Maremma Magazine - Dicembre 2020 - 3_Maremma Magazine 25/11/2020 18:30 Pagina 1 Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XVIII ? NUMERO 10 ? DICEMBRE 2020 ? ? 3,50 1321-2021, la Maremma si prepara ad un anno di grandi eventi per Dante Inoltre... Ascom Confcommercio Grosseto sempre più un punto di riferimento per le imprese Morellino Classica Festival, tutto pronto per i concerti invernali... Natale al tempo del Covid, un viaggio in Maremma attraverso il gusto ?Fare è futuro?, l?artigianato artistico secondo Lamioni Buriano, al via il progetto di accoglienza turistica diffusa LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO ANGELI SILENZIOSI In questi difficili giorni del Coronavirus, costretti a rimanere chiusi in casa con la paura, viene da pensare continuamente a questa guerra combattuta contro un nemico invisibile senza armi adeguate ed il pensiero corre a tutti quei medici ed infermieri che, in prima linea, a rischio della propria vita, si espongono ad aiutare gli altri, silenziosamente, senza sosta. La situazione porta a meditare, a ricordare. Ed il ricordo va lontano ad un?altra Guerra, anno 1944 e ad un fatto avvenuto a Scansano. Dolores e Guglielma Meciani erano figlie di Bartolomeo Meciani, già sindaco nel 1913 e famoso conduttore di diligenza che con la sua carrozza fece per molti anni il servizio ScansanoGrosseto durante il periodo dell?Estatatura. Le due sorelle, che risiedevano a Roma, dove Dolores insegnava nella scuola elementare De Amicis a Monteverde, erano tornate al Paese nella primavera del 1944 per sfuggire ai bombardamenti sulla Capitale. Nel giorno del 10 giugno era prevista un?incursione aerea a Scansano e per questo motivo dall?ospedale, che era di fronte alla loro casa, venivano evacuati i malati per portarli in luogo più sicuro. Nonostante l?urgenza di mettersi al riparo, corsero ad aiutare medici ed infermieri in questa operazione fino alla fine. Risalite in casa per prendere il necessario e raggiungere i parenti già sfollati in campagna, l?unica bomba lanciata sul Paese, cadde sul loro palazzo distruggendolo. Quello che aggiunge commozione a questo tragico evento è il fatto che Dolores, persona molto sensibile e religiosa autrice di molte preghiere, nell?ultima con data 27 maggio 1944, aveva previsto questa loro fine laddove dice: ? la nostra casa ci è diventata nemica ed abbiamo sentito sui nostri corpi morenti il peso delle sue pietre scroscianti. Furono le sole a morire nel bombardamento. Una lapide, sulla facciata dell?ex ospedale, ricorda questo evento. Cosa è dunque quello che unisce la tragedia di oggi a quella di ieri? L?altruismo, il dare sé stessi per il fratello: riflesso dell?infinito amore del Cristo per l?Umanità. Solo in un abbraccio universale, superando ogni forma di egoismo, l?uomo potrà salvarsi. Questo però non deve valere solo nel momento buio, dominato dalla paura, ma deve essere una costante norma di vita. Di seguito il testo della lapide in memoria di Dolores e Guglielma Meciani apposta a Scansano dall?Amministrazione Comunale e dalla Contrada del Borgo in data 4 agosto 2003 con la ?Preghiera per supplicare la Pace? di Dolores Meciani: «O Signore, il flagello della guerra si è abbattuto sulle nostre spalle: le lacrime nostre sono diventate i torrenti del mondo e i nostri occhi ne sono rimasti disseccati; il grido di angoscia dei nostri petti ha riempito i Cieli e le nostre gole ne sono rimaste riarse; il nostro dolore si è sollevato alto come le montagne e i nostri cuori si sono fatti di pietra. O Signore! Noi abbiamo veduto sbiancarsi il volto delle nostre creature, velarsi le loro pupille, arrossarsi del loro sangue la terra; abbiamo veduto spegnersi i nostri focolari e divampare nel cielo la rossa fiamma delle nostre case brucianti; la nostra casa ci è diventata nemica ed abbiamo sentito sui nostri corpi morenti il peso delle sue pietre scroscianti. Abbiamo vagato spogliati intorno alle sue rovine fumanti ed abbiamo ascoltato la voce delle nostre creature, ivi sepolte prima della morte. Nel crudo inverno, nudi, abbiamo cercato nelle foreste un riparo e i nostri vecchi coi nostri malati non potevano tenere il nostro passo. Abbiamo veduto bruciare le nostre Chiese, distruggere le memorie dei nostri padri e le ossa dei nostri morti rivedere la luce nei cimiteri devastati. O Signore, hanno distrutto le nostre campagne e attossicate le nostre fonti! Hanno sbranato e ucciso il bestiame delle nostre stalle! La fame ha abbattuto i nostri figli e la sete ha disseccato le nostre gole!». Piero Sabatini Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma-magazine.it Compatibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 14 20 SOMMARIO VIVI 14 ...........1321-2021, la Maremma per Dante. Sarà un anno di grandi eventi per celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta 20 ...........Un tondo inedito del Botticelli protagonista (e speriamo possa esserlo ancora) della mostra ?La bellezza svelata? a Grosseto 24 ...........Morellino Classica Festival, la rassegna musicale toscana è pronta per i concerti invernali Covid permettendo 28 ...........Natale al tempo del Covid-19, un viaggio in terra di Maremma attraverso il gusto 32 ...........Prende forma l?innovativo progetto di accoglienza turistica diffusa. A Buriano 37 ...........Le prospettive dell?economia al tempo dell?incertezza al centro della Giornata dell?Economia 40 ...........Ascom Confcommercio Grosseto un importante punto di riferimento per le piccole e medie imprese del territorio. Oggi più che mai! 44 ...........?Premio letterario nazionale Città di Grosseto Amori sui generis?, successo straordinario per la seconda edizione 48 ...........Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC), un?unica grande famiglia. Anche in tempo di Covid 52 ..........Un bell?evento per ricordare un grande della cinematografia nazionale: Alfio Contini 56 ..........?Fare è futuro?, il viaggio nel mondo dell?artigianato artistico italiano di Giovanni 28 Lamioni 60 ...........L?Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia, una testimonianza dell?architettura monastica del periodo medievale 69 ...........Viola Niccolai, la giovane artista maremmana emergente firma la copertina di un libro immortale 72 ...........Un nuovo volto per Niccolò III Orsini di Pitigliano scoperto a Ferrara 76 ..........Gruppo Arkell, la soddisfazione ed il benessere del cliente come mission imprescindibile 80 ..........Le pinete litoranee del grossetano, un patrimonio da tutelare e salvaguardare 84 ...........AdF Acquedotto del Fiora punta tutto sulla tecnologia e sul digitale per soddisfare la propria clientela 56 In copertina, la Croce sulla vetta del Monte Amiata Foto © Giancarlo Gabbrielli SOMMARIO ? 9 96 SCOPRI C?è da vedere 88 ...........Una mula leggendaria, la Pieve di Santa Maria ad lamulas e l?apparizione miracolosa Briciole di Storia 92 ...........«La Lente», il settimanale progressista di fine Ottocento ideato e diretto da Osvaldo Paggi Personaggi 96 ...........Homo faber. Morbello Vergari ricordato a Santa Caterina a 100 anni dalla nascita L?angolo del libro 100.........Il CIF Centro Italiano Femminile di Grosseto ci racconta in un libro come eravamo 102.........Lockdown, distanziamento, autocertificazione: ?La grande peste del 1600 a Firenze? in un libro tristemente attuale Aziende al Top 104.........CC Estetica, la scom- 104 messa vincente di Cristina Ciacci nel mondo della bellezza GUSTA Vino e dintorni 108.........Scuola Europea Sommelier, un brindisi ai nuovi Sommelier! E... ?in bocca al? vino? WINE NEWS 110.........Assegnato il Touchpoint Award Identity al Saturnalia Rosso 2019, rosso naturale IGT Toscana di Fattoria La Maliosa 110.........?Consumiamo maremmano, consumiamo toscano?. L?appello di Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto 111.........Vino, finanziamento da 200mila euro all?associazione che unisce Consorzio Vino Chianti e Consorzio Tutela Morellino di Scansano 111.........Ecco i ?Tre Bicchieri? 10 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 118 maremmani nella Guida del Gambero Rosso 2021 Di vino in cibo 112.........Il Fiorino, una storia di successo apprezzata in tutto il mondo Il vino del mese 116.........Rocca di Montemassi, un gran bel cru dal carattere internazionale La ricetta 118.........I Marron glacé il dolce giusto per le festività natalizie. Provare per credere LE NEWS 120.........Giornate Fai d?autunno a Campagnatico 121.........A Grosseto arriva ?Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana? 121.........?La Cucina delle Festività Religiose? in un libro dell?AIC 122.........Grosseto, riparte on line la stagione teatrale 127 2020/21 122.........La band dei KYMYA e il Comune di Grosseto suonano insieme 123.........L?arte di Antonio Lazari donata a Grosseto 123.........Cinigiano, il Comune affida alla cooperativa ?Biofan? la gestione del Centro visite della Riserva Naturale di Poggio all?Olmo 124.........?Senza titolo?, inaugurata in piazza Baccarini a Grosseto la scultura di Lucio Pari 124.........Comune di Grosseto e SEAM a braccetto per la valorizzazione turistica del territorio 125.........Grosseto, guardie ambientali volontarie al lavoro 125 ........Banca Tema, un video sulle iniziative anti-Covid 126.........Castiglione della Pescaia si prepara al Natale 127.........Nannoni, un sorso di... pittura in distillati di colori e profumi L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli F Addio 2020, annus horribilis! inalmente! Ebbene sì, finalmente siamo arrivati all?ultimo mese di questo complicatissimo anno che passerà alla storia come annus horribilis per l?intera umanità. In effetti, ciò che è successo nel 2020 ha davvero dell?incredibile e mai nessuno avrebbe potuto scrivere una trama più terrificante. È vero, parliamo di un anno bisestile, per cui in base al detto ?anno bisesto, anno funesto? qualcosa di brutto dovevamo pur aspettarcelo. Ma che ?quel qualcosa di brutto? potesse prendere le forme di una pandemia di questa portata che ha messo in ginocchio il mondo intero, causando milioni e milioni di morti, producendo danni incalcolabili a tutti i sistemi economici e sociali del globo, nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo. Al punto che ci viene un sorriso amaro, amarissimo, se pensiamo ai brindisi e agli auguri che ci siamo scambiati nella notte di San Silvestro dello scorso anno. Cosa avevamo da festeggiare, considerando cosa sarebbe successo di lì a poco, Dio solo lo sa! Certo non lo potevamo prevedere, perché si è svolto tutto all?improvviso, cogliendo di sorpresa tutti. Fatto sta che ancora oggi siamo nel pieno di un dramma collettivo (un vero e proprio incubo), di cui ancora non è stata scritta la parola fine; un tunnel che purtroppo non lascia intravvedere l?uscita. Mentre scriviamo (giovedì 26 novembre) vi sono ancora tante incertezze sull?evoluzione di questa incredibile emergenza pandemica che, ad inizio estate pareva aver mollato la presa, ed invece, con l?arrivo dell?autunno, si è di nuovo materializzata con la tanto temuta (e forse da più parti sottovalutata) seconda ondata. Il lockdown in base alle zone, ad oggi, è ancora in vigore e non si sa cosa succederà nei prossimi giorni. Nel quotidiano continuano a tenere banco termini come contagi, positivi, decessi, indice RT, mascherine, tamponi e chi più ne ha più ne metta. Le uniche note liete, per così dire, arrivano dalla ricerca e dalla scienza. Si inizia a parlare, infatti, in modo sempre più concreto di vaccino, anzi vaccini (ce ne sono diversi ormai in dirittura d?arrivo) che a quanto pare sono stati testati in tempi record (rispetto a quelli normalmente necessari per le validazioni) e dunque già dalla fine di quest?anno o al massimo all?inizio del prossimo dovrebbero essere disponibili per essere somministrati, dapprima alle fasce più deboli e più a rischio e successivamente alla popolazione tutta. Basterà questo per tirarci fuori dalle secche? È l?auspicio di tutti, ma di sicuro ci vorrà ancora tempo, prima che si possa tirare un sospiro di sollievo, perché vaccinare i cittadini di nazioni intere sarà complicatissimo e richiederà mesi e mesi, per cui potremo forse cominciare a sorridere (si fa per dire) solo nel secondo semestre (se non addirittura alla fine) del 2021. Nel frattempo, toccherà resistere e far fronte a tutte le conseguenze economiche e sociali che questa pandemia si sta portando dietro da marzo: gli oltre 100 miliardi di extra-deficit (che graveranno irrimediabilmente sulle nuove generazioni) hanno messo e stanno mettendo delle toppe in qua e là (con ristori spesso inadeguati ed insufficienti) ad un quadro disastrato nel quale trovano purtroppo spazio previsioni di perdite di PIL a doppia cifra, casse integrazioni e licenziamenti per i lavoratori, difficoltà immani per le famiglie costrette spesso ad erodere i propri risparmi (quando disponibili) e danni ingenti alle imprese, sempre più allo stremo e sempre più costrette a vivere alla giornata, senza vere prospettive, ovvero la situazione peggiore, soprattutto per chi proprio di impresa vive ed ha la triste incombenza di far quadrare i numeri ed i conti per sopravvivere. Che altro aggiungere? Direi che può bastare perché lo scenario è già sufficientemente nero. Quindi, c?è solo da dire addio a questo terribile anno ed augurarsi che il 2021 parta nel migliore dei modi, si delinei quanto prima come anno della ripresa e ci faccia recuperare tutto il terreno perduto. Perché, ne siamo certi, sicuramente ne usciremo. E ognuno, nel proprio piccolo, lo farà al meglio. Intanto, per quanto ci riguarda ci fermiamo qua. Non prima, però, di aver fatto a tutti i lettori di Maremma Magazine, i nostri ? da parte mia e di tutta la redazione ? migliori auguri di BUON NATALE (per come sarà possibile festeggiarlo) e FELICE ANNO NUOVO! (Una frase spesso buttata là con superficialità, ma che oggi più che mai riveste significati profondi, al punto da scriverla volutamente con le lettere maiuscole). Come da nostra prassi ormai consolidata (e come da comunicazione qui sotto), salteremo le uscite di gennaio e febbraio, per tornare di nuovo in edicola (speriamo davvero con una situazione contingente migliorata) a MARZO 2021. Buon tutto e sempre ad maiora! AVVISO AI LETTORI E AGLI ABBONATI Maremma Magazine torna a MARZO 2021 Avvisiamo i nostri affezionati lettori e tutti gli abbonati che, come ormai di consueto, a Gennaio e Febbraio Maremma Magazine NON sarà in edicola. Riprenderemo regolarmente il nostro cammino a MARZO 2021. EDITORIALE ? 13 VIVI PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA EVENTI 1321-2021, la Maremma per Dante. Sarà un anno di grandi eventi per celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta DI REDAZIONE 14 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE Un anno di concerti, conferenze, mostre, percorsi guidati, spettacoli e attività sportive. È un cartellone articolato di eventi con ben settantacinque appuntamenti nei principali centri della Maremma, quello che si svilupperà nel corso del 2021 per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il ?Sommo Poeta? C ampagnatico, Gavorrano, Sovana, Castell?Azzara, Santa Fiora e Talamone, sono i luoghi maremmani che Dante ricorda nella Commedia in modo diretto o attraverso personaggi che qui vissero e, tra la primavera e l?estate del 2021 (Covid permettendo), saranno teatro del Fine Settimana Medievale. Workshop e percorsi guidati animeranno i borghi nell?arco di tre intense giornate organizzate dalle Pro Loco locali nell?ambito del ricco programma di festeggiamenti per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta toscano, promossi dal comitato celebrativo ?La Maremma per Dante, cultura per la vita?. Presieduto da Francesco Donati e coordinato da Renata Adriana Bruschi, il Comitato ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021? con il coinvolgimento di numerosi ed importanti organismi culturali, scientifici, pubblici e associativi, propone un pro- gramma, già presentato nelle scorse settimane, ricco di concerti, conferenze, mostre, percorsi guidati, spettacoli e attività sportive: circa 80 eventi itineranti tra Grosseto e i centri della Provincia, che intendono evidenziare e significare il legame tra Dante e la Maremma, storicamente provato. L?attore e regista teatrale Giacomo Moscato coordinerà la parte relativa agli spettacoli sulle opere dell?Inferno, Pur- gatorio, Paradiso e Vita Nova con l?intento di ?far conoscere Dante anche a chi non l?ha letto o studiato, con un approccio più emozionale che filologico? portandolo nelle piazze, nei teatri, nelle biblioteche e per le strade dei centri storici maremmani. Gli interpreti delle messe in scena saranno alcuni tra i più importanti professionisti del settore presenti sul nostro territorio, ma anche gli studenti delle scuole medie e superiori della provincia di Grosseto; anche i bambini delle scuole elementari saranno coinvolti e condotti alla scoperta del genio immortale di Dante Alighieri. In coincidenza con il Dantedì, che ricorre ogni 25 marzo, sarà presentata come novità assoluta la lettura, affidata a studenti liceali, di alcuni versi della Commedia tradotti in varie lingue. L?evento si svolgerà nell?arco di tre giorni, giovedì 25, venerdì 26 e sabato 27 marzo 2021, presso l?Aula Magna del Polo Universitario, con il nome di ?Arcobeleno dantesco?. Tre giorni dedicati a PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? I singoli eventi itineranti, tra Grosseto e i centri della provincia, intendono evidenziare e significare il legame tra Dante e la Maremma, storicamente provato conoscere la diffusione internazionale dell?opera dantesca, in collaborazione con la Fondazione Polo Universitario Grossetano e la Società Dante Alighieri di Grosseto, che prevede anche una mostra sui commentatori di Dante e vari laboratori tra cui un corso di scrittura trecentesca. Tra i protagonisti dell?anno dantesco la Corale Puccini lancia un concorso di composizione corale ?Puccininsieme al Sommo Poeta? sotto la Direzione arti- I stica del Mastro Walter Marzilli, aperto a compositori di qualunque età, nazionalità o residenza che intendano musicare testi di Dante Alighieri. Il termine d?iscrizione scade il prossimo Aprile e la proclamazione dei vincitori avverrà entro fine Maggio 2021. La giuria di caratura internazionale sarà composta dai Maestri Walter Marzilli, Mario Lanaro e Lorenzo Donati (Italia), Ivan Florjanc (Slovenia) e Antonio Maria Russo (Argentina). I brani vincitori o segnalati saranno eseguiti in prima assoluta dalla Corale Puccini, a conclusione del programma celebrativo ?La Maremma per Dante?, al Teatro degli Industri a fine novembre 2021. Il bando e le informazioni utili si possono reperire sul sito internet della Corale Puccini. Dieci mesi di eventi, da marzo a novembre 2021, che avranno il sottofondo musicale di un brano inedito realizzato in esclusiva per il Comitato Celebrativo dal giovane compositore romano Luoghi e personaggi maremmani citati nella Commedia riferimenti alla Maremma contenuti nella Commedia dantesca riprendono vicende ambientate in specifiche località o ricordano personaggi vissuti nel territorio maremmano, dalla leggendaria Pia de? Tolomei agli Aldobrandeschi. Per una disamina dettagliata, si rimanda alla conferenza tenuta da Aldo Busatti nel 1996 che insieme ad altri saggi dello stesso autore è stata pubblicata nel 2002. Il volume, intitolato Letture dantesche, raccoglie conferenze ed altri interventi tenuti da Aldo Busatti dal 1992 al 2000, su invito del Comitato Dante Alighieri di Grosseto e di altre isti- 16 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 tuzioni culturali. In estrema sintesi, Dante cita la Maremma, in quanto territorio e paesaggio, già nei canti dell?Inferno, mentre i riferimenti a personaggi e a precise località maremmane appaiono nei canti del Purgatorio. Talvolta sono allusioni di non semplice identificazione. Maremma (territorio) Inf. XIII, vv. 4 ? 9: Dante confronta la selva dei suicidi con l?ambiente naturale della Maremma Non fronda verde, ma di color fosco;/ non rami schietti, ma nodosi e ?nvolti;/ non pomi v?eran, ma stecchi con tòsco. Non han sì aspri sterpi né sì folti/ quelle fiere selvagge che ?n odio hanno/ tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. Inf. XXV, vv. 17 ? 21: Dante allude alle bisce che popolano le pianure maremmane e io vidi un centauro pien di rabbia/ venir chiamando: ?Ov?è, ov?è l?acerbo?? Maremma non cred?io che tante n?abbia,/ quante bisce elli avea su per la groppa/ infin ove comincia nostra labbia. Inf. XXIX, vv. 46 ? 51: Dante descrive Malebolge e confronta questa zona infernale con tre territori italiani, tra cui Riccardo Fruscella, dal titolo ?Composizione per Dante 2021?. Il noto disegnatore grossetano Carlo Rispoli ha realizzato logo, manifesto e mappa dei luoghi danteschi. associativi cittadini, insieme a molte persone che si sono sentite direttamente coinvolte in questo ampio progetto culturale, propone alla comunità nazionale e internazionale eventi letterari, teatrali, di ricerca, espositivi, musicali, didattici, attività sportive e conviviali, visite guidate, produzioni editoriali, percorsi itineranti nei luoghi citati nella Commedia dantesca. Intendiamo lasciare testimonianza tangibile del VII Centenario dantesco, la Maremma, durante l?estate. Qual dolor fora, se de li spedali/ di Valdichiana tra ?l luglio e ?l settembre/ e di Maremma e di Sardigna i mali/ fossero in una fossa tutti ?nsembre,/ tal era quivi, e tal puzzo n?usciva/ qual suol venir de le marcite membre. Gavorrano Purg. V, vv. 130 ? 136: Dante ricorda una figura femminile, chiamata Pia, che tradizionalmente viene identificata in «Il Comitato Celebrativo ?La Maremma per Dante, Cultura per la vita 1321-2021? ? sottolinea il presidente Francesco Donati ? con il coinvolgimento di numerosi ed importanti organismi culturali, scientifici, pubblici e Per quanto concerne le citazioni di località maremmane che coinvolgono personaggi dell?epoca, Dante riporta tra le terzine del Purgatorio alcuni riferimenti a vicende familiari che hanno ripercussione sul piano della politica. In particolare, si tratta di momenti legati a conflitti territoriali tra liberi comuni, a volte frutto di politiche espansive, altre di rapporti con l?imperatore e quindi ripropongono la più ampia contrapposizione più tra guelfi e ghibellini. in virtù del rapporto tra il territorio della Maremma toscana e l?opera dantesca. Ci facciamo promotori anche di due interventi strutturali, che testimoniano la volontà di continuare il percorso oltre il 2021: ?La Sala Dantesca? e l?ipotesi di ? Parco Letterario? da realizzare in futuro. Il programma corposo e articolato (presentato nelle scorse settimane, ndr) ? aggiunge Donati ? chiude di fatto la fase organizzativa, avviata a ottobre del Pia de? Tolomei, moglie senese di Nello de? Pannocchieschi. Dai documenti d?archivio, conservati a Siena, l?identificazione con Pia dei Malavolti è più corretta. ?ricordati di me, che son la Pia;/ Siena mi fé, disfecemi Maremma:/ Salsi colui che ?nnanellata pria/ disposandomi m?avea con la sua gemma?. Castell?Azzara Purg. VI, vv. 1-4: Dante inizia il canto politico del Purgatorio con un confronto tratto dal gioco della zara, con probabile allusione alla località di Castell?Azzara. Secondo la leggenda, tre fratelli della famiglia Aldobrandeschi si giocarono a dadi il diritto a costruire il castello nel XIII secolo. Quando si parte il gioco de la zara/ colui che perde si riman dolente/ repe- PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Grosseto e la sua provincia, il territorio nella sua totalità, si pongono in primissima linea nelle celebrazioni dei settecento anni dalla morte del sommo Poeta. Senza nulla invidiare alle altre città d?Italia impegnate ad onorare la memoria di Dante: Firenze, Ravenna, Verona 2019, e ci proietta immediatamente in quella successiva, che vedrà tutti impegnati per più di un anno a vario titolo. In qualità di presidente del Comitato Celebrativo, vorrei sottolineare almeno tre novità: la significativa portata internazionale, come si evince dal nome dei relatori internazionali ? presenti a Grosseto oppure contattati per via telematica ?, il forte dialogo con il mondo scolastico, che presuppone il protagonismo degli studenti in alcuni eventi e la collaborazione preziosa degli insegnan- ti, e soprattutto il coinvolgimento dell?intero territorio maremmano che diventa parte attiva nella progettazione e realizzazione dell?evento celebrativo. Questo ulteriore percorso culturale che nasce con il VII centenario dantesco ? conclude il presidente Donati ? vuole aprire alla formazione, alla volontà di un lavoro sinergico nel segno dello sviluppo delle singole realtà territoriali ed ad una sempre miglior conoscenza della Maremma toscana, dei suoi valori, delle sue bellezze e del suo saper fare». tendo le volte, e tristo impara;/ con l?altro se ne va tutta la gente; Campagnatico Purg. XI, 64 - 69: Dante colloca il guelfo Omberto Aldobrandeschi tra i superbi del Purgatorio. Entrato in conflitto con la ghibellina Siena, Omberto muore in circostanze poco chiare nel 1259 a Campagnatico. Ogni uno ebbi in dispetto tanto avante,/ Ch?io ne mori?, e i miei Senesi il sanno,/ E sallo in Campagnatico ogni fante. Io son Omberto; e non pur a me danno/ Superbia fe, ma tutti miei consorti/ À ella tratti seco nel malanno. Santa Fiora Purg. VI, vv. 109 ? 111: Dante condanna deplora la politica dell?Imperatore Alberto d?Asburgo che trascura i comuni italiani. Vien, crudel, vieni e vedi la pressura/ Dei tuoi gentili, e cura lor magagne,/ E vedrai Santafior com?è sicura. Sovana Purg. XI, 58 ? 60: Dante allude a Guglielmo Aldobrandeschi quando presenta il personaggio del figlio Omberto Io fui Latino, e nato d? un gran Tosco:/ Guillielmo Aldobrandesco fu mio padre:/ Non so se ?l nome suo giammai fu vosco. 18 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Talamone Purg. XIII, vv. 149 ? 154: Riferimento ai propositi dei Senesi che intendevano acquistar il porto di Talamone E cheggioti, per quel che tu più brami,/ se mai calchi più terra di Toscana,/ Info: EMAIL: info.lmpdante@gmail.com La Maremma per Dante è su twitter, instagram, facebook, youtube CONTATTI: Renata Adriana Bruschi Comitato Celebrativo tel. 346 2228936; Patti Vailati Valiani - Press tel. 335 5775995. SOCIAL: Che a? miei propinqui tu ben mi rinfami. Tu li vedrai tra quella gente vana,/ Che spera in Talamone, e perderalli/ Più di speranza ch?a trovar Diana; Ma più vi perderanno li ammiralli. VIVI EVENTI Un tondo inedito del Botticelli protagonista (e speriamo possa esserlo ancora) della mostra ?La bellezza svelata? a Grosseto DI REDAZIONE 20 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Inaugurata il 23 ottobre scorso a Grosseto presso il Polo culturale Le Clarisse con l?intento di proseguire fino al 10 gennaio, la mostra «La bellezza svelata» a cura di Mauro Papa e Giovanni Gazzaneo è purtroppo stata chiusa a causa dell?emergenza Covid. L?esposizione, che ci auguriamo possa essere riaperta quanto prima (e magari prorogata), presenta per la prima volta il bellissimo tondo inedito di Sandro Botticelli (e bottega), raffigurante una Madonna con Bambino, San Giovannino e un angelo (tempera su tavola, diametro cm.85) N on era mai stato esposto in pubblico il tondo di Sandro Botticelli con la Madonna, Gesù bambino, san Giovannino e un angelo, protagonista della mostra «La bellezza svelata», inaugurata il 23 ottobre scorso a Grosseto presso il Polo culturale Le Clarisse. Purtroppo l?esposizione, a causa dell?emergenza Coronavirus che ha fatto diventare ?zona rossa? la Regione Toscana, è stata sospesa, ma l?auspicio di tutti è che presto possa essere riaperta al pubblico per proseguire il proprio cammino ed arrivare alla conclusione, originariamente fissata per il prossimo 10 gennaio 2021. Ed anche oltre. È il dono grande che il collezionista Gianfranco Luzzetti fa nuovamente alla sua città e alla Chiesa diocesana in occasione della «Settimana della Bellezza» 2020, il festival culturale promosso da Diocesi di Grosseto e Fondazione Crocevia, con la coorganizzazione del Comune e la collaborazione di ?Avvenire?, ?Luoghi dell?Infinito? e del Polo Universitario Grossetano. Curata da Mauro Papa e Giovanni Gazzaneo, la mostra rende per la prima volta visibile il grande dipinto che l?antiquario e mecenate Gianfranco Luzzetti, Grifone d?Oro 2018 e cittadino onorario di Grosseto, ha acquistato nel 1985 a un?asta di Christie?s, a Londra, per la sua collezione privata, da allora mai uscito dalla sua casa fiorentina di Borgo San Jacopo. Realizzato dall?autore della «Primavera» e della «Nascita di Venere» con parziali contributi della sua bottega, il Tondo Luzzetti presenta evidenti affinità con il tondo con la Madonna con Bambino, san Giovanni Battista bambino, san Michele Arcangelo e san Gabriele Arcangelo conservato a Palazzo Pitti a Firenze. I due tondi sono identici nella composizione, ad eccezione della figura dell?arcangelo Michele. Le diverse versioni e varianti di questa complessa composizione fanno ipotizzare l?esistenza di un prototipo botticelliano, purtroppo perduto, replicato nella bottega per il mercato della Firenze di Lorenzo il Magnifico. Il tondo di Sandro Botticelli è andato quindi temporaneamente a riunirsi alle opere donate nel 2017 da Gianfranco Luzzetti al capoluogo della Maremma, momento conclusivo di un percorso avviato nel 1996 con la mostra «L?eredità riconosciuta», allestita presso il Cassero Senese. Il corpus principale della collezione del Museo Luzzetti, allestito nel complesso delle Clarisse, riguarda infatti, l?arte toscana del Seicento. Oltre a un nucleo di quattro dipinti firmati da Pier Dandini ? pittore a cui è dedicata un?intera sala del museo ? il percorso espositivo presenta opere pienamente seicentesche riferibili a Rutilio Manetti, Giovanni Martinelli, Jacopo Vignali, Francesco Curradi, Giovan Battista Vanni, Matteo Bonechi, Pietro Tacca, Giovanni Antonio Pucci, anticipate cronologicamente da lavori attribuiti al Passignano, Santi di Tito e Cigoli. Per l?occasione è stato pubblicato il catalogo «Sandro Botticelli. La bellezza svelata. Le opere sacre e il tondo Luzzetti», con testi di Alessandro Beltrami, Giovanni Gazzaneo, Mauro Papa, Timothy Verdon. ?Quando Sua Eccellenza il vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni ? commenta Gianfranco Luzzetti ? mi ha chiesto di esporre il dipinto di Botticelli nel Polo culturale Le Clarisse, in occasione della Settimana della Bellezza promossa dalla Diocesi e da Fondazione Crocevia, ho subito accettato con entusiasmo. Per tre motivi. Il primo è come testimonianza di gratitudine nei suoi confronti e nei confronti della sua opera pastorale, sempre molto attenta alle questioni culturali. Il secondo è come espressione del mio compiacimento per la scelta di rendere protagonista, in una manifestazione dedicata alla bellezza, la bellezza di un?opera meravigliosa e mai esposta al pubblico italiano. Il terzo ? e forse quello più capace di alimentare prospettive per il futuro ? riguarda la sede dell?esposizione: nel Polo culturale Le Clarisse c?è anche il museo dedicato alla mia collezione, inaugurato un anno fa. E con l?inaugurazione è iniziata la fase più difficile, quella finalizzata a rendere il Museo Luzzetti una struttura viva e vitale, capace di attirare visitatori ed educare la comunità locale a una nuova sensibilità estetica. La mostra del tondo di Botticelli rappresenta quindi un?ottima opportunità per inaugurare un ciclo di eventi in grado di assicurare al museo una continua promozione e valorizzazione: ogni anno ? annuncia il collezionista ? in autunno, presterò un?importante opera della mia collezione fiorentina per creare una rinnovata attenzione e un interesse costante?. ?Ringraziamo di cuore Gianfranco Luzzetti di questo regalo inatteso ? dice il vescovo Rodolfo ? che si somma a quanto egli già ha fatto per impreziosire di bellezza la città di Grosseto, che da ormai quasi un anno può vantare una sua Pinacoteca. L?arte è sempre capace di offrire suggestioni e reazioni (alle volte anche negative). Ancor più l?arte dei grandi maestri del Rinascimento italiano, che con le loro pennellate hanno come disvelato ai nostri occhi di carne qualcosa di quel mistero di Dio, che pure ? nel cristianesimo ? si è manifestato pienamente, una volta per sempre, nell?incarnazione del Cristo. E proprio all?incarnazione rimanda anche questo tondo che ci è dato di contemplare. Il mio auspicio e il mio augurio ? conclude il Vescovo di Grosseto ? è che, contemplando con occhi sgombri da ogni tipo di barriera quest?opera d?arte, ognuno possa riempirsi di bellezza e PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? L?opera fu acquistata da Gianfranco Luzzetti nel 1985 ad un?asta Christie?s, a Londra, per la sua collezione privata. Da allora non era mai stata esposta al pubblico lasciarsi accendere nel cuore il desiderio di alzarsi come il figlio prodigo e rimettersi in cammino?. ?La bellezza cristiana ? commenta Giovanni Gazzaneo, coordinatore di ?Luoghi dell?Infinito?, la rivista mensile di arte e cultura del quotidiano Avvenire; presidente della Fondazione Crocevia e curatore, con Mauro Papa, della mostra ?La bellezza svelata? ? non è sogno, non è utopia, è contemplazione del volto del mistero di Cristo nella sua triplice dimensione: il volto dell?Incarnazione, la bellezza disarmante del Bambino di Betlemme; il volto della Passione e del Crocifisso, il Dio che muore perché ama sino alla fine; il volto del Risorto, la bellezza della Gloria e della vita nuova. La bellezza cristiana è questo abbraccio umanissimo e infinito insieme, dove nulla si perde e ?tutto è grazia?. La straordinaria lezione che ci viene dal Rinascimento è dunque nel segno di una bellezza viva. Una bellezza che è speranza anche per i nostri giorni 22 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 difficili. Una speranza che Gianfranco Luzzetti ravviva offrendo il suo bel Botticelli alla contemplazione di tutti noi?. ?In questo anno così difficile ? commenta Luca Agresti, vice sindaco del Comune di Grosseto con delega a cultura e turismo ? diventa ancora più importante sostenere il dialogo tra la Chiesa e la nostra comunità. Credo che la bellezza del dono, tema di questa edizione, rafforzi ancora di più il bisogno di condivisione che sentiamo in un momento così particolare. Un sentito ringraziamento a Gianfranco Luzzetti per aver messo a disposizione di tutti per la prima volta il tondo del Botticelli, che incarna perfettamente il messaggio che la Diocesi vuole trasmettere a tutta la città. Ancora una volta in programma ci sono eventi che uniscono fede e cultura, per offrire momenti e spunti di riflessione per ognuno di noi?. ?Questo splendido tondo ? spiega Mauro Papa, direttore Polo culturale Le Clarisse ? una tempera su tavola di 85 centimetri di diametro raffigurante una Madonna con Bambino, san Giovannino e l?arcangelo Gabriele, è stato acquistato da Gianfranco Luzzetti nel 1985 a un?asta di Christie?s, a Londra, per la sua collezione privata. Aveva lasciato l?Italia nel 1898 ed è stato riportato nel nostro Paese proprio da Luzzetti, e dal 1985 non è mai stato esposto in una mostra aperta al pubblico. Tra le motivazioni che hanno costantemente determinato la strategia di acquisizioni per la sua collezione d?arte, l?antiquario fiorentino ha sempre privilegiato un obiettivo dichiarato e di grande importanza culturale: recuperare all?estero capolavori italiani per farli tornare nella nazione di origine. Queste, al riguardo, le parole di Luzzetti: ?Lo ripeto, perché ne sono orgoglioso: ho girato il mondo per acquisire e mettere insieme opere importanti di quel genere e la mia collezione, nel suo complesso, proviene per la maggior parte dall?estero. Questo testimonia il valore di quelle esperienze di collezionismo, come la mia, che sono state in grado di far tornare in Italia capolavori ?perduti? e nascosti in collezioni spesso inaccessibili?.? ?Siamo grati alla Diocesi ? commenta Gabriella Papponi Morelli, presidente della Fondazione Polo Universitario Grossetano ? di aver mantenuto l?appuntamento con uno dei momenti più alti della cultura grossetana, nonostante le difficoltà di questo anno. La Settimana della Bellezza rappresenta per tutti noi un grande stimolo personale ed intellettuale, in linea con l?attività della Fondazione Polo Universitario Grossetano, di cui la Diocesi e la Fondazione Chelli sono Soci Fondatori. Alta formazione, didattica, cultura, bellezza e spiritualità rappresentano un fondamentale ed irrinunciabile presidio del tessuto sociale del nostro territorio.? La mostra doveva rimanere aperta sino al 10 gennaio 2021. Speriamo che possa riaprire al più presto e magari anche essere prorogata. Costo del biglietto 2 euro. Info: tel. 0564 488066-067-547, email: collezioneluzzetti@gmail.com VIVI EVENTI Morellino Classica Festival, la rassegna musicale toscana è pronta per i concerti invernali Covid permettendo Dopo la parte estiva del Morellino Classica Festival 2020, riuscita con grande successo, nonostante tutto, si attendono gli appuntamenti di dicembre e inizio gennaio con la partecipazione, come sempre, di musicisti e cantanti lirici di fama internazionale. Come prima dell?estate, al motto di ?Noi ci siamo? i direttori Antonio e Pietro Bonfilio hanno lavorato per la realizzazione di questi concerti, per essere pronti ad andare in scena se ci saranno le condizioni per farlo DI ELISABETTA RUSSO Pietro Bonfilio 24 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 I Antonio Bonfilio l Morellino Classica Festival è stato uno dei pochi in Italia a credere fino in fondo, nonostante le problematiche legate all?emergenza sanitaria, nella possibilità di realizzare il programma 2020. E così è stato, la rassegna estiva, pur con le grosse limitazioni nell?affluenza di pubblico, ha offerto il suo importante spettacolo. Ora si ripropone la situazione di difficoltà, causa la seconda ondata di emergenza sanitaria, con le grosse incertezze su se e cosa sarà possibile realizzare a fine anno. Comunque, di nuovo nonostante tutto, i Direttori del Festival sono pronti ad alzare il sipario, se sarà possibile, con tre concerti per chiudere in bellezza il cartellone 2020. Ma sentiamo dalle parole del direttore responsabile del Festival, Antonio Bonfilio, come ha vissuto il periodo estivo e come vive questo momento di nuova incertezza per gli spettacoli dal vivo: ?L?estate era alle porte, in giugno, allorquando si dava il via libera alla musica dal vivo in ottemperanza dei Decreti Ministeriali. Eravamo pronti per donarci e donare amore attraverso la musica: è stato un tempo il più difficile ma il più entusiasmante, il più appagante degli ultimi anni. Oggi, con l?inverno alle porte, siamo ancora pron- ti, così come allora, per donarci e donare amore attraverso la musica, che è il dono più bello?. ?In Novembre ? continua Bonfilio ? avremmo avuto il consueto incontro conviviale con sponsor, sostenitori, stampa come lo scorso anno alla Tenuta dell?Ammiraglia Frescobaldi. Una nuova Cantina d?Autore avrebbe accolto l?iniziativa per darci modo di raccontare la trascorsa edizione e comunicare le anticipazioni della prossima, la decima. Tutto era pronto. Così com?è pronto il primo appuntamento dei concerti invernali il 17 dicembre. Nel peggiore dei casi i concerti potranno essere rinviati. Noi crediamo, come tutti nel mondo della musica, gli artisti e chi lavora dentro ed intorno a questo mondo, che la musica è vita, e negare la musica è una contraddizione. Quindi pensiamo che sia possibile non negare la musica, che con le dovute modalità e rispetto delle norme può essere offerta al pubblico mantenendo alta la guardia per la sicurezza?. E veniamo all?ultimo scorcio della stagione 2020. ?I concerti invernali ? illustra ancora Bonfilio ? prevedono tre appuntamenti tra Pitigliano e Scansano. Il primo è nella ?Città del tufo?, ?La Piccola Gerusalemme?, il 17 dicembre in occasione della festa ebraica di Hanukkah nella Sinagoga di Pitigliano, suggestivo luogo del sedicesimo secolo incastonato nel tufo, territorio della millenaria dinastia Orsini. Per questo importante appuntamento voglio ringraziare la Signora Elena Servi, esemplare memoria storica e rappresentante della comunità ebraica di Pitigliano per il sostegno e la collaborazione all?evento. Per un luogo di tale portata uno dei clarinettisti più apprezzati al mondo, Anton Dressler, presenterà un concerto, recentemente trasmesso anche dalla RAI, che parte dalla tradizione ebraica fino al live electronics: esecuzione musicale di una determinata composizione e della sua conseguente manipolazione elettroacustica live, in tempo reale, appunto?. ?Il 28 dicembre si ripete il tradizionale Gran Concerto di Fine Anno nello splendido Teatro Castagnoli che il Festival offre fin dalla sua prima edizione al territorio maremmano, con il patrocinio e in collaborazione con il Comune di Scansano e l?esclusivo contributo della pregiata azienda vitivinicola Fattoria Le Pupille di Elisabetta Geppetti. È previsto un incandescente programma lirico in forma di recital con PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? Tutto pronto per gli ultimi tre gli appuntamenti della tormentata stagione 2020, in cartellone il 17 e 28 dicembre ed il 3 gennaio, sempre ovviamente Covid permettendo solisti provenienti dai teatri più importanti del mondo, con nomi quali il soprano Chiara Isotton, il tenore Azer Zada, il baritono Filippo Polinelli, accompagnati al pianoforte dal maestro accompagnatore del Teatro alla Scala Marco Borroni, per un programma con le più belle arie, duetti, trii della grande musica operistica. Il terzo ed ultimo concerto che suggella la memorabile edizione del 2020 ? conclude Antonio Bonfilio ? si svolgerà domenica 3 gennaio a Pitigliano nell?Auditorium di Banca TEMA sede generale, sponsor in esclusiva per questo importante e significativo Concerto per il Nuovo Anno che sarà tenuto dal nostro Direttore Artistico?. Ascoltiamo a questo punto le parole di Pietro Bonfilio, attualmente impegnato nella realizzazione di un concerto in streaming in Romania invitato dalla celebre Filarmonica George Enescu e dall?Istituto Italiano di Cultura di Bucarest presso il prestigioso Athenaeum romeno, una delle più belle e importanti sale d?Europa: ?Spero vivamente di poter di nuovo incontrare il mio amato pubblico di Maremma a inizio Gennaio. In questo periodo di chiusura purtroppo ho dovu- 26 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Nelle foto alcuni momenti dei concerti andati in scena la scorsa estate to rinunciare a molti concerti fissati da tempo tra cui le due tournée in Asia e in Israele e il tanto atteso concerto alla Herkulessaal di Monaco di Baviera. L?emozione e la gioia per gli artisti di trovarsi sul palcoscenico e per il pubblico di vederli esibire dal vivo con tutte le sensazioni che si possono trasmettere non è vivibile diversamente, tutti stiamo soffrendo fortemente della privazione di questi momenti che sono parte imprescindibile del nostro lavoro, direi uno dei motivi se non ?il motivo? che ci fa amare profondamente il nostro lavoro. Per questo ci siamo impegnati per aver pronti i concerti invernali del Festival e spero fortemente di inaugurare l?anno nuovo a contatto col pubblico che mi segue con affetto da tanti anni?. Tornando ad Antonio Bonfilio, gli chiediamo cosa pensa della possibile ripresa musicale in Italia: ?Ho fiducia che si possa ritornare quanto prima a produrre musica dal vivo in presenza di pubblico e in osservanza delle disposizioni sanitarie, già con il prossimo decreto. Tra l?altro è in programmazione per l?8 dicembre il concerto di chiusura della XIX edizione di Arthemisia Classica Festival per Emilio Martorelli di Sant?Agata di Esaro Cosenza, rassegna musicale della Calabria a cui lavoro fin dal primo anno e spero tanto di poter portare a termine l?edizione 2020. Credo ? continua Bonfilio ? che il silenziare la musica non produca efficacia. I numeri ci dicono che i teatri sono luoghi sani, in tutti i sensi aggiungerei. Adoperarsi per proteggere il corpo fiaccandone lo spirito e minandone la sua luce, non può essere benefico. Pertanto spero che si apra uno spiraglio attraverso il quale si possa lentamente ritrovare quella serenità necessaria per poter vivere e operare?. Ringraziando i due Direttori per la riconosciuta professionalità, passione e per la loro grinta nell?andare avanti, nonostante tutto, per continuare a portare la grande musica in Maremma e la Maremma ed il Morellino nel mondo attraverso la musica, rimaniamo in attesa delle prossime evoluzioni della situazione sanitaria e delle decisioni che verranno prese per le attività teatrali ed artistiche nel prossimo periodo. E rimaniamo anche e soprattutto in grande attesa della prossima Edizione del Festival che nel 2021 spegnerà le sue prime dieci candeline, un importante traguardo per la Rassegna musicale e per il territorio che la ospita. VIVI ENOGASTRONOMIA Natale al tempo del Covid-19, un viaggio in terra di Maremma attraverso il gusto La ricchezza della Maremma si rispecchia inevitabilmente anche attraverso il patrimonio enogastronomico tradizionale, un patrimonio che proviamo a raccontare attraverso un itinerario del gusto che tocca località diverse presentando piatti tipici o specialità particolari delle singole zone via via battute. Un viaggio tra le bellezze di questo angolo di Toscana guidati dai sapori che contraddistinguono la nostra terra C DI GIADA RUSTICI ome saranno le prossime festività natalizie? Difficile pensare al Natale con il Coronavirus che morde ancora l?Italia, soprattutto quando di certezze, per adesso, ce ne sono ben poche: sicuramente il virus è entrato nelle nostre vite come una bufera; ha mutato atteggiamenti, modalità di relazionarsi, di vivere e viversi; è entrato nelle nostre case modificando radicalmente anche la gestualità nella sfera affettiva; ha suddiviso il mondo in categorie, come conviventi e congiunti; ha posto in cima al vocabolario termini quali distanziamento, assembramenti, curva epidemiologica. Oggi rischia anche di minare le festività: in una situazione incerta come quella che stiamo attraversando, in cui tutto può accadere, anche la quotidianità più scontata, infatti, può diventare un miraggio. Sicuramente, il Natale 2020 sarà un Natale diverso, ma dobbiamo fare di tutto affinché non sia un Natale perso: considerando le restrizioni governative e le raccomandazioni che si appellano al buon senso collettivo, quello che proponiamo di fare è abbandonarsi ad un viaggio tra le bellezze del nostro territorio guidati dai sapori che contraddistinguono la nostra terra. La ricchezza della Maremma si rispecchia inevitabilmente anche nel patrimonio enogastronomico tradiziona- 28 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 le: una cucina ancora oggi estremamente radicata alle origini antiche, a base di ingredienti semplici e genuini e prodotti della terra, coltivata sapientemente da mani esperte, grazie anche all?intelligente politica di valorizzazione del territorio che questa zona porta avanti da molto tempo. Si tratta di piatti semplici, cosiddetti poveri, che però conservano la preziosità di ingredienti genuini, che arrivano dal lavoro costante di chi ama questa terra e ne trae il meglio. Il nostro viaggio comincia, come buona pratica, con gli antipasti, da quei sapori che si rifanno alla tradizione contadina: un tipico pasto locale non può che cominciare con i crostini di fegatini, che ci immergono nella storia della nostra terra. Forse non tutti sanno, infatti, che l?antenato dei crostini maremmani ebbe origine ai tempi degli antichi romani quando carne e pesce erano serviti su vassoi dai quali ciascun commensale poteva attingere liberamente e per raccogliere oli, sughetti e pezzetti di carne si utilizzavano fette di pane. Nel Medioevo il cibo cominciò ad essere servito in piatti individuali, ma in Toscana l?abitudine del crostino non smise mai di esistere, anzi diventò un altro modo per poter consumare fino all?ultima briciola il pane che veniva abbrustolito, bagnato nel brodo o nel vino e ricoperto con un trito delle parti più povere degli animali. Anche i nobili adoravano i crostini tanto che il loro consumo dette vita ad un?altra tradizione culinaria: l?antipasto, che si diffuse ben presto nelle altre corti europee. Il turbinio di sapori e tradizioni ci porta a passeggiare tra le strade di Orbetello, aprendo gli occhi sullo splendido panorama che si può godere dal convento dei passionisti, una vista di una bellezza unica che sulla destra dà sul tombolo di Feniglia, a sinistra sul tombolo della Giannella ed al centro circondato da una superficie lagunare di 26 Kmq si apre in tutta tranquillità la città di Orbetello. È con questa vista, con nel naso l?odore salmastro del mare, che assaporiamo un altro antipasto tipico della nostra terra: la bottarga di Orbetello, di antiche origini testimoniate sin dal XV secolo e ottenuta dalla lavorazione ed essiccazione delle uova di cefalo che si usa condire con olio extravergine di oliva, limone e pepe, in modo semplice ma molto gratificante per il palato. A Orbetello l?arte di conservare il pesce venne introdotta probabilmente dagli Spagnoli, che già dalla fine del Cinquecento affumicavano anguille e condivano i pesci con l?escabece, una salsa calda a base di aceto, rosmarino, aglio e peperone. Oggi ad Orbetello si preparano l?anguilla scavecciata, l?anguilla ?sfumata? (affumicata) e la bottarga, Manciano Ciaffagnone Bottarga Orbetello Caldaro Monte Argentario PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI ???? Parliamo di piatti semplici, cosiddetti poveri, che però conservano la preziosità di ingredienti genuini, che arrivano dal lavoro costante di chi ama questa terra e ne trae il meglio anche se la produzione di quest?ultima fino a qualche anno fa era relegata nell?ambito familiare, perché i cefali freschi con le uova erano destinati ai mercati sardi. Terminati gli antipasti, è la volta adesso di abbandonarsi ai primi piatti che portano nel DNA il sapore della pasta fatta in casa, così come tradizione vuole, e sapori della nostra terra. Il viaggio nel gusto ci trascina direttamente a Manciano: delizioso borgo della Maremma toscana, che sorge sulle colline attraversate dai fiumi Albegna e Fiora. Stiamo camminando, almeno con la mente, per le viottole di uno dei borghi gioiello della Maremma che vanta una storia millenaria, abitato sin dalle epoche preistoriche e divenuto poi dominio degli Aldobrandeschi. Ne stiamo assaporando la storia, la tradizione, la pace delle strade che conservano un aspetto medievale e un fascino di altri tempi, che subito in bocca, conditi con sugo e parmigiano, coperti di besciamella e cotti al forno, guizza il sapore dei ciaffagnoni: una frittatina di farina, uova e acqua che le Pici al cinghiale 30 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Castiglione della Pescaia cuoche al servizio nella Rocca di Manciano, già in epoca tardo-medievale, preparavano per i proprietari della fortezza; da Manciano i ciaffagnoni si diffusero ben presto in diverse località della Maremma: da Pitigliano a San Casciano dei Bagni, fino a Valdichiana Umbra e infine anche a Firenze dove incontrarono una giovanissima Caterina de? Medici in partenza per la Francia al seguito del marito Enrico II di Valois, che con sé portò anche la sua cuoca di fiducia. Ecco allora che i ciaffagnoni, o crespelle, approdarono in terra straniera, divenendo il simbolo d?Oltralpe, ma con un codice genetico tutto maremmano. Abbandoniamo però la Francia e torniamo al mare, perché la Maremma è anche quel mare argenteo di onde che riflettono sotto il sole: torniamo all?Argentario e con lo spettacolo negli occhi assaporiamo il Caldaro, una bontà che parlerà del mare maremmano, della sua bellezza e delle mille varietà di pesci che ci vivono. Siamo davanti ad una zuppa di pesce misto (non esiste una lista precisa di pesci da usare perché si usavano quelli che la fortuna faceva rimanere nelle reti) che prende il nome dalla grossa pentola in cui veniva, e viene, cucinata. Esso ha origini antiche e veniva preparato direttamente dai pescatori sia a bordo durante la battuta di pesca, dopo la prima issata delle reti a strascico e in attesa delle seguenti, o al ritorno direttamente sugli scogli. Proseguiamo per mare, anche se ormai non più così tanto affamati, ma è impossibile non continuare a godere delle nostre specialità. Si aprono così i secondi piatti, trascinati tra gli scorci di un altro borgo simbolo della Maremma. Siamo sospesi tra mare e storia, in un antico borgo medievale che stupisce per la quantità impressionante di testimonianze storiche del suo passato: queste non si limitano solo alle antiche fortezze, ma vi è un?antica area archeologica etrusca, una ex area paludosa oggi importante riserva naturale e persino le tradizioni storiche vivono in pali e sport. In questa cornice si incastona Castiglione della Pescaia, al centro della Strada del Pesce della Regione Toscana, che ci fa assaporare il baccalà alla maremmana, un piatto antico, saporito con un gusto deciso dato anche dalle cipolle, che unisce le due anime della Maremma: il mare e la terra, un connubio inseparabile insito nell?anima del nostro territorio. Torniamo però sulla terra ferma per continuare il viaggio tra i sapori nostrani alla volta di quello che rappresenta la portata principe che contraddistingue la nostra terra: il cinghiale. Pietanza che percorre i secoli: già in epoca romana Pitigliano risultava una vivanda molto ambita, tant?è che nel Satyricon di Petronio Arbitro, il cinghiale occupa il posto d?onore tra le vivande servite alla cena del ricco romano Trimalcione, famoso per i suoi banchetti spettacolari nel vero senso della parola, come in questo caso, dove dal ventre aperto della bestia si libra un volo di tortore. Il cinghiale maremmano non è tipico di un solo borgo, non è tipico di nessun paese, perché è semplicemente di tutti: Amiata, Maremma, mare e montagna; non c?