MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XIX ? NUMERO 9 ? NOVEMBRE 2021 ? ? 3,50 Inoltre... Sulle tracce dei Musei di Maremma in mobilità dolce. Prima tappa: il Monte Amiata Un Central Park a Grosseto con il futuro Parco del Diversivo ?Le ricette di Alissa?, un libro? tutto da gustare e regalare a Natale Campagnatico, uno scrigno di storica bellezza che non t?aspetti Montecucco, in Toscana un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale Gli antichi mestieri di una Maremma d?altri tempi LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI LA NOTTE VISIBILE DELLA CULTURA ESTESA SU PIÙ GIORNI? UNA PROPOSTA DA ACCOGLIERE Gentile Direttore, ho letto con molto piacere il Suo editoriale nel numero di ottobre di Maremma Magazine, intitolato ?E se la Notte Visibile della Cultura durasse una settimana?? L?ho letto con piacere perché documenta ? da una fonte attenta, ?neutrale? e autorevole ? il favore che questo tipo di iniziativa stimola nel pubblico non soltanto cittadino: la Notte della Cultura è arrivata alla sua nona edizione e l?intera manifestazione d?arte e animazione culturale urbana ?Città Visibile?, che la include, è giunta alla dodicesima edizione. Ormai queste iniziative fanno parte della storia culturale di Grosseto e siamo orgogliosi di aver contribuito a realizzare qualcosa che, con risorse modeste, ottiene risultanti così eclatanti. Perché non sfruttarne ancora di più il potenziale? Per rispondere a questa domanda, devo fare una premessa: come molti sanno, la manifestazione nasce per rendere ?visibile? l?energia culturale della città e quindi si rivolge principalmente, con bandi pubblici, agli operatori culturali locali e ai cittadini per renderli protagonisti degli eventi e non solo spettatori passivi. Li stimola a partecipare, tutti, a prescindere dalle loro reali competenze professionali nel settore artistico. Il processo di ideazione e di relazione tra gli operatori del territorio è quindi il vero obiettivo, spostato sull?ottica della coesione sociale, del progetto culturale di Città Visibile. Come se la Notte della Cultura fosse semplicemente un saggio ? equiparabile a quello delle scuole di danza ? del processo di formazione annuale, nel settore culturale, dei grossetani. Di conseguenza molti degli operatori culturali che realizzano le iniziative sono volontari e questo rende la manifestazione, per la parte delle produzioni, sostenibile dal punto vista economico e discontinua dal punto di vista della qualità dell?offerta. Ma la rende anche unica, molto partecipata e di conseguenza, essendo anche gratuita, molto frequentata dagli spettatori. Questo successo ci ha spinto molte volte a ipotizzare la realizzazione di più notti della cultura ma, fino a questo momento, le enormi difficoltà burocratiche ? specialmente in tempo di pandemia ? e le spese legate all?organizzazione di spettacoli in aree pubbliche, che sono molto più onerose dei compensi dati a chi organizza i singoli spettacoli, hanno inibito questa progettualità. Se però pensiamo che le Notti della Cultura, come Lei propone, possano essere sfruttate anche in chiave turistica, allora si può ipotizzare un maggior investimento di energie professionali e di risorse economiche. Io sono assolutamente favorevole. Così favorevole che il progetto Città Visibile ? con più Notti della Cultura distribuite su sei mesi ? è stato ufficialmente inserito nel progetto generale per Grosseto Capitale della Cultura 2024 redatto dall?agenzia Promo PA. Un primo passo per andare in questa direzione potrebbe essere quello di celebrare la decima edizione della Notte Visibile della Cultura, nel 2022, con la sua estensione a un intero fine settimana, istituendo due notti consecutive: venerdì e sabato. Questa volta sono io a lanciare l?idea, sperando che eventuali investitori o sponsor possano raccogliere l?appello e darci una mano a sostenere con nuove risorse economiche la visibilità culturale della nostra città. Mauro Papa Direttore Polo Culturale Clarisse Arte UNA FIRMA INVOLONTARIAMENTE NEGATA Gent.mo Direttore ho ricevuto il numero di ottobre della Sua ottima rivista Maremma Magazine, che rappresenta un punto di riferimento per quanti sono interessati alla nostra Maremma, ed ho trovato molto efficace la scelta delle illustrazioni che accompagnano e danno chiarezza al mio elaborato sul nostro celebre concittadino Talete Cosimini. Un certo malumore mi è stato provocato nel non vedermi citato come autore dell?articolo, ma ciò è stato ampiamente superato dall?aver attribuito la paternità (o maternità?) del testo ad una scrittrice conosciuta ed apprezzata (Tamara Gigli Sanesi, ndr) per i suoi numerosi ed interessanti libri attinenti per lo più alla nostra Maremma. Con i migliori saluti Ing. Antonio Cosimini Gent.mo Antonio Cosimini, in primis la ringrazio per le parole di apprezzamento. In merito alla mancata citazione come co-autore dell?articolo le confesso che non ne eravamo a conoscenza. Il servizio ci è arrivato da Tamara Gigli, per cui abbiamo dato per scontato che l?avesse scritto lei. Avessimo saputo che era stato elaborato in coabitazione non avremmo avuto alcun problema a citare entrambi. Rimediamo con la pubblicazione di questa sua mail. Un cordiale saluto Celestino Sellaroli Direttore responsabile Maremma Magazine Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma­magazine.it Compa­ tibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 14 24 28 48 SOMMARIO VIVI 14............?Le ricette di Alissa?, un libro? che prende per la gola, tutto da gustare e regalare! 21............L?Ambito Maremma To? scana Area Nord è Comunità Europea dello Sport 2023 24............Casa Rossa Ximenes è finalmente dei castiglionesi! Ora il percorso di valorizzazione può decollare 28 ............Campagnatico, uno scri? gno di storica bellezza tutto da scoprire 34............Sulle tracce dei Musei di Maremma in mobilità dolce. Pri? ma tappa: il Monte Amiata 40............?Il Museo a scuola!? una bella opportunità didattica per gli studenti per imparare diver? tendosi 44............Gli antichi mestieri, oggi scomparsi, di una Marem? ma d?altri tempi 48............Montecucco, in Toscana un esempio virtuoso di sosteni? bilità ambientale 54.............Maremma Challenge, in e?bike alla scoperta della Marem? ma. Un percorso di 578 chilome? tri tra le bellezze del territorio 60............Un Central Park per la città di Grosseto con il futuro Parco del Diversivo approvato 68............?Le Vie dei Medici?, un museo diffuso en plein air esteso su tutta la Toscana 76 ............Premio letterario Nazio? nale Città di Grosseto ?Amori Sui Generis?, un?altra strepitosa edi? zione 80............?Il Maremmano d?Oro?, grande successo per la prima edizione del Premio internazio? nale ideato da Rodolfo Baldas? sarri 86............Paolo Fanciulli e quella inesauribile voglia di lottare per salvaguardare la bellezza del mare In copertina, un tramonto sulla Casa Rossa Ximenes a Castiglione della Pescaia Foto © Lorenzo Biagini SOMMARIO ? 9 92 SCOPRI C?è da vedere 92............Il Museo dell?Olio diffu? so a Seggiano: un unicum tutto da scoprire Briciole di Storia 96............La Pia di Donizetti e quel discusso caso del cambio del finale in una messa in scena a Napoli Personaggi 100.........Giuseppe Fommei e la storica battaglia di El Alamein L?angolo del libro 104.........?Il Volo dell?Unicorno?, prima raccolta di poesie griffate Elena Cipriani Mazzantini 105.........My argentario, il libro che racconta con ironia e legge? rezza ?lo scoglio? 106.........?Storie d?amicizia e di scrittura? nel saggio di France? 104 sco Ricci GUSTA Vino e dintorni 108.........Il Consorzio Morellino di Scansano riceve il Premio Innovazione Smau 2021 WINE NEWS 110.........Va ad Angela Saba al Cheese di Bra il premio naziona? le ?Resistenza casearia? di Slow Food 111.........?Girogustando nei Bor? ghi di Maremma? con i vini della DOC Maremma Toscana 111.........Caseificio Il Fiorino, grandi riconoscimenti al concor? so ?Great Taste Awards? Di vino in cibo 112.........Rocca di Frassinello, un?opera d?arte nel cuore della Maremma toscana 10 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 116 Il vino del mese 116............BROC birra agricola toscana, la scommessa vincente di Ugo Contini Bonaccossi La ricetta 118.........La zuppa frantoiana, una prelibatezza senza tempo? LE NEWS 120.........AdF e Gruppo Acea: nasce Agile Academy, per svilup? pare le eccellenze del futuro 121.........?Distretto Rurale della Tosca?na del Sud?, arrivano le risorse 121.........Bilancio positivo per il progetto ?Mare per tutti ?21? 122.........La scrittrice grossetana Dianora Tinti premiata a Massa 123.........Il 2022 è l?anno del cen? tenario della nascita di Luciano Bianciardi 122 123.........Cirigioco, una bella ini? ziativa per regalare doni e sorri? si a Natale 123.........?L?uomo che suonava il pettine? il nuovo romanzo di Maria Giovanna Bonaiuti 124.........Grosseto, nuovo volto per il bastione della Cavalleriz? za: concluso il primo stralcio dei lavori 124.........Va ad Esmeralda Olivari il Premio di Laurea Antichi 125.........Non ha vincitori la pri? ma edizione del Concorso per direzione d'orchestra 125.........Caldana ha reso omag? gio al Sommo Poeta 126.........L?arte di Daniele Salve? strini in mostra al Quadrivio 126.........Riccardo Breda confer? mato al vertice della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Una petizione per Cala di Forno C ala di Forno è una delle spiagge più belle e rappresentative della nostra amata Maremma. Una perla, anzi una vera e propria icona, per chi ama la natura più pura ed incontaminata. Un luogo unico, nel quale non è difficile imbattersi in volpi, caprioli, daini, cinghiali che scorazzano indisturbati e anzi, spesso, fanno il bagno insieme alle persone che hanno la fortuna di raggiungere questo angolo così magico. La spiaggia si trova all?interno dell?omonima Tenuta di proprietà delle sorelle Vivarelli Colonna che fino a qualche anno fa concedevano l?accesso via terra attraverso una convenzione con il Parco Regionale della Maremma, nel cui contesto detta spiaggia si trova. Tra gli itinerari del Parco, il mitico A4 della lunghezza di 18 km, per 9 ore di camminata, immersi in un paesaggio ed un mare da favola, era uno dei più richiesti e gettonati. Oggi, a causa dell?emergenza sanitaria, quest?itinerario è chiuso, per cui al momento l?accesso alla spiaggia è consentito solo via mare. Poco distante da qui vi è anche la Torre della Bella Marsilia, un altro luogo caro ai maremmani che riporta alla storia, ma forse sarebbe meglio scrivere leggenda, della Bella Marsilia, la giovane Margherita di Giovanni Marsili che abitava l?allora Castello del Collecchio (oggi Torre alta, anch?essa proprietà dei Vivarelli). Rapita nel 1543 durante una razzia turca fu portata a Costantinopoli e condotta alla corte di Solimano I. Nell?harem la donna, grazie al suo fascino, divenne ben presto, prima la favorita, poi moglie legittima del Sultano e dunque imperatrice dell?impero Ottomano, facendo di tutto perché fossero i suoi figli (e non quelli avuti precedentemente dal sovrano) ad ereditare il trono. Senza contare poi che la spiaggia di Cala di Forno ha fatto spesso da sfondo anche a diversi film, come ad esempio ?Al lupo, al lupo? di Carlo Verdone del 1992, oppure ?Viola bacia tutti? di Giovanni Veronesi del 1998 o anche, prima ancora, nel 1984 ?Non ci resta che piangere? di e con Massimo Troisi e Roberto Benigni; celebre in quest?ultima mitica pellicola è la scena finale in cui i due interpreti arrivano di corsa sulla spiaggia di ?Palos?, alias proprio Cala di Forno, nel vano tentativo di fermare Cristoforo Colombo che stava per partire alla volta delle Americhe... Insomma, tutto questo per dire che siamo nel cuore paesaggistico, storico e culturale della Maremma e che parliamo di un luogo simbolo, dal grande fascino. Ed è, per l?appunto, proprio qui che ha messo gli occhi ? stando alle ultime notizie riportate dai media locali e nazionali ? Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada. L?imprenditore di origini aretine, ma con il cuore spesso in Maremma (basti ricordare l?avventura di Luna Rossa di ormai qualche decennio fa, che vide come base di appoggio il porto di Punta Ala in quel di Castiglione della Pescaia), pare abbia già firmato, a fine settembre, il rogito per l?acquisizione della proprietà della Tenuta delle sorelle Vivarelli Colonna. Le intenzioni di Bertelli non sono ancora note. Di certo si sa che Cala di Forno è un?area vincolata, sottoposta alle norme stringenti che regolano il Parco, per cui qui non potranno essere edificate strutture particolari e/o di lusso, ma potrà essere per contro interdetto il passaggio a turisti, escursionisti, amanti del trekking e così via, impedendo loro di arrivare nella zona. L?accesso ai sentieri che conducono all?insenatura, infatti, l?ente parco deve negoziarlo con la proprietà. E se finora questa negoziazione, almeno fino all?inizio della pandemia, aveva sempre trovato piena disponibilità da parte delle sorelle Vivarelli Colonna, da sempre innamorate della nostra Maremma, il dubbio è che questa disponibilità e sensibilità possa non avere un seguito con il nuovo proprietario. La tenuta acquistata da Bertelli include un?ampia area boschiva, la spiaggia su cui scorazzano liberi daini e caprioli, l?Antica Dogana e le case coloniali. E, soprattutto, le torri rinascimentali (tra cui anche la Torre della Bella Marsilia e quella di Cala di Forno), erette dai Medici sui basamenti di precedenti costruzioni medievali. Un patrimonio naturalistico e culturale che, d?ora in poi, rischia di divenire inaccessibile al pubblico. Ecco perché la notizia dell?acquisto di Bertelli ha messo in apprensione tanta gente. Al punto che tramite il sito Change.org l?Editoriale Domani, che edita l?omonimo quotidiano, ha lanciato una raccolta di firme intitolata ?Maremma, Franceschini salvi Cala di Forno dai privati?, per caldeggiare un intervento dello Stato. Solo il ministero dei Beni Culturali, infatti, entro 60 giorni dal rogito, ha il potere di intervenire per esercitare il diritto di prelazione sulle Torri rinascimentali, affinché possano continuare ad avere una valenza pubblica. Non sarebbe il primo intervento simile: nel 2019 il dicastero guidato da Dario Franceschini ha comprato la Torre del Cassero a Monticchiello, nel senese, in predicato di essere venduta ai privati per farne un agriturismo. Nel momento in cui scriviamo le firme hanno superato le 15.000 unità e la sottoscrizione è tutt?ora in corso. Senza entrare troppo nel merito, diciamo che la questione è aperta e che ? dato l?interesse per luoghi così rappresentativi, evocativi e di rilievo per la Maremma ? ne seguiremo gli sviluppi. EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI EDITORIA ?Le ricette di Alissa?, un libro? che prende per la gola, tutto da gustare e regalare! È ancora fresco di stampa il libro ?Le ricette di Alissa?, appena pubblicato da CS Edizioni, la stessa casa editrice di Maremma Magazine. Il volume riunisce le oltre 50 ricette dedicate ai piatti della cucina maremmana e toscana, proposte in più di dieci anni sulla nostra rivista, a firma di Alissa Mattei. Un libro tutto da gustare che può benissimo diventare anche una stuzzicante idea regalo per le prossime imminenti festività natalizie! DI DEBORAH CORON T i piacerebbe conoscere più da vicino la cucina maremmana e toscana? Vorresti essere guidato nella preparazione di piatti della tradizione e sperimentare a tavola i risultati? Ecco la soluzione che fa per te: il libro ?Le ricette di Alissa?, edito da CS Edizioni, la stessa casa editrice che pubblica la rivista Maremma Magazine. Il libro Il volume riunisce in un percorso gustoso le oltre 50 ricette dedicate ai piatti della cucina maremmana e toscana, proposte da Alissa Mattei in Alissa Mattei 14 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 più di dieci anni di collaborazione con la nostra testata che ormai dal lontano 2003 valorizza la terra dei Butteri e le sue tipicità. Dagli antipasti ai dolci, passando per le paste, le zuppe, i secondi (di terra e di mare) ed i contorni, l?autrice prende per mano il lettore accompagnandolo nei profumi e nei sapori di prelibatezze descritte per filo e per segno, facili da preparare e sperimentare, come dei novelli ?Masterchef?. Qualche esempio? Si può partire dai crostini toscani, per poi passare ai tortelli maremmani, all?acquacotta, alla panzanella, agli gnudi, alla pappa al pomodoro, alle pappardelle al cinghiale. Tra i secondi di carne ecco il peposo, oppure la ribollita, o anche il coniglio ripieno, il bollito, la scottiglia. Chiusura in bellezza con gli immancabili dolci, come i ?brutti ma buoni? o le frittelle di San Giuseppe. Così, pagina dopo pagina si apre un mondo di bontà a tavola che, ne siamo sicuri, vi farà venire tanta acquolina in bocca e voglia di cimentarvi ai fornelli. Tra l?altro si segnala fin d?ora che questo primo libro, come detto, è dedi- cato alla cucina maremmana e toscana, ma è già in cantiere il sequel che, invece, avrà per focus i piatti della tradizione culinaria del resto d?Italia. La presentazione dell?autrice «Quando nel lontano 2008 l?editore Celestino Sellaroli mi chiese di curare una rubrica di ricette sulla rivista Maremma Magazine ? sottolinea proprio Alissa Mattei ? con piacere aderii alla richiesta. Le ragioni erano diverse e cercherò di spiegarle. Per prima cosa mi è sempre piaciuto cucinare, non solo per diletto, a casa, ma anche per sperimentare. Essendo, come formazione, chimica organica ed avendo lavorato in un vero e proprio laboratorio di cucina sperimentale per la messa a punto di ricette per un?azienda alimentare, questo approccio era la naturale conseguenza. Ho collaborato allora con chef e tra l?altro con Paolo Petroni, che è stato sempre il mio mentore e punto di riferimento, fonte di ispirazione. Avendo poi dal 2001 un vero e proprio ristorante in Maremma, è stato semplice applicare la mia passione e le GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Dagli antipasti ai dolci, passando per le paste, le zuppe, i secondi (di terra e di mare) ed i contorni, l?autrice prende per mano il lettore accompagnandolo nei profumi e nei sapori di prelibatezze descritte per filo e per segno, facili da preparare e sperimentare, come dei novelli ?Masterchef? mie conoscenze in materia proprio lì, in cucina, nel cuore della mia attività. Mese dopo mese vivendo nella bella locanda Casa Montecucco, sono state tante le ricette in cui mi sono cimentata e di cui ho voluto dare informazioni storiche, nutrizionali e spiegare in maniera semplice lo svolgimento della preparazione gastronomica. Così, quasi senza accorgercene siamo arrivati all?oggi, al 2021, e finalmente avendo collezionato oltre 130 ricette, abbiamo deciso di pubblicare una raccolta divisa in due volumi: il primo dedicato alle ricette della Maremma e della Toscana; il secondo invece proiettato sulle altre regioni italiane. Spero sia gradito a tutti, soprattutto perché sono ricette provate veramente e fotografate. Buon divertimento a tutti i lettori». La presentazione dell?editore «Da quasi vent?anni ? sottolinea l?editore Celestino Sellaroli ? raccontiamo la Maremma in tutte le sue molteplici bellezze. Mettiamo in vetrina una terra unica, per chi vuole scoprirla da turista una prima volta e poi innamorarsene perdutamente, oppure saperne sempre di più per continuare a viverci e sentirsi a casa. Finora abbiamo tenuto fede a questa ?missione? ? perché tale la riteniamo ? con la rivista ?Maremma Magazine?, pubblicazione unica e prodotto di punta di questa casa editrice: una rivista ormai diventata maggiorenne dopo 18 anni di vita e 200 numeri 16 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 La scottiglia pubblicati, dall?esordio nel marzo 2003 fino ad oggi, che l?hanno resa per tutti un vero e proprio riferimento tra le testate dedicate alle meraviglie della nostra Maremma. E adesso l?avventura continua, con tanti nuovi progetti dedicati allo stesso obiettivo: raccontare la terra più bella del mondo. Tra questi progetti diventati realtà, ecco ?Le ricette di Alissa?: quello che finalmente potete tenere fra le mani è il primo libro pubblicato da CS Edizioni, la casa editrice di ?Maremma Magazine?. Un libro che naturalmente ha un forte legame con la rivista, visto che contiene le migliori ricette pubblicate sul magazine da Alissa Mattei in oltre dieci anni di collaborazione. In occasione del debutto, abbiamo voluto dedicare questa nuova esperien- I pici all?aglione I tortelli maremmani PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Un libro tutto da gustare, ma anche da regalare ad esempio in occasione delle prossime festività natalizie za editoriale proprio ai sapori di Maremma, tra le eccellenze certamente più amate della nostra terra. C?è davvero il meglio della cucina maremmana e toscana: dagli antipasti ai dolci, dalla pasta alle zuppe, fino ai secondi di terra e di mare, senza trascurare i contorni. Un percorso culinario di oltre 50 ricette, dedicato a chi vuole immergersi nei profumi e nei sapori del territorio. Un?esperienza sensoriale da ricreare anche a casa propria, mettendosi ai fornelli da soli o in famiglia o tra amici, grazie alle chiare e sapienti descrizioni di Alissa Mattei e all?indicazione puntuale e dettagliata di quantità e procedure, per preparare i piatti preferiti e sperimentare a piacere in cucina. I dolci ?brutti ma buoni? La sfida è riprodurre nel miglior modo possibile le prelibatezze ritratte nelle belle foto che illustrano le ricette, perché anche l?occhio ? oltre al palato ? vuole la sua parte. Sfogliando le pagine de ?Le ricette di Alissa? c?è solo l?imbarazzo della scelta tra i piatti più celebri della tradizione di casa nostra: dai crostini ai tortelli maremmani, dall?acqua cotta alla panzanella, dal peposo al polpo in galera, dai fagioli all?uccelletto ai funghi, per chiudere con gli immancabili dolci. La Maremma a tavola ? conclude l?editore ? è un mondo meraviglioso, all?insegna della tradizione, da scoprire e da riscoprire. Per tutti. Siete pronti a cominciare questo viaggio nel gusto e nei sapori?». L?autrice: Alissa Mattei Alissa Mattei è una chimica organica, assaggiatrice di olio professionista, consulente per molte aziende e associazioni di produttori, presidente dell?Associazione Knoil per la diffusione della cultura dell?olio d?oliva e capo panel Aifo (Associazione Italiana Frantoiani) a Firenze, segretaria della SISSG (Società Italiana per lo studio Sostanze Grasse) e membro di UNI-ISO. Ha pubblicato svariati articoli scientifici, brevetti e partecipato a numerosi seminari e congressi in Italia e all?estero. È stata giudice in numerosi concorsi nazionali e internazionali di olio d?oliva (Biol, Master of olive oil International contest e Berlin global olive oil award). Imprenditrice di un agriturismo in Maremma dal 2001, scrive ricette per Maremma Magazine dal 2007. Insomma, un libro tutto da gustare che può benissimo diventare anche una stuzzicante idea regalo per le prossime imminenti festività natalizie! MODALITÀ DI ACQUISTO I l libro può essere acquistato al prezzo di ? 15,00 con le seguenti modalità: On line: attraverso la piattaforma e­commerce della casa editrice rag­ giungibile da questo link www.maxi­ soft.it/mdm/maremmamagazine/ab­ bonamenti.php; in questo caso la pro­ cedura di acquisto prevede il paga­ mento on line con recapito della copia direttamente a casa; 18 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 In edicola: il libro è in vendita in tutte le edicole della provincia di Grosseto e nel basso livornese; In libreria: presso la Libreria Mon­ dadori in Corso Carducci 9 a Grosseto; Via mail: il libro può essere richie­ sto via mail a redazione@maremma­ magazine.it; la copia verrà recapitata a casa in contrassegno e si pagherà direttamente al postino SPEDIZIONE GRATUITA in tutta Italia TURISMO L?Ambito Maremma Toscana Area Nord è Comunità Europea dello Sport 2023 La Commissione Aces Europe ha assegnato all?ambito turistico Maremma Toscana Area Nord il titolo di Comunità Europea dello Sport 2023 il riconoscimento conferito a quelle realtà del Bel Paese che presentano caratteristiche di eccellenza e valori condivisi in tema di sport, benessere e qualità della vita Nella foto, gli otto amministratori, con la commissione ACES, il presidente del CONI Toscana ed il vice Presidente Unicoop Tirreno Il titolo L?ambito turistico Maremma Toscana Area Nord da qualche settimana è Comunità Europea dello Sport 2023: l?importante riconoscimento è stato comunicato il 13 ottobre scorso da Aces Europe, l?associazione no profit con sede a Bruxelles che consegna dal 2001 il premio European Capital of Sport. Il titolo è un riconoscimento assegnato a coloro che si contraddistinguono per dei progetti che seguono i principi etici dello sport. L?associazione si pone l?obiettivo di promuovere lo sport tra i cittadini dell?Unione Europea, stimolando e supportando in particolare bambini, anziani e disabili. Il riconoscimento è riservato alle comunità che presentano caratteristiche di eccellenza e valori condivisi in tema di sport, benessere e qualità della vita, proprio come quelli dimostrati dai Comuni dell?Ambito e viene assegnato ogni anno a due comunità italiane. La visita Durante il fine settimana del 7-8-9 ottobre scorso la commissione ? composta da Simone Pintori, Andrea Scandola e Enrico Tortolini di Aces Europe, l?onorevole Roberto Pella, vice presidente vicario di Anci, e Franco Rossi, presidente Panathlon Grosseto ? ha fatto visi- PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? Ora inizia la sfida. Il 2023 sarà l?anno della grande prova: durante questo periodo i vari Comuni, anche attraverso le loro associazioni sportive, dovranno dimostrare di poter raggiungere gli obiettivi prefissati durante la visita della Commissione, così da poter ottenere il titolo di miglior Comunità Europea dello sport 2023 d?Italia e poi, successivamente, d?Europa ta ai vari Comuni dell?Ambito. Per l?occasione è stata organizzata una vera e propria festa dello sport, alla quale hanno dato un contributo fondamentale le tante associazioni del territorio che collaborando tra di loro, insieme alle varie Amministrazioni comunali, hanno dato vita a una ?tre giorni? indimenticabile. Il Comune di Follonica, in qualità di capofila dell?Ambito, ha organizzato la prima accoglienza della Commissione e, per l?occasione, è stato preparato un momento conviviale d?eccezione grazie alla sfilata con costumi storici dell?associazione Follos 1838. Il corteo è sfilato per le vie cittadine per raggiungere gli impianti sportivi del Capannino, protagonisti della giornata. Nella serata, la Commissione è stata salutata dalla Filarmonica G.Puccini Città di Follonica. Durante il fine settimana la delegazione ha fatto visita anche agli altri Comuni dell?Ambito, in vista dell?importante valutazione. Nella lettera di conferma inviata successivamente da Aces Europe viene detto che le città dell?Ambito offrono attività sportive per tutti, come strumento di benessere, integrazione, educazione e rispetto. Inoltre, la politica sportiva dell?Ambito ha saputo rendere accessibili gli sport tramite le varie attività. Il punteggio ottenuto dall?Ambito è stato sbalorditivo, tanto che rientra tra i più alti assegnati in Italia da Aces. All?evento conclusivo hanno preso parte tutte 22 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Nelle foto i comuni che fanno parte dell?ambito turistico Maremma Toscana Area Nord; dall?alto a sin. in senso orario: Castiglione della Pescaia, Follonica, Monterotondo M.mo, Scarlino, Roccastrada, Montieri e Massa M.ma le realtà coinvolte che sono state poi supportate dalla presenza dell?assessore regionale Leonardo Marras. Un ringraziamento speciale è arrivato infine anche dal vescovo di Massa Marittima e Piombino, Monsignor Carlo Ciattini. Le iniziative legate alla candidatura, come l?accoglienza della delegazione europea, sono state sostenute grazie a delle risorse regionali dedicate alla promozione del territorio. I Comuni di Follonica, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada e Scarlino, riuniti all?interno dell?Ambito, sono infatti risultati beneficiari di un contributo di 70 mila euro per la valorizzazione dell?offerta e l?organizzazione del sistema turistico dell?ambito Maremma toscana area Nord, finanziato dall?agenzia regionale Toscana Promozione Turistica. Le iniziative sono state organizzate in modo da evitare situazioni di affollamento e di pericolo di contagio, nel rispetto delle precauzioni e delle norme generali anti Covid-19. I commenti «L?arrivo della Commissione di Aces Europe ci ha dato l?occasione di lavorare in gruppo per un obiettivo comune ? commentano gli amministratori dei Comuni di Follonica, Castiglione della Pescaia, Massa Marittima, Scarlino, Gavorrano, Montieri, Monterotondo Marittimo e Roccastrada ? Con questo progetto non solo abbiamo ottenuto un risultato eccellente ma abbiamo anche dimostrato quanto il lavoro di squadra moltiplichi le qualità dei singoli. Ringraziamo le tante associazioni sportive e gli atleti che hanno contribuito a rendere questi giorni indimenticabili, permettendo al nostro Ambito di ottenere il titolo di Comunità Europea dello Sport 2023». La sfida Il 2023 sarà l?anno della grande prova: durante questo periodo i vari Comuni, anche attraverso le loro associazioni sportive, dovranno dimostrare di poter raggiungere gli obietti prefissati durante la visita della Commissione, così da poter ottenere il titolo di miglior Comunità Europea dello sport 2023 d?Italia e poi, successivamente, d?Europa. In particolare nel corso dell?anno prossimo l?Ambito dovrà rispettare il programma delle attività indicato nel dossier. Inoltre dovrà inviare alla Segreteria Generale ACES Europe una relazione trimestrale delle iniziative svolte, corredata da foto ed allegati e quanto altro utile per fornire un dettagliato ed esaustivo report. I report dovranno essere inviati entro il 30 aprile (per il primo trimestre), entro il 31 luglio (per il secondo trimestre), entro il 31 ottobre (per il terzo trimestre) ed entro il 31 gennaio dell?anno successivo (per il quarto trimestre). VIVI TURISMO Casa Rossa Ximenes è finalmente dei castiglionesi! Ora il percorso di valorizzazione può decollare DI REDAZIONE 24 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Dopo un lungo iter è stato finalmente sottoscritto a Firenze l?accordo di valorizzazione che sancisce il passaggio definitivo e gratuito della Casa Rossa Ximenes (già sede di un museo interattivo ed oggi al centro di un percorso di valorizzazione dell?intero territorio) dallo Stato al Comune di Castiglione della Pescaia L ?ultimo regalo alla comunità castiglionese da parte della precedente giunta guidata da Giancarlo Farnetani. Può essere questa una possibile lettura dell?accordo di valorizzazione tra il Comune di Castiglione della Pescaia e lo Stato che sancisce il passaggio definitivo e gratuito della Casa Rossa Ximenes (o Fabbrica delle Bocchette) al Comune. La firma L?atto è stato firmato a fine settembre negli uffici del Segretariato regionale per la Toscana del Ministero della cultura dal Segretario regionale MiC, dottoressa Giorgia Muratori, dal direttore dell?agenzia del Demanio ? Direzione Toscana e Umbria, ingegnere Stefano Lombardi, dal sindaco di Castiglione della Pescaia, Giancarlo Farnetani (ormai ex, dato che nel frattempo si sono svolte le elezioni amministrative che hanno portato alla guida dello splendido comune costiero Elena Nappi) e dal soprintendente per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, architetto Gabriele Nannetti. La firma ha rappresentato la tappa più importante del procedimento di Federalismo culturale, che si è conclusa nella stessa giornata con la sottoscrizione anche dell?atto di trasferimento, a titolo gratuito, del bene dallo Stato al Comune di Castiglione della Pescaia. Nella foto la Diaccia Botrona con al centro la Casa Rossa Ximenese Il progetto Oggi, Casa Ximenes è già sede di un museo interattivo e centro di documentazione, ma con l?acquisizione dell?immobile il Comune porterà a compimento un complesso programma di valorizzazione che vede la Casa Rossa, fabbricato posto a ?cerniera? tra il padule e il mare, al centro di un percorso di valorizzazione dell?intero territorio. Il progetto presentato dal Comune di Castiglione della Pescaia ha l?obiettivo di rendere ?viva? una struttura fondamentale per il paese, sia per la sua storia strettamente legata alla cittadinanza, che per la necessità di valorizzare sempre di più il rapporto tra istituzioni e cittadini, tra ?storia? e ?ambiente? e tra elementi materiali e immateriali. Il programma di valorizzazione, approvato e sottoscritto dal Ministero della Cultura e dal Demanio ha come obbiettivo la riorganizzazione degli spazi di accoglienza, espositivi e informativi, così come quelli per la didattica, la PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? Con questo atto il Comune di Castiglione della Pescaia chiude il percorso per il completamento del ?Polo della cultura castiglionese?. Oggi i beni culturali che si trovano in questo territorio entrano a far parte di un sistema che oltre a valorizzare ed accogliere, conducono ad una unica programmazione e gestione per ampliare le opportunità di visita del territorio ricerca e la sperimentazione. Prevede inoltre il ripristino delle apparecchiature della bonifica (paratoie, argani, peschiere, ecc.) per ?ricordare? le funzioni dell?antica struttura e infine la creazione di uno spazio polivalente per eventi artistici e culturali. Questa firma garantisce, oltre alla valorizzazione, una costante manutenzione ordinaria e straordinaria, cosa che è già stata programmata con largo anticipo, portando già importanti cambiamenti. A piano terra è stata realizzata un?area di ingresso che permette, utilizzando una rampa di accesso per disabili la possibilità di entrare nello stabile e un ascensore in vetro porta al primo piano dove resta confermata la collocazione del punto di accoglienza-informazioni del centro visite, ma con una novità, saranno create aule didattiche dotate di computer. Al piano ammezzato, dove è presente una terrazza con visuale sul padule utilizzata per bird-watching, è previsto un nuovo sistema di illuminazione a basso impatto, mentre al secondo piano sorgeranno altre aule didattiche e la foresteria. Sono stati installati due monitor che consentono, in modo autonomo, di visionare le mappe storiche del territorio castiglionese con le varie modifiche avvenute nel tempo ed allo stato attuale è ancora visitabile la mostra statica di mappe. I commenti «Con queste firme si è concluso ? ha spiegato Giancarlo Farnetani ? l?iter pre- 26 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Casa Rossa Ximenes visto dalle norme del federalismo culturale, iniziato nel marzo del 2016 con la richiesta avanzata dal Comune. Il percorso si è sviluppato su due livelli, il primo relativo alla presentazione di un progetto di valorizzazione culturale dell?immobile e il secondo prevedeva la costruzione degli atti necessari al trasferimento gratuito della proprietà dallo Stato al Comune». «In questa occasione ? ha aggiunto l?ex sindaco ? mi preme ringraziare gli attori di questo percorso che vanno dai nostri responsabili dei settori Cultura e Patrimonio, al tecnico incaricato per la predisposizione del progetto di valorizzazione e agli organi dello Stato con le loro massime rappresentanze e con i tecnici che hanno seguito l?istruttoria (Segretariato regionale del Ministero della cultura, Agenzia del demanio e Sovrintendenza di Siena). Si sono create delle importanti sinergie, che ci hanno consentito il raggiungimento di un prestigioso obbiettivo». Con questo atto il Comune di Castiglione della Pescaia chiude il percorso per il completamento del ?Polo della cultura castiglionese?. Oggi i beni culturali che si trovano in questo territorio entrano a far parte di un sistema che oltre a valorizzare ed accogliere, conducono ad una unica programmazione e gestione per ampliare le opportunità di visita del territorio. «Con il Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, la sala espositiva di arte sacra di Buriano, la gestione delle aree archeologiche e dell?Eremo di San Guglielmo, ed oggi con la Casa Rossa ? ha concluso Farnetani ? si completa un percorso che ci ha visti protagonisti del recupero di luoghi della cultura necessari ad un ulteriore sviluppo del nostro turismo». La storia Costruita nel 1767-68, su progetto dell?ingegnere gesuita Leonardo Ximenes, per il controllo delle ondate di piena invernale, garantendo inoltre supporto idrico nei periodi di magra e per le attività ittiche, la Casa Rossa o Fabbrica delle Bocchette è una maestosa architettura a due piani impostata su una struttura a tre archi dotati di cateratte manovrabili. Nel corso dei secoli intorno all?edificio ximeniano si sono sviluppate le attività economiche per la pesca e il commercio e create nuove opportunità di insediamento. VIVI L?ITINERARIO DEL MESE Campagnatico, uno scrigno di storie e di bellezze tutte da scoprire Campagnatico è un borgo sorprendente che cela tanti meravigliosi monumenti ed edifici religiosi (come la chiesa di San Giovanni Battista o il Santuario di Santa Maria delle Grazie), ma anche storie come quella di Omberto Aldobrandeschi (di cui abbiamo parlato nel numero scorso) o quella del Palio dei Ciuchi e luoghi magici da scoprire come Villa Bellaria Seconda e ultima parte TESTO DI DAVID BERTI - FOTOGRAFIE DI GIUSEPPE GUERRINI I mbocco via Nazario Sauro. Bandiere: garriscono flessuose. Si fronteggiano, ancorate a muri di pietra. Colori accesi, inno alla vita sotto ritagli di cielo che sgomita tra i tetti. Dopo poche decine di metri uno slargo sulla destra. Un grande cerchio di blocchetti litici fa pensare alla copertura di una cisterna medievale. Su due panchine, donne lavorano ai ferri. Alzano gli occhi, mi scrutano curiose. I discorsi si interrompono. Le mani no: continuano sicure a ripetere una sequenza di movimenti artigiani che ha il sapore di recita di rosari, e che, forse, dei rosari, dona la stessa serenità. Sorrido loro con gli occhi, con gli occhi ricambiano il saluto. Continuo lungo il selciato finché, di fronte a me, non si mostra la bella facciata romanica della chiesa di San Giovanni Battista. Rimango sospeso a osservare il portale architravato sormontato da un arco a tutto sesto, il pregevole rosone, il coronamento ad arcatelle. La struttura, che risale al XIII sec., è addossata ai resti della cinta muraria. Sono colpito dal caratteristico campanile a vela ricavato da quella che fu una torre di difesa. L?interno, a una sola navata con presbiterio rialzato, conserva una tela del Duecento di Guido di Graziano, un ciborio ligneo con sportelli dipinti del Cinquecento e affreschi di Cristoforo di Bindoccio. Ma la parte più imponente e suggestiva della pieve è il retro, Nella foto a fianco la facciata della chiesa di San Giovanni Battista; qui il retro 28 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Campagnatico PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI Antica cinta muraria di Campagnatico ???? A Campagnatico il tempo si dissolve in un eterno presente. Un hic et nunc fatto di storie, personaggi, tradizioni, incontri. Questo borgo di Maremma ha il pregio di condurre in una dimensione magica, onirica, che riporta in contatto con il sé profondo di ognuno di noi... accessibile da una strada sterrata che dona il panorama più bello di Campagnatico: quello sulla Valle dell?Ombrone. Qui, pare librarsi in volo di falco. Il colle, sul quale sorge il borgo, degrada alquanto impervio ricoperto da boschi. Alla base di questo verde velluto, un ricamo grigio celeste: fluido, si perde in anse lontane. Alle mie spalle, la parte meglio conservata delle antiche mura. Continue, alte, profumano della roccia con cui sono state forgiate e dei muschi che a tratti le rivestono. Dinamiche, seguono le pendenze del terreno. Austere, parlano della fatica di chi le costruì tra il XII e il XIII sec. Guardo l?orologio. È tempo di tornare in piazza Dante. Lì, al bar, ho appuntamento con due dei quattro priori delle contrade in cui è suddiviso il paese. Non mi è difficile riconoscerli seduti a un tavolo all?aperto. Non ci siamo mai incontrati prima, ma so che sono loro. Guardano fisso verso di me; mi stanno pesando: dovremo parlare del Palio dei 30 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Ciuchi di Campagnatico e il Palio, a Campagnatico, è cosa seria! «Buonasera, sono David. Come accennato al telefono?» Il cenno del capo di uno mi suggerisce di sedere, strozzando le mie parole. Occhi negli occhi. Al laser i loro. «Così vorresti sapere del nostro Palio?» «Certo. Vi dispiace se prendo appunti?» Altro cenno col capo, questa volta affermativo. «Posso conoscere i vostri nomi?» «Io sono Giancarlo Innocenti, priore della contrada del Centro. Lui è Fabrizio Croce, priore di quella di Santa Maria» mi ragguaglia il più robusto, dall?aspetto più bieco. «Il Palio ha origini recenti o è un?antica tradizione?» «Le sue prime notizie risalgono al Quattrocento. Nel corso dei secoli ci sono stati periodi in cui non si è disputato. Le cause principali sono imputabili a guerre o altri eventi eccezionali. Così fu durante la Seconda guerra mondiale. Ma dal 1957 al 2019 si è corso tutti gli Bandiere di contrada lungo i vicoli del borgo anni». «Quello di quest?anno è saltato come quello del 2020, giusto?» «Secondo te, il Covid non è un evento eccezionale?» Avvampo, all?improvviso consapevole dell?ovvietà della cosa. Ora Giancarlo sorride, si distende e s?immerge in un racconto appassionato, mentre Fabrizio ordina tre birre. A correre il Palio sono asine. Non per questioni legate alle pari opportunità, ma perché i maschi sono più impegnativi da gestire. Basta che gli ormoni prendano il sopravvento e? si sa. Allora perché non usare i castroni? Per un semplice motivo: che fine farebbero gli allevatori che si prodigano per il miglioramento della specie? Che s?ingegnano incrociando le femmine più veloci e vincenti per creare un Ribot in versione asinella? E cosa sarebbe del ciucomercato tra le contrade del paese e con gli altri Palii? Niente da ridire, scelta azzeccata! Il percorso gara, rivestito da una miscela di tufo e sabbia, è di 144 metri in leggera salita. Un forsennato sprint di circa 15 secondi in cui i quadrupedi possono raggiungere i 40 km orari. Sono montati a pelo da fantini spesso professionisti, avvezzi alle corse al galoppo. Anche le gabbie di partenza, prima rudimentali, si sono fatte sempre più sofisticate e simili a quelle degli ippodromi. Troppo lunghe, in passato, le attese per trovare un allineamento accettabile. Due, gli equini in rappresentanza di ognuna delle contrade: Pieve, Castello, Centro e Santa Maria. Due, le batterie eliminatorie che portano le prime due asine di ciascuna alla finale. Al rione vincente, il palio. Il drappo cambia ogni anno e viene dipinto da artisti di indiscusso valore, possibilmente legati al territorio. Il primo, nel 1957, fu commissionato al pittore grossetano Carlo Gentili. Ma, nel corso degli anni, la mano più illustre è stata quella di Laura Ferretti, a cui fu chiesto, nel 2000, di realizzare il cencio per il Palio del Giubileo. «Per i Batacchi?» interviene Fabrizio. «I batacchi?» lo interrompo. «Eh già! Questo è il nostro soprannome: il nomignolo degli abitanti di Campagnatico. Comunque sia, il drappo non rappresenta solo un trofeo. Per noi è qualcosa di più: il suggello a un eccellente lavoro di squadra durato mesi. Nelle contrade, il Palio viene preparato nel corso di tutto l?anno: riunioni per scegliere le asine, ingaggiare il fantino, pianificare le strategie di gara; cene per raccogliere fondi. Appuntamenti che diventano anche momenti di aggregazione tra gli abitanti dei rioni». «Il Palio, che si corre la domenica successiva all?8 settembre, è l?occasione per rinsaldare l?identità della comunità. L?orgoglio di essere figli di questo meraviglioso borgo. La corsa, preceduta da processioni, sfilate storiche, esibizioni di sbandieratori e tamburini, attrae centinaia di turisti che vengono catapultati indietro nel tempo, immersi in una suggestiva atmosfera medievale. Quindi, il vero vincitore è Campagnatico, al di là della contrada che si aggiudica il drappo» sottolinea Giancarlo. «Parole sante! Tuttavia, non vincere il PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI Villa Bellaria Particolare del giardino di Villa Bellaria ???? Campagnatico. Poco più di 20 chilometri da Grosseto e pare essere catapultati in un?altra dimensione. Presagio di armonia dell?essere, di singolari incontri, di misteriose storie e aneddoti di un passato remoto e prossimo, di un patrimonio di tradizioni da scoprire 32 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 cencio, come è successo a voi del Centro nel 2019, con due ciuchine in finale, fa un po? male. Ma cosa vuoi che sia Giancarlo di fronte al bene e all?interesse generale del paese?» commenta sardonico Fabrizio. Presagio di burrasca, nell?occhiataccia che gli lancia l?altro. Sa di tuoni e saette. Mi alzo. Mi sbrigo a ringraziarli per il tempo che mi hanno concesso e per la birra. Mentre mi allontano, li sento scambiarsi battute al vetriolo, spalleggiati da alcuni anziani che si sono uniti a loro. Sono diretto a Villa Bellaria. Mi stanno aspettando i proprietari. Ma, prima di varcarne l?ingresso, è necessario riavvolgere il nastro del tempo. Dopo l?assassinio di Omberto Aldobrandeschi, nel giro di pochi anni Campagnatico cadde nelle mani dei senesi, come del resto tutta la Maremma. Rimase sotto il loro controllo fino a quando Firenze non soggiogò Siena nel 1555 e il trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 non decretò il passaggio dei territori della Repubblica direttamente e personalmente nelle mani di Cosimo de? Medici. Per Campagnatico il periodo mediceo fu oscuro e gramo. Si concluse solo nel 1737. Già, in quell?anno morì Gian Gastone, l?ultimo discendente della famiglia: uomo mite, colto, amante della pace, ma dedito all?abuso di alcol e a vizi sfrenati. Forse scoordinati tentativi di contrasto a una profonda malinconia che non lo abbandonò mai. Quindi nel luglio del 1737, il Grandu- cato di Toscana passò agli AsburgoLorena. A ogni modo, solo 24 anni più tardi, con l?investitura di Pietro Leopoldo a Granduca, si ebbe un nuovo corso per Campagnatico. Una vera e propria rinascita. Qui, l?illuminato sovrano operò una riforma agraria, riedificò fabbricati diroccati, promosse la creazione di una stamperia, di un?orologeria e di una vetreria. Ma soprattutto, eresse Villa Bellaria. Il portale d?ingresso al giardino della villa è accostato. Tuttavia, suono. Vengo accolto da una signora distinta e gentile: Luisa Querci della Rovere, la proprietaria. Pochi passi e ho la sensazione di essere trasportato in un altro luogo. Ciò che vedo evoca signorili ville fiorentine d?altri tempi. L?anima si espande nell?accogliere tale magnificenza. Mi presenta il marito Alessandro Moris e si congeda, lasciandoci passeggiare nel favoloso parco di quattro ettari che impreziosisce la proprietà. «Questa villa risale al XVIII secolo e fu di Pietro Leopoldo» mi informa l?uomo la cui elegante disinvoltura emana essenza aristocratica. «Mi scusi, ma lo stile del fabbricato ha qualcosa di atipico per quell?epoca, sembra un Liberty con risonanze fiorentine». «Chapeau! L?originaria costruzione fu minata dai tedeschi in ritirata, durante la Seconda guerra mondiale. Volevano bloccare con le macerie la strada antistante per rallentare l?avanzata degli alleati. Rimase in piedi solo lo scheletro Nella foto l?interno del Santuario della Madonna delle Grazie; a fianco il portale e sotto l?altare maggiore e poco più. Finito il conflitto, fu ristrutturata e parzialmente ricostruita dall?architetto Italo Gamberini». «Un nome importante. Se ricordo bene, con la tesi di laurea concepì la base del progetto del nuovo fabbricato viaggiatori della stazione di Santa Maria Novella, realizzato tra il 1932 e il 1935. Inoltre, progettò l?Archivio di Stato di Firenze. Ma soprattutto gli fu assegnata una cattedra alla facoltà di architettura della città gigliata». «Proprio così». Il parco lascia senza fiato, porta oltre. Un prato si distende come un panno da biliardo. Pini lo cingono. Vialetti con roseti ai lati lo attraversano. Un terrazzamento, delimitato da una balaustra di colonnini in pietra, affaccia sulla vallata e dona lo scorcio più bello su Campagnatico. Ai suoi piedi, due filari di cipressi richiamano celebri versi carducciani. Nell?aria odore di rosa, di resina, d?erba. La luce ocra dell?incipiente tramonto dona tonalità pastose, calde. «Questo giardino è? Non ci sono aggettivi per descriverlo» commento. «È semplicemente stato realizzato nel 1932 da Pietro Porcinai: il più grande paesaggista italiano del Novecento». Nel prosieguo del tour, Alessandro mi mostra le lapidi dei levrieri russi un tempo qui allevati e le scuderie trasformate in appartamenti per l?accoglienza di chi voglia trascorrere una vacanza immersa nell?incanto e nella tranquillità della Maremma. Ma oggi, Villa Bellaria è anche la perfetta location di eventi cul- turali d?eccezione. Nel salutare Luisa e suo marito, faccio un respiro più profondo quasi a catturare la bellezza del luogo e portarla via con me. tesori: una duecentesca Madonna con Bambino attribuita a Guido di Graziano e un meraviglioso organo a canne della metà del XVI sec. Sono in ritardo. Padre Marius è sul portale d?ingresso del Santuario di Santa Maria delle Grazie: gli occhi celesti che riflettono gli ultimi chiarori del giorno, quasi ad attenuare i vagiti delle ombre crepuscolari. Occhi, che parlano dell?Est Europa. Occhi, della sua cara Romania. Mi accoglie con entusiasmo. In lui, l?orgoglio di mostrarmi il sacro tempio che accudisce con amore e passione. Appena entrati, mi lascia nella semioscurità per raggiungere un quadro elettrico. Tre, quattro scatti che echeggiano secchi e la bellezza si accende. Mi investe. L?interno è a croce latina. Percorriamo la navata per raggiungere l?abside, che insieme alle due cappelle laterali e al transetto, costituiva il nucleo originario della chiesa: la cella Sante Marie, attestata la prima volta in un diploma imperiale del 1027. Era collegata a un monastero attraverso i locali dell?attuale segreteria. Un ciclo di affreschi decora la volta centrale e la parete di fondo. Il colpo d?occhio è suggestivo: una vertigine estetica. Furono realizzati dai maestri senesi Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero nel 1393. Nella cappella di destra, altri dipinti murari del XV sec. Inglobando questa primitiva struttura, la chiesa fu ampliata nel corso del Trecento. Don Marius mi scuote dalla contemplazione per svelarmi altri Si è fatto tardi, è arrivato il momento dei saluti. Mi dirigo alla macchina con il cuore leggero. Mi sento vivo. A Campagnatico il tempo si è dissolto in un eterno presente. Un hic et nunc fatto di storie, personaggi, tradizioni, incontri. Questo borgo di Maremma mi ha condotto in una dimensione magica, onirica, in cui sono tornato in contatto con il mio sé profondo. Forse Shakespeare aveva ragione: siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d?un sogno è raccolta la nostra breve vita. PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Sulle tracce dei Musei di Maremma in mobilità dolce. Prima tappa: il Monte Amiata Il Monte Amiata Da Santa Fiora a Seggiano, passando per Arcidosso e Castel del Piano: viaggio alla scoperta dei Musei del Monte Amiata, prima tappa del progetto ?Da Museo a Museo? che si pone l?obiettivo di mettere in collegamento i musei della provincia di Grosseto mediante una selezione di sentieri escursionistici, raggiungibili con mobilità dolce (trasporto pubblico, bicicletta, ecc.) 34 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 La planimetria delle località toccate dal tour sul Monte Amiata: Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano e Seggiano I l progetto ?Da Museo a Museo?, finanziato dalla Regione Toscana, Settore Musei e da ?Musei di Maremma?, la Rete Museale Provinciale, si pone l?obiettivo di mettere in collegamento i musei della Provincia di Grosseto mediante una selezione di sentieri escursionistici, raggiungibili con mobilità dolce (trasporto pubblico, bicicletta, ecc.). Il progetto si articola in sei diverse aree, per ciascuna delle quali sono stati selezionati, provati e restituiti su carta i relativi sentieri. Per praticità, le aree coincidono con la suddivisione territoriale dei musei riportata su www.museidimaremma.it: 1 Monte Amiata, 2 Grosseto e pianura, 3 Costa d?Argento, 4 Regione dei Tufi, 5 Colline dell?Albegna, 6 Colline Metallifere. Presso i musei del territorio sono disponibili i pieghevoli di progetto, che riportano l?elenco dei musei di ogni area, con i relativi contatti, oltre ad una descri- zione di ogni sentiero nelle sue tappe principali. Un QR code consente di scaricare il relativo file *.gpx da usare sul campo. In questa prima tappa del viaggio andiamo sul Monte Amiata, raggiungibile con mezzo proprio oppure utilizzando bus da Grosseto e da Siena verso i principali centri abitati. Per i dettagli degli orari degli autobus Tiemme: www.tiemmespa.it Le guide PRIMO PIANO ? VIVI ? 35 VIVI ???? In questa prima tappa del viaggio andiamo sul Monte Amiata per far visita ai borghi di Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano e Seggiano Santa Fiora, Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata Partenza da Santa Fiora dove è possibile visitare il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata situato in Piazza Garibaldi 25 nel Centro storico. Il museo è ospitato al piano terreno dell?antico palazzo Sforza-Cesarini. Il percorso espositivo si snoda su sei sale attraverso le quali è possibile ripercorrere l?attività mineraria e le vicende ad essa legate che fortemente hanno caratterizzato il Monte Amiata tra ?800 e ?900. Il percorso espositivo documenta le tecniche di ricerca ed estrazione del mercurio a partire da quelle più antiche, illustra i siti minerari del territorio ed espone utensili e strumenti usati dai minatori per l?attività estrattiva. Particolarmente suggestiva si presenta la ricostruzione, in sezione, di una galleria sotterranea detta ?discenderia? allestita con tutti gli strumenti di lavoro comunemente usati dai minatori. Attraverso documenti ed immagini fotografiche il museo documenta inoltre le tragiche conseguenze del lavoro in miniera ma anche gli scioperi e le lotte dei lavoratori per migliorare le proprie condizioni lavorative. Inoltre attraverso pannelli informativi-interattivi è possibile arricchire la visita, selezionando grazie a dei pulsanti video interviste tematiche di approfondimento. La struttura ospita inoltre al secondo piano un?interessante esposizione mineralogica. Si effettuano visite guidate al museo e su prenotazione al paese di Santa Fiora. L?archivio e la fototeca sono consulta- 36 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 bili su prenotazione. Sono previste visite guidate al museo e su prenotazione, ai castagneti e all?acquedotto del Fiora. Dal 2015 il Museo delle Miniere di Santa Fiora è diventato PARTNER GOOGLE ed è visibile insieme ad altre 59 istituzioni di tutto il mondo con le sue collezioni su Google Arts and Culture. Info e prenotazioni: 328 1113419 0564 978823; e-mail: minieredimercurio@gmail.com; web: www.minieredimercurio.it Da Santa Fiora si arriva ad Arcidosso. Qui merita una visita il Polo museale del Castello Aldobrandesco in P.za Indipendenza 30 che ospita ?Il Medioevo: Arcidosso e la nascita del paesaggio amiatino e maremmano secoli X-XIV?, la sezione espositiva del Centro studi David Lazzaretti ed il Museo Arte e Cultura Orientale MACO. La fortezza aldobrandesca è uno dei castelli medievali meglio conservati e più antichi d?Italia e d?Europa (sec. XXIV). La sua storia, dalle origini nel X secolo fino al Rinascimento, è illustrata da un percorso archeologico-artistico (con opere di Riccardo Polveroni) che guida il visitatore alla scoperta dei molti edifici medievali che vi si trovano e dei personaggi storici che li hanno commissionati: dal marchese Ugo di Toscana (9701001), ai conti Aldobrandeschi (sec. XIXIV), fino a Guido Riccio da Fogliano, che conquistò Arcidosso per la Repub- blica di Siena nel 1331. Al piano secondo è collocata la galleria dedicata al paesaggio medievale dell?Amiata e della Maremma, in cui sono esposti reperti archeologici provenienti dal sito di Castel Vaiolo (sec. X), che includono il più importante nucleo di castagne antiche recuperate in scavo in Toscana. Altre sezioni illustrano architettura e urbanistica dei centri storici medievali amiatini e della Valle del Fiora e la formazione della contea Aldobrandesca, antenata storica dell?attuale provincia di Grosseto. Testi in italiano e inglese, percorso per famiglie con bambini in età scolare e accessibilità garantita ai disabili visivi caratterizzano gli allestimenti, frutto delle recenti ricerche archeologiche dell?Università di Firenze sul medioevo maremmano e amiatino e realizzato secondo i canoni della moderna Archeologia Pubblica. Info e prenotazioni: Pro Loco Arcidosso 366 7472612; e-mail: biblioteca@comune.arcidosso.gr.it; Facebook: www.facebook.com/sistemamusealeamiata Sempre ad Arcidosso, all?interno del Castello trova spazio la Sez. espositiva Centro Studi David Lazzaretti, dedicato appunto alla figura di David Lazzaretti (1834-1878), il ?profeta dell?Amiata?, che si proponeva come strumento di Dio per compiere una grande missione riformatrice. La vicenda sociale e religiosa di Lazzaretti rappresenta, nel contesto storico della montagna amiatina e più in generale nella storia delle classi subalter- Arcidosso, Centro Studi David Lazzaretti ne dell?Italia post-unitaria, un momento utopico di grande suggestione e coinvolgimento. Attraverso due specifiche sezioni: documentaria ed espositiva il Centro studi vuole dunque ricostruire quella vicenda con l?ausilio di fotografie, dipinti, vestiti, stendardi e di una vasta documentazione bibliografica ed archivistica prodotta dal movimento lazzarettista; documentazione oggi catalogata e messa a disposizione di studiosi e ricercatori. La biblioteca, l?archivio e la fototeca del Centro Studi sono consultabili presso la biblioteca di Arcidosso. Si effettuano viste guidate al museo e su prenotazione escursione ai ruderi della Torre giurisdavidica. Info e prenotazioni: 0564 966438 0564 965220 - 347 1915174; e-mail: sistemamusealeamiata@uc-a-miata.gr.it; web: www.facebook.com/sistemamusealeamiata Fa parte del Polo museale del Castello Aldobrandesco di Arcidosso anche il Museo di Arte e Cultura Orientale ? MACO, un progetto ideato dal Prof. Namkhai Norbu, studioso di fama internazionale, presidente della Comunità Dzogchen Internazionale, della Fondazione Shang Shung, di ASIA Onlus, ed autore di più di 250 tra pubblicazioni e libri. Egli ha raccolto con la propria famiglia una collezione privata costituita da innumerevoli reperti: opere d?arte, oggetti di artigianato e di costume, oggetti votivi di notevole valore culturale ed etnografico, importanti fondi documentari e documenti riguardanti le sue ricerche e gli studi sulla cultura himalayana e centro asiatica. Il museo è situato nel settecentesco palazzo dell?ex cancelleria, parte del Castello Aldobrandesco di Arcidosso. Il museo nasce con l?obiettivo primario di conservare e promuovere la Collezione Namkhai ed ha come scopo principale la divulgazione del valore del patrimonio culturale orientale e himalayano. Info e prenotazioni: 0564 1640335: email: info@macomuseum.org; web: www.macomuseum.org Terza tappa a Castel del Piano, dove in Piazza Colonna 1 nel Centro storico è possibile visitare Le Collezioni di Palaz- Rosalba Carriera zo Nerucci, bellissimo esempio di architettura cinquecentesca nel centro storico, che ospita raccolte di diverso genere ? pittura e grafica, sculture, reperti archeologici ? nel corso degli anni entrate a far parte del patrimonio della Comunità. Nell?ala est si trovano le collezioni artistiche: il Salone dei Notabili, otto ritratti di ?uomini illustri ?di Castel del Piano, che hanno contribuito alla crescita sociale, economica, artistica del paese. Segue poi la Raccolta d?arte, composta da un primo nucleo di dipinti provenienti da un lascito di fine ?800, tra cui spiccano l?autoritratto a pastello di Rosalba Carriera, famosa artista veneziana del ?700 e un ritratto a ricamo del Granduca Leopoldo Arcidosso, Museo di Arte e Cultura Orientale - MACO PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI ???? Il progetto si articola in sei diverse aree, per ciascuna delle quali sono stati selezionati, provati e restituiti su carta i relativi sentieri. Per praticità, le aree coincidono con la suddivisione territoriale dei musei riportata su www.museidimaremma.it: 1 Monte Amiata, 2 Grosseto e pianura, 3 Costa d?Argento, 4 Regione dei Tufi, 5 Colline dell?Albegna, 6 Colline Metallifere di Lorena. Ad esse si sono aggiunte altre opere, tra cui la ?Madonna col Bambino? e la ?Tavola Ginanneschi?, una veduta del paese di Castel del Piano nel ?700. Le ultime tre sale ospitano la Pinacoteca Edo Cei, con caricature, manifesti e dipinti dell?artista che testimoniano il suo legame con il territorio amiatino e le Sculture di Piero Bonacina, opere contemporanee in pietra e legno. Nell?ala ovest è ospitato l?Antiquarium, che raccoglie circa 120 pezzi che per tipologia e classe di appartenenza rientrano nei tipi noti nelle aree dell?Etruria meridionale, nelle zone del tufo, nell?area chiusina e della valle dell?Ombrone. La maggior parte dei pez- Castel del Piano, Palazzo Nerucci zi è riferibile al III-I sec. a.C. Info e prenotazioni: 347 1915174 0564 965268; e-mail: sistemamusealeamiata@uc-a-miata.gr.it; FB: www.facebook.com/sistemamusealeamiata Chiude il tour a Seggiano la visita al Museo dell?Olio in Piazza Umberto I 16, un progetto museale diffuso, ideato dal Comune di Seggiano e dalla Fondazione Le Radici di Seggiano?, nato nel 2012 che si snoda nel centro storico di questo antico borgo situato alle pendici del Monte Amiata (Gr), che da il suo nome all?olio DOP di Olivastra seggianese. Il museo è un percorso innovativo e coin- Seggiano, Museo dell?Olio 38 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 volgente che parte dalla grande cisterna situata sulla cinta muraria dove al suo interno è stata creata un?installazione unica nel suo genere. Si tratta di un olivo recuperato da una frana sospeso in questo grande spazio con le sue radici. Questa pianta è la più grande del mondo alimentata con tecnologia aeroponica; in pratica vapore acqueo, la cui realizzazione è stata sperimentata e verificata presso il laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale della Facoltà di Agraria di Firenze, partner scientifico del progetto. Il progetto sarà ultimato con l?installazione di particolari sensori che permetteranno di monitorare l?ulivo e studiare le sue risposte alle sollecitazioni esterne. I dati raccolti, di straordinario e originale interesse scientifico, saranno anche elaborati da una machina scriptoria: un apparato artistico che traccerà le attività elettriche della pianta rendendole visibili ai visitatori nel loro svolgersi temporale, arricchendo di ulteriori emozioni l?esperienza visiva dell?installazione. Il percorso museale comprende anche vari edifici recuperati e ristrutturati. Tra questi un vecchio frantoio dell?800, l?oratorio di San Rocco con i suoi affreschi del 1490, gli spazi dell?ex municipio e la nuova oleoteca nella piazza principale dove sono possibili degustazioni e acquistare prodotti della filiera corta. Info e prenotazioni: 0564 950972; email: radicintelligenti@gmail.com; web: www.leradicidiseggiano.it VIVI MUSEI DI MAREMMA ?Il Museo a scuola!? una bella opportunità didattica per gli studenti per imparare divertendosi Sono tantissime le attività didattiche proposte dai Musei di Maremma per gli studenti delle scuole dell?infanzia, delle scuole primarie, delle secondarie di primo e secondo grado con l?intento di mettere in campo strumenti per affrontare più agilmente argomenti non sempre di facile apprendimento e offrire un ampio supporto ai programmi didattici annuali della scuola, con il fine di avvicinare e appassionare i giovani al museo 40 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 D opo due anni in cui la DAD didattica a distanza è stata la regola, finalmente la scuola è tornata in ?modalità presenza?. Dunque anche i Musei sono tornati a rilanciare la propria offerta didattica per educare i bambini e i ragazzi alla frequentazione dei musei della rete e supportare gli insegnanti in percorsi di approfondimento, che permettono ai giovanissimi visitatori di imparare divertendosi. Così è ora possibile riprendere quel filo interrotto per ripartire con l?ampia serie di proposte didattiche organizzate, già prima della pandemia, da molte realtà dei Musei di Maremma dedicate alla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria e alla secondaria di primo e secondo grado. L?obiettivo è quello di mettere in campo strumenti per affrontare più agilmente argomenti non sempre di facile apprendimento e offrire un ampio supporto ai programmi didattici annuali della scuola, con il fine di avvicinare e appassionare i giovani al museo. Queste attività vengono svolte attraverso programmi, laboratori e iniziative didattiche sia nelle scuole che all?interno degli stessi musei. Un modo per far vivere e valorizzare il nostro patrimonio culturale per continuare a scoprire o riscoprire, anche a distanza, i luoghi della cultura mantenendo l?aspetto immersivo e ludico didattico che ha sempre caratterizzato queste iniziative. Tutte queste attività da oggi fanno parte del progetto ?Il Museo a scuola!?, teso ad organizzare e rendere più fruibili le varie iniziative attraverso una serie di pagine all?interno del sito web www.museidimaremma.it. Uno spazio web dove, operatori museali, insegnanti, studenti e famiglie, possono consultare e trovare le opportunità didattiche e i laboratori in calendario nei singoli musei, programmi, foto e tutte le notizie utili. Ma guardiamo quali sono le attività didattiche portate avanti attualmente da alcuni dei nostri musei. Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia I percorsi didattici del museo sono indirizzati alle scuole di ogni ordine e grado e trattano principalmente tematiche legate alla storia antica e alla cultura Etrusca. I moduli proposti permettono di approfondire le tematiche peculiari del sito di Vetulonia e prendono spunto dai contenuti non solo del percorso museale ma anche delle aree archeologiche. Ogni anno, sulla base dell?argomento della mostra temporanea, un percorso è dedicato specificatamente ai temi della mostra così da proporre sempre nuovi contenuti. Tra le attività ricordiamo la lezione e il laboratorio ?Piccoli archeologi crescono! Caccia al museo!? dedicato alla scuola primaria e secondaria inferiore; poi ?Il lavoro dell?archeologo: principi di stratigrafia? che prevede una lezione introduttiva sul lavoro dell?archeologo, seguita da una vera esperien- za di simulazione di scavo dove i ragazzi potranno toccare con mano l?emozione della scoperta e dell?interpretazione archeologica. Altro tema importante ?Vetulonia città dell?oro?. Una visita a tema sulle tecniche principali dell?oreficeria etrusca: lo sbalzo, la filigrana e la granulazione. I bambini sono poi invitati a realizzare i loro personali gioielli, sperimentando le varie tecniche a partire da quella dello sbalzo. E ancora attività legate alla scrittura etrusca, alla lavorazione della ceramica, dei metalli, i tessuti e la vita quotidiana. Info: tel. 0564 927241, e-mail: museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it | sito web www.museoisidorofalchi.it/didattica-2021-2022/ I Musei di Massa Marittima I laboratori proposti nei Musei di Massa Marittima per l?anno scolastico in corso, in particolare il Museo di San Pietro all?Orto, la Torre del Candeliere, il Museo della Miniera e il Museo Archeologico Giovannangelo Camporeale, sono mirati a far comprendere ai bambini l?importanza dei monumenti e della storia della città di Massa Marittima. I programmi dei corsi, dal titolo ?Una città da scoprire? sono di supporto all?attività didattica svolta nelle scuole e sono rivolti agli allievi delle scuole elementari e delle scuole medie. Gli studenti non rimangono semplici fruitori passivi di un sapere nozionistico, ma sono coinvolti attivamente nel processo di conoscenza attraverso un percorso PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? Tutte queste attività da oggi fanno parte del progetto ?Il Museo a scuola!?, teso ad organizzare e rendere più fruibili le varie iniziative attraverso una serie di pagine all?interno del sito www.museidimaremma.it. Uno spazio web dove, operatori museali, insegnanti, studenti e famiglie, possono consultare e trovare le opportunità didattiche e i laboratori in calendario nei singoli musei, programmi, foto e tutte le notizie utili che, oltre ad una fase teorica sviluppata anche con il supporto multimediale, prevede l?esperienza manipolativa, motoria, sensoriale per offrire la percezione della complessità del reale. L?esperienza di laboratorio fornisce, inoltre, l?occasione per sperimentare ed esprimere le potenzialità individuali all?interno di un continuo lavoro di gruppo e favorisce le relazioni interpersonali. Tutti i corsi prediligono lo studio della realtà territoriale di Massa Marittima completata da escursioni didattiche nei siti archeologici e minerari e nei Musei. I percorsi 42 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 didattici che vengono proposti alle scuole riguardano in particolare: La preistoria nel territorio di Massa Marittima (percorso preistorico), Gli Etruschi dell?Accesa (percorso etrusco), Massa Marittima nel Medioevo (percorso medievale), Vita nella Miniera (percorso di archeologia industriale). I percorsi formativi sono strutturati in quattro moduli, per cui gli istituti potranno avvalersi del pacchetto completo o solo di una parte di esso. Tutti i percorsi sono pensati anche per essere realizzabili con la modalità della Didattica a Distanza. Ci sono poi le iniziative extrascolastiche realizzate in occasione di festività (Pasqua, Befana, Natale...) e altre giornate particolari (Halloween, festa della mamma e del papà, giornata delle famiglie al museo...), create volta per volta. Info: e-mail: accoglienzamuseimassa@gmail.com Il Museo Magma di Follonica L?offerta didattica del Museo Magma di Follonica è molto varia e interessante e viene portata avanti da molti anni. Per il 2021-2022 sono in programma visite guidate all?interno del museo, attività di laboratorio volte a spiegare l?attività di quello che è stato il villaggio fabbrica dedito alla produzione della ghisa. In più iniziative su come si sviluppa l?arte all?interno dell?area ex Ilva in particolare la Stree art e attività di scrittura creativa. Sono inoltre proposti laboratori festivi sul Carnevale, Halloween, Natale e Pasqua e mini tour e giochi. Le attività riguardano i bambini dai 6 ai 12 anni ma anche i più grandi fino a 18 anni. Info: e-mail: frontoffice@magmafollonica.it Il Museo di Storia Naturale della Maremma di Grosseto Il Museo da sempre, a parte il periodo della pandemia, ha svolto una intensa attività di visite scolastiche per la sua peculiarità e interesse. Oltre a questo gli studenti possono portare avanti una formazione che adotta un approccio multidisciplinare ed esperienziale. I laboratori privilegiano il coinvolgimento diretto degli studenti, il lavoro di gruppo e in alcuni casi, l?attività sul campo, mettendo a disposizione strumenti che vengono via via aggiornati. C?è poi la possibilità di far partecipare gli studenti ai progetti ?Citizen Scienze?. Info: e-mail: info@museonaturalemaremma.it Il Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (MAAM) di Grosseto I percorsi di didattica museale sono attivi fin dal 2010 a cura del servizio educativo. L?organizzazione, dal titolo ?Tutti al museo?, prevede ogni anno una serie di laboratori interattivi e visite tematiche create per soddisfare le esigenze delle scuole dell?infanzia, primarie, secondarie e per le famiglie. I periodi di svolgimento delle attività, che si possono svolgere anche a distanza, riguardano la preistoria, gli Etruschi, i Romani, il Medioriente e il Medioevo. Anche al MAAM ci sono poi le attività organizzate per le feste e create per quelle occasioni. Info: https://maam.comune.grosseto.it/didattica/ I Musei di Pitigliano Nel Museo archeologico della Civiltà etrusca e al Museo archeologico all?aperto Alberto Manzi dal 2017 si svolgono attività didattiche per le scuole, iniziative che hanno subito uno stop durante la fase più critica della pandemia ma che stanno gradualmente ripartendo. Queste attività prevedono la possibilità di unire la tradizionale visita guidata con un?offerta articolata e modulata di attività pensate per i ragazzi, nella fascia di età dai 3 ai 14 anni. In tutto sono 9 laboratori proposti: Un giorno da archeologo, Scavare una necropoli etrusca, Scoprire come è fatta la bottega del restauratore, e poi L?arte etrusca dei vasi di Laran, A tavola con gli Etruschi, La scatola dei mestieri, Scrivere etrusco, I boschi in un erbario, Dai fiori nasce il color. I programmi sono proposti e organizzati da personale qualificato, incaricato dal Comune, e consentono di approfondire e consolidare le conoscenze acquisite a scuola sulla storia etrusca, e non solo, poiché toccano anche l?aspetto naturalistico, ambientalistico e botanico, con una metodologia pedagogica che facilita l?apprendimento attraverso la sperimentazione creativa e il coinvolgimento attivo degli studenti. Info: e-mail: museo@comune.pitigliano.gr.it VIVI TRADIZIONI Gli antichi mestieri oggi scomparsi di una Maremma d?altri tempi Dal baschiaio al cantastorie, passando per il corbellaio, la pagnieraia, lo stagnino, il carbonaio, il barrocciaio, il tracculone, l?arrotino e l?ombrellaio e molti altri. Sono parecchi i mestieri scomparsi con l?andare del tempo o profondamente trasformati che ci riportano ad una Maremma che non c?è più ma che ancora vive nella memoria di tanti DI GIADA RUSTICI Carbonifera 44 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Il corbellaio L a storia della Maremma ci insegna che niente è più prezioso della nostra terra: è una storia fatta dai contadini e dai lavoratori che sono stati in grado di dar vita a quelle culture e tradizioni che hanno reso semplice e autentica la storia maremmana. L?immagine storica della Maremma si basa sul silenzio dei grandi stagni sui quali si specchiano le nuvole, sulle mandrie di cavalli e sui butteri, sul suono del frusciare delle cannucce, dei lavoratori stagionali, dello svernare dei greggi, dei carbonai nel bosco: tutte figure che oggi ci appaiono permeate da quel velo di magia che è tipico delle cose passate, simbolo di un mondo povero, ma sereno. La storia dei mestieri di Maremma è estremamente variopinta, è un quadro impressionista dove tutto si mescola e si perde, per poi ritrovarsi, oggi, nella memoria e nelle arti odierne. Ci sono mestieri, infatti, che sono praticati tutt?oggi, ma che nel tempo sono incredibilmente cambiati: si pensi alla sarta, ad esempio, che in passato si spostava nei poderi o nelle frazioni più isolate e lì restava per giorni a riadattare i vestiti o a farne di nuovi. Più spesso si tratta di mestieri che si perdono nel tempo, altre volte invece, per necessità economiche, si trovavano riunite nella stessa persona e nello stesso negozio mestieri anche molto lontani tra loro, come il parruc- chiere-falegname, o lo stagnino-calzolaio, mestieri che oggi continuano a vivere singolarmente. Quella dei mestieri di Maremma è una storia fatta di parole oggi strane, difficili, dimenticate, ma che serve ricordare e spiegare come parte di una cultura insita in ognuno. Un mestiere praticamente oggi scomparso è quello del baschiaio: oggi non si usano più le bestie per lavorare e quindi non si usano più neppure i basti. Cos?era un basto? Era un arnese che veniva applicato sulla schiena dell?asino o del mulo e fissato al corpo. Doveva essere davvero un lavoro certosino sia perché doveva essere costruito in modo tale da non provocare sbucciature sia perché doveva essere fatto per durare: era talmente robusto che era più facile che morissero prima le bestie, piuttosto che si logorasse il basto. L?arnese era utilizzato per trasportare sacchi, cassette e altri carichi, come le barlette, che venivano posizionati su ambo i lati. Forse oggigiorno si è persa la cognizione delle vecchie cose: le barlette erano recipienti in legno, tipo botticelle, con le quali si trasportavano acqua, vino e olio. Non esisteva un basco senza un corbello: ecco allora affacciarsi alle botteghe il corbellaio che ovviamente faceva i corbelli, grossi cestoni di strisce di legno che venivano poggiati sul somaro, ai due lati del basto, e riempiti di cose varie. La lavorazione era lunga e complessa: prima di tutto i pedagnòli di castagno (nuovi virgulti del castagno selvatico) venivano tenuti a bagno, per riuscire a togliere bene la buccia e poterli lavorare meglio; poi con un ronculino, uno speciale arnese a forma di mezzaluna o di piccola falce, il corbellaio li sbucciava; successivamente ogni legno era tagliato a strisce per tutta la sua lunghezza. Cominciava da qui il lavoro vero e proprio: le strisce venivano appuntite da una parte e poi stese a terra una accanto all?altra disposte a raggiera; altre venivano intersecate al fondo con le prime e fissate ad un cerchio; queste costituivano la base del corbello. Salendo, ogni striscia era intersecata con altre che correvano in modo trasversale; in cima venivano avvolte ad un altro cerchio, costituendo così l?orlo del corbello. Simile controparte era la pagnieraia. Il nome parla chiaro: la pagnieraia era colei che in Maremma faceva i panieri e per farli utilizzava i venchi cioè una specie di salici selvatici con rami sottili ricoperti da una buccia, che andava tolta servendosi di un sistema alquanto originale: si prendeva un legno, si praticava in cima a quello un?apertura di circa 10 cm nella quale veniva inserito il venco dalla parte della cima; tirandolo poi questo lasciava la buccia; una volta sgusciati i PRIMO PIANO ? VIVI ? 45 VIVI ???? Un viaggio che ripercorre solo alcune delle figure che hanno contribuito a creare la Maremma così come la conosciamo oggi, che hanno fatto la storia della nostra terra, che sono insiti, anche inconsapevolmente, nel codice genetico di ognuno di noi venchi venivano seccati e dovevano rimanere a mollo per riprendere la loro flessibilità ed essere lavorati, modellati in cento modi, senza usare né colla né chiodi. Un mestiere che non esiste proprio più è lo stagnino: se ne trovavano diversi nei vari paesi, anche se loro, pur avendo una bottega, erano soliti girare anche nelle campagne, da un podere all?altro per rattoppare brocche, tegami o imbuti. Così lo stagnino, passando da un podere all?altro, rattoppava i secchi, i paioli, gli 46 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Lo stagnino scaldini o i canali dei tetti. Oggi gli stagnini si sono trasformati in idraulici. Per rimanere in tema di mestieri pesanti parliamo del carbonaio: al tempo del taglio del bosco, il carbonaio partiva per il suo lavoro, assieme a tutta la famiglia e stavano fuori per diverso tempo. Portavano con loro le provviste e anche i cani e i gatti che avevano il compito di stare a guardia degli equipaggiamenti. Si costruivano un capanno di frasche che veniva ricoperto di zolle e muschio e quella, per un po? di tempo, doveva essere la loro casa, qualunque fossero le condizioni atmosferiche. La giornata iniziava molto presto e il lavoro c?era per tutti: per prima cosa si doveva spianare la terra per farci una piazzola dove veniva cotto il carbone e in mezzo alla quale il carbonaio sistemava un po? di legni in modo che formassero una cupola, mettendone alcuni dritti e altri di traverso; il tutto veniva ricoperto di zolle, facendo attenzione a lasciare aperto qualche foro per dare sfogo al fumo. Una volta acceso il fuoco, il lavoro diventava ancora più pesante: la fiamma non doveva ardere, ma solo rimanere la brace e così di giorno e di notte il carbonaio era costretto a rimanere vigile per tenere a bada il lavoro. Il sacrificio durava per giorni finché, crollando il tutto, si aveva la certezza che ogni legno era diventato carbone. I tempi allora erano tutt?altro che semplici, ma ognuno adempiva al proprio compito in maniera meticolosa. Così, tra una fatica e l?altra, nell?aria odierna risuona l?eco di un altro mestiere dal nome un po? buffo e oggi sconosciuto: è il barrocciaio, colui che si occupava del trasporto di grossi carichi per conto di terzi. Munito del barroccio, un carro con due grandi ruote cerchiate, trainato da una o due bestie, il barrocciaio si inerpicava, con non poca fatica, sulle strade sassose e scoscese di montagna. Anche le donne ovviamente contribuivano, trasportando carichi: quando sulla testa, le ceste di bucato e le brocche dell?acqua oppure, nel capisteio, il pane da portare a cuocere al forno del paese. Lo facevano di mestiere, dietro compenso, lavavano i panni ai pozzi o portavano l?acqua nelle brocche alle famiglie più ricche del borgo. In generale, su per l?Amiata di barrocciai ce n?erano tanti e chi ha reso famoso il loro mestiere è stato Davide Lazzeretti, di Arcidosso, uno di loro. Fece questo mestiere per tanti anni, prima di cambiare vita. Per svolgere il suo lavoro anche il tracculone, una specie di venditore ambulante, aveva bisogno dell?asino: si alzava presto la mattina e veniva dal paese per vendere o, più spesso, per scambiare la sua merce (baccalà, aringhe, aghi, filoforte, sapone, stringhe, ?correggioli?, sale, zucchero, lamette da barba Il barrocciaio ed altro) con cacio, ricotta, uova, pollame, pelli; tornato al paese, rivendeva tutto quello che aveva racimolato nella sua botteguccia o davanti all?uscio di casa su un tavolinetto coperto con una tovaglia. Anche l?arrivo di questo personaggio era particolarmente gradito sia perché offriva l?occasione di rifornirsi di tante cose necessarie alla vita di ogni giorno, sia perché dava il modo di interrompere, anche per poco, il tramtram quotidiano con quattro chiacchiere di tipo diverso e di concludere talvolta qualche affaruccio. Ma come il tracculone, anche i campagnoli esponevano all?uscio di casa i prodotti del loro lavoro: per le strade del paese era consuetudine trovare chi vendeva liberamente fagioli, pomodori, semi e altri prodotti del proprio lavoro, tutti con una certa attitudine a richiamare gente al proprio punto di lavoro. che accade, ecco le voci, la musica di un organo che suona e le nacchere che segnano il tempo di una polka, ecco risuonare il cantastorie, in compagnia della sua fisarmonica o del suo organetto portava nei mercati della Maremma le tradizioni locali, cantando l?amore e storie di briganti. Tutti ascoltavano rapiti e attenti: era così, allora, che le storie si tramandavano di padre in figlio. Questo viaggio ripercorre solo alcune delle figure che hanno contribuito a creare la Maremma così come la conosciamo oggi, che hanno fatto la storia della nostra terra, che sono insiti, anche inconsapevolmente, nel codice genetico di ognuno di noi, perché ogni borgo, anche il più piccolo, aveva tutti i suoi mestieranti e i suoi artigiani; ogni borgo era autosufficiente a soddisfare le esigenze dei suoi abitanti; in ogni borgo risuona quell?eco di vecchi strumenti di lavoro che battendo a ritmo col passare del tempo accompagnano la nostra storia: sono quei famosi bei tempi andati, in cui tutta la vita era un?arte e ogni immagine sembrava un quadretto senza tempo. Eugenio Bargagli, uno dei più grandi cantastorie di Maremma Nel paese era un gran frastuono. Ogni tanto passavano per le vie anche il cenciaio, l?arrotino e l?ombrellaio: il primo ritira gli stracci vecchi, il secondo arrota i coltelli consumati dall?uso e il terzo accomoda gli ombrelli, portando con sé una sacca piena di stecche, manici e tela nera. Tra il baccano della compra-vendita però non mancava chi del ?baccano? faceva il suo mestiere: il cerchio della gente si raduna per sentire e vedere quel PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI ENOLOGIA Montecucco, un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale in Toscana 48 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Un?indagine svolta dal Consorzio di Tutela Montecucco rivela che l?85% delle aziende è certificato Bio. Pratiche agronomiche innovative e in armonia con la natura, rispetto per la biodiversità e collaborazioni con istituti di ricerca restano gli asset fondamentali di questa importante Denominazione sempre più apprezzata in Italia e nel mondo Montecucco, un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale Negli ultimi anni si è parlato molto della grande vocazione green diffusa tra i produttori del Montecucco, un gioiello ancora incontaminato che dimora sotto la protezione del Monte Amiata, la cui produzione è ammessa nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, tutti della provincia di Grosseto. Tra i filari del Montecucco, dove tra l?altro troviamo le rese per ettaro tra le più basse in assoluto, ovvero 70 q di uva per ettaro, si pratica una viticoltura sostenibile, da sempre. Un approccio che si traduce in un?alta percentuale di cantine biologiche, molte delle quali non hanno nemmeno mai visto un momento di conversione al bio, ma hanno preso subito questa direzione, sin dalla loro fondazione. Per dare maggiore coerenza e concretezza ad un approccio produttivo che caratterizza questa regione vinicola sin dai suoi albori, negli ultimi mesi il Consorzio di Tutela si è impegnato in un lavoro di ricerca e raccolta dati attraverso un?indagine svolta su un campione di 30 aziende socie allo scopo di ricavare la percentuale di produzione in conversione e biocertificata all?interno del Montecucco: i risultati rivelano che ben l?85% delle aziende intervistate è certificato bio e il 2% in conversione. Percentuali altissime che confermano i dati del 2020 registrati e condivisi da ARTEA (Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura), che posizionavano la denominazione amiatina sul podio delle DOCG toscane con ben l?82% di Sangiovese DOCG biocertificato sul totale della produzione (hl/vino). Vuoi perché le vigne furono impiantate su terreni non coltivati o abbandonati, vuoi perché, oltre ad essere una scelta etica, quella del Montecucco è sempre stata una strada ?obbligata? ? considerate le condizioni naturalmente favorevoli per la viticoltura dovute sia alla vicinanza al Mar Tirreno, con costanti venti asciutti, sia alla protezione del Monte Amiata ? oggi siamo di fronte a un territorio integro: non si parla solo di vigneti, ma anche di originalità del territorio, di rispetto della biodiversità, di pratiche agronomiche in armonia con l?ambiente, di studi e di ricerche volte al miglioramento e all?innovazione. ?Il lavoro ?pulito? in vigna e in cantina è proprio nel DNA di questo territorio ? dice Giovan Battista Basile, alla guida del Consorzio e primo produttore a dare il buon esempio sulla via della sostenibilità ambientale ?. ?I risultati di questa indagine, che ci ha impegnato molto negli ultimi mesi, ci porta non solo ad avere un riconoscimento di territorio ecosostenibile, ma ci incentiva a fare sempre meglio, considerato anche il numero di aziende attualmente in conversione: l?obiettivo è avere il 100% di produzione biologica. Il nostro territorio è naturalmente vocato alla sostenibilità, e siamo certi di poter ottenere risultati ancora migliori di questi. Il mio impegno come azienda parte naturalmente dalle buone pratiche agronomiche, come la lotta biologica e l?utilizzo di prodotti naturali per favorire una maggior resistenza della vite, come l?utilizzo di un?alga della costa atlantica del Canada dalle proprietà benefiche, agli impianti fotovoltaici in cantina e alla bioedilizia?. Per raggiungere questi risultati virtuosi ? e obiettivi futuri ancora più ambiziosi ? sono certamente fondamentali i metodi ecocompatibili di controllo delle avversità, a partire dall?u- PRIMO PIANO ? VIVI ? 49 VIVI ???? Giovan Battista Basile: ?I risultati di questa indagine, che ci ha impegnato molto negli ultimi mesi, ci porta non solo ad avere un riconoscimento di territorio ecosostenibile, ma ci incentiva a fare sempre meglio, considerato anche il numero di aziende attualmente in conversione: l?obiettivo è avere il 100% di produzione biologica? tilizzo di mezzi biologici e non chimici e dalle buone pratiche agronomiche. Ma non solo. Le aziende della DO Montecucco, infatti, sono in prima linea anche nella promozione di studi e progetti di ricerca per l?innovazione nell?ambito 50 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Giovan Battista Basile dell?ecosostenibilità ambientale, portati avanti con importanti Istituti e Centri Universitari a livello nazionale, come il programma Organic Wine (Università di Firenze) che ha come obiettivo principale il miglioramento delle pratiche coltu- rali attraverso l?implementazione di soluzioni tecnologiche secondo i criteri dell?agricoltura di precisione per una minore dispersione nell?ambiente, o ancora Biopass (Biodiversità, paesaggio, ambiente, suolo, società, realizzato VIVI ???? Poca uva, ma qualità impeccabile. Si chiude con questo bilancio la vendemmia 2021 per il Montecucco Doc e Docg. Grandi le aspettative sul Sangiovese: sarà da lungo invecchiamento. Anche per il Vermentino un?annata eccellente. Ottima sanità del grappolo. Giovan Battista Basile ?il lavoro ?pulito? in vigna, proprio del DNA del Montecucco, ci aiuta senz?altro a rendere le nostre viti particolarmente resistenti? con il gruppo Agronomi SATA e in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell?Università di Milano e la Fondazione Edmund Mach di S. Michele a/Adige), di cui l?azienda biologica Tenuta L?Impostino si fa da qualche anno portavoce in terra di Montecucco, volto ad analizzare la biodiversità e la vitalità del suolo e delle sostanze organiche in esso contenute. Vendemmia 2021: poca uva, ma qualità impeccabile Intanto nelle scorse settimane si è chiusa la vendemmia anche per il Montecucco, con la raccolta del Sangiovese allevato nelle aree più alte della Denominazione. Poca uva, è certo ? con una diminuzione media pari al 20/25% sul 2020 causata dall?andamento altalenante di questa stagione produttiva ? ma il Sangiovese arrivato in cantina è a dir poco eccellente. ?Come si usa dire ? sottolinea Giuliano Guerrini, storico agronomo dell?azienda Collemassari ?, l?uva è poca ma ottima. Da confronti con i colleghi della DO Montecucco, posso confermare che siamo tutti contenti dei parametri chimici di maturità dell?uva osservati anche dopo le prime svinature, per quanto riguarda sia il Sangiovese sia il Vermentino, e possiamo azzardare un profilo qualitativo molto simile alle fortunate 52 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 2015 e 2019?. Un?annata senz?altro di difficile gestione, a partire dalla gelata dell?8-9 aprile che ha rappresentato un duro colpo per la regione ? in particolare per le aziende sotto i 220/240 m s.l.m. ?, un maggio freddo che ha causato un germogliamento un po? irregolare, fino allo stress idrico estivo che ha contribuito ad abbassare ulteriormente i volumi di produzione. Una siccità a dir poco anomala che, dati alla mano, ha fatto registrare da gennaio 2021 al 30 settembre solo 204 mm di pioggia rispetto alla media ventennale di 450 mm, ovvero meno della metà. Parlando di temperature, hanno accompagnato bene la fioritura prima e la maturazione dell?uva dopo, già a partire da giugno ? quando si sono già registrati 30 gradi ? fino alle decisive escursioni notturne partite intorno al 25 agosto e durate per tutto settembre (con anche 15/16 gradi di variazione), che hanno aiutato notevolmente i tannini ad ammorbidirsi e hanno potenziato molto il profilo aromatico. Grande merito va ai produttori del Montecucco che si sono impegnati molto lavorando in vigna con interventi frequenti per limitare al massimo condizioni di stress per la vite, come ad esempio il controllo della vegetazione o lavorazioni dei terreni quasi quotidiane per cercare di tenere una sufficiente umidità del suolo. Le aziende strutturate hanno potuto intervenire con irrigazione di soccorso raggiungendo anche quest?anno i 70 q/ha destinati al Sangiovese DOCG, fino a 90 q/ha per il DOC. Anche durante la vendemmia stessa, i vignaioli del Montecucco hanno saputo valutare e gestire la situazione al meglio, dividendo il momento della raccolta in più fasi, in base alle particolari esigenze e soprattutto alle esposizioni di vigneti o anche di singole parcelle. ?Andiamo sicuramente verso Sangiovesi da lungo invecchiamento ? dichiara il presidente del Consorzio di Tutela Giovan Battista Basile ?. E anche per il Vermentino è stata un?annata favolosa. Siamo più che soddisfatti dell?ottimo stato fitosanitario dell?uva portata in cantina, nessuna traccia di peronospora né di oidio, a parte qualche lievissimo accenno a inizio luglio ma subito rientrato grazie alle temperature estive molto calde. A favorire questi risultati è soprattutto il lavoro ?pulito? in vigna che è proprio del DNA della nostra Denominazione ? di cui l?85% delle aziende è certificato BIO ? e che aiuta senz?altro a rendere le nostre viti particolarmente resistenti. L?impegno dei nostri produttori parte infatti dalle buone pratiche agronomiche, come la lotta biologica e l?utilizzo di prodotti naturali, fino ad arrivare a studi volti al miglioramento e all?innovazione in collaborazione con importanti centri di ricerca?. VIVI CICLOTURISMO Maremma Challenge, in e-bike alla scoperta della Maremma. Un percorso di 578 chilometri tra le bellezze del territorio Si chiama ?Maremma Challenge e-bike ultra trail epowered by Bosch? ed è un grand tour in bici con pedalata assistita che si snoda tra i comuni di Massa Marittima, Roccastrada, Arcidosso, Roccalbegna, Sorano, Pitigliano, Manciano, Orbetello, Argentario, Grosseto, Castiglione della Pescaia, Scarlino e Follonica. Un percorso di 578 chilometri suddivisi in 12 tappe di cambio batteria e ristoro di circa 50 chilometri ognuna, tra le bellezze della Maremma 54 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 A ttraversare tutta la Maremma in bici, tra sentieri nel bosco e strade bianche, borghi medievali e panorami mozzafiato. Un percorso di 578 chilometri a disposizione di bikers e cicloturisti da percorrere in 12 tappe di circa 50 chilometri l?una. È questo il senso del progetto ?Maremma Challenge ebike ultra trail epowered by Bosch? organizzato dall?imprenditore Ernesto Hutmacher con il team di ?Bike Garage & More?, nato da un?idea di Giovanni Pettinari, presidente dell?associazione ?Maremma mobilità ecosostenibile? e coordinatore del cicloturismo Uisp Grosseto. La prima edizione La prima edizione della ?Maremma Challenge e-bike ultra trail epowered by Bosch? si è tenuta ad aprile, con partenza da Massa Marittima, ma ora può essere percorsa sempre, in qualunque momento dell?anno, perché i percorsi studiati dagli organizzatori sono a disposizione di chiunque voglia mettersi alla prova grazie alle tracce gpx scaricabili sulla piattaforma ?Komoot? dal profilo di Bike Garage & More. La prima uscita della Maremma Challenge è stata un successo. «Sono stati tre giorni di puro divertimento ? racconta Ernesto Hutmacher ?: i bikers sono diventati un gruppo unito e hanno affrontato insieme il tour raccontando l?esperienza attraverso i loro canali social, facendo conoscere così la Maremma ai loro follower. Anche la stampa straniera ha seguito la manifestazione passo dopo passo pubblicando articoli sulle riviste di settore, dando risalto alla nostra iniziativa ma soprattutto al nostro territorio. Le tappe previste dal circuito sono percorribili da tutti, anche dagli amatori di mountain bike. Il nostro obiettivo è infatti sviluppare i flussi legati al turismo sportivo, lento e sostenibile. La Maremma è perfetta in questo senso, ha tutte le caratteristiche per imporsi nel mercato turistico come destinazione d?eccellenza». La manifestazione, come detto, nasce dall?idea di Giovanni Pettinari, presidente dell?associazione ?Maremma mobilità sostenibile? e coordinatore del cicloturismo Uisp Grosseto, impegnato da anni nella messa a punto di un circuito che unisca i percorsi della Maremma dedicati agli amanti del cicloturismo, ed è stata messa a punto dall?imprenditore Ernesto Hutmacher con il suo team di ?Bike Garage & More?. Il circuito è un grand tour in bici con pedalata assistita che si snoda in varie tappe di cambio batteria e ristoro tra i comuni di Massa Marittima, Roccastrada, Arcidosso, Roccalbegna, Sorano, Pitigliano, Manciano, Orbetello, Argentario, Grosseto, Castiglione della Pescaia, Scarlino e Follonica. Il battesimo del percorso è stato anche l?occasione per inaugurare il primo spa- zio multifunzionale di ritrovo per gli appassionati di bici e di turismo lento, ?Bike Garage & More?, che si trova nel cuore di Massa Marittima, in via Butigni 4, a due passi dalla cattedrale di San Cerbone. E non solo. Durante la manifestazione è stato presentato il circuito delle 3M, un anello di circa 65 chilometri che collega Massa Marittima, Monterotondo e Montieri e prossimamente anche Roccastrada. Si tratta del primo collegamento sentieristico a livello provinciale, un incentivo per creare una rete per gli appassionati delle due ruote su tutto il territorio. Alla prima Maremma Challenge hanno partecipato due professionisti di livello mondiale, Martino Fruet e Marco Aurelio Fontana, e altri sportivi locali e stranieri. Hanno seguito il gruppo anche due blogger con la passione della due ruote, Elena Martinello e Arianna Hutmacher dell?associazione sportiva ?Ride like a girl project? che promuove la cultura della bicicletta. Gli atleti hanno percorso ? in circa 37 ore pedalate ? 