MAREMMA Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XIX ? NUMERO 7 ? SETTEMBRE 2021 ? ? 3,50 Inoltre... Capalbio, in corso la mostra dedicata a Niki de Saint Phalle e al suo Giardino dei Tarocchi Caldana e il sogno di gloria di Marcello Austini Torna La Città Visibile con la Notte della Cultura sulle mura ?Leoni, Sirene e Sfingi? in mostra a Pitigliano e non solo Sulle tracce dei Cavalieri templari nelle terre di Maremma Metti un week end con la Fiera del Madonnino ed il Game Fair LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI MAREMMA MAGAZINE IN VENDITA ANCHE PRESSO LA LIBRERIA MONDADORI A GROSSETO Felice di contribuire alla diffusione di questa rivista così preziosa per il nostro territorio: ricca di articoli interessanti e belle foto. Alla libreria Mondadori la teniamo sul banco cassa. Una tentazione irresistibile. Come non portarsela a casa? :) Grazie, cordiali saluti Federica Falconi Mondadori Bookstore Grosseto C.so Carducci n. 9 - 58100 Grosseto GR MAREMMA MAGAZINE, UN CINESCOPIO DI COLORI? Caro Celestino, la Tua e Nostra rivista è davvero un cinescopio di colori, di tenue brezze, di fresche acque, di scorci vibranti di luce; il tutto insaporito dalla presenza di COLUI che ha fatto grande la nostra terra e che a noi, suoi figli, ha dato la opportunità e il dovere di farla conoscere e gustare agli amanti del BELLO. Un forte abbraccio e anche TU gettati in quel mare trasparente color verde smeraldo, come un nuovo Battesimo dell?Anima. Adriano Agostini UN BELLA RIVISTA? Caro, stimato, Direttore Celestino, il cui nome È, per Tua e nostra Fortuna, molto vicino ai Cieli, mi piacciono davvero molto la Tua Fede (>Fiducia) e la Tua Speranza che sono analoghe alle mie...: infatti sono quelle Virtù Teologali che contribuiscono a ?far andar Bene? la Vita, compresa la Tua Bella Rivista, intitolata e dedicata alla Nostra Incantata Terra di Maremma, Unica fra le poche al Mondo, e lo affermiamo senza alcuna supponenza né presunzione, ma solo per Amore della Verità oggettiva... :-) Ti ringrazio molto; cerco, come Te, di aver Fede e di lavorare e di adoperarmi per tutto questo, con Amore ed entusiasmo, senza aspettarmi Niente in cambio... Confido che sicuramente qualcosa uscirà, accadrà, dipende anche da ciascuno di Noi... Non sappiamo quando, ma sicuramente qualcosa uscirà, per Noi e per il Mondo intero (>globale, puah!...). Grazie, Coraggioso Capace e Bravo Amico Editore... ?Homo sum, nihil humani mihi alienum est?... (NON ricordo più chi l?ha detto/scritto, ma sicuramente si tratta di una Persona che aveva compreso molte cose...). Un cordiale abbraccio, buon lavoro. Maria Giovanna Mussio Tua ?saltuaria? collaboratrice, felice e onorata di esserlo... LA VIE DEI MEDICI Egregio Direttore, in questo periodo di vacanza a Pitigliano ho avuto modo di apprezzare la Vostra Rivista. Le segnalo il Progetto/Rete Le Vie dei Medici - Museo Diffuso En Plein AIR finalizzato alla scoperta e alla valorizzazione di Itinerari Medicei. Una sintesi di 10 Itinerari Medicei tematici è pubblicata a cura di Patrizia Vezzosi nel 2017 da Toscana Promozione Turistica in Italiano e Inglese, cartaceo e on line sul sito VISIT TUSCANY (Vd. in particolare l?Itinerario N. 10 Itinerario Mediceo a Pitigliano, Sorano, Sovana). Recentemente 10 Itinerari Medicei geografici sono stati delineati nella pubblicazione (a cura di) Patrizia Vezzosi ?Grand Tour Mediceo - Dalla Prossimità all?Eu- ropa? pubblicata dal Consiglio Regionale della Toscana 2021. L?itinerario N.10 è relativo a Maremma e Arcipelago. Questa rete di 10 Itinerari Medicei in Toscana e Romagna Toscana è stata presentata in varie occasioni, in particolare, in 10 Dirette Facebook (una per itinerario) condotte dal giornalista Carlo Sestini. In vista degli sviluppi internazionali del Progetto/Rete confido nel Suo interessamento nel dare visibilità al Progetto attraverso la Vostra Rivista. I migliori saluti Patrizia Vezzosi Responsabile Le Vie dei Medici Per adesso pubblichiamo la mail ricevuta. Un servizio sul tema uscirà in uno dei prossimi numeri. La Redazione UN LIBRO SULLA DIPENDENZA AFFETTIVA Buongiorno, ho scritto un libro che è possibile preordinare. Il testo si intitola L?amore è Altro e parla di dipendenza affettiva mostrando tutti gli aspetti di un rapporto tossico vissuti in prima persona. Vuole essere di aiuto ed ispirazione a tutte quelle persone (in particolare le donne) che vivono lo stesso rapporto malsano. Potrebbe ottenere uno spazio all?interno dei vostri articoli? Grazie mille. Resto in attesa di un riscontro, Buona giornata. Ylenia Francini Il tema è molto attuale, per cui ne parliamo proprio in questo numero a pag. 97. La Redazione Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma­magazine.it Compa­ tibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 14 24 54 69 SOMMARIO VIVI 14............Torna La Città Visibile con la Notte della Cultura sulle mura 20............Metti un week end a settembre, al CentroFiere, con la Fiera del Madonnino ed il Game Fair 24............Capalbio, successo per la mostra dedicata a Niki de Saint Phalle e al suo Giardino dei Tarocchi 29............?Leoni, Sirene e Sfingi. Animali fantastici etruschi e dove trovarli?, mostra evento a Pitigliano e non solo 33............Massa Marittima, torna? no le ?Giornate in onore di Gio? vannangelo Camporeale? 36............L?Eracle callinico, l?O? reopiteco, la Stele di Vado all?A? rancio: le tre perle del Museo archeologico di Massa Marittima 40............Caldana e il sogno di gloria di Marcello Austini 46............Ombrone: il fiume ma? remmano. Viaggio attraverso la storia e la natura di un simbolo del nostro territorio 50............Pereta, un piccolo bor? go di Maremma dove il tempo sembra essersi fermato 54............Un tour in bici alla sco? perta del Parco della Maremma 60............Attilio Tocchi, idee e progetti per far decollare l?agri? coltura maremmana e far cre? scere il territorio 65............Maremma regina delle Spighe Verdi di Confagricoltura 69............Francesco Mazzei con? fermato alla guida del Consorzio Tutela Vini della Maremma To? scana 72............Raffaella Carrà e quel? l?amore sconfinato verso l?Ar? gentario e la sua gente 76............È nata Banca Tema ? Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma ? Credito Coopera? tivo L?arte di Ospitare | L?accoglien? za in Maremma 80.............Riccardo Peccianti, com? petenza e professionalità al ser? vizio delle strutture ricettive In copertina, un tramonto sulla costa maremmana in quel di Marina di Grosseto Foto © Giacomo Guidoni SOMMARIO ? 9 88 maremmane SCOPRI C?è da vedere 84............Viaggio alla scoperta dei luoghi di fede e di arte nella Diocesi di Grosseto Briciole di Storia 88............Sulle tracce dei templa? ri nelle terre di Maremma Personaggi 92............Ferdinando Innocenti, ovvero l?inventore dei famosissi? mi tubi e della mitica Lambretta L?angolo del libro 96............?Il mio calcio nei detta? gli?, il libro di mister Renaioli Lo scaffale 97............?L?amore è Altro?, il libro sulla dipendenza affettiva di Ylenia Francini 98............Roberto Nicorelli rac? conta il legame tra ?Camilleri e Santa Fiora? 108 Aziende al Top 100.........Frantoio Franci, fiocca? no le novità e le innovazioni per crescere sulla strada della quali? tà e dell?eccellenza GUSTA Vino e dintorni 104.........Morellino Gravel, in bici tra i vigneti e borghi della Ma? remma WINE NEWS 106.........La realtà aumentata di Banfi 107.........A Spazio Conad di Gros? seto il Sushi diventa Maremma? no 107..........I vini di Capalbio in vetri? na nella Rocca Aldobrandesca Di vino in cibo 108.........La Maremma ed il Mo? rellino, la scommessa vincente della famiglia Terenzi Il vino del mese 10 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 118 112............Fattoria Mantellassi, gran? di vini che piacciono anche su scala internazionale A Tavola 114.........Ristorante Callistemo, i sapori della tradizione di Ma? remma La ricetta 118.........La Pappa al pomodoro, bontà in tavola che mette d?ac? cordo tutti! LE NEWS 120.........Il vescovo Giovanni Roncari ha preso possesso della diocesi di Grosseto 121.........Ultimi appuntamenti con ?Le Voci della Storia 2021?, un viaggio nella storia e nel tea? tro a cura di Massimo Cardosa e Teatro Studio Grosseto 121.........Percorso ciclopedonale in memoria di Pietro Magagnini 122.........L?auditorium di Pitiglia? 121 no intitolato a Valerio Bucciotti 122.........Cambio al vertice della Confcommercio di Grosseto: Carla Palmieri lascia il testimone a Giulio Gennari 124.........?Ho tutto il tempo che vuoi?, il corto di Francesco Fala? schi è il miglior cortometraggio per il pubblico del Pop Corn Festival 124.........Poste Italiane: a Sorano l?annullo Filatelico e la cartolina dedicati ai piccoli comuni 125.........Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, presentato il bilancio di manda? to 2016?2021 125.........In corso le immatricola? zioni all?Università di Siena 126.........Online il nuovo sito del Parco delle Colline Metallifere 127.........A Salaiola la terza edi? zione del Safari Fotografico: ecco gli scatti vincitori L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Grosseto ?Capitale italiana della cultura? 2024? Speriamo di sì! F ar crescere un territorio attraverso la cultura? Si può! Anzi, verrebbe quasi da dire, si deve! Così, stante questa premessa, non può che essere accolta positivamente la notizia della candidatura della città di Grosseto a ?Capitale italiana della cultura? per l?anno 2024. Trattasi in effetti di un?occasione unica, quasi storica, per uscire dal guscio di un provincialismo chiuso in sé stesso ed allargare per contro gli orizzonti, facendo leva sulle nostre specificità, da valorizzare e mettere a sistema attraverso un progetto articolato, di cui potremo beneficiare tutti, paradossalmente, anche a prescindere dall?esito conclusivo della stessa candidatura che sarà reso noto solo più avanti. L?intento dell?iniziativa «Capitale italiana della cultura» è infatti ?quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare ? si legge nel bando emesso ogni anno dal Ministero della cultura ? la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l?integrazione, la creatività, l?innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo?. Tantissimi gli obiettivi specifici che l?iniziativa si propone. Basta scorrerli per rendersi conto della portata che una simile candidatura può avere sui singoli territori che decidono di mettersi alla prova e partecipare: il miglioramento dell?offerta culturale, la crescita dell?inclusione sociale e il superamento del cultural divide; il rafforzamento degli attrattori culturali per lo sviluppo di flussi turistici, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze; l?utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni e del miglioramento dell?accessibilità; la promozione dell?innovazione e dell?imprenditorialità nei settori culturali e creativi; tanto per citarne alcuni. Nel frattempo, entro la data prevista del 20 luglio il Comune di Grosseto ha presentato la propria manifestazione di interesse alla partecipazione al bando, primo step di un percorso articolato che si concluderà a metà marzo con il conferimento del titolo di «Capitale italiana della cultura» per l?anno 2024 al Comune o alla Città metropolitana o all?Unione di Comuni ritenuto/a più idoneo/a da parte del Consiglio dei Ministri. In tale manifestazione d?interesse il Comune di Grosseto ha messo nero su bianco obiettivi e linee guida di massima. ?L?intento della candidatura ? sottolineano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesindaco, nonché assessore alla Cultura e al Turismo Luca Agresti ? è quello di costruire un progetto di valorizzazione complessiva dell?identità culturale di Grosseto e del suo territorio, che, partendo dalla filiera distintiva Cultura-Ambiente-Salute-Benessere, consenta al territorio di affrontare le sfide che attendono i sistemi locali in termini di sviluppo economico, attrattività e inclusione sociale. Attraverso la candidatura, Grosseto e il suo vasto territorio intendono avviare iniziative e progetti integrati, di rilievo nazionale e internazionale, in grado di valorizzare le seguenti specificità: un ambiente unico e incontaminato, dal quale sviluppare progetti sulla biodiversità e sul binomio Cultura e Salute; un tessuto imprenditoriale attivo nella filiera ambiente-agricoltura-benessere e propenso all?innovazione e allo sviluppo delle nuove tecnologie; un posizionamento di eccellenza nel settore del turismo e dell?accoglienza, grazie alla compresenza di ambienti di costa e montagna, dove sviluppare un turismo di qualità basato su un?ampia offerta culturale, ambientale e storica?. Fin qui i propositi, i titoli generali. Ora si entra nel vivo e alla manifestazione d?interesse dovrà far seguito, entro il 19 ottobre, la presentazione del dossier di candidatura contenente il progetto culturale vero e proprio con la descrizione degli assi strategici, il cronoprogramma delle attività previste, il budget, il quadro degli investimenti per il triennio 2023-2025, la governance della candidatura, ecc. ?Il Dossier di candidatura ? aggiungono sindaco e vicesindaco ? si articolerà in un programma di eventi e iniziative per il 2024 ma soprattutto in una serie di ?cantieri? di lavoro di tipo strategico, che saranno in ogni caso implementati, a prescindere dall?esito della competizione. Attraverso il Dossier di candidatura, Grosseto vuole anche essere un modello pilota a livello territoriale per intercettare le opportunità del Recovery Plan, che destina importanti risorse al settore della cultura nelle sue connessioni con la sostenibilità, l?ambiente e la trasformazione digitale?. Insomma, come si vede, siamo nella fase cruciale, quella nella quale occorrerà spremere le meningi per dare corpo e sostanza al dossier di candidatura e tirare fuori idee e progetti tangibili e con una loro valenza e strategicità. L?auspicio è che questo dossier ? e più in generale il progetto complessivo ? possa risultare vincente. Se lo sarà i benefici saranno notevoli, sotto molteplici punti di vista. Ma se non verrà premiato non sarà il caso di disperarsi, perché l?operazione sarà comunque servita ad aggregare le forze, a ragionare sulle idee e sul futuro ed a costruire un progetto da portare avanti a prescindere. E dunque potrà sicuramente considerarsi utile. In altri termini, siamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui si può dire: comunque vada sarà un successo! EDITORIALE ? 13 PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA VIVI EVENTI Torna La Città Visibile con la Notte della Cultura sulle mura Count down iniziato per il tradizionale appuntamento con La Città Visibile, manifestazione d?arte e animazione culturale urbana, alla sua dodicesima edizione, in programma a Grosseto quest?anno dal 18 al 26 settembre. Tantissime le iniziative culturali sul filo conduttore ?Il lavoro culturale; il mito della provincia a 50 anni dalla morte di Luciano Bianciardi? DI MAURO PAPA* Nella foto qui e nelle pagine che seguono alcuni momenti dell?edizione 2020 14 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE N el 2021 La Città Visibile, manifestazione d?arte e animazione culturale urbana, giunge alla sua dodicesima edizione. Dal 18 al 26 settembre il centro storico di Grosseto sarà animato da decine di iniziative culturali dedicate al tema ?Il lavoro culturale; il mito della provincia a 50 anni dalla morte di Luciano Bianciardi?. Cosa rimane, dopo mezzo secolo, del mito della provincia come serbatoio di nuove e spontanee forze di rinnovamento? La provincia può ancora accogliere e produrre fenomeni culturali in grado di creare identità e coesione sociale? La Città Visibile tenta di rispondere a queste domande registrando, come ogni anno, la ?temperatura culturale? di Grosseto attraverso diversi termometri: la Notte Visibile della Cultura, la Notte dei Ricercatori locali e due mostre dedicate, per la prima volta in città, all?artigianato artistico (Polo Le Clarisse, 1826 settembre; Sala Eden 25 settembre). Di queste due mostre, la mostra Galleria dell?Artigianato / Splendide tra- me, organizzata da Artex Toscana in Clarisse, presenta una selezione di oggetti di grande eccellenza dell?artigianato artistico toscano (che dialogheranno con i capolavori del museo Luzzetti) e avrà anche uno spazio dedicato agli artigiani maremmani. Inoltre, nella manifestazione sarà ancora una volta compreso l?Hexagon Film Festival (Corti in vetrina) e altre iniziative importanti come il videomapping sulla facciata della Chiesa dei Bigi (venerdì 24 settembre) e la presentazione sulle mura del progetto di parco d?arte ludico per bambini Ciel?In Città (mercoledì 22 settembre). Il nucleo principale della manifestazione, come sempre, sarà rappresentato dalla Notte Visibile della Cultura, che nel 2021 (nona edizione) si terrà sabato 25 settembre, per il secondo anno consecutivo, sul circuito delle mura cittadine. Dopo il grande successo della scorsa edizione, che ha portato sulle mura più di tremila visitatori in poche ore, si è deciso di replicare la formula che permetterà di assistere in perfetta sicurezza alle decine di iniziative culturali previste sui camminamenti, nei bastioni, nelle troniere e nelle piazze basse del monumento più importante di Grosseto. Il percorso, come nel 2020, prevede una passeggiata continua che troverà delle soste solo in piccole ?aree spettacolo? dove, se ci sarà posto, le persone potranno fermarsi e assistere alle varie performance. Inoltre, nella Sala Eden è prevista una mostra sull?artigianato artistico locale. Nelle pagine che seguono la mappa dell?evento sulle Mura. Infine, da ricordare che durante la Notte della cultura l?ingresso ai musei civici sarà gratuito e sarà quindi possibile visitare liberamente mostre importanti come ?Terra di mezzo, i Longobardi e la nascita della Toscana?, allestita nel Museo Archeologico e d?Arte della Maremma. PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI 16 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Il nucleo principale della manifestazione, come sempre, sarà rappresentato dalla Notte Visibile della Cultura, che nel 2021 (nona edizione) si terrà sabato 25 settembre, per il secondo anno consecutivo, sul circuito delle mura cittadine La grande novità di questa edizione è l?attenzione dedicata all?artigianato artistico. Per la prima volta, la manifestazione ?Città Visibile? rende visibile anche questo settore creativo di strategica importanza per il mondo della cultura, dell?economia e del turismo. Promossa da Artex con la collaborazione di CNA e Confartigianato, la grande mostra ?Galleria dell?Artigianato, splendide trame? presenta in Clarisse una selezione di oggetti di eccellenza dell?artigianato artistico toscano. Un indimenticabile viaggio tra produzioni di tipo tradizionale, con riproposizione di stilemi classici e produzioni ?artistiche? in cui vengono elaborati personali linguaggi espressivi ed artistici: un viaggio ideale che si concluderà con uno spazio dedicato ad alcuni artigiani di eccellenza del territorio di Grosseto e della Maremma. Inoltre, durante la Notte della Cultura sarà allestita in Sala Eden una Mostra Mercato: le sei aziende presenti nella Mostra Mercato sono state selezionate tramite un bando pubblico e sono: Cartesio Gioielli (Cartella Gabriella Anna Maria); Ceneghin Marco; I monili di Mu (Cesa Massimiliano); Legno d?Olivo (Lucentini Lorenzo); Q Art Capalbio (Ferrari Stefano); Tommaltese Bags (Torrisi Alberto). *Direttore Polo Culturale Clarisse Arte ?La Città Visibile 2021?, il programma degli eventi Sabato 18 settembre ore 18.00, Polo Le Clarisse: inaugu­ razione della manifestazione e della mostra Galleria dell?Artigianato a cura di Artex Toscana ore 21.00, Teatro degli Industri: cerimonia di premiazione Hexagon Film Festival Mercoledì 22 settembre ore 18.00, Bastione del Cassero: presentazione del progetto Ciel?IN Città Giovedì 23 settembre ore 18.00, Piazza Indipendenza: pre­ sentazione del libro Il Monumento ai caduti di Istia d?Ombrone. Inter­ verranno: Andrea Guidoni presiden­ te della Proloco di Istia d?Ombrone, 18 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 le autrici Tamara Gigli e Simona Poz­ zi, Stefano Innocenti della Casa Edi­ trice Innocenti. Venerdì 24 settembre dalle ore 17.00, Fondazione Polo Universitario Grossetano: Bright 2021, la Notte europea delle ricer­ catrici e dei ricercatori ore 21.00, Piazza Baccarini: Video? mapping Simulacra sulla facciata della Chiesa dei Bigi. A cura di Q2 Visual e Galleria La Linea di Montal­ cino Sabato 25 settembre ore 17.30, Bastione della Rimem­ branza, Mura Medicee: inaugurazio­ ne della Notte Visibile della Cultura Domenica 26 settembre ore 18.00, Polo Le Clarisse: finissage della manifestazione Tutte le iniziative sono ad ingresso gratuito VIVI EVENTI Metti un week end a settembre, al CentroFiere, con la Fiera del Madonnino ed il Game Fair Tutto pronto per la novità di quest?anno rappresentata dall?accorpamento dei due più importanti appuntamenti fieristici di GrossetoFiere, ovvero la Fiera del Madonnino e Game Fair, di scena entrambi dal 10 al 12 settembre nella consueta cornice del CentroFiere in loc. Madonnino a Braccagni (Grosseto) Nella foto qui e nelle pagine che seguono alcuni momenti di precedenti edizioni della Fiera del Madonnino e del Game Fair 20 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 L e attività di Grossetofiere si sono arrestate solo sulla carta e la Spa grossetana è ormai prossima a mettere in pista il grande progetto fieristico in programma per la seconda settimana di settembre, dal 10 al 12 settembre, grazie ad una situazione contingente che ha consentito e sta consentendo la ripresa delle manifestazioni fieristiche. L?idea è quella di dar vita ad un grande evento all?aria aperta legato alla ruralità, affiancando le due manifestazioni principali del palinsesto di Grossetofiere, Fiera del Madonnino e Game Fair. La Fiera del Madonnino giunta alla sua 42° edizione, dedicata al settore agricolo ed il Game Fair che promuove il mondo venatorio e gli sport che si praticano all?aria aperta hanno molteplici punti in comune ed il Centro Fiere per la sua particolare localizzazione ha ampi spazi liberi ideali per organizzare in sicurezza le due fiere in contemporanea. ?Fiera del Madonnino e Game Fair, si completano a vicenda ed insieme ? fanno sapere dal CentroFiere ? produrranno sicuri benefici, sia per gli espositori che vedranno aumentare il numero dei visitatori, sia per il pubblico che potrà usufruire di due eventi fieristici in contemporanea. Generalmente chi pratica l?agricoltura ama la vita all?aria aperta ed è proprio su queste affinità che Grossetofiere svilupperà un progetto di sicuro successo?. La Fiera del Madonnino ed il Game Fair hanno tratto i propri successi dal concetto di Fiera/Evento, dove il visitatore viene attratto dai prodotti proposti all?interno della manifestazione e simul- taneamente trascorre ore piacevoli, pratica attività, degusta prodotti enogastronomici, acquista, incontra colleghi, amici e spazia tra una moltitudine di offerte ed occasioni che può intercettare contemporaneamente nell?arco di una sola giornata al di fuori degli ambienti convenzionali. ?Le due manifestazioni ? prosegue la nota ? occuperanno aree ben distinte ed il visitatore una volta entrato nell?area fieristica, potrà spostarsi liberamente tra le due fiere. Il Game Fair è il più grande evento dedicato alle attività outdoor italiano, giunto al suo 30° appuntamento, presenterà un palinsesto ricco, con l?inserimento di nuovi settori, tutto rivolto a valorizzare le discipline all?aria aperta, a promuovere uno stile di vita sano e immerso nella natura, PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? L?idea è quella di dar vita ad un grande evento all?aria aperta legato alla ruralità, affiancando le due manifestazioni principali del palinsesto di Grossetofiere, Fiera del Madonnino e Game Fair offrendo alle miglia di appassionati tre giorni fra tradizione venatoria, tiro sportivo, equitazione e cinofilia. La fiera del Madonnino sarà una preview dell?edizione 2022, quando riprenderà la sua abituale calendarizzazione, da oltre quarant?anni è conosciuta come la fiera del 25 aprile, è difficile immaginarla lontana da quella data, tuttavia settembre è un mese buono per l?agricoltura, sono iniziate le vendemmie, ci avviciniamo al periodo di raccolta delle olive e non sono ancora iniziate le semine, le vendite dei trattori e dei macchinari agricoli nel 2020 hanno evidenziato un?accelerata che ha fatto recuperare parte delle perdite registrate causate dalla pandemia, negli ultimi mesi dell?anno che dimostra la buona propensione a fare acquisti in questo periodo?. ?Oggi più che mai ? commenta il presidente di Grossetofiere Andrea Masini ? sentiamo il bisogno della vita all?aria aperta e noi organizzeremo un evento di grande spessore che va ad esaltare questo comportamento. Dopo un anno e mezzo di inattività che ci ha visto impegnati a trovare soluzioni per mantenere salda finanziariamente la società, abbiamo una gran voglia di ricominciare e lo faremo in piena sicurezza e come nostra consuetudine in grande stile?. ?Il periodo di inattività non ha permesso alle aziende di promuovere i pro- pri prodotti attraverso le fiere che sono uno tra i più efficaci e diretti strumenti di mercato ? conclude il direttore di Grossetofiere Carlo Pacini ? ed è proprio dalle loro volontà e sollecitazioni che è nata la nostra idea progettuale. Nell?ultimo anno e mezzo sono state annullate tutte le fiere non solo italiane ed alcune importanti aziende vedono nel nostro Centro Fiere, il luogo ideale per poter ritornare a sviluppare i propri progetti di marketing fieristico?. Settembre rappresenta un traguardo, una sorta di ritorno alla normalità ? ma anche un punto di partenza verso nuove sfide future ?, che Grossetofiere vuole festeggiare con le sue due grandi fiere. Tantissime le iniziative anche per i bambini I l Comune di Grosseto e Grosseto­ fiere sono i promotori di un?impor­ tante iniziativa che si terrà in occa­ sione della grande kermesse Fiera del Madonnino e Game Fair che si svolge­ rà, nei giorni 10, 11, 12 settembre nel Centro Fiere grossetano. Nell?area verde del Centro Fiere, uno spazio completamente green dedicato alla sosta e allo svago, in posizione adiacente al ring eventi, dove per l?occasione si svolgeranno tutti gli spettacoli del Game Fair, si concentreranno una serie di attrazioni rivolte al mondo dei bambini. La grande fattoria didattica, ricca di curiosi e simpatici animali da cortile con i loro cuccioli e pulcini, per arriva­ re ai grandi bovini che caratterizzano il 22 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 paesaggio maremmano, occuperà la gran parte dell?area verde. Sotto la guida attenta del personale della fiera sarà possibile avvicinarli e toccarli per scoprire o ritrovare senza­ zioni ormai perdute nel tempo. Grazie alla collaborazione con l?As­ sociazione Regionale Allevatori Tosca­ na, tutti gli animali presenti saranno iscritti al libro genealogico, a dimostra­ zione dell?importanza che riveste que­ sta iniziativa nell?ambito della fiera. In questa area oltre alla fattoria didattica, saranno numerose le attività interamente dedicate ai bambini che potranno avvicinarsi al mondo rurale con giochi a premi, divertimenti. Colora e disegna gli ortaggi sarà il tema conduttore: tutte le opere saran­ no esposte intorno agli specchi d?ac­ qua presenti nell?area fieristica per tutta la durata della manifestazione. Un cesto con i prodotti della filiera corta sarà o?erto ad un fortunato vin­ citore estratto a sorte. La parte didattica sarà completata dai laboratori a cui potranno parteci­ pare i bambini stessi, dove verranno dimostrate le elementari tecniche di lavorazione del formaggio e del miele. A completare il palinsesto dell?area Kids già ricco di eventi, alcune compa­ gnie teatrali locali, attireranno l?atten­ zione dei bambini, con racconti e gio­ chi sempre ispirati alle attività rurali per avvicnarli ad un mondo ormai distante dalla vita quotidiana ed in molti casi perduto. VIVI EVENTI Capalbio, successo per la mostra dedicata a Niki de Saint Phalle e al suo Giardino dei Tarocchi ?Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle? è il titolo della mostra allestita dal 9 luglio scorso (fino al 3 novembre) a Capalbio in due splendide location: Palazzo Collacchioni e Galleria d?arte Il Frantoio. L?intento è quello di rendere omaggio all?artista che con la sua famosissima opera ha legato per sempre il proprio nome a quello della Piccola Atene Nella foto un allestimento della mostra con sullo sfondo Niki de Saint Phalle @The Norman Parkinson Archive / Iconic Images 2020 24 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Gli Amanti © Dimitri Angelini, 2021, Il Giardino dei Tarocchi L?oracolo © Dimitri Angelini, 2021, Il Giardino dei Tarocchi I l Comune di Capalbio dal 9 luglio scorso sta rendendo omaggio all?opera di Niki de Saint Phalle, centrata sul suo rapporto artistico con l?Italia, con una grande mostra curata da Lucia Pesapane dal titolo ?Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle?. Grazie alle testimonianze di amici e collaboratori, che con l?artista hanno dato vita al Giardino dei Tarocchi, l?esposizione racconta l?attualità del messaggio femminista, ambientalista, avanguardista e impegnato che ci ha lasciato in dono. In mostra più di 100 opere, tra sculture, disegni, video, fotografie comprese tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, alcune delle quali inedite e mai presentate al pubblico. La generosità dei collezionisti con la collaborazione della Fondazione Il Giardino dei Tarocchi, The Niki Charitable Art Foundation e Fondazione Capalbio hanno finalmente reso possibile questo importante progetto che si svolge in contemporanea alla grande retrospettiva dedicata a Niki de Saint Phalle organizzata a New York al MoMa PS1. L?allestimento e la scenografia L?esposizione, con l?allestimento a cura di Viviana Panaccia, è una mostra diffusa sul territorio del Comune di Capalbio. Muovendosi da due luoghi nel borgo antico, Palazzo Collacchioni e la Galleria Il Frantoio, si giunge al Giardino dei Tarocchi, la sua opera più significativa. Il progetto allestitivo richiama l?universo rotondo, morbido e colorato dell?artista e si ispira a un concetto a lei molto caro: ?Mi piace ciò che è rotondo. Mi piace ciò che è rotondo, curve, l?ondulazione, il mondo è rotondo, il mondo è un seno. Non mi piace l?angolo retto?? Sono state appositamente ideate particolari strutture in legno dalle forme morbide e sinuose, modellate con una macchina laser e dipinte con i colori preferiti dell?artista, che ospitano le oltre 100 opere, lungo un denso percorso arricchito da maquettes, foto, disegni e altri oggetti, tra i più rievocativi della sua attività artistica. Alcune delle sue opere più significative sono esposte in quadrerie di ampio respiro, mentre per i gonfiabili e le grandi sculture sono state create installazioni site-specific. Il Giardino dei Tarocchi Il Giardino dei Tarocchi, splendido parco artistico situato in località Garavicchio nel Comune di Capalbio, è il risultato di una vita intera dedicata da Niki de Saint Phalle all?arte e la prova che i sogni possono diventare realtà, anche se si è donna, artista, imprenditrice e unica finanziatrice di una tale opera. Come la maggior parte del suo lavoro, il Giardino è la manifestazione di un microcosmo capace di rivelare le immagini archetipali più profonde e segrete del nostro inconscio. Per il visitatore che ne varca il muro perimetrale, il quale simbolicamente separa il mondo reale da quello immaginario, si apre infatti un viaggio iniziatico che lo conduce a combattere draghi e diavoli e a imbattersi in regine e profeti per incontrare alla fine l?Angelo della Temperanza. Il Giardino dei Tarocchi è un luogo dove vivere in comunità, un luogo dove PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI Nelle foto altri scatti relativi alla mostra la vita è scandita dal ritmo del sole e della luna e dalla volontà di condivisione. Questo percorso artistico, che si traduce in un vero e proprio agire politico, è oggi più che mai attuale, in una realtà dove i concetti di reclusione e solitudine minano le basi di una società che l?artista desiderava basata invece sul senso di partecipazione. A Capalbio Niki de Saint Phalle condivide tutto con i suoi assistenti e amici, valorizza e incoraggia i collaboratori a creare con lei in nome di un progetto collettivo dove protagonista assoluta è l?Arte. Già negli anni Ottanta l?artista mise in atto la sua ricerca per vivere in una collettività diversa, in una società compassionevole ed empatica e ricca di valori comunitari. Non solo come artista ma anche come donna d?azione e d?avanguardia. Femminista ante litteram, a partire dagli anni Cinquanta difese i diritti civili degli afro-americani. Negli anni Novanta fu forte la sua critica nei confronti del vecchio Continente, che promulgava una ascesa pericolosa del conservatorismo, schierandosi in favore di un?Europa unita e progressista. ?Sogno di abitare in uno spazio senza frontiere? ? ha sempre dichiarato. Le sue riflessioni riguardo alle questioni ecologiche e al cambiamento clima- tico diventarono sempre più urgenti, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Alla luce di questi impegni sociali, che tanto l?hanno appassionata, Niki avrebbe certamente considerato la crisi che stiamo affrontando oggi come un momento cruciale per creare qualcosa di nuovo e migliore. Profondamente convinta della capacità umana di innovazione e reinvenzione avrebbe interpretato questo tempo come un momento di presa di coscienza collettiva, che può aprire una nuova via contro l?arroganza e l?aggressività del sistema politico, economico e finanziario. Le location La mostra segue un preciso percorso tematico e si svolge in due luoghi espositivi che si intersecano e si completano a vicenda, ma ognuno di questi ha una sua anima specifica. A Palazzo Collacchioni, nel borgo antico di Capalbio, si ripercorre la storia del Giardino dei Tarocchi, dalla fine degli anni Settanta ad oggi attraverso foto, video, sculture, maquettes, collages che aiutano a comprendere il suo modo di lavorare e il suo vero spirito. Nella Galleria Il Frantoio vengono esposti alcuni lavori storici, tra cui gli assemblages degli anni ?60, maquettes in creta cruda preliminari alla realizzazione del Giardino, suo capolavoro finale, e inediti video di archivio. In questa sede le scelte curatoriali hanno privilegiato l?analisi del linguaggio simbolico dell?artista soffermandosi sull?interpretazione delle carte dei Tarocchi. Sono inoltre esposte sculture delle carte, accompagnate da litografie, disegni e citazioni. La curatrice: Lucia Pesapane Da molti anni, infatti, Lucia Pesapane ha curato retrospettive su Niki de Saint Phalle, da quella organizzata al Grand Palais a Parigi nel 2014, a quella al Guggenheim Museum di Bilbao e al The National Art Center di Tokyo. È autrice dei libri Il Giardino dei Tarocchi e Le Dictionnaire des symboles de Niki de Saint Phalle. La sua attività di curatrice si è sempre rivolta a promuovere il lavoro delle artiste donna. Tra le mostre da lei organizzate: elles@centrepompidou, Centre Pompidou, 2009; Gerhard Richter, sempre al Centre Pompidou, 2011; Women House; Grayson Perry e Kiki Smith, a La Monnaie de Paris nel 2018 e 2019. Tra le sue mostre in programmazione: Femmes pionnières des années folles à Paris e Jean Tinguely per la Réunion des musées nationaux ???? La mostra segue un preciso percorso tematico e si svolge in due luoghi espositivi che si intersecano e si completano a vicenda, ma ognuno di questi ha una sua anima specifica: Palazzo Collacchioni, nel borgo antico di Capalbio e la Galleria Il Frantoio 26 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 I CAPITOLI previste nel 2022. I commenti ?Con la mostra ?Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle? ? spiega Gianfranco Chelini, assessore al Turismo del Comune di Capalbio ?, per la prima volta Capalbio e Niki si abbracciano, attraverso le sue straordinarie opere, anche fuori dal giardino di Garavicchio. Un atto che ci riempie di orgoglio, per essere riusciti ad unire forze e competenze dell?amministrazione comunale, della Fondazione Capalbio e del Giardino dei Tarocchi e rendere possibile questo evento e che ci sembra anche un atto dovuto nei confronti di questa incredibile artista, che si è innamorata della nostra terra e che ne ha fatto la dimora della sua creazione più importante?. ?Questa mostra ? sottolinea Leonardo Marras, assessore al Turismo della Regione Toscana ? arriva nel momento giusto. L?estate 2021 è l?estate della ripresa, del Rinascimento senza fine della Toscana, come abbiamo detto con la nostra campagna di promozione turistica. E l?arte gioca un ruolo fondamentale: nella nuova idea di viaggio c?è la voglia di riconnettersi con la natura, di vivere esperienze distanti dalla quotidianità a contatto con la storia, le tradizioni, i prodotti agroalimentari e culturali del territorio. Può diventare, sempre di più, arricchimento ma anche motivo stesso della vacanza tanto che è uno dei sette temi di viaggio individuati come priorità nella campagna. La contemporaneità con l?esposi- zione a New York accresce il prestigio della mostra di Capalbio e apre una possibile nuova strada di promozione per il territorio; saremo pronti a percorrerla insieme e ad accogliere chi, anche da oltreoceano, sceglierà la Toscana non appena sarà possibile?. ?Tramite il Giardino dei Tarocchi, per la simbiosi raggiunta con questo estremo lembo di terra ? scrive Maria Concetta Monaci, presidente di Fondazione Capalbio ? Niki de Saint Phalle racconta e svela un territorio che l?ha accolta e amata. Quando realizzò una mano aperta sulla testa della carta del Mago per nascondere la vista in lontananza della contestata centrale nucleare di Montalto di Castro, dimostrò di condividere i principi degli ambientalisti riconoscendosi nelle loro battaglie. È in questa perfetta simbiosi tra Territorio e Artista che Fondazione Capalbio, creata per volere del suo sindaco Settimio Bianciardi, recentemente scomparso, vuole fornire a tutta la comunità un forte elemento simbolico, che possa essere riconosciuto dal mondo intero, non solo per il suo meraviglioso litorale e il ricco entroterra, ma anche per i suoi importanti contenuti culturali. Il parco di sculture di Niki de Saint Phalle, considerato ormai come una delle maggiori espressioni dell?arte ambientale contemporanea, si inserisce perfettamente nel territorio, che si nutre a sua volta dei messaggi di pace, di speranza, di gioia dell?artista. Riconoscerci nei colori e nelle forme di Niki de Saint Phalle per farci riconoscere come luogo del bello. Dall?ideazione alla realizzazione «Il Giardino dei Tarocchi era il mio sposo, il mio amore, era tutto per me. Nessun sacrificio era troppo grande per lui.» Nanas, madri, dee: le donne di Niki de Saint Phalle «Molto presto capii che erano gli uomini a detenere il potere, ma quel potere lo volevo anche io. Avrei rubato loro quel fuoco. Non avrei accettato i limiti imposti alla mia vita solo perché ero una donna. No, sarei entrata anche io nel mondo degli uomini, che mi sembrava esse? re avventuroso, misterioso ed ecci? tante.» Le collaborazioni artistiche e Jean Tinguely «La collaborazione tra me e Jean è stata un dono del cielo, unico e pri? vilegiato. Questa possibilità di lavo? rare insieme ha segnato con colori intensi i rapporti di amore, di amici? zia e di rivalità che abbiamo sempre avuto.» Viva l?Italia: Niki de Saint Phalle a Capalbio «Il Giardino dei Tarocchi non è il mio giardino, ma appartiene a tutti coloro che mi hanno aiutata a com? pletarlo. Questo giardino è stato fat? to con di?coltà, con amore, con fol? le entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede. Nien? te e nessuno avrebbe potuto fermar? mi. Come in tutte le fiabe, lungo il cammino della ricerca del tesoro, mi sono imbattuta in draghi, streghe, maghi e nell?Angelo della Tempe? ranza.» Il Giardino dei Tarocchi: tra immaginario simbolico e mitologia personale «Se la vita è come un gioco di car? te, noi siamo nati senza conoscerne le regole e dobbiamo dunque accon? tentarci di quello che abbiamo in mano e fare il nostro gioco. I Taroc? chi mi hanno permesso di capire meglio il mondo spirituale e i proble? mi della vita; ho consapevolezza del? le di?coltà che si devono superare per passare alla prova seguente e trovare alla fine del gioco la pace interiore ed il giardino del paradiso.» PRIMO PIANO ? VIVI ? 27 EVENTI ?Leoni, Sirene e Sfingi. Animali fantastici etruschi e dove trovarli?, mostra evento a Pitigliano e non solo Ancora pochi giorni per mettere in agenda una tappa a Pitigliano. La Città del Tufo dal 18 luglio scorso ospita infatti la mostra ?Leoni, Sirene e Sfingi. Animali fantastici etruschi e dove trovarli? visitabile al Museo civico archeologico della Civiltà Etrusca ?Enrico Pellegrini? (ma non solo) fino al prossimo 19 settembre 2021 I n occasione delle Notti dell?Archeologia a Pitigliano, al Museo civico archeologico della Civiltà Etrusca ?Enrico Pellegrini?, il 18 luglio scorso è stata inaugurata la mostra evento dal titolo ?Leoni, Sirene e Sfingi. Animali fantastici etruschi e dove trovarli?. Alla cerimonia del taglio del nastro hanno partecipato Giovanni Gentili, sindaco di Pitigliano, Irene Lauretti, assessore comunale alla Cultura e presidente della rete provinciale dei Musei di Maremma; Valentina Trotta della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo, Simona Carosi, della soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l?area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l?Etruria Meridionale, Carlo Casi, direttore Scientifico Fondazione Vulci, Barbara Benigni, vice-presidente associazione professionale Proteo FareSapere di Grosseto, Marco Bisdomini di Hera s.r.l. e Acas 3D, soluzioni digitali per la valorizzazione del patrimonio culturale, Claudia Petrini, presidente cooperativa sociale Zoe ? ente gestore Musei civici archeologici Città di Pitigliano (Gr), Debora Rossi, direttore scientifico dei Musei civici archeologici di Pitigliano. A seguire si è tenuta la PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI ???? La mostra si snoda attraverso le principali città etrusche controllate da Vulci, poste lungo il corso del Fiora, tra le quali Pitigliano ed è dedicata alle particolari rappresentazioni animalistiche tanto in voga in epoca pre-romana Pitigliano visita guidata della mostra e delle sale del Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca ?Enrico Pellegrini? di Pitigliano. Nell?occasione viva soddisfazione è stata espressa dal Comune di Pitigliano: ?Questa mostra evento è una importante occasione per il nostro comune ? ha sottolineato Irene Lauretti, assessore alla Cultura ? per celebrare il legame fra gli Etruschi e Pitigliano e farne sempre più un punto di forza nell?accoglienza di un turismo culturale e di qualità sul nostro territorio. Proponiamo un vero e proprio viaggio nelle città etrusche al confine tra Lazio e Toscana, sottolineando ancora una volta quanto siano belli e ricchi di storica questi territori?. La mostra si snoda attraverso le principali città etrusche controllate da Vulci, poste lungo il corso del Fiora, tra le quali Pitigliano ed è dedicata alle particolari rappresentazioni animalistiche tanto in voga in quell?epoca pre-romana. Grazie a questo percorso tematico è possibile visitare ben tre parchi archeologici e quattro musei: il Parco Archeologico ?Città del Tufo?; il Parco Archeologico ?Antica Castro?; il Parco Archeologico e Naturalistico di Vulci; i musei civici di Pitigliano, Ischia di Castro, Canino e Montalto di Castro. Un bellissimo racconto di storie e monumenti che hanno caratterizzato la cultura di questa terra di frontiera posta sul confine tra Lazio e Toscana, rimasta 30 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 ancora intatta dall?epoca etrusca. Dai ?mostri? raffigurati sulle edicole delle tombe a camera di Sovana, tra i quali spiccano certamente le sirene ed i demoni alati, e quella di recente apertura al pubblico, detta dei Leoni ci si sposta nella vicina Pitigliano, dove, presso il Museo Civico Archeologico della Civiltà Etrusca ?Enrico Pellegrini? è possibile vedere il Leone Alato, ultimo ritrovamento effettuato nella necropoli settentrionale di Vulci e per la prima volta esposto al pubblico dopo un restauro conservativo. In questa città, a partire dagli ultimi decenni del VII sec. a.C., si diffuse nelle necropoli l?uso di decorare i prospetti esterni delle tombe dei ceti gentilizi con statue in nenfro, raffiguranti per lo più animali reali o fantastici: leoni, pantere, arieti, cavalli, ippocampi e creature semi-umane, come le sfingi (metà donna, metà leone) o i centauri (metà uomo e metà cavallo), i cui modelli originari, stilistici e iconografici, erano di derivazione orientale e greca. Al Museo di Pitigliano, la statua di nenfro, già nella rosa delle cinque scoperte archeologiche più importanti al Mondo candidate nel 2019 allo ?Special Award? (Premio intitolato alla memoria di Khaled al-Asaad, direttore del sito archeologico di Palmira, barbaramente ucciso da un gruppo di jihadisti nel 2015), è accompagnata da una selezione di ceramiche etrusco-corinzie rinvenute nella necropoli di Poggio Buco, con soggetti iconografici che richiama- no il mondo mitologico, gli animali fantastici e quelli reali tra i quali spiccano per numero le rappresentazioni di leoni e pantere. Altri pezzi di statuaria arcaica vulcente possono essere ammirati al Museo Civico Archeologico di Ischia di Castro e alla necropoli di Castro, al Museo della Ricerca Scientifica di Canino, a Vulci, dove è stato recentemente aperto un percorso attrezzato che consente anche a coloro che hanno difficoltà motorie di raggiungere facilmente l?importante sepolcro. Il giro si conclude a Montalto di Castro, dove sono visibili un nutrito gruppo di statue provenienti dalle necropoli vulcenti. La mostra è stata realizzata grazie all?impegno della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Viterbo e l?Etruria meridionale, la Regione Lazio, i Comuni di Canino, Ischia di Castro, Montalto di Castro, Pitigliano e Sorano, la Fondazione Vulci e la Cooperativa Zoe. Per i Musei Archeologici di Pitigliano, in particolare, sponsorizzazioni e contributi economici provengono dall?associazione professionale Proteo Fare Saper di Grosseto e dalle società Hera S.r.L. e Acas 3D S.r.l.s. La mostra sarà visitabile fino al 19 settembre 2021. Info 0564 614067 - 388 5724861 museo@comune.pitigliano.gr.it EVENTI Massa Marittima, tornano le ?Giornate in onore di Giovannangelo Camporeale? Nella foto l?inaugurazione del Convegno 2019 (III Giornata) da parte di Eugenio Giani allora presidente del Consiglio Regionale; a fianco Camporeale all?Accesa con Stefano Giuntoli Lo splendido borgo di Massa Marittima, nel cuore delle Colline metallifere, è pronto ad ospitare la quinta edizione delle ?Giornate in onore di Giovannangelo Camporeale?. L?appuntamento, inserito nell?ambito delle Giornate degli Etruschi organizzate dal Consiglio Regionale della Toscana, è in programma il 25 e 26 settembre I l 25 e 26 settembre si terrà a Massa Marittima, nell?ambito delle Giornate degli Etruschi organizzate dal Consiglio Regionale della Toscana, la quinta edizione delle ?Giornate in onore di Giovannangelo Camporeale?. L?iniziativa si svolge dal 2017, anno in cui il Museo Archeologico di Massa Marittima, intitolato dal 2019 al prof. Giovannangelo Camporeale, ha partecipato alle ?Giornate degli Etruschi? organizzando un incontro scientifico per ricordare Camporeale, scomparso il pri- mo luglio di quello stesso anno. «Fin dalla prima ?Giornata? ? fanno sapere gli organizzatori ? si è potuto contare sulla collaborazione scientifica del prof. Stefano Bruni dell?Università di Ferrara, allievo e collega di Camporeale, che ha messo a disposizione la collana Musai da lui diretta per la Casa Editrice ETS (Pisa) nella quale ospitare gli atti, che sono stati poi presentati nel settembre 2018 in occasione della seconda Giornata in onore di Camporeale. Vista l?importanza assunta fin da subito da questo appuntamento scientifico, il Comune di Massa Marittima ha stabilito di rendere permanente la manifestazione e di avvalersi, per la scelta dei temi da esplorare e per l?individuazione dei relatori da invitare a presentare i propri contributi, di un Comitato scientifico composto da nomi importanti nel mondo dell?archeologia: Luciano Agostiniani, Università di Perugia; Biancamaria Aranguren, archeologa, ex funzionario Soprintendenza Archeologi- PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? ?Etruria Felix: produzione, trasformazione e consumo delle risorse alimentari nei territori etruschi?: questo il tema quanto mai evocativo scelto per l?edizione 2021 del convegno ca; Stefano Bruni, Università di Ferrara; Stefano Casciu, direttore Polo Museale della Toscana; Luigi Donati, Lucumone dell?Accademia Etrusca di Cortona; Stefano Giuntoli, ex direttore degli scavi al lago dell?Accesa; Adriano Maggiani, vice presidente dell?Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici; Matteo Milletti, funzionario Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena Grosseto e Arezzo; Giuseppe Sassatelli, presidente dell?Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici; Giovanni Uggeri, Università La Sapienza (Roma). Dal 2017 ad oggi sono state realizzate quattro edizioni e pubblicati tre volumi di atti». «Il tema scelto per l?edizione 2021 del convegno, la quinta ? aggiungono gli organizzatori ?, è particolarmente Nella foto un momento del Convegno 2020 34 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Nella foto sempre Giani al Convegno 2019 con - da sin. - il vicesindaco, Maurizio Giovannetti, il sindaco Marcello Giuntini, l?assessora alla Cultura Irene Marconi e a destra la direttrice della Biblioteca Roberta Pieraccioli interessante sia perché permette di valorizzare la vita quotidiana degli Etruschi, tema molto caro a Camporeale che decise appunto negli anni ?80 del Novecento di scavare un abitato (quello nei pressi del Lago dell?Accesa) anziché dedicarsi alla ricerca (senz?altro più eclatante dal punto di vista dei ritrovamenti) in necropoli o comunque in aree funerarie, sia perché valorizza un settore, quello della produzione del cibo, molto frequentato negli ultimi anni in ambiti diversi da quello dell?Etruscologia e vede la tendenza sempre più ampia verso una rivalutazione e riscoperta di prodotti locali di eccellenza nati dalla tradizione. Il titolo è quanto mai evocativo: ?Etruria Felix: produzione, trasformazione e consumo delle risorse alimentari nei territori etruschi?». I relatori invitati sono numerosi, provenienti dalle varie università e istituti di ricerca non solo italiani. Gli atti del convegno del 2021 saranno pubblicati nel corso dell?anno e presentati a Massa Marittima sabato 24 settembre 2022. Il convegno 2021 si terrà su due giornate e, visto che l?emergenza sanitaria non si è ancora conclusa, sarà possibile partecipare anche da remoto. Nella seconda giornata sarà dedicato spazio alla visita al Museo Archeologico Giovannagelo Camporeale, riaperto al pubblico a metà luglio scorso dopo un lavoro di riallestimenti, e alla visita all?insediamento etrusco all?Accesa. Info: Museo Archeologico Giovannagelo Camporeale tel. 0566 906366, mail accoglienzamuseimassa@gmail.com VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE L?Eracle callinico, l?Oreopiteco, la Stele di Vado all?Arancio: le tre perle del Museo archeologico di Massa Marittima Come promesso nel numero scorso questo mese dedichiamo un focus alle tre perle del Museo archeologico ?Giovannangelo Camporeale? di Massa Marittima: l?Eracle callinico, una preziosa scultura in bronzo legata alla ?questione di Vetulonia?, l?Oreopiteco, una scimmia di 10 milioni di anni trovata per la prima volta a Montebamboli vicino a Massa Marittima e la Stele di Vado all?Arancio, un esemplare unico nel panorama delle stele eneolitiche (III millennio a.C.) L?Eracle Callinico 36 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 L?Oreopiteco L?Eracle callinico Una preziosa scultura in bronzo legata alla ?questione di Vetulonia? Il 15 marzo del 1783 venne consegnata alla Galleria degli Uffizi di Firenze dal canonico della Cattedrale di Massa Marittima Antonio Maria Bartolini, come dono per il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, una piccola scultura in bronzo raffigurante l?eroe greco Eracle (Ercole per i romani). Era stata trovata casualmente qualche mese prima nei pressi di Poggio Castiglione, a pochi chilometri dalla città, dagli operai che lavoravano alla costruzione della strada di collegamento tra Massa Marittima e Follonica. Così la piccola scultura, alta meno di 40 cm con la base creata all?epoca del ritrovamento per l?esposizione, entrò a far parte delle Collezioni granducali col numero 196 nell?inventario della Galleria degli Uffizi. Verso la fine dell?Ottocento passò nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, allestito nella sede attuale in Via della Colonna, e fu inventariato col n. 5. Da allora l?Eracle di Massa Marittima, occupa un posto privilegiato nella sala XIV dello stesso Museo Archeologico di Firenze insieme ai famosi bronzi di grandi dimensioni quali la Chimera di Arezzo (n. 1 dell?inventario del Museo), dell?Ar- ringatore (n. 2) e della Minerva (n. 3), a conferma della preziosità del reperto. Nel Museo Archeologico di Massa Marittima è esposta una copia identica, realizzata dalla Soprintendenza Archeologica in occasione di una mostra che nel 2010 ha portato la scultura per la prima volta a Massa Marittima. L?Eracle di Massa Marittima, definito callinico ossia ?dalla bella vittoria? in quanto indossa la pelle del leone di Nemea che uccise, è stato al centro di una querelle che ha appassionato gli animi dei massetani, e non solo, negli ultimi anni dell?Ottocento: la cosiddetta ?questione di Vetulonia? che è stata dibattuta per vari anni tra intellettuali, studiosi e appassionati e ha coinvolto la Soprintendenza e il Ministero dell?Istruzione. Per risolverla, dopo le clamorose scoperte di Isidoro Falchi a Colonna di Buriano che portarono a stabilire con Decreto regio del 22 luglio 1887 che quel piccolo borgo prendesse il nome di Vetulonia tra le accese polemiche contro il Falchi soprattutto di Antonio Malfatti e Carlo Dotto de? Dauli, candidato al Parlamento nel collegio elettorale di Massa Marittima, nel 1893 il Ministero dell?Istruzione incaricò il Soprintendente alle Antichità d?Etruria prof. Luigi Adriano Milani di effettuare a Poggio Castiglione sopralluoghi, scavi e sondag- gi e successivamente nominò una Commissione composta da nomi illustri del panorama scientifico di quel momento, i quali salirono a Poggio Castiglione, esaminarono i ruderi emersi dai precedenti scavi, effettuarono sopralluoghi nei dintorni e alla fine conclusero che non c?erano evidenze per affermare che quella su Poggio Castiglione fosse una città. Di tutto questo sono rimasti carteggi infuocati, relazioni, pubblicazioni, ma anche fotografie. Nell?Archivio storico di Massa Marittima si sono conservate fotografie delle campagne della fine dell?Ottocento che sono state inserite nei pannelli e rendono estremamente suggestivo il nuovo allestimento. L?Oreopiteco Una scimmia di 10 milioni di anni trovata per la prima volta a Montebamboli vicino a Massa Marittima Nel 1862 una strana mandibola fossile dotata di denti entrò con il numero IGF 4335 nel catalogo dei reperti del Gabinetto del Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze diretto dal prof. Igino Cocchi. Nella scheda di ingresso è riportato l?anno, il nome della località di rinvenimento, ossia le miniere del Monte Bamboli nei pressi di Massa Marittima, e il PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI ???? Tre motivi in più per far visita al Museo archeologico ?Giovannangelo Camporeale? recentemente ristrutturato e riaperto al pubblico in tutto il suo splendore nome di chi consegnò il reperto, un certo signor Tito Nardi, probabilmente un sovrintendente ai lavori delle miniere. Cocchi tenne quella mandibola nel cassetto molti anni: magari ogni tanto ci dava un?occhiata, scuoteva la testa e la rimetteva a posto, senza venirne a capo. Una decina d?anni dopo il noto zoologo francese Paul Gervais passò a trovare Cocchi, il quale gli mostrò la mandibola e gliela concesse in studio: Gervais identificò in quel reperto un nuovo primate che chiamò Oreopithecus bambolii, dal luogo di rinvenimento nelle miniere di Monte bamboli. L?esemplare intero di cui nel Museo Archeologico di Massa Marittima, al Museo di Storia Naturale di Grosseto e nel Museo Archeologico di Scansano sono esposti i calchi in gesso fatto già all?epoca, fu trovato nel 1958 dal prof. Hurzeler, uno studioso di Basilea venuto in Maremma alla ricerca di reperti di questa scimmia vecchia di 10 milioni di anni. Nel Museo di Massa Marittima è esposto anche il calco del cranio a tutto tondo, la cui riproduzione è stata concessa dal Museo di Paleontologia di Firenze: collocato in una vetrina insieme ai calchi di alcuni antichissimi fossili di ominidi, sarà molto utile per raccontare 38 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 La Stele di Vado all?Arancio nelle attività educative soprattutto con le scuole il lungo cammino dell?evoluzione umana. Ma anche per raccontare l?attività mineraria del nostro territorio collegando questo ritrovamento eccezionale allo sfruttamento del sottosuolo a Massa Marittima: sullo sfondo della sala una bellissima gigantografia riproduce il momento in cui il fossile intero dell?Oreopiteco veniva portato fuori a braccia dai minatori della miniera di Baccinello, con la stessa cura come fosse un loro compagno di lavoro riemerso dopo lunghe ricerche. La Stele di Vado all?Arancio Un esemplare unico nel panorama delle stele eneolitiche (III millennio a.C.) Intorno alla metà degli anni ?50 del Novecento, durante lavori di scavo in profondità per l?impianto di una vigna, il signor Dino Arzilli trovò casualmente nel suo podere di Vado all?Arancio (Cura Nuova, a pochi chilometri da Massa Marittima) una piccola scultura in pietra. Si trattava del ritrovamento eccezionale di una stele antropomorfa risalente all?Eneolitico (III millennio a.C.), ma in un primo momento nessuno la riconobbe come tale. Alcuni anni dopo, grazie soprattutto all?interessamento del signor Sergio Bucci, la stele fu vista da alcuni esperti e consegnata al Museo di Massa Marittima. Trovò posto in una piccola nicchia nel muro nel secondo corridoio, dove era praticamente invisibile, chiara su sfondo chiaro. Pur nella riorganizzazione del settore preistorico all?inizio degli anni 2000, con una nuova illuminazione radente e la realizzazione di uno sfondo scuro, comunque in quella nicchia la stele era comunque poco visibile. Oggi la preziosa scultura ha finalmente guadagnato, come merita, ?una stanza tutta per sé? dove ha preso posto in una vetrina collocata al centro, quindi visibile da tutti i lati, ed è illuminata dall?alto con una luce radente che la valorizza interamente. Nella sua essenzialità, con i pochi tratti incisi e appena scolpiti sulla pietra arenaria di cui è fatta, senza altre connotazioni se non gli occhi appena accennati e le braccia con le mani poggiate sul ventre, la stele di Massa Marittima rappresenta un unicum nel panorama delle stele antropomorfe di quel periodo. Ancora oggi è l?unica stele eneolitica ritrovata nella Toscana meridionale. Nella stessa stanza è collocata la copia da toccare, fatta con la stampa in 3D su resina. VIVI L?ITINERARO DEL MESE Caldana e il sogno di gloria di Marcello Austini DI DAVID BERTI Caldana è un piccolo borgo situato nel territorio del comune di Gavorrano. Uno di quei borghi che non ti aspetti per la storia che cela e per i gioielli architettonici che incredibilmente e quasi inspiegabilmente custodisce, al punto che viene quasi da chiedersi come mai siano proprio lì. Seconda ed ultima parte L a stretta di mano è decisa. Lo sguardo dritto e indagatore, quello di Mario (Zannerini, che abbiamo incontrato nel nr. scorso, ndr). Dopo i convenevoli, ci spostiamo al tavolo di un bar non distante. «Gina mi ha detto che devi scrivere un articolo su Caldana». «Sì. Vorrei porle delle domande». «Cosa vorresti sapere?» «Questo paese è inscindibilmente legato all?antica famiglia Austini, soprattutto a Marcello Austini. Giusto?» «Se è uno scrigno di bellezze architettoniche, lo deve a lui». 40 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 «Le va di parlarne?» «Dimmi quello di cui sei a conoscenza. Ti interromperò per correggere o integrare». Mi concentro per raccogliere le idee? Alcuni anni dopo la seconda conquista fiorentina di Pisa, avvenuta nel 1509, Marcello Austini si trasferì a Siena. Uomo ambizioso di non comuni capacità politiche e imprenditoriali, non impiegò molto tempo a divenire una delle figure più influenti della Repubblica. Nel 1552 iniziò la guerra con Firenze. I territori senesi rappresentavano un ghiotto bottino; specialmente la Maremma, ricca di miniere, boschi, pascoli, selvaggina e saline. Cosimo I aveva dalla sua parte gli spagnoli, di cui i Medici erano banchieri creditori. Nonostante che gli abitanti della città del Palio avessero chiesto l?aiuto dei francesi, Marcello sapeva bene che la loro sconfitta sarebbe stata solo una questione di tempo. La cosa più conveniente era trattare una resa, cercando di strappare più concessioni possibili. E lui si prodigò invano per convincere i suoi concittadini. Inoltre, era consapevole che, così facendo, avrebbe intessuto buoni rapporti con Caldana il duca fiorentino, i quali un giorno gli sarebbero risultati oltremodo utili. «Lo scontro tra Firenze e Siena si colloca all?interno di uno scenario geopolitico più vasto: le guerre d?Italia tra Francia e gli Asburgo di Spagna e Austria per il predominio sulla penisola, che si conclusero con la pace di Cateau-Cambrésis del 1559. Con essa i francesi rinunciarono alle mire sul Bel Paese» puntualizza Zannerini. Conquistata Siena e annessi i suoi territori, Cosimo I fu investito dal Papa Granduca di Toscana. Tuttavia, agli spagnoli rimase il controllo di Orbetello e dell?Argentario per contrastare i corsari barbareschi, i quali si erano alleati, durante la guerra appena conclusa, con i francesi. Per governare quella che fu l?indomita Repubblica, il Granduca necessitava di persone che avessero influenza sui nuovi sudditi, ma, allo stesso tempo, di cui si potesse fidare. «E chi, se non Marcello Austini?» sottolinea Mario. Così, si mise a disposizione di Cosimo I, salendo su quella scala mobile che avrebbe potuto portarlo molto in alto. Ma non gli bastava essere un suo uomo fidato e capace. I favori e le simpatie dei potenti mutano in base agli interessi. E il Granduca aveva un carattere acceso, insofferente, alquanto dispotico. Doveva legarsi in qualche modo alla sua famiglia. Entrare nelle grazie della moglie Eleonora, l?unica che riuscisse a tenerlo a freno. «Non poteva essere altrimenti. Gestiva enormi ricchezze personali ed era la figlia di Pedro di Toledo, viceré di Napoli per conto di Carlo V» commenta sorridendo Zannerini. Cosimo, per sfruttare le ricchezze della Maremma, doveva renderla sicura, neutralizzando gli assalti dei corsari. Inoltre, unirsi allo sforzo dell?imperatore spagnolo per proteggere quei litorali, da cui passavano le rotte commerciali, avrebbe colto i suoi favori. Per di più, Eleonora aveva acquistato il Castello di Castiglione della Pescaia ed estesi territori nei dintorni. A tal fine, il Granduca riuscì a fondare L?Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano, convincendo papa Pio IV a decretarne con una bolla la costituzione e ad approvarne lo Statuto. Ne divenne il primo gran maestro. Lo scopo dell?ordine era la difesa della Fede e la lotta agli ottomani e alla pirateria barbaresca nel Mediterraneo. «In particolare, era mosso dall?interesse di proteggere il porto di Livorno che stava potenziando per farlo divenire il principale scalo marittimo di Firenze. Ma la fede è sempre la fede, rende merito e porta consenso?» se ne esce mordace il mio interlocutore. Marcello non perse tempo, sposò la causa. Chiese d?entrare a far parte dell?ordine per propiziarsi ancora di più il Granduca. Gli venne concesso l?altissimo grado di Balì. «Hai fatto caso che vicino all?altare del Tempio di San Biagio, in alto sulla destra, c?è una lapide che commemora il fatto?» «Sì Mario, l?ho notato». Ma desiderava altro: un titolo nobiliare per la sua famiglia. Per ottenerlo, prima di tutto, doveva procurarsi un castello. Bene! Se lo sarebbe edificato. Ma dove? Naturalmente vicino ai possedimenti di Eleonora, in Maremma. Le avrebbe fatto piacere. Quella terra le aveva rubato il cuore. Proprio in quella zona, aveva da poco comprato un abitato caduto in rovina e quasi spopolato: Caldana. Lo avrebbe ricostruito e fortificato. Sicuramente una mossa geniale! PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? Alla scoperta di un piccolo paese della provincia di Grosseto che, nella seconda metà del 16esimo secolo, ha rappresentato il sogno di gloria di Marcello Austini Foto Giuseppe Guerrini Nella foto il Tempio di San Biagio In questo modo, avrebbe anche supportato la politica di Cosimo e la mission dell?ordine cavalleresco. Ora, Marcello aveva bisogno di un valido architetto che progettasse la roccaforte. Una fortificazione moderna e solida avrebbe suscitato l?ammirazione del Granduca e dei nobili a lui vicini. Sarebbe stato un simbolo della sua forza. Ma, ancor più, avrebbe rappresento uno strumento per allacciare rapporti più stretti con la famiglia dei Medici e con gli artisti rinascimentali a loro legati, ossia gli ingegni più brillanti del tempo. Altresì, questo gli avrebbe permesso di sponsorizzare il marmo brecciato delle sue cave. E chissà? forse piazzarne qualche fornitura per la costruzione d?importanti monumenti. «Aveva un?intelligenza sopraffina». «Proprio così, David. Ma non perse mai alcuni fondamentali valori umani. Forse, sta anche in questo il suo successo». Agli inizi della seconda metà del XVI secolo, c?erano tre grandi artisti a Firenze: Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti; non considerando il Buonarroti che morì nel febbraio del 1564 e che negli ultimi anni di vita era piuttosto impegnato a Roma. Teniamo anche presente che Marcello acquistò le rovine del castello di Caldana nel 1559, quindi Michelangelo aveva, a quella data, 84 anni. «So dove vuoi arrivare?» afferma Zannerini con sguardo sagace. Eleonora era in ottimi rapporti con questi personaggi. Fu felice d?introdurli a Marcello. Gli artisti, in quel periodo, erano spesso, oltre che pittori e scultori, 42 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 anche architetti e ingegneri. Proprio le figure professionali che servivano all?Austini! Divenne intimo amico del Vasari al quale tra il 1565 e il 1567 fornì una partita di marmo brecciato per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri di Pisa. Tuttavia, Giorgio non si occupava volentieri di opere di fortificazione. Conobbe bene anche l?Ammannati, il favorito dalla moglie di Cosimo. Peccato che pure lui non prediligesse l?ingegneria militare. Rimaneva solo il Buontalenti. Ammiratore di Michelangelo, non solo fu allievo del Vasari, ma venne dallo stesso rimproverato per la passione per la fortificazione alla moderna. Bernardo, tra le altre cose, si cimentò in interventi urbanistici e diede il proprio contributo alla realizzazione delle mura di Pistoia, Sansepolcro, Portoferraio e Grosseto. «Potrebbe avere affidato a lui la riedificazione di Caldana?» chiedo con prudenza a Mario. «Vuoi dare un nome a colui che ancora le fonti storiche non hanno individuato con certezza. Ti stai inoltrando in un terreno impervio. Tuttavia, i tuoi ragionamenti sono sensati e alquanto probabili. Però, tieni a mente che questi fenomeni rinascimentali avevano molte commissioni. Spesso facevano solo il disegno delle opere o apportavano modifiche alle bozze, ma poi erano realizzate da altri. Come nel caso delle mura di Grosseto, la cui costruzione fu affidata a Baldassarre Lanci». «Giusto». «A ogni modo, sembra che chi progettò la pianta della nuova Caldana Foto Giuseppe Guerrini Nella foto la stele all'interno del Tempio di San Biagio che commemora l'appartenenza di Marcello Austini all'Insigne sacro e militare ordine di Santo Stefano con il grado di Balì uccise Giovanni, cardinale proiettato verso il soglio pontificio. Forse un incidente, ma non per il padre, il quale, annebbiato dal dolore e dall?ira per le ambizioni frustrate, assassinò il figlio fratricida. Così, secondo questa diceria, Eleonora morì di crepacuore. volesse donarle un perfetto equilibrio urbanistico, creare una città ideale. Un po? quello che era successo per Pienza quasi un secolo prima, quando il degradato paese di Corsignano, per volere di papa Pio II, fu ristrutturato seguendo le indicazioni dell?architetto Bernardo Rossellino e gli fu cambiato nome in onore del Pontefice». «Franco Cardini e Sergio Raveggi l?hanno definita una delle più straordinarie realizzazioni della volontà mitopoietica dell?umanesimo». «Torniamo al nostro borgo. Se pensiamo alla Chiesa di San Biagio, al palazzo degli Austini, ai quattro bastioni, alla cinta muraria, sono tutti edifici caratterizzati da armonia delle proporzioni. Indubbiamente chi si cimentò in questo progetto era una mente illuminata. Inoltre, Marcello fece costruire le abitazioni per 300 famiglie che furono incentivate a trasferirsi a Caldana per coltivare i campi abbandonati. A lui dovevano solo una parte del raccolto come affitto». La strategia di Marcello portò ai risultati sperati: iniziò a essere indicato da Cosimo come familiare dei Medici e nel 1564 ottenne il titolo di marchese, oltre all?investitura feudale di Signore. Nel frattempo, nel dicembre del 1562, era morta Eleonora di Toledo a Pisa, dopo aver contratto la malaria in un soggiorno in Maremma. Già un mese prima, durante una sosta nel castello di Rosignano, erano deceduti due suoi figli, sempre per lo stesso male. Alcune malelingue misero in giro la voce che, nel mezzo di una battuta di caccia, Garzia «Qualcuno ha voluto attribuire lo splendido Tempio di San Biagio alla mano di Michelangelo» accenno con cautela. «Eccoci, lo sapevo. No! Non è possibile. I lavori per la costruzione del Tempio di San Biagio iniziarono nel 1575. Questo è attestato da Francesco Anichini, Cancelliere Vescovile a Grosseto, nella sua importante opera Storia Ecclesiastica della Diocesi di Grosseto del 1752. Michelangelo, a quella data, era già passato da diversi anni a miglior vita». «Bene. Eliminata l?ipotesi Buonarroti, non credi però che il suo disegno possa essere stato tratteggiato dall?allievo Ammannati o dallo stesso Buontalenti, anche lui suo grande estimatore? Si spiegherebbe il richiamo allo stile michelangelesco. In fondo, quando nel Rinascimento si progettava un complesso urbanistico, la cattedrale ne rappresentava il fulcro. La bozza poteva essere di qualche anno prima. Naturalmente la priorità fu data alla realizzazione delle mura, del palazzo e delle case per gli abitanti». «Ripeto, mancano fonti storiche. Quello che possiamo affermare con certezza è che la facciata del Tempio sembra ispirarsi a quella dell?omonima chiesa di Montepulciano, realizzata da Sangallo il Vecchio. Ma anche lui morì mol- PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 VIVI Nella foto il Bastione della cinta muraria di Caldana Foto Giuseppe Guerrini ???? A colloquio con Mario Zannerini, ricercatore e grande appassionato di storia, nonché ex presidente del Comitato storico del paese ti anni prima della posa della prima pietra e non abbiamo notizie che Marcello sia mai entrato in contatto con lui». «Mario, la facciata, ma soprattutto gli interni sono molto più raffinati del monumento di Montepulciano e richiamano opere fiorentine. Se osserviamo la basilica della Santa Trinità del Buontalenti, concentrandosi sul fronte della navata centrale, troviamo delle forti assonanze. Ma forse, ancora di più, le troviamo nelle facciate delle chiese di San Giovanni e San Niccolò dell?Ammannati. In esse, anche dei particolari degli interni sono indizi di paternità. Infine, sai bene che il meridiano terreste passa esattamente nel mezzo all?altare principale e al portale d?entrata di San Biagio. Ciò richiama a conoscenze esoterico-iniziatiche a cui Bartolomeo non era estraneo». «Vedi David, non importa chi effettivamente abbia progettato il Tempio. Il fatto stupefacente è che si parli della mano dei più importanti artisti rinascimentali nei monumenti di Caldana. Capisci? In uno sperduto paesino della Maremma sono racchiuse bellezze architettoniche sorprendenti. Ma non solo, in questo borgo si intrecciano le vicende di famiglie protagoniste della storia del XVI secolo. Da questo maniero è passato il sogno di gloria di Marcello Austini, la cui discendenza si imparenterà con i Chigi, potente casato che arriverà a far eleggere un suo membro Papa con il nome di Alessandro VII». Rimango in silenzio a riflettere. Nel proseguire del discorso, vengo a sapere 44 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 che il primo a fare approfondite ricerche archivistiche sugli Austini e, in particolare, sul loro legame con Caldana, fu proprio Zannerini. Mi racconta che, durante il Palio di Siena dell?agosto 1993, riuscì ad avvicinare il Priore della contrada della Selva, a cui appartenne Marcello, tale Flavio Mocenni. Ascoltata la storia dell?illustre senese, di cui era all?oscuro, promise di documentarsi. Nacque una sorta di gemellaggio tra il borgo maremmano e la Selva. Ogni volta che questa vince il Palio, la copia del drappo designato, viene esposta nel Tempio di San Biagio. Nel 2018 ci fu un furto nel sacro edificio. Furono trafugati diversi oggetti di valore artistico e spirituale, tra cui l?icona della Madonna col Bambino risalente al XV secolo e un turibolo con navicella in argento di scuola fiorentina del XVIII secolo. L?an- no successivo, in concomitanza della vittoria della Selva del Palio d?agosto, 52 contradaioli si recarono con un pullman a Caldana. Accolti con calore, donarono al paese, nel corso di una messa, un incensiere d?argento in segno di solidarietà per l?empia azione subita. È ormai buio ed è giunta l?ora di salutare Mario e Gina, ma prima di lasciarci decidiamo di fare il giro esterno delle mura percorrendo una strada brecciata da poco ripristinata. I bastioni ci dominano imponenti, proiettati verso un cielo trapunto di stelle. Lì, tra il frinire dei grilli, il crepitare della ghiaia sotto i piedi, l?odore d?erba falciata dei campi limitrofi, ci proiettiamo in una dimensione magica, onirica, forse accolti in quello che fu il sogno di gloria di Marcello Austini. VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Il fiume Ombrone, viaggio nella storia e nella natura di uno dei simboli del nostro territorio DI MICHELE GUERRINI 161 km di lunghezza ed un bacino idrografico di 3.494 kmq (di cui circa il 62% nel Senese e il 38% nel Grossetano). Sono i numeri più importanti del fiume Ombrone che nasce dalle colline chiantigiane vicino Siena nei pressi di San Gusmè per arrivare al mare nel tratto di costa tra Principina e Marina d?Alberese (Grosseto) Il fiume come simbolo di vita Un fiume è un simbolo di vita nella sua accezione più completa: tortuoso, imprevedibile, porta con sé i detriti del suo passaggio e all?improvviso esonda e travolge ogni cosa. Dona la vita alle terre che attraversa e, al contempo, ne testimonia silenzioso la storia nel suo instancabile fluire. Il fiume è uno degli elementi naturali che, sin dall?antichità, hanno influenzato l?uomo, non solo a livello demografico ed economico, ma spirituale e storico, accompagnandolo senza sosta nel corso 46 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 del tempo. Raccogliere questi fili e intrecciarli in una trama più complessa è un?operazione importante per capire la vita di un territorio ricco di storia e natura come la nostra Maremma toscana. L?alluvione del 1966 Ombrone è un nome che, storicamente parlando, ricordiamo ogni anno per la famosa alluvione del 4 novembre 1966, che tanta distruzione portò nella valle circostante e a Grosseto, dove l?altezza delle acque arrivarono fino a tre metri e mezzo. Un evento tragico che vediamo raccontato nelle sue tinte più forti nel libro di Luciano Bianciardi e Pilade Rotella ?Grosseto. Un?alluvione per la povera gente?. Sorgente e percorso Ma la storia di questo fiume parte da molto più lontano, dalle colline chiantigiane vicino Siena dove, nei pressi di San Gusmè, troviamo una piccola stele posizionata in prossimità di una curva che testimonia ?Qui nasce il fiume Ombrone?. Nella realtà è un simbolo di più ricca di boschi e meno densamente popolata; nel 2001 si calcolava che la densità demografica (a fronte di 230.000 residenti censiti) fosse inferiore a 50 persone per chilometro quadrato, stesso discorso per l?apparato industriale. Tra valli strette e profonde del Chianti, le colline delle Crete Senesi, il fiume si arrampica nuovamente nel tratto più alto del sistema Farma-Merse e, finalmente, giunge nella profonda e larga pianura alluvionale grossetana per poi arrivare fino al mare nel tratto di costa tra Principina e Marina d?Alberese (Grosseto). Il fiume nella storia Un percorso che, anticamente, lo individuava in pieno territorio etrusco e lo rendeva importante come linea artificiale di demarcazione tra i territori delle principali città dell?epoca: Chiusi, Volterra, Roselle. Roselle, che si affacciava dalla sua altura sul lato orientale dell?allora Lacus Prilius (un lago di circa 90 kmq di cui oggi resta traccia solo nella riserva naturale Diaccia Botrona) divenne, sin dalla sua fondazione prima del VII secolo a.C. un centro urbano molto attivo e competitivo a scapito della vicina Vetulonia, originariamente snodo cruciale per il mercato minerale, agricolo e della caccia. La vicinanza strategica con la foce del fiume gli permetteva infatti di controllare i traffici commerciali interni ed esterni, oltre che rappresentare un rilevante ruolo militare. Un elemento che divenne ancora più preminente al momento della conquista dei territori da parte dei romani. Questi, a differenza degli etruschi che solitamente costruivano e sviluppavano le proprie vie di comunicazione in armonia con il paesaggio sfruttando vallate e guadi, apportarono la prima vera modifica architettonica al paesaggio del fiume, costruendo ponti ed argini volti alla gestione del territorio. La nuova viabilità romana, che prevedeva il collegamento con la Cassia interna e l?Aurelia lungo la costa, e il progressivo ridimensionamento del Lago Prile, determinarono l?inizio della decadenza del comprensivo rosellano, ma non l?abbandono del fiume come via di comunicazione. Se infatti l?asse viario nord-sud (che sarebbe poi divenuto la famosa via Francigena) aumentava d?importanza, il fiume continuò a vedersi attraversato da commerci interni verso il centro urbano di Siena e gli affluenti Merse e Arbia fino a epoca tardo imperiale. L?Ombrone era una costante nelle vite delle città e dei territori che toccava, un elemento che entrò velocemente nei rituali religiosi come testimonia, tra i molti ritrovamenti, un?iscrizione latina presso Punta dello Scoglietto dedicata a Diana Umbronensis, molto probabilmente una declinazione mitologica dell?antica Diana, dea della caccia e dei boschi, legata all?aspetto vitale del fiume. Durante l?alto Medioevo vediamo purtroppo un ristagnarsi di questa forza spirituale ed economica del fiume. Seb- convenzione, gli abitanti della zona indicano come sorgente una porzione del suo tratto iniziale situato a un chilometro di distanza, dove tra la fitta vegetazione vediamo aprirsi un varco stretto e silenzioso. Nei suoi 161 km di lunghezza l?Ombrone sviluppa un bacino idrografico di 3.494 kmq (di cui circa il 62% nel Senese e il 38% nel Grossetano) grazie ai suoi affluenti principali: l?Arbia, il Merse e l?Orcia. Secondo solo all?Arno in Toscana, questo fiume si estende in quella parte della Toscana meridionale PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI ???? Dall?avventura ingegneristica di qualche secolo fa molti cambiamenti ci sono stati e l?Ombrone ha mantenuto il suo ruolo di fiume tra due terre (Siena e Grosseto) bene gli interessi della diocesi di Siena la portassero a coprire gran parte dei territori della valle dell?Ombrone, le terre che lo toccavano furono sfruttate a fini agricoli solo marginalmente e con estrema difficoltà, perché esposte a continui rischi di straripamenti e alluvioni, se non coperte da paludi e acquitrini per gran parte dell?anno. La bonifica Importante fu lo sviluppo di una via del sale, che intrecciandosi con i percorsi della transumanza, arrivava fino al litorale maremmano dove vicino alla foce dell?Ombrone furono gestite numerose paludi salate a raccolta multipla. L?incuria generalizzata che cominciò ad estendersi lungo tutto il Medioevo non fece che peggiorare il problema della ?grossetana? ovvero la vasta estensione di padule che da Grosseto arrivava fino a Castiglione della Pescaia. Si dovette aspettare quasi la fine del ?700, dopo la grave carestia del 17641766, prima che si decidesse di pensare una grande bonifica che potesse trasformare questo territorio in una grande zona di produzione agricola. Se il granduca Pietro Leopoldo fu il promotore iniziale di questo cambiamento, le difficoltà economiche e tecniche iniziali portarono prima di tutto a interventi nel castiglionese ad opera dell?architetto Ximenes e ad un cambiamento dell?assetto del commercio e redistribuzione delle proprietà fondiarie. Fu suo nipote, Leopoldo II detto ?Canapone?, a dare il via vero e proprio ai lavori. Sostenuto dal professor Gaetano Giorgini e Vittorio Fossombroni, esperto di bonifiche e primo ministro, lo coadiuvarono per quella che risultava essere un?opera monumentale di ingegneria. Il 27 novembre 1828 fu dato avvio alla bonifica attraverso la costruzione di due canali che convogliassero il fiume Ombrone verso il lago paludoso di Castiglione della Pescaia e trasportassero qui il loro carico di terra. Sarebbero poi state fatte defluite a mare da una serie di emissari appositamente creati. Nel solo primo anno di lavoro i morti si contarono a centinaia tra incidenti e malaria (alcuni registri parlano di circa novecento vittime); ci vollero venti campagne di bonifica, fino al 1848, per trasformare quella regione salmastra in una fertile pianura agricola di 24 miglia quadrate. Tutta la pianura a nord dell?Ombrone era stata circondata e asservita a una fitta maglia di canali, di casse di colmata, ma il grande nemico, la Malaria ancora non era stato debellato. Lo stesso ingegnere Alessandro Manetti, che aveva diretto le opere di bonifica in Val di Chiana, e fatto esperienza in Francia e Olanda, perse la vita per questa malattia. Il fiume Ombrone oggi Oggi il fiume continua a scorrere e raccogliere attorno a sé la storia delle sue genti. Un nuovo ponte è stato da poco costruito, in località La Barca, simbolo della mobilità sostenibile e dell?ecologia. Dall?avventura ingegneristica di qualche secolo fa molti cambiamenti ci sono stati e l?Ombrone ha mantenuto il suo ruolo di fiume tra due terre (Siena e Grosseto) e tra il passato e il futuro di una terra, finalmente pronta ad ascoltare sempre di più le sue radici. 48 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Pereta, un piccolo borgo di Maremma dove il tempo sembra essersi fermato Gli acquerelli di Massimo Tosi ci portano questo mese a Pereta, dalle parti di Magliano in Toscana, un incantevole borgo medievale, con uno dei centri storici più belli della Maremma, dove il tempo sembra essersi fermato e dove si può fantasticare su storie del passato e godere di una speciale atmosfera del presente TESTO DI ELISABETTA RUSSO - TAVOLE DI MASSIMO TOSI Il paese 50 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Porta senese P ereta, uno dei borghi medievali i più belli della Maremma, letteralmente spicca con la sua snella ma imponente torre medievale su una collina che si incontra percorrendo la strada che va da Scansano a Magliano in Toscana. Il centro storico di Pereta, offre un interessante tessuto urbano che, sviluppatosi tra il X e XV sec., ha mantenuto intatti quei caratteri originali di borgo medioevale fortificato. Il nucleo abitativo più antico, edificato dagli Aldobrandeschi tra il X e il XII sec. è ben visibile sulla parte alta del paese, racchiuso da una serie di edifici affiancati sino a formare un recinto circolare dove le pareti esterne ebbero funzione di mura difensive. Al piccolo paese, racchiuso su sé stesso, si accede attraverso una maestosa porta senese, per poi percorrere le viuzze strette tra case spesso unite tra loro da suggestivi archetti e giungere ai piedi della rocca e della spettacolare torre. Una torre che tra la storia e la leggenda invita la fantasia a immaginare sce- nari e vicende del passato. Si dice, anche se l?ipotesi non è del tutto avvalorata, che la torre sia stata il clandestino nido d?amore del marito di Pia dei Tolomei, Nello Pannocchieschi, e Margherita Aldobrandeschi, con la quale Nello intendeva convolare a nuove nozze. Pia fu poi uccisa in modo cruento, pare in un altro castello in Maremma. Alla sua storia si pensa siano stati dedicati da Dante i versi del V canto del Purgatorio che recitano: ?Ricorditi di me, che son la Pia;/ Siena mi fé, disfecemi Maremma:/ salsi PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI Chiesa di Santa Maria Assunta ???? Il borgo spicca per la sua snella ma imponente torre medievale su una collina che si incontra percorrendo la strada che va da Scansano a Magliano in Toscana colui che ?nnanellata pria/ disposando m?avea con la sua gemma?. (Purgatorio, Canto V) E se ammirando la torre che si staglia imponente sullo sfondo del cielo si va con la mente alle leggende del passato, passeggiando nel piccolo borgo di Pereta si ritorna gradevolmente al presente immersi nella tranquillità del paese dove il tempo sembra rallentato. Andiamo ad esplorare più nei dettagli il borgo di Pereta guidati dalle tavole di Massimo Tosi, iniziando dalla visione d?insieme del paese. Il paese ?Uno dei centri storici più belli della Maremma ? illustra Massimo Tosi ?, si trova su uno sperone roccioso sulla strada che collega Magliano a Scansano. Fondata dagli Aldobrandeschi nel X secolo, assunse la forma attuale grazie ad ampliamenti successivi. Nel XIII 52 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 La torre dell?orologio secolo sulla sommità del colle si ergeva una prima cerchia muraria che delimitava un?area a forma ellittica e comprendeva anche l?alta e svettante torre detta Dell?orologio. I senesi, verso la metà del XIV secolo, costruirono una seconda cerchia muraria, quella che possiamo vedere anche oggi. Le mura comprendono anche due torri di avvistamento e sono costruite con conci di pietra arenaria?. Porta senese Per entrare in paese si passa, unico accesso, attraverso la bella porta senese, testimone del passato ricco di storia del borgo, come Tosi racconta descrivendone lo sviluppo urbanistico. ?Una volta entrata nell?orbita senese, Pereta conobbe un periodo di rilancio edilizio. Il centro urbano fu arricchito di nuovi edifici pubblici e privati, gli artisti senesi abbellirono chiese e residenze signorili, ma soprattutto fu cinta di nuove mura. Fu costruita la nuova porta monumentale, un vero gioiello di architettura militare. All?esterno ricalca modelli tipicamente senesi con un grande soprarco a sesto acuto sostenuto dal tipico arco ribassato. Il coronamento è costituito da archetti pensili in travertino sorretti da mensole tripartite stondate. L?apertura interna è invece caratterizzata da un grande arcone che rimanda a modelli rinascimentali cinquecenteschi. Sappiamo, infatti, che l?architetto Piero Cattaneo, autore delle fortificazioni di porto Ercole, ebbe l?incarico di restaurare la porta di Pereta che minacciava rovina. È difesa da due feritoie per bombardiere orientate verso le strade di accesso, oltre che dal giro delle merlature sui quattro lati?. Chiesa di Santa Maria Assunta Proseguendo la passeggiata all?interno del paese possiamo ammirare alcuni interessanti edifici con facciata quattro-cinquecentesca, e godere di alcuni punti panoramici che si affacciano sulle colline circostanti. Ci soffermiamo con la prossima tavola ad osservare la chiesetta di Santa Maria Assunta. ?La chiesa ? spiega Tosi ? presenta un?interessante facciata caratterizzata dalla policromia delle pietre con cornici decorate, rosone e torre campanaria. La costruzione risale al secolo XV ed è stata molto rimaneggiata. La facciata è a capanna con un coronamento dentellato, presenta un portale con arcone a tutto sesto, una cornice decorata con motivi floreali e un pregevole rosone. L?interno è a navata unica, molto spoglio perché privo dell?arredo rinascimentale poiché la chiesa tra il 1600 e 1800 fu adibita a luogo di assistenza per poveri, ammalati e viandanti bisognosi. I caratteri tardo romanici, l?accentuato cromatismo caldo delle pietre e lo stretto vicolo contribuiscono però a creare un?immagine pittoresca e unica?. La torre dell?orologio Giungiamo infine al punto più suggestivo del paese, la rocca con la sua elegante e poderosa torre, detta dell?orologio, costruita in conci di pietra locale ed alta ben 29 metri, la torre più alta in Maremma. Come si è detto fu forse teatro di incontri clandestini, intrighi e tresche amorose, e anche se non è certo che questo sia leggenda o storia, il fascino della torre che appare un po? avvolta nel mistero aiuta a crederci. ?Imponente struttura ? illustra Tosi ? che svetta sulla parte alta del Paese. Si tratta di uno degli edifici più antichi di Pereta. Edificata alla fine del XIV secolo, ha pianta quadrata ed è priva di aperture. Con la sua altezza svolgeva, oltre alla funzione difensiva, anche quella di avvistamento e controllo visivo di un vasto territorio compresa la strada che dalle pendici dell?Amiata porta al mare. Molto slanciata ed elegante è costruita con filaretti di arenaria bruna?. A conclusione della passeggiata per Pereta si può infine godere di una piacevole sosta presso i tipici ristoranti del paese, per assaporare ricette della tradizione accolti dalla simpatica convivialità dei ristoratori. Con la leggenda della torre alle spalle, un gradevole tuffo nella realtà del presente! LA GALLERIA RIAPRIRÀ A SETTEMBRE VIVI CICLOTURISMO IN MAREMMA Un tour in bici alla scoperta del Parco della Maremma DI ANGELO FEDI* 54 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Prosegue il viaggio alla scoperta degli itinerari turistici da percorrere in bicicletta sulle strade della Maremma grossetana, tratti dalla guida ?Cicloturismo in Maremma?, realizzata per l?Ambito Turistico Maremma Sud da FIAB Grosseto Ciclabile, in collaborazione con il Comune di Grosseto. Terza tappa: il Parco della Maremma T ra le molteplici attrazioni naturalistiche che caratterizzano Grosseto e il suo territorio, il Parco Regionale della Maremma riveste un ruolo di primaria importanza, sia per quanto riguarda la tutela della biodiversità che come destinazione turistica. Dal marzo 2019, grazie ad una lunga pista ciclabile in sommità dell?argine destro del fiume Ombrone e uno spettacolare ponte ciclopedonale realizzato in località Pian di Barca, dedicato alla memoria di Eugenio Luigi Bellucci detto ?Gigi della Barca? ? lo storico traghettatore sul fiume tra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso ? sia il parco, che la frazione di Alberese sono comodamente raggiungibili in bicicletta dalla città di Grosseto. Il ponte, e l?itinerario che si sviluppa lato Alberese, sono parte integrante della ?Ciclopista Tirrenica?, uno dei dieci Itinerari a lunga percorrenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, che si estende per oltre 1200 km tra Ventimiglia e Roma (itinerario numero 19 di Bicitalia, la rete cicloturistica nazionale della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Un?altra scorrevole pista ciclabile rende possibile raggiungere la spiaggia e la foce del fiume da Alberese, in una full immersion nel tipico paesaggio maremmano. All?interno dell?area protetta del Parco della Maremma, numerosi sentieri si inerpicano sulle pendici dei Monti dell?Uccellina, inoltrandosi tra la macchia mediterranea, fino a raggiungere suggestivi affacci sul mare e la grandiosa Abbazia di San Rabano con itinerari percorribili, pur con una certa perizia e allenamento, anche in bicicletta da mountain bike. Un facile itinerario cicloturistico a fondo compatto e in larga parte asfaltato, totalmente interdetto al traffico veicolare, permette di raggiungere l?imponente torre cinquecentesca di Collelungo, posta a guardia della costa in epoca medicea, e l?ampia pineta granducale della fascia costiera, regalando ai visitatori in bicicletta un?esperienza esclusiva e altamente suggestiva. Oltre al Parco della Maremma, la cui costituzione risale al 1975, la piana di Alberese riveste un ruolo importante anche nello sviluppo socioeconomico di Grosseto e della sua provincia. Anche questa zona, infatti, per lunghi secoli è PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ???? L?Itinerario della scheda n° 8 Il Parco della Maremma è dedicato interamente ai percorsi interni al parco e racchiude, sia l?itinerario ciclabile ?Collelungo - Pinastrellaia? che l?itinerario ?A7 foce Ombrone? stata sommersa dagli acquitrini e solo grazie ad una lunga bonifica, iniziata con i Lorena verso la fine del 1700 e terminata con la riforma agraria tra gli anni 30 e 50 del secolo scorso, è stato possibile consegnarla alla comunità quale terreno fertile per produzioni agricole di altissima qualità. È proprio grazie alla fitta rete di strade poderali tracciate tra i canali della bonifica, asfaltate e ombreggiate da lunghe file di maestosi pini marittimi, che oggi è possibile ripercorrere secoli di storia della Maremma al passo lento del pedalare di una bicicletta. Con queste premesse, la pubblicazione ?Cicloturismo in Maremma? non poteva che valorizzare il Parco della Maremma anche sotto il profilo cicloturistico, dedicandogli due dei nostri itinerari cicloturistici. L?Itinerario della scheda n° 8 Il Parco della Maremma è dedicata interamente ai percorsi interni al parco e racchiude, sia l?itinerario ciclabile ?Collelungo - Pinastrellaia? che l?itinerario ?A7 foce Ombrone?. La scheda n° 9 - Alberese, il ponte la bonifica è invece dedicata alla storia della bonifica della piana di Alberese. Due itinerari che possono anche integrarsi, dando vita ad un lungo itinerario storico-naturalistico di rara bellezza che 56 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 sviluppa oltre 60 chilometri, la maggior parte dei quali su percorso protetto e pista ciclabile compatta o asfaltata, alla scoperta della Maremma più autentica. IL PARCO DELLA MAREMMA Lunghezza: 24,13 km Altimetria: 174 mt Tipo di fondo: asfalto, sterrato Percentuale sterrato: 32% Difficoltà: facile Bici consigliata: turismo, mtb Il percorso Il Parco della Maremma si estende per 25 km, tra colline, spiagge sabbiose e alte scogliere circondate da paludi, pinete, campi coltivati e pascoli. I profumi intensi di erbe aromatiche, le bacche colorate, i richiami delle molte specie di animali accolgono il visitatore mostrandogli il lato dolce e allo stesso tempo selvaggio di questo territorio. Un contrasto di elementi che risveglia e libera il piacere di sentirsi in un paradiso ritrovato. Il Parco è aperto tutto l?anno, tutti i giorni della settimana e, per scoprirlo in bicicletta, sono stati predisposti otto itinerari di varia difficoltà che si possono percorrere sia singolarmente sia in gruppo, accompagnati o meno da una guida, in base al periodo dell?anno. Il percorso descritto in questa scheda unisce due degli itinerari del Parco, è percorribile nell?arco di una mattinata previo acquisto del biglietto presso i centri visita, oppure on line all?indirizzo www.parco-maremma.it. Dettagli Il percorso inizia dal Centro Visite di Alberese. Una volta acquistato il biglietto d?ingresso si può partire alla scoperta del Parco della Maremma percorrendo i primi 500 mt della pista ciclabile che conduce a Marina di Albe- rese, per poi girare a sinistra su via degli Olivi e arrivare così al primo cancello che delimita l?area recintata del Parco e segna l?inizio dell?itinerario ciclabile ?Pinastrellaia?. Superato il cancello ci troveremo nel cuore dell?area protetta. Da ora in poi gli ?incontri? inusuali saranno la normalità: qui la natura è di casa. Non mancheranno infatti gli avvistamenti, anche ravvicinati, della fauna ungulata del parco: daini, caprioli e cinghiali faranno capolino tra le pietraie e gli oli- vi secolari. La pista sale dolcemente, con fondo asfaltato, addentrandosi tra la macchia mediterranea fino all?area di sosta di Pratini (km 4,400). Ancora poche centinaia di metri prima che la macchia si diradi e l?orizzonte si apra sulla costa con vista su Cala di Forno. Un altro cancello, questa volta in legno, come quelli che i butteri aprivano e chiudevano senza scendere da cavallo. La pista, ancora su fondo asfaltato, PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? Il percorso ad anello inizia (e finisce) dal Centro Visite di Alberese e tocca la Torre di Collelungo e la foce dell?Ombrone serpeggia lungo un oliveto fatto di piante secolari che arriva ai piedi della Torre di Collelungo, costruzione medicea dalla seconda metà del ?500. Lasciate le biciclette sulle rastrelliere in legno posizionate sul lato interno della duna costiera e incamminatevi lungo il suggestivo sentiero che vi condurrà alla torre. Attraverso un percorso tabellato potrete scoprire la storia di questa e delle altre torri di avvistamento presenti 58 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 nel Parco e godere dello spettacolare panorama sulla lussureggiante pineta granducale che si estende sotto di voi. Ritornati alle biciclette si percorrono i successivi 3 km sulla pista in terra battuta che attraversa l?ombrosa pineta, fino a raggiungere il Centro Servizi di Marina di Alberese (km 10,40 del percorso). Il Centro segna anche il punto da dove si abbandona l?area recintata del Parco, per entrare in quella normal- mente regolamentata. Qui arrivano i bus navetta che fanno la spola da Alberese ed ha inizio la pista ciclabile che torna al Centro Visite principale. Rimandiamo ancora un po? l?appuntamento con la ciclabile per attraversare la strada ed entrare nel secondo dei due itinerari che compongono questo percorso: l?A7 - Foce del fiume Ombrone. Lungo questo itinerario scoprirete la grande idrovora della bonifica, sosterete in silenzio all?interno del capanno di avvistamento dell?avifauna del fiume e percorrerete l?alzaia dell?argine costruito di recente a difesa della duna costiera minacciata dall?erosione delle correnti marine. Una volta tornati sulla pista ciclabile in direzione Alberese incontrerete i cavalli e le vacche dalle grandi corna dell?allevamento di selezione della razza maremmana della Tenuta di Alberese, azienda agricola dell?ente Terre Regionali Toscane che ha il suo centro presso l?antico granaio lorenese di Spergolaia. Gli ultimi chilometri della pista ciclabile vi accompagneranno attraverso questo paesaggio maremmano ancora integro e conservato grazie alla presenza del parco. Il Parco della Maremma è stato istituito nel 1975 ed è il secondo Parco Regionale in Italia. Nel 1992 è stato insignito del Diploma Europeo, speciale riconoscimento dal punto di vista conservazionistico conferito dal Consiglio d?Europa, che viene rinnovato ogni anno e che riguarda solo altre 6 aree protette italiane. VIVI L?INTERVISTA Attilio Tocchi, idee e progetti per far decollare l?agricoltura maremmana e far crescere il territorio A pochi mesi dalla conferma nel ruolo di presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi spiega la sua idea di agricoltura ed illustra idee e progetti che caratterizzeranno il suo secondo mandato che, come da modifica allo Statuto associativo recentemente apportata, durerà quattro anni, uno un più rispetto al passato C onfermato alla guida di Confagricoltura anche per il prossimo quadriennio, Attilio Tocchi si gode questa attestazione di stima e alla testa dei suoi imprenditori, delinea quelle che sono le strategie rispetto alle quali la Maremma deve e dovrà necessariamente fondare il suo sviluppo e il suo asset strategico economico in ambito agricolo. Dopo l?assemblea elettiva in cui è stato votato il novero dei consiglieri, l?esecutivo ha provveduto alla elezione del presidente, sul cui esito non vi era dubbio alcuno, come testimonia l?unanimità espressa. Quella che il presidente Tocchi