è abitante locale che non si senta patriottico davanti ad un piatto di cinghiale cucinato. Simbolo della nostra terra che unisce confini, nelle sue diverse sfumature culinarie: nei turbinii di colori e sapori, gustandone si ripercorre ogni centimetro della nostra terra, ogni scorcio, ogni panorama; si attraversano la storia, le tradizioni e gli usi di una volta, trascinati dagli aromi inconfondibili della natura. Non si può non concludere il viaggio del gusto, nel più zuccherino dei modi: seguendo l?odore del dolce, l?itinerario ci conduce a Massa Marittima, incastonata nell?area delle Colline Metallifere, un borgo ricco di testimonianze artistiche medievali nonostante le sue origini probabilmente si intreccino con gli etruschi: architettura, storia, archeologia, natura ed enogastronomia si trovano qui splendidamente coalizzate per incorniciare e valorizzare i beni artistici che costituiscono il suo articolato patrimonio e che la rendono capace di farsi amare già al primo impatto. Camminare per le vie di Massa Marittima sa di morsetti: ai più conosciuti come i famosi Cavallucci, ben noti nel senese, biscotti irregolari e bianchi all?esterno, bruni e morbidi all?interno, la cui preparazione è antica e rimasta immutata nei secoli. Nacquero a Siena, è vero, ma la tradizione dei Cavallucci si allargò poi anche all?alta Maremma quando Siena dominò questo territorio e Massa Marittima, che già era una città importante di questo territorio, ne divenne presto la seconda produttrice della Toscana chiamandoli appunto morsetti. Tra un dolce e l?altro, il viaggio gastronomico conduce diretto tra i boschi montani: ecco che immersi nel panorama di Castell?Azzara e del Monte Amiata assaporiamo i Topi, dolcetti a forma di mezzaluna o mezzo cerchio, dal colore dorato e dalle dimensioni di 4-5 cm, molto particolari per la presenza di morbido croccante all?interno di una sfoglia e legati ad una storia di teatranti locali chiamati la ?Compagnia del Topone?, che portavano in giro per i paesi dell?Amiata i loro spettacoli teatrali durante i quali i ?topi? venivano offerti agli spettatori insieme ad altri dolci locali. I dolci, si sa, non sono mai abbastanza e così dall?Amiata il viaggio gastronomico scivola e si conclude verso Pitigliano, splendida cittadina arroccata su una rupe di tufo soprannominata La Piccola Gerusalemme, perché a partire dal XVI secolo ospitò una grande comunità ebraica tra le sue mura: seguendo proprio queste vicende riusciamo ad assaporare gli Sfratti: lunghi biscotti a forma di bastone, fatti con pasta frolla e profumati con scorza d?arancia e vino bianco; all?interno c?è un tubetto di caramello gommoso a base di miele, noci e un pizzico di noce moscata e legati ad una curiosa leggenda. Nel XVII secolo, Cosimo II de? Medici fece emanare un editto con il quale intimava agli ebrei di Pitigliano, Sorano e Sovana di lasciare le loro case per trasferirsi nel ghetto di Pitigliano; ogni giorno al tramonto, i soldati del Granducato di Toscana bussavano alle porte per dire ai residenti di uscire. Si dice che lo Sfratto abbia una forma simile ai bastoni utilizzati per bussare alle abitazioni degli ebrei. Quello nella nostra gastronomia locale è un viaggio lungo, che stando comodamente seduti a tavola percorre chilometri e chilometri, ma che possiede la bellezza di essere versatile: si modifica e si adatta alle preferenze di ciascuno. Questo Natale sicuramente diverso non è dunque perduto, o almeno non lo è del tutto: basta abbandonarsi al turbinio di gusti che caratterizzano la nostra terra per ritrovarsi a camminare lontano da casa, passando dall?Amiata al mare, dal nord al sud, a distanza di un boccone. Sfratto PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI TURISMO Prende forma l?innovativo progetto di accoglienza turistica diffusa. A Buriano DI REDAZIONE È un bella, ed anche innovativa, idea in ambito turistico quella varata dal Comune di Castiglione della Pescaia per il borgo di Buriano. Parliamo del progetto di accoglienza diffusa finalizzato alla promozione delle attività ricettive presenti nella frazione e all?ospitalità per brevi, medi e lunghi periodi a persone e team che vogliono soggiornare temporaneamente in zona I l Comune di Castiglione della Pescaia ha dato il via alla realizzazione di un progetto specifico su Buriano, che riguarda l?accoglienza diffusa, finalizzata a promuovere l?apertura di attività ricettive nella frazione. «Il nostro lavoro nel favorire strategie per uno sviluppo sostenibile dell?offerta turistica ? spiegano il sindaco Giancarlo Farnetani e l?assessora al Turismo e alle attività produttive Susanna Lorenzini ? va avanti di pari passo nel rispetto delle identità culturali, ambientali e paesaggistiche del luogo e 32 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 il progetto che vogliamo realizzare su Buriano contiene al suo interno tutti questi aspetti». «Nella prima fase ? proseguono Farnetani e Lorenzini ? quella che possiamo definire di presentazione, saranno coinvolti Giancarlo Dell?Orco, destination manager ed esperto di attività extra alberghiere e tutti i proprietari degli immobili destinati al ricettivo ubicati nel borgo di Buriano. Si terrà una serie di incontri e sopralluoghi mirati alla verifica di uno standard qualitativo degli edifici destinati al ricettivo e potenziali servizi da offrire». «Prenderà forma ? sostengono Farnetani e Lorenzini ? un progetto di accoglienza diffusa in grado di dare ospitalità per brevi, medi e lunghi periodi a persone e team che vogliono vivere temporaneamente sul territorio di Castiglione della Pescaia». «Accoglienza diffusa - progetto Buriano ? aggiungono Farnetani e Lorenzini ? ha fra le sue finalità sia la tutela e la valorizzazione del patrimonio, sia lo sviluppo di un modello esclusivamente italiano di turismo sostenibile, rispet- Maremma Magazine - Dicembre 2020 - 3_Maremma Magazine 25/11/2020 18:31 Pagina 33 tando i luoghi e dando vita a un sistema ospitale in grado di incrementare l?offerta turistica». «Il Comune si mette in gioco con questo progetto ? continuano i due amministratori ? per affrontare una ripartenza in seguito alla pandemia che ha colpito duramente anche il settore del turismo di Castiglione della Pescaia nel 2020. Lo scenario attuale della domanda turistica chiede distanziamento, spazio, sicurezza e natura, tutti requisiti presenti in un borgo come quello di Buriano. Vogliamo far diventare questa frazione una destinazione turistica appetibile non solo per la sua storia eccezionale alle spalle, ma anche perché Buriano è in grado di offrire un prodotto autonomo con tutti quei servizi che ne strutturano la fruizione e contribuiscono a crearne un?economia». «Un lavoro che non sarà automatico ? preannunciano Farnetani e Lorenzini ? ma dipenderà dall?impegno di tutti quanti. Per quanto ci riguarda abbiamo messo a disposizione competenze tese a realizzare una precisa strategia, quella che punti a trasformare Buriano in pro- dotto turistico, valorizzando le risorse materiali e immateriali del territorio». «Tra gli obiettivi del progetto ? annunciano sindaco e assessora ? ci sono quelli di ripopolare case, vie e botteghe, che attireranno nuovi abitanti, sviluppando così un ecosistema in grado di unire tradizione e innovazione». «L?accoglienza diffusa ? sostengono Farnetani e Lorenzini ? è ritenuta una forma di turismo informale che copre diverse stagioni dell?anno e saranno messe in evidenza tutte le peculiarità presenti nella zona di Buriano, partendo PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? L?intento è quello di tutelare e valorizzare sia il patrimonio, sia lo sviluppo di un modello esclusivamente italiano di turismo sostenibile, rispettando i luoghi e dando vita a un sistema ospitale in grado di incrementare l?offerta turistica da quelle enogastronomiche, culturali, naturalistiche, dell?artigianato, itinerari culturali e religiosi». «Andiamo alla ricerca di un tipo di utenza esperta ed esigente ? tengono a sottolineare Farnetani e Lorenzini ? che ha il piacere di viaggiare e trascorrere vacanze con formule diverse e innovative, ma al tempo stesso è in grado di rispecchiare il più possibile le caratteristiche del luogo, vivendo la quotidianità, diventando nuovi protagonisti del paese». «Vacanze autentiche ? concludono Farnetani e Lorenzini ? in case e palazzi progettati per essere vere abitazioni, con aspetti strutturali, quali muri, spazi, infissi, arredi ed impianti diversi da quelli che solitamente si trovano all?interno delle attività ricettive». Per mettere in piedi questa operazione di accoglienza turistica diffusa nel borgo di Buriano come detto il Comune di Castiglione della Pescaia si avvarrà delle competenze di Giancarlo Dell?Orco, Giancarlo Dell?Orco 34 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Nella foto l?assessora Susanna Lorenzini ed il sindaco di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani destination manager ed esperto di marketing turistico territoriale. Lavora nel mondo del turismo da circa 20 anni, è docente e formatore per corsi di laurea in management del turismo e corsi strategici regionali in ambito turistico. Pugliese di nascita, milanese di adozione oggi vive in Toscana (in Maremma). «Il merito ? sottolinea Dell?Orco ? va all?amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia per aver stimolato e avviato un dialogo tra pubblico e privato con l?obiettivo di sviluppare un nuovo Prodotto Turistico ?Borgo di Buriano Accoglienza Turistica diffusa? che va ad arricchire l?offerta turistica che già esiste nel comune di Castiglione della Pescaia come il balneare e il turismo sportivo con le giornate europee dello sport. Questo periodo può essere indubbiamente utilizzato per organizzare le comunità e allargare l?offerta turistica della nostra Maremma e farsi trovare pronti per il mercato nazionale per la prossima stagione estiva 2021 e attendere i flussi stranieri europei ed extraeuropei per la stagione 2021-2022. Cosa stiamo facendo in questa prima fase nel progetto Accoglienza diffusa del Borgo di Buriano per un turismo esperienziale ad approccio partecipativo? Stiamo realizzando una mappatura socio economica del Borgo di Buriano per capire quali sono gli elementi che caratterizzano il Borgo, quali sono le attrazioni locali, quali i monumenti da visitare, quali esperienze da vivere sul territorio, chi sono i residenti interessati a partecipare e soprattutto come integrare le strutture extra alberghiere di ciascuno proprietario al servizio del territorio. Senza dimenticarci della qualità dell?accoglienza, della gestione del prezzo e della formazione delle personale. Ma soprattutto bisogna esaminare la percezione che la comunità locale ha del contesto territoriale e come interagisce con il Turista/Visitatore per soddisfare i suoi bisogni, desideri e motivazioni di Viaggio. Lo scenario attuale della domanda turistica ? aggiunge ancora Dell?Orco ? chiede distanziamento, spazio, sicurezza, trasparenza, valore dell?esperienza e autenticità. Ma richiede anche competenze specifiche non solo nella gestione e ospitalità della struttura ma anche una più ampia visone di ciò che ci circonda. La domanda Turistica è cambiata e quindi dobbiamo strutturare un?offerta turistica più adeguata che risponde alle esigenze del nuovo turista e di un mercato in totale mutazione. Questa metamorfosi deve risvegliare uno spirito solidale molto profondo, che attraversa tutta la filiera: ogni attore sa che non potrà salvarsi da solo, e, per prosperare, c?è bisogno che tutti i comparti siano in salute. Per questo ? conclude Giancarlo Dell?Orco ?, ognuno deve essere pronto a fare la sua parte per tenere in piedi il turismo della nostra Maremma». ECONOMIA Le prospettive dell?economia al tempo dell?incertezza al centro della Giornata dell?Economia La 18esima edizione della Giornata dell?Economia organizzata dalla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno si è svolta quest?anno on line affrontando il tema ?L?economia al tempo dell?incertezza: quali prospettive??. Al centro la precarietà che il mondo economico avverte con forza in questo periodo di pandemia e le possibili vie di uscita e di sviluppo del sistema ?oltre? l?emergenza È stata una Giornata dell?economia online, a causa del rapido peggioramento dell?emergenza sanitaria da Covid-19, quella che il presidente Riccardo Breda ha voluto comunque realizzare per scattare un?istantanea dello stato di salute delle nostre imprese e guardare al futuro del territorio. Il titolo ?L?economia al tempo dell?incertezza: quali prospettive?? puntava proprio sulla precarietà che il mondo economico avverte con forza in questo periodo di pandemia, nel tentativo di indicare, con volontà costruttiva, le possibili vie di uscita e di sviluppo del sistema ?oltre? l?emergenza. Riccardo Breda ha voluto accanto a sé due ospiti del calibro di Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere nazionale, e di Eugenio Giani, neopresidente della Regione Toscana. ?Questo territorio ? ha esordito Breda ? racchiude due splendide province che sono già segnate da difficoltà preCovid. Qui la competitività è ostacolata da fattori la cui soluzione non è più rinviabile. E qui le categorie economiche e sindacali hanno trovato la loro coesione su progetti comuni, dando un grande e importante segno unità. L?esempio sono i tavoli di lavoro #SILIVORNO e #SIGROSSETO. Le nostre imprese e le loro associazioni chiedono le stesse opportunità di altri territori. Noi con loro chiediamo infra- strutture: due su tutte, Darsena Europa e Corridoio Tirrenico. Chiediamo lavoro vero, vogliamo trattenere i giovani sul nostro territorio. Dopo questo tsunami si dovrà lavorare senza sosta per rilanciare la nostra economia, in un modo per il quale possiamo scomodare il Piano Marshall del dopoguerra. Alla Regione chiedo: guardate a noi come territorio per sperimentare nuove forme di rilancio e ristrutturare il sistema infrastrutturale ed economico, provando a ribaltare la situazione attuale. Siamo pronti, perché in modo unitario abbiamo già elaborato un piano, un insieme di richieste e di priorità. Tutto quello che c?è da fare è dare il via alla sua realizzazione. La Camera di Com- PRIMO PIANO ? VIVI ? 37 VIVI ???? Nell?anno di maggiore stress per l?economia e per tutto il sistema sociale, la riflessione sui dati predisposti dal Centro Studi e Servizi della Cciaa si è accompagnata inevitabilmente a quella sull?incertezza del contesto e sulla complessità dei mesi a venire mercio è pronta a lavorare per il rilancio di questa parte della Toscana?. Ha partecipato, nonostante il concomitante impegno del Consiglio regionale, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. ?Ringrazio Riccardo Breda per questa importante iniziativa: abbiamo tante cose su cui lavorare insieme, e lo faremo?. Poi Giani ha fatto riferimento alle manifestazioni e alle richieste unitarie delle categorie economiche e dei sindacati per chiedere il completamento dell?infrastruttura tirrenica: ?Ricordo ancora quella bellissima iniziativa a favore del Corridoio tirrenico, con cui la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno si è posta come punto di riferimento del territorio, in modo concreto. Occorre proseguire sulla medesima strada per essere pronti ad un rilancio appena sarà possibile?. ?Soprattutto in questa situazione economica ? ha sottolineato il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli ? in rapidissima evoluzione in cui la nuova emergenza sanitaria mette a serio rischio il futuro di tante imprese e tantissimi lavoratori, convivere con la pandemia significa tenere in equilibrio le 38 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 ragioni della salute e quelle dell?economia. Il peggio non è passato, occorre combattere la crisi affrontando i nodi strutturali che ci trasciniamo da anni. Le tensioni sociali sono dietro l?angolo, le persone stanno rischiando di perdere la speranza. Servono, e subito, indennizzi e ristori a fondo perduto, moratorie fiscali, risorse a favore delle garanzie per l?accesso al credito, la continuità degli ammortizzatori sociali, nuove politiche attive per il lavoro. E le Camere di commercio, grandi corpi intermedi pubblici, sono l?anello indispensabile per fare tutto questo?. Sangalli ha poi aggiunto: ?La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha dimostrato con i fatti e colto appieno lo spirito della riforma camerale: è stata tra le primissime, quattro anni fa, a fare uno sforzo tenace e generoso, prevedendo l?accorpamento di Grosseto e Livorno. Colgo l?occasione per complimentarmi per la responsabilità civica ed economica di aver messo insieme identità e storie in una regione con identità e storie fortissime?. ?I dati sull?economia locale, sia il secondo che il terzo trimestre, eviden- ziano ? riassume Mauro Schiano, che con Federico Doretti e Raffaella Antonini del Centro studi e Servizi CCIAA ha elaborato i dati ? una crescita congiunturale, tanto che il livello delle sedi d?impresa registrate resta, a fine settembre, lo stesso dell?anno precedente. Tale andamento sarebbe passato del tutto inosservato in un anno qualsiasi ma non è affatto banale nell?anno del Covid-19. Ciononostante desta una certa preoccupazione il calo nel numero di nuove imprese. L?impatto delle misure per contenere la pandemia, in primis il lockdown, ha avuto effetti asimmetrici sull?economia locale: ha colpito ad oggi duramente alcuni comparti e meno altri. La tenuta della liquidità aziendale è stata la principale criticità manifestata dagli imprenditori, che prospettano una difficile gestione dei flussi di cassa per mancate entrate, dovute al drastico calo della domanda. Ciò ha comportato pesanti effetti sull?occupazione: chi ha potuto ha fatto ricorso, fra l?altro, alla CIG o a periodi di ferie ?forzate?. Solo nove imprese su cento non hanno subito perdite rilevanti, anche se, tra le poche imprese ?resilienti?, prevalgono quelle esportatrici e quelle digitali. L?incertezza continua a condizionare le scelte economiche delle nostre imprese che dovranno far fronte a nuove ed eventuali restrizioni?. Il report completo dal titolo ?La quiete prima della tempesta?, con i dati economici 2019 e le slide relative ai primi tre trimestri 2020 su Grosseto e Livorno sono disponibili sul sito della Camera di commercio www.lg.camcom.it La diretta Fb può essere riascoltata in registrazione ed è stata coordinata da Carlo Sestini. VIVI COMMERCIO Ascom Confcommercio Grosseto un importante punto di riferimento per le piccole e medie imprese del territorio. Oggi più che mai! Pandemia, sicurezza e la sfida del cambiamento: Ascom Confcommercio Grosseto è sempre più un punto di riferimento per le piccole e medie imprese del territorio, a maggior ragione in tempi complicati come quelli che stiamo vivendo a causa dell?emergenza Coronavirus. Intervista a Carla Palmieri e Gabriella Orlando, rispettivamente presidente e direttore dell?associazione A DI REDAZIONE scom Confcommercio Grosseto è espressione locale della Confcommercio, la più grande organizzazione di categoria di imprese in Italia con oltre 850.000 associati. Da ben 76 anni Ascom Confcommercio Grosseto rappresenta e tutela le imprese del commercio, del turismo e dei servizi attivi nella nostra provincia. L?Associazione Commercianti Grossetani vide infatti la luce il 1° ottobre del 1944, quando un gruppo formato da una decina di esercenti firmò l?atto costitutivo al cospetto del Notaio Marzocchi. Oggi Confcommercio Grosseto conta oltre 2.200 soci ed è attiva con i suoi uffici ? la sede di Grosseto e le numerose delegazioni provinciali ? su tutto il territorio provinciale. 40 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 La Confcommercio per la nostra provincia è un?associazione di categoria storica, ma mai come adesso si sente forte il bisogno di ribadire e rilanciare il valore dell?Associazionismo, tanto più prezioso in tempo di crisi. Ne parliamo con gli attuali presidente e direttore di Confcommercio, Carla Palmieri e Gabriella Orlando. Per voi qual è lo stato di salute delle imprese grossetane? Dall?indagine di Unioncamere presentata durante l?ultima Giornata dell?Economia, che fotografa lo stato delle nostre aziende alla fine della prima ondata dell?emergenza da Covid-19, è emerso uno scenario decisamente preoccupante, in quanto si legge che solo l?8 per cento delle imprese della nostra provincia, riferendosi al campione statistico, non ha subito perdite economiche significative e contraccolpi produttivi. Numeri che confermano purtroppo i nostri sentori. Per quanto riguarda poi l?estate, i buoni e forse inaspettati risultati ottenuti nei mesi di luglio, agosto e nella prima metà di settembre da alcuni comparti nella nostra provincia legati al turismo, come temevamo, non sono bastati a mettere al riparo la stragrande maggioranza delle nostre piccole e piccolissime imprese che sono in serio rischio. L?ufficio studi della Confcommercio regionale ci dice, inoltre, che in Toscana quasi sei imprese su dieci hanno difficoltà a rispettare le scadenze fiscali: Irpef, Irap, Ires e Tari le imposte considerate più pesanti per i bilanci aziendali. Oltre 104mila sono le assunzioni in meno nel terziario rispetto al 2019. E addirittura sappiamo che sette imprenditori su dieci temono l?aumento del fenomeno usura. Nella sostanza, temiamo che molte, troppe attività, chiudano i battenti prima dell?inizio del nuovo anno. Presidente Palmieri, quali sono le priorità d?intervento? Crediamo fondamentale e urgente Nella foto il presidente Confcommercio Grosseto Carla Palmieri e il direttore Gabriella Orlando Nella foto un momento della mobilitazione Confcommercio a Grosseto del 4 maggio 2020 #riapriamoilcommercio PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? L?associazione di categoria, in questi mesi, è stata fortemente impegnata per stare al fianco del mondo dell?imprenditoria provinciale per fornire informazioni, assistenza, trattative sindacali, azioni e servizi, mirati a difendere e sostenere le aziende di fronte ad ogni difficoltà individuare le misure necessarie a tenere insieme salute pubblica e ripresa economica. Le imprese non hanno più fiato per andare avanti e si perderà occupazione. La nostra Associazione a livello nazionale, Confcommercio Imprese per l?Italia, sta chiedendo un confronto continuo e mirato con le forze politiche e sociali per dare prospettive alle imprese. Occorre che i danni subiti dalle imprese siano ristorati adeguatamente e tempestivamente con indennizzi a fondo perduto, credito d?imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d?azienda, moratorie fiscali e creditizie, risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l?accesso al credito, continui- 42 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 tà degli ammortizzatori sociali e politiche attive per il lavoro. Insomma, presidente questo 2020 è stato un ?Annus orribilis? per il terziario... Il 2020 ci ha solo ricordato che le certezze assolute non esistono, e che ci sono eventi che accadono e basta, indipendentemente dal nostro volere o dalla nostra condotta. A volte non si può scegliere tra il bene e il male, ma è comunque possibile trovare il modo di gestire al meglio ciò che ci succede. Nel DNA dell?imprenditore c?è la capacità di far fronte ad ogni difficoltà, l?attitudine naturale ad analizzare e interpretare le situazioni e a trovare tempestive soluzioni, perchè il fine del lavoro d?impresa non è solo ottenere una retribuzione a fine mese, ma anche voler misurare le proprie capacità. L?imprenditore è colui che guarda ai mutamenti come aspetti ordinari del vivere quotidiano, e che è chiamato, prima o poi, a dimostrare caparbietà, voglia di non arrendersi, di resistere e di reinventarsi. Si può imparare anche da eventi di questa portata per riscoprire quel coraggio che ci deve contraddistinguere, lo definirei ?lo spirito temerario dei capitani di azienda?, perché si deve saper mettere il proprio nome sulle vittorie così come per saper ammettere le proprie sconfitte. Carla Palmieri, che ruolo ha svolto in questi mesi la Confcommercio Grosseto? Nello scenario che ho delineato, la Confcommercio Grosseto ritengo che abbia assunto, per molti versi, un ruolo centrale. Credo che i nostri sforzi come Associazione per dare un sostegno concreto in questi lunghi ed estenuanti mesi alle prese con i Decreti legge, le Ordinanze, le battaglie di categoria, le manifestazioni di piazza, siano stati apprezzati. Molti imprenditori hanno compreso l?importanza di farsi aiutare da chi, come la Confcommercio, è nata proprio a questo scopo; hanno compreso la necessità di fare squadra, di collaborare e mettersi insieme per fare ?massa critica?. Nella pagina a fianco in alto il presidente Carla Palmieri dal Prefetto di Grosseto Fabio Marsilio per l?iniziativa #riapriamoilcommercio. Sempre nella pagina a fianco in basso il sindacato Federcarni Confcommercio Grosseto in una delle iniziative cittadine. In questa pagina qui a sinistra Fipe Confcommercio Grosseto alla manifestazione #Siamoaterra a Firenze il 28 ottobre 2020. In basso il direttore Orlando con un gruppo di associati grossetani a Roma per l?Assemblea Nazionale Confcommercio 2019 Ammetto con una punta di orgoglio che siamo stati un punto di riferimento, colgo l?occasione per ringraziare l?intero staff dell?associazione, il Direttivo, i sindacati di categoria per il lavoro svolto, ed ovviamente continueremo a ricoprire questo ruolo con il massimo impegno e senso di responsabilità. Direttore Orlando, quali consigli state dando alle aziende locali? Stiamo stimolando la ?resilienza?. In ambito d?impresa, la resilienza si identifica nella capacità di affrontare il cambiamento in maniera costruttiva, per sopravvivere alle criticità. Di fronte alle situazioni avverse e inattese, le aziende devono saper essere forti e, contemporaneamente, flessibili, dimostrando la capacità di considerare e sviluppare opportunità e, perchè no, di percorrere strade nuove. Sapersi adattare ai cambiamenti è considerata la più importante ?skill? contemporanea, e credo fermamente che sopravvive chi ha l?intelligenza per aprirsi al cambiamento. Noi, in Confcommercio, stiamo dando molteplici strumenti per accompagnare gli associati, dalla formazione, oggi anche online, allo Sportello locale Edi ? Ecosistema digitale per l?innovazione, con servizi digitali di alto profilo e per l?accesso ai bandi per i relativi finanziamenti europei, nazionali o regionali, perché la sfida per i piccoli commercianti è soprattutto tecnologica. Nonostante la tecnologia sia diventata parte integrante del nostro quotidia- no, molte piccole e micro imprese locali faticano ancora moltissimo a inserirla nei propri processi in modo corretto e costante. Questo succede soprattutto nelle attività ?tradizionali? che sono comunque chiamate ad un profondo cambio di mentalità, in quanto ?digitalizzare? non significa solo avere una casella di posta elettronica, ma adattare tutti i processi aziendali, che siano comunicativi o di vendita, alle attuali esigenze imposte dalla trasformazione digitale in atto. In questo la pandemia ha solo accelerato i tempi per conformarsi di fronte un?urgenza che già esisteva, penso alla fatturazione elettronica, allo scontrino digitale... Il processo è irreversibile e può costituire uno pericoloso spartiacque. Direttore, qual è il punto di forza dell?Ascom Confcommercio Grosseto? Ritengo che uno dei nostri tratti distintivi sia il rapporto umano. Avvantaggiati dal fatto di vivere in una piccola realtà territoriale, riusciamo ad avere con i nostri associati un rapporto diretto, empatico, quasi personale, che genera sicuramente un grandissimo valore aggiunto alla nostra vasta gamma di servizi per le imprese, soprattutto in momenti estremamente complessi come quello che stiamo attraversando, perché nei momenti difficili, anche la sola condivisione diventa sostanza. PRIMO PIANO ? VIVI ? 