578 chilometri con 14.200 metri di dislivello. I commenti Sostengono il progetto anche la Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica. «Parliamo sempre più spesso di economia verde ? spiega l?assessore regionale al Turismo Leonardo Marras ? e di approccio sostenibile, anche al turismo. Credo che questo progetto PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ???? Un tour tra le meraviglie della provincia di Grosseto, da effettuare con lo spirito giusto, quello di chi vuol fare sport a contatto con la natura: nessuna gara o tempo da battere ma solo il piacere di percorrere con la propria ebike sentieri tra boschi e strade bianche godendo dei bellissimi panorami maremmani incarni al meglio il proposito, perché nasce dall?amore per il territorio e la sua cura con l?obiettivo di far conoscere e scoprire la Maremma in bicicletta godendosi, chilometro dopo chilometro, le bellezze della nostra terra. Come Regione abbiamo investito molto sulla diffusione della cultura green con varie azioni e campagne a partire dalle spiagge, con ?Toscana plastic free? e il progetto ?Costa e Isole di Toscana?, per arrivare ad ogni settore. Anche nella campagna di promozione ?Toscana, Rinascimento senza fine?, al turismo sostenibile e slow è stato dedicato uno spazio rilevante. Inoltre, abbiamo avviato insieme ai 28 ambiti turistici la costruzione del prodotto omogeneo ?bike? che porterà ad avere una grande e unica mappa della Toscana ciclabile. Maremma Challenge può costituire un circuito ricorrente negli anni davvero specializzato. È il primo con l?uso dell?ebike e si aggiunge ai grandi eventi già ospitati in Maremma nel passato; oggi è accanto alle grandi manifestazioni di rilievo internazionale che fanno della Toscana del cicloturismo una delle destinazioni più importanti a livello internazionale. Abbiamo accolto volentieri la proposta di coinvolgimento supportando l?evento con Toscana Promozione Turistica e Visittuscany. Siamo pronti per lavorare insieme anche alle prossime edizioni. In bocca al lupo a tutti i partecipanti e? buona Maremma!». Anche l?agenzia regionale Toscana Promozione Turistica sostiene l?iniziativa. «Il bike ? dichiara il direttore Francesco Palumbo ? è uno dei principali 56 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 prodotti sui quali la Regione ha avviato un percorso partecipativo per dare vita ad un prodotto turistico omogeneo. L?unione delle forze attraverso la chiave di lettura del cicloturismo, come sinonimo di motivazione di viaggio sostenibile, è determinante per diversificare e ampliare l?offerta turistica. Un trend che fa parte del piano operativo regionale e delle prossime azioni di promozione turistica proprio perché l?interesse per il bike è trasversale e accomuna molti segmenti di domanda nazionale e internazionale di chi vuole fruire di esperienze legate al mondo della due ruote, come ad esempio vacanze in bicicletta e in mountain bike. Tutte componenti di offerta presenti in Maremma, ben evidenziate con questa iniziativa, e che si integrano con la già ricca proposta della destinazione». Una manifestazione che coinvolge l?intera provincia di Grosseto. «Progetti come la Maremma Challenge rappresentano per la Maremma una sfida da cogliere e vincere ? dichiara il presidente della Provincia di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ?: abbiamo un territorio perfetto per accogliere gli appassionati delle due ruote, con percorsi e strade immersi nella natura che rendono unica l?esperienza di chi li percorre. Sono orgoglioso quindi di poter battezzare questa iniziativa che mi auguro prosegua nel tempo e sia da incentivo per il territorio». La città che ha dato i natali al progetto è Massa Marittima. «Il percorso delle 3M che inauguriamo in contemporanea con la manifestazione ? spiega il sindaco Marcello Giuntini ? coinvolge tre Comuni dell?Unione delle Colline Metallifere, di cui sono presidente, e presto anche Roccastrada. Si tratta di un circuito ad anello di circa 65 chilometri, percorribile da tutti gli appassionati del cicloturismo. Un modello che può essere esteso a tutto l?Ambito della Maremma Nord e non solo, che completa e migliora l?offerta turistica territoriale. Il turismo esperienziale legato al mondo della bici oggi dà ottimi riscontri in termini economici: chi ama le due ruote non può non amare la Maremma e su questo istituzioni e privati devono far leva». Perché la Maremma ha un fascino selvaggio ancora in parte da scoprire e valorizzare. Lo sa bene Giovanni Pettinari, grande conoscitore del territorio e del mondo bike. «La Maremma si è fermata nel tempo ? spiega l?ideatore della manifestazione ?: non ci sono infrastrutture impattanti, non c?è stata una cementificazione massiva, e la natura ancora domina. Abbiamo sentieri nei boschi e strade poco percorse che possono essere definite già così come sono delle piste ciclabili. L?idea è stata quella di rendere possibile un tour della Maremma attraverso le antiche mulattiere che toccano luoghi che amo definire magici, dove ancora ci sono tracce del passato e da dove si possono ammirare panorami meravigliosi. Da adesso tutti potranno percorrere questi sentieri e scoprire la Maremma in ogni suo aspetto». Dall?idea all?organizzazione. «La Maremma Challenge ? spiegano Ernesto Hutmacher, Carlotta Poggiaroni e Valentina Fedele del team ?Bike Garage & More? ? e? un progetto di promozio- PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? La prima edizione della ?Maremma Challenge e-bike ultra trail epowered by Bosch? si è tenuta ad aprile, con partenza da Massa Marittima, ma può essere sperimentata sempre, in qualunque momento dell?anno ne di destinazione turistica che permette alla Maremma di diventare una meta d?eccellenza a livello internazionale per il turismo sportivo, lento e sostenibile. Infatti i 578 chilometri di percorso potranno essere fruiti in autonomia dai rider e dai cicloturisti in base alle loro preferenze e delle loro capacita?, per scoprire la bellezza del territorio in qualsiasi momento dell?anno. Le parole chiave del progetto sono emozione, divertimento e sicurezza: tutti i partecipanti avranno un dispositivo live-tracking (ProteGear e LifePass) e saranno monitorati in tempo reale dalla sede di Bike Garage & More. L?obiettivo del nostro team è di offrire una consulenza integrata alle destinazioni e strutture che desiderano diventare bike-friendly e di creare una rete di diversi anelli sentieristici a livello provinciale, come il circuito delle 3M». Il percorso Il percorso si snoda attraverso incantevoli borghi medievali, il lunare Parco delle Colline metallifere, le suggestive faggete del monte Amiata, le straordinarie Citta? del Tufo, gli indimenticabili scorci dal promontorio dell?Argentario ed altre location da togliere il fiato. Gli atleti hanno modo di percorrere il circuito in circa 37 ore: il percorso è diviso in 12 tappe di circa 50 chilometri l?una, con tracce gpx scaricabili da subito sulla piattaforma ?Komoot? nel profilo di Bike Garage & More. Per chi vuole percorrere il circuito è adottato il brevetto Uisp ?Maremma Challenge? dell?associazione ?Maremma mobilita? ecosostenibile? che prevede l?utilizzo di Road book per certificare il passaggio dei rider in ogni tappa. Chi conclude il tour entro 12 mesi dal- la sua partenza ha in premio un prodotto del territorio e un omaggio sponsorizzato dall?azienda Scott, tra i leader del settore bike. Credit La Maremma Challenge e? un evento promozionale annuale sostenuto dalla Regione Toscana, da Toscana Promozione Turistica e reso possibile grazie al supporto di Bike Service e Amiata Outdoor e di sponsor come Bosch, Scott, Schwalbe, Komoot, Supertrail.guide, Bonifiche Ferraresi, MorisFarms, Tenuta del Fontino, Massa Vecchia Bike Hotel, Agriresort La Colombaia, Residence Massa Alta. Informazioni su www.bikegarageandmore.com LE TAPPE L a prima tappa collega Massa Marittima a Torniella: il tempo stimato del percorso è di 2 ore e 37 minuti per 37,6 chilometri. Da Torniella si arriva poi al Granaio­ ne (68,5 chilometri in circa 4 ore e 40 minuti). La terza tappa si snoda tra il Gra­ naione e Montelaterone: 23,7 chilo­ metri di percorso con un tempo stima­ to di percorrenza di 1 ore e 48 minuti. Ancora colline per la quarta frazio­ ne che arriva fino a Roccalbegna con 47,7 chilometri da percorrere in circa 3 ore e 42 minuti. 58 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 La quinta tappa prevede l?arrivo a Sorano (3 ore e 16 minuti per 47,1 chilometri) mentre la sesta tappa si concluderà a Manciano (35,9 chilo­ metri in 2 ore e 28 minuti). Da Manciano si scenderà poi verso la costa arrivando ad Ansedonia (48,2 chilometri in 3 ore e 14 minuti), da cui partirà la tappa numero 8 che porterà i bikers a Porto Santo Stefano (38,2 chilometri in 2 ore e 19 minuti). Dalla costa dell?Argentario si arrive­ rà poi a Marsiliana (40,7 chilometri in 2 ore e 19 minuti) e da lì a Grosseto per la decima tappa del tour con un percorso di 58,9 chilometri da fare in 3 ore e 16 minuti. L?undicesima frazione porterà i cicli­ sti dal capoluogo a Punta Ala (58,6 chilometri in 2 ore). Dalla costa partirà poi l?ultima tap­ pa, la dodicesima, che porterà i bikers di nuovo a Massa Marittima (41,1 chi­ lometri in 2 ore e 41 minuti). Gli atleti percorrono ? in circa 37 ore pedalate ? 578 chilometri con 14.200 metri di dislivello. Le tracce gpx dei percorsi sono sca­ ricabili sulla piattaforma ?Komoot? nel profilo di Bike Garage & More. VIVI LA CITTÀ CHE CAMBIA Un Central Park per la città di Grosseto con il futuro Parco del Diversivo 60 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 È davvero un bel progetto che arricchirebbe ? e non di poco ? la città di Grosseto quello relativo al Parco dell?ex Diversivo, ovvero l?area verde che si trova tra via Portogallo, via Bulgaria, viale Europa e via Paolo Carnicelli, riqualificata dal punto di vista paesaggistico-architettonico e trasformata in una sorta di piccolo Central Park. Il progetto ha un valore complessivo di 2 milioni di euro Vista generale da via P. Carnicelli C on l?approvazione in Giunta dello studio di fattibilità del progetto generale degli spazi verdi fruibili, degli allestimenti di aree attrezzate e dei percorsi ciclo-pedonali (avvenuta nei mesi scorsi), si va ulteriormente a delineare il nuovo volto del Parco dell?ex Diversivo (nello specifico del lotto 2), l?area verde che si trova tra via Portogallo, via Bulgaria, viale Europa e via Paolo Carnicelli. Il progetto in generale Il secondo intervento, successivo a quello dei boschi urbani del lotto 1, consisterà infatti nella sistemazione complessiva del parco dal punto di vista paesaggistico-architettonico, per un valore di 2 milioni di euro. Il progetto ? a firma degli architetti Eugenio Salvetti e Luca Scollo (Oks Architetti) con la collaborazione del dott. agronomo Paola Mainardi e dott. forestale Silvia Martelli (Giardini associati) e dell?ing. Andrea Sorbi ? prevede la realizzazione di un parco con un?identità ben definita e soprattutto legata alla natura dell?area dell?ex canale su cui risiede, riprendendo il tema delle bonifiche con numerosi elementi diffusi, alcuni di valenza simbolica ed altri più specificamente didattici. Il parco, progettato secondo l?ottica di design legato all?accessibilità per tutti, prevede tre diverse categorie di percorsi ciclopedonali, tra cui un boulevard principale alberato che collegherà via Portogallo a via Carnicelli. Le maggiori attrazioni del parco saranno costituite da un?area eventi e un anfiteatro naturale multifunzione, una zona sportiva compresa tra via Carnicelli e via Bulgaria. In quest?ultimo caso sono previsti due spazi, il primo sarà un vero e proprio playground sempre accessibile dove sarà possibile praticare attività di tutti i tipi, mentre il secondo includerà un?area attrezzata per il fitness, tavoli per il gioco e un campo di basket/pallavolo. Grande attenzione per i più piccoli: è prevista un?area dedicata ai bambini con una zona attrezzata con pavimentazione antitrauma. Sempre per i ragazzi sono previsti laboratori e percorsi dedicati insieme ad un angolo dedicato alle attività didattico-culturali. Il progetto prevede anche numerosi accorgimenti relativi alla viabilità su via Bulgaria, la strada che divide le due aree verdi, per cui verranno previsti interventi di moderazione del traffico in grado di garantire una migliore e sicura connessione pedonale e ciclabile. ?Con questo progetto ? afferma il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ? l?Amministrazione va a completare la progettazione relativa al Parco del Diversivo che si candida così ad essere un tratto urbano all?avan- PRIMO PIANO ? VIVI ? 61 VIVI La planimetria del Parco del Diversivo, situata nell?ex canale di bonifica ???? Le maggiori attrazioni del parco saranno costituite da un?area eventi e un anfiteatro naturale multifunzione, una zona sportiva compresa tra via Carnicelli e via Bulgaria guardia, innovativo e completo con aree fruibili da tutti, dalle famiglie, agli sportivi ai più giovani. Tutte caratteristiche che, ne siamo certi, ne faranno un punto di riferimento per l?intera città. Siamo in grado oggi di continuare e definire questo percorso, partendo dalla firma dell?atto di concessione con l?Agenzia Demanio Direzione Regionale Toscana e Umbria che ha sancito l?affidamento dell?area al Comune di Grosseto?. ?L?idea progettuale per il parco del Diversivo ? aggiunge il sindaco ? nasce da un?attenta analisi del luogo e del contesto in un?ottica di raggiungimento del principio della carbon neutrality, secondo linee guida che puntano a valorizzare le caratteristiche naturali della zona, andando a rinforzare l?unione del tessuto urbano della parte nord e quella più centrale della città.? Il dettaglio Ma entriamo più nel dettaglio e vediamo l?articolazione funzionale e le infrastrutture che del Parco andranno a far parte. Cuore pulsante del progetto sarà l?Area eventi e anfiteatro. Nella parte tra via Portogallo e via Bulgaria, è stata definita una grande area circolare delimitata da dei filari di olivi. Quest?area potrà essere utilizzata sia per attività 62 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 libere all?aperto che per eventi, manifestazioni o mercati. Nel lato opposto ci sarà un anfiteatro naturale, il quale potrà essere utilizzato in particolare per concerti o spettacoli di ogni genere. Particolare attenzione sarà riservata anche ai più piccoli che avranno a disposizione un?Area per bambini. L?intero ?Parco del Diversivo? è idoneo alle attività dei ragazzi in piena sicurezza e libertà. In particolare nella zona tra via Portogallo e via Europa, ci sarà uno spazio attrezzato con giochi per bambini, davanti al punto ristoro. Anche lo sport avrà spazi dedicati con un?apposita Area sportiva e playground. La zona sportiva è stata localizzata nella parte tra via Carnicelli e via Bulgaria, in prossimità di via Europa e del nuovo parcheggio previsto nel masterplan, ed ospiterà due differenti spazi. Il primo sarà un vero e proprio playground sempre accessibile dove si potrà praticare attività di tutti i tipi, dallo sport amatoriale allo svago. Nella parte opposta invece è prevista una vera e propria area sportiva ben definita che, per motivi di sicurezza, gestione e manutenzione, verrà recintata per regolarne l?accesso anche tramite una futura individuazione di soggetti gestori professionali. Stato attuale e stato di progetto Vista generale da via Portogallo PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? Il parco, progettato secondo l?ottica di design legato all?accessibilità per tutti, prevede numerosi percorsi ciclopedonali, tra cui un boulevard principale alberato Da segnalare poi sono gli spazi per Laboratori e percorsi didattici. Sempre nella parte tra via Carnicelli e via Bulgaria, in prossimità di Piazza G. Palatucci e via Europa verrà realizzata un?area per le attività di tipo didattico/culturali che potranno consentire la fruizione integrata di diversi elementi sociali (adulti, bambini, diversamente abili, anziani, ecc..). Non mancheranno ovviamente gli Spazi di relazione e spazi socio-culturali. Il percorso centrale costituirà uno dei punti principali di aggregazione e socializzazione, inoltre in vari punti del parco saranno presenti sedute e tavoli. Il parco rappresenterà anche un luogo storico-culturale grazie alla predisposizione di pannelli informativi e installazioni lungo il percorso principale. Inoltre, all?interno del parco saranno inseriti Spazi coperti e punti ristoro, grazie a strutture in legno. Infine, all?interno del parco ci saranno anche due aree per cani per il loro lo ?sgambamento? poste nelle due diverse zone del parco opportunamente recintate e attrezzate. Insomma, un progetto davvero bello, che arricchirà la città di Grosseto, per cui non ci resta che attendere che venga alla luce. Cenni storici L ?area oggetto di intervento si trova su un vastissimo appezzamento di terreno che deriva, appunto, dal tombamento, del ex­Canale Diversivo. Il Canale Diversivo fu realizzato nel 1829­1830 per volere del Granduca Leopoldo II di Lorena che, così facen­ do, diede avvio alla bonifica idraulica di tutta la Maremma pisana e grosse­ tana, attività che fu elemento caratte­ rizzante di tutto il suo regno. Il canale collegava il fiume Ombrone al Padule di Castiglione della Pescaia e aveva lo scopo di immettere le acque torbide del fiume nel padule a?nché questo venisse bonificato con la tecnica della ?colmata?. 64 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Il Canale, la cui estensione era di cir­ ca 17 Km, è stato fondamentale per la bonifica delle aree paludose residue della Maremma. Le bonifiche hanno rappresentato nei secoli una delle fon­ ti principali di approvvigionamento ittico per tutto il territorio, grazie alla pesca nei bassi fondali ma, allo stesso tempo, hanno anche rappresentato la principale causa di di?usione della Malaria. Il Canale è rimasto in attività fino alla metà degli anni ?50 del nove­ cento, quando fu necessario destinare le terre colmate ai reduci di guerra. Si decise quindi di concludere le attività di colmata, lasciando a palude la sola area dell?attuale riserva naturale della ?Diaccia Botrona? dove inoltre si costruì il manufatto idraulico dell?argi­ none per separare le terre coltivate dalle aree paludose. Il sedime del canale, ormai dismesso nel tempo, è stato interessato da un progressivo interramento, soprattutto in prossimi­ tà della città di Grosseto. Attualmente il ?Monumento al badilante?, posto su di una rotatoria di via Aurelia Nord, ricorda il sacrificio di circa 1600 morti sul lavoro causati da faticosissimi anni di escavazione dell?opera. Attualmen­ te il Canale del Diversivo risulta tom­ bato e svolge la mera funzione fogna­ ria allo scopo di convogliare lo scolo delle acque chiare. VIVI STORIA ?Le Vie dei Medici?, un museo diffuso en plein air esteso su tutta la Toscana Ci sono tanti modi per apprezzare e conoscere più da vicino la Toscana, regione stupenda piena di fascino, bellezze e storia. Uno di questi è offerto dal Progetto/Rete Le Vie dei Medici Museo diffuso en plein air finalizzato alla scoperta e alla valorizzazione di Itinerari Medicei, come quello ad esempio nella zona di Pitigliano, Sorano, Sovana DI PATRIZIA VEZZOSI* I Medici sono un?antica famiglia fiorentina originaria del Mugello che si è arricchita con il commercio e le attività bancarie e per tre secoli (XVXVIII) ha governato Firenze e la Toscana. Nel XV secolo i Medici assunsero un rilevante potere economico e politico all?interno della città stato in regime repubblicano. Dal XVI al XVIII secolo, prima con l?autorità ducale (Alessandro de? Medici 1531) e poi con l?autorità granducale (Cosimo I de? Medici 1569), governarono lo Stato fiorentino e la Toscana fino all?estinzione della dinastia (1737). L?impronta lasciata dai Medici in Toscana è immensa. Oltre che fautori della creatività artistica ed infaticabili collezionisti, i Medici furono promotori di innumerevoli interventi territoriali il cui denominatore comune è la rappresentazione del potere mediceo. Il principe doveva infatti mostrare visivamente ai sudditi la propria fama di uomo grande ed eccellente e, dopo l?annessione di Siena, identità del Granducato. Gli interventi medicei sono diffusi nelle maggiori aree urbane, in particolare a Firenze, capitale del Granducato, 68 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI Jacopo da Empoli, Nozze di Maria de? Medici con Enrico IV 1600 Firenze, Galleria degli Uffizi, Inv, s.n. (particolare) ???? Per quanto riguarda la Maremma, negli antichi borghi di Pitigliano, Sorano e Sovana, i Medici ebbero dominio tra il XVI e il XVII secolo (1560 Sovana, 1608 Pitigliano e Sorano, centri della Contea degli Orsini ceduta a Ferdinando I de? Medici). Ed è proprio qui, in questo straordinario contesto paesaggistico caratterizzato da speroni tufacei, che si sviluppa un interessante Itinerario Mediceo Qui a fianco, ritratto di Anna Maria Luisa de? Medici Elettrice Palatina, attribuito a Giovanni Gaetano Gabbiani, 1726 Galleria degli Uffizi, Serie Aulica. A destra ritratto di Isabella de? Medici, Duchessa di Bracciano da Agnolo Bronzino, fine XVI o inizio XVII secolo, Villa Medicea di Cerreto Guidi 70 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 dove emblematico è il Percorso del Principe che unisce i due palazzi ducali, Palazzo della Signoria e Palazzo Pitti, attraverso gli Uffizi e il Corridoio Vasariano. Gli Uffizi stessi, uno dei più prestigiosi musei al mondo, sono una creazione totalmente medicea: a Cosimo I si deve la costruzione dell?edificio (1560), al figlio Francesco I la destinazione museale (1581), ad Anna Maria Luisa de? Medici, l?Elettrice Palatina, ultima discendente, si deve il vincolo perpetuo delle collezioni medicee con il famoso Patto di Famiglia (1737). Nelle aree extraurbane le ville medicee sono considerate la massima espressione del potere mediceo: 12 Ville e 2 Giardini Medicei sono state riconosciute Patrimonio dell?Umanità per la loro acclamata rilevanza culturale, artistica e paesaggistica e come tali inserite nel Sito Seriale Unesco Ville e Giardini Medicei del 26/6/2013. Le bonifiche medicee hanno trasformato il paesaggio di pianura caratterizzato da canneti e boscaglie in una moderna struttura mezzadrile che trova nel sistema a fattoria un efficace modello organizzativo, intorno a Pisa, Bientina, Valdinevole, Valdichiana, Maremma. Strategiche per la costruzione dello Stato mediceo sono state le due città portuali fortificate di Livorno, diventato il porto del Granducato, collegato a Pisa tramite il Canale dei Navicelli e da qui risalendo l?Arno a Firenze, e Cosmopolis, attuale Portoferraio. PRIMO PIANO ? VIVI ? 71 VIVI L?Acquedotto mediceo, icona di Pitigliano Sorano, Fortezza Orsini Una via scavata nel tufo ???? L?Itinerario Mediceo a Pitigliano, Sorano, Sovana è stato studiato e proposto all?interno del Progetto/Rete Le Vie dei Medici dal Prof. Angelo Biondi con il coinvolgimento degli studenti dell?Istituto Zuccarelli di Pitigliano nel 2013 72 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Queste due città fanno parte di un vasto sistema di formidabili fortezze medicee: l?intero territorio toscano è considerato da Cosimo I de? Medici una ?macchina da guerra?, come evidenziato in uno specifico Convegno Le vie dei Medici svoltosi a Grosseto il 1° dicembre 2019 (gli atti del Convegno ?Le formidabili fortezze medicee? a cura di Patrizia Vezzosi sono pubblicati da Innocenti Editore 2020). La fondazione di Cosmopolis voluta da Cosimo I de? Medici, a fini difensivi, produttivi e patrimoniali, dette grande impulso al commercio del ferro delle miniere elbane e portò all?affermazione di un sistema di opifici idraulici per la sua lavorazione (forni, ferriere, distendini) lungo l?Arno, nella montagna Pistoiese e lungo la costa maremmana a Valpiana e Follonica. Il generale sfruttamento delle risorse Il progetto in breve I territoriali riguarda le miniere e le cave diffuse sul territorio toscano, nonché i boschi: i tronchi d?albero dalla Garfagnana giungevano tramite Le vie dei remi agli Arsenali Medicei di Pisa dove prendevano vita le galee dell?Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, sacro ordine militare marittimo voluto da Cosimo I a difesa delle coste toscane dagli assalti dei pirati turchi e barbareschi. La magnificenza dei Medici si esprime anche attraverso l?utilizzo della risorsa acqua, con fontane ed acquedotti come a Firenze, Pisa, Arezzo e Pitigliano la cui icona è proprio l?Acquedotto Mediceo all?ingresso del paese. Per quanto riguarda la Maremma, negli antichi borghi di Pitigliano, Sorano e Sovana, i Medici ebbero l progetto Le Vie dei Medici è finalizzato alla scoperta e alla valorizzazione di Itinerari Medi­ cei. Avviato nel 2004 ?dal basso?, attra­ verso scambi culturali tra Scuole, è stato segnalato Best Practice UNE­ SCO nel 2015 dalla Commissione Nazionale per la Rete Scuole Asso­ ciate UNESCO. I risultati raggiunti, documentati in diverse pubblicazio­ ni di carattere didattico­divulgativo, sono stati portati a sintesi in (a cura di) Patrizia Vezzosi ?Le Vie dei Medi­ ci? Ed. Toscana Promozione Turistica 2017, in italiano e inglese, cartaceo e on line (E­book scaricabile) sul sito www.visittuscany.com Il Progetto ha coinvolto sempre più Istituzioni e Associazioni, in par­ ticolare è stato condiviso dal Comu­ ne di Cerreto Guidi, ITALIA NOSTRA nonché da ANCI, UNPLI, FEISCT e da Toscana Promozione Turistica (Pro­ getto Editoriale 2017). Ha avuto molti riconoscimenti e segnalazioni. Recentemente è stato segnalato dal Bollettino Nazionale di ITALIA NO­ STRA n. 504 Vedi pg.24­26 e dalla Rivista Internazionale FORBES. Nel 2019, V Centenario della nascita di Cosimo I de? Medici, il pro­ getto ha dato vita ad oltre 50 eventi in Toscana e nella Romagna Tosca­ na. Eugenio Giani, attuale Governa­ tore della Toscana, ha definito il Pro­ getto ?? una delle iniziative più inte? ressanti ed originali che la Toscana ha visto crescere sul proprio territo? rio??. I risultati raggiunti nel 2019 sono documentati in (a cura di) Patrizia Vezzosi ?In viaggio attraver­ so le Vie dei Medici Scopri la Tosca­ na Medicea?, Atti Convegno ?Le Vie dei Medici?, Villa Medicea di Cerreto Guidi 6/7/2019 Ed. Innocenti 2020. Il progetto Le Vie dei Medici è la dimostrazione tangibile della Con? venzione di Faro 2005 ratificata dal­ l?Italia nel 2020. Il prossimo obiettivo è la sua declinazione in un Sistema di Itinerari e Cammini Medicei Locali in una prospettiva di sviluppo a scala nazionale­internazionale. PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI dominio tra il XVI e il XVII secolo (1560 Sovana, 1608 Pitigliano e Sorano, centri della Contea degli Orsini ceduta a Ferdinando I de? Medici). In uno straordinario contesto paesaggistico caratterizzato da speroni tufacei, si sviluppa un interessante Itinerario Mediceo. A Pitigliano, oltre all?Acquedotto con la Fontana progettato dall?architetto fiorentino Gherardo Mechini intorno al 1612 e ultimato dall?architetto Gherardo Silvani (1636-1639), troviamo il Palazzo Orsini costruito dai Conti di Pitigliano e divenuto poi sede dei Governatori medicei della Contea, il Ghetto degli Ebrei con la Sinagoga, forno delle azzime, cantina e macelleria casher, voluto dai Medici nel 1622, la Loggia, sopra la quale erano gli uffici medicei, accanto alla Cattedrale dove si trova il fonte battesimale forse dono del Cardinale Giovan Carlo de? Medici e il Palazzo dell?Affittuario costruito per gli affittuari dei terreni della Contea in epoca medicea. All?interno della Chiesa di S.Rocco si trova dipinto un grande stemma mediceo accanto al quale compare lo stemma della Comunità di Pitigliano con le palle medicee attorno alla torre ad evidenziare la nuova dominazione dei Medici. La poderosa Fortezza Orsini a Sorano fu trasformata dai Medici in caposaldo militare a difesa del confine meridionale del Granducato. Qui il Ghetto ebraico fu imposto dai Medici nel 1619. La Rocca di Sovana fu rinforzata per volontà di Cosimo I de? Medici che rese la città sede del Capitanato di Giustizia, come ricordano gli stemmi del Palazzo Pretorio e il grande stemma di Cosimo I sulla Loggia del Capitano. Anche la pavimentazione in mattoni a spina di pesce delle vie cittadine è stata realizzata sotto la dominazione medicea. L?Itinerario Mediceo a Pitigliano, Sorano, Sovana è stato studiato e proposto all?interno del Progetto/Rete Le Vie dei Medici dal Prof. Angelo Biondi con il coinvolgimento degli studenti dell?Istituto Superiore F.Zuccarelli di Pitigliano nel 2013. *Responsabile del ProgettoRete Le Vie dei Medici Museo Diffuso En Plein Air 74 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Le formidabili difese del Granducato I l sistema difensivo è uno degli aspetti più eclatanti dell?intervento mediceo. Cosimo I dette infatti alla Toscana un assetto militare che garantì la sicurezza dello Stato per tutta la durata del principato mediceo, attra­ verso molteplici interventi interni e costieri che riflettono le innovazioni nell?arte delle armi (nuovi mezzi balisti­ ci, prevalenza della strategia della dife­ sa rispetto all?o?esa). Cosimo I si adoperò per rendere sicu­ re le città dello Stato Fiorentino: Pisa, Volterra, Arezzo, Pistoia, Cortona, San­ sepolcro e Firenze, adeguando le forti­ ficazioni alle esigenze dell?artiglieria, più per frenare le rivolte interne che quelle esterne. Anche i maggiori centri abitati ebbero presidi (S. Miniato, Empoli, Prato, S. Casciano, S. Gimigna­ no, Colle Val d?Elsa, Montepulciano, Castrocaro). Con l?annessione del territorio della Repubblica di Siena (1555/1559), furo­ no difese con nuove fortificazioni anche le città dello Stato Senese (salvo Pienza): Siena, Montalcino, Massa, Grosseto (rilevante per la vicinanza al mare e per essere avamposto antistan­ te allo Stato dei Presidi), Sovana, Chiu­ si. Non essendo più necessarie, diverse fortificazioni poste al confine contro lo Stato Fiorentino vennero dismesse, mentre fu irrobustita la Rocca di Radi­ cofani a protezione della via per Roma e Viterbo. Le vie d?accesso al Granducato furo­ no presidiate con nuove fortezze: Terra del Sole Eliopoli (oggi nel comune di Castrocaro Terme) sorvegliava la strada romagnola dell?Appennino, Sansepol­ cro i passaggi della Val Tiberina, Fivizza­ no e Caprigliola guardavano le strade della Lunigiana, Barga e Montecarlo erano rivolte contro la Repubblica di Lucca, (annessa al Graducato di Tosca­ na nel 1847), la Fortezza di San Martino nel Mugello controllava le strade del­ l?Appennino Emiliano e infine Sasso La maestosa Fortezza Medicea di Arezzo, restaurata nel 2016, rivive come grande spazio cittadino aperto al pubblico e destinato ad attività culturali Particolare dell?imponente Fortezza Medicea di Volterra (Pisa) ora Casa di Reclusione Simone chiamata ?Città del Sole?, con­ trastava la Rocca di San Leo nello Stato di Urbino. Per la difesa delle coste dalle aggres­ sioni dei turchi e dei barbareschi, Cosi­ mo I fondò il Sacro Ordine Militare Marittimo dei Cavalieri di S. Stefano Papa e Martire (Statuti approvati da Pio IV nel 1561) con sede a Pisa e base navale prima a Portoferraio (con i tre forti di Falcone, Stella e Linguella) e poi a Livorno, le due importanti città por­ tuarie fortificate. Tra il XVI e il XVII secolo furono altresì costruite e poten­ ziate torri e casotti di militari per caval­ leggeri lungo il litorale (Antignano, Calafuria, Castiglioncello), rinsaldate le fortificazioni di Rosignano Marittimo e nelle Isole. L?opera di Cosimo I fu perfezionata dai successori: Francesco I (costruzione della città nuova e Porto di Livorno), Ferdinando I (costruzione della Fortez­ za Belvedere a Firenze, completamento della Fortezza di San Martino e altre minori, ingrandimento del Porto e delle Fortificazioni di Livorno), Cosimo II (riordino delle difese del Porto di Livor­ no e invenzione delle navi da guerra di nuovo modello), Ferdinando II (restau­ ro delle Fortezze del Granducato) e Cosimo III (adeguamento delle fortezze al miglior tiro delle artiglierie inviando emissari persino in Argentina a studiare fortificazioni e fare rilievi). Gian Gasto­ ne ereditò un imponente apparato mili­ tare. Il sistema difensivo ideato da Cosimo I non venne mai messo alla prova da grandi eventi bellici (tranne la Guerra di Siena e di Castro) ma fu utilizzato per controllare gli accessi al Granducato durante la peste del 1630, il peggior nemico! Nella foto la Fortezza Medicea e a fianco il Cassero senese di Grosseto PRIMO PIANO ? VIVI ? 75 VIVI CULTURA Premio letterario Nazionale Città di Grosseto ?Amori Sui Generis?, un?altra strepitosa edizione È andata in archivio con un grande successo, riscosso anche quest?anno, il Premio letterario Nazionale Città di Grosseto ?Amori Sui Generis? indetto per il terzo anno consecutivo dall?associazione culturale Letteratura e Dintorni di Grosseto con l?obiettivo di promuovere la scrittura nelle sue varie forme e premiare le opere più meritevoli; il tema del premio 2021 è stato ?L?amore? in tutte le sue forme e declinazioni 76 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Dianora Tinti e Francesca Ciardiello N ello storico teatro cittadino degli Industri, si è conclusa lo scorso 9 ottobre la 3^ edizione del Premio Città di Grosseto ?Amori sui generis?, organizzato dall?Associazione culturale ?Letteratura e dintorni?, confermandosi ancora una volta uno dei concorsi più seguiti a livello nazionale con oltre 700 lavori pervenuti, molti dei quali di noti nomi del panorama letterario italiano, come il vincitore della sezione Libro edito Antonio Fusco con il romanzo ?La pietà dell?acqua?(Giunti). Altissimo il montepremi, sia in denaro che in prodotti del territorio ed opere artistiche. ?Fin dalla nascita di questo Premio ? dice la presidente Dianora Tinti ?, il territorio e le istituzioni ci hanno sostenuto permettendoci di crescere e diventare un punto di riferimento nazionale. Il nostro successo lo dobbiamo anche a tutte quelle realtà che ci sono state e ci stanno vicino. Senza di loro non ce l?avremmo fatta. Ecco perché voglio ringraziare Comune, Pro Loco e Biblioteca Chelliana di Grosseto che da subito hanno creduto in questo progetto, Fondazione Grosseto Cultura, Grosseto Città che legge, Banca Tema che non manca mai di offrirci il suo appoggio, Comune di Civitella Paganico, sensibile alle tematiche culturali/sociali, Casa Editrice Pegasus Edition che offre la pubblicazione gratuita al 1° classificato dell?inedito, l?emittente TV9 per l?attenzione con la quale ci segue, Maremma Magazine raffinato mensile di informazioni turistiche e culturali della Maremma, NASDAQ di Castiglione della Pescaia, sensibile a iniziative e sponsorizzazioni culturali e umanitarie, Farmacia San Giuseppe di Grosseto, AVIS Comunale di Grosseto, elemento fondamentale della collettività, Enrico Corsi dell?azienda vitivinicola bio La Cura, i neo nati vini Baldoria di Ivan Baldo, l?Hotel Miramare di Castiglione della Pescaia, apprezzato per la posizione sul lungomare, la qualità dell?accoglienza e cucina, Grappe Nannoni della pluripremiata Priscilla Occhipinti, una delle poche donne italiane specializzata nella distillazione delle grappe, azienda Vinicola Casavyc, realtà enologica della Maremma con vini di altissima qualità, Vini Monteverro, frutto dell?autentica passione per la lavorazione manuale e selezione delle uve con tecniche di vinificazione innovative, le ?storiche? profumeria Severi e Boutique Santini di Grosseto, Ciacci Flor con le sue straordinarie composizioni floreali, Salumificio Subissati di Roccastrada, eccellenza europea che non ha dimenticato le sue radici, Tipografia Pezzi di Grosseto, Bazar Mazzieri di Roselle, Mazzieri Auto di Roselle, AIAPI Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia, Pro Loco Montereggio, Centro Studi Don PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI Nella foto Francesca Scopelliti, uno dei premi alla carriera 2021 ???? Il Premio si conferma ancora una volta come uno dei concorsi più seguiti a livello nazionale con oltre 700 lavori pervenuti, molti dei quali di noti nomi del panorama letterario italiano Pietro Fanciulli di P.S.Stefano, AGAF Associazione Grossetana Arti Figurative e organizzazione di volontariato Tutto è Vita?. Tantissimi anche gli artisti che hanno appositamente creato per il concorso opere e ad esso ispirate. Quadri, disegni, mosaici e ceramiche che andranno ad abbellire le case dei vincitori firmati da Pietro Corridori, Chiara Toniolo, Mirko Federici, Donatella Battistini, Antonella Barbini, Doriana Melosini, Monica Gorrieri, Carlo Rispoli, Giuseppe di Mauro, Raisa Fesik, Manuela Spagnoli, Enrico Contu, Roberta Tommasini, Andreana Marotta, Francesca Ferrari e Marina Quattrini. ?