MAREMMA 20 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC ? Contiene I.R. M A G A Z I N E 2003-2023 20 anni di passione e amore per la Maremma Buon compleanno Maremma Magazine! Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XXI ? NUMERO 1 ? MARZO 2023 ? ? 3,50 14 24 28 46 SOMMARIO VIVI 14............2003?2023: vent?anni di passione e amore per la Maremma. Buon compleanno Maremma Magazine! 20............L?Ambito Turistico Maremma Toscana area Nord in missione a Bruxelles 24............Parco della Maremma, finalmente riaperto l?Itinerario A4 di Cala di Forno 28............Il ?grande museo all?a? perto? di Sorano fra storia, archeologia, natura 32............Follonica, 1923?2023 da cento anni una storia che unisce 36............Eventi, concerti, labo? ratori: la nuova vita della Rete delle biblioteche di Maremma 40............Castiglione della Pescaia, al via gli eventi per celebrare il centenario della nascita di Italo Calvino 44............Si scrive A.Gi.Mus. Grosseto, si legge ?passione per la musica? 46............Scarlino, l?ex Oratorio della Santa Croce e la Crocifis? sione di Gesù Cristo ovvero l?af? fresco ritrovato 50............Doc e Docg Montecuc? co e Doc Maremma, buone le performance delle due denomi? nazioni nel corso del 2022 54............?Chianti Lovers & Ros? so Morellino? e ?L?Altra Tosca? na?: la Maremma enologica in vetrina a Firenze 58............Ufficialmente presen? tato il progetto di digitalizza? zione dell?archivio fotografico Fratelli Gori 62............Prodotti, ricette, consi? gli: viaggio nel gusto alla sco? perta delle eccellenze di Maremma e Amiata in collabo? razione con Conad Grosseto 69............Gentili e Barontini, importante donazione al Comu? ne di Grosseto 72............I volti di una terra, viaggio nell?opera fotografica di Francesco Minucci 77............Ricordi d?infanzia di quel Centro commerciale natu? rale in via Roma a Grosseto, nell?immediato dopoguerra SCOPRI In copertina, un?immagine iconica della Maremma (nella zona del Parco) fa da sfondo al ventennale della nostra testata Maremma Magazine C?è da vedere 80.............Alle sorgenti del Vivo d?Orcia è nato il Museo dell?Ac? qua di AdF, Acquedotto del Fiora SOMMARIO ? 9 114 118 108 84 memorie di una comunità mineraria? L?itinerario del mese 84............Pitigliano, tra Niccolò III Orsini, il ghetto ebraico e tantissime altre perle piene di storia Briciole di storia 90............La storia dei quattrini coniati per i Reali Presìdi di Toscana Personaggi 94............Nello Bracalari, addio ad un protagonista della vita politica e sociale della nostra provincia Corrispondente n. 54 98............Maremma: dove vola? no i cormorani L?angolo del libro 100.........Le ?Memorie di foto? grafia in Maremma? rievocate da Giorgio Bonfiglioli 101.........?I Cosimini a Grosseto?, il libro di Antonio Cosimini e Tamara Gigli Sanesi 102.........?Niccioleta, fotografie e GUSTA Vino e dintorni 104.........Il Villa Magra Grand Cru di Frantoio Franci è il ?Miglior Olio d?Italia? del 2023 WINE NEWS 106.........Cantina Vignaioli Morellino di Scansano, vola l?export: + 60% nel 2022 106.........Il salumificio di Silvano Mori vince per il secondo anno consecutivo il Tuscany Food Awards 107.........Taste 2023, i formaggi de Il Fiorino protagonisti a Firenze 107.........Diplomati a Grosseto 48 nuovi sommelier Ais Di vino in cibo 108..........Poggio Nibbiale, il sogno diventato realtà di Niko? laus Buchheim Il vino del mese 112.........?Lupo Nero?, l?omaggio ai vent?anni di Tenuta L?Impo? stino A Tavola 114.........Gli Attortellati, il risto? rante rurale che porta la cam? pagna a tavola a km 0, anzi metri 0 La ricetta 118.........Marzo, il mese della Festa di San Giuseppe e delle frittelle di riso LE NEWS 120.........Premio Anna Maria Briganti Arti e Mestieri 2022, ecco le vincitrici 121.........A Massa Marittima sventola la bandiera gialla, con? fermato comune ciclabile 121.........Piero Ardenghi pre? miato a Firenze con il ?Fiorino CS Edizioni IN EDICOLAi cia d in provsin Gro seto ? 10,00 Un viaggio negli stati d?animo, nei ricordi, nei sentimenti, nell?anima dell?autrice Maria Giovanna Mussio ?Le isole, reali e della memoria, cui allude il titolo di questa raccolta segnano il solco di un?identità che si è costruita tra l?azzurro del cielo e il blu del mare della Maremma, fra i colori e i profumi di una terra antica e sincera, che pulsa e rivive tra le pieghe di testi lirici vibranti e mai retorici? - Francesco Petrocchi 10 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 d?Oro? 122.........Antonio Bonfilio e Dia? nora Tinti premiati a Roma 123.........Banca Tema, nel vivo il progetto dedicato ai giovani ?Metto in conto il mio futuro? 124.........Banca Tema, consegna? te 28 borse di studio e 18 bonus bebè 124.........L?U.N.U.C.I. Grosseto ha premiato quattro personalità locali 124.........Banca Tema ha ottenu? to la certificazione di Great Pla? ce To Work® Italia 2023 125.........?La Maremma per la Pace?, tra tradizione e stornelli 125.........È nato Visit Pitigliano, il portale turistico di Pitigliano 126.........Marzo al Quadrivio con ?Al Femminile? e ?I Luoghi dell?Anima? 127.........Il Polo culturale Le Cla? risse diventa ?digital? e senza barriere L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Marzo 2003-Marzo 2023: vent?anni di Maremma Magazine! C onfesso che raramente mi è capitato di emozionarmi pensando a cosa scrivere in un mio Editoriale in questa pagina. Raramente la stesura di queste mie riflessioni mensili è stata ammantata dalla consapevolezza di essere in procinto di raccontare un passaggio significativo della mia storia imprenditoriale, ma anche della mia vita. Ebbene, questo è uno di quei momenti, pur nella difficoltà che si prova nel dover parlare di sé, del proprio lavoro, di quanto si è fatto, degli obiettivi e del futuro. In questi casi il rischio di cadere nella retorica e nell?autocelebrazione è altissimo ed è bene evitarlo. Tuttavia ci sono delle occasioni in cui è impossibile non farlo. E questa, come detto, è una di quelle, perché il numero in questo momento tra le vostre mani è un numero davvero speciale. E lo è soprattutto per me, perché mi porta inevitabilmente a guardarmi indietro, a riavvolgere, anche solo per un attimo, il nastro, a guardare al passato e a rivivere in un brevissimo lasso di tempo un percorso lungo venti anni che si è intrecciato e si intreccia, come detto, con la mia vita. Già, venti anni! Sono passati esattamente due decenni da quella data ? che rimarrà scolpita tra le date importanti della mia esistenza ? in cui tutto è partito. Era il 1° marzo 2003 ed in quel giorno sbarcava in edicola il primo numero di Maremma Magazine. Da allora ne sono arrivati altri 217, compreso quello in questo momento tra le vostre mani, un numero che dà corpo e sostanza ad un traguardo impensabile allora, ma fortemente voluto, grazie alla determinazione, alla dedizione e forse anche un po? al coraggio (per non dire follia), di chi scrive, ma non solo. ?Venti anni di passione e amore per la Maremma?: è questo il claim scelto per la campagna pubblicitaria che partirà a breve. Un claim che ben sintetizza ciò che è stato fatto in tutti questi anni. Tante cose sono cambiate da allora. Basti pensare al progresso, alla tecnologia, all?economia, alla storia, anche personale di ognuno di noi. Ma ciò che è rimasta inalterata è stata ed è la passione e l?amore, in primis verso il lavoro che convintamente ho scelto ed in secondo luogo verso la Maremma, sempre al centro dei miei e dei nostri pensieri ed autentica musa ispiratrice delle migliaia di pagine che in venti anni le abbiamo dedicato. Oggi con tanta emozione, come dicevo all?inizio, tagliamo un traguardo importante, tutt?altro che banale, nel quale in tanti hanno evidentemente creduto. A cominciare dai lettori che negli anni ci hanno seguito con calore e riempito di apprezzamenti e stima, passando per i collaboratori di Maremma Magazine, persone speciali con le quali si è instaurato un rapporto che va oltre l?aspetto lavorativo, per arrivare ai tantissimi sponsor (fondamentali), senza i quali la nostra rivista non sarebbe riuscita a resistere così tanto a lungo e per finire alle istituzioni che hanno condiviso e sposato il nostro progetto di valorizzazione del territorio riconoscendone a tutti gli effetti l?utilità per la stessa Maremma. Insomma, sono tanti i ringraziamenti che in un momento così importante mi sento di fare a coloro che hanno reso possibile la realizzazione di quel sogno chiamato ?Maremma Magazine?, permettendoci di arrivare fin qui e che, ne sono sicuro, saranno presenti anche nel prossimo futuro. Magari, chissà, per altri venti anni! Perché, come spesso si dice in questi casi, il raggiungimento di un traguardo non deve essere mai visto come un punto di arrivo, ma semmai come un momento di riflessione e soprattutto di ripartenza verso altri ed ancor più importanti successi. Chiudo questo momento di riflessione in occasione del ventennale riportando alcuni passaggi dell?editoriale del primo numero di Maremma Magazine (nel marzo 2003) che esordiva così: ?Un giornale che parla di Maremma, della sua gente, del suo folklore, delle sue bellezze. Ma ce n?era davvero bisogno??, per poi concludersi ? dopo aver illustrato finalità e contenuti del progetto ? in questi termini: ?Sarà un successo? Chissà, predire il futuro non è mai così semplice... Da parte nostra ce la metteremo tutta, consci, sin da adesso, delle difficoltà che sicuramente incontreremo. Una forte spinta a crederci fino in fondo e a proseguire nella messa a punto del progetto ci è arrivata dalla constatazione dell?interesse che comunque ruota attorno ai temi della valorizzazione e promozione del territorio. In ogni caso, di una cosa sicuramente non potremo lamentarci. Del fatto di non averci provato. Di non aver mai dato alla luce ciò che adesso avete tra le mani: una piccola ?creatura? ? frutto di un sogno, a lungo coltivato e oggi diventato realtà ? che nasce con tanta voglia di crescere, di migliorarsi, di diventare grande. Auspicabilmente con il vostro sostegno, il vostro calore. Buona lettura?. Ebbene, oggi a distanza di venti anni lo posso, con tanto orgoglio, dire: ?Sì, è stato un successo, è stata dura, ma ne è valsa la pena!?. Buon compleanno Maremma Magazine! EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI VENTENNALE DI MAREMMA MAGAZINE 2003-2023: vent?anni di passione e amore per la Maremma. Buon compleanno Maremma Magazine! DI DIANORA TINTI 14 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE Sono passati vent?anni da quell?ormai lontanissimo 1° marzo 2003, giorno, mese ed anno in cui approdava in edicola il primo numero della nostra rivista Maremma Magazine. Di questa, per certi versi, straordinaria ed unica avventura editoriale parliamo con il fondatore, nonché editore e direttore responsabile Celestino Sellaroli M aremma Magazine compie 20 anni. Lo storico periodico ideato e diretto dall?editore Celestino Sellaroli spegnerà nel mese di marzo ben 20 candeline. Un risultato davvero importante per una rivista tematica che, nel corso degli anni, è riuscita a diventare un vero e proprio must non solo per i tantissimi lettori sparsi sia in Maremma che in Italia, ma anche per tutti coloro che, in special modo imprenditori, nella rivista hanno trovato uno straordinario strumento per fare marketing in modo performante. ?Il giornale di chi ama la Maremma? è questo il claim che ha accompagnato per molto tempo Maremma Magazine e che racconta, più di ogni altra cosa, quale sia il focus della rivista, ovvero la Maremma nelle sue espressioni valoriali più rappresentative: arte, storia, cultura, ambiente, folklore, società, turismo e intrattenimento. Tutto quello cioè che le ha consentito, in breve tempo, di registrare un così grande successo di pubblico. I numeri, d?altra parte, parlano chiaro e certificano, a pieno titolo, il successo dell?intero progetto editoriale avviato nel lontano 2003: 218 numeri pubblicati, più di 5000 articoli redatti, 1500 abbonati, 100 inserzionisti fidelizzati, una ventina di collaboratori attivi. Un periodico, dunque, pensato non solo per raccontare la Maremma a tutti Celestino Sellaroli PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Un progetto editoriale, nato nel marzo 2003, con il proposito di valorizzare e promuovere la Maremma sotto il profilo turistico e culturale 16 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 coloro che ne sono innamorati, ma per portare la Maremma nel cuore di chi, non conoscendola direttamente, grazie alla rivista potrà avere la possibilità di innamorarsene e decidere, prima o poi, di andarla a visitare. Ma come è nata in origine l?idea di dare vita ad una rivista dedicata esclusivamente alla Maremma? [Lo chiedo direttamente all?ideatore del progetto Celestino Sellaroli.] Ho sempre avuto il desiderio di fondare un giornale che parlasse di territorio e di eventi legati ad esso. La Maremma è, di fatto, una fucina di informazioni, che non chiedono altro se non di essere raccontate e categorizzate in modo organico. Quando ho maturato questa decisione stavo lavorando per un settimanale locale, un?esperienza bella e formativa (che mi ha insegnato molto) durata sette anni. In quel periodo è come se qualcuno avesse gettato dentro di me un seme ? ovvero la voglia di creare un giornale tutto mio ? che lentamente ha iniziato a germogliare e a prendere sempre più forma, fino ad arrivare alla pianta con radici solide che proprio questo mese festeggia venti anni di vita. Così, quando sono maturate le condizioni giuste, mi sono fatto coraggio ed ho deciso di provarci. Quali sono state le molle decisive che ti hanno portato a fare il grande passo? Sono state diverse. In primis, una breve collaborazione con un quotidiano E la la storia continua... Nelle immagini qui e nella pagina a fianco le copertine dei 217 numeri della nostra rivista (che insieme a quello in questo momento tra le vostre mani, portano le edizioni a quota 218), pubblicati in venti anni di attività a partire da quell?ormai lontanissimo 1° marzo 2003, quando iniziava quell?incredibile avventura editoriale chiamata Maremma Magazine locale ? successiva a quella con il settimanale (era il 2002) ? durata pochissimo e tutt?altro che entusiasmante (cosa che ha rafforzato ancora di più l?idea che avevo in mente). Poi, il desiderio di continuare a lavorare nel settore dell?editoria e del giornalismo che ormai erano entrati dentro di me. Ma la molla decisiva è stata soprattutto la voglia di mettermi in proprio e di inventarmi con le mie mani un lavoro. Il mio lavoro. Senza doverlo andare a cercare, ma costruendolo giorno per giorno con il mio impegno, la mia passione e la mia dedizione. Alla fase della progettazione è seguita quella della realizzazione, ancora più entusiasmante perché le idee hanno lasciato il posto ai fatti e ai bei risultati che nel tempo, devo dire, sono arrivati a darmi ancora più carica e convinzione. È il bello del lavoro da libero professionista, che ho scelto convintamente, e del resto anche di imprenditore. Nel mio caso i due aspetti si incontrano in ?Maremma Magazine?». Hai avuto timori o perplessità nell?affrontare questa nuova avventura? Certo. Ci avevano già provato in tanti a fare qualcosa di simile. Ma nulla, fino ad allora, era mai decollato davvero. La paura, soprattutto all?inizio, era davvero tanta. Erano in molti a darmi solo tre mesi di vita. Altri mi consideravano un visionario o addirittura un folle. Oggi invece, contro ogni aspettativa dei più pessimisti, siamo qui a festeggiare 20 anni di attività. Quale è stato secondo te il fattore di questo successo? Sicuramente una cosa determinante è stata indovinare il focus: Maremma Magazine è una rivista che parla di Maremma in ottica di promozione turistica e di valorizzazione del territorio. Il prodotto, nel suo complesso, è stato giudicato più che buono dal mercato. Ma non basta. Portare avanti un progetto editoriale così impegnativo vuol dire innanzitutto crederci. E per funzionare bene ci devono credere tutti, non solo l?editore. Ci devono credere i lettori, gli inserzionisti, le istituzioni. Insomma tutti coloro che, a vario titolo, dalla qualità finale del prodotto si aspettano qualcosa. I lettori pretendono aggiornamenti, informazioni e curiosità; gli inserzionisti PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Celestino Sellaroli: ?Il fattore principale di questo successo? Aver individuato il focus giusto (Maremma Magazine è una rivista che parla di Maremma in ottica di promozione turistica e di valorizzazione del territorio), un focus nel quale si sono identificati, non solo l?editore, ma anche i lettori, gli inserzionisti, le istituzioni? puntano a valorizzare l?immagine della loro attività e a migliorare il loro business; le istituzioni cercano un canale attraverso cui raccontare le varie iniziative intraprese. Come riesce Maremma Magazine a valorizzare il territorio? Sicuramente portando alla luce contenuti di interesse ed informazioni che magari molti ignorano. Chi vive un territorio dà spesso per scontato ciò che gli accade intorno. Con la rivista cerchiamo di far capire quanto invece la Maremma sia un patrimonio di enorme valore da apprezzare tutti i giorni, visto la vastità di ciò che ha da offrire e da dire al suo pubblico. Basti pensare che in 20 anni di attività gli argomenti sulla Maremma non si sono mai esauriti, ma anzi, ogni volta, si arricchiscono di nuovi interessanti spunti. Inoltre, essendo uno strumento di servizio a disposizione del turista, al suo interno vi sono un?infinità di informazioni utili per andare alla scoperta del territorio. E non è un caso se negli anni abbiamo siglato varie convenzioni proprio con i comuni a maggior vocazione turistica della provincia di Grosseto. Tante cose saranno cambiate, in questi 20 anni. Come siete riusciti a conciliare tradizione e modernità? Sì, è vero. Tante cose sono cambiate in questi ultimi anni, tante altre sono rimaste inalterate: come l?interesse per la Maremma. Una terra che ? non c?è dubbio ? ha qualcosa di speciale. Tradizione e modernità si sono dati appuntamento qui, in Maremma, e ne è nato un frutto unico. Dalla montagna al mare passando attraverso le campagne. Ogni 18 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Nell?immagine l?home page della nostra piattaforma online che, dal 2011, offre la possibilità ai lettori (potenzialmente in tutta Italia e in tutto il mondo) di acquistare e leggere le copie digitali di Maremma Magazine (identiche a quelle cartacee) comodamente davanti al proprio PC, tablet o smartphone. scorcio ha storia che lo rappresenta. Per questo motivo in venti anni i contenuti non sono mai mancati alla rivista. Anzi, sono proprio le notizie a cercare noi e ?Maremma Magazine? C?è sempre tanto da dire. Per riempire una pagina, anche un piccolo spazio, non è mai necessario ingegnarsi più di tanto perché gli stimoli sono ovunque ed è sufficiente raccoglierli. Negli anni credo di aver trattato i più svariati argomenti e di aver avuto il piacere di interfacciarmi con reciproca soddisfazione con i rappresentanti delle istituzioni, le autorità che si sono avvicendate sul territorio, in tutti i Comuni ed Enti della provincia. Lo stesso vale per gli imprenditori, i personaggi, le associazioni che operano in vari ambiti. C?è sempre una vicenda interessante da approfondire, c?è sempre un particolare che vale la pena conoscere. È proprio questo che mi piace di ?Maremma Magazine?. La rivista dà l?occasione di esprimere un messaggio più profondo, andando a superare l?immediatezza delle news dei giornali online e dei quotidiani, e scavare negli eventi. Perché tra i pregi del nostro territorio c?è anche quel velo di mistero Nr. 01 Marzo 2023 che ha bisogno del giusto spazio e di immagini suggestive per essere raccontato in modo esaustivo e realistico». E c?è da scommettere che il materiale non mancherà nemmeno in futuro? Esattamente. Sarò ripetitivo, ma viviamo e operiamo in una zona che ha tante potenzialità ancora inespresse che prima o poi riusciremo finalmente ad esprimere. Nell?economia, nel turismo, settore dell?accoglienza, nell?enogastronomia, ma anche in altri campi, la Maremma avrà modo di dire la sua anche nel futuro. Come state affrontando il progresso della tecnologia ed il passaggio al digitale? Su questo fronte abbiamo quasi anticipato i tempi. Nel 2011 abbiamo cominciato a vendere le copie digitali attraverso la piattaforma online che offre la possibilità ai lettori (potenzialmente in tutta Italia e in tutto il mondo) di acquistare e leggere la rivista comodamente davanti al proprio PC, tablet o smartphone. Successivamente abbiamo rivisto il nostro sito web oggi in grado di garantire una straordinaria e funzio- ???? ?Il futuro di ?Maremma Magazine?? Parla e continuerà a parlare ? spiega Celestino Sellaroli ? tre linguaggi: la rivista cartacea (il nostro punto fermo imprescindibile), la versione digitale (per i più tecnologici) e i social media (per chi ama l?informazione in tempo reale)? In edicola nale sinergia con la versione cartacea. Negli anni ci siamo rivolti anche verso un pubblico più smart andando nella direzione dell?evoluzione social. I canali Facebook e Instagram, in questo, ci hanno aiutano e ci stanno aiutando tantissimo. Perché gli inserzionisti decidono di investire in pubblicità in una rivista come Maremma Magazine? Maremma Magazine è, a tutti gli effetti, una vetrina delle eccellenze del tessuto produttivo del territorio. E ancor di più una grande famiglia! Abbiamo sponsor importanti e moltissimi di loro sono con noi fin dall?inizio del nostro percorso. Testimonianza del fatto che fare pubblicità su Maremma Magazine genera un ritorno non solo importante dal punto di vista dell?immagine, ma anche dal punto di vista economico, in termini di remunerazione dell?investimento. La cosa più gratificante è sentirsi dire: ?Grazie! La pubblicità su Maremma Magazine funziona davvero!?. Con molti inserzionisti i rapporti si sono consolidati a tal punto che sono oggi veri e propri rapporti di amicizia, oltre che professionali. Guardiamo oltre l?orizzonte. Come vedi il futuro di ?Maremma Magazine?? Il futuro di ?Maremma Magazine? parla e continuerà a parlare tre linguaggi: la rivista cartacea (un punto fermo), la versione digitale (per i più tecnologici) e i social media (per chi ama l?informazione in tempo reale). La carta resta predominante per ?Maremma Magazine?, in edicola o a domicilio in abbonamento, nonostante sia quella che comporta l?investimento economico più importante. Negli anni il pubblico di Maremma Magazine si è abituato a sfogliare la rivista, a portarla con sé e a godersi, oltre alla parola scritta, anche le immagini di alta qualità che permettono un vero e proprio viaggio nelle bellezze del territorio. È vero, lo stesso messaggio arriva anche dalla versione digitale e dai social, ma alla praticità a volte chiediamo una pausa: fermarsi a leggere la rivista è un modo per staccare dalla frenetica routine, lasciare da parte i cellulari e il computer, e godersi un po? di relax lontano dagli impegni di lavoro. Che sia a casa sul divano, in un bar o al mare poco importa. ?Maremma Magazine? si addice ad ogni situazione. ?Maremma Magazine? nasce come rivista stampata e proprio lì sta la differenza. Le immagini e la qualità della carta sono i nostri punti vincenti. Per questo continuerò a investire su questo tipo di offerta, ovviamente stando sempre al passo con i tempi e accettando le nuove sfide che si presentano. Accanto alla carta ci sono anche la versione digitale e i social, con una pagina Facebook e i profili Instagram e Twitter dedicati che riportano tutti gli aggiornamenti, con migliaia di follower in totale. Un gran lavoro da portare avanti che è già cresciuto enormemente negli anni e che continua a dare grandi soddisfazioni in termini di numeri e di traguardi raggiunti. Sempre guardando al futuro quali altre prospettive vedi? L?idea è creare un portale multifunzione e multilingua che offra la fruizione di contenuti di interesse e l?accessibilità ad offerte di prodotti e servizi provenienti dal territorio. Il sogno è che diventi una piattaforma di atterraggio per tutti coloro che cercano qualunque tipo di notizia o info riferita alla Maremma. Un aggregatore virtuoso che consenta davvero alle imprese del territorio di fare sistema e di creare una massa critica in grado di competere con i principali marketplace, OTA o portali di caratura internazionale. Insomma un successo che non aspetta altro che di essere replicato nei prossimi vent?anni. E allora lunga vita a Maremma Magazine! PRIMO PIANO ? VIVI ? 19 VIVI TURISMO L?Ambito Turistico Maremma Toscana area Nord in missione a Bruxelles DI DEBORAH CORON Presentare la destinazione Maremma Nord e confrontarsi sulle principali strategie in materia di turismo e agroalimentare portate avanti dall?Europa: è stato questo l?obiettivo della missione a Bruxelles che i comuni dell?Ambito Turistico Maremma Toscana area Nord hanno perseguito nelle scorse settimane in ottica promozionale N atura, sapori e sport con una grande attenzione al tema della sostenibilità: sono questi i principali prodotti turistici sui quali la Maremma Nord si è confrontata a Bruxelles per la missione europea che ha visto protagonisti gli 8 Comuni che compongono l?Ambito Turistico Omogeneo. Formato da Follonica, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Massa Marittima, Roccastrada, Montieri, Montero- 20 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 tondo Marittimo e Scarlino, l?Ambito Maremma Nord si estende per quasi 1300 chilometri quadrati lungo la costa toscana e può contare su più tipologie di attrattori turistici: borghi, natura, mare, cultura, sport ed enogastronomia. I rappresentanti degli 8 Comuni sono giunti a Bruxelles per incontrare i funzionari di Regione Toscana nel settore del Turismo e dell?Agroalimentare-Enogastronomia, confrontarsi sulle principa- li strategie in materia di turismo ed agroalimentare portate avanti in Europa, e valutare i possibili sviluppi per il territorio della Maremma Nord. La delegazione è stata formata da Andrea Benini, sindaco Follonica, Marcello Giuntini, sindaco Massa Marittima, Francesco Limatola, sindaco Roccastrada, Giacomo Termine, sindaco Monterotondo Marittimo, Alessandro Ricciuti, assessore turismo Follonica, Daniele Tonini, vice-sindaco Gavorrano, Francesca Travison, sindaca Scarlino, Silvia Travisan, assessora turismo Scarlino, Susanna Lorenzini, assessora turismo Castiglione della Pescaia ed Isabelle Mariani, consigliera comunale con delega allo sport del Comune di Castiglione della Pescaia. Ad accompagnarli i rappresentanti di DMO (Destination Management Organization) e DMC (Destination Management Company) che gestiscono l?organizzazione e valorizzazione del turismo dell?area: Cinzia Tacconi, coordinatrice tecnica Ambito Turistico Omogeneo Maremma Nord, Giancarlo Farnetani, presidente CST Firenze, Alessandro Tortelli, direttore CST Firenze, Olivia Bruschettini, collaboratrice ATO e Paolo Pestelli, DMC ATO. I delegati e le delegate hanno visitato il Parlamento Europeo e incontrato l?eurodeputata Camilla Laureti e Michele Barneschi, della Commissione trasporti e turismo del Parlamento Europeo. Inoltre sono stati ricevuti dai membri dell?ufficio europeo della Regione Toscana per turismo ed enogastronomia e dai rappresentanti di Necstour, con i quali si sono confrontati per individuare azioni comuni: tra gli argomenti affrontati lo sviluppo di prodotti turistici, quali Outdoor, Enogastronomia e Sport, oltre a tematiche di particolare importanza come il turismo sostenibile. La Maremma Nord conta infatti su numerosi parchi e aree naturalistiche, strategiche per il turismo. Come il Parco Nazionale delle Colline Metallifere Geoparco Unesco, istituito nel 2002. Il Parco aderisce alla Carta Europea della Sostenibilità, per proteggere l?ecosistema e valorizzarne storia e conoscenza. È stato inoltre il primo in Italia ad aderire al progetto Geofood per valorizzare la provenienza geografica delle produzioni agroalimentari, enfatizzando la correlazione tra diversità geologica, composizione del terreno, materie prime e produzione alimentare. «È stata una trasferta proficua per il nostro Ambito ? ha commentato Andrea Benini, sindaco di Follonica, Comune PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? Un importante evento che ha visto coinvolti i rappresentanti politici di tutti i comuni dell?Ambito Turistico Maremma Nord, accompagnati dal personale della Destination Management Organization e della nuova Destination Management Company, che si è recentemente aggiudicata il bando capofila ? perché ci ha permesso di consolidare il percorso di crescita inserendoci sempre più in un contesto di relazioni europee importante per continuare a valorizzare gli obiettivi ai quali stiamo lavorando. In particolare abbiamo presentato l?offerta turistica sulla quale il nostro territorio sta lavorando, a cominciare da sport, outdoor ed enogastronomia». «Si è trattato ? ha sottolineato l?assessore al Turismo del Comune capofila di 22 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Follonica, Alessandro Ricciuti ? di una visita da parte degli amministratori dell?Ambito Maremma Nord alle istituzioni europee, un?occasione per riflettere insieme sul senso della nostra appartenenza alla casa Comune Europea, soprattutto in questo particolare momento storico. Grazie a questa opportunità che ci è stata offerta, è stata anche l?occasione per poter effettuare una riunione straordinaria dell?Ambito nella quale tracciare le linee operative sul turismo per il 2023, e allo stesso tempo per presentare l?immagine del nostro straordinario territorio in sede europea». Ebbene, le linee prodotte sulle quali si svilupperà infatti l?azione dell?Ambito Turistico nel 2023 saranno: 1. Turismo sportivo; 2. Active tourism ? Outdoor (bike, trekking); 3. Slow tourism - enogastronomia, borghi e smart working; 4. Turismo relativo a cammini e percorsi; 5. Turismo balneare; 6. Turismo arte, cultura e tradizioni. Relativamente alla tematica turismo sostenibile, l?Ambito è coinvolto nel Progetto INTENSE (Itinerari Turistici Sostenibili), cofinanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, per la creazione di itinerari cicloturistici, lungo la Ciclovia Tirrenica, che consentano di esplorare il territorio ?a passo lento?. Non solo ambiente e sostenibilità ma anche sport. Pochi mesi fa l?Ambito ha ricevuto il titolo di Comunità Europea dello Sport 2023, assegnato da Aces Europe alle realtà che si contraddistinguono per eccellenza e valori condivisi in tema di sport. Proprio questo è considerato un attrattore importante intorno al quale nel 2023 verranno costruiti eventi ed attività. Infine l?enogastronomia con la Strada del Vino e dei Sapori, un percorso che valorizza le produzioni locali come il vino Monteregio DOC, l?olio Extra Vergine d?Oliva Toscano IGP, il pecorino DOP e lo Zafferano di Maremma. VIVI NATURA Parco della Maremma, finalmente riaperto l?Itinerario A4 di Cala di Forno DI MICHELE GUERRINI Un partecipatissimo evento pubblico alla presenza delle autorità con trekking in luoghi magici di rara bellezza, il 29 gennaio scorso ha ufficialmente battezzato e riaperto ai visitatori, dopo 4 anni di chiusura, l?itinerario A4 del Parco della Maremma che porta in quel meraviglioso paradiso terrestre che è Cala di Forno 24 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 L?evento inaugurale Una meravigliosa giornata di sole, con un sold out annunciato, ha accompagnato il 29 gennaio scorso la riapertura di uno dei più suggestivi ed apprezzati itinerari del Parco della Maremma, quello che collega Marina di Alberese alla bellissima spiaggia di Cala di Forno. È stato un evento aperto a tutti: una passeggiata collettiva molto partecipata che è partita da Marina di Alberese per arrivare alla spiaggia di Cala di Forno, attraversando la Pineta Granducale, la spiaggia di Collelungo e i bellissimi boschi che si affacciano a picco sulla spiaggia di Cala Rossa. Luoghi magici e protetti, che ora possono nuovamente svelarsi ai visitatori del Parco. ?Era un evento atteso ormai da quattro anni ? ha commentato il presidente della Regione Eugenio Giani ? e sono davvero felice che finalmente, dopo la conclusione a tempo di record dei lavori condotti dal Parco della Maremma, sia stato possibile rendere nuovamente fruibile uno degli angoli più suggestivi della costa maremmana. Grazie all?opera promossa dal presidente Rusci chiunque lo voglia ora può godere dello spettacolo naturale e paesaggistico di una delle spiagge più belle che la costa toscana può offrire? che nulla ha da invidiare alle mete più esotiche. Un luogo visitabile solo attraverso l?itinerario del Parco e per questo rimasto selvaggio e incontaminato. Alle sue spalle solo l?antico edificio della dogana e gli sterminati boschi di lecci delle colline dell?Uccellina. L?iter procedurale L?accordo convenzionale per la riaper- tura ai visitatori dell?itinerario di Cala di Forno, dopo 4 anni di chiusura, è stato firmato a metà dicembre. Si è trattato di un atto a tre firme: quella del presidente del Parco della Maremma, Simone Rusci; quella della nuova proprietà di Cala di Forno ? rappresentata da Patrizio Bertelli, patron di Prada ? e quella di Antonella Vivarelli Colonna, proprietaria di vaste aree nei pressi del Collecchio. Le convenzioni sono atti necessari per poter attraversare le proprietà private con percorsi pubblici come quelli degli itinerari. La sottoscrizione è volontaria ed i proprietari, per motivate ragioni, possono opporsi all?attraversamento. In questo caso le convenzioni sono state sottoscritte a titolo gratuito, senza alcuna spesa per il Parco, a testimonianza della forte sinergia instaurata tra soggetti pubblici e privati. Indispensabile per questo traguardo è stata la fattiva e ritrovata collaborazione con l?Ente da parte delle proprietà attraversate dal percorso: come detto, quella storica, di Antonella Vivarelli Colonna, e la nuova proprietà di Cala di Forno, del patron di Prada Patrizio Bertelli. ?Restituiamo alla collettività un tratto di costa tra i più suggestivi della Toscana ? ha detto il presidente del Parco Simone Rusci ?, un luogo simbolo della Maremma. Un risultato che rinsalda i rapporti tra importanti interlocutori che sempre più devono essere coinvolti nelle attività di promozione e di sviluppo del territorio. Un accordo al quale faranno seguito altri importanti atti di collaborazione destinati ad innovare profondamente le modalità di fruizione del Parco?. Dopo l?approvazione delle convenzio- Nelle immagini due vedute della splendida spiaggia di Cala di Forno (Talamone) nel cuore del Parco della Maremma PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? La spiaggia di Cala di Forno è un piccolo fazzoletto di sabbia incastonato tra le colline boscate tra Talamone e Collelungo (poco meno di un ettaro affacciato su un mare cristallino) che da quest?anno torna ad essere raggiungibile da terra solo ed esclusivamente attraverso l?itinerario A4, uno dei più suggestivi ed apprezzati del Parco della Maremma Nella foto il taglio del nastro che ha inaugurato la riapertura dell?itinerario A4 ni da parte del Consiglio direttivo del Parco, gli accertamenti tecnici, i lavori di ripristino e pulitura dei sentieri, la messa in sicurezza del percorso in modo da garantire la fruibilità di tutti i luoghi, il 29 gennaio scorso un evento pubblico con tanto di escursione guidata lungo il tragitto ha ufficialmente riaperto l?itinerario. La spiaggia di Cala di Forno La spiaggia di Cala di Forno è un piccolo fazzoletto di sabbia incastonato tra le colline boscate tra Talamone e Collelungo. Poco meno di un ettaro affacciato su un mare cristallino. Con l?edificio della ex dogana, è una delle più belle spiagge della costa Toscana: gioiello storico, paesaggistico e naturalistico del Parco, stretta tra falesie di roccia a picco sul mare cristallino e dominata dall?omonima torre che svetta da una fitta macchia mediterranea. Tanto suggestiva da essere stata scelta come location per molti film: Non ci resta che piangere (1984) di Roberto Benigni e Massimo Troisi, Al lupo al lupo (1992) di Carlo Verdone, Viola bacia tutti (1997) di Giovanni Veronesi, L?amore ritrovato (2004) di Carlo Mazzacurati, solo per citarne alcuni. Cala di Forno è un luogo protetto da stringenti norme di tutela ambientale e paesaggistica di rango nazionale, regionale e dello stesso Parco della Maremma che, nel proprio Piano, la definisce come ?area di protezione puntuale?. È accessibile al pubblico solo ed esclusivamente attraverso l?itinerario A4. L?itinerario A4 di Cala di Forno L?itinerario di Cala di Forno (itinerario A4) è uno dei più suggestivi ed apprezzati del Parco della Maremma: parte dal Pinottolaio (lungo la strada di Marina di Alberese), attraversa la Pineta granducale e i boschi alle spalle della torre di Col- Cala di Forno (Talamone) 26 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 lelungo, per poi correre parallelo alla linea di costa, al di sopra delle falesie di Cala Rossa fino ad arrivare alla spiaggia di Cala di Forno. Tocca alcuni dei monumenti naturali più importanti del Parco, e attraversa ambienti molto diversi, offrendo scorci di grandissima suggestione. Sono possibili due diverse possibilità di visita. La prima, più lunga (itinerario 1) ? 9.00 chilometri (18.00 chilometri complessivi) ? prevede la partenza dalla località Pinottolaio, l?attraversamento della Pineta Granducale con percorso lungo il canale di bonifica, la salita alla torre di Collelungo, il passaggio al di sopra della scogliera tra Collellungo e Cala di Forno. La durata è di circa sei ore complessive, con difficoltà media La seconda tipologia (itinerario 2) è più breve ? 