43 VIVI CULTURA ?Premio letterario nazionale Città di Grosseto - Amori sui generis?, successo straordinario per la seconda edizione È andata in archivio con uno straordinario successo la seconda edizione del Premio letterario nazionale Città di Grosseto ?Amori sui generis?, organizzato dall?Associazione culturale ?Letteratura e dintorni?. Dopo i consensi dello scorso anno l?iniziativa si è confermata come uno dei concorsi più seguiti a livello nazionale con oltre 750 lavori pervenuti, molti dei quali di noti nomi del panorama letterario italiano Grosseto 44 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Nella foto un momento della cerimonia di premiazione del Premio che quest?anno è avvenuta on line con una diretta Facebook A vrebbe dovuto svolgersi il 31 ottobre scorso, al teatro degli Industri di Grosseto, in presenza, la cerimonia di premiazione del ?Premio letterario nazionale Città di Grosseto ? Amori sui generis? organizzato dall?associazione culturale ?Letteratura e dintorni?, presieduta da Dianora Tinti, con il sostegno del Comune di Grosseto, della Biblioteca comunale Chelliana, di Banca Tema e di tantissime altre realtà del territorio. Nell?occasione si sarebbero dovuti consegnare i riconoscimenti ai vincitori delle cinque sezioni del concorso, giunto alla sua seconda edizione, oltre che tre ?Premi alla carriera? a personalità che si sono distinte in vari campi professionali e culturali come Celestino Sellaroli, giornalista e direttore della rivista ?Maremma magazine?, Priscilla Occhipinti imprenditrice ?Grappe Nannoni? da sempre impegnata anche sul piano culturale e, Mirella Serri, docente di letteratura moderna e contemporanea, collaboratrice de La Stampa, volto noto di Rai Storia e Rai cultura. Purtroppo a causa dell?emergenza Covid la cerimonia in presenza è saltata e così i vincitori sempre il 31 ottobre sono stati annunciati in una diretta Face- book, dalla pagina omonima ?Premio Città di Grosseto - Amori sui Generis?. «Abbiamo sperato fino all?ultimo di potercela fare ? ha dichiarato la presidente Dianora Tinti ?, ma proprio a una settimana di distanza il dpcm del 25 ottobre ha disciplinato la chiusura dei teatri e vietato qualsiasi tipo di manifestazione, a causa della pandemia. Così abbiamo dapprima preso in considerazione l?idea di rinviarla a data da destinarsi, ma con l?odierna situazione epidemiologica sarebbe stato un ulteriore rischio, perché non sappiamo cosa succederà. Anche fare una diretta streaming, non ci ha convinto perché avrebbe snaturato il Premio. In questo caso poi non avremmo potuto ringraziare personalmente la giuria, i soci, gli autori, i sostenitori e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo concorso, facendoci raggiungere numeri andati ben oltre le aspettative». Al concorso infatti hanno partecipato centinaia di scrittori e poeti da tutta Italia. «In questo anno particolare in cui il covid-19 ha impattato nella vita di tutti ? prosegue Tinti ?, non avremmo mai pensato di raggiungere le 750 opere e superare la cifra della passata edizione questi numeri e la qualità degli autori, molti dei quali molto noti, sono la conferma che Grosseto e la Maremma hanno tutte le potenzialità per aspirare a diventare un punto di riferimento per l?intero panorama culturale nazionale». Nonostante la scadenza per partecipare al concorso fosse stata fissata al 15 maggio, in un momento in cui la maggior parte dei premi letterari erano stati sospesi e/o rinviati all?anno prossimo a causa di carenza di partecipanti, quello grossetano è andato controtendenza PRIMO PIANO ? VIVI ? 45 VIVI ???? Tutti i vincitori ed i finalisti della seconda edizione del Premio Città di Grosseto ?Amori Sui Generis? Nella foto un momento della cerimonia di premiazione dello scorso anno che avvenne nella cornice del Teatro degli Industri riuscendo addirittura a superare gli ottimi risultati della prima edizione. «Il Premio Letterario Nazionale Città di Grosseto Amori Sui Generis ? ha dichiarato il sindaco del Comune di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ? è una delle realtà culturali più significative della nostra amata città. Per questa ragione, posso dire che è veramente un onore poter collaborare alla realizzazione del progetto. La speranza è che questo felice rapporto possa proseguire anche negli anni a venire». «La crescita culturale di un territorio ? ha promosso il vice sindaco, Luca Agresti ? passa soprattutto da eventi di questo tipo. L?associazione Letteratura e Dintorni è la perfetta sintesi di come l?arte e la passione possano costituire una ricchezza per tutta la comunità». Veniamo ora i premiati del concorso. Nella sezione ?Libro edito? (narrativa/racconti) primo classificato Franco Forte e Scilla Bonfiglioli con ?La bambina e il nazista?, secondo posto per Antonella Tamiano con ?Silenziosi riplessi di un artista minore? e terzo per Roberto Di Sante con il suo ?Tre?. Allo scrittore fiorentino Paolo Ciampi va il premio della giuria con ?L?ambasciatore delle foreste?. Al senese Francesco Ricci quello della critica con l?opera ?Elsa ? Le prigioni delle donne?. A Giacomo Maucci, con ?Il libro nella Gerla. La storia di Montereggio, paese dei librai? il Premio Speciale Letteratura e dintorni. Alla pisana Silvia Volpi il Premio speciale Maremma con ?Alzati e corri, diretto- 46 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 ra?. Alla grossetana Irene Blundo, con ?Mare di conchiglia?, il Premio Speciale Cultura del Territorio. Per chiudere con il Premio del presidente a Gino Marchitelli con ?L?assenza ? dal grande amore all?abisso il passo è breve?. Nella sezione ?Libro inedito? (narrativa/racconti) sul podio più alto Giulia Malinverno Ricceri con ?Dentro la vita (Scusa sciur padrun)?, seguita al secondo posto da Tatjana Ciotta con ?Olio su tela?, e al terzo da Cinzia Petri con ?Nessun segreto?. Il Premio della giuria va a Maurizio Venturino con ?Il mercante di zafferano?. Il Premio della critica a Sandra Maria Dami, con ?Le periferie del cuore?. Il Premio cultura del territorio va a Carlo Ronconi con ?A Sirene? spietate?. Il Premio del presidente va ad Antonella Polenta per ?Enigma al Burg Eltz?. Per la sezione ?Libro edito di poesia? primo posto per Maria Rosaria Franco con ?La rosa e l?alba?, secondo per David La Mantia con ?A testa bassa?, terzo per Gianluca Lorenzini Collodi con ?Noi e l?Elba sottovento?. Il Premio della giuria va ad Assuntina Marzotta con ?Il pianto dell?elicrisio?. Il premio della critica: Lucia Brandoli con ?Anello di prova?. Il premio del presidente va ad Antonio Lera con ?Il tempo e la bellezza?. Nella sezione ?Poesia singola? (edita o inedita) primo posto per Fannina Scipione con ?Colmo è i cuore?, secondo per Sante Serra con ?Bus linea 37? e terzo per Marcello Lazzeri con ?Il prvilegio?. Si aggiudica il premio della giuria Micheletino Matarazzo con ?Non chie- dermi se sono felice? e quello della critica Gemma Messori con ?Lady?. Infine, nella sezione ?Racconto? (edito o inedito) intitolata alla memoria dello scrittore Carlo Fruttero primo posto per Daniele Laura con ?Se son rose pungeranno?, secondo per Andrea Martini con ?Un giorno prima? e terzo per Massimo Batini con ?Blues 1931?. Tra i premiati anche Luca Bucciantini a cui va il premio della giuria con ?La lettera? e Valchirio Bellini che con ?L?invito? si aggiudica il premio della critica. «Oltre ai finalisti e ai premi speciali, sono stati premiati dalla giuria con ?Diplomi di merito? opere particolarmente meritevoli, perché il livello è stato veramente alto. Colgo anche l?occasione Per ringraziare ? conclude Dianora Tinti ? i numerosi sponsor ed artisti che ci hanno sostenuto, nonostante le difficoltà economiche legate alla pandemia. Aziende locali, realtà importanti del territorio, istituzioni, artisti e nomi che ci inorgoglisce inserire fra i nostri sostenitori. Così come la giuria che ha lavorato alacremente, data la mole di opere, e che ha portato a termine con successo questa seconda edizione del Premio. Sul nostro sito www.letteraturaedintorni.it e sulla nostra pagina Facebook ?Premio Città di Grosseto Amori sui Generis? potrete trovare i nomi di tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questa importante manifestazione». E l?appuntamento, già da adesso, è al prossimo anno per la terza edizione! I Premi alla Carriera vanno a Priscilla Occhipinti, Mirella Serri e Celestino Sellaroli editore di Maremma Magazine Nell?ambito del Premio letterario nazionale Città di Grosseto - ?Amori Sui Generis? 2020, alla sua seconda edizione, sono stati consegnati anche tre Premi alla Carriera a Priscilla Occhipinti, Mirella Serri e Celestino Sellaroli, editore e direttore responsabile di Maremma Magazine P articolarmente emozionante nell?ambito della seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Città di Grosseto - ?Amori Sui Generis? 2020 è stata la consegna dei tre Premi alla carriera a personalità che hanno saputo conseguire risultati di successo in campo imprenditoriale, giornalistico e letterario, diventando così testimonianza del valore del buon operare a beneficio del Paese intero. In questa edizione i riconoscimenti sono andati a: Priscilla Occhipinti, Mirella Serri e Celestino Sellaroli, ovvero l?editore, nonché direttore responsabile di Maremma Magazine. Priscilla Occhipinti: classe 1978, è l?unica master distiller donna in Italia. Soprannominata La Signora delle Grappe, è anche la donna più premiata al mondo con centinaia di medaglie conquistate nel corso della sua carriera. Oltre alle sue Grappe Nannoni di Priscilla Occhipinti altissima qualità, produce numerosi distillati. Instancabile promotrice culturale, prima del lockdown, tre volte al mese organizzava eventi per abbinare la grappa alle arti in generale e alla musica in particolare. La sua speranza, e quella di tutti noi, è che possa tornare a farlo presto. Mirella Serri: romana, docente di Letteratura moderna e contemporanea, collabora a La Stampa, Rai Storia e Rai cultura. Svolge attività saggistica riguardante letteratura, storia, politica e società. Insieme al docente e filosofo Giacomo Marramao, guida la giuria del prestigioso Premio Capalbio. Scrittrice, da anni pubblica con la casa editrice Longanesi romanzi e saggi storici. L?ultimo, ?Gli irriducibili?. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini, è del 2019. Infine, Premio alla carriera per Celestino Sellaroli: da 18 anni è editore e direttore responsabile della rivista Celestino Sellaroli Maremma Magazine, mensile di informazioni turistiche e culturali dedicato alla Maremma, alla sua gente, alle sue bellezze diventato negli anni un punto di riferimento per tutto il territorio. ?Il Premio ? si legge nella motivazione ? è da considerarsi un riconoscimento per il suo lavoro di giornalista e direttore della Rivista Maremma Magazine, ma anche per il suo impegno costante nel promuovere la Maremma anche da un punto di vista culturale?. Per lui una targa e la splendida opera della pittrice Marina Quattrini realizzata appositamente per il concorso. Mirella Serri PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI CULTURA Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC), un?unica grande famiglia. Anche in tempo di Covid Nonostante le difficoltà contingenti la Rete Grossetana delle Biblioteche, degli Archivi e dei Centri di documentazione (Rete Grobac) continua ad essere per la nostra terra un punto di riferimento importante, un presidio per la gestione di servizi efficienti e per la divulgazione della cultura e della formazione continua Nella foto la Biblioteca comunale ?G. Badii? di Massa Marittima 48 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 « Nella foto il presidente della Rete Emiliano Rabazzi con Anna Bonelli direttrice della Biblioteca Comunale Chelliana di Grosseto La Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione vi dà il benvenuto all?interno della propria ?casa virtuale?. Navigando in questo ambiente potrete entrare in contatto con i componenti di questa grande famiglia formata da biblioteche di enti pubblici, di istituti culturali, di fondazioni e di istituti scolastici che aderiscono alla Rete, nonché dagli archivi storici della Provincia di Grosseto. Oltre a permettere la consultazione del catalogo, il portale vi terrà informati sulle novità acquisite a scaffale, sui libri più letti, sulle attività che si svolgono nelle biblioteche e negli archivi; attraverso la community potrete commentare, criticare, suggerire, scambiarvi idee sui libri letti e sui film visti e, soprattutto, darci nuovi stimoli ed indirizzare la politica della rete. Il nostro fine ultimo, la nostra ambizione, consiste nel riuscire a rispondere ad ogni vostra esigenza di lettura e di informazione perché, come in tutte le grandi famiglie, la crescita non deve essere individuale ma collettiva». Partiamo da qui, da questo messaggio contenuto nell?home page del portale www.bibliotechedimaremma.it per parlare della Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC). E lo facciamo a maggior ragione in questo delicato momento, visto che, a seguito delle Misure urgenti di contenimento del contagio sull?intero territorio nazionale previste dal DPCM 3 novembre 2020, tutte le biblioteche della Rete provinciale sono state chiuse al pubblico da venerdì 6 novembre e lo saranno, salvo proroghe nefaste cui non vogliamo neppure pensare, fino a giovedì 3 dicembre 2020. Tuttavia l?attività delle Biblioteche, nonostante le difficoltà, non si è fermata, perché le modalità di fruizione dei servizi passano anche attraverso il digitale, il web ed i social. Senza contare che il servizio di prestito (solo su prenotazione e con ritiro su appuntamento) è rimasto sempre attivo. La Rete Biblioteche e Archivi di Maremma I Comuni che fanno attualmente parte della Rete Biblioteche e Archivi di Maremma evolutasi prima in Sistema Documentario Integrato Grossetano (S.D.I.G.), e successivamente in Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC), sono 17: Arcidosso, Capalbio, Castell?Azzara, Castel del Piano, Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Massa Marittima, Monte Argentario, Monterotondo Marittimo, Orbetello, Roccastrada, Scansano e Scarlino. Insieme a loro, la Rete comprende attualmente anche la Provincia di Grosseto, l?ISGREC - Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell?Età Contemporanea, la Fondazione Grosseto Cultura ? con le biblioteche di Clarisse Arte e del Museo di Storia Naturale ? la Fondazione ?Luciano Bianciardi? di Grosseto, l?Istituto statale di istruzione superiore ?Antonio Rosmini? di Grosseto, il Polo Liceale Grossetano, l?Istituto statale di istruzione secondaria ?Leonardo da Vinci? di Arcidosso e la Biblioteca delle Muse presso il Polo Culturale Pietro Aldi a Saturnia. In tutto parliamo di ventisette realtà dislocate sull?intero territorio provinciale. Un bel gruppo che significa anche un bel patrimonio culturale a disposizione. ?La Rete Biblioteche e Archivi di Maremma, oggi Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC) ? sottolinea il presidente Emiliano Rabazzi ? conta su un patrimonio di oltre 518 mila unità tra libri e documenti, affiancati da dvd, audiolibri, cd musicali e altro materiale multimediale. Un patrimonio culturale, storico e sociale che deve essere conosciuto e valorizzato in maniera adegua- PRIMO PIANO ? VIVI ? 49 VIVI ???? La Rete è costituita da 17 Comuni e da 10 istituti privati del territorio provinciale tutti accomunati da un unico scopo: la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio documentario degli aderenti ta perché, soprattutto nella parte più vecchia, racconta il territorio e le sue comunità e questo è fondamentale per promuovere la consapevolezza e la crescita di chi lo vive oggi e di chi lo vivrà domani. Al tempo stesso, la Rete promuove la biblioteca come un luogo di cultura ma anche di aggregazione sociale, puntando sulla presenza di strumenti e servizi moderni e capaci di rispondere alle esigenze dell?utenza, e in particolare dei più giovani?. Una nuova convenzione, che regola il funzionamento della Rete per il periodo 2020-2024, ha definito in modo ancora più dettagliato le funzioni delle singole realtà: al Centro di rete, ruolo da sempre (cioè dalla costituzione della Rete nel 1999) affidato al Comune di Grosseto, è stato assegnato il corpo centrale delle attività e il coordinamento generale, oltre che i rapporti con la Regione Toscana e una serie di servizi come l?utilizzo di un software che permette a tutto il sistema una progettazione degli Nella foto la Biblioteca comunale ?I. Calvino? di Castiglione della Pescaia sportelli all?utente come un?unica biblioteca. Altre funzioni specifiche sono state assegnate agli istituti di coordinamento ovvero al Comune di Roccastrada il compito prevalente di valorizzazione degli archivi storici e al Comune di Castiglione della Pescaia la promozione della lettura. I servizi fra presente e futuro I servizi offerti sono molti, per intercettare in maniera sempre migliore quello che chiede l?utenza, con età e interessi diversi. Nelle strutture aderenti alla Rete è possibile: consultare e leggere libri e riviste; usufruire del prestito, anche interbibliotecario all?interno della Rete e al servizio di Media Library On Line, MLOL, che mette a disposizione gratuitamente quotidiani, libri, riviste, dvd, cd musicali, ebook, audiolibri, video e banche dati; consultare il catalogo collettivo on line e accedere alle sezioni librarie e documentarie per bambini e ragazzi; consultare fondi Nella foto la Biblioteca Chelliana di Grosseto nel giorno dell?inaugurazione della attuale (nonché storica) sede 50 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 locali, antichi e archivi storici e accedere a postazioni Internet. Le biblioteche, inoltre, ospitano (in momenti ordinari, extra Covid) spesso iniziative culturali, quali incontri con autori, laboratori di lettura per adulti e bambini, mostre, spettacoli teatrali e appuntamenti ludico-didattici per utenti più piccoli. Tutti i servizi sono gratuiti e per usufruirne è sufficiente registrarsi presso una delle strutture aderenti al Sistema documentario integrato grossetano. Questo proprio per far vivere la cultura come occasione di crescita e di socializzazione. ?La Rete ? sottolinea ancora Rabazzi ? ha lavorato per consolidarsi come una grande biblioteca diffusa sul territorio grossetano, con punti di accesso distribuiti nei diversi Comuni che ne fanno parte attraverso una tessera unica. L?obiettivo che ci siamo posti è stato quello di avvicinare più utenti possibili, semplificando l?accesso e adeguandoci alle nuove tecnologie con una vera e propria rivoluzione digitale. Oggi, infatti, per accedere ai servizi, tutti gratuiti, è sufficiente registrarsi con la tessera sanitaria, valida come carta regionale dei servizi. Inoltre, abbiamo rivisto il regolamento unico delle biblioteche, per migliorare la catalogazione del patrimonio e potenziare i servizi esistenti grazie a nuove funzioni e a uno specifico software?. Insomma, la Rete Grobac - Rete Grossetana delle Biblioteche, degli Archivi e dei Centri di documentazione c?è! Per informazioni e per conoscere tutti i servizi della Rete, è possibile consultare anche il sito www.bibliotechemaremma.it Rete Grobac, una bella storia ormai ultra ventennale P er parlare della Rete Grobac Rete Grossetana delle Biblioteche, degli Archivi e dei Centri di documentazione bisogna fare un passo indietro ad andare alla fine degli anni Novanta del secolo scorso ed in particolare al 1999, quando la Regione Toscana, dopo aver incentivato per molti anni, sia dal punto di vista normativo che economico, l?istituzione di Biblioteche di Ente Locale, promulgò la Legge Regionale n. 35 che, individuando nell?organizzazione delle reti bibliotecarie la modalità ordinaria di gestione delle attività e dei servizi documentari, scompigliò la situazione di fatto ed avviò un percorso collaborativo per rendere più fruibili le informazioni che, a vari livelli, erano già presenti e consultabili all?interno delle singole strutture. L?allora assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto, Ente che in base alla Legge Regionale doveva promuovere la costituzione delle Reti Locali ed assegnare i finanziamenti regionali, convocò i Bibliotecari dei vari Comuni, chiedendo loro di cooperare al fine della costituzione di un Sistema Bibliotecario Provinciale ed assicurando, a tale scopo, tutto il suo appoggio. Per arrivare alla costituzione della Rete, in collaborazione con la Provincia, i 12 Comuni che risposero all?appello elaborarono un progetto per poter accedere ai finanziamenti previsti dalla L.R. 14/95 ? denominato ?Primi Passi? ? con il quale si assicurarono la strumentazione tecnica e la consulenza biblioteconomia indispensabili alla prioritaria composizione del catalogo unico delle Biblioteche interessate. Nel mese di giugno dell?anno successivo (2000) fu approvata dai 12 Consigli dei Comuni aderenti e dal Consiglio Provinciale la prima convenzione della durata di 3 anni: era nata la Rete delle Biblioteche degli Enti Locali della Provincia di Grosseto. Dal progetto ?Primi Passi? ad oggi sono passati più di 20 anni e di ?passi? la Rete ne ha fatti parecchi; la convenzione è stata rinnovata 4 volte e, ad ogni rinnovo, si sono aggiunti altri Enti. La convenzione approvata nel 2014, ha inoltre cambiato profondamente l?assetto della Rete, permettendo l?ingresso di Archivi Storici pubblici e privati, di Biblioteche scolastiche e di Isti- messe in campo dalla Regione Toscana in materia finalizzate ad una sempre più profonda ricerca di collaborazione tra coloro che operano in campo culturale con l?intento di promuovere la lettura e fare in modo che diventi un?abitudine sociale quotidiana (un esempio su tutti il ?Patto regionale per la lettura?), il Sistema Documentario Integrato Grossetano, ha deciso di ?cambiare pelle?, dotandosi di un nuovo nome e di un nuovo logo che includano tutte le realtà che lo compongono. Il Sistema Documentario è infatti tuti Culturali. Attualmente il Sistema Documentario Integrato Grossetano (S.D.I.G.) è formato da 17 Comuni e da 10 istituti privati del territorio provinciale. Recentemente, anche a seguito dei rapporti sempre più stretti instauratisi tra le varie strutture (decisiva in questo senso è stata l?adozione di un software gestionale e di un regolamento per l?erogazione dei servizi, che ha permesso di far diventare il sistema un unico, grande, centro di documentazione, con tanti sportelli aperti al pubblico e pronti a soddisfare le esigenze degli utenti, i quali non sono più iscritti alle singole strutture ma all?intero sistema documentario) e alle politiche ormai diventato un organismo ricco e complesso, formato da Enti pubblici ed Istituzioni private, Biblioteche e Archivi, Scuole e Centri di documentazione, dislocati in un territorio ampio, che travalica i confini della Maremma Grossetana, ed accomunati da un unico scopo: la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio documentario degli aderenti. È nata così la Rete Grossetana delle Biblioteche, degli Archivi e dei Centri di documentazione (Rete Grobac), con l?obbiettivo di integrare le risorse bibliografiche e professionali di Enti pubblici e privati, per la gestione di servizi efficienti e per la divulgazione della cultura e della formazione continua. PRIMO PIANO ? VIVI ? 51 VIVI CINEMA Un bell?evento per ricordare un grande della cinematografia nazionale: Alfio Contini ?Luce! In memoria di Alfio Contini?: questo il titolo dell?iniziativa che si è svolta a settembre a Talamone, presso l?Hotel Capo d?Uomo, con la direzione artistica di Ecista Srls per ricordare e rendere omaggio ad Alfio Contini, il grande direttore della fotografia scomparso all'età di 92 anni il 23 marzo scorso Alfio Contini 52 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Nella foto un momento della ?due giorni? in memoria di Alfio Contini svoltasi a Talamone H a riscosso un grandissimo successo (tanto che si parla già di istituzionalizzare l?appuntamento e farlo diventare ricorrente) l?iniziativa che si è svolta il 19 e 20 settembre scorsi all?hotel Capo d?Uomo di Talamone (Orbetello) per ricordare un grande della cinematografia nazionale, uno dei più quotati direttori della fotografia di sempre, nonché indiscusso anticipatore dello stile fotografico moderno applicato alla settima arte: Alfio Contini. Nato a Rosignano Marittimo nel 1927 Contini proprio il 19 settembre avrebbe compiuto 93 anni. Se ne è andato lo scorso 23 marzo senza il giusto tributo. In pieno lockdown, solo il figlio e la moglie Irma hanno potuto salutarlo in quel di Manciano. Non ha avuto modo di rendergli onore invece l?altra famiglia, quella del cinema, per cui questo evento dal titolo ?Luce! In memoria di Alfio Contini? è stato il meritato omaggio ad un personaggio che aveva tra l?altro un forte legame con la nostra terra. L?iniziativa è stata infatti organizzata con la direzione artistica dello studio grossetano Ecista, di cui sono soci il figlio Carlo Contini e il nipote Stefano Sagina, insieme a Mariachiara Goracci e Andrea Farini, in collaborazione e con il patrocinio di A.I.C. - Autori Italiani Cinematografia, Artdigiland Edizioni, Comune di Orbetello, Comune di Rosignano Marittimo e Provincia di Grosseto, con la direzione tecnica affidata alla Live?95 di David Barbagli e Simone Dall?Oglio. La scelta di Talamone come cornice della ?due giorni? non è stata casuale. Contini qui aveva una casa sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, quando lavorando a Roma, a Cinecittà, aveva individuato nel piccolo borgo di pescatori una base d?appoggio proprio a metà strada tra la natia Rosignano Marittimo e la Capitale. Cinquantaquattro anni di carriera, 124 film, Contini ha nel suo curriculum la direzione della fotografia di tanti capolavori realizzati al fianco dei più importanti registi della cinematografia nazionale. Fedele collaboratore di Dino Risi, con il quale ha girato sette pellicole, tra le quali I mostri e Il sorpasso, con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, uno dei capolavori indiscussi del cinema italiano, Alfio Contini si è cimentato nel cinema brillante (in cui si sentiva sicuramente a proprio agio), non tralasciando importanti incursioni nel cinema più esplicitamente d?autore. Ha collaborato per esempio con Liliana Cavani, in film come Galileo e Il portiere di notte, Vittorio De Sica ne I girasoli, Michelangelo Antonioni per Zabriskie Point e Al di là delle nuvole (per il quale ha ottenuto un meritatissimo David di Donatello) fino a cimentarsi con il teatro classico con la trasposizione cinematografica di The Trojan Women del greco Michael Cacoyannis. Da ricordare inoltre il sodalizio artistico con Adriano Celentano, con il quale ha girato, tra i tanti, il musical Yuppi du, film di grande successo. L?esordio ufficiale (come assistente operatore) è datato 1952 in occasione del film Il cappotto di Alberto Lattuada, con Renato Rascel protagonista, mentre nel 2005, dopo più di mezzo secolo di carriera, Keller ? Teenage Wasteland, opera prima della regista austriaca Eva Urthaler, è di fatto il suo ultimo lavoro. A rendergli omaggio a Talamone sono stati tanti protagonisti del cinema, intervenuti di persona o con propri contributi. PRIMO PIANO ? VIVI ? 