È stato bellissimo ? afferma entusiasta la vicepresidente Silvia Meconcelli ? ritrovarci in teatro, dopo la pandemia. Gli attori Giacomo Moscato e Irene Paoletti, poi, hanno arricchito la serata con le loro interpretazioni. È stato veramente emozionante, siamo tutti molto soddisfatti e felici?. La giornalista Francesca Ciardiello, altra vicepresidente, sottolinea come il tema dell?amore su cui verte il concorso si stia rivelando sempre più vincente. ?Il nostro concorso ? dice Ciardiello ? può ormai essere considerato l?Oscar della letteratura d?amore, per qualità delle opere e partecipanti. Il gran lavoro della giuria, professionale e altamente qualificata, che ha lavorato per alcuni mesi rileggendo anche tre volte lo stesso testo, è poi il nostro fiore all?occhiello?. E allora eccola al completo, la giuria: presidente Dianora Tinti, Giuseppina Scotti, insegnante, poetessa e presidente 78 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Unitre Grosseto, Gabriella Papponi Morelli, insegnante e presidente Polo Universitario Grosseto, Miriam Salladini, insegnante, Mary Potenza, insegnante e poetessa, Letizia Stammati, insegnante e attrice, Patrizia Guidi, direttrice biblioteca di Castiglione Pescaia, Fulvia Perillo, scrittrice, Enrico Bistazzoni, editor e conduttore tv, David Berti, scrittore e recensore, Roberto Guerrini, giornalista e poeta, Deborah Coron, giornalista e poetessa, Ranieri Mantovani, scrittore, Agata Florio, scrittrice, Mirella Carraro, insegnante e editor, Silvia Meconcelli, scrittrice, Carlotta Fruttero, scrittrice, Emily Hunter, scrittrice, Franca Micci, insegnante, David La Mantia, scrittore e insegnante, Lina Senserini, insegnante, scrittrice e giornalista, Irene Blundo, scrittrice e giornalista. Insieme ai vincitori delle varie sezioni del concorso, sono stati consegnati anche tre Premi alla carriera a personalità che hanno saputo conseguire risultati di successo in campo politico, artistico, giornalistico e letterario, diventando così testimonianza del valore del buon operare a beneficio del Paese intero. Questi i premiati per l?edizione 2021: Francesca Scopelliti giornalista, senatrice e compagna dell?indimenticabile Enzo Tortora ?per l?impegno profuso a favore della tutela dei diritti civili e umani e per la battaglia garantista contro gli errori giudiziari?; Benedetto Bruni, un maremmano ormai molto in là con gli anni che, da autodidatta, ?è riuscito a costruirsi una credibilità letteraria e saputo trasmettere con i suoi scritti tutta l?intensità e complessità della vita e del mondo rurale dal quale proviene?; Coro dei Madrigalisti di Magliano ?per l?intensa attività concertistica in Italia e all?estero e per aver contribuito con passione alla valorizzazione della cultura del nostro territorio?. Dianora Tinti ci tiene poi a ringraziare tutto il Consiglio: Elisa Baiocchi, Davide Berti, Francesca Ciardiello, Deborah Coron, Agata Florio, Roberto Guerrini, Silvia Meconcelli, Giacomo Moscato, Fulvia Perillo, Maria Antonella Vitullo, Emily Hunter, al secolo Milena Cazzola e Mirko Federici. ?Siamo una squadra collaudata e salda dove ognuno ha fiducia nell?altro. Credo che la carta vincente sia la tolleranza reciproca, nel senso che ognuno di noi comprende le eventuali mancanze dell?altro cercando di porne rimedio con molta indulgenza. E poi, lo dico francamente, ci divertiamo!?. ?Un ringraziamento speciale ? aggiunge Dianora Tinti ? va a anche a Giuseppe Guerrini che ha curato tutta la parte fotografia della manifestazione, poi naturalmente a tutti i soci e in particolare alla nostra tesoriera Lorella Santori che con la sua professionalità ed esperienza in campo amministrativo e organizzativo è senza dubbio una presenza indispensabile?. ?La nostra riconoscenza va anche ai giornalisti del Il Tirreno e La Nazione, del Il Giunco, Maremmanews, MaremmaOggi, Grossetonotizie, Toscanalibri e TV9. Grazie a tutti e all?anno prossimo!? saluta Dianora Tinti. Ecco tutti i vincitori dell?edizione 2021 SEZIONE A1 ? Libro edito (narrativa­ racconti) 1° posto Antonio Fusco Pescia (PT) ? La pietà dell?acqua (Giunti editore) 2° posto Helga Schneider Bologna ? Bruceranno come ortiche secche (Oligo editore) 3° posto Claudia Ryan Usmate Velate (MB) ? Virginia (KDP) SEZIONE A2 ? Libro inedito (narrativa­ racconti) 1° posto Antonella Polenta Roma ? Quell?anno in cui le margherite son diventate rosse 2° posto Stefano Mariantoni Rieti ? Vita natural Durante 3° posto Marco Ciampolini Certaldo (FI) ? Le mura fragili SEZIONE B ? Racconto (edito o inedito) 1° posto Francesca Furnari Grosseto ? L?epifania di Robin Burrell 2° posto Lorenzo Mantiglioni Grosseto ? I tetti di Belgrado sembrano quelli di Sarajevo 3° posto Cristian Lorenzini Pisa ? Come spuma sulle onde SEZIONE C ? Libro edito di poesia 1° posto Laura Leoni Montespertoli (FI) ? Luminosa Claustrofobia (ChiPiùNeArt Edizioni S.r.l.s.) 2° posto Roberto Ragazzi Trecento (RO) ? Di luci e di ombre (The Writer edizioni ass.) 3° posto Patrizia Santi San Cesario sul Panaro (MO) ? Coordinate dalla Plaza (CFR edizioni) SEZIONE D ? Poesia singola (edita o inedita) 1° posto Andrea Improta Firenze ? Vol­ tati, che ti amo 2° posto Rosanna Spina Venturina Ter? me (LI) ? Non è vero, non è vero che si muore 3° posto Francesco Palombo Monte Argentario (GR) ? Passa a salutarmi Premio Poesie Morbello Sezione dedi­ cata alla memoria del poeta marem­ mano Morbello Vergari 1° posto Mario Filabozzi Grosseto ? Dipingendoti Maremma 2° posto Luisa Di Francesco Taranto ? Echi di spume 3° posto Maria Gabriella Conti Cesena (FC) ? La riva dei pini marittimi I PREMI SPECIALI SEZIONE A1 ? Libro edito (narrativa­ racconti) ­ Premio della Giuria a Ferdinando Sala­ mino Northampton (Inghilterra) ? Blues per i nati senza un cuore (Golem Edizioni) ­ Premio della Critica a Aldo Parisi Ser­ ravalle Pistoiese ? L?estasi della farfalla (Helicon edizioni) ­ Premio speciale Letteratura e Dintorni a Gabriella La Rovere Marsciano (PG) ? Francisco ­ La vita del matto buono dei frati (Augh! edizioni) ­ Premio speciale Ragazzi a Fabio Leoca­ ta Firenze ? Gentile come te (Librì pro­ getti educativi S.r.l.) ­ Premio speciale Libro Racconti a Gio­ vanna Nosarti Roma ? Il gorgoglìo della macchinetta del ca?è e altri racconti (Libeccio edizioni) ­ Premio del Presidente a Vittorio Lo Jacono Palermo ? Gli Orléans in Sicilia ­ Il duca d?Aumale, un luminare, Paler­ mo, Terrasini e lo Zucco (Opificio Ingham) SEZIONE A2 ? Libro inedito (narrati­ va/racconti) ­ Premio della Giuria a Tommaso Bada­ no Sassello (SV) ? Lettera a Solveig ­ Premio della Critica a Oreste Toma Nociglia (LE) ? La regina della notte ­ Premio Romanzo per Ragazzi a Maria Giovanna Fele Bai Grosseto ? La gran­ duchessa e il soldato ­ Premio del Presidente a Azzurra Car­ bonai e Ambra Gelsomini Grosseto ? Mia figlia è entrata in comunità SEZIONE B ? Racconto (edito o inedito) ­ Premio della Giuria a Paola Bianciardi Arcidosso (GR) ? Sete ­ Premio della Critica a Genni De Pas e Donatella di Martino Livorno ? E tutto resta com?è SEZIONE C ? Libro edito di poesia ­ Premio della Giuria a Giovanna Vivi­ netto Floridia (SR) ? Dove non siamo stati (Rizzoli editore) ­ Premio della Critica a Massimo De Tommaso Torrita di Siena (SI) ? Viaggia­ tore senza biglietto (Youcanprint) ­ Premio del Presidente a Roberta Mez­ zabarba Viterbo ? Nell?ora incerta pri­ ma del mattino (Universal Book Srl) ­ Premio speciale Letteratura e Dintorni a Franco Casadei Cesena (FC) ? Donna del mare (Mediterraneo Editrice) SEZIONE D ? Poesia singola (edita o inedita) ­ Premio della Giuria a Giuseppe Nori Ponzano di Fermo (FM) ? Oggi spose ­ Premio della Critica a Giuseppe Raine­ ri Bergamo ? Al tramonto A questi vincitori delle diverse sezioni e dei premi speciali, si aggiungono 71 Menzioni d?onore, che la giuria ha rite­ nuto di assegnare per la qualità delle opere presentate, per ciascuna delle singole sezioni. PRIMO PIANO ? VIVI ? 79 VIVI RICONOSCIMENTI ?Il Maremmano d?Oro?, grande successo per la prima edizione del Premio delle Eccellenze ideato da Rodolfo Baldassarri Promuovere la Maremma Toscana, valorizzandone la cultura, l?arte, le tradizioni, l?ambiente, lo sviluppo sostenibile, lo sport, i prodotti, il turismo e le eccellenze. Questo il senso del Premio internazionale ?Il Maremmano d?Oro?, il Premio delle Eccellenze, ideato dallo scrittore Rodolfo Baldassarri, che ha visto celebrare nelle scorse settimane la sua prima edizione DI REDAZIONE Il Premio È andata in archivio tra tanti sorrisi e consensi la prima edizione del Premio internazionale ?Il Maremmano d?Oro 2021? di scena il 30 settembre scorso, nella splendida cornice della Tenuta di Poggio Cavallo a Istia d?Ombrone (a due passi da Grosseto). L?iniziativa è nata da un?idea dello scrittore internazionale Rodolfo Baldassarri che da anni vive e lavora in Austria e Germania, nella ricorrenza del decimo anniversario della trilogia ?Il filo rosso del destino?, presentato proprio per la prima volta a Scansano nel 2011. Intento del Premio è stato ? ed è ? quello di dar vita ad un riconoscimento biennale ? la prossima edizione è prevista nel 2023 ? teso a premiare le eccellenze italiane e internazionali legate profondamente alla sua terra di adozione: la Maremma. Ma su ciò che il Premio rappresenta è lo stesso Baldassarri a dirci qualcosa di più. «Il Morellino di Scansano nasce in una delle zone più incontaminate della Toscana: la parte costiera più a sud della regione nota come Maremma Toscana. Racchiusa tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Albegna, e com- 80 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 prende, oltre al territorio del comune di Scansano, parte dei comuni di Grosseto e Magliano in Toscana verso il mar Tirreno, Campagnatico, Roccalbegna, Semproniano e Manciano verso il Monte Amiata e l?interno. In questi vigneti a perdita d?occhio dove il sole torrido brucia i campi di grano rendendoli oro zecchino e le macchie di sangue dei papaveri sembrano labbra di fuoco che si schiudono all?amore e alla furia dell?Estate, e accarezzati dalla brezza del mare ecco che prende forma questo vino fuori dal comune. Speciale! Speciale come questo vino è anche l?idea del Premio. Nella ricorrenza del decimo anniversario della trilogia ?Il filo rosso del destino?, presentato proprio per la prima volta a Scansano, è nata l?idea di premiare le eccellenze italiane e internazionali legate profondamente alla mia terra di adozione: la Maremma». «Alla base dell?istituzione di questo Premio ? aggiunge Baldassarri ? vi è l?obiettivo di promuovere la Maremma Toscana, valorizzandone la cultura, l?arte, le tradizioni, l?ambiente, lo sviluppo sostenibile, lo sport, i prodotti, il turismo e le eccellenze. Il premio si rivolge a personalità della cultura, dell?imprenditoria, del giornalismo del turismo e delle eccellenze enogastronomiche, personalità provenienti dall?Italia o dall?estero Maremmane o no, che con il loro operare contribuiscono a rendere note e a promuovere le bellezze paesaggistiche e naturali di questa terra in ambito nazionale e internazionale. A Loro conferiamo il Maremmano d?Oro e con esso il titolo di Maremmano D.O.C.». La cerimonia di premiazione Sul leit motiv ?Ti amo Maremma?, la cerimonia di premiazione si è svolta, come detto, nella cornice della Tenuta di Poggio Cavallo ed è stata preceduta dalla presentazione del nuovo romanzo di Rodolfo Baldassarri dal titolo ?I migliori anni della nostra vita?, sequel della trilogia di successo ?Il filo rosso del destino?, di cui si parlava all?inizio. Nell?occasione sono stati letti alcuni passaggi del libro, che hanno offerto a tutti gli amici della Maremma presenti, la possibilità di immergersi nella magia dei luoghi più suggestivi del nostro territorio (ma non solo), all?insegna dei migliori vini e delle ricchezze culturali che fanno di questa terra una delle più Nelle foto alcuni momenti della prima edizione del Premio internazionale ?Il Maremmano d?Oro? Rodolfo Baldassarri PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI Alessandro Golini ???? Sul leit motiv ?Ti amo Maremma?, la cerimonia di premiazione si è svolta nella cornice della Tenuta di Poggio Cavallo ed è stata preceduta dalla presentazione del nuovo romanzo di Rodolfo Baldassarri dal titolo ?I migliori anni della nostra vita? La sala conferenze belle d?Italia. «Perché il vero amore ? come ha sottolineato Baldassarri ? è come le onde del mare, torna sempre indietro». Così, dopo il successo dei tre romanzi della trilogia, presentati in tutta Italia e anche in Germania e Austria, lo scrittore Rodolfo Baldassarri è tornato nuovamente in Maremma. E lo ha fatto in grande stile, dando vita ad una serata magica piena di energia positiva, di emozioni e di persone tutte accomunate dalla passione per il proprio lavoro e per questo meraviglioso angolo di Toscana. In una giornata impreziosita dalle temperature quasi estive e da un tramonto dai colori struggenti, tipicamente maremmani, i numerosi ospiti sono stati accolti da un aperitivo preparato magistralmente dal team del ristorante Rivaggiotti di Riccardo Chechi e dai vini della Cantina Celestina Fe? di Moira Guerri. Quindi, nella Sala conferenze della Tenuta la padrona di casa Francesca Girardi e il presidente del Premio Angela Fiorini 82 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Rodolfo Baldassarri hanno accolto gli invitati e i premiati proponendo un momento tutto dedicato alla nostra terra, all?insegna della letteratura (con l?incontro dell?autore), della musica dal vivo (con il virtuoso del violino Alessandro Golini), della poesia vocale (quella di Katia Niccoli, che tra l?altro ha proposto proprio il brano di Renato Zero ?I migliori anni della nostra vita? che dà il titolo al nuovo romanzo di Baldassarri). Infine, è arrivato il momento della consegna dei premi del Maremmano d?Oro 2021, rappresentati da targhe in oro ideate dalla creativa Alice Pescarin. I premiati E allora sveliamoli questi Maremmani d?Oro. Per l?edizione 2021 del Premio i riconoscimenti sono andati allo chef Stellato Francesco Bracali, del Ristorante Bracali di Ghirlanda (Massa Marittima), all?artista di Vetulonia Giuliano Giuggioli, all?anima della Distil- Francesco Bracali Il pubblico Rodolfo Baldassarri leria Nannoni Priscilla Occhipinti, alla titolare del caseificio Il Fiorino Angela Fiorini e al direttore responsabile, nonché editore, della nostra testata Maremma Magazine, Celestino Sellaroli. Un Premio speciale alla Carriera è stato consegnato allo svizzero Ernst Hutmacher ideatore di Massa Vecchia, bellissima struttura ricettiva ? autentico paradiso per gli amanti del relax, della mountainbike e della bici da strada ? in quel di Massa Marittima. Gli altri finalisti del premio erano l?artista Bruno Lelli, il giornalista Daniele Reali, l?imprenditrice vitivinicola Elisabetta Geppetti e la poetessa Morena Zuccalá. Ognuno dei premiati ha raccontato qualcosa di sé, del proprio lavoro, dell?amore che nutre per la Maremma regalando al pubblico presente in sala momenti di grande coinvolgimento, viva partecipazione e forte adesione emotiva. «I vincitori insigniti del premio ? ha Ernst Hutmacher sottolineato Baldassarri ? rappresentano l?eccellenza, la passione e la dedizione. Sono ambasciatori perfetti dell?Italia delle eccellenze e della nostra ?Europa creativa?». Al termine della bellissima serata si è svolta sotto il cielo stellato della Maremma la cena con l?autore nel ristorante della Tenuta. All?evento, oltre all?autore ed ai premiati, è intervenuta anche una nutrita rappresentanza di giornalisti austriaci e tedeschi e di operatori turistici di questi Paesi. Tra volti raggianti e sorridenti degli ospiti e dei premiati, l?organizzatore ha fatto capire che la prossima edizione sarà ancora più ricca di ospiti e con una sorpresa che terrà in dolce attesa i tanti amici della Maremma. «Ci vediamo alla seconda edizione del Premio tra due anni, nel 2023 in una nuova prestigiosa location». Queste le parole conclusive dell?organizzatore Rodolfo Baldassarri. Il libro Il libro ?I migliori anni della nostra vita? di Rodolfo Baldassarri è una moderna e struggente parabola sul senso della vita, l?amore e la ricerca della felicità. Una storia forte che fa sperare e credere ancora nell?amore ambientata in luoghi da sogno come il Tirolo e il suo Wilder Kaiser, la Costiera Amalfitana o la bellissima Sardegna e appunto la Maremma. L?affascinante e tormentato Valerio Redi, protagonista della trilogia ?Il filo rosso del destino?, torna in questo toccante romanzo su temi importanti già affrontati nelle precedenti puntate. Lo ritroviamo struggersi e combattere inutilmente per salvare un amore insano di cui non riesce ad accettare l?inspiegabile fine. Assistiamo alla sua caduta, lo vediamo frantumarsi in mille pezzi, siamo testimoni della sua spietata introspezione, del suo cedere alla depressione e del momento in cui tocca il fondo del baratro, da cui può finalmente iniziare a Giuliano Giuggioli PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 VIVI ???? Per l?edizione 2021 i riconoscimenti sono andati allo chef Stellato Francesco Bracali, all?artista Giuliano Giuggioli, all?anima della Distilleria Nannoni Priscilla Occhipinti, alla titolare del caseificio Il Fiorino Angela Fiorini e al direttore responsabile, nonché editore, della nostra testata Maremma Magazine, Celestino Sellaroli risalire per tornare a vivere una vita a colori. Ed ecco che arriva il nuovo amore: inatteso, delicato e perfino inopportuno per alcuni aspetti, ma al tempo stesso fresco, intenso, vitale, fortificante e soprattutto: sano. Un sentimento tenero e dolce per cui non si può che fare un gran tifo, nonostante tutto. Una storia d?amore che finisce è sofferenza. Ne è conscio Valerio, che dopo la rottura della relazione con Anna è caduto in un baratro dal quale fatica a riemergere. Ma è anche opportunità: di riscoprire sé stesso, di vedere ciò che prima era offuscato da un amore tossico. E quando sulla sua strada compare Maria, Valerio capisce che da una relazione si può tornare a vivere, di nuovo? Nella foto il direttore ed editore di Maremma Magazine Celestino Sellaroli riceve il Premio Il Maremmano d'Oro da Rodolfo Baldassarri L?autore Rodolfo Baldassarri è nato a Nettuno il 16 aprile 1966 e cresciuto in riva al mare di Tor San Lorenzo (Ardea). Le radici contadine della sua famiglia affondano nel lontano 1957, anno in cui la famiglia di suo nonno paterno si trasferì dalle Marche ad Ardea. Da parte di madre invece le origini sono ben radicate nel Lazio, in un piccolo paesino dei Monti Lepini: Prossedi. Durante gli studi universitari ha fondato il giornale di cultura e politica di Roma e provincia dal titolo Eureka. Dal 1993 ha prestato servizio presso la Camera dei Deputati come addetto all?ufficio stampa del Vice Presidente On. Alfredo Biondi. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Politiche nel 1996 ha deciso di Priscilla Occhipinti 84 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 Bruno Lelli recarsi all?estero, in Germania, dove ha frequentato l?Università di Halle/Saale come borsista. Dopo una breve parentesi italiana, nel 2001 si è trasferito nuovamente all?estero, questa volta nel Tirolo austriaco, prima a Kufstein e ora vicino Kitzbühel dove vive e lavora. Dopo aver pubblicato oltre duecento articoli di politica, cultura e attualità, due libri di poesie e una raccolta di saggi, nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo ?In riva al mare?, seguito dal secondo due anni dopo ?Infinito?. Nel 2016 il terzo: ?Come le onde?, già tradotti anche in lingua tedesca e inglese. L?autore ha ricevuto nel 2017 il Premio Internazionale di Letteratura ?Napoli Cultural Classic?, XI Edizione di in Costiera Amalfitana. Foto del servizio di Andrea Calani VIVI AMBIENTE Paolo Fanciulli e quella inesauribile voglia di lottare per salvaguardare la bellezza del mare DI MICHELE GUERRINI 86 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 L Foto Michele Guerrini È una lunga storia quella che vede al centro il pescatore Paolo Fanciulli da sempre impegnato nella battaglia tesa a proteggere il mare della Maremma e i suoi fondali e a contrastare la pesca a strascico (illegale). Una battaglia che negli ha portato alla realizzazione di un grandioso progetto, la Casa dei Pesci Paolo Fanciulli a bellezza che raccontiamo non è quella effimera che ci viene propinata dai rotocalchi, ma quella che dà linfa alle radici di un territorio e del suo popolo, che cresce ammirando la natura che lo circonda. La bellezza va protetta, non si difende da sé. È questo un sentimento, un principio che si è fatto strada nella cultura di massa relativamente tardi. Se oggi le campagne di sensibilizzazione sull?ambiente hanno uno spazio importante nella comunicazione e nell?istruzione, negli anni ?80 (quando inizia la storia che stiamo per raccontare) ancora non erano nemmeno immaginabili. Lo sfruttamento della natura avveniva quindi secondo una sistematica noncuranza. La legislazione non era ancora efficiente o, peggio ancora, non esisteva. Una delle battaglie più importanti che coinvolge il meraviglioso tratto di costa che va da Castiglione della Pescaia sino al Monte Argentario, passando per Talamone, è oggi raccontato in un volume prezioso intitolato ?La casa dei pesci?, scritto da Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli. Il sottotitolo recita ?Storia di Paolo il pescatore? dal suo protagonista, Paolo Fanciulli, che dà inizio a una delle prime campagne di protesta contro lo sfruttamento illegale del mare. Anno 1986: a poche centinaia di metri dal porto di Talamone, Paolo avvista un peschereccio che sta effettuando pesca a strascico, una pratica legale solo oltre le tre miglia marine o con fondali più profondi di 50m, per evitare zone essenziali per la riproduzione, vita e sostentamento della fauna marina. È solo uno dei tanti avvistamenti denunciati dal pescatore alle autorità locali che, purtroppo, non trovano esito favorevole. Anzi, il viso e la barca di Paolo sono ormai conosciuti tra gli illegali che lo minacciano apertamente in più occasioni. Una situazione difficile e solitaria, in un territorio che stava vivendo il passaggio a una modernità aggressiva. Fino a quel momento l?economia si basava su una pesca di piccola impresa, artigianale, portata avanti sin dagli anni ?50 da almeno tre generazioni con piccole imbarcazioni e reti leggere. Ora si affacciavano moderne navi Seagull dotate di motori diesel e reti pesanti con anelli di ferro e cavi d?acciaio che, strisciando sul fondo, strappavano la posidonia, rompevano tutto il fondale per intrappolare il pesce in fuga. E il tratto di mare più pescoso è PRIMO PIANO ? VIVI ? 87 Foto Michele Guerrini VIVI ???? La Casa dei Pesci è un ?museo? sottomarino in cui arte, cultura e mare si uniscono insieme. Artisti locali, nazionali e internazionali partecipano al progetto dando vita a un unicum eccezionale, che segna un punto di svolta ulteriore nella lotta contro l?illegalità 88 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 quello vicino alla costa, dove si trovano spesso anche le specie più pregiate. Le denunce ufficiali si accumulano e a Paolo si uniscono diversi altri pescatori. Gli articoli sul problema cominciano ad affiorare sui quotidiani locali, fino a che nel 1988 Fulco Pratesi scrive un importante articolo sull?Espresso. Poche decine di righe che descrivono una realtà alla luce del sole ma che ancora non bastano. Poco tempo dopo anche Linea Verde si vede teatro, durante la diretta di una puntata sulla Maremma, della protesta da parte di Paolo e altri pescatori. La tensione aumenta, è percepibile nell?aria. L?attacco al porto. È questa l?idea che per un anno Paolo e moltissimi altri pescatori, uniti in sindacato e associazioni, programmano: bloccare per protesta con una catena il porto della vicina Porto Santo Stefano. Un?azione frontale che deve finalmente accendere i riflettori su una situazione che non accenna a cambiare, nonostante tante denunce e proclami. La strategia prevede il coinvolgimento anche di nomi come WWF, Greenpeace, l?Internazionale per la difesa del Mediterraneo, Legambiente oltre a sigle confederali come Cisl e Uil. Il 24 aprile 1990 quindici pescherecci capitanati dalla barca ?Daniela? di Paolo Fanciulli si posizionano all?ingresso del porto. Sulla terraferma Greenpeace aiuta a posizionare da terra, lungo tutte le imbarcazioni, la catena simbolica che deve bloccare il rientro dei pescherecci a strascico. Si tratta di una delle prime grandi azioni di protesta ambientalista in Maremma. Un?azione che smuove le acque e porta i PM della procura a contattare i pescatori per capire lo stato delle cose. Iniziano finalmente, seppur lentamente, i sequestri. Il fenomeno della pesca a strascico non si arresta ma iniziano i primi, timidi, controlli e cambia la mentalità: si inizia a multare per reato di impatto ambientale. Nel biennio ?92-?93 ci sono due grandi passi avanti. Il primo è l?istituzione del pescaturismo, caldeggiata da pescatori e associazioni ambientaliste, il secondo è il decreto ministeriale per la gestione marittima del 28 ottobre 1993 che condanna l?utilizzo di reti a strascico nel Mar Tirreno. Due elementi importanti che danno un segnale nella giusta direzione. Il pescaturismo è un mezzo importante per la comunicazione e sensibilizzazione del mare. Oltre che essere un ramo turistico molto promettente è un legame vivo tra la tradizione della pesca con le nuove generazioni e non solo: fa toccare con mano alle persone la bellezza della natura e l?importanza di rispettarne l?equilibrio e le regole. Ne ?La casa dei pesci? si spiega bene come l?avventura di Paolo non è solo una lotta contro l?o- La Casa dei Pesci, storia di un sogno diventato realtà L a Casa dei Pesci è la realizzazione di un sogno, il sogno di Paolo Fanciul­ li, pescatore maremmano, la cui passione per il mare ha animato molte battaglie per la salvaguardia dell?am­ biente marino, coinvolgendo empatica­ mente centinaia e centinaia di persone. Il suo sogno è stato quello di creare uno spazio di sostenibilità tra natura e pesca, tra bellezza naturale e arte, tra protezione e fruibilità; ed è stato quel­ lo di crearlo nel mare, per portare tutti a guardare nel mare e scoprire che vi è tanta natura e bellezza che normal­ mente trascuriamo in quanto invisibile e che il mare nostrum è giornalmente depredato dalla pesca illegale, inqui­ nato dai rifiuti tossici e dai detergenti chimici, e cementificato da opere inu­ tili o malfatte. Il progetto ?La Casa dei Pesci? nasce lontano, nasce da lunghi anni di batta­ glie dei pescatori artigianali, contro l?invadenza della pesca industriale che distrugge gli stock ittici e peggio anco­ ra devasta sistematicamente la flora e la fauna bentonica, desertificando i fondali; nasce dalla certezza che lungo gli 8.000 km di coste italiane sarà sem­ pre impossibile far applicare la legge con un controllo capillare, ma servono mezzi di dissuasione fissi. L?anno di svolta è il 2005, quando la Regione Toscana, con una nuova sen­ sibilità al futuro del mare, attiva l?A­ genzia Regionale per la Protezione del­ l?Ambiente della Toscana (ARPAT) e la Provincia di Grosseto per attuare la messa in mare, rispettivamente, di dis­ suasori della pesca illegale e di barrie­ re di ripopolamento ittico. Purtroppo la dotazione finanziaria non si rivela su?ciente per attuare una protezione completa, ma solo per creare alcune fasce di protezione. Su questa base, Paolo Fanciulli, alla guida del Consorzio Piccola Pesca Monte Argentario, interviene ottenen­ do il coinvolgimento di AGCI Agrital, di WWF Italia, Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee (FIP­ SAS), Comune di Orbetello, di molte imprese e associazioni locali, di tantis­ simi turisti italiani e stranieri, e riuscendo a finanziare la messa in mare di un numero triplo di dissuasori, nell?area di fronte ai Monti dell?Uccel­ lina. In sintesi, riuscendo a creare un?area in cui qualsiasi azione di pesca illegale è impossibile. Ovviamente dopo poco la natura riprende il sopravvento ed è qui che prende forma il sogno di ampliare l?a­ rea di protezione, ri­costruire gli anfrat­ Casa dei Pesci? e Fondazione Grosseto Cultura suggellano l?operazione fir­ mando il protocollo d?intenti per la realizzazione della ?Casa dei Pesci, progetto per la salvaguardia e la valo­ rizzazione del mare in Maremma? attraverso l?arte. La Casa dei Pesci viene inaugurata nel maggio 2015 con la posa in mare delle prime barriere di protezione, realizzate con 20 opere di Massimo e Agostino Lippi. Questo primo intervento si completa con la collocazione nella zona balneare ti naturali che o?rono riparo ai pesci, questa volta con opere artistiche capaci di spingere tantissimi turisti a mettere la testa sott?acqua e creare nuove pro­ spettive di sviluppo sostenibile. Il progetto iniziale, nato con funzio­ ne prevalentemente ambientale nel 2006, evolve così nel 2012 con l?idea di mettere in mare opere d?arte in grado servire da dissuasori, da elementi di ripopolazione ittica e come poli di attrazione turistica. Nel 2013, Regione Toscana, Provincia di Grosseto, i Comuni di Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana e Orbe­ tello, l?Associazione ?Comitato per La di Talamone di quattro monumentali sculture di Emily Young, Massimo Cata­ lani, Giorgio Butini e Massimo Lippi, che vanno a creare la prima ?porta di acces­ so? all?area di pare protetta. Si inaugura così un percorso che successivamente vedrà altre operazio­ ni di allestimento in mare con nuove opere d?arte di altri grandissimi artisti di fama internazionale. Diventa così realtà l?idea di realizza­ re la salvaguardia del mare anche attraverso opere d?arte create da gran­ di artisti, che poi è il connubio che ren­ de il progetto della Casa dei Pesci oggi culturalmente suggestivo ed unico. PRIMO PIANO ? VIVI ? 