7.50 chilometri (15 chilometri complessivi) ? con partenza da Marina di Alberese, attraversamento della Pineta Granducale lungo la strada della Pinastrellaia, salita alla torre di Collelungo, percorso al di sopra della scogliera tra Collellungo e Cala di Forno. La durata in questo caso è di circa cinque ore complessive, con difficoltà, anche in questo caso, media. Info utili L?itinerario è a pagamento. Info e prenotazioni c/o Centro visite (dal lunedì alla domenica 8.30-13.30) tel. 0564 393238, mail centrovisite@parco-maremma.it Web: https://parco-maremma.it/visitail-parco/a-piedi/a4-cala-di-forno/ Parco Aperto, il nuovo modo di visitare il Parco tutto l?anno P arco Aperto. Si chiama così il car­ tellone degli eventi con il quale il Parco della Maremma ha inteso rilanciare la propria o?erta di visita anche nel periodo invernale. Parco Aperto è un programma dinami­ co, basato sull?idea di unire i tradizionali itinerari del Parco ad eventi a tema, capa­ ci di raccontare curiosità, punti di vista ed esperienze alternative. Un itinerario ?plus?, organizzato con la collaborazione di ricercatori, guide, artisti, guardiaparco e imprese del terri­ torio. Il programma è stato strutturato in cinque famiglie di eventi, pensate per incontrare passioni ed interessi di un pubblico vasto: natura e scienza; sport e benessere; famiglie e bambini; storia e cultura; prodotti del Parco; riconosci­ bili da una rinnovata grafica sul sito e sui social istituzionali del Parco. La winter edition che ha inaugurato questo cartellone ha messo insieme 12 eventi fino ad aprile (da dicembre), ai quali si aggiungeranno appuntamenti speciali fuori cartellone. Seguirà poi la programmazione della primavera e dell?estate, già ricca ? dicono gli organiz­ zatori ? di eventi e sorprese. La programmazione invernale intende rimarcare come proprio questa stagione sia una delle più belle ed interessanti per visitare il Parco: una delle più ricche in termini di biodiversità e delle più sugge­ stive ed autentiche da un punto di vista paesaggistico. ?Un Parco aperto alle persone ma anche alle idee ? a?erma il presidente del Parco Simone Rusci ? in grado di organizzare, catalizzare e promuovere le iniziative ed i valori di un territorio unico. Aperto anche ai soggetti che vogliono, insieme al Parco, contribuire alla costruzione di questo cartellone?. La prima data in calendario è stata quella di domenica 11 dicembre, con un?escursione all?oliveto monumentale di Collelungo. Gli esperti hanno svelato segreti e curiosità di questo posto incantato, o?rendo al visitatore una chiave di lettu­ ra diversa ed inaspettata dell?oliveto, dei suoi abitanti e della sua storia. La visita si è conclusa con una degustazione di prodotti locali e dell?olio prodotto nel Parco. I prossimi appuntamenti sono in pro­ gramma: il 5 marzo (Caccia la cacca, iti­ nerario didattico sul riconoscimento delle tracce degli animali), il 12 marzo (Forest bathing, passeggiata immersiva alla scoperta del benessere con le pian­ te), il 26 marzo (Traversata Gran trek­ king nella storia, trekking attraverso la storia del Parco: San Rabano, Torri e Bonifica della Maremma) e il 2 aprile (A zonzo con Mirella la volpe, itinerario per conoscere gli animali selvatici ed i loro comportamenti). Info: 0564 393238 (tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 13,30) booking@parco­maremma.it www.parco­maremma.it PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Il ?grande museo all?aperto? di Sorano fra storia, archeologia, natura La terrazza panoramica sul Masso Leopoldino La via cava di San Sebastiano nella necropoli etrusca di Sovana 28 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Una delle peculiarità della rivista in questo momento tra le vostre mani è da sempre quella di offrire spunti, occasioni e pretesti per andare alla scoperta della nostra meravigliosa terra, attraverso articoli e redazionali in grado di incuriosire e stimolare il viaggio verso luoghi noti o meno noti. Un esempio? Provate a leggere questo servizio che vi accompagna dentro uno dei borghi più belli di Maremma, nella zona delle Colline del Tufo: Sorano Sorano F ra le tante definizioni che sono state date del territorio di Sorano è particolarmente calzante quella di ?grande museo all?aperto?. Esso occupa l?estremo lembo meridionale della Toscana. In questa area, caratterizzata da speroni tufacei ricchi di vegetazione e valli profonde dove precipitano limpide e fresche le acque di numerosi torrenti, ha sede il Parco Archeologico ?Città del tufo?, inaugurato nel 1998, costituito da tre aree di grande interesse storico, archeologico e naturalistico che coprono una superficie di circa 60 ettari: la necropoli etrusca di Sovana, l?insediamento rupestre di San Rocco (in prossimità di Sorano) e l?insediamento rupestre di Vitozza nella frazione di San Quirico. Le testimonianze più significative riguardano le necropoli etrusche, ma del Parco fanno parte anche numerose ed importanti vestigia di epoca tardo antica e medievale come castelli, chiese, fortificazioni e abitazioni rupestri. Ad unire fra loro tale testimonianze le numerose e affascinati vie cave (San Sebastiano, Poggio Prisca, Cavone, San Rocco, Pian della Madonna, San Carlo e Laterini). Questi sentieri ripidissimi, tortuosi e profondamente incassati nella roccia rendevano possibile, in antico come ai giorni d?oggi, economizzare i tempi di percorrenza in un territorio particolarmente accidentato. Accanto all?importanza storica e archeologica delle vie cave va ricordata anche quella vegetazionale che rende questi ambienti veramente unici: le particolari caratteristiche climatiche ed ambientali che le contraddistinguono, infatti, hanno con il tempo determinato una sorta di microclima che ha favorito la crescita di piante tipiche di ambienti umidi ed ombrosi. La tomba dei demoni alati nella necropoli etrusca di Sovana La tomba Ildebranda nella necropoli etrusca di Sovana PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI ???? In questa area ha sede il Parco Archeologico ?Città del tufo?, inaugurato nel 1998, costituito da tre aree di grande interesse storico, archeologico e naturalistico: la necropoli etrusca di Sovana, l?insediamento rupestre di San Rocco (in prossimità di Sorano) e l?insediamento rupestre di Vitozza nella frazione di San Quirico I ruderi della Chiesaccia nell'insediamento rupestre di Vitozza Per visitare la necropoli occorre oltrepassare Sovana in direzione San Martino sul Fiora e dopo circa 1 Km si raggiunge il parcheggio e l?ingresso all?area archeologica. La parte più imponente della necropoli etrusca si trova sulle colline a nord del torrente Cale- sine dove si possono raggiungere, attraverso percorsi immersi nella fitta vegetazione, le straordinarie architetture funerarie rupestri: le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba Pola e la tomba Ildebranda, che prende il nome dall?illustre cittadino Sovanese che divenne papa con il nome di Grego- rio VII; il complesso monumentale della Tomba dei Leoni, riaperto al pubblico recentemente; le tombe a edicola del Tifone e dei Demoni Alati. Di quest?ultima tomba, particolarmente ben conservata, di grandissima importanza e pregio è il frontone sul quale campeggia un imponente demone marino, alato e con Il Masso Leopoldino A ll?estremità nord­occidentale del borgo sorge il Masso Leo­ poldino, uno degli elementi più caratteristici di Sorano, magnifica ter­ razza panoramica nel cuore del centro storico ed il più compiuto esempio di integrazione tra natura e architettura. Una struttura fortificata, chiamata Rocca Vecchia, era presente almeno fin dall?epoca medioevale. L?area era utilizzata sia come presidio con fun­ zioni di avvistamento sia come luogo di rifugio della popolazione in caso di assedio nemico: queste due funzioni cessarono a seguito della costruzione della vicina Rocca Aldobrandesca, sul lato sud­orientale, divenuta poi la For­ tezza Orsini. All?interno del complesso fu costruita anche la chiesa di Santa Caterina, le cui origini sono da ricerca­ re tra il tardo medioevo e il periodo rinascimentale, essendo citata per la 30 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 prima volta in un documento del 1565. Nel corso del Settecento furono eseguite le prime opere di consolida­ mento allo sperone, a causa delle pre­ carie condizioni di alcune balze roccio­ se. Nei primissimi anni dell?Ottocento si verificarono però varie frane, a cau­ sa dell?instabilità della rupe che si determinò a seguito di alcuni lavori di scavo nei livelli sottostanti. Tali eventi franosi causarono alcune decine di morti tra la popolazione, oltre a far Masso Leopoldino crollare l?antica chiesa e distruggere molte abitazioni e ambienti di servizio sottostanti. Tra il 1820 ed il 1822, il Granduca Ferdinando III di Lorena provvide al consolidamento dello sperone tufa­ ceo con la costruzione di un grande muraglione di rinforzo a sostegno del versante orientale, mentre tutte le pareti rocciose furono levigate per evitare ulteriori distacchi. All?estremi­ tà orientale fu eretta la torre merlata con l?orologio pubblico. I lavori che hanno dato al comples­ so la sua caratteristica forma odierna, interamente delimitato su tutti i lati da un alto basamento a scarpa rivesti­ to in conci di tufo, che si interrompe soltanto in prossimità della rampa di accesso, furono in seguito completati dal Granduca Leopoldo II, al quale si deve anche il nome attuale del monu­ mento. code pisciformi, che si presenta con il braccio destro alzato a brandire il remo o il timone di una nave naufragata. A poca distanza, in un altro settore della necropoli, detto di Sopraripa, si trovano le tombe a semidado e falsodado, e la celeberrima tomba a edicola della Sirena. L?altro settore del Parco è l?insediamento rupestre di San Rocco al quale si accede percorrendo la strada provinciale 22 a circa 2 Km da Sorano in direzione di Sovana. All?ingresso si trova una piccola Chiesa dedicata al Santo. La chiesa fu eretta dai soranesi ?per voto della Comunità?, quasi certamente in occasione di qualche pestilenza, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento. Proseguendo lungo il sentiero si raggiunge una grande terrazza panoramica immersa nella natura, dalla quale si gode una delle più belle e suggestive viste del borgo di Sorano e delle profonde vallate che lo circondano. Numerosi sono gli ambienti scavati nel tufo a testimonianza della frequentazione dell?area in epoca antica. Alle spalle della chiesa un sentiero conduce alla Via Cava di San Rocco. Per completare la visita al Parco occorre raggiungere l?area di Vitozza, presso la frazione di S. Quirico. Si tratta di uno degli insediamenti rupestri medievali più importanti d?Italia. L?abitato, già esistente nel XII sec., a seguito di numerose guerre e depredazioni, venne abbandonato definitivamente intorno al XV sec. Percorrendo il sentiero di visita principale si possono ammirare i resti di fortificazioni, chiese e di numerosissime grotte (oltre 200) che furono utilizzate come stalle, abitazioni e luoghi di lavoro. Gli ambienti, oggi abbandonati, conservano ancora le tracce del loro utilizzo; sono presenti infatti cisterne per la raccolta dell?acqua piovana, pozzi da butto, pestarole, nicchie, fori, cordoli per il posizionamento di giacigli. Per coloro che sono animati da spirito di avventura, è possibile inoltrarsi all?interno del bosco e attraverso un percorso recentemente attrezzato, raggiungere le sorgenti del fiume Lente. L?ambiente naturale di eccezionale bellezza, i ponti e le gallerie del vecchio acquedotto ottocentesco, la cascata, il ponte detto ?del bicchiere? con il piccolo stagno, la grotta con la sorgente, rendono la visita indimenticabile. Il Museo di San Mamiliano O ltre al Palazzo Pretorio risalente al risale al XII­XIII sec. e il Palaz­ zetto dell?Archivio, anch?esso del XII sec., si a?accia sulla piazza principale di Sovana il Museo di San Mamiliano. È stato aperto al pubblico nel 2012, dopo ingenti lavori di consolidamento e?ettuati per la trasformazione di quella che era la chiesa di San Mami­ liano, la più antica del borgo sovanese, ormai rudere, in edificio museale. Il percorso espositivo del museo, recen­ temente arricchito, narra la storia di Sovana e del suo territorio, a partire dal periodo etrusco, attraverso alcuni importanti ritrovamenti archeologici. Particolarmente interessanti sono i numerosi ex voto in terracotta prove­ nienti da una stipe votiva rinvenuta nel 1827 nell?area sacra collocata all?ingresso della via cava detta il Cavone. Resta di?cile l?identificazione del culto connesso a questo santuario che si può comunque collegare a divi­ nità salutifere e della fecondità. Oltre ai consueti ex voto costituiti da anima­ li, teste, parti anatomiche, statuette, si distinguono alcune realizzazioni molto schematiche e rozzamente espressive, quasi ?popolaresche?, che fanno del complesso votivo del Cavo­ ne un documento di grande interesse della creatività degli artigiani locali. Una vetrina del museo, inoltre, acco­ glie alcune terrecotte architettoniche che costituivano l?apparato decorati­ vo di un edificio urbano, forse a carat­ tere cultuale, di incerta ubicazione. Di grande interesse sono anche le due vetrine che espongono il corredo simposiaco, con reperti in ceramica e bronzo risalenti al V sec. a.C., di una piccola camera funeraria ritrovata intatta negli anni Settanta del secolo scorso e lateralmente ricavata nel dro? mos della tomba PF 1, ubicata presso l?area della Tomba Ildebranda. Di grande valore culturale, per la loro rarità, anche le due statuine di piombo ritrovate nel 1908 in una tom­ ba del territorio di Sovana: esse ra?­ gurano due personaggi, Zertur e Velia, riconoscibili dall?iscrizione etrusca inci­ sa sulla gamba, con le mani legate die­ tro la schiena, segno di rituale magico piuttosto di?uso nell?antichità. Per l?età romana si segnalano, oltre al corredo della tomba 4 della necro­ poli di San Sebastiano databile tra il II e il I sec. a.C. (ceramiche a vernice nera, a vernice rossa ed a pareti sotti­ li), i due cippi funerari in nenfro e un?ara in pietra basaltica, con tanto di epigrafi, risalenti all?età imperiale. Il periodo longobardo, infine, è rap­ presentato dai recentissimi rinveni­ menti sepolcrali dal sito de La Biagiola, posta a poca distanza da Sovana. Le indagini archeologiche e?ettuate all?epoca del restauro, oltre ad aver riportato alla luce al di sotto del piano pavimentale un impianto termale di epoca romana, la cripta e numerose tombe medievali e rinascimentali, oggi inserite nel percorso di visita, hanno permesso il recupero di uno straordinario tesoretto monetale tar­ do­antico costituito da 498 monete d?oro inquadrabili nel V sec. d.C., in parte esposte in museo. PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI RICORRENZE Follonica, 1923-2023 da cento anni una storia che unisce Un docu-film, la pubblicazione di un volume di saggistica, un nuovo logo della città e l?hasthag #Follonica100. Sono alcune delle iniziative organizzate a Follonica dal Comune in occasione delle celebrazioni del Centenario che ricorre quest?anno. ?Un anno di eventi ? sottolinea il sindaco Andrea Benini ? per riavvolgere la storia della città? 32 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 I l 2023 sarà l?anno del centenario di Follonica e l?occasione per celebrare collettivamente questa importante ricorrenza. «Un anno di eventi ed iniziative ? sottolinea il sindaco Andrea Benini ? per riavvolgere la storia della città, combinare le idee e le proposte e guardare al futuro come comunità. Follonica ha una storia recente rispetto alla maggior parte delle citta? italiane, lunga appena un secolo. Anche per questo i festeggiamenti e gli eventi in programma sono pensati proprio per una citta? giovane e moderna. Un anno durante il quale le iniziative culturali saranno al centro di percorsi sulla memoria e sul futuro della citta? della ghisa e del ferro, con percorsi che prevedranno il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini, mentre l?identità della città verrà raccontata da un docu-film e da una pubblicazione. Sara? un 2023 con tante iniziative da vivere insieme, in continuità con la storia che unisce le persone alla loro città». Le iniziative Per celebrare il Centenario l?amministrazione comunale ha scelto di sostenere alcuni progetti, dalla realizzazione di un docu-film alla pubblicazione di un volume di saggistica. «I singoli autori e autrici che stanno portando avanti i vari progetti ? fanno sapere dal Comune ? hanno in programma numerosi incontri, dove si parla, volta per volta, della visione della città e delle prospettive future. E ognuno di loro, in base ai propri ambiti di provenienza ? che vanno dall?antropologia alla letteratura, passando per la cinematografia, lo sport o la storia ? sta organizzando delle lezioni con l?obiettivo di avvicinare le cittadine e i cittadini alle celebrazioni». Tra le varie iniziative ci è anche la realizzazione di un nuovo logo della città. «Sono molte le ragioni per le quali un territorio o una città si dotano di una nuova immagine coordinata e la celebrazione del Centenario è l?occasione per sviluppare un nuovo linguaggio e una grammatica visiva. Per questo abbiamo affidato all?agenzia Ciclica il compito di realizzare il nuovo logo della città. I grafici hanno lavorato alle suggestioni più forti legate a Follonica: il suo passato recente, il sole, il mare, il dinamismo, l?ospitalità e l?inclusività. Da qui è nato il nuovo logo che accompagnerà la città nelle celebrazioni ma che potrà restare anche in futuro». Il logotipo è composto da un lettering dal carattere giovane e moderno con l?intento di restituire l?idea di dinamicità che contraddistingue la città. L?inserimento di simbolismi grafici è studiato al fine di richiamare in maniera semplice e immediata quelli che sono i principali tematismi che fanno unica la città di Follonica. A partire dal sole e dal mare fino ad evocare caratteristiche come il dinamismo, la solarità e l?inclusione. Questo lavoro è stato poi declinato in vari modi ed è stato stampato su maglie, penne, tazze e shoppers. Gadget che si potranno trovare al museo Magma e all?info point di via Roma. Infine non manca l?hasthag ufficiale del Centenario, che verrà usato sui social: #Follonica100. Il contributo di Alberto Prunetti Intanto, Alberto Prunetti, curatore del volume sul Centenario del Comune di Follonica, a metà dicembre, nella sala Allegri del Teatro Fonderia Leopolda, ha parlato del suo contributo e dei suoi studi legati alla città fabbrica. Prunetti nell?occasione si è soffermato su Deruisseau ? l?insorto della rivoluzione haitiana dei ?giacobini neri? ? che ha attraversato l?oceano in catene dalla sua Port au Prince, deportato dall?esercito di Napoleone prima in Finistère e poi in Corsica, e infine, arrivato a Follonica, è stato impiegato nella costruzione e manutenzione della fonderia follonichese. La storia del giacobino, quella di un operaio nero che ha spezzato le catene della schiavitù, è infatti al centro di uno dei contributi dello scrittore follonichese. «La sfida di questa antologia del Centenario ? spiega Prunetti ? è di riprovare oggi a ?inchiestare? con sguardi orientati da discipline diverse un territorio incastrato tra il fiume Pecora e due stabilimenti industriali (Piombino e Scarlino), stretto tra le Colline Metallifere e l?Isola d?Elba, città fabbrica ma ormai fabbrica del turismo. PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? Andrea Benini: «Follonica ha una storia recente rispetto alla maggior parte delle citta? italiane, lunga appena un secolo. Anche per questo i festeggiamenti e gli eventi in programma sono pensati proprio per una citta? giovane e moderna.» Si tratterà di capire se questo territorio stia costruendosi un?identità chiusa, come il cemento delle sue torri, o se rimane qualcosa dell?idea relazionale e ospitale di una città aperta al vento e ai forestieri, dove le quattro strade di Bianciardi si estendono nella via di fuga verso il mare». Per Prunetti si tratta di capire «quante immagini si sovrappongono nel nostro sguardo di Follonica e dove convergono tutte queste prospettive, in un centenario follonichese che vorremmo decentrato rispetto ai luoghi comuni delle logiche localiste e nostalgiche, in uno sforzo volto a ?congiuntivizzare? l?immagine di questa città, chiedendosi cosa sarebbe potuto accadere, per immaginare assieme quello che è stato e quello che potrebbe davvero accadere nei cento anni che abbiamo davanti». I pannelli informativi I pannelli hanno una nuova veste grafica con informazioni semplici, fornite 34 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 anche tramite i codici Qr, che danno indicazioni utili su aspetti naturalistici e culturali che caratterizzano il territorio Nel frattempo per i cento anni del Comune di Follonica, sono arrivati in città i nuovi pannelli informativi, un biglietto da visita realizzato con cura anche grazie al contributo di tante cittadine e cittadini. Sedici nuove installazioni destinate all?informazione e all?accoglienza dei visitatori e alla divulgazione della storia della città. I pannelli sono stati realizzati grazie alle tante fotografie messe a disposizione dalla cittadinanza, allo scopo di trasmettere informazioni sulla storia e le tradizioni di Follonica e di illustrare i vari quartieri cittadini. La scelta dei materiali con cui sono stati realizzati i pannelli ha voluto contribuire a migliorare e dare attrattiva al contesto urbano. La sostituzione dei vecchi pannelli danneggiati è avvenuta nell?ambito delle azioni per la valorizzazione e il miglioramento dell?arredo cittadino. Oggi i pannelli hanno una nuova veste grafica, con informazioni semplici fornite anche tramite i codici Qr, che danno indicazioni utili su aspetti naturalistici e culturali che caratterizzano il territorio. Non solo: vengono fornite anche informazioni utili su l?accoglienza alberghiera, sulla ristorazione e sulle attività cittadine, oltre, ovviamente, al contesto culturale. «Con queste nuove installazioni ? dice l?assessore al turismo Alessandro Ricciuti ? abbiamo voluto dare uno strumento utile ai turisti e ai visitatori. I pannelli si trovano nelle bacheche appositamente restaurate, che contenevano i vecchi cartelli. Riportano le informazioni storiche ed ambientali del luogo dove sono collocati, immediatamente fruibili grazie ai codici Qr, e sono arricchiti da foto e cartine che indicano la relativa posizione. Ogni cartello ha fotografie diverse, in base al quartiere al quale è destinato. Ringrazio tutte le cittadine e i cittadini che hanno contribuito al progetto con le loro fotografie». VIVI EVENTI Eventi, concerti, laboratori: la nuova vita della Rete delle biblioteche di Maremma Con gli appuntamenti dedicati a Luciano Bianciardi nel centenario della nascita, è ripartita di slancio l?attività della Rete delle biblioteche di Maremma che ha messo insieme un ricco calendario di eventi ed iniziative varie inaugurato a dicembre, ma di scena tutto l?anno. Intanto il 1° febbraio è partito il progetto ?Letture musicali? articolato su quindici eventi gratuiti sul territorio fino al prossimo 31 marzo DI DAVID BERTI Elena Nappi ed Emiliano Rabazzi 36 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Luciano Bianciardi D opo il lungo stop imposto dal Covid, sul finire dello scorso anno sono ripartite le attività e gli eventi della Rete delle biblioteche di Maremma, che terranno banco anche nel corso di tutto il 2023. Il progetto, creato per diffondere la cultura e promuovere la lettura, è stato suddiviso principalmente in quattro argomenti per un totale di 75 appuntamenti nelle biblioteche della Rete. Il primo tema è stato dedicato a Luciano Bianciardi, giornalista, scrittore e intellettuale maremmano, in occasione del centenario della nascita (1922-1971) ed è ruotato tra dicembre e gennaio attorno ad una serie di spettacoli tratti, o liberamente ispirati, dalle opere e dalla biografia di questo importante scrittore grossetano. Il secondo tema riguarda l?ambiente ed in particolare il riciclo ed il riuso dei materiali. Il titolo infatti è ?Scarti? e si sviluppa attraverso 15 laboratori per bambini (di scena nelle biblioteche della rete) a partire dalla lettura di un libro. Il terzo tema, invece, riguarda il rapporto tra letteratura e musica, con 15 appuntamenti (sempre nelle biblioteche di Rete) dal titolo ?Letture musicali?. Infine, il quarto tema è incentrato sul centenario della nascita di Italo Calvino del 2023. ?Siamo felici di poter riprendere il nostro percorso di appuntamenti in presenza? ha detto Emiliano Rabazzi, pre- sidente della Rete delle biblioteche di Maremma in occasione di questa ripartenza ? dopo un lungo periodo in cui siamo stati costretti dall?emergenza Covid a uno stop forzato. Ricominciamo a portare i nostri eventi nelle biblioteche, negli archivi e nei centri di documentazione della Rete, in tutta la provincia di Grosseto, in modo da continuare a raccontare a grandi e piccini la nostra cultura tramite reading, presentazioni e spettacoli teatrali in grado di dar vita a momenti di grande spessore e anche di socializzazione. A fare da filo conduttore di questa serie di eventi sono quattro temi di interesse per pubblici trasversali: l?opera di Bianciardi e di Calvino, nel centenario della nascita, l?attenzione all?ambiente e la promozione della musica?. Luciano Bianciardi Il via dunque è stato dato a dicembre con una serie di spettacoli dedicati a Luciano Bianciardi, nel centesimo anniversario della nascita e il programma di eventi ha preso il via dalla Biblioteca comunale di Castiglione della Pescaia. Nei mesi di dicembre e gennaio ogni biblioteca della Rete delle biblioteche di Maremma ha ospitato una performance teatrale i cui testi sono stati tratti, o liberamente ispirati, dalle opere e dalla biografia di questo importante scrittore grossetano. Gli appuntamenti, dal titolo ?Io que- sta storia gliela racconto? e ?Bianciardi in Kansas City?, sono stati curati rispettivamente dalle compagnie teatrali Teatro Studio e AnimaScenica. ?Io questa storia gliela racconto? del Teatro Studio è il reading musicale dedicato all?impegno di Luciano Bianciardi nei confronti del mondo del lavoro: le miniere, le condizioni di lavoro dei minatori, i paradossi del potere. Con letture tratte da ?La vita agra?, ?I minatori della Maremma?, scritto a quattro mani con Carlo Cassola, ?La nascita dei minatori della Maremma? a cura di Velio Abati e con inserti poetici di Morbello Vergari, Daniela Marretti, Luca Pierini ed Enrica Pistolesi hanno portato in scena tematiche importanti che hanno caratterizzato tutta l?opera di Bianciardi. L?evento è stato accompagnato dalla musica di Massimo Pallini. Parole e musica, quindi, per ripercorrere il lavoro di minuziosa indagine e denuncia dell?autore e degli autori, che nella descrizione della tragedia di Ribolla de ?La vita agra?, trova il suo più poetico e tragico epilogo. Lo spettacolo dopo il debutto nella biblioteca comunale di Castiglione della Pescaia, è stato successivamente riproposto a Monterotondo Marittimo, ad Arcidosso, a Roccastrada, a Grosseto, a Scansano, a Follonica e a Capalbio. Sempre ispirato ad opere e tematiche di Luciano Bianciardi è stato anche il reading teatrale e musicale ?Bianciardi PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI ???? Grobac, la Rete delle biblioteche di Maremma, è composta da biblioteche di enti pubblici, istituti culturali, fondazioni, istituti scolastici e da archivi storici della provincia di Grosseto. I soggetti che compongono la rete sono 30 e hanno come fine ultimo la crescita culturale collettiva Nella foto Luca Pierini in un passaggio del reading musicale del Teatro Studio dedicato all?impegno di Luciano Bianciardi nei confronti del mondo del lavoro intitolato ?Io questa storia gliela racconto? andato in scena nei mesi scorsi in Kansas City?. Al centro sorrisi e riflessioni: un binomio artistico a cui Bianciardi non rinuncia quasi mai, il tutto avvolto nel piacere di conoscere e ricordare uno dei più grandi eroi della scrittura e del giornalismo appartenuto al nostro territorio, grazie alle interpretazioni di Irene Paoletti (anche in regia) ed Emanuele Bocci (autore anche delle musiche). Il debutto è avvenuto a Magliano in Toscana, le repliche sono andate in scena a Scarlino, a Manciano, a Pitigliano, a Monte Argentario, a Orbetello e a Massa Marittima. Letture musicali Intanto il 1° febbraio scorso è decollato anche il progetto ?Letture musicali?: una serie di incontri durante i quali diversi musicisti presentano brani musicali ispirati o tratti da opere letterarie, raccontando il legame tra le due forme La Rete delle biblioteche di Maremma G robac, la Rete delle bibliote­ che di Maremma, è composta da biblioteche di enti pubbli­ ci, istituti culturali, fondazioni, istituti scolastici e da archivi storici della provincia di Grosseto. I soggetti che compongono la rete sono 30 e hanno come fine ultimo la crescita culturale collettiva. Della Rete fanno parte le biblioteche comunali di Grosseto, Roccastra­ da, Castiglione della Pescaia, Scansa­ no, Scarlino, Pitigliano, Manciano, Orbetello, Monterotondo Marittimo, Monte Argentario, Massa Marittima, Magliano in Toscana, Capalbio, Gavorrano, Follonica, Arcidosso, 38 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Castell?Azzara. Della Rete fanno parte anche il Polo liceale di Grosseto, il Liceo Rosmini di Grosseto, l?Isis Da Vinci­Fermi di Arcidosso, la Biblioteca delle Muse di Saturnia, il Maam di Grosseto, il Museo di storia naturale di Grosseto, l?Isgrec di Grosseto, il Polo Clarisse arte di Grosseto, la Fon­ dazione Bianciardi di Grosseto, la Camera di commercio di Grosseto, l?archivio storico Imber­ ciadori di Castel del Piano, la Fonda­ zione Santa Fiora Cultura e la Biblio­ teca Zikhang di Merigar di Arcidosso. Per informazioni sugli eventi di rete: biblioteca.comunale@comu­ ne.castiglionedellapescaia.gr.it di arte. Gli eventi, gratuiti, sono organizzati dalla Rete Grobac delle biblioteche di Maremma, in collaborazione con l?associazione musicale Agimus, e sono ospitati in molte delle biblioteche comunali che fanno parte della Rete. Gli incontri sono partiti anche in questo caso dalla biblioteca di Castiglione della Pescaia, per concludersi il 31 marzo nella biblioteca di Monte Argentario. In due mesi, oltre a Castiglione e Monte Argentario, i quindici eventi sono già passati o passeranno da Scarlino, Follonica, Massa Marittima, Roccastrada, Monterotondo Marittimo, Scansano, Manciano, Pitigliano, Capalbio, Orbetello, Arcidosso e Grosseto, Magliano in Toscana. ?Attraverso questo progetto ? spiegano Emiliano Rabazzi ed Elena Nappi, rispettivamente presidente della Rete Grobac delle biblioteche di Maremma e coordinatrice degli eventi di Rete ? la musica diventa un veicolo per promuovere anche la poesia e, più in generale, la lettura sul nostro territorio. I luoghi della Rete, invece, diventano punti di riferimento per gli utenti portando in giro per la nostra provincia non solo i volumi della Rete ma anche gli eventi, le attività e gli appuntamenti che stiamo organizzando. Un binomio perfetto che vogliamo continuare a far crescere?. Per raccontare in musica i testi scritti di alcuni tra i più grandi poeti, i musicisti utilizzano strumenti musicali quali la chitarra, il pianoforte, il clarinetto, il violino, l?arpa, il liuto e il sassofono. ?La lettura di uno spartito musicale Emiliano Rabazzi e Gloria Mazzi attraverso il suono di uno o più strumenti ? dice Gloria Mazzi, direttore artistico e presidente Agimus Grosseto ? ovviamente necessità della conoscenza di questo linguaggio, ma l?ascolto del suono che lo strumento emette è fruibile a chiunque si metta all?ascolto. Questo progetto vuol portare a conoscenza di chi ama la lettura alcuni autori che hanno associato i loro scritti ai brani musicali o viceversa. Ogni musicista esegue uno o più brani collegati ad alcuni letterati quali Petrarca, Neruda, Ramuz, Poliziano ed altri. In qualità di presidente dell?associazione Agimus Grosseto, sono ben felice di proporre questi concerti calibrati per il contesto dove verranno eseguiti. Nella speranza che questa nuova proposta possa incontrare il favore dei frequentatori della biblioteca, che mettono la lettura in un posto primario nella propria giornata. Ringrazio la Rete delle biblioteche per il nostro coinvolgimento e per l?organizzazione, il sindaco di Castiglione della Pescaia, Elena Nappi, ed il direttore della biblioteca di Castiglione della Pescaia, Patrizia Guidi ed il presidente Emiliano Rabazzi?. Dopo le performance di Francesco De Luca alla chitarra che ha accompagnato le letture tratte dalle opere di Juan Ramon Jimenz nelle biblioteche di Castiglione della Pescaia, Scarlino e Follonica, l?esibizione del Trio dell?Accademia Amiata che ha accompagnato le letture di Charles Ferdinand Ramuz nella Biblioteca di Massa Marittima, l?uscita di Agnese Contadini che ha accompagnato Pleshcheyev, Leconte de Lisle e Ludwig Christoph Heinrich Holty a Roccastrada, a Monterotondo Marittimo e a Scansano, il cartellone è pronto ad entrare nel vivo. Il 7 marzo alle 18 a Manciano sarà Francesco De Luca con la sua chitarra a raccontare Juan Ramon Jimenez, mentre l?8 marzo a Pitigliano, alle 18.30, si esibirà il Trio Summit sulle parole di Pablo Neruda. Il 9 marzo a Capalbio, alle 18, Luca Provenzani accompagnerà le letture di Agnolo Poliziano, mentre il 10 marzo ad Orbetello, sempre alle 18, sarà la volta del Trio dell?Accademia Amiata che accompagnerà le letture di Charles Ferdinand Ramuz. Il 28, 29, 30 e 31 marzo, rispettivamente ad Arcidosso, Grosseto, Magliano in Toscana e a Porto Santo Stefano, sempre alle 18, saranno Ardens, Rook e Tarsi a raccontare musicalmente Francesco Petrarca. VIVI EVENTI Castiglione della Pescaia, al via gli eventi per celebrare il centenario della nascita di Italo Calvino Una serie di eventi lungo tutto l?arco del 2023 e il conferimento della cittadinanza onoraria postuma: al via a Castiglione della Pescaia il cartellone messo a punto per celebrare Italo Calvino, uno dei più grandi scrittori e pensatori italiani ed europei del ?900, nel centenario della sua nascita (15 ottobre 1923) 40 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 S Italo Calvino Castiglione della Pescaia arà un 2023 ricco di eventi quello che vivrà Castiglione della Pescaia. In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, uno dei più grandi scrittori e pensatori italiani ed europei del ?900, l?amministrazione comunale ha imbastito una serie di eventi che si dipaneranno lungo tutto l?arco dell?anno, per culminare ad ottobre con il conferimento della cittadinanza onoraria postuma. Il progetto è curato dalla sindaca Elena Nappi, che segue in prima persona le politiche culturali del Comune, insieme alla direttrice della Biblioteca ?I. Calvino? Patrizia Guidi e alla presidente dell?associazione Agimus Gloria Mazzi. Il progetto «Abbiamo definito un cartellone di appuntamenti ? sottolinea la sindaca Nappi ? con il preciso obbiettivo di ricordare a castiglionesi ed ospiti che il nostro paese era stato scelto da Calvino come luogo del cuore. Per questo motivo la Giunta ha deciso di concedere la cittadinanza visti i suoi importanti trascorsi letterari e la sua volontà di riposare per sempre nel nostro cimitero. Quello che per tutti è uno dei maggiori narratori e prosatori del XX secolo, per Castiglione della Pescaia è un cittadino illustre che ha vissuto in mezzo ai castiglionesi per buona parte della sua vita e noi vogliamo omaggiarlo attraverso incontri, spettacoli teatrali, letture, mostre, conferenze ed eventi musicali, dove saranno rivelati anche aspetti ancora sconosciuti di questo scrittore che ci ha lasciato in eredità una delle letterature più apprezzate del terzo millennio». «La pineta di Roccamare ? aggiunge Nappi ? per stessa ammissione dello scrittore in molte interviste, ha realmente influito sul suo modo di pensare, investendo tutta la sua produzione letteraria e proprio in occasione di questo importante anniversario potremo viaggiare alla scoperta delle radici dell?uomo di narrativa che è diventato storia anche grazie al patrimonio paesaggistico offerto come musa da Castiglione della Pescaia». «Il 2023 sarà per questa cittadina un anno ricco di eventi sia dal punto di vista sportivo che culturale e l?anniversario del centenario della nascita di Italo Calvino regalerà a tutta la Maremma dodici mesi di iniziative che si susseguiranno sul nostro territorio, ripercorrendo tutta la biografia del grande artista». «Da gennaio a dicembre ? spiega Elena Nappi ? ci aspettano dodici mesi di celebrazioni, un intero anno ricco di appuntamenti, un anno in cui la letteratura si fonderà con il teatro, la musica, la storia e l?arte per celebrare i 100 anni dello scrittore. Nella Biblioteca a lui dedicata si terranno tre incontri fissi mensili per presentare i suoi romanzi e le fiabe italiane attraverso rappresentazioni teatrali, delineando un filo rosso grazie alle parole di Stefano Adami su una serie di argomenti che riguardano la vita dello scrittore. Accanto a questi appuntamenti ogni mese assisteremo ad una moltiplicazione degli eventi che coinvolgeranno anche manifestazioni notoriamente protagoniste del cartellone turistico castiglionese come il Grey Cat jazz festival, I luoghi del tempo e la Musica di mare». «L?idea è quella di coinvolgere complessivamente la comunità ad ogni livello con un concorso letterario dedicato alle scuole, manifestazioni sportive realizzate in onore di Calvino, un logo creato ad hoc ed una serie di attività promozionali per tutto il territorio». «Sono soddisfatta ? conclude la sindaca ? di aver voluto sostenere fortemente questo programma così ricco di momenti significativi. Da sempre credo nel valore della cultura, soprattutto quando è legata alla storia del territorio. Castiglione della Pescaia ha fatto breccia nel cuore di Italo Calvino e grazie ai suoi lavori siamo protagonisti di frammenti importanti che ci identificano nella letteratura mondiale». Il cartellone Intanto a Castiglione della Pescaia sono stati posizionati 15 pannelli con le vignette regalate al Comune da Sergio Staino per ricordare che il 2023 è l?anno calviniano e all?interno della Biblioteca comunale, che porta il nome dello scrittore, inaugurata nel 2005 dalla moglie Esther Judith Singer, è stata allestita una stanza, curata in tutti i dettagli dalla bibliotecaria Patrizia Guidi, dedicata al grande artista con tante foto regalate al Comune proprio dalla signora Calvino e con i libri da lui scritti. PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? Il progetto è curato dalla sindaca Elena Nappi, insieme alla direttrice della Biblioteca ?I. Calvino? Patrizia Guidi e alla presidente dell?associazione Agimus Gloria Mazzi Proprio in questa location sono stati inaugurati