continuerà a presiedere è una associazione innovativa e strutturata, ?capace di offrire ? come sottolinea lo stesso Tocchi ? moderni servizi all?avanguardia e adeguati alle esigenze di un mondo agrico- 60 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 lo sempre in continuo affanno a causa di una burocrazia opprimente e ridondante, sovente fagocitante di energie materiali ed economiche?. Tocchi, imprenditore agricolo che ha fatto dell?innovazione la sua bandiera, incarna lo stereotipo dell?eccellenza maremmana, fatto di amore per il proprio lavoro, di abnegazione e di attenzione verso gli altri. Allora Tocchi, con quale spirito si accinge a ricoprire per la seconda volta il ruolo di presidente di Confagricoltura? Quando si accetta di svolgere il ruolo di presidente di una grande associazione come Confagricoltura lo si assume con la consapevolezza di spendersi non solo per la crescita della nostra agricoltura, ma soprattutto per aiutare chi ha deciso di intraprendere in questo mondo. Naturalmente la dirigenza può contare sul contributo di un consiglio coeso, espressione delle tante realtà associative e del territorio, e di una struttura professionalmente qualificata, che fa del proprio lavoro un personale stile di vita. Come ha accolto questa conferma? Molto bene, perché non era assolutamente una cosa scontata, visto e considerato che i consiglieri agiscono in autonomia e in rappresentanza delle sezioni e dei sindacati di cui sono espressione. Quello che mi avvio a portare avanti è un mandato diverso dal precedente, minato dagli effetti della pandemia. L?ultimo anno e mezzo ha visto la nostra attività portata avanti in modo intenso, sempre a disposizione dei soci, ma in maniera diversa dal passato. Voglio sperare che il prossimo sarà un quadriennio di rinascita, con una economia e un mondo agricolo in ripartenza. Secondo lei presidente qual è la strategia che deve guidare l?agricoltura dei prossimi anni? Credo che la grande sfida sia quella legata al clima e ai cambiamenti climatici. Anche per questa estate ci sono stati momenti in cui in Italia si sono raggiunte temperature proibitive, che hanno rischiato di mandare in sofferenza le nostre colture. Sostanzialmente i motivi di tutto questo sono due: l?insensatezza dell?uomo e il riscaldamento globale che genera giornate ?infernali? in cui si raggiungono picchi di temperatura superiori ai 45 gradi. Ragione per cui è quanto mai indispensabile che si ripensi anche al nostro ruolo che ci vede ospiti di un pianeta e non padroni. Appena il mese scorso, abbiamo superato la soglia delle scorte che la terra riesce a produrre e abbiamo iniziato a consumare quelle dell?anno prossimo. Credo che prima o Attilio Tocchi poi qualche riflessione sarà pur necessario farla. Intanto chiediamoci quanto spreco di prodotti alimentari facciamo per soddisfare l?opulenza di un popolo? L?agricoltura deve riscoprire il suo ruolo primario e deve, anche con la nuova Pac, imparare a produrre con sapienza. La Toscana, fortemente orientata sulle produzioni biologiche, è la dimostrazione di questa attenzione, ma dobbiamo avere la capacità di difendere questi ideali da politiche di sfruttamento incondizionato e dalla perniciosa concorrenza sleale. Quindi ritiene che il settore agricolo e quello forestale sarebbero gli unici ad avere la capacità di contribuire efficacemente alla lotta ai cambiamenti climatici? L?agricoltura è un?attività economica che di per sé ha effetti positivi sui cambiamenti climatici, poiché attraverso la fotosintesi trasforma l?energia del sole in cibo utilizzando la CO2 presente nell?atmosfera e donando ossigeno. Altrettanto importante è il ruolo dei boschi che, se ben gestiti, producono ossigeno, materiale da lavoro ed energia a zero impatto ambientale. Va poi considerato che l?agricoltura è una delle attività economiche più soggetta ai cambiamenti climatici, che provocano desertificazione, la comparsa di nuovi parassiti provenienti da altre parti del mondo ed eventi atmosferici eccezionali. Malgrado ciò, l?agricoltura dell?UE ha aumentato la propria produttività complessiva del 25% dal 1990 ad oggi e nello stesso periodo le emissioni di gas a effetto serra sono state ridotte del 20%. In un mondo in cui nel 2050 la popolazione aumenterà del 30% rispetto a oggi e nel quale i cambiamenti climatici si ripercuoteranno sugli ecosistemi e sull?uso del suolo in tutto il Pianeta, l?agricoltura e la silvicoltura dell?UE dovranno non solo fornire cibo, mangimi e fibre sufficienti, ma anche sostenere i settori dell?energia, dell?industria e delle costruzioni. Per consentire questo vanno resi più efficienti e sostenibili i sistemi produttivi migliorando i metodi di lavorazione del suolo, di irrigazione e fertilizzazione. Teniamo conto che la diminuzione della piovosità e la necessità di fare grandi opere irrigue per essere pronti all?agricoltura del domani, ci impongono scelte importanti, senza invidiare Israele ove si coltiva il deserto. Come si potrebbe concretizzare questo processo di inversione? Noi potremmo, per le caratteristiche intrinseche, superare queste difficoltà ritornando alla produzione di orticole a pieno campo. Innegabile, dunque, ope- rare un cambio di passo e permettere all?imprenditoria giovane di fare investimenti. Il nostro compito è accoglierli senza avere paura del nuovo. Ormai non possiamo più legare lo sviluppo all?interpretazione dei piani strutturali o al ricorso al TAR sui piani paesaggistici e anche la povertà del nostro territorio, frutto della scarsa competitività nelle produzioni cerealicole e zootecniche, deve essere combattuta con nuove idee. Insomma, dopo il Covid, sono ancora più necessari il coraggio e le idee. Non fare è più deleterio che fare e sbagliare. Pensiamo solo all?idea olandese della produzione di insalata in serra in idroponica e solare. Da un milione di cesti all?anno si è passati a 12 milioni, sempre sulla stessa superficie. Pertanto, possibile non immaginare un progetto irriguo che divida la pianura grossetana in settori di produzione? Ecco perché occorre investire in ricerca e innovazione, anche digitale, e mettere l?impresa agricola nelle condizioni di poter accedere e utilizzare le nuove tecnologie di precisione con adeguati strumenti di sostegno. In questo senso, sono convinto, avrà un ruolo determinante il Polo Toscano dell?Agroalimentare, alla cui fondazione e successiva gestione Confagricoltura e le sue aziende hanno dato un contributo determinante. Infine, sarebbe auspicabi- PRIMO PIANO ? VIVI ? 61 VIVI ???? Tocchi, imprenditore agricolo che ha fatto dell?innovazione la sua bandiera, incarna lo stereotipo dell?eccellenza maremmana, fatto di amore per il proprio lavoro, di abnegazione e di attenzione verso gli altri le una nuova strategia sulle biomasse per la produzione di energia elettrica, termica e biocarburanti avanzati, ponendole al centro di un importante sviluppo economico dei territori vocati, sia agricoli e sia forestali, come il nostro. A proposito di valorizzazione delle eccellenze, come vorrà promuovere il concetto delle Spighe Verdi? Come ho già avuto modo di spiegare, la Maremma potrebbe diventare il distretto Spighe Verdi d?Italia, tenuto conto della sua particolare strutturazione. Ricordo che le ?Spighe Verdi? di Confagricoltura, sono un riconoscimento che la nostra associazione conferisce ai comuni virtuosi un cui l?aspetto agri- 62 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 colo non prescinde dalla sostenibilità ambientale, rispettando determinati parametri imposti dalla Fee. Poiché abbiamo molto insistito su questo concetto, auspico che il prossimo anno, alle tre amministrazioni comunali destinatarie delle Spighe 2021, se ne possano aggiungere molte altre, così da rendere tutta la Maremma distretto certificato di eccellenza agricola. Quali altre azioni ritiene indispensabili per accrescere il settore primario maremmano? Innanzitutto un progetto di sviluppo della nostra viticoltura sotto l?egida della Doc Maremma e maggiori tutele per la pastorizia, con azioni concrete per ridurre la predazione. Tutta la zootecnia, ovina e bovina da latte e da carne, è in sofferenza. Questo è uno dei settori più importanti per il mantenimento del territorio e che permette anche rotazioni agricole ?sensate?, ecco perché ci aspettiamo azioni pesanti per mantenere l?esistente. Poi abbiamo intenzione di chiedere alla Regione interventi severi per il contenimento degli ungulati, obbligando i distretti del cinghiale ad interventi concreti pena la sospensione dell?esercizio venatorio. Inoltre vorremmo che si ripristini il progetto delle Strade del Vino e dei Sapori, utilizzandolo come strumento di promozione delle produzioni agricole e dell?ospitalità rurale. AGRICOLTURA Maremma regina delle Spighe Verdi di Confagricoltura Con ben tre comuni premiati ? Massa Marittima, Castiglione della Pescaia e per la prima volta Grosseto ? la Maremma si candida a diventare sempre più un distretto ?Spighe Verdi?, certificazione di eccellenza legata all?assetto rurale, naturale e ambientale che Confagricoltura riconosce grazie alla FEE, la Foundation for Environmental Education I comuni rurali sono in Maremma. Lo attestano le Spighe Verdi 2021 di Confagricoltura, assegnate a ben 3 territori della nostra provincia come Massa Marittima, Castiglione della Pescaia e per la prima volta Grosseto. «Sono moderatamente soddisfatto di questo riconoscimento ? ammette il presidente di Confagricoltura Grosseto Attilio Tocchi ? perché sono convinto che tutta la Maremma possieda i requisiti per ricevere questa certificazione di eccellenza legata all?assetto rurale, naturale e ambientale che Confagricoltura riconosce grazie alla FEE, la Foundation for Environmental Education. Sono altrettanto convinto che l?esempio di questi comuni virtuosi sia un formidabile traino per spingere le amministrazioni che ancora non l?hanno fatto a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all?ambiente e alla qualità della vita di tutta la comunità interessata. I comuni di Massa Marittima, Castiglione della Pescaia e Grosseto hanno così adottato lo schema di Spighe Verdi rispondendo ad un set di indicatori, proposto da FEE Italia, in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio, indirizzandole verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità». Tocchi spiega poi che le Spighe Verdi non sono solo un semplice vessillo da far garrire al vento, ma una vera filosofia territoriale che qualifica ulteriormente le amministrazioni ma soprattutto le aziende che vi insistono. «In Italia ? prosegue il presidente di PRIMO PIANO ? VIVI ? 65 VIVI ???? Tocchi: ?Le Spighe Verdi non sono solo un semplice vessillo da far garrire al vento, ma una vera filosofia territoriale che qualifica ulteriormente le amministrazioni ma soprattutto le aziende che vi insistono? Confagricoltura Grosseto ?, in questa sesta edizione, le Spighe Verdi di Confagricoltura sono state assegnate a 59 località rurali che potranno fregiarsi del riconoscimento, rispetto alle 46 dello scorso anno, con 18 nuovi ingressi tra i quali Grosseto. Peraltro, ricevere le Spighe non è una cosa automaticamente e mantenibile, come dimostrano i 5 comuni non confermati. Sono contento che in Toscana sia la nostra provincia ad esprimere il numero maggiore di comuni insigniti, e sono altrettanto convinto che il prossimo anno si possa parlare della Maremma come distretto ?Spighe Verdi?, perché tutti i territori ne hanno i requisiti e le caratteristiche intrinseche». Le Spighe Verdi a Castiglione della Pescaia Soddisfazione per il prestigioso vessillo che premia i Comuni rurali impegnati a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, la cura dell?ambiente e la difesa del paesaggio è stata espressa dal Comune di Castiglione della Pescaia 66 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 premiato per il terzo anno consecutivo. «Il nostro paese ? affermano soddisfatti Elena Nappi vicesindaca con delega alle politiche ambientali e Federico Mazzarello, assessore all?agricoltura ? è da sempre mare e terra, un binomio inscindibile che ci rende unici nel panorama europeo e questa amministrazione comunale da sempre ritiene estremamente prezioso il supporto fornito dagli agricoltori per il mantenimento e la cura del paesaggio agricolo sul quale dobbiamo investire continuamente per valorizzarlo e raggiungere traguardi così importanti». «La candidatura per l?ottenimento di questo riconoscimento ? precisano Nappi e Mazzarello ? è volontaria e gratuita. La designazione è sottoposta da una commissione di valutazione nazionale che riunisce esperti provenienti da diversi enti pubblici e privati ai quali spetta il compito di controllare la rispondenza dei territori esaminati a criteri contenuti in diverse aree tematiche: acqua, energia, agricoltura, rifiuti, assetto urbanistico, tutela del paesaggio». «Continuare ad essere un territorio ?Spighe Verdi? ? sottolineano i due amministratori ? significa garanzia della qualità ambientale di Castiglione della Pescaia e presenza di buone pratiche di sostenibilità, con effetti positivi sugli ecosistemi e sulle sue popolazioni, sul turismo e sulla commercializzazione dei prodotti agricoli». «Gli imprenditori castiglionesi ? affermano i delegati di ambiente e agricoltura della cittadina balneare ? sono tra i principali promotori del territorio e lo fanno attraverso le loro aziende agricole. Grazie a certificazioni come questa rilasciata dalla Fee e Confagricoltura, l?amministrazione comunale è stimolata a proseguire la sinergia vincente che permette la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari presenti nel territorio, la loro promozione nel mondo e soprattutto l?alto livello delle nostre imprese che sono in grado di offrire occupazione, contribuendo all?economia locale». «La bandiera delle Spighe Verdi ? rivelano Nappi e Mazzarello ? è il simbolo in assoluto della sostenibilità e poterla menzionare per le aziende agricole e le strutture agrituristiche castiglionesi è un importante valore aggiunto, un biglietto da visita dove si anticipa ai propri ospiti di trovarsi davanti a professionisti che hanno scelto di condurre la loro azienda stando al passo con i tempi e nel rispetto dell?ambiente». «Questa certificazione ? concludono Nappi e Mazzarello ? ci rende orgogliosi perché sancisce il prezioso lavoro dei nostri agricoltori, che attraverso scelte attente ed accurate caratterizzano il panorama agricolo del brand Maremma». ENOLOGIA Francesco Mazzei confermato alla guida del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana Sulla scorta degli ottimi risultati conseguiti nel primo mandato, Francesco Mazzei è stato confermato alla guida del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Nel triennio appena trascorso cresciute la notorietà e la percezione della Denominazione. Confermato il programma di azione per raggiungere gli obiettivi prefissati Francesco Mazzei N el segno della continuità, Francesco Mazzei è stato rieletto presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per un secondo mandato. Fiorentino, classe 1959, Mazzei è un imprenditore di successo, CEO della Marchesi Mazzei spa, che annovera tra le sue Aziende la Tenuta Belguardo nella Maremma Toscana. Francesco Mazzei ricopre attualmente anche la carica di presidente AVITO, importante Associazione che riunisce 22 Consorzi Vitivinicoli della Toscana, i quali forniscono praticamente la totalità della produzione DOP e IGT regionale con oltre 1 miliardo di fatturato (11% di quello nazionale). ?In un triennio dove la pandemia ha ostacolato le attività ? afferma il riconfermato presidente ?, si sono comunque ottenuti risultati incoraggianti riguardo la notorietà e l?apprezzamento della Denominazione. Questo conferma il potenziale della DOC Maremma Toscana; è auspicabile agire in continuità con gli obiettivi del programma di sviluppo messo in campo nel 2018?. Sulla spinta della crescita produttiva della DOC e della sua notorietà nel periodo appena concluso, e nella consapevolezza del potenziale dei vini e del PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI ???? Fiorentino, classe 1959, Mazzei è un imprenditore di successo, CEO della Marchesi Mazzei spa, che annovera tra le sue Aziende la Tenuta Belguardo nella Maremma Toscana. Ricopre attualmente anche la carica di presidente AVITO territorio, espressi solo in parte a causa delle chiusure obbligatorie che vi sono state a partire dai primi mesi del 2020, sono molteplici gli obiettivi della seconda gestione guidata da Mazzei: ampliare la base sociale; stimolare la crescita qualitativa; raggiungere almeno i 10 milioni di bottiglie; proseguire sulla strada delle sinergie con altri Consorzi che operano sul territorio; dare vigore all?enoturismo; incentivare pratiche di agricoltura sostenibile e di precisione. Tutto questo ha come focus l?esigenza di andare a creare valore per l?intera filiera. Per raggiungere gli obiettivi dati, 70 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Mazzei sarà affiancato dai vicepresidenti Marco Bruni (Azienda Bruni) e Edoardo Donato (Podere Biologico Carpine). Gli altri componenti del nuovo Cda sono Andrea Daldin (Tenuta Sassoregale-Santa Margherita), Alessandro Gallo (Rocca di Montemassi), Sergio Bucci (Vignaioli del Morellino), Pericle Paciello (Rocca di Frassinello), Federica Mascheroni Stianti (Castelprile-Compagnia di Volpaia) e Massimo Tuccio (Cantina Cooperativa I Vini di Maremma). ?Tra i punti di forza da cui ripartire ? spiega Mazzei ? ci sono certamente il miglioramento del valore del brand DOC Maremma Toscana, in buona parte raggiunto con il Vermentino e che perseguiremo anche per le altre tipologie di vino previste dal disciplinare, un risultato raggiungibile grazie alle campagne promozionali e agli eventi e fiere ? che mi auspico si possano riprendere in totale sicurezza quanto prima ? realizzati dal Consorzio in Italia e all?estero, anche assieme agli altri Consorzi, per potenziare sinergicamente l?attività di valorizzazione del territorio e dei suoi vini?. ?La DOC Maremma Toscana ? prosegue Mazzei ? è giovane ma si trova già al 7° posto per l?imbottigliato tra le DOP toscane. L?incremento dell?imbottigliato del 19% nel primo semestre del 2021, dopo il rallentamento del 2020 dovuto alla pandemia, fa ben sperare per l?obiettivo dei 10 milioni di bottiglie nel medio periodo, massa critica indispensabile per avere visibilità sui mercati?. Importante anche il lavoro di mappatura del territorio di produzione per individuare le zone, le biodiversità e le varietà da valorizzare, oltre che di indirizzo e sostegno alla viticoltura sostenibile finalizzata a preservare la Maremma, mantenendo e anzi potenziando la percezione positiva dei consumatori per questo territorio ancora incontaminato. Nato nel 2014, il Consorzio conta ad oggi 314 aziende associate, di cui 97 aziende ?verticali?. La produzione vede impegnati viticoltori piccoli e medi a fianco di alcuni dei nomi più blasonati del panorama enologico nazionale. VIVI PERSONAGGI Raffaella Carrà e quell?amore sconfinato verso l?Argentario e la sua gente Della sua dimensione pubblica si sa tutto o quasi. Viceversa più nascosta è sempre stata la sua sfera più intima e privata. Ad appena due mesi dalla scomparsa pubblichiamo un ricordo di Raffaella Carrà da sempre legata alla comunità di Monte Argentario, terra di frontiera e di confine, ospitale e accogliente come i posti di mare sanno essere, eletta a suo buen retiro? DI FRANCESCA COSTAGLIOLA S crivere di Raffaella Carrà è facile e difficile insieme. È facile perché la Raffa nazionale è riuscita a condividere la propria quotidianità con la gente, si muoveva tra le bancarelle del pesce, amava prendere il caffè al bar con gli amici, non lesinava mai un sorriso o una parola gentile. È difficile, perché non si può definirla senza rischiare di circoscrivere i propri ambiti di competenza: attrice, ballerina, autrice, presentatrice, ottima conoscitrice delle lingue straniere, non aveva bisogno di interpreti. Una donna poliedrica in grado di saper trattare ogni argomento, artista, ma anche persona sensibile e generosa. Per me che la conoscevo da trent?anni e con la quale ho avuto il privilegio di lavorare per il sabato sera di Rai Uno è singolare trattarne adesso. Di certo la sua energia contagiosa rimarrà per sempre, così come il messaggio di essere sul lavoro puntuali e creativi, metodici e intuitivi mi è rimasto come insegnamento da applicare in modo trasversale; mai trascurare i dettagli, ma fare attenzione anche all?organicità di ogni progetto nella sua globalità. L?incontro, dunque, di tanti punti di vista diversi, l?importanza del lavoro del singolo, ma anche del gioco di squadra. Da tifosa di calcio (il suo cuore batteva per la Juventus) conosceva molto bene le regole del buon gio- 72 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 co sul palcoscenico e nella vita di tutti i giorni. Mai una cesura tra la coerenza della Raffaella privata e la Raffaella pubblica. Il legame con l?Argentario Tra i molteplici impegni in Italia e all?estero, nutriva un legame noto e consolidato con l?Argentario, terra di frontiera e di confine, ospitale e accogliente come i posti di mare sanno essere, un mare scintillante di cobalto e turchino a poca distanza da Roma, ma sufficiente per tuffarsi in una dimensione di relax, utile a liberarsi dagli affanni e dalle tensioni, per rigenerarsi a contatto con gli amici di sempre e con gli affetti più cari. Non a caso lei, bolognese di nascita, era unita fin da piccola al mare, alla riviera romagnola ed in particolare Bellaria in cui l?adorata nonna Andreina e la madre Iris gestivano il Caffè Centrale, un punto di ritrovo in cui gli abitanti del luogo e i turisti si rifocillavano dopo le lunghe giornate in spiaggia e scambiavano quattro chiacchiere in un ambiente caloroso e ospitale, che ha lasciato il segno nell?indole aperta e solare di Raffaella. Raffaella Carrà amava l?Argentario, i suoi colori, la sua gente, le piacevano le piccole gioie del quotidiano: giocare a carte, fare la spesa, cucinare, preparare qualcosa che sapeva gradito ai propri ospiti, ma si entusiasmava anche per nuovi progetti e lottava difendendo a spada tratta le giuste cause. Una donna forte e risoluta, ma anche riservata e pudìca nell?altruismo. Una professionista a tutto tondo come poche, un?amica sensibile e attenta. Una vita di successi I genitori si separarono due anni dopo le nozze e la piccola Raffaella passò gran parte della sua infanzia tra Bologna, dove studiava, e Bellaria. A soli otto anni lasciò l?Emilia-Romagna per proseguire gli studi direttamente a Roma, inizialmente presso l?Accademia nazionale di danza, fondata dalla ballerina russa Jia Ruskaja, dove rimarrà fino ai quattordici anni, e successivamente al Centro sperimentale di cinematografia. La sua carriera cinematografica incominciò molto presto, agli inizi degli anni cinquanta, partecipando come attrice bambina, a otto anni, al film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952), un melodramma. Nella prima metà degli anni sessanta le fu dato lo pseudonimo Carrà, consigliatole dal regista Dante Guardamagna, il quale, appassionato di pittura, associò il suo vero nome, Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, al cognome del pittore Carlo Carrà. Il resto è storia: musica, cinema, tv. Ogni programma un successo, acquisito con l?impegno, la fatica, ore di prove ed un?empatia naturale che le ha permesso di interagire con ogni ospite, da quello famoso, al vicino della porta accanto. Hanno fatto la storia della tv Carramba che sorpresa e Carramba che fortuna, un alternarsi di sorprese e di ricongiungimenti grazie ad un complice, un gancio che permetteva all?ignaro ospite la realizzazione del proprio sogno, quale magari quello di rivedere un parente trasferitosi nell?altra parte del mondo o incontrare il proprio idolo. Nel 2006 Raffaella è autrice e presentatrice di Amore, una trasmissione del sabato sera di Rai Uno tra varietà e televisione di servizio. Il tema cardine: le adozioni a distanza, una vera e propria missione per Raffaella. Il palcoscenico è allestito nelle forme di un grande show con un?orchestra di 32 elementi diretta dal maestro Leonardo De Amicis nella suggestiva cornice dell?Auditorium RAI del Foro Italico. Il programma viene promosso con alcuni spot e immagini realizzate da Oliviero Toscani, in cui Raffaella è attorniata da bambini di diverse etnie. L?obiettivo è quello di raccogliere tramite un centralino le adesioni di quanti vorranno aiutare i bambini dei paesi più poveri con un sostegno a distanza. L?esito sarà eccezionale, anche perché è proprio Raffaella per prima a dare il proprio esempio adottando una decina di bambini. Fondamentale risulta essere la serietà delle operazioni dovute alla collaborazione con Associazioni di chiara fama e il supporto di personaggi famosi, che si recano essi stessi in prima persona in India, Brasile, in Congo. Un?esperienza coinvolgente e totalizzante in cui viene approfondita la dolorosa vicenda dei bambini soldato in Sierra Leone, o la prostituzione minorile in Indocina, senza contare la profonda sensibilità dei padrini e delle madrine nel raccontare le motivazioni e le sensazioni scaturite dall?adozione. Li ho conosciuti tutti e di ciascuno mi è rimasto qualcosa, così come dei giovani adottati giunti in Italia per incontrare i propri benefattori. In questo caso è stato doveroso comunicare in spagnolo ed inglese. Non posso dimenticare i sorrisi di riconoscenza, la loro emozione nel vedere Raffaella e nel solcare un palcoscenico prestigioso, i piccoli grandi doni da scambiare con i padrini e le madrine, la gioia commossa di una sorpresa inaspettata. Proprio nella chiesa dell?Aracoeli a Roma ed in quella di Porto Santo Stefano sull?altare insieme ad un tripudio di rose gialle, i fiori preferiti da Raffaella e di girasoli e spighe di grano ha colpito il cuore di tutti l?immagine di Raffaella e dei bambini immortalati da Oliviero Toscani per la campagna pubblicitaria di Amore. Il ricordo nel trigesimo Durante la celebrazione del 5 agosto officiata dal parroco di Porto Santo Stefano, nella sua omelia Don Sandro Lusini ha espresso le seguenti parole: ?La morte non chiude l?esistenza delle persone: il fonte battesimale è ciò che impedisce che il nostro corpo finisca nel nulla, la nostra vita appartiene a Dio e nel battesimo siamo rivestiti della grazia di Cristo. La vita terrena è solo una parte della nostra vita complessiva. Le ceneri di Raffaella Carrà accanto al fonte battesimale danno un messaggio di speranza: tutto quello che noi facciamo non si perderà?. E c?è il parallelismo con i tramonti di Cala Piccola, i tanti tramonti che Raffaella Carrà ha visto dalla sua casa: ?Il sole tramonta e poi il giorno dopo risorge?. Il sindaco di Monte Argentario Francesco Borghini ha conferito a Raffaella la cittadinanza onoraria: ?Oggi vogliamo ricordare l?amica e non l?artista. Vogliamo ringraziarla per aver scelto PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? Raffaella Carrà amava l?Argentario, i suoi colori, la sua gente, le piacevano le piccole gioie del quotidiano: giocare a carte, fare la spesa, cucinare, preparare qualcosa che sapeva gradito ai propri ospiti, ma si entusiasmava anche per nuovi progetti e lottava difendendo a spada tratta le giuste cause l?Argentario come luogo del suo tempo libero e fonte di ispirazione per la sua carriera. Ha sbandierato l?amore per l?Argentario nel mondo, contribuendo alla diffusione del nome e della bellezza del nostro territorio. Amore ampiamente corrisposto in maniera autentica, sincera. Abbiamo all?inizio accolto Raffaella Carrà con orgoglio, poi con amicizia, poi è diventata parte della nostra comunità. Raffaella sarà sempre una nostra concittadina. Ritengo giusto che il Comune conferisca a Raffaella la cittadinanza onoraria?. ?A Raffaella Carrà saranno anche intitolati i giardinetti con i giochi per bambini in costruzione a Porto Santo Stefano. Ci sarà ? annuncia il sindaco ? anche un premio artistico che porterà il suo nome. Tutte queste iniziative voglia- mo che siano il segno tangibile dell?affetto per Raffaella insieme ad un nostro forte e grande abbraccio?, conclude il sindaco. Raffaella dimorerà nella chiesetta del cimitero di Santo Stefano. Una riflessione viene condivisa anche dalla conduttrice Lorena Bianchetti: ?Vola Raffaella, chissà con quale canzone ci avresti voluto salutare, oggi continua a sorriderci dal palcoscenico del cielo?. Infine dai partecipanti visibilmente emozionati, ma composti, come sobria, ma intensa è stata la celebrazione, è stata avviata una breve processione con l?urna dalla chiesa al piazzale del Comune e la cerimonia di intitolazione dell?ultima ambulanza della Misericordia, con la riconoscenza da tutti i volontari dell?associazione alla quale Raffaella Carrà, pochi mesi prima di morire aveva devoluto un immobile, che ella aveva adibito a palestra. Un gesto di straordinaria, ma riservata generosità. Sirene spiegate come ultimo saluto, l?Argentario e Raffaella per sempre uniti. Un abbraccio che attraversa l?Italia, senza rumore o clamore, senza eccessi, sotto lo sguardo provato ed emozionato di Sergio Japino, anche lui legatissimo all?Argentario e agli amici che condivideva con Raffaella. La messa a San Giovanni Rotondo E a Roma e Porto Santo Stefano si unirà il 5 settembre San Giovanni Rotondo, dove verrà celebrata la messa per ricordare i due mesi dalla scomparsa. Si tratta di tre luoghi che hanno inciso profondamente nella vita dell?artista 74 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 e della donna Raffaella, provvista di una fede silenziosa, così come tacita è stata la sua straordinaria generosità verso chi ne aveva bisogno. E a proposito di San Giovanni Rotondo ecco cosa diceva Raffaella di San Pio da Pietrelcina: ?L?unica cosa che credo di Padre Pio, perché l?ho provata io personalmente, è che se tu preghi Padre Pio ne avrai un beneficio. Veramente tutte le persone che ho incontrato hanno questa convinzione. Io sono sicura che questo è proprio vero?. Buon viaggio E così, se ne è andata via in silenzio, in punta di piedi colei che ha fatto ballare, incontrare e raccontare persone di ogni dove, che ha sempre mostrato sollecitudine verso chi le stava vicino, verso il prossimo. Non c?è bisogno di troppe parole. Il sorriso di Raffaella in chi l?ha conosciuta e vissuta di persona nella quotidianità e in chi l?ha incontrata attraverso la tv esprime tutta la propria umanità gentile e mai invadente, accogliente e rispettosa. Da Trieste in giù e... non solo, rimarrai nei nostri cuori per sempre. Buon viaggio Raffaella, da chi ti ha scritto tante storie di bambini, padrini e madrine, da chi da te è stata educata al vero giornalismo, al raccontare i fatti senza permettersi negligenze o dimenticanze, ma anche senza tralasciare le emozioni e... sempre col sorriso e la consapevolezza di donare gioia e serenità, un abbraccio che allieta il cuore. VIVI ECONOMIA È nata Banca Tema - Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma - Credito Cooperativo Dopo un lungo percorso durato circa due anni, il processo di fusione tra Banca Tema e Banca Valdichiana si è concluso e nelle scorse settimane è ufficialmente nata la nuova realtà creditizia denominata Banca Tema - Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma - Credito Cooperativo DI REDAZIONE È nata una nuova Banca Ormai da alcune settimane è ufficialmente operativa la nuova Banca Tema ? Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma ? Credito Cooperativo, con sede legale a Chiusi in Via Porsenna 54 e direzione generale a Grosseto in Corso Carducci 14. Dopo un lungo percorso durato circa due anni, il processo di fusione si è concretizzato con l?ottenimento dell?autorizzazione della Banca Centrale Europea arrivata in data 15 aprile 2021. La fusione si è potuta realizzare, anche grazie al prezioso supporto della Capogruppo Iccrea banca S.p.A. Le assemblee straordinarie dei soci delle due BCC, svoltesi il 7 e l?8 giugno scorsi, hanno registrato la partecipazione di oltre 5.000 soci, che hanno approvato il progetto a larghissima maggioranza registrando oltre il 98% dei voti favorevoli. Un risultato che testimonia, ancora una volta, il forte coinvolgimento delle comunità e la fiducia che i soci ripongono negli amministratori ed in questo storico progetto di costruzione di una Banca, più grande, fortemente radicata nelle zone di operatività che porterà significativi benefici a tutto il territorio. Le due banche fuse Il nuovo Istituto nasce dall?unione di 76 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Banca Tema con Banca Valdichiana, entrambe banche provenienti da precedenti aggregazioni con una storia ultracentenaria. Banca Tema ? Terre Etrusche e di Maremma Credito Cooperativo è nata il 1° novembre 2016 dalla fusione delle tre BCC della provincia di Grosseto: Banca della Maremma Credito Cooperativo di Grosseto, Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano e Banca di Saturnia e Costa d?Argento Credito Cooperativo. Banca Valdichiana - Credito Cooperativo di Chiusi e Montepulciano è nata il 1° luglio 2016 dalla fusione per unione tra Banca Valdichiana e BCC di Montepulciano. Entrambi gli Istituti, dal 2019, sono entrati a far parte del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Le cariche Il Consiglio di Amministrazione della nuova Banca, composto da 13 membri, si è riunito nelle scorse settimane nella sede di Grosseto e ha eletto le nuove cariche: Francesco Carri (presidente), Fabio Tamagnini (vice-presidente Vicario), Giovanni Marcocci (vice-presidente), Valter Vincio (vice-presidente), Vincenzo Albanese (consigliere), Fernando Antonio Andreini (consigliere), Paolo Bittarelli (consigliere), Stefano Conti (consigliere), Francesco Gentili (consigliere), Giuliana Lanci (consigliere), Eros Nappini (consigliere), Alberto Paolini (consigliere), Gianfranco Venturi (consigliere). Il Consiglio di Amministrazione ha nominato i seguenti consiglieri componenti del Comitato Esecutivo: Eros Nappini (presidente), Stefano Conti (vice-presidente), Vincenzo Albanese (componente), Paolo Bittarelli (componente), Alberto Paolini (componente). Questi i componenti del Collegio Sindacale: Mario Morandini (presidente), Gianluigi Bogi (membro effettivo), Riccardo Palombo (membro effettivo), Gian Luca Ancarani (membro supplente), Cristiano Binaglia (membro supplente). Per quanto riguarda il Collegio dei Probiviri questi i membri scelti: Paolo Sanchini (presidente), Alessandro Bertolini (membro effettivo), Monja Salvadori (membro effettivo), Michele Angeli (membro supplente), Roberto Menchini (membro supplente). Il direttore generale è Fabio Becherini. I numeri della nuova Banca Tema La nuova Banca Tema conta circa 20.000 soci e 74.000 clienti. Il suo territorio di competenza comprende 3 regioni (Toscana, Umbria e Lazio) e 5 Nella foto il CDA della nuova Banca Tema - Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma - Credito Cooperativo province (Grosseto, Siena, Arezzo, Perugia e Viterbo), in cui sono dislocate 53 filiali con 95 Comuni di operatività e un organico composto da 364 dipendenti. I numeri che indicano le principali grandezze della nuova Banca sono significativi: 150 mln di patrimonio netto di bilancio, 1,9 mld di raccolta diretta, 500 mln di raccolta indiretta e 1,5 mld di impieghi. Grandezze che sono destinate a crescere tenuto conto delle potenzialità del territorio di operatività che la nuova Banca Tema contribuirà a far sviluppare ulteriormente. Una realtà creditizia ? quella appena nata ? più grande, più forte e più solida, dunque, che continuerà ad operare per il bene comune, investendo nello sviluppo delle economie locali e mettendo al centro territorio e soci, nel rispetto della storia delle BCC da cui nasce. Le dichiarazioni «La ?nuova? Banca Tema ? evidenzia il presidente Francesco Carri ? è una banca autenticamente locale, espressione della comunità di appartenenza con centri decisionali in loco. Con questa operazione di fusione rinforzeremo ulteriormente i rapporti con i soci e i clienti mettendoci, come sempre, al loro servizio con adeguata pro- fessionalità e disponibilità al dialogo. C?è grande convinzione ed entusiasmo intorno a questo progetto, sia da parte degli amministratori che dei collaboratori (che ringraziamo tutti) e ci impegneremo al massimo per raggiungere gli obiettivi prefissati. È doveroso ringraziare, a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione, il Direttore Generale Fabio Becherini che ha saputo coordinare in modo eccellente, con grande impegno e professionalità tutto il percorso che ha portato alla fusione. Un ringraziamento a tutti gli amministratori, sindaci e probiviri che hanno lasciato il ruolo ricoperto per favorire il progetto aggregativo. Le banche di credito cooperativo ? aggiunge Carri ? hanno uno stretto legame con i territori di cui sono espressione e continueranno, anche nell?epoca dell?evoluzione tecnologica, particolarmente rilevante nell?operatività delle banche, a dialogare con le persone e con tutte le Istituzioni. Le banche di credito cooperativo costituiscono un presidio indispensabile per favorire l?inclusione sociale, la partecipazione, la riduzione delle disuguaglianze, l?innovazione, la coesione sociale, la crescita responsabile e sostenibile. La nostra banca continuerà ad agire in assoluta coerenza con tali finalità. Le due banche che si sono fuse sono state promotrici e sostenitrici di una mutua ciascuna: ?Tema Vita? e ?Amici per sempre? la cui attività mutualistica, di reciproca assistenza, così come previsto dal patto sociale, continuerà ad andare incontro ai bisogni degli associati in ambito sanitario, educativo, culturale, ricreativo. Le due mutue hanno già avviato rapporti per coordinare la loro attività verso una prospettiva di unificazione. I soci delle mutue ad oggi sono complessivamente superiori a 4.000. Chiediamo alle persone ed alle imprese delle nostre comunità ? conclude il Presidente ? di stare vicino alla loro banca che costituisce una ricchezza collettiva per il bene comune». Il direttore generale Fabio Becherini, in primo luogo, ringrazia tutti i collaboratori per l?impegno profuso e la professionalità dimostrata, nella realizzazione di questo importante e complesso processo aggregativo, con spirito cooperativo animati dai principi valoriali della mutualità. «Nonostante le dimensioni ed i volumi siano raddoppiati ? aggiunge Becherini ?, continueremo ad operare come banca di prossimità, rinnovando la vicinanza alle nostre comunità di riferimento. La creazione di nuovi presidi specialistici e la suddivisione del PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ???? La nuova Banca Tema conta circa 20.000 soci e 74.000 clienti. Il suo territorio di competenza comprende 3 regioni (Toscana, Umbria e Lazio) e 5 province (Grosseto, Siena, Arezzo, Perugia e Viterbo), in cui sono dislocate 53 filiali con 95 Comuni di operatività e un organico composto da 364 dipendenti territorio in quattro aree ? Grosseto e Costa d?Argento, entroterra maremmano ed alto viterbese, Chiusi e Montepulciano, Valdichiana e Arezzo ? ci permetteranno di meglio soddisfare le esigenze di soci e clienti e di mantenere, allo stesso tempo, l?attenzione sul territorio. La transizione digitale non scalfirà la nostra disponibilità costante nel rapporto diretto con clienti e soci che avranno sempre la possibilità di confrontarsi con i collaboratori della ban- ca. Anche grazie al proficuo rapporto con la Capogruppo Iccrea Banca Spa (che rientra fra i primi quattro gruppi bancari nazionali), continueremo ad operare sempre meglio in tutti gli ambiti dell?attività bancaria. Continueremo ad accompagnare la crescita delle imprese locali nello sviluppo della loro attività e dei loro mercati. Il tessuto produttivo che caratterizza i territori presidiati dalla banca ? sottolinea ancora Becherini ? ha grandi potenzia- lità di sviluppo. La nostra banca ha tutti gli strumenti per favorirlo e si impegnerà al massimo in tal senso in un dialogo costante con le associazioni delle categorie economiche e con le Istituzioni. La fase economica che stiamo vivendo ? conclude il Direttore generale ? ha dato dimostrazione ulteriore della capacità della nostra banca di stare vicino alla comunità non avendo mai fatto mancare il sostegno creditizio alle famiglie e alle imprese». La capogruppo ICCREA Banca U na banca che fa parte del Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA le cui dimensioni sono così rappresentate. Il GBCI è il terzo gruppo bancario in Italia per numero di sportelli (2.529 riconducibili alle 132 BCC e a Banca Sviluppo), con una quota di mercato sportelli a livello nazionale pari al 10,6%. A fronte dei 5.071 comuni ban­ carizzati italiani, il GBCI è presente con almeno 1 filiale in 1.737 comuni (34,3% del totale); su 303 di questi (17,4% di comuni bancarizzati) le filiali del Gruppo rappresentano l?unica pre­ senza bancaria, in coerenza con la mis­ sion caratteristica di vicinanza e soste­ gno mutualistico al territorio. Il nume­ ro di prenditori del GBCI a fine 2020 era pari a circa 1,2 milioni. In coerenza 78 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 con il modello di business del credito cooperativo, circa i 2/3 dei prenditori è rappresentato da famiglie consuma­ trici e circa 1/4 da PMI operanti in tutti i settori produttivi. Il totale dell?attivo consolidato del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea al 31 dicembre 2020 si attesta a 169,3 miliardi di euro, in aumento di 13,7 miliardi di euro (+8,8%) rispetto al 31 dicembre 2019. I crediti verso clientela complessivi ammontano a 87,3 miliardi di euro, di cui 83,5 miliardi in bonis e circa 3,8 miliardi riferiti a posizioni deteriorate, e sono rappresentati per oltre l?80% da forme tecniche a medio e lungo termi­ ne (mutui e leasing). La raccolta da clientela ordinaria (esclusi i titoli in cir­ colazione) è cresciuta complessiva­ mente dell?11,7%, attestandosi a 99,5 miliardi di euro. Il patrimonio netto consolidato ammonta a 10,3 miliardi di euro. Il capitale sociale accoglie il capitale della Capogruppo, pari a 1,4 miliardi di euro, e il capitale delle Banche di Credito Cooperativo che insieme alla Capo­ gruppo costituiscono un?unica entità consolidante. Le riserve sono comples­ sivamente pari a 8,8 miliardi di euro. Al 31 dicembre 2020 il CET1 ratio risultava pari al 16,7%, attestandosi al di sopra della media delle banche significative nazionali (15,5%), mentre il TCR era pari al 17,5%; entrambi gli indicatori registrano un incremento rispetto ai valori a dicembre 2019 (rispettivamente pari al 15,5% e al 16,3%). VIVI L?ARTE DI OSPITARE | L?accoglienza in Maremma Riccardo Peccianti, competenza e professionalità al servizio delle strutture ricettive maremmane Revenue Management, ovvero in due parole strategie di vendita efficaci finalizzate a far aumentare i profitti delle strutture ricettive. Un tema assai attuale, anzi campale, in un mercato turistico mondiale dove la concorrenza è spietata e dove, proprio per questo, sono necessarie competenze sempre più specifiche e mirate. Ne parliamo con Riccardo Peccianti professionista del settore accoglienza DI DEBORAH CORON V endere le camere di un albergo o di un agriturismo o di una qualunque impresa ricettiva è un compito tutt?altro che semplice in un mercato turistico ormai globalizzato e frammentato, dove la concorrenza tra territori ? prima ancora che tra le singole strutture ? è spietata ed il rischio di soccombere è praticamente quotidiano. Ne sa qualcosa Riccardo Peccianti, esperto del settore turismo e accoglienza, che ha fatto di questi temi la sua professione. Opera prevalentemente in Maremma e si occupa di Sales&Marketing ed in particolare di Revenue Management. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata che partendo dalle dinamiche del suo lavoro ? decisamente utile per le strutture ricettive ? è approdato verso discorsi più ampi legati al turismo in Maremma. Allora, Riccardo. Partiamo dall?inizio. Chi sei, cosa fai e come descriveresti il tuo lavoro a chi non sa nulla di Sales&Marketing? Riccardo Peccianti, classe 1979, originario di Donoratico, mi occupo di 80 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 Revenue Management. In due parole: strategie di vendita efficaci mirate a far aumentare i profitti delle strutture ricettive. Quando e come è cominciata la tua carriera nel settore Sales&Marketing per gli hotel e le strutture ricettive? Se non erro, era il lontano 1998 quando, giovanissimo, iniziai la mia prima esperienza lavorativa in una bella struttura 5 stelle, con un esclusivo centro di talassoterapia nel Comune di Castagneto Carducci. Il passaggio dal reparto reception al reparto Sales&Marketing fu molto curioso e mi diverto sempre a raccontarlo. Una mattina arrivarono due clienti alla reception per fare il checkout e una delle due signore mi chiese se il kit con shampoo e doccia-schiuma della struttura fosse in vendita. Ricordo che non lo era ma io risposi di sì con molta naturalezza e poi, mentre le signore parlavano con il mio collega dei dettagli del conto, scesi in spiaggia, presi della sabbia, la misi in un sacchetto trasparente con il logo dell?hotel, aggiunsi il kit desiderato dalle clienti, un bastoncino di una pianta che si trovava sul mare e confezionai un bel pacchetto regalo. Rientrato, presentai la mia bella confezione alle signore, e loro contentissime, pagarono senza problemi, complimentandosi della cura con cui il pacchetto era stato concepito. Ricordo che la mattina seguente si presentò in reception l?allora direttore della struttura, chiedendo informazioni sull?addebito, e gli spiegai il fatto. Dopo il mio racconto, mi guardò per un momento senza dire niente e tornò in ufficio. Il pomeriggio mi convocò e mi comunicò che sarei passato al reparto Sales&Marketing. Come era lavorare in questo settore quando hai cominciato e cosa è cambiato nel tempo? A livello commerciale, ma non solo, era davvero un?altra era. Ricordo che le strutture ricettive venivano vendute per lo più alle fiere di settore, momento importantissimo dell?anno in cui si definivano i contratti con i Tour Operator e gli allotment (n.d.r.: un certo numero di camere assegnate per la vendita a un operatore e bloccate con un contratto pre-negoziato). Anni in cui i tour operator riuscivano a fare davvero dei grossi volumi e non esisteva, o meglio stava Riccardo Peccianti PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI ???? Riccardo Peccianti: ?Il fulcro del mio lavoro: far sì che la struttura possa intercettare online i clienti in target, ricevendo principalmente prenotazioni dirette e pertanto non soggette a commissione? appena iniziando, la vendita diretta, quella che oggi è diventata il mio lavoro. Oggi serve una vendita attiva che richiede competenze specifiche. Ormai quasi tutti sanno prenotare in autonomia una vacanza e lo fanno per lo più online. E cosa deve fare oggi una struttura per essere competitiva? Una struttura oggi deve essere in grado di muoversi come un funambolo in mezzo a questa jungla e per farlo servono figure professionali con specifiche competenze che non si possono certo improvvisare. Io sono dell?idea che chi vuole fare l?albergatore debba dedicarsi alla cura del cliente, partecipare a tutte le attività della struttura e in particolar modo avere gli strumenti per leggere e interpretare bene i dati che mostrano se sta andando nella direzione giusta. Allo stesso tempo, però, diventa fondamentale avvalersi di professionisti in grado di dare valore aggiunto a questo lavoro, per il raggiungimento dei risultati prefissati. Ed è qui che arrivi tu. In cosa consiste esattamente quello che fai? Oggi mi occupo di consulenza che è 82 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 una parola che odio perché evoca una sorta di rapporto fra professore e allievo (mentre io non ho voglia di ?mettermi in cattedra?), ma non trovo un termine migliore per descrivere ciò che faccio. In pratica, sono la figura che affianca la Direzione o la Proprietà che si integra con il reparto Sales&Marketing della struttura, se presente, apportando un valore aggiunto che è quello di impostare una strategia di vendita dinamica e attiva ma soprattutto ben monitorata. Non si riduce alla mera gestione dei ricavi, bensì ha l?obiettivo di incrementare i profitti e per questo motivo abbraccia anche aspetti legati al controllo di gestione e alla parte Marketing e Comunicazione. Dato che la sola parte di commercializzazione potrebbe generare una grossa percentuale di vendite da canali di intermediazione online, le attività di digital marketing a supporto servono proprio per far sì che la struttura possa intercettare online i clienti in target, ricevendo principalmente prenotazioni dirette e pertanto non soggette a commissione. Quanto è importante oggi per un?azienda avere qualcuno che sappia occuparsi di questi aspetti, con competenza e un occhio ?critico?? È fondamentale e lo è quando una struttura vuole crescere o quando deve cambiare marcia. Il mio lavoro ha un solo obiettivo: impostare un metodo moderno di vendita e portare un risultato. Ci sono anche realtà dove la mia figura è vista come una sorta di intruso, ma credo che in primis sia un esercizio di intelligenza (passatemi il termine) capire che oggi non solo può aver senso avvalersi di un professionista che meglio di te sa gestire un aspetto importante come la vendita, ma può fare veramente la differenza. Un titolare o un Direttore sarà sempre condizionato, anche inconsapevolmente, da un affetto che lo lega alla struttura e da altri parametri per così dire ?soggettivi?, mentre l?approccio di un professionista come posso essere io è più cinico, basato sui dati (un cinismo ?buono?, quindi!). Ovviamente nel lavoro ci deve essere sempre un punto di incontro fra le figure che se ne occupano e gli approcci adottati perché la struttura ha, giustamente, voce in capitolo. Io mi interfaccio con il Direttore ma anche con i capi servizio, come il capo ricevimento o il responsabile sales e marketing. L?importante è creare un team perché è il team che raggiunge i risultati e non le singole persone. Ma le persone giuste con le competenze giuste, quelle sì, fanno la differenza. Quali sono le maggiori criticità per le strutture alberghiere? Un?impostazione idealistica delle cose e non laica. Spesso sento dire ?facciamo così perché è così che abbiamo sempre fatto? e non si crede che valga la pena cambiare. Questa è la difficoltà che trovo più spesso al primo approccio con una nuova struttura: la paura di cambiare dinamiche ormai in atto da anni. Cosa ti chiedono le aziende quando ti contattano per una consulenza e cosa effettivamente puoi fare? Brutalmente? Mi chiedono se è possibile fare più soldi ;-) Sicuramente è una cosa che riesco a fare, ma diciamo che non presenterei così il mio lavoro. Il mio lavoro si basa oltre che sulla fiducia, sui numeri. Le strutture che lavorano con me da quando ho iniziato lo fanno perché insieme riusciamo a ottenere risultati importanti. Risultati intesi non solo come maggiori ricavi, bensì come miglioramento del MOL, margine operativo lordo. Come freelance, lavori da solo? E che rapporto hai con i tuoi clienti? Non so se si può usare la parola ?artigiano? ma di fatto lo sono perché lavoro con un numero di strutture limitato che mi permettono di seguirle con cura come credo sia giusto fare. Non punto come modello di business alla quantità ma alla qualità. Poi non essendo un tuttologo, nel mio team di lavoro mi avvalgo di professionisti per le varie aree. Al momento la parte delle vendite la seguo io in prima persona. Con tutti i miei clienti ho un rapporto sinergico al 100%; oltre agli appuntamenti prefissati, ci sentiamo ogni volta che serve e loro hanno la mia massima disponibilità. Che tipo di turismo è quello legato alla Maremma e che scenari si prospettano per le strutture che operano sul territorio? Quello maremmano è un turismo principalmente leisure, legato alla vacanza, pertanto stagionale. Il segmento Famiglie è il motore trainante, per questo è necessario offrire sempre più servizi ad hoc sia nelle singole strutture che a livello di territorio. A livello strategico stiamo vivendo oggi la seconda stagione Covid che ha ridotto ulteriormente la stagionalità. Per questo è ancor più importante riuscire a massimizzare veramente ogni giorno. In questo senso, diventa fondamentale avere una strategia attiva per essere pronti a gestire ogni tipo di situazione e per poterla sfruttare al meglio senza subirla. Io lavoro con questo obiettivo in testa e farlo per un territorio che conosco e amo profondamente mi dà la spinta giusta per pensare che sia possibile. Info: www.riccardopeccianti.it Foto del servizio di Alberto Martelli PRIMO PIANO ? VIVI ? 83 SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Viaggio alla scoperta dei luoghi di fede e di arte nella Diocesi di Grosseto Sul finire dell?estate quando le temperature cominciano a farsi più fresche, ecco un itinerario ? virtuale o reale, da sperimentare leggendo oppure da realizzare effettivamente sul campo ? sulle tracce dei luoghi di fede e di arte situati nella Diocesi di Grosseto, custode di tante piccole perle sparse su tutto il territorio S ono davvero tanti i luoghi in cui la fede si mescola con l?arte nella Diocesi di Grosseto. Proviamo ad unire i puntini della mappa attraverso un itinerario che parte dal capoluogo maremmano ? e per la precisione dal Duomo di Grosseto ? per concludersi in quel di Scarlino che ospita la Chiesa ed il Monastero di San Donato, ultima tappa del nostro viaggio. La partenza ? e non potrebbe essere altrimenti ? la collochiamo a Grosseto in 84 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 uno dei luoghi simbolo della religiosità maremmana, ovvero la Cattedrale di San Lorenzo, più comunemente conosciuta come Duomo. La Cattedrale di Grosseto è dedicata a San Lorenzo, patrono della città festeggiato con solenni celebrazioni civili e religiose il 9 ed il 10 agosto. La sua costruzione ha inizio nel 1294, ad opera dell?architetto senese Sozzo Rustichini. Prima dell?edificazione di questo edificio l?antica pieve di Santa Maria era la Chiesa principale di Grosseto, sulla quale fu fondata la Cattedrale. Da qui ci spostiamo presso la Chiesa e Convento di San Francesco nel centro storico grossetano. Il complesso francescano ha occupato il sito del monastero benedettino di San Fortunato nel XIII secolo. A causa delle malsane condizioni per la malaria i Benedettini abbandonarono il Convento e subentrarono i Francescani. La sua consacrazione risale al 1289. Poco distante troviamo la Chiesa di San Pietro al Corso. Fu edificata in epoca altomedievale come chiesa stazionale plebana lungo il tratto della via Aurelia. L?antica chiesa si trova all?interno del centro storico grossetano lungo Corso Carducci. Durante i secoli ha subito vari interventi di ristrutturazione che hanno in gran parte modificato l?aspetto origi- nario. E nelle vicinanze merita una visita anche il Museo archeologico e d?arte sacra della Maremma situato in piazza Baccarini, nel centro storico. Fondato dall?illustre Canonico Antonio Cappelli, contiene opere dal XII secolo fino al XIX secolo: dipinti, statue, arredi liturgici, oreficerie, codici miniati. Per informazioni: 0564 488754. Dal centro cittadino muoviamo ora in direzione Grancia, appena fuori il capoluogo, dove si trova la Cappella di Santa Maria. Situata nel territorio comunale di Grosseto, nei pressi del fiume Ombrone a sud della città. La chiesa si trova nel luogo dove in epoca medievale sorgeva un importante monastero benedettino, in stretto contatto con la non lontana Abbazia di San Rabano. E a proposito di San Rabano, l?Abbazia si trova all?estremità meridionale del comune di Grosseto, nel cuore del Parco naturale della Maremma, a circa 15 km a sud-ovest di Grosseto, non lontano dall?abitato di Alberese. Sorge in posizione strategica a controllo della viabilità, del litorale marino e della foce del fiume Ombrone. L?abbazia è documentata nel medioevo anche con la dedicazione a San Benedetto, ed oggi è comunemente detta di San Rabano. Il mona- 1 2 3 4 stero venne definitivamente abbandonato alla metà del XVI secolo. Quando si parla di luoghi della fede non si può fare a meno di nominare, Nomadelfia, ovvero quel piccolo popolo di volontari cattolici che vivono insieme con lo scopo di costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo. Sono circa 300 persone (60 famiglie) che condividono la vita fraterna, compresi i beni, sullo stile delle prime comunità cristiane. È stata fondata da don Zeno Saltini (1900-1981) che, diventando sacerdote nel 1931, ha accolto come figlio un giovane che usciva dal carcere. Le famiglie sono tutte disponibili ad accogliere figli in affido e vivono unite in ?gruppi familiari? di 3 o 4 famiglie ciascuno. Si trova al km 8 della SS. 223 Grosseto-Siena. Per visite o ospitalità, tel. 0564 338243 o 335 1373555, mail visitatori@nomadelfia.it, sito web www.nomadelfia.it Non lontano da Nomadelfia troviamo Campagnatico dove è possibile far visita al Santuario Mariano, le cui origini sono incerte e sono forse da identificare con la preesistente cella Sancte Marie ricordata nel 1027. Nell?abside della Chiesa vi sono importanti affreschi sulla vita della Madonna, di Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero completati nel 1393. Per informazioni: Parrocchia di Campagnatico tel. 0564 996542. Da Campagnatico si torna sulla SS. 223 Grosseto-Siena, si supera Paganico e si prende la S.P. Amiatina. Dopo circa 10 km. si giunge a Poggi del Sasso (Cinigiano). Qui, troviamo il Monastero di Siloe, un?interessante struttura moderna di tipo monastico, animata da 5 6 PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 85 SCOPRI ???? Un itinerario che parte dal capoluogo maremmano ? e per la precisione dal Duomo di Grosseto ? per concludersi in quel di Scarlino che ospita la Chiesa ed il Monastero di San Donato, ultima tappa del nostro viaggio una Comunità di ispirazione benedettina. Per informazioni: tel. 0564 990415, sito web www.monasterodisiloe.it, mail monasterodisiloe@infinito.it, padre Stefano 338 8840088. Tornando verso la costa la tappa successiva ci porta a Castiglione della Pescaia dove si trova l?Eremo di San Guglielmo, un complesso monastico fondato dai seguaci di San Guglielmo di Malavalle. Guglielmo di fatto non lasciò una Regola. Essa fu data nel 1211 da Innocenzo III su richiesta del Vescovo di Grosseto. Nel XIII secolo era un Centro Spirituale importantissimo. È situato nel 7 comune di Castiglione della Pescaia, nei boschi a nord-ovest. Sempre dalle parti di Castiglione della Pescaia abbiamo il Monastero di San Pancrazio al Fango, collocato ai confini del territorio comunale di Grosseto, nel cuore della Riserva naturale Diaccia Botrona. L?edificio religioso è situato nei pressi dei Ponti di Badia, in località ?Isola Clodia?, originariamente un?isola dell?antico lago Prile, poi aggregata alla Comunità Guglielmita nel secolo XIII. Da lì si arriva agevolmente in quel di Buriano (Castiglione della Pescaia) dove a pochi chilometri dal paese si tro- 8 11 86 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 va il Romitorio di San Guglielmo, raggiungibile tramite un sentiero nel bosco che parte dalla rocca. Fu edificato nel Cinquecento nel luogo in cui si narra che la Madonna sia apparsa a San Guglielmo, che in questo bosco si era rifugiato prima di fondare l?Eremo di Malavalle. Infine da Buriano si può risalire verso nord in direzione Scarlino che ospita la Chiesa ed il Monastero di San Donato, ultima tappa del nostro viaggio. La chiesa, documentata fin da secolo XII, si trova nella parte bassa del paese. Il monastero attiguo attualmente è in restauro. 9 12 10 13 SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu Sulle tracce dei templari nelle terre di Maremma I cavalieri templari (ovvero uno dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani medievali, nato in Terrasanta all?epoca delle Crociate verso l?inizio del XII secolo con l?intento di proteggere i luoghi santi e i pellegrini provenienti da tutta Europa, che venivano spesso assaliti e depredati nelle loro visite a Gerusalemme) erano presenti anche in Maremma? Pare proprio di sì! DI ENZO VALENTINI 88 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 Grosseto, Chiesa della Misericordia S e pensiamo ai cavalieri templari, monaci e guerrieri, cavalieri di Dio, li immaginiamo sotto il sole della Terrasanta, impegnati in un combattimento contro i mussulmani, oppure alle prese con le macchine d?assedio sotto le mura di qualche castello nemico. Diventa quindi difficile pensarli al galoppo, con i loro bianchi mantelli svolazzanti, nella valle dell?Ombrone o risalire le Colline Metallifere o quelle dell?Albegna o del Fiora. E ci domanderemmo allora il perché della loro presenza in Maremma. Per comprendere meglio tutto questo bisogna ritornare in Terrasanta, appena dopo la sottrazione di Gerusalemme ai mussulmani ad opera dei primi crociati di Goffredo di Buglione. Qui i templari avevano giurato di difendere i Luoghi Santi e proteggere coloro che vi si recavano in pellegrinaggio, costituendo un gruppo di armati che pattugliavano le strade della Palestina, come moderne forze dell?ordine. Col trascorrere degli anni migliaia di cavalieri, spinti dai motivi etici e religiosi della missione templare, entrarono a far parte dell?Ordine del Tempio, ingrossando sempre più le fila del piccolo esercito iniziale. Ai compiti iniziali, inoltre, si erano aggiunti anche quelli della gestione di numerose rocche e Istia d?Ombrone (Grosseto), Chiesa di San Salvatore castelli e l?aiuto militare al re di Gerusalemme per mantenere il controllo e la difesa della Palestina cristiana. Tutto ciò richiedeva enormi somme di denaro per il mantenimento dei cavalieri e pagare il soldo alle truppe mercenarie, l?acquisto di armi e cavalli, la manutenzione delle fortificazioni, il mantenimento di una flotta per il trasporto di merci e pellegrini. Per far fronte a queste spese ogni attività produttiva o finanziaria era utile: così, mentre in Terrasanta i templari restavano invincibili guerrieri, in Europa si erano trasformati in imprenditori agricoli o allevatori di bestiame, mercanti e banchieri, utilizzando il ricavato di tali imprese per finanziare la guerra nel Vicino Oriente o nella Penisola Iberica, ancora in mano ai mussulmani. Venivano sfruttate tutte le risorse possibili, purché economicamente redditizie, anche quelle minerarie, di qualsiasi genere. Un posto di rilievo lo aveva il commercio del sale, alimento importante, oltre che in cucina, anche per le sue proprietà astringenti utili nella concia delle pelli; i romani pagavano i loro soldati con il sale, al punto che il loro stipendio veniva chiamato ?salario?, come ancora oggi. Ecco allora i templari arrivare in queste contrade, interessati a gestire diretta- mente il commercio, forse anche l?estrazione, di ferro, rame, zinco e piombo, ma anche del sale delle paludi costiere, trasformate facilmente in saline: una ricchezza che non potevano certo lasciarsi sfuggire. La prima notizia della presenza di questi cavalieri in Maremma risale ai primi del Duecento quando, sentendosi prossimo alla fine, il conte Ildebrandino degli Aldobrandeschi, potenti proprietari di estesi feudi tra la Maremma e il Monte Amiata, decise di dettare il proprio testamento. Tra le varie donazioni, il nobile lasciava ?tutte le sue armi alla casa del Tempio?, senza però indicare dove si trovasse questo luogo: secondo la tradizione sarebbe da indicare nella chiesa di San Leonardo di Grosseto, forse donata ai templari dallo stesso conte e passata ai cavalieri di San Giovanni (di Malta), dopo lo scioglimento dell?Ordine del Tempio. Purtroppo la chiesa, per minaccia di crollo, venne completamente demolita nel 1844 e sulle sue rovine fu costruito un nuovo edificio religioso, attualmente intitolato alla Misericordia, in piazza Martiri d?Istia. Altra proprietà dei templari nel Grossetano era quella di Vignale, composta da chiesa, chiostro e abitazione dei PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 89 SCOPRI ???? Al di là delle simbologie più o meno legate ai templari, sono tante le notizie sicure della presenza dei cavalieri del Tempio nel Grossetano, attirati in queste contrade dalle ricchezze minerarie, dalla forte produzione del sale e dalle risorse agricole cavalieri, impegnati sicuramente nel controllo della vicina Via Aurelia, importante strada di transito per merci, mercanti e pellegrini: sopravvissuta fino agli anni Sessanta del secolo scorso, la casa del Tempio venne demolita dall?Ente Maremma per l?istallazione di un bosco. Durante il processo ai templari a Firenze, agli inizi del Trecento, tra i cavalieri interrogati figura anche fra? Nicolao da Reggio, che ricopriva l?incarico di precettore della casa di San Salvatore di Grosseto; studi recenti sembrano aver identificato questa proprietà nell?omonima chiesa di San Salvatore di Istia d?Ombrone, parrocchiale situata nel centro storico a poca distanza dalla Porta Grossetana, difesa da un?alta torre medievale in pietra e laterizio. Costruita nel corso del Duecento, la chiesa non ha più le forme medievali del 90 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 Montelaterone (Arcidosso), Pieve ad Lamula tempo, perché successivamente ristrutturata e restaurata a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Attualmente si presenta come una costruzione in laterizio, con il campanile posteriore interamente intonacato. La facciata a capanna è stata rimaneggiata in stile neoromanico nei primi decenni del Novecento, l?ingresso è preceduto da alcuni gradini e sormontato da un arco in laterizio e un architrave in travertino; in basso a sinistra fa bella mostra di sé un grande stemma in marmo della famiglia Piccolomini, a cui appartenne Enea Silvio, futuro papa Pio II (foto in basso). Un grande oculo centrale sulla facciata dà luce all?interno a navata unica, col soffitto a capriata in legno e l?abside delimitata da un grande arco in muratura; vi sono conservate interessanti tele del Quattrocento, Cinquecento e Seicento, oltre a un frammento di affresco del tardo medioevo. Della chiesa di San Salvatore si conosce anche il nome di un altro responsabile templare, fra? Giunta, che doveva essere sicuramente un uomo deciso e determinato perché nel 1224 entrò in lite addirittura col vescovo di Grosseto, Pietro, per una divergenza sui confini fra le reciproche terre; la questione fu risolta solo dopo l?intervento di ben otto arbitri e la minaccia di una multa salatissima ad entrambi. Molti studiosi di simbologia e di esoterismo hanno individuato nella provincia di Grosseto segni e tracce che giustificherebbero la presenza dei templari in alcuni luoghi particolari. Ad esempio, nella Pieve ad Lamula a Montelaterone, nel comune di Arcidosso, è possibile osservare, su una delle colonne a nord, una doppia decorazione a pietre nere in spirale e su un capitello raffigurazioni di cavalieri in combattimento con belve; mentre in altri punti dell?interno risaltano fiori della vita con petali multipli di tre, simbologie collegate ai culti antichi delle acque e il nodo di Salomone. A Rocchette di Fazio, piccolo borgo fortificato a predominio della valle dell?Albegna, dalle parti di Semproniano, gli indizi sono nel palazzetto dell?ospedaletto di San Tomè: una croce iscritta in un cerchio, incisa sopra una finestra, un Agnus Dei e alcune lapidi che fanno riferimento al 1330. Su una facciata, poi, è incastonata una pietra quadrata di colore bianco, raffigurante un uomo barbuto, che per molti potrebbe rappresentare il famoso idolo ?bafometto? che, secondo gli inquisitori, i templari avrebbero adorato nelle loro riunioni segrete. Comunque, al di là delle simbologie più o meno legate ai templari, e qui solo accennate, esistono notizie sicure della presenza dei cavalieri del Tempio nel Grossetano, attirati in queste contrade dalle ricchezze minerarie, dalla forte produzione del sale e dalle risorse agricole; il tutto era collegato da una rete di strade che univa la costa con l?interno della regione, soprattutto con l?importante via Francigena, regina delle strade di pellegrinaggio verso Roma e i porti del sud Italia, in direzione della lontana Gerusalemme. SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare Ferdinando Innocenti, ovvero l?inventore dei famosissimi tubi e della mitica Lambretta Prosegue in questo numero il viaggio alla scoperta di quei personaggi di Maremma che con le loro idee e le loro imprese hanno caratterizzato il loro tempo. Seconda tappa: Ferdinando Innocenti, ovvero l?inventore dei tubi Innocenti e della Lambretta, protagonista di una bella storia imprenditoriale partita dalla città di Grosseto all?inizio del ?900 Ferdinando Innocenti 92 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 ? Ritratti di idee, di uomini e di imprese nella storia della Maremma e del Tirreno?: è il titolo di un?iniziativa portata avanti dalla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno finalizzata alla promozione della storia e della cultura d?impresa locale, attraverso la conoscenza e la riscoperta di storie di imprenditori e di invenzioni locali più o meno note e curiose, nate nel territorio livornese e maremmano. L?attenzione si è incentrata su personaggi come Raimondo Vivarelli, che con le ?pale eoliche Vivarelli? ha trasformato la Maremma nella terra fertile e rigogliosa di oggi, Ferdinando Innocenti, inventore dei tubi Innocenti e della Lambretta, che ha trascorso gli anni giovanili a Grosseto lavorando nella ferramenta del padre e prendendo dimestichezza con il materiale che lo avrebbe fatto diventare uno degli imprenditori più illuminati del ?900. E ancora: maestri del ferro come Carlo Reishammer e le fonderie di Follonica, che hanno realizzato opere di straordinaria bellezza in tutto il territorio tirrenico e maremmano, dalla Chiesa di San Leopoldo a Follonica ai ?delfini? di Ardenza a Livorno. L?occasione ha offerto inoltre lo spunto per un inedito percorso ?sulle tracce degli imprenditori?, teso a delineare, attraverso la descrizione di alcune opere d?arte di collezioni civiche, i ritratti degli uomini che spesso si celano dietro le idee e dietro le imprese. In questo servizio grazie al contributo di Giuseppe Giovannetti, storico dell?auto, nonché responsabile Archivio & Biblioteca del Topolino Club Livorno, parliamo di Ferdinando Innocenti. Non è necessario nascere in una città per rimanergli fedele, ma sono le circostanze che fanno sì che restiamo legati, nel tempo. Innocenti restò legato alla sua città, Grosseto, per la quale fece una donazione per la costruzione dell?ospedale di 400 milioni; la città, riconoscente, lo premiò con il ?Grifone d?Oro?, nel 1958. Nato a Pescia, in Val di Nievole, il 1° Settembre 1891 da Dante e Zelinda Chiti, morto a Varese nel 1966. Il padre, con la famiglia, all?inizio del secolo XX, si trasferì a Grosseto dove mantenne la sua attività di fabbro iniziando, anche, la vendita di ferramenta (nella foto sopra al centro il ?Palazzo Innocenti? in Corso Carlo Alberto oggi Corso Carducci) Nel 1906 mentre frequentava il triennio della scuola tecnica, iniziò a collaborare nell?officina di famiglia. Il suo apprendistato avvenne all?interno dell?attività paterna, potenziandone la dimensione commerciale. Acquistava rottami di ferro dai cantieri che bonificavano la Maremma e li scambiava con olio lubrificante, dalla vendita del quale ricavava maggior profitto. Questa sua attività gli procurò la realizzazione di un piccolo capitale, perduto, poi, con la liquidazione della Banca Italiana. Nel 1923 si trasferì a Roma, ricominciando dal niente, costituì un magazzino per la vendita dei tubi senza saldatura di tipo MANNESMAN, prodotti in Italia dalla Dalmine; dedicandosi, in quegli anni, ad approfondire lo studio delle possibili modalità di utilizzo dei tubi. Successivamente affiancò al deposito un?officina per la lavorazione dei tubi e per la produzione di manufatti ricavati dagli stessi. Nel corso degli anni venti e trenta, del XX secolo, il rapporto con la Dalmine si rafforzò, scandito da un susseguirsi di convenzioni e accordi commerciali, diventando di fondamentale importanza. Fino ad allora i tubi d?acciaio erano utilizzati per convogliare sostanze liquide o gassose ma l?Innocenti fu il primo a impiegarli come struttura portante nei grandi impianti industriali e nell?edilizia. In tal senso seppe prevedere le possibilità di sviluppo di un brevetto inglese sulla base del quale nel 1933 fu pronto il ?Giunto Tubolare Innocenti?. Nel 1931, tuttavia, aveva lasciato Roma trasferendosi a Milano, ?miraggio dei suoi sogni giovanili?, dove riuscì a realizzare il complesso piano imperniato sull?industria meccanica applicata che fece la sua fortuna. Nel corso degli anni trenta l?attività PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI ???? Innocenti restò legato alla sua città, Grosseto, per la quale fece una donazione di 400 milioni per la costruzione dell?ospedale; la città, riconoscente, lo premiò con il ?Grifone d?Oro?, nel 1958 crebbe ininterrottamente, con due stabilimenti di produzione, a Roma e Milano, e nove tra filiali e uffici commerciali, sempre in quel periodo, modificò la struttura della sua società facendola diventare ?Fratelli Innocenti? società anonima per applicazioni tubolari in acciaio, con sede a Roma e contemporaneamente aveva creato la ?Innocenti? Società generale per l?industria metallurgica e meccanica, a Milano; ma il vero salto di qualità avvenne nel 1936 con la ?Innocenti? società anonima per applicazioni tubolari in acciaio. Negli anni successivi, anche quelli della Seconda Guerra Mondiale, fece lavorare i propri stabilimenti al massimo delle loro potenzialità. Nel corso dell?ultimo periodo della guerra si trasferì a 94 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 Roma dove contava di riorganizzare i propri contatti in funzione dei nuovi equilibri di potere e a tale scopo collaborò con gli Alleati. In questo modo, tornato a Milano, alla fine del conflitto, riuscì a mantenere il controllo dei suoi stabilimenti. Nel 1950 ottenne dalla camera del lavoro di licenziare 2000 dei 7000 dipendenti, a condizione di riassumerli entro due anni. Fu l?occasione per una profonda ristrutturazione degli impianti e delle produzioni. Il suo acume, determinato dalla sensibilità delle variazioni del mercato lo fecero puntare su due direzioni lo sviluppo dello stabilimento di Apuania per la grande meccanica e l?introduzione della produzione automobilistica: motociclistica e in un secondo momento le automobili. In campo motoristico, sin dall?immediato dopoguerra, aveva compreso come fosse giunto il momento della motorizzazione individuale, basata su di un veicolo a basso costo che permettesse una grande diffusione popolare. Si avvalse dell?Ing. P. Torre, colonnello del Centro sperimentale di Guidonia e padre della Lambretta, nata come ?un tubo con un motore e due ruote?. Dopo alcune difficoltà iniziali e una campagna pubblicitaria senza precedenti per l?epoca, nel 1952, a Lambrate, in un impianto modernizzato dal punto di vista delle attrezzature produttive e di verniciatura, si producevano 96.000 veicoli modello D con telaio portante in tubo metallico, di cui 16.000 destinati all?esportazione. L?apice fu raggiunto nel 1953, quando fu lanciato il modello E, con una produzione di 70.000 unità annuali cui si associavano 50.000 unità del modello LD. Negli anni sessanta, però l?ascesa dei veicoli a quattro ruote divenuti nel frattempo convenienti nei prezzi e nei consumi, e in particolare della FIAT 500, finì con il condizionare il successo dello scooter, le cui vendite erano stagnanti. Lasciato il posto di comando, al figlio Luigi, fu quest?ultimo a suggerire il reinvestimento degli utili derivati dagli affari venezuelani nella produzione automobilistica. Malgrado tutte le incertezze temendo la reazione della Fiat e la produzione di un nuovo ciclomotore, il Lambrettino. Dopo un primo tentativo di affidare il progetto della realizzazione di una automobile e dopo varie possibili prospettive, come con la Goggomobil fu realizzato un accordo con la ?British Motor Corporation? per la produzione della vettura ?Austin A40?, l?accordo settennale, prevedeva il montaggio, il sotto assemblaggio su linee a terra, e la verniciatura dei pezzi provenienti dalla Gran Bretagna. In seguito, furono sviluppati altri veicoli ma il successo commerciale della versione italiana della Mini con i suoi modelli lanciata nel 1966, tutti i tentativi di progettazione autonoma di una vettura da parte della Innocenti, fallirono. Innocenti morì a Varese il 21 giugno 1966. SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Il mio calcio nei dettagli?, il libro di mister Renaioli ?Il mio calcio nei dettagli? è il titolo del libro scritto da mister Alessandro Renaioli, presentato nel corso di un grande evento sportivo dedicato a tutti gli appassionati di questa disciplina, che si è svolto a fine giugno al Centro Polisportivo di Roselle È stata una giornata intensa e ricca di emozioni quella che si è svolta il 30 giugno al centro Polisportivo di Roselle, in occasione della presentazione del libro di Alessandro Renaioli, ?Il mio calcio nei dettagli?, edito da Idea. L?evento ha visto la partecipazione entusiasta del pubblico e l?intervento di molte personalità del calcio, che attraverso ricordi e aneddoti anche divertenti hanno arricchito la riflessione su uno degli sport più amati e seguiti dagli italiani. Nel pomeriggio si è tenuta una partita pre-evento a cui hanno partecipato gli ex giocatori e amici di Alessandro Renaioli, che hanno condiviso con lui la passione per il calcio. Ha trovato uno spazio importante anche la solidarietà con la partecipazione dell?associazione ALT per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari, alla quale sarà devoluta da Alessandro Renaioli una parte del 96 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 ricavato dalla vendita del volume. Presenti il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore Fausto Turbanti e il sindaco di Manciano Mirco Morini, che ha consegnato una targa al suo concittadino mister Renaioli. In platea diversi volti noti del calcio, tra i quali il dirigente sportivo Piero Camilli, l?ex calciatore della Lazio Franco Nanni, il presidente dell?Unione sportiva Grosseto, Mario Ceri e il vicepresidente Simone Ceri. Sul palco il giornalista Paolo Mastracca, che ha condotto anche un?avvincente telecronaca della partita insieme al giornalista Vittorio Patanè. E poi Renzo Ulivieri, presidente dell?associazione italiana allenatori calcio e direttore scuola calcio di Coverciano, Paolo Alberto Faccini e Stefano Di Chiara ex calciatori professionisti; Guido D?Ubaldo, caposervizio del Corriere dello Sport e segretario nazionale uscente dell?Ordine dei Giornalisti, Carlo Paris, ex direttore di Rai sport, corrispondente Rai a Gerusalemme, Marco Lollobrigida, giornalista, telecronista sportivo, conduttore e inviato Rai Sport, che hanno intervistato l?autore. ?Presentare ?Il mio calcio nei dettagli? in questo splendido contesto con grandi professionisti che ammiro e stimo e che hanno fatto la storia del calcio ? ha commentato Alessandro Renaioli ? è stata un?indimenticabile esperienza. Ringrazio tutti gli amici, i conoscenti, le istituzioni di Grosseto e Manciano che mi hanno dedicato il loro tempo prendendo parte a questo evento, che è stato pensato prima di tutto come un omaggio al calcio, ovvero alla grande passione della mia vita?. Alessandro Renaioli, oltre ad essere un affermato imprenditore maremmano, titolare dell?azienda Renaioli Macchine agricole di Manciano, ha da sempre frequentato il campo da calcio, prima come giocatore e poi come allenatore. Cresciuto nelle file del Manciano, è stato giocatore professionista in C2 con il Grosseto. La sua esperienza da allenatore è iniziata giovanissimo con i pulcini del Porto Ercole per poi tornare alla sua La dipendenza affettiva nel libro ?L?amore è Altro? di Ylenia Francini S amata Manciano, in cui ha allenato quasi tutti i ragazzi del paese, dai pulcini fino alle giovanili e agli allievi provinciali. La stagione d?oro come allenatore l?ha vissuta alla finale di Coppa Toscana, vinta nel 2013 e alla finale di Coppa Toscana del 2019, persa ai rigori. ?Dal calcio ? sottolinea mister Alessandro Renaioli ? ho imparato a dare sempre il massimo, a pretendere dagli altri e da me stesso ma anche ad accettare le sconfitte, cercando di trarne degli insegnamenti. Ho allenato tutte le categorie del settore giovanile fino ad arrivare alla prima squadra. Questo libro nasce dall?esigenza di riordinare idee, riflessioni e pensieri che avevo annotato in tutti questi anni di calcio. Non ha la pretesa di essere un credo calcistico assoluto, ma un punto di partenza metodico per facilitare il compito di ogni allenatore. Se dopo averlo letto, anche un solo allenatore si sentisse più sicuro nelle sue funzioni e con la maggior sicurezza riuscisse a trasmettere negli allenamenti quotidiani più certezze ai suoi calciatori, vorrà dire che il tempo che ho dedicato alla sua scrittura non è stato speso invano. Il titolo prende spunto dalla mia ossessione per i dettagli, che nel calcio come nella vita possono fare la differenza?. Edito da Idea, il libro ?Il mio calcio nei dettagli? tocca principi tecnici tattici come l?intensità agonistica, la gestione del duello individuale, le palle inattive, l?equilibrio tattico e mentale, il passag- gio finalizzato alla conclusione a rete, ma anche principi morali, come lo spirito di squadra, la cultura del lavoro, il rispetto, la motivazione e la consapevolezza, per chiudere con uno sguardo ai mutamenti che sicuramente avverranno nel calcio del futuro. Il volume può essere acquistato sul sito www.alessandrorenaioli.it Inoltre è distribuito nelle librerie della provincia di Grosseto. Parte del ricavato della vendita sarà devoluta in beneficenza all?associazione ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari ? Onlus. ?Le malattie cardiovascolari da trombosi (infarto, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa e arteriosa) ? sottolinea la dottoressa Lidia Rota Vender, Presidente di ALT ? colpiscono il doppio dei tumori, ma possono essere evitate in un caso su tre con la conoscenza dei fattori di rischio e il riconoscimento dei sintomi da non sottovalutare. Iniziative come questa consentono ad ALT ? Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari ? Onlus di informare un numero maggiore di persone sui rischi legati alla trombosi e su come evitare queste malattie che ancora oggi sono la principale causa di morte nel mondo. Un grazie di cuore quindi ad Alessandro Renaioli per aver scelto di collaborare con la nostra associazione, che da oltre 30 anni è in prima linea per combattere la trombosi?. Info: arcainfo@arcafactory.it i intitola ?L?amore è Altro? ed è il libro di Ylenia Francini che parla della dipendenza a?etti­ va, mostrando tutti gli aspetti di un rapporto tossico vissuti in prima persona. Vuole essere di aiuto ed ispirazione a tutte quelle persone (in particolare le donne) che vivono lo stesso rapporto malsano. Ylenia Francini è nata nel 1984 in provincia di La Spezia e vive in Toscana da diversi anni. Imprenditrice Digitale dal 2016, anno in cui apre le sue pagine social ed inizia a collaborare con aziende italiane e straniere come fashion creator. Laureata in Lingue e Letterature Straniere si specializza in Marketing e Comunicazione ampliando la sua attività sui social. Oggi è una formatrice e social media manager. In passato è stata protagonista in diversi programmi televisivi e sembra non volersi fer­ mare qui? E infatti ecco che ora arriva anche il suo pri­ mo romanzo: ?L?amore è Altro?, un testo profondo e molto forte emotivamente nel quale si parla di una storia d?amore tossico che travolge la protagonista facen­ dole vivere umiliazioni, frustrazioni e violenze psicologiche continue? Con questo romanzo, l?autrice vuole essere di aiuto ed ispirazione a tutte quelle donne che vivono lo stesso rapporto malato e non riescono a dire NO alla dipendenza a?ettiva. Il testo può essere pre­ordinato al seguente Link: https://www.scatoleparlanti.it/p rodotto/preordine­lamore­e­altro/ Le copie in preordine fanno parte di una tiratura limitata ed esclusiva di soli 100 libri. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Roberto Nicorelli racconta il legame tra ?Camilleri e Santa Fiora? ?Camilleri e Santa Fiora? è il titolo del libro che è stato presentato a metà luglio in piazza Garibaldi a Santa Fiora, con la partecipazione dell?autore Roberto Nicorelli e di Luciano Luciani, consigliere comunale con delega alla cultura. L ?evento ha aperto il ciclo di incontri dal titolo ?La piazza letteraria?, proposti nel corso dell?estate, nel borgo arroccato sulle pendici dell?ex vulcano. Il volume ?Camilleri e Santa Fiora?, edito da Fondazione Santa Fiora Cultura, ripercorre i rapporti tra Camilleri e il comune amiatino ed è stato presentato nella data del 17 luglio, che coincide con i due anni dalla scomparsa dello scrittore nato a Porto Empedocle, e per decenni frequentatore di Santa Fiora, dove aveva casa nella frazione di Bagnolo. ?Considero questo volume ? afferma Alessandro Ciaffararà, presidente della Fondazione Santa Fiora Cultura ? un primo contributo, a cui auspico se ne aggiungano altri, per esprimere la gratitudine del territorio nei confronti di Andrea Camille- 98 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 ri per la sua affezionata presenza?. Per sottolineare il legame tra lo scrittore e la comunità amiatina il Comune di Santa Fiora, nel 2014, ha conferito la cittadinanza onoraria ad Andrea Camilleri e nel 2017 gli ha intitolato il teatro comunale di Santa Fiora. ?È stato un grande dono per Santa Fiora ? spiega il sindaco Federico Balocchi ? poter accogliere Camilleri come cittadino. In questo libro sono raccolte alcune delle testimonianze di persone che come me hanno avuto l?onore di conoscerlo. L?incontro umano con Camilleri è stato il più significativo della mia vita, lui era quasi novantenne e fui subito colpito dalla sua gentilezza e umiltà fuori dal comune. Era una persona profonda che aveva diversi registri, capace di grandi riflessioni ma anche di una simpatia travolgente?. ?Di questo grande personaggio ? aggiunge Luciano Luciani, consigliere comunale alla Cultura ? apprezzavo, tra le altre cose, la rara virtù di metterci la faccia quando si trattava di esprimere le proprie idee. Era capace di scuotere le coscienze di chi lo ascoltava?. Il libro è scritto in doppia lingua, italiano e inglese. Così lo definisce l?autore Nicorelli: ?Un lavoro indispensabile per iniziare a conservare le tracce di uno dei più grandi intellettuali italiani sul territorio amiatino?. ?Camilleri ? prosegue Roberto Nicorelli ? ha usufruito, contrariamente ai suoi analoghi di epoche precedenti, dello strumento audiovisivo. Ciò ha reso lo scrittore riconoscibile ed apprezzato non solo per i suoi capolavori ma anche per la profondità delle riflessioni che rilasciava al mezzo. Nello studio dell?ultimo secolo attraverso gli archivi audiovisivi, pratica già in uso nelle scuole secondarie e nelle Università, troveranno sempre più spazio le sue chiacchierate come spunti per l?avvio di una pratica letteraria, ma anche come elementi di riflessione storici e sociologici?. SCOPRI AZIENDE AL TOP | Storie di imprese e di imprenditori di Maremma Frantoio Franci, fioccano le novità e le innovazioni per crescere sulla strada della qualità e dell?eccellenza L?ampliamento del frantoio e la messa a dimora nel nuovo oliveto di Santa Lucia di varietà toscane, con l?obiettivo di dare spazio ad alcune cultivar riscoperte che non avevano avuto sviluppo nell?olivicoltura tradizionale, data la ridotta vigoria, ma che esprimono un grande potenziale nel sistema intensivo. Sono solo alcune delle ultime novità del Frantoio Franci con sede a Montenero d?Orcia sulle pendici del Monte Amiata, conosciuto in tutto il mondo e sempre particolarmente all?avanguardia ed attivo sul fronte degli investimenti in azienda DI DEBORAH CORON Parola d?ordine: qualità ?C?è una sola strada che consente di raggiungere l?eccellenza ed è cercare la qualità in ogni cosa che facciamo ed in ogni risorsa a disposizione: umana, ambientale, tecnologica e strutturale. È un qualcosa che si ha nel cuore, come il desiderio di misurarsi, quasi fosse una sfida continua con noi stessi?. Parole di Giorgio Franci, mentre dalla terrazza panoramica porge lo sguardo alla sommità del progetto di ampliamento del frantoio a Montenero d?Orcia situato sulle prime pendici del Monte Amiata. ?La nostra azienda ? spiega Giorgio Franci ? nasce negli anni ?50 in una costruzione risalente al 1800 adibita a stalla e fienile. Ci siamo adattati continuamente, gestendo centimetri e pareti, cercando di riorganizzare al meglio la struttura per renderla ottimale per la produzione di extravergine di alta qualità. Negli anni siamo cresciuti molto e ora finalmente avremo la possibilità di continuare a lavorare in modo più efficiente grazie ai nuovi spazi: la nuova struttura prevede una riorganizzazione 100 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 del magazzino, del deposito olio, dell?area di confezionamento e soprattutto del locale dedicato alla ricezione e alla lavorazione delle olive, che ospiterà una nuova linea 4.0 per la frangitura, dove tecnologia ed innovazione saranno al servizio della nostra esperienza per migliorare sempre più la qualità dei nostri oli. Per finire è previsto un ampliamento della terrazza panoramica a 360° su Maremma, Monte Amiata e Val d?Orcia, che sarà il giusto palcoscenico per accogliere ospiti e degustazioni. Siamo in una fase cruciale, anche il minimo dettaglio richiede la massima attenzione. Come sempre, d?altronde?. Il nuovo oliveto Santa Lucia Nel mentre, la campagna va avanti con i suoi ritmi, la bella fioritura ha prodotto buone olive ed è tempo di dedicarsi agli oliveti storici, come quelli reimpiantati dopo la gelata dell?85 da Fernando Franci e quelli secolari e millenari. Allo stesso modo si cura anche il nuovo oliveto di Santa Lucia, in cui tanti giovani olivi sono stati appena piantati. Un?unione tra olivicoltura tradizionale e innovativa per guardare al futuro, all?olivicoltura di domani. ?È già in opera ? racconta Franci indicando il nuovo oliveto di Santa Lucia, visibile dal frantoio ? la messa a dimora di oltre 14.000 olivi che termineremo entro il 2021; utilizzeremo varietà tipiche toscane, prevalentemente Maurino e Leccio del Corno, che si prestano a innovativi sistemi di allevamento e produzione. A fronte di ciò e grazie ai nuovi investimenti, incrementeremo l?utilizzo dei sottoprodotti della lavorazione delle olive sia per fertilizzare i nostri oliveti in modo naturale, che per produrre energia in impianti a biomasse. Il tutto per dar vita ad una economia circolare ecosostenibile dove la qualità dei nostri oli cresce rispettando l?ambiente ed il territorio?. Gli ultimi premi e riconoscimenti Intanto, come se fossero mattoni del nuovo frantoio, dopo essere stata l?unica azienda toscana ad aver ottenuto per due anni consecutivi ?La Stella? dalla Guida Oli d?Italia di Gambero Rosso ed i 100/100 dalla Guida Flos Olei, Franci Giorgio Franci PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI ???? La nuova struttura prevede una riorganizzazione del magazzino, del deposito olio, dell?area di confezionamento e soprattutto del locale dedicato alla ricezione e alla lavorazione delle olive, che ospiterà una nuova linea 4.0 per la frangitura. Previsto anche un ampliamento della terrazza panoramica a 360° su Maremma, Monte Amiata e Val d?Orcia, che sarà il giusto palcoscenico per accogliere ospiti e degustazioni continua a costruire il suo palmarès, che anche in questo 2021 ha visto gli oli aziendali premiati: Sol d?Oro per Villa Magra Grand Cru e Sol di Bronzo per Villa Magra, Leone d?Oro e Sirena d?Argento per l?IGP Toscano, l?Ercole Olivario per il Biologico Toscano e l?Olio Award per il Villa Magra Grand Cru dal Der Feinschmecher in Germania. Premi importanti, che fanno del Frantoio Franci l?azienda toscana dei ?record?. Premi e riconoscimenti, il dettaglio Ma per capire la portata di certi riconoscimenti è opportuno approfondire il tema ed entrare nel merito dei singoli concorsi e premi ricevuti, premi e riconoscimenti che la dicono lunga sulla qualità che ormai da diversi anni il Frantoio Franci riesce ad esprimere. Ed allora vediamoli nel dettaglio: Sol d?Oro & Sol di Bronzo: Sol d?Oro è una competizione internazionale olearia organizzata da Veronafiere fin dal 2002, con l?obiettivo di valorizzare i migliori oli extravergine territoriali di tutti i Paesi produttori e di promuoverli in chiave commerciale. I premi più prestigiosi assegnati dal panel del concorso sono Sol d?Oro, Sol d?Argendo e Sol di Bronzo (rispettivamente 1°, 2° e 3° posto) e vengono assegnati per categoria. 102 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 Nel 2021 Frantoio Franci ha ricevuto: il Sol d?Oro, nella Categoria Monocultivar, per il Villa Magra Grand Cru ed il Sol di Bronzo, nella Categoria Fruttato Medio, per il Villa Magra Leone d?Oro: Il Concorso Leone d?Oro è una competizione internazionale olearia cooordinata da un panel di 13 membri. Si accede alla finale con un punteggio minimo di 94/100 e c?è un solo vincitore per categoria che riceve l?omonimo premio ?Leone d?Oro?. Nel 2021 Frantoio Franci ha ricevuto il Leone d?Oro per il Frantoio Franci IGP Toscano Riserva, come miglior dop/igp italiano 2021. Il primo Leone d?Oro a Frantoio Franci risale al 1999. Ad oggi Frantoio Franci è l?unica azienda al mondo con sei Leoni d?Oro. Sirena d?Argento: Sirena d?Oro di Sorrento è il Premio Nazionale riservato ai migliori oli DOP e IGP italiani. I riconoscimenti più importanti sono la Sirena d?Oro (primo classificato) e la Sirena d?Argento (secondo classificato). Nel 2021 Frantoio Franci ha ricevuto la Sirena d?Argento per il Frantoio Franci IGP Toscano Riserva. Ercole Olivario: È il premio conferito dal Concorso Ercole Olivario alle etichette che rappresentano le migliori produzioni in Italia nelle categorie ?extra- vergine? e ?extravergine certificato DOP/IGP?. Frantoio Franci è l?unica azienda toscana ad aver avuto il premio negli ultimi 4 anni e nel 2021 si è classificato al 2° posto nella Categoria DOP/IGP Fruttato Intenso con il FranciBio Toscano. Olio Award: È il riconoscimento internazionale conferito dalla rivista tedesca Der Feinschmecker, che ogni anno promuove la cultura dell?olio extravergine di oliva di qualità. Vengono conferiti solamente 3 ?Olio Award?, uno per categoria di fruttato e rappresentano l?olio migliore al Mondo. Nel 2021 Frantoio Franci ha ricevuto l?Olio Award per Villa Magra Grand Cru e Villa Magra. Guida Oli d?Italia di Gambero Rosso: Il Premio Speciale la ?Stella? è assegnato da Gambero Rosso alle aziende che per 10 anni consecutivi raggiungono il massimo punteggio, le ?Tre Foglie?. Dal suo esordio nel 2011, la guida è giunta alla X edizione e alla seconda in doppia lingua, italiano e inglese. Gambero Rosso, Guida Oli d?Italia: ?Sintesi estrema delle informazioni, schede tecniche brevi e concise, con lo sguardo sempre rivolto agli assaggi e le valutazioni, meno discorsive ma sempre centrate e precise. Insomma, è sempre l?olio ???? Intanto il Frantoio Franci ha ricevuto una serie di riconoscimenti molto prestigiosi come la vittoria, unica azienda toscana, presso i concorsi Sirena d?Oro ed Ercole Olivario, i più importanti a livello nazionale per la valorizzazione degli extravergine DOP e IGP. In ambito internazionale è arrivato un altro Leone d?Oro, il sesto e con esso il record mondiale per Leoni d?Oro vinti il protagonista assoluto, con analisi dettagliate e concentrate sul profilo aromatico?. Flos Olei: Il punteggio massimo di 100/100 consente all?azienda così valutata di accedere alla ?Hall of Fame?, categoria esclusiva riservata solo a sei delle oltre 500 aziende mondiali selezionate. Flos Olei è la prima guida internazionale dedicata alle aziende di produzione olearia di tutto il mondo. Gli oli sono selezionati con criteri di assoluto rigore da un panel di esperti assaggiatori coordinato da Marco Oreggia, curatore ed editore del volume. Realizzata in duplice lingua (italiano-inglese e italiano-cinese), la Guida presenta i migliori 500 produttori di 52 Paesi selezionati sui 5 continenti. Italia e Spagna hanno una mappatura olivicola regionale, corredata da informazioni storiche, culturali, dati di produzione, varietà tipiche e aree tutelate da denominazione. Si entra in Guida con un punteggio minimo di 85 punti, il punteggio massimo è 100/100. Frantoio Franci è l?unica azienda al mondo per 15 volte tra i Top del Mondo. Nella foto Giorgio Franci (a destra) premiato da Marco Oreggia patron della Guida Flos Olei 2021, la più importante Guida a livello mondiale Contatti Frantoio Franci, via A. Grandi 5 Montenero d?Orcia (Gr), tel. +39 0564 954000, mail info@frantoiofranci.it PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 103 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Morellino Gravel, in bici tra i vigneti e borghi della Maremma È nato Morellino Gravel, il progetto ideato e sviluppato dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano e da Saturnia Bike con l?obiettivo di promuovere l?enocicloturismo nel territorio della denominazione. Il clou del progetto sarà l?evento in programma nell?autunno 2021: una manifestazione dove appassionati di bici e di cicloturismo potranno percorrere la regione di produzione del Morellino in sella a una gravel bike per vivere un?esperienza sportiva e culturale unica M orellino Gravel: è questo il nome del progetto ideato dal Consorzio Morellino di Scansano e da Saturnia Bike, una partnership già avviata con VisitMorellino.com, uno spazio virtuale lanciato a maggio 2021 che racchiude tutte le opportunità turistiche del territorio in cui ha origine il Morellino di Scansano. Su Visit Morellino è possibile, infatti, organizzare il proprio soggiorno nell?area della Denominazione unendo attività, luoghi da visitare, percorsi di degu- 104 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 stazione, ma anche sport ed escursioni tra alcuni dei borghi più belli d?Italia, immersi nelle campagne della Maremma. L?obiettivo di Morellino Gravel è quello di promuovere lo sviluppo dell?enocicloturismo nel territorio della denominazione, rendendo l?area una destinazione turistica d?eccellenza. ?Il territorio del Morellino di Scansano ? racconta Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio ? rappresenta il luogo ideale per gli amanti delle due ruote, con i suoi percorsi storici che risalgono all?epoca etrusca e romana, ma anche naturalistici ed enogastronomici, perfetti per essere esplorati in bici?. Il clou del progetto è l?evento che avrà luogo nell?autunno 2021: una manifestazione in cui gli appassionati di bici e di cicloturismo potranno percorrere la regione di produzione di questo famoso rosso toscano in sella a una gravel bike per vivere un?esperienza sportiva e culturale davvero unica. In particolare, la gravel bike è pensata per affrontare itinerari medio-lunghi collinari ed è dotata di pneumatici più larghi che permettono di rimanere stabile in sella e gestire qualsiasi condizione meteorologica e superficie stradale, rendendo confortevole il passaggio su sentieri sterrati e ghiaia, ma anche strade asfaltate o con pavimentazione sconnessa. Un turismo adatto a chi ama lo sport, la scoperta e l?ambiente, come il Consorzio del Morellino di Scansano che, anche attraverso iniziative come Morellino Gravel, si impegna per una sostenibilità sempre più ampia e per la tutela del proprio patrimonio territoriale. Andrea Gurayev responsabile dei Brands di Saturnia.bike parla cosi: ?è un?iniziativa che conferma la volontà di collaborazione tra strutture ricettive e brands territoriali per avvicinare tutti gli utenti a vivere un?esperienza outdoor. Il nostro territorio è perfetto per GUSTA tutti i livelli, dalla persona più allenata a chi si è appena avvicinata al mondo delle due ruote. Abbiamo scelto l?autunno ? prosegue ? per far vivere a 360 gradi l?emozione dell?enogastronomia. Abbinare lo sport ai profumi del territorio e alle tradizioni della vera Maremma è un?emozione unica nel suo genere in un periodo che vede impegnate le aziende nella raccolta e vinificazione?. Morellino Gravel è stato presentato in questi giorni e prossimamente verranno condivisi ulteriori dettagli su percorsi, date e modalità di partecipazione. Nell?attesa, su VisitMorellino.com e Saturnia.bike si può curiosare e solleticare la propria voglia di scoprire le bellezze della Maremma Toscana a bordo di una bici. La Denominazione e il Consorzio Tutela Morellino di Scansano Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano ha festeggiato nel 2018 i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007. Attivo in questa opera di promozione e tutela è il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato. Sito web: www.consorziomorellino.it Pagina Facebook: https://www.facebook.com/ConsorzioTutelaMorellinoDiScansano 106 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 WINE & FOOD NEWS LA REALTÀ AUMENTATA DI BANFI Un progetto innovativo per l?azienda leader del Brunello di Montalcino che, grazie alla app Banfi Experience, offre un?esperienza virtuale immersiva nell?intero mondo Banfi. Banfi, azienda leader del Brunello di Montalcino, ha deciso di esplorare il mondo della realtà aumentata, offrendo un?esperienza virtuale immersiva nell?intero mondo Banfi. Qualcosa di unico, che consente di mettere l?intera esperienza dell?azienda a portata di smartphone, abbattendo le distanze con i propri clienti che potranno visitare i vigneti e la cantina comodamente da casa. Tutto ciò è possibile grazie ad una app unica nel suo genere: la Banfi Experience. ?Le esperienze di cui l?utente può usufruire ? fanno sapere dall?azienda ilcinese ? sono molteplici e tutte molto coinvolgenti: un viaggio che va dai vigneti alla cantina, alla raccolta e alla cernita delle uve, e molto altro ancora. Questo è possibile sia con il semplice uso dello smartphone che con gli specifici cardboard, grazie ai quali il momento sarà ancora più reale. Le stesse esperienze saranno fruibili anche per i numerosi visitatori della tenuta con un innovativo tour, che unisce l?esperienza reale arricchendola con contenuti virtuali. Un nuovo modo di vivere Banfi e scoprirla in maniera del tutto diversa. Il visitatore, inquadrando i marker disposti nelle diverse aree, sullo smartphone vedrà la scena prendere vita, e potrà vivere, ad esempio, i magici momenti della vendemmia in qualunque periodo dell?anno?. ?Andiamo particolarmente fieri di questo ambizioso progetto, che permetterà di vivere il mondo del vino a 360° durante tutto il corso dell?anno? dichiara Rodolfo Maralli, Sales & Marketing Director di Banfi. ?Banfi ha avuto il coraggio di osare e di esplorare un territorio nuovo: una scelta vincente e che senz?altro avrà interessanti sviluppi in futuro?. Con Banfi Experience l?importante azienda del Brunello aveva già sperimentato la realtà aumentata per dare vita alle etichette de La Pettegola Limited Edition 2020 (disegnata da Riccardo Guasco) e 2021 (disegnata da Elena Salmistraro). Inquadrando con l?app l?etichetta della bottiglia, l?illustrazione si anima sullo schermo dell?utente, creando un?esperienza interattiva e affascinante. Infine, per rendere la Banfi Experience ancora più completa e multisensoriale, l?app permette di accedere direttamente alla playlist Spotify ?Play the Banfi Experience? ed entrare nel mood Banfi. Banfi Experienceè disponibile sia per Android su Play Store che per iOS su Apple Store. L?innovativo progetto è stato affidato a Publifarm, agenzia di comunicazione specializzata in progetti digitali e di augmented reality, con cui l?azienda collabora già da anni. A SPAZIO CONAD DI GROSSETO IL SUSHI DIVENTA MAREMMANO Le nuove ricette con orata frutto della pesca tradizionale de I Pescatori di Orbetello In questi mesi un nuovo modo di mangiare, nuovi sapori, nuove tecniche di trattare le materie prime sono entrate nelle abitudini dei maremmani. Il Sushi realizzato dagli artigiani del pesce di Sushi Daily è così divenuto una realtà affermata a Grosseto e l?apprezzamento per i prodotti di pesce fresco e vegetariani del chiosco di Spazio Conad è un fatto diffuso. È iniziato a Spazio Conad di Grosseto un vero percorso gastronomico culturale in cui al centro c?è il presidio della qualità unita alla capacità di trattare la materia prima. L?esperienza maturata in questi mesi unita al consolidato rapporto con i produttori del territorio ha indotto Conad a integrare la gastronomia Sushi con il pesce dei nostri mari. È nato così il Sushi Maremmano. Le Orate che rappresentano il cuore del Sushi maremmano sono fornite seguendo tutti i dettami per la conservazione e lavorazione in sicurezza da I Pescatori di Orbetello. ?Abbiamo risposto con entusiasmo ? chiarisce Pier Luigi Piro, presidente della Cooperativa I Pescatori di Orbetello ? alla richiesta di Conad. Anche per I Pescatori veder trasformato il loro pescato in Sushi è una novità e una sfida. È venuto buonissimo. Le carni delle Orate di Orbetello hanno vinto ogni confronto dimostrandosi eccellenti per consistenza e sapore?. La pesca tradizionale in Laguna di Orbetello è certificata da un vero e proprio Presidio di Slow Food. Massimo Bernacchini del Comitato esecutivo di Slow Food Italia commenta: ?Il pesce a Orbetello in Laguna viene pescato, secondo stagionalità, senza l?ausilio di esche e grazie al movimento spontaneo delle maree. Slow Food tutela la sostenibilità delle tecniche utilizzate per la cattura con il martavello, il lavoriero e il tramaglio?. Le 5 ricette che gli artigiani di Sushi Daily realizzano nel chiosco di Grosseto prevedono: Sushi di Orata; Assortimento Sushi con Orata; Assortimento Sashimi con Orata; Sashimi di Orata; Maki di Orata. I vini di Capalbio in vetrina nella Rocca Aldobrandesca C?è un nuovo modo per apprezzare i vini del territorio di Capalbio. Dall?8 luglio è in funzione l?Enoteca nella Rocca Aldobrandesca, dove una persona dedicata accoglie i visitatori ed illustra le variegate realtà vinicole della zona C apalbio è vino, associazione culturale senza scopo di lucro che promuove il territorio vinicolo capalbiese, ha realizzato con il sostegno del Comune di Capalbio un?enoteca all?interno dello storico edificio di Palazzo Collacchioni, che è stata ufficialmente inaugurata l?8 luglio. Le 8 cantine del territorio ? BorgoCiro, Il Cerchio, Il Ponte, Monteverro, Tenuta Monteti, Vigna sul Mare, Villa Pinciana e Roberto Lombardi ? hanno ora una vetrina di pregio per le loro produzioni con una persona dedicata che accoglie i visitatori da martedì a domenica, dalle 18:30 alle 22:30, che illustra la gamma dei produttori e consente di fare piccoli assaggi. ?L?enoteca ? sottolinea Beniamino Podestà, presidente dell?Associazione ? rappresenta la possibilità di mostrare in un unico spazio storie e realtà differenti, ma accomunate dalla produzione di vini dotati di grande personalità e con un forte legame con il territorio?. ?Negli anni pre-pandemia organizzavamo un appuntamento annuale nella piazzetta del borgo per far conoscere le nostre eccellenze e organizzavamo corsi legati alla cultura del vino: dalle tecniche di potatura al servizio del vino nella gastronomia. Ci serviva però un luogo fisico dove gli appassionati ed esperti del settore potessero venire a trovarci e dove poter far passare il messag- gio che Capalbio non è solo un borgo bellissimo e spiagge incontaminate ma anche cultura della vite. In fondo un sapere antico, dato che già più di 2000 anni fa esisteva una produzione vinicola capalbiese?. Il Comune da parte sua ha saputo cogliere il valore aggiunto dell?Associazione nella promozione del suo territorio, oltre all?investimento anche econo- mico sostenuto negli ultimi decenni dalle cantine che sono un importantissimo settore produttivo capalbiese, e ha fornito uno spazio prestigioso nel cuore del borgo, in un circolo virtuoso. Così, stante questa premessa, il 18 agosto scorso le cantine e l?assessore al turismo e alle attività produttive Gianni Chelini hanno incontrato la stampa per parlare delle finalità del progetto e dell?importanza dell?attività vinicola per l?economia e la cultura del territorio. Per informazioni tel. 338 5940643 , mail info@capalbioevino.org PRIMO PIANO ? GUSTA ? 107 DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana La Maremma ed il Morellino, la scommessa vincente della famiglia Terenzi DI DEBORAH SANTINI È un legame davvero forte quello che unisce la famiglia Terenzi alla Maremma, una terra ?magica?, ma soprattutto una terra ?scelta? e fortemente voluta, in cui dare forma ad un progetto imprenditoriale (nel settore enologico e dell?accoglienza) e di vita, in quel di Scansano. Un progetto partito dal padre Florio Terenzi all?inizio degli anni duemila ed oggi portato avanti con impegno, passione e professionalità dai tre figli Balbino, Federico e Francesca Romana Nella foto i tre fratelli Terenzi: Federico, Balbino e Francesca Romana con il figlio Ludovico ? Semplicemente una famiglia che ha avuto il privilegio di essere chiamata in questa meravigliosa terra. Qualcuno dice che nessuno può amare un luogo come chi ha potuto sceglierlo. Forse non è una regola, ma per noi è la verità?. Questa è la verità della famiglia Terenzi, guidata da un padre che, tanti anni fa, affascinato dalla Maremma, una terra che gli ricordava la campagna marchigiana dove aveva vissuto durante la sua infanzia, ha deciso di trasferirsi proprio qui, nel territorio del Morellino, a Scansano. Le parole che aprono questo articolo sono riprese dal sito Internet dell?azienda e comunicano in modo chiaro e trasparente il segreto del successo di questa famiglia, una vera squadra, animata dall?amore per la terra di Maremma. È qui che hanno deciso di vivere, di lavorare, di creare un qualcosa di decisamente importante. Prima la scelta del capofamiglia, Florio, arrivata dopo aver trascorso una vita da imprenditore a Milano, poi l?arrivo in questo angolo di Toscana anche dei tre figli ? Balbino, Federico e Francesca Romana ? ed ecco che nel 2001 nasce l?azienda. ?Abbiamo un padre marchigiano ? racconta Francesca Romana Terenzi ? vissuto per dieci anni nelle colline del preappennino nella cittadina di Arcevia , prima di trasferirsi a Milano, dove noi siamo nati e cresciuti e dove mio padre ha creato la sua impresa. Nei primi anni ?90 scopre la Maremma e decide di comprare casa qui, attratto da questa zona che gli ricordava la campagna dove era nato e gli offriva la possibilità di respirare il fascino della Toscana. Inizialmente il desiderio di mio padre era quello di poter abitare in questa terra nel periodo estivo, nell?antico casale dei Salaioli acquistato nel 1992. Ma con il passare degli anni, ha voluto misurarsi con un?attività affascinante come quella della produzione di vino e di olio. Ha investito molto, acquistando terreni fino a duecento ettari e costruendo una cantina nella collina di Montedonico di fronte a quella della casa dei Salaioli, dove ancora oggi vive con la mia mamma?. E qui oggi abitano e lavorano anche i tre figli. ?Noi vivevamo da altre parti ? prosegue ? ma nostro padre ci ha tra- smesso questa sua grande passione e pian piano ci siamo avvicinati anche noi a questo mondo?. Oggi condividono il loro progetto, in Maremma, a Scansano. ?Ognuno ha il proprio ruolo ? aggiunge Francesca Romana Terenzi ?. Io mi occupo dell?ospitalità, settore che comprende la sala degustazione, la vendita dei prodotti, la gestione delle camere. Federico si occupa della parte commerciale e Balbino segue il processo produttivo. Abbiamo intrapreso la strada che più si avvicinava alle aspirazioni di ciascuno di noi, un modo per lavorare con piacere?. Questo è un ingrediente vincente, che si va ad amalgamare ad un altro: ?Lavoriamo sempre in sinergia, prendiamo le decisioni insieme?. Non tralasciamo ovviamente le bellezze paesaggistiche, la location, la posizione strategica. ?Siamo sulla strada che porta a Saturnia ? spiega Francesca Romana Terenzi ? da qui, inoltre, sono ben raggiungibili Pitigliano, Sovana e Sorano?. Saturnia, conosciutissima prevalentemente per l?importante area termale che le appartiene; Pitigliano, noto PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA La Locanda Terenzi, un indirizzo di charme per chi ama godersi la natura assaporandone il gusto, i profumi e i colori ???? E per chi volesse andare alla scoperta di un?azienda enologica di prim?ordine in una zona bellissima dell?entroterra collinare maremmano, il consiglio è quello di farlo nel mese di settembre, nel cuore della vendemmia Una camera 110 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 anche come la Piccola Gerusalemme per la presenza importante di una comunità ebraica che arricchisce ulteriormente un paese già di per sé affascinante (stiamo, infatti parlando, della ?città del tufo?); la frazione di Sorano, Sovana, centro etrusco di rilievo, borgo medievale e rinascimentale; infine, Sorano stesso, borgo antico, attraversato da vicoli particolarissimi e conosciuto per la Fortezza Orsini, per il Masso Leopoldino, per San Rocco e per le suggestive Vie Cave. Tutte mete golose per gli amanti dell?arte e della storia e per i camminatori. Ma non solo: sono moltissimi gli appassionati di equitazione che vanno alla scoperta di questo territorio e delle sue bellezze, sempre più frequente anche l?utilizzo della bicicletta. Interessantissimo, per gran parte del turismo del luogo, l?aspetto enogastronomico, fatto di tante gustose tappe e, a questo proposito, ecco una sosta obbligata all?azienda Terenzi. ?Inizial- mente ? precisa Francesca Romana Terenzi ? avevamo una clientela prevalentemente di passaggio; oggi raccogliamo turisti sempre più interessati alla nostra attività, alla nostra azienda, ai nostri prodotti, alla zona che ci ospita. Vengono a trovarci per conoscerci meglio, magari dopo aver assaggiato un bicchiere del nostro vino?. Tra i più rinomati, ricordiamo il ?Madrechiesa?, vino simbolo della storia enologica di Casa Terenzi. ?In questo vino ? si legge nella sua presentazione ? si può ritrovare l?essenza della vocazione del territorio toscano per i grandi vini rossi, insieme allo spirito imprenditoriale dei fratelli Balbino, Federico e Francesca Romana Terenzi?. Citiamo anche il ?Francesca Romana?: ?un?interpretazione unica in Toscana dei vitigni internazionali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot, caratterizzata da una rara freschezza ed eleganza. Di grandissima bevibilità?. Nella foto qui e sotto alcuni momenti di una visita e degustazione in azienda Da qui un cammino non solo alla scoperta del territorio, che al turista offre paesaggi incantati, ma anche all?interno dell?azienda, dove c?è tanto da vedere e da assaporare. ?Noi offriamo un vero e proprio viaggio ? spiega Francesca Romana Terenzi ? dalla degustazione alle visite nelle cantine, dove il nostro sommelier ed enologo, riesce a trasmettere ai clienti il nostro impegno e la nostra passione. Il tour parte dalla mappa ben visibile al visitatore, per poi proseguire alla scoperta della cantina, fino ad avvicinarsi alle vigne. Si conclude nella sala degustazione, dove abbiamo tutte le nostre etichette. Una visita di un?ora circa?. Francesca Romana Terenzi conclude ribadendo quanto sia forte il legame con la Maremma: ?Noi crediamo tantissimo in questa terra, che dà origine a tutto. D?altra parte, siamo felici di poter dare anche noi un piccolo contributo alla sua crescita e alla sua affermazione?. Un legame indissolubile e vincente. Queste parole ben ritraggono l?immagine che i fratelli Terenzi hanno della Maremma: ?La Maremma, magica e selvaggia nella sua unicità, è bella da togliere il fiato. È terra di selvatica bellezza, di campi opulenti, di vigneti e di uliveti. Lunghi filari di cipressi sembrano avere sempre abitato qui, accanto alle vaste pinete. L?occhio incontra le quinte di meravigliose colline, giù fino al mare, a diventare scogli o spiagge sabbiose. Scansano è il suo cuore. Nel nostro, c?è lei prima di ogni altra cosa?. Info: www.terenzi.eu PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica Fattoria Mantellassi, grandi vini che piacciono anche su scala internazionale Questo mese non parliamo di un singolo vino ma di una gamma di prodotti, tutti di Fattoria Mantellassi che hanno conquistato il giudizio dell?autorevole James Suckling (con ben cinque delle sue etichette) ed il prestigioso Decanter World Wine Awards (con tre vini rossi e uno bianco). Un grande punteggio in quelle che vengono definite le degustazioni più importanti dell?anno a livello internazionale 112 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 vero protagonista della stagione estiva. E, ancora, altri riconoscimenti sono arrivati dal prestigioso concorso vinicolo Decanter World Wine Awards Italy, con punteggi di merito molto alti assegnati da giudici esperti professionisti del wine business attraverso una selezionatissima e rigorosa degustazione. Anche qui troviamo Querciolaia 2017 con 90/100. A questa riuscita etichetta si aggiungono altre due specialità di casa Mantellassi: Lucumone e Mentore, entrambe dell?annata 2020. Lucumone 2020, premiato con 90/100 è un bianco fresco, fruttato, 100% Vermentino della Maremma, prodotto a Magliano in Toscana dove ha sede Fattoria Mantellassi. La vinificazione avviene attraverso una pressatura soffice ed è perfetto per i piatti di pesce. Con un punteggio di 91/100 si classifica Mentore 2020, un Morellino di Scansano rosso da vitigno Sangiovese 85%, Cabernet Sauvignon 10% e Ciliegiolo 5%. Corposo ma fresco e fruttato. T utti i premi sono importanti per chi produce, ognuno di loro rappresenta un riconoscimento alla professionalità, alla fatica, alla ricerca per migliorarsi ma, per Fattoria Mantellassi, è anche quel ?labor omnia vincit? che accompagna da oltre sessant?anni la sua attività facendola crescere e portando nel mondo uno dei vini più prestigiosi della Maremma, quel Morellino DOCG che ha conquistato un posto rilevante nel panorama vinicolo internazionale. Fattoria Mantellassi ha dimostrato di non essersi mai fermata, anzi, di aver continuato a produrre con la tenacia di sempre meritandosi un riconoscimento eclatante: ben 5 delle sue etichette hanno infatti ottenuto un punteggio decisamente alto da James Suckling, una delle voci più autorevoli e ascoltate dalla critica enoica mondiale. Vediamole insieme: - San Giuseppe 2019 ha ottenuto un punteggio di 90/100. È un rosso morbido ed equilibrato che dà una sensazione di freschezza e di gradevolezza al palato. Nel gennaio successivo alla vendemmia vengono selezionate le partite migliori del Morellino prodotto nell?annata e passate in piccole botti di rovere francese per circa sei mesi. Prosegue un affinamento di alcuni mesi in bottiglia. - Punton Del Sorbo 2018, con 91/100, dimostra anch?esso di essere un vino di carattere. È un Cabernet Sauvignon in purezza che viene invecchiato 12 mesi in barrique di rovere francese e sei mesi in bottiglia. Il risultato è un vino dal bouquet fruttato, fine ed elegante, rotondo ed equilibrato al palato. - Le Sentinelle Riserva 2016. Per questa importante etichetta il punteggio è di 92/100. È un vino che rappresenta la migliore espressione qualitativa nell?ambito del Morellino di Scansano di Fattoria Mantellassi. È il top di gamma, una riserva prodotta in quantità limitata e che prende il nome dalle colline dove vengono raccolte le uve. Prestigiosi i riconoscimenti ottenuti a livello internazionale. - Querciolaia 2017. Per questo Alicante ben 93/100. È stato uno dei primi vitigni impiantati da Fattoria Mantellassi. Nato nel 1977, è un vino di grande longevità e dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, particolarmente apprezzato per il suo gusto caldo, austero, morbido e vellutato. Matura per tredici mesi in barrique e alcuni mesi in bottiglia. - Vegoia 2020. Sì, è proprio così. È il vino della rinascita, del futuro, nato in un anno difficile ma vincente. Ha ottenuto un punteggio di 90/100. Da vitigno Ansonica, è un bianco fresco, aromatico, con caratteri fruttati e agrumati, un ?Questo strepitoso successo ? spiegano Giuseppe ed Aleardo i due fratelli che stanno portando avanti la storica azienda di famiglia fondata oltre sessant?anni fa dal padre Ezio Mantellassi ? è un segno forte che, ancora una volta, sta ad indicare la nostra profonda volontà di proseguire con determinazione e coraggio in un cammino che ha raggiunto traguardi importanti. Un cammino che non ha mai tradito le sue origini ma che ha saputo unire tradizione e innovazione con grande equilibrio e professionalità?. Info: www.fattoriamantellassi.it Aleardo e Giuseppe Mantellassi PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA A TAVOLA | il ristorante del mese Ristorante Callistemo, i sapori della tradizione di Maremma DI ELISABETTA RUSSO Nella quiete della campagna maremmana, al Ristorante Callistemo dell?agriturismo il Marciatoio di Scansano ci si immerge nella bellezza del territorio e nelle sue tradizioni, con i piatti tipici dal sapore antico e genuino e con la piacevole accoglienza della famiglia Porfiri, maremmana doc. Un?esperienza da non mancare per un ?tuffo? nella Maremma più autentica 114 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 N el cuore della Maremma grossetana, tra le colline dedicate all?agricoltura e dai colori cangianti al susseguirsi delle stagioni, aspetta il visitatore il ristorante Callistemo dell?agriturismo Il Marciatoio, al bivio tra la strada dell?Aquilaia e la Scansanese. Callistemo è un nome che incuriosisce: come ci spiega Enrico Porfiri, che gestisce l?agriturismo ed il ristorante: ?Abbiamo scelto questo nome perché abbiamo nella tenuta una pianta di Callistemo? pianta con bei fiori di colore rosso cremisi che fioriscono tra maggio e luglio ?e col suo nome vogliamo sottolineare la bellezza della terra che ci circonda?. Il nome infatti deriva dal greco, dall?unione di calos (bello) e stemnos (stami), nome dovuto appunto alla bellezza dei fiori e degli stami. Ed è proprio la riproduzione in mosaico del Callistemo che accoglie gli ospiti all?ingresso del ristorante. Tipicità e filiera corta Il ristorante è nato nel 2013 a completamento dell?offerta ricettiva dell?agriturismo che opera dal ?94, con l?intento di valorizzare i prodotti locali di produzione propria o di aziende vicine. Tutto ciò che arriva sulla tavola è rigorosamente del territorio: pasta fatta in casa con farina toscana, pollame, conigli e maiali di proprio allevamento, salumi di produzione propria o toscana, verdure del proprio orto. Dai 7 ettari dedicati a vigna, con vitigni rigorosamente maremmani di sangiovese, vermentino e bianco di Pitigliano, proviene il vino della Cantina dei Vignaioli di cui l?agriturismo è socio. Sulla carta dei vini è presente anche l?offerta di vini Roccapesta, produttore limitrofo. E non potevano mancare l?olio Extravergine PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA ???? Da Callistemo ci sono tutti gli ingredienti a disposizione per una memorabile esperienza gastronomica ma non solo: piatti tipici, prodotti propri o a filiera corta, attenzione alle tradizioni e alla convivialità, accoglienza familiare, ambiente tipico, il tutto contornato dalla pacata bellezza delle colline maremmane di Oliva prodotto dai 1000 ulivi della tenuta con la frangitura ad opera della vicina Cooperativa di Pomonte, e le marmellate di frutta propria fatte in casa. Insomma, tutto ciò che troviamo da Callistemo è rigorosamente rispettoso della filiera corta, a km 0 o quasi. Il ristorante può ospitare sia all?interno del locale che nella veranda affacciata sulla campagna maremmana, è aperto quindi anche ad ospiti esterni all?agriturismo, su prenotazione e con menù alla carta che si aggiunge al menù fisso dedicato agli ospiti dell?agriturismo, un bel casale degli anni ?50 ristrutturato nel 2000, con 13 posti letto in 4 alloggi e dotato di accogliente giardino e piscina. La struttura è aperta tutto l?anno tranne febbraio. L?ambiente familiare Entrando nell?agriturismo e nel ristorante colpisce l?atmosfera dell?ambiente 116 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 familiare, molto curato pur nella sua semplicità, e l?attenzione alla tradizione, all?ospitalità e alla soddisfazione del cliente che traspaiono dalle parole di Enrico Porfiri, il quale così risponde alla domanda su come descriverebbe la propria attività recettiva: ?Abbiamo radici maremmane da diverse generazioni, sin dal mio bisnonno. La nostra è un?attività di tipo familiare e cerchiamo di trasmettere la nostra passione per il territorio e ospitare i visitatori come in famiglia per far loro apprezzare una genuina esperienza di vita in Maremma. Puntiamo sulla qualità, la tipicità e la semplicità. A noi non piace descriverci da soli, preferiamo far parlare del nostro servizio i nostri clienti, e? per ora ? aggiunge Enrico con un sorriso ? ne parlano bene ed apprezzano l?impronta familiare della nostra ospitalità?. Un ben meritato riconoscimento per la passione della famiglia Porfiri, che vede oggi la mamma di Enrico, Fiorella, impegnata in cucina, il babbo Giuseppe nell?attività agricola, ed Enrico in sala al ristorante e un po? come ?jolly? come lui stesso si definisce. Menù dalla tradizione È giunto il momento di dare uno sguardo alla cucina del ristorante, dove ci accoglie Fiorella, che lascia per un attimo i fornelli per parlarci del menù, incentrato sui piatti tipici e ricette tradizionali: la panzanella con pane tostato e pomodoro, salumi e formaggi, crostini, tagliatelle rigorosamente fatte col mattarello, tortelli, pici, acqua cotta, gnocchi, cinghiale, spezzatino al Morellino, torta della nonna di pasta frolla e cheese cake. Alla domanda su cosa vorrebbe dirci della sua attività Fiorella risponde: ?È un lavoro no-stop, ma è una grande soddisfazione trasferire nei piatti la ???? Il ristorante è nato nel 2013 a completamento dell?offerta ricettiva dell?agriturismo che opera dal ?94, con l?intento di valorizzare i prodotti locali di produzione propria o di aziende vicine nostra storia maremmana? e alla richiesta di sapere qualcosa in più sulle ricette Fiorella sorride, mantenendo, come fanno tutti i cuochi, il segreto di ciò che solo lei sa: ?Posso solo dire di venirle a provare!?. Non resta quindi che cogliere il suggerimento di Fiorella. Callistemo... oltre la cucina Guardando in giro nella sala del ristorante attirano l?attenzione alcune targhe di eventi che spesso Callistemo organizza, con l?intento di offrire un?ospitalità che va oltre l?esperienza culinaria. Il ristorante ama infatti proporre momenti conviviali, cene e serate a tema, sempre con l?obiettivo di valorizzare le tradizioni e le eccellenze del territorio. Il ?Tiro del Panforte? è un?antica tradizione che il ristorante organizza a completamento della cena nel periodo di dicembre. Si tratta di un gioco di squadra tipico che si faceva in famiglia nel periodo delle festività natalizie. Per il gioco serve poco: un tavolo e un panforte incartato a mano. A turno si lancia il panforte e chi arriva più vicino al bordo del tavolo prende il punto. Se il panforte esce dal tavolo il tiro è nullo. La squadra che vince alla fine mangia il panforte (rigorosamente panforte IGP di Siena). Un?altra bella iniziativa è stata ?Arte in piscina?: Callistemo, in collaborazione con altre organizzazioni, come ad esempio il Liceo Artistico di Grosseto, o con esperti del settore, ha riunito artisti del territorio di varie discipline, pittura, ceramica, scultura, per poi premiare i migliori delle varie categorie. Sono esposte nel ristorante alcune delle opere premiate. Un altro esempio di originale intrattenimento, tenutosi per qualche anno, che ?riportava? l?ospite in cucina dopo cena, è ?Pasta e cinema?: ovvero una cena con a seguire la proiezione di un film con almeno una scena con protagonista la pasta, pasta successivamente da cucinare ed offrire agli ospiti. In conclusione, da Callistemo ci sono tutti gli ingredienti a disposizione per una memorabile esperienza gastronomica ma non solo: piatti tipici, prodotti propri o a filiera corta, attenzione alle tradizioni e alla convivialità, accoglienza familiare, ambiente tipico, il tutto contornato dalla pacata bellezza delle colline maremmane. Non resta che prenotare! Il ristorante organizza pranzi, cene e buffet anche per chi non soggiorna presso l?agriturismo e richiede in ogni caso la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni tel. 339 6618855. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 117 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare La Pappa al pomodoro, bontà in tavola che mette d?accordo tutti! Portata al successo prima da Vamba nel ?Giornalino di Gianburrasca? e poi da Rita Pavone con l?omonima canzone, la Pappa al pomodoro ? ovvero la ricetta di questo mese in uno scorcio di fine estate ? ha accompagnato l?infanzia letteraria, musicale e gastronomica di diverse generazioni. DI ANDREA RICCHIUTI* D i probabile origine senese, questa minestra nasce di fatto dalla medesima esigenza di molti altri piatti della tradizione contadina: dare sufficiente nutrimento e riutilizzare gli avanzi. Infatti, nel passato, veniva considerata un vero toccasana per le malattie infettive dei bambini, in quanto si riteneva l?aglio, tra i suoi ingredienti fondamentali, un vermifugo naturale (opinione oggi confermata dalla scienza medica). Il pane un po? raffermo trovava 118 ? Maremma Magazine ? Settembre 2021 qui il suo destino perfetto, insieme ai pomodori pelati ed al brodo (o, più semplicemente dell?acqua). Vale adesso la pena spendere due parole sulla storia del pomodoro, il cui impiego culinario è relativamente recente. Portato dai conquistadores dal Messico alla Spagna, questo si diffuso poi in Italia da Napoli, risalendo la penisola fino a raggiungere la Provenza. Come per la patata la diffidenza iniziale fu molta, in tutti i Paesi europei: inizial- mente trovò spazio in giardini botanici e di famiglie nobili come pianta ornamentale, e per quasi due secoli la sua funzione non fu che questa. Ciò era dovuto, in parte, anche alla forte somiglianza con mandragora, pianta veramente tossica e alla quale venivano attribuiti legami con la magia ed il mondo degli inferi. In effetti la pianta del pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanacee, poco raccomandabile, in quanto ne fanno parte la belladonna, il giusquiamo, la datura ed altre altamente velenose, quindi la diffidenza è anche comprensibile. Per non parlare della paura degli avvelenamenti, specie tra le famiglie aristocratiche, allora tanto in voga per eliminare scomodi avversari. Si dovrà aspettare il Settecento perché dilaghi nelle cucine del meridione e, solamente nell?Ottocento nel centro e nord Italia. La prima ricetta, in cui si riscontra l?uso di questa bacca, è nel libro ?Lo scalco alla moderna? di Antonio Latini, stampato a Napoli nel 1692; ma non ci si illuda, si tratta solo di una ricetta definita inoltre ?allo stile spagnolo? dove i pomodori vengono cotti insieme ad altre verdure. Il nome deriva dall?unione delle parole pomo e d?oro, cioè un frutto rotondeggiante dal colore giallo che prevalse almeno fino alla fine del Settecento. In origine si chiamava tomate, dal nome azteco tomatl, che si è comunque mantenuto simile in molte lingue stranire e in alcuni dialetti di influenza spagnola. Il pomodoro, una volta fatto il suo ingresso, ha poi caratterizzato fortemente tutta la cucina italiana e la sua dieta. Ma come si coloravano i cibi prima dell?avvento del pomodoro? In alcuni sughi, come quello celebre di lepre, veniva aggiunto il sangue dell?animale, mentre in altri dello zucchero caramellato, anche se si trattava di piatti salati (in quanto lo zucchero era considerato un lusso e quindi nobilitava il piatto). In Toscana, ma anche nelle regioni confinanti, oltre alla pappa al pomodoro c?