89 VIVI ???? Paolo Fanciulli: ?Il progetto di sensibilizzazione a cui sta lavorando attualmente? Abbiamo messo in mare tante, meravigliose, opere d?arte come simboli e mezzi di dissuasione contro le reti a strascico. I sub e i turisti che si immergono le ammirano. Avrei tanta voglia di vederle evidenziate di più? mertà e la distruzione del proprio mare, ma la volontà di insegnare la consapevolezza di vivere in un territorio meraviglioso, da proteggere e amare. Ed è per continuare a proteggere che il 2 luglio 2006, vengono messi a mare 126 blocchi di dissuasori in cemento. Non solo avrebbero bloccato o distrutto le reti a strascico, ma, grazie alla loro conformazione, aiutato l?insediamento delle specie marine e la ricostruzione della posidonia. Un evento enorme e un grande investimento che ha unito la popolazione, i pescatori, le associazioni e i comuni della zona, finalmente consci di quanto era in gioco. Solo nel 2015 e nel 2020 si ripeteranno delle azioni di tale importanza, con la messa a mare non più di strutture di cemento ma di statue, ovvero vere e proprie opere d?arte. Dopo l?incidente tragico della Concordia lo specchio di mare su cui si affaccia la Maremma è stato sull?orlo continuo di un disastro ambientale. Difendere il bello con il bello, pensa Paolo Fanciulli, e così nasce l?idea di sviluppare e allargare l?idea dei dissuasori portandola a un livello nuovo: dare origine a una Casa dei Pesci, un ?museo? sottomarino in cui arte, cultura e mare si uniscono insieme. Artisti locali, nazionali e internazionali partecipano al progetto dando vita a un unicum eccezionale, che segna un punto di svolta ulteriore. Non si tratta più solo di lotta all?illegalità, ma di creare un comportamento virtuoso e creativo che preservi la bellezza e la renda ancora più manifesta. Due domande a Paolo Faniulli: Quali sono secondo lei le minacce ancora sottovalutate per il nostro mare? Oggi il grande problema che vedo sottovalutato è l?inquinamento che nasce dalle nostre case e dalle scelte che facciamo ogni giorno per cucinare e lavare. Sembra assurdo ma tutti i detersivi, gli shampoo, i saponi, che utilizziamo giornalmente non scompaiono per magia. Si accumulano al largo, lungo le nostre coste creando delle ?isole? di sporcizia chimica. Spesso le faccio notare ai turisti che porto in barca, rimangono sorpresi e demoralizzati. E non sanno nemmeno che nel Mediterraneo ce ne sono di ben più grandi! Qual è il progetto di sensibilizzazione a cui sta lavorando attualmente? Abbiamo messo in mare tante, meravigliose, opere d?arte come simboli e mezzi di dissuasione contro le reti a strascico. I sub e i turisti che si immergono le ammirano. Avrei tanta voglia di vederle evidenziate di più. Sto proponendo con forza che siano illuminate di notte. Mi immagino il mare notturno davanti Talamone che, di notte, si costella di queste piccole luci che rappresentano le opere d?arte e l?impegno che portiamo avanti per la sua salvaguardia. Foto Michele Guerrini Talamone 90 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Il Museo dell?Olio diffuso a Seggiano: un unicum tutto da scoprire È un unicum particolarissimo il Museo dell?Olio diffuso a Seggiano, visitabile attraverso un percorso a tappe all?interno del centro storico medioevale che offre la possibilità di ammirare siti di rara bellezza e variegato interesse (storico-architettonico, religioso e civile, scientifico sperimentale) e al tempo stesso degustare olii di Olivastra Seggianese presso il Punto Vendita Filiera Corta in Piazza Umberto I Seggiano 92 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 Antico Frantoio Ipogeo Ceccherini L a Fondazione Le Radici di Seggiano è un ente privato senza scopo di lucro costituito nell?aprile 2012 per promuovere e valorizzare il territorio comunale attraverso le sue molteplici peculiarità (storico-culturali, paesaggistiche, produzioni agricole di eccellenza). Durante tutto l?anno organizza le visite guidate al Museo dell?Olio Diffuso, percorso a tappe all?interno del centro storico medioevale che comprende siti di rara bellezza ed unisce diverse aree di interesse (storico-architettoniche, religiose e civili, scientifico sperimentali). E allora proviamo ad unire tutti i punti di questo particolarissimo Museo, partendo dall?Oratorio di San Rocco: costruito tra il 1486 ed il 1490 come ex voto a seguito di un?epidemia di peste sul luogo di una preesistente edicola votiva dedicata al Santo, conserva pregevoli dipinti di Girolamo Di Domenico, autore di scuola senese e numerose incisioni grafiche sulle pareti interne, preziose testimonianze del nostro passato politico e militare. Da qui ci spostiamo verso la Chiesa di San Bartolomeo Martire. Già men- zionata come esistente in un documento del 1216, è intitolata al Santo Patrono di Seggiano e conserva alle spalle dell?altare maggiore un prezioso polittico datato 1348, attribuito ad Ugolino Lorenzetti o Maestro d?Ovile, raffigurante la Madonna assisa in trono con Bambino circondata dai Santi Michele Arcangelo, Bartolomeo Martire, Giovanni Evangelista. Altra preziosa opera ospitata all?ingresso del transetto laterale sinistro è un crocifisso ligneo realizzato da autore ignoto di Scuola Tedesca e datato 13501360. E arriviamo così al pezzo forte di tutto il percorso museale ovvero l?Olivo nel Cisternone. Si tratta del primo progetto scientifico-sperimentale a livello mondiale che rappresenta la traduzione nella pratica del Principio sui Metodi di Comunicazione delle Piante; dal novembre 2014 una pianta appartenente alla cultivar olivicola autoctona Olivastra Seggianese è stata collocata all?interno di un?antica cisterna ed alimentata con tecnica aeroponica (per nebulizzazione con una miscela di sostanze e le radici sospese). Il tour prosegue in direzione Antico Frantoio Ipogeo Ceccherini. È questo un frantoio sotterraneo sito nella parte più alta del centro storico medioevale e realizzato su tre livelli a scendere; entra in funzione verso il 1885 fino alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso. Rappresenta un innovativo esempio di edificio macchina tecnologicamente molto avanzato dell?epoca; al primo livello è ancora visibile un primordiale motore elettrico che sostituiva nelle varie fasi della produzione dell?olio la tradizionale forza da traino animale. Infine, due chiese. La prima è la Chiesa della Compagnia del Corpus Domini: costruita nel XVIII secolo nella parte più alta del centro storico di Seggiano, è conosciuta anche come Chiesa di San Bernardino da Siena, in quanto ospita all?interno di un pregevole reliquiario ligneo realizzato nel 1750 parte delle spoglie non corporali del Santo (saio, patena, pisside, custodia delle lenti). La seconda è la Chiesa della Madonna della Carità. Ubicata appena fuori dal borgo, si attesta come uno dei pochissimi esempi a livello europeo del tardo-manierismo con una perfetta sovrapposizione stilistica tra la facciata esterna e la struttura interna. Realizzata PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI ???? Il Museo è gestito dalla Fondazione Le Radici di Seggiano, un ente privato senza scopo di lucro costituito nell?aprile 2012 per promuovere e valorizzare il territorio comunale attraverso le sue molteplici peculiarità tra il 1589 ed il 1603 da maestranze luganesi a seguito di un voto fatto per la cessazione di una drammatica carestia. Tra le attività salienti della Fondazione Le Radici di Seggiano spiccano la valorizzazione e vendita delle produzioni agroalimentari locali presso il Punto Vendita Filiera Corta in Piazza Umberto I a Seggiano ed in particolare dell?olio ottenuto dalla spremitura della cultivar olivicola autoctona Olivastra Seggianese con la possibilità di una degustazione guidata con il metodo Panel Test, volto alla conoscenza delle sue molteplici proprietà organolettiche. L?Olivo nel Cisternone 94 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 Info utili Orari di apertura del Museo dell?olio diffuso, ingresso in piazza Umberto I n. 16 a Seggiano: dal martedì al venerdì: ore 08:00-13:00; sabato e domenica: ore 14:00-18:00. Giorno di chiusura: lunedì. Prestazioni al pubblico, costo in euro: visita guidata ai siti del centro storico di Seggiano ? 5,00 (il percorso di visita guidata comprende: Oratorio San Rocco, Olivo nel Cisternone, Chiesa San Bartolomeo, Frantoio Ipogeo Ceccherini, Chiesa San Bernardino da Siena), ? 7,00 (su richiesta si può estendere la visita anche alla Chiesa della Madonna della Carità che prevede una maggiora- zione di ? 2,00 per persona); degustazioni guidate oli di olivastra seggianese ? 2,00; ingresso ridotto (bambini fino ai 10 anni, persone over 65, diversamente abili) ? 3,00; ingresso omaggio (bambini fino ai 6 anni). Le visite guidate e le degustazioni di oli saranno rivolte ad un numero massimo di 6 partecipanti per volta e soltanto su prenotazione. Per info e prenotazioni: Fondazione Culturale Le Radici di Seggiano, tel. 0564 950972, cell. 320 0790741, mail: radicintelligenti@gmail.com, pagina Facebook: Fondazione Le Radici di Seggiano SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu La Pia di Donizetti e quel discusso caso del cambio del finale in una messa in scena a Napoli 96 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 Nell?anno del 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri parliamo della Pia de? Tolomei ed in particolare dell?opera composta da Gaetano Donizetti nel 1836, opera che due anni dopo fu rappresentata anche al Teatro San Carlo di Napoli con un finale sorprendentemente diverso da quelli raccontati dal Sommo Poeta nella Divina Commedia? DI PIERO SIMONETTI G aetano Donizetti (1797-1848) compose la sua Pia de? Tolomei dal giugno 1836 al febbraio 1837, su libretto del napoletano Salvadore Camarrano (1801-1852). L?opera lirica venne rappresentata per la prima volta al teatro Apollo di Venezia il 18 febbraio 1837. Cammarano, noto librettista partenopeo, si rifece alla tragedia ?La Pia? di Carlo Marenco (1800-1846) ed alla celebre composizione in ottava rima ?Pia dei Tolomei? del pistoiese Bartolomeo Sestini (1792-1822), passando poi alla storia come ?il Librettista di Donizetti?. Insieme fecero infatti, Lucia di Lammermoor, il Belisario, L?assedio di Calais, Maria di Rudenz, Roberto Devereux, Poliuto, Maria di Rohan. Lo stesso Cammarano scrisse libretti anche per Verdi (Il Trovatore, La battaglia di Legnano, Luisa Miller), realizzò scene per Rossini (La Donna del lago) e compose libretti per le musiche di Mercadante. La ?prima? veneziana della Pia donizettiana non fu un vero successo. Piacque ma non più di tanto e la critica dell?epoca non mancò di evidenziarne alcuni aspetti negativi nella scrittura musicale delle armonie portanti. Donizetti corse subito ai ripari, sostenuto dal proprio librettista Cammarano. Aggiustò ed aggiunse alcune partiture musicali per la rappresentazione post veneziana a Senigallia, ove l?opera venne presentata il 31 luglio 1837, cinque mesi dopo l?esordio veneziano. E fu un buon successo, sia di critica che di spettatori. Successivamente l?opera andò in scena a Lucca, Firenze e Roma. Furono rappresentazioni positive seppur non esaltanti, rese però gradite al pubblico per la particolare bravura degli interpreti della compagnia. Per il buon esito dell?opera lirica, la figura dell?impresario teatrale ? inteso come rappresentante di cantanti ? era un elemento assai determinante. L?impresario era colui che deteneva il potere principale nel contratto con il compositore. Era insomma colui che poteva fare il bello e brutto tempo su tutto: dalla scelta degli interpreti a quella dei teatri ove rappresentare l?opera stessa. L?impresario della Pia di Donizetti fu il celebre Alessandro Lanari (17871852), il quale ne curò le prime cinque rappresentazioni. Nel giugno del 1838 compare sulla scena un altro famosissimo impresario, Domenico Barbaja (1778-1841), il quale si meritò nella sua carriera l?appellativo Nella foto il Teatro San Carlo di Napoli PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI ???? Povera Pia, morta due volte: in Maremma per l?ingiusta violenza subìta, come appare nel V canto del Purgatorio. A Napoli per il tornaconto del botteghino teatrale al San Carlo di ?Principe degli Imprenditori?. Questi aveva un serio problema con il pubblico del teatro San Carlo di Napoli, al quale aveva promesso per quell?anno 1838 di portare un?opera nuova, visto che la censura partenopea aveva proibito le altre opere proposte, quali il Poliuto, Lucrezia Borgia e Rosmonda d?Inghilterra. Barbaja noleggiò quindi la Pia di Donizetti dal collega impresario Lanari e si impegnò a definirla ?opera nuova?, sopravalutando le pochissime modifiche apportate dall?autore, allo scopo di ingraziarsi ed accontentare il fedele pubblico napoletano. Ma il Barbaja si spinse oltre e chiese a Donizetti di cambiare totalmente la scena finale, ossia la Pia non doveva morire e la rappresentazione doveva avere una conclusione felice e lieta, poiché il pubblico doveva uscire dal teatro con la gioia nello spirito e non addolorato e triste. Donizetti si arrabbiò citando Dante Alighieri, la fonte letteraria principale dalla quale, lui ed il librettista avevano tratto l?ispirazione compositiva dell?opera lirica in questione. Si trattava, in definitiva di contraddire Dante. E Donizetti non intendeva assolutamente farlo. Ma evidentemente il peso e la forza contrattuale di Barbaja (sostenuto anche dal ministro della polizia partenopea Del Carretto e dal Soprintendente Laurino) furono ben più importanti degli scritti danteschi e della consolidata letteratura secolare. Pare addirittura che Donizetti venisse addirittura ?ricattato?, negandogli il permesso di partire per la Francia se non avesse ?adattato? la sua Pia ai desideri dell?impresario Barbaja. Tant?è 98 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 che Donizetti ed il suo librettista si videro costretti a riscrivere il finale, cancellando una scena delle più toccanti e capovolgendo il significato storico-letterario della vicenda di Pia, così come descritta da Dante stesso nella conclusione del V canto del Purgatorio. In altre parole, nella rappresentazione napoletana del 30 settembre 1838 il ghibellino Nello ed il suo nemico guelfo Rodrigo (fratello di Pia), si abbracciano festosi con la stessa Pia in una esplosione di giubilo, sia nel testo dialogato che nella parte musicale. Ecco il testo della scena modificata a ?lieto fine?: Pia canta: ?Pace! Di gioia ho pieno il cuor./ No, l?immenso mio contento/ non si dice con l?accento!/ Più non sogna la speranza/ Non s?immagina il pensier./ Sempre, sempre, come adesso/ ne congiunga un solo amplesso/ e la vita che m?avanza/ sarà tutta di piacer?. Chiude il coro: ?Fu di pace e d?esultanza/ questo giorno messagger?. Cancellato del tutto il triste e dolente sentimento proveniente dal ?Siena mi fe?, disfecemi Maremma? dantesco e sostituito con un felice e festoso ?la vita che m?avanza, sarà tutta di piacer?. A Napoli fu un successo, comprese le due repliche nell?ottobre dello stesso anno. Povera Pia, morta due volte: in Maremma per l?ingiusta violenza subìta, come appare nel V canto del Purgatorio. A Napoli per il tornaconto del botteghino teatrale al San Carlo. Bibliografia essenziale: Carlo Marenco, La Pia, tragedia; Placido Maria Visaj, Libraio, Milano 1838. Peter Moores Foundation, Londra, Opera Rara, 2005. Giorgio Pagannone, La Pia de? Tolomei di Salvadore Cammarano; Olschki ed. Firenze 2006. Piero Simonetti: Pia de? Tolomei (composizione in ottava rìva); ed. Il mio Amico, Vieri Roccastrada (Gr), 2010. SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare Giuseppe Fommei e la storica battaglia di El Alamein Ufficiale della Divisione Ariete, fatto prigioniero e sopravvissuto alla guerra, giocatore di calcio nel segno del Grifone, bancario, ha vissuto un secolo di storia locale e nazionale. Parliamo del grossetano Giuseppe Fommei ? scomparso a Grosseto nel 2019 ? l?ultimo ufficiale italiano sopravvissuto alla storica battaglia di El Alamein avvenuta il 4 novembre 1942 DI ROSSANO MARZOCCHI Giuseppe Fommei S ono giorni strani quelli d?inizio novembre, che comincia con le celebrazioni religiose dei Santi e dei morti, per festeggiare poi l?Unità Nazionale e le Forze Armate e, per quel che riguarda Grosseto e la Maremma, anche il ricordo drammatico dell?alluvione del 1966. Ma c?è dell?altro, che può sfuggire alla memoria e alla storia locale, ma in qualche modo tocca anche la gente di Maremma, come la storia di Giuseppe Fommei e della storica battaglia di El Alamein. Scomparso a Grosseto nel 2019, Giuseppe Fommei è stato l?ultimo ufficiale italiano sopravvissuto, primo capitano dei carristi, ad aver combattuto quella memorabile e tragica battaglia come sottotenente nella Divisione Ariete, quella che molti ricordano per un radiomessaggio drammatico ed eroico, passato giustamente alla storia: «Carri nemici fatta irruzione a sud. Con ciò Ariete accerchiata. Trovasi circa cinque chilometri nord ovest Bir el Abd. Carri Ariete combattono». Non è la frase di un film, ma l?ultimo comunicato radio della Divisione Ariete prima della sua distruzione, il 4 novembre 1942, avvenuta a El Ala- 100 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 mein, dove il concittadino Giuseppe Fommei eroicamente combatteva. Nato a Grosseto, in Piazza delle Catene, il 15 luglio del 1920, primo di tre maschi, abbiamo incontrato Beppe, come l?hanno sempre chiamato confidenzialmente gli amici, qualche anno fa nel suo studio, pieno di diplomi e di eroiche medaglie al valore, nel villino in prossimità del centro di Grosseto, lieto e commosso per essere intervistato per l?epica battaglia. Fommei ci aveva sorpreso innanzitutto per l?aspetto giovanile, per lo spirito cordiale e la lucidità nel ripercorrere quei giorni, tra il 23 ottobre e il 4 novembre 1942, in cui morirono sul campo oltre 5200 soldati italiani. Ci mostrò subito, con soddisfazione, di aver tenuto un vero diario di guerra, elegantemente rilegato in un libro in pelle con scritte in oro ?Appunti di guerra e di prigionia 1940-1945?, stampato per i suoi familiari. ?Appena ventiduenne ? aveva iniziato Fommei ? mi trovavo schierato al comando di cinque carri armati M13/40, in una zona tra le più aride e insopportabili del deserto egiziano: precisamente al sud dello schieramento, fra il mare e la depressione del Kattara, che scende a poco a poco fino a 120 metri sotto il livello del mare. Un deserto senza vita. La mia Divisione, Ariete, combattendo da Bir Haheim, con uno sfrenato inseguimento del nemico, era giunta alquanto stremata ad El Alamein. Il nostro arrivo venne accolto con vivo entusiasmo, e fu generale convincimento che quanto prima sarebbe ripresa la corsa verso il Nilo. Purtroppo ben diversa fu la realtà?. E oggi sappiamo tutti come andò: truppe italo-tedesche da un lato, alleati angloamericani, australiani, neozelandesi, sudafricani, canadesi dall?altro. I contrapposti schieramenti, per quanto squilibrati in termini di risorse e mezzi, si combatterono a viso aperto in alterne vicende, come si disse allora perfino senz?odio, e forse quello fu l?unico scontro cavalleresco del secondo conflitto mondiale. E proprio qui Fommei si trovò davvero sulla sottile linea che separa la vita dalla morte, come quando ?un perforante, con un tonfo fragoroso, sfondò letteralmente la fiancata sinistra del carro? uccidendo sul colpo due suoi carristi e lasciando lui miracolosamente inden- El Alamein, prigionieri 1942 ne. E mentre era intento con altri a ricomporre e sistemare le salme, si accorse dell?avvicinarsi di un carro nemico, e dell?ufficiale inglese che li osservava da lontano. ?Non fece fuoco su di noi, che eravamo intenti alla sistemazione di quei miseri resti lateralmente al carro. E? improvvisamente, salutando con la mano alla visiera, l?ufficiale fece proseguire il mezzo, allontanandosi nel deserto?. Storie d?arme d?altri tempi, tempi in cui i soldati si fermavano per la Messa. E così, la mattina del 31 ottobre arrivò alla Compagnia la comunicazione della celebrazione della funzione religiosa proprio nel settore dell?Ariete. Tutti gli equipaggi uscirono dai carri (lasciando in torretta un graduato), e di lì a poco, un Lancia 3RO, appositamente preparato, si posizionò davanti allo schieramento. Nel rimorchio c?era un altare bianco ornato di rami di palma. Un quadro bellissimo e commovente, scrisse nei suoi diari Fommei. Poi, durante la celebrazione, all?improvviso sfrecciò a bassa quota uno Spitfire nemico. ?Partì una prima raffica ? documentò Fommei ? tememmo per la sorte dell?officiante e dei due carristi che servivano la messa. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI ???? Nato a Grosseto, in Piazza delle Catene, il 15 luglio del 1920, primo di tre maschi, Fommei partecipò al Secondo Conflitto Mondiale ed in particolare come sottotenente nella Divisione Ariete alla battaglia di El Alamein nel 1942 dove nonostante la sconfitta sopravvisse. Fu fatto prigioniero ad Enfidaville, a sud di Tunisi, e detenuto in Algeria per tre anni, prima di fare ritorno a casa, a Grosseto, dove rinacque a nuova vita L?aereo si allontanò, mentre, dissipandosi la polvere sollevata, si scorsero i tre sull?altare che continuarono il loro servizio religioso. Ma... eccolo nuovamente compiere una virata e puntare decisamente sull?umile bersaglio. Con grande meraviglia l?aereo sorvolò a grande velocità l?altare, oscillando le ali in segno di scusa e di rispetto. Ancora un passaggio con il solito segno di saluto e sparì. Con i miei dell?equipaggio, annichilito e con gli occhi lucidi, per un momento pensai, presente Cristo, le armi avevano taciuto e i nemici si erano sentiti fratelli.? Il resto è storia drammaticamente nota, fino a quel famoso radiomessaggio che annuncia il totale accerchiamento dell?Ariete che, nonostante tutto, com- Giuseppe Fommei batte. Fommei sopravvisse e condusse i rimanenti uomini e mezzi a Gambut, a sud di Tobruk. ?Ci traferimmo poi in Tunisia, dove lasciammo i resti della Divisione Ariete che passarono alle dipendenze della Divisione Centauro. Combattemmo contro gli americani nelle vicinanze della città di Gafsa?, finché a Enfidaville, a sud di Tunisi, Fommei venne fatto prigioniero e detenuto in Algeria per tre anni, durante i quali apprese anche della perdita di suo fratello Enzo tra le file degli Alpini che combattevano in Russia. La tragedia nella tragedia. Due uomini, due figli in due diversi continenti, nella stessa guerra, uno morto e uno prigioniero. Incredibilmente, per Giuseppe ci fu il ritorno a casa, a Grosseto, dove rinacque a nuova vita. Il giovane ufficiale seppe anche ritirar fuori la passione e il talento sportivo che l?avevano contraddistinto prima della guerra, quando a diciassette anni aveva esordito nell?Unione Sportiva Grosseto. E Beppe infatti tornò a militare con successo nel calcio locale, nel segno del Grifone. La conquista del campionato di serie C indusse varie squadre della prima serie, tra cui la Fiorentina, ad interessarsi a lui. Proprio nell?ufficio del presidente viola la trattativa stava andando in porto, quando Fommei ricevette un telegramma che gli comunicava di aver ottenuto un posto in banca. E Beppe prese la sua decisione, scegliendo quel Monte dei Paschi che tanti anni dopo sarebbe stato al centro di disastri finanziari e scandali. Ma allora per Giuseppe Fommei, che nel frattempo si era anche felicemente sposato con Lia Fantacci, la banca era una sicurezza e rappresentava il futuro per la sua famiglia, che si era intanto arricchita di ben tre figlie: Angela, Silvana e Alberta. Beppe si è spento il 3 luglio 2019, all?età di 99 anni, dopo aver vissuto e attraversato un secolo di storia locale e mondiale. Nella bara, secondo le sue ultime volontà, un pugno di sabbia di El Alamein e uno di terra nera di Russia in ricordo del fratello e, indosso, la sua divisa da ufficiale dell?esercito. 102 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Il Volo dell?Unicorno?, prima raccolta di poesie griffate Elena Cipriani Mazzantini Una Poetessa con ?P? maiuscola che ha il merito di essersi classificata per ben sessanta volte al primo posto nei diversi concorsi a cui ha partecipato dal 2006 ad oggi. Parliamo di Elena Cipriani Mazzantini di cui è appena uscito il libro ?Il Volo dell?Unicorno poesia? la sua ?prima? raccolta poetica, pubblicata da Effigi DI CORRADO BARONTINI ? Il Volo dell?Unicorno - poesia? è questo il titolo della ?prima? raccolta poetica di Elena Cipriani Mazzantini, pubblicata da Effigi. Il libro è stato presentato all?inizio dell?estate a Grosseto. L?incontro è stato coordinato da Elisa Petrucci, e le poesie sono state lette da Giacomo Moscato con l?accompagnamento dalle note musicali di Alessandro Benedettelli. Nell?introduzione all?opera, Manrico Testi (un operatore nel campo della critica letteraria militante), ha scritto che Elena Cipriani ha coltivato, sin dalla giovinezza, ?un amore autentico per la letteratura e la poesia?. Elena, laureata in Lettere classiche a Pisa, nella sua vita ha fatto l?insegnante concludendo la sua carriera al Liceo di Grosseto. Sono molti gli allievi che ancora la ricordano. In particolare Luciano Serra (un suo alunno), ha firmato nel libro una presentazione-testimonianza parlando della ?professoressa? Cipriani come: ?...una donna ricca di una dolcezza, di una sincerità, di un rigore, di un animo non comuni che uniti ad una cultura profonda le hanno consentito di esprimersi in modo unico, delicato proprio di un mondo che vede al centro la persona ?vera? non influenzabile dalle tante scorie che ci circondano.? 104 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 Chi conosce ?Elenina? (come viene chiamata dagli amici) sa del suo carattere riservato e della naturale timidezza che la caratterizza. Quindi, anche per la partecipazione ai concorsi letterari, dobbiamo questo successo a suo marito Vittorio Mazzantini che è riuscito a spedire i testi in vari concorsi nazionali, dove si è rivelato il talento di questa poetessa. Dal 2006 le liriche, scritte e conservate nei quaderni per lungo tempo, hanno preso il volo ed hanno ottenuto i giusti apprezzamenti che in molti concorsi la faranno risultare premiata classificandosi prima per ben sessanta volte. Nella presentazione di Manrico Testi troviamo scritto: ?Quello che mi è successo, al primo impatto con la poesia di Elena Cipriani Mazzantini, è qualcosa che va al di là di ogni immaginazione, aspettativa: una grazia, un miracolo del cielo.? La percezione del critico è stata quella di trovarsi di fronte ad una Poetessa con la ?P? maiuscola proprio per la ?fragrante, avvolgente, affascinante bellezza? dei suoi versi che riflettono sempre una grande ?freschezza percettiva, brillantezza espressiva e metaforica, profondità introspettiva e sentimentale...?. Nelle sue poesie troviamo domande, paragoni, effetti melodici, richiami ad immagini mitologiche, a remote impres- sioni... ?Parola senza suono/ che riconduce il tempo/ da irrevocabili confini/ nell?inquieto presente/ memoriale...? Ho aperto a caso. ?Eidola? è il titolo di questo testo che richiama la Grecia classica, ma che immediatamente ci riporta ai giorni nostri: ?E in quest?eco lontana/ si misura l?invisibile forza/ che perdura/ come vita segreta/ taciuta per pudore/ o per l?inutile brama/ di dimenticare?. Il tema della ?presenza? lo troviamo spesso racchiuso nei suoi versi come in questo testo ?Andar per more - (miti)? che inizia così: ?Tu, in questo nostro/ tempo pagano/ tu, latitante creatura,/ dove sei?? È la domanda che fa intuire con quale grazia Elena Cipriani si rivolge ai possibili lettori, agli interlocutori che solo con la ?poesia? si riesce a raggiungere. E proprio i versi di un testo intitolato ?Poesia? rivelano ancor di più il suo pensiero: MY ARGENTARIO, il libro che racconta con ironia e leggerezza ?lo scoglio? Elena Cipriani Mazzantini R accontare l?Argentario in modo originale. È questo l?intento che ha mosso Mat­ teo Navoni, autore del libro, edito da E?gi, My Argentario, un bel volume che dal lancio del giugno scorso, sta ricevendo un gradito e inaspettato successo di critica e di pubblico. Il libro è una sorta di espositore di un territorio ? noto come ?lo scoglio? come lo chiamano i resi­ denti ? che lo racconta nel suo essere, con un sottile filo d?ironia, ?Oscura bellezza di luce/ l?ala sospendi/ al magico confine/ e solo un?eco sottile/ a noi ritorna/ dal tuo canto.? È proprio ?un?eco sottile? dove rimbalzano le domande e si sviluppa una storia dei sentimenti. ?È forse muto il silenzio?/ Non così, amico mio, non così./ Ascolta/ voce di cose e gesti,/ d?angoli noti, di canzoni amate,/ di tramonti e d?albe...? Infine userei ancora un giudizio di Manrico Testi che, a proposito di una poesia vincitrice del primo premio, scrive: ?... Elena Cipriani Mazzantini ci regala questo ispirato, suggestivo canto lirico, che sulle ali del mito intesse una delicata trama etica di struggimenti e rimpianti per la fervente, totalizzante sacralità relazionale, oggi dissennatamente perduta. Altissima poesia che tocca le corde del nostro cuore e si eleva ai vertici sublimi?. Ritengo questo giudizio assolutamente appropriato proprio perché sottolinea l?intensa cultura e sensibilità della scrittrice che è nota in Maremma, oltre che per le poesie, anche per la sua attività di animatrice culturale avendo realizzato a Montepescali (Grosseto) ?Il giardino di Elenina? nel quale per lungo tempo, prima della pandemia, ha offerto la propria ospitalità ad iniziative estive di notevole livello culturale. Le mie colline Il notturno segreto che vi fa amiche/ che vi fa belle conosco./ Voce di tempo immemore d?ignote vite./ Passa sulle cime de? lecci,/ passa sui marruchi e le vitalbe il vento,/ sul vostro cuore antico./ Piano le cime muovono,/ muovono al vento che non c?è./ Io so./ Non è stormir di foglie o sibilo fra sassi./ Io so que­ sto lontano brivido./ So?ano i tempi le perdute vite,/ nel buio so?ano/ da un indistinto oltre./ Queste notturne luci vedeste,/ questo mio largo orizzonte/ degradante al mare,/ questo stesso silenzio trapunto di grilli,/ d?inquieti chiù/ passano sulle vostre calde veglie estive,/ sulle mie passano/ e trascolorano./ Non è suono di vento sui crinali/ ma confuso tramestio di voci, di presenze/ sommerse nelle macchie./ E nella notte del non tempo/ il mio al vostro antico cuore/ s?a?ratella. un pizzico di sarcasmo e qualche stoccata pungente, ma solo quanto basta. Le pagine raccontano l?Argenta­ rio in 18 post tra lo ieri, l?oggi e il domani; tra gli usi, i costumi, i vizi e le virtù di chi ha la fortuna di viver­ lo appieno. Due importanti tratti su carta e uno promettente accompagnano l?autore: la prefazione di Guido Maria Brera, che riesce, in poche righe, a realizzare i sogni un po? di tutti, gli scorci e i legami del cuore ra?gurati dalla mano eccezionale del fumettista Carlo Rispoli e da quella giovanile ma già ?esperta? di Tommaso De Pirro. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 105 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Storie d?amicizia e di scrittura? nel saggio di Francesco Ricci ?Storie d?amicizia e di scrittura?: è il titolo del saggio di Francesco Ricci appena pubblicato per i tipi di Primamedia Editore che indaga sull?importanza del dialogo e dello scambio di idee nel mestiere di scrivere U n saggio che indaga una stagione nella vita letteraria italiana nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, in una circolarità d?esperienze e di vissuti in cui ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al ?mestiere di scrivere?. Si tratta di ?Storie d?amicizia e di scrittura?, il libro di Francesco Ricci edito da Primamedia editore. Il libro La scrittura viene spesso associata all?idea di solitudine, raccoglimento, silenzio. È all?interno della sua stanzatana-cella monastica, infatti, che il poeta solitamente compone i suoi versi e la stessa cosa può dirsi del romanziere, del drammaturgo, del critico. Il momento della ?socialità?, di conseguenza, sembra per lo scrittore iniziare sempre dopo, quando l?opera, ormai conclusa e pub- Francesco Ricci blicata, è presentata al pubblico, divenendo oggetto di discussione e di giudizio. C?è stata, però, una stagione nella vita letteraria italiana ? il trentennio che grosso modo inizia con la conclusione della seconda guerra mondiale ? nella quale i libri, soprattutto a Roma, nascevano anche attraverso un incessante confronto con colleghi e amici, negli uffici di una casa editrice, in una trattoria, in un caffè all?aperto, in un appartamento privato, dove, in una circolarità d?esperienze e di vissuti, ciascuno scrittore molto dava e molto riceveva in relazione al ?mestiere di scrivere?. In Storie d?amicizia e di scrittura Francesco Ricci si sofferma su otto dei maggiori protagonisti di quegli anni, distribuiti in quattro coppie: Giacomo Debenedetti e Umberto Saba, Natalia Ginzburg ed Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, Cesare Pavese e Fernanda Pivano. Con loro, pagina dopo pagina, come in un romanzo, anche altri personaggi si fanno incontro al lettore (Italo Calvino, Giulio Einaudi, Carlo Emilio Gadda, Cesare Garboli, Leone Ginzburg, Carlo Levi, Alberto Mondadori, Enzo Siciliano) consentendogli di tornare a respirare il clima, fatto di coralità e di collaborazione, di quella stagione ormai lontana. Francesco Ricci Francesco Ricci è nato a Firenze nel 1965. Critico letterario e docente, ha pubblicato Il Nulla e la luce. Profili letterari di poeti italiani del Novecento (Siena 2002), Amori novecenteschi. Saggi su Cardarelli, Sbarbaro, Pavese, Bertolucci (Civitella in Val di Chiana 2011), Anime nude. Finzioni e interpre- 106 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 tazioni intorno a 10 poeti del Novecento, scritto con lo psicologo Silvio Ciappi (Firenze 2011), Un inverno in versi (Siena 2013), Da ogni dove e in nessun luogo (Siena, 2014), Occhi belli di luce (Siena 2014), Tre donne. Anna Achmatova, Alda Merini, Antonia Pozzi (Siena 2015), Pier Paolo, un figlio, un fratello (Siena 2016, Premio Rive Gauche di Firenze 2018), Laggiù nel profondo. Mondo letterario e mondo psicoanalitico in Lehane, McCarthy, Schnitzler, Serrano, Tobino, scritto con lo psicoanalista Andrea Marzi (Siena 2017), La bella giovinezza. Sillabari per millennials (Siena 2017), Prossimi e distanti. Gli adolescenti del terzo millennio (Siena 2019), Elsa. Le prigioni delle donne (Siena 2019). Inoltre, ha scritto il capitolo dedicato alla letteratura per il volume collettaneo interdisciplinare Il Postmoderno (Siena 2015) e l?ampio saggio Raccontare il Male: l?Avversario di Emmanuel Carrére per il volume Criminologia narrativa di Silvio Ciappi e Giulia Schioppetto (Padova 2018). GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Il Consorzio Morellino di Scansano riceve il Premio Innovazione Smau 2021 Prestigioso riconoscimento per il Consorzio Tutela Morellino di Scansano che ha ricevuto il Premio Innovazione Smau 2021 a testimonianza dell?impegno in ambito sostenibilità ambientale (come nel caso del progetto ?Morellino Green?) e circular economy, anche grazie all?attivazione di partnership d?eccellenza I mportante riconoscimento per il Consorzio Morellino di Scansano, che questa settimana si è aggiudicato il Premio Innovazione Smau 2021. In particolare, decisive nell?assegnazione del premio sono state le valutazioni in merito alle iniziative di sostenibilità ambientale avviate dal Consorzio e nello 108 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 specifico il progetto ?Morellino Green?, che promuove la mobilità elettrica nella zona della denominazione con l?installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici posizionate all?interno di una rete di cantine del territorio, compresa la sede del Consorzio, rendendo l?area del Morellino una delle prime DOCG ?EV friendly?. Un?attenzione concreta, dunque, alla mobilità a impatto 0, che oltre al progetto ?Morellino Green? si spinge anche alle pratiche di economia circolare e di efficientamento energetico che il Consorzio sta sviluppando da alcuni mesi attraverso la partnership con Enel X. Da PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA questa collaborazione, infatti, è nato un progetto di circular economy rivolto alle aziende consorziate con focus sulle tematiche di sostenibilità ed efficientamento energetico. L?obiettivo è quello di individuare soluzioni innovative da applicare alle attività nei vigneti, ai processi di produzione e alle attività accessorie svolte in cantina, in grado di generare benefici ambientali, energetici ed economici. ?Siamo orgogliosi di aver ottenuto questo prestigioso riconoscimento ? rileva Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Morellino di Scansano ? frutto di una visione ed un lavoro che pone al centro la sostenibilità come impegno concreto e leva strategica, dove il Morellino di Scansano assume il ruolo di portavoce e catalizzatore di un territorio naturalmente vocato al ?green?, alla qualità e all?eccellenza. Grazie quindi ai nostri partner, a Smau e a tutti coloro che credono nei nostri progetti e ne contribuiscono alla crescita?. Smau, oggi, è una piattaforma indipendente e dinamica, che grazie ai suoi tanti eventi, primo fra tutti il Roadshow, raccoglie attorno a sé imprese, startup e big player, ovvero tutte quelle realtà che stanno lavorando con passione ed energia per rilanciare l?economia italiana e l?innovazione targata made in Italy. Il Premio Innovazione è un appuntamento annuale che ha sempre individuato eccellenze a carattere nazionale e internazionale. LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano ha da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007. Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato. 110 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 WINE & FOOD NEWS VA AD ANGELA SABA AL CHEESE DI BRA IL PREMIO NAZIONALE ?RESISTENZA CASEARIA? DI SLOW FOOD Angela Saba eccellenza nazionale al Cheese a Bra. L?imprenditrice di Confagricoltura Grosseto, ha ricevuto, in occasione della tredicesima edizione del più grande evento internazionale sui formaggi a latte crudo, il premio ?Resistenza casearia?. Si tratta di un riconoscimento che, a partire dal 2009, Slow food assegna a ogni edizione di Cheese a quei pastori, casari, studiosi e appassionati che rifiutano le scorciatoie ?industriali? ma che testardamente continuano a produrre formaggi e alimenti rispettando naturalità, tradizione e benessere animale. ?È il massimo riconoscimento ottenibile per chi fa questo tipo di lavoro. L?esperienza di Angela con la sua azienda ? è il commento del presidente di Confagricoltura Grosseto, AttilioTocchi ? fa bene al settore perché è il risultato della passione e della dedizione che ha sempre dimostrato nella ricerca della qualità, che le ha permesso di mantenere vivo uno straordinario patrimonio di competenze e paesaggi tradizionali?. Infatti, nella motivazione che giustifica l?attribuzione del premio, si legge:?una casara/pastora/allevatrice che svolge un ruolo cruciale nella conservazione dei saperi e delle tradizioni ? premio intitolato ad Agitu Ideo Gudeta ? perché rappresenta un esempio e un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono intraprendere la strada, bella e difficile, dell?allevamento e della produzione di formaggio. Una strada particolarmente difficile per le donne e per chi vuole produrre cibi sani, buoni e in armonia con la terra?. Non a caso Angela Saba si può considerare una sorta di ?talebana? del formaggio a latte crudo, visto che non accetta compromessi. Produrre formaggio a latte crudo non lascia altre alternative se non il perseguire l?alta qualità e il rigore nei processi di lavorazione. 300 le pecore e 20 capre che costituiscono il suo primo valore. Cercata dal Slow Food perché divenisse lei stessa presidio e garanzia di genuinità, i suoi sono formaggi fatti in una maniera ancestrale e innovativa, in cui seleziona con attenzione foraggi e pascoli ed evita qualsiasi prodotto possa far male agli animali o alla terra. Lavora solo a latte crudo, e lo taglia a 35 gradi, senza l?aiuto di fermenti chimici, e quasi senza sale. Con Confagricoltura combatte per i diritti dei pastori e produce straordinari pecorini. ?Lavorare in maniera così ?ridotta? ? conclude Tocchi ? può costituire un limite commerciale, perché non si ha mai la linearità di un prodotto in cui si percepisce distintamente l?alimentazione degli animali. Amore nel proprio lavoro, adesione assoluta ai personali principi e una spiccata competenza, sono state la base che hanno permesso ad Angela di ottenere questo giusto riconoscimento?. Angela Saba ?GIROGUSTANDO NEI BORGHI DI MAREMMA? CON I VINI DELLA DOC MAREMMA TOSCANA Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ha aderito con entusiasmo, fornendo il proprio patrocinio e offrendo la più ampia collaborazione, anche alla V edizione di ?Girogustando nei Borghi di Maremma?, realizzata da CAT Confesercenti Toscana con Confesercenti Grosseto all?interno del progetto di Vetrina Toscana e Unioncamere Toscana. I ristoratori del territorio stanno ospitando, dal 23 settembre scorso, colleghi di altre aree della Toscana, per dar vita ? con la presenza degli chef ? a menù concordati ?a quattro mani? da presentare agli ospiti. ?Anche per quest?anno ? spiega Luca Pollini, direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ? abbiamo deciso di supportare il progetto che ha l?obiettivo di mettere a confronto e di valorizzare i prodotti dei diversi territori di appartenenza e vogliamo sottolineare ancora una volta l?importanza di lavorare in sinergia con la ristorazione, prezioso interlocutore per il Consorzio. In ciascuno degli appuntamenti partecipano due aziende vitivinicole della DOC Maremma Toscana che possono presentare i propri vini in abbinamento ai piatti elaborati dagli chef?. Questo le tappe di ?Girogustando nei borghi di Maremma? toccate quest?anno: - Enoristorante Boccaccio di Caldana ha ospitato il 23 settembre il Ristorante Mani in pasta di Arezzo - Ristorante il 13 di Castiglione della Pescaia ha ospitato il 29 settembre il Ristorante Gallo Nero di Siena - Ristorante Casa Livia di Grosseto ha ospitato il 12 ottobre L?Angolo di Acquaviva, Montepulciano - Agriturismo Il Melograno di Banditella ad Alberese ha ospitato il 21 ottobre il Ristorante La Vite di Bibbiena Caseificio Il Fiorino, grandi riconoscimenti al concorso ?Great Taste Awards? Il Caseificio Il Fiorino conquista il concorso internazionale Great Taste Awards dedicato a food e drink. I pecorini si aggiudicano gli ?Oscar? dei formaggi di Londra. Tre stelle per il Cacio di Caterina. Premiate anche le novità: il Cacio di Venere e di Afrodite C ontinua il momento d?oro de Il Fiorino che fa il pieno di riconoscimenti anche al Great Taste Awards, l?evento internazionale della storica organizzazione inglese Guild of Fine Food riservato ai migliori prodotti food e beverage del mondo. In quelli che potrebbero essere considerati gli ?Oscar? dei formaggi l?azienda maremmana guidata da Angela Fiorini e Simone Sargentoni ha conquistato 9 stelle: tre per il Cacio di Caterina, due per la Riserva del Fondatore, due per il Cacio di Afrodite, una per il Fior di Cardo, una per il Cacio di Venere. Il Premio. A selezionare cibi e bevande provenienti da tutto il mondo è una giuria di oltre 500 esperti, composta da chef, acquirenti, giornalisti, rivenditori. L?edizione 2021 ha visto oltre 10 mila prodotti tra food e drink degustati alla ceica dalla giuria. Di questi solo l?1,6 per cento, poco più di 200, hanno ottenuto tre stelle. Il Cacio di Caterina ha ottenuto il massimo risultato e la Riserva del Fondatore si conferma al top dei formaggi mondiali, ma anche le stelle del Cacio di Venere, del Cacio di Afrodite e del Fior di Cardo hanno un grande valore, perché sono pecorini da poco lanciati sul mercato. ?La qualità della materia prima, latte altamente selezionato proveniente solo dai pascoli della Maremma, il lavoro di squadra e l?unicità della lavorazione ? sottolinea Angela Fiorini ? hanno fatto ancora una volta la differenza, convincendo la giuria a premiare Il Fiorino con i sigilli di eccellenza internazionale, quali sono le stelle assegnate dalla Guild of Fine Food?. Angela Fiorini e Simone Sargentoni PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Rocca di Frassinello, un?opera d?arte nel cuore della Maremma toscana Dalla Toscana alla Sicilia: quattro cantine, una sola passione. Quella per il vino del gruppo Domini Castellare di Castellina guidato da Paolo Panerai, giornalista, editore e grande appassionato di vino che, dalla fine degli anni ?70 ad oggi, ha riunito sotto un unico progetto quattro prestigiose cantine: dalla prima e storica Castellare di Castellina, fondata nel 1977 in Chianti Classico fino alle ultime nate Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare in Sicilia, con nel mezzo Rocca di Frassinello, nella Maremma toscana ? Questa è la storia di una passione e delle persone che l?hanno animata. È una storia di vini e di grandi territori, non solo d?Italia, ma del mondo. Una storia che viaggia attraverso la Francia per prendere corpo in Toscana e spingersi fino ai confini più estremi della Sicilia?. È la storia di Domini Castellare di Castellina raccontata da Paolo Panerai, giornalista, editore e 112 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 grande appassionato di vino che, dalla fine degli anni ?70 ad oggi, ha creato il gruppo DCC che oggi conta quattro prestigiose cantine: la prima e storica Castellare di Castellina, fondata nel 1977 in Chianti Classico; Rocca di Frassinello, nata in joint venture con Château Lafite e progettata da Renzo Piano nella Maremma Toscana; infine, le ultime nate Feudi del Pisciotto e Gur- ra di Mare che segnano l?inizio dell?avventura siciliana del gruppo. Quattro aziende che offrono sul mercato vini di grande eleganza pluripremiati a livello internazionale. Un terroir ideale per la vite Inaugurata nel cuore della Maremma Toscana il 30 giugno 2007, la cantina Rocca di Frassinello è nata in joint ven- coltivavano sfruttando gli altri alberi come sostegno per le viti. Paolo Panerai e il Barone Eric de Rothschild hanno scelto la collina di fronte al paese di Giuncarico, nel comune di Gavorrano, come luogo ideale dove impiantare i vigneti. Proprio qui, infatti, si incanala una brezza di mare costante che toglie umidità e mitiga il clima sia d?inverno che d?estate. Ci sono voluti due anni per accorpare i cinque poderi che compongono i 500 ettari, di cui quasi 83 vitati, preservando i boschi presenti all?interno della proprietà nel segno della sostenibilità ambientale. Dai vigneti di Sangioveto (clone di Sangiovese già selezionato a Castellare di Castellina ove rappresenta il 50% degli ettari totali), Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Vermentino nascono vini che coniugano il meglio dell?Italia e della Francia. A sancire il livello internazionale dell?azienda, il progetto della cantina firmato dall?architetto Renzo Piano che, sulla collina più alta dell?anfiteatro di Rocca di Frassinello, ha concepito un edificio elegante e di massima funzionalità, come deve essere per uno stabilimento produttivo. Una cantina secondo Renzo Piano ?Più che innamorarti di un luogo, lo fai tuo. Cominci a proiettarci un?idea. E allora il gioco è fatto?. Renzo Piano descrive così il momento in cui, sorvolando in elicottero la Maremma, tra Giuncarico e Gavorrano, ha individuato la collina su cui progettare Rocca di Frassinello, prima e unica cantina firma- ta dal grande architetto italiano. Un?opera senza tempo che è un inno alla leggerezza. Non la classica cantina d?autore che, secondo Piano, finisce per essere un ?monumento a sé stesso?, ma una presenza discreta e poetica che trova il suo massimo slancio nella torre rossa visibile anche a distanza. Renzo Piano ha concepito una cantina essenziale nelle forme esaltando la funzionalità di quello che è, e rimane, uno stabilimento produttivo con una divisione degli spazi rivoluzionaria e un?attenzione particolare al processo di vinificazione che, nella sua fase iniziale, avviene per caduta sfruttando la forza di gravità e non le pompe enologiche, il cui uso deteriorerebbe la qualità di un?uva che viene raccolta esclusivamente a mano. La torre cattura la luce del sole ed illumina, attraverso un sistema di specchi, la suggestiva barricaia scavata nella roccia ad una profondità di 50 metri, dove riposano nell?oscurità fino a 2.500 barrique che, come grandi occhi, sembrano osservare i visitatori. Risalendo in superficie appare la seconda anima del progetto: un moderno pavillon in vetro con profili in acciaio satinato, cornice ideale per degustazioni, grandi eventi, mostre, congressi e pranzi. Fuori, un?immensa terrazza rivestita di cotto che l?architetto ha battezzato il sagrato, un tappeto volante di oltre 5 mila mq che sembra planare sulle dolci colline maremmane. I vini di Rocca di Frassinello ?Il grande vino, prima che in cantina, si fa in vigna?. Ne è convinto Alessan- Nella foto uno scorcio sui vigneti di Rocca di Frassinello nel cuore della Maremma toscana dalle parti di Giuncarico (Gavorrano); a destra l?ampia terrazza, ribattezzata ?il sagrato? ture tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite, ovvero la più famosa firma di vini di Francia e del mondo. Un progetto al centro della Maremma, fra Bolgheri e Montalcino, che beneficia fin dalla nascita dell?esperienza in campo enologico dei due soci. In questa zona la vite ha prosperato per circa 3 mila anni e cioè dal tempo in cui gli Etruschi la PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA La barricaia ???? Inaugurata il 30 giugno 2007, la cantina Rocca di Frassinello è nata in joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rothschild-Château Lafite, ovvero la più famosa firma di vini di Francia e del mondo 114 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 dro Cellai, enologo di Rocca di Frassinello, nonché vice presidente esecutivo di Domini Castellare di Castellina con delega alla gestione vinicola ed agronomica. ?La firma dell?enologo sul vino è fatta di piccoli grandi interventi. È fondamentale cogliere l?attimo per dare inizio alla raccolta. Poi in cantina è essenziale riuscire ad esaltare la qualità dell?uva, ma un buon 70 % del lavoro è stato già fatto. La fase più importante resta quella in vigneto, prima che il vino diventi vino?. Poggio alla Guardia Vigne Alte è il vino d?ingresso, dalla personalità spiccata anche se molto facile da bere. Le Sughere di Frassinello è la seconda etichetta, vino di grandissima stoffa già nella Top 100 di Wine Spectator. Rocca di Frassinello è le grand vin, il massimo della produzione, un vino che riesce a coniugare forza, intensità, eleganza (93/100 per Robert Parker e Wine Spectator). A questi tre vini si sono poi aggiunti Ornello, che nella gamma s?inserisce tra Poggio alla Guardia e Le Sughere e si caratterizza per una percentuale consistente di Syrah nel blend, ed il Vermentino, bianco che in Maremma dà il meglio di sé come in Sardegna. Dalla vendemmia 2007, Rocca di Frassinello è protagonista di una nuova sfida, quella di Baffonero, 100% Merlot di Maremma Toscana che, fin dalla prima vendemmia, ha riscosso un grande successo di critica: nato per essere il challenger di Masseto, Baffonero è oggi uno dei più grandi Merlot al mondo. Gli Etruschi a Rocca di Frassinello Riannodare il filo che, attraverso il vino, lega la moderna viticoltura alla civiltà etrusca, che proprio su queste terre fiorì circa 3.000 anni fa. È questo il senso del progetto Gli Etruschi a Rocca di Frassinello nato dalla collaborazione fra la Soprintendenza Archeologia della Toscana, l?insegnamento di Etruscologia dell?Università degli Studi di Firenze e Paolo Panerai che ha fatto di Rocca di Frassinello un polo di aggregazione d?arte e cultura sotto il segno del vino. Il progetto è incentrato su una vera e propria riscoperta della necropoli di San Germano, una delle più importanti realtà archeologiche del comprensorio dell?antica città di Vetulonia. Nell?area archeologica di Rocca di Frassinello si concentrano i tumuli meglio conosciuti della necropoli, costruiti tra la seconda metà I vini La Necropoli di San Germano Il Museo del VII secolo a.C. e la prima metà del VI secolo a.C.: otto tombe monumentali sono state recuperate e restaurate, creando un percorso di visita aperto al pubblico, e altre sono state rinvenute durante i recenti scavi che proseguiranno anche negli anni a venire. Le tombe, già violate in passato, hanno comunque restituito alcuni oggetti dei corredi, come vasi in ceramica fine dipinta (etrusco- corinzia) e in bucchero, unguentari, calici e coppe per il consumo del vino. Tutti i reperti sono esposti nell?ambito della mostra allestita all?interno della cantina ideata dall?architetto Italo Rota, creatore del Padiglione del Vino all?Expo e del Musée d?Orsay a Parigi, per immergersi completamente fra i suoni, gli usi e costumi del mondo etrusco. Alla fine del percorso di visita viene proposta l?esperienza di degustazione del vino ?conciato? come lo si beveva al tempo degli Etruschi. Una giornata a Rocca di Frassinello tra passato e futuro A Rocca di Frassinello gli ospiti possono intraprendere un affascinante viaggio nel tempo partendo dalla visita alle architetture avveniristiche della cantina di Renzo Piano, per poi passare alla mostra Gli Etruschi e il Vino a Rocca di Frassinello allestita in cantina da Italo Rota, i cui antichi reperti esposti testimoniano che l?arte della vinificazione, in queste zone, risale a quasi tre millenni fa. Il viaggio si conclude con la degustazione dei vini nel pavillon dove è esposta l?opera Rapture of the Grape che il grande artista americano David LaChapelle ha realizzato ispirandosi al paesaggio di Rocca. Al termine della visita in cantina, il tour può proseguire con un percorso d?approfondimento sugli Etruschi visitando l?area archeologica Rocca di Frassinello ? San Germano liberamente accessibile all?interno della proprietà. La Foresteria di Rocca di Frassinello Chi desidera vivere un?esperienza più completa, può scegliere di soggiornare presso la Foresteria di Rocca di Frassinello, un luogo sospeso nel tempo dove è possibile vivere una vacanza rilassante nel cuore della Maremma Toscana, immersi nel silenzio interrotto soltanto dai suoni della natura. Ricavata in un?a- la della cantina, questa intima guesthouse dispone di quattro camere doppie e due appartamenti (composti da tre camere da letto, cucina, living e doppi servizi) arredati in stile minimal-chic, con vetrate panoramiche che offrono suggestivi scorci della tenuta. Enologia di qualità, natura e cultura sono i tre elementi che caratterizzano una vacanza presso la Foresteria di Rocca di Frassinello. Gli ospiti, infatti, oltre a soggiornare in un contesto unico, hanno l?opportunità di sperimentare la ?cultura del buon bere?, degustando i vini di Rocca di Frassinello, e di seguire da vicino il ciclo produttivo, dalla vigna alla bottiglia, per capire come funziona una vera ?fabbrica del vino?. Inoltre, possono esplorare la tenuta a piedi, oppure partire alla scoperta del territorio, magari in bici o a cavallo. Dalle spiagge più selvagge della costa tirrenica ai borghi medioevali più affascinanti, dalle riserve naturali alle gite in barca tra le isole dell?arcipelago toscano. Info: Rocca di Frassinello - Loc. Giuncarico - Comune di Gavorrano (Grosseto) tel. 0566 88400 - 0566 88298, www.roccadifrassinello.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica BROC birra agricola toscana, la scommessa vincente di Ugo Contini Bonacossi Si chiama BROC ed è una birra agricola toscana ottenuta da ingredienti tradizionali e naturali prodotta ed imbottigliata a Roccalbegna, da Ugo Contini Bonacossi. Una bella realtà dell?enogastronomia maremmana e amiatina con una storia da raccontare, oggi dedita alla produzione di birra, ma anche di vino DI CELESTINO SELLAROLI Q uesto mese nel nostro consueto spazio dedicato alle eccellenze enologiche maremmane non parliamo di un vino, ma di una birra. Quella prodotta dall?azienda agricola Ugo Contini Bonacossi, una gran bella realtà situata in quel di Roccalbegna sulle prime pendici del Monte Amiata. Un territorio incontaminato Siamo in una zona incontaminata, dove la natura segue il suo corso, lontana da interferenze umane e/o peggio di tipo industriale o preindustriale e dove a regnare è la sostenibilità più assoluta. Roccalbegna è un piccolo borgo con appena un migliaio di anime che vivono in una zona con una bassissima antropizzazione, per cui è facile rimanere incantati da ciò che sguardo, udito, sapori ed anche olfatto, riescono ancora a percepire in contesti unici e di rara bellezza che ti riconciliano con la vita ed il creato. Insomma, un piccolo Eden dove anche le relazioni interpersonali ti riportano ad un lontano passato, a quella vita di paese che nel tempo si è purtroppo perduta nei grandi agglomerati urbani, ma che in cer- 116 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 ti spazi è ancora possibile sperimentare. Un bella storia È qui in questi luoghi nascosti della Maremma che ha preso forma il sogno (diventato realtà) di Ugo Contini Bonacossi. Partito dal niente, passo dopo passo, è riuscito a realizzare una bellissima azienda agricola, che porta il suo nome, dedita alla produzione di vino e di birra, prodotti accomunati dall?attenzione alla genuinità e alla qualità delle materie prime che sono coltivate direttamente in azienda. La storia di Ugo Contini Bonacossi è una sorta di ritorno alle origini nelle terre rocchigiane frequentate da piccolo. Fiorentino di nascita, dopo la laurea in Viticoltura ed Enologia presso la Facoltà di Agraria degli Studi di Firenze, decide nel 2011 ? appena ventottenne ? di lasciare un comodo impiego a tempo indeterminato nell?azienda di famiglia (in cui lavorano tuttora con differenti mansioni il fratello Gaddo e la sorella Serena) per trasferirsi a Roccalbegna, paese materno e caratteristico borgo medievale della Maremma Toscana ai piedi del Monte Amiata, dove anni prima aveva passato i momenti più spensierati della sua infanzia ovvero quelli delle ferie estive, natalizie e pasquali. Il grande passo, chissà, forse matura leggendo questo passaggio tratto dal libro ?Il mio paese? del 1997 a firma di Andrea Zamperini: ??una comunità che ignora le proprie origini, difficilmente può costruire il proprio presente e pensare il proprio futuro. Ed è guardando a questo passato così ricco di storia, di arte, di espressioni ancora intatte di una natura qui particolarmente generosa, che noi tutti dobbiamo trovare la forza per un impegno se possibile ancora maggiore. Solo così potremo permettere a questo territorio, uno tra i più ?ricchi? della nostra Toscana, di vivere in pieno le proprie potenzialità.? Così, ispirato o meno da questo testo, acquista circa cinque ettari di terreno incolto divisi su due diversi appezzamenti ? Bandita e Vignali ? ed inizia la sua avventura. Nel 2014 avvia la produzione di birra agricola, la BRÒC, e impianta il primo vigneto di uva rossa, mentre è del 2015 Ugo Contini Bonacossi l?impianto del bianco. Da questi, finalmente, nel 2021 sono nati i primi vini, Ughetto e Armancione, frutto della vendemmia 2019. La birra BROC Ma veniamo alla birra. Si chiama BRÓC ed è una birra agricola toscana di lavorazione artigianale, ottenuta da materie prime di qualità elevata. Prima fra tutte l?acqua, dato che il birrificio si trova come detto a Roccalbegna, piccolo borgo della Maremma Toscana, dove hanno origine le sorgenti dell?Albegna, il fiume che attraversa le dolci colline maremmane e sfocia nella omonima località di Albinia, nella costa dell?Argentario. A questo si aggiunge la produzione in proprio di orzo, da cui il concetto di birra agricola. La BRÓC è una birra ad alta fermentazione prodotta con malto di orzo e malto di frumento, una luppolatura moderata e una leggera speziatura, che richiama lo stile delle antiche abbazie del Belgio. ?Partendo da un contenuto zuccherino medio di 16,8 gradi plato ? sottolinea Ugo Contini Bonacossi ? si ottiene un contenuto alcolico del 6%. Il lievito utilizzato ha una bassa attenuazione, anche per questo la BRÓC ha un buon residuo zuccherino che le conferisce un sapore dolce e un corpo ben presente. Corpo e rotondità sono caratterizzati anche dal fondo di lieviti presente in bottiglia dove avviene il processo di rifermentazione, dopo un prima fermentazione in acciaio. La birra non contiene conservanti e non subisce nessun trattamento di pastorizzazione né di filtrazione, per questo motivo si consiglia di versare nel bicchiere il fondo di lieviti presente, per gustare al meglio le sue qualità olfattive, nutrizionali e organolettiche?. BROC, birra agricola toscana, la degustazione D i colore dorato intenso, opalescente, presenta una schiuma cremosa e persistente. Al naso offre un lieve profumo di frutti a polpa bianca e cro­ sta di pane. Palato suadente ma deciso, corpo vellutato e moderata­ mente spesso, perlage persistente. Note di caramello e liquirizia sulla trama di frutta matura e lieviti. Abbinamenti consigliati: Taglieri di affettati e pecorini semi stagionati accom­ pagnati da mieli e/o composte di frutta/verdura, primi piatti aromatizzati al tar­ tufo, ai sughi ?impegnativi?, alla carne alla brace ed anche al pesce. Ottima se abbinata a sé stessa! Ingredienti: acqua, malto d'orzo e di frumento, luppolo, spezie, zucchero can­ dito, lievito. Rifermentata in bottiglia. Non filtrata e non pastorizzata. Forma sedimento naturale ricco di lievito, da versarsi, se gradito. Gradazione: 6% PRIMO PIANO ? GUSTA ? 117 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare La zuppa frantoiana, una prelibatezza senza tempo? Le zuppe hanno da sempre rappresentato una grande risorsa nell?economia domestica, permettevano infatti di riutilizzare gli avanzi di pane e di altri cibi, qualora fossero rimasti, per generare un nuovo cibo proprio come la fenice che risorge dalle sue ceneri. DI ANDREA RICCHIUTI* L ?ingrediente fondamentale di tutte le zuppe, e che le distingue dalle minestre, è proprio il pane che viene bagnato, quindi inzuppato, con il liquido di cottura; un tempo, negli strati meno abbienti della società, questo permetteva di saziare anche famiglie numerose senza però rinunciare ai sapori. La zuppa frantoiana, celebre quanto l?acquacotta o la ribollita, trae la sua origine dalla primitiva fetta di pane, abbru- 118 ? Maremma Magazine ? Novembre 2021 stolita e agliata, la quale veniva cosparsa d?olio nuovo per poterlo assaggiare. Il nome infatti deriva da frantoio ed evidenzia da subito il protagonista di questa preparazione: l?olio nuovo. Dunque quell?olio di prima spremitura, che si presenta verde, con un sapore pungente, quasi acido e che esalta tutti gli altri componenti della zuppa. Senza questo tipo di olio la preparazione perde il suo carattere originario, la sua ragion d?esse- re, ovvero quella di esaltare e coronare l?olio appena uscito dal frantoio. Sia ben chiaro: resta comunque un?ottima ricetta, ma niente di più. Inoltre, non essendo il sapore dell?olio il medesimo, ma variando a seconda delle zone, sia in Toscana che, più in generale, in Italia, la preparazione mantiene comunque il pregio di esaltare tutti gli oli nuovi. Come ogni piatto regionale che si rispetti anche questo ha creato, e conti- nua ancora, diatribe sugli ingredienti, uno in particolare: i fagioli, quale tipo? Sarebbero da preferire il fagiolo dall?occhio, quello veramente autoctono, ma va benissimo anche il fagiolo rosso Scritto, purché non siano quelli in barattolo; è però importante che questi siano scuri così da dare una minestra di colore intenso e più densa. Un altro punto fondamentale riguarda la scelta delle erbe di campo: inutile dire che è meglio usare, e così avveniva, quelle che si hanno a disposizione, che si possono facilmente recuperare in una passeggiata, durante le ultime giornate di sole autunnali. Indicativamente si preferivano la borragine (borago officinalis), il radicchio selvatico (Cichorium intybus) che veniva anche impiegato quale surrogato del caffè, ed l?onnipresente finocchietto selvatico. In cottura il profumo di queste erbette si spanderà in tutto l?ambiente domestico, in attesa del protagonista, l?olio! Le fette di pane dovranno essere piuttosto sottili, abbrustolite e, volendo, strofinate con un po? di aglio, dopodiché cosparse da mano non avara di olio, ricoperte con il brodo e infine tutto il piatto andrà irrorato di olio, confortando così sia il corpo che l?anima. Ingredienti per 8 persone: 400 g di fagioli dall?occhio 2 foglie di alloro 1 cipolla 1 costa di sedano con le foglie 400 g di cavolo nero 100 g di erbe di campo (borragine, radicchio ecc.) 150 g di patate 300 g di zucca gialla 2 carote nepitella erbetta di finocchio oppure i semi 2 fette di rigatino (pancetta) o gota 1 spicchio d?aglio olio nuovo extra vergine q.b. sale e pepe q.b. pane abbrustolito Preparazione Mettere i fagioli in ammollo per almeno 12 ore. Scolarli, lavarli e metterli in una casseruola con l?alloro, ½ cipolla a fette, una carota ed il sedano con le foglie, coprire abbondantemente di acqua e cuocere lentamente, salare alla fine. Quando cotti toglierne la metà, che andrà tenuta da parte, e frullare il resto. In un?altra casseruola far rosolare il rigatino con l?olio, la carota, l?aglio e la restante mezza cipolla; poi unire il passato di fagioli e 1 litro d?acqua. Aggiungere il cavolo nero insieme alla nepitella ed al finocchio e, dopo circa 20 minuti, la patata e la zucca tagliate a cubetti e l?erba di campo, proseguire la cottura per altri 20 minuti (o finché tutte le verdure non sono cotte). Se gradito strofinare l?aglio sulle fette di pane, che dovranno essere piuttosto sottili, e cospargerle generosamente di olio poi ricoprire con la zuppa e servire. *Insegnante di cucina AICI Associazione Insegnanti di Cucina Italiana Per info sui corsi scrivere a: corsidarteculinaria@outlook.com LE NEWS LE NEWS ADF E GRUPPO ACEA: NASCE AGILE ACADEMY, PER SVILUPPARE LE ECCELLENZE DEL FUTURO ?Sviluppiamo le eccellenze del futuro e del territorio?, questo lo slogan di Agile Academy, una nuova società ideata da AdF e dal Gruppo Acea, prima esperienza toscana di scuola d?impresa, presentata nelle scorse settimane a Siena nel corso del convegno ?Agile Academy?, organizzato insieme all?Università di Siena nell?Aula Magna del Rettorato. ?L?Ateneo ? ha dichiarato il rettore dell?Università di Siena Francesco Frati ? ha un?attenzione particolare per tutte le iniziative che facendo rete permettono di offrire opportunità di formazione qualificate per profili professionali competitivi?. Al saluto istituzionale del Rettore, sono seguiti gli interventi del sindaco di Siena, Luigi De Mossi, di Andrea Guerrini, componente dell?Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), del professore Raffaele Oriani dell?Università Luiss di Roma e di Juri Ugolotti Manager della società Expert.ai. Agile Academy, che svolgerà le sue attività didattiche sia online che nella sua sede senese, ha l?obiettivo di precorrere e anticipare i tempi rispetto allo studio di nuovi saperi, alla formazione di nuove competenze e di nuovi ruoli organizzativi. Questo permetterà di 120 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 progettare e qualificare nuove figure professionali e aumentare le loro probabilità in ambito occupazionale. Cyber security, Big Data, certificazioni CRM salesforce, alcuni dei corsi proposti da questo nuovo incubatore di professionalità altamente specializzate nel campo delle utility e non solo, in grado di inserirsi nel tessuto produttivo territoriale. Questa scuola offre modelli di didattica innovativi e mira a promuove una visione imprenditoriale della formazione in linea con i nuovi scenari, valorizzando il know how del territorio, favorendo sinergie, incentivando il trasferimento tecnologico e riducendo il tempo di inserimento delle persone nel mondo del lavoro. ?La nascita di Agile Academy ? ha commentato l?amministratore delegato di AdF Piero Ferrari ? rappresenta un altro passo importante e fondamentale per la crescita del territorio e delle imprese. Innovare anche attraverso la costituzione di una corporate academy, permetterà agli stakeholders di avvalersi di adeguate ed innovative professionalità che in questo particolare momento storico sono fondamentali?. Per Giovanni Papaleo, Chief Operating Officer del Gruppo Acea, ?la realizzazione di questa scuola di impresa è il frutto di una precisa strategia del Gruppo Acea che cerca di coniugare i suoi obiettivi di business con lo sviluppo dei territori e con la crescita di figure professionali legate ai modelli socio-economici emergenti nelle aree in cui il Gruppo opera, ormai da anni, in sinergia con le comunità e le amministrazioni locali?. Mentre per Maria Grazia Costa, Head of Human Resources COO di ACEA ?questo modello di organizzazione rappresenta per il Gruppo uno strumento efficace ed innovativo e svolge una strategia precisa anche all?interno di quel processo di modernizzazione, digitalizzazione e inclusione intrapreso da Acea per prepararsi NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA alle nuove sfide del mercato del lavoro, sfide che si giocheranno anche sulle capacità delle aziende di saper formare e preparare le professionalità più utili ai loro business, nel minor tempo possibile?. All?interno dell?evento sono intervenuti anche il Consulente Formazione Giorgio Nanni, il Responsabile BPI Area COO Domenico Coppi e Vanessa Fortarezza, Area Vice President Enterprise Sales Salesforce. Tutte le informazioni sulla scuola d?impresa Academy Agile sono consultabili sul sito agile-academy.it ?DISTRETTO RURALE DELLA TOSCANA DEL SUD?, ARRIVANO LE RISORSE Sembra giungere ad una svolta fondamentale il progetto del Distretto rurale della Toscana del Sud di cui la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno è capofila e promotrice: il Ministero delle Politiche agricole ha stanziato infatti le risorse per finanziare il bando su cui sono state presentate le progettualità del Distretto rurale della Toscana del Sud, dal valore di un totale di 36 milioni di euro, destinati ad investimenti nel comparto agricolo e agroalimentare. Il Distretto era stato riconosciuto dalla Regione Toscana a gennaio 2018 e comprende la provincia di Grosseto ed in parte le province di Siena, Livorno e Arezzo. Il Distretto, che si è dotato di una propria Assemblea presieduta da Enrico Rabazzi, in questi anni ha sempre proseguito la propria attività su vari fronti, ma il finanziamento da parte del Ministero è un passo essenziale. Una notizia che arriva a pochi giorni dalla conferma a presidente della Camera di Commercio di Riccardo Breda, che apre così il nuovo quinquennio di presidenza coronando uno dei progetti più ambiziosi lanciati negli anni precedenti. ?Un risultato straordinario ? esprime la sua soddisfazione Riccardo Breda ? che premia un lungo percorso seguito con determinazione da parte di tutti i componenti dell?Assemblea di Distretto e Bilancio positivo per il progetto ?Mare per tutti ?21? Nella sua 23esima edizione, nonostante il Covid, sono state godute 98 settimane gratuite tra il 14 giugno e il 12 settembre dalle persone con disabilità nel progetto Mare per tutti in questa stagione 2021. Nel 2019 furono 111, 87 nel 2020 quando il progetto partì con un mese di ritardo a causa del Covid 19 S ono state 98 le settimane gratuite usufruite tra il 14 giugno e il 12 settembre dalle persone con disabilità nel progetto Mare per tutti in questa stagione 2021. Le 30 strutture balneari partecipanti quest?anno hanno offerto gratuitamente ben 98 volte alle persone con grave disabilità che ne hanno fatto richiesta un ombrellone e due lettini per una settimana. Nel 2019 furono 111, 87 nel 2020 quando il progetto partì con un mese di ritardo a causa del Covid 19. Nella maggior parte dei casi si è trattato di persone provenienti da fuori provincia che hanno particolarmente apprezzato il servizio. Tra Principina a Mare e Marina di Grosseto hanno aderito 27 stabilimenti balneari e 3 strutture con la concessione per la posa in opera di ombrelloni e sdraio: Le Nazioni, Grifomare, Medusa, Bertini, Tropical, La Bussola, Kursaal, Gabry, La Rotonda, Nettuno, Gondoletta, Moderno, Paperino, Oscar, Il Faro, Sirena, Il Lido, Rosmarina, Moreno Beach, Moby Dick, Miramare, Cral Poste, Gabbiano Azzurro, Pineta, Stella, Ricci di Mare, Petite Europe, Infinity Beach, Lido Oasi e Cral Asl 9. Il progetto è reso possibile grazie alla collaborazione tra stabilimenti balneari, assessorati alla Cultura, al Turismo e al Sociale, Associazione Balneari Grosseto, sportello InfoHandicap del Comune di Grosseto e la società cooperativa sociale Il Melograno LE NEWS ? 121 LE NEWS La scrittrice grossetana Dianora Tinti premiata a Massa Importante premio alla carriera per la scrittrice di Magliano in Toscana Dianora Tinti nonché presidente dell?associazione culturale Letteratura e dintorni, nell?ambito della Biennale internazionale Sicily Trinacria e dell?Etruria che si è svolta a Massa dal 1° al 30 settembre D ianora Tinti è stata insignita a Massa del Premio alla carriera nell?ambito della Biennale internazionale Sicily Trinacria e dell?Etruria che si è svolta a Massa dal primo al 30 settembre. La manifestazione, a cui hanno parte- cipato rinomati artisti provenienti da 70 Paesi, ha testimoniato con il suo successo quanto, nonostante il drammatico periodo che stiamo attraversando, la ricerca del bello e la voglia di fare cultura non conosca tregua, ed anzi ponga sempre rinnovate sfide all?intelligenza dei singoli e della collettività. Dopo quello ricevuto presso le Isole Canarie l?anno scorso e gli innumerevoli riconoscimenti in Italia, è questa l?enne122 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 sima attestazione internazionale per la scrittrice, giornalista, blogger e presidente associazione culturale Letteratura e dintorni di Grosseto. Nella splendida Villa della Rinchiostra - Pamphili di Massa, Dianora Tinti ha ricevuto dalle mani di Quirino Martellini, presidente della Biennale internazionale dell?Etruria il prestigioso riconoscimento ?per aver contribuito con i suoi scritti, il suo impegno e talento, a rendere il mondo della cultura più ricco, degno e vibrante?. Ovviamente soddisfatta la scrittrice grossetana, che è anche collaboratrice della nostra testata Maremma Magazine. «Mi ha fatto un gran piacere ? ha detto ? ricevere questo attestato per il mio impegno letterario e culturale. Voglio ringraziare chi mi ha segnalato e cioè la presidente della Biennale Internazionale Sicily ? Trinacria, Chiara Fici, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere, ma che mi riprometto quanto prima di incontrare per ringraziare personalmente. Anche questa volta, dedico questo riconoscimento alla mia famiglia e alla mia terra, la Maremma, oltre che a tutti quelli che, come me, credono nella forza della cultura, dei sogni, delle idee e dell?impegno condiviso». del personale camerale, che ha fornito le professionalità e l?assistenza necessaria. Gli interventi che così saranno possibili consentiranno al Distretto di ridisegnare il comparto agroalimentare delle province di Grosseto e di Livorno, oltreché naturalmente delle altre porzioni di territori interessati. Si apre adesso una nuova fase, la prossima sfida sarà gestirla al meglio, sempre al fianco della Regione Toscana, che ha offerto in questi anni un supporto importante?. Soddisfatto per la notizia del finanziamento ministeriale al contratto di distretto della Toscana del sud, l?assessore all?economia e al turismo della Regione Toscana Leonardo Marras. ?Una notizia ? spiega ? che aspettavamo da tempo e ci rende orgogliosi e ottimisti per il futuro del nostro territorio. Voglio esprimere soddisfazione anche personale, perché questo è stato l?impegno più importante del mio precedente mandato in Consiglio regionale: un bel risultato collettivo che sento fortemente come frutto del mio lavoro?. ?Il distretto agroalimentare della Toscana del sud è un vero progetto di territorio ? prosegue Marras ? che ha il suo cuore in Maremma, da dove si è partiti anni fa con il distretto rurale, ma che si è allargato pian piano superando confini amministrativi e campanilismi per guardare, concretamente, allo sviluppo di un territorio omogeneo per attitudini e caratteristiche. Un primo passaggio importante è quello che abbiamo fatto nella scorsa legislatura regionale riconoscendo l?area che include, oltre a quella di Grosseto, parte delle province di Livorno, Siena ed Arezzo, come zona vocata all?agroalimentare della Toscana e candidando il distretto al bando nazionale. Lo stanziamento di 36milioni di euro, ne sancisce la bontà e dà una grande spinta al progetto?. ?Quello che dobbiamo fare adesso ? conclude ? è sfruttare al meglio le risorse nazionali. L?obiettivo principale del distretto è sviluppare sullo stesso territorio l?intera filiera agroalimentare dalla produzione alla trasformazione, passando per la ricerca. Questo contributo sarà fondamentale per proseguire sulla strada avviata e porterà benefici all?intera economia locale. L?auspicio è che il rinnovato entusiasmo dell?amministrazione grossetana porti allo sblocco anche del progetto del polo per l?industria e la trasforma- zione agroalimentare di Rispescia, da troppi anni al palo e indispensabile per la completa realizzazione del distretto?. IL 2022 È L?ANNO DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI BIANCIARDI Il Comune di Grosseto sostiene le celebrazioni che si terranno in occasione del centenario della nascita dello scrittore grossetano Luciano Bianciardi (1922-2022) entrando a far parte del Comitato nazionale per le celebrazioni, come proposto dalla Fondazione Bianciardi. Scrittore, giornalista, traduttore, bibliotecario, artista a tutto tondo, il grossetano Luciano Bianciardi è una figura cruciale nel panorama culturale italiano che l?Amministrazione comunale intende valorizzare e far conoscere anche alle nuove generazioni. È previsto un contributo, in particolare, per la realizzazione del concorso nazionale per opere artistiche ispirate alla figura di Luciano Bianciardi e per la costituzione di una segreteria organizzativa che coordinerà le attività previste dal comitato. CIRIGIOCO, UNA BELLA INIZIATIVA PER REGALARE DONI E SORRISI A NATALE L?Istituzione ?Le Mura? e la Caritas Diocesana di Grosseto in collaborazione con gli Scouts di Grosseto propongono per le prossime festività natalizie un?iniziativa denominata Cirigioco. Gli organizzatori sollecitano a chiunque lo vorrà di donare un giocattolo, funzionante, sanificato insieme ad un foglio di carta da regalo e consegnarlo presso la tenda ?Boy Scout? che verrà allestita davanti alla Fortezza medicea (Cassero) dall?8 al 24 dicembre nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì (esclusi festivi): dalle ore 17.00 alle 19.30; festivi e prefestivi (sabato, domenica, 8 e 24 dicembre): dalle ore 15.30 alle 19.30. ?I doni offerti ? spiegano in una nota ? verranno poi incartati nel laboratorio degli Elfi che sarà aperto il pomeriggio dall?8 al 24 dicembre nella sala di ingresso al Cassero (qui i bambini potranno aiutare gli Elfi ad incartare i regali). La sera del 24 dicembre i pacchi natalizi verranno consegnati alla Caritas Diocesana che li distribuirà ai bimbi della città di Grosseto che potranno gioire, rigiocandoci, grazie alla generosità di tutti.Vi aspettiamo numerosi!?. ?L?UOMO CHE SUONAVA IL PETTINE? IL NUOVO ROMANZO DI MARIA GIOVANNA BONAIUTI Lo scorso 25 settembre presso il teatro Castagnoli di Scansano si è svolta la prima presentazione de ?L?uomo che suonava il pettine?, nuovo libro della scrittrice e poetessa Maria Giovanna Bonaiuti, evento rimandato da mesi a causa dell?emergenza pandemica. L?evento è stato organizzato dalle ?Edizioni Letterarie il Tricheco? e dall?Associazione AUSER Scansano ODV grazie alla sua sensibilità per la cultura, oltre alle ben note attività di sostegno e assistenza alle persone fragili del territorio scansanese. L?ultimo lavoro editoriale di Maria Giovanna Bonaiuti è un romanzo storico, romantico, familiare e quasi mondiale, perché tra le sue pagine da Scansano nel 1910, da cui si parte, per poi dirigersi nel sud America e Slovenia, con il meraviglioso scenario del Lago di ?Bled?. ?Era il 6 agosto del 1910 e la piazza di Scansano veniva inondata dalla luce estiva, prorompente di vita, insieme alla confusione spensierata del mercato settimanale. La gente camminava lentamente, fermandosi frequentemente a chiacchierare con qualche conoscenza incontrata nel passeggio. Dino Bonaiuti, un bel giovane dall?aria distratta e trasognata, figlio del temuto Emilio...? Queste le prime righe del romanzo che trova nella storia d?amore tra Ciro e Ada il capitolo che la stessa autrice dichiara di preferire. Durante la presentazione del volume c?è stato momento celebrativo, che ha visto la consegna di due riconoscimenti importanti. Il primo è stato consegnato dall?Associazione culturale Centro di Ricerca, d?Arte e Poesia ?Luigi Bulla?, premio alla carriera memorial ?Giulio Panzani? (nato nel giugno 1948 a Fucecchio, giornalista, scrittore e operatore culturale). Il secondo riconoscimento è stato consegnato dall?Auser Scansano ODV al ?Morellino Classica - Festival Internazionale di Scansano?, una delle eccellenze della musica italiana che ha da poco concluso la stagione estiva del suo 10° Festival. Il Morellino Classica che, tra l?altro ha riportato i grandi eventi e la grande musica al Teatro Castagnoli, splendida struttura liberty scansanese del 1852, in questi 10 anni di attività ha tenuto concerti in 30 luoghi diversi situati in ben 13 Comuni della provincia di Grosseto. Operando in collaborazione con prestigiose accademie internazionali, in dieci anni il Festival ha tenuto un totale di oltre 200 concerti, ai quali hanno partecipato più di 1200 musicisti con una partecipazione media di oltre 4.000 persone annue negli ultimi due anni pre-Covid. Il Festival è diretto dal poco più che trentenne Pietro Bonfilio, nato a Scansano e considerato dalla critica, uno dei migliori pianisti italiani della sua generazione. Ha introdotto la presentazione l?editore Luigi Bulla con interventi dell?autrice Maria Giovanna Bonaiuti e del presi- LE NEWS ? 123 LE NEWS dente dell?Auser Scansano ODV Carlo Pellegrini, i relatori il vice direttore e curatore dell?Editing il Alessandro Giovanni Bulla e l?attore, doppiatore e presentatore Edoardo Claudio Oliveri, gli intermezzi musicali sono stati curati dal cantautore milanese Giulio Nicolosi. Alla fine della presentazione un momento conviviale con degustazione di prodotti locali. Il tutto con l?organizzazione dell?Auser Scansano ODV. GROSSETO, NUOVO VOLTO PER IL BASTIONE DELLA CAVALLERIZZA: CONCLUSO IL PRIMO STRALCIO DEI LAVORI La riqualificazione della Cavallerizza è ad un punto di svolta: si è concluso il 25 settembre scorso il primo stralcio funzionale che porterà il bastione sulle mura medicee a diventare un parco con arena spettacoli, grazie all?adesione del Comune di Grosseto e dell?Istituzione Le Mura e di Fondazione Grosseto Cultura, in qualità di partner, con il progetto ?Ciel?in città? al bando ?Un passo avanti?, selezionato da Con i Bambini nell?ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile che vede la cooperativa Uscita di sicurezza come capofila di un partenariato pubblico-privato. Con la chiusura del primo stralcio funzionale viene completata la messa in sicurezza dell?area, tramite la riqualificazione della pavimentazione e delle gradinate presenti nell?arena. Sono state realizzate le ringhiere di sicurezza in corrispondenza dei parapetti. Per regolamentare l?accesso al bastione ci saran- no tre cancellate in ferro che aiuteranno a limitare gli atti di vandalismo. Sono state predisposte le opere di canalizzazione per l?acqua potabile e impianti elettrici, cavi per la fornitura di energia elettrica, cavidotti e tubazioni a servizio dell?area dedicata agli eventi. Il prossimo step sarà finanziato all?interno del Programma innovativo per la qualità dell?abitare e consisterà nel completamento dell?area spettacoli. ?Oggi ? afferma il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ? si realizza un percorso che porterà uno dei bastioni simbolo delle nostre splendide mura medicee a ripopolarsi grazie all?attivazione di percorsi in grado di avvicinare i giovani alla cultura. Con gli interventi conclusi oggi creiamo i presupposti per dare vita al più ampio progetto che vuole coltivare il diritto dei più piccoli ad avere un?istruzione e a coltivare le proprie passioni, restituendo alla comunità un luogo storico che assume ora un valore sociale ancora più evidente?. ?La riqualificazione della Cavallerizza ? affermano gli assessori (della Giunta ante alle elezioni 2021) Luca Agresti, vicesindaco ed assessore con delega alle Mura medicee, Riccardo Ginanneschi, assessore con delega al Reperimento finanziamenti straordinari, e Riccardo Megale, assessore con delega ai Lavori pubblici ? è frutto di una visione lungimirante da parte dell?Amministrazione comunale. Per strappare il bastione dall?incuria non era sufficiente valorizzare l?area, ma c?era bisogno di un progetto complessivo a lungo termine che includesse percorsi adatti ai cittadini, soprattutto quelli del futuro; questo progetto sta vedendo luce. Un rin- graziamento di cuore va quindi alla cooperativa Uscita di Sicurezza che ha contribuito a promuovere progetti didattici dedicati ai più giovani e all?istituzione Le Mura che tanto sta facendo per la cura del monumento che più di tutti definisce l?identità di Grosseto?. ?Con la conclusione dei lavori strutturali ? spiega Valentina Bonucci, responsabile del progetto ?Ciel?in città? per la cooperativa Uscita di Sicurezza ? si entra nella fase più operativa del progetto. Nelle prossime settimane, quindi, si procederà alla pubblicazione del bando per individuare gli artisti che saranno chiamati a realizzare le sculture gioco alla Cavallerizza e a condurre una serie di laboratori rivolti ai bambini e ai ragazzi. Il progetto ?Ciel in città?, infatti, vuole, attraverso l?arte, favorire la coesione sociale e contrastare il disagio educativo e l?abbandono scolastico, promuovendo una serie di momenti di incontro, scambio, espressione di sé e delle proprie capacità?. ?Il lavoro compiuto dall?Istituzione Le Mura ? afferma il presidente della stessa, avvocato Alessandro Capitani ? sta emergendo in tutta la sua chiarezza. Così, dopo la riqualificazione del Cassero e l?ottenimento del finanziamento da parte della Regione Toscana per le gallerie del Maiano, oggi i grossetani potranno vedere cosa è stato progettato e realizzato alla Cavallerizza. Un?arena spettacoli che sarà gestita dall?Istituzione per offrire concerti di eventi culturali e manifestazioni aperte al pubblico. Un risultato straordinario che riempie di soddisfazione l?Istituzione Le Mura e con essa tutti i grossetani che torneranno a rivedere il baluardo finalmente recuperato?. VA AD ESMERALDA OLIVARI IL PREMIO DI LAUREA ANTICHI Si è svolta sabato 9 ottobre, presso la Fondazione Polo Universitario Grossetano la cerimonia di consegna del Premio di laurea Antichi alla vincitrice, Esmeralda Olivari. Esmeralda Olivari si è laureata in Diritto Commerciale, relatore il prof. Vittorio Santoro, con un lavoro sui contratti di interest rate swap, una categoria di contratto derivato la cui conclusione, non sempre avvenuta in maniera trasparente, ha prodotto negli ultimi anni un rilevante contenzioso. Il premio di laurea è stato istituito dall?avvocato Giovanni Niccolò Antichi, con la collaborazione della Fondazione Polo Universitario Grossetano, per valorizzare 124 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 Caldana ha reso omaggio al Sommo Poeta Successo per la rappresentazione effettuata a Caldana in onore del 700esimo anniversario dalla morte di Dante. Uno spettacolo itinerante ideato e diretto da Fabiana Cati proposto in una magica notte di mezz?estate che coinvolto una moltitudine di persone il lavoro dei giovani laureati del Dipartimento di Giurisprudenza dell?Università di Siena. Alla cerimonia erano presenti la presidente della Fondazione Polo Universitario Grossetano, Gabriella Papponi Morelli, l?avvocato Alessandro Antichi in rappresentanza dello Studio Legale Antichi, la prof.ssa Maura Mordini in rappresentanza del Dipartimento di Giurisprudenza dell?Università di Siena. NON HA VINCITORI LA PRIMA EDIZIONE DEL CONCORSO PER DIREZIONE D'ORCHESTRA La prima edizione del Concorso internazionale per direzione d'orchestra ?Sergey Kussewitzky? non ha un vincitore assoluto. La giuria internazionale presieduta dall?israeliano Lior Shambadal, dopo le esibizioni dei quattro finalisti sul palco del Teatro degli Industri nella giornata di venerdì 15 ottobre, ha ritenuto che nessuno di loro meritasse il primo premio. E così il verdetto espresso dai giurati ha assegnato il secondo premio (una borsa di studio di 2mila euro con targa e diploma) ex aequo al messicano Jorge Vazquez e al giapponese Daichi Deguchi, mentre il romeno Vlad Vizireanu si è piazzato terzo (una borsa di studio di mille euro con targa e diploma). Sempre a Deguchi è andato il premio speciale assegnato dall'Orchestra sinfonica ?Città di Grosseto? (una borsa di studio di 500 euro con diploma). La ?Sergey Kussewitzky? International Conducting Competition segue così già al debutto le orme del ?fratello maggiore? Premio internazionale pianistico ?Scriabin?, che per ben 11 occasioni in 23 edizioni ? compresa l'ultima ? non ha assegnato il massimo riconoscimento. Una prassi comunque piuttosto consolidata nei principali concorsi internazionali, a garanzia della qualità della rassegna e a tutela del livello dell'albo d'oro. ? Visioni che diventano sogni?. Uno di questi è diventano un viaggio, un percorso fisico e spirituale tra le cantine e viuzze del centro storico di Caldana, pensato per rendere omaggio al Poeta più grande di tutti i tempi. Uno spettacolo itinerante nato per suscitare e condividere passioni, emozioni e sentimenti, dettato naturalmente dall?Amore per la Poesia. Fabiana Cati ideatrice e regista della rappresentazione andata in scena in una bellissima serata agostana, ha attuato, grazie alla collaborazione degli altri associati del Mutuo Soccorso e di appassionati attori e comparse, un cammino ricco di suggestioni e di ?pericoli? per far rivivere il sogno dantesco. Caldana offre cantine sotterranee stupende, con soffitti a volta e intrecci di corridoi e stanze, scalinate e passaggi segreti, luoghi ideali per mettere in scena la Divina Commedia. Ed ecco che... Dante, accompagnato da Virgilio, attraversa i tre Regni: l?Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, tra giochi di luci e musiche. Inquietanti le visioni della Selva Oscura con le tre fiere, la discesa negli Inferi, Caronte, Minosse e Cerbero proiettati sulle pareti a sasso. Drammatiche e appassionate sono le parole nel vento di Francesca da Rimini, quelle di Ulisse tra le fiamme dell?Inferno e del Conte Ugolino, immerso insieme all?Arcivescovo Ruggieri nel ghiaccio del Cocito. Dopo la visione di Lucifero, i poeti arrivano alla spiaggia dell?Antipurgatorio e tra le luci delle stelle e dell?aurora proiettate nelle volte del soffitto, appare il politico romano Catone. Una scalinata invita i poeti verso una luce intensa, quindi un balletto di anime nelle note del Miserere accolgono i poeti e invitano Dante a ricordare la tragedia della Pia de? Tolomei. Nella ?cantina di mezzo? la Pia fa vedere ai due viandanti se stessa defunta distesa nel letto a baldacchino e gli chiede di essere ricordata quando egli fosse tornato nel regno dei vivi. Il viaggio continua e i due pellegrini incontrano il poeta Stazio, quindi gli angeli che cancellano i sette peccati capitali in Dante e poi la giovane Matelda, custode dell?Eden. La scomparsa di Virgilio lascia in esso un profondo turbamento e Beatrice, salvezza del Poeta, lo rimprovera per essersi smarrito. Ella lo lascerà infine ad una terza guida e tornerà nella candida rosa dei Beati. San Bernardo di Chiaravalle, sulle scalinata della magnifica Chiesa di San Biagio, tra Beati, angeli e Santi, interpretati dai bambini delle scuole di Caldana e non solo, dopo l?invocazione alla Vergine Maria lo accompagnerà poi alla visione di Dio. Musiche e luci concludono la rappresentazione, poi il buio, applausi incessanti e infine i saluti. Associazione di Mutuo Soccorso di Caldana. LE NEWS ? 125 LE NEWS L?arte di Daniele Salvestrini in mostra al Quadrivio È un?arte originale all?insegna dei capolavori d?artigianato artistico quella che Daniele Salvestrini esprime e che potrà essere ammirata fino al 7 novembre presso la Galleria d?Arte Il Quadrivio in viale Sonnino 100 a Grosseto, cornice della mostra ?Il Mastro Cordaio?, cartapesta e spago È stata inaugurata il 27 ottobre per proseguire fino al 7 novembre la mostra ?Il Mastro Cordaio?, cartapesta e spago di Daniele Salvestrini. L?esposizione è allestita presso la Galleria d?Arte Il Quadrivio in viale Sonnino 100 a Grosseto, dove potrà essere visitata con orario 16,30-19. Dalle note di presentazione: «Un filo, come quello di Arianna. Un filo tenace, continuo, che riesce a mantenere una forma, a non disperdersi, a non intricarsi. Nelle mani di Daniele Silvestrini c?è pazienza, precisione, chiarezza, c?è la voglia di essere un ?nuovo? creatore, di riplasmare, attraverso la fibra dello spago, oggetti comuni, quotidiani, oggetti che hanno bisogno di reinventarsi per conquistare ancora una volta il proprio spazio. Si parte da una ?traccia?, che Daniele realizza in cartapesta, uno stampo su cui 126 ? Maremma Magazine ?Novembre 2021 danzare con juta, cotone, canapa o lino egiziano, fino a ricoprirne tutti i contorni, fino ad esaltarne tutte le sinuosità attraverso una sapiente e ricercata scelta di spessori e tessuti. Un legame intenso quello che il maestro ?stringe? con la sua opera, una sorta di ?nodo concettuale? che trasforma que- sti ready-made apparentemente casuali in veri e propri capolavori d?artigianato artistico. Nascondere per disvelare, impacchettare per allenare la memoria, per destituire i nostri processi mentali e lasciar posto al desiderio di ridefinire rapporti, di ?fare? con le nostre mani qualcosa di unico, prezioso. Artigianato del riciclo, eco-design, Daniele Silvestrini qualità che parla italiano, di una tradizione antica, che trasmette saperi, che diventa cultura ogni qualvolta si scopre la bellezza, ogni qualvolta in cui un uomo riesce a superare se stesso con le proprie capacità». «Il bilancio di questa prima edizione ? dichiarano il direttore artistico Antonio Di Cristofano e il direttore organizzativo Massimo Merone ? è senza dubbio positivo, con ben 84 iscritti da 31 Paesi di tutto il mondo: un numero al di sopra di qualsiasi ottimistica previsione, soprattutto perché si tratta di una rassegna al debutto in un momento non facile a livello globale. Ci auguriamo che possa aver inaugurato una lunga tradizione come il Premio internazionale pianistico Scriabin e contribuire a valorizzare Grosseto». Il Concorso Kussewitzky ha vissuto la giornata finale sabato 16 ottobre al Teatro degli Industri con l'esibizione dei due secondi classificati in concerto con l'Orchestra sinfonica ?Città di Grosseto?: Daichi Deguchi ha diretto l'ensemble che ha eseguito la Sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551 ?Jupiter? di Mozart, mentre l'orchestra diretta da Jorge Vazquez ha eseguito la Sinfonia n. 7 in La maggiore opera 92 di Beethoven. Il Concorso internazionale per direzione d'orchestra ?Sergey Kussewitzky? è stato organizzato dall?Associazione musicale Scriabin con il Comune di Grosseto, in collaborazione con Fondazione Grosseto Cultura,Acquedotto del Fiora, Aurelia Antica Shopping Center e Fondazione CR Firenze. RICCARDO BREDA CONFERMATO AL VERTICE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DELLA MAREMMA E DEL TIRRENO Il 1° ottobre si è svolta a Livorno la prima riunione del nuovo Consiglio della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno. Il Consiglio appena insediato ha confermato per acclamazione il Presidente Riccardo Breda, che quindi guiderà la Camera di Commercio per i prossimi 5 anni. Il nuovo Consiglio avvia così la propria attività nell?ottica della continuità. La Camera di Commercio proseguirà il percorso intrapreso sui principali temi per lo sviluppo territoriale: le infrastrutture, la digitalizzazione, l?economia circolare, lo sviluppo turistico.Al centro dell?azione dell?Ente saranno il supporto alle imprese ed alla loro competitività, l?affiancamento alle imprese nel risanamento aziendale, la semplificazione, la centralità del ruolo camerale nella governance interistituzionale. Riccardo Breda ?Questo momento ? ha esordito il presidente Riccardo Breda nel suo discorso di insediamento ? è forse più emozionante per me di quello vissuto cinque anni fa perché questa conferma arriva dopo l?impegno ed il lavoro svolto nel corso del mandato. Ci aspettano ancora molte sfide, perché le partite fondamentali che abbiamo combattuto in questi anni sono ancora aperte e devono vedere la conclusione. Proseguiamo quindi sulla strada intrapresa con, se possibile, ancora più convinzione: i risultati del passato ci hanno dimostrato che l?unione territoriale, l?azione comune e la coesione delle forze economiche e dei lavoratori, dimostrate dal precedente Consiglio e dalla Giunta, sono strumenti determinanti per incidere sullo sviluppo di Livorno e Grosseto. Questo ci ha permesso anche di reagire davanti ad eventi tragici e imprevedibili come la pandemia, o l?alluvione di Livorno. Oggi si afferma la volontà di proseguire in continuità con quanto abbiamo fatto negli ultimi cinque anni, pur nella consapevolezza che le questioni da affrontare nel futuro saranno ancora più complesse e richiederanno ancora più impegno di quanto fatto finora?. All?evento di insediamento hanno preso parte autorità nazionali e locali. Tra queste il presidente di Unioncamere Andrea Prete. ?Intanto voglio fare i complimenti all?amico Riccardo Breda per la meritata riconferma ? è stato il suo intervento durante la seduta del consiglio ?. Le Camere di commercio possono divenire il punto unico di accesso alla pubblica amministrazione per le imprese, come dimostra l?ampio utilizzo degli strumenti digitali realizzati dal sistema camerale, a partire dallo Sportello unico per attività produttive?. Insieme a lui, presenti il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, il presidente di Unioncamere Toscana Massimo Guasconi, l?assessore alle attività produttive della Regione Toscana Leonardo Marras, l?assessore al commercio e turismo del Comune di Livorno Rocco Garufo, il segretario generale dell?Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale Matteo Paroli. La composizione del Consiglio camerale. Il nuovo Consiglio, nominato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 199 del 2 settembre scorso, è composto da 19 consiglieri, rappresentanti delle forze economiche espressione del territorio, scelti dalle organizzazioni imprenditoriali che si sono candidate a partecipare al procedimento di costituzione e che hanno dimostrato la consistenza della loro rappresentatività. Dei 19 membri complessivi, tre rappresentano poi altrettante componenti significative del territorio: i consumatori; le organizzazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori e il mondo dei liberi professionisti. Il Consiglio è composto da Enrico Rabazzi (settore Agricoltura); Pietro Greco (settore Agricoltura); Andrea Fratoni (settore Industria); Giovanni Laviosa (settore Industria); Riccardo Breda (settore Artigianato); Maurizio Serini (settore Artigianato); Francesca Marcucci (settore Commercio); Giovanni Caso (settore Commercio); Sergio Andreucci (settore Commercio); Fabrizio Banchi (settore Cooperative); Fabio Busdraghi (settore Turismo); Matteo Valori (settore Turismo); Francesca Scali (settore Trasporti e spedizioni); Carmelo Campagna (settore Credito e assicurazioni); Marcello Bargellini (settore Servizi alle imprese); Umberto Paoletti (settore Servizi alle imprese); Katiuscia Biliotti (organizzazioni sindacali dei lavoratori); Benedetto Tuci (associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti); Mirko Cinelli (liberi professionisti). Intanto, nella nella riunione del 18 ottobre, il nuovo Consiglio della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha eletto la Giunta che affiancherà il presidente Riccardo Breda per i prossimi 5 anni. Con la definizione della Giunta si completa il percorso di rinnovo degli organi e l?Ente può entrare nella fase di piena attività. La Giunta, oltre al presidente Riccardo Breda, è composta da Giovanni Laviosa (settore Industria); Francesca Marcucci (settore Commercio); Enrico Rabazzi (settore Agricoltura); Maurizio Serini (settore Artigianato); Matteo Valori (settore Turismo). ?L?elezione di oggi ? è il commento del presidente Riccardo Breda - ha confermato la grande sintonia tra i vari settori economici e della società civile che compongono il Consiglio. Da oggi la Camera di Commercio ha la sua Giunta, la squadra giusta per lavorare, nel solco della continuità, allo sviluppo dei territori di Grosseto e Livorno?. Nella foto i componenti della nuova Giunta della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale Aut. n° CN-NE/03124/10.2021 Periodico ROC DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. MODALITÀ DI PAGAMENTO: Gli importi indicati potranno essere versati: ? tramite assegno non trasferibile intestato a CS Edizioni srl, da inviare a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante bollettino postale sul conto corrente n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? mediante carta di credito. SUGGERIMENTI Le informazioni inserite in questo numero sono state raccolte in anticipo rispetto alla programmazione definitiva degli eventi. Suggeriamo pertanto ai lettori di verificare sempre, telefonicamente, se non siano intervenuti cambiamenti nelle date, negli orari. La redazione di Maremma Magazine non assume alcuna responsabilità per quanto riguarda l?effettiva attuazione delle iniziative elencate nelle pagine precedenti, né per eventuali cambiamenti di programma. PER CONTATTI Gli enti, le associazioni, le pro loco, i privati che volessero inviarci i calendari delle varie manifestazioni possono farlo: ? per fax al numero 0564 1979133; ? per posta ordinaria all?indirizzo Maremma Magazine c/o CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto; ? per e-mail sulla casella: redazione@maremma-magazine.it oppure maremma.magazine@virgilio.it N.B. I programmi degli eventi devono tassativamente pervenire in redazione entro il 20 del mese precedente a quello nel quale andranno a svolgersi. Eventuali collaborazioni sono libere e gratuite. © 2021 COPYRIGHT CS EDIZIONI SRL Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l?autorizzazione scritta dell?Editore. Questo periodico è associato all?USPI Unione Stampa Periodica Italiana e all?A.N.E.S. Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata