale di Poggi del Sasso dei Poggi c?è un polittico con 12 santi. Il busto di Don Zeno a Nomadelfia. La statua di Sant?Eligio vescovo al Centro Militare Veterinario a Grosseto. Il busto di Pietro Aldi a Saturnia. Ad Assisi nella basilica di San Francesco c?è la XII stazione della Via Crucis in terracotta ?Gesù muore sulla croce?. Al museo d?arte sacra della Pro Civitate di Assisi ci sono 3 opere. A Siena nella basilica di san Francesco una grande tavola. Nella basilica di san Francesco Viterbo 2 grandi quadri. L?ambone in bronzo della Cattedrale di Camerino è opera del Mazzanti. Cappella privata a Camerino scultura lignea raffigurante La Pietà. Capannori (Lucca) trittico con crocifissione. Convento carmelitano di Arcetri (Firenze) 3 grandi opere pittoriche. Chiesa parrocchiale Passo S. Angelo Macerata una grande crocifissione terracotta. Cesi di Macerata monumento in bronzo di Giovanni Paolo II. Verona chiesa parrocchiale: particolare dell?ultima cena, grande pietà cappella funeraria. Tanzania a Kibao un grande crocifisso ligneo e la Via Crucis. Andrea da Grosseto Pietro Aldi Sant?Eligio 48 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 VIVI ARTE Pitigliano e il Castello Orsini, il fascino maestoso di un gioiello della Maremma Riprendiamo il nostro viaggio alla scoperta di luoghi ed edifici storici della Maremma attraverso le tavole di Massimo Tosi. Oggi ci soffermiamo su Pitigliano e la fortezza Orsini, meta di rara bellezza dove storia ed architettura si fondono in uno spettacolare scenario mozzafiato che merita certamente una visita DI ELISABETTA RUSSO 50 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 P itigliano si presenta a sorpresa lasciando a bocca aperta chi arriva dalla strada regionale maremmana: improvvisamente dopo una curva ci si trova di fronte il paese magicamente sospeso su uno sperone di tufo, imponente e maestoso. Non si può non fermarsi ad ammirare e fotografare la stupefacente bellezza di questo borgo letteralmente scolpito nel tufo, che di giorno si staglia sui colori cangianti del cielo e di sera appare come un suggestivo presepe illuminato. Uno spettacolo incantevole che fa di Pitigliano uno dei più bei borghi d?Italia e d?Europa. Non ci sorprende quindi trovare Pitigliano tra le tavole a china acquerellata di Massimo Tosi, architetto toscano e amante della Maremma, che da molti anni si dedica a rappresentare luoghi ed edifici d?interesse storico ed architettonico in Italia. Nei numeri passati della rivista abbiamo visitato con le tavole di Tosi l?Antico Convento del Petreto di Scansano e l?Eremo di San Guglielmo di Castiglion della Pescaia. Oggi Pitigliano sarà l?affascinante protagonista della nuova tappa di questo nostro viaggio virtuale. Il borgo di Pitigliano Iniziamo la nostra visita virtuale dalla rappresentazione d?insieme del borgo antico di Pitigliano, dove oltre le costruzioni di tufo inglobate nello sperone di roccia spiccano il grandioso Palazzo Orsini e l?antico acquedotto mediceo, con i suoi giganteschi archi. Così Massimo Tosi ci introduce al borgo: ?Su un lungo e stretto sperone roccioso di tufo giallo, circondato dalle gole scavate dai torrenti Meleta, Lente e Prochio, sorge Pitigliano, la più straordinaria delle città del tufo della Maremma toscana. Dal punto di vista difensivo una posizione strategica che fin dall?epoca etrusca ha permesso all?abitato di svilupparsi fino ai limiti del pianoro senza la necessità di creare mura difensive. Le case appaiono altissime e a strapiombo sulla rupe e sembrano la naturale continuazione della roccia. A protezione dell?unico punto accessibile di questa ?nave? di tufo si erge la fortezza Orsini?. Molto peculiari pertanto sono, non solo la tecnica costruttiva degli edifici completamente integrati nella rupe, con un?urbanizzazione che ha interessato tutto lo spazio disponibile, ma anche l?utilizzo a scopo difensivo della rupe stessa, una PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI ???? La visita virtuale parte dalla rappresentazione d?insieme del borgo antico di Pitigliano, dove oltre le costruzioni di tufo inglobate nello sperone di roccia spiccano il grandioso Palazzo Orsini e l?antico acquedotto mediceo, con i suoi giganteschi archi. E si conclude proprio a Palazzo Orsini, palazzo di notevole pregio storico ed architettonico e spesso sede di importanti mostre ed eventi culturali e musicali vera e propria fortezza naturale. La mappa del borgo La mappa del borgo antico ci illustra il suo particolare perimetro allungato e chiuso in se stesso, per questo quando si entra nella parte più antica si ha la sensazione di essere accolti come in un abbraccio che ci avvolge. Il centro storico è costituito da tre vie principali collegate fra di loro da suggestivi vicoletti. Passeggiando tra le viuzze e le piazzette ci si immerge in un?atmosfera magica e ricca di storia; ovunque si trovano scorci pittoreschi da immortalare in fotografia, oltre ai numerosi e caratteristici negozi di artigianato, gastronomia e antiquariato che offrono un?ampia scelta di prodotti d?eccellenza. Si incontrano nel percorso all?interno del Borgo la Cattedrale di San Pietro e Paolo con il campanile che svetta sopra le case, e la chiesa di Santa Maria e San Rocco, la più antica del borgo, molto bella nella sua semplicità, in stile tardorinascimentale. Si può ammirare poi nella parte più esterna del borgo l?antica Porta di Sovana, scavata nel tufo e famosa in quanto da essa è possibile raggiungere la necropoli di Sovana. Risalendo verso l?entrata del borgo si incontra una porticina ad arco che conduce ad un altro angolo sorprendente di Pitigliano, la Piccola Gerusalemme, l?antico quartiere ebraico, che sin dall?epoca feudale divenne nei secoli un importante polo per la comunità ebraica e dove troviamo un interessante spaccato 52 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 PRIMO PIANO ? VIVI ? 53 VIVI di storia, abitudini e tradizioni della comunità che vi ha vissuto: la Sinagoga, il Museo della cultura Ebraica, il Ghetto scavato nella roccia, la cantina, il forno delle Azzime, il macello Kasher, la tintoria sono alcuni dei luoghi visitabili all?interno della Piccola Gerusalemme, tutti luoghi che parlano della quotidianità del passato ed immergono il visitatore in un?atmosfera estremamente suggestiva. Palazzo Orsini A conclusione della nostra visita virtuale raggiungiamo il Palazzo Orsini, palazzo di grande pregio storico ed architettonico e spesso sede di importanti mostre ed eventi culturali e musicali. Al palazzo Massimo Tosi ha voluto dedicare una rappresentazione a volo d?uccello con uno spaccato da cui si vedono alcune delle zone interne. ?A protezione dell?unico punto accessibile di Pitigliano ? ci racconta Tosi ? si erge la fortezza Orsini. Costruita nel XII secolo dagli Aldobrandeschi, viene poi ampliata e ulteriormente fortificata dagli Orsini che, dal XIV secolo, succedono loro al governo del feudo. Romano Orsini si stabilisce a Pitigliano a partire dal 1313 per gestire la contea di Sovana che sua moglie Anastasia aveva ricevuto in dote. La vecchia fortezza dotata di tre torri circolari viene ristrutturata nel 1465 e assume il volto che vediamo oggi, rinforzata dagli accorgimenti difensivi dell?architetto fiorentino Antonio Da Sangallo il Giovane. Tra il 1543 e il 1545 si costruiscono due possenti bastioni a protezione del lato orientale e le eleganti arcate, che sorreggono l?acquedotto, prospicienti il palazzo, che ha forma quadrangolare con cortile centrale. Si accede attraverso una rampa protetta da una poderosa torre angolare con base a scarpa di blocchi di tufo. La rampa è sorvegliata da una statua di orso dalla testa leonina, simbolo della famiglia degli Orsini. Alla sommità della rampa si trova il portone di ingresso a bugnato, sormontato dall?aerea loggia rinascimentale del Sangallo. Lo spigolo sud del palazzo è protetto da un bastione quadrangolare con feritoie circolari nel parapetto per l?inserimento degli archibugi. Il cortile centrale è dotato di un pozzo rinascimentale con vera esagonale, stemmi degli Orsini e due eleganti colonne laterali. Il loggiato con archeggiature su eleganti colonne ioniche abbellisce il lato occidentale del cortile. Una breve gradinata conduce al portale d?ingresso in travertino, architravato, con finissimi bassorilievi. All?interno è ospitato il Museo diocesano d?Arte Sacra; sul lato opposto, un?altra scalinata conduce all?entrata del Museo archeologico. Nel disegno lo spaccato mostra il Museo d?arte sacra e la vetrina che contiene la Madonna col Bambino di Jacopo della Quercia, capolavoro della scultura lignea, sintesi fra la scultura gotica di Giovanni Pisano e quella borgognona?. Terminiamo qui la nostra visita virtuale con in mente le spettacolari immagini di Pitigliano, località assolutamente da non perdere in una visita in Maremma. Ringraziamo Massimo Tosi, in attesa delle prossime mete di Maremma da scoprire tramite i suoi disegni nei prossimi numeri di Maremma Magazine. ???? La mappa del borgo antico ci illustra il suo particolare perimetro allungato e chiuso in se stesso, per questo quando si entra nella parte più antica si ha la sensazione di essere accolti come in un abbraccio che ci avvolge. Il centro storico è costituito da tre vie principali collegate fra di loro da suggestivi vicoletti 54 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 VIVI ARTE Omaggio ad Atto Pratesi, il pittore della terra di Maremma che tanto ha amato Se n?è andato ormai già da qualche mese (era metà settembre) all?età di 86 anni Atto Pratesi pittore figurativo e paesaggista, autore e curatore di mostre ed esposizioni molto conosciuto. Nato a Manciano Pratesi nella sua vita ha tenuto centinaia di personali in Italia ed all?estero, partecipando a molte rassegne nazionali e internazionali e ottenendo prestigiosi riconoscimenti DI GIUSEPPINA SCOTTI* È scomparso Atto Pratesi, il pittore della terra di Maremma, che qui era nato nello splendido borgo di Manciano, che ha dato i natali ai pittori più famosi di questo territorio ricco di storia e di paesaggi forti e magnifici, Paride Pascucci e Pietro Aldi e la sua Maremma non può non dedicargli queste righe memoriali e di ringraziamento per quanto ha notevolmente contribuito alla conoscenza di questo territorio e per quanto ha fatto per arricchire anche il percorso artistico della città di Grosseto, allestendo Mostre Collettive Internazionali ed organizzando un premio d?arte intitolato proprio alla Maremma. Anche la città di Saturnia, attraverso la sua operosità di attento curatore, ha conosciuto momenti estivi culturali veramente notevoli. Il suo ricordare la terra natia sulle tele, poi, è apparsa sempre come una trascrizione diaristica, perché ognuna di esse è costantemente apparsa come scaturita dal sentimento dell?ieri, del tempo, della memoria e dell?oggi, in una visione complessa dei luoghi, delle immagini, delle figure ?sgomitolate? attraverso un?attenta indagine d?ambiente per ricostruire l?intreccio palpi- 56 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 tante di una corposa realtà che l?ha sempre avvinto e lo ha portato ad operare. Ogni suo quadro è, infatti, legato alla natura, al paesaggio, al leggero ?sciacquio di un barchino? nel padule, o all?immagine dell?animale braccato, sorpreso nella macchia, o a campi di girasoli a perdita d?occhio, o alla grande quercia che stormisce all?imbrunire, o ai vari, vecchi mestieri, o a quegli scorci incantati degli antichi paesi, o alla voce del mare intorno alla chiglia di una solitaria barca, tutto in equilibrio perfetto e tradotto felicemente in una descrittività ed espressività formali, estremamente piacevoli. Troppo lungo citare qui le città dove i suoi quadri sono stati esposti e sono contenuti in collezioni pubbliche e private; basti ricordare, oltre alle numerose città italiane: Atene, Basilea, Caracas, Il Cairo, Barcellona, Madrid, Nizza, New York, Toronto, Praga, Vienna, come troppo lungo sarebbe segnalare i numerosissimi premi nazionali e internazionali collezionati dall?artista e il nome degli importanti critici d?arte che si sono interessati alla sua opera creativa attraverso innumerevoli articoli apparsi sui principali organi d?informa- zione italiani ed esteri e le più qualificate riviste d?arte contemporanea. Ma esaminiamo il suo percorso, così ricco e così tenero, quasi un canto infinito d?amore per tutto ciò che la sua Maremma gli ha saputo offrire: il paesaggio, così forte, eppur suadente, così luminoso, eppur ombreggiato, così rude, eppur dolce, così ?giallo?, eppur così ?verde?, così silenzioso eppur così colmo di voci naturali diffuse e che si percepiscono attraverso immagini davvero ?parlanti?. Il suo è sempre stato un inneggiare al tumulto interiore che il paesaggio maremmano e i suoi contenuti hanno donato al suo cuore e ha creato, con inventiva ed intuito, quadri in cui si è innescato, in continuo soprassalto di qualità pittorica, un pathos affascinante che ha saputo narrare profondamente, al nostro spirito e ai nostri sensi, ogni emozione: come l?affondare lo sguardo al di là della grande quercia, lo sfinire dell?orizzonte, quel ?mare? di luce, che trasgredisce il tempo e ha il potere di condurci lontano, come le ?Vele sul mare? che si gonfiano ampie al vento marino, nell?imbrunire, forse fosco presagio di burrasca imminente, quella PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? Un ricordo che vuol essere un ringraziamento per quanto ha notevolmente contribuito alla conoscenza di questo territorio e per quanto ha fatto per arricchire anche il percorso artistico della città di Grosseto, allestendo mostre collettive internazionali ed organizzando un premio d?arte intitolato proprio alla Maremma spazialità di girasoli che si alternano e si distendono, morbidi e solitari in vasti campi degradanti. Lontano da reinvenzioni, il suo far arte si può definire una pittura ?pulita?, con una tavolozza ad effetti severi: bianchi sempre ?sospesi?, verdi oliva cangianti, gialli in esplosione e terre di Siena contro un cielo pallidissimo, di quell?azzurro cilestrino-violetto e trasparente, che tanto caratterizza i nostri cieli e quello spettacolo del quotidiano che si esalta in silenzi ambientali, in itinerari paesaggistici, che Pratesi ha sempre saputo fermare e far ?respirare? sulle tele che narrano ricordi, malinconie d?ambiente, silenzi alti, tutto un universo con un giuoco vivo di chiaroscuri, di tinte calde, di equilibri rigorosi e prospettive invitanti, che ci hanno reso partecipi del suo dono: la restituzione, ad ogni soggetto, del proprio valore, della propria significazione 58 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 intrinseca, con la riscoperta dell?importanza naturale, velatamente umana, al di là della frenesia di modernità. Cosa ha saputo narrare di noi questo pittore, se non la quotidianità e l?ambiente naturale resi fantastici dalla sua vena ispiratrice bella e meditativa? Ci siamo sempre immessi a perdifiato nella fisicità del suo sogno creativo, fra quelle luci, quei colori, quell?immaginare i luoghi già visti e vissuti e... quel tempo, che sembra statico, fermo anch?esso ad osservare il suo percorso fatto di ampio spazio lirico, in perfetto equilibrio tra realtà ed inventiva con un?amalgama di vita e di arte dove lo spazio e il tempo, i toni, le colorazioni, l?impronta dei luoghi e la visione del reale fluttuano e vengono filtrati dall?affetto intenso che egli nutre verso la propria terra, alla riscoperta delle proprie radici. Attraverso la sua tavolozza che si è fatta, negli anni, diversa, più incisiva e variata, ci potevamo immergere fra sfumati rosa, grigi, avorio che si distendevano nei vicoli e si accavallavano dando vita a quadri, sia nel piccolo che nel grande formato, molto validi nella loro progettualità mentre l?olivo svetta, nelle sue forme più caratteristiche, in un ?fruscio? di fronde argentee, che davvero ne fanno un simbolo, come i girasoli, le vecchie querce, ogni immagine, insomma, della Maremma, il cui paesaggio può apparire solo apparentemente semplice nella sua struttura, ma risulta essere, invece, complicatissimo, proprio nella scelta e nell?armonizzazione dei colori, che sono la pura essenza di questa terra, colma di tenerezza e amplessi cromatici eccezionali. Il suo stile, anche nelle formulazioni di ambienti e immagini diversi dalla Maremma, che, comunque costellano la sua produzione, rimane sempre inconfondibile, capace di conservare consequenzialità e limpida espressione, prote- so come è a far sì che la comprensione sia immediata, nel rispetto della vera essenza del reale: il lasciare una sorta d?incompiuta trama ha fatto sì che la sua opera sia divenuta curiosità interpretativa, che va al di là del tangibile per addentrarsi nell?inconscio della creatività d?artista. La sua ?poetica? del paesaggio ha culminato, spesso, anche negli angoli più segreti, più appartati dei piccoli paesi, nei cancelli chiusi, nelle imposte serrate, quasi ad escludere l?elemento umano che, invece, tacitamente, traluce dal suo intimismo scevro, forse inquieto, appartato, razionalmente comunicante con la realtà umana attraverso una forte percezione sensoria, tanto che questa lo ha sempre condotto verso intense, fondamentali variazioni cromatiche e di immagini soggette al variare delle ore e delle stagioni: fermo è sempre rimasto il suo io più interiore, più vero e capace di rendere, sempre, tutto il suo operare, omogeneo e continuo, senza svolazzi o sbavature, valorizzando pienamente la propria emozionalità che è esplosa dall?incontro fra una dimensione consistente del proprio operare e la sua anima, che freme e crea mediazione fra il vero e il sogno, ricercando e ottenendo un?identità tutta sua, raggiunta con studio attento, esplorazione intensa, spontaneità viva e recondite emozioni, per cui, sicuramente, si è distaccato dai consueti ?paesaggisti?, che siamo abituati ad osservare. Quando mi sono trovata davanti ai suoi disegni di scuola, nella personale, ultima mostra antologica, dai quali già trasparivano amore, passione forte e capacità, ho compreso bene come sia giunto, anche se più tardivamente, a rivelare e mostrare tutto il suo interiore valore d?artista, creando opere di autentico talento e spontanea efficacia, dettate dall?amore verso il paesaggio che, nella storia dell?arte occidentale è stato considerato e definito ?tra le manifestazioni più alte e caratterizzanti delle singole civiltà?. La sua è stata un?evoluzione individuale, delineatasi anche sotto la guida del maestro Ginco Portacci, ma che è andata formandosi autonoma e che lo ha fatto affermare, sia in Italia che all?estero, perché ovunque il Nostro, quale valido comunicatore d?indagine, ha trasmesso tutta la fisicità del suo sogno fecondo, costellato di pregnanti ispirazioni, sviluppando, notevolmente, ?quell?armonia del quadro che si cela nel silenzio? (N. Rampin). Le sue pennellate hanno sempre ben plasmato il filo del vissuto e della memoria, non attraverso arcani stilemi, ma piacevoli percezioni, che in lui si risolvevano e si ricomponevano insinuanti in una non indifferente armonia costruttiva in cui egli ?recitava? l?immenso ed il particolare, tutto in estremo equilibrio che indica un vero spessore realizzatore di immediate sensazioni, di nostalgie, di luminosità, di atmosfere ambientali, di dimensioni cosmiche e di trasformazioni luminose del vero, al di là del puro tangibile per addentrarsi nell?inconscio di una fervida genialità operativa. Vogliamo augurarci che, sia il Comune di Manciano, che l?Amministrazione Comunale di Grosseto, lo ricordino in Mostre antologiche, che mostrino, in tutta la loro valenza, le capacità non indifferenti di Atto Pratesi, questo figlio di Maremma, che ne ha portato il nome lontano, amandola e onorandola. *Critico d?arte VIVI ARTE Giardini d?arte contemporanea in Maremma e sull?Amiata È un articolo di taglio divulgativo con una chiave di lettura abbastanza inedita quello che riceviamo (e pubblichiamo) da Federica Casini, saggista e francesista di formazione nonché insegnante di francese all?Istituto Zuccarelli nella sede di Pitigliano. L?indagine mette a confronto il Giardino dei Tarocchi di Capalbio con quello di Daniel Spoerri a Seggiano Capalbio, Giardino dei Tarocchi DI FEDERICA CASINI* 60 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Seggiano, Giardino di Daniel Spoerri N on tutti sanno che i due più celebri parchi d?arte della provincia di Grosseto, il Giardino dei Tarocchi e il Giardino di Daniel Spoerri, sono intimamente legati da un filo rosso che unì in vita i loro autori. Il Nouveau Réalisme Sebbene lontani geograficamente e molto diversi anche sul piano cromatico, il Giardino dei Tarocchi a Capalbio e il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano sono in realtà vicini, per filiazione, a una delle principali correnti artistiche del secondo Novecento: il Nouveau réalisme. Hanno altresì in comune il fortissimo legame con un altro grande personaggio dell?arte contemporanea, Jean Tinguely, le cui sculture sono presenti in entrambi i parchi. Oltre a essere il marito della Saint Phalle, Tinguely fu colui che la supportò nel suo sviluppo artistico e con cui collaborò per tutta la vita, così come rappresentò un?amicizia determinante per Spoerri. I tre scultori si conobbero e si frequentarono a Parigi tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando vivevano una vita da bohème negli ateliers del leggendario impasse Ronsin. Tinguely, Spoerri e Saint Phalle furono tra i più carismatici rappresentanti del movimento dei Nouveaux réalistes, il cui manifesto fu firmato a Milano nel 1960. Seppure molto diversi, gli autori del Nouveau Rélisme ponevano al centro della propria ricerca ?materiali desunti dalla realtà, anche quella più banale?, rifiuti compresi, che raccoglievano e cui davano forma in sculture tridimensionali. Attraverso gli oggetti quotidiani (posate, avanzi di pasto) imprigionati nei Tableaux pièges di Spoerri, le macchine in movimento costruite da Tinguely con rottami di ferro, i tiri di carabina (eseguiti contro rilievi di gesso) e gli assemblages di materiali diversi dei primissimi lavori della Saint Phalle, il movimento intendeva presentare ?nuovi approcci percettivi al reale?, ossia proporre un?arte oggettiva in grado di mostrare ?la realtà in sé? e non una sua raffigurazione. In Niki de Saint Phalle la rivoluzione artistica assume anche il valore sociologico e politico di lotta per la liberazione della donna in una società maschilista. Arte e natura Niki de Saint Phalle (1930-2002) e Daniel Spoerri (1930) hanno fatto della terra di Maremma la cornice della loro opera più importante, per certi versi la loro summa spirituale, quella che meglio riassume e racchiude il Senso del loro percorso creativo e di vita, un tentativo di risposta, attraverso l?arte, agli interrogativi esistenziali dell?uomo di sempre. Nel paesaggio dell?entroterra capalbiese, così come in quello delle pendici del Monte Amiata, la natura maremmana appare in dialogo con lo scultore e la sua opera. Sia la Saint Phalle che Spoerri vissero infatti per più di un decennio a stretto contatto col territorio maremmano, ricevendo tutti e due la cittadinanza onoraria da arte delle cittadine che li ospitarono. La Saint Phalle definisce il giardino come ?un luogo di incontro tra l?uomo e la natura?. Lo spazio costituito dal giardino introduce il visitatore alla sperimentazione di una nuova visione del Reale. Lo spettatore è sollecitato a fare esperienza diretta dell?oggetto percorrendolo secondo i suoi tempi e scegliendo il percorso del parco che più gli è congeniale, in assoluta libertà interpretativa e di movimento, divenendo parte integrante e attiva dell?opera stessa, non più soltanto tramite la vista, ma mediante tutti i sensi, secondo il concetto di arte totale caro al Novecento. I colori e i profumi della vegetazione, che mutano con le stagioni e le diverse gradazioni della luce, che si riflettono sulle sculture, esaltano la dimensione olfattiva e visiva, in modo da conferire un fascino sempre diverso all?esperienza PRIMO PIANO ? VIVI ? 61 VIVI ???? La novità, rispetto alle tradizionali presentazioni dei due Giardini, consiste nel mettere in relazione i due parchi sulla base della comune appartenenza di Niki de Saint Phalle e Spoerri alla corrente artistica del Nouveau réalisme e alla presenza, in entrambi, di un?altra figura fondamentale dell?arte del secondo Novecento, Jean Tinguely Capalbio, Giardino dei Tarocchi della passeggiata nel parco. Contemporaneamente alla componente sensoriale, la visita assume, sul piano emotivo e spirituale, le caratteristiche di un viaggio iniziatico attraverso l?ignoto e il non convenzionalmente battuto che diviene, in entrambe le opere, spunto, invito alla riflessione, richiamo all?introspezione. Lo spessore intellettuale dei due parchi non ne impedisce tuttavia la fruibilità a un pubblico ampio e variegato, anzi, essi si rivolgono non solo agli appassionati d?arte ma anche ai bambini e alle famiglie. Il Giardino dei Tarocchi: ?Una passeggiata esoterica e filosofica? La realtà presentata nel Giardino dei Tarocchi è un mondo fiabesco e sfolgoCapalbio, Giardino dei Tarocchi 62 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 rante di sgargianti colori, che rapisce l?occhio e i sensi di colui che si accinge a varcare la soglia del grande muro in tufo progettato dall?architetto Mario Botta, a mo? di drago guardiano che marca il confine tra il mondo che si lascia alle spalle e quello magico, onirico, misterioso contenuto in esso. Il Giardino, nelle intenzioni dell?autrice, vorrebbe essere ?un posto metafisico e di meditazione?, ?lontano dalla folla e dall?incalzare del tempo dove è possibile assaporare le sue tante bellezze e i significati esoterici delle sculture monumentali. Un posto che faccia gioire gli occhi e il cuore?. Da molti anni la scultrice franco-statunitense coltivava il sogno di costruire un ?jardin de joie? sul modello del parco Guell di Gaudì e del Sacro bosco di Bomarzo. Il tema dei tarocchi le fu suggerito da Eva Aeppli, prima moglie di Tinguely e amica della Saint Phalle. L?occasione concreta di attuare il titanico progetto le fu data dall?amica Marella Caracciolo, che le donò un terreno di circa un ettaro immerso nella macchia mediterranea a Garavicchio, nelle immediate vicinanze di Capalbio. Alla realizzazione della straordinaria impresa Niki impiegò una ventina d?anni, finanziando da sola i lavori, grazie all?aiuto di amici e al lancio di una linea di profumi (in gioventù era stata una modella). L?artista lavorò, assieme ad un?équipe di artisti internazionali e di persone del luogo, in condizioni di estrema difficoltà, aggravate dagli attacchi di artrite reumatoide, che le rendevano dolorosissima la deambulazione e l?uso delle mani. Niente, tuttavia, come amava ripetere, avrebbe potuto fermarla e con ossessione ed entusiasmo folle riuscì a materializzare il proprio sogno. Il Giardino, inaugurato nel 1998 è aperto alle visite da aprile a ottobre e, gratuitamente, per volontà dell?autrice, ogni primo sabato del mese da novembre a marzo. L?opera, costituita da statue policrome di grandi dimensioni, rivestite di mosaici fatti con frammenti di specchi o vetri colorati, plastica, piastrelle di ceramica, è un?interpretazione e trasposizione, molto personale, delle 22 figure degli arcani maggiori dei tarocchi di Marsiglia. Le statue sono il risultato di un lavoro interiore in cui l?autrice interroga concetti a lei cari quali la madre, la volontà creatrice e la nascita e la rinascita insita nell?idea della morte. Si tratta di un cammino iniziatico che utilizza un linguaggio ludico e a tratti grottesco, di grande immediatezza, sul tema dei tarocchi, considerati un gioco di carte recante un ?importante messaggio?. Gli arcani sono infatti simboli archetipici, che incarnano stati psicologici e simboleggiano forze che orientano le nostre azioni. Essi ripropongono immagini e situazioni che costituiscono frammenti di sé e della ricerca interiore che ogni individuo deve compiere. Le sculture disegnano, in 22 tappe, un cammino costellato di prove attraverso le quali l?uomo deve passare per comprendere le proprie motivazioni e la sua relazione Seggiano, Giardino di Daniel Spoerri con l?universo e rappresentano l?itinerario trasfigurato di una vita, quella dell?artista e quella di tutti gli uomini, tesa al superamento delle difficoltà e al raggiungimento di una propria pacificazione interiore. Essa è inscindibile, secondo la scultrice, da un diverso approccio alle cose, talvolta rovesciato, non più autoriferito ed esclusivamente centrato su di sé ma rivolto verso l?altro: l?occhio della compassione. Non è un caso che una delle sculture più significative, che chiude uno dei possibili percorsi di visita, sia la temperanza, ?l?unica via giusta?, cui l?autrice dà le forme di una cappella sormontata da un angelo dalle sembianze femminili (una delle celebri Nanas) e all?interno della quale è possibile ammirare una Madonna nera, che veglia sulle foto dei protagonisti, ormai scomparsi, del Giardino. Essa costituisce la saggezza ultima cui approda Niki nella fase finale della sua carriera. Dopo una vita intensa e tormentata, costellata di peripezie e incontri con draghi, mostri e streghe, Niki riesce a domare i propri demoni interiori grazie alla potenza salvifica dell?arte e a consegnare al visitatore quel tesoro al quale amava credere la sorte l?avesse predestinata. Saint Phalle visse infatti la costruzione del Giardino come una vera e propria chiamata interiore, un dono di sé totale per dare agli altri momenti di gioia e bellezza. Per realizzare il suo lavoro, ella visse per anni in un?atmosfera di immersione totale con la sua opera, all?interno della scultura chiamata Imperatrice (detta anche Sfinge), una raffigurazione della Grande Madre in cui, più di altre, la scultura si fonde con l?architettura. Alla realizzazione del Giardino partecipò in modo determinante, per anni, Jean Tinguely che, oltre a ingrandire nelle dimensioni i modellini preparatori della compagna, inserì o affiancò sue sculture metalliche, dotate di congegni meccanici, all?interno di quelle di Niki. Il sodalizio artistico e affettivo si esprime al massimo grado in quelle opere del Giardino (come la Giustizia, la Torre, il Papa, la Ruota della fortuna) in cui le sculture colorate dell?una si uniscono alle sculture cinetiche dell?altro (sul modello della Fontaine Stravinski di Parigi) simboleggiando quella complementarietà di maschile e femminile, di razionalità e inconscio che è alla base del Giardino. Luogo dagli inesauribili significati e dalle infinite suggestioni, il Giardino dei Tarocchi diviene luogo di riconciliazione dei conflitti interiori della Saint Phalle e una riflessione sul complesso rapporto tra uomo e donna. Il Giardino di Daniel Spoerri: ?Un percorso di iniziazione? Anche il Giardino di Daniel Spoerri nasce come un progetto animato in qualche modo dall?azione creatrice di una coppia. Fu proprio la ex moglie di Daniel Spoerri, anch?ella artista, Katharina Duwen, a suggerire, nel 1989, l?acquisto di un terreno di circa 16 ettari nei pressi di Seggiano, un declivio assolato e poco noto del Monte Amiata chiamato anticamente il Paradiso. Spoerri risistemò l?antica proprietà degli Ugurgeri facendone la propria residenza-laboratorio dal 1990 al 2007. Il parco costituì per Spoerri l?occasione per accostarsi alla natura e a fondere le sue opere con essa. Personalità cosmopolita ed eclettica (è stato ballerino, mimo, coreografo, regista, scenografo, scrittore, cuoco) l?artista rumeno naturalizzato svizzero porta nel parco il bagaglio delle sue molteplici esperienze culturali e di vita. In esso si pone nell?ottica del regista, mettendo in scena, nel paesaggio del parco divenuto teatro, la sua complessa visione del mondo, i suoi interrogativi, le sue convinzioni e dando un forte contenuto intellettuale alla materialità dell?incontro tra arte e natura. Il Giardino fu inaugurato nel 1997 e ogni anno si arricchisce di una o più nuove sculture, che vengono introdotte, come in una sorta di rituale, ogni lunedì di Pasquetta. La bellezza del paesaggio lo rende altresì un parco ambientale con un percorso botanico che si affianca a quello artistico. Spoerri ha deciso infatti di mantenere le piante e gli alberi che vi sono spontaneamente cresciuti, in particolar modo l?autoctona specie di ulivo che domina il paesaggio, l?olivastra seggianese. Caratteristica peculiare del Giardino è che esso non appare inizialmente come un luogo d?arte ma le sculture sono mimetizzate nel verde, in armonia con il paesaggio toscano ed emergono agli PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? La descrizione delle due opere mette in risalto il significato iniziatico dei parchi e il rapporto tra maschile e femminile presente in essi, dato che entrambi furono il frutto della collaborazione di coppie di artisti legati sul piano professionale e affettivo occhi del visitatore solo a un contatto ravvicinato con esse. Le statue non sono poste né in ordine cronologico, né stilistico oppure tematico. Non esiste un percorso predefinito da seguire per scoprire le sculture disseminate nel bosco, da vivere come un?appassionante caccia alla scultura. I significati si svelano lentamente lungo il percorso che il visitatore si crea autonomamente. Anche nel Giardino di Seggiano, come in quello di Capalbio, si deve leggere il disegno di un cammino iniziatico, fatto di foreste incantate, di labirinti, di case sospese ma anche di teschi e ossa, che si esprime con il linguaggio della fiaba e della mitologia. Nel parco sono presenti sculture di altri artisti cari a Spoerri e a lui appositamente donate; ciò fa sì che esso non debba essere considerato una collezione ma un insieme di opere legate da una relazione sentimentale, di amicizia o di frequentazione, tra gli autori e il Maestro, che ricorda: ?È la dimensione emozionale a costituire il filo conduttore delle opere ivi contenute?. L?ingresso al giardino passa attraverso un cancello sul quale si legge Hic Terminus haeret (letteralmente: qui aderiscono i confini). Il termine haeret in latino significa aderire, attaccare e richiama l?azione che ha reso famoso Spoerri, ossia l?incollaggio di oggetti di uso quotidiano. A mo? di mise en abime, è riprodotta in bronzo la chambre 13 dell?Hôtel Carcassonne di Parigi, dove Spoerri aveva alloggiato e in cui ebbe l?intuizione geniale che lo portò alla realizzazione del primo quadro trappola, in cui l?artista ferma una situazione nella 64 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Seggiano, Giardino di Daniel Spoerri tela, incollando pezzi di realtà ed elevando il quotidiano e il banale al rango di oggetto d?arte. La camera è inclinata e senza tetto, con un albero che penetra nella scultura creando un suggestivo effetto. Il senso di ?bilico? e di instabile equilibrio che si prova entrando in essa è la metafora della precarietà dell?esistenza e della casualità che regola il mondo, così come, per caso, Spoerri aveva iniziato in quella stanza a fermare gli oggetti, spesso spoglie di un pasto. È possibile ammirare nel parco altri tableux-pièges (tra cui Duodecim ultimae cenae de claris molieribus, dodici quadri trappola rappresentanti le ultime cene di donne celebri) che rimandano all?altra fase fondamentale della ricerca artistica di Spoerri, la Eat Art. La passione per l?arte culinaria e la riflessione sul cibo lo portò ad aprire un ristorante a di Düsseldorf nel 1968. Non è un caso che nel Giardino sia presente, dal 2000, un ristorante chiamato Non solo Eat Art. Nel tema della nutrizione fissata nei quadri trappola Spoerri non vede solo l?appagamento di un bisogno primario ma un istante all?interno di un ciclo di vita e di morte, di decomposizione e rinascita creativa. Il parco diviene dunque un modo per riscattare la morte, continuamente messa in scena con ideali passaggi agli inferi, tramite spaventose sculture, teschi, scheletri di animali, cadaveri (la Cappella dei crani) trasformandola in un inno alla vita. Spoerri proietta nel giardino non solo il bello della natura ?ma anche il terribile, il mesto, l?attraente e il ripugnante, a rammentarci che anche noi siamo natu- ra con tutto il bello e tutto lo spaventevole. È solo la presenza della morte nella pienezza vitale a fare veramente la vita?. Particolarmente significativa a proposito è la scelta del bronzo, un materiale resistente al tempo, che prevale rispetto ad altri materiali (come il marmo, il ferro e la pietra). L?utilizzo del bronzo è, in ultima analisi, un tentativo di rendere idealmente immortali le anime dei suoi amici, molti purtroppo ormai scomparsi. Su tutti Eva Aeppli (nelle cui donazioni mette in scena gli astri, i pianeti e le figure dello Zodiaco) e, naturalmente, Jean Tinguely. Nel Giardino sono presenti due sue opere: la ?Grande lampada per DS?, frutto di uno scambio di doni tra i due scultori e Otello e Desdemona, in collaborazione con Eva Aeppli. Si tratta di un?opera emblematica, costituita da due feticci, dall?espressione dolente e ferita, che si animano di moti convulsi, quando sono scossi dal brivido elettrico provocato dalla macchina in movimento ideata da Tinguely. L?antagonismo amoroso è infatti un?altra delle tematiche del giardino, con la presenza di opere contenenti coppie o simboli erotici. Un drammatico dialogo di maschile e femminile che rivive nella scultura dei due artisti, un tempo ex coniugi e un esempio di dialogo all?interno di quel più ampio Dialogo ? con la natura maremmana, con i propri amici e con il Nouveau Réalisme ? che il Giardino di Seggiano e quello di Capalbio rappresentano. *Saggista e francesista di formazione e insegnante di francese all?Istituto Zuccarelli di Pitigliano VIVI L?ITINERARIO DEL MESE Alla scoperta del territorio amiatino in slow-motion tra bellezze paesaggistiche e storie d?altri tempi Monte Labbro, Arcidosso, Bagnoli: sono alcune delle località toccate da questo itinerario sulle pendici del Monte Amiata, alla scoperta di luoghi magici, talvolta mistici, sicuramente poco frequentati, ma pieni di storia, bellezze naturali, ricordi, memorie di un tempo ormai andato che qui sembra essersi fermato? TESTO DI DAVID BERTI - FOTOGRAFIE DI GIUSEPPE GUERRINI Nella foto il monte Labbro: vista dalla torre giurisdavidica, dei resti della chiesa e dell'eremo 68 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Monte Labbro,Torre giurisdavidica U na piramide di roccia grigia mi sovrasta. Tende verso il cielo terso austera, forte, solida. Sembra anelare a quell?imperscrutabile azzurro. Sono sul monte Labbro, uno dei luoghi più mistici e suggestivi della Maremma Toscana. La sua cima si eleva di 1193 metri sopra il livello del mare. Qui il silenzio è una presenza. Ti avvolge, è denso, pare di poterlo toccare. Solo il sibilo del vento lo viola, quasi a ricamarlo, a renderlo vivo. Rumore di zoccoli sulla pietra. Mi volto. Sono tre asini amiatini che cercano sparuti ciuffi d?erba in equilibrio sull?impervio pendio. Alzano la testa placidi, curiosi, sorpresi. Joe, il mio compagno di viaggi con la Fuji a tracolla, cerca di avvicinarsi a loro per immortalarli. Questa peculiare specie equina è stata raffigurata da Giotto nella cappella degli Scrovegni di Padova. Sono in via di estinzione, nonostante siano protetti. Vedo Joe inginocchiarsi, trattenere il Stone balance sul monte Labbro respiro, poi tre rapidi click. Si gira verso me, sorride d?intesa. A sinistra la strada sterrata prosegue verso le cime del monte Buceto (1152 metri) e del monte Aquilaia (1090 metri): un meraviglioso percorso per gli amanti del trekking che conduce fino a Stribugliano tra lande rocciose e boschi di conifere e castagni. Noi prendiamo a destra, passando attraverso un cancelletto di legno. Un sentiero s?inerpica caparbio tra una boscaglia. Sul terreno neve ghiacciata, siamo sul versante a nord. Procediamo con prudenza, mentre l?aria frizzante entra nelle narici pungendole. Usciti dal boschetto e percorsa un?ultima rampa, che s?insinua tra rocce e cespugli, si apre davanti a noi l?immenso. In lontananza, oltre le gole dell?Albegna, al di là delle colline e della piana di Maremma, il mare riluccica. Vi si ergono a semicerchio le isole dell?arcipelago toscano: l?Elba, Montecristo, il Giglio. Un falco ruota alto sopra le nostre teste, come sentinella di questa sacra terra. Sì, a sinistra, si stagliano i resti della Nuova Sion. Qui David Lazzaretti, tra il 1869 e il 1878, costruì quella che avrebbe dovuto essere la capitale della Repubblica di Dio. Questo misterioso personaggio, da molti definito il Profeta dell?Amiata, fu un mistico, un pensatore, un visionario, un leader carismatico. La sua vita, le sue opere furono oggetto di studio da parte di politici, filosofi e letterati del calibro di Antonio Gramsci, Guy de Maupassant, Giacomo Barzellotti. Qui, volle creare una comunità, i cui valori fondanti furono troppo precursori dei tempi per non farlo ritenere un propagatore d?idee socialiste dal governo del neonato Regno d?Italia. Dopo la sua morte, si tentò di cancellarne anche il ricordo, prendendo a cannonate quegli edifici, ma David aveva già scritto indelebilmente il suo nome e il suo messaggio nei cuori delle persone che lo conobbero e lo seguirono. A oggi PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI ???? Un viaggio calmo, comodo e rilassato in territori particolari, dove il flusso della vita si rallenta e lo slow-motion diventa un mantra anche per il turista Lanificio quelle rovine sono state oggetto di tre opere di restauro: la prima compiuta nel 1958, la seconda nel 1995, l?ultima tra il 2003 e il 2004. Arriviamo in un prato chiuso ad anfiteatro: da una parte le rocce, dall?altra ciò che resta delle antiche costruzioni. Al centro una campana retta da una struttura metallica che termina con una croce e due C rovesce. Sopra tutto s?innalza la torre giurisdavidica. Joe si allontana alla ricerca di scatti capaci di catturare l?essenza del luogo. Io mi avvio verso l?entrata della grotta che s?incunea nel cuore della montagna. Apro un cancello di ferro che cigola. Gli occhi faticano ad abituarsi alla semi oscurità. A poco a poco comincio a distinguere le pareti litiche che trasudaLanificio no acqua. Avanzo attento a non scivolare. Il corridoio mi introduce in un vano. Sono in una cappella: un altare, dei fiori, una croce con le C rovesce, una panca di pietra dove sedersi. Il silenzio è totale, tanto potente che il rumore di una goccia che cade mi fa trasalire. Fuori c?è Joe ad aspettarmi. Visitiamo i resti della chiesa e dell?eremo. Poi ci avviamo verso la sommità della torre. Lungo il sentiero si intravedono ometti fatti con pietre poste una sopra all?altra. Sono esempi di Stone Balance, un viatico per la pratica della meditazione Zen: la ricerca dell?equilibrio tra gli oggetti permette di liberare la mente dai pensieri. Ora siamo sulla cima. La visuale a 360 gradi lascia senza fiato. Dalla parte opposta al mare, si staglia il monte Amiata con i suoi 1738 metri e le sue faggete candide di neve. Il vulcano, ormai spento, dà ancora prova del suo ardente respiro con i potenti getti di vapore che escono dalla centrale geotermica posta a valle. Sempre ai nostri piedi, si estende il parco faunistico dove vivono cervi, daini, mufloni, camosci, caprioli e lupi appenninici. Lì vicino, si trova anche Merigar con il suo bel tempio e le sue colorate bandiere di preghiera: un centro dedito allo studio degli antichi insegnamenti della tradizione spirituale tibetana, che ospitò il Dalai Lama nel 1990. È giunto il momento di lasciare il monte Labbro. Appoggio la fronte alla 70 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 croce metallica posta su questa terrazza sull?infinito, come a cercare un intimo contatto con la mistica bellezza che mi circonda. Procediamo lenti sulla strada bianca che immette sulla provinciale, un po? per qualche buca, un po? perché da queste parti il flusso della vita si rallenta e lo slow-motion diventa un mantra anche per il turista. Alle porte di Arcidosso ci fermiamo a visitare l?imponente Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale. Fu eretto tra il 1923 e il 1928 per commemorare i 160 arcidossini morti nella Grande Guerra. Una ripida scalinata sale sul poggio del Cansacchi, al termine della quale si mostra a noi una cappella di elegante e austera fattezza. Il respiro si accorcia sui gradini. All?interno dell?edificio scorgiamo un altare e due lapidi. Già, la seconda ci ricorda che qui passò il fronte della Seconda guerra mondiale. Un episodio esige di essere menzionato. Era il 10 giugno del 1944, quando l?aviazione americana bombardò il paese. Morirono circa 120 persone. Nell?occasione venne distrutta la torretta dell?orologio, oggi simbolo di quel drammatico evento. Uccidere per salvare vite è un ossimoro che si presenta troppo spesso all?uomo. Scendendo, scorciamo una stele ai piedi della costruzione. Evoca che in quel luogo fu assassinato il Lazzaretti. Di nuovo in macchina, siamo diretti Arcidosso, Monumento ai caduti PRIMO PIANO ? VIVI ? 71 VIVI ???? Alla scoperta di piccole e grandi perle in luoghi incontaminati pieni di storia, di bellezze naturali e.. di fascino Chiosco cascata, foto d'epoca alla località Piane, presso Bagnoli. Qui un castagneto custodisce un cimelio dell?ultima guerra mondiale: un autocarro CCKW fabbricato dalla GMC Truck. Il bosco ci accoglie con i suoi colori invernali. Crepitare di foglie sotto i piedi. Qua e là castagne non raccolte. In lontananza, si delinea la carcassa del mezzo militare, nuda come i rami degli alberi. Guardo dentro l?abitacolo, è ancora visibile il tachimetro dietro al volante. C?è qualcosa di surreale in questo veicolo arrugginito dal tempo così alieno all?ambiente naturale in cui è inserito. Ripresa l?autovettura, parcheggiamo un chilometro più avanti. Siamo alla Cascata d?acqua d?alto, o perlomeno davanti a quello che ne rimane. Prima Autocarro della Seconda guerra mondiale 72 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 del 1958 in una piana a monte, detta le Fontine, nasceva il fiume Ente. Scorreva cristallino, con una portata di 120 litri al secondo, prima di gettarsi dalla rupe, alta una decina di metri, di fronte alla quale ci troviamo. La cascata, immersa tra i castagni, era uno spettacolo in tutte le stagioni, ma in particolare d?inverno, quando la temperatura scendeva sottozero e gli schizzi, che si posavano sulle rocce e sugli alberi, gelavano. Allora la bella Signora dell?Amiata si vestiva da sposa con il suo abito bianco. La luce del tramonto, riflettendo sulla superficie ghiacciata, creava incantati giochi policromi. Fu il palcoscenico fiabesco della nascita di tanti amori tra i giovani dei dintorni. Finita la guerra, precisamente nel 1951, certo Aldo Commari, detto il Ciulla, vi allestì un chiosco. Erano anni, quelli postbellici, in cui si voleva riappropriarsi della vita; l?esistenza doveva essere un inno di vittoria cantato in faccia alla morte e all?oppressione. La speranza e la fiducia dovevano sostituirsi alla paura e la ricostruzione cancellare le tracce di un passato che non avrebbe dovuto più ripetersi. Il 19 maggio 1956 fu posata la prima pietra dell?Autostrada del Sole. Due anni prima, il 5 luglio 1954, Elvis Presley aveva registrato il suo primo singolo, That?s All Right Mama, che sancì la nascita del rock and roll, ma soprattutto rappresentò l?inizio di una rivoluzione musicale e sociale che presto avrebbe dilagato nel mondo. In questo fermento socioculturale, il chiosco diventò un locale di ritrovo. Nelle sere d?estate, decine di vespe e lambrette erano parcheggiate lungo la strada e coppie ballavano al suono di canzoni che uscivano da un jukebox. Tutto questo fino a quando Siena non ottenne la concessione per l?utilizzo dell?acqua della cascata. In nome della pubblica utilità, iniziarono i lavori. Furono scavate due gallerie al di sotto della sorgente che ne convogliarono il flusso verso la città del Palio. Il locale chiuse e rimase un rigagnolo a inumidire la rupe muschiosa; quello che ora si mostra a noi, simile a un filo di lacrime della natura. Tuttavia, oggi, durante il periodo estivo, la cascata torna ad essere la Bella Signora dell?Amiata, quando le condutture vengono serrate e l?acqua si riappropria del suo vecchio alveo. A poca distanza, si trova il lanificio: un grande edificio oggi in rovina, ma che rappresenta un valido esempio di architettura industriale. Restò in attività dal 1875 al 1930, dando lavoro a 200 operai. Qui si producevano filati di alta qualità come i broccati e i teli verdi dei tavoli da biliardo. Joe mi racconta che gran parte delle coperte di lana, in dotazione alle truppe Usa nella Prima guerra mondiale, furono fabbricate qui. Dovremmo avviarci verso casa, ma decidiamo di tornare ad Arcidosso per degustare alcuni degli ottimi prodotti enogastronomici del territorio e visitare il ben conservato Castello Aldobrandesco. Si dice che nei suoi sotterranei s?iniziassero cavalieri con cerimonie dalle risonanze templari. Ma questa è un?al- Dove, Come, Quando DOVE DORMIRE CASTELLO DI VICARELLO Indirizzo: Via Vicarello, 1 ? Poggi del Sasso ? Cinigiano (Gr) Di probabile origine medie­ vale già possedimento della potente famiglia degli Ardengheschi, Castello di Vicarello è una proprietà di 400 ettari di vigneti, oliveti e terreni agricoli. La tenuta cattura l?essenza del lusso contemporaneo ed o?re la possibilità di vivere un?espe­ rienza all?insegna dell?isola­ mento totale e del relax assoluto. La parte dedicata all?accoglienza o?re suites tutte diverse e arredate con gusto ricercato e contempo­ raneo con arredi indonesia­ ni che si armonizzano per­ fettamente con il castello e i paesaggi maremmani. Un hotel pluri­premiato e una cucina eccezionale. Vicarello è consigliato a coloro che amano la natura, gli ottimi vini, i prodotti genuini, la privacy, l?assenza di inquina­ mento luminoso e acustico. DA VENERIO Indirizzo: Piazza Rosa Tiberi G. Carducci, 18 ? Castel del Piano (Gr) Un albergo storico, dall?at­ Amiata che o?re scene sug­ gestive e indimenticabili soprattutto durante il calare e il sorgere del sole. DOVE MANGIARE mosfera accogliente, dotato di un discreto ristorante e di una SPA nel centro di Castel del Piano, alle pendici del Monte Amiata. Con quasi 60 anni di esperienza al servizio della clientela, la struttura, recentemente rinnovata, si compone di 45 ampie came­ re, ben arredate e dotate di tutti i moderni confort, per un soggiorno in pieno relax. Nel ristorante che dispone di circa 300 coperti, è possi­ bile degustare i piatti tipici della tradizione amiatina, dalla scottiglia all?arrosto, accompagnati dal sapore deciso di un buon vino Mon­ tecucco. L?ambiente è adat­ to ad ospitare gruppi orga­ nizzati ed è specializzato in cerimonie e banchetti. AGRITURISMO PIAN PERUGINO Indirizzo: Località Pian Peru? gino, 28 ? Arcidosso (Gr) Una struttura dove soggior­ nare all?insegna della tran­ quillità circondati da un pae­ saggio incantevole. Ubicato in una posizione di campa­ gna, a meno di 2 km dal cen­ tro storico di Arcidosso, l?A­ griturismo Pian Perugino vanta una produzione pro­ pria di latte e o?re una pisci­ na all?aperto, un giardino con barbecue e apparta­ menti in stile rustico. Il panorama che circonda l?a­ rea è quello del Monte AL CIUMACA DI BIANCHINI CLAUDIO Indirizzo: via di Centro, 10 ? Bagnoli frazione di Arcidos? so (Gr) Vendita di generi alimentari tipici con possibilità di degu­ stazione. Il locale o?re una saletta interna al piano superiore dove poter consumare a sedere taglieri accompagna­ ti da ottimo vino locale. IL BARILOTTO Indirizzo: via Carolina, 24 ? Santa Fiora (Gr) Il più antico ristorante situa­ to nel centro storico di San­ ta Fiora, bellissimo borgo del Monte Amiata. Locale caratteristico che o?re tagna che lo circonda, con 90 coperti a?acciati su un grande camino in pietra e una zona dehors per le cene d?estate. Il Ristorante Aiuole o?re agli amanti della cuci­ na toscana il meglio della tradizione amiatina, come gnocchi di ricotta e patate di montagna, zuppa di funghi con nove qualità locali, fagianella ai marroni, la ?padellata? (una scottiglia con interiora, schienali e midolli), formaggi pecorini dal Monte Labro. Fiore all?occhiello, anche una car­ ta dei vini che seleziona le migliori produzioni di Bru­ nello, Morellino e Monte­ cucco. La stuttura è anche albergo delineandosi come location ideale per tutti coloro che dopo una cena prelibata preferiscono il riposo e il relax. PRODOTTI TIPICI anche un?appendice esterna dove consumare pasti nel periodo estivo. Cibi della tradizione maremmano­ amiatina con varianti origi­ nali che ne arricchiscono i sapori. Pasta fatta in casa, carne prelibata e solo il meglio dei prodotti locali, tra i plus da non perdere. RISTORANTE AIUOLE Località Aiole ? Arcidosso (Gr) Un ambiente rustico, ispira­ to alla semplicità della mon­ CAFFETTERIA CORSINI Indirizzo: Piazza Giuseppe Garibaldi, 2 ? Castel del Pia? no (Gr) Il posto giusto dove fare colazione. Prodotti di pastic­ ceria di produzione artigia­ nale e tanto altro ancora. CHOCOCAFÈ Indirizzo: Viale Davide Laz? zaretti, 114 ? Arcidosso (Gr) Vi si può degustare, in un ambiente caldo e accoglien­ te, ottimo ca?è o cioccolato, orzo o tisane. O?re idee regalo particolari e ra?na­ te. PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI TURISMO La Maremma in vetrina con gli itinerari virtuali del gusto griffati Artex Una vetrina per tutte le aziende del territorio e la creazione di percorsi pensati per incentivare il turismo enogastronomico di vicinato. Questo il senso di ?Artour-Itinerari del gusto di Grosseto e la Maremma?, il progetto di Artex-Centro per l?artigianato artistico e tradizionale della Toscana realizzato in collaborazione con il Comune e la Provincia di Grosseto Il progetto Un giro virtuale tra i campi di zafferano o gli allevamenti di chiocciole, tra gli oliveti e i birrifici, scoprire laboratori caseari e itinerari nuovi grazie ai grani antichi. Un modo nuovo per conoscere i produttori e le loro realtà, con la speranza di andarci presto di persona. Nell?attesa, ci pensa ?Artour-Itinerari del gusto di Grosseto e la Maremma?, il progetto di Artex-Centro per l?artigianato artistico e tradizionale della Toscana realizzato in collaborazione con il Comune e la Provincia di Grosseto e con il supporto di Conad: una vetrina virtuale prima e successivamente degli itinerari costruiti partendo proprio dalle imprese del terri- torio e dalle sue eccellenze, legandole alle attrazioni culturali e turistiche. Uno strumento di promozione adattato alle restrizioni dettate dall?emergenza sanitaria, per valorizzare le eccellenze locali e incoraggiare un turismo enogastronomico di vicinato. Tutte le aziende avranno una vetrina sul portale www.italiantasteexperience.it, con la loro scheda e quella dei prodotti. Si procederà poi con una promozione coordinata sui vari canali. C?è il mirto dell?Isola del Giglio, l?alga spirulina, la lavanda e il biscotto salato di Roccalbegna. E poi, olio, formaggi, cereali, salumi, birra artigianale e vino, solo per citarne alcuni. Potranno partecipare tutte le Giovanni Lamioni 74 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 aziende del territorio e l?opportunità è assolutamente gratuita. Tutti i percorsi saranno successivamente pubblicati sulla piattaforma www.toscana.artour.it e saranno promossi attraverso web e social. La presentazione Il progetto è stato presentato ad inizio dicembre all?Istituto Alberghiero Leopoldo II di Lorena di Grosseto, dove per l?occasione si è tenuto un coocking show dello chef Moreno Cardone del ristorante ?L?uva e il malto? di Grosseto, utilizzando alcuni dei prodotti delle 34 aziende fin qui coinvolte. Piatti costruiti al momento utilizzando la ricotta Angela Saba, le zucchine tonde della fattoria Le Spighe, la bottarga dei pescatori di Orbetello e il biscotto salato del Panificio libero. Ad aiutare lo chef, anche gli studenti dell?istituto alberghiero. ?È un lavoro bellissimo e inusuale, perché abbiamo cercato di collegare i vari prodotti in una fusione unica?, ha detto lo chef. I commenti ?Il momento ? ha detto il presidente Artex, Giovanni Lamioni ? rende necessario cambiare strategia, rimboccarsi le maniche e non mollare. I canali di promozione tradizionali sono ovviamente saltati, ma ora più che mai è necessario avviare una strategia capillare per sostenere le imprese del nostro territorio che a causa delle chiusure di molte attività sono in crisi. Il progetto PRIMO PIANO ? VIVI ? 75 VIVI ???? Uno strumento di promozione adattato alle restrizioni dettate dall?emergenza sanitaria, per valorizzare le eccellenze locali e incoraggiare un turismo enogastronomico di vicinato degli itinerari virtuali nasce per costruire una domanda nuova, indirizzata a un turismo di vicinato che accanto all?enogastronomia valorizzi le ricchezze culturali e paesaggistiche di Grosseto e la Maremma?. ?Accogliamo con estremo piacere l?iniziativa di Artex, che riteniamo essere ? hanno confermato il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vice sindaco, Luca Agresti ? una proposta estremamente valida per accompagnare lo sviluppo del nostro territorio, soprattutto in questo periodo di grande difficoltà. Artour rappresenta un cambio di prospettiva interessante, un valore aggiunto a sostegno delle nostre eccellenze enogastronomiche che costituisco- 76 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 no un vero e proprio tesoro su cui costruire nuovi percorsi per dare nuova linfa vitale al turismo del territorio?. ?Siamo felici di essere stati coinvolti in questo progetto ? ha detto la preside dell?Istituto Alberghiero Leopoldo II di Lorena, Cinzia Machetti ? un?occasione importante per i nostri studenti che hanno avuto l?occasione di lavorare a contatto con professionisti e conoscere i prodotti eccezionali della nostra terra, per imparare a valorizzarli al meglio?. ?Conad Grosseto sostiene, con azioni continue e sempre nuove, le attività agroalimentari della provincia ? spiega Paolo degli Innocenti, presidente e socio di Clodia Commerciale srl, proprietaria dei negozi Conad di Grosseto ? anche le più piccole, che non avrebbero altrimenti la possibilità di essere visibili. Siamo impegnati ormai da tempo in prima linea nella ricerca, tutela, valorizzazione e diffusione dei prodotti locali. Un?attività che facciamo con orgoglio perché fa parte della nostra mission. Ed è con questa finalità che abbiamo contribuito con piacere anche all?evento di Artex dedicato all?agroalimentare. Il legame di Conad Grosseto con il territorio e i suoi prodotti è talmente forte e consolidato da averlo reso esplicito in un libro, fresco di stampa, in cui sono raccolte le storie di 32 aziende della Maremma e dell?Amiata, che sono presenti con i loro prodotti negli scaffali dei 3 supermercati Conad di Grosseto?. Crisi, indagine Artex: ?Con la pandemia il 70% degli artigiani ha ridotto il fatturato del 60%? Rilevazione su un campione di imprese nel periodo giugno-settembre 2020: il 73,5% degli intervistati ha registrato un significativo calo degli ordini I l 90,2% delle aziende dell?artigianato artistico toscano ha registrato durante il lockdown una riduzione del fattura­ to. È quanto emerge da un?indagine, pre­ sentata nelle scorse settimane, realizzata da Artex­Centro per l?Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana in collabora­ zione con Fondazione Ricerca e Innovazio­ ne per la valutazione degli impatti della crisi sul settore dell?artigianato artistico e tradizionale toscano. Sono intervenuti Leonardo Marras, assessore all?Economia e al Turismo della Regione Toscana, Gio­ vanni Lamioni, presidente di Artex, Stefa­ no Micelli, Università Ca?Foscari di Vene­ zia e Sara Biagiotti, Responsabile Artistico e Tradizionale Cna Toscana L?indagine si è svolta da metà giugno fino metà settembre 2020 coinvolgendo oltre un centinaio di attività toscane. Per il 70% degli intervistati la riduzione del fatturato durante il lockdown è di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2019, per il 14% si attesta tra il 41% e il 60% del fatturato e per l?8% degli intervistati è tra il 21% e il 40%. Solo il 4% del campione dichiara di non aver avuto una significati­ va contrazione. Oltre al calo di fatturato, il 73,5% degli intervistati lamenta anche una riduzione degli ordini, il 59,8% il rinvio o la cancellazione di eventi programmati. Per quanto riguarda il rilancio del settore dell?artigianato artistico e tradizionale in Toscana, gli intervistati ritengono priorita­ ri gli investimenti e il supporto in apertura di nuovi mercati anche internazionali (56,9%), l?accesso a misure agevolative pubbliche (51%) e al credito (38,2%). ?La stragrande maggioranza delle nostre aziende ? commenta Giovanni Lamioni, presidente di Artex ? lamenta un calo del fatturato, che in certi casi è un vero e proprio crollo che ne mette a repen? taglio la sopravvivenza. La sfida del 2021 sarà quella di non lasciare indietro nessu? no, e cercare di superare il prima possibile la fase più acuta di questa crisi economi? ca. Per farlo, a mio avviso, sarà importan? te confidare anche negli strumenti digitali per cercare nuovi mercati di sbocco dei nostri prodotti e mettere in campo cam? pagne di marketing puntuali ed e?caci?. Per Luca Giusti, presidente Confarti­ gianato Imprese Toscana ?l?enorme per? centuale delle aziende che hanno subito drastiche riduzioni di fatturato sta a indi? care come sia indispensabile fare sinergia con tutti gli organismi istituzionali, asso? ciativi e di qualunque appartenenza per mettere in campo azioni di supporto snelle e di facile accesso per la difesa del tessuto economico?. ?I dati di questa ricerca confermano, purtroppo, quanto stiamo dicendo ormai da mesi ? commenta presidente di CNA Toscana, Luca Tonini ? la situazione del? l?artigianato è drammatica e necessita di azioni coraggiose che siano di supporto per la difesa delle nostre eccellenze. Bene lo sviluppo di piattaforme digitali, soprat? tutto per la promozione e l?apertura a nuovi mercati, ma occorre puntare anche sullo sviluppo della formazione e su una sinergia con le istituzioni. A tal proposito stiamo lavorando sul territorio per la crea? zione di uno spazio condiviso, una ?casa? per l?artigianato, che possa rappresentare un?occasione di visibilità e promozione del meglio dell?artigianato locale?. ?Il quadro tracciato dall?indagine di Artex ci mette di fronte ad una situazione molto complessa ? commenta Leonardo Marras, assessore regionale alle Attività produttive ? che da una parte non ci stu? pisce, perché l?intera economia è in ginoc? chio e io stesso mi confronto ogni giorno con imprenditori un po? di tutti i settori in estrema di?coltà, dall?altra ci impone di guardare alla ripresa sia pensando a nuovi possibili strumenti da mettere a disposi? zione delle imprese, sia presidiando le scelte governative sugli indennizzi?. PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ENOLOGIA Doc Maremma Toscana e Docg Morellino di Scansano protagoniste a maggio a Firenze DI REDAZIONE È maggio il mese scelto per le Anteprime di Toscana ? di scena dal 14 al 21 a Firenze ? che vedranno la presentazione delle nuove annate da parte dei Consorzi di Tutela delle principali denominazioni di origine della regione. L?annuncio da parte della vicepresidente ed assessore all?agricoltura Stefania Saccardi con il sostegno di AVITO, l?associazione che riunisce i Consorzi di Tutela dei Vini Toscani DOCG/DOC/IGT N uove date per le Anteprime di Toscana che dal 14 al 21 maggio 2021 vedranno il susseguirsi delle presentazioni ? da parte dei Consorzi di Tutela delle principali denominazioni di origine della regione ? delle nuove annate. Lo ha annunciato la vicepresidente e assessore all?agricoltura Stefania Saccardi con il sostegno dei Consorzi di Tutela dei Vini Toscani DOCG/DOC/IGT, riuniti nell?associa- 78 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 zione AVITO. Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana conferma fin da subito, e per il settimo anno consecutivo, la sua partecipazione a PrimAnteprima che si terrà nella giornata del 14 maggio e il Presidente del Consorzio ? Francesco Mazzei ? ribadisce l?importanza strategica di questa vetrina internazionale guardando con ottimismo alle nuove date. ?Dobbiamo vivere il cam- biamento come un?occasione per crescere e, perché no, migliorare?, spiega Mazzei che aggiunge: ?È importante dare alle Aziende un segnale concreto di fiducia fissando dei nuovi obiettivi e rassicurandole in merito alla realizzazione di quello che da sempre rappresenta un momento cruciale per tutto il vino toscano; l?ultima vendemmia, in Maremma Toscana, ha registrato un calo nella quantità ma promette davvero molto bene sulla qualità, in primavera avremo dei vini più pronti e i territori della Toscana saranno nel pieno del loro splendore per accogliere i giornalisti e gli addetti ai lavori?. Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della DOC con l?obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal discipli- nare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all?assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Oggi il Consorzio conta 282 aziende associate, di cui 95 aziende ?verticali? ? che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini ? per un totale di quasi 6 milioni di bottiglie prodotte all?anno. E tra i suoi obiettivi ha proprio quello di promuovere la qualità dei suoi vini; lo scorso anno è stato protagonista a Pri- mAnteprima con oltre 40 etichette di altrettante Aziende che hanno riscosso un grande interesse da parte del pubblico confermandosi sempre più come quella ?Toscana alternativa del vino? che va dai grandi vini Rossi, ormai consolidati nella cultura enologica internazionale, fino ai Vermentini che registrano una crescita esponenziale in quantità e qualità. Il Consorzio opera nell?intera provin- PRIMO PIANO ? VIVI ? 79 VIVI ???? Il presidente del Consorzio DOC Maremma Toscana, Francesco Mazzei: ?Essenziale per la nostra DOC, in continua crescita, essere presenti. In sinergia con la Regione Toscana e gli altri Consorzi di Tutela abbiamo optato per un periodo dell?anno strategico per accogliere gli ospiti provenienti da tutto il mondo? cia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l?Argentario fino all?isola del Giglio. La DOC Maremma Toscana Doc è ad oggi la terza più grande Doc in Toscana per superficie vitata rivendicata dietro solo a Chianti e Chianti Classico. Territorio incontaminato, sostenibilità e proposta ampia di prodotti sono i plus della Denominazione che è ancora giovane e ha una potenzialità di crescita molto importante anche in termine di volumi. Ad oggi si punta quindi in generale su obiettivi di crescita quantitativa e qualitativa del prodotto. Anche il Consorzio Tutela Morellino di Scansano conferma la partecipazione con l?Anteprima Morellino che si terrà nella giornata di sabato 15 maggio. 80 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Francesco Mazzei ?La programmazione delle Anteprime in queste nuove date ? commenta Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio ? è un segnale importante e di auspicio alla ripresa dell?intero comparto vinicolo. Ci auguriamo che possa essere un?occasione per ripartire dopo un periodo complesso, uniti agli altri Consorzi e in sinergia con la Regione Toscana?. Un evento atteso per la stampa e per gli operatori del settore, che potranno degustare il 15 maggio le nuove annate del Morellino di Scansano. ?La 2020 ? conclude Guicciardini Calamai ? è stata una vendemmia che ci ha regalato grandi soddisfazioni dal punto di vista qualitativo, anche se con quantità ridotte rispetto all?anno precedente. Siamo molto orgogliosi di esser parte di questo circuito, auspicando una sempre maggiore sinergia e forza del sistema Toscana?. La Denominazione e il Consorzio Tutela Morellino di Scansano. Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano ha ormai da tempo festeggiato i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007. Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato. Sarà la Doc Maremma Toscana ad utilizzare, per prima tra le Dop toscane, le tipologie bivarietali in etichetta Via libera dall?Unione Europea alla commercializzazione, nella stessa UE e nei Paesi Terzi, dei vini ottenuti con le modifiche del disciplinare. Presidente Mazzei: ?Per la Denominazione si presentano nuove interessanti opportunità di crescita, in Italia e all?estero, a livello sia qualitativo sia quantitativo? I l Consorzio Tutela Vini della Marem­ ma Toscana annuncia il semaforo verde da parte dell?Unione Europea: con la pubblicazione sulla Gazzetta U?­ ciale dell?UE (n. C 437 del 18 dicembre 2020) si è concluso il percorso comuni­ tario per l?approvazione delle modifi­ che al disciplinare della Denominazio­ ne; da ora sarà possibile commercializ­ zare in tutta Europa e nei Paesi Terzi i vini prodotti con le modifiche approva­ te dal Ministero in Agosto. Si conclude così un iter, molto lungo in cui il Con­ sorzio ha lavorato intensamente con le Istituzioni, iniziato nel 2016 con l?ap­ provazione delle modifiche da parte dell?Assemblea dei Soci. Soddisfatto ovviamente Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tute­ la Vini della Maremma Toscana, che così sottolinea l?importanza strategica di queste modifiche. ?Saremo i primi in Toscana, in un vino DOP ? puntualizza Mazzei ?, ad avere la possibilità di uti? lizzare in etichetta l?indicazione di due varietà (tipologie Bivarietali), molto richiesta soprattutto su mercati come USA, UK e Nord Europa; questo è un passo che ci consente di giocare d?anti? cipo adattandoci al meglio alle nuove esigenze di mercato per aumentarne gli sbocchi commerciali, consolidando, al contempo, gli attuali trend di crescita e rimarcando l?aspetto qualitativo della produzione?. Si amplia il raggio d?azio­ ne della DOC Maremma che rappre­ senta una Toscana del vino di certo ancora giovane ma con grandi poten­ zialità: ?Con la modifica della base ampelografica e con l?inserimento della Riserva ? conclude Mazzei ? si vanno sicuramente ad aprire nuove prospetti? ve commerciali per tante aziende?. Il spiega che ?Giungiamo alla fine di un percorso non semplice ? aggiunge il direttore del Consorzio, Luca Pollini ? ma su cui pun? tavamo tantissimo. Con la modifica degli uvaggi per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco e l?inserimento della menzione Riserva per entrambe le tipologie andiamo ad innalzare il livello qualitativo e possiamo presentare dei vini che rispecchiano meglio il territorio e ci rendono più competitivi anche sui mercati UE e dei Paesi Terzi?. Riassumendo le modifiche più rile­ vanti del disciplinare, oltre alla novità delle tipologie Bivarietali in etichetta, sono: per la produzione della tipologia Rosso potranno essere utilizzate, da sole o congiuntamente e per un mini­ mo del 60%, Sangiovese, Cabernet Sau­ vignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah e Ciliegiolo; per la produzione del tipo Bianco, accanto a Vermentino e Treb­ biano toscano, sarà possibile utilizzare anche il Viognier da solo o congiunta­ mente alle altre due varietà, per alme­ no il 60%; la Menzione Riserva per la tipologia Bianco prevede un invecchia­ mento non inferiore a 12 mesi, per il Rosso invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno 6 mesi in reci­ pienti di legno. Buone prospettive di incremento quindi per la Denominazione che, anche in questo 2020, vede conferma­ to il trend di crescita dell?imbottigliato andando controcorrente rispetto a tan­ te altre DOP Toscane. PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI NATURA Gli Uccelli del Parco Regionale della Maremma Sono ben 295 le specie rinvenute e descritte all?interno del volume ?Gli uccelli del Parco Regionale della Maremma?, pubblicato come supplemento monografico della gloriosa Rivista italiana di Ornitologia e frutto di un intenso lavoro che ha coinvolto ornitologi e birdwatchers del Gruppo Ornitologico Maremmano (GOM) DI ANDREA BAZZINI 82 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Foto Ilario Uvelli Falco Pescatore I l Parco Regionale della Maremma è un?area protetta di quasi 9.000 ettari, situata nella parte centrale della provincia di Grosseto e considerata d?importanza internazionale per la conservazione della biodiversità. Gli habitat che vanno dalla foce del fiume Ombrone ai Monti dell?Uccellina includono infatti sei siti facenti parte della Rete Natura 2000 dell?Unione Europea, classificati come ZSC ? Zona Speciale di Conservazione (Direttiva ?Habitat? 92/43/CE) e/o ZPS ? Zone di Protezione Speciale (Direttiva ?Uccelli? 2009/147/CE). Nel 2013 l?area ?Palude della Trappola ? Foce dell?Ombrone? (536 ha) è stata designata come zona umida d?importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, mentre BirdLife International ha individuato nel territorio del Parco e in una porzione a mare una Important Bird Area (?Monti dell?Uccellina, Stagni della Trappola e Bocca d?Ombrone?). L?eterogeneità ambientale è uno dei caratteri distintivi del Parco Regionale della Maremma, essendo presenti al suo interno numerose tipologie di ecosistemi (pinete, dune e rilievi costieri, aree umide, ambienti agricoli) che ospitano una fauna ricca e variegata, di particolare interesse ornitologico. Sono infatti ben 295 le specie rinvenute e descritte all?interno del volume ?Gli uccelli del Parco Regionale della Maremma?, pubblicato come supplemento monografico della gloriosa Rivista italiana di Ornitologia e frutto di un intenso lavoro che ha coinvolto ornitologi e birdwatchers del Gruppo Ornitologico Maremmano (GOM). ?È un progetto editoriale che mi ha impegnato due anni ? precisa Pietro Giovacchini, funzionario Naturalista del settore Tutela della Natura e del Mare della Regione Toscana, curatore dell?opera ? e che ha visto il coinvolgimento anche del Centro Ornitologico Toscano, dell?Ente Parco Regionale della Pettegola Avocetta Mestolone PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 VIVI ???? Pietro Giovacchini, funzionario Naturalista del settore Tutela della Natura e del Mare della Regione Toscana, curatore dell?opera: ?Le specie ornitiche rilevate nel Parco costituiscono il 62% di quelle segnalate in Toscana e oltre la metà di quelle note in Italia con un?incidenza di quelle nidificanti certe o probabili pari a 84? Maremma, della Tenuta Torre Trappola e dell?Ente Terre Regionali Toscane. Per la raccolta dei dati ci siamo avvalsi anche delle mailing list EBN-Italia e ornitho.it?. Con una raccolta bibliografica che parte dal 1975, anno d?istituzione dell?area protetta, che nel 1992 ha ricevuto il Diploma Europeo (riconfermato vent?anni dopo) per i meriti conseguiti inerenti la sua gestione. ?Le specie ornitiche rilevate nel Parco costituiscono il 62% di quelle segnalate in Toscana e oltre la metà di quelle note in Italia ? continua Giovacchini ? con un?incidenza di quelle nidificanti certe o probabili pari a 84?. Elevato anche il numero (88) di specie d?interesse comunitario in pericolo d?estinzione compresi nell?Allegato I della Direttiva ?Uccelli?, mentre quelle classificate SPEC 1-3 ?Species of European Conservation Concern? come a maggior rischio dall?Unione Europea sono 33. L?area del Parco con le zone umide ?Bocca d?Ombrone? e ?La Trappola? è inoltre un importante sito di svernamento per numerosi uccelli acquatici tra cui Parco della Maremma 84 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Nido di Falco Pescatore Oca selvatica, Fischione, Alzavola, Codone, Mestolone e Canapiglia. Di particolare interesse anche la presenza di limicoli come la Pettegola, il Totano moro, il Piviere dorato, l?Avocetta, la Spatola e il Piovanello pancianera. Tra le specie ?carismatiche? non si può non citare il Falco pescatore, oggetto a partire dal 2006 di un progetto d?introduzione conclusosi con successo. Dal 2015 nel Parco si è anche creata una piccola garzaia di Airone cenerino. ?Purtroppo nei primi anni del 2000 ? continua l?ornitologo ? abbiamo dovuto rilevare l?estinzione di specie nidificanti come il Corvo imperiale e il Pendolino mentre rimane critico lo stato di conservazione del Fratino, inserito nella categoria ?In Pericolo? nell?ultima Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia; per contro abbiamo riscontrato un aumento dei contingenti di Oche selvatiche e Gru, nonché un incremento delle popolazioni dei rapaci diurni?. Non mancano neanche visitatori ?occasionali? come la Casarca, il Quattrocchi e la Moretta grigia, mentre entro un miglio dalla costa sono di recente acquisizione uccelli marini come la Sula e la Strolaga mezzana. Un patrimonio di biodiversità immenso quello degli Uccelli del Parco della Maremma, fatto di forme, colori, canti e comportamenti tutti diversi. Da continuare a tutelare con cura: ?Nei prossimi anni ? conclude Giovacchini ? contiamo di proseguire i programmi di monitoraggio in corso, sperando di poter attivare nuove attività di studio e ricerca anche promuovendo interventi di conservazione attiva tra i soggetti gestori dei Siti Natura 2000?. Un augurio da sposare in pieno. Andrea Bazzini (Torino, 1977). Laureato in Scienze Agrarie presso l?Università di Torino, ha conseguito un Master in Gestione delle Aree Naturali Protette presso l?Università di Siena. Nel 2008 ha partecipato al corso di giornalismo ambientale ?Laura Conti? organizzato dalla rivista La Nuova Ecologia ed è stato collaboratore del settimanale d?informazione ?Il Canavese?. Agronomo e giornalista freelance, è attivista WWF e appassionato faunista. SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Talamonaccio, la montagna sacra che ha restituito il mitico ?Frontone? È un affaccio incredibile, pieno di storia, quello che si può godere dal colle di Talamonaccio, sede dell?antica «Telamòn», nei pressi di Fonteblanda (Orbetello) sulla cui sommità nel IV secolo a.C. fu edificato il tempio etrusco dedicato al dio Tinia, andato distrutto da un incendio intorno al 100 a.C., impreziosito da un pregiato Frontone? DI DARIO CASTRIOTA I l semicerchio perfetto di Poggio Talamonaccio sbarra il passo alla via Aurelia, che per evitarlo curva bruscamente verso destra. Il viaggiatore che da Albinia percorre la consolare in direzione di Grosseto non può fare a meno di notare la grande cupola naturale che precede il bivio per l?antica «Fonte Branda», oggi Fonteblanda. Scrive Otto W. von Vacano (Gli Etruschi a Talamone, Cappelli, 1985): «Che 86 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 ci si avvicini al Talamonaccio da sud o da nord, uguale è l?impressione di imponenza che esso dà, staccandosi dall?ambiente circostante. A chi cammini di notte sulla spiaggia, provenendo dalla foce dell?Albegna, esso si presenta come una grande cupola scura sotto il cielo scintillante di stelle. Dal colle sembra salire in cielo l?Orsa Maggiore: un vero monte sacro». Come racconta Sebastiano Lambardi (Memorie sul Montargentario ed alcune altre sui paesi prossimi, Tofani, 1866), qui sorgeva Talamone prima che i Senesi, all?inizio del Trecento, decidessero di ricostruire la città dall?altra parte della baia: «Questa città giaceva non dove l?attuale Telamone si trova, ma sul colle dell?odierno Telamonaccio. Sotto di Telamone scorreva l?Osa. Restano le ruine di un ponte a quattro archi rovesciati nell?alveo, e le reliquie della via Nella foto una veduta dal colle di Talamonaccio (Orbetello) come accade oggi a chi, visitando Terracina, alzi lo sguardo verso le imponenti rovine del tempio romano di Giove Anxur. Fabio Detti (La Valle d?Albegna. Formazione ed evoluzione dei paesaggi storici, Laurum, 1998) avanza un?ipotesi molto plausibile sull?origine del nome Talamonaccio: «La toponomastica della Maremma, con le sue denominazioni spregiative (Banditaccia, Castellaccio, Roccaccia) o dal significato sinistro (Macchia Buia, Botro dell?Inferno, Fosso Strozzavolpe), risente della malaria e del brigantaggio». La collina ? anticamente chiamata «Marta» ? è alta poco più di 100 metri e chiude ad est il golfo di Talamone, affiancando da un lato la località di Bengodi e dall?altro la foce dell?Osa. Dalla sommità del colle lo sguardo spazia dall?Argentario all?Isola del Giglio, raggiungendo Montecristo e arrivando, nelle giornate più limpide, fino alla Corsica. Talamone e Talamonaccio, come annota von Vacano, «sembrano due bastioni posti a difesa dell?accesso alla baia» e infatti, per secoli, le fortificazioni costruite sui due promontori svolgono esattamente questo ruolo. Dopo l?Unità d?Italia, la posizione strategica del colle di Talamonaccio non sfugge ai difensori del territorio nazionale, che decidono di costruirvi una for- tezza. Il luogo è ricco di reperti del periodo etrusco, ma questo non frena i militari, che nel 1887 avviano i lavori. Scrive ancora von Vacano: «Il promontorio celava antichità etrusche veramente preziose. Ciononostante esso divenne prerogativa non degli archeologi, ma del Genio militare. Dal 1887 al 1892 la cima venne trasformata con grande impiego di mezzi in un fortilizio costiero. In seguito il colle, fino alla fine della seconda guerra mondiale, fu in gran parte zona militare interdetta all?ingresso del privato e alla ricerca degli archeologi». I lavori portano alla luce l?antica «Telamòn». Strade, case, fontane, tombe, perfino una doppia cinta muraria. Tutto viene impietosamente demolito per far posto al nuovo forte, che pochi decenni dopo, quando la zona verrà privatizzata, si trasformerà in un centro residenziale. Durante gli stessi scavi viene ritrovata anche una singolare raccolta di oggetti in miniatura, intagliati nel bronzo e lavorati a sbalzo. I modellini raffigurano armi, scudi e attrezzi agricoli e misurano solo pochi centimetri, suscitando interrogativi tra gli archeologi. C?è chi pensa a una serie di ex voto e chi al passatempo di un antico collezionista, ma l?enigma potrebbe forse avere una soluzione più semplice: non avevano giocattoli, i Le rovine del tempio Aurelia che attaccano al ponte». Nel IV secolo a.C. il tempio etrusco dedicato al dio Tinia dominava la costa. Costruito sulla sommità del colle, rappresentava un punto di riferimento irrinunciabile per i navigatori che provenivano da sud. Fatte le dovute proporzioni (le dimensioni dei due templi sono molto diverse, così come le altezze dei rilievi su cui sorgono), la visione del santuario doveva impressionare i viaggiatori PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 87 SCOPRI ???? Le fondamento del tempio furono individuate nel 1892, anno in cui a poca distanza, nascoste in una cisterna, gli studiosi trovarono numerose sculture in terracotta, ovvero i frammenti del celebre «Frontone di Talamone». bambini etruschi? Nel 1892 vengono individuate le fondamenta del tempio, che risulta distrutto da un incendio intorno al 100 a.C. A poca distanza, nascoste in una cisterna, gli studiosi trovano numerose sculture in terracotta. Sono i frammenti del celebre «Frontone di Talamone». I motivi di questa anomala collocazione delle opere d?arte restano avvolti dal mistero. Gli Etruschi nascondono le sculture per evitare che finiscano nelle mani sbagliate? Non bisogna dimenticare che l?Etruria, a partire dal III secolo a.C., subisce le drammatiche conseguenze della cosiddetta «romanizzazione». La guerra tra Mario e Silla, inoltre, devasta il territorio di Talamone e ? secondo alcune fonti ? il conflitto tra i Nella foto il Frontone di Talamone 88 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 Nella foto la cisterna dove sono stati ritrovati i frammenti del Frontone di Talamone due capi militari romani potrebbe essere all?origine dell?incendio del tempio. Forse, curvo tra le macerie ancora fumanti del tempio, un orgoglioso cittadino di «Telamòn» ha raccolto uno ad uno i frammenti delle sculture sacre, nascondendoli poi nella cisterna per evitare che gli invasori se ne appropriassero. Non sapremo mai come sono andate davvero le cose. In ogni caso, i frammenti equivalgono a un gigantesco puzzle che gli archeologi riescono a ricomporre, risalendo alla spettacolare decorazione frontale del tempio. Le sculture del «Frontone di Talamone», in origine caratterizzate da vivaci colori, erano inclinate in avanti per consentire allo spettatore, situato più in bas- so, di seguire agevolmente la «narrazione». Il tema è costituito dal mito greco dei «Sette contro Tebe» e la storia è quella proposta da Euripide nelle Fenicie: Edipo sposa sua madre ignorandone l?identità; dal matrimonio nascono quattro figli, due maschi (Eteocle e Polinice) e due femmine (Antigone e Ismene); quando scopre chi è davvero sua moglie, Edipo si acceca per la disperazione e maledice i suoi figli, predicendo loro che moriranno l?uno per mano dell?altro. Questi, per tentare di sfuggire alla maledizione paterna, evitano di entrare in conflitto e si accordano per regnare su Tebe ad anni alterni, ma il patto non dura a lungo. Ben presto, infatti, Eteocle si rifiuta di lasciare il trono e Polinice, con l?aiuto di sei compagni, attacca la città. È la marcia dei «Sette contro Tebe». La maledizione a questo punto si avvera. I due fratelli si uccidono a vicenda e il frontone «fotografa» con estrema precisione il momento: al centro della composizione, cieco e inginocchiato, Edipo alza disperatamente le braccia al cielo. I suoi figli, poco distanti, si sono appena uccisi l?un l?altro. Sul colle di Talamonaccio è stato ritrovato anche un piccolo frammento di argilla che non raggiunge i 10 centimetri di altezza e raffigura un «atlante», ovvero una figura maschile intenta a sostenere un?architrave (la corrispondente figura femminile prende il nome di «cariatide»). Può essere interessante notare che il nome latino di questo tipo di figure, come scrive Vitruvio, è «telamones»? SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu Il corsaro Barbarossa e quella oscura distruzione dell?archivio comunale di Grosseto È una vicenda poco nota, sfuggita ai più grandi storiografi del tempo, ma a quanto pare, realmente avvenuta in anni lontani. Parliamo della distruzione dell?archivio comunale di Grosseto da parte del pirata Horuc detto il Barbarossa durante una delle sue incursioni nel Tirreno centrale nell?anno domini 1544 DI GUALTIERO DELLA MONACA M artedì 30 gennaio 1934, nella pagina dedicata alla provincia di Grosseto, il quotidiano livornese Il Telegrafo dedicava un curioso articolo ad una vicenda poco nota. Nella prima metà del XVI secolo il pirata Horuc detto il Barbarossa, durante una delle sue incursioni nel Tirreno centrale, sarebbe approdato sulle coste maremmane... Qui, messosi alla testa dei suoi uomini, marciò su Grosseto (?) si recò al palazzo della comunità e chiese una forte somma di denaro. Gli fu rifiutata ed egli appiccò il fuoco al palazzo. L?archivio ivi situato andò quasi interamente distrutto. Il pezzo, senza firma, curato evidentemente dalla Redazione grossetana del giornale, precisava: ?esistono nell?archivio attuale due volumi antichi; nel primo di essi trovasi la seguente memoria: ?Inventario de? libri de? Capitani stati di Grosseto et annessi, cioè civili et criminali e filze di ciascheduno del 1544, salvati doppo l?incendio del Barbarossa?. E nel secondo leggesi: ?Fassi fede da me notaro pubblico senese et al presente cancelliere della comunità di Grosseto, come a libri pubblici della suddetta cancelleria et esistenti nel pubblico archivio e ne più antichi d?essa, perché si ha per tradizione che i libri avanti all?in più notati fossero bru- 90 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 ciati da Barbarossa corsaro?. A supporto di quanto sostenuto, aggiungeva: ?il fatto dell?incendio è confermato dalla quasi assoluto mancanza di carte anteriori al sec. XVI e dalle tracce di fuoco che si notano in alcuni libri ancora esistenti. Pur essendomi interessato più volte alle vicende dei pirati e corsari barbareschi e alle loro scorribande nel Mar Tirreno, l?episodio mi era del tutto sconosciuto, e la sua veridicità non mi convinceva. A rendermi perplesso era la relazione dell?incendio con Aruj ? ovvero Horuc, come viene chiamato nell?articolo ? il quale morì nel 1518, ovvero ben prima del fatto narrato dall?anonimo estensore del pezzo, il quale pur non indicando una data, sottintende che l?incursione del Barbarossa si fosse verificata nel 1544, o appena prima. Anche la possibilità di uno scambio di persona (ovvero che il Barbarossa in questione non fosse Horuc, bensì il più famoso Khayr ed-Din, suo fratello minore, al quale ?trasmise? il soprannome) mi pareva improbabile, dal momento che in nessuna fonte storica viene riportata una incursione a Grosseto dell?Ammiraglio del Sultano e dei suoi Barbareschi. Tuttavia, mi resi pre- sto conto che quella della confusione tra i due Barbarossa poteva costituire la chiave per cercare di risolvere il ?mistero?. Sappiamo che nella primavera del 1543 il re di Francia Francesco I, deciso a rinnovare l?empia alleanza stipulata qualche anno prima con il Sultano di Costantinopoli, convocò a Marsiglia Khayr ed-Din per una missione diplomatica in veste di ambasciatore di Solimano il Magnifico. Il Barbarossa accolse l?invito e si mise in navigazione alla testa di oltre 110 navi con a bordo 14.000 soldati turchi e una quarantina di fuste in avanguardia (piccole galere sottili e veloci, con 18-22 remi per lato, armate di 10 piccoli pezzi d?artiglieria e forti di circa 50 uomini d?arme ciascuna) agli ordini del fidato luogotenente Nizzám. Durante il viaggio verso i porti francesi il Barbarossa assalì Reggio Calabria e rapì la figlia diciottenne del governatore spagnolo della città, costringendola a diventare sua sposa in cambio della vita dei genitori di lei. Giunto nel medio Tirreno inviò Nizzám con le sue fuste a saccheggiare le coste maremmane, provvedendo ad inviare le prede razziate nelle sue basi in Barberia. Nella primavera dell?anno successi- La bella Marsilia Khayr ed-Din Haruj Barbarossa vo, terminata la ?missione diplomatica?, Khayr ed-Din fece ritorno a Costantinopoli e, navigando verso sud lungo la Penisola italiana, compì saccheggi e razzie a danno delle isole e dei centri costieri. Mentre sul viaggio di andata le notizie sono piuttosto scarse e frammentarie ? soprattutto riguardo alle coste maremmane ?, quelle relative al ritorno sono molto dettagliate. Fanno riferimento, in modo particolare, a L?Itineraire de Jérôme Maurand d?Antibes à Costantinoples (1544), pubblicato a Parigi nel 1901 con la traduzione dall?italiano al francese a cura di Léon Dorez, dove, tuttavia, non si fa alcun accenno all?episodio che qui interessa. Eppure, nel V, VI e VII capitolo, si parla diffusamente dei movimenti della flotta turca in Maremma e dei cruenti attacchi sferrati contro Talamone, Porto Ercole e l?Isola del Giglio, della devastante incursione a Montiano e del fallito tentativo di prendere Orbetello. La città di Grosseto non viene mai nominata dal Maurand; solo il curatore la cita in alcune note a piè di pagina al fine di chiarire al lettore la posizione geografica delle varie località, situate nelle province de Grosseto. Non mi rimaneva quindi che iniziare un?indagine storico-archivistica per cercare di capire come fossero andate le cose. Innanzitutto ho voluto verificare di persona l?esistenza dei due volumi antichi citati nell?articolo del 1934. Ci sono davvero. Grazie alla professionalità e competenza dell?archivista responsabile della sala studio dell?Ar- chivio di Stato di Grosseto trovarli è stato facile. Il primo inventario analitico del materiale documentario relativo al Comune di Grosseto risale al 5 maggio 1626 e si deve al cancelliere Pompeo Cerratti da Montalcino, il quale ne fece due copie segnate Comune di Grosseto, 900 e Comune di Grosseto, 901. Il Cerratti, per primo, parlò di un incendio attribuendolo al Barbarossa: 1626. Capitani di Grosseto. Inventario de? libri de? Capitani stati di Grosseto et annessi, cioè civili et criminali e filze di ciascheduno. In prima del 1544, salvati doppo l?incendio di Barbarossa, cioè: 1544 messer Adriano Pieri podestà; 1545 messer Austino di Paulo Ghezzi? In seguito, verso la fine del ?700, nel corso dell?opera di riorganizzazione e PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 91 SCOPRI ???? Le prove in un manoscritto di Agostino Barbini, personaggio di rilievo nel panorama culturale maremmano di fine ?800 e autore di diversi scritti a carattere archeologico e storico-letterario, dal titolo ?Una escursione barbaresca in Maremma. Leggenda del Secolo XVI?, che fa un riferimento preciso all?episodio in questione, rivelando particolari fino a quel momento ? siamo nel 1875 ? sconosciuti inventariazione dell?archivio comunale eseguita dai cancellieri Francesco Anichini e Clemente Maria Fossi, si scoprì che nell?Indice dei soggetti stati Capitani di Giustizia nella città di Grosseto: anni di loro residenza, che va dal 1543 al 1767, sono indicati: Turchi Barbarossa per l?anno 1543 e il suddetto per l?anno 1544. A quel punto sono passato prima alla Biblioteca Chelliana, poi alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Lì ho scoperto come il riferimento all?incendio fosse stato ribadito agli inizi del ?900 da Antonio Cappelli in una nota a margine degli Spogli e Regesti delle pergamene già esistenti nell?Archivio comunale di Grosseto. Testualmente: I documenti che appartenevano alla Comunità di Grosseto così dei tempi più antichi, allorché la città si trovò sotto il reggimento dei Conti Aldobrandeschi, come de? primi anni del dominio senese, invano si cercherebbero nell?archivio del Comune. Tale mancanza è derivata da un incendio che nella prima metà del secolo XVI per opera del corsaro Ariadeno Barbarossa dette il guasto alla Residenza Comunale. E ancora: Varie pergamene che non furono distrutte nell?incendio dell?Archivio del Comune di Grosseto nella prima metà del secolo XVI e che non passarono ad altri Archivi, se non verso la fine del secolo XVIII, furono ordinate? Riguardo all?incendio, mentre il 92 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 Il Palazzo dei Priori con l?orologio e il campanile a vela, in una foto del 1875 (Alinari) Cappelli, come abbiamo visto, si limita a collocarlo nella prima metà del ?500, Ersilio Michel, nel suo L?Archivio Comunale di Grosseto del 1907, indica più precisamente l?anno 1543. Resta il fatto che nessuno storico italiano ha mai accennato all?incendio attribuito al Barbarossa; non hanno dato alcuna notizia in tal senso il Malavolti, il Pecci, il Giovio, il Gigli, il Repetti; lo stesso dicasi per i ?grossetani?, come l?Anichini, il canonico Magnani, il Becarelli, autori di dettagliate Memorie storiche della loro città. Lo stesso Raffaello Barabesi nella sua celeberrima Bibliografia della provincia di Grosseto, piuttosto vago su come e quando la spogliazione e la dispersione avvenisse, si limita ad affermare che le ragioni si devono senza dubbio ricercare nelle varie fortunose, e non anche ben note, vicende della città fin verso la metà del Cinquecento. Niente di niente, quindi. In mancanza di documenti, allo storico non rimane che avanzare ipotesi? Si fa comunemente risalire alla primavera del 1543 ? durante il viaggio di andata della flotta turco-barbaresca cui si accennava ? il rapimento della ?Bella Marsilia?, detta anche la ?Rossellana?, figlia di Nanni Marsili, signore di Collecchio, ad opera del Nizzám. Non è questa la sede per confutare o avvalorare la veridicità storica dell?episodio che portò la giovane a diventare la favorita del Sultano; lo prendo in considerazione solo per dire che, in fin dei conti, sono in molti a sostenere che uno sbarco sulla costa maremmana, tra Talamone e l?Ombrone, in quell?anno probabilmente avvenne davvero. Eppure, nessuno ipotizza che in quella occasione i Barbareschi si fossero spinti fino a Grosseto. Nessuno, tranne Agostino Barbini (1840-1902). Personaggio di rilievo nel panorama culturale maremmano di fine ?800 e autore di diversi scritti a carattere archeologico e storico-letterario, tra maggio e settembre 1873 il Barbini ricoprì il ruolo di commissario regio per l?amministrazione del Comune di Monte Argentario; fu regio ispettore dei monumenti e scavi della provincia di Grosseto, membro dell?Imperiale Istituto Germanico e dell?Istituto Araldico Italiano, nonché corrispondente del giornale Arte e storia di Firenze e del Bullettino dell?istituto di corrispondenza archeologica; fu inoltre segretario del Comune di Grosseto e bibliotecario conservatore della Chelliana dal settembre del 1873 fino all?anno della sua morte; nel 1874 redasse i cataloghi della Biblioteca e in seguito istituì una sezione speciale per le opere riguardanti la Maremma grossetana. Il Barbini, nel manoscritto Una escursione barbaresca in Maremma. Leggenda del Secolo XVI, fa un riferimento preciso all?episodio che stiamo Il viaggio di ritorno di Khayr ed-Din (1544) trattando, rivelando particolari fino a quel momento ? siamo nel 1875 ? sconosciuti. Racconta così lo sbarco dei pirati sul litorale maremmano: I turchi sbarcati in un numero infinito, ed avvertiti dell?esistenza di una Città [Grosseto] da lì poco lungi, da quell?Antonio che citai ciabattino vagabondo e da esso guidati, dopo di aver devastato le campagne dal mare a Grosseto, entrarono improvvisamente in quella Città ove depredarono le casse pubbliche e le private abitazioni, violarono fanciulle, donne e vergini consacrate a Dio, uccisero uomini e sgozzarono fanciulli, saccheggiarono tempi e palazzi fra cui il pubblico palazzo dei Priori del quale incendiarono proprio l?archivio ricco di documenti preziosi. (?) Ma quel triste di milanese che conducendo i turchi alla Città di cui essi forse ignoravano l?esistenza, causò tanto danno e perdite di tante anime ricevette ben presto il premio che si era meritato, dappoiché nel 18 febbraio dell?anno successivo [1544] fu per mano del Boia appeso ad una forca eretta nel luogo nel quale erano state fatte le prede ed i danni maggiori. Tutto Grosseto, tutta la Maremma accorse a vedere quella giustizia, questa volta almeno giusta davvero; e quando condotto dal carnefice sulla forca, ricevette la spinta fatale, una salva d?imprecazioni accompagnò l?anima maledetta di colui che era stato la causa unica e diretta per la quale tut- ti o quasi tutti coloro che assistevano alla di lui morte, avevano perduti figli o genitori, spese, parenti e averi. L?autore afferma che l?impiccagione del ciabattino milanese ebbe luogo a Grosseto in faccia al Palazzo dei Priori; palazzo che si trovava di fronte al Duomo, mentre le carceri, dove costui rimase rinchiuso per quasi un anno, erano nel Palazzo del Pretorio che formava il lato ovest della vicina Piazza Dante. Alla fine del racconto, per bocca del protagonista (un vecchio pastore che in una notte di tempesta racconta ad alcuni giovani soldati l?episodio accaduto tanti anni prima in cui lui aveva perduto moglie e figlia) il Barbini rivela il nome di colui che invase le nostre campagne e la Città nell?occasione su descritta; ?colui che capitanava la flotta turchesca che fu causa di tante sciagure alla Maremma nostra, ed a me in specie, il quale altri non era che il feroce corsaro Ariadeno Barbarossa. Va precisato che lo scritto del Barbini non ha valore storico; è solo un racconto che, come chiosa il sottotitolo, si rifà a una antica leggenda. Attenzione però: l?autore aveva una buona preparazione di carattere archivistico e bibliotecario ed è molto probabile che avesse consultato gli antichi registri grossetani, tanto è vero che in una nota a margine del manoscritto segnala l?Archivio Comunale di Grosseto come fonte storica per il suo racconto. Non era la prima volta che Agostino Barbini si cimentava in racconti ispirati a fatti realmente accaduti: aveva già scritto Gli assassini di Ton di Carlo e La famiglia Del Coco, pubblicati entrambi da L?Ombrone, il primo nel 1873, l?altro nel 1875; ha lasciato, inoltre, un altro manoscritto, datato 1876, dal titolo Una vendetta maremmana. Leggenda del XIII secolo, conservato, anche questo, presso la Biblioteca Chelliana di Grosseto. Ecco, tutto sommato, credo davvero che possa essere andata così. Il manoscritto di Agostino Barbini PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare Il Beato Tommaso da Firenze e quel legame con il convento francescano di Monte di Muro a Scarlino A pochi chilometri da Grosseto, presso Scarlino è possibile ancora visitare i ruderi del convento francescano di Monte di Muro. Questo convento fu molto importante perché vi abitò un personaggio degno di nota dell?Ordine Francescano, il Beato Tommaso da Firenze, detto anche da Scarlino DI EMILIANO EUSEPI V erso la metà del Trecento alcuni frati, detti ?fraticelli?, che si erano separati dall?Ordine Francescano trovarono rifugio presso Monte di Muro, nella chiesa di San Giovanni Battista presso Gavorrano e nel convento della Nave a Montorsaio (Campagnatico). Per molti anni furono tollerati dalla gerarchia ecclesiastica locale fino a quando nel 1420, fu inviato da Papa Martino V e da San Bernardino da Siena, questo giovane frate, laico di nome Tommaso Bellacci. Nativo di Firenze, Tommaso fu educato cristianamente dalla famiglia ma durante l?adolescenza si allontanò dai principi cristiani con cui era stato educato. Un nobile di Firenze, uomo quanto mai perverso, vide in Tommaso una persona con cui poter stringere un?amicizia per portarlo ancor di più su una cattiva strada e un giorno Tommaso si trovò, a causa di questo nobile, sotto una grave accusa e anche se era innocente, fu citato in tribunale. In questa 94 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 triste situazione egli pensò di ritornare dal suo amico per chiedere aiuto ma il suo amico rifiutò di aiutarlo e così Tommaso rimase solo. Ma la provvidenza mise sulla strada di Tommaso Angelo del Pace della Compagnia di San Girolamo, detta del Ceppo, i cui membri si adoperavano in opere di carità e nella preghiera e Tommaso iniziò a frequentare questa Compagnia, cambiando vita lentamente. Ascoltando, a Firenze, le prediche di Fra Giovanni da Stroncone, il nostro Tommaso decise di entrare tra i francescani di Fiesole dove fu accolto come fratello Laico e per sua umiltà non domandò mai di essere ordinato sacerdote. Inizialmente il suo passato aveva fatto venire dubbi sulla possibilità di accettarlo in convento, ma Tommaso dimostrò un cambiamento radicale e il suo stile di vita fu preso da esempio da tutti gli altri frati. Nel 1414, Giovanni da Stroncone lasciò la Toscana e si trasferì nel Regno di Napoli portandosi dietro Tommaso come aiutante per la fondazione di alcuni conventi e qualche anno dopo entrambi si trasferirono in Calabria e Giovanni affidò i conventi di quel territorio a Tommaso che si adoperò per alcuni anni a governare i francescani di quella regione. Nel 1420, Tommaso fu invitato a ritornare in Toscana da San Bernardino da Siena e ritornato in Toscana, Tommaso rimase sconvolto dalla situazione dell?Ordine Francescano che era minacciato dai ?fraticelli? eretici di Fra Dolcino e ne parlò a Papa Martino V che decise di inviarlo in Maremma per estirpare e cacciare questi eretici. Egli prese sul serio il compito che il Papa gli aveva affidato e cacciò i ?fraticelli? dalla Maremma e riformò e fondò conventi nel territorio grossetano e senese. Nel 1422 Tommaso fu nominato da San Bernardino Commissario Provinciale e con questo incarico Tommaso decise di trasformare il convento di Scarlino in un Noviziato, cioè in una Nella foto il Beato Tommaso in una statua conservata presso l?Oratorio di San Niccolò del Ceppo a Firenze PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 95 SCOPRI Nelle foto i ruderi del Convento di Monte di Muro a Scarlino ???? Nel 1422 Tommaso fu nominato da San Bernardino Commissario Provinciale e con questo incarico decise di trasformare il convento di Scarlino in un Noviziato, cioè in una casa di formazione per i giovani frati. Fu proprio per questo motivo che dal convento di Scarlino passarono moltissimi frati che sotto la guida attenta e premurosa di Tommaso diventarono veri modelli di Santità casa di formazione per i giovani frati. Fu proprio per questo motivo che dal convento di Scarlino passarono moltissimi frati che sotto la guida attenta e premurosa di Tommaso diventarono veri modelli di Santità. Tra i molti che sono passati da Monte di Muro ricordiamo il Beato Domenico da Campi. Nato all?inizi del XV secolo, vestì l?abito francescano a Scarlino e fu ?un religioso di grande austerità e penitenza osservò con esattezza tutte le quaresime di S. Francesco, nel tempo del quale non prese altro cibo che pane e assenzio; si applicò grandemente all?orazione, nella quale passava non solo le giornate intere ma anche quasi tutte le notte?. Non è noto per quanto tempo è stato a Scarlino ma sappiamo che nella sua vecchiezza ha dimorato presso il convento di San Salvatore a Firenze e lì morì il 10 Febbraio 1480. Interessante è anche la storia del Beato Girolamo della Stufa, fiorentino di nobili origini, sotto la guida di Tommaso giunse in breve tempo alla perfezione tanto che gli consigliò di studiare molto per prepararsi al sacerdozio anche se il desiderio di fra Girolamo era quello di rimanere laico, ma per obbedienza fece quello che gli aveva consigliato Tommaso. Dopo aver ricevuto Nella foto il saio del beato Tommaso da Firenze al San Francesco a Grosseto 96 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 l?ordinazione fu incoraggiato a proseguire gli studi per renderlo adatto alla predicazione e Girolamo con la preghiera più che con lo studio capì il vero modo di predicare e le biografie raccontano che le sue prediche facevano più frutti che le prediche dei religiosi più conosciuti in quel tempo. Le fonti che parlano del Beato Tommaso ci dicono che fu proprio San Bernardino a mandare a Tommaso i frati che avevano bisogno di un attenzione spirituale particolare e ci raccontano molti episodi sulla vita di Tommaso a Monte di Muro, tra cui le sue estasi nel bosco e l?obbedienza degli animali alle sue parole. Raccontano le antiche biografie che egli ?Stava sempre in continua meditazione nel tempo che faceva opere manuali e fu a lui familiare il dono della contemplazione e più volte dai suoi fratelli fu visto alzato col corpo da terra fino all?altezza degli alberi e una volta essendosi da religioso portato alla compagnia del ceppo fu visto che nel luogo dove stava usciva una grande luce da dietro la porta. I fratelli della compagnia si avvicinarono alla stanza e videro Tommaso tutto circondato da un chiaro splendore e alzato da terra davanti ad un?immagine di Gesù crocifisso?. Nel 1427 Tommaso si trasferì per un anno in Corsica sempre per combattere l?eresia di fra Dolcino, ma ritornato in Toscana egli abitò a Monte di Muro fino al 1439 quando Eugenio IV lo ???? Nel gennaio dello scorso anno alcune reliquie di Tommaso sono state portate a Grosseto e Scarlino in occasione della ?Settimana di Preghiera per l?Unità dei Cristiani? chiamò per affidargli una missione molto importante. Nel 1438 si aprì il Concilio di Ferrara-Firenze e gli storici ricordano che in questo importante evento della Chiesa vi fu un rilevante contributo degli ordini religiosi, in particolare quello francescano a cui il Papa affidò numerose missioni. In quel periodo, infatti, noi troviamo frati francescani in missione per conto del Papa un po? dappertutto: in Grecia, in Armenia e nelle città italiane per mantenere i popoli fedeli alla Dottrina Cattolica. Nel 1439 Eugenio IV decide di inviare in Medio Oriente il Beato Alberto da Sarteano insieme ad una delegazione di frati tra cui il nostro Tommaso. All?inizio del 1440 giunsero all?isola di Rodi e successivamente a Gerusalemme e continuarono il loro cammino fino al Cairo, dove il Sultano li accolse favorevolmente e li autorizzò a percorrere l?Egitto, la Palestina e la Siria con la condizione di non stringere relazioni con gli Etiopi. Fra Alberto cercò invece di arrivare in Etiopia ma si ammalò e ritornò a Firenze con una delegazione di alcuni sacerdoti orientali e affidò a Tommaso il compito di raggiungere l?Etiopia. Il Beato Tommaso partì con i suoi compagni senza pensare ai pericoli che lo potevano attendere e fu imprigionato più volte e per liberarlo dovette intervenire anche il Papa. Ritornato in Italia, Tommaso andò a visitare il convento di Scarlino e da lì si recò a Roma dove il Papa e i Cardinali lo accolsero con rispetto. Da Roma passò all?Aquila alla tomba di San Bernardino e fece visita a San Giovanni da Capestrano, all?epoca Vicario Generale dei francescani Osservanti che lo mandò al convento di Monte Piano in Abruzzo. In questo convento, Tommaso passò gli ultimi due anni della sua vita, ma il suo amore per l?oriente lo portò a tentare di chiedere nuovamente al Papa di ripartire per quelle terre. Durante il viaggio, arrivato a Rieti, si ammalò e morì il 31 Ottobre 1447 presso il Convento dei Francescani. Papa Clemente XIV ne approverà il culto come Beato nel 1771. Nel 2006 i resti mortali sono stati traslati nel santuario francescano di Fonte Colombo. Nel gennaio dello scorso anno alcune reliquie di Tommaso sono state portate a Grosseto e Scarlino in occasione della ?Settimana di Preghiera per l?Unità dei Cristiani? e il 31 ottobre le comunità di Scarlino e Scarlino Scalo hanno festeggiato per la prima volta la festa liturgica del Beato in preparazione all?anno 2021, quando si ricorderanno i 250 anni dalla sua Beatificazione con la speranza che questo importante frate francescano che ha vissuto nella nostra terra possa essere maggiormente conosciuto e venerato. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Oltre le tenebre?, con le parole di Maria Modesti e le immagini di Marco Nereo Rotelli Maria Modesti È ancora fresco di stampa ?Oltre le tenebre - Diario poetico di una pandemia? il libro della scrittrice Maria Modesti, impreziosito dalla riproduzione di alcuni collages dell?artista Marco Nereo Rotelli. Un testo quanto mai attuale edito dalla casa editrice Effigi di Arcidosso di cui presentiamo questa interpretazione critica a firma di Letizia Stammati insegnante di Italiano e Latino DI LETIZIA STAMMATI* ? Oltre le tenebre? è l?ultima, composita esperienza interiore di Maria Modesti, concepita all?ombra opprimente di una pandemia. Un ?diario poetico?, come l?autrice lo definisce, nel quale muove il suo sguardo sull?oggi con un realismo ansioso e 98 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 desolato, ma tenacemente proteso a catturare indizi di speranza ed a renderli fiducia condivisa. Questa è la chiave del discorso lirico che si caratterizza nei versi della Modesti e che percorre molte sue raccolte: la ?tenebra? si estende metaforicamente a rappresentare il dolore e l?inumanità, ma non è assoluta né eterna; esiste un ?oltre? faticoso a raggiungersi che deve, per amore, per giustizia, per pietà costituire la meta comune e che può, per amore, per giustizia, per pietà diventare casa comune? Un ?oltre? immanente, quindi, come superamento consapevole del male nel tempo che ci è dato, è quanto definisce a poco a poco la prospettiva umanissima della scrittrice, lontana dalla tentazione di rifugiare il proprio sentire al centro di un tormento esclusivo e solipsistico, ma saldamente congiunto nel desiderio a quello degli altri, ?vittime innocenti? mentre il silenzio è un/ sudario bianco sulle cose-/ nel deserto di ognuno/ che lotta e spera/ giorno dopo giorno,/ finché una luce, quella dell?amore/ non vincerà le tenebre,/ bruciando come un fuoco/ sacrale sulla nostra fragilità?. In ?Oltre le tenebre? l?elaborazione poetica si struttura mediante impressio- ni, non isolate nel proprio vigore essenziale, ma strettamente connesse tra loro e sciolte in una distensione rappresentativa che lentamente diviene storia, la fragile, profondissima storia di un momento fondamentale per l?anima. Usciamo così dagli orientamenti, pur suggestivi, di un ermetismo molto impostato sulla propria, indiscutibile originalità, che torna spesso a fare tendenza nella poesia contemporanea; ma valichiamo anche, sotto il patronato di una sensibilità diversamente sofferente, ?abbagliata?, aspra l?evoluzione che ha innervato i ritmi creativi di tanti autori del Novecento, fra i quali è inevitabile citare Mario Luzi, a cui Maria Modesti è stata legata da affetto rispettoso e grato. La loro vicinanza, consolidata da un ideale confronto intorno alle nuove inquietudini sorte negli ultimi decenni del secolo scorso e affacciate sulle vicende del Terzo Millennio, è la stessa che abbraccia le coscienze e incide in maniera penetrante il messaggio di Un collage di Marco Nereo Rotelli innumerevoli artisti, benché con esiti diversi. Eppure l?orizzonte della nostra poetessa resta, più che in altri, improntato alla realtà, caratterizzato da una adesione propositiva al significato dell?esistenza, che cerca sì barlumi di provvidenzialità, ma che non fugge verso l?evanescenza di un mistero inteso quale unico approdo capace di consolazione. Se il grande Mario Luzi, nella propria continua ricerca di verifiche, attraversa con i suoi interrogativi la storia e la proietta poi in una dimensione ulteriore, collocandola infine all?interno di uno scenario cosmico, dove la drammatica vanità di un mondo incoerente, tragico trova la sua ragione e la sua compiutezza, le riflessioni che balenano in ?Oltre le tenebre?, senz?altro avvolte da una forte tensione spirituale, non trascurano la cura di mantenersi legate al ?quia?, di credere in una palingenesi terrena. Un simile intento entra in evidenza fin dalla prima lettura del testo, ordito con visioni concrete, che diventano paradigmi di una sofferenza fisica, devastante anche per l?anima. Assai pregnante è allora l?emergere della figura di Cristo ritratto nel proprio patimento a simbolo di ciascun essere vivente: la sua carne martoriata e il suo sangue costituiscono l?emblema più espressivo di un momento disperato. E certo quando l?angoscia insidia le forze, prostra la volontà istintivo è il gesto ?di una mano/ tesa verso l?alto,/ ai confini dell?eterno?, ma ciò non significa annullarsi totalmente nell?attesa di una grazia trascendente, rinunciando al compito di conquistare la propria resurrezione. Sono tutte note di una testimonianza costruita su giorni oscuri, in cui il racconto assume talvolta le cadenze di una invocazione, che a tratti si fa preghiera; qui fiorisce la parola ?sacralità?, che fornisce di un senso alto il sacrificio collettivo e che contemporaneamente vuole affermare il merito del nostro procedere ad ogni costo, per ritrovare la luce. Il riscatto non è perciò impossibile e ne danno avvertimento anche i tenui e appena sagomati quadri di natura, nell? ?aria trasparente/ di vento...?, che si schiudono tra le cifre dolenti dell?affanno quotidiano e che appaiono parabola della salvezza. Completano e impreziosiscono il diario di Maria Modesti, perfettamente integrate con il suo svolgimento, le tavole realizzate da Marco Nereo Rotelli, artista contemporaneo da sempre inteso a realizzare una interessante sinergia fra immagine e parola. I collages da lui eseguiti nascono nel medesimo contesto che ha informato i pensieri della poetessa, guidando anche noi, con una impostazione alternativa, nel mezzo della ?tempesta?, da cui è stata contaminata e stravolta l?intera visione del mondo. Le foglie raccolte in giardino, mentre la pandemia costringe ad un isolamento senza scampo, sollecitano composizioni espansive che oltrepassano le soglie del silenzio: deposte come spoglie del creato su cartoncini neri, si animano subito di talento evocativo, grazie alle parole che le ricamano di significati e con le quali assumono la densità di forme nuove. Parole e tracce di uno spazio addormentato nella tristezza, che racchiudono insieme il carico della vita e della morte, ma che danno spessore all?importanza dell?impegno personale e dei vincoli tra gli uomini. L?impostazione complessiva della pregevole pubblicazione appare, nella sua intensità, quasi perseverante esercizio di speranza, che sembra donarle una sorta di valore salvifico; per questo Maria Modesti ne ha voluto fare omaggio a Papa Francesco, a nome del quale il 30 giugno ha risposto dalla Segreteria di Stato Monsignor Roberto Cona, con una lettera di riconoscenza e vicinanza spirituale. Anche il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del ?Pontificium Consilium de cultura?, ha inviato all?autrice un messaggio di ringraziamento da estendere al Maestro Marco Nereo Rotelli, con l?augurio affettuoso per un ?ancora lungo e sereno itinerario di impegno professionale e sociale?. *Insegnante di Italiano e Latino Maria Modesti e Marco Nereo Rotelli Maria Modesti Nata a Manciano (Grosseto) nel 1947, ha al suo attivo numerose pubblica­ zioni di poesie, saggi e testi narrativi e teatrali, tra le quali la raccolta Nel silenzio (1995, segnalato al Premio Montale 1996); Su uno spartito (2003, premio Circe Sabaudia 2004); Praga: un sogno, una città (2004, incisione di Pietro Paolo Tarasco); Zakynthos (2007); Corpus (2010); Preannunci e marine (2012); La bellezza selvaggia ? I agricì piszilìa, trad. di Salvino Nucera (2015). Il saggio Finzione e realtà nel teatro di Mario Luzi (2005). l racconti L?Angelo (2006); Il sogno dell?upupa (2011); Silenzi d?arabesco (2016). Con Marco Nereo Rotelli ha realizzato progetti di Arte e Poesia alla Biennale di Venezia, a quella di Carrara e alla Poetry for Peace di Seoul. Marco Nereo Rotelli Artista contemporaneo che persegue una ricerca sulla luce e la parola poe­ tica, ricerca che gli è valsa la parteci­ pazione ad otto edizioni della Bienna­ le di Venezia. I collages per le poesie di Maria Modesti sono stati realizzati durante il periodo di isolamento Covid, raccogliendo alcune foglie nel giardino di casa, cercando in e con esse uno spazio per la parola. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 99 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Libero Pensiero? in un libro gli acrostici di Piero Meini (in arte Poemini Rei) Si intitola ?Libero Pensiero? ed è un libro di Piero Meini (in arte Poemini Rei), contenente poesie in forma di ?acrostici? scritti nell?intervallo Inverno - Primavera 2020, periodo del coronavirus... DI CORRADO BARONTINI È stato presentato a Grosseto, nella sede della Pro Loco, nell?autunno scorso il libro ?Libero Pensiero? di Piero Meini (in arte Poemini Rei), pubblicato dall?editore LAURUM di Pitigliano. Prima che tornassero le restrizioni dovute alla pandemia del Covid 19, si è potuto realizzare una iniziativa pubblica per un volume in versi che, guarda caso, parla proprio del periodo del lockdown (cioè del periodo di isolamento primaverile a cui siamo stati costretti per far fronte alla pandemia e che purtroppo stiamo ancora rivivendo). L?autore afferma in una sua nota che ?le poesie di questo volume sono ?acrostici? scritti nell?intervallo Inverno Primavera 2020, periodo del coronavi- Piero Meini (in arte Poemini Rei) 100 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 rus...? sono dunque argomento di grande attualità. Il volume è stato presentato dal giornalista Giancarlo Capecchi, che ha firmato l?introduzione con un proprio scritto. Alla presentazione, oltre l?autore, hanno preso parte Mauro Chechi (cantastorie e autore di ballate), il musicista Dino Simone, che ha cantato la sua ?Samba du scujonamentu? (brano scritto durante il periodo della pandemia e che ha raggiunto migliaia di condivisioni, arrivando anche su ?Striscia la notizia?); Roberto Occhipinti e Corrado Barontini hanno letto alcuni testi del libro. È intervenuta anche l?artista Dominga Tammone che ha illustrato la copertina con un ritratto dell?autore. ?Tecnicamente i versi derivano dalle lettere iniziali di ognuno di loro, lette verticalmente...? scrive Giancarlo Capecchi nella sua introduzione, ed aggiunge: ?Come leggerli? Come una poesia: sono il linguaggio del sentimento, dello stato d?animo, degli affetti familiari, della sensibilità del poeta ma anche l?espressione della sua vena satirica, politica, creativa, della sua vivacità, della sua riconoscenza, della sua appartenenza ad una terra, come la Maremma e il suo pensiero, che ha ispirato decine di acrostici?. L?iniziativa, caldeggiata dall?Associazione Maremma Cultura Popolare, è stata realizzata con il contributo di Grappe Nannoni che, con Priscilla Occhipinti, continua a dimostrare particolare vicinanza alle tradizioni popolari della Maremma. Un acrostico pubblicato nel libro è intitolato: E pure una corona... E pure una corona gl?hanno messo, Per essere più bello... più attraente Un re... che mette noi sotto processo Regista dei destini della gente! Edipo figlio della Cina? adesso Untore, in un mondo che è impotente. Nato per sbaglio... o un vero successo? Anche quel dubbio... mette nella mente! Che fare... lo domandi al tuo dottore: Oh proprio niente... lavati le mani Rimani chiuso in casa... e ?un fa? l?amore Ora i contatti avuti co? altri umani Nei giorni addietro... dillo? per favore Aspetta e spera... finirà... domani! SCOPRI AZIENDE AL TOP | Storie di imprese e di imprenditori di Maremma Chimica Edile Group, una multinazionale ?familiare? con quarant?anni di storia È un bel traguardo quello che centra quest?anno Chimica Edile leader mondiale della malta espansiva. L?azienda di Castiglione della Pescaia con stabilimenti attivi in Brasile e Argentina, un ufficio commerciale in apertura negli Stati Uniti entro pochi mesi (pandemia permettendo), nel 2021 compie quarant?anni di attività... DI CRISTINA CHERUBINI I nnovazione, sostenibilità economica e sociale, ricerca e sviluppo, ed un?elevata riconoscibilità sul mercato nazionale e globale. Questi i plus di Chimica Edile Group, una delle realtà più interessanti del territorio maremmano, localizzata nel comune di Castiglione della Pescaia, ove da sempre ha stabilito la propria sede legale in Italia, che nel 2021 festeggia 40 anni di operatività e di successi all?interno del mercato mondiale nel settore delle malte espansive pe demolizione e degli additivi speciali per malte e CLS. Lucia Pasquini 102 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 Un?azienda familiare Solitamente quando si pensa ad un organismo societario è facile immaginare un soggetto commerciale che opera in completa autonomia e con una sorta di anima asettica e completamente disumanizzata, ma questo non è sicuramente il caso di Chimica Edile srl. «Mi piace pensare a Chimica Edile come una società a carattere familiare ? racconta Lucia Pasquini General Manager di Chimica Edile Italia ?. Tutto è partito, infatti, da Rossano Vannetti, da una sua geniale intuizione, successivamente implementata grazie al ruolo di diversi attori, tra cui le istituzioni universitarie e l?impegno profuso da dipendenti che nel corso del tempo hanno contribuito alla formazione di una grande famiglia». Una storia di successo «?Dietro ogni impresa di successo c?è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa?. Questa è la citazione di P.Drunker ? evidenzia ancora Lucia Pasquini ? con la quale mi piace sempre introdurre la storia di Chimica Edile, perché in fondo la nostra, in particolare quella di Rossano Vannetti, progressiva e crescente costituzione di ciò che oggi rappresenta Chimica Edile nel settore di riferimento, non è stata altro che una decisione coraggiosa». L?avventura inizia nel 1968, quando appunto Rossano Vannetti, costituisce una società di vendita al dettaglio e ingrosso di materiali edili, riuscendo grazie alla sua preparazione e alla sua professionalità a divenire un vero e proprio punto di riferimento per gli attori che facevano parte del settore delle costruzioni e dell?edilizia in genere. Il vero punto di forza di Vannetti è stato in realtà la sua fame di conoscenza, la costante ricerca di nuove soluzioni innovative, per poter non solo andare passivamente incontro al mercato, ma per sorprenderlo, attraverso la creazione di prodotti all?avanguardia, in linea con una politica di sostenibilità ambientale oltre che sociale Il grande spirito innovativo e le capacità di Vannetti, conducono la sua società a divenire uno dei maggiori magazzini edili della Toscana, fino al momento in cui la continua ricerca, in particolare sulla calce, lo porta a far nascere il suo vero tesoro. Nel 1981 Rossano Vannetti costituisce infatti Chimica Edile srl, una società che in 40 anni di attività è riuscita ad espandere il proprio raggio di azione ben oltre i confini nazionali, attraverso la creazione di sinergie tra realtà inter- Nelle foto sede e staff di Chimica Edile a Castiglione della Pescaia Riccardo Vannetti PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 103 SCOPRI ???? Una multinazionale a dimensione familiare che nel tempo ha saputo costruirsi e mantenere una posizione da leader internazionale nei propri mercati di riferimento, quelli dei prodotti a base di calce e derivati connesse e complementari, allineando la preziosa attività di ricerca e sviluppo di nuove idee e prodotti, con la possibilità di usufruire di luoghi nel mondo ove la produzione delle materie prime fosse più efficiente ed efficace, creando così un gruppo societario fatto di realtà diverse, ma tutte comunque in linea con i valori ed i principi caratterizzanti l?animus originale di Chimica Edile. «Mi piace parlare di Rossano Vannetti come del deus ex machina ? racconta Lucia Pasquini ?. Quando pensiamo a Chimica Edile è impossibile non ricondurre ogni merito a lui, alla sua passione per il settore edile e per lo studio di nuove soluzioni innovative volte all?implementazione del valore intrinseco di questo comparto econo- 104 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 Nella foto il gruppo di dipendenti dello stabilimento Chimica Edile di Castiglione della Pescaia con Giovanni Mascagni (Confindustria Grosseto) mico». Un?azienda definibile ?hand made?, un prodotto creato dalla mente di Vannetti, che dal nulla è riuscito ad ideare una società di successo a livello mondiale, che si impegna da 40 anni nella valorizzazione del territorio in cui insiste, sia da un punto di vista di riconoscibilità sul mercato che sociale, contribuendo alla formazione e al mantenimento di numerosi posti di lavoro di alto livello. La crisi che il settore edile ha dovuto affrontare nella prima decade degli anni 2000, non ha risparmiato la società di Vannetti, che dopo l?apertura di 4 fabbriche, localizzate in Sud Africa, Brasile, Egitto, Argentina e un ufficio commerciale in Malesia, si è vista costretta a chiudere alcune sedi e puntare su nuove linee di prodotti. I prodotti di punta Nel 2011 Chimica Edile srl dopo aver chiuso gli stabilimenti in Sud Africa ed Egitto, a seguito del coronamento dei numerosi studi compiuti sul calcestruzzo, punta sulla realizzazione di moderni prodotti, ideati appositamente per far fronte alle nuove esigenze del settore edile, per l?efficientamento delle costruzioni soprattutto civili. I prodotti di punta dell?azienda sono quindi il risultato delle ricerche effettuate, in collaborazione anche con alcuni istituti universitari italiani ed esteri. Prima in linea temporale è venuta FRACT.AG, la malta espansiva, grazie alla quale Chimica Edile srl si è affermata come leader del settore nel mercato mondiale, in quanto tale materiale consente alle imprese costruttrici ed alle cave, di avere una più performante alternativa agli esplosivi per la demolizione ed il taglio di rocce e blocchi di pietra. La malta espansiva creata da Chimica Edile garantisce difatti una più elevata sicurezza per i lavoratori ed un rispetto maggiore per l?ambiente. L?altro prodotto nato dallo studio e dalla sperimentazione è invece il DRY D1 NG compensatore di ritiro per malte e CLS (utilizzato con grande successo nel settore dei pavimenti industriali); l?ultimo nato è nato il DRY M3 Plus un additivo avente il ruolo di compen- Nella foto un pavimento industriale jointless realizzato da Chimica Edile con il prodotto Dry D1 NG, con lastre di 1.600 m2 senza giunti di dilatazione e senza patologie; a fianco l?altro prodotto FRACT.AG in azione in una cava mentre opera il taglio di un blocco di pietra satore di ritiro per malte cementizie da ripristino strutturale. I punti di forza Il vero punto di forza di Chimica Edile risiede nella politica strategica adottata dall?organizzazione aziendale che l?ha portata negli anni ad attivare processi di implementazione di materiali eco friendly. Da segnalare sono poi l?adozione del codice etico interno e la ricerca costante di una sempre maggiore qualità della vita delle proprie risorse umane coinvolte direttamente ed indirettamente nell?organizzazione. Il tutto sempre mantenendo la completa trasparenza dei processi produttivi e decisionali interni ed esterni all?organizzazione. Un viaggio alla scoperta del mondo, ed una visione lungimirante: questo è ciò che ha dato vita alla storia di Chimica Edile. Rossano Vannetti, grazie alla sua innata voglia di creare nuovo valore, e nuove strategie di innovazione tecnologica all?interno del settore che più lo appassionava, è riuscito a forgiare un?entità fortemente dinamica, capace di affrontare le flessioni che il mercato a cui appartiene ha dovuto sopportare in questi anni, sapendosi affermare come leader a livello mondiale. Riconoscimenti e brevetti Numerosi sono stati i riconoscimenti e i premi ottenuti nel corso dei 40 anni di attività, tra cui nel 1990 il Premio Philip Morris per la Ricerca Scientifica e Tecnologica, il riconoscimento da parte di Egyptian Corps of Engineers nel 1994 a Rossano Vannetti; da menzionare anche l?invito che Riccardo Vannetti attuale CEO di Chimica Edile e il General Manager Lucia Pasquini hanno ricevuto a partecipare, in rappresentanza dell?Italia, al tavolo del G8 di Parigi nel 2008 per la responsabilità sociale d?impresa. Riccardo Vannetti fa parte del gruppo tecnico per l?elaborazione e revisione delle norme tecniche nazionali Brasiliane, sugli additivi per CLS e test di ritiro. Il Gruppo Chimica Edile inoltre possiede vari brevetti, oltre alla certificazione ISO 9001 ottenuta nel 1995 e porta avanti la sua mission secondo i principi etici e ambientali. Le sedi attuali Attualmente il Gruppo Chimica Edile vanta di tre sedi: quella italiana localizzata a Castiglione della Pescaia, ?Chimica Edile do Brasil?, avente vesti identiche alla madre italiana, e ?Chimica Edile Argentina? alla quale è affidata invece la produzione delle materie prime. Tra gli obiettivi futuri vi è sicuramente quello di realizzare un ufficio commerciale negli Stati Uniti e di continuare ad investire nella ricerca per contribuire ad un continuo sviluppo innovativo nel campo dell?edilizia e delle costruzioni. Il quarantennale I festeggiamenti per i 40 anni di attività sul mercato non saranno ovviamente possibili sotto forma conviviale, a causa delle norme imposte per il contrasto e il contenimento del contagio da COVID19, «ma ? come afferma Lucia Pasquini ? abbiamo comunque pensato di organizzare una reunion su una piattaforma di telecomunicazione audio-visiva digitale, in modo da poter brindare virtualmente con tutti i dipendenti e i collaboratori che contribuiscono al successo del Chimica Edile Group in tutto il mondo. Si collegheranno in video chiamata, lo stabilimento del Brasile e quello presente in Argentina», per dar vita ad un momento di condivisione, definito come una sorta di babilonia, dove si potranno osservare tante persone appartenenti a continenti differenti, parlare ? con la propria lingua ? di un comune risultato: il successo di Chimica Edile. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 105 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Il Frantoio Franci ancora nella ?Hall Of Fame? della Guida Flos Olei 2021 Ennesimo grande successo per il Frantoio Franci. L?azienda è ancora nella Hall of Fame della Guida Flos Olei 2021, la più importante Guida a livello mondiale, con il punteggio massimo di 100/100; prima e unica azienda toscana nella Hall Of Fame, un vanto per Montenero d?Orcia, per il Monte Amiata, la Maremma, la Val d?Orcia, per chi ama questo territorio e sente il dovere di valorizzarlo e proteggerlo Nella foto Giorgio Franci con il padre Ferdinando 106 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Nella foto il gruppo docenti SES Nella foto alcuni prodotti del Frantoio Franci. Qui a fianco il momento del ritiro del premio in una precedente edizione, da parte di Giorgio Franci; quest?anno a causa delle restrizioni Covid la cerimonia è rimandata a tempi migliori I l Frantoio Franci riceverà anche quest?anno il ?Bicchiere rosso?, riservato alle aziende nella ?Hall Of Fame? della Guida Flos Olei 2021, l?Oscar dell?eccellenza. La guida mondiale all?olio extravergine di oliva di qualità curata da Marco Oreggia, premia con questo riconoscimento chi nel tempo ha ricevuto premi di valore assoluto ? Azienda dell?Anno, Miglior Olio dell?Anno, Miglior Metodo Produttivo, Premio alla Qualità nel Tempo ? con la presenza costante nei ?The Best?, le 20 migliori aziende dell?anno secondo ?Flos Olei?. La ?Hall Of Fame? non è un traguardo scontato, è un gradino in più nell?eccellenza, infatti ne fanno parte solo sei aziende ? delle oltre 500 selezionate nel mondo ? alle quali è attribuito il punteggio di 100/100. Un riconoscimento che fa del Fran- toio Franci ? prima e unica azienda toscana nella Hall Of Fame ? un vanto per Montenero d?Orcia, per il Monte Amiata, la Maremma, la Val d?Orcia, per chi ama questo territorio e sente il dovere di valorizzarlo e proteggerlo. ?Siamo onorati ? spiega Giorgio Franci ? di veder ancora riconosciuto il valore del nostro lavoro con la conferma nella ?Hall of Fame?. Dopo i riconoscimenti individuali ottenuti nel tempo, la conferma di questo risultato premia la continuità, non certifica il lavoro di un anno, la qualità di un olio, ma il sistema operativo nel suo complesso, la qualità dell?approccio globale al nostro lavoro, tutti i giorni, di ognuno di noi?. ?Parliamo di ?sistema operativo? ? continua Giorgio Franci ? linguaggio che il tempo ci ha fatto collegare alle macchine e ai computer, ma che a noi piace unire alla complessità naturale e umana della nostra ?macchina?, fatta dalle persone che lavorano con noi in campagna, in ufficio, in frantoio, che perseguono l?eccellenza in ogni azione, nel rigore, nella cura dei dettagli, spinte da grande passione, tutti i giorni?. ?Le cure agronomiche portate avanti da anni si stanno rivelando un vero e proprio investimento a lungo termine orientato in modo sostenibile all?ambiente e allo stesso tempo al terreno oggi ricco di nutrienti, vivo e fertile. Riteniamo di fondamentale importanza mantenere vivo il suolo, per questo preferiamo il letame al chimico e PRIMO PIANO ? GUSTA ? 107 GUSTA quando necessario, le tecniche di difesa bio per dare un contributo importante all?ambiente. La chiave per la sostenibilità, secondo la nostra esperienza, è applicare un modello di produzione e consumo che implica riutilizzo e riciclo dei materiali e prodotti esistenti, il più a lungo possibile. Queste cure, unite ad un attento monitoraggio, favoriscono il benessere della pianta nel lungo periodo?. Parlando di oliveti toscani, viene spontaneo chiedersi com?è l?olio Raccolta 2020. ?Per noi si è rivelata una delle migliori raccolte di sempre, le rese basse sono compensate da profili qualitativi di estrema eleganza e complessità, l?andamento climatico ha dato un grande contributo offrendo condizioni ottimali e favorendo lo sviluppo sano delle olive?. Ma guardare avanti per la famiglia Franci è uno stile di vita e c?è un?altra bella novità: il nuovo logo aziendale, che trae dal passato la forza per affrontare il futuro. ?Chiunque abbia visitato il Frantoio avrà sicuramente impressa la sala dedicata alle degustazioni, in classico stile toscano e che un tempo era un vecchio fienile, con una lunga parete a mattoncini molto caratteristica. Mi trovavo qui, al termine di una sessione d?assaggio quando, accompagnato in sottofondo dal rumore delle macchine al piano di sotto, mi sono trovato con lo sguardo immerso in questa parete di mattoni, a pensare. Questa parete è qui da sempre, eppure solamente adesso mi accorgo di come l?incastro dei mattoni sia una texture, un ripetersi di ?F?. Una lettera da sempre ricorrente per noi: Famiglia Franci, Fondatori Franco e Fernando Franci (mio zio e mio babbo), Frantoio Franci. Ho sentito quindi di dover esprimere tutto questo in un nuovo logo che sintetizzasse tutto questo: due ?F? che si abbracciano, s?incastrano e formano un mattone, per raccontare come dalla stabilità della nostra Famiglia sia potuto nascere ciò che oggi siamo?. Il Frantoio Franci si trova a: Montenero d?Orcia, Via A. Grandi 5 (Gr). Per info: +39 0564 954000 info@frantoiofranci.it - www.frantoiofranci.it 108 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 WINE & FOOD NEWS UN NUOVO IMPIANTO DI IMBOTTIGLIAMENTO ALL?AVANGUARDIA PER I VIGNAIOLI DEL MORELLINO DI SCANSANO In un anno il 2020 in cui fare qualsiasi tipo di programma sembrava impensabile, i Vignaioli del Morellino di Scansano non hanno smesso di pensare al futuro e hanno messo in azione un nuovo impianto di imbottigliamento nel segno dell?efficienza e della sostenibilità ambientale. L?impianto è il frutto di un investimento di 3,2 milioni di euro, grazie anche al contributo della Regione Toscana. ?Abbiamo deciso di procedere con questo investimento anche in un anno così complesso ? ha commentato il presidente della cantina Benedetto Grechi ? perché sono convinto che investire in un periodo così difficile sia ancora più importante?. La nuova linea di produzione è strutturata intorno a un impianto di imbottigliamento monoblocco costituito da più macchine ? sciacquatrice, riempitrice, tappatrice (per tappo raso o stelvin, pensando quindi anche all?export), capsulatrice ed etichettatrice ? che rendono quasi completamente automatico l?intero processo, dal prelievo del vino dai vinificatori, fino al confezionamento. Grazie anche alla forma a U della linea di imbottigliamento, lo stesso operatore che carica i pallet con le bottiglie vuote a inizio linea può controllare quelli di prodotto confezionato che escono a fine linea. I vantaggi di questo investimento sono molteplici, in termini di efficienza, sostenibilità e salubrità dell?ambiente. Aumenta innanzitutto la velocità ? si potranno imbottigliare fino a 7.000 bottiglie all?ora ? ma si riduce al tempo stesso il consumo di acqua e di energia. I motori braceless utilizzati in questi macchinari permettono infatti un consumo più efficiente dell?energia, e l?acqua viene invece recuperata e scaricata solo a fine ciclo ottenendo una sensibile riduzione della carbon footprint. Cosa non meno importante, gli stessi motori, rispetto agli altri usati nel settore per l?imbottigliamento, riescono a ridurre i rumori, garantendo ai dipendenti la possibilità di lavorare in condizioni sempre migliori. ?Il nuovo impianto ? ha aggiunto Benedetto Grechi ? è un vero gioiello della tecnologia. È un investimento che mi rende ancora più orgoglioso di essere il presidente di una cantina cooperativa che sa essere al passo coi tempi e puntare davvero in alto. Ne abbiamo avuto conferma anche di recente, rientrando tra le migliori 10 cantine cooperative d?Italia, secondo la stampa tedesca, o grazie alle recensioni lusinghiere che sono arrivate quest?anno anche da esperti del calibro di James Suckling?. VINOUS PREMIA LE NUOVE ANNATE DEI VINI DI ROCCA DI FRASSINELLO ?Sono rimasto profondamente colpito dai vini di Rocca di Frassinello degustati Il Monteverro 2017 nella top ten dei 100 migliori vini scelti da Gentleman 2021 Il Rosso di punta della cantina gioiello di Capalbio al quinto posto ex equo della super classifica realizzata dall?incrocio delle sei più autorevoli guide italiane quest?anno. Baffonero 2017, il Merlot portabandiera della cantina, si è rivelato davvero superbo in occasione di diversi assaggi. Soprattutto considerando le sfide affrontate in vigna durante la stagione?. A parlare è Antonio Galloni, fondatore di Vinous, nonché uno dei critici enologici più indipendenti e influenti al mondo, che ha premiato i vini rossi di Rocca di Frassinello con ottimi punteggi. ?Anche le annate 2018 degli altri vini sono coerenti su tutta la linea? sottolinea Galloni. Parole di apprezzamento, dunque, per la gamma completa dei rossi di Rocca di Frassinello. Si parte dal 96/100 attribuito da Galloni a Baffonero 2017, il vino di punta della cantina 100% Merlot, che non esita a definire ?favoloso?. ?L?annata 2017 ? spiega il critico americano ? bilancia potenza, setosità e profondità con un mare di eleganza?. Ottimo punteggio anche per l?annata 2018 del Rocca di Frassinello, le Grand Vin della cantina che ottiene 94/100. Definito ?un vino coraggioso e insolito?, per Galloni la nuova annata è ?decisamente grintosa?. Conquista, invece, 93/100 Ornello 2018 che per il critico si conferma, ancora una volta, ?uno dei vini più intriganti della gamma 2018 grazie al carattere da meditazione che ne contraddistingue la personalità?. Un punteggio di 92/100 va, infine, a Le Sughere di Frassinello 2018, definito ?un vino aromatico e aggraziato? mentre ottiene 90/100 il Poggio alla Guardia 2018, vino di ingresso di Rocca di Frassinello giudicato ?morbido, succoso e facile da bere?. Info: www.roccadifrassinello.it U n vero premier grand cru maremmano, ottenuto dai vitigni bordolesi classici ? Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot ? ma con l?inconfondibile carattere dell?autentica maremma. Qui affonda le sue radici il Monteverro 2017, un rosso ambiziosoche prende vita da vigneti dolcemente adagiati su quella nota ai più come la Costa d?Argento. Le uve provengono esclusivamente dagli appezzamenti migliori delle nostre colline, sul versante che digrada dolcemente verso il mare, il vino affina circa 24 mesi in barrique dei migliori tonnelier e quindi due anni in bottiglia. Sfoggia un?intensità e una complessità incomparabili e al contempo denota una freschezza e un?eleganza di rara nobiltà, potenza e corpo ma tannini setosi e integrati con un lungo finale. Sarà stato proprio questo suo carattere deciso, ma raffinato ad aver conquistato le più importati guide dedicate al mondo del vino. La super classifica elaborata dalla rivista Gentleman, infatti, è stata ottenuta incrociando i rating delle edizioni 2021 di queste guide (Bibenda, Guida Essenziale ai Vini d?Italia di Daniele Cernilli, Vini d?Italia del Gambero Rosso, Vitae dell?Associazione Italiana Sommelier, I Vini di Veronelli e l?Annuario dei migliori vini italiani di Luca Maroni). Un quinto posto (condiviso ex equo con l?Aglianico del Vulture Superiore La Firma 2015) prestigioso che proietta il Monteverro 2017 tra il Gotha dei rossi più apprezzati dai wine criticitaliani e che conferma la Toscana terra vocata ai rossi con ben 31 piazzamenti su 100. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Cantina I Vini di Maremma, quando il futuro è... nelle proprie radici e tradizioni Un presente roseo che apre all?ottimismo verso il futuro. È la sintesi dell?attività della Cantina I vini di Maremma con sede in loc. Il Cristo a Marina di Grosseto. Una bella realtà con ben 67 anni di storia, che nell?ultimo periodo ha portato avanti un progetto di restyling della filosofia, dell?immagine e della comunicazione, con risultati importanti I l vino è storia ma soprattutto è cultura, capacità di rinnovarsi ed essere sempre attuali. La pensano così alla Cantina I Vini di Maremma che ha il proprio stabilimento 110 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 nella storica sede in località Il Cristo, a pochi chilometri da Grosseto, sulla strada che porta a Marina di Grosseto. Da quasi 70 anni la forza di quest?azienda risiede nel conservare e traman- dare il sapere e l?eredità dei primi soci produttori vinicoli, con la consapevolezza che il vero valore è dato proprio dalla storia e dai soci della Cantina, vera anima delle vigne e delle terre di Maremma. La storia Tutto ha inizio 12 maggio 1954, quando nasceva la Cantina I Vini di Maremma. Erano gli anni dell?Ente Maremma, che ha segnato in positivo lo sviluppo di questa terra; l?Ente assegnava a chi ne faceva richiesta i classici poderi con scala esterna (la casa al primo piano, la stalla al piano terra e piantagioni di olivi e vigna). Quei poderi oggi sono ville meravigliose. La Cantina I Vini di Maremma nasce in questo contesto, come risposta alle esigenze degli agricoltori; si struttura come cooperativa e permette ai soci di chiudere la filiera: riceve il prodotto conferito dal socio, lo trasforma e lo commercializza. La Cantina diviene ben presto un punto di riferimento importante e insostituibile essendosi dotata di una struttura efficiente, organizzata e di persone affiatate e fortemente motivate. Il primo presidente è Barsotti, seguito da Osvaldo Allegro che porta la Cantina al salto di qualità. Dopo Allegro, è il turno di Nello Landi e poi, dal 2018, quello di Massimo Tuccio, alla guida di una cooperativa che ha ormai raggiunto i 230 soci. È il momento di affrontare le sfide del terzo millennio: il modo di fare vigna è cambiato, la viticoltura si è specializzata ed il percorso evolutivo ha portato a trasformare il vino da tavola in vino doc; il mercato ha nuove esigenze, aspettative alte ed è divenuto estremamente concorrenziale. La nuova filosofia: attualizzare Il presidente Massimo Tuccio con l?intero consiglio di amministrazione e a cascata tutti i soci hanno raccolto la sfida dando nuova linfa anche mediatica ai 530 ettari vitati. Massimo Tuccio ci spiega il senso: ?Ci siamo dati il compito di riposizionare in modo corretto la Cantina I Vini di Maremma adottando un modo nuovo di operare, aprendo le porte della struttura ai soci e al territorio in tutte le sue funzioni?. Entrando nel dettaglio delle scelte adottate: ?abbiamo deciso di investire su di noi con l?innovazione dei processi produttivi, abbiamo valorizzato i soci e i dipendenti puntando a far crescere tutti dal punto di vista professionale?. Nello specifico: ?Abbiamo garantito ad ogni socio l?assistenza di un agronomo che lo segue nelle varie fasi di gestione del vigneto?. ?Abbiamo realizzato un Pif (Piano Integrato di Filiera), ovvero un progetto condiviso da quattro aziende volto a conseguire per le nostre aziende e i nostri prodotti la certificazione Equalitas (sostenibilità economica, agronomica e sociale), di fatto ottenuta nel 2018. Il processo di attualizzazione della Cantina sta procedendo, nonostante le difficoltà del momento, con nuovi investimenti sulla parte tec- PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA ???? Il presidente Massimo Tuccio con l?intero consiglio di amministrazione e a cascata tutti i soci hanno raccolto la sfida dando nuova linfa anche mediatica ai 530 ettari vitati nologica e strutturale della struttura?. Il nuovo logo e il rinnovato punto vendita Centrale in questo processo di attualizzazione è stato il restyling dell?immagine della Cantina. Il nuovo logo, in particolare, è molto interessante: pone al centro Le Volte, la classica architettura che identifica la Cantina I Vini di Maremma ed è ben visibile a chiunque transiti lungo la strada di fronte alla sede; all?interno del logo è riportato il vino circondato dai vigneti. Spiega il Presidente: ?Abbiamo cambiato il logo e possiamo dire che abbiamo stravolto le etichette dei vini; ogni bottiglia ha un numero e disponendole una accanto all?altra in base alla sequenza numerica, i motivi grafici accostati riproducono il paesaggio col- 112 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 linare maremmano?. Il 12 maggio 2020 è stato inaugurato anche il rinnovato punto vendita che esiste fin dal 1994 e sta diventando un fiore all?occhiello della struttura. I nuovi media Nuova immagine, nuovo modo di comunicare: la cantina entra in rete. Oggi si realizza un altro sogno dei viticoltori: permettere a chiunque di scegliere e acquistare il vino più adatto ad ogni occasione in modo semplice e conveniente, attraverso la cantina online: www.ivinidimaremma.it. Fra gli altri si possono acquistare vini d?eccellenza, come ?Maremma Toscana Ansonica DOC 2020, la cui annata 2019 ha ottenuto la medaglia di bronzo alla ?The Italian Wine Competition? e il ?Vermentino Biologico Albarese DOC 2019?, selezionato da Federparchi e Festambiente per la seconda rassegna ?Degustazione Nazionale dei Vini, dei Parchi e delle Aree protette?. Tutti i vini della Cantina, disponibili sull?e-shop ivinidimaremma.it sono attentamente selezionati e degustati direttamente dai produttori, vini autentici e di grande personalità ottenuti dalle uve scaldate al sole della Maremma e trasformate nella sede storica in località ?Il Cristo? a Marina di Grosseto. E poi il nuovo sito aziendale, la presenza massiccia sui social? e la disponibilità ad accogliere tutto il nuovo che arriverà. In sintesi, per concludere: la sostanza della tradizione, la forma della modernità. La Cantina continua a fare quello che le riesce meglio: IL BUON VINO! GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica Poggio Lombrone Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016, il gran cru di ColleMassari Un gran bel vino, che si lascia apprezzare per il carattere e la personalità. Parliamo del Poggio Lombrone Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016, il cru dell?azienda vitivinicola ColleMassari con sede a Poggi del Sasso sulle prime pendici del Monte Amiata, in una zona enologica ? quella del Montecucco ? sempre più riconosciuta ed apprezzata in Italia e nel mondo DI NICOLA ALOCCI Il meglio dell?enologia toscana Il Gruppo ColleMassari è una realtà vinicola che ha trovato la propria consacrazione attraverso un percorso vocato alla valorizzazione della qualità e dell?eccellenza, con un approccio avveniristico, a suggello di grandi capacità imprenditoriali, in tre aree ben distinte tutte Toscane: Castello ColleMassari in Maremma, Grattamacco a Bolgheri, Tenuta San Giorgio e Poggio di Sotto a Montalcino. Tre territori che rappresentano una gran parte del meglio dell?enologia toscana più rinomata ed evoluta. L?affascinante Maremma con la sua particolare vocazione e diversità vitivinicola. Bolgheri con i suoi straordinari vini, riflessi del territorio, che hanno dato vita ad uno stile riconoscibile ed apprezzato in tutto il mondo. Per concludere con Montalcino ed il Brunello, vino tra i più pregiati e massima espressione di un territorio dove il sangiovese regna ad altissimi livelli con grande carattere, potenza ed eleganza. Claudio Tipa, al timone del Gruppo ColleMassari, miglior vignaiolo del 2020, oltre ad essere ambasciatore di questa matura toscanità, espressa nelle sue tenute, fin da subito ha inseguito un mantra che è quello di un?attenta e particolare attenzione all?ecosostenibilità e alla filosofia green, attraverso la coltiva- 114 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 zione biologica in tutti i suoi vigneti. Il contesto Il vino di cui parliamo questo mese arriva da Castello ColleMassari, cantina dell?anno 2014 Guida Cantine d?Italia Gambero Rosso, ed è il Cru Poggio Lombrone Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016, vino di spicco della denominazione di forte identità che è quella del Montecucco. Siamo a Cinigiano ai piedi del Monte Amiata, a circa 320 metri sul livello del mare. Il Castello ColleMassari appare come una struttura rurale fortificata. Durante il medioevo era un possedimento dell?Abbazia di San Galgano di Siena; successivamente si è trasformato in convento e, per quasi tutto il XIV secolo è divenuto una Pieve, per poi essere destinato a fattoria fortificata. Dal 1998 in poi il Castello ColleMassari ha trovato il suo perfetto equilibrio tra la produzione di grandi vini ed una costante sensibilità ambientale in un territorio di notevole impatto e valore paesaggistico, dove il sangiovese da sempre è radicato e coltivato in perfetta armonia. La tenuta si estende su un?area di 1210 ettari di cui 120 ha di vigneto, 90 ha di oliveto, 400 ha di seminativo, il tutto certificato Biologico e con la restante parte costituita da terreno boschivo. Fa da contorno un?area di circa 600 ettari di boschi demaniali. Come detto, parliamo di un territorio dalla forte identità che guarda da una parte Montalcino ed il Monte Amiata e dall?altra domina la seducente Maremma, aspetti questi che ritroviamo perfettamente nel calice. L?annata Poggio Lombrone Montecucco Sangiovese Riserva Docg 2016 è ottenuto da una selezione delle migliori uve di sangiovese di un vecchio vigneto, Poggio Lombrone, con un?età media di 50 anni e coltivato secondo i dettami naturali dell?agricoltura biologica con produzioni molto basse di 40 quintali per ettaro, posto a circa 300 mt. sul livello del mare dove i terreni di tufo, argilloso, calcareo e marnoso giocano un grandissimo ruolo; la vendemmia è manuale e la fermentazione alcolica avviene spontaneamente in tini troncoconici di legno da 7 ettolitri con frequenti follature manuali; questo metodo tradizionale consente lunghe macerazioni con estrazione molto delicata dei tannini. L?affinamento avviene in botti da 40 ettolitri di rovere di Slavonia per 30 mesi. L?annata 2016 grazie al clima mite ed asciutto rinfrescato dalle piogge di metà agosto ha portato le uve ad una per- fetta maturazione. Dopo le piogge del 20 settembre si sono instaurate decise escursioni termiche e forte luminosità che hanno accompagnato la vendemmia del Sangiovese nelle vigne vecchie fino al 5 di ottobre. L?annata ha regalato uve molto generose, di notevole struttura e ampio corredo aromatico. Il vino, morbido complesso e di grande struttura, è stato imbottigliato il 10 settembre 2019. La degustazione Si annuncia con un colore rosso rubino acceso e raggiante. Il naso è intenso, di gran attrattività e profonda aromaticità. Il bouquet raffinato, fruttato e vegetale, pone in attenzione tocchi di freschezza con aromi di marasca e frutti rossi di sottobosco maturi ma freschi, rivela echi di fiori appassiti. Seguono intriganti sentori balsamici e speziati con sfondo di erbe aromatiche, spezie dolciastre e percezioni terrose e minerali. Il palato è accarezzato dalla sua complessità e rotondità, di gran struttura. Gran bel sorso e perfetto è l?equilibrio tra l?acidità ed i tannini setosi. Ritorna la frutta rossa matura, con un ricordo appena accennato di confettura di prugna. Il retrogusto è lungo ed appagante molto fine e fresco con tannini vibranti. Avvincente l?equilibrio tra freschezza e sapidità che favorisce una struttura gustativa avvolgente. Poggio Lombrone promette un lungo invecchiamento. Il ricordo Un profondo sangiovese di razza dove si ritrovano appieno profumi e gusti tipici di questa varietà accompagnati per mano dalla trama della Maremma che, svelando il suo luogo di origine, fa scivolare nel calice la sua luce, il suo calore ed i suoi terreni. Una volta si diceva ?guanto di ferro in pugno di velluto? vale a dire muscoli vigorosi e potenti abbinati a fascinose e pregiate stoffe. Questo è Poggio Lombrone. Abbinamenti gastronomici Accompagna portate sostanziose come primi piatti di pasta fresca al sugo di cacciagione. Tipici secondi che includono il cinghiale, importanti portate a base di selvaggina da piuma e da pelo, carni stufate e grigliate. Perfetto con preparazioni che includono funghi e tartufo. Gustatelo anche con agnello, beccacce e faraona. Ben vengano formaggi a pasta dura di media stagionatura e pecorini invecchiati. Per visite e degustazioni in cantina vi rimandiamo al sito www.collemassariwines.it Contatti: tel. 0564 990496, mail: info@collemassari.