è un altro piatto molto simile, il pancotto; queste due preparazioni si differenziano soprattutto nei tempi di cottura: la prima è piuttosto veloce, mentre la seconda richiede una cottura prolungata e risulta più asciutta e compatta. La pappa al pomodoro è un piatto pratico, che può essere preparato in anticipo e riscaldato, ma anche servito fresco. Ingredienti per 6 persone 3 spicchi d?aglio affettati olio extra vergine d?oliva q.b. 600 g di pomodori pelati (privati dei semi) un mazzetto di basilico ½ l abbondante di brodo 150 g di pane toscano raffermo sale e pepe q.b. Preparazione In un tegame rosolare l?aglio nell?olio, aggiungere i pomodori a pezzi e qualche foglia di basilico, far cuocere per una decina di minuti. Unire il brodo e portare ad ebollizione, salare e pepare, aggiungere il pane ridotto in piccoli pezzi e far cuocere per due minuti. Unire il restante basilico, coprire e lasciar riposare per un?ora. Mescolare e servire con un d?olio crudo e pepe di mulinello. In inverno si può sostituire il basilico con la salvia. Inoltre si può aggiungere del porro, che può anche sopperire alla mancanza d?aglio. Nella tradizione non è accompagnata da formaggio grattugiato, ma sicuramente non ne inficia la bontà se aggiunto prima di essere consumata. *Insegnante di cucina AICI Associazione Insegnanti di Cucina Italiana Per info sui corsi scrivere a: corsidarteculinaria@outlook.com LE NEWS LE NEWS IL VESCOVO GIOVANNI RONCARI HA PRESO POSSESSO DELLA DIOCESI DI GROSSETO Il vescovo Giovanni Roncari il 9 agosto ha preso possesso della diocesi di Grosseto. Ad accoglierlo, le autorità, i rappresentanti laici e religiosi e tanti cittadini comuni. Nel 2013, il vescovo Rodolfo Cetoloni fu accolto dalla comunità grossetana all?inizio del suo percorso nella diocesi, in concomitanza con le celebrazioni di San Lorenzo. A distanza di otto anni, la ricorrenza del patrono cittadino ha segnato pari pari l?inizio del ministero di Giovanni Roncari, 62esimo vescovo di Grosseto e già vescovo della diocesi di Sovana, Pitigliano, Orbetello. Monsignor Roncari ha iniziato il suo ingresso in diocesi, fermandosi a Roselle, originaria sede vescovile, poi all?ospedale della Misericordia, al carcere di via Saffi e infine al Duomo. Nella sua persona sono adesso riunite le due diocesi, primo passo verso l?unione piena di delle due Chiese in un?unica Chiesa diocesana. Il Covid, purtroppo, ha costretto a contingentare le presenze in duomo. Sono stati ammessi, infatti, solo i concelebranti (11 vescovi e 90 sacerdoti) le autorità civili e militari, le aggregazioni laicali, i volontari delle associazioni e pochissimi altri. È stato perciò accuratamente allestito un maxischermo in piazza Dante e TV9 ha trasmesso in diretta la cerimonia durata circa due ore. 120 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 ?Mi presento a voi con umiltà e fiducia ? ha detto Roncari nell?omelia ?. Umiltà perchè ben consapevole dei miei limiti umani e spirituali. Con fiducia nella vostra paterna accoglienza per poter continuare a camminare insieme con il vero Pastore e vescovo delle anime nostre il Signore Gesù?. L?arrivo del Vescovo Roncari si è inserito appieno nelle celebrazioni Laurenziane, che anche quest?anno sono culminate il 10 agosto con la messa solenne alle ore 11 in cattedrale. A presiedere le celebrazioni è stato l?arcivescovo di Siena-Colle Val d?Elsa-Montalcino, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, insieme al vescovo Giovanni e all?emerito Rodolfo. Alla ceri- monia ha partecipato il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha offerto a nome della città il cero votivo. Nella circostanza è stato ricordato anche monsignor Paolo Galeazzi Vescovo di Grosseto dal 1933, venuto a mancare proprio per la festa di san Lorenzo nel 1971. Le festività laurenziane si sono concluse il 10 agosto con la consegna in piazza Dante, del Grifone d?oro. ?La città di Grosseto ? ha commentato il presidente della Proloco cittadina Umberto Carini ? vive anche quest?anno una serie di momenti topici per la comunità grossetana con l?assegnazione del Premio più importante della città al dottor Andrea Coratti?. Questa la motivazione: Andrea Coratti si è formato alla scuola internazionale di Chirurgia Robotica, trasferendosi a Careggi come direttore della Chirurgia generale per quasi sette anni. Torna a Grosseto come direttore del Dipartimento di Chirurgia della Asl Toscana sud-est ed è attualmente presidente della Clinical Robotic Surgery Aassociation. Le grandi potenzialità dell?ospedale Misericordia, le profonde motivazioni professionali e familiari di Andrea Coratti, consentono alla comunità maremmana di arricchirsi di un?altra grande eccellenza. La serata è stata condotta da Giancarlo Capecchi in diretta su TV9 e incorniciata dall?esibizione dell?Orchestra d?archi Città di Grosseto, alla presenza delle massi- NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA me autorità cittadine, del direttore generale di Banca Tema, Fabio Becherini, che ha sponsorizzato il premio, di tanti spettatori e, naturalmente, del premiato. Rossano Marzocchi ULTIMI APPUNTAMENTI CON ?LE VOCI DELLA STORIA 2021?, UN VIAGGIO NELLA STORIA E NEL TEATRO A CURA DI MASSIMO CARDOSA E TEATRO STUDIO GROSSETO Ultimi appuntamenti con la storia, il teatro e la cultura nel territorio di Manciano. ?Le Voci della Storia 2021? è l?iniziativa, inaugurata a giugno e di scena fino ad ottobre, curata dal direttore dei Musei civici di Manciano Massimo Cardosa e da Teatro Studio di Grosseto a base di spettacoli teatrali insieme a visite guidate dei borghi di Saturnia, Manciano, Montemerano e Marsiliana. Il via è avvenuto il 30 giugno a Saturnia, al prato di Porta Fiorentina con ?Medea? (spettacolo teatrale da Euripide e Christa Wolf) con Enrica Pistolesi, Luca Pierini, Daniela Marretti, Mirio Tozzini, Caterina Rossi per la regia di Mario Fraschetti. Il 15 luglio sempre a Saturnia, dal prato di Porta Fiorentina ?Una notte lunga 2000 anni?, ha offerto una visita guidata di Saturnia, con performance teatrali, con Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio. Quindi il 5 agosto a Manciano, da piazza Magenta è stata la volta di ?Camminando nella storia?, visita guidata di Manciano, con performance teatrali con Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio. Gli ultimi due appuntamenti sono in programma venerdì 10 settembre alle ore 17 a Montemerano, da piazza del Castello ?Nel cuore del Medioevo, visita guidata di Montemerano, con performance teatrali con Fabio Detti, Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio. E venerdì 8 ottobre alle ore 17 a Marsiliana, dalla piazzetta della Dispensa ?Storia d?amore, ricatti e briganti?, narrazione storica con pièce teatrale originale con Simona Pozzi, Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio per la regia di Mario Fraschetti. ?Con questi spettacoli ? spiega il diretto- Percorso ciclopedonale in memoria di Pietro Magagnini Il percorso ciclopedonale dalla stazione di Grosseto al ponte sull?Ombrone intitolato alla memoria di Pietro Magagnini, stimato commercialista vittima di un incidente mortale, nel 2013 mentre attraversava la strada dell?Oliveto con la sua bicicletta È stato intitolato a Pietro Magagnini, il percorso pedonale e ciclabile che collega la stazione di Grosseto al ponte sull?Ombrone in località La Barca. La cerimonia si è svolta il 22 luglio all?incrocio tra strada Magenta e via Alberto Sordi, alla presenza dei familiari e delle autorità civili e militari. Pietro Magagnini a 46 anni è stato vittima di un incidente mortale, investito nel 2013 mentre attraversava la strada dell?Oliveto con la sua bicicletta. Stimato da tutti in città, Magagnini è stato commercialista e revisore dei conti della Banca della Maremma. ?Come Amministrazione ? hanno detto nell?occasione il sindaco Antonfran- cesco Vivarelli Colonna e Giacomo Cerboni, assessore alla Toponomastica ? abbiamo voluto dedicare il lungo percorso ciclopedonale a Magagnini, accogliendo positivamente la proposta di Fiab Grosseto Ciclabile. Grosseto ha cambiato sicuramente marcia da quando si è compiuto il tragico incidente che ha coinvolto il compianto professionista: ora la città ha percorsi ciclopedonali in grado di collegare la costa con l?entroterra, permettendo ai ciclisti di muoversi in sicurezza. Per questo motivo non potevamo che scegliere il nome di Magagnini come simbolo di questa rinnovata attenzione alle esigenze di chi ogni giorno sceglie di muoversi con mezzi ecosostenibili come le biciclette?. LE NEWS ? 121 LE NEWS L?auditorium di Pitigliano intitolato a Valerio Bucciotti Banca Tema di Pitigliano ha intitolato l?auditorium dell?istituto alla memoria di Valerio Bucciotti, già direttore generale della ex BCC di Pitigliano, scomparso prematuramente nel 2019. La cerimonia si è tenuta l?11 agosto scorso alla presenza dei familiari L ?auditorium Banca Tema di Pitigliano è diventato Auditorium Valerio Bucciotti, in memoria del direttore generale della ex BCC di Pitigliano, scomparso prematuramente nel 2019. La cerimonia si è tenuta l?11 agosto alla presenza dei familiari. Una decisione presa dal Consiglio di Amministrazione di Banca Tema per ricordare una persona di grande valore umano e professionale, non solo per la ex BCC di Pitigliano e per i colleghi, ma per l?intero movimento della cooperazione di credito. Valerio Bucciotti ha lavorato nel Credito Cooperativo per 41 anni ? dal 1971 al 2012 ? ma è rimasto sempre vicino alla Banca anche dopo il pensionamento. Nella sua lunga carriera ha ricoperto diversi ruoli tra cui responsabile ufficio titoli, direttore di filiale e vice direttore generale, sino a diventare, dal 1996 al 2012, direttore generale della ex Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano. Negli anni della direzione, inoltre, ha svolto numerosi incarichi regionali, tra i quali quello di presidente del Comitato tecnico 122 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 dei direttori e quello di membro del Collegio Sindacale di Assicooper. L?auditorium di Pitigliano è stata un?opera da lui fortemente voluta nel 1999, al tempo della realizzazione della sede amministrativa. La sua passione per la musica ? Bucciotti è stato maestro del Corpo Bandistico di Pitigliano e direttore dell?Orchestra Esperienza Jazz ? lo ha portato a pensare ad un luogo che non fosse utilizzato solo dalla Banca e dai suoi soci, ma che fosse aperto a tutta la comunità, secondo lo spirito proprio di una banca cooperativa e mutualistica. A Pitigliano mancava, infatti, uno spazio che potesse accogliere eventi e spettacoli e l?auditorium è presto diventato un punto di riferimento per la vita culturale e associativa locale. La scelta di intitolare l?auditorium Banca Tema a Valerio Bucciotti è stata condivisa dalla Banca con la sua famiglia, che ben conosce il valore che questo luogo e la sua musica hanno rappresentato per lui. Un gesto di gratitudine e di affetto per rendere sempre vivo il nome di Valerio e il suo ricordo. re dei Musei civici di Manciano Massimo Cardosa ? proponiamo di far conoscere meglio la storia del nostro comune, affiancando alla narrazione degli addetti ai lavori, l?intervento degli attori, che restituiscono voce ai protagonisti degli eventi, coinvolgendo il pubblico anche emotivamente nel racconto.Tutte le iniziative sono gratuite, così come è sempre gratuito da alcuni anni l?ingresso ai Musei Civici di Manciano (Museo di Preistoria di Manciano e Museo Archeologico di Saturnia), nella convinzione che l?accesso alla cultura debba essere il più libero possibile?. ?Turisti e cittadini ? afferma il consigliere delegato alla Cultura del Comune di Manciano, Andrea Caccialupi ? sono invitati a partecipare a questa iniziativa tutta incentrata sulla bellezza dei nostri luoghi e sulla scoperta della storia dei nostri borghi, il tutto esaltato dagli spettacoli teatrali messi in scena da bravissimi professionisti. Ringrazio Massimo Cardosa per aver curato questa meravigliosa iniziativa che non si limiterà solamente alla stagione estiva ma riserverà un posto anche in autunno, proprio in linea con il concetto di destagionalizzazione turistica. Il nostro territorio, infatti, è da scoprire e assaporare in tutte le stagioni. Gli amanti della cultura, unitamente all?iniziativa ?Le Voci della Storia?, potranno così fruire anche dei nostri musei?. CAMBIO AL VERTICE DELLA CONFCOMMERCIO DI GROSSETO: CARLA PALMIERI LASCIA IL TESTIMONE A GIULIO GENNARI Cambio al vertice in Ascom Confcommercio Grosseto, con l?elezione, all?unanimità, del nuovo presidente che resterà in carica per il quinquennio 2021-2026. Si tratta di Giulio Gennari, noto imprenditore grossetano, titolare della catena Bricolarge e della Gennari Mario Legnami, che raccoglie il testimone di Carla Palmieri, la quale, dopo sette anni di mandato, ha deciso di non ricandidarsi. Al fianco di Gennari, nel nuovo Consiglio, anch?esso eletto all?unanimità dall?Assemblea dei soci che si è svolta nelle scorse settimane alla Fattoria la Principina, ci sono nomi di spicco dell?imprenditoria dell?intera provincia, nei principali settori rappresentati dall?associazione di categoria, tra riconferme e nuove entrate: Eric Barbieri, Andrea Brenno Benedetti, Luciano Bianchi, Valter Bruni, Danilo Ceccarelli, Giuseppe De Matteis, Vincenzo De Sapio, Letizia Fanara, Emanuele Fommei, Alessandra Merli, Maria Concetta Monaci, Benedetta Montalbano, Massimo Nardi, Agostino Ottaviani, Paolo Pieraccini, Ugo Quattrini, Gabriele Rossi, Gianluca Ricci, e la stessa Carla Palmieri, che entra a far parte del direttivo su cooptazione di Gennari, con delega ai rapporti con l?Associazione nazionale e regionale. L?Assemblea, che ha visto anche la partecipazione di Filippo Giuliano, responsabile reti territoriali di Confcommercio nazionale, si è aperta con la lettura di un messaggio del presidente nazionale Carlo Sangalli indirizzato al presidente uscente Palmieri: un sentito ringraziamento per ?il lavoro, la passione e l?impegno profusi in questi anni? in e per l?Associazione, con l?invito a proseguire su questa strada. ?In molti sapendo che non mi sarei ricandidata ? ha detto, nel suo toccante discorso, il presidente uscente Carla Palmieri ? mi hanno chiesto se ne fossi convinta. A loro rispondo che se la paura è spezzare le consuetudini, no, io non ho paura, perché mi ricordo bene da dove vengo e dove voglio che arrivi la mia Confcommercio, so quanto mi ha dato questa esperienza e quanto mi è costata, contribuendo a diventare quella che sono oggi. Essere presidente però non dovrebbe essere una consuetudine per nessuno. Dovrebbe essere una opportunità per tutti, aver avuto la forza di cambiare è la dimostrazione che abbiamo tutti lavorato per l?intera collettività e non ad personam?. Carla Palmieri ha ringraziato in particolare il presidente nazionale Sangalli, il direttore dell?associazione provinciale Gabriella Orlando, i ?suoi? vicepresidenti Danilo Ceccarelli e Sergio Andreucci, ed ha aggiunto poi: ?Facciamo in modo che l?esperienza covid ci insegni che a volte nella vita serve allontanarci per poi ritrovarci più uniti di prima, perché serve spirito di squadra e consapevolezza per capire che da soli non si vince, che il bene nostro è il bene delle nostre aziende e arriva solo tramite il bene comune. Il nuovo presidente avrà bisogno di tutti noi, presenti, partecipi, positivi e propositivi. Diventiamo grandi nel saper mettere da parte il protagonismo, i personalismi, le chiacchere maligne e pettegole. Dobbiamo lavorare ancora tanto sul concetto di crescita, e non intesa soltanto numerica ma anche e soprattutto qualitativa. In un mondo dove su ogni tavolo ci si misura con la guerra dei numeri, impariamo a portare l?esperienza della qualità, le aziende si devono associare perché riconoscono in noi valori importanti e rappresentativi per loro e per la comunità in cui operano. Una tessera fatta per fare numero ha lo stesso valore di un biglietto di un treno che viaggia a finestrini oscurati, impariamo a tirare su i finestrini ai nostri compagni di viaggio, a far entrare aria nuova e ad entusiasmarci per quello che si vede fuori il nostro piccolo mondo?. Eletti dall?Assemblea anche i collegi dei sindaci revisori e dei probiviri. Il primo è composto da Paolo Mazzetti (presidente), Alberto Bambagini e Sergio Fiorentini. Confermati nel ruolo di probiviri Filippo Biagi, Roberto Pellegrini e Serena Torri. Palmieri ha poi lanciato la candidatura di Giulio Gennari, che ha accettato ?nel segno della continuità?. È stato il Consiglio ad eleggerlo per acclamazione. Gennari, 56 anni, oltre ad essere titolare della catena Bricolarge e della Gennari Mario Legnami, è attualmente presidente del Consorzio Evoluzione, un consorzio nazionale di dettaglianti del settore bricolage. Per quanto riguarda il mondo dell?associazionismo, è nel Rotary club da oltre dieci anni, e da alcuni anni è membro del direttivo della Confcommercio Grosseto. In associazione, suo padre, Mario, ha ricoperto per molto tempo il ruolo di vicepresidente vicario e, in rappresentanza proprio dell?Ascom, è stato presidente della Camera di Commercio nel quinquennio 1997/2002. Giulio Gennari ha ringraziato il direttivo per la fiducia. ?Accetto di ricoprire questo ruolo in quanto il lavoro svolto sin qui è molto buono e bisogna proseguirlo perché così si deve fare, seguendo una logica aziendale. Sono cresciuto in Confcommercio per motivi LE NEWS ? 123 LE NEWS familiari. Nella vita non si può solo prendere, arriva il momento in cui si deve dare. E con questo spirito, mi metto a servizio dell?Associazione. Nei mesi che abbiamo davanti, saremo chiamati a fare un lavoro in maniera collettiva, guardando all?intero territorio, ai 28 comuni della nostra estesa provincia. Ci aspetta un periodo molto importante e delicato, con movimenti a carattere sia economico che politico, i quali ci costringeranno a riscrivere delle regole. Credo che, in questa fase, dovremmo adottare la logica dell?efficienza imprenditoriale, sfruttando nel modo migliore le risorse che abbiamo a disposizione, perché solo così si creano i presupposti per lo sviluppo?. ?HO TUTTO IL TEMPO CHE VUOI?, IL CORTO DI FRANCESCO FALASCHI È IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO PER IL PUBBLICO DEL POP CORN FESTIVAL Si è aggiudicato il premio del pubblico all?edizione 2021 del Pop Corn - Festival del Corto, organizzato dall?associazione Argentario Art Day, in compartecipazione e con il contributo del Comune di Monte Argentario e con il patrocinio della Regione Toscana, il cortometraggio ?Ho tutto il tempo che vuoi? diretto da Francesco Falaschi in collaborazione con gli allievi della Scuola di Cinema e prodotto dall?associazione culturale Storie di Cinema, Coeso Società della Salute e in collaborazione con Rai Cinema. Un cortometraggio che tratta un tema quanto mai attuale, quello degli hikikomori, giovani che vivono in un isolamento sociale volontario e il cui unico tramite con il mondo esterno è lo schermo di un computer o di un telefono: Matteo, infatti, il protagonista di questa storia, sarà 124 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 aiutato a superare la sua condizione di disagio da Sara, un?educatrice. ?Il corto che abbiamo scelto ? si legge nelle motivazioni che hanno spinto la giuria popolare a premiare questo lavoro ? è un piccolo importante film che parla di forti emozioni sommerse nella paura. Lo fa con sincerità e delicatezza con toni agrodolci che rimangono in chi osserva. Pensiamo che i ragazzi giovani che hanno preso parte al progetto siano riusciti a fare un importante lavoro di ricerca e umanità che si percepisce attraverso la visione?. Perché il progetto di realizzazione del cortometraggio ha visto il coinvolgimento di giovani che frequentano la Scuola di cinema ? laboratorio per filmakers di Grosseto. ?Una delle motivazioni che ci ha spinto a sostenere il progetto ? dice Massimiliano Marcucci, responsabile dei servizi socio educativi del Coeso SdS ? è che si tratta di un fenomeno in crescita, amplificato dalla pandemia, con cui i nostri servizi sociali si trovano a fare i conti. Trattarlo, diffonderlo e farlo trattare da giovani è un modo per aumentare la consapevolezza dei ragazzi, mettere in guardia sui rischi e allo stesso tempo ricordare che c?è un sistema in grado di sostenere chi ha bisogno, per favorire il superamento dello stato di disagio?. Con Cecilia Dazzi, Luigi Fedele, Arianna Ninchi ed Emanuele Luperto, ?Ho tutto il tempo che vuoi? vede Francesco Falaschi alla regia, Alessio Brizzi e lo stesso Falaschi alla sceneggiatura, entrambi coadiuvati dagli allievi. Le musiche sono di Stefano Ordini e Riccardo Cavalieri, la fotografia di Stefano Falivene, il montaggio di Giancarlo Alessandrini e i costumi di Francesca Leondeff. Un gruppo che vanta molti professionisti grossetani al suo interno. ?Un nuovo riconoscimento di cui siamo molto orgogliosi ? commenta il regista Falaschi ?. L?apprezzamento del pubblico, infatti, è il segno che siamo riusciti a veicolare un messaggio positivo anche partendo da una tematica complessa e dolorosa?. ?Ho tutto il tempo che vuoi? è uscito nel 2020, anno infausto anche per il settore cinematografico che ha subito pesanti battute di arresto, ma nonostante questo non è nuovo a riconoscimenti e premi. Recentemente, infatti, Cecilia Dazzi ha ottenuto il premio come migliore attrice al festival di Castiglion Fiorentino e il corto ha ottenuto un ex aequo all?Asfilm festival, oltre ad una menzione speciale al festival ?Lo Spiraglio?, organizzato da Franco Montini. A novembre il cortometraggio sarà disponibile su Rai Cinema Channel. POSTE ITALIANE: A SORANO L?ANNULLO FILATELICO E LA CARTOLINA DEDICATI AI PICCOLI COMUNI Sorano è uno dei comuni scelti da Poste Italiane in Toscana per le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante, nell?ambito del progetto piccoli comuni, teso a valorizzare le tradizioni e il patrimonio culturale della comunità. Per l?evento, che si è svolto il 21 agosto scorso nelle logge esterne di piazza del Pretorio nella frazione di Sovana, alla presenza delle autorità locali e di alcuni rappresentanti aziendali, sono stati realizzati un annullo filatelico e una cartolina. ?L?iniziativa ? fanno sapere da Poste Italiane ? è parte del programma di impegni per i Comuni italiani con meno di 5mila abitanti, promosso dall?Amministratore Delegato Matteo Del Fante, ed è coerente con la presenza capillare di Poste Italiane sul territorio e con l?attenzione che da sempre l?Azienda riserva alle comunità locali e alle aree meno densamente popolate. La realizzazione di tali impegni è consultabile sul sito web www.posteitaliane.it/piccoli-comuni. Le istituzioni locali hanno già espresso la propria soddisfazione per questa iniziativa che segna una nuova tappa nel dialogo e nel confronto con Poste Italiane e avvicina ancora di più l?Azienda al territorio, seguendo un percorso fatto di impegni reali, investimenti e opportunità concrete, al servizio della crescita economica e sociale del Paese. L?iniziativa è coerente con i principi ESG sull?ambiente, il sociale e il governo di impresa che contribuiscono allo sviluppo sostenibile del Paese?. CAMERA DI COMMERCIO DELLA MAREMMA E DEL TIRRENO, PRESENTATO IL BILANCIO DI MANDATO 2016-2021 Con una presentazione online il presidente Riccardo Breda, accompagnato dal segretario generale Pierluigi Giuntoli, ha illustrato a fine luglio il bilancio di mandato 2016-2020, il volume che attraverso numeri e statistiche chiare e sintetiche rende conto ai cittadini e alle imprese dell?attività svolta dalla Camera di Commercio a partire dal 1° settembre 2016, data della sua nascita. Milioni di euro di contributi a favore delle imprese attraverso bandi mirati, tra cui i 519 mila euro stanziati in contributi per le imprese del turismo, per arrivare ai sostanziosi bandi messi a disposizione per fronteggiare l?emergenza Covid, come quello che ha concesso alle microimprese una somma complessiva di 350mila euro per l?adeguamento alle misure per il contrasto alla diffusione del virus nei luoghi di lavoro. Ma quella, imponente, messa a contrasto della crisi pandemica è solo una delle azioni per sostenere le imprese di fronte all?emergenza, basti pensare al ruolo sostenuto per il risarcimento per i danni subiti con l?alluvione di Livorno nel 2017. Nella ?fotografia? degli ultimi 5 anni figurano anche le oltre 170 mila pratiche evase dal Registro delle imprese, di cui il 97% entro 5 giorni, i 24 bandi europei ammessi a finanziamento per un totale di 1,7 milioni di euro, i 280 mila euro erogati alle imprese per favorire i percorsi di alternanza scuola lavo- In corso le immatricolazioni all?Università di Siena Con 74 corsi di studio, 18 in lingua inglese e 11 double degrees - organizzati nelle sedi di Siena, Arezzo, Grosseto e San Giovanni Valdarno - l?Ateneo della Città del Palio si prepara ad accogliere gli studenti nel secondo anno dopo l?inizio della pandemia S ono in pieno svolgimento le immatricolazioni ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico non a numero programmato dell?Università di Siena. L?offerta formativa per il nuovo anno accademico comprende 74 corsi di studio, di cui 33 lauree triennali, 36 lauree magistrali e cinque corsi di laurea a ciclo unico, organizzati nelle sedi di Siena, Arezzo, Grosseto e San Giovanni Valdarno. Sono quattro i nuovi corsi istituiti dall?Ateneo senese, tre triennali e un corso di laurea magistrale, due dei quali in lingua inglese. Salgono così a 18 i percorsi di studio interamente in lingua inglese, un quarto di tutti i corsi proposti, e sono 11 quelli che offrono la possibilità di conseguire un doppio titolo, italiano e straniero, grazie agli accordi di collaborazione con altre università europee. L?Ateneo ha già annunciato la ripresa delle lezioni in aula a settembre nelle condizioni di massima sicurezza, grazie anche agli spazi messi a disposizione dalle istituzioni cittadine. Contemporaneamente saranno mantenuti la didattica e i servizi a distanza, per permettere a chi non potrà risiedere a Siena di proseguire gli studi. Tra le novità, ci sono il corso di laurea in ?Agribusiness?, unico corso di studi a orientamento professionale in questo ambito in Italia, il corso interclasse in ?Economics and Management?, prima triennale dell?Ateneo completamente lingua inglese, il corso di laurea magistrale in ?Biodiversity, Conservation and Environmental Quality?, unico in Italia sui temi della biodiversità, della conservazione e della qualità ambientale a essere proposto in lingua inglese, e il corso di laurea in ?Tecniche audioprotesiche? per formare professionisti in un ambito che prevede materiali e metodi riabilitativi e diagnostici innovativi e sempre più sofisticati. Inoltre, per l?anno accademico 20212022 l?Ateneo offre tre insegnamenti di rilevanza culturale trasversale che tutti gli studenti possono includere nel proprio piano di studi per i crediti di libera scelta. Ai due insegnamenti ?Sostenibilità? e ?Saper pensare. L?attualità della filosofia?, si aggiunge quello in ?Elementi di intelligenza artificiale?. Per agevolare la scelta del corso di studio l?Ateneo ha attivato uno sportello di orientamento personalizzato che permette di pianificare colloqui, visite alle strutture didattiche e incontri con i docenti tutor. Per prenotarsi si può scrivere a orientamento@unisi.it indicando il corso di laurea di interesse. Tutte le informazioni sui corsi sulle modalità per immatricolarsi attraverso il percorso online sono disponibili nel portale orientarsi.unisi.it e all?indirizzo https://segreteriaonline.unisi.it. LE NEWS ? 125 LE NEWS Online il nuovo sito del Parco delle Colline Metallifere Nuova veste sul web per il Parco Nazionale delle Colline Metallifere che ha da poco messo online il nuovo sito all?indirizzo www.parcocollinemetallifere.it Il portale è stato progettato dall?agenzia Net7 Srl di Pisa mentre i contenuti sono tutti a cura dello staff del Parco con un lavoro durato mesi uova veste grafica, nuove funzioni e tanti contenuti per mettere al centro i visitatori ed essere pronti a rilanciare la bellezza di un territorio ricco di risorse ambientali, storiche e che vuole mantenere viva la memoria del suo passato minerario. È online il nuovo sito del Parco Nazionale delle Colline Metallifere all?indirizzo www.parcocollinemetallifere.it. N tablet, ecc.). Il nuovo portale è stato progettato e realizzato dall?agenzia Net7 Srl di Pisa mentre i contenuti come video, foto e testi sono tutti a cura dello staff del Parco con un lavoro durato mesi. ?In un momento così difficile ? ha spiegato Lidia Bai presidente del Parco delle Colline Metallifere ? non possiamo che ripartire dal grande valore che rappresenta Il portale è organizzato in sezioni tematiche (la struttura e gli atti amministrativi dell?Ente, il territorio, i geoparchi, come vivere il Parco, sostenibilità e la comunicazione) ed è caratterizzato dall?utilizzo di immagini di forte impatto visivo e da una organizzazione dei contenuti in direzione di una maggiore intuitività. Inoltre, il sito presenta una forte integrazione con tutte le realtà che ci collaborano come l?UNESCO, la Regione, Federparchi, i ministeri, le università, i Musei di Maremma e tante altre e poi molto importante i collegamenti con i social media come Facebook, Instagram, Youtube per i video e Flickr per le gallerie fotografiche. Il sito, in doppia lingua (italiano ed inglese) è stato inoltre progettato ed ottimizzato per una corretta visualizzazione su tutti i dispositivi mobile (smartphone, il nostro territorio, e questo assume un valore ancora più importante se siamo in grado di mettere in campo strumenti di comunicazione innovativi e di facile consultazione per tutti come un sito web. L?obiettivo è quello di farlo diventare un mezzo di promozione e lavoro per chi vede nel turismo sostenibile una delle principali prospettive di sviluppo?. ?Il nuovo portale ? sottolinea la direttrice del Parco Alessandra Casini ? è una delle prime azioni messe in campo per migliorare la nostra comunicazione avvicinandola di più ai cittadini e visitatori. Uno degli obiettivi a medio termine è quello di far diventare questo sito un efficace mezzo di promozione dello straordinario paesaggio naturale delle Colline Metallifere ma anche una sede virtuale ed accessibile della nostra memoria mineraria che rappresenta il vero tratto distintivo del Parco?. 126 ? Maremma Magazine ?Settembre 2021 ro, i 1550 soggetti coinvolti in formazione digitale e 35.000 dispositivi di firma digitale rilasciati. Questi sono solo alcuni dei numeri più significativi che aiutano ad inquadrare il percorso raccontato nel bilancio di mandato. E poi la completa revisione organizzativa, un capitale umano che nonostante il continuo ridimensionamento continua a crescere professionalmente grazie alla formazione costante; la gestione strategica delle partecipazioni societarie; una forte spinta verso l?economia circolare e la sostenibilità (con oltre 36 iniziative e progetti promossi). Un lungo percorso che si concluderà proprio questo settembre 2021, con il rinnovo degli organi di governo camerale, la prima volta per la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno. ?Questi 5 anni di mandato ? commenta il presidente Riccardo Breda ? sono stati impegnativi, ma anche ricchi di opportunità e sfide superate. Il mandato si è aperto con una situazione in forte evoluzione: la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno è stata la prima ?nuova? Camera di commercio a nascere in Toscana e una delle prime in Italia, fatto che ci ha consentito di anticipare i tempi della riforma, ma ci ha anche spinto su un cammino inesplorato e nuovo. Da questa grande sfida è nata una nuova organizzazione, che ha potuto mettere a disposizione delle imprese strumenti e contributi, cresciuti di anno in anno, fino alle ingenti risorse stanziate per fronteggiare l?emergenza Covid?. ?Se dovessi esprimere con una sola parola il racconto di questi 5 anni ? prosegue Breda ? utilizzerei il sostantivo ?unità? in questi anni, non abbiamo mai smesso di cercare l?unione tra due territori differenti, che si sono scoperti sempre più affini, ma anche l?unione tra le categorie economiche e con il mondo dei lavoratori. È stata una grande soddisfazione vedere tutte le componenti imprenditoriali, sindacali e della cooperazione rispondere positivamente all?appello all?unità che la Camera di Commercio ha fatto negli scorsi anni. Nel ringraziare tutti i miei colleghi della Giunta, del Consiglio e il personale dell?Ente per l?impegno sempre dimostrato, mi auguro che il lavoro svolto in questi anni abbia posto le condizioni perché la Camera di Commercio sia ente di riferimento per la semplificazione, la digitalizzazione e la ripresa economica del territorio di Grosseto e Livorno, anche di fronte all?impegnativo percorso di ricostruzione che abbiamo davanti a noi?. A SALAIOLA LA TERZA EDIZIONE DEL SAFARI FOTOGRAFICO: ECCO GLI SCATTI VINCITORI Un borgo sul Monte Amiata circondato da castagneti secolari, un corso d?acqua le cui acque cristalline sgorgano dalle rocce, aria purissima: ecco Salaiola, il primo Borgo Naturalistico d?Italia, i cui abitanti hanno sottoscritto un protocollo in cui si impegnano nelle buone pratiche dell?ecologia. L?Associazione L?Aquilaia, che da 20 anni anima il piccolo paese, anche quest?anno non ha organizzato la tradizionale Festa della Luna a causa del Covid, e tuttavia ha aperto ai soci alcuni laboratori che si sono svolti contestualmente a passeggiate nei boschi. ?Ne ha fatta di strada l?Associazione L?Aquilaia da quando vent?anni fa ? sottolinea Monia Pastorelli, attuale presidente ? è stata costituita: ha organizzato per 18 anni la Festa della Luna e per 14 quella della Poesia, eventi che ogni anno hanno attratto moltissimi partecipanti ed hanno reso conosciuta la frazione del comune di Arcidosso. Infine, grazie all?Associazione, tre anni fa Salaiola è divenuto il primo Borgo Naturalistico d?Italia, poiché i suoi abitanti si sono impegnati a portare avanti le buone pratiche ecologiche per tutelare la biodiversità?. Non potendo organizzare la Festa della Luna per il secondo anno consecutivo a causa delle restrizioni dovute al Covid, l?Associazione, per celebrare i suoi venti anni di vita, ha proposto e sta proponendo agli iscritti un calendario di iniziative chiamato ?Walking experiences tra natura e benessere?, una serie di esperienze olistiche contestuali a passeggiate in natura. Intanto, il 22 agosto si è tenuta la terza edizione del Safari Fotografico, un?occasione per gli appassionati di fotografia, famiglie e amanti dei boschi di immortalare il bellissimo ambiente che circonda il Borgo Naturalistico. ?L?evento ? sottolinea Monia Pastorelli, presidente dell?Associazione L?Aquilaia ? nasce dalla collaborazione tra ConfGuide Grosseto, l?Associazione L?Aquilaia ed il mensile Maremma Magazine, che ogni anno pubblica le prime tre foto classificate. I par- tecipanti iniziano la loro ?caccia? al miglior soggetto dalla piazza del borgo, per poi inoltrarsi tra le case, sulle cui facciate si possono leggere poesie, fino a raggiungere il bosco: un ecosistema ricchissimo, in cui il castagno spicca su una amplissima varietà di specie vegetali e sono possibili avvistamenti di rapaci e di specie tipiche dell?Amiata?. I fotografi vincitori dell?edizione 2021 del Safari Fotografico che si sono aggiudicati la pubblicazione del loro scatto sono: Marta Alosi con la coccinella e la farfalla, Giuseppe Favilli con il Fosso Salaiola, Simonetta Zamboni con gli antichi strumenti di lavoro, e la famiglia Pifferi con il cavallo. ?Le foto presentate quest?anno sono il riflesso di una rinnovata sensibilità verso l?ambiente: in molti infatti hanno apprezzato la piacevolezza di Salaiola, luogo in cui la natura è di casa. Un ringraziamento speciale alla redazione di Maremma Magazine ed al Direttore Celestino Sellaroli per lo spazio che riservano alle nostre iniziative?, conclude Monia Pastorelli, presidente dell?Associazione L?Aquilaia. Salaiola alle pendici del Monte Amiata LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane spa Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. 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