gli appuntamenti che nella Biblioteca ?Italo Calvino? saranno tre ogni mese: una lettura teatrale a cura del Teatro Studio, con accompagnamento musicale a cura dell?Agimus sezione di Grosseto; un reading per i più piccoli, da ?Fiabe italiane?, a cura della compagnia AnimaScenica; un incontro con Stefano Adami, profondo conoscitore di Italo Calvino, che ogni mese ci parlerà di un aspetto diverso della vita e delle opere dello scrittore. Nel mese di marzo il Teatro Studio presenterà venerdì 3 ?I dinosauri? (scuole elementari) e venerdì 10 alle ore 17 ?La nuvola di smog?. Venerdì 17, sempre alla stessa ora, gli attori di AnimaScenica proporranno ?Fiabe italiane?. Infine, venerdì 24 abcora alle ore 17 Stefano Adami affronterà l?argomento ?Calvino e le donne?. Attraverso questi incontri fissi che si svolgeranno fino a dicembre verrà 42 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 messa a fuoco l?intera opera letteraria dello scrittore. La cittadinanza onoraria Il cartellone è ufficialmente decollato il 13 gennaio scorso ed è stato preceduto il 10 gennaio da una seduta del Consiglio comunale dove l?assise ha approvato all?unanimità un atto di indirizzo volto al conferimento della cittadinanza onoraria postuma allo scrittore. «Siamo sicuri ? spiega la sindaca Elena Nappi, che segue personalmente le politiche culturali del Comune costiero ? che le precedenti amministrazioni se ne avessero avuto il tempo, avrebbero provveduto a nominare Italo Calvino cittadino onorario del nostro Comune. Purtroppo il 19 settembre 1985 lo scrittore è stato strappato da questa terra in maniera improvvisa e quindi l?intento, che sicuramente c?era, non si è potuto concretizzare e ci sembra quindi doveroso provvedere in tale senso». L?assegnazione dell?onorificenza avverrà il prossimo 15 ottobre, giorno della nascita di Italo Calvino, durante un Consiglio comunale aperto. «La figlia Giovanna vive a New York ? precisa la prima cittadina ? e mi sono confrontata con il legale che le cura gli interessi in Italia. All?avvocato ho anticipato le intenzioni dell?amministrazione comunale, che sono quelle di conferire la cittadinanza onoraria postuma il 15 ottobre, giorno di nascita dell?intellettuale, durante un Consiglio comunale aperto. Un?occasione per sancire ufficialmente questo speciale rapporto che Calvino aveva con Castiglione della Pescaia definendola spesso come luogo del cuore, dove ha trascorso lunghi periodi nella sua villa immersa nella pineta di Roccamare, fonte di grandi ispirazione per le sue opere e nelle sue volontà aveva manifestato di voler riposare per sempre nel cimitero castiglionese». VIVI EVENTI Si scrive A.Gi.Mus. Grosseto, si legge ?passione per la musica? Con l?arrivo del mese di marzo, l?associazione A.Gi.Mus. Grosseto diretta dal M° Gloria Mazzi porta la musica nelle biblioteche, due grandi concerti per la rassegna ?La voce di ogni strumento? alla Finanza e in Questura, il concerto per Musica per le Scuole, la finale del Concorso Lions per giovani pianisti D opo il concerto del prodigioso violinista Giuseppe Gibboni, con l?ORT diretta dal Maestro Diego Ceretta, che ha portato al Teatro Moderno tantissimi giovani e dopo il via dello straordinario progetto dell?Or- 44 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 chestra Sociale per la diffusione della musica come strumento di coesione sociale, A.Gi.Mus. Grosseto presenta un cartellone ricchissimo di grandi eventi anche a marzo. Prosegue con successo il cartellone delle Letture Musicali: il 7 marzo alle 18.00 nella biblioteca di Manciano con Francesco De Luca su Juan Ramon Jimenes; l?8 marzo alle 18.00 Claudio Cavalieri, Riccardo Guazzini e Gloria Mazzi in trio nella biblioteca di Pitiglia- no su letture di Pablo Neruda; il 9 marzo alle 18.00 Luca Provenzani, violoncellista alla biblioteca di Capalbio su letture di Agnolo Poliziano, il 10 marzo Ettore Candela, Marina Zannerini e Claudio Cavalieri in trio nella biblioteca di Orbetello su letture di Charles Ferdinand Ramuz. Il 28 marzo Martha Rook e Tommaso Tarsi in duo soprano e liuto saranno ad Arcidosso su letture di Francesco Petrarca, il 29 marzo alla biblioteca di Grosseto, poi a Magliano in Toscana e a Monte Argentario, sempre alle 18.00. Continuano i grandi appuntamenti della 12esima Stagione musicale ?La voce di ogni strumento? nelle caserme di stanza a Grosseto: il 12 marzo nella sala d?onore della Guardia di Finanza a Grosseto, si esibirà l??Ensemble barocco del Castello di Gerfalco? con musica di Purcell, Nardini, Vivaldi, Frescobaldi alle 17.30. Il 23 marzo per la prima volta nell?auditorium della Questura di Grosseto, in collaborazione con la Polizia di Stato, un concerto eclettico con i Musica da Ripostiglio alle 19.30. Il 29 marzo poi alle 9.00 e alle 11.00 arriva al teatro degli Industri ?Musica per le scuole, Tutti a teatro in ascolto!? che porta sul palco ?Ensemble di percussioni di Siena?. Info e prenotazioni per le scuole agimus.grosseto@agimus.it. Il 18 marzo alle 20.00 nell?aula magna del Polo Bianciardi di Grosseto si celebrerà la premiazione, con il concerto finale, del concorso riservato ai giovani e promosso dal Distretto Lions 198LA, coorganizzato dal Lions Club Grosseto Host, e A.Gi.Mus. Grosseto, in collaborazione con il Liceo Musicale del Polo Bianciardi. Si tratta dell?ottava edizione del Concorso regionale Musicale rivolto a giovani musicisti toscani dall?età dai 14 ai 24 anni. Il concorso vuole incentivare lo studio della musica da parte dei giovani, valorizzarne le eccellenze e ricordare una persona molto cara che ha dato molto al mondo dei Lions, il Maestro Palmiero Giannetti, grandissimo musicista e didatta, oltre che importante figura nel mondo lionistico. ?La sinergia con le aziende ed enti del nostro territorio ? dice Gloria Mazzi presidente di A.Gi.Mus. Grosseto ? è un punto fondante della nostra associazione. Anche Maremma Magazine, che compie 20 anni è una delle risorse più importanti per la visibilità delle nostre eccellenze. Da due decenni questo mensile così raffinato ed elegante promuove la cultura e la bellezza. Grazie al direttore Celestino Sellaroli per il suo lavoro e la sua disponibilità. Auguri Maremma Magazine!?. La voce di ogni strumento è un progetto realizzato con il patrocinio e in partnership con il Ministero della Difesa e le caserme militari di stanza a Grosseto, Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comune di Grosseto, Comune di Castiglione della Pescaia, Fondazione Grosseto Cultura, Lions Club Gr Host e Pro loco di Grosseto. Main sponsor di questa stagione la BCC Castagneto Carducci e Conad Grosseto. Parte del ricavato dei concerti sarà devoluto a: La Farfalla Associazione Cure Palliative Loretta Borzi Onlus, AIPAMM - Associazione Italiana Pazienti con Malattie Mieloproliferativa, ADMO - Associazione Donatori Midollo Osseo, AISM - Associazione italiana Sclerosi Multipla, Compassion Italia, Avis - Associazione italiana Volontari del Sangue. Per informazioni e acquisto biglietti: www.ticketgate.it, tel. 339 7960148, mail: agimus.grosseto@agimus.it VIVI ARTE Scarlino, l?ex Oratorio della Santa Croce e la Crocifissione di Gesù Cristo ovvero l?affresco ritrovato È una storia curiosa e quasi incredibile, venuta alla ribalta qualche anno fa anche della cronaca nazionale, quella che ha portato alla scoperta di un grande affresco del XV secolo raffigurante la Crocifissione di Gesù Cristo all?interno dell?ex Oratorio della Santa Croce a Scarlino, oggi abitazione privata. Una grande opera messa a disposizione di tutti grazie ad un progetto di musealizzazione dell?immobile voluto dal proprietario Andrea Sozzi Sabatini DI FRANCO BALLONI Nella foto l?affresco dopo il restauro 46 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 L a nostra meravigliosa terra di Maremma, non finisce mai di stupirci, con i suoi tesori nascosti, che man mano riaffiorano in tutta la loro prorompente bellezza ad opera di valenti professionisti, archeologi, studiosi dell?arte, restauratori, etc che hanno il grande merito di illuminarci la vista, il cuore e l?anima. Da alcuni decenni ad oggi sono stati molti i ritrovamenti e le scoperte; basti pensare ad esempio al tesoro composto da 100 monete d?oro (fiorini) scoperto durante gli scavi archeologici alla rocca Pisana di Scarlino, o anche alle 76 monete d?oro (fiorini) del XIII secolo ritrovate nelle campagne di Alberese, oppure alle 100 monete d?oro rinvenute in una piccola chiesa a Sovana (tesoro di S. Mamiliano), ovvero ancora alla casa di Medea nell?etrusca Vetulonia, all?albero della fecondità con le sue particolarità (unico al mondo) ritrovato e restaurato alle fonti dell?Abbondanza a Massa Marittima, o alla pala d?altare di Matteo di Giovanni per la chiesa di San Giuliano a Gavorrano e per ultimo. Tra queste scoperte un posto merita anche il grande affresco che rappresenta la Crocefissione di Cristo all?interno dell?ex oratorio della Santa Croce a Scarlino. Un?opera notevole, di estrema bellezza, dalle grandi dimensioni (mt 5 di larghezza x 6 mt di altezza), affrescata nell?intera parete S-W dell?ex oratorio. Chi poteva, siamo nel 1436, commissionare e pagare le maestranze, i maestri pittori un?opera del genere? Durante una conferenza stampa all?interno della sala consiliare del comune di Scarlino, la studiosa dell?arte Stefania Buganza ne ha spiegato le motivazioni. In quel tempo Scarlino era sotto la giurisdizione del Principato di Piombino retto dagli Appiani (Principe Gherardo Leonardo d?Appiano) che per consorte aveva la nobildonna Paola Colonna sorella del Papa Martino V. Per importanza Scarlino era la seconda città del Principato e non è escluso che la nobildonna abbia finanziato tale opera visto le ingenti risorse finanziarie ed economiche a sua disposizione. Di fatto altri tesori (affreschi) sono presenti in alcune abitazioni del paese di Scarlino e aspettano soltanto di essere rimossi e valorizzati. La grande crocifissione nel tempo ha subito notevoli danni per incuria e ignoranza da parte degli uomini, tant?è che Nella foto qui e nella pagina che segue, l?ex oratorio della Santa Croce di Scarlino, fotografia dell?interno nella seconda metà del Novecento (Archivio fotografico di Andrea Sozzi Sabatini) una volta sconsacrato l?oratorio, il nuovo proprietario pensò bene di ricavarne due stanze. Aperti tre grandi fori sulla parete affrescata furono inserite altrettante grosse travi di castagno che dovevano reggere il solaio. Lì per molti decenni hanno vissuto in maniera del tutto spartana il mitico Vampa (Antonio Novelli) con il figlio Luigi Novelli. Vampa faceva di professione il cenciaio. Disponeva in quel misero tugurio di due pagliericci e di due comodini, unici coinquilini erano le teste affioranti da sotto l?intonaco umido e scrostato che hanno tenuto compagnia ai due poveri cristi fino alla loro scomparsa. Il tempo trascorre e si arriva al 2004 quando i pochi frammenti dell?affresco vengono visitati dal noto critico d?arte On. Vittorio Sgarbi il quale rimane piacevolmente sorpreso. La svolta si ha nel 2017 quando Andrea Sozzi Sabatini, grande broker finanziario cresciuto nella City di Londra e Zurigo nell?alta finanza con genitori scarlinesi, decide di acquistare l?ex oratorio per ricavarne un appartamento. Quando vede parti dell?affresco che affiorano da sotto l?intonaco, decide con rara sensibilità culturale di restaurarlo a proprie spese per il grande affetto e amore che ha per Scarlino e per il grande legame che hanno i suoi familiari con il paese natio. Pertanto chiama un?equipe di valenti professionisti quali Stefania Buganza, l?Arch. Alessio Caporali e due restauratori Isabella Gubbini e Marco Marchetti che si mettono subito al PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI ???? L?opera pare che risalga al 1436 e secondo i più recenti studi condotti da Stefania Buganza sembrerebbe accostabile, analizzando la tecnica pittorica, ai seguaci del Sassetta, Pietro di Giovanni Ambrosi e Sano di Pietro lavoro con competenza e passione, recuperando con tecniche innovative e tecnologiche l?85% dell?affresco. Un lavoro durato due anni che ha permesso di riportare all?antico splendore la grande opera la quale è stata rivisitata dall?On. Vittorio Sgarbi nel 2019. Quest?ultimo ha sottolineato come ci si trovi davanti a qualcosa di estremamente bello e importante, dati i particolari sontuosi, dipinti in oro, come le aureole dei santi e le borchie sui finimenti dei cavalli. La scuola è senz?altro quella senese, ma non si è riusciti a decifrare gli autori. Una certezza viene data dalla differenza di statura delle figure, per cui gli studiosi hanno ipotizzato che gli autori fossero due. 48 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Nel mese di marzo del 2018 una delegazione del FAI di Grosseto (presidente Maria Pia Vecchi) ha fatto visita a questo tesoro ritrovato con un notevole gruppo di persone, le quali, hanno potuto vedere con i propri occhi l?affresco restaurato dentro il ?Museo Etrurio?. Eh, già, perché il proprietario Andrea Sozzi Sabatini ne ha fatto un museo ribattezzandolo con tale nome, affinché tutta la collettività e comunità di Scarlino e non solo potesse beneficiarne della sua vista. Durante la conferenza stampa del 2020 l?equipe di studiosi ha illustrato ai presenti le varie fasi del restauro, il contesto storico, le problematiche riscontrate e Andrea Sozzi Sabatini ha sottolinea- to come per la prima volta al mondo sia stata adottata una tecnica innovativa con un particolare software che ha permesso di visionare le varie fasi del restauro durato ben 2 anni, in 40 secondi. Il grande lavoro svolto è confluito in una bella pubblicazione edita dalla Regione Toscana sotto la Presidenza Giani che ha recepito l?importanza del grande valore artistico culturale dell?opera. L?ultimo tassello per completare il lavoro svolto sarà quello di dare un nome agli autori. Stefania Buganza è all?opera anche se nel frattempo ha accostato la tecnica pittorica ai seguaci del Sassetta, Pietro di Giovanni Ambrosi, e Sano di Pietro. VIVI ENOLOGIA Doc e Docg Montecucco e Doc Maremma, buone le performance delle due denominazioni nel corso del 2022 2022 molto positivo per le denominazioni enologiche maremmane. Con un +35% di imbottigliato per la Doc e Docg Montecucco e con quasi 7 milioni di bottiglie e 50.920 ettolitri imbottigliati per la DOC Maremma, le due denominazioni risultano tra le più performanti della toscana nell?anno appena concluso DI REDAZIONE 50 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Doc e Docg Montecucco: nel 2022 è la denominazione più performante della toscana Il 2023 è iniziato nel migliore dei modi per la DO Montecucco che, mettendo in archivio un 2022 con dati molto più che incoraggianti, si classifica a tutti gli effetti come la Denominazione più performante della Toscana nell?anno da poco giunto al termine. A confermarlo il report statistico sulle principali denominazioni vitivinicole toscane di A.Vi.To. ? condiviso con tutte le DO regionali nelle scorse settimane ?, che evidenzia un andamento degli imbottigliati da record per la piccola denominazione amiatina pari a +35% sul 2021, superando persino i risultati del già fortunato 2019. Quello appena concluso è un anno che ha dovuto fare i conti con un quadro generale di grande incertezza e di difficoltà per il settore vinicolo ? e non solo ? ma che allo stesso tempo ha confermato una direzione già ben delineatasi a fine 2020 rispetto ai ?nuovi? trend di consumo a livello internazionale. Una tendenza che osserva un incremento delle vendite del prodotto ricercato, di fascia media e medio-alta, in sfavore dei vini cosiddetti comuni. Non solo: pilastro della scelta d?acquisto resta la sostenibilità. I consumatori, anno dopo anno, sono sempre più attenti ai temi legati alla tutela dell?ambiente, sia dal punto di vista della coltivazione che dal punto di vista produttivo, e continueranno a scegliere consapevolmente e in maniera etica prodotti di qualità certificata. ?Se ?nicchia? e ?sostenibilità? si confermano come leitmotiv del mercato vinicolo, il Montecucco ? dichiara Giovan Battista Basile alla guida del Consorzio Tutela Vini Montecucco ? si fa coerentemente largo in questa ormai consolidata dimensione della domanda internazionale. A dimostrarlo la straordinaria crescita di imbottigliato osservata a chiusura del 2022, che ci colloca al primo posto del podio delle denominazioni toscane. Il mercato oggi più che mai è in cerca di prodotti che siano biocertificati, di qualità e affidabili, valori da sempre legati a doppio filo alla nostra DO, garantiti dal nostro Consorzio di Tutela e costantemente promossi a livello internazionale. Non dimentichiamo che la DO Montecucco ? con 68 aziende associate e 500 ha rivendicati (su circa 800 potenziali) distribuiti nei sette comuni di Arcidosso, Campagnati- co, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, provincia di Grosseto ? vanta l?85% di produzione biologica. Ma al di là della sostenibilità, il nostro è un Sangiovese estremamente distinguibile ? autentica bandiera del suo luogo di origine, vera e propria nicchia per tornare al discorso iniziale ? prodotto da piccole o medie aziende a conduzione familiare che negli anni sono state capaci di interpretare la peculiare identità del territorio. Insomma, un gioiello unico nel suo genere?. ?Ricordo che esattamente un anno fa ? conclude Giovan Battista ? il Montecucco era stato segnalato tra le DO internazionali da non perdere nel 2022, all?interno di una piccola classifica di vini internazionali stilata dalla celebre rivista statunitense Forbes. È stato un inizio d?anno decisamente positivo per la nostra denominazione, che non ha disatteso le nostre aspettative?. Le buone notizie sul fronte degli andamenti non placano tuttavia la preoccupazione del Consorzio del Montecucco circa le tematiche legate all?emergenza climatica e il ricordo dei devastanti incendi che hanno colpito l?area di Cinigiano nell?estate del 2022. Di fronte a calamità di questa portata diventa più che mai necessario riaprire un dibattito che negli ultimi anni sta interessando il settore agricolo non solo toscano. ?Ribadiamo la nostra posizione circa l?urgenza di semplificare le procedure per la realizzazione di invasi per contrastare l?emergenza idrica provocata dai cambiamenti climatici che affligge il nostro comparto. In generale ? chiosa Giovan Battista appoggiato dal CdA del Consorzio di Tutela Montecucco ? la comunità internazionale dovrebbe dare assoluta priorità e realizzare concretamente tutti i passaggi necessari per contenere l?innalzamento della temperatura globale e contrastarne gli effetti negativi ? che negli ultimi anni stanno diventando sempre più frequenti e gravi ? a danno dell?ambiente e delle produzioni?. Info: www.consorziomontecucco.it Giovan Battista Basile PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI ???? Con quasi 7 milioni di bottiglie e 50.920 ettolitri imbottigliati nell?anno appena concluso, la DOC Maremma Toscana si mantiene in linea con il 2021 e si conferma una delle più performanti di tutte le DOP toscane Maurizio Baglini Il 2022 consolida il mercato della DOC Maremma Toscana Sono state quasi 7 milioni le bottiglie di DOC Maremma Toscana imbottigliate nel 2022, per un totale di 50.920 ettolitri. Il dato è in lieve diminuzione rispetto al 2021 (-1%), ma conferma la Denominazione come una delle più performanti tra le DOC toscane, che hanno subito una riduzione del 5%. ?Mantenere i livelli del 2021, quando l?imbottigliato della DOC Maremma Toscana era aumentato del 16% ? afferma Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ? è certamente un dato positivo, perché significa che la crescita è solida. Alla luce anche delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali per l?imbottigliamento nella seconda metà dell?anno, in particolare per il vetro, che potrebbe avere rallentato le opera- Francesco Mazzei 52 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 zioni, credo si possa essere soddisfatti di questo risultato?. Il nuovo record di uva rivendicata nella vendemmia 2022 (+26,5 %) fa auspicare un numero maggiore di bottiglie per questo nuovo anno. ?I produttori della provincia di Grosseto, che corrisponde alla zona di produzione della DOC Maremma Toscana ? spiega Luca Pollini, direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ? sono sempre più attratti dalla nostra Denominazione che, lo ricordo, è ancora relativamente giovane, essendo stata riconosciuta alla fine del 2011. Lo dimostrano i dati sugli ettari e i quintali di uve rivendicati nel 2022, con il nuovo massimo raggiunto di 2.578 ettari contro i 2.364 ettari del 2021 e quasi 174.000 quintali di uva vendemmiata contro poco meno di 128.000?. Principale protagonista di questo balzo in avanti è sempre il Vermentino, passato da circa 33.700 quintali di uva rivendicati nella vendemmia 2020 a 37.150 quintali della vendemmia 2021 agli oltre 43.300 quintali della vendemmia 2022. Tanto che il Vermentino DOC Maremma Toscana rappresenta il 34% dell?intero quantitativo di uve rivendicate alla DOC Maremma Toscana nell?ultima vendemmia. La crescita non si limita però solo al vino simbolo della Denominazione. L?espansione interessa anche molte altre tipologie come Ciliegiolo, Ansonica, Viognier e Syrah in un contesto generale di aumento a due cifre per tutte le tipologie di vino. In ripresa pure il Sangiovese, che dopo due vendemmie in netto calo, è tornato ai livelli del 2019. La qualità dell?uva dell?ultima vendemmia, nonostante il clima estivo anormalmente caldo e siccitoso, è stata molto buona; di questo il Consorzio dà merito ai viticoltori che hanno saputo gestire la situazione in maniera impeccabile, grazie alla loro preparazione e alla modernizzazione e innovazione delle tecniche introdotte in vigna e in cantina. Le premesse sono buone per un?altra annata di successo. ?Per sostenerne la promozione e l?elaborazione delle strategie più adatte al posizionamento che immaginiamo per i nostri vini, grazie all?accordo raggiunto con Maxidata per la realizzazione dell?Osservatorio del Vino Maremma Toscana DOC ? OssEc, prosecuzione del progetto MO.VI.TO. cofinanziato dalla Regione Toscana ? aggiunge Mazzei ?, monitoreremo il posizionamento della nostra Denominazione nei vari canali di vendita sui diversi mercati di destinazione. I primi dati che emergono dall?Osservatorio sono più che soddisfacenti, ed evidenziano un aumento del valore del fatturato del 2022 sul 2021, con un posizionamento sui canali di vendita Ho.Re.Ca. e Distributore sostanzialmente equivalenti (rispettivamente 25% e 27%) e un peso della GDO intorno al 18%. La quota export è intorno al 40%, in aumento rispetto al 2021?. Oltre a questa nuova iniziativa, il Consorzio si aspetta a brevissimo la conclusione dell?iter per la modifica del disciplinare di produzione del Vermentino, con l?introduzione del Vermentino Superiore, già approvata dalla Commissione tecnico-normativa del Comitato Nazionale Vini. VIVI ENOLOGIA ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? e ?L?Altra Toscana?: la Maremma enologica in vetrina a Firenze ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? alla Fortezza da Basso e ?L?Altra Toscana? al Palazzo degli Affari hanno tenuto banco a Firenze nella Settimana delle ?Anteprime di Toscana? mettendo in mostra le migliori etichette delle diverse denominazioni che compongo il variegato mondo enologico toscano DI REDAZIONE I nizio dell?anno all?insegna del vino, in quel di Firenze, prima con ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? e poi con la seconda edizione de ?L?Altra Toscana? che ha chiuso la Settimana delle Anteprime. ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? è andato in scena il 12 febbraio, nella tradizionale location della Fortezza da Basso di Firenze, ed ha visto protagonisti il Consorzio Vino Chianti e il Consorzio Morellino di Scansano DOCG 54 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 che hanno messo in mostra le anteprime dei migliori vini delle due denominazioni: oltre 400 le etichette proposte in degustazione, di cui la metà erano nuove annate, offerte in anteprima da più di 120 aziende. Anche per il 2023 ?Chianti Lovers & Rosso Morellino? si è concentrato in una sola giornata di degustazioni nella quale sono state allestite più aree, tra cui la sala di degustazione, riservata ai giornalisti (oltre 250 quelli accreditati quest?anno) e l?area espositiva con i banchi di degustazione in presenza dei produttori. ?Siamo arrivati a quest?edizione di Chianti Lovers e Rosso Morellino ? ha detto Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio Morellino di Scansano DOCG ? come una denominazione che sempre di più è percepita tra quelle di riferimento del vino toscano. Registriamo un crescente indice di gradimento dei consumatori, che ha portato a consolidare il posizionamento del Morellino di Scansano anche sul canale Ho.Re.Ca. Ai banchi d?assaggio della Fortezza da Basso abbiamo presentato ad operatori di settore, alla stampa e agli appas- sionati le Anteprime delle tipologie Annata 2022 e Riserva 2020 mettendo in mostra, con oltre 100 etichette, le sfumature territoriali nelle differenti interpretazioni del Sangiovese che si affaccia sul mare?. ?Anche quest?anno ? ha detto Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio di Tutela Morellino di Scansano docg ? ci siamo ritrovati con grande soddisfazione ed entusiasmo per presentare le nuove annate del Morellino di Scansano annata 2022 e riserva 2020. È stato un evento vibrante e partecipato nel quale abbiamo condiviso e commentato con la stampa e gli appassionati lo stile inconfondibile e le peculiarità delle nuove annate del Sangiovese che si affaccia sulla costa toscana. Chianti Lovers & Rosso Morellino è sempre di più un appuntamento per noi importante per confrontarci con tutti gli amici del Morellino, quelli che amiamo chiamare e considerare i nostri ambasciatori?. ?Quello del Chianti lovers & Rosso Morellino ? ha commentato il presidente del Consorzio vino Chianti, Giovanni Busi ? è un appuntamento ormai molto atteso e partecipato. È un modo vincente di mettere in contatto diretto il consu- matore, vero destinatario finale di tutti i nostri sforzi, e le aziende della denominazione. Inoltre, come ogni anno, non sono mancati i giornalisti del settore e gli operatori con i quali siamo certi che le aziende potranno avviare nuove, proficue, collaborazioni?. ?Ci siamo preparati a questa ottava edizione dell?Anteprima con molto entusiasmo presentando ai nostri Chianti Lovers due annate davvero speciali. Il Chianti 2022 e il Chianti Riserva 2020, infatti, sono due prodotti di ottima qualità e come Consorzio, al fianco dei produttori, siamo stati orgogliosi di condividerli con il nostro pubblico più affezionato. Questa Anteprima è stata per noi una giornata di festa?. ?Il tradizionale format dell?Anteprima 2023 ? Chianti Lovers & Rosso Morellino? ? ha commentato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi ? si conferma essere una certezza nel panorama degli eventi vitivinicoli del nostro territorio. Anche questa ottava edizione è stata un successo sia dal punto di vista della partecipazione, che dell?accoglienza dei prodotti portati in degustazione. L?alta qualità delle etichette è stata percepita ed apprezzata dagli operatori, ma anche dal pubblico. Non possiamo che essere soddisfatti?. La nuova edizione del Chianti lovers & Rosso Morellino è stata accompagnata dal lancio online della campagna di promozione istituzionale sulla vendemmia 2022 in cui campeggia un grande grappolo rosso e la scritta: ?Non vediamo l?ora di presentarvela - Vendemmia 2022 buona dal grappolo?. L?iniziativa è stata organizzata e promossa da Ascot ? Associazione Consorzi Toscani per la qualità agroalimentare e realizzata grazie al cofinanziamento Feasr del PSR 2014-2020 della Regione Toscana sottomisura 3.2 anno 2021. ?L?Altra Toscana? Subito dopo, il 17 febbraio è stata la volta della seconda edizione de ?L?Altra Toscana? del vino che si è presentata ancora una volta unita nel mostrare le nuove annate a giornalisti e operatori del settore chiudendo la Settimana delle Anteprime a Firenze. Nell?occasione ? a Palazzo degli Affari ? è stata proposta la degustazione dei vini delle DOP e IGP Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI Francesco Mazzei e Gabriele Gorelli ???? Nelle due occasioni i consorzi hanno presentato le nuove annate raccontando due storiche denominazioni (Chianti e Morellino di Scansano), ma anche quella Toscana del vino diversa che va ad arricchire la proposta vinicola della regione di Sopra. Dodici realtà molto diverse tra loro ma pronte a far riconoscere la loro qualità, territori più nascosti in cui primeggia la viticoltura biologica e in cui molteplici aziende coltivano la vite da secoli, secondo una lunga tradizione. ?Il progetto ? ha sottolineato Francesco Mazzei alla guida dell?Associazione L?Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ? è ambizioso e originale, perché unendoci vogliamo far emergere ? in tutto il loro valore ? le innumerevoli diversità che ci caratterizzano, spiegando terroir e vitigni, tecniche di produzione rispettose e in armonia con l?ambiente, talvolta sartoriali, raccontando la natura e la sua biodiverstà, la storia e le tradizioni di una regione famosa in tutto 56 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 il mondo che ha ancora tanto da proporre?. ?L?anno scorso alla prima edizione de L?Altra Toscana ? ha aggiunto Mazzei ? eravamo in 10, quest?anno i consorzi sono diventati 12, a testimoniare la grande poliedricità della proposta enologica dei nostri territori e la forza riconosciuta al nostro progetto. Un progetto che da un lato ? con l?unione ? dà un impatto di immagine ai vini di questi Consorzi e, dall?altro ? con un?offerta unica per varietà ? va incontro anche alle esigenze di operatori continuamente alla ricerca di novità da proporre a consumatori sempre più curiosi?. Protagonisti dunque sono stati tutti questi territori più ?nascosti?, dove la vite si coltiva da secoli e dove, accanto agli storici produttori locali, nomi blasonati dell?enologia italiana portano nei calici qualità e identità, incuriosendo sempre più gli appassionati ed il mercato. ?Siamo molto soddisfatti ? ha commentato post evento Mazzei ? di questa seconda edizione de L?Altra Toscana, che quest?anno, ha portato in degustazione oltre 330 etichette. Giornalisti e operatori del settore hanno potuto entrare in contatto con dodici diversi Consorzi di Tutela, due in più rispetto allo scorso anno, e si sono dimostrati particolarmente ricettivi ed entusiasti di fronte all?alta qualità dei vini e alle chicche proposte dai nostri produttori. L?Altra Toscana è diventata in soli due anni uno degli appuntamenti più apprezzati delle Anteprime, un meritato riconoscimento verso i nostri territori meno conosciuti ma dalle enormi potenzialità?. ?Durante questa giornata ? ha evidenziato Gabriele Gorelli, Master of Wine che ha guidato le masterclass ? ho avuto il piacere di condurre due degustazioni particolarmente interessanti. Una dedicata ai bianchi toscani con un titolo provocatorio: Dreaming of a White Tuscany, che è stata utile non solo per approfondire vini identitari come il Vermentino, Ansonica e Trebbiano ma anche per scoprire i territori che questi vini li producono. La seconda degustazione è stata invece dedicata ai Supertuscan, con nove vini iconici a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot: tre varietà tra le più impiantate in Italia e al mondo, ma direi anche inconfondibilmente toscane?. VIVI FOTOGRAFIA Ufficialmente presentato il progetto di digitalizzazione dell?archivio fotografico Fratelli Gori È stato presentato a metà dicembre ed è on line il nuovo sito web www.archiviofotogori.com dove è pubblicamente consultabile un primo gruppo di oltre 20.000 immagini fotografiche di Grosseto e della Maremma. Un patrimonio storico di grandissima rilevanza messo a disposizione della collettività 58 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Nella foto un momento della conferenza di presentazione ? La fruizione collettiva dell?archivio fotografico Fratelli Gori: dalla conservazione di un ?bene culturale? alla valorizzazione di un territorio?. Questo è il titolo del progetto dell?Archivio Foto Gori presentato nel dicembre 2020 partecipando al bando finanziario presentato dalla Fondazione CR di Firenze, con il fine di digitalizzare l?intero Archivio fotografico, composto da più di 100.000 immagini (negativi su lastre di vetro e pellicole piane), oltre a rubriche cronologiche tematiche sui singoli servizi fotografici, positivi raccolti in album, apparecchi, materiale fotografico ed attrezzature di camera oscura. «A distanza di due anni ? fanno sapere dall?Archivio Foto Gori ? siamo oggi in grado di mettere a disposizione della comunità la visione di oltre 20.000 immagini, risultato che supera di gran lunga gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Da oggi, cliccando con da computer, tablet, smartphone sulle pagine dell?archivio, è possibile viaggiare nella Maremma dell?immediato secondo dopo guerra ed accedere ad un catalogo rappresentativo dell?intero territorio a suo tempo realizzato per l?Ente di Promozione Turistica (borghi, opere d?arte, beni archeologici, manifestazioni religiose, politiche, eventi sportivi, inaugurazioni, posa di prime pietre ecc.). Rendere di pubblica fruizione un patrimonio iconografico di natura privata è stato un impegno non solo personale, ma anche economico che abbiamo potuto affrontare grazie al sostegno finanziario della Fondazione CR Firenze, cui si è affiancato come partner il Comune di Grosseto». «La digitalizzazione dell?archivio Gori ? dichiarano il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla cultura Luca Agresti ? è un regalo a tutto il territorio. Un tesoro da scoprire fatto di immagini ed emozioni che hanno attraversato Grosseto e la Maremma nel corso di decenni. Quello tra il mondo della fotografia e la famiglia Gori è un binomio indissolubile, un marchio di fabbrica che ha saputo esportare ovunque nel mondo la nostra storia, i nostri paesaggi, i nostri volti. Grazie all?archivio Gori e a tutti coloro che hanno voluto generosamente sostenere questo imponente progetto». Hanno risposto all?appello anche le associazioni di categoria e le imprese locali (Ascom Confcommercio, CNA, Seam, Conad, La Selva, Coop Uscita di Sicurezza) che hanno garantito la compartecipazione finanziaria al secondo anno del progetto, ancora in essere. «Siamo orgogliosi e grati a tutti ? aggiungono ancora i rappresentanti dell?Archivio Foto Gori ? di averci permesso di realizzare un progetto di comunità: fondazioni bancarie, istituzioni, associazioni di categoria ed imprese locali che si sono presi a cuore l?obiettivo di valorizzare una risorsa iconografica del territorio. È secondo questa filosofia che abbiamo ricercato i servizi esterni che ci occorrevano: Italia Programmi di Filippo Nisticò di Grosseto per l?assistenza informatica ed il sito internet, Atlantide phototravel di Firenze per la digitalizzazione dei fotogrammi, 3logic di Pisa per il database di ricerca. In occasione delle iniziative espositive che abbiamo organizzato nel corso degli anni, ma anche dal riscontro sui nostri profili social, abbiamo ricevuto testimonianze significative di persone, ancora viventi, che si sono riconosciute negli scatti dell?Archivio Fotografico Fratelli Gori, testimonianze che possono essere considerate vere e proprie fonti storiche dirette. Un?agevole e diffusa raccolta di queste testimonianze, abbinata alle relative immagini (come è avvenuto con la recente pubblicazione sull?ENAOLI), costituirà un valore aggiunto alla conoscenza e alla valorizzazione del recente passato di un territorio, proprio in quegli anni, oggetto di grandi trasformazioni. Disporre delle immagini dell?Archivio in formato digitale, inoltre, permetterà non solo di preservare l?integrità del materiale originario, ma ne consentirà una più ampia fruizione attraverso PRIMO PIANO ? VIVI ? 59 VIVI ???? Il risultato ottenuto è frutto di due anni di lavoro reso possibile grazie al contributo finanziario della Fondazione CR Firenze, cui si è affiancato il Comune di Grosseto il primo anno, le Associazioni di categoria e le imprese locali il secondo anno (Ascom Confcommercio, CNA, Seam, Conad, La Selva, Coop Uscita di Sicurezza) il sito web dedicato (www.archiviofotogori.com), coinvolgendo oltre alla comunità maremmana, anche nuovi pubblici a livello nazionale e internazionale. Attraverso questa operazione globale di valorizzazione dell?Archivio, riteniamo sia possibile contribuire alla conoscenza storica del territorio della ?Maremma?». La presentazione del progetto di pubblica consultazione delle immagini digitalizzate dell?Archivio Fratelli Gori è avvenuta a metà dicembre nel Foyer del Teatro Moderno. Sono intervenuti alla conferenza stampa, a testimonianza della sinergia creatasi tra privato e pubblico per la valorizzazione di un bene destinato alla pubblica fruizione, l?assessore alla cultura Luca Agresti del Comune di Grosseto, Alfonso De Pietro e Carlo Vellutini della Fondazione CR Firenze, Giulio Gennari e Gabriella Orlando dell?Ascom, Anna Rita Bramerini di CNA, Renzo Alessandri di SEAM, Paolo degli Innocenti di Conad, Christian Stivaletti de La Selva e Luca Terrosi di Coop Uscita di Sicurezza. Info: Archivio Foto Gori, APS, tel. 0564 27258, mail foto@archiviofotogori.com, web www.archiviofotogori.com Una mostra nel ricordo di Bianciardi Moderno, grazie alla paziente dispo­ nibilità di Federica Mundula. I ntanto durante le festività natalizie la galleria espositiva dell?Archivio Foto Gori di via Porciatti n.10 ha ospitato la mostra fotografica ?Gros­ seto come Kansas City: a passeggio con Bianciardi nella città che cresce?. Mostra organizzata dallo stesso Archi­ vio, in collaborazione con l?assessora­ to alla Cultura e Sistema, che dal 20 febbraio è visitabile dalle scuole su appuntamento presso il Teatro 60 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Quarantotto immagini fotografiche ispirate dalle visioni della nostra città e dei suoi protagonisti che Luciano Bianciardi ci trasmette dalle prime pagine del suo romanzo giovanile Il lavoro Culturale, edito da Feltrinelli. Siamo nei primi anni ?50 e Grosseto è in pieno fermento economico e cultu­ rale. La città si espande a ritmi impres­ sionanti e si costruisce di tutto: palaz­ zi, opifici, strade, stazioni di carburan­ ti cinema ed impianti sportivi. Grosse­ to si ritrova con una generazione di trentenni neolaureati che segneranno la vita culturale della nostra cittadina. Luciano Bianciardi viene incaricato dal giovane sindaco Renato Pollini di rico­ struire la Biblioteca Chelliana, Giusep­ pe Guerrini di lì a poco riuscirà ad aprire il Museo di Storia Naturale, mentre Aldo Mazzolai fonda quello di Archeologia di via Mazzini. Sul fronte ecclesiale invece Grosseto era già e rimarrà a lungo sotto la guida del Vescovo Mons. Paolo Galeazzi. Le fotografie in mostra hanno pro­ posto questi protagonisti trasferendo su carta la visione che il giovane Bian­ ciardi aveva della sua Grosseto, tutta rivolta al nuovo e quindi alla periferia, costruita dal sudore dei badilanti, dei terrazzieri, dei muratori, dei contadini e dei commercianti di grano e di bestiame, insomma i protagonisti del­ la piccola città che cresce, del nuovo che avanza, del mito di Kansas City tanto caro alle nuove generazioni. Per informazioni e prenotazioni 338 2224624. VIVI PRODOTTI DEL TERRITORIO Prodotti, ricette, consigli: viaggio nel gusto alla scoperta delle eccellenze di Maremma e Amiata in collaborazione con Conad Grosseto Parte con questo numero un altro viaggio nel gusto in collaborazione con Conad Grosseto, da sempre attenta e vicina alle aziende enogastronomiche del territorio. Ogni mese pubblicheremo una serie di ricette firmate da chef (ma non solo) di ristoranti maremmani, realizzate con i prodotti del territorio, acquistabili ovviamente nei punti vendita Conad di Grosseto S i chiama ?IL BUONO. Maremma e Amiata: prodotti, ricette e consigli? ed è una guida che dà lustro alle aziende ed ai prodotti del territorio attraverso una serie di ricette interpretate da chef, barman, pasticceri, cuoche e sommelier. L?ha realizzata Conad Grosseto da sempre attenta a quelle piccole produzioni agroalimentari al centro ormai da tempo di un progetto di valorizzazione di particolare rilievo ed interesse. Ebbene, prendendo spunto proprio da questa guida ogni mese pubblicheremo una ricetta ?firmata?, realizzata con uno o più ingredienti acquistabili nei punti vendita Conad di Grosseto. «Conad Grosseto ? spiega Paolo degl?Innocenti, proprietario e socio di Clodia Commerciale, la società proprietaria dei supermercati Conad di Grosseto ? ha scelto di ospitare e valorizzare nei suoi negozi i ?prodotti del territorio?, le eccellenze, le tipicità agroalimentari ed enologiche realizzate in provincia di Grosseto. Oggi sono molte decine i barattoli, le carni e il pesce, i dolciumi e le bottiglie, la frutta e la verdura che ogni giorno sono in vendita nei negozi della città. La 62 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 ricerca ha coinvolto anche aziende piccole e piccolissime della Maremma e dell?Amiata e ha fatto emergere la ricchezza umana e professionale delle donne e degli uomini che realizzano queste specialità. Abbiamo voluto renderli visibili, ?persone oltre le cose?. È nato così il ?Viaggio? da Conad verso le aziende per dare nomi e cognomi, volti e storie ai prodotti in vendita, per svelare le capacità delle persone che vivono in provincia di Grosseto, e che, lavorando, tutelano il territorio e le tradizioni locali. Non sono tutti ? aggiunge Degli Innocenti ?, molti altri ce ne sono e altri ancora ce ne saranno. Abbiamo fatto una prima scelta di 32 produttori, percorso centinaia di chilometri da Capalbio a Monterotondo Marittimo, da Follonica a Pitigliano visitando le aziende e incontrando i protagonisti di queste realtà. Grazie, poi, alla collaborazione con il quotidiano Il Tirreno, l?emersione dei produttori è stata accompagnata e ulteriormente arricchita con un?altra realtà importante: i ristoratori, i barman e gli esperti. Territorio e capacità umana, produzioni enologiche e agroalimentari e gastronomia si sono integrate in una sintesi che diventa anch?essa prodotto. Esiste, e lo vedrete nelle pagine che seguono e nei prossimi numeri, un dialogo tra queste risorse, un sistema possibile in cui la gastronomia nelle interpretazione degli chef, dei barman, dei pasticceri, delle cuoche e dei sommelier in sinergia con i ?prodotti del territorio? diventa un motore sociale-identitario ed economico. Conad ? conclude Paolo Degli Innocenti ? crede nella forza di questo matrimonio come motore dello sviluppo della Maremma e dell?Amiata. Il BUONO di una terra è tutto questo». PANE CUNZATO LA RICETTA Ingredienti per 6 persone 200 g pane non troppo alveolato; 30 g di ricotta salata Inno al Sole; 300 g di fior di ricotta fresca di bufala Inno al Sole; 100 g alici fresche; 1 limone; 1 mazzetto di foglie e fiori selvatici; 10 pomodorini; 1 uovo; olio di semi e evo; basilico. Per la mousse: 300 g ricotta fresca di bufala; 30 g alici fresche affumicate e marinate sott?olio di oliva e scorza di limone quanto basta. Preparazione Affettare il pane sottilmente ricavando dei rettangoli, spennellare con olio, renderli croccanti in forno a 140° per 8 minuti. Pulire le alici ed affumicare a freddo i filetti per 3 ore circa. Lavorare con un frullatore ad immersione la ricotta fresca con le alici fino ad ottenere una crema liscia e compatta, aggiungere la scorza di limone mescolando con la spatola. Lasciar riposare in sac a poche. Sbianchire in acqua salata i pomodori per 10 secondi, tuffarli in acqua e ghiaccio, spellarli e togliere i semi. Cuocere in forno in ?confit? i pomodorini a 100° fino al punto di disidratazione conditi con zucchero a velo, origano, sale, olio di oliva, aglio, pepe. Selezionare e pulire un mazzetto di foglie e fiori come basilico, fiori di rosmarino o salvia, insalatine spontanee, foglie di timo fresche, ecc. Fare una maionese al basilico con 1 uovo fresco, 220 ml di olio a 121°,15 g di succo di limone, sale, basilico. Impiattare partendo con una sfoglia di pane, aggiungere la mousse di ricotta con sac a poche, grattugiare la ricotta salata, disporre i pomodorini confit, sovrapporre un?altra sfoglia di pane e procedere come in precedenza, chiudere con una terza sfoglia di pane e deco- Gli chef: Alessandro Lelli e Alessio Cech Pane Cunzato rare con maionese, pomodorini freschi, alici affumicate, insalatine e fiori. IL PRODOTTO Latticini di bufale, INNO AL SOLE, Grosseto La famiglia Pallini, proprietaria di Inno al Sole, dal 1600 iniziò a venire in Maremma dal Casentino per la transumanza delle greggi. Erano pastori. Nel tempo la famiglia si trasferì e diventò importante nella società grossetana. Nel 2013 nasce il Caseificio Inno al Sole dove viene utilizzato esclusivamente latte di bufala maremmano dell?allevamento aziendale per produrre la mozzarella di Inno al Sole. Oltre alla mozzarella di bufala filata a mano, nell?azienda si realizzano molti altri prodotti: la ricotta di bufala, lo yogurt e la burrata e poi una varietà di formaggi stagionati, erborinati e muffettati di ispirazione francese, tutti fatti con latte di bufala. Indirizzo: Strada Provinciale 131 del Poggiale, 72 - Principina Terra (Grosseto) Contatti: tel. 0564 1768089 - mail info@lamaremmana.it - sito Internet www.lamaremmana.it Prodotti del Territorio ? CONAD: Mozzarella di bufala in vari formati e treccia di mozzarella; yogurt bianco e di frutta; ricotta Il prodotto: latticini di bufale L?azienda: Caseificio Inno al Sole LO CHEF Fratelli Chec, POSTO PUBBLICO, Castiglione della Pescaia Dalle origini siciliane e dalla creatività di Alessio, Alessandro, Dorin, Gemma, Giulio e Francesca dello staff di produzione, nasce il Pane Cunzato, rivisitazione di un grande classico. Un piatto fresco, semplice, perfetto per essere accompagnato da un buon vino. PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? E per chi volesse sperimentare le ricette a casa, si segnala che i prodotti utilizzati sono in vendita IN ESCLUSIVA nei quattro supermercati Conad di Grosseto I BIGOLI ALLA CANAPA DI SOTTOBOSCO BISTROT con salsa di basilico, crema di aglione della Val di Chiana, fagiolini, pomodorini e terra di olive nere LA RICETTA Ingredienti per 4 persone 250 g di farina O; 250 grammi di farina Cappelli; 60 g di canapa; 200 di basilico; 1/2 patata; 5 spicchi di aglione della Val di Chiana; fagiolini; 2 fette di pane; 3 cucchiai di olive nere denocciolate; olio EVO; sale. Preparazione Per preparare i bigoli impastare la farina O, la farina Cappelli e la canapa con 10 grammi di olio, un pizzico di sale e 280 grammi d?acqua, avvolgere il tutto nella pellicola e lasciar riposare per un?ora e mezzo. Infine, sfogliare 4 volte e trafilare. Per preparare la salsa di basilico staccare le foglie dal gambo e immergerle per 45 secondi in abbondante acqua salata bollente, dunque scolarle e metterle in una ciotola con acqua fredda e ghiaccio per bloccarne la cottura e fissarne il colore. Tagliare la 1/2 patata a fette e farla appassire in padella con un filo d?olio, Gli chef: Giovanni Di Meo e Chiara Tonini 64 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 vegetale utilizzando prodotti il più posaggiungendo man mano l?acqua in cui è sibile locali e di stagione. stato sbollentato basilico. Una volta rafLa loro è una proposta di riscoperta freddati, frullare il basilico con la patata dei colori, degli odori e dei sapori della ben cotta e filtrare la salsa finale con un terra, di cui rispetta i tempi e valorizza i colino. Procediamo preparando la crema frutti. Ecco una ricetta sana, nutriente e all?aglione: pulire e affettare 5 spicchi, gustosa. cuocerli in padella con sola acqua finché non saranno morbidi e frullarli. Pulire IL PRODOTTO una manciata di fagiolini, lessarli in Insalate e Basilico, LA RAPAabbondante acqua salata bollente per 6 STRELLA, Grosseto minuti, scolarli e metterli in una ciotola Naida e Valerio sono la ?Rapastrella con acqua fredda e ghiaccio, come fatto perché lo desiderano e perché li rapprecon il basilico. Saltarli in padella con i senta?. Innamorati della vita pomodorini e un filo d?olio. in campagna e del lavoPreparare la terra di ro in agricoltura, soolive nere nel seno contadini per guente modo: frulpassione. lare grossolanaL?azienda è mente la molesclusivalica delle due mente a infette di pane dirizzo orcon i 3 cucticolo, le chiai di oliproduzioni ve nere desono quelle nocciolate tipiche stae l?olio. gionali, zucMettere a eschine, fiori di siccare il comzucca, lattughe, posto nel forno pomodori, basilistatico, a 120°, finI Bigoli alla Canapa di co, prezzemolo (in ché non sarà divenuSottobosco Bistroti estate) e bietole, spinato croccante. ci, cime di rapa, cavolo nero, Concludere cuocendo i porri e finocchi (in autunno/inverno). bigoli in acqua salata bollente per 2 La poca distanza dalla città permette minuti e spadellandoli con i fagiolini e i di fornire prodotti estremamente freschi, pomodorini; versare gradualmente la raccolti e subito consegnati nei negozi crema di aglione e mantecare per un Conad di Grosseto. ?La Rapastrella? è altro paio di minuti. A questo punto, una parola dialettale maremmana per impiattare, aggiungendo la salsa di basidefinire la pianta ?sinapsi arvensis?, la lico a crudo e, da ultimo, la terra di olive senape selvatica. nere. Indirizzo e contatti: Azienda agricola LO CHEF La Rapastrella loc. Marrucheto-Pollino Giovanni Di Meo e Chiara Tonini, Grosseto (strada provinciale del Padule, SOTTOBOSCO BISTROT, Grosseto alle porte di Grosseto, dopo l?aeroporto Sottobosco Bistrot nasce dall?idea militare), mail naida.valerio@tiscali.it degli chef Giovanni Di Meo e Chiara Prodotti del Territorio ? CONAD: Tonini di esaltare una cucina 100% Prodotti stagionali dell?orto Il prodotto: insalate e basilico L?azienda: La Rapastrella (Naida e Valerio) GROSSETO NEWS Notizie varie dai punti vendita Conad di Grosseto I sommelier Ais ogni sabato a Spazio Conad per dare consigli sulla scelta dei vini Grazie al rinnovato accordo con Ais Toscana, dal 4 febbraio scorso, ogni sabato per tutto il 2023, nella fornitissi­ ma enoteca di Spazio Conad al Conad Aurelia Antica, sarà più facile acquista­ re il vino grazie alla presenza dei som­ melier Ais, a disposizione per fornire una consulenza oltre che per le degu­ stazioni guidate. I sommelier sono a Spazio Conad ogni sabato mattina e pomeriggio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20 e anche nei giorni della vigilia di Pasqua e di Natale e il 31 dicembre. I sommelier si muovono all?interno dell?area dedicata ai vini chiedendo alle persone se hanno bisogno di aiuto nella scelta della bottiglia giusta e rimanendo a disposizione per rispondere a even­ tuali richieste in arrivo dai clienti sul vino da abbinare ad un particolare menù o ad un piatto. Oltre alla consulenza gratuita, ad ogni appuntamento è possibile e?ettuare la degustazione guidata delle diverse eti­ chette che vengono via via proposte. ?Con vero piacere ? a?erma Paolo degli Innocenti, proprietario e socio di Clodia Commerciale, la società proprietaria dei supermercati Conad di Grosseto ? rin? noviamo per tutto il 2023 la collabora? zione con Ais Toscana nella consapevo? lezza di garantire un importante servizio ai nostri clienti. Il mondo del vino anche in provincia di Grosseto sta crescendo in termini qualitativi e quantitativi. Molte aziende hanno sviluppato nuovi prodotti e stanno migliorando quelli tradizionali. Al consumatore è richiesta una cono? scenza complessa per poter scegliere in mezzo a tanta varietà?. ?Conad, insieme ad Ais Toscana ? pro­ segue Paolo degli Innocenti ? con que? sta rinnovata collaborazione vogliono contribuire alla di?usione della cultura del vino e a far conoscere le aziende vitivinicole del territorio. Avere ogni sabato i sommelier Ais nello Spazio Conad Aurelia Antica sarà dunque l?oc? casione per avvicinarsi a nuove etichet? te e per farlo in modo consapevole, ricevendo le informazioni che consento? no di apprezzare appieno il prodotto?. Al Conad di Grosseto arrivano i mieli rari di Maremma dell?azienda Zipeto L?oro di Zipe è il marchio lanciato dall?a­ zienda agricola maremmana Nicola Zipeto che si sta a?ermando per la pro­ duzione di mieli di alta qualità, realizza­ ti nel massimo rispetto delle api e della biodiversità, tra i quali spiccano i mieli rari come quello di Paulownia e di Face­ lia. A partire dall?11 febbraio scorso nei supermercati Conad di Grosseto ad Aurelia Antica, via Senegal e via Scansa­ nese l?azienda Zipeto è presente con 4 varietà di miele: Pawlonia; Trifoglio bianco; Acacia e Castagno. ?La nostra è una piccola azienda a con? duzione familiare ? spiega Nicola Zipeto ? che punta più sulla qualità che sulla quantità di miele prodotto. Durante tut? to l?anno ci occupiamo del benessere delle api. In inverno, ad esempio, semi? niamo una serie di piante, come la senape e le rape, che possano garantire nutrimento anche nei periodi più freddi, e attraverso lo spostamento degli alveari per seguire le fioriture, siamo riusciti a produrre ben 9 di?erenti tipi di miele. Il prodotto principe è il miele di Paulownia che produciamo grazie alla presenza nella nostra azienda di 7600 piante. Si tratta di un miele raro, carat? terizzato dal sapore dolce con note flo? reali, ottimo antisettico e antibatterico ed è un miele a lenta cristallizzazione. Produciamo anche il miele di Facelia, ricco di vitamine, proteine e sali mine? rali, ideale per tisane e preparazioni di dolci. Il miele di trifoglio bianco è molto chiaro, quasi trasparente e ha un aro? ma estremamente delicato. Poi abbia? mo il miele di castagno, che è conside? rato un antinfiammatorio naturale, ric? co di vitamina b e c ed è delizioso con i formaggi. Produciamo inoltre il miele di acacia che è in assoluto il monofloreale più apprezzato e di?uso in Italia per il suo sapore delicato. E anche il miele di rosmarino, di marruca, girasole ed eucalipto?. L?azienda agricola di Nicola Zipeto si trova in località Casotto dei Pescatori, nel comune di Grosseto. PRIMO PIANO ? VIVI ? 65 ARTE Gentili e Barontini, importante donazione al Comune di Grosseto Importante donazione al Comune di Grosseto. Per volontà dell?architetto Renzo Gentili sono passati all?amministrazione comunale cinque dipinti, due sculture e due grafiche realizzate dal padre Carlo Gentili, mentre lo studioso di cultura popolare Corrado Barontini ha donato parte delle sue collezioni private di libri, documenti e opere d?arte DI ROSSANO MARZOCCHI L ?architetto Renzo Gentili e lo studioso di cultura popolare Corrado Barontini hanno donato, nel corso del 2022, opere d?arte, libri e documenti al Comune di Grosseto. In particolare, il primo ha offerto, a nome della sua famiglia, un lascito di cinque dipinti, due sculture e due grafiche realizzate dal padre Carlo Gentili (Grosseto, 1910-1996); Corrado Barontini, studioso di cultura popolare, ha donato invece parte delle sue collezioni private di libri, documenti e opere d?arte. E per celebrare questa doppia donazione, sul finire dello scorso anno il Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura ha presentato tutte le opere donate da Renzo Gentili, esponendole accanto ai lavori di Carlo Gentili che già fanno parte delle collezioni pubbliche custodite nel museo, e una parte della donazione Barontini, quella ritenuta più importante per la storia artistica della città. Anche nel caso della donazione Barontini, i dipinti sono stati affiancati a quadri degli stessi autori già deposi- tati in Clarisse come patrimonio d?arte di proprietà del Comune di Grosseto. «Carlo Gentili ? ricorda Mauro Papa ? è stato uno dei pittori grossetani più importanti del dopoguerra e un maestro riconosciuto per le successive generazioni di artisti locali. Dopo la mostra retrospettiva che gli abbiamo dedicato nel 2010 al Cassero, in occasione del centenario della nascita, questa nuova esposizione è stata un?ottima occasione per riproporre a Grosseto le sue opere. Corrado Barontini è uno studioso e PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI Nella foto da sinistra Luca Agresti, Corrado Barontini, Renzo Gentili e Mauro Papa ???? Gli oggetti donati sono stati esposti al pubblico per due mesi nell?ambito di una mostra allestita presso il Polo culturale Le Clarisse fino all?8 gennaio scorso ricercatore molto conosciuto a Grosseto: ha pubblicato e curato numerosi libri sulla cultura popolare maremmana e alcuni suoi preziosi documenti sono stati messi a disposizione per l?allestimento di questa mostra che, insieme con le opere di Gentili, ci ha fatto compagnia per alcuni mesi compreso tutto il periodo natalizio». L?esposizione ? curata proprio dal direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa ? si è svolta dal 12 novembre all?8 gennaio al museo delle Clarisse in via Vinzaglio a Grosseto. «Questa non è una mostra normale. Si tratta di una mostra dal sapore tutto particolare, perchè è scaturita per effetto di una donazione di opere d?arte al Comune di Grosseto da parte dell?architetto Renzo Gentili che l?ha promossa, e dello studioso di cultura popolare Corrado Barontini e tutta la città potrà beneficiarne». Così hanno spiegato con diverse argomentazioni e con chiara soddisfazione il direttore delle Clarisse Mauro Papa, l?assessore alla Cultura Luca Agresti e il presidente della Fondazione Cultura Giovanni Tombari, in occasione dell?inaugurazione della mostra avvenuta alla presenza di tantissima gente. L?architetto Renzo Gentili come detto ha donato a nome della sua famiglia (esaudendo i desideri e le precise indicazioni a suo tempo espresse dal padre Carlo, che ha manifestato pubblicamente con sincera commozione e compiacimento), un lascito di cinque meraviglio- 70 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 si dipinti di grande formato, due sculture in bronzo e due grafiche realizzate dal padre nel corso della sua lunga e proficua carriera artistica. L?unica condizione posta, accettata dall?Amministrazione comunale, consisteva nella catalogazione delle opere e nella loro esposizione permanente negli spazi del Polo Le Clarisse - Fondazione Grosseto Cultura, già individuati in accordo tra il donante e la direzione del citato Polo culturale. Carlo Gentili è ricordato per aver esposto in centri culturali pubblici, privati e gallerie d?arte, riscuotendo innumerevoli successi e per i suoi meravigliosi dipinti ad olio, per la preferenza verso i paesaggi aperti della Maremma osservata nelle varie essenziali rappresentazioni e anche per le nature morte eseguite con sapiente modulazione tonale e grande forza compositiva. Nella vita pubblica è stato anche assessore al Comune di Grosseto che a sua volta ha intitolato a Gentili l?omonimo Largo accanto alla chiesa della Misericordia, di fronte a quella che una volta era stata la sua bottega. «Le opere d?arte donate ? hanno detto il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Cultura Luca Agresti ? vanno ad arricchire l?offerta espositiva del Polo Culturale Le Clarisse, facente parte della Fondazione Grosseto Cultura. I lavori che si dividono tra quadri e sculture saranno sicuramente apprezzate da chiunque visiterà il Polo culturale. Vogliamo esprimere tutto il nostro apprezzamento riguardo alla donazione e la nostra sincera gratitudine nei confronti di Renzo Gentili che ci ha omaggiato di questo speciale regalo». Corrado Barontini invece ha donato per suo conto una parte delle collezioni private di libri, documenti e opere d?arte, in particolar modo l?intera collezione serigrafica delle Cartoline del Maggio da offrire alle famiglie visitate, nate da un?idea di Morbello Vergari (il poeta contadino) e varie pubblicazioni del Gruppo di poesia dell?Arci, tre libri della collana editoriale progettata da Francesco Teodoro che contengono una serigrafia di Aulo Guidi, una acquaforte di Luigi Stradella e una litografia di Toti Scialoja. Fra le donazioni di Grafica ci preme segnalare due quadri di Nazzareno (Neno) Rosignoli dei quali uno è stato pubblicato nel primo numero di ?Mal aria? nel 1951. Corrado Barontini nel corso degli anni ha frequentato studi di pittori, realizzato importanti iniziative culturali, collaborato con riviste e ha avuto modo di acquistare o di avere in dono vari oggetti artistici, essenzialmente legati al territorio. Per più motivi ha pensato di donare parte delle sue collezioni, in modo che possano essere consultabili pubblicamente ed essere occasione per conoscere ulteriori dettagli sulle iniziative culturali realizzate in Maremma nella seconda metà del Novecento. I dipinti sono stati esposti ed affiancati a quadri degli stessi autori già detenuti dalle Clarisse come patrimonio d?arte di proprietà dell?Amministrazione comunale. Info: tel. 0564 488066, mail prenotazioni.clarisse@gmail.com VIVI FOTOGRAFIA ?Per nascita e per scelta. I volti della Maremma?, il bel progetto fotografico di Francesco Minucci ?Per nascita e per scelta? è una ricerca sul territorio della Maremma e dell?Amiata, attraverso i volti di persone comuni ma anche di personaggi, che vivono stabilmente o temporaneamente in questa terra. Da Simone Cristicchi ad Alessandra Sensini, da Carlo Conti a Joe Bastianich, da Nada Malanima ad Achille Occhetto, il fotografo grossetano Francesco Minucci ha ritratto chi la Maremma l?ha vissuta o da lei si è lasciato attraversare, per nascita e per scelta DI MICHELE GUERRINI Francesco Minucci 72 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 Carlo Conti L a Maremma nasce come un luogo dai confini a volte indefiniti, dallo spirito mutevole e complicato. È una terra che spazia dal mare alla montagna e riempie lo sguardo e l?anima non solo di chi vi nasce. Raccontarla e descriverla è stata opera di molti scrittori, pittori e fotografi. Chi ne ha raccontato la meraviglia del paesaggio (Fattori, Tommasi, Sorbi e molti altri), la vita e la storia delle genti (Carlo Cassola, Luciano Bianciardi), i dolori della guerra e la gioia della rinascita (l?archivio fotografico Gori); un micro mondo da scoprire e che richiede tempo, dedizione e amore. Ma lo spirito di un luogo si può raccontare in tante altre maniere, meno legate alla tecnica, e più fondate sull?emozione e sulla costanza. È questo il caso dell?opera appena pubblicata da Francesco Minucci, fotografo grossetano, che ha realizzato ?Per nascita e per scelta - I volti della Maremma?. Un lavoro intenso di ritratti in serie che racconta questo territorio attraverso i volti, più o meno noti, di chi l?ha vissuta e ci è cresciuto o, dall?altro lato, l?ha eletta a sua seconda patria: da Simone Cristicchi ad Alessandra Sensini, da Carlo Conti a Joe Bastianich, da Nada Malanima ad Achille Occhetto. Più di cento scatti in un elegante bianco e nero che hanno portato il fotografo in un viaggio intenso lungo lo stivale durante un periodo difficile e com- Simone Cristicchi plicato come quello della pandemia. In un momento in cui le porte si chiudevano e si temeva il contatto con l?altro, Francesco Minucci, riusciva a creare una rete di contatti uniti dalla passione per la Maremma. Armato solo di due stativi, un fondale nero e un flash, ritraeva 123 persone raggiungendole spesso nelle loro abitazioni o luoghi di lavoro, nascondendo il contesto e ricreando ogni volta uno spazio artistico ?suo?, con l?obiettivo di rendere le foto un unico corpus estetico. Nel libro vediamo l?amore per i fotografi storici del bianco e nero come Edward Weston, per la moda che diventa reportage seriale come l?Avedon di ?In the american west? e l?eleganza dei visi del maestro Giovanni Gastel. Un?opera ?Per nascita e per scelta? Joe Bastianich che sembrerà un semplice archivio fotografico ai molti che lo guardano di sfuggita, ma nasconde una profondità affascinante i ogni pagina, tra i grigi che diventano oscurità e la luce che sottolinea quei pochi tratti fondamentali della persona. Il volume è interamente realizzato con il contributo economico di due sponsor: Atlante srl di Giovanni Lamioni, in occasione delle celebrazioni dei 30 anni di attività della società e Supermercati Conad di Grosseto. La pubblicazione ha inoltre ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Grosseto e Comune di Grosseto. Un?anticipazione del libro è stata offerta nella mostra ?Per Nascita e per scelta. Maremma Toscana?, allestita a settembre alle Casette Cinquecentesche di Grosseto con il contributo dell?amministrazione comunale. Il libro fotografico è distribuito nelle migliori librerie della provincia di Grosseto e on line su Ibs. Ma conosciamo più da vicino l?autore del progetto fotografico. Allora, Francesco partiamo dall?inizio. Come è nata l?idea di ?Per nascita e per scelta?? Durante la pandemia io e tutti gli altri fotografi, come tante altre categorie, eravamo bloccati nelle nostre attività. Ho però preso questo tempo forzato come un momento per me e il mio lato artistico. Di solito i miei lavori creativi sono legati a mondi fantastici, alla ?sta- PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? Più di cento scatti in un elegante bianco e nero che hanno portato il fotografo in un viaggio intenso lungo lo stivale durante un periodo difficile e complicato come quello della pandemia ge photography?, e giochi di installazioni video e foto, ma in questo caso ho voluto seguire un?idea completamente diversa e più ?semplice?: il ritratto. Dopo una serie di primi scatti fatti a persone del territorio, tutti accomunati dallo stesso set luci, ho visto che c?era un progetto potenziale. Da lì ho pensato di raccontare la Maremma attraverso un viaggio, non paesaggistico ma di facce, come quando esci per strada e normalmente incontri il pescatore, la persona più o meno famosa, l?anziano etc. Ho messo un unico paesaggio, in chiusura come punto fermo e landscape immaginario dell?opera. Qual era l?approccio con cui presentavi il tuo progetto? Avevi già fatto un progetto enorme legato agli occhi, 365 occhi di 365 persone differenti. All?inizio molto in maniera intuitiva, Francesco Minucci come in quell?altro progetto a cui ti riferisci ho sempre cercato di mischiare le carte, passando dal bambino all?adulto, dall?amico all?estraneo che mi affascinava. Così anche in questo progetto, partendo da persone che conoscevo per passare allo chef stellato, ai frati del monastero di Siloe, al centro buddista di Merigar, fino a raggiungere persone che hanno scelto la Maremma come seconda casa e rendere così questo progetto più nazionale. Ogni persona mi ha aiutato a conoscere le altre, questo è stato un elemento meraviglioso e prezioso. Nel libro poi ho creato un percorso che univa tratti simili o contrastanti, giocando con l?editing. Quando non potevi farli arrivare in studio, andavi te da loro con il tuo set up di fotografo. Quali sono stati i più complicati? Mi son ritrovato in garage, giardini, case. Mi ha aiutato molto il mio caratte- Francesco Minucci F rancesco Minucci è un fotografo freelance che si occupa di foto­ grafia artistica e commerciale. Ha studiato le tecniche di camera oscura e fine­art presso la Fondazione Studio Marangoni, diplomato nel genere still life al Centro Formazione Professionale di San Colombano (FI). Nel 2005 ha curato la direzione tecni­ ca del Toscana Foto Festival. Molti dei suoi lavori, frutto di una paziente ricerca, vogliono raccontare il nostro presente in veste teatrale, con il desiderio di denunciare ma 74 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 soprattutto di provocare, creando una sottile linea di confine tra il reale ed il surreale. Nei suoi progetti è fotografo ma molto spesso anche costumista e sce­ nografo; cura personalmente ogni dettaglio, dai personaggi ai luoghi, che diventano attori e palcoscenici delle sue visioni. Le sue opere hanno fatto il giro di gallerie e istituzioni pubbliche e priva­ te, in Italia e all?estero, ottenendo numerosi riconoscimenti. Info: www.francescominucci.com re empatico che mi permetteva di far sentire a loro agio le persone ritratte, giocando e chiaccherando, spiegando il progetto ma cercando soprattutto un contatto umano vero. Quale è stato uno degli episodi più importanti? Uno che ti porterai dietro con te? Sicuramente Oliviero Toscani. Ritrarre un fotografo è sempre un momento delicato, ritrarre uno importante a cui sono legato nella mia formazione come lui lo era ancora di più. In realtà fu poi una cosa molto piacevole e inaspettata, chiacchierammo, facemmo lo scatto in pochissimo tempo dopo poche linee guida, poi passammo il resto del pomeriggio a parlare. Mi ero portato dietro il primo libro che avevo comprato delle sue foto, un volume che ho scoperto lui non riusciva più a trovare. Così sugellammo uno scambio, tra il mio primo libro e la sua ultima raccolta. Un momento intenso. I tuoi ritratti hanno un fascino molto particolare, sembrano uscire da un lavoro di moda o da un?idea molto precisa a livello estetico. Volevo che nessuno sorridesse, volevo dare nobiltà e serietà a quei volti, quasi un gusto rinascimentale. L?idea che si ergessero dal buio mi affascinava e ha funzionato. Hai un ritratto mancato? Un ritratto che avresti voluto a ogni costo ma non ci sei riuscito a portarlo a casa? No, sono felice di quello che ho raccolto. L?unica persona che ho contattato, non per scattare una foto, ma per avere le sue parole è stato Maurizio Costanzo e lui mi ha regalato un prezioso testo per il mio libro. RICORDI Ricordi d?infanzia di quel Centro commerciale naturale in via Roma a Grosseto, nell?immediato dopoguerra Riceviamo e volentieri pubblichiamo un ricordo di anni lontani di Antonio Cosimini, erede della famiglia delle note industrie Cosimini di Grosseto specializzate nella produzione di una vasta gamma di macchine agricole nei settori dei cereali e della olivicoltura, ma non solo, la cui attività iniziata nel 1856 durò ininterrottamente fino al 1971 DI ANTONIO COSIMINI R ecentemente ho avuto occasione di leggere un volume di poesie di Maria Giovanna Mussio, poesie vive e delicate che assieme ad altri pensieri mi hanno riportato con la mente ai tempi della mia infanzia quando nell?immediato dopoguerra vivevo in via Trento e quindi vicinissimo da via Roma e dal suo piccolo ?mercato naturale? di zona: intorno all?incrocio tra via Roma e via Trento da sempre, via via che venivano realizzate nuove costruzioni, si era venuto a creare un nucleo di negozi a servizio delle necessità degli abitanti. Oggi si dice ?centro commerciale naturale? per indicare quel nucleo di negozi di varia natura sorti casualmente nel tempo senza alcuna programmazione. Quelli che ricordo a distanza di tanto tempo erano il negozio di alimentari della signora Mussio, la macelleria, la tabaccheria, la latteria, il negozio dei quaderni e dei pennini (ancora non era di uso comune la penna Biro), il barbiere e sicuramente ce ne erano altri che ora non ricordo, forse anche perché vendevano merci che a me allora non interessavano. Dopo l?immediato passaggio del fronte erano riprese, sia pure con grandi difficoltà, le normali attività e tra queste naturalmente la frequentazione quotidiana o quasi dei negozi. Io allora ero un ragazzino, sono rimasto a Grosseto fino alla prima media per poi trasferirmi a Roma, e mi capitava di recarmi presso questi negozi per qualche commissione PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ???? Ricordi dei «tempi della mia infanzia quando nell?immediato dopoguerra vivevo in via Trento e quindi vicinissimo da via Roma e dal suo piccolo ?mercato naturale? di zona: intorno all?incrocio tra via Roma e via Trento da sempre, via via che venivano realizzate nuove costruzioni, si era venuto a creare un nucleo di negozi a servizio delle necessità degli abitanti.» e, per usare le belle parole della poetessa Mussio, ?tra i ripostigli della memoria? mi sono ritornati alla mente alcuni episodi della mia vita di quel tempo legati alle persone ed ai posti che frequentavo e naturalmente tra questi in primis vi è il negozio della Signora Mussio di cui ricordo il tratto gentile e garbato con il quale intratteneva le sue clienti mentre confezionava i cartocci degli spaghetti avvolgendoli con la carta marrone, la carta paglia che oggi non esiste più, o i pacchetti di zucchero per i quali usava una carta azzurrina. Sempre gentile, ma notevolmente meno, quando scacciava dal negozio il mio cane, chiamato Busi, che aveva l?abitudine di seguirmi sempre nei miei giri, non so se per affetto o per curiosità. Qualche volta è venuto a cercarmi la domenica in chiesa ed altre volte saliva i due piani della scuola media di piazza della vasca soddisfatto di vedermi in classe. In tutte queste sue piccole avventure rischiava molto ma continuava tranquillamente superando le difficoltà rappresentate dai bidelli e dal 78 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 sacrestano con notevole disinvoltura. A lui è legato un episodio che coinvolse il cane, il sottoscritto, mia madre, la tabaccaia e l?Esercito Alleato. Sulla via Roma, antica Aurelia e in quel momento autostrada per il nord utilizzata dalle truppe alleate per la sua avanzata al nord, il mio cane decise di attraversarla mentre passava un flusso ininterrotto di camion. Naturalmente finì sotto ad uno di questi ed io, molto incautamente, cercai di riprenderlo finendo ovviamente contro il radiatore di un Dodge. Non ci facemmo niente né io ne lui, per la prontezza dei riflessi del guidatore, un giovane soldato di colore, che ci salutò con un bel sorriso dopo lo scampato pericolo. Il pomeriggio tornando in via Roma con mia madre fummo accolti dalla tabaccaia che aveva assistito insieme alle altre persone all?accaduto, con parole di comprensione per mia madre per il pericolo da me corso. Naturalmente non avendo detto niente a casa, mia madre rimase sorpresa ma vedendomi tranquillo e in piena salute rispose con frasi di circostanza, salvo riprendere con me il discorso in separata sede. La partecipazione dimostrata dalla tabaccaia sulla preoccupazione di mia madre per l?accaduto può essere un indice di come allora vi fosse tra i vicini, conoscenti e commercianti, un interessamento discreto unito ad una simpatia naturale legati da un reciproco rispetto che rendeva sereni i rapporti sociali. Un?altra istituzione era la latteria alla quale si andava nel pomeriggio portandosi dietro una bottiglia di vetro che veniva riempita secondo le esigenze della famiglia con un recipiente di metallo zincato con tanto di timbri dello stato. E così in macelleria la spesa era limitata alla quantità di carne da consumarsi al massimo in due giorni, perché ancora non esistevano i frigoriferi e le ghiacciaie, bellissimi mobiletti in legno massiccio e internamente rivestiti di lamiera zincata, non erano molto diffuse. Un altro negozio del gruppo era quello del signor Tondini che gestiva una cartoleria fornita di ogni tipo di quaderni, pennini (come detto ancora non erano di uso comune le penne Biro), squadre e righelli ed una merceria con macchine da cucire, aghi, fili, nastri di ogni tipo. Però mi ricordo che era un tipo molto riservato che dava poca confidenza ai ragazzini suoi clienti. Più in centro c?era il barbiere dal quale andavo per il taglio periodico dei capelli secondo le indicazioni ricevute in famiglia e del quale ricordo le lunghe attese e le orribili sputacchiere smaltate messe a terra ai lati delle poltrone dei clienti. SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Alle sorgenti del Vivo d?Orcia è nato il Museo dell?Acqua di AdF, Acquedotto del Fiora Uno spazio per valorizzare il legame tra comunità e risorsa idrica, dedicato alla ricerca e alla memoria storica del territorio, della realtà sorgiva e dell?acquedotto per far incontrare generazioni, saperi, esperienze, sensibilità e prospettive. Tutto questo è il ?Museo dell?Acqua? ideato e allestito da AdF al Vivo d?Orcia, sulle pendici del Monte Amiata 80 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 Nelle immagini alcuni momenti dell?inaugurazione del Museo dell?Acqua di AdF al Vivo d?Orcia, sul Monte Amiata in provincia di Siena V alorizzare il legame tra la comunità e la risorsa idrica, fonte di vita e sostentamento, e la storia dell?acquedotto, ora AdF, creando un ponte tra passato e futuro che possa far incontrare generazioni, esperienze, saperi, sensibilità e prospettive. Al Vivo d?Orcia, sulle pendici del Monte Amiata, a metà dicembre è stato inaugurato il ?Museo dell?Acqua? ideato e allestito da AdF, che ha finanziato e realizzato le opere di rinnovamento dei locali di proprietà del Comune di Castiglione d?Orcia, proprio in via delle Sorgenti. Sostenibilità, tutela e uso consapevole della risorsa idrica, rispetto dell?ambiente, innovazione, riuso, economia circolare, transizione ecologica ed energetica i temi al centro del progetto, come elementi di congiunzione tra il mondo di ieri e quello di domani. È nato così, in prossimità della sorgente dell?Ermicciolo, luogo di grande fascino e straordinario valore, un nuovo polo educativo e culturale all?insegna del legame prezioso e vitale tra l?essere umano, l?acqua e la natura. Al taglio del nastro erano presenti il Prefetto di Siena Maria Forte, il sindaco di Castiglione d?Orcia Claudio Galletti, il presidente di AdF Roberto Renai e l?amministratore delegato di AdF Piero Ferrari. Hanno partecipato anche gli alunni delle scuole e realtà associative del territorio. Inaugurati anche i nuovi uffici di AdF, adiacenti agli spazi espositivi. Il progetto, nato dalla collaborazione tra AdF e il Comune di Castiglione d?Orcia, risponde sia alle esigenze del territorio e dei Comuni soci, sia alla volontà di valorizzare la natura e la storia di un luogo simbolo, dove nasce la cosiddetta ?Dorsale del Vivo?, una delle arterie principali della rete idrica e da sempre fonte di approvvigionamento per la provincia e la città di Siena, ma non solo. Dedicato alla ricerca e alla memoria storica del territorio, della realtà sorgiva del Vivo, dell?acquedotto e di AdF, il nuovo museo si inserisce nella cornice più ampia de ?Le Vie dell?Acqua?, che comprende anche le visite alle sorgenti dell?Ermicciolo e Santa Fiora, dal forte valore educativo, in particolare per le nuove generazioni. Un museo dedicato alle donne e agli uomini che hanno vissuto, vivono e vivranno in questo territorio, contribuendo alla sua crescita e proteggendone la vita, ossia l?acqua, la risorsa più preziosa. Con il suo approccio, fatto anche di soluzioni hi-tech, questo ?piccolo? museo, nel suo percorso di crescita, mira a diventare un punto di riferimento culturale e tecnologico per sensibilizzare tutti sul tema acqua, sulla sua corretta gestione e sulle buone pratiche per salvaguardarla. Un mix di storia e innovazione per raccontare alla comunità l?importanza di una risorsa vitale troppo spesso sottovalutata. ?Nella provincia di Siena ogni giorno c?è una perla da scoprire ? dichiara il Prefetto di Siena Maria Forte ? come questa iniziativa che premia un bellissimo territorio e che guarda alle generazioni future per trasmettere un patrimonio di conoscenze e per valorizzare l?importanza della risorsa idrica, il suo uso consapevole e sostenibile. Un messaggio tanto più attuale, poiché negli ultimi due anni il nostro Paese ha toccato con mano a livello nazionale le difficoltà che la scarsità di acqua comporta?. ?L?apertura del Museo dell?Acqua al PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 81 SCOPRI ???? Dedicato alla ricerca e alla memoria storica del territorio, della realtà sorgiva del Vivo, dell?acquedotto e di AdF, il nuovo museo si inserisce nella cornice più ampia de ?Le Vie dell?Acqua?, che comprende anche le visite alle sorgenti dell?Ermicciolo e Santa Fiora, dal forte valore educativo, in particolare per le nuove generazioni Vivo d?Orcia ? fa sapere Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana ? è motivo di orgoglio e soddisfazione per la Regione Toscana, in un luogo così importante dal punto di vista ambientale, storico e culturale come il Monte Amiata, con le sue sorgenti che sono fonte di vita. Complimenti ad AdF e al Comune di Castiglione d?Orcia per questa bella iniziativa che punta a sensibilizzare tutti sull?importanza della risorsa idrica, sul suo uso consapevole e sul rispetto dell?ambiente, con lo sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni?. ?Il Museo dell?Acqua allestito da Acquedotto del Fiora ? dichiara Alessandro Mazzei, direttore generale dell?Autorità Idrica Toscana ? è un chiaro esempio di quanto il servizio idrico possa fare anche cultura locale e sensibilizzazione ambientale del territorio. 82 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 L?Autorità Idrica Toscana ha creduto molto a questo progetto, come ad altri che riguardano i cosiddetti Comuni sorgivi del Fiora. Abbiamo sostenuto quest?opera, insieme ad altre, perché questi sono luoghi che determinano la salvaguardia delle sorgenti e sensibilizzano la popolazione all?uso consapevole dell?acqua?. ?È motivo di grande soddisfazione ? commenta Claudio Galletti, sindaco di Castiglione d?Orcia ? veder realizzato questo importante quanto atteso investimento da parte di AdF, che ringrazio. Un progetto molto apprezzato dalla comunità, teso a valorizzare luoghi come il nostro, dove l?acqua sorge, per promuovere la conoscenza della risorsa idrica, la didattica con le scuole, realizzare un luogo d?incontro per sensibilizzare i cittadini all?uso sempre più parsi- monioso di questa grande ricchezza e richiamare visitatori interessati. Questo è lo spirito con cui nasce il Museo dell?Acqua a Vivo d?Orcia, nel contesto di un più ampio progetto che sta realizzando AdF: il progetto territoriale delle Vie dell?Acqua?. ?La nascita di questo museo ? spiega Roberto Renai, presidente di AdF ? non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza raggiunto grazie al rapporto di fiducia e sinergia con i Comuni soci, per noi fondamentale. Uno spazio condiviso a disposizione della comunità, di incontro tra generazioni, conoscenza e riflessione, dove progettare insieme il futuro, proteggere il pianeta e riscoprire il legame prezioso tra l?essere umano, l?acqua e la natura. Un luogo per raccontare l?impegno e il lavoro di chi della montagna e dell?acqua ha fatto la propria vita, ma anche di identità e di riconoscibilità per tutti i nostri collaboratori che qui troveranno il valore vero del loro lavoro?. ?Siamo molto soddisfatti per questo risultato storico ? afferma Piero Ferrari, amministratore delegato di AdF ? che vede la nascita di un museo che è del territorio prima ancora che di AdF. L?obiettivo è far dialogare passato e futuro, con lo sguardo rivolto all?innovazione, e anche far conoscere a tutti la nostra attività come azienda industriale volano di sviluppo per il territorio, con al centro i nostri pilastri quali la sostenibilità, la tutela e l?uso consapevole della risorsa idrica, il rispetto dell?ambiente, il riuso, l?economia circolare, la transizione ecologica ed energetica?. SCOPRI L?ITINERARIO DEL MESE| Storie di borghi da raccontare Pitigliano, tra Niccolò III Orsini, il ghetto ebraico e tantissime altre perle piene di storia DI DAVID BERTI Il nostro viaggio nello spazio dedicato a ?L?itinerario del mese? prosegue a Pitigliano. Dopo aver parlato nel numero scorso di Niccolò III Orsini, abile condottiero italiano, conte di Nola e Pitigliano vissuto tra il 1442 ed il 1510, in questa seconda ed ultima puntata andiamo alla scoperta delle infinite perle di questo splendido borgo di Maremma arroccato sul tufo? L a strada corre dritta tra campi coltivati. Il finestrino della macchina abbassato parla di un novembre atipico, anarchico al calendario, con uomini intenti a stendere teli per la raccolta delle olive in maniche corte. Il foliage delle vigne è appena accennato: solo tenui pennellate gialle e rosse tra i filari. Non sono il solo a sentirsi disorientato in questi tempi moderni, anche la natura mi fa compagnia. I caldi accordi di Everybody?s Changing dei Keane sedano i pensieri e risvegliano le emozioni. Già, nel viaggio è il cuore che deve fare da guida. 84 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 Sulla sinistra della carreggiata intravedo il Santuario della Madonna delle Grazie. Proprio nel punto su cui sorge, una curva mancina in discesa anticipa un brusco tornante sulla destra. Rischio di sbandare. Non tanto per la brusca sterzata, ma per ciò che si mostra ai miei occhi. Il paesaggio, mutando repentinamente, mi catapulta dentro una tela dalla potente bellezza. Uno shock estetico che mi sconcerta. Sul lato opposto di una profonda valle smeraldo, si erge un possente e dirupato sperone tufaceo sulla cui sommità, alquanto livellata, è adagiato un borgo: un gregge ammassato e compatto di case che pare una merlatura naturale al blocco di porosa roccia vulcanica. Della stessa sostanza del geologico supporto che le sostiene, le costruzioni sembrano state scolpite da certosini scalpellini. Solo tetti scaglionati di tegole arancioni spezzano, in assonanza cromatica, il trionfo dell?ocra. Un solido campanile a balze si eleva monumentale al cielo come sentinella sull?abitato. Il suono di un clacson mi desta. Non mi ero reso conto di essermi fermato in mezzo alla strada trasportato via dalla surreale immagine. Lasciata la macchina, mi avvio verso Maremma Magazine - Marzo 2023 - 1_Maremma Magazine 26/02/2023 16:33 Pagina 85 Pitigliano il centro storico di Pitigliano. La rupe tufacea, circondata dai torrenti Lente, Meleta e Prochio e da essi forgiata nel corso dei millenni scavando i profondi canyon sulla quale si erge, ha da sempre rappresentato una roccaforte inespugnabile per le popolazioni che vi si sono stanziate a partire dal Neolitico. L?unico punto debole era il lato in cui si unisce al pianoro. Qui si susseguirono le opere difensive. L?ultima, ma anche la più imponente, che è giunta ai nostri giorni, è la Fortezza Orsini. L?aspetto odierno risale alla profonda ristrutturazione che ne fece il conte Gianfrancesco tra il 1542 e il 1545, probabilmente sulla base di un progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. Questo sbarramento difensivo crea un blocco di accesso alla parte antica del paese. La ben conservata Porta della Cittadella, davanti alla quale mi trovo, ne ha rappresentato l?unico varco Acquedotto mediceo fino al 1861. Un tempo anticipata da un fossato e da un ponte levatoio, oggi si presenta nella sua sobria bellezza con grosse bugne di travertino sovrastate dal blasone ursineo. L?attraverso. Eccomi in piazza Garibaldi. Accanto al Palazzo Comunale, il Teatro Salvini, la cui istituzione risale al 1823 per iniziativa della Società Filodrammatica dei Ravvivati. Prendo a sinistra. Percorrendo il viadotto dall?elegante pavimentazione, rimango estasiato nell?ammirare le arcate dell?antico acquedotto. Le prime due, ciclopiche e separate da un formidabile pilastro che scende nella valle sottostante, ne anticipano altre tredici di minore ampiezza. I lavori di questa straordinaria opera idraulica, lunga circa sei km e mezzo, iniziarono nel Cinquecento per volere dei conti Orsini, ma, a causa dell?asperità del territorio, si conclusero solamen- te nel 1639 sotto il dominio dei Medici. Tuttavia, questo acquedotto fu uno dei primi a essere realizzato in Maremma. Passeggio leggero, il volto illuminato dai raggi di un sole gentile. Nell?aria mite e tersa mi ritrovo?, orgoglioso figlio di Maremma. Persone, tante persone intorno: turisti in gruppo che seguono guide, famiglie, innamorati a braccetto, adolescenti che si cercano con sguardi furtivi. Il brusio di sottofondo non mi infastidisce, è dolce nenia che sa di gioia, di sorpresa, di aspettative; un centrifugato di lingue e dialetti che crea un?armonia cosmopolita. Sono giunto in Piazza della Repubblica, dominata dall?imponente mole del Palazzo Orsini, la cui costruzione fu commissionata nella seconda metà del ?400 dal famoso conte condottiero Niccolò III. Qui si trova anche la monumentale fontana delle Sette cannelle. È alimentata dall?acqua della testata del- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 85 SCOPRI Interno della sinagoga ???? ?Sono giunto in Piazza della Repubblica, dominata dall?imponente mole del Palazzo Orsini (...) Qui si trova anche la monumentale fontana delle Sette cannelle. È alimentata dall?acqua della testata dell?acquedotto che la sovrasta con cinque arcate in conci di tufo sormontate da pinnacoli. Non mi fermo (...). Ora sono diretto al ghetto ebraico? l?acquedotto che la sovrasta con cinque arcate in conci di tufo sormontate da pinnacoli. Non mi fermo, visiterò più tardi il palazzo. Ora sono diretto al ghetto ebraico. Al fine di accrescere i commerci in Pitigliano, i conti Orsini favorirono l?insediamento di israeliti nel paese. In particolare, lo sviluppo di una loro numerosa e fiorente comunità si ebbe a partire dal 1555 quando Papa Paolo IV, con la bolla Cum nimis absurdum, pose una serie di limitazioni agli ebrei presenti nello Stato Pontificio. Le restrizioni prevedevano: l?obbligo di portare un distintivo turchese, l?esclusione dal possesso di beni immobili, il divieto ai medici di curare cristiani, la reclusione in ghetti. Per gli ebrei, Pitigliano rappresentò un porto franco da questi provvedimenti, ma soprattutto una terra dove poter godere di una convivenza pacifica con la popolazione. Basti pensare che, nel 1555, il conte Niccolò IV Orsini volle come medico personale il semita David De Pomis originario di Spoleto, autorizzandolo a esercitare la sua arte nella contea. Tra l?altro, l?uomo si rivelerà un luminare della medicina dell?epoca, divenendo medico personale del doge Alvise I Mocenigo e pubblicando diversi trattati. La comunità ebraica, anche a seguito di una nuova bolla papale del 1569 che sanciva l?espulsione dei giudei dallo Stato della Chiesa, eccetto dai ghetti di Roma e Ancona, si accrebbe a tal punto da sentire l?esigenza di costruire un pro- 86 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 prio tempio. La sua realizzazione avvenne nel 1598. Questo è un elemento significativo, se consideriamo che in Toscana sono presenti solo altre quattro sinagoghe, e tutte site in capoluoghi di provincia, quali Livorno, Firenze, Pisa e Siena. Tuttavia, nel 1608, quando la famiglia dei Medici subentrò a quella degli Orsini nel dominio della contea, iniziò un periodo buio per gli ebrei. Interessante il rapporto che il senatore Niccolò dell?Antella fece al Granduca sulla loro condizione nel borgo. Scandalizzato, vi sottolineò come essi abitassero dove volevano, vivendo e lavorando senza nessun problema con i cristiani, per di più non obbligati a portare segni distintivi. Nella relazione aggiunse che sarebbe stato difficile costituire un ghetto. Cosa che però avvenne nel 1622 dopo la morte di Cosimo II. All?inizio di via Zuccarelli, mi sorprende un?ampia superficie delimitata da vetrate. È l?area archeologica delle Macerie che, oltre a essere un sito di interesse storico, rappresenta un luogo della memoria. Il 7 giugno 1944 diciotto B25 Americani sganciarono varie bombe per distruggere, sotto Pitigliano, il ponte sul torrente Mileta al fine di ritardare il ritiro delle truppe tedesche. Però, 8 ordigni caddero sul centro abitato provocando 78 vittime e la distruzione di alcuni edifici. Anni dopo, nelle operazioni di bonifica della zona dalle macerie, tra i crateri, furono recuperati frammenti di ceramiche risalenti all?Età del bronzo e rivenuti cunicoli etruschi per il drenaggio delle acque. Nell?area oggi sorge un centro polifunzionale fruibile al pubblico e arricchito da pannelli informativi. Ai lati del selciato, palazzi dai blocchi di tufo con scalini in travertino che collegano a soglie dai portali in legno; vasi, tanti vasi di fiori e piante grasse posati al suolo o sospesi con ganci ai muri; piccole nicchie con immagini sacre che profumano di semplice e sincera venerazione popolare; e poi vicoli che si aprono improvvisi: appena il tempo di osservarli che scompaiono nell?ombra di un passaggio dai travi centenari o in una repentina svolta gradinata. Eccomi davanti all?entrata del Museo di cultura ebraica della Piccola Gerusalemme. Ebbene sì, Piccola Gerusalemme: ecco come gli ebrei livornesi definirono Pitigliano intorno al 1854. Alla biglietteria mi consegnano alcuni dépliant e la kippah, il copricapo circolare usato dagli uomini per entrare nei luoghi di culto. Mi emoziono indossandolo all?ingresso della sinagoga. L?aspetto attuale del tempio è frutto di un radicale restauro avvenuto nel 1995, dopo che un crollo avvenuto nel 1959 lo rese inagibile. Oggi è di nuovo aperto al culto. Nei lavori si cercò di restituire allo stabile le antiche sembianze, avvalendosi di vecchie fotografie e disegni. Così vennero riprodotte le decorazioni barocche e alcuni degli arredi che andarono a integrare quelli originari risalenti ai secoli XVI e XVII. L?Aròn, l?arca santa in legno che con- Cantine del vino kasher all'interno del ghetto ebraico Chiesa di San Rocco serva i rotoli della Legge (Sefèr Torà), è posta sul muro di fondo. In mezzo al salone rettangolare, la Tevà: una sorta di pulpito dove l?officiante legge la Torà. Davanti a essa, due panche semicircolari, su cui siedono gli anziani, racchiudono il tavolino dove viene praticata la circoncisione. Tutt?intorno altre panche, accostate alle pareti che presentano epigrafi commemorative in ebraico e stucchi. Lampadari, sorretti da lunghi ganci, pendono dal soffitto. In alto, sul lato opposto all?Aròn, dietro una balaustra di legno, il matroneo: lo spazio riservato alle donne. Un?iscrizione ricorda anche la visita al tempio da parte del Granduca Leopoldo II. Sotto i Lorena, infatti, le condizioni degli ebrei migliorarono sensibilmente, in quanto vennero abolite molte delle restrizioni precedenti. Uscito dalla sinagoga, attraverso un terrazzo panoramico su cui si apre una porta che mi introduce in un mondo sotterraneo: una piccola casba ipogea. Percorro una galleria scavata nel tufo. Scende sempre più in profondità. Lateralmente si aprono vasti vani spettrali illuminati da tenui luci che ricordano fiamme di torcia. Alla fine, giungo al forno delle azzime: l?antico forno del ghetto che conserva le strutture originali. Oltre al normale pane giornaliero, vi si cuoceva quello azzimo durante le festività pasquali, il cui impasto è preparato solo con farina e acqua senza l?aggiunta di lievito. Inizio la risalita. Prima incontro i locali della tintoria, poi il macello. Curioso che fosse frequentato anche dai cristiani per la qualità delle carni. Infatti, tra le regole alimentari imposte dalla Torah, si prevede che le bestie macellate siano sane e immuni da difetti fisici. Un altro varco nel tufo ed ecco aprirsi le cantine del vino kasher. Anche per la sua produzione ci sono precise indicazioni. Tra le varie: le uve utilizzate devono provenire da una vite che abbia almeno quattro anni, i cui frutti negli anni precedenti siano stati eliminati prima della fioritura. Infine, mi introduco nelle suggestive stanze che erano adibite al bagno rituale (mikvé). Quando esco all?esterno da una porticina che dà su un vicolo secondario, ho l?impressione di aver fatto un viaggio fuori dal tempo, in un luogo surreale, dove epoche e culture lontane sono diventate talmente prossime da essere tangibili. Nell?area odore di pane e di dolci. Mi guardo intorno: un?insegna indica Forno Del Ghetto. Entro e compro lo sfratto, un dolce tipico ebraico a base di noci e miele dalla forma di piccolo manganello. Tra le mani è ancora caldo. La fragrante e sottile crosta scricchiola al morso. Nacque in memoria dei messi dei Medici che andavano a bussare con bastoni agli usci degli ebrei per intimare loro di traferirsi nel ghetto. Rifletto. Alcune persone sono stupefacenti nella rielaborazione dei vissuti e nella resilienza. Quegli uomini e quelle donne riuscirono a trasformare un amaro evento in un dolce. Che alla fine un po? di piacere lo dà! Almeno ai bambini. For- se, è questo il segreto di chi riesce a sopravvivere a tutto. Continuo per via Zuccarelli finché non confluisce con via Generale Orsini. Al loro incrocio, sorge la chiesa di S. Rocco, dedicata fino al 1908 a Santa Maria Assunta. L?impatto visivo è sublime. L?edificio affascina per l?armonioso equilibrio architettonico. Il suo aspetto è frutto di una ristrutturazione voluta dal Conte Niccolò III Orsini tra la fine del XV e l?inizio del XVI sec. La facciata presenta quattro lesene corinzie, sulle quali poggia una cornice orizzontale che divide l?ordine superiore da quello inferiore, caratterizzato da una semplice muratura di tufo e da un oculo centrale. Una doppia scalinata porta all?elegante portale sovrastato da un timpano. Sulla parete contigua al campanile, una lastra scolpita cattura l?attenzione. Sicuramente antecedente al restauro cinquecentesco, potrebbe risale all?XI secolo. È una raffigurazione che ho già visto riprodotta in altri luoghi in odore Templare: una figura umana, a mezzo busto e con le braccia aperte, ha le mani addentate da due draghi. Allegoria dell?umanità, aggredita e immobilizzata dalle forze del male e dagli istinti primordiali. Compito del cavaliere uccidere la belva alata con la spada della virtù o addirittura cavalcarla dopo averla addomesticata. Mi spingo ancora avanti fino all?estremità occidentale della rupe tufacea, nel punto in cui il paese termina nella graziosa piazzetta Antonio Becherini. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 87 SCOPRI ???? ?È giunto il momento di tornare verso Palazzo Orsini. (?) Una rampa conduce al bugnato portale d?ingresso ad arco tondo. È sovrastato da una graziosa terrazza coperta da una tettoia sostenuta da colonne rinascimentali.? Da questa terrazza, lo sguardo vola sopra i boschi dove convergono le valli dei fiumi Meleta e Lente. Sulla destra, una larga scalinata scende ripida e sinuosa incastonata tra case e cantine scavate nella porosa roccia, dispensando un seducente scorcio paesano. Ne sono attratto e la prendo. Mi conduce alla suggestiva Porta Sovana, presso la quale posso mirare i resti a grandi blocchi delle mura etrusche. È giunto il momento di tornare verso Palazzo Orsini. Nel raggiungerlo non posso non passare da piazza Gregorio VII. Qui, rimango colpito dalla mole della torre campanaria che si innalza a balze accanto all?elegante facciata barocca della cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Interessante anche il Monu- Porta Sovana 88 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 Cortile interno a Palazzo Orsini mento alla Progenie Ursinea risalente al 1490 posto sul lato ovest della piazza. Si tratta di un pilastro di travertino finemente decorato da eleganti bassorilievi, sormontato da un vaso baccellato, sul quale poggia un orso in piedi. L?opera fu commissionata dal Conte Niccolò III Orsini in occasione del rinnovamento urbanistico di Pitigliano da lui fortemente voluto e in buona parte finanziato. Ma eccomi ai piedi del merlato Palazzo dei Conti. Una rampa conduce al bugnato portale d?ingresso ad arco tondo. È sovrastato da una graziosa terrazza coperta da una tettoia sostenuta da colonne rinascimentali. Mi avvicino alla salitella. Un magnifico leone, posto su un piedistallo ornato da una cariatide, fa da sentinella. Provo una certa inquietu- Rampa di ingresso al Palazzo Orsini dine nell?oltrepassarlo. Oltre la porta, un?altra rampa. Immette in un elegante cortile dove si mostra un pozzo di forma esagonale con piedritti laterali in travertino su cui poggia un robusto architrave. A scandire l?armoniosa scenografia rinascimentale, anche un loggiato con arcate dalle colonne con capitelli ionici. Una scalinata mi introduce nell?antica dimora ursinea. Pagato il biglietto, mi perdo tra le 21 sale disposte su più livelli. I molti affreschi conservati alle pareti richiamano al potente impatto estetico che questi ambienti esercitavano sugli ospiti dei conti. Fluttuo in una vertigine tra i colori dell?arte. Le stanze sono anche arricchite da arredi, statue, quadri, collezioni che conduco in un pellegrinaggio culturale attraverso i secoli. Magnifica la Madonna con Bambino di Jacopo della Quercia. Seduto a un tavolo fuori da un locale, giro tra le dita un calice di Ildebrando, il buon vino bianco locale. A ogni sorso, un pensiero, un?emozione. Sì, quelle emozioni che Pitigliano ha saputo donarmi durante la giornata. Un dispiacere, quello di non aver potuto visitare tutto ciò che aveva da offrirmi: le Vie Cave, il cimitero ebraico, il Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca e tanto, tanto altro ancora. Pitigliano è un?affascinante donna dall?incredibile storia che non può essere conosciuta e compresa in un solo giorno. Ti devi trattenere con lei qualche notte, per scoprire e godere delle sue bellezze. Il rischio è che ti catturi il cuore... SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu Orbetello La storia dei quattrini coniati per i Reali Presìdi di Toscana Dopo aver parlato in passato delle monetazioni di Massa e di Sovana (tesoro di San Mamiliano) da un lettore di origini orbetellane, ma residente a Roma, appassionato di numismatica con particolare riguardo alle monete e alle medaglie della Maremma, ci arriva un contributo finalizzato ad approfondire il tema dei quattrini emessi sul finire del ?700 dal regno di Napoli per la circolazione nello Stato dei Presidi ? Prima parte DI RICCARDO MARTINA Cenni storici Orbetello, Talamone e l?Argentario, ultimi lembi costieri nella Toscana meridionale, oltre ad essere unanimemente apprezzate dai turisti per le loro bellezze naturali, le spiagge dorate, il mare cristallino, la natura incontaminata e selvaggia dove prosperano la flora e la fauna mediterranee, custodiscono fieramente vestigia storiche di un passato glorioso, sia recente ? con la memoria che corre immediatamente alle epiche Trasvolate atlantiche del secolo scorso ? 90 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 sia lontano nel tempo, basti pensare alla colonia romana di Cosa, fondata nel 273 a.C.. Ma l?epoca nella quale la Costa d?Argento interpretò un ruolo degno di nota sul palcoscenico della Storia italiana ed europea, coincise con il periodo dello Stato dei Presìdi. In seguito al trattato di Firenze del 1557 e alla successiva pace di CateauCambrésis (1559), i territori della scomparsa Repubblica di Siena furono assegnati al duca di Toscana Cosimo I de? Medici, ad eccezione di alcuni presidios che Filippo II, re di Spagna, volle riservarsi per il controllo navale della costa tirrenica e per garantire approdi sicuri alle sue navi. Orbetello, Talamone, Porto Ercole, Porto Santo Stefano e, dal 1603, Porto Longone (oggi Porto Azzurro) all?Isola d?Elba, per un totale di circa trecento km2 e cinquemila abitanti, andarono a costituire il cosiddetto Stato dei Presìdi, un?entità statale atipica nel contesto italiano: dipendente formalmente dalla Spagna, seguì le sorti del regno di Napoli, nel periodo di domina- L'assedio di Orbetello in un'antica carta zione spagnola prima (1557-1707), poi austriaca (1707-1737) e infine borbonica (1737-1801). Fu Napoleone nel 1801 a porre fine, dopo 250 anni, ai Reali Presidi di Toscana, annettendoli al regno d?Etruria. Gli spagnoli, insediatisi nei nuovi possedimenti, provvidero a fortificare i porti con numerose e imponenti opere, la maggior parte delle quali ben conservate e visibili ancora oggi, affinché i presidios potessero adempiere alla loro funzione di sentinelle del Tirreno. La vita per la popolazione e le guarnigioni di stanza nelle piazzeforti fu relativamente tranquilla, fatte salve le ricorrenti incursioni barbaresche e, soprattutto, l?assedio francese del 1646, che tanta eco ebbe nelle cancellerie di mezza Europa. In sintesi, durante la guerra dei Trent?anni, il cardinale Mazzarino, plenipotenziario dell?infante Luigi XIV, tentò di conquistare i presìdi toscani per spezzare l?egemonia spagnola nella penisola italiana, assicurandosi le strategiche basi navali dalle quali poter infastidire lo Stato Pontificio, il regno di Napoli e i collegamenti con la Spagna. Il corpo di spedizione, al comando del principe sabaudo Tommaso di SavoiaCarignano, assediò vanamente Orbetello, la capitale de facto dei presìdi, per tre mesi. La guarnigione spagnola, con il pieno supporto della popolazione civile, resistette strenuamente fino all?arrivo dei soccorsi inviati da Napoli. Costretti a ritirarsi, i francesi ritentarono l?attacco dopo qualche mese, stavolta però contro la base di Portolongone, espugnandola e mantenendone il possesso per quattro anni, quando ritornò in mano spagnola. La circolazione monetaria nei Reali Presidi Benché dotato di un certo grado di autonomia politica e amministrativa, lo Stato dei Presìdi non ebbe mai, tra le sue prerogative, quella di battere moneta propria. D?altronde, dal punto di vista numismatico, la Maremma può vantare ben pochi centri ove siano attestate zecche e la coniazione fu peraltro circoscritta in un lasso temporale limitato a pochi anni: oltre all?etrusca Populonia e alla già citata colonia di Cosa, ricordiamo, in epoca medievale, Sovana, Santa Fiora e Massa Marittima, i cui grossi e denari (o piccioli) sono considerati molto rari e assai ricercati dai collezionisti. Ma se Orbetello e gli altri centri dello Stato dei Presidi non ebbero mai il privilegio di essere sedi di zecca, l?unica consolazione numismatica per gli ex sudditi del re di Napoli consistette nel poter vantare l?iscrizione REALI PRESIDII impressa su una serie di monete in rame di fine Settecento: di ciò si deve dar merito a Ferdinando IV di Borbone che, a partire dal 1782, dispose la coniazione di una moneta spicciola destinata alla circolazione nell?enclave toscana del regno. Appena in tempo, visto che dopo pochi anni dall?ultima emissione (1798), il ciclone napoleonico abbattutosi sull?Italia, segnò, come detto, la fine del piccolo stato. Dal punto di vista commerciale, nei territori dei presìdi le monete di riferimento erano le napoletane e le romane, la prima per ragioni politiche e finanziarie in quanto valuta ?ufficiale?, la seconda per i rapporti commerciali con i viciniori centri laziali di Civitavecchia, Viterbo e Roma. La documentata circolazione di valuta genovese, spagnola, Orbetello, Porta Medina Coeli PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 91 SCOPRI ???? Nel 1782, 1791 e 1798 a Napoli fu emessa una monetazione in rame per i Reali Presìdi: ricompensa all?enclave toscana del Regno per la sua secolare fedeltà o necessità di nuova moneta spicciola? napoletana, toscana e pontificia è, peraltro, indice di un?intensa attività commerciale e produttiva in Orbetello e dintorni. Ma se il ducato romano e napoletano costituivano le monete di riferimento per il commercio all?ingrosso e gli affari finanziari, tra il popolino si faceva di conto con la lira toscana e i suoi derivati. I nominali più bassi (soldi e denari e relativi multipli e sottomultipli) erano i più diffusi tra gli abitanti per gli acquisti quotidiani, generi alimentari in primis. Se ne deduce che questo settore fosse appannaggio dei mercanti toscani, essendo attestato un fitto interscambio di import-export, con Siena e il Lazio, di prodotti agricoli quali vino, olio e cereali, legna, pesce fresco e salato, manifatture e materie prime. Fu essenzialmente per questi motivi che a Ferdinando IV di Borbone, ritratto da Angelica Kauffmann, 1782 ca, Museo di Stato Voralberg di Bregenz 92 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 Serie quattrini 1782 Coll. privata Napoli si ritenne opportuno battere i pezzi in rame per i Reali Presìdi secondo il sistema monetario toscano anziché napoletano. Siamo di fronte a un caso particolare dal punto di vista numismatico, ovvero di monete battute nella zecca di Napoli in un nominale prettamente toscano, che ripropone la vexata quaestio della catalogazione di questi quattrini: sono da considerarsi monete toscane o napoletane? Essendo stati coniati con decreto di re Ferdinando IV nella zecca di Napoli, tanto basterebbe per includerli nell?alveo della monetazione napoletana e, nello specifico, borbonica. Ma il nominale (il quattrino) è estraneo al sistema monetario napoletano ? basato per le monete in rame su grani, tornesi e cavalli ? così come toscana fu l?area di circolazione, e questi due parametri legittimerebbero, invece, il pieno diritto di ammissione nei cataloghi delle monete toscane. Sottolineiamo che il criterio della zecca di emissione non è stato mai così stringente per la classificazione tra gli addetti ai lavori, se già un eminente numismatico come l?Ambrosoli asseriva che «sin che si mettono sotto Zara le monete battute a Venezia per la Dalmazia, mi pare evidente che si possano assegnare, per analogia, ad Orbetello le monete battute a Napoli pei Reali Presidii». Infatti, anche il Corpus Nummorum Italicorum (CNI) ? seguendo un criterio geografico ?regionale? ? al volume XI, dedicato alle monete toscane, riporta i nostri quattrini sotto la voce Orbetello, omettendoli nel volume XX dedicato alla zecca di Napoli. Di contro, il parametro dell?autorità emittente ci obbliga a includere nella monetazione di Ferdinando IV anche i quattrini toscani: citazione obbligata per il volume ?Le monete di Napoli?, curato da Michele Pannuti e Vincenzo Riccio che, a quasi quaranta anni dalla sua pubblicazione, costituisce ancora oggi un valido punto di riferimento per la monetazione napoletana. Nella collana ?Monete Italiane Regionali? (MIR), i quattrini per i Presìdi sono riportati sia nel volume dedicato alle zecche minori toscane sia in quello rivolto alla monetazione napoletana. Oggi è lasciato alla sensibilità dei curatori dei cataloghi d?asta, dei prezziari in commercio e delle opere editoriali, includere i quattrini di Ferdinando IV indifferentemente sotto ?Napoli?, precisandone però l?emissione per i Reali Presìdi di Toscana, o viceversa sotto ?Orbetello?, specificandone la coniazione nella zecca di Napoli. Lasciamo invece al gusto personale di collezionisti ed appassionati di monete toscane o napoletane, la facoltà di aggiungere ai loro medaglieri queste simpatiche monetine in rame. Dunque, pur essendo un territorio di limitate dimensioni, la posizione privilegiata al confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, rendeva lo Serie quattrini 1791 Coll. privata Stato dei Presìdi crocevia di importanti rotte commerciali, con conseguente abbondante circolazione di monete di varie valute e di diversi sistemi monetari, creando spesso gran confusione e difficoltà nei cambi. Così, per evitare equivoci e malintesi, nei contratti di compravendita si usava solitamente specificare la valuta di riferimento impiegata per i pagamenti. Fin dal suo insediamento, il governo di Ferdinando IV ebbe fra le sue priorità quella di migliorare e dare una sistemazione organica alla disastrosa situazione della monetazione del regno di Napoli. Nel 1759 si ordinò di procedere con il graduale ritiro delle monete di rame, consumate, illeggibili e spesso falsificate, «per rimediare alli sconcerti che si sperimentano nei Regj Presidj di Toscana, per cagione di quei quattrinelli informi che ivi correvano per monete». La situazione del circolante in rame era preoccupante non solo nell?enclave toscana ma in tutto il regno. Infatti «queste monete, consunte e svalutate e ridotte appena ai 2/3 del peso originale, erano causa di gravi e seri danni al piccolo commercio e alla popolazione, la quale soffriva non poco, giacché, la moneta, ridotta in tale stato, veniva da tutti rifiutata e dava origine a violenti e micidiali risse fra compratori e venditori». Un primo tentativo del governo napoletano per trovare una soluzione al problema fu quello di sostituire i quattrini ?deformi? con i nominali correnti nel regno, rivelatosi però infruttuoso, giacché «nuovi inconvenienti nascevano dal far correre in quej Regj Presidj la nostra moneta di rame per lo stesso valore, che ha nel Regno», si presume per le difficoltà nei rapporti di cambio con il sistema monetario toscano. Si propose allora che «per sostituirsi alli aboliti quatrinelli dovesse farsi una nuova moneta tutta particolare per quei regj Presidj; sicché fuori di essi non potesse aver corso, e che oltre all?impronto, o dell?effigie di V.M. o delle sue Reali armi, avesse un distintivo che la distinguesse da ogni altra moneta secondo il disegno che la R.a Camera ne ha umiliato a V.M.». Per la particolare zona di circolazione cui era destinata, si rendeva necessaria l?accortezza «che tal moneta dovesse farsi di minor peso delle monete di rame di questo Regno, acciocché avesse proporzione col valore che ivi hanno le monete d?argento e di oro». A ciò fece seguito, nel 1769, un ?dispaccio? con il quale si ordinava la coniazione della nuova moneta in rame. Dovettero però trascorrere diversi anni, fra progetti presentati e bocciati, troppo costosi o non graditi al re, prima che le nuove monete vedessero la luce: a Napoli si dovrà attendere il 1788, mentre la prima emissione per i Reali Presìdi fu battuta qualche anno prima, nel 1782. In seguito, la coniazione dei quattrini venne replicata in altre due tornate, nel 1791 e nel 1798. Riepilogando, sotto Ferdinando IV di Borbone si coniarono, nel 1782, 1791 e 1798 monete del valore da 4, 2 e 1 quattrino. Essendo il quattrino pari alla 400esima parte del ducato napoletano, corrispondeva, in peso e diametro, alla moneta da 3 cavalli in corso nel regno. Quindi, il 2 quattrini equivaleva al tornese da 6 cavalli e il 4 quattrini al grano da 12 cavalli. Dall?analisi di alcuni documenti d?archivio pubblicati nel 1972 e nel 1986 sul Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, si è tentato di quantificare, mediante calcoli e ragguagli, le tirature teoriche della prima e dell?ultima ?liberata?: nel 1782 potrebbero essere stati battuti circa 125.000 esemplari da 4 quattrini, 61.000 da 2 e 64.000 da un quattrino, mentre nel 1798 rispettivamente circa 137.000, 87.000, 168.000 pezzi. Rimarrebbe da approfondire un?ultima considerazione. Nessun sovrano spagnolo, austriaco o napoletano, fino a Ferdinando IV, aveva ravvisato la necessità, o l?utilità, per oltre due secoli, di dotare lo Stato dei Presìdi di una monetazione propria. Varie le ipotesi avanzate dagli studiosi, fra le quali sono generalmente riconosciute le ragioni di praticità come moneta di conto e di facilitazione per il commercio al minuto. Secondo Franca Maria Vanni, autrice della voce ?Orbetello? nell?opera ?Zecche d?Italia? a cura di Lucia Travaini, l?emissione attestata solo negli anni 1782, ?91 e ?98 «induce ad ipotizzare che la produzione venisse effettuata non continuativamente, ma solo quando lo richiedeva la mancanza di circolante minuto», mentre Pietro Fanciulli, nel suo corposo studio documentario, non ritiene che la necessità della coniazione sia stata intrinsecamente collegata alla situazione monetaria, vista l?abbondanza di circolante nelle più disparate valute. Invero, secondo Fanciulli, il motivo effettivo della coniazione dei quattrini sarebbe stato più formale che sostanziale: Ferdinando IV volle, nella sua regale munificenza, che su alcuni tagli della monetazione napoletana comparisse la scritta REALI PRESIDII, in omaggio alla fedelissima città di Orbetello, come segno di riconoscenza per la lealtà e la fedeltà alla corona mostrate dagli abitanti. Non ultimo, la diffusione, tra i sudditi e i mercati, dell?immagine del re strettamente collegata al nome dei Presìdi, avrebbe costituito un?azione di propaganda efficace e capillare, rimarcando, nel contempo, la sovranità di Napoli sui lontani domini toscani. FINE PRIMA PARTE PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI PERSONAGGI | Figure del passato da ricordare Nello Bracalari, addio ad un protagonista della vita politica e sociale della nostra provincia Se n?è andato improvvisamente ad inizio anno Nello Bracalari, personaggio illustre di Maremma che ha legato il proprio nome per tanti anni all?ANPI Provinciale ?Norma Parenti?, di cui è stato presidente effettivo tra il 2006 ed il 2012 e successivamente onorario. Il ricordo dell?ISGREC Istituto Storico Grossetano per l?Età Contemporanea Nello Bracalari 94 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 N ello Bracalari (classe 1928) rappresenta per i grossetani la memoria della Resistenza. Staffetta partigiana a soli 15 anni, il gavorranese Nello ricordava sempre che a suscitare in lui e in altri giovani le prime riflessioni che precedettero quella scelta furono le occasioni d?incontro familiari come il Primo maggio o la trebbiatura, quando qualche parente più anziano di nascosto intonava canti come ?L?Internazionale?. Il padre, Amedeo, era stato un socialista, che aveva rinunciato a lavorare nelle Ferrovie per non doversi iscrivere al partito fascista; era tornato a fare il mezzadro in un podere vicino a Caldana e la famiglia viveva in difficili condizioni economiche tanto che Nello aveva dovuto lasciare la scuola a dieci anni per aiutare nei campi. Quando il fratello Nivo, che era stato militare sul fronte greco-albanese, riuscì a tornare a casa dopo l?8 settembre, dovette decidere se rispondere al Bando Graziani nel novembre 1943 (che obbligava gli sbandati ad arruolarsi nella RSI): andò alla macchia col parere favorevole dei familiari e fu Nello da quel momento a occuparsi di portargli da mangiare. I giovani alla macchia nella zona aumentarono rapidamente fra il 1943 e il 1944, a coordinarli Belli Benvenuto, capomacchia appartenente al Pci clandestino che riceveva istruzioni dagli uomini della nascente Resistenza grossetana: diceva che quando si fossero organizzati attraverso la presenza di un radiotelegrafista, allora ci sarebbero stati dei lanci; in attesa c?erano il gruppo delle Lame e un altro gruppo che s?era insediato nella Folloncina, oltre alla banda di Tirli che era comandata da Thomm. Nello lì era il più giovane, addetto ?alle comunicazioni?, che doveva avvisare che stessero svegli e all?erta quando i tedeschi si avvicinavano alla zona. Alla fine della guerra però né lui né il fratello chiesero il riconoscimento dell?attività partigiana, considerando con modestia il loro contributo. La memoria storica conservata da Nello travalica però l?esperienza partigiana in sé. Con lucidità ha trasmesso in molte interviste e interventi pubblici il suo sguardo di ragazzo sul fascismo e sulla guerra e ha anche riflettuto sulla storia del territorio maremmano nel dopoguerra, che lo ha visto protagonista e partecipe nell?attività politica e sindacale. Iscritto alla Figc già dal 1945, il giovanissimo Nello si impegnò come responsabile comunista della zona del Bivio di Ravi e poi nel 1951 fu eletto nel consiglio comunale di Gavorrano. In seguito, assunto come operaio alla cava Bartolina, iniziò l?attività sindacale e partecipò alle lotte contro i licenziamenti nel 1951-?52, che erano finalizzati a buttare fuori i comunisti delle Commissioni interne. Militò nella segreteria del Sindacato provinciale Minatori per tutti gli anni ?50 e ?60, dal 1961 al 1969 fu anche Segretario provinciale. Dopo la tragedia di Ribolla del 1954, fu lui ad accompagnare Bianciardi e Cassola a molte delle interviste che confluirono nell?inchiesta de ?I minatori di Maremma?. Si concentrò poi sull?attività nel Pci di Grosseto di cui fu Segretario comunale; nel 1970 fu eletto Consigliere comunale a Grosseto (poi capogruppo) e divenne membro della Segreteria provinciale del Partito. Membro del Direttivo della Rama, nel 1975 assessore alla Polizia Urbana, alle Attività Produttive, Turismo, Commercio, nel 1980 presidente dell?Associazione intercomunale dell?area centro grossetana, nel 1987 eletto nel Consiglio e anche nella Giunta esecutiva dell?Ente di sviluppo agricolo e forestale. Dopo la pensione fu a lungo nel Comitato di garanzia del Pci maremmano. Sindacalista, uomo della politica e delle istituzioni, Nello non ha però mai messo in secondo piano il suo ruolo di testimone della lotta al nazifascismo, interpretandolo con la modestia e la semplicità che lo hanno sempre contraddistinto. Dal 2006 al 2012 fu Presidente dell?Anpi provinciale grossetana ?Norma Parenti? e anche gli ultimi anni lo hanno visto impegnato nel testimoniare con lucidità la sua esperienza di staffetta partigiana. Sempre pronto a parlare con i giova- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 95 SCOPRI ???? Bracalari oltre che partigiano, nel dopoguerra fino ai nostri giorni ha partecipato attivamente alla vita politica della comunità grossetana e maremmana che lo ha visto protagonista e partecipe nell?attività politica e sindacale ni, di cui condivideva lo sguardo rivolto al futuro, ha avuto con l?Isgrec un rapporto speciale che ce lo fa oggi piangere come figura istituzionale ma anche come amico. Ognuno di noi ha ricevuto da lui un incoraggiamento, un affettuoso sostegno alle proprie ricer- che, la disponibilità a raccontare e raccontare ancora per passare il testimone. La porta di casa sua era aperta ai giovani ricercatori, l?attenzione al lavoro che facevamo era sempre sincera. Da ultimo ci ha lasciato un piccolo dono, mettendoci in contatto con la famiglia di un partigiano grossetano che ha voluto affidare all?Isgrec il suo archivio. Per Nello quelle carte sarebbero state a casa all?Isgrec e così crediamo che sia stato sempre anche per lui. Istituto storico grossetano della Resistenza e dell?età contemporanea Il cordoglio dell?ANPI maremmana Parole di cordoglio in relazione all?improvvisa scomparsa di Nello Bracalari sono arrivate anche da Luciano G. Calì, presidente dell?ANPI Comitato provinciale Grosseto ?Norma Parenti? L ?Ente Morale ANPI e le tredici sezioni territoriali dell?Associa­ zione Nazionale Partigiani d?Italia attive in Maremma unite nel ricordo di un grande protagonista della vita politica e sociale della nostra provin­ cia. Nello Bracalari sin da giovanissimo, sotto il fascismo ed a causa del fasci­ smo, ebbe modo di provare le di?col­ tà della vita. Ad appena dieci anni dovette interrompere gli studi per aiutare la famiglia nel faticoso lavoro nei campi. Il padre mezzadro, cono­ sciuto come militante socialista, era infatti considerato un sovversivo, stig­ ma che durante il ventennio della dit­ tatura finì per ricadere, naturalmente, sull?intera famiglia. Ad appena 15 anni divenne sta?et­ ta partigiana maturando una espe­ 96 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 rienza, quella della lotta per la libertà attraverso la Resistenza, che termina­ ta la guerra si tramutò presto in impe­ gno civile, sindacale ed infine in pas­ sione politica. Nello Bracalari da ormai dieci anni ricopriva la carica di presidente onorario del Comitato Pro­ vinciale ?Norma Parenti? dell?ANPI di Grosseto, da lui peraltro guidato in prima persona tra il 2006 ed il 2012 con immancabile lucidità, compostez­ za e profondo senso del dovere. Nello, nonostante il peso degli anni, è stato partecipe con immutato entu­ siasmo e trasporto, fino all?ultimo, di tutte le iniziative promosse dall?Asso­ ciazione Nazionale Partigiani d?Italia, mostrando particolare dedizione alle giovani generazioni per mezzo del progetto didattico avviato insieme al Provveditorato agli Studi di Grosseto denominato ?A Scuola di Costituzio­ ne?, giunto quest?anno alla sua undi­ cesima edizione. Alla grande comunità dell?ANPI del­ la Provincia di Grosseto, a noi tutti, da questo di?cile momento mancherà la sua voce gentile ed appassionata, attraverso cui dispensava a?etto ed incoraggiamenti quotidiani, con la profonda consapevolezza che la lotta delle partigiane e dei partigiani per una Repubblica, libera, democratica ed antifascista, meriterà sempre di essere riconosciuta patrimonio comu­ ne e fondamento dell?intera comunità maremmana. Caro Nello, la tua ANPI ti abbraccia con gratitudine. Ora e sempre Resistenza. Luciano G. Calì Presidente del Comitato Provin? ciale ANPI ?Norma Parenti? SCOPRI CORRISPONDENTE N. 54 | Pagine a cura di Daniela Cavoli Il paradiso del lago di Burano MAREMMA: DOVE VOLANO I CORMORANI Lo specchio d?acqua e un vasto territorio circostante, dove gli uccelli acquatici migratori trovano sicuro rifugio, sono protetti dall?associazione italiana per il World Wildlife Fund Nella vicina tenuta della Sacra, centinaia di animali bradi perpetuano il mito di una Maremma primitiva CAPALBIO, 7 luglio 1977 ? Capalbio è lassù, turrito e grigio, annidato nella macchia; respira fra i sondri1 e le mortelle2, fra gli elci e gli olivastri, fra i lilletri3 e gli albatri. È un paese ecologico ? Capalbio ? a differenza di Marghera, di Seveso, di Trezzano sul Naviglio. Siamo nel cuore della Maremma che fu cara a Puccini e percorriamo l?Aurelia fra distese di stoppie bruciate dal sole dove aleggia ancora vivissimo lo spiritello faunesco del «Gesummorto» civiniano e su cui s?affacciano a vigilare la pianura e il mare le colline di Cosa e di Settefinestre immerse negli antichi silenzi che sopravvennero alle sfortune etrusche e romane. E mentre noi lo guardiamo dal bollente letto di asfalto dove scivola impetuoso il fiume domenicale delle automobili indigene e romane, Capalbio ci osserva dal suo covo di selva, regno prediletto di Nembrotte4, piccolo mondo a misura d?uomo, brandello di natura sfuggito alla cupidigia dei vandali moderni che, tuttavia, ambirebbero a distruggerlo con iniziative... all?uranio. Ma non è a Capalbio che siamo diretti, bensì alla sua Marina, a Macchiatonda, al Lago di Burano, altri angoli di Maremma che conservano intatta la loro primordiale bellezza. Ed è lo specchio d?acqua di Burano che, lasciata l?Aurelia al segnale di Capalbio Scalo e oltrepassate le poche case della piccola stazione ferroviaria, si profila per primo al nostro sguardo con la sua lunga lama azzurrina incorniciata dal verde delle tife, dei giunchi, degli scirpi e, più esternamente, dalla fitta e aromatica macchia mediterranea resa impenetrabile dal groviglio che la marruca, la rosa canina e la smilace (i butteri la chiamano stracciabrache) intessono INTRO C ome terzo degli appuntamenti con Alfio Cavoli e con la vecchia Maremma, è proposto un poeti­ co ricordo dell?oasi WWF di Burano. Protetta dal 1967, è la prima oasi del World Wildlife Fund ad essere nata in Italia. Dal 1976, fa parte delle zone umide che rientrano nelle caratteristi­ che dettate dalla convenzione interna­ zionale di tutela Romsar firmata in Iran il 2 febbraio 1971. Quattrocentodieci ettari (più seicento dove non è pratica­ bile la caccia) tra Ansedonia e il Chiaro­ 98 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 ne, in cui vivono e sono tutelate nume­ rosissime specie animali e vegetali. L?articolo è stato scritto quando aleggiava su Capalbio la infausta noti­ zia della costruzione di una centrale termonucleare che avrebbe interessa­ to circa seicento ettari occupando inte­ ramente l?area tra il Chiarone e la Mari­ na di Capalbio. Per chi desideri visitare il paradiso del lago di Burano è aperto, su preno­ tazione e salvo eccezioni particolari, dal 1° settembre al 1° maggio. fittamente attorno agli alberi e agli arbusti. Burano è rifugio faunistico tutelato dall?associazione italiana per il World Wildlife Fund5. Una superficie di oltre trecento ettari, di cui circa la metà occupati dalle acque, costituisce l?ambiente ideale non solo per la ricchissima fauna stanziale (conigli selvatici, lepri, cinghiali, tortore) ma anche, e soprattutto, per gli uccelli acquatici di passo che a decine di migliaia, dal mese di agosto a quello di aprile, vi si fermano e vi conducono vita tranquilla lontano dal pericolo delle doppiette, un tempo responsabili della morte di qualcosa come seimila folaghe all?anno. Oltre a questo tipico volatile, molto comune negli specchi d?acqua maremmani, gli uccelli che durante la migrazione sostano nelle acque di Burano sono innumerevoli, ma i più facili da osservare vanno dal germano reale all?alzavola, dal fischione al mestolone, dalla marzaiola al codone, dal moriglione al tuffetto, dal gabbiano reale alla garzetta, dall?airone cenerino al cormorano. Quest?ultimo, presente soltanto qui e nella laguna di Orbetello da fine estate a primavera inoltrata, è stato scelto come simbolo del Rifugio con la sua figura simpatica, sebbene un po? sgraziata. Il lago di Burano è, infatti, il suo antico paradiso, anche se la sua presenza, rispetto a circa un secolo fa, è notevolmente diminuita. Tutta la zona che circonda l?oasi faunistica presenta paesaggi di straordinaria dolcezza, immersi come sono nella solitudine e nel silenzio in cui pulsa la vita di una flora e di una fauna ricchissime: dalle piccole piante che vegetano miracolosamente nella sabbia, alle grandi querce che spandono cupe ombre sui seminati e sulle stoppie; dai coriacei scarabei, cerambici, latipalpis che trovano asilo nei tronchi delle sughere morte, alle centinaia di animali bradi ? buoi e cavalli ? che nella limitrofa tenuta della Sacra perpetuano il mito di una Maremma primitiva, pastorale e ? come dicono nel vicino Lazio ? mandriana e butteresca. Di quella Maremma che rivela ancora, nei frequenti toponimi dispregiativi, tutta l?asprezza del suo passato: Roccaccia, Capalbiaccio, Torre di Buranaccio. Emblema anch?essa di un?epoca dominata dal disagio e dalla paura, questa tozza e suggestiva torre lacustre si eleva sul lato marino dello specchio d?acqua, là dove il diaframma di terra fra Burano e il Tirreno è sottile, non più vigile sul mare a scrutare l?arrivo dei pirati saraceni, ma tranquillamente oziosa a godersi lo spettacolo che la natura le offre sul vasto orizzonte. Ed anche mentre percorriamo la breve strada che dal Rifugio conduce a Marina di Capalbio, la sua mole troneggia sulla sconfinata pianura ad indicare che il paradiso dei cormorani è proprio lì, in quel placido e indisturbato luogo della Maremma. Ma una scena improvvisa e suggestiva, ormai fuor del comune perfino nella terra dei butteri, polarizza, ad un tratto, la nostra attenzione: poco distante dal mare, dove una piccola folla di bagnanti in gran parte domenicali si contende soltanto un fazzoletto della vasta spiaggia solitaria, branchi di cavalli e mandrie di vacche, di vitelli, di tori monumentali, neri come la notte e selvaggiamente fieri, sfidano nella loro abitudinaria immobilità gli strali di un sole non più meridiano, ma ancora rovente. Appena più oltre, in mezzo a grandi staccionate che richiamano alla memoria analoghe scene del Far-West, altri branchi di cavalli, di mandrie di buoi. E sui fili del telefono, che in un luogo simile si palesano per lo meno anacronistici, tubano timide tortore orientali. Maremma di un tempo sopravvissuta al turbine del progresso; ma dolce oggi, come ieri fu amara. Alfio Cavoli NOTE 3 Fillirea (Phillyrea latifolia). 4 Personaggio biblico, Nembròd o Nembròt, nella Genesi descritto come «grande cacciatore al cospetto di Dio Scherzosamente si definisce nembrotto il cacciatore in quanto amico o seguace di Nembròtte (popolare). 5 Tradotto letteralmente: Fondo mondiale per la vita selvatica. 1 Sondrio è il nome gergale del Lentisco (Pistacia lentiscus). 2 Mirto (Myrtus communis). PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 99 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Le ?Memorie di fotografia in Maremma? rievocate da Giorgio Bonfiglioli È un incredibile viaggio nella storia della fotografia del nostro territorio, a partire dall?800 in poi, attraverso documenti e testimonianze, quello che Giorgio Bonfiglioli ci invita a fare leggendo il suo ultimo libro ?Memorie di fotografia in Maremma? pubblicato per i tipi della casa editrice Innocenti Editore DI CELESTINO SELLAROLI G iorgio Bonfiglioli è un appassionato ricercatore di storia locale e in particolare del nostro territorio. Il suo vivo interesse per le cose di Maremma e la sua curiosità lo hanno portato a pubblicare già diversi libri, tutti con la casa editrice Innocenti Editore di Grosseto. Tra questi: ?Famiglia Tonissi. I ragazzi che fecero l?Italia? (2015), ?Il ritorno dei Mille? (2016), ?E. Cleppali. Grosseto Appunti Storici? (2017), ?Giovanni Chelli sacerdote e cittadino italia- 100 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 no? (2019) e ?Giuseppe Domenico Felli Scultore?, scritto assieme alla professoressa Tamara Gigli Sanesi (2019). L?ultimo della serie si intitola ?Memorie di fotografia in Maremma? del 2021, un viaggio nella storia della fotografia del nostro territorio a partire dall?800 in poi, attraverso documenti e testimonianze in grado di offrire un interessantissimo quadro su questa specifica forma di arte, quella della fotografia. Si parlava di curiosità. Quella di Bonfiglioli in questo caso si è indirizzata verso la ricerca del primo fotografo in Maremma, colui dal quale prese le mosse ?quell?avventura, quel progresso mai esistito prima che stabilmente ? come sottolinea lo stesso autore ? riproduceva, su un supporto approntato, l?immagine della realtà inquadrata. In un giorno memorabile un grossetano imparò le tecniche e trovò il coraggio di far nascere il suo progetto. Nel 1860 quel fotografante sbalordiva con la sua capacità di far disegnare alla luce ogni minima particolarità della natura. Arrivarono altri, l?artigianato si affinò con il progresso; un gran cammino di lavoro ed esperienza al servizio dei moderni che iniziarono all?alba del ?900?. Le prime inquadrature, i primi ritocchi fotografici, arte e progresso. Ecco che all?improvviso si rende riproducibile tutto un mondo: quella natura che si portava via i bambini per l?eternità, gli uomini e le donne abbarbicati a una grande forza fisica e morale, la borghesia, i monumenti, il modo di abitare le campagne, gli animali. È una forma di racconto nuovo concepito dal fotografante che poi si snoda nel tempo e nel divenire di altre sensibilità. Nel 1899, l?Annuario d?Italia-Guida Generale del Regno ci ricorda come in quell?anno di fine secolo, in Grosseto esistevano attività ben avviate in vari settori e ambiti merceologici. Così si citano banche, periodici, librai, negozi da armaiolo e ferramenta, costruttori meccanici, farmacisti, medici, alberghi, sarti, negozi di moda e di tessuti e via di seguito. In quell?anno la guida riferisce che Adriani Adriano e Guido Lumachi svolgono l?attività di fotografi, ma la storia della fotografia in Maremma inizia prima. Ecco allora che da qui inizia il viaggio a ritroso alla scoperta dei primordi, delle tecniche, dei precursori e di colui che per primo portò la fotografia a Grosseto. E così si apprende che questa arte in città nasce grazie al trentenne Giacinto Di Dio che si perfeziona a Firenze e diventa un fotografo di mestiere, professione elitaria in Toscana e in tutta Italia. Nel censimento del 1861 Giacinto Di Dio risulta essere l?unico fotografo della città. Inizia da qui ?I Cosimini a Grosseto?, il libro di Antonio Cosimini e Tamara Gigli Sanesi Giorgio Bonfiglioli S nel capoluogo maremmano una nuova ed importante storia. Una storia che passa attraverso i nomi noti di Adriano Adriani (18441919), Victor e Charles Choquet (padre e figlio), Raffaello Frontignani (18411870) con la moglie Marianna Magni Frontignani (1844-1922), Ausonio Ulivi (1868-1933), Adolfo Denci (18811944), i fratelli Lumachi. E poi ancora: Vincenzo Millanta (1841-1925), Angelo Porciatti (1872-1915) e via via tantissimi altri fino ai più recenti Duilio Giomi (1915-2002), Enrico Gori e figli, i fratelli Aprili, Ado Ferroni. ?Questo lavoro ? sottolinea Giorgio Bonfiglioli ? si inserisce nel solco che ho tracciato fin dai miei inizi letterari: tutte ricerche scaturite dalla mia sensibilità e poi consegnate al racconto. L?invenzione del primo processo fotografico, reso pubblico nel 1839, esprime unicità storica e progresso industriale. Quell?occhio aggiuntivo dialoga così profondamente con la luce e con una porzione di realtà, da riprodurla stabilmente su un supporto approntato. Lontane rimangono le persone che abitarono la fotografia dell?ottocento. Lontane le opere di artigiani fotografanti, lontano il percorso iniziale di quei processi quasi miracolosi e le creazioni ripetute in pose di scarso realismo. Ma l?importanza di quelle foto- grafie si sarebbe manifestata nel contributo narrativo e nell?evoluzione che quel linguaggio artistico avrebbe messo in moto. Quelle prime fotografie appartenevano ad un canone statico di somiglianza e soltanto dopo decenni, con il progresso delle attrezzature, diventarono possibili altre interpretazioni fotografiche: l?istantanea (il soggetto non deve obbligatoriamente stare in posa) e la ricerca dell?originalità dell?individuo e dell?ambiente; senza dimenticare le applicazioni della fotografia come presupposto necessario per l?invenzione del cinema. Così l?opera dell?artigiano fotografante mutò nel lavoro dei nuovi fotografi, attraverso immagini ormai dedicate al mondo del XX secolo. Il libro ricorda donne come Marianna Frontignani, Maria Choquet, Ida Brunaccini, precoci testimonianze femminili nel campo della fotografia: una bella sorpresa proveniente dal XIX secolo e generatrice di genuino stupore. Percorsi che portano a Elsa Agostini, al suo Studio aperto a Bagno di Gavorrano nel 1957: esempio raro di professionismo femminile nel mondo della fotografia maremmana?. Nel testo ci sono notizie su personaggi degni di nota per l?argomento trattato anche se hanno operato al di fuori del territorio maremmano. ul finire dello scorso anno, presso l?Archivio di Stato di Grosseto, è stato presentato il libro ?I Cosimini a Grosseto? di Antonio Cosimini e Tamara Gigli Sanesi, edito da Innocenti Editore. Il libro si ripropone di a?rontare un aspetto fin qui poco studiato, se non trascurato, che è quello del contributo di coraggio, volontà e lungimiranza che l?azienda Cosimi­ ni ha apportato nei suoi cento anni di attività, tramite il progresso tec­ nico della meccanizzazione in agri­ coltura, al miglioramento delle col­ ture ed alla elevazione sociale dei lavoratori agricoli. Lo stato di deso­ lazione fisico e sociale della Ma­ remma toscana nell?epoca pre­uni­ taria, come pure le cause della ri­ nascita che ebbe inizio alla metà dell?Ottocento, è stato analizzato in modo comple­ to e approfondito nella vasta pub­ blicistica che ne ha illustrato con rigore i vari argo­ menti. Nel corso della serata, che ha vi­ sto la presenza in­ sieme agli autori Antonio Cosimini e Tamara Gigli Sa­ nesi, della diret­ trice dell?Archivio di Stato di Gros­ seto, Eloisa Azzaro, e dell?editore Stefano Innocenti, sono state mostrate delle immagini relative alla produzione letteraria e all?ar­ gomento trattato. Info: Innocenti Editore ­ Via Pie­ tro Micca, 5 ­ Grosseto ­ Tel. 0564 416937 ­ sito web www.innocen­ tieditore.com ­ mail info@innocen­ tieditore.com PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Niccioleta, fotografie e memorie di una comunità mineraria? È stato presentato il 17 dicembre scorso, al Dopolavoro Insieme di Niccioleta, il volume ?Niccioleta, fotografie e memorie di una comunità mineraria?, a cura di Riccardo Zipoli, edito dalla biblioteca comunale Gaetano Badii. ?Il libro ? spiega Roberta Pieraccioli ? è il frutto di un lavoro immenso, durato oltre due anni. N ell?occasione sono intervenuti il curatore del volume Riccardo Zipoli, fotografo, artista, professore emerito di Lingua e letteratura persiana presso l?Università Ca? Foscari di Venezia, il sindaco Marcello Giuntini, Ivan Terrosi, assessore comunale al decentramento e Roberta Pieraccioli, direttrice della biblioteca comunale. ?Il libro ? spiega Roberta Pieraccioli ? è il frutto di un lavoro immenso, durato oltre due anni. Un progetto unico nel suo genere, nato all?interessamento del professor Zipoli alla storia di Niccioleta, che lo ha portato a raccogliere immagini, dagli archivi privati delle famiglie ? grazie anche alla collaborazione del Comitato di Frazione di Niccioleta ? e da altri archivi, tra i quali quello del Comune, l?archivio di Stato e quello di Edison. Zipoli ha visionato oltre 6mila fotografie, un lavoro che è cresciuto strada facendo, a dimostrazione di quanto le persone sentissero l?esigenza di raccontare le vicende di questa comunità, non limitandosi al terribile capitolo dell?eccidio, ma anche a ciò che c?è stato prima e dopo. Tant?è vero che il libro non parte dall?eccidio 102 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 ma è un lavoro antropologico che abbraccia tutta la storia di Niccioleta, dalla sua nascita come villaggio fondato dalla Montecatini, negli anni Trenta, fino alla chiusura delle miniere. Un libro che attraverso un racconto per immagini testimonia quasi un secolo di storia della frazione, cogliendo tutte le trasformazioni che l?hanno caratterizzata. Sono onorata e orgogliosa, come direttrice della Biblioteca, di aver contribuito al lavoro del professor Zipoli, non solo come editrice ma anche nel reperimento delle informazioni?. ?Possiamo considerare questo volume un?opera monumentale ? commenta il sindaco Marcello Giuntini ? un patrimonio che poche comunità vantano, un tributo a Niccioleta, alla sua gente e alle sue vicende. Per la comunità è stato un esercizio di memoria e di appartenenza: quello che avrebbe dovuto essere un libro fotografico, si è pian piano trasformato in un?opera omnia, un volume scritto a molte mani, quelle di Zipoli e dei tantissimi collaboratori che attraverso racconti, fotografie e suggerimenti, hanno contribuito a realizzare una composizione corale su Nic- cioleta, raccontata da molteplici punti di vista. Sono certo che sarà un utile strumento di conoscenza a disposizione delle generazioni future.? Riccardo Zipoli (Prato, 1952) dal 2019 è professore emerito di Lingua e letteratura persiana presso l?Università Ca? Foscari di Venezia, dove ha insegnato Lingua e letteratura persiana (1975-2018) e Ideazione e produzione fotografica (2010-2018). Ha organizzato le sue prime mostre fotografiche all?Institute of Contemporary Arts di Londra (1976), alla galleria Il Diaframma di Milano (1977) e alla XIV Biennale di San Paolo (1977). Nel 1978 ha conseguito il diploma in regia e in direzione della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Le sue ultime mostre includono quella al Museo di Arte Contemporanea di Teheran (2008) e quella alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi (2009). La sua mostra ?Venezia alle finestre? è stata ospitata in varie città greche, rumene e bulgare (2013-2016). Nel 2018 l?Università Ca? Foscari lo ha incaricato di pubblicare un volume fotografico per i 150 anni dell?ateneo (In Domo Foscari, memorie e immagini di un ateneo, Marsilio, Venezia 2018). Con questo libro ha vinto il premio Hemingway 2019 per la fotografia. Recentemente ha pubblicato Metafisiche, fotografie dalla quarantena veneziana, Postcart, Roma, 2021 e curato il volume Niccioleta, fotografie e memorie di una comunità mineraria, Biblioteca Comunale Gaetano Badii, Massa Marittima, 2022. Un?antologia delle sue fotografie si trova in www.riccardozipoli.com GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Il Villa Magra Grand Cru di Frantoio Franci è il ?Miglior Olio d?Italia? del 2023 In occasione della serata dedicata agli Oscar del Vino della Guida Bibenda 2023, andata in scena a dicembre, il Villa Magra Grand Cru di Frantoio Franci è stato premiato come Miglior Olio Extravergine d?Italia del 2023. Sulla vetta dell?eccellenza, il coraggio di scegliere la qualità. Nella foto Giorgio Franci con il presidente Franco Maria Ricci, in occasione della premiazione 104 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 N ello scorso mese di dicembre si è tenuta a Roma la serata dedicata agli Oscar del Vino della Guida Bibenda. Un Gran Galà dedicato alle eccellenze enologiche italiane, accuratamente selezionate secondo Scuola e Metodo di Fondazione Italiana Sommelier, e che ha visto sul podio i dieci migliori vini d?Italia. Tra gli ospiti d?onore della serata: la Distilleria Berta dal Piemonte, con la Migliore Grappa d?Italia; Casa Vissani, come Migliore Ristorante d?Italia; Frantoio Franci di Montenero d?Orcia in Toscana, con il Miglior Olio Extravergine di Oliva d?Italia; Vincenzo Mercurio, Miglior Enologo; Enoteca Belsito di Maria Stella Pileggi a Roma, Miglior Enoteca; Stefano Milioni, Migliore Scrittore del Vino. ?Offrire anno dopo anno prodotti di eccellenza e garantirne sempre la costanza qualitativa ? sottolinea Giorgio Franci, titolare del Frantoio Franci ? è lo spirito del nostro lavoro. Ricevere questo riconoscimento rappresenta sì una conferma, ma soprattutto un incoraggiamento. Parlo di coraggio perché per offrire la qualità assoluta, la competenza e l?esperienza talvolta non sono sufficienti. Intanto, si è da poco conclusa la Campagna di Frangitura 2022, una delle più difficili di cui ho ricordo. La mutevolezza del clima a causa dei cambiamenti climatici si sta inasprendo rendendo il lavoro di monitoraggio della campagna molto complesso e variabile, per questo ci siamo trovati a metà Ottobre con la programmazione della Raccolta totalmente sconvolta. Se da una parte le numerose richieste dei clienti in attesa dell?olio nuovo pressavano per tempi rapidi, dall?altra le temperature anomale, troppo calde per il periodo, suggerivano l?attesa. Abbiamo quindi scelto di rallentare la produzione e atteso, rischiando, il momento ottimale di raccolta, per offrire un olio nuovo eccellente in un?annata difficilissima. A quale prezzo? Alto, le vendite perse sono state tante. Ma chi sceglie gli oli Franci non deve avere dubbi, ogni bottiglia deve essere perfetta. Per questo vedere il nostro olio premiato come unico extravergine e come Migliore d?Italia, ci rende orgogliosi e per questo ringraziamo di cuore Bibenda?. Ma non è la prima volta che il Villa Magra Grand Cru accompagna nomi di grandi vini. Una storia curiosa infatti risale al 2003. Dopo aver vinto la degustazione internazionale degli oli riservata ai migliori extravergine al mondo organizzata dal Grand Jury Européen in Château Branire, il presidente del Grand Jury Européen François Mauss ha proposto ed organizzato uno scambio alla pari tra 100 bottiglie di olio Villa Magra Gran Cru, vincitore della degustazione degli oli, con 100 bottiglie di grandi Bordeaux, tra le quali Latour, Lafite, Petrus, Cheval Blanc. Non è quindi un caso che proprio il Villa Magra Grand Cru sia stato eletto per il Progetto Opera Olei. Un consorzio che riunisce sei aziende produttrici di olio extra vergine d?oliva monocultivar tra le migliori del territorio. Eccellenti interpreti di un sistema di coltivazione e produzione incentrato sulla qualità. Una missione, un progetto, una strategia di comunicazione, di marketing, di vendita fortemente innovativi con l?obiettivo di alimentare la presa di coscienza e conoscenza del mondo dell?olio EVO. Le aziende e gli oli del Consorzio Opera Olei: Olearia San Giorgio, L?Ottobratico; Agraria Riva del Garda, 46?Parallelo; Frantoi Cutrera, Primo; Azienda Agraria Viola, Il Sincero; Frantoio Franci, Villa Magra Grand Cru; Mimì, Coratina. Il presidente del Consorzio: Riccardo Scarpellini, F.J.Thytherleight Il Villa Magra Grand Cru, è l?eccellenza assoluta della produzione del Frantoio Franci, vertice di eleganza, complessità, struttura e persistenza. Ottenuto solo dalle migliori olive della varietà Frantoio, prodotto in bottiglie numerate. Al naso è elegante e complesso, impreziosito da sfumature floreali e di amarena che aprono a note fresche di mandorla verde, kiwi e carciofo; al gusto è ampio, dolce in apertura, carica amara gradevole e ben dosata, piccante speziato in progressiva crescita, ottima armonia e complessità, lunga persistenza di note aromatiche. Eccezionale sulle tartare di tonno o salmone, fortemente consigliato sulla tartare di manzo. Approfondimenti: Bibenda www.bibenda.it Opera Olei www.operaolei.it Frantoio Franci si trova a: Montenero d?Orcia, Via A. Grandi 5. Info: 0564 954000 - info@frantoiofranci.it www.frantoiofranci.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 105 GUSTA WINE & FOOD NEWS CANTINA VIGNAIOLI MORELLINO DI SCANSANO, VOLA L?EXPORT: + 60% NEL 2022 Cantina Vignaioli Morellino di Scansano a fine gennaio ha presentato ai soci il bilancio 2022: vola l?export, che registra +60% rispetto all?anno precedente. Il valore delle vendite all?estero nell?esercizio 2021-2022 è stato di 1.401.512,45 euro, mentre nel periodo 2020-2021 è stato di 872.139,95 euro. Il fatturato della cooperativa è pari a 14.938.386 euro, in crescita dell?8,54%, mentre nel 2021 è stato di 13.762.638,69 euro. Anche il canale Ho.Re.Ca. riporta un?ottima performance, segnando +32% sullo scorso esercizio, così come il punto vendita, che si riconferma come riferimento per gli acquisti e per le esperienze enogastronomiche, con un +4,54% sulle vendite a scontrino e +4,45% sulle degustazioni guidate. Gli ottimi risultati dipendono in parte dalla ripresa registrata dopo le restrizioni legate alla pandemia sia del canale Ho.Re.Ca. sia dell?export, ma soprattutto dagli sforzi atti a valorizzare la produzione: la cooperativa ha continuato a investire sull?immagine di una cantina vocata alla qualità per sostenere prezzi in linea con l?offerta. Proprio grazie all?impegno e all?attenzione manifestati dall?azienda è stato possibile aumentare la marginalità dei prodotti e quindi riconoscere ai soci una maggiore retribuzione per il loro lavoro. ?Un anno fa ? spiega Benedetto Grechi, presidente di Cantina Vignaioli Morellino di Scansano ? avevamo dato mandato al Direttore di aumentare la marginalità per compensare meglio i soci, visti il grande impegno e i tanti sacrifici che chiediamo loro per produrre uve di qualità. Il modo in cui è stato impostato il lavoro, con azioni tese a valorizzare i nostri prodotti in termini di prezzo, ci ha permesso di raggiungere l?obiettivo. Purtroppo la situazione mondiale che tutti conosciamo, tra incertezze e costi delle materie prime e delle risorse energetiche in aumento, ha eroso in gran parte i maggiori ricavi. Siamo in ogni caso felici di aver chiuso il bilancio con una crescita, seppure limitata, dei compensi dati ai soci?. ?Vorrei ringraziare i dipendenti, oltre che i soci ? continua il direttore della Cantina Sergio Bucci ? per l?impegno dimostrato nel proprio lavoro, che ha permesso di ottenere ottimi risultati nelle recensioni delle guide e nelle preferenze dei consumatori. Un grazie anche alla rete vendita che è stata indispensabile per ottenere questo risultato?. La crescita del fatturato della Cantina è dovuta anche agli investimenti effettuati per aumentare ulteriormente la sostenibilità della produzione: sono state rinnovate le certificazioni ambientali P.E.F. e V.I.V.A. Sustainable Wine, mentre continua il monitoraggio di alcuni dei principali punti di consumo di energia elettrica attraverso il software SCADA per gestire al meglio e ridurre gli sprechi energetici. Nella foto un momento dell?assemblea dei soci del 29 gennaio scorso; sopra il presidente Benedetto Grechi premia come socio dell'anno Samuele Pandolfi, un giovane (20 anni) che ha preso in mano l?azienda di famiglia mostrando impegno e dedizione non comuni 106 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 IL SALUMIFICIO DI SILVANO MORI VINCE PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO IL TUSCANY FOOD AWARDS Per il secondo anno consecutivo il salumificio artigianale di Silvano Mori, a Torniella, nel comune di Roccastrada, vince il prestigioso oscar del gusto ?Tuscany Food Awards?, nella categoria salumifici e prosciuttifici. Una manifestazione che è nata per valorizzare il top del paniere enogastronomico toscano e il lavoro di chi contribuisce allo sviluppo e alla conoscenza dei singoli prodotti. A decretare i vincitori, tra le numerose aziende partecipanti per ogni categoria, è stata una giuria di giornalisti di settore, addetti ai lavori, rappresentanti delle associazioni di categoria e ristoratori, che attraverso una degustazione alla cieca, tesa a garantire il massimo della trasparenza e dell?imparzialità nel giudizio, ha selezionato le migliori produzioni toscane, dando a queste aziende la possibilità di farsi conoscere dai consumatori e dai buyer. Il salumificio di Silvano Mori ha partecipato al premio con una selezione di specialità, tra le quali la finocchiona Igp, il salame maremmano, il salame al Morellino e il salame di cinghiale. ?Ricevere per due anni consecutivi un premio così importante ? afferma Silvano Mori, titolare dell?azienda ? ci ha lasciato piacevolmente sorpresi: è uno straordinario modo per festeggiare gli importanti traguardi raggiunti dalla nostra azienda in tanti anni di lavoro serio e di impegno. Contemporaneamente siamo in concorso anche all?Italy Food Awards, il premio nazionale patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, il cui responso sarà comunicato alle aziende partecipanti nelle prossime settimane. Per cui incrociamo le dita, sarebbe bello ottenere anche questo premio, sarebbe il migliore dei modi per iniziare il 2023?. Soddisfazione è stata espressa da Mauro Ciani, segretario provinciale di Confartigianato Imprese Grosseto. ?Siamo felici per il risultato conseguito da questa nostra storica azienda associata. I prodotti del salumificio Mori sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Parliamo infatti di una delle eccellenze gastronomiche della Maremma, un?azienda di piccole dimensioni, che è rimasta artigianale e a conduzione strettamente familiare, presidiando la qualità nella scelta e nella lavorazione delle carni. Un?azienda che al tempo stesso è stata pioniera dell?e-commerce, facendo apprezzare i suoi prodotti oltre i confini della Manica, in Scandinavia, Russia, ma anche in Cina Olanda, Svezia e Danimarca. È questa la Maremma che ci piace raccontare e che siamo orgogliosi di rappresentare?. TASTE 2023, I FORMAGGI DE IL FIORINO PROTAGONISTI A FIRENZE Le eccellenze del Caseificio Il Fiorino protagoniste all?edizione 2023 del Taste, andata in scena ad inizio febbraio a Firenze, in una location d?eccezione come la Fortezza da Basso. I prodotti caseari de Il Fiorino hanno trovato spazio al piano attico, scoprendo i profumi e i sapori di un?eccellenza della tradizione casearia toscana, tra le più premiate a livello mondiale. La professionalità di Angela Fiorini e Simone Sargentoni ha accompagnato i presenti alla scoperta dei prodotti e della storia del Caseificio Il Fiorino che da oltre 65 anni produce qualità e prelibatezza. ?Come ogni anno ? spiega Angela Fiorini, titolare del Caseificio Il Fiorino ? partecipare al Taste è per noi sempre una grande gioia perché ci consente di incontrare i nostri affezionati clienti. Questo evento costituisce, per tutti i produttori, un?occasione di confronto e di scoperta con le tantissime persone che ogni anno accorrono a degustare e conoscere i nostri prodotti?. Diplomati a Grosseto 48 nuovi sommelier Ais La delegazione grossetana dell?Associazione italiana sommelier si è arricchita di 48 nuovi sommelier. Tanti sono coloro che hanno superato l?esame del terzo livello e conseguito il diploma. L ?esame orale, seconda tappa dopo lo scritto, si è svolto nelle scorse settimane con il successo di pressoché tutti gli iscritti. Il corso era iniziato il 27 settembre 2021 e dopo 45 lezioni, tutte accompagnate dalla degustazione guidata di tre vini, si è svolto l?esame scritto e l?orale. ?