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare I Crostini di Fegatini, ovvero la Maremma e la Toscana a tavola Una ricetta prettamente maremmana e più in generale toscana, mai fuori moda e sempre buona per tutte le stagioni. Parliamo dei Crostini di Fegatini, spesso chiamati, soprattutto nel senese e nella zona dell?aretino, anche ?crostini neri?. Un piatto semplice da preparare per il quale può valere la pena cimentarsi nella preparazione piuttosto che acquistarlo al supermercato ?bell?e fatto? DI ANDREA RICCHIUTI I l crostino di fegatini è una preparazione che rappresenta sia la Maremma che, più in generale, la Toscana con lievi differenze a seconda della zona. Spesso è chiamato, soprattutto nel senese e nella zona dell?aretino, anche ?crostino nero?. L?ingrediente principale, che ne connota anche il gusto, sono i fegatini di pollo, considerati uno scarto, così come il quinto quarto nei grandi bovini, e questo potrebbe far supporre che la ricetta nascesse dal bisogno di recuperare ciò che rimaneva quando venivano uccisi i polli (un tempo era presente anche la milza di bovino). 116 ? Maremma Magazine ? Marzo 2021 Un altro ingrediente fondamentale nella preparazione è il Vinsanto, oggi talvolta sostituito con del Marsala secco, che si fa ricordare con i suoi profumi caratteristici. Nelle famiglie contadine il Vinsanto utilizzato ero quello amabile, dolce, poiché, specie durante la ?mezzadria?, quello secco era destinato alla cantina del padrone del podere; quindi, le famiglie contadine, per imitazione utilizzavano sì il Vinsanto, ma dolce. Questo fenomeno è comune a molti piatti, di molti Paesi: le classi meno abbienti, per imitazione, hanno sempre cercato di utilizzare ingredienti simili a quelli della cucina borghese o, ancor di più, aristo- cratica, riproducendo anche gli stessi piatti già sperimentati dalle classi agiate; questo atteggiamento garantiva da un lato la bontà del palato e, dall?altro la salubrità, intesa anche commestibilità dell?alimento, di ciò che veniva servito in tavola. L?acciuga dissalata era, se vogliamo, un vezzo sempre disponibile in quanto conservata sotto sale, così come i capperi, che invece erano tenuti sott?aceto; l?acidità ed il leggero gusto gusto piccante apportati da quest?ultimi, seppur non spiccati, contribuiscono all?equilibro finale del crostino. Nella ricetta tradizionale, quasi a fine cottura, gli ingredienti venivano posti sul tagliere e battuti con il coltello poi, in tempi più recenti, vengono frullati tradendo però la consistenza originaria e connotandone, così, diversamente il gusto. Anche l?aggiunta del burro, a fine cottura e fuori dal fornello, è piuttosto recente e rappresenta, in una terra d?olio come la Toscana, un?ostentazione d?opulenza, una ricompensa per il duro lavoro svolto nei campi. Bisogna infatti ricordare che il burro non era così diffuso in Toscana (e nell?Italia centro-meridionale più in generale) e, in ogni caso, il suo uso era limitato solo a pochissime preparazioni e in determinate occasioni. Il modo di servire i crostini era, ed è ancora, molto semplice: piccole fette di pane abbrustolito vengono bagnate, solo da un lato, con del brodo e poi (sul lato opposto) spalmate con il preparato di fegatini. In alcune famiglie era anche in uso aggiungere qualche goccia di Vinsanto sul crostino, per rafforzarne il profumo. Come si può ben vedere anche una preparazione semplice può avere una storia interessante alle sue spalle, facendo emergere abitudini alimentari, rapporti sociali e tecniche di cucina ormai dimenticati dal mondo globalizzato e frenetico, nel quale non c?è più tempo per indagare il substrato gastronomico né, tantomeno, per dedicarsi a riprodurre le ricette del focolare. Provate quindi a vincere la tentazione di acquistare il crostino di fegatini ?bell?e fatto? al supermercato e cimentativi, ne varrà la pena. CROSTINI DI FEGATINI Dosi per 6 persone 300 g di fegatini di pollo ¼ di cipolla tritata finemente 4 cucchiai d?olio extravergine d?oliva 2 acciughe dissalate (oppure 2 cucchiaini di pasta d?acciughe) 40 g di capperi sott?aceto 50 ml di Vinsanto 100 ml di brodo (se occorre) sale q.b. 30 g di burro Per servire: piccole fette di pane toscano abbrustolite brodo di carne (anche pollo) q.b. Lavare e asciugare i fegatini. In una padella mettere l?olio e la cipolla, farla appassire, poi unire i fegatini e salare. Sfumare con il Vinsanto, facendo evaporare la parte alcolica, e proseguire la cottura finché non c?è più la colorazione rosa. Togliere i fegatini dalla padella, metterli su un tagliere e batterli con un coltello; riunirli al loro fondo e proseguire la cottura unendo, se occorre, il brodo caldo. A fine cottura, fuori dal fuoco, unire le acciughe ed i capperi tritati, far raffreddare. Unire il burro, leggermente ammorbidito a temperatura ambiente. Per servire: riscaldare il brodo ed i fegatini, bagnare il pane da un lato e su quello opposto spalmare la preparazione. LE NEWS LE NEWS BANCA TEMA DONA 65 BORSE DI STUDIO E 31 BONUS BEBÈ. CERIMONIA ON LINE PER SALUTARE I PREMIATI Nonostante la difficile situazione sanitaria attuale, Banca Tema non ha rinunciato a premiare gli studenti più meritevoli e i neo genitori. Si è svolta poco prima di Natale, infatti, in modalità ?on line? la cerimonia di consegna delle 65 borse di studio assegnate a soci o figli di soci che si sono particolarmente distinti per meriti di studio e dei 31 bonus bebè donati ai soci che sono diventati genitori durante l?anno. Per i premi al merito scolastico, tutti i vincitori hanno ricevuto un riconoscimento in denaro e una pergamena loro recapitata in ricordo dell?evento. Ai soci neo genitori, invece, Banca Tema ha donato un bonus bebè ciascuno come augurio per il nuovo nato e per iniziare a costruire insieme il futuro del piccolo. Presenti in video il presidente Valter Vincio, alcuni consiglieri di Banca Tema e il direttore generale Fabio Becherini, i quali si sono complimentati con tutti i premiati. Ai neo diplomati e laureati hanno ricordato loro quanto sia importante l?impegno profuso negli studi per diventare cittadini attivi e consapevoli e ottenere i migliori risultati in campo professionale. Alle famiglie hanno rivolto un augurio speciale di serenità. ?Poter condividere oggi con i nostri studenti più meritevoli la gioia per i risultati ottenuti ? ha dichiarato il presidente Valter Vincio ? , è per noi una grande soddisfazione che ci fa riscoprire il piacere della comunità e dell?operare quotidianamente per accrescere il bene comune. Il successo scolastico e professionale di un giovane è il successo di una intera comunità. Siamo anche felici di aver conosciuto oggi i nuovi arrivati nelle famiglie dei nostri soci, auguriamo loro un futuro di serenità?. ?Il mondo del lavoro ? ha aggiunto il direttore Becherini ? è ormai sempre più selet- 118 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 tivo. Le competenze professionali richieste ai neolaureati sono elevate, per questo siamo attenti alla formazione dei nostri giovani e questi riconoscimenti vogliono essere, per ciascuno dei ragazzi premiati, un incoraggiamento ad investire nel proprio percorso di studi e a realizzare le ambizioni di ognuno. Siamo vicini agli studenti e alle loro famiglie durante tutto il percorso di studi, con appositi finanziamenti per l?acquisto di libri e materiale didattico, così come siamo in grado di supportare i neo genitori con prodotti dedicati alla tutela dei risparmi destinati ai propri figli?. Di seguito l?elenco dei premiati per il merito scolastico: Bacchi Federico, Laurea in Scienze Economiche e Bancarie; Begnardi Gabriele, Laurea in Ingegneria per l?Ambiente e Territorio; Benvenuti Matteo, Laurea in Scienze della Pianificazione Territoriale; Bernardini Tommaso, Diploma di Geometri; Bilancini Michela, Laurea in Giurisprudenza; Bonarini Giacomo, Laurea in Ingegneria Civile; Bonucci Edoardo, Laurea in Medicina e Chirurgia; Broglietti Alessandro, Diploma di Istituto Tecnico Economico Informatico; Cambri Martina, Laurea in Lingua e Letteratura Straniere; Cariati Andrea, Diploma di Liceo Scientifico; Castagnoli Alessio, Laurea in Scienze Ambientali; Catani Martina, Diploma di Istituto Tecnico Socio-Sanitario; Cerboni Federico, Laurea in Giurisprudenza; Cesarini Giada, Diploma di Istituto Tecnico Commerciale; Chelli Riccardo, Laurea in Ingegneria Meccanica; Cherubini Laura, Diploma di Liceo Linguistico; Cica Caterina, Diploma di Liceo Scientifico; Cini Eleonora, Laurea in Management dei Servizi; Corradini Siria, Diploma di Liceo Linguistico; Cortecci Ilaria, Laurea in Lingue Culture e Società dell?Asia e Africa Mediterranea; Dainelli Alice, Laurea in Medicina e Chirurgia; Del Dottore Andrea, Laurea in Ingegneria Aerospaziale; Dondini Caterina, Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità; Eleuteri Ilaria, Laurea in Marketing e Digital Communication; Falchi Lorenzo, Laurea in Ingegneria dei Veicoli; Fazzino Marianna, Laurea in Scienze della Formazione Primaria; Funghi Marina, Laurea in Economia e Gestione degli Intermediari Finanziari; Gaggioli Annalisa, Laurea in Economia Aziendale e Management; Galatolo Matilde, Diploma di Liceo Linguistico; Gergis Marlena, Laurea in Banca Finanza Aziendale e Mercati Finanziari; Giomarelli Alex, Laurea in Scienze Motorie; Giomarelli Nicholas, Laurea in Ingegneria Aerospaziale; Giovacchini Nicla, Laurea in Biologia; Giulietti Alessandra, Diploma di Liceo Scientifico; Guglielmini Edoardo, Diploma di Liceo Scientifico; Lazzerini Sofia, Laurea in Lingua Società e Comunicazione; Mambrini Ilaria, Laurea in Biotecnologie Mediche; Manetti Giuliano, Laurea in Scienze NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA Agrarie e Ambientali; Manetti Marco, Laurea in Ingegneria per l?Ambiente e Territorio; Manno Verena, Diploma di Perito in Amministrazione Finanza e Marketing; Monaci Pietro, Laurea in Medicina e Chirurgia; Morandini Ilaria, Laurea in Medicina e Chirurgia; Moretti Giacomo, Laurea in International Management; Nurchi Chiara, Laurea in Chimica Applicata; Parisi Sara, Diploma di Liceo Classico; Pedreschi Andrea, Laurea in Medicina e Chirurgia; Piazzi Letizia, Diploma di Liceo delle Scienze Umane; Piccini Chiara, Diploma di Liceo Scientifico; Pinelli Ilaria, Laurea in Conservatorio; Piredda Francesco, Laurea in Infermieristica; Poppi Eugenio, Diploma di Liceo Scientifico; Poppi Lucia, Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutica; Prestipino Simone, Laurea in MSC in Finance; Puccioni Laura, Laurea in Scienze Storiche e Patrimonio Culturale; Rasi Melissa, Diploma di Liceo Scientifico; Rastelli Caterina, Diploma di Liceo Scientifico; Rastelli Francesca, Diploma di Liceo Scientifico; Ruzzi Sara, Laurea in Amministrazione Finanza e Controllo; Sabbatini Irene, Laurea in Scienze dell?Educazione e della Formazione; Scalabrelli Gianna, Laurea in Lingue e Culture Moderne; Silini Serena, Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche; Tonini Clarice, Laurea in Ostetricia; Vacca Edoardo, Laura in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche; Vespasiani Maria, Laurea in Progettazione dell?Architettura; Virtuoso Sara, Laurea in Biotecnologie Farmaceutiche. GROSSETO CHIAMA GLI UFFIZI Il Comune di Grosseto ha avanzato la propria candidatura come una delle sedi del progetto ?Uffizi Diffusi?, ideato dal direttore Eike Dieter Schmidt e sostenuto dalla Regione Toscana. Grosseto è una città che ha da sempre un forte legame con le sue tradizioni e con il suo territorio, caratterizzato inoltre da una forte vocazione turistica. I suoi musei, il Polo Culturale delle Clarisse, con la Collezione Luzzetti, il Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (MAAM) e il Museo di Storia Naturale, animano la vita culturale della città e attraggono molti visitatori. L?inclusione nel progetto Uffizi Diffusi Massa Marittima, l?ufficio turistico alla Multiservizi Il Comune di Massa Marittima ha affidato la gestione dell?ufficio turistico alla Massa Marittima Multiservizi, la società in house dello stesso Comune che gestisce la farmacia, la casina dell?acqua e i parcheggi. La nuova gestione prende il posto della Cooperativa Itinera che aveva sospeso l?attività alla fine di ottobre D urante l?ultimo Consiglio Comunale dello scorso anno è stato deciso di affidare la gestione dell?ufficio turistico alla Massa Marittima Multiservizi, la società in house del Comune che gestisce la farmacia, la casina dell?acqua e i parcheggi. La nuova gestione prende il posto della Cooperativa Itinera che aveva sospeso l?attività alla fine di ottobre. ?Con i grandi cambiamenti imposti dell?emergenza sanitaria causata dalla pandemia ? spiega l?assessore al turismo del Comune di Massa Marittima Irene Marconi ? abbiamo deciso di potenziare l?ufficio turistico in vista di un 2021 che tutti ci auguriamo di ripartenza. Questo perchè abbiamo rilevato un?inversione di tendenza sulle preferenze dei visitatori rispetto agli scorsi anni: in molti si sono infatti spostati dal mare verso le zone collinari e verdi come la nostra, alla ricerca di antichi borghi e spazi aperti, dove poter muoversi liberamente e praticare in sicurezza sport outdoor. Per far fronte a queste nuove richieste ? prosegue l?assessore ? abbiamo pensato che l?ufficio turistico deve essere aperto ogni giorno dell?anno e non solo per il periodo estivo o festivo. Inoltre gli operatori turistici devono essere in grado di fornire non solo informazioni ma anche presentare le offerte culturali, ricettive, ricreative ed enogastronomiche del territorio. Per questo la Multiservizi aumenterà di 200 ore la presenza al pubblico degli operatori che saliranno così a 1.700 ore annue e sarà previsto anche un Palazzo del Podestà programma di formazione continua al fine di incrementare la promozione e la progettazione di strategie per favorire la destagionalizzazione delle presenze turistiche. Anche la struttura dell?ufficio ? aggiunge ?, che dalla scorsa estate si trova in Piazza Garibaldi nel Palazzo del Podestà, quindi in una zona centrale ben più accessibile rispetto alla precedente sede in vicolo Todini, sarà riorganizzata. Ci saranno infatti due sale: una per le attività legate all?informazione turistica e l?altra dove sarà possibile effettuare un tour virtuale sulla città e il territorio. In pratica chi entra nell?ufficio turistico avrà il quadro completo di tutto quello che offre Massa Marittima dal punto di vista turistico, culturale, e poi gli eventi e dove fare sport. A tutto questo si aggiungerà poi una piattaforma online ? conclude Irene Marconi ? dove sarà possibile ricevere contenuti e interagire con gli operatori turistici; una sorta di vetrina dove ognuno potrà raccontare al turista quello che offre?. LE NEWS ? 119 LE NEWS Biblioteca Chelliana, al via il terzo stralcio dei lavori Al via l?ultima parte della ristrutturazione della Biblioteca Chelliana a Grosseto. È stato firmato a metà dicembre il contratto con la ditta grossetana Antonio Lauria, specializzata in restauro conservativo di immobili di interesse storico, che si è aggiudicata i lavori S i tratta di un intervento da 800mila euro su una superficie di 1200 metri quadrati, che riguarda il secondo e il terzo piano di palazzo Mensini. Il cantiere non interferirà con le normali attività della biblioteca. ?Dopo l?impegno da parte di questa Amministrazione che ha permesso di riportare la biblioteca in centro dopo 23 anni ? commentano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesin- no terra, per un importo complessivo di 345mila euro. Nel 2016 è stato approvato il progetto per il completamento delle opere murarie con i lavori di restauro del piano terra, per un importo di 740mila euro. Quest?ultimo intervento riprende le linee fondamentali del restauro del piano terra, per quanto riguarda la scelta dei materiali e delle opere di finitura. In generale i lavori riguarderanno il completamento o ripristino degli impianti daco e assessore alla Cultura, Luca Agresti ? diamo il via da oggi ai lavori che consentiranno di completare l?opera di recupero e valorizzazione della Chelliana. Arricchiremo ulteriormente le sale lettura, ci saranno spazio per attività multidisciplinari, un?aula magna e un locale dedicato alla storia del nostro territorio?. ?Il recupero della Chelliana ? afferma l?assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Megale ? è uno dei nostri fiori all?occhiello, perché si parla di un edificio storico che fa parte dei simboli della nostra città. Il progetto prevede lavori consistenti, aggiudicati alla ditta grossetana Lauria, grazie ai quali restituiremo a palazzo Mensini la dignità che merita?. Nel corso del 2015 sono stati realizzati e collaudati i lavori di consolidamento statico della copertura e dei solai del sottotetto, oltre ad alcuni interventi di miglioramento sismico realizzati al pia- antincendio, elettrico e termoidraulico, le finiture architettoniche, come massetti, pavimenti, intonaci, controsoffitti e tinteggiature, gli infissi e i pavimenti. La ditta grossetana Antonio Lauria vanta nel settore del restauro conservativo una lunga e consolidata esperienza con interventi su palazzi di pregio, chiese, musei e antichi teatri di tutta Italia. ?Per la Chelliana ? spiega Antonio Lauria ? procederemo prima di tutto con interventi di rinforzo. Dopo il consolidamento verticale seguirà il getto dei massetti del primo e del secondo piano, applicando le misure necessarie per salvaguardare le preziose volte a crociera della sala letture. Trattandosi di un edificio in pieno centro storico, che rimarrà aperto al pubblico, allestiremo un cantiere ecologico, rispettoso dell?ambiente, riducendo al massimo lo spazio di ingombro e mitigando l?impatto acustico e visivo?. 120 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 comporterebbe un grande beneficio alla comunità locale e a tutto il territorio. Inoltre, in questo modo, sarebbe possibile ampliare l?offerta complementare al turismo balneare, atta ad incrementare uno sviluppo economico e sociale sensibile. ?Siamo veramente fiduciosi sull?esito del progetto Uffizi Diffusi ? hanno dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, e Luca Agresti, vicesindaco ed assessore con delega alla Cultura ?. Grosseto è una realtà che si è sempre dimostrata all?altezza di eventi di questo tipo. La speranza è che la Cultura e l?Arte continuino ad essere i grandi protagonisti del nostro territorio, arricchendo così lo spirito e le conoscenze di tutti quanti noi?. #SOSTIENILTUOAGRITURISMO: NON ASPETTARE DOMANI, PRENOTA DA SUBITO UN?ESPERIENZA UNICA IN CAMPAGNA ?I nostri modelli di vita stanno radicalmente cambiando a causa della pandemia in corso, per questo Turismo Vede-Cia Grosseto invita tutti a non rinunciare alle cose che hanno allietato le nostre giornate e a sostenere le strutture agroturistiche che negli anni passati ci hanno regalato momenti di comfort e relax proponendoci degustazioni e pranzi a base di prodotti di eccellenza del territorio?. È l?invito di Alessia Stella responsabile del settore per la Confederazione grossetana che lancia un appello affinchè si collabori a mantenere viva l?offerta turistica nelle aree rurali maremmane in questo momento di emergenza epidemiologica. ?Come dimostrato nella prima fase pandemica, i nostri agriturismi ? continua la responsabile ? sono di fatto luoghi dove la sicurezza è naturalmente garantita: sono strutture generalmente lontane dai grandi centri abitati, immerse in una natura incontaminata, godono di ampi spazi, il numero di ospiti che accolgono è sempre molto basso e dunque, proprio per la loro conformazione, sono ambienti sicuri.Tutti gli agriturismi si sono adeguati alle rigide norme anti contagio previste dal Governo e oggi sono oasi dove è possibile stare in assoluta tranquillità e dove è possibile gustare i piatti della nostra tradizione gastronomica sorseggiando vino di qualità. Anche Turismo Verde Grosseto, l?associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani ? aggiunge Stella ? ha deciso di aderire alla campagna di promozione #sostieniltuoagriturismo, con il claim ?Non aspet- tare domani, prenota da subito un?esperienza unica in campagna?, per ribadire il ruolo chiave delle famiglie, il valore strategico del rapporto diretto tra agricoltori, Agrichef e consumatori, per la tenuta economica e sociale del settore. Di fronte alle nuove restrizioni anti-Covid, differenti tra regioni gialle, arancioni e rosse, e con lo spettro di un nuovo lockdown generalizzato ? spiega Stella ? scegliere di regalare a un amico o a un familiare un voucher ad hoc, sul modello delle smart box, presso il proprio agriturismo preferito, scegliendo un pranzo oppure una cena o anche un soggiorno nel verde della nostra terra a contatto con la natura. In alternativa i nostri agriturismi sono anche sempre disponibili per corsi di cucina o come fattorie didattiche.Tanti modi dunque concreti per supportare questo comparto che nel 2020 ha visto crollare il proprio fatturato. L?epidemia sta mettendo a dura prova tutto il settore della ristorazione e alberghiero ma, forse gli agriturismi sono quelli più penalizzati. Essendo spesso situati in posizioni periferiche lontani dai grandi comuni, sono i meno raggiungibili in questo momento di restrizioni che impediscono a molte persone di muoversi al di là del loro comune di residenza. È un momento davvero critico per il settore che, dopo mesi di fermo e dopo aver investito sul futuro mettendo le proprie strutture in sicurezza nonostante le garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in campagna, oggi si trovano di fronte a nuove incognite. In questo senso ? conclude ? la campagna #sostieniltuoagriturismo rappresenta la forte volontà di mantenere attiva l?offerta di servizi nelle aree rurali?. La campagna #sostieniltuoagriturismo si affianca all?iniziativa Cia, rilanciata in questi giorni, del portale https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it, in cui sono coinvolti anche gli agriturismi che offrono il servizio di asporto o di consegna a domicilio dei piatti contadini preparati dagli Agrichef. della Repubblica Sergio Mattarella, alla nostra illustre concittadina Elena Servi, principale rappresentante della comunità ebraica di Pitigliano e presidente dell?associazione La Piccola Gerusalemme. Siamo felici che il Presidente della Repubblica abbia voluto sottolineare il valore di questa straordinaria donna e della sua testimonianza storica e di vita con questo speciale conferimento. Un grandissimo onore per la signora Servi, che ho chiamato personalmente un paio di giorni fa al telefono per congratularmi, per la comunità di Pitigliano e per tutta la Maremma?. FONDAZIONE GROSSETO CULTURA, TUTTE LE NOVITÀ DEL 2021 Il 2021 di Fondazione Grosseto Cultura si è aperto con tante novità, all?insegna dell?hashtag #laculturanonsiferma che contraddistingue in tutto il Paese le iniziative intraprese per far fronte alle restrizioni forzate causa Covid-19. Oltre alle lezioni dell?Istituto musicale comunale ?Palmiero Giannetti? e alle riaperture dei musei ? il Polo culturale Le Clarisse con il Museo collezione Gianfranco Luzzetti e il Museo di storia naturale della Maremma, visitabili tutti i giorni dal lunedì al venerdì con orario 10-13 e 16-19, almeno finché la Toscana resterà ?zona gialla? ? Fondazione presenta nuove occasioni per interagire e anche diventare protagonisti della vita culturale cittadina. ?Si parte ? fanno sapere da Fondazione ? dal debutto sul web dell?istituto ?Giannetti?, che per la prima volta può contare su un proprio sito (www.istitutomusicalegiannetti.it) già online che contiene ogni informazione utile sull?istituto gestito da Fondazione Grosseto Cultura, dai corsi ai docenti, fino alle notizie d?interesse per studenti e famiglie, compresa ? e questa è la novità più importante ? la possibilità di iscriversi direttamente per via telematica e pagare le quote tramite modalità e-commerce, con una transazione in tutta sicurezza. L?anno scolastico 2020/2021 è cominciato a ottobre, ma è ancora possibile iscriversi alle lezioni dei vari corsi oppure acquistare lezioni a pacchetto: adesso anche da casa propria, oltre alla modalità consueta di rivolgersi alla segreteria, nella sede di via Bulgaria 21, da contattare al numero 0564 453128 in orario di apertura, tutti i giorni escluso il martedÏ mattina, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L?altro ?regalo? di Fondazione Grosseto Cultura è una newsletter dedicata e inviata esclusivamente ai soci, a coloro cioè che ? in varie forme ? hanno sottoscritto la ?Grosseto Card? che dà diritto per un anno ad una consistente serie di vantaggi e agevolazioni. La newsletter viene inviata all?inizio di ogni mese, e contiene ? oltre alla presentazione del presidente Giovanni Tombari ? contributi esclusivi dei direttori dei tre istituti di Fondazione: Antonio Di Cristofano per l?Istituto ?Giannetti?, Mauro Papa per il Polo culturale Le Clarisse e Andrea Sforzi per il Museo di storia naturale. Ogni mese ciascun direttore dedicherà il proprio editoriale a un tema diverso. Ma non solo: tra le altre rubriche ci sono ?Gli eventi del mese?, ?Dicono di noi? (una rassegna stampa accuratamente selezionata), ?In arrivo? (i grandi eventi in programma), ?I partner? e ?Extra? (contenuti speciali a sorpresa da scoprire mese per mese). Attenzione anche ai social: sui profili Facebook e Instagram e il canale YouTube di Fondazione Grosseto Cultura parte la rassegna ?Fondazione racconta?. Tre brevi video ogni settimana: un video per ciascun istituto, dove Nella foto, il presidente Giovanni Tombari (al centro) con i direttori PITIGLIANO, IMPORTANTE ONORIFICENZA PER ELENA SERVI Il presidente della Repubblica ha conferito ad Elena Servi l?onorificenza di Commendatore dell?Ordine al Merito della Repubblica, sottolineando il valore di questa straordinaria donna e della sua testimonianza. ?Accogliamo con vera soddisfazione e con orgoglio la notizia comunicata dal Prefetto di Grosseto ? afferma il sindaco di Pitigliano, Giovanni Gentili ? rispetto all?onorificenza di Commendatore dell?Ordine al Merito della Repubblica, conferita pro motu dal Presidente LE NEWS ? 121 LE NEWS (ad esempio) il Museo di storia naturale racconterà le novità dell?allestimento, i servizi e i progetti, l?Istituto ?Giannetti? si dedicherà al mondo della musica (mini-lezioni di strumenti e storie di musicisti) e il Polo culturale Le Clarisse ? sull?esempio della Galleria degli Uffizi ? lancia ?Fabbriche di storie ? Percorsi narrati? in cui il narratore di turno racconterà l?esperienza personale che lo lega a un?opera esposta in Clarisse. Proprio quest?ultima esperienza è aperta a tutti: chiunque, infatti, può scrivere a clarissearte@fondazionegrossetocultura.it o collezioneluzzetti@gmail.com per proporsi come narratore dei propri ricordi e delle proprie emozioni legate a un?opera d?arte del museo?. È NATO IL RADIO TAXI CITTÀ DI GROSSETO Cambia la concezione di mobilità a Grosseto con la nascita di un nuovo servizio rivolto a tassisti e cittadini. Grazie all?impegno e agli investimenti di diversi imprenditori del settore è nato il Radio Taxi Città di Grosseto, una nuova centrale operativa che consentirà di migliorare gli spostamenti all?interno del territorio comunale. L?iniziativa è stata resa possibile grazie al supporto di Cna Grosseto. ?Abbiamo deciso di dare vita al nostro progetto per migliorare il nostro lavoro e per sviluppare la mobilità nella nostra città ? spiega Simone Pierozzi, referente della rete Radio Taxi Grosseto. In un periodo così complicato i taxi sono fondamentali per gli spostamenti urbani e possono essere utilizzati anche per incrementare il trasporto pubblico locale?. ?Grazie a questa nuova organizzazione ? aggiunge Davide Pecci, referente sindacale Fita per Cna Grosseto ? i tassisti grossetani potranno finalmente svolgere la propria professione nel modo più comodo e velo- 122 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 ce possibile e ovviamente di questo beneficeranno anche gli utenti che potranno usufruire di un servizio innovativo alla portata di tutti?. L?organizzazione è completamente nuova e utilizza il meccanismo delle reti di impresa. In questo modo le aziende mettono in relazione risorse e conoscenze pur mantenendo la propria identità individuale. Con questo sistema si riescono ad avere spese di costituzione e di gestione che sono circa un decimo rispetto a quelle di una società oppure di un consorzio. ?Per sviluppare la nostra idea ? aggiunge Simone Pierozzi ? ci siamo rivolti agli uffici della Cna, l?associazione che più di ogni altra è riuscita a trovare soluzioni concrete e innovative. Non conoscevamo il meccanismo delle reti di impresa, ma è stato chiaro fin da subito il grande vantaggio che questo sistema offre rispetto alle classiche strutture come i consorzi?. Da molti anni, infatti, Cna Grosseto è specializzata nei settori trasporto merci e trasporto persone nei confronti dei quali svolge servizi e rappresentanza sindacale. ?Grosseto ? sottolinea Anna Rita Bramerini, direttore di Cna di Grosseto ? è la seconda città in Italia ad utilizzare le reti di impresa per costituire un radiotaxi e di questo siamo molto orgogliosi. I nostri consulenti hanno valutato molte alternative per lo svolgimento di questo servizio, ma questa strada è risultata senz?altro la più vantaggiosa. Il ruolo della nostra associazione deve essere quello di trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo delle imprese e di questo lavoro beneficerà tutta la collettività. Le reti di impresa sono un sistema totalmente nuovo e possono essere funzionali a progetti di svariata natura?. Fondamentale in questo percorso anche il supporto del Comune di Grosseto, sempre presente per le iniziative di rilievo della nostra realtà. ?Siamo sempre al lavoro per migliorare le attività del nostro Comune ? dichiara Riccardo Ginanneschi, assessore al Commercio e allo Sviluppo economico del Comune di Grosseto ? e collaboriamo attivamente con Associazioni e imprese. Questo progetto va proprio nella direzione di sviluppo dei servizi che la nostra amministrazione ha intrapreso da anni?. Quindi, chiunque avrà bisogno di un taxi potrà chiamare lo 0564 1643131 per spostarsi o prenotare una corsa; la macchina più vicina lo raggiungerà nel più breve tempo possibile. Info: www.cnagrosseto.it ?UN TESORO IN MAREMMA?, UN VIDEO PER PROMUOVERE LA DIACCIA BOTRONA Un video per promuovere e far conoscere la Diaccia Botrona dal suggestivo titolo ?Un tesoro in Maremma?: così l?ufficio Turismo del Comune di Grosseto e la Regione Toscana hanno deciso di rilanciare un luogo ricco di natura e di storia. Il filmato mostra immagini della riserva naturale accompagnate da una voce fuori campo che ne racconta le peculiarità naturalistiche, storiche e archeologiche. Non si tratta tuttavia di un semplice documentario. Il messaggio è quello di una terra ricca di fascino e che ha tanto da offrire e il mezzo per diffondere questo messaggio è la natura stessa, con la sua potenza evocativa. Realizzato dalla società MyGroup in alta definizione, dura circa 7 minuti ed è stato tradotto anche in inglese. ?Con questo video ? spiegano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesindaco e assessore al Turismo, Luca Agresti ? abbiamo voluto costruire una narrazione, che idealmente si sviluppa attraverso gli occhi di uno spettatore che intraprende un viaggio in questo meraviglioso ambiente naturale. L?obiettivo è quello di valorizzare la Diaccia Botrona, ancora troppo poco conosciuta sia dai turisti, che dai grossetani stessi. Allo stesso tempo, però, non vogliamo fermarci all?ambito turistico: il nostro intento è pure educativo e per questo il progetto verrà diffuso anche nelle scuole?. Sempre in un?ottica di promozione dell?area, nelle scorse settimane la Giunta comunale ha approvato il rinnovo della convenzione per la gestione della Diaccia Botrona. Tale atto, che coinvolge inoltre Regione Toscana e Comune di Castiglione della Pescaia, sarà in vigore fino al 2025 e prevede un gruppo tecnico di lavoro costituito da referenti degli Enti interessati. In programma ci sono la partecipazione delle scuole e la realizzazione di attività di animazione culturale, come incontri e seminari a carattere divulgativo e scientifico sul tema delle aree protette, della tutela e conservazione del patrimonio naturale e dello sviluppo sostenibile. La sinergia tra gli Enti coinvolti sarà dedicata anche alla manutenzione di strutture come le piattaforme per la pesca riservate ai disabili, gli osservatori faunistici e le edicole informative, l?imbarcadero e il casotto destinato al ricovero delle imbarcazioni, le barriere di legno che impediscono l?accesso ai mezzi motorizzati. La collaborazione tra Regione e Comuni contribuirà anche ad aumentare la biodiversità dell?area con interventi per migliorare la riproduzione della fauna e l?aumento della naturalità della vegetazione e della flora. ?In tanti ? spiega Marco Barzanti di MyGroup ? hanno partecipato al bando che ci ha visto vincitori con la migliore offerta. In molti conoscono la nostra azienda che lavora per la valorizzazione e promozione della Maremma. Il passaparola è la migliore pubblicità per un turismo serio e rispettoso del nostro ambiente, della nostra cultura. Il documentario sulla Diaccia Botrona risponde proprio al nostro modus operandi, in cui abbiamo evidenziato bellezze uniche del nostro territorio grossetano. Nel mentre la nostra attività non si è mai fermata dato che stiamo ultimando l?assemblaggio del documentario sul Covid-19 in Maremma. Anche quest?ultimo doc servirà per far conoscere un?altra Maremma, evidenziando la bravura e la capacità dei nostri medici, infermieri e operatori sanitari?. Il video è disponibile sul sito www.quimaremmatoscana.it. È MORTA LICIA BIANCHINI LUCCHINI, LA ?SIGNORINA? CHE SCRIVEVA LE LETTERE ALLE FAMIGLIE DEI PARTIGIANI Se n?è andata nella notte di mercoledì 13 gennaio, nella residenza sanitaria di Manciano in cui era ospite da qualche anno, la partigiana Licia Bianchini vedova Lucchini. Classe 1927, la signora Licia, o meglio la ?signorina? Licia, come amava farsi chiamare, nata a Montemerano e poi vissuta a Marsiliana, ha tessuto una parte importante della storia di Manciano, indelebile nei ricordi di chi l?ha conosciuta, legata alla Resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Appena sedicenne, la signorina Licia, durante il conflitto bellico del ?43, aiuta- Turismo, sport e prodotti tipici a braccetto a Manciano A Manciano per la promozione del territorio si pensa alla bici e al golf grazie a un?idea della voce di Eurosport Riccardo Magrini. Il nuovo progetto tra agroalimentare e sport fortemente voluto dall?Amministrazione Comunale T urismo, sport e agroalimentare insieme per la promozione del territorio. Posata la prima pietra per la costruzione di un nuovo progetto che vedrà protagoniste le eccellenze del comune di Manciano come la natura, i prodotti tipici insieme al ciclismo e al golf. Si è svolto un primo incontro per gettare le basi di questo nuovo ed entusiasmante progetto sul turismo in cui sarà proprio la Maremma a fungere da cuore pulsante e centro nevralgico. Il progetto è sostenuto dall?amministrazione comunale grazie all?idea del commentatore e opinionista del ciclismo di Eurosport Riccardo Magrini e del responsabile Bmc Switzerland Andrea Gurayev. ?È un onore per me essere qui ? spiega l?ex ciclista Riccardo Magrini. Vengo sempre molto volentieri in questo bel territorio ricco di storia e tradizione. Adesso avrò un motivo in più per frequentare questi favolosi luoghi che consiglio vivamente di visitare almeno una volta nella vita e che offrono ai visitatori suggestivi itinerari tra vicoli del centro e monumenti di grande rilevanza storica. Da ex corridore e oggi commentatore di ciclismo mi sento anche di dire che questo territorio è uno di quelli storicamente legati alla cultura della bicicletta sia da un punto di vista strettamente sportivo, grazie a chilometri di percorsi in completa sicurezza, sia da un punto di vista turistico?. ?Si presenta una nuova opportunità per il nostro territorio ? dichiara Andrea Gurayev ex professionista di ciclismo e manager della bike economy Manciano ? con le sue terme di Saturnia, luogo sempre più ambito per i suoi spazi tra bellezze naturali e borghi prestigiosi. Questo progetto a cui stiamo lavorando asseconderà le necessità di un turismo evoluto ed esigente ma pronto ad immergersi in esperienze che restano nel cuore?. ?Lavorare per questo territorio dal punto di vista economico e turistico ? afferma l?assessore al Turismo del Comune di Manciano Valeria Bruni ? è ciò che ci preme maggiormente. Vogliamo vedere crescere la nostra terra grazie a volani come la bicicletta e non solo. Vogliamo allargare i nostri orizzonti e far sì che possano entrare a pieno regime, 365 giorni l?anno, anche il golf insieme all?enoturismo e al turismo agroalimentare?. ?Siamo convinti ? spiega il sindaco di Manciano Mirco Morini ? che lo sport sia una risorsa fondamentale nel nostro territorio. Dobbiamo combattere la crisi economica attraverso ciò che naturalmente ci offre la terra: le nostre strade concepite per correre su due ruote, le nostre distese d?erba per giocare a golf e il tutto accompagnato da vini e prodotti tipici delle nostre aziende conosciute in tutto il mondo?. LE NEWS ? 123 LE NEWS ?Grosseto città che legge?, è on line il Patto della lettura Sono aperte le adesioni al progetto promosso da Comune, Fondazione Grosseto Cultura e Polo Universitario Grossetano. L?invito a sottoscrivere il patto è rivolto a istituzioni, scuole, librerie, aziende, associazioni culturali e di volontariato e, più in generale, a tutti coloro che considerano la lettura un bene comune rande partecipazione all?incontro in streaming organizzato dall?Amministrazione comunale con il vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Agresti, Riccardo Lucetti per la Fondazione Grosseto Cultura, Gabriella Papponi Morelli, presidente della Fondazione Polo Universitario grossetano e gli operatori della filiera della lettura e del libro per promuovere il progetto ?Grosseto città che legge? voluto dai tre soggetti istituzionali. G grossetano, costante confronto su temi di attualità e pubblico interesse, creazione di un Parco letterario diffuso nella provincia di Grosseto. L?invito a sottoscrivere il patto è rivolto a istituzioni, scuole, librerie, aziende, associazioni culturali e di volontariato e, più ingenerale, a tutti coloro che considerano la lettura un bene comune. Farlo è molto semplice: basta cliccare sul logo ?Grosseto città che legge? nella home page del sito del Comune di Grosseto La riunione è stata anche l?occasione per presentare la guida per l?adesione al Patto della lettura, uno strumento agile e immediato, con tutte le informazioni su come fare per aderire. Si può consultare sul sito del Comune di Grosseto nella sezione ?Progetti? e sulla pagina Facebook dedicata, nella quale verrà proposto in ?pillole? giornaliere. All?interno della guida si trovano sintetizzati in 10 punti i principi a cui si ispira il Patto della lettura: diritto di leggere per tutti, avvicinare alla lettura i non lettori, condivisione della lettura, promozione della conoscenza per lo sviluppo individuale, lettura collettiva ad alta voce, nuove occasioni di contratto tra i lettori e i professionisti del libro, promozione dello sviluppo sostenibile, valorizzazione del territorio (sezione ?Progetti?), scaricare e compilare il modulo di adesione e inviarlo via email all?indirizzo grossetocittachelegge@comune.grosseto.it Il Patto è uno degli strumenti per la promozione della lettura adottati dal Cepell (Centro per il libro e la lettura) e viene proposto a istituzioni pubbliche e soggetti privati che individuano nella lettura una risorsa strategica e un valore sociale da sostenere attraverso un?azione congiunta tra i diversi protagonisti presenti sul territorio. La qualifica di Città che legge è stata ottenuta grazie all?impegno dell?Amministrazione comunale attraverso la biblioteca Chelliana, in collaborazione con la Fondazione Grosseto Cultura e la Fondazione Polo Universitario Grossetano. 124 ? Maremma Magazine ?Marzo 2021 va un gruppo di militari capeggiati dai tenenti Luigi Canzanelli (conosciuto come tenente Gino) e Antonio Lucchini, che da Grosseto scelsero Montemerano come base operativa per la propria azione di resistenza. Il tenente Gino le chiese di inviare delle lettere alla famiglia per proprio conto. E fu così che la signorina Licia iniziò a scrivere per i partigiani, inviando di nascosto lettere alle famiglie dei combattenti, per comunicare loro le condizioni di salute dei propri figli, per far sapere loro che andava tutto bene. La signorina Licia rassicurava le mamme a casa che aspettavano notizie senza però svelare dove fossero nascosti e cosa facevano i propri figli combattenti. Una notte, Licia fu scoperta, fu prelevata in casa da 35 uomini fascisti per essere portata via e picchiata. A quel tempo, durante la guerra del ?43, i partigiani si rifugiavano e nascondevano nelle aperte campagne per combattere i nazifascisti. E fu così che Luigi Canzanelli, il tenente Gino, incontrò tra le colline di Manciano la signorina Licia Bianchini e se ne innamorò. ?Durante la notte del 7 maggio 1943 ? come si legge nelle pagine de Il Giunco ? nella zona di Murci il gruppo di Canzanelli viene attaccato: con lui perderà la vita Giovanni Conti. Sarà l?amico e compagno Antonio Lucchini a vendicare la morte del tenente Gino e a restare a fianco di Licia, che poi finita la guerra sposerà?. La signorina Licia, in questi anni, ha sempre portato la sua testimonianza nelle scuole e ha continuato ad essere un modello di resistenza, per i giovani e continuerà ad esserlo per le generazioni future. L?amministrazione comunale di Manciano è vicina alla famiglia della signorina Licia e la ricorda come una donna forte, elegante e di gran classe, entrata nel cuore di tutti. La signorina Licia lascia tre figli Giacomo, Giovanna e Lavinia Lucchini. I funerali si sono celebrati nella chiesa di Marsiliana. IL CORTOMETRAGGIO ?HO TUTTO IL TEMPO CHE VUOI? DI FRANCESCO FALASCHI VINCITORE ALL?ASPERGER FILM FESTIVAL Il cortometraggio ?Ho tutto il tempo che vuoi? di Francesco Falaschi, si aggiudica il premio come miglior cortometraggio dell?ottava edizione dell?Asperger film festival. A decretarlo è stata la giuria del festival cinematografico, composta tra gli altri da Giorgio Tirabassi, Luca Vendruscolo, Massimo De Loren- zo, Giulia Mombelli, Giacomo Ciarrapico, Caterina Guzzanti, Rosanna Gentili, Carlo De Ruggieri e Luca Amorosino, che lo ha scelto per ?la forza del tema, un tema importante, persino lancinante, e veramente urgente su un problema molto dibattuto, che riguarda coloro che rifiutano i canoni della vita attiva e si chiudono in casa ripiegati sui social. Il film con soli due attori c?è sembrato tirare fuori veramente l?urgenza del tema e anche la mancanza di risposte anche se gli autori sono riusciti a trovare una soluzione felice che dà un senso di speranza?. Il cortometraggio è stato realizzato con la Scuola di cinema-Laboratorio per filmakers e Coeso SDS Grosseto, in collaborazione con Rai Cinema, interpretato da Luigi Fedele e Cecilia Dazzi, e racconta la storia di Matteo, un ragazzo che vive in un isolamento sociale volontario (hikikomori). Non esce mai di casa e passa il tempo solo davanti al computer. Ad aiutarlo ad affrontare questa condizione è Sara, un?educatrice che dovrà fare i conti con un grande dolore che porta dentro. ?Ho tutto il tempo che vuoi? ha vinto la sezione ?Punti di vista?, dedicata ai corti italiani, in ex aequo con ?Biagio? di Matteo Tiberia. ?BORGHI IN FESTIVAL?, ATTESA PER L?ESITO DEL BANDO MIBACT Il Comune di Manciano ha presentato la domanda di partecipazione per l?avviso pubblico ?Borghi in Festival?, promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea e dalla direzione generale Turismo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, per il finanziamento di progetti di rigenerazione urbana, culturale ed economico-sociale dei piccoli Comuni italiani. ?Stiamo aspettando la risposta da parte del Mibact ? afferma l?assessore comunale al Turismo Valeria Bruni ? sperando che sia positiva, per poter accedere ai contributi da spendere in progetti per la promozione del territorio?. Manciano è Comune capofila della rete di comuni composta da: Capalbio, Magliano in Toscana, Pitigliano, Sorano, Scansano, Semproniano, insieme ai partner profit Banca Tema, Terme di Saturnia, Caseificio, Cantina Vignaioli Morellino di Scansano; partner no-profit istituto comprensivo Pietro Aldi, associazione culturale ?Il piacere di leggere?, Mista, Fiab Grosseto ciclabile, Lipe, associazione culturale Creature Creative e con la collaborazione dell?associazione culturale Diego Chiti, associazione polifonica i Madrigalisti di Magliano, le Donne di Magliano associazione di volontariato, Fondazione Capalbio, corpo bandistico Giuseppe Verdi, Asd Costa d?Argento. ?Crediamo nella cultura dei borghi ? spiega ancora Bruni ? e questo contributo andrà a valorizzare il patrimonio ambientale, culturale, enogastronomico di tutti i questi paesi. Sarà, infatti, coinvolta la musica, il teatro, lo sport, il paesaggio, il vino, i prodotti tipici. Il progetto è stato da subito adottato da tutti i comuni del territorio con i quali collaboreremo anche in futuro per la stesura dei bandi. Crediamo ? conclude Bruni ? in un turismo di territorio e in un progetto collettivo e ampio?. ?ASPETTANDO IL PREMIO SCRIABIN? AL TEATRO EGLI INDUSTRI A GROSSETO La grande musica torna al Teatro degli Industri con la seconda parte della rassegna ?Aspettando il premio Scriabin? iniziata a fine 2020. Il Comune di Grosseto investe ancora sulla cultura per promuovere l?arte in ogni sua forma e lo fa con un contributo a sostegno dell?Associazione musicale Scriabin di Grosseto guidata da Antonio di Cristofano, pianista grossetano di fama internazionale. Da venerdì 5 marzo a domenica 11 aprile saranno sei le occasioni per assistere gratuitamente in diretta streaming sulla pagina YouTube dei Teatri di Grosseto, ?Teatri di Grosseto Official?, ad esibizioni che spaziano dalla musica da camera alla lirica, dal jazz alla musica orchestrale. Un?occasione da non perdere messa a disposizione dei cittadini gratuitamente dal Comune di Grosseto. «Siamo felici che, nonostante le difficoltà relative al Covid19, lo spettacolo e la cultura non si fermino ? hanno dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, e Luca Agresti, vicesindaco e assessore con delega alla Cultura ? La nostra Amministrazione ha sempre creduto nello sviluppo e nell?incentivazione del settore e il nostro contributo economico ne è l?emblema». Il primo appuntamento è in programma venerdì 5 marzo alle 21: al Teatro degli Industri si esibirà il quintetto ?Abbey Road Dixie Band? composto da fiati e banjo. Sabato 20 marzo sempre alle 21 in diretta streaming ci sarà l?Orchestra giovanile ?Vivace? di Grosseto diretta da Massimo Merone, che condurrà anche l?Orchestra sinfonica Città di Grosseto nel concerto in programma domenica 28 marzo alle 21 che vedrà la partecipazione della soprano Elisa Cenni e della mezzosoprano Patrizia Scivoletti. I concerti di aprile saranno inaugurati venerdì 2 alle 21 dal duo Stefano Romani (pianoforte) e Ida Turri (mezzosoprano), mentre mercoledì 7 aprile alle 21 tornerà ad esibirsi a Grosseto il pianista pugliese Angelo Nasuto. La rassegna si chiuderà domenica 11 aprile alle 21 con il concerto degli allievi dell?Istituto musicale comunale Palmiero Giannetti di Fondazione Grosseto Cultura. LE NEWS ? 125 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane spa Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. MODALITÀ DI PAGAMENTO: Gli importi indicati potranno essere versati: ? tramite assegno non trasferibile intestato a CS Edizioni srl, da inviare a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante bollettino postale sul conto corrente n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante carta di credito. SUGGERIMENTI Le informazioni inserite in questo numero sono state raccolte in anticipo rispetto alla programmazione definitiva degli eventi. Suggeriamo pertanto ai lettori di verificare sempre, telefonicamente, se non siano intervenuti cambiamenti nelle date, negli orari. La redazione di Maremma Magazine non assume alcuna responsabilità per quanto riguarda l?effettiva attuazione delle iniziative elencate nelle pagine precedenti, né per eventuali cambiamenti di programma. 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