53 VIVI ???? A rendergli omaggio a Talamone sono stati tanti protagonisti del cinema, intervenuti di persona o con propri contributi La giornata inaugurale di sabato 19 settembre si è aperta con le presentazione dei rappresentanti del Consorzio GITAV ed il saluto istituzionale dell?assessora al turismo Maddalena Ottali del Comune di Orbetello. Nel corso del pomeriggio sono stati ripercorsi i momenti più importanti della lunga carriera di Alfio, riproponendo spezzoni di film, interventi, testimonianze e molto altro. La ?due giorni? è stata ottimamente condotta e moderata da Moira Armini (TV9) e dal relatore Gerry Guida (storico del cinema e critico cinematografico, autore del libro ?Alfio Contini: Luci e colori di una vita?) che hanno accompagnato i presenti in un viaggio suggestivo e pieno di immagini di scena, aneddoti e curiosità. Importante anche il contributo di Fabio Melelli, professore Il pubblico di Storia del Cinema dell?Università di Perugia che è intervenuto a più riprese durante le due giornate. Gerry Guida nell?occasione ha esternato la volontà di istituire un prestigioso premio, su iniziativa di AIC Autori Italiani Cinematografia, a nome di Alfio Contini. Questa iniziativa, calorosamente accolta da istituzioni e sponsor, potrebbe ricorrere annualmente portando grande prestigio ed interesse al piccolo borgo di Talamone. Sono stati molti gli interventi degli ospiti che hanno ricordato, a modo loro, il rapporto di amicizia, oltre che lavorativo, che era solito aleggiare sui set cinematografici. Tra questi ricordiamo Marco Risi, Liliana Cavani, Walter Donati, Biagio Proietti, Gianmarco Tognazzi, Luca Verdone, Enrica Fico Antonioni, Pino L?automobile Lancia Aurelia B24 originale del film ?Il sorpasso? 54 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Venditti, Terence Hill, Cinzia TH Torrini, Adalberto Beribè, proprietario della Lancia Aurelia B24, utilizzata nel film ?Il sorpasso?. La prima giornata si è conclusa con la proiezione della mostra fotografica digitale presentata da Carlo Contini che ha permesso di ripercorrere, attraverso una miriade di scatti, quella che è stata la lunga carriera di Alfio. In rapida successione sono apparse splendide immagini con i più importanti artisti del cinema italiano e non solo: Michelangelo Antonioni, Mario Monicelli, Adriano Celentano, Claudia Mori, Ornella Muti, Katharine Hepburn, Vanessa Redgrave, Alberto Sordi, Cinzia TH Torrini, Ugo Tognazzi, Dino Risi, Gigi Proietti, Sophia Loren, Eleonora Giorgi, John Malkovich, Catherine Spaak, Vittorio Gassman, Charlotte Rampling, Claudia Cardinale, Nino Manfredi, Terence Hill, Liliana Cavani, Alberto Lattauda e molti altri... La giornata di domenica 20 settembre è stata presentata sempre dalla coppia formata dalla brava conduttrice Moira Armini e dal relatore Gerry Guida. Sono intervenuti Marco Risi che ha presentato il suo libro ?Forte respiro rapido - La mia vita con Dino Risi? e Luca Verdone del quale è stato proiettato il documentario ?Le Immagini e il Tempo: Michelangelo Antonioni?. Presenti anche Silvia Tarquini che ha presentato insieme a Gerry Guida ?Luce su Alberto Sordi!: Alberto Sordi nei ricordi ???? Contini è stato uno dei più quotati direttori della fotografia di sempre, nonché indiscusso anticipatore dello stile fotografico moderno applicato alla settima arte L?Hotel Capo d?Uomo a Talamone (Orbetello) dell?autore della fotografia Sergio D?Offizi? dello stesso Guida e altri titoli della casa editrice Artdigiland. In seguito è intervenuto Massimo Ghirlanda, presidente del Centro Studio Commedia all?Italiana che ha deliziato il pubblico con una vera perla, una breve pellicola di backstage a colori de ?Il Sorpasso? di Dino Risi. È seguita la proiezione integrale del film. Sono stati quindi proiettati nuovamente i contributi principali della serata di sabato e la mostra fotografica. Importante l?intervento di Olga Ciaramella, consigliere della Provincia di Grosseto, che ha sottolineato l?importanza di eventi come questo poiché arricchiscono inconfutabilmente lo spessore culturale del nostro territorio. A concludere il pomeriggio l?intervento di Carlo Contini che ha confermato, come anticipato anche da Gerry Guida il giorno prima, la sua volontà, appoggiato dall?A.I.C. di Cinecittà e con la collaborazione di GITAV, di istituire un premio in memoria di Alfio Contini da poter ripetere annualmente. Il fumettista Carlo Rispoli, nel corso delle due giornate, ha realizzato in presa diretta alcune strisce di un fumetto che ha visto come protagonista Alfio e altri suoi colleghi all?interno del mondo immaginario de Il Sorpasso. Durante le due giornate è stato possibile per il pubblico interagire, fare domande e chiedere approfondimenti a professionisti del settore. E sono stati presentati anche libri e progetti di grande interesse realizzati da alcuni dei pre- stigiosi ospiti. Come detto, grazie al prezioso contributo del collezionista Adalberto Beribè, si è potuto ammirare la Lancia Aurelia B24 originale del film. Beribè, proprietario dell?auto, e alcuni dei protagonisti della famosa pellicola hanno raccontato numerosi aneddoti e curiosità. Il tutto in un suggestivo ?Set Cinematografico? organizzato con materiali di scena originali, messi a disposizione dall?A.I.C. di Roma. «La manifestazione ? sottolineano gli organizzatori ? è stata realizzata grazie al prezioso contributo del Consorzio GITAV e dell?Hotel Capo d?Uomo, che hanno messo a disposizione location, personale e accoglienza. Ha collaborato all?organizzazione dell?evento Artex Centro per l?Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana con sede a Firenze; ArTour Toscana invece ha anche sponsorizzato l?iniziativa: infatti sono intervenuti alcuni espositori in rappresentanza dell?Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, unitamente ad alcuni produttori di prodotti tipici del territorio. Per accogliere la Lancia Aurelia B24 del sorpasso è stata realizzata appositamente una struttura ?fuori misura? dalla prestigiosa Corradi Outdoor Living Space, in collaborazione con Landi 1966 di Grosseto. Questo ?connubio? ha sostanziato la bellissima risposta a questa iniziativa, sia a livello nazionale (La Corradi Srl di Bologna è un?istituzione nel settore) sia territoriale (la ditta Landi è in questo settore a Grosseto dal 1966)». PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ARTIGIANATO ?Fare è futuro?, il viaggio nel mondo dell?artigianato artistico italiano di Giovanni Lamioni Una fotografia competente e puntuale fatta ad un settore da sempre di grande importanza per l?Italia. Parliamo del libro di Giovanni Lamioni ?Fare è futuro ? Viaggio nell?artigianato artistico italiano? (appena pubblicato per i tipi di Innocenti Editore), un bel saggio che inquadra ottimamente il settore, fornendo anche una serie di soluzioni pratiche e teoriche per la crescita dell?intero comparto DI CRISTINA CHERUBINI Giovanni Lamioni 56 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Un mondo glocal L?Italia, da sempre culla d?arte e di mestieri, ha fondato la sua storia, le sue tradizioni e la sua ricchezza negli animi artistici dei suoi abitanti, che le hanno donato fin dagli albori alcuni dei tesori più invidiati in tutto il mondo, contribuendo a fare del nostro paese un fulcro economico e culturale senza eguali. La società contemporanea proiettata ormai in una visione futuristica e legata sempre più allo sviluppo tecnologico e globale, spesso si dimentica di investire nel mantenimento delle peculiarità locali. Le politiche economiche internazionali si stanno muovendo più o meno tutte nella medesima direzione, con l?intento di promuovere l?abbattimento delle barriere relazionali, comunicative, sociali ed economiche attraverso una più capillare innovazione tecnologica, al fine di poter creare in futuro un mercato globale. Il successo di tali prospettive è però legato all?investimento che ogni singolo Paese dovrebbe comunque condurre all?interno dei propri confini geografici, orientato allo sviluppo delle attività tipiche del territorio considerato, in quanto per ottenere una politica globale di successo è fondamentale potenziare quella locale, rispettando gli equilibri in essa contenuti e le risorse che in essa si celano. Giovanni Lamioni Giovanni Lamioni originario di Cana, frazione del Comune di Roccalbegna, laureato in Scienze Politiche presso l?Università di Firenze, già presidente della Camera di commercio di Grosseto, vice presidente nazionale di Unioncamere Nazionale e di UAPME Unione Europa dell?Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese. É stato membro del consiglio di amministrazione della Società Dante Alighieri e del comitato esecutivo dell?Istituto Guglielmo Tagliacarne. Nel 2012 è stato insignito del Grifone d?Oro, la massima onorificenza al valore civile del Comune di Grosseto. Oggi è presidente provinciale di Confartigianato Grosseto e di Artex Centro per l?Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana. Oltre ad essere un noto e stimato imprenditore maremmano (è presidente di Atlante srl che opera nel settore del restauro e della formazione professionale, nonché fondatore della Fondazione Atlante per la Maremma) è un forte sostenitore del settore dell?artigianato e ne promuove lo sviluppo in diversi ambiti, portando avanti importanti iniziative. È anche professore straordinario proprio in artigianato artistico presso il Corso di laurea di Design del Prodotto e della Moda dell?Università Mercatorum, Roma. Obiettivo: promuovere l?artigianato artistico in Toscana L?operato di Lamioni come imprenditore e come rappresentante di molteplici associazioni di categoria, ed enti consortili è finalizzato a raggiungere un obiettivo di grande importanza ed ampio spettro, quello di promuovere il settore dell?artigianato in Italia e nel mondo, e diffondere le giuste competenze per poter riconoscere ed apprezzare il cosiddetto ?artigianato artistico?. Il consorzio Artex, presieduto da tre anni da Giovanni Lamioni, è costituito da Confartigianato e Cna regionali e ha come scopo proprio la promozione e la valorizzazione dell?artigianato artistico in Toscana, attraverso eventi di grande spessore, organizzati anche all?interno della sua e nostra Maremma. «Attraverso il consorzio Artex, che da anni rappresenta un punto di riferimento per la promozione dell?Artigianato artistico in Toscana ? afferma Lamioni ? abbiamo attivato diverse iniziative, al fine di portare riconoscibilità ad un settore estremamente importante per l?economia Italiana, e dare valore ai piccoli imprenditori locali che svolgono un ruolo cruciale nel tessuto socio-economico del nostro territorio». «Il settore dell?artigianato ? sottolinea Giovanni Lamioni ? è la colonna portante dell?economia italiana» e va tenuto distinto dall?artigianato artistico. L?artigianato è un?attività lavorativa che prevede la produzione di oggetti mediante l?uso esclusivo delle mani o di piccoli attrezzi, ove quindi la risorsa pri- PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? Il volume offre un?analisi completa dell?artigianato artistico, studiato sotto molteplici punti di vista, quello economico, del diritto, del design, della storia dell?arte e sociale, contestualizzato attraverso la lettura della normativa di riferimento maria è la manualità dell?artigiano. Gli oggetti creati dall?artigiano sono solitamente prodotti con lo scopo di essere utilizzati per fini pratici, non hanno quindi uno scopo ornamentale o decorativo, e questo aspetto li distingue dai prodotti appartenenti all?artigianato artistico. Si parla di lavorazioni artistiche, ad alto valore estetico, le quali hanno come riferimento i modelli stilistici e decori, indissolubilmente legati al nostro patrimonio storico-culturale, esaltate attraverso un preponderante utilizzo della manualità. «Il settore dell?artigianato artistico ? aggiunge Lamioni ? comprende 288.000 imprese in Italia e 800 mila addetti, e rappresenta il 22 per cento delle imprese artigiane. La sua peculiarità risiede nell?unicità dei prodotti realizzati e nella straordinaria manualità dell?artigiano». Si è iniziato a parlare di artigianato artistico e a differenziarlo dalla tradizionale ed originaria accezione, nel XIV secolo, quando con il Rinascimento, gli artisti sono stati chiamati a realizzare sculture ed opere pittoriche alle quali fu finalmente attribuita la definizione di opere d?arte. Un connubio perfetto tra artigianato ed arte, la cui disciplina viene approfondita e trasmessa alle nuove generazioni dallo stesso Giovanni Lamioni come detto all?interno del corso di Laurea in Design del Prodotto e della Moda dell?Università Mercatorum di cui è docente. 58 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Il libro E proprio di questi temi si parla nel nuovo libro a firma proprio di Giovanni Lamioni dal titolo ?Fare è futuro ? Viaggio nell?artigianato artistico italiano? (appena pubblicato per i tipi di Innocenti Editore), un bel saggio che inquadra ottimamente il settore, fornendo anche una serie di soluzioni pratiche e teoriche per la crescita dell?intero comparto. «Mentre il mio primo libro ?Vivere e morire in Maremma? scritto insieme all?amico Davide La Mantia ? precisa Giovanni Lamioni ?, raccoglieva sostanzialmente il mio personale pensiero, le mie riflessioni in merito al tessuto economico del nostro territorio, ?Fare è futuro? è una vera e propria analisi, un resoconto completo sul tema dell?artigianato artistico». ?Fare è futuro. Viaggio nell?artigianato artistico italiano? offre un?analisi completa dell?artigianato artistico, studiato sotto molteplici punti di vista, quello economico, del diritto, del design, della storia dell?arte e sociale, contestualizzato attraverso la lettura della normativa di riferimento come ad esempio la legge quadro dell?artigianato del 1985, oltre al decreto del Presidente della Repubblica n. 288 del 2001. Il volume scritto da Lamioni è stato realizzato dalla Fondazione Atlante, grazie anche al contributo della Cassa di Risparmio di Firenze. «Il libro è un manuale ? sottolinea Chiara Mercatanti ricercatrice della Fondazione Atlante ? composto nella sua parte iniziale da un?analisi della storia dell?artigianato artistico, con particolare riferimento all?evoluzione del comparto e delle sue lavorazioni, per poi passare nella parte finale ad una serie di riflessioni teoriche e pratiche, da dover sviluppare al fine di poter contribuire alla rivitalizzazione del settore». Il libro contiene inoltre un contributo fondamentale apportato da varie associazioni di categoria, istituzioni di formazione e culturali sparse in tutta Italia, come ad esempio l?associazione Pandora, Confartigianato del Friuli Venezia Giulia, l?associazione Villa Fabris di Vicenza e molte altre ancora, a testimonianza della capillarità, e del ruolo fulcro che il settore dell?artigianato artistico riveste all?interno del mercato italiano ed internazionale. Partendo dall?analisi delle criticità, ma con una visione prospettica propositiva, il libro presenta le riflessioni di un imprenditore che ben conosce le potenzialità del suo territorio, e le strategie per rilanciare un settore di punta come quello dell?artigianato artistico. Quindi, non si tratta solo di un saggio competente, un manuale, ma di una vera e propria opera d?arte, che nasce con l?obiettivo di rappresentare un faro luminoso in grado un giorno di sollecitare le nuove generazioni a riscoprire un settore di alto pregio sul quale potranno con fiducia basare il proprio futuro, risollevando così anche il destino dell?Italia intera. I Un libro che ridefinisce il comparto ed offre anche interessanti prospettive ai giovani l nuovo libro di Giovanni Lamioni è dedicato all?artigianato artistico, un settore è poco conosciuto dal pubblico, che costituisce un immenso patrimonio economico e culturale. Il volume, prodotto dalla Fondazione Atlante, attraverso un viaggio tra i materiali, le lavorazioni e i mestieri d?arte diffusi nelle regioni italiane e nei distretti, vuole offrire un?introduzione alla conoscenza di questo comparto di grande eccellenza, che costituisce il fondamento del successo del Made In Italy e può dare molte opportunità di lavoro e di fare impresa, specialmente ad i giovani. La pubblicazione contiene una serie di proposte per promuovere e valorizzare questo importante settore, che attualmente conta circa 288.000 imprese che impiegano oltre 800.000 addetti, che ha radici antiche ma che si caratterizza per la sua modernità ed è proiettato nel futuro. PRIMO PIANO ? VIVI ? 59 VIVI ARTE L?Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia, una testimonianza dell?architettura monastica del periodo medievale Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di luoghi ed edifici storici della Maremma studiati ed illustrati graficamente attraverso tavole a china acquerellata, tecnica ormai rarissima, da Massimo Tosi, architetto toscano, docente di Storia dell?Arte e maremmano d?adozione. Seconda tappa: l?Eremo di San Guglielmo in loc. Malavalle a Castiglione della Pescaia San Guglielmo, affresco di Francesco Nasini DI ELISABETTA RUSSO P roseguiamo questo mese con l?Eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia l?affascinante viaggio alla scoperta di luoghi ed edifici storici della Maremma attraverso le ricostruzioni grafiche di Massimo Tosi. Gli eremi guglielmiti ci raccontano un interessante pezzo di storia medievale del territorio maremmano Non ha bisogno di presentazioni Castiglione della Pescaia, uno dei gioielli della Maremma, meta ambita di turisti per la bellezza delle sue spiagge e del suo mare incontaminato da anni insignito della Bandiera Blu, e per il suo castello che domina il suggestivo borgo medievale con un panorama mozzafiato sulle isole dell?Arcipelago Toscano. Oggi andiamo a scoprire qualcosa di meno noto, che ci riporta alla Castiglio- 60 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 ne del Medioevo e alla situazione orografica del suo territorio che era ben diversa da come la vediamo oggi. A quei tempi Castiglione sorgeva su un lago poi colmato dai detriti trasportati dai fiumi e dalle bonifiche, infatti la ?peschiera? di Castiglione, da cui il nome ?della Pescaia?, era legata all?antico lago. In questa nostra scoperta dei tempi passati di Castiglione ci guiderà Massimo Tosi con le sue rappresentazioni grafiche e cenni di storia sull?Eremo di San Guglielmo di Malavalle, i cui ruderi si trovano in località ?Boschetto? e si possono raggiungere con un percorso di alcuni chilometri nel bosco (non semplicissimo, seguire le indicazioni) alle spalle delle colline di Castiglione, seguendo l?acquedotto. Nella pagina a fianco la rappresentazione dei resti dell?Eremo come si presenta oggi. San Guglielmo di Malavalle Oggi Santo Patrono di Castiglione della Pescaia, e di molti altri luoghi in Maremma (Tirli, Buriano e Vetulonia) e in Italia, San Guglielmo fondò l?Eremo nel XII secolo. Guglielmo, inizialmente spietato guerriero di probabile origine nobile francese, poi pentitosi e convertitosi ad una scelta di vita monastica ed eremitica, scelse come luogo della sua penitenza la Maremma, in zona Castiglione in un punto talmente malsano da esser chiamato ?Malavalle?. Da questa conversione a vita eremitica di Guglielmo nacque l?ordine dei Guglielmiti, che ebbe ampia diffusione non solo in Maremma, dove sorsero altri eremi come vedremo, ma fino alla Germania, ai Paesi Bassi, alla Francia, Boemia ed Ungheria. San Guglielmo non è mai stato fatto Disegno delle rovine dell?eremo di Maravalle come si presenta oggi Santo, Alessandro III lo elevò al rango di Beato autorizzandone le celebrazioni ogni 10 febbraio, data della sua morte. Tra gli oltre 50 miracoli compiuti in vita, a Buriano con il suo bastone uccise il drago che abitava la valle. In generale nelle rappresentazioni iconografiche in bassa Toscana San Guglielmo il Santo è un eremita che indossa la corona penitenziale (il copricapo in ferro) e sotto la tonaca porta il giacco (la corazza di ferro sulla carne nuda), con una mano imbraccia la lancia ed ai suoi piedi c?è il dragone agonizzante. Spesso nell?altra mano compare il Santo Rosario. San Guglielmo di Malavalle è ritenuto il Padre spirituale, ispiratore e guida nella conversione di San Galgano, il santo della Spada nella Roccia di Chiusdino. San Guglielmo era per tutti il signore degli animali specie se feroci, ma anche delle pietre e delle piante. Porta il suo nome ?l?erba di San Guglielmo?, dalle grandi proprietà medicinali e particolarmente indicata per curare le infezioni ed in particolare il giradito che, ancor oggi, viene chiamato ?il male di San Guglielmo?. A testimonianza della sua importanza per la Maremma molte sono le chiese sul territorio in cui è presente almeno un?opera raffigurante San Guglielmo, da Vetulonia a Montemerano fino a Cinigiano. L?eremo di San Guglielmo, esempio di architettura monastica in Maremma Andiamo quindi a conoscere l?eremo di San Guglielmo a Castiglione della Pescaia e gli altri eremi sul territorio con il contributo di Massimo Tosi che firma come detto anche le tavole di questo ser- vizio. «Il movimento monastico generato da Guglielmo di Malavalle ? sottolinea Tosi ? non è un fatto locale, come potrebbe sembrare, ma assume una dimensione territoriale molto vasta. Lo troviamo, infatti, in tutta l?Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche e Lazio fino a Roma. La fondazione del nuovo ordine religioso dimostra la volontà di riformare il monachesimo analogamente a quanto avvenuto nel XII secolo con i cistercensi di Bernardo da Chiaravalle e con i certosini di Brunone da Colonia. Come è successo quindi per questi ordini, anche le fabbriche guglielmite assumono caratteristiche architettoniche particolari. Non bisogna dimenticare l?origine eremitica di detti insediamenti e la totale negazione di ogni artificio costruttivo e decorativo. I Lambardi, signori locali, PRIMO PIANO ? VIVI ? 61 ???? I ruderi dell?Eremo si trovano in località ?Boschetto? e si possono raggiungere con un percorso di alcuni chilometri nel bosco (non semplicissimo) alle spalle delle colline di Castiglione, seguendo l?acquedotto ospitarono Guglielmo di Malavalle nelle loro terre e nel 1115 lo aiutarono ad erigere il primo insediamento, l?eremo di Malavalle appunto. Grazie all?interessamento del Papa dal primo eremo si passò poi a un monastero di ampie dimensioni costruito tra il 1227 e il 1240. La scelta del luogo è legata a fattori ambientali, primo fra tutti la presenza di una copiosa sorgente di acqua che, come fa notare l?archeologo Carlo Citter, studioso del problema, era ?piuttosto importante se ancora nel XVIII secolo permise la costruzione di un acquedotto per portare acqua a Castiglione della Pescaia?. Altra ragione della scelta, la posizione centrale tra il porto alla foce dell?Alma, che restò in uso per tutto il medioevo, e il lago Prile. La presenza del bosco garantiva il legname, risorsa fondamentale per l?allevamento dei maiali, la produzione di miele e la raccolta di altri frutti. Margherita Eichberg (soprintendente MiBACT) ha analizzato le vicende architettoniche dell?Eremo compresa la ricostruzione del XIII secolo; abbiamo inoltre studi archeologici fatti sui resti attuali dal 2002 al 2006. Questi contributi individuano diverse fasi costruttive corrispondenti al momento guglielmita (XII-XIV secolo) a quello agostiniano (XVII secolo) e a quella abitativa residenziale moderna. Il disegno ricostruttivo è relativo alla prima fase, quella guglielmita. La Eichberg assimila la pianta allo schema dei monasteri benedettini. Aveva un chiostro rettangolare pari a 19x11 metri, col porticato direttamente addossato al fianco meridionale della chiesa, la sala capitolare a ovest e gli spazi della cuci- VIVI 62 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Ricostruzione dell?eremo (opera di Massimo Tosi) na collegati direttamente al fosso a valle sul lato orientale. La chiesa tuttora esistente ha una copertura a botte archiacuta che la caratterizza tipologicamente anche se pare essere stata ricostruita dopo il 1221. La presenza di questo tipo di copertura, assai rara nelle chiese romaniche del periodo, ha generato varie ipotesi: alcuni vedono una peculiarità dell?ordine guglielmita, altri intravedono influenze borgognone e altri ancora cistercensi (Casamari). L?edificio che presenta maggiori similitudini risulta essere l?eremo della Santissima Annunziata a Suvereto della metà del XII secolo». Altri insediamenti monastici in Maremma «Il disegno della mappa ? aggiunge Tosi ? è stato realizzato allo scopo di individuare gli insediamenti monastici sulla costa della Maremma dove il messaggio guglielmita ha avuto più seguito. L?accento è stato posto anche sulla situazione orografica e la presenza di quelle zone umide che oggi non esistono più, ma che erano presenti nel Medioevo. Per comodità rappresentativa è stato scelto il XIII secolo e quindi nella mappa compaiono anche edifici che oggi non esistono più. Tutti gli insediamenti, se pur in periodi diversi, sono stati gugliel- miti, anche se di fondazione diversa (benedettini, gerosolimitani etc.). Nella mappa è presente il lago Prile tra Castiglione e Grosseto e altre due zone paludose presso Scarlino e Piombino. Anche i toponimi delle località rivierasche rimandano al concetto di zona umida: Montepescali, Istia, Giuncarico PRIMO PIANO ? VIVI ? 63 VIVI ???? Guglielmo, inizialmente spietato guerriero di probabile origine nobile francese, poi pentitosi e convertitosi ad una scelta di vita monastica ed eremitica, scelse come luogo della sua penitenza la Maremma, in zona Castiglione in un punto talmente malsano da esser chiamato ?Malavalle? e Pescaia. Ai margini nord del lago Prile sorgeva l?isola Clodia, sede di una villa romana fatta costruire dal senatore Clodio verso la metà del I secolo a.C., luogo che nel periodo medievale ospiterà la Badia al fango. I ruderi dell?abbazia si trovano ai confini del territorio comunale di Grosseto con quello di Castiglione della Pescaia, nel cuore della Riserva naturale Diaccia Botrona in località Ponti di Badia; da tempo si trova in stato di abbandono. Nella prima metà del Duecento l?antica abbazia sorta sull?Isola attorno al X secolo fu ceduta all?Ordine dei Guglielmiti che avevano, come abbiamo visto, la sede presso l?eremo di San Guglielmo di Malavalle, sulle vicine Badia al fango 64 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 colline castiglionesi. Attualmente si conservano parzialmente i fianchi e la base semicircolare dell?abside e, dall?analisi dei resti, la chiesa doveva presentarsi a navata unica con transetto. Le strutture murarie sono prevalentemente in filaretto di arenaria. I resti dell?antica villa romana sono stati parzialmente inglobati nell?abbazia e parzialmente ricoperti dal terreno. Il sito ? conclude Tosi ? è molto suggestivo per questo gli è stato dedicato un acquerello». Concludiamo la nostra visita agli eremi guglielmiti in Maremma con un sentito ringraziamento a Massimo Tosi, dandoci appuntamento al prossimo numero della rivista per andare a conoscere insieme un altro angolo storico di Maremma. Per saperne di più Margherita Eichberg, L?Eremo di San Guglielmo di Malavalle a Castiglione della Pescaia. La storia, lo scavo, il restauro, collana ?Quaderni del patrimonio culturale? a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Siena e Grosseto - Roma, Edizioni Kappa, 2004. Carlo Citter (a cura di), Guida agli edifici sacri della Maremma. Abbazie monasteri, pievi e chiese medievali della provincia di Grosseto - Siena, Nuova Immagine, 1996 Roberto Farinelli, Riccardo Francovich, Guida alla Maremma medievale: itinerari di archeologia nella provincia di Grosseto - Siena (2002) Francesco Pastorelli. L?Eremo di S. Guglielmo di Malavalle a Castiglione della Pescaia: lo studio e il rilievo per la conservazione di un santuario della Maremma sulle vie per Roma e per Assisi ? Grosseto, Editrice Innocenti, 2007. Ettore Pellegrini (a cura di) San Gugliemo di Malavalle e l?ordine dei guglielmiti in toscana - Atti del convegno 2018 ? stampa 2020 Bruno Santi (a cura di), Grosseto, Massa Marittima e la Maremma, collana ?I luoghi della fede? - Milano, Mondadori, 1999 Bruno Santi (a cura di), Guida storico - artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto - Siena, Nuova Immagine Editrice, 1995 Sandro Spinelli, Guglielmo penitente in maremma - Roccastrada, 2004 CULTURA Viola Niccolai, la giovane artista maremmana emergente firma la copertina di un libro immortale Viola Niccolai Bel riconoscimento per Viola Niccolai, giovane artista maremmana emergente originaria di Santa Fiora: è sua l?immagine di copertina della nuova prestigiosa edizione Einaudi delle Lettere dal carcere di Gramsci (circa 1400 pagine complessive), curata da Francesco Giasi, direttore della Fondazione Gramsci di Roma, subito favorevolmente accolta dalla critica V iola Niccolai, nata nel 1986, è una giovane illustratrice originaria di Santa Fiora, paese amiatino dove ancora risiede. Dopo aver conseguito il diploma liceale a Castel del Piano, ha frequentato il corso di pittura presso l?Accademia di Belle Arti di Firenze e il biennio specialistico d?illustrazione all?Accademia di Bologna. Attualmente insegna Storia dell?arte nei licei di Manciano e Sorano e collabora con diverse case editrici che si occupano di pubblicazioni per bambini ed editoria scolastica. Ha all?attivo diverse pubblicazioni: La volpe e il polledrino (2014), Storie di Ba (2016), Per gioco. L?arte di divertirsi (2017), Blu, realizzato in collaborazione con i Musei Civici Fiorentini, dove analizza il ruolo di questo particolare colore all?interno della storia dell?arte (2017), tutti per la casa editrice milanese Topipittori, La bambola brutta: storia di Eloisa partigiana, edito dalla ?Brigata Viganò? di Bologna (2017), una versione illustrata del film Caro diario di Nanni Moretti (This is not Caro Diario, Remake VHS 033) pubblicata da Tinals (2019). Nel 2012 è stata selezionata per la mostra degli illustratori della Fiera di Bologna, nel 2014 ha partecipato alla biennale d?illustrazione d?Illustrarte e nel 2017 ha illustrato il manifesto per il festival musicale milanese ?MiAmi Festival?. Nel corso degli anni ha realizzato mostre e attività formative sulle modalità dell?illustrazione; presentato volumi e partecipato ad attività culturali legate alla sua produzione di illustratrice e ha collaborato con la rivista Hamelin e con il New York Times. Perché ne parliamo? Perché questa giovane artista maremmana emergente ha firmato l?immagine di copertina della PRIMO PIANO ? VIVI ? 69 VIVI ???? L?incontro con Gramsci da parte della giovane artista è del 2009 quando ha cominciato a realizzare tavole ispirate alla fiaba La volpe e il polledrino che il grande intellettuale sardo, dal carcere dove si trovava, scrive al figlio Delio in una delle ultime Lettere pubblicate nella prima edizione (1947) della raccolta nuova prestigiosa edizione Einaudi delle Lettere dal carcere di Gramsci. L?incontro con Gramsci è del 2009 quando ha cominciato a realizzare tavole ispirate alla fiaba La volpe e il polledrino che il grande intellettuale sardo, dal carcere dove si trovava, scrive al figlio Delio in una delle ultime Lettere pubblicate nella prima edizione (1947) della raccolta. L?illustrazione completa della fiaba, poi, ha costituito l?oggetto della tesi di laurea del biennio specialistico ed è stata pubblicata nel 2014 dalla casa editrice Topipittori con la collaborazione della Fondazione Gramsci di Roma, per una destinazione di letteratura dell?infanzia. L?avvicinamento a un autore come 70 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Gramsci appare chiaramente in controtendenza rispetto alle mode e al periodo storico in cui Viola è cresciuta e viene oggi apprezzato e riconosciuto dalla scelta di una sua opera a china per la copertina della nuova prestigiosa edizione delle Lettere dal carcere, recentemente edita da Einaudi nella collana «I millenni». Il volume di Viola La volpe e il polledrino, edito da Topipittori, si chiudeva, infatti, con un bel ritratto di Gramsci che evidentemente ha attirato l?attenzione dei curatori di questa nuova edizione delle Lettere tanto da spingerli a chiederne una simile all?illustratrice maremmana. La nuova edizione delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci (circa 1400 pagine complessive), subito favorevolmente accolta dalla critica (come dimostra anche l?ampio spazio che le hanno dedicato i principali quotidiani nazionali e la stampa specializzata), è stata curata da Francesco Giasi, direttore della Fondazione Gramsci di Roma. È un importante evento editoriale perché ripropone in forma aggiornata e completa, con lettere e documenti inediti e un ampio corredo di immagini, «un capolavoro della letteratura epistolare», un grande classico letterario ed etico-politico del Novecento, «capace di raccontare una storia drammatica ? con l?esito più tragico ? come solo i capolavori della letteratura sanno fare», un vero e proprio autoritratto imprescindibile per la comprensione d?insieme del vissuto e dell?elaborazione intellettuale del prigioniero. Un libro unico, forse interminabile e nel contempo, come scrive Ernesto Franco, «un libro di famiglia», nel senso che generazioni di italiani lo hanno letto e lo posseggono nelle varie edizioni, il cui valore non scema con il tempo e i cui contenuti appaiono sempre così sorprendentemente stimolanti e articolati. Il volume ? che offre al lettore un accurato apparato critico e filologico utile alla comprensione e contestualizzazione dei testi ? è destinato a diventare un punto di riferimento imprescindibile per gli studiosi, uno sprone alla conoscenza della storia e del pensiero gramsciani. Non solo per l?importanza intrinseca delle Lettere, ma anche per la comprensione dell?insieme dei suoi testi, e in particolare dei «Quaderni», di cui accompagnano la genesi e l?evoluzione. L?immagine di copertina realizzata da Viola, che raffigura un Gramsci giovanile, scattante, è innovativa e impreziosisce il volume sposandosi perfettamente con l?inedita sfaccettatura della personalità del grande pensatore che traspare da alcune delle lettere inedite. Lucia Matergi, presidente dell?Istituto Gramsci di Grosseto, complimentandosi con la brava illustratrice maremmana «per aver legato il suo nome a quello di un così grande intellettuale del Novecento», nota che «è come se attraverso lei la nostra terra abbia dato un prezioso contributo al rafforzamento dell?immagine di quella bella testa pensante che oggi, molti di noi, avvertono ancora più preziosa e attuale. Fa piacere che la scelta che Viola ha fatto quando era ancora giovanissima sia oggi premiata con questa importante presenza in un?opera così prestigiosa». VIVI STORIA Un nuovo volto per Niccolò III Orsini di Pitigliano scoperto a Ferrara Niccolò III Orsini è stato indubbiamente uno dei più celebri capitani di ventura vissuti a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Il suo nome spesso si lega a Pitigliano, splendido borgo arroccato sul tufo in provincia di Grosseto. Ma da un?indagine su alcuni affreschi esposti nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara si evince che visse anche nella città estense... I DI DEBORAH CORON n attesa della riapertura del Museo di Palazzo Orsini e della mostra ?I volti di Niccolò III e i conti Orsini di Pitigliano?, è stato scoperto un suo ritratto anche nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Niccolò III Orsini è stato indubbiamente uno dei più celebri capitani di ventura; visse nel periodo a cavallo tra il XV e XVI secolo caratterizzato da continue crisi tra gli staterelli italiani e Nicolò III Orsini, Museo Orsini di Pitigliano 72 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 dalla calata di Carlo VIII d?Orléans, per prendersi Napoli e poi Milano, che diede inizio alle Guerre d?Italia nel 1494. Niccolò servì le insegne delle più grandi potenze della penisola, senza contare che gli Orsini costituivano una antica e nobile casata romana a cui appartennero ben 3 papi e imparentata con le casate più influenti, per esempio Clarice Orsini aveva sposato Lorenzo de? Medici, il Magnifico. L?affresco, che ritrae tre devoti, attualmente è esposto a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, nella Pinacoteca Nazionale, ma in origine e fino al 1958 si trovava nell?Oratorio francescano dell?Immacolata Concezione di Maria Vergine della Scala, ?il più vago e ricco oratorio di Ferrara?. I documenti storici relativi all?Oratorio riportano informazioni diversamente interpretabili, ma si possono riassumere nella licenza del Ginevra Sforza Bentivoglio L?affresco con tre devoti, attribuito al pittore Baldassarre d?Este, ma più probabilmente eseguito da artisti bolognesi presso la corte bentivolesca; da sinistra: Ginevra Sforza Bentivoglio, Astorre Manfredi III, Nicolò III Orsini 1489 con cui la Confraternita della Concezione chiese di far sopraelevare l?edificio gotico per la costruzione di un Oratorio e una scala di accesso rivestita di marmo. Probabilmente i lavori partirono dal 1494, insieme al cantiere dell?attigua chiesa dedicata a S. Francesco. Il profilo dell?uomo corrisponde perfettamente a quello della statua in legno di pioppo a grandezza naturale di Niccolò III Orsini conservata presso il Museo di Palazzo Orsini a Pitigliano, mentre il cappello rosso da capitano è lo stesso da lui indossato in numerosi ritratti ufficiali. Ma come e quando è arrivato Niccolò Orsini a Ferrara e chi sono gli altri ritratti con lui? Nel 1495 a Nola, credendo di beneficiare di un salvacondotto, venne fatto prigioniero con Gentile Virginio Orsini da Carlo VIII d?Orleans e furono costretti a seguirlo nella ritirata verso la Francia, ma riuscì a fuggire il 6 luglio, approfittando della grande confusione della battaglia che si stava combattendo a Fornovo sul Taro: giunto sul campo della Lega antifrancese, dove le forze veneziane erano comandate da Francesco II Gonzaga, al grido di ?Pitigliano!? riordinò le truppe alleate che stavano per cedere, recuperò i disertori terrorizzati dispersi nella pioggia incitandoli a com- battere e costrinse alla fuga verso Asti l?esercito nemico che perse tutto il suo bottino, valutato in più di 300mila ducati e le salmerie. La perdita di 9-10mila uomini e soprattutto del denaro necessario per pagare i mercenari, diedero un colpo definitivo all?efficienza bellica dell?esercito francese. In settembre, durante l?assedio di Novara, Niccolò fu ferito da una palla di archibugio, alla schiena sotto il rene destro. Fu ospitato nel palazzo del Duca di Ferrara, Ercole I d?Este e fatto curare a spese della Serenissima dai medici di Padova. Il 30 ottobre gli vennero consegnati lo stendardo e il bastone di Governatore generale. Ma Niccolò continuava a soffrire a causa della ferita; nel gennaio 1496 a Ghedi, nel bresciano, gli furono finalmente tolti alcuni frammenti della palla di archibugio. È molto probabile che l?affresco ferrarese che ritrae Niccolò Orsini sia stato dipinto verso la fine del periodo di convalescenza in cui fu ospite degli estensi da ottobre 1495 fino a gennaio 1496, per cui si tratterebbe di un ex voto per ringraziare la Madonna per essere sopravvissuto e forse per la prestigiosa carica che gli era stata appena conferita. Ma non solo? Nel mese di agosto Niccolò era tornato a Bologna presso Giovanni II Benti- voglio signore di Bologna a cui la Repubblica di Venezia, Papa Alessandro VI e Ludovico Sforza Il Moro, signore di Milano, avevano affidato una condotta; la donna anziana ritratta con Niccolò Orsini è Ginevra Sforza Bentivoglio, moglie di Giovanni, già famosa per la sua bellezza altera: il suo profilo è ancora ben riconoscibile se confrontato con quello delineato da Ercole de Roberti nel 1480. A comprovare il legame di Niccolò Orsini coi Bentivoglio sono i ritratti di un altro affresco, strappato dalle pareti dell?Oratorio della Concezione, che presenta il Conte Niccolò Maria Rangoni, col figlio Giulio di 10 anni; nel 1479 aveva sposato Bianca Bentivoglio e al tempo era il Capitano Generale di Bologna, ma era stato a lungo al servizio di Borso d?Este a Ferrara, per cui vantava un?antica amicizia con gli estensi. Il suo ritratto con la moglie si può ricavare dalla Pala Rangoni di Spilamberto. La presenza di tanti membri della famiglia Bentivoglio permette di fare delle ipotesi sugli autori degli affreschi della Concezione, puntando sui loro artisti preferiti, in particolare Lorenzo Costa, originario di Ferrara, che in quel periodo era impegnato con Francesco Raibolini, il Francia, negli affreschi del nuovo Palazzo di famiglia a Bolo- PRIMO PIANO ? VIVI ? 73 VIVI ???? Ma come e quando è arrivato Niccolò Orsini a Ferrara e chi sono gli altri ritratti con lui? Lo scoprirete nell?articolo gna, chiamata Domus Aurea perché i capitelli e i cornicioni della facciata erano ricoperti di oro zecchino. Ginevra Sforza aveva più di un motivo per frequentare Ferrara: era madre di Annibale Bentivoglio, che dal 1478 al 1481 frequentò assiduamente la città, accolto dal duca Ercole I d?Este, il quale gli diede in sposa la figlia naturale Lucrezia nel settembre 1487. Il figlio più giovane Ermes Bentivoglio, invece, venne nominato cavaliere da Ercole I d?Este nel 1492 quando entrò al suo servizio; nel 1504 sposò Iacopa Orsini, figlia di Giulio, consolidando ulteriormente i rapporti tra le tre famiglie. Il profilo del bambino affrescato accanto a Ginevra è molto simile al suo: si tratta infatti del nipote, Astorre Manfredi (Astorgio III), nato 11 anni prima dalla figlia Francesca e da Galeotto Manfredi, Principe di Faenza. L?unico ritratto ufficiale del bambino è quello con il Beato Bernardino da Feltre conservato nella Pinacoteca di Faenza, proveniente dalla chiesa di San Girolamo dell?Osservanza, ma Leonardo Scaletti fu poco lusinghiero con il giovane: in realtà lo stesso Francesco Guicciardini lo descrisse ?d?eccellente e bellissima forma?. Il 31 maggio 1488 Francesca, aiutata da alcuni congiurati, aveva accoltellato il marito, colpevole di avere un?amante e tre altri figli, e di contrastare la politica filosforzesca dei suoceri. Il giorno dopo Giovanni Bentivoglio entrava in Faenza prendendo possesso del Palazzo del Popolo, ma 74 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Niccolò e Giulio Rangoni ?Parendoli (ai fiorentini) che, perduta la protezione de Favenza, habiano perduto un borgo de Firençe?, scriveva Giacomo Trotti a Ercole d?Este il 3 giugno ?è in proverbio che chi ha Imola et Faenza, ha due porte de Fiorenza?: il commissario Giovanni Battista Ridolfi chiamò a raccolta il partito filo-fiorentino per far alzare le barricate a muovere una sommossa al grido: ?Mora li forastieri et li traditori? e di ?Astorre e Marzocco!? Catturò Giovanni Bentivoglio salvandolo dal linciaggio, la figlia e il nipotino e li chiuse nella Rocca. Il 9 giugno arrivò a Faenza Niccolò III Orsini, allora Capitano Generale dell?esercito fiorentino, seguito nei giorni successivi dalle milizie di ben 14 condottieri; cacciò Francesca da Faenza invitando il padre a chiuderla in convento per sempre, lo consegnò a Lorenzo de?Medici e fece processare gli assassini di Galeotto Manfredi che furono condannati a morte. Nonostante le insistenze coi Medici, ufficialmente i Bentivoglio non ebbero più la possibilità di rivedere il nipote. La cacciata dei Medici da Firenze dell?ottobre 1494 gli aveva però fatto perdere ogni incarico fiorentino, per cui il 15 dicembre 1495 Astorre Manfredi firmò una prima condotta con la Repubblica di Venezia, evidentemente siglata da Niccolò Orsini, accanto a lui nell?affresco ferrarese. Tra gli affreschi conservati a Ferrara c?è anche il ritratto di una giovane donna di profilo: potrebbe essere proprio Francesca Bentivoglio, acconciata con una crocchia e velata allo stesso modo della madre, risposata nel 1494 con il Conte Guido II Torelli la cui famiglia era originaria di Ferrara, mentre ringrazia la Madonna per aver potuto rivedere il figlio Astorre dopo tanti anni di preghiere. Gli affreschi raccontano non solo di accordi importanti per la sicurezza di Faenza e di Bologna contro i francesi, ma anche la storia del ricongiungimento dei Bentivoglio con il nipote, una grazia ricevuta probabilmente con la mediazione e le garanzie del Duca di Ferrara e di Niccolò Orsini, per cui valeva la pena rendere grazie alla Madonna e offrire una lauta donazione alla Confraternita della Concezione il cui nuovo Oratorio aveva ancora le pareti spoglie. Bibliografia B. Adamanti, M. Monari, I volti di Niccolò III e i conti Orsini di Pitigliano, Ceccarelli Editore, 2019 G. B. Picotti, Un duplice trattato di matrimonio per Laura Orsini, Archivio Storico Italiano Vol. 73, n° 1 (277) Leo S. Olschki Editrice, 1915, pp. 37-100. M. Pellegrini, Congiure di Romagna. Lorenzo de? medici e il duplice tirannicidio a Forlì e Faenza nel 1488, Leo S. Olschki Editrice, 1999. F. Renzi, I Manfredi. Signori di Faenza e di Imola, Il Ponte Vecchio Soc. Ed., 2010. A. Sorbelli, I Bentivoglio, Cappelli Ed. 1969 Qui sopra: Pala Rangoni di Spilamberto, con Niccolò Maria Rangoni e la moglie Bianca Bentivoglio. In basso a destra: il dettaglio con Niccolò Maria Rangoni In alto a sinistra: Francesca Bentivoglio, moglie di Galeotto Manfredi. Qui a fianco: Leonardo Scaletti: Astorre Manfredi, principe di Faenza con il Beato Bernardino da Feltre (conservato nella Pinacoteca di Faenza, proveniente dalla chiesa di San Girolamo dell?Osservanza). Qui sotto il dettaglio di Astorre Manfredi (Astorgio III) PRIMO PIANO ? VIVI ? 75 VIVI LA MAREMMA CHE ECCELLE Gruppo Arkell, la soddisfazione ed il benessere del cliente come mission imprescindibile Passione, attenzione, competenza, progettazione curata nei dettagli e con un unico importante obiettivo: il benessere e la soddisfazione del cliente. C?è un po? di tutto questo nella bella storia del Gruppo Arkell nato a Siena nel 1984, leader nel settore finiture e soluzioni di interni di alta qualità, a prezzi concorrenziali DI LINA SENSERINI 76 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 La mission «Ogni progetto per noi è una missione». Poche semplici parole che racchiudono la lunga storia e la filosofia aziendale di Gruppo Arkell, nato a Siena nel 1984, leader nel settore finiture e soluzioni di interni di alta qualità, a prezzi concorrenziali. Da poco più di un anno il marchio di Badesse-Monteriggioni ? dove Gruppo Arkell ha la propria sede principale ? è presente anche a Grosseto in un nuovo showroom, centro vendita e progettazione, in partnership con il marchio spagnolo Porcelanosa. Gruppo Arkell è sinonimo di passione, attenzione, competenza, progettazione curata nei dettagli e con un unico importante obiettivo: il benessere e la soddisfazione del cliente. A dirlo è la stessa fondatrice del gruppo, Laura Farasin, oggi al vertice di un?azienda solida e radicata sul territorio, insieme agli altri due soci, David Campinoti e il marito Paolo Casprini. «Lavoriamo per offrire ai nostri clienti molto più di una casa ? spiega ? perché insieme a loro progettiamo un ambiente di vita, corrispondente ai desideri, al gusto e all?idea che ciascuno ha di comfort. Il risultato è uno spazio che rappresenta lo stato d?animo di chi lo ha scelto per vivere, genera soddisfazione e benessere. E lo fa con prodotti di alta qualità. Come non mi stanco mai di ripe- tere ai nostri collaboratori, peraltro tutti formati e continuamente aggiornati con corsi ad hoc, chi torna a casa la sera e si rilassa nel proprio spazio domestico, in quel momento si ricorda di noi. Nel bene e nel male. Noi vogliamo essere ricordati per la gioia di trovarsi a proprio agio e con il comfort che si cercherebbe in un centro benessere, circondati di cose belle e che durano negli anni. Non proponiamo nemmeno prodotti di bassa qualità, piacevoli sul momento ma che stancano o, peggio, si rovinano nel giro di poco. Certo, lavorare con questo standard richiede per noi molto più tempo per la progettazione e la vendita, rischiamo anche di perdere qualche cliente, ma per noi la persona che abbiamo davanti non è fonte di facile guadagno. La mia, anzi la nostra, soddisfazione è un cliente che torna dopo trent?anni e ci dice che quello che ha comprato da noi è ancora bello e funzionale che quasi gli spiace disfarlo», aggiunge Laura Farasin. Arkell, del resto, oltre a Porcelanosa, che ha al suo interno altri otto marchi, propone solo nomi di livello medio-alto, nei vari settori di vendita ? pavimenti e rivestimenti, sanitari, arredo bagno, cucine, illuminazione, arredamento ? che offrono al cliente un ?interior? chiavi in mano, a un prezzo concorrenziale. Nello showroom di via Nepal a Grosseto, ad esempio, è in esposizione un apparta- mento di 75 metri quadrati, completamente arredato, dove il cliente ha modo di rendersi conto degli spazi e di cosa gli esperti di Arkell possono fare per lui. «Nel frattempo, e ora più che mai ? aggiunge Laura Farasin ?, molte cose sono cambiate e la casa si vive molto più di prima. Dobbiamo essere in grado di comunicare questo cambiamento ai nostri clienti e far capire loro che una spesa più alta è solo apparentemente tale, perché si ammortizza nel tempo, se il risultato è durevole. Questa sarà la nostra sfida del futuro, anche per Grosseto: dare prova della qualità del nostro prodotto e consolidarci come brand, come già avvenuto per Badesse». Tanto più che, oggi, lavorare per il valore e la durata nel tempo, quindi ridurre gli scarti, significa anche fare una scelta etica, verso la quale dovrebbero convergere le azioni del singolo, quanto le politiche di governo dello sviluppo. Si può ripartire da qui, dalla vecchia saggezza contadina secondo la quale ?chi più spende, meno spende? e in questo caso, risparmia anche ambiente e risorse. La storia Un?azienda così solida, anche nella propria filosofia commerciale e imprenditoriale, non si costruisce in un giorno. È frutto di passione, impegno, rinunce, rischi, tempo sottratto al riposo e alla PRIMO PIANO ? VIVI ? 77 VIVI ???? Da poco più di un anno il marchio di Badesse nel comune di Monteriggioni, dove Gruppo Arkell ha la propria sede principale, è presente anche a Grosseto in un nuovo showroom in via Nepal, centro vendita e progettazione, in partnership con il marchio spagnolo Porcelanosa famiglia, come raccontano Laura Farasin e Paolo Casprini. La certezza di aver fatto la scelta giusta è arrivata dopo anni di sacrifici e lavoro. Ora possono raccontarla sorridendo, seduti nel caldo e accogliente soggiorno che hanno allestito nello showroom di Grosseto, davanti a una tavola apparecchiata con gusto, dove avrebbero voluto fare eventi e dimostrazioni, se solo il Covid non ci avesse messo lo zampino. Ma che riprenderanno ad 78 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 organizzare finita l?emergenza. Il deus ex machina di Arkell è proprio la signora Laura, che già nel 1978 aveva iniziato a lavorare nel settore per un?azienda di produzione di piastrelle in ceramica con sede a Badesse, poi rilevata insieme ad altri due soci, dopo la chiusura nel 1982. Portava in dote esperienze di lavoro in Inghilterra, perfetta padronanza dell?inglese, cinque anni da dipendente nel settore commercio estero, cui si aggiungeva anche l?amministrazione e il magazzino di un?azienda che aveva allora 25 persone al lavoro. Dopo la chiusura e il licenziamento, la decisione, insieme alla collega che si era occupata del commercio per l?Italia, di ripartire sempre nello stesso ambito, ma con una nuova attività. Hanno rilevato il capannone e si sono messe a riprogettare il lavoro, forti dell?esperienza precedente, ma con tante cose ancora da imparare. Nel 1984, nasce la società Ceramiche Ellepiemme (dalle iniziali dei fondatori, Laura, Patrizia e Maurizio). «Avevo 25 anni ? racconta Laura ? la forza della gioventù, ma anche l?inesperienza e una vita che allora cominciava a cambiare, con l?incontro con il mio futuro marito, in quel momento ancora studente di Economia e commercio, il matrimonio, la nascita dei figli e il mutuo del capan- none da pagare. Potevamo comunque contare su un portfolio di clienti della precedente azienda, molto conosciuta a Siena e in Val d?Elsa. Fin da subito ci siamo rivolti a partner si alta qualità nel commercio al dettaglio, con un mio obiettivo personale. Diventare il nuovo Sali&Giorgi, storico marchio senese nel settore. Mi ero detta: ?se devi progettare il futuro, fallo in grande?. Le cose hanno cominciato a girare e per diversi anni abbiamo lavorato molto bene». Ma in ogni storia che si rispetti, arriva anche il momento buio, che nel 2001 ha il colore di una profonda crisi personale e interiore che porta Laura a pensare di abbandonare quel lavoro tanto desiderato, ma per il quale ha perso la passione di un tempo. Ci sono anche i fatti contingenti: la famiglia, i figli adolescenti, il marito dirigente per la Provincia di Siena, che nel frattempo è stato eletto sindaco a Monteriggioni dove resta in carica dal 1995 al 2004, una casa in costruzione. «Volevo cambiare vita e insieme agli altri soci decidemmo di vendere. Ma tra il dire e il fare, offerte non andate in porto e varie vicissitudini, cambiammo idea. In particolare quando ci presentarono un?attività a Colle Val d?Elsa, appena costituita da tre giovani soci, simile alla nostra, ma orientata sui cantieri e sui prodotti di capitolato. Ci siamo detti che avremmo potuto metterci insieme a loro che si occupavano prevalentemente di cantieristica, mentre noi di ristrutturazione». Così, nel 2001 nasce Gruppo Arkell (il nome deriva dalla fusione tra Arkos, l?azienda di Colle Val d?Elsa, e Ellepiemme), mentre l?assetto della compagine societaria nella forma attuale è stato ricomposto nel 2015. «Da quel momento ? aggiunge Paolo Casprini ? è nato anche un nuovo modo di lavorare. Ci siamo orientati al servizio, al livello qualitativo, abbiamo lasciato solo una parte residuale di cantieristica, che non era più il nostro core business per concentrarsi sulla ristrutturazione di qualità, dando un servizio al cliente, con marchi affidabili e progettazione di alto livello, scegliendo una politica di servizio elevato a prezzo competitivo su quella fascia di mercato. Nel frattempo abbiamo chiuso il negozio di Colle Val d?Elsa, poiché era perfettamente inutile avere due punti vendita, con la stessa filosofia commerciale, a 10 chilometri l?uno dall?altro». Arkell a Grosseto È a quel punto che prende forma l?idea di cercare una nuova sede che allar- gasse i confini commerciali. Una scelta coraggiosa, che ha portato Gruppo Arkell a Grosseto, quasi per caso, quando Porcelanosa (il produttore, distributore e rivenditore spagnolo di piastrelle di ceramica, accessori in porcellana, rivestimenti, pavimenti, parquet) e fornitore di Gruppo Arkell dal 1993, decise la ristrutturazione della propria rete commerciale italiana e si rivolse all?azienda senese per aprire a Grosseto. «Il negozio non è un franchising ? spiega Casprini ? la proprietà è nostra, ma siamo partner del gruppo di Villa Real, un brand che ha al suo interno altri marchi di alto livello. Abbiamo avviato questa nuova avventura commerciale nel 2019 e quello che si vede qui ? conclude mostrando con orgoglio lo showroom ? è il risultato di quella decisione». Lo showroom sorge all?inizio di via Nepal, nella zona commerciale nord di Grosseto, dove è stato rilevato un capannone e recuperato con un importante progetto di ristrutturazione, realizzato ricorrendo a imprese locali, con un risultato oggi sotto gli occhi di tutti. E di Grosseto sono Alberto ed Erica i nuovi dipendenti del Gruppo Arkell che lavorano stabilmente nel negozio. «La nostra aspettativa è di portare in Maremma l?esperienza di lavoro di Badesse, con la capacità di riprogettare luoghi e ambienti, dando loro un valore qualitativo oltre che quantitativo», concludono Laura Farsin e Paolo Casprini. Oggi Gruppo Arkell offre una vasta gamma di soluzioni nel settore dell?edilizia e della ristrutturazione: pavimenti per interni ed esterni, rivestimenti, con nuovi materiali e formati che si adattano ad ogni esigenza di progettazione, parquet, sanitari, rubinetterie, box-doccia, vasche idromassaggio, caminetti, mobili e accessori da bagno, mini-piscine e arredamento per tutto l?appartamento. Ma è anche portatrice di una filosofia incentrata sulla corporate social responsability, in cui i marchi sono quelli di aziende che sanno produrre il giusto connubio tra aspetti etici, estetici ed economici. Info e contatti: Web: https://www.gruppoarkell.it Mail: info@gruppoarkell.it Sedi: Badesse, via Pietro Nenni, 76 Monteriggioni (SI) tel. 0577 309058; Grosseto: Porcelanosa gruppo Grosseto, Via Nepal, 14 - Grosseto tel. 0564 1768367 PRIMO PIANO ? VIVI ? 79 VIVI AMBIENTE Le pinete litoranee del grossetano, un patrimonio da tutelare e salvaguardare Che le pinete litoranee del grossetano non siano in salute non lo si scopre certo adesso. Sono diverse le problematiche che affliggono le piante di pino, sia domestico che marittimo. La ricetta dell?Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Grosseto, per provare a salvare questo patrimonio ambientale e paesaggistico che caratterizza da secoli la costa maremmana DI DOMENICO SARACENO* Nella foto pini domestici secchi nell?abitato di Marina di Grosseto 80 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 C ome è noto ormai a tutti, o quasi, le pinete litoranee e più in generale le piante di pino, sia domestico che marittimo, stanno attraversando un triste periodo di declino dovuto a diverse ragioni, essenzialmente per un trascurata o approssimativa (talvolta nulla) gestione, ultimamente aggravatasi a causa del sopraggiungere di diverse problematiche fitosanitarie; per questo motivo l?Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Grosseto, nel corso degli ultimi due anni ha più volte sollevato l?attenzione delle autorità e dell?opinione pubblica su questi aspetti. In particolare, nel giugno scorso l?Ordine ha inviato una lettera pubblica ai Ministri delle Politiche Agricole e Forestali e dell?Ambiente, al presidente della Giunta Regionale Toscana e al presidente dell?Accademia dei Georgofili, denunciando lo stato dell?arte. Le cause Le problematiche fitosanitarie che interessano le piante di pino e le pinete nel loro insieme, come si è detto sono diverse. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una concomitante presenza di più agenti patogeni, prevalentemente insetti, che in vario modo hanno fortemente condizionato il genere Pinus. Si fa riferimento alla cimice americana, che ha interrotto la produzione di pinoli del pino domestico (Pinus pinea) e alla coc- ciniglia Matsucoccus sta falcidiando le popolazioni di pino marittimo (Pinus pinaster) pregiudicando in modo molto evidente le fasce di pineta più vicine alla linea di costa, ma a questi si aggiunge quello che appare oggi come un serio problema dovuto a degli insetti Coleotteri Scolitidi, problema che interessa sempre più la vita del pino domestico, la specie più imponente e rappresentativa anche sotto il profilo paesaggistico, che rende la pineta un paesaggio storicizzato delle zone costiere della provincia di Grosseto, ormai acquisito come tale dall?opinione pubblica e per questo salvaguardato dal vincolo paesaggistico presente con D.M. fin dal 1958. Si parla della progressiva e sempre maggiore mortalità di esemplari adulti di pino domestico causata da attacchi di questi insetti Scolitidi, in particolare il Blastofago del pino (o Tomicus) e l?Ips (o Bostrico), insetti che in vario modo attaccano sia i germogli che i fusti di queste conifere, portando velocemente a morte piante di ogni età e dimensione, sia all?interno della pineta che nelle formazioni lineari che si trovano nella nostra campagna, lungo strade e canali ed anche nell?ambito urbano, come sta accadendo già in modo preoccupante nell?abitato di Marina di Grosseto e di Principina a Mare e lungo tutta la fascia costiera dall?Alberese a Follonica. Eclatante e ben visibile a tutti, anche ai più distratti, la problematica lungo la strada delle Col- lacchie, nel tratto fra Marina e Castiglione della Pescaia, ma anche in molte altre pinete meno visibili poste nell?interno delle proprietà Trappola, San Carlo, Ponticelli, Centro Militare Veterinario, ecc. L?unione d?intenti Il problema è noto da tempo, ma il monitoraggio eseguito in questi ultimi due anni dall?Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Grosseto mette in luce una preoccupante ripresa della malattia, verosimilmente innescata dalla siccità dell?estate 2017 che ha indotto uno stress in alcune piante rendendole più vulnerabili agli attacchi degli insetti scolitidi. Una volta partiti, i focolai d?infezione se non contenuti rapidamente ed in modo efficace, generano una diffusione a macchia d?olio della malattia, determinando una rapida mortalità delle piante, come quella che in questo momento storico è in atto nella nostra provincia. Se si intende, come è opinione prevalente, mantenere la pineta con le sue caratteristiche ecologiche e paesaggistiche, è necessario allora prevedere interventi di selvicoltura da eseguire con rapidità, volti al contenimento delle patologie attraverso un monitoraggio continuo di prevenzione ed alla rinnovazione artificiale dei soprassuoli. Per questo occorre sancire un patto fra i diversi soggetti interessati, pubblici e privati, al fine di garantire tempestività PRIMO PIANO ? VIVI ? 81 VIVI ???? Il lavoro dell?Ordine viene svolto nell?interesse comune, a favore di un bene speciale quale sono le nostre pinete, dal rilevante interesse turistico legato proprio all?ambiente e al paesaggio degli interventi e risorse da destinare allo scopo, in quanto oggi le pinete, a causa della cimice americana, si sono ridotte ad essere beni improduttivi, la cui gestione richiede sforzi economici rilevanti che i proprietari non sono in grado di sostenere. La ricetta dell?ODAF Per tali ragioni il nostro Ordine ha sollevato nuovamente la questione, ritenendola grave ed urgente, indicando alcuni punti essenziali da affrontare, sui quali si è richiamata l?attenzione delle Autorità competenti ed in generale dell?opinione pubblica. 1) Tempestività degli interventi: la pineta è un soprassuolo artificiale che per la sua conservazione e rinnovazione richiede una corretta gestione selvicolturale. Questa gestione, peraltro prevista dalla normativa vigente in materia forestale, soprattutto nel caso di interventi di carattere fitosanitario deve essere agevolata consentendo una rapida tempistica delle procedure autorizzative ed una sostanziale semplificazione burocratica; il richiamo ad uno snellimento della tempistica dell?iter autorizzativo è inteso in senso lato e riguarda tutte le diverse le procedure (nei tempi ma anche nelle modalità) previste per il rilascio delle autorizzazioni. 2) Il Servizio Fitosanitario Regionale su questo tema deve acquisire un ruolo essenziale, intervenire con determinazione ed efficacia nel monitoraggio di queste situazioni di degrado, segnalando agli Enti pubblici e ai privati proprietari delle pinete l?urgenza e la gravità dei fenomeni di diffusione degli insetti dannosi e dei danni irreversibili da essi causati, richiamando e dettando in modo deciso e autorevole le linee guida per la difesa fitosanitaria necessaria ed urgente, eventualmente facendo anche da elemento di sintesi e raccordo con il mondo scientifico interessato al problema (Università, Accademie, CREA, ecc.). 3) La Regione Toscana deve compiere scelte importanti e definitive sulle modalità di finanziamento degli interventi fitosanitari di prevenzione e cura e di quelli mirati alla rinnovazione dei soprassuoli predisponendo, nell?ambito del Piano di Sviluppo Rurale, bandi dedicati al Pino domestico e alla gestione delle pinete litoranee, fornendo il neces- Nella foto, la commissione selvicoltura della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Toscana la scorsa estate riunita a Grosseto per una presa di coscienza sui problemi di gestione delle pinete 82 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 sario sostegno finanziario per questo tipo di interventi. 4) L?opinione pubblica e le amministrazioni ad ogni livello, comprese quelle comunali, devono essere opportunamente sensibilizzate affinché prendano coscienza delle reali problematiche connesse ad un corretto metodo di gestione delle pinete, ai problemi fitosanitari oggi in corso su pinete mediamente di età avanzata che non possono essere abbandonate a loro stesse, salvo non desiderare, nonostante i numerosi proclami di diverso avviso, la loro progressiva scomparsa, che avverrà gradualmente ed in modo assolutamente naturale con la sostituzione dei pini con specie latifoglie autoctone arboree ed arbustive. 5) Un piano di gestione straordinaria delle pinete: è questo lo strumento a nostro avviso indispensabile per poter fare una sintesi tecnicamente e scientificamente corretta, in modo da tracciare le linee guida per gli interventi di gestione che possono anche essere diversificati per andare incontro alle diverse esigenze rappresentate da amministratori, proprietari e opinione pubblica. Il lavoro dell?Ordine su questo tema viene svolto nell?interesse comune, a favore di un bene ambientale e paesaggistico speciale quale sono le nostre pinete, certi dell?utilità che tale opera di sensibilizzazione possa sortire per un rapido avvio alla risoluzione dei problemi che affliggono le aree del litorale grossetano, anche caratterizzate da un rilevante interesse turistico legato proprio all?ambiente e al paesaggio. *Dottore Agronomo Presidente ODAF Grosseto VIVI SERVIZI AdF Acquedotto del Fiora punta tutto sulla tecnologia e sul digitale per soddisfare la propria clientela Dalla mappa interventi (dove sono indicati, comune per comune, tutti i prossimi lavori programmati) all?ampia gamma di servizi sempre più performanti, puntuali e dedicati, che possono essere fruiti rimanendo comodamente a casa o nel luogo che si preferisce, in sicurezza. AdF Acquedotto del Fiora punta sempre più sulla tecnologia e sul digitale per soddisfare la propria clientela Digitale, interattiva, personalizzata: on line la mappa interventi di AdF Digitale, interattiva, personalizzata. È la mappa interventi di AdF, un nuovo strumento pensato per rendere sempre più capillare la comunicazione e raggiungere tutti i 400mila abitanti serviti. Una forte spinta sul digitale e sull?innovazione, per accompagnare i clienti verso il futuro, utilizzando strumenti sempre più multiformi e adatti alle diverse esigenze dei singoli, ciascuno con le sue abitudini e preferenze per quanto riguar- 84 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 da mezzi e strumenti di comunicazione. «Sul sito www.fiora.it ? fanno sapere da AdF ? è on line la mappa dove sono indicati, comune per comune, i prossimi lavori programmati da AdF, sia per la parte acquedotto che per la fognatura, ma anche la sostituzione di contatori, e che potrebbero comportare temporanei stop al flusso idrico per i cittadini. La consultazione è semplice e veloce: su www.fiora.it si trova in evidenza il pulsante ?Cerca lavori in corso?. Cliccandolo, si apre una schermata di ricerca in cui è sufficiente inserire negli appositi campi il comune e l?intervallo temporale desiderato per avere un quadro delle manutenzioni programmate da AdF, inclusi i dettagli su vie e località in cui potrebbero verificarsi disservizi o temporanee mancanze di acqua. La mappa interventi è una soluzione innovativa per fotografare in qualsiasi momento il lavoro di AdF sul territorio, consentendo a tutti di sapere quando e dove sono previsti lavori, in un?ottica di comunicazione efficace e massima trasparenza». Attenzione alle necessità della comunità e spinta verso l?innovazione: questi i due motori che hanno dato vita a questa nuova soluzione, che si aggiunge come mezzo di informazione ai canali già attivi: le chat dedicate con i Comuni, l?aggiornamento costante del sito, i social network e la app Cittadino Informato di Anci Toscana. «AdF non si ferma qui: sta infatti lavorando per implementare nella mappa on line anche le manutenzioni straordinarie, dovute a guasti improvvisi e quindi non pianificate in anticipo, gli investimenti di miglioramento della rete e gli interventi che miglioreranno la qualità e la durabilità nel tempo delle infrastrutture. Nell?occasione riepiloghiamo i diversi canali attraverso cui i cittadini possono PRIMO PIANO ? VIVI ? 85 VIVI ???? È forte la spinta sulla tecnologia e sull?innovazione da parte del gestore dell?acqua per accompagnare i clienti verso il futuro, utilizzando strumenti sempre più multiformi e adatti alle diverse esigenze dei singoli, ciascuno con le sue abitudini e preferenze per quanto riguarda mezzi e strumenti di comunicazione informarsi sulle manutenzioni programmate: i media tradizionali (quotidiani, radio, tv, testate online) a cui l?azienda manda puntualmente in anticipo i comunicati stampa relativi agli interventi, la sezione ?Lavori in corso? sul sito www.fiora.it, la pagina Facebook https://www.facebook.com/AcquedottoDelFioraSpa e la app Cittadino Informato di Anci Toscana, disponibile gratuitamente per iOS e Android. Tramite gli ultimi due canali, pagina Facebook e app Cittadino Informato, è inoltre possibile essere messi al corrente delle manutenzioni straordinarie, finalizzate a riparare urgentemente guasti sulla rete idrica». AdF per te: tanti servizi disponibili con un click Grazie alla forte spinta verso l?innovazione digitale avvenuta nel 2020, sia a 86 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 livello globale che al suo interno, AdF mette a disposizione dei clienti un?ampia gamma di servizi sempre più performanti, puntuali e dedicati, che possono essere fruiti rimanendo comodamente a casa o nel luogo che si preferisce, in sicurezza. L?azienda invita i cittadini a preferire questo ventaglio di soluzioni ? dallo sportello virtuale MyFiora alla videochiamata, dalla bolletta web ai numeri telefonici dedicati ? utilizzabili con facilità, che ora più che mai, con le attuali misure necessarie a contenere l?emergenza sanitaria Covid-19, consentono di mantenere un filo costante e diretto tra AdF, cittadini e territorio, rimanendo vicini anche se fisicamente distanziati. Con la videochiamata, prenotabile dal sito www.fiora.it tramite il bottone ?AdF per te ? prenota appuntamento? e compilando l?apposito form, è possibile intera- gire direttamente con un operatore, scegliendo il momento più opportuno, evitando code e attese e rimanendo comodamente a casa e in sicurezza. Inoltre, grazie alla possibilità di inserire nel form di prenotazione una breve descrizione della richiesta, i clienti usufruiscono di un servizio ancora più rapido e su misura. Per le richieste di particolare complessità, in alternativa alla videochiamata è possibile prenotare un appuntamento in presenza presso uno degli AdF Point di Grosseto o Siena. Lo sportello virtuale MyFiora, disponibile su www.fiora.it e come app per smartphone, consente, una volta registrati, di gestire bollette, autoletture del contatore, effettuare pagamenti, consultare l?estratto conto e inoltrare richieste, relativamente a una o più utenze, oltre a offrire la possibilità di segnalare guasti, tutto senza muoversi da casa. Con MyFiora si può anche attivare gratuitamente la bolletta web, comoda, sicura ed ecologica, che arriva direttamente sull?e-mail senza ritardi o smarrimenti. Infine, per chi preferisce il telefono, sono disponibili il numero verde 800 887755 da linea fissa o quello Smart 0564 448844 da cellulare e dall?estero (con costo in base al profilo tariffario). I due numeri rispondono nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13. Per essere sempre aggiornati sulle ultime novità è possibile seguire la pagina Facebook di AdF - Acquedotto del Fiora, www.facebook.com/AcquedottoDelFioraSpa SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Una mula leggendaria, la Pieve di Santa Maria ad lamulas e l?apparizione miracolosa DI GIADA RUSTICI È uno degli emblemi del vastissimo patrimonio storico-culturale del Monte Amiata. Siamo alle pendici di Montelaterone ed è proprio in mezzo al castagneto, nascosta tra le imponenti piante secolari, che sorge forse il più famoso monumento del territorio di Arcidosso: la Pieve di Santa Maria ad Lamulas le cui vicende si perdono nel tempo 88 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 L ?Amiata è una terra silenziosa, una dimensione fatta di natura, sentieri e valli rigogliose avvolte nel silenzio, teatro di racconti leggendari che invadono le sue rocce secolari, i suoi castagneti, il vulcano spento che veglia con la sua presenza solenne: paesaggi che sono stati forgiati dal corso dei secoli ed è questo che plasma la loro bellezza. Conviene perdersi nei borghi per assaporare completamente l?essenza di questo territorio tanto antico quanto estremamente affascinante. Uno degli emblemi di questo grandissimo patrimonio che il Monte Amiata ci regala è la zona del comune di Arcidosso, scrigno storico di importante valore artistico, paesaggistico e culturale; siamo alle pendici di Montelaterone ed è proprio in mezzo al castagneto, nascosta tra le imponenti piante secolari, che sorge forse uno dei più famosi monumenti del territorio arcidossino: la Pieve di Santa Maria ad Lamulas le cui vicende si perdono nel tempo. L?origine del nome La sua storia è legata ad un interessante aneddoto circa l?origine del toponimo. Tecnicamente Lamula era il nome di un villaggio alto-medievale, oggi scomparso, nei pressi del quale venne realizzata la chiesa, ma la leggenda narra che l?appellativo ?Lamula? o ?Lamola?, in latino ad Lamulas, sarebbe legato a un fatto miracoloso. Si racconta infatti che si sarebbe costruita una chiesa in onore della Madonna laddove una mula si fosse fermata. E così fu, la mula colpita da un?apparizione miracolosa, s?inginocchiò dove ora è il sagrato della chiesa: in una pietra davanti al portale d?ingresso si possono ancora distinguere le due impronte lasciate dalle ginocchia dell?animale. Ancora oggi gli anziani chiamano la chiesa ?La Pieve della Mula?. Più probabile però, e quasi certa, è un?altra spiegazione: la Pieve, infatti, sorge in un punto strategico, a pochi metri da un torrente e accanto ad una sorgente di acqua, caratteristiche tipiche di molte chiese rurali romaniche. Il termine ?Lamula? si riferirebbe allora alle condizioni del terreno su cui sorge la chiesa: la parola di origine latina, infatti, sta ad indicare un terreno paludoso che si forma in prossimità di un fiume, così come si legge anche nella spiegazione di Repetti nel dizionario storico-geografico della Toscana: ?Varie contrade segnalate con la denominazione di Lamola o Lamule, vale a dire di piccole Lame, danno di per se stesse a conoscere che la loro posizione è poco lungi da un corso d?acqua [?] la chiesa di Lamole fra Arcidosso e Montelaterone sulla ripa sinistra dell?Ente. Lamola o Lamule o simili si sarebbe quindi chiamata in origine la località costeggiante la riva scoscesa del piccolo e torrentizio fiume Ente su cui sorse poi la pieve?, torrente che alimenta la fonte del Diavolino adiacente all?edifico e ricondotto forse ad un piccolo diavolo di terracotta incatenato a uno dei pilastri interni della chiesa ed ora non più esistente e che probabilmente si riferiva al satiro, seguace di Dioniso. La storia Il fascino della Pieve però non si esaurisce nell?origine del suo nome, ma investe tutta la sua storia. Nata in origine come ?Cella di Santa Maria? strettamente dipendente dall?Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, in una zona particolarmente ricca di risorse dovute alla vicinanza del fiume Ente, dalla presenza di boschi di castagno e di terreni argillosi coltivabili, fu retta in origine dai benedettini neri di Cluny e in seguito passata ai cistercensi di Bernardo di Chiaravalle. La chiesa dipese dal Monastero di San Salvatore, retto dai Benedettini, dopo passò ai Camaldolesi, infine nel 1228 ai Cistercensi PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 89 SCOPRI ???? La leggenda narra che l?appellativo ?Lamula? o ?Lamola?, in latino ad Lamulas, sarebbe legato a un fatto miracoloso... che lo tennero fino al 1782 quando fu soppresso. E con Abbadia San Salvatore il legame continua tutt?ora poiché i due siti, infatti, sarebbero situati sullo stesso parallelo: 42°52?53? per la Pieve e 42°52?56? per Abbadia. La prima attestazione documentaria di Santa Maria risale all?853 e si trova in una pergamena in cui l?imperatore Lotario II conferma la sua proprietà all?Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata e già in un documento del 996 si legge della concessione da parte di Papa Gregorio V del ?Sacrum Baptismum?: solo questa pieve possedeva infatti il fonte battesimale ed il cimitero e quindi solo ad essa spettava il diritto del battesimo e del rito funebre. Nel XII secolo la chiesa venne innalzata a pieve, divenendo un importante centro culturale e sociale del territorio. Intorno al 1265 fu attaccata e danneggiata dai senesi, ma già tre anni dopo ci si adoperava per sistemarla, grazie all?opera di un tale Paganuccio del quale fa menzione l?iscrizione latina posta all?interno della Chiesa: «Nell?anno del Signore 1268 nel mese di giugno al tempo del re Carlo Paganuccio fece sì che questa opera fosse portata a termine». Alcuni storici sostengono che tra il 1267 e il 1270 vi sostarono i Cavalieri Templari che si dedicarono al restauro della Chiesa devastata dall?incendio: in effetti all?interno dell?edificio si notano alcune croci cerchiate ed una croce linguata scolpita su una pietra, posta al centro dell?altare principale reinserita capovolta rispetto alla sua naturale posizione. In 90 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 realtà pare piuttosto che l?edificio sia stato un luogo di sosta più che una Chiesa Templare vera e propria data la vicinanza alle principali vie di pellegrinaggio e di commercio del Medioevo che avrebbe potuto favorire soste di fortuna per i membri dell?Ordine. La pieve comunque rimase un importante luogo di riferimento fino al XVI secolo, quando il fonte battesimale venne spostato nella chiesa di San Clemente a Montelaterone e Santa Maria a Lamula venne utilizzata come oratorio. Venne poi ristrutturata in forme barocche nel corso del Seicento. La chiesa fu restaurata e riportata all?originario aspetto romanico negli anni tra il 1935 e 1943, ad opera dell?architetto Egisto Bellini: le pareti furono ripulite, furono tolti gli stucchi e l?altare barocco, il pavimento fu sbassato e comparvero le basi delle colonne; vennero costruiti gli altari delle due absidi laterali e ricostruite quattro monofore sul modello di quelle rinvenute dopo la pulitura delle pareti. La sua aurea leggendaria è alimentata anche dalle molte asimmetrie che la caratterizzano. Ad esempio, l?occhio della facciata, dall?interno, è fuori asse rispetto al colmo del tetto; la navata di sinistra è più larga, l?arcatura di fondo sembra essere ?storta?; le tre colonne circolari hanno altezze e basamenti diversi: tutto ciò probabilmente era legato al fatto che nel Medio Evo la simmetria era considerata simbolo di morte e quindi l?asimmetria era vista come movimento e come vita. La Festa della Pina Il fascino della Pieve è legato anche a una delle più antiche feste tradizionali amiatine, risalente probabilmente alle celebrazioni in onore del dio Bacco, il cui simbolo era il tirso, un bastone con in cima un ramoscello di pianta sempreverde: la prima domenica dopo la Pasqua si festeggia la Festa della Pina che in passato si celebrava il primo giorno di Maggio, mese sacro a Maia, madre di Mercurio e sposa di Vulcano. Per l?occasione gli uomini fanno dono alla donna prescelta della ?Pina?, un bastone con una pigna, in cambio del quale ricevono, a conferma dell?unione amorosa, ?il corollo?, una ciambella dolce. Lo scambio di doni era fatto per suggellare il patto d?amore e quindi la festa era un vero e proprio inno all?amore e alla fertilità. La Pina, ancora oggi, viene venduta davanti alla pieve di Lamula, come da tradizione, anche se oggi il tipico rametto verde è stato sostituito dalle pigne colorate d?oro e d?argento, fissate su un bastone. Che sia simbolo religioso o celebrazione di una cultura più pagana, dopo secoli di avvicendamenti, la Pieve è ancora lì, immersa nella pace e nella penombra dei castagni, che si sta sempre più rivelando una gemma preziosa, custode di un antico sapere perduto, sospesa in un limbo tra due culture, tra tempi diversi: senz?altro però contribuisce ad alimentare la suggestione di un territorio che ha ancora tanto da raccontare e ancora tanto da far scoprire. SCOPRI BRICIOLE DI STORIA | Fatti e avvenimenti della Maremma che fu «La Lente», il settimanale progressista di fine Ottocento ideato e diretto da Osvaldo Paggi La storia de «La Lente», il settimanale pubblicato sul finire dell?Ottocento ? tra il 1891 ed il 1894 ? a Pitigliano. Un giornale in folio piccolo e successivamente grande di 4 pagine, di cui era animatore e direttore Osvaldo Paggi, un imprenditore appartenente alla Comunità ebraica pitiglianese, di idee repubblicane e progressiste DI LUCIO NICCOLAI 92 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 La nascita Nel 1891, dal 7 giugno al 5 luglio, la Tipografia Soldateschi di Pitigliano ? che già aveva edito alcuni volumi di Manfredo Vanni ? pubblicò i primi numeri de «La Lente», un giornale in folio piccolo di 4 pagine. Ne era animatore e direttore Osvaldo Paggi, un imprenditore appartenente alla Comunità ebraica pitiglianese, di idee repubblicane e progressiste. Già animatore del circolo culturale ?XX settembre?, si autodefiniva ?libero pensatore? e non nascondeva i suoi sentimenti anticlericali «espressi con grande vivacità sia nei confronti dei cattolici che degli stessi ebrei» [R. G. Salvadori], come dimostra anche la sua scelta ? condannata dal rabbino ? del rito civile per il suo matrimonio con la maestra Olga Sorani. Nel 1893, rilevata la Tipografia Soldateschi (alla quale dette il nuovo nome di Stabilimento tipografico ?La Lente?), avviò un?intensa, e sicuramente interessante quanto poco studiata, attività editoriale. Il 29 settembre 1893 ? nello stesso anno in cui a Grosseto usciva «Etruria Nuova», testata repubblicana definita da Paggi «egregia consorella» ? riprendeva le pubblicazioni «La Lente», in folio grande di 4 pagine, inizialmente con periodicità quindicinale, poi settimanale. I temi Il periodico pitiglianese si proponeva di trattare tematiche politiche a carattere generale e nazionale, mirando però soprattutto a denunciare le problematiche locali e gli effetti negativi, sul paese e il territorio, dell?inerzia e delle cattive scelte amministrative. «La colpa ? scriveva Paggi in un esplicativo editoriale nel numero del 4 marzo 1894 ? in primo è da dare allo Stato che nulla ha fatto per i cittadini se non quello di mungerci come pecore. Ma la colpa non è da ricercarsi solamente nello Stato, ma maggiormente va ricercata in coloro che fino ad oggi hanno amministrato localmente. Nulla hanno fatto per far progredire Pitigliano, di ferrovia ormai non se ne parla più e questo poteva davvero cambiare e di parecchio le cose. [...] Non solamente non abbiamo saputo creare nulla, ma neppure mantenere quanto già fra noi esisteva. Prima hanno funzionato una Banca Popolare, una Cassa di risparmio, sono sorte delle Associazioni che si chiamavano Agricola e Operaia, però tutto questo non c?è più [...] Se veramente vogliamo un po? migliorarci dobbiamo cooperare con più intelletto e coscienza e cercare di attuare i rimedi affinché non veniamo travolti con una completa rovina.» Antonio Becherini Antonio Becherini ? tra i redattori del giornale ? con le sue poesie in dialetto firmate con lo pseudonimo di ?Ntognu Bberni, contrappuntava gli editoriali del direttore e sosteneva le battaglie del periodico, sia su questioni generali (i Fasci siciliani, i moti della Lunigiana ? cfr. «La Lente» dell?11 febbraio 1894 ? le elezioni politiche ecc.), sia su questioni di interesse locale (ad esempio: la ferrovia mai realizzata, i modelli educativi, il decoro cittadino e le latrine, la luce elettrica, le manie del sindaco per l?imbiancatura di edifici storici ecc.). I collaboratori Numerosi e vari i collaboratori quali, ad esempio Manfredo Vanni, l?intellettuale di origine soranese, che vi pubblicò una novella a puntate, Il mio tradimento; Flaminio Servi, un rabbino originario di Pitigliano, che recensì molto favorevolmente nel n. 7 del 1894, firmando con la sigla F. S. (l?attribuzione del nome è di Barabesi) Du? bbocconi a la casareccia, il primo volume di versi in dialetto di ?Ntognu Bberni edito nel 1893 con la Tipografia Soldateschi; Paride Pascucci, il giovane pittore mancianese, che disegnò la nuova testata del periodico. «Il nostro giornale ? scriveva con orgoglio il Paggi nell?editoriale del n. 29 pubblicato il 29 aprile 1894 ? esce oggi con una nuova testata, lavoro pre- PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 93 SCOPRI ???? Il periodico pitiglianese si proponeva di trattare tematiche politiche a carattere generale e nazionale, mirando però soprattutto a denunciare le problematiche locali e gli effetti negativi, sul paese e il territorio, dell?inerzia e delle cattive scelte amministrative gevole del nostro amico Paride Pascucci che tanto promette di sé all?arte nobilissima della pittura che egli professa. Astrazion fatta della parte ornamentale e decorativa, che è assai gentile e che non ha bisogno d?illustrazione, diremo solo che l?artista ha voluto nella donna che si erge a sinistra raffigurare la nostra cittadina, la quale appoggiata col braccio destro sullo stemma del comune accenna coll?altro allo squallore e all?abbandono delle nostre contrade, animata però dalla speranza di vederle un giorno risorgere a vita novella. Il cliché è stato eseguito dalla premiata fonderia il Nebiolo di Torino e certo con precisione e finezza.» Altre firme che compaiono sul periodico, a conferma dell?interesse non limitatamente locale che il giornale e l?attività tipografica ad esso collegata potevano avere, sono ? solo per fare qualche esempio ? quelle di Antonio Fratti (garibaldino e repubblicano, direttore del quotidiano «Il Dovere» e poi della «Rivista popolare»), Dotto De? Dauli (garibaldino e repubblicano, insegnante di storia e geografia nei licei, deputato alla camera nel 1884), Francesco Tommencioni (seguace ed erede spirituale di David Lazzaretti). L?epilogo Purtroppo, per ragioni di carattere economico (un limitato numero di abbonati), il giornale pitiglianese ebbe una vita incerta e breve: sospese le pubblicazioni con il n. 21 del 22 luglio 1894, le riprese il 19 agosto successivo, per chiudere definitivamente con il n. 54 del 1 settembre dello stesso anno. 94 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 Massa Marittima. Arca di San Cerbone (Goro di Gregorio, 1324) L?attività della tipografia Intensa continuò invece l?attività dello stabilimento tipografico che produsse tra l?altro le prime cartoline illustrate di Pitigliano e dette alle stampe numerosi e interessanti volumi, come ad esempio, Vetulonia, nuovi errori, mistificazioni e menzogne, di Carlo Dotto de? Dauli nel 1894, Picinate e scemmarate di ?Ntognu Bberni, nel 1896, Prugnoli maremmani (poesie, epigrammi e novelle) di Manfredo Vanni tra il 1896 e il 1897. Tra il 1896 e il 1901, nella collana «Nuova Biblioteca di Autori Italiani» pubblicò vari romanzi d?appendice di Ettore Socci, già editi su periodici; nel 1898 editò una Antologia mazziniana, curata da Gaetano Badii, con una lettera di Ernesto Nathan. Nel corso del 1895, la Tipografia La Lente pubblicò anche il bimensile in 8° di 16 pagine «Il Pensiero israelitico» diretto, prima, da Guglielmo Lattes poi da Donato Camerini, rabbino di Pitigliano, contenente articoli di cultura ebraica destinati soprattutto alla comunità locale. Nel 1898 lo Stabilimento tipografico fu premiato all?esposizione di Torino e, con Medaglia d?argento, all?Esposizione dell?Arte Tipografica di Siena. Negli stessi anni, però Osvaldo Paggi ? che intanto troviamo tra i redattori di «Etruria Nuova» di Grosseto ? decideva di abbandonare Pitigliano per trasferirsi a Firenze. Nel 1899 la rivista «Il Vessillo Israelitico», stampato a Casal Monferrato, fondata e diretta dall?ebreo pitiglianese Flaminio Servi, annunciava che «Con dispiacere dell?intiera cittadina e con non lieve danno al nostro paese, la premiata Tipo- grafia della ?Lente?, di proprietà di Osvaldo Paggi, sarà trasferita a Firenze?» Il trasferimento dello Stabilimento si concretizzò nel giugno 1902. Nel settembre dello stesso anno il Paggi chiamò a Firenze l?Hazan Salomone Servi quale amministratore della sua nuova tipografia che venne impiantata in via S. Caterina. L?editore Paggi continuò però a essere un punto di riferimento per diversi autori maremmani, come dimostrano i titoli, variamente rintracciabili, del suo catalogo, uno per tutti, la nota opera di Raffaele del Rosso, Pesche e peschiere antiche e moderne nell?Etruria marittima, pubblicata in due volumi nel 1905. Bibliografia Aa. Vv., «La Lente» annate 1891; 1893 e 1894, Raccolta completa presso la Biblioteca nazionale di Firenze G. BADII, Ettore Socci, Mauro Minucci editore, Stabilimento tipografico ?Etruria Nuova?, Grosseto 1923 R. BARABESI, Bibliografia della provincia di Grosseto, Siena 1930 A. BECHERINI (?Ntognu Bberni), Du? bbocconi a la casareccia, Pitigliano 1893 A. BECHERINI (?Ntognu Bberni), Picinate e scemmarate, Pitigliano 1896 G. CELATA, Gli Ebrei a Pitigliano. I quattro secoli di una comunità diversa, ATLA, Pitigliano 1995 F. PAIOLETTI (a cura di), Pitigliano La Comunità Ebraica tra Ottocento e Novecento, 2011 R. G. SALVADORI, La comunità ebraica di Pitigliano dal XVI al XX secolo, Giuntina, Firenze 1991 SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri e di oggi da ricordare Homo faber. Morbello Vergari ricordato a Santa Caterina a 100 anni dalla nascita Il centenario dalla nascita di Morbello Vergari, poeta e scrittore di Maremma, è stato ricordato, a metà settembre, nel suo paese d?origine, Santa Caterina, in quel di Roccalbegna, con un evento partecipato andato in scena presso il campo sportivo. Nell?occasione al Museo della Focarazza di Santa Caterina, allestito dal compianto Alessandro Giustarini, si è svolta anche una mostra del pittore Dino Petri sui mestieri d?una volta e sullo stesso Morbello Vergari C DI DANIELA CAVOLI ?è una canzone che trasmette perfettamente il valore delle piccole cose in pochi versi calibrati su una breve, suadente melodia. L?ha scritta, composta e interpretata Joan Manuel Serrat. Nel 2008, il popolare artista spagnolo ha cantato anche la traduzione italiana di Sergio Secondiano Sacchi per un album collettivo del Club Tenco che porta proprio il suo titolo «Quelle piccole cose». Con «Aquellas pequeñas cosas» Serrat ha delineato, in tempi non sospetti, le peculiarità di momenti come il nostro di questi giorni. Oggi è il Coronavirus a ladroneggiare in mezzo ai singoli vissuti, a rubare molti possibili ricordi per domani, a rendere, le nostre, sparute ombre di esistenze altrimenti più ricche di presente e di passato proprio e collettivo. È un privilegio poter custodire la diversità e un feticcio la globalizzazione che impedisce l?arricchimento e molta parte della consapevolezza necessaria a vivere degli uomini presenti e futuri. Il fine che ogni società civile avrebbe il dovere di raggiungere per far sì che l?essenza dell?uomo sprigioni ovunque le migliori energie, dovrebbe, finalmente, portarci ad essere tutti uguali davanti alla legge e alla giustizia (soprattutto), alle necessità primarie dell?umana esistenza, ma diversi nell?espressione delle nostre intime o condivise identità. Le piccole ?cose? che le comunità rurali tutelavano con gelosa attenzione sono state nella quasi totalità dei casi malversate in questo 2020 da un virus Morbello Vergari, il Poeta Contadino: notizie biografiche A CURA DI CORRADO BARONTINI ?È meglio uno stonato che canta che un intonato che piange!? [frase detta da Morbello durante uno spettacolo per esortare il pubblico a cantare] Morbello Vergari nasce a Santa Caterina di Roccalbegna, il 28 dicembre 1920. Figlio di Candido e di Giustina Baccetti, è 96 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 il primo di otto figli. La famiglia poco dopo si trasferirà a Baccinello dove il padre andrà a fare il minatore e dove Morbello frequenterà le prime tre classi delle elementari (suoi unici studi). Nel 1929, a causa delle febbri di malaria del padre, tornano a Santa Caterina, dove possiedono una casetta con un pezzetto di terra. Morbello (per aiutare la famiglia) va ?a garzone? in un podere della valle dell?Albegna, fino a quando, nel 1932, i Vergari, si trasferiscono nella vicina campagna di Cana, per fare i contadini. Il 4 gennaio 1941 partirà militare, arruolato in Cavalleria: sarà inviato sul «E va bene, così sia!», si saranno detti gli organizzatori. I versi non si possono dimenticare dato che sono improvvisati; le canzoni maremmane si gorgheggiano a memoria anche tra le mura casalinghe, rigorosamente in meno di sei e tutti con la mascherina ben premuta su bocca e naso, «Ci rifaremo.» che non toglie solo scuola presente e degna, cure pubbliche ai malati ? soprattutto ai cronici ? che infligge frustate di povertà aggiuntiva alle già poco ricche classi di lavoratori deputati a sorreggere le sorti dello Stato per inderogabile volontà dei governi che si sono succeduti, per non pensare a ciò che toglie ai già indigenti, parola quasi dimenticata che, però, non è solo una parola. Quest?anno, ormai agli sgoccioli, non si sono incontrati che pochi befani la sera del 5 gennaio, non c?è stata l?affollata partecipazione dei maggiaiuoli a Braccagni, non si sono sentite echeggiare le cascate di ottave rime né a Pomonte né a Ribolla. Il fervore dei preparativi e delle esibizioni si è spento. I cento anni dalla nascita di Morbello Vergari, però, a Santa Caterina, non hanno voluto farli passare inosservati e, forse saggiamente prevedendo un altro inverno da incubo ? oggi è certo, il virus falcidia di nuovo ? il centesimo compleanno del poeta contadino per eccellenza, nato proprio nel paese della focarazza, lo hanno voluto festeggiare a tutti i costi. Una piccola cosa che si son permessa in tanti anche a rischio della propria incolumità, per sentirsi vivi. C?erano, infatti, i poeti a braccio Elino Rossi e Fernando Tizzi, il cantastorie Mauro Chechi, il Coro degli Etruschi ? fondato proprio da Morbello Vergari ? e il più giovane, ma appassionato ensemble del Sasso Pinzuto di Roccalbegna. Del Comune e della Pro Loco di Roccalbegna molti rappresentanti si sono dati da fare sino al termine dell?evento, sino ad aver distribuito l?ultimo ? singolarmente ben cellofanato e chiuso a doppia mandata per gustarselo a distanza di sicurezza ? Biscotto salato di Roccalbegna che, per approfondire, è molto buono oltre che presidio Slow Food dal 2016 e, dal 2019, marchio collettivo registrato. Evento, per riprendere il filo del discorso, seppur in tono minore, riuscito nell?intento di commemorare fronte albanese dove l?8 settembre del 1943 verrà fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Cecoslovacchia nel lager di Dalvitz, presso Karlsbad. Torna a casa il 25 giugno del 1945. La famiglia, seguendo un destino comune a tanti altri contadini, si sposterà in vari poderi sino ad approdare, nel 1955, al podere ?Mota? nell?area della città etrusco-romana di Roselle. L?incontro di Morbello con la terra rosellana è determinante per la sua vita poiché, venendo a contatto con i reperti archeologici che affiorano dal terreno che lui stesso lavora, sarà portato ad approfondire, da autodidatta, la storia della terra dove vive. Inoltre gli capiterà di incontrare spesso archeologi, scrittori, giornalisti, musicisti ecc... personaggi che salgono a visitare i ruderi della città. Partecipa alle campagne di scavo archeologico con interesse e svolge, volontariamente, il ruolo di guida per i visitatori, divenendo il naturale ed ideale custode di Roselle. Nel 1962 incontra Giovanni Guastavigna, insegnante al Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino, che lo sprona nella sua attività di scrittore e poeta e lo mette in contatto con la rivista torinese ?Voci nuove?, nella quale verranno pubblicati i suoi primi testi poetici. Nel 1964 vedrà la luce il suo primo libro di poesie ?Versacci e Discorsucci?, con il quale vincerà, in quell?anno, il 1° Premio Letterario ?Città di Torino?. Ormai la sua vita di scrittore è segnata. Il personaggio Morbello, al di là dei suoi libri, è stato protagonista della vita pubblica, ospitato in trasmissioni televisive e radiofoniche, ed ha consentito di recuperare molte cose del passato trasformando l?oralità in scrittura... è stato suonatore di fisarmonica e nella musica PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 97 SCOPRI ???? All?iniziativa hanno partecipato il Coro degli Etruschi, i Cantori del Sasso Pinzuto di Roccalbegna, Mauro Chechi con i poeti estemporanei Elino Rossi e Fernando Tizzi... un concittadino amato da tutti. Alla festa in onore dell?amico ha voluto partecipare anche il pittore scansanesemassetano Dino Petri allestendo, per l?occasione, una sua personale nel locale museo etnografico. Lo stadio era pieno a Santa Caterina anche se l?anticipo dell?avvenimento al 13 settembre ? Morbello Vergari è nato il 28 dicembre del 1920 ? avrebbe potuto disorientare molti. Pieno, alla maniera ordinatissima degli indocinesi o delle guardie dello zar pronte ad alzare e far ripiombare verso terra alternativamente le gambe per il marziale passo dell?oca. Pieno, alla maniera dei prescelti per il passo romano, non originale copia del precedente che piaceva tanto a Mussolini. Pieno come se il pubblico tutto fosse pronto per indossare, a seconda dell?età, la giusta divisa per gli esercizi ginnici, ovviamente, all?aperto. Insomma, l?impatto visivo, per chi è abituato ai brusii incontrastabili, agli abbracci, alla mimica divertita delle festanti manifestazioni italiane di queste occasioni è stato agghiacciante. Per fortuna a far da controcanto alle stringenti misure anti virus non sono mancati gli umettati, ma calorosi applausi degli ammansiti occupanti le sedie messe a disposizione a un metro di distanza l?una dall?altra dopo opportuna prenotazione (a distanza anche quella) e rilascio di numero di telefono personale utile nella peggiore delle ipotesi, ma soprattutto gli eroici quanto entusiasmanti interventi poetici e musicali di chi si è alternato sul palco. Nel Museo Etnografico di Santa Caterina, intanto, momentaneamente incastonati tra le bellissime foto in bianco e nero e tra gli strumenti dei duri lavori del passato, erano esposti i quadri di Dino Petri (mostra della quale è stato possibile godere sino al 30 settembre) raffiguranti I mestieri di una volta medesimi che il suo vivo ricordo ha voluto effigiati e che in questa circostanza sono certo serviti anche ad incuriosire il visitatore e a fargli comprendere il modo in cui venivano usati i copiosi materiali esposti nella struttura dal 1987 e, speriamo, nel futuro. Quasi assecondando il percorso museale, due stanze sovrapposte ? dov?era precedentemente ubicato il luogo di lavoro di un fabbro, chiuse per un periodo, ma rinnovate e riaperte al pubblico dal 2005 ? che raccolgono attrezzi già alla nostra generazione sconosciuti ha trovato un?altra grande passione che gli ha dato la possibilità di esprimersi creativamente componendo suonate e canzoni come la ballata: ?Bevi ?l vino di Scansano? o la polka ?Tirizzumpelarillallera?. L?editore che pubblicherà molti dei suoi libri sarà Giovanni Tellini, di Pistoia con il quale Morbello stabilirà un rapporto di amicizia caloroso. Nei primi anni settanta, con Corrado Barontini, inizia una ricerca sui canti popolari recuperando testi e motivi musicali che verranno pubblicati, nel 1975, nel libro Canti popolari in Marem- ma (con la trascrizione musicale di Finisio Manfucci), Ed. Il paese reale. Da questa ricerca nascerà il gruppo folclorico ?Il Coro degli Etruschi?, che dal 1974 opera nella riproposta della musica popolare. Da ricordare alcuni titoli dei suoi libri, pubblicati da Tellini, come ?ROSELLE profilo di una città etrusca? (scritto con Vasco Melani) che vedrà molte riedizioni e sarà tradotto anche in lingua tedesca; oppure i suoi racconti: ?Maremmani Buggiaroni? con l?introduzione di Valeriano Cecconi, ?Maremma com?era? (scritto con Renzo Vatti), ?Itinerari Toscani? di Valeriano Cecconi dove Morbello collabora scrivendo: ?Grosseto e la sua Provincia?. Su proposta dell?Editore Tellini di Pistoia, negli anni ?80, Morbello scriverà, con Corrado Barontini, un libro sulla cucina contadina della Maremma che prenderà il titolo di ?Maremma a tavola?. Il libro uscirà a dicembre del 1984 e verrà presentato a Grosseto il 12 dicembre di quell?anno dall?Antropologo Roberto Ferretti (fondatore dell?Archivio delle Tradizioni Popolari della Maremma grossetana che morì in Giordania in un tragico incidente pochi gior- 98 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 simbolici disegni di alcune delle coltivate passioni: gli amati ?cocci? etruschi, la musica che, come un solco nella terra umorale della Maremma, si libera, ma lascia profonda, intima traccia di sé. Dino Petri aveva donato il quadro al comune di Roccalbegna il 18 novembre 1995, quando il comune stesso organizzò un convegno intitolato Morbello Vergari. Scrittore e poeta complice anche il futuro sindaco nonché studioso colto e attento delle tradizioni popolari amiatino-maremmane Alessandro Giustarini. Questa volta, l?interpretazione del volto di Morbello Vergari è stata esposta incorniciata e, sul cavalletto che la sosteneva, l?hanno accompagnata le sue sagge parole: Il mio paese è la dovunque regna la volontà di pace tra le genti ? Nel grande continente americano, in Asia, nell?Europa e ovunque sia gente desiderosa della vita che dell?altrui gioir s?allieta il cuore. (L?uomo e la voce misteriosa) e giocattoli ?autoprodotti? emananti il profumo della nostalgia, in qualche rarissimo caso, richiamandoci al bisogno di nuova cura ? Attenti ai tarli! ?, sulle tavole di Petri ci si è potuti trovare di fronte proprio il fabbro mentre prepara il cerchio per la ruota del carro; ma pure i raccoglitori di ginestra tornati dai campi che, mondandola in modo da poterla usare per legare la vigna, conversano amichevolmente in uno slargo di paese; i carbonai ? dei quali ogni attrezzo è visibile all?interno del museo ?, le pelli bruciate dal contatto con il nero pane della propria vita, che spaccano e ammucchiano legna tenendo, nel frattempo, ben vivo il fuoco; i falegnami; i vendemmiatori; i contadini che trainano i buoi e spingono faticosamente l?aratro. Immagini di un tempo tra i nostri paesaggi, i nostri borghi, gli ambienti agresti di questa nostra terra fatta ancora, inutile negarlo, di ritualità e lavoro dei campi che non può abbandonarsi neanche per un?ora, neanche per il virus, se non si vuole arrogarsi il diritto di distruggere ciò che hanno faticosamente conquistato i nostri avi. L?occasione per la mostra è stata strettamente legata alla giornata che ha ricordato Morbello Vergari, ovviamente, e lui sarebbe risalito volentieri al suo paese natale da Roselle, ma anche tornato dall?aldilà, per improvvisare qualche verso, sicuramente in tono giullaresco e anticelebrativo, sui suoi cent?anni. Sarebbe arrivato volentieri, soprattutto per condividere il piacere di essere stato motivo di un incontro così partecipato. C?era un suo ritratto, contornato dai L?homo faber ha bisogno di vita e delle piccole cose che nell?esistenza fanno gioire per non lasciarle dietro la porta e renderle complici, invece, nel nutrire ancora un po? i giorni presenti. Alessandro Giustarini chiuse bene un articolo sull?occasione del 1995: I ?suoi? cori hanno cantato per Lui, per diffondere quella cultura popolare di cui Lui era maestro. Il coro di tutte le voci, il 13 settembre è stato unanime. Chi è salito a Santa Caterina cantava per Morbello Vergari. ni dopo, il 26 dicembre 1984). Morbello ha il merito di aver trovato un proprio modo di scrivere che lo caratterizza, un modo più efficace di quello offerto dalla tradizione. In una conversazione affermava: ?Avevo un po? l?ansietà di scrive?? però, sai com?è, i contadini si sentono dei ?Dantini?? perché c?hai nell?orecchi quel suono aulico dei versi belli, dei versi dei grandi poeti? la grande letteratura?? ?Da primo mi restava tanto difficile mette? insieme questi versi, così? Poi scoprii che c?ero anch?io? attaccai a scrive? come m?avevano insegnato a parla?.? In un articolo di Morbello intitolato ?Dove comincia e dove finisce la poesia?? (pubblicato da Stampa Alternativa ?La mia ignoranza è veramente perfetta?) possiamo leggere alcune considerazioni che ci inquadrano le sue ragioni dello scrivere in versi: ?Se la poesia significa bellezza di linguaggio, bellezza di espressione si può fare veramente poesia senza la rigidità e la costruzione degli schemi metrici e delle rime.? E aggiunge: ?Quando scrivo versi preferisco scrivere in versi sciolti, per lo più in endecasillabi che sono i più adattabili alla nostra parlata popolare. Ho scelto di scrivere nel dialetto della nostra terra (se così si può chiamare il nostro modo di parlare) perché è la forma più espressiva, più ricca e più immediata per esprimere e comunicare i sentimenti, le impressioni così come i giudizi e pensieri.? All?età di 68 anni, il 16 Gennaio 1989, muore nella sua casa di Roselle; sino alla fine annoterà in un quaderno le sue memorie sui proverbi, sui modi di dire e sulle ?Cure selvatiche (cure credenze e rimedi del mondo tradizionale)? che rimarranno incompiute. Nel 2009 gli è stata dedicata la Scuola Elementare di Roselle. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 99 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Il CIF Centro Italiano Femminile di Grosseto ci racconta in un libro come eravamo Attraverso le foto dei fratelli Gori, il Cif di Grosseto ripercorre in un libro la sua e la nostra storia locale. Il volume dal titolo ?Il centro italiano femminile Comunale di Grosseto? a cura di Maria Enrica Monaco Gorni, Maria Grazia Lenni e Rita Torzoni Fierli è stato presentato al pubblico a metà settembre al Giardino dell?Archeologia a Grosseto DI ROSSANO MARZOCCHI È stato presentato giusto in tempo, prima che le norme anti-Covid del governo dessero un?ulteriore stretta alla nostra vita sociale. Ci riferiamo al libro fotografico ?Il Centro italiano femminile comunale di Grosseto?, pubblicato da Effigi e alla sua presentazione a fine settembre al Giardino dell?Archeologia cittadino, curata dalla direttrice della Biblioteca Comunale Chelliana Anna Bonelli, di fronte ad un 100 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 pubblico distanziato ma interessato. Si dice spesso che le immagini contino più delle parole ed è vero perché le immagini suscitano emozioni profonde, riescono a toccare corde invisibili dell?animo umano, scavando silenziosamente nel mare dei sentimenti e, spesso, dei