È per noi una grande soddisfazione ? commenta le delegata Ais di Grosseto, Sabrina Diligenti ? vedere tante persone interessate ai nostri corsi, molto capaci e preparate, desiderose di entrare nel mondo affascinante del vino e della professione del sommelier. Un grazie particolare ai sommelier della delegazione che hanno contribuito alla buona riuscita del corso?. Intanto per un percorso triennale che si esaurisce, eccone subito un altro all?avvio. Il 23 gennaio scorso sono infatti partiti i corsi di primo livello per diventare sommelier Ais, a Grosseto e a Porto Santo Stefano. La delegazione grossetana dell?Associazione italiana sommelier quest?anno ha deciso di organizzarli in due zone diverse del territorio provinciale, in modo da agevolare la partecipazione per chi vive lontano dal capoluogo. Dunque, oltre alla sede storica dell?hotel Granduca a Grosseto, il corso di primo livello è partito contestualmente anche al ristorante La Vecchia pesa, a Porto Santo Stefano, in orario pomeridiano, mentre a Grosseto, invece l?orario è serale. Il corso di primo livello si articola in 14 lezioni, una volta alla settimana, fino a maggio. Sono incentrate sul mondo del vino, dal grappolo al bicchiere, con elementi di enologia e viticoltura, con focus anche su birra e distillati, oltre naturalmente all?approfondimento della figura del sommelier. Ogni lezione si chiude con la degustazione di tre etichette per mettere in pratica le lezioni teoriche sulla tecnica della degustazione. Gli ultimi due appuntamenti, in aprile e maggio, sono la visita a un?azienda vitivinicola del territorio e una lezione conclusiva di consolidamento e autovalutazione degli argomenti studiati. Info: tel. 339 4786463 (delegata Ais di Grosseto, Sabrina Diligenti), mail delegato.grosseto@aistoscana.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 107 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Poggio Nibbiale, il sogno diventato realtà di Nikolaus Buchheim Produrre vini di qualità e spessore in grado di competere sui mercati mondiali con le più importanti etichette maremmane e toscane (e non solo). È il sogno diventato realtà di Nikolaus Buchheim con Poggio Nibbiale, piccola azienda vitivinicola a conduzione familiare che punta tutto sull?autenticità e sulla forza di un territorio unico e speciale come quello della Maremma Toscana DI CELESTINO SELLAROLI L a Maremma, è proprio il caso di dirlo, è una scoperta infinita. Pur conoscendola a fondo non si finisce mai di imparare cose nuove, di scoprirne dettagli, di apprezzarne l?essenza, i tratti distintivi che la caratterizzano e che ne costituiscono certamente i punti di forza. E non si finisce mai di entrare in contatto con le bellissime storie di coloro che qui hanno deciso di investire, magari dopo essersi innamorati dei luoghi. Un esempio tra i tanti è quello offerto da Poggio Nibbiale, il sogno diventato 108 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 realtà di un dentista e medico tedesco che nel 1998 da Monaco di Baviera è arrivato in Maremma per cacciare e da allora ha deciso di buttarsi a capofitto nel mondo del vino, dando vita ad un?azienda vinicola a conduzione familiare che fa dell?autenticità e della tipicità i must su cui puntare con forza, sempre nel rispetto della storia dei luoghi. Una scommessa vinta Ma andiamo con ordine. Lui è Nikolaus Buchheim e l?azienda si trova tra le meravigliose colline del sud della Toscana, a 300 mt. sopra il livello del mare con vista sul mar Tirreno, nel cuore della Maremma, più o meno a metà strada tra Magliano in Toscana e Scansano. La scommessa è stata quella di produrre vino? dalla pietra, ovvero avviare un?attività vitivinicola su terreni estremamente rocciosi, contro ogni ragione, seguendo solo l?istinto e l?amore per il vino e per la natura selvaggia. Così nel 2000 Nikolaus, il ?dentista pazzo? come è stato definito, pianta i primi vitigni Nella foto Nikolaus Buchheim; sotto Nikolaus con Olympia Romba convinto che, nonostante il terreno difficile, il luogo fosse quello giusto. E i fatti gli danno ragione. ?Questi vitigni ? sottolinea oggi con orgoglio ? sono nella nostra posizione migliore per il Cru, da cui produciamo i nostri vini migliori?. La prima vendemmia, quasi sperimentale e per gli amici, è del 2003, ma quella invece che lascia presagire un futuro roseo e che immette sulla strada giusta della viticoltura di qualità è del 2007. Nel corso degli anni, Nikolaus Buchheim affiancato dalla moglie Elke (venuta a mancare nel 2015), danno forma e sostanza al sogno estendendo il vigneto fino agli attuali 11 ettari di superfice coltivata. Poggio Nibbile oggi Poggio Nibbiale è sempre rimasta un?azienda di famiglia. Una dimensione che consente di seguire, con meticolosa attenzione e amorevole cura, ogni fase del processo di produzione, dando vita a vini autentici e di eccellente qualità, sempre nel rispetto della storia di questi luoghi. ?I nostri vigneti ? puntualizza Nikolaus ? sono stati creati sull?antico paesaggio culturale etrusco, nel cuore della Maremma, dove già 2000 anni fa si produceva vino. Luoghi dunque vocati da sempre alla viticoltura e con una grande storia, che noi poniamo al centro anche di un momento importante del ciclo produttivo. L?invecchiamento dei nostri vini avviene infatti in Tonneaux francesi all?interno di una cantina a volta sotto la chiesa di Giovanni Battista a Scansano del XIII secolo?. La produzione si aggira intorno alle 100.000 bottiglie tutte vendute, in molti casi, come per il Vermentino, su prenotazione prima ancora dell?imbottigliamento. I mercati di riferimento sono quelli nazionali, ma ovviamente molte bottiglie vengono commercializzate anche in giro per l?Europa e per il mondo (per lo più Germania, Svizzera, Stati Uniti), con una suddivisione in ugual proporzione (50%) tra Italia ed estero. Le persone I casi di successo non sarebbero tali se non vi fosse il giusto affiatamento tra le persone che animano una qualunque intrapresa. E qui l?aria che si respira è davvero quella di un team vincente che vive per Poggio Nibbiale e che dà forza, con l?energia dei singoli, al vino prodotto lungo tutto il percorso dalla vigna al PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA ???? L?azienda si trova sulle colline della Maremma, tra Scansano e Magliano in Toscana. Siamo come detto a 300 mt. sopra il livello del mare e da qui si apre un panorama mozzafiato sulle isole del Giglio, d?Elba, di Monte Cristo e sul Monte Argentario La suggestiva barriccaia situata sotto la chiesa di Scansano del XIII secolo calice. Detto di Nikolaus Buchheim, cui va il merito di aver avuto il coraggio di iniziare a coltivare la vite sui terreni sassosi e di continuare ad essere il visionario propulsore di Poggio Nibbiale, gli altri protagonisti di questa bella avventura enologica sono: Olympia Romba che si occupa di Vendite Estero & Marketing (ha il merito di saper gestire con fascino e capacità di negoziazione, tutta la parte commerciale e la distribuzione internazionale dei vini); Agnese Simonetti, l?e- Il Team di Poggio Nibbiale 110 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 nologa: mediatrice tra tradizione e modernità, dona ai vini eleganza femminile e freschezza giovanile; Emanuele Rossi che si occupa delle Vendite in Italia ed è considerato il ?Matador Locale? in Maremma: è lui il responsabile per tutti i canali di distribuzione del mercato italiano; Enzo Busonero il capo operai e responsabile di cantina che conosce ogni vite e ogni singola roccia di Poggio Nibbiale; Pier Luigi Verga il consulente finanziario, fiscale e revisore legale, ovvero il padrino economico della can- tina e stretto confidente di Nikolaus. Il terroir I vigneti di Poggio Nibbiale sono situati sulle colline della Maremma, esposti a sud-ovest tra Scansano e Magliano in Toscana. Siamo come detto a 300 mt. sopra il livello del mare e da qui si apre un panorama mozzafiato sulle isole del Giglio, d?Elba, di Monte Cristo e sul Monte Argentario. Inutile dire che questo paesaggio e il suo clima rappresentano i tratti caratteristici della tradizione della viticoltura toscana. Il terroir, fatto di terreni calcarei di arenaria, favorisce la crescita di radici profonde, trattenendo l?umidità degli inverni piovosi e regalando ai vini una mineralità inconfondibile. ?I nostri vigneti ? spiega ancora Nikolaus ? si trovano ad un?altitudine ottimale su terreni estremamente rocciosi e calcarei, che costringono le radici delle viti a cercare acqua in profondità. Questo terreno, fatto di rocce, sabbia e pietra vulcanica, dona ai nostri vini la loro mineralità. Le estati secche e calde e il vento costante del vicino mare, invece sostengono la naturale resilienza delle viti. L?esposizione dei nostri vigneti al Mar Tirreno, la sua particolare luce e brezza marina, caratterizzano la sapidità dei nostri vini e la loro eleganza?. I vini Il biologico I vini di Poggio Nibbiale sono il prodotto di vigneti rigorosamente biologici che tradotto significa viticoltura in armonia con la natura. ?Gran parte del terreno ? evidenzia ancora Nikolaus ? è lasciata alla custodia della natura, immerso nella macchia mediterranea, fatta di vecchie querce da sughero che crescono rigogliose, di ginestre fiorite, di olivi selvatici. Qui trovano ancora rifugio il nibbio rosso ? il fiero rapace, emblema di Poggio Nibbiale ? e gli istrici, che si aggirano nel sottobosco?. ?I nostri vigneti non sono mai stati pensati e gestiti come monocultura, ma inseriti in un ecosistema naturalmente funzionante. La cura e il rispetto per i valori della natura accompagnano e definiscono ogni passaggio della nostra produzione vinicola. E seguendo la natura, le uve di Poggio Nibbiale giungono a piena maturazione, senza l?artificio di diserbanti sintetici o fertilizzanti; a fine estate vengono raccolte a mano, poste in contenitori permeabili all?aria, e trasportate in cantina per l?ulteriore lavorazione. Per ottenere l?eccellente varietà degli aromi dei nostri vini, utilizziamo solo la fermentazione spontanea, senza l?aggiunta di lieviti coltivati. Anche l?affinamento avviene secondo i principi della produzione vinicola biologica. Crediamo che la for- za del nostro vino risieda nella sua naturalità?. I vini E allora scopriamoli i vini di Poggio Nibbiale. Su 11 ettari sono coltivati i vitigni rossi, quali Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Canaiolo. Tutti i vini sono rigorosamente biologici e ?lavorati a mano?. Il suolo roccioso e calcareo fa emergere vini con struttura, profondità e grande eleganza e una mineralità molto speciale. La maturazione (dai 12 ai 24 mesi) avviene come detto in barriques francesi sotto la chiesa di Scansano del XIII secolo, un luogo unico, molto suggestivo dove l?azienda propone anche le sue degustazioni. La gamma di prodotti include tre rossi, un rosato ed un bianco. Il vino di punta della casa è il ?Tommaso?, un Sangiovese in purezza molto elegante, equilibrato e minerale, caratterizzato da tannini maturi e quindi con grande potenziale di invecchiamento. Le uve provengono dal più antico vigneto di Poggio Nibbiale con esposizione a sud-ovest e affaccio sul Mar Tirreno. Sia il terreno che l?aria sono contraddistinti da un?elevata mineralità che quindi plasma il carattere minerale del vino. Un?autentica chicca è poi ?Il Nibbio?, un blend a base di Cabernet Sau- vignon e Sangiovese, integrato, a seconda dell?annata, con Petit Verdot e altre varietà. È considerato un vino del mondo, in quanto dosa alla perfezione il suo aroma specificamente regionale con il carattere di vini moderni e internazionali. Anche in questo caso le uve provengono dai vitigni più antichi di Poggio Nibbiale in grado di apportare un tratto distintivo ben preciso a questo vino. Quindi abbiamo il Morellino di Scansano DOCG, un vino rosso fruttato, buono ed accessibile, universalmente godibile a base di Sangiovese (85%) e Cabernet Sauvignon, Canaiolo, Montepulciano (15%). Grazie ad un tannino piuttosto morbido per un Morellino, questo vino si caratterizza per l?ottima beva. Freschissimo e di grande interesse è poi il Rosato (100% Montepulciano), un vino fruttato al naso, ma abbastanza corposo al palato, che è molto più di un classico vino da aperitivo. Chiude la serie il Vermentino in purezza, un vino bianco cremoso che unisce aromi freschi di agrumi con profumi di frutta tropicale matura che gli conferiscono uno stile davvero unico. Contatti Az. Agr. Poggio Nibbiale Srl Loc. Pereta, 3 - Magliano in Toscana (Grosseto) Tel. 340 1377931 www.nibbiale.com PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica e non solo ?Lupo Nero?, l?omaggio ai vent?anni di Tenuta L?Impostino In occasione dell?anniversario della Tenuta L?impostino, nel cuore della Maremma toscana dalle parti di Civitella Paganico nell?areale del vino Montecucco, è stata presentata una nuova etichetta denominata ?Lupo Nero? prodotta in edizione limitata che segna anche il debutto dell?azienda nel mercato degli NFT L ?azienda biologica Tenuta L?Impostino ha compiuto vent?anni. Ci troviamo a Civitella Paganico, nel cuore dell?area di produzione dei vini Montecucco, piccolo gioiello delle DOCG toscane che prende vita sulle morbide colline dell?alta Maremma, racchiuso tra le province di Grosseto e Siena. Galeotto fu un viaggio del tutto casuale che, verso la fine degli anni novanta, portò i proprietari Patrizia Chiari e Romano Marniga, imprenditori originari di Brescia, a visitare un 112 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 antico casolare in pietra ? oggi delizioso agriturismo della Tenuta ? abbracciato da un anfiteatro collinare immerso nella quiete della campagna toscana. L?affaccio ai vigneti della tenuta, i boschi rigogliosi e i colori della natura circostante hanno completato un quadro di autentica magia e conquistato per sempre i cuori di Patrizia e Romano, che vent?anni fa decidono di iniziare un ambizioso progetto in questa terra meravigliosa, letteralmente incastonata tra le denominazioni del Brunello di Montalcino e Morellino di Scansano. Una vicinanza che non ha intimorito i due coniugi, ma che, anzi, ha rafforzato la volontà di valorizzare l?identità territoriale di questa nicchia vitivinicola, dove il Sangiovese diventa testimone ed erede di tradizione e dedizione che durano da secoli. ?Con il Montecucco ? dice Patrizia Chiari, co-proprietaria dell?azienda e consigliere in seno al Consorzio di Tutela Vini Montecucco DOC e DOCG ? è stato amore a prima vista. La nostra più grande ambizione è sempre stata che nel panorama vitivinicolo maremmano ha trovato una terra d?elezione. ?Il Sangiovese ? dichiara Patrizia ? resta la bandiera di questo territorio e nostro cavallo di battaglia a livello internazionale, di notevole potenza, a tratti indomito come la natura ancora selvaggia che lo circonda, ma allo stesso tempo seducente e di grande freschezza, tipica della viticoltura d?altura abbracciata dalla mite ventilazione mediterranea. L?idea del Lupo Nero nasce in realtà già qualche anno fa osservando l?espressività dell?ultimo vigneto messo a dimora nel 2007, il ?Pietroso?, una piccola porzione aziendale di circa 3 ha caratterizzata, come suggerisce il nome, da terreno molto sassoso e che si estende proprio nell?anfiteatro su cui affaccia la cantina. Qui dimora e cresce il nostro Merlot che, quasi in purezza, va a comporre il Lupo Nero 2016, prima annata che stiamo presentando a stampa e operatori nonché nota per essere una delle migliori vendemmie degli ultimi anni?. quella di riuscire ad imprigionare in un calice tutta la tradizione e la potenza di questa terra unica che dimora sotto la protezione del Monte Amiata, cui questo territorio vulcanico e i suoi vigneti devono gran parte del loro fascino e della loro peculiarità?. E proprio in occasione di questi vent?anni di legame indissolubile con un territorio straordinario, l?azienda ha lanciato Lupo Nero, una nuova ed esclusiva etichetta prodotta in edizione limitata di cinquemila bottiglie. Un progetto, iniziato sei anni fa, che fa chiaro riferimento al noto e pluripremiato vino firmato Tenuta L?Impostino Lupo Bianco, ma da cui, al tempo stesso, si allontana completamente. Se nell?offerta aziendale dei rossi, infatti, protagonista indiscusso è il Sangiovese (in purezza o in blend), la nuova etichetta cede il passo al Merlot, varietà Un progetto, Lupo Nero, che, per la sua eccezionale peculiarità, decide di superare i confini del tangibile per incontrare la tecnologia dei Non Fungible Token. Presentato in anteprima assoluta in occasione della Cena di Gala organizzata lo scorso 13 settembre 2022 presso l?incantevole giardino di Tenuta L?Impostino alla presenza di istituzioni e media, l?NFT di Lupo Nero si inserisce nella Collezione CATCH THE 22 dell?Italian Wine Crypto Bank, che raccoglie alcuni vini straordinari scelti da Filippo Bartolotta, wine expert e story- teller di fama internazionale, e segna il debutto di Tenuta L?Impostino nel mercato innovativo del collezionismo e dell?arte digitali, applicati al mondo del food&wine. Seguendo la regia dell?artista parigina Lisa Paclet che firma le opere d?arte digitali, Filippo parte dalla narrazione del vino o della cantina che sono stati selezionati in base alla grande qualità e rarità dei prodotti oltre che per la loro capacità di veicolare messaggi che vanno ben oltre l?esperienza organolettica e gustativa. Questi strumenti creati su misura e di nuova generazione, aiutano a creare valore aggiunto nell?offerta aziendale, rappresentando nuove frontiere di investimento per le realtà vinicole e fonti di guadagno parallele per brand che spaziano dal premium al luxury. Il Merlot del Lupo Nero viene coltivato ad un?altitudine di 300 m s.l.m, su suoli di matrice franco-argillosa, caratterizzati da una forte presenza di scheletro di varia forma e dimensione, prevalentemente di origine calcarea, facendo così pensare ad un?origine marina del substrato. Il rispetto e il mantenimento di questo profilo del suolo durante tutte le operazioni di preparazione per l?impianto del vigneto hanno mantenuto e valorizzato fin da subito un alto livello qualitativo strutturale e biologico. Teoria rafforzata nel tempo grazie al percorso scientifico intrapreso con il progetto Biopass che, basato su protocolli internazionali e dati oggettivi, su scala nazionale ha identificato i suoli di proprietà ? il Pietroso in prima linea ? come tra i più interessanti in assoluto per la ricchezza di biodiversità. Lupo Nero 2016, IGP Toscana Rosso, la degustazione NOTE?DEGUSTATIVE Lupo Nero 2016 si presenta con un colore rosso rubino profondo. Al naso si apre con sentori di frutta di sottobosco, e note di speziate, tabac­ co e liquirizia. In bocca il sapore è deciso e ampio con gusto intenso di notevole strut­ tura, grande freschezza, persistente. I tannini sono ben integrati. Vino estremamente godibile, con ottime prospettive di invecchiamen­ to. ABBINAMENTI GASTRONOMICI Il Lupo Nero 2016 si abbina bene con piatti a base di carni rosse e selvaggi­ na a cottura lenta o con formaggi a lunga stagionatura. Va servito a tem­ peratura di 18 °C, in ampi bicchieri da vino che possono esaltare il suo bou­ quet aromatico. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA A TAVOLA| Il ristorante del mese Gli Attortellati, il ristorante rurale che porta la campagna a tavola a km 0, anzi metri 0 È una bellissima esperienza a tavola dal sapore contadino, quella che è possibile vivere al ristorante rurale ?Gli Attortellati?, a due passi da Grosseto, sulla strada della Trappola, una delle realtà gastronomiche più tipiche del nostro territorio frutto dell?intuizione, della passione, della competenza della famiglia Pepi. Provare per credere! DI LINA SENSERINI La famiglia Pepi 114 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 La sala interna ? Attortellato? è un termine coniato per definire una persona che ama mangiare bene e che sta volentieri a tavola. Non è una parola maremmana tra le più diffuse, ma è stata utilizzata in un libro che parla della cucina tipica di questa terra meravigliosa. E allora quale nome migliore, declinato al plurale, per il primo ristorante rurale aperto in provincia di Grosseto e con tutta probabilità anche in Toscana? Gli Attortellati si trova, peraltro, lungo la strada della Trappola, nella Maremma vera, quella della piana che da Bocca d?Ombrone arriva a Grosseto, un tempo palude malarica, oggi un luogo unico al mondo per fascino e bellezza. Filosofia e Persone Un mix esclusivo che ha trasformato, negli anni, la piccola azienda agricola di famiglia in una vera e propria ?industria del gusto?, dove si mangia non a km 0, ma a ?metri 0?. Solo ed esclusivamente quello che i 10 ettari di terra della famiglia Pepi producono, cucinato, lavorato e portato sulla tavola dei clienti: salumi, pasta fatta in casa, tortelli, sughi, verdu- re, pane e dolci, condimenti per tutti i gusti. Nell?azienda, oggi, lavorano i cinque fratelli Pepi: Massimiliano, il cuoco; la sorella Cristina che lo aiuta in cucina; Simone, responsabile della parte amministrativa; Aurora, la pasticcera; Nicola, il sommelier. In qualità di responsabile della sala opera Francesca, figlia di Massimiliano. Per fare in modo che tutti gli ingranaggi del sistema girino al meglio ci sono anche mariti e mogli che lavorano a vario titolo nell?azienda; a far ben sperare sul futuro di quest?attività c?è anche la giovane nipote Margherita che dà un importante sostegno nel periodo estivo. Spiega Massimiliano. ?La parte più grande dell?azienda è quella dove c?è il ristorante e l?allevamento dei maiali, circondato da orto e frutteto. Mettiamo nei piatti quasi esclusivamente le nostre carni e, al bisogno, ricorriamo a una rete di aziende vicine, che hanno la nostra stessa filosofia di lavoro?. Per fare un esempio, la carne di maiale, allevamento principale della casa, è solo quella prodotta in azienda ed è alla base dei salumi lavorati nel laboratorio aziendale. Dalla terra alla tavola ?Metri 0?, del resto, non è solo uno slogan, ma qualcosa che si vede e si tocca: il ristorante è circondato dall?orto, dove vengono quotidianamente raccolte le verdure e le erbe aromatiche che creano la struttura portante degli antipasti e dei contorni. Dalle vetrate della sala principale si vede il laboratorio per la produzione delle conserve dolci e salate e, in lontananza, la stalla dei maiali e il pollaio, da cui deriva la carne per i secondi e i sughi. Parcheggiando la macchina sul retro, si vede il frutteto, composto da antiche varietà di alberi da frutto i cui prodotti sono destinati alla realizzazione delle marmellate per i dolci e per gli antipasti. ?Quello che non possiamo produrre o che non abbiamo nella quantità necessaria ? riprende Massimiliano ? lo prendiamo dalla rete di produttori a km 0 che ci riforniscono: ci rivolgiamo a Quadalti per i formaggi, prendiamo il vino da La Castellaccia di Montiano, la ricotta di bufala dall?azienda Pallini, e PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA ???? Un mix esclusivo che ha trasformato, negli anni, la piccola azienda agricola di famiglia in una vera e propria ?industria del gusto?, dove si mangia non a km 0 ma a ?metri 0? Massimiliano Pepi così via?. Anche per i vini in bottiglia, la scelta va alla produzione locale. Ovviamente la cantina del ristorante offre anche etichette toscane e alcune italiane, soprattutto per le bollicine, ?anche se ? spiega Massimiliano ? quando troviamo il prodotto di qualità preferiamo sempre bere maremmano?. Insomma, niente è lasciato al caso. Ed è frutto di una storia ventennale. Mamma Grazia, la pioniera Gli Attortellati ha aperto a maggio del 1999. È stata mamma Grazia ad avere l?idea di fare qualcosa di nuovo per integrare il guadagno aziendale. Il piccolo Piattone di salumi e pecorini 116 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 appezzamento ereditato dal padre non bastava a mantenere una famiglia numerosa e Grazia aveva la passione per la cucina. Così, supportata dal marito Carlo, cominciò a trasformare le carni, le verdure, la frutta prodotta nel podere in piatti da servire a tavola, cucinando come avrebbe fatto per se stessa e la sua famiglia. Non solo, decise di farlo in una grande cucina a vista, dalla quale uscivano i suoi fantastici piatti e dove produceva la sua pasta davanti agli occhi dei clienti. Una caratteristica che, allora come oggi, rappresenta una vera e propria attrazione che si unisce all?indiscutibile qualità dei piatti. Tutto fatto in casa, anche il pane, i Pici tirati a mano dolci, le schiacce, nel grande forno a legna di cui ogni podere, un tempo, era dotato. Una formula vincente Quasi dal nulla, un passo dopo l?altro, Gli Attortellati ha preso forma, diventando un ristorante rurale. Il primo. Tanto che, spiega Massimiliano, ?questa definizione normativa è nata per noi. Abbiamo un po? forzato la mano, ma abbiamo aperto la strada anche a chi dopo di noi ha provato a cimentarsi in questa attività. Il nostro ristorante è il terminale dell?azienda agricola, che abbiamo pian piano ampliato per fornire la cucina. Che nel frattempo, da atti- I tortelli Nella foto, il giardino; a fianco i cantuccini alle mandorle di Aurora vità ?accessoria? è diventata quella preponderante. Del resto, ?metri 0? non ci si improvvisa?. Ora che Grazia non c?è più ? è scomparsa nel 2013 ? marito e figli ne hanno raccolto l?eredità, apportando pian piano tanti cambiamenti, ma lasciando intatta l?idea portante che ha reso Gli Attortellati quello che è oggi. ?Fin dal primo giorno di apertura ? racconta Massimiliano ?, il menù di ogni serata veniva deciso dalla prima persona che prenotava. Mia mamma proponeva una lista di piatti di stagione e il cliente era libero di scegliere secondo i propri gusti, come se fosse a casa propria. Tutti gli altri si adeguavano! Il successo fu immediato e ben oltre ogni aspettativa. È sempre stato così e ancora oggi il menù viene scelto dai clienti, mantenendo inalterata la passione per l?antica cucina tradizionale toscana caratterizzata da cotture lente sulla stufa economica e nel forno a legna, che sforna ogni giorno pane e dolci fatti in casa?. Le novità Con il passare del tempo è stato necessario rivedere alcune cose. 24 anni di attività, del resto, non sono pochi. Un tempo che ha portato cambiamenti anche nelle esigenze dei clienti. Così sono state introdotte alcune novità. In particolare, è stato rivisto il menù, è stata ampliata l?offerta. Quello che è rimasto intatto è la filosofia di lavoro e di produzione, attenta alla qualità, all?ambiente. Oggi la cucina è professionale, la carta dei vini è curata da Nicola, sommelier Ais, le notizie e le informazioni vengono diffuse con il sito internet. da. Insomma non abbiamo carciofi a ottobre. Quando un prodotto non è disponibile lo togliamo dal menù?, aggiunge Massimiliano. I menù Molte cose sono cambiate anche ? si diceva ? nel menù. ?Oggi ? spiega Massimiliano ? proponiamo tre tipi di menù degustazione ? la Stortellata, il Casareccio e lo Storico ? e, nei periodi di bassa stagione, la possibilità di scelta alla carta dal menù del giorno. Questo escluso luglio e agosto?. Tutto comunque è spiegato sul loro sito internet che viene aggiornato quotidianamente. Basta sfogliare il calendario dei menù per aver voglia di andarli a trovare. Una particolare attenzione viene posta ai celiaci che possono avere lo stesso menù declinato in versione senza glutine, in modo da non far sentire ?differente? il cliente. Su richiesta vengono preparati menù per vegetariani, vegani e intolleranti al lattosio. ?Il nostro non è un ristorante come gli altri poiché siamo un?azienda agricola che fa ristorazione utilizzando i prodotti della nostra terra e delle nostre stalle, rispettando la rotazione naturale delle stagioni e delle produzioni aziendali. La scelta del menù differenziato nasce anche dal fatto che, per la stragrande maggioranza dei piatti usiamo i nostri prodotti. Quindi facciamo un menù che segue l?andamento stagionale e che si adatta a quello che c?è in azien- Gli Attortellati a casa propria Per chi, invece, vuole portarsi un ?pezzo di Attortellati? a casa, da due anni a questa parte, trova anche alcuni prodotti confezionati: verdure sott?olio, marmellate, condimenti, conserve, sughi pronti. Tutto rigorosamente realizzato con prodotti locali e acquistabile direttamente al ristorante, dove i vasetti fanno bella mostra di sé, esposti in una grande parete. E dato che l?e-commerce va per la maggiore, si possono comprare anche on line. L?angolo bar E il post covid ha portato anche un?altra novità. È Massimiliano a spiegarlo: ?Abbiamo aperto un angolo bar nella seconda sala del ristorante dove serviamo aperitivi e degustazioni di vino al bicchiere, a pranzo e a cena. Per i coktail usiamo infusi e liquori che facciamo con le erbe e i nostri frutti?. E allora non resta che prenotare, mettersi a tavola e rimanerci a lungo, godendosi i sapori e l?accoglienza, come farebbe un vero attortellato. Gli Attortellati si trova lungo la Strada Provinciale 40 Trappola al numero 39. Tel.: 0564 400059 Cell.: 328 4572663 Email: gliattortellati@gmail.com PRIMO PIANO ? GUSTA ? 117 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare Marzo, il mese della Festa di San Giuseppe e delle frittelle di riso Nel mese in cui si festeggia il padre putativo di Gesù non poteva mancare la ricetta dedicata proprio alle Frittelle di San Giuseppe, un must in questo particolare periodo dell?anno in cui l?usanza è quella appunto di fare frittelle a base di riso, in grado di soddisfare e rendere felici tutti: grandi e piccini. Provare per credere! DI ANDREA RICCHIUTI* L a festività di san Giuseppe cade il 19 marzo, e ricorda quel santo che è stato il padre putativo di Gesù. In suo onore, a seconda delle tradizioni regionali o paesane, si organizzano cortei, feste, giochi e soprattutto banchetti. Come la maggior parte delle feste cristiane, anche questa sembra che abbia soppiantato un?altra di derivazione pagana detta ?liberalia?, festività propiziato- 118 ? Maremma Magazine ? Marzo 2023 ria che precedeva la solennità dell?equinozio di primavera. La festa di san Giuseppe assumerà sempre maggiore importanza a partire dall?anno Mille, per poi consolidarsi nella tradizione cristiana. L?espressione ?san Giuseppe frittellaro? è tipica laziale, ma rispecchia anche la consuetudine toscana e non, di fare frittelle in quell?occasione; che siano proprio le frittelle a caratterizzare questa festa non credo sia casuale: nel medioe- vo la frittura era utilizzata soprattutto in ?tempo di magro?, quale ad esempio la Quaresima, per cuocere le verdure. In Toscana le frittelle sono a base di riso, mentre in Campania ed in Puglia sono chiamate ?zeppole? e sono fatte con la pasta choux (sono quindi dei bignè), ed ogni famiglia ha la propria ricetta: c?è chi cuoce il riso nel latte, chi in una parte di latte e un?altra di acqua, chi mette il lievito istantaneo e chi quel- lo compresso, chi mette farina e chi non la mette, e potremmo continuare così per ogni ingrediente. Accordo unanime vi è sicuramente sull?utilizzo del riso che deve essere della varietà ?originario? (così chiamato perché fu il primo ad essere coltivato in Italia): i suoi granelli sono piccoli, rotondi ed opachi e la sua caratteristica principale è quella di cedere il proprio amido al liquido di cottura, così da dare una consistenza cremosa alle preparazioni. A differenza di una minestra in brodo o di un risotto, in questo caso, per preparare le frittelle, il riso deve essere stracotto ovvero deve assorbire tutto il liquido in cui viene messo a cuocere. Un tempo questa operazione di cottura del riso era rigorosamente svolta il giorno prima della festa, così aveva tempo di raffreddarsi ed indurirsi; in alcune tradizioni familiari veniva, talvolta, lasciato anche un po? inacidire per poi utilizzarlo. C?è anche chi usava mettere dell?Alchermes nelle frittelle per tingerle di rosa, ma questa è un?usanza poco comune, anche se dà un buon risultato. In Toscana l?impiego del riso nelle preparazioni dolci è molto diffuso, oltre alle frittelle si possono trovare torte di riso o budino di riso; come sempre la ragione risiede nell?economia domestica: con poco riso si poteva fare dolci per una famiglia intere ed oltre, così da soddisfare, almeno una volta, la golosità di tutti. FRITTELLE DI RISO Ingredienti 1,7 l di latte intero fresco ½ kg di riso originario Un?arancia Un limone 80 g di zucchero 80 g di burro Un pizzico di sale 6 uova Un bicchierino di liquore a piacere 1 cucchiaio di amido o di farina (solo se occorre) Inoltre: Olio di semi di arachide Zucchero semolato q.b. Preparazione Mettere il latte in una pentola insieme alle scorze degli agrumi, il sale, la metà del burro e dello zucchero e portare a bollore. Unire il riso e cuocere, per circa 30 minuti, finché il latte non sarà stato tutto assorbito. Una volta cotto aggiungere il restante burro e lo zucchero, quindi far raffreddare. Aggiungere al composto i tuorli, il liquore, il succo dell?arancia e gli albumi montati a neve. Qualora il composto risultasse troppo liquido aggiungere un cucchiaio di farina, ma solo se necessario. Scaldare l?olio all?interno di una casseruola e quando caldo far cadere, con un cucchiaino, un po? di impasto, cuocere e scolare su carta assorbente. Tamponare le frittelle con della carta e passarle nello zucchero. Servire calde. *Insegnante di cucina AICI Associazione Insegnanti di Cucina Italiana Per informazioni sui corsi: tel. 338 8228420, mail: andrearicchiuti13@gmail.com LE NEWS LE NEWS PREMIO ANNA MARIA BRIGANTI ARTI E MESTIERI 2022, ECCO LE VINCITRICI Si è tenuta nel dicembre scorso, nei locali dell?Istituto Alberghiero di Grosseto (Istituto superiore Leopoldo II di Loreno, via Meda) la cerimonia di premiazione del progetto ?Premio Anna Maria Briganti per le Arti e i Mestieri?, promosso da Soroptmist Club Grosseto in collaborazione con Confcommercio Grosseto e Camera di commercio della Maremma e del Tirreno. Nata per ricordare la Dott.ssa Anna Maria Briganti, personaggio di spicco del Soroptimist Club di Grosseto, l?iniziativa ha avuto negli anni destinazioni e scopi diversi, ma sempre indirizzati alla valorizzazione delle eccellenze del territorio. Per l?anno 2022, è stata rinnovata l?edizione dedicata alle Arti e Mestieri con un preciso ambito di riferimento: il turismo ecosostenibile. Il programma nazionale del Soroptimist International d?Italia per lo scorso anno, infatti, è stato coniugato sulla base degli obiettivi dell?Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il Premio si è ispirato al Goal 12: Garantire modelli di consumo e produzioni sostenibili. Negli ultimi anni sono nati gli hotel plastic-free che non utilizzano plastica nelle confezioni provenienti dalla lavanderia, nella propria ristorazione e in altri servizi legati al settore dell?ospitalità. In generale le strutture e gli alloggi ecoso- 120 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 Nella foto un momento della cerimonia di premiazione stenibili fanno scelte green a livello di riscaldamento, energia ed urbanistica e si occupano di produrre il minor numero possibile di rifiuti e aumentano al contempo il riciclo, in un?ottica di salvaguardia dell?ambiente. Le strutture indirizzate al turismo sostenibile utilizzano un numero minore di prodotti chimici e si riforniscono da aziende attente all?impatto ambientale. Fanno un uso consapevole dell?acqua e della climatizzazione e consigliano anche ai loro clienti di farlo. I ristoranti a basso impatto ambientale prediligono ingredienti biologici e a chilometri zero. Sono attenti a non utilizzare plastica e riducono gli sprechi alimentari. Scegliere in modo responsabile strutture di questo tipo significa viaggiare in modo ecosostenibile. Il Premio, dunque, ha voluto dare visibilità e riconoscimento alle aziende turistiche più virtuose in questa direzione attraverso l?impegno e i successi delle donne loro amministratrici o titolari. La cerimonia di premiazione come detto si è svolta a metà dicembre nei locali dell?Istituto Alberghiero di Grosseto. Nell?occasione la presidente del Soroptimist Club Grosseto, Sonia Capperucci e il presidente di Confcommercio Grosseto, Giulio Gennari, hanno consegnato gli Award 2022 alle donne imprenditrici della Maremma che più si sono distinte proprio proprio nel campo del turismo sostenibile. Hanno ricevuto il riconoscimento quat- tro titolari di altrettante strutture che, pur diverse per tipologia e dimensioni, sono risultate completamente rispondenti ai criteri di valutazione indicati nel bando (favorire l?innovazione e la crescita economica, ridurre gli sprechi, ma anche valorizzare gli scarti per produrre nuovo valore, diminuire l?impatto ambientale): Elena Fedeli, titolare dell?azienda Corte degli Angeli; Donatella Guidi, titolare dell?Hotel Haqua; Rita Lotti, titolare della Dimora Domus Socolatae; Simona Tozzi, titolare dell?Hotel Airone. La premiazione ha fatto seguito al convegno dal titolo ?Sosteniamo la sostenibilità? durante il quale sono intervenuti l?assessore al turismo del Comune di Grosseto, Riccardo Megale, il presidente di Confcommercio Grosseto, Giulio Gennari, e Giancarlo Dell?Orco, destination manager. Successivamente le imprenditrici giunte in finale al ?Premio Anna Maria Briganti per le Arti e i mestieri? 2022 hanno illustrato le best practices adottate nelle loro attività per favorire l?innovazione e la crescita economica riducendo gli sprechi e l?impatto ambientale. ?Il Soroptimist International ? ha detto la presidente Sonia Capperucci ? è una organizzazione vivace e dinamica per donne di oggi, impegnate in attività professionali e manageriali, che, attraverso la rete globale delle socie e la cooperazione internazionale, si impegna a promuovere il potenziale delle donne in ogni ambito NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA attraverso azioni concrete, come dimostra Il Premio dedicato alle Arti e Mestieri. Per questa edizione che si inserisce in un momento di grandi trasformazioni legate alle grandi emergenze nazionali e globali, il Club ha voluto dare un riconoscimento non solo alle capacità imprenditoriali delle donne ma anche alla loro sensibilità verso i problemi legati alla sostenibilità ambientale?. A MASSA MARITTIMA SVENTOLA LA BANDIERA GIALLA, CONFERMATO COMUNE CICLABILE Massa Marittima si conferma Comune ciclabile anche nel 2023, con il punteggio di un bike smile assegnato dalla Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab) all?amministrazione comunale, per l?impegno dimostrato nella promozione di politiche a favore della bicicletta. È il quarto anno consecutivo che nella città del Balestro sventola la bandiera gialla dei Comuni ciclabili. ?La bandiera gialla ? sottolinea Maurizio Giovannetti, vicesindaco con delega allo Sport del Comune di Massa Marittima ? non è un premio, come ha affermato il presidente nazionale di Fiab Alessandro Tursi, ma uno strumento a disposizione delle pubbliche amministrazioni per valutare sulla base di criteri precisi se il territorio è a misura di bicicletta. Per il Comune di Massa Marittima è il simbolo di un percorso intrapreso in questi anni sulla mobilità ciclistica, che intendiamo portare avanti cercando di cogliere anche i suggerimenti che arrivano da Fiab, per migliorare sempre di più, mettendo in campo iniziative bikefriendly che ci consentano nel tempo di mantenere questo riconoscimento?. ?Massa Marittima ? prosegue il vicesindaco ? in ambito sportivo e turistico si sta affermando come il paradiso dei bikers per l?ampia rete di percorsi ciclabili e di servizi dedicati a chi vuole visitare il territorio in bici. Percorsi semplici per neofiti, per le famiglie e percorsi tecnici off road, impegnativi, per i più esperti. Queste caratteristiche hanno portato Massa Marittima a diventare un punto di riferimento per le squadre nazionali di Piero Ardenghi premiato a Firenze con il ?Fiorino d?Oro? Grande soddisfazione per l?artista grossetano Piero Ardenghi al quale ad inizio dicembre è stato conferito il Premio Firenze 2022 per la pittura con il quadro dal titolo ?Figura astratta? acrilico 80x60, premiato con il Fiorino d?Oro I mportante riconoscimento per Piero Ardenghi. Il bravo artista grossetano ad inizio dicembre ha ricevuto a Firenze, nella stupenda cornice del Salone dei Cinquecento, il Premio Firenze 2022 per la pittura con il quadro dal titolo ?Figura astratta? acrilico 80x60, premiato con il Fiorino d?Oro. «Visto il luogo non poteva che essere ?Magnifico?. Lì, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio (luogo unico al mondo), circondato da secoli di arte e storia, insieme a molti artisti ed accompagnatori, quando mi hanno chiamato sul palco come vincitore del Premio Firenze a ritirare il Fiorino d?Oro per la pittura, ho provato un eccitamento fisico, un?emozione intensa, un brivido, come se una musica sottile mi attraversasse il corpo. Grazie». Queste le parole pronunciate dall?artista in occasione della cerimonia di premiazione. Breve nota biografica. Piero Ardenghi nasce a Montalcino (SI) nel 1943, dopo la breve frequentazione della scuola di arti e mestieri di Siena, inizia a lavorare in città nella bottega dei fratelli Martinelli, ebanisti specializzati per lavori di intaglio ed intarsio del legno. Nel 1964 si trasferisce a Montecatini Terme dove lavora come arredatore e addetto vendite presso un grosso mobilificio. Durante gli anni di residenza nella città termale conosce il pittore Pietro Annigoni. Il maestro aveva da poco iniziato i lavori agli affreschi (raffiguranti soggetti sacri) nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Buggianese e volle coinvolgerlo nella realizzazione della grande opera. Questa ?frequentazione? sarà fondamentale nella sua formazione artistica e personale. In quel periodo aderisce ed inizia ad esporre i suoi lavori di pittura in mostre collettive organizzate dal gruppo artistico pistoiese ?Arti al Buio?. Nel 1971 si trasferisce nella città di Grosseto, collabora per alcuni anni con due gallerie italiane, partecipa a concorsi d?arte e importanti mostre collettive, organizza e cura con successo mostre personali in luoghi pubblici e privati nel territorio nazionale. Nell?anno 2003 con una mostra a Stresa aderisce al movimento: ?Il Ricambio Generazionale dopo il Novecento?. Nel 2008 una sua opera è stata acquisita dal Sharjah Art Museum nell?Emirato UAE (Arabia Saudita). Fonda a Grosseto insieme a quattro amici artisti l?Associazione Culturale ?EVENTI?, la quale con proprie iniziative dall?anno 2000, si muove nel territorio nazionale per la promozione e la diffusione dell?Arte Contemporanea. Info: Piero Ardenghi. Studio Grosseto Via Australia 40. Tel. 0564 1793544 ? Cell. 339 8163661. info@pieroardenghi.it www.pieroardenghi.it www.pieroardenghi.altervista.org LE NEWS ? 121 LE NEWS Antonio Bonfilio e Dianora Tinti premiati a Roma Il 7 dicembre scorso nella Sala Laudato Si? del Palazzo Senatorio, a Roma, si è rinnovato l?appuntamento che è ormai divenuto tradizionale in Campidoglio a fine anno, ossia la cerimonia di consegna del Premio Lucio Colletti, giunto alla XIII edizione. I l Premio, che ha lo scopo di ricordare e fare memoria del filosofo Lucio Colletti, uomo del quale è noto non solo l?impegno culturale ma anche quello politico e civile, fu istituito dall?Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati su iniziativa del Centro Studi Filosofici Lucio Colletti nel 2005, a quattro anni dalla scomparsa del filosofo prematuramente deceduto nel novembre 2001. Il Premio, il cui Presidente Onorario è Gianni Letta, è e vuole continuare ad essere un inno alla libertà, al coraggio e al rigore morale nel segno di Lucio Colletti che fu, sopra ogni cosa, un uomo libero, e viene insignito a personalità che eccellono ciascuna nel proprio campo. Hanno ricevuto l?ambito riconoscimento che consiste, per questa edizione 2022, in una scultura dell?artista Federico Capitani: Giovanna Botteri (per il giornalismo), Lorenzo Infantino (per la filosofia), Valerio Rossi Albertini (per la divulgazione scientifica), Marco Taradash (per la politica), Silvio Perrella (per la letteratura), Alessandra Giovannoni (per la pittura), Giselda Vagnoni (per il 122 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 giornalismo), Rakim Moradi (per l?astrofisica). Tra i premiati anche due figure particolarmente vicine alla nostra terra: la scrittrice grossetana Dianora Tinti (per la letteratura) e Antonio Bonfilio (per la musica), deus ex machina della manifestazione Morellino Classica Festival che ogni estate anima a suon di note i più bei luoghi di Maremma. Alcuni dei vincitori degli anni precedenti, come Enrico Mentana, Arrigo Petacco, Alberto Ronchey, Marta Marzotto, Ernesto Galli Della Loggia, Mario Calabresi, Tito Stagno, Giorgio Agamben, Alessandro Gassmann, Roberto Andò, Giulio Savelli, Jorge Rueda, Giordano Bruno Guerri, Oscar Giannino, Aldo Grasso, Pietrangelo Buttafuoco, Aldo Cazzullo, Stefano Folli, danno la cifra dell?importanza e rilevanza del Premio. A consegnare le sculture Fauzia Gavioli Colletti, moglie del filosofo scomparso, che è presidente e animatrice del Centro Studi e il filosofo Carlo Monaco, collaboratore di Lucio Colletti. Mountain Bike di diversi stati d?Europa, ospitando allenamenti di giovani talenti e di grandi campioni. Stiamo collaborando con i Comuni dell?Ambito Territoriale Turistico su un?ambiziosa progettazione integrata della rete cicloturistica che superando i singoli confini comunali porti un altissimo valore aggiunto?. ?Se il nostro punto di forza è il cicloturismo ? specifica ancora Giovannetti ? e ci viene riconosciuta una buona capacità di promozione degli eventi ludico sportivi, c?è ancora molto da impegnarsi sulla mobilità urbana in bicicletta, aspetto sul quale la conformazione stessa di Massa Marittima, non aiuta a trovare soluzioni efficaci per incentivare l?uso della bici come mezzo di trasporto quotidiano, riducendo l?uso delle auto. Questo limite, al momento, ci impedisce di innalzare il nostro livello di ciclabilità che ci viene riconosciuto dall?associazione. Fiab, nella valutazione finale, per migliorare da questo punto di vista ci consiglia di rendere permanente la sperimentazione di Pedibus ? tutti a scuola a piedi o in bici ? incentivando così un uso più frequente della bici da parte dei cittadini, affinché si trasformi in una sana abitudine?. BANCA TEMA, NEL VIVO IL PROGETTO DEDICATO AI GIOVANI ?METTO IN CONTO IL MIO FUTURO? Promosso da Fondazione Tertio Millennio e FEduF, l?iniziativa coinvolge anche altre quattro BCC nel territorio nazionale Consentire ai ragazzi delle ultime classi delle scuole superiori di avvicinarsi alla conoscenza della finanza, dell?economia civile e della mutualità bancaria, è questo l?obiettivo dell?importante progetto pilota dal titolo ?Metto in conto il mio futuro! ? Educazione finanziaria cooperativa e mutualistica? a cui Banca Tema - Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma, da sempre attenta ai giovani e al loro futuro, ha scelto di partecipare. Al progetto, promosso da Fondazione Tertio Millennio ETS (l?ente del terzo settore del sistema del Credito Cooperativo) e Fondazione per l?Educazione e il Risparmio (FEduF), partecipano, oltre a Banca Tema, anche altre quattro BCC che operano in diverse aree del territorio nazionale (CR Alto Garda Rovereto in Trentino, Valpolicella Benaco Banca in Veneto, Bcc del Garda in Lombardia e CRA Castellana Grotte in Puglia) ognuna delle quali ha a sua volta coinvolto una scuola secondaria di secondo grado della propria area di competenza. In totale sono oltre 800 i ragazzi che partecipano al progetto a livello nazionale e, tra loro, 192 studenti delle classi terze e quarte dell?Istituto alberghiero Leopoldo II di Grosseto. ?Consentire a ragazzi che stanno per diventare maggiorenni o lo sono appena diventati ? spiegano il presidente di Banca Tema Francesco Carri e il direttore Generale Fabio Becherini ? di avvicinarsi ai temi dell?economia, della finanza, del risparmio e anche dell?etica e della mutualità bancaria, ha l?obiettivo di dar loro gli strumenti per farli diventare attori più consapevoli, non solo del proprio futuro ma anche del futuro delle comunità cui appartengono. È questo il motivo per cui crediamo che questo progetto sia molto importante, soprattutto in un contesto socio-economico che diventa sempre più complesso e che richiede per questo anche per i giovani conoscenze e preparazione specifiche.? Il progetto si è articolato in una serie di incontri iniziati a novembre dello scorso anno su temi importanti come il nesso tra denaro e benessere/felicità (?In quanti modi puoi chiamarla Economia?), la funzione e il significato della moneta e i pagamenti digitali (?C?era una volta (e c?è ancora) il denaro?) e cos?è e cosa fa una banca di comunità, le caratteristiche distintive una BCC (?La mia banca è differente!?). Al termine dell?ultimo incontro (in programma a marzo) saranno individuati i 3 migliori studenti per ogni scuola che parteciperanno ad un ?contest? tra tutti gli istituti coinvolti che assegnerà al miglior studente il premio finale in libri. Il primo incontro del progetto è stato preceduto da un pre-evento molto interessante che si è svolto ad ottobre, nell?ambito delle iniziative del Mese dell?Educazione finanziaria, sul tema ?Fate il nostro gioco? dedicato alla prevenzione del gioco d?azzardo e delle ludopatie. L?evento si è svolto come Digital Live Talk ed è stato condotto dai divulgatori scientifici di ?Taxi 1729? che hanno illustrato agli studenti le regole matematiche applicate alle varie forme di scommesse e al gioco d?azzardo svelandone le scarse possibilità di successo e gli alti rischi, con l?obiettivo di prevenire questo pericoloso fenomeno tra i giovani. Nel corso dell?evento i ragazzi sono stati coinvolti attraverso quiz e contest online e hanno avuto la possibilità di porre domande tramite il proprio smartphone. BANCA TEMA, CONSEGNATE 28 BORSE DI STUDIO E 18 BONUS BEBÈ Cerimonia al Teatro degli Industri a Grosseto per incontrare i premiati Una platea gremita ha partecipato ad inizio dicembre al Teatro degli Industri di Grosseto alla cerimonia di consegna di 28 borse di studio agli studenti più meritevoli e di 18 bonus bebè per i soci che sono diventati genitori nel corso dell?anno. Dopo due anni in cui l?appuntamento si è svolto on line a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, quest?anno Banca Tema ha potuto incontrare di nuovo in presenza i propri soci e le loro famiglie. Per i premi al merito scolastico, tutti i vincitori hanno ricevuto un riconoscimento in denaro e una pergamena in ricordo della giornata. Anche ai neo genitori Banca Tema ha donato un contributo di augurio per il nuovo nato, per iniziare a costruire insieme il futuro del piccolo, insieme ad un ricordo simbolico della serata. Presenti alla cerimonia il presidente Francesco Carri, alcuni consiglieri di Banca Tema e il direttore generale Fabio Becherini, i quali si sono complimentati con tutti i premiati. Ai neo diplomati e laureati hanno ricor- dato loro quanto sia importante l?impegno profuso negli studi per diventare cittadini attivi e consapevoli e ottenere i migliori risultati in campo professionale. Alle famiglie hanno rivolto un augurio speciale di serenità. La serata, condotta dal giornalista Diego Mancuso, è proseguita con una performance teatrale dell?artista Giacomo Moscato e con l?esibizione musicale della Filarmonica Città di Grosseto. ?Poter condividere oggi con i nostri studenti più meritevoli la gioia per i risultati ottenuti, è per noi ? ha dichiarato il presidente Francesco Carri ? una grande soddisfazione che ci fa riscoprire il piacere della comunità e dell?operare quotidianamente per accrescere il bene comune. Oggi abbiamo avuto anche il piacere di conoscere i nuovi arrivati nelle famiglie dei nostri soci e auguriamo a tutti loro un futuro di serenità?. ?Investiamo nel futuro dei nostri giovani con orgoglio e soddisfazione ? ha aggiunto il direttore Becherini ?. Sappiamo bene quanto il mondo del lavoro sia oggi selettivo e quanto siano importanti le competenze acquisite nel percorso di studi, per questo ogni anno rinnoviamo il sostegno agli studenti e alle loro famiglie, per incoraggiarli ad investire nella formazione e a realizzare le proprie ambizioni. Così come siamo in grado di supportare i neo genitori con prodotti dedicati alla tutela dei risparmi destinati ai propri figli?. L?incontro si è concluso con un brindisi augurale per un Natale che sia per tutti di ritrovata condivisione e serenità. Di seguito l?elenco dei premiati per il merito scolastico: Dario Abbate, Loren- LE NEWS ? 123 LE NEWS zo Albertazzi, Francesco Cagnani, Francesco Cherubini, Samuel Corazzi, Ilaria Cortecci, Tommaso Corti, Paolo Desideri, Francesco Fabbrini, Alice Frediani, Caterina Inchingolo, Francesco Lopez, Camilla Manini, Eleonora Manno, Matteo Martinelli, Giulia Mazzoni, Alessio Mecarozzi, Matteo Migliaccio, Chiara Panfi, Gino Piccini, Laura Puccioni, Giorgia Romagnoli, Jacopo Rosati, Francesco Sabbatini, Matteo Vichi, Vanessa Vichi, Gabriele Zacchei, Carolina Zulian. L?U.N.U.C.I. GROSSETO HA PREMIATO QUATTRO PERSONALITÀ LOCALI Nelle scorse settimane si è tenuto a Grosseto l?incontro di presentazione, per il 2023, dell?Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d?Italia (U.N.U.C.I) alle massime Autorità Militari cittadine e Provinciali. Il presidente della Sezione grossetana, Colonnello dell?Aeronautica Militare Giancarlo Indiati, ha invitato all?evento, tenutosi presso la sede cittadina, oltre ai componenti del Consiglio Direttivo, alcune personalità, ritenute ?Eccellenze della Maremma?, alle quali ha voluto attestare una pubblica riconoscenza, donando le tessere ?di cortesia? dell?Associazione d?Arma che raggruppa Ufficiali in quiescenza delle 4 Forze Armate. In particolare, dopo aver ripercorso la storia dell?Unione e illustrato le attività culturali, sociali e benefiche che l?UNUCI porta avanti da tempo, il presidente Indiati ha consegnato i riconoscimenti a quattro personalità di rilievo che ope- rano sul territorio grossetano e possono considerarsi amiche dell?Unione. Per questo è stata consegnata la tessera di cortesia all?On. Fabrizio Rossi, vice sindaco e assessore allo sport legatissimo alla città; a Rossano Marzocchi, giornalista e cultore di storia locale, che da anni con le sue rubriche e le diverse pubblicazioni mostra da sempre un?attenzione particolare alla Maremma; a Priscilla Occhipinti, nota ?Maestro distillatore donna? imprenditrice di successo che, con le grappe Nannoni, ha raggiunto livelli di prestigio internazionale nel campo della distillazione e non solo, a Luigi Galimberti imprenditore agricolo, che ha fondato ?SFERA? e numerose startup di eccellenza nel settore. Presenti all?evento, il Comandante del 4° Stormo e Comandante del Presidio Militare Col. Filippo Monti, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. Giuseppe Adinolfi, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Col. Nicola Piccinni, il Comandante di Savoia Cavalleria Col. Roberto Forlani, il Comandante del Centro Militare Veterinario Col. Salvatore Santone, il Comadante CP Ufficio Circondariale PSS TV Luigi Buta, il Comandante 121 Sq.RR Poggio Ballone cap. Giacomo Stefanelli, il Comandante del VVFF Pietro Vincenzo Raschillà, il Comandante del Centro Cinofilo AM Magg. Igino Galante ed il Cappellano Militare Don Michele Fiore. La Sezione grossetana dell?UNUCI intitolata al Sottotenente di Vascello Leonardo Madoni, trova la sua collocazione negli ambienti che un tempo furono sede della Fabbrica Vivarelli e poi del Ce.Mi.Vet., noto ai grossetani con nome storico di Centro Raccolta Quadrupedi, sede sempre aperta alla cittadinanza con iniziative sociali, come l?ippoterapia e, un tempo, anche con i memorabili concorsi ippici. Lo scopo dell?UNUCI dal motto ?Pro Patria Semper? è quello di mantenere i contatti con le Forze Armate sul territorio, diffondere e mantenere vivi i valori di difesa della patria e delle istituzioni democratiche promuovere iniziative culturali e partecipare alle attività socio-culturali del territorio; infatti, è in atto una collaborazione sinergica con l?Università delle tre età di Grosseto e nei locali della Sezione sono stati svolti due corsi, uno di sicurezza informatica e uno sulla Costituzione italiana e la criminalità organizzata, tenuti da Ufficiali iscritti all?UNUCI. L?U.N.U.C.I. in collaborazione con l?Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Grosseto (ANC) inoltre promuove, il 12 novembre di ogni anno, una cerimonia in ricordo dei caduti, militari e civili, in operazioni di pace fuori dal territorio nazionale. (Nassiriya) La recente serata conviviale che ha aperto questo 2023 è stata dunque l?occasione per rilanciare l?impegno per la collettività dell?Associazione e, al tempo stesso, mostrare riconoscenza e apprezzamento per coloro che si impegnano ogni giorno, in differenti campi, per valorizzare la Maremma ormai conclamata sede di numerose ?Eccellenze? sia Militari che Civili. BANCA TEMA HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE DI GREAT PLACE TO WORK® ITALIA 2023 Banca Tema è risultata la prima realtà a raggiungere la certificazione di ?Great Place to Work? tra tutte le BCC del Gruppo BCC Iccrea e le società collegate. Il prestigioso riconoscimento, che testimonia il benessere aziendale e l?orgoglio di essere parte di una comunità, è stato attribuito a Banca Tema dall?istituto di ricerca ?Great Place to Work Italia®? a seguito di un?approfondita indagine sul clima aziendale effettuata tra i collaboratori. L?analisi ha riguardato più fattori, tra cui la credibilità, il rispetto, l?equità, l?orgoglio e la coesione e i risultati ottenuti 124 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 hanno rilevato un alto grado di soddisfazione nei collaboratori e un benessere lavorativo elevato. Tutte le informazioni sono state raccolte in completo anonimato e in forma aggregata, con l?obiettivo di comprendere al meglio le esigenze del personale e di conseguenza poter migliorare dove necessario. ?Siamo orgogliosi ? dichiara Fabio Becherini direttore generale di Banca Tema ? di aver ottenuto questo riconoscimento. In un?azienda in cui il clima di lavoro è sereno e collaborativo, si possono raggiungere ottimi risultati che contribuiscono a rafforzare il valore del nostro Istituto?. ?LA MAREMMA PER LA PACE?, TRA TRADIZIONE E STORNELLI ?La Maremma per la Pace - Tradizione e stornelli?: è stato questo il titolo dell?evento proposto alla vigilia delle feste natalizie, presso la Camera di Commercio, per iniziativa dell?Associazione Maremma Cultura Popolare e della Pro loco di Roselle, con la partecipazione della CNA di Grosseto. Presentato dal giornalista Giancarlo Capecchi, l?appuntamento, saltato per alcuni anni a causa della pandemia, è tornato per promuovere le tradizioni, ma anche per parlare del tema della Pace che oggi preoccupa tutti. Nell?occasione sono intervenuti alcuni poeti estemporanei come Elino Rossi, Lorenzo Michelini, Mauro Chechi, Fernando Tizzi, Irene Marconi (una voce femminile) e il giovanissimo Samuele Tosi ed alcuni Cori della tradizione quali il Coro degli Etruschi, i Carbonai di Maremma, i Cantori dei tempi passati ed il giovane Marco Renzi di Massa Marittima, che ha presentato un pezzo del cantastorie Eugenio Bargagli dedicato a Don Zeno di Nomadelfia. Una presenza d?eccezione è stata quella di Argia, il personaggio più popolare del teatro maremmano. La Filarmonica (Società musicale bandistica della città di Grosseto) è sfilata nel centro della città per annunciare l?evento, ripreso anche da TV9, l?emittente maremmana. Il cuore di questo spettacolo popolare è stato caratterizzato dagli ?stornelli? improvvisati dai poeti. Lo stornellare è stata una delle espres- È nato Visit Pitigliano, il portale turistico di Pitigliano Negli ultimi tempi internet ha fortemente rivoluzionato lo scenario tradizionale del mercato del turismo, permettendo a tutti i soggetti coinvolti ? fornitori di servizi, intermediari, organizzazioni turistiche di promozione delle destinazioni ? di rivolgersi direttamente ai loro potenziali clienti. A vvantaggiandosi della rete, la competizione nel processo di intermediazione diviene sempre più forte. In questo contesto complesso e altamente competitivo si colloca il progetto Visit Pitigliano (raggiungibile all?indirizzo visitpitigliano.com), che ha come oggetto l?evoluzione del sistema turistico locale sul web, con un duplice obiettivo da cogliere: offrire un?idonea funzione informativa e affermare una piattaforma web fortemente integrata con gli strumenti impiegati dai soggetti che promuovono le destinazioni turistiche. Ideato e realizzato da Pietro Moroni, professionista nel settore della comunicazione, Visit Pitigliano nasce per offrire visibilità e aggregare le varie proposte in un unico mezzo di comunicazione per fornire all?utente un?informazione completa. L?obiettivo del portale è orientare il turista nella pianificazione del proprio soggiorno, dalla scelta dell?alloggio, dei ristoranti, al percorso culturale, naturalistico, per vivere la migliore esperienza sul territorio pitiglianese. Visit Pitigliano, presto disponibile anche in lingua inglese, comprende, oltre alla home page, quattro macro sezioni ? ?info?, ?dove dormire?, ?cosa vedere?, ?cosa fare? ? più le pagine di primo livello ?esperienze? e ?blog?. Nella parte ?info? vi sono le informazioni sul territorio, come arrivare, i riferimenti dell?Ufficio Turistico, l?elenco delle guide turistiche e ambientali, ciascuna con una pagina dedicata, i servizi, i numeri e gli indirizzi utili. A seguire troviamo la sezione ?dove dormire? che presenta una selezione delle migliori strutture ricettive, filtrabili per tipologia e distanza dal centro storico. ?Cosa vedere? raccoglie i musei, la Piccola Gerusalemme, le Vie Cave, i monumenti e le chiese, inclusi gli orari delle Sante Messe, i punti panoramici. In ?cosa fare? vengono mostrati gli eventi in calendario, stagione teatrale compresa, gli itinerari per gli appassionati di trekking ed escursioni, i migliori ristoranti, bar e caffé (sempre filtrabili), le aziende agricole dove degustare le eccellenze locali, nonché le attività commerciali dove fare shopping o dove, ad esempio, noleggiare biciclette. Tra le pagine di primo livello è importante segnalare ?esperienze?: qui, a breve, verrà pubblicato l?elenco dei pacchetti turistici creati da Tamburino Viaggi, agenzia viaggi e tour operator partner esclusivo di Visit Pitigliano. Si tratta di proposte per tutte le esigenze ? dal single alla coppia, dalla famiglia ai gruppi ? per vivere a Pitigliano una vacanza completa, chiavi in mano. LE NEWS ? 125 LE NEWS Marzo al Quadrivio con ?Al Femminile? e ?I Luoghi dell?Anima? Una mostra ?Al Femminile? di Patrizia Zuccherini fino all?8 marzo. E poi un ciclo di quattro incontri dal titolo ?I Luoghi dell?Anima? nel contesto del contenitore artistico Emozion-Arti, ideato da Pasqualino Casaburi. Queste le proposte della Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? in programma nel mese di marzo È un?attività sempre più intensa quella proposta presso la Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? con sede in viale Sonnino 100 a Grosseto. In questo mese ? e precisamente l?8 marzo ? andrà a chiudersi, con un brindisi alle donne, la mostra di scultura e pittura di Patrizia Zuccherini (nella foto) ?Al Femminile? che così viene presentata dal critico d?arte Paolo Pisani: ?Corpi umani femminili modellati attraverso pittura, grafica e scultura. Come ?bolle di sapone? si offrono agli sguardi di un pubblico forse attento o forse distratto. Non ha importanza: la creazione è compiuta!?. Sempre nel mese di marzo, nei giorni, 10, 17, 24 e 31 la Galleria ospiterà EmozionArti, il contenitore artistico ideato da Pasqualino Casaburi con il puro intento di creare nuove vedute all?interno di nuovi spazi. ?I Luoghi dell?Anima? è lo stimolante titolo di una nuova rassegna nella quale, a partire dal 10, verranno presentati 126 ? Maremma Magazine ?Marzo 2023 settimanalmente alcuni ?incontri eccellenti? con scrittori, poeti, cultori della danza, attori ed artigiani del teatro. «Un tentativo ? si legge nelle note di presentazione ? per stimolare e coinvolgere emotivamente un pubblico sempre più esigente riguardo ai contenuti di una proposta che spesso subisce una certa omologazione. I Luoghi dell?Anima diventa così una vetrina di offerte molto originali proponendo intanto le quattro date, quattro venerdì significativi, 10-17-24-31 marzo. Quattro incontri, un crocevia della cultura, potremo dire, del luogo che ospiterà gli eventi, la Galleria il ?QUADRIVIO?». Questo il programma degli incontri (inizio ore 17): il 10 Katriona Munthe, il 17 Bruno Baldassarri, il 24 Valeria Petri, il 31 Roberta Mezzabarba. Il 10 marzo, primo appuntamento con Katriona Munthe e Robin Summa sul tema ?Noi e le nostre Maschere?. Tutti gli eventi in programmazione saranno ad ingresso gratuito e senza prenotazione. sioni più diffuse nel mondo delle tradizioni. Soprattutto in Toscana ? e in particolare in Maremma ? si stornellava spesso durante i lavori agricoli. Scriveva Renato Fucini in un suo racconto: ?Da ogni bosco, da ogni vigna e da ogni uliveta, erano frulli di rispetti e di stornelli che andavano a fondersi nell?aria coi frulli e coi canti degli uccelli che popolavano a stormi il giallore delle stoppie e il verde dei boschi...?. La stessa cosa ce la fa notare il poeta contadino Morbello Vergari: ?Nei campi di grano maturo, i mietitori, uomini e donne, scesi dalla montagna, cantavano con lena mietendo, facendo concorrenza all?insistente frinire delle cicale sugli alberi storditi dal sole. Anche gli uliveti, durante la raccolta delle ulive, risuonavano dei canti delle raccoglitrici e allora la quiete si vestiva di gaiezza...?. Generalmente gli stornelli erano appresi oralmente e quindi cantarli diventava un esercizio di memoria (oltre che di voce), per questo lo stornellare si prestava a fare delle ?gare? dove chi ne sapeva di più vinceva la competizione. Spesso si iniziava con l?invito a gareggiare: Se voi veni? co? me a canta? stornelli/ lèvéti la mattina avanti a? galli/ lèvéti la mattina avanti a? galli/ così si fa? chi le canta più belli. L?interesse per gli stornelli nel passato è stato notevole, tanto che, con la diffusione dei dischi in vinile, diversi cantanti hanno registrato varie raccolte di ?Stornelli? (vedi le incisioni di Narciso Parigi, Carlo Buti, Walter Carlesi, Adriano Cecconi, o di Claudio Villa) che hanno finito per influenzare anche il canto tradizionale. Gli stornellatori più apprezzati nel mondo popolare sono stati quelli che hanno dimostrato non comuni qualità vocali. In Maremma un solista d?eccezione è stato Sesto Vergari (19382016) che con la propria voce forte e sostenuta ha caratterizzato il repertorio degli stornelli con grande libertà esecutiva ed ha finito per dare una impronta personale alle proprie esecuzioni. L?iniziativa è stato un modo per dare nuova voce alla cultura popolare riportando l?attenzione sui temi di oggi, con una forma che contrasta con i modelli consumistici di una società che sta perdendo i propri valori e la propria memoria. IL POLO CULTURALE LE CLARISSE DIVENTA ?DIGITAL? E SENZA BARRIERE Una sala interattiva per interagire con le opere d?arte, una guida virtuale per accompagnare i visitatori in percorsi personalizzati, la completa digitalizzazione del patrimonio culturale per poterne fruire in ogni forma. Il Polo culturale Le Clarisse ? già Museo di rilevanza regionale ? diventerà un ?museo multisensoriale? senza barriere, grazie a un finanziamento europeo del ministero della Cultura da quasi 500mila euro ottenuto da un progetto presentato da Fondazione Grosseto Cultura e curato dalla società di progettazione Wav-e di Valeria Fabbroni e Aldo Lazzeri. «Il progetto ? dichiarano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Cultura, Luca Agresti ? rientra nella visione futura che abbiamo per Grosseto. Abbiamo gettato le basi nei primi cinque anni di mandato, creando a Grosseto un?offerta culturale nuova e al passo con i tempi, adesso guardiamo al futuro e in particolare all?innovazione e alla digitalizzazione, processo che stiamo portando avanti anche in altri campi. Questo ci consentirà di essere competitivi anche con città più grandi e di continuare ad essere il riferimento per la nostra splendida provincia, come capoluogo. ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato a questo grande successo, partendo dalla Fondazione Grosseto Cultura e dai progettisti, cui va il merito di aver conquistato le attenzioni del ministero della Cultura». «Il nostro polo museale ? dichiarano il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari, e il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa ? già nel 2019 aveva vissuto un profondo rinnovamento con la realizzazione degli spazi dedicati alla Collezione Luzzetti e ora è atteso a un nuovo importante salto di qualità grazie alla progettualità che siamo stati capaci di presentare e che è stata giudicata meritevole dal ministero della Cultura, tra le prime in Italia per entità di finanziamento. Sapremo metterlo a frutto nel modo migliore, a vantaggio dell?intera struttura museale e naturalmente di tutta la nostra comunità. Ringraziamo i professionisti che hanno curato e seguito il progetto, a partire dalla società di progettazione Wav-e, e l?Amministrazione comunale per il sostegno». Il finanziamento complessivo ammonta a 496.500 euro ed è stato concesso in seguito alla presentazione di un dettagliato cronoprogramma di procedura e di spesa che prevede di concludere i lavori entro la fine del 2023. Il progetto è in partnership con il Club Unesco Grosseto (per garantire visibilità nazionale ai risultati), la Fondazione Polo universitario grossetano (con la quale Fondazione Grosseto Cultura condivide alcuni spazi nel polo museale, come il Museolab, per garantire il collegamento con gli studenti e accogliere laureandi), la Fondazione il Sole (che si occupa del sostegno e dell?accompagnamento di disabili) e la Camera di Commercio (per il collegamento con gli esercenti). «L?obiettivo del progetto ? spiega la presidente di Wav-e,Valeria Fabbroni ? è quello di consentire una visita museale interattiva, all?insegna della facilità di accesso e delle informazioni certificate delle opere, tramite una completa digitalizzazione del patrimonio culturale. Nel museo verrà allestita una stanza totalmente interattiva, dove opere o eventi potranno essere apprezzati comodamente in una condizione immersiva e coinvolgente: il visitatore potrà interagire con schermi ad alta definizione e in modalità touchless, senza contatto fisico. Moduli ottici di tracciamento cattureranno i movimenti delle mani con precisione e il visitatore potrà interagire percependo sensazioni tattili virtuali proiettate mediante la tecnologia Aptica, che permette di trasformare onde ultrasoniche in tocco virtuale. La stessa tecnologia interattiva sarà riprodotta nelle pareti laterali con ledwall ultra-Hd e in parte del pavimento, creando così un?ambientazione totalmente immersiva nell?esposizione. Ci sarà anche una guida virtuale, che accompagnerà il visitatore tramite un apparecchio acustico senza auricolare: le informazioni offerte dall?audioguida saranno collegate in tempo reale al percorso scelto dall?utente, che potrà deviare dal percorso suggerito ed essere comunque costantemente assistito dalla guida. Ogni servizio sarà fruibile anche dagli utenti con difficoltà motorie: l?esperienza multisensoriale (audio, video, modello 2D braille, modello 3D) sarà accessibile sia percorrendo l?esposizione fisica e sia ripercorrendola da remoto, su ogni opera esposta o archiviata, anche al di fuori del museo». Un?accessibilità garantita anche dalla rischedatura digitale di tutte le opere. «Il patrimonio culturale del museo ? conferma la presidente di Wav-e, Valeria Fabbroni ? sarà digitalizzato, a cura di personale specializzato: ogni opera sarà associata a un ?gemello digitale? (replicabile anche in scala, 2D e 3D) attraverso l?utilizzo di una certificazione digitale (Blockchain) che ne comproverà l?unicità e la corrispondenza con l?originale, consentendo così di poterne seguire l?evoluzione e la trasformazione nel tempo. Dati certi, protetti e facilmente accessibili, sia al museo e sia da remoto, attraverso l?utilizzo di un?App che darà accesso alle informazioni sulle singole opere. La digitalizzazione e l?App saranno utili anche per semplificare eventuali operazioni di restauro, rintracciare facilmente opere trafugate o non catalogate, semplificare le ricerche storiche, realizzare copie fedeli e certificate dell?opera o del reperto, oppure per assistere in differita a un?esposizione museale o a un evento». Nella foto, da sin.: Aldo Lazzeri, Luca Agresti, Valeria Fabrizi, Giovanni Tombari, Mauro Papa LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE David Berti, Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Michele Guerrini, Sara Landi, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Andrea Ricchiuti, Elisabetta Russo, Giada Rustici, Lina Senserini, Dianora Tinti, Antonella Vitullo CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. MODALITÀ DI PAGAMENTO: Gli importi indicati potranno essere versati: ? tramite bonifico sull?IBAN: IT 36 Y 08851 143020 00000212815 intestato a CS Edizioni srl; ? mediante bollettino postale sul conto corrente n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante carta di credito. SUGGERIMENTI Le informazioni inserite in questo numero sono state raccolte in anticipo rispetto alla programmazione definitiva degli eventi. Suggeriamo pertanto ai lettori di verificare sempre, telefonicamente, se non siano intervenuti cambiamenti nelle date, negli orari. La redazione di Maremma Magazine non assume alcuna responsabilità per quanto riguarda l?effettiva attuazione delle iniziative elencate nelle pagine precedenti, né per eventuali cambiamenti di programma. PER CONTATTI Gli enti, le associazioni, le pro loco, i privati che volessero inviarci i calendari delle varie manifestazioni possono farlo: ? per fax al numero 0564 1979133; ? per posta ordinaria all?indirizzo Maremma Magazine c/o CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? per e-mail sulla casella: redazione@maremma-magazine.it oppure maremma.magazine@virgilio.it N.B. I programmi degli eventi devono tassativamente pervenire in redazione entro il 20 del mese precedente a quello nel quale andranno a svolgersi. Eventuali collaborazioni sono libere e gratuite. © 2023 COPYRIGHT CS EDIZIONI SRL Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l?autorizzazione scritta dell?Editore. Questo periodico è associato all?USPI Unione Stampa Periodica Italiana e all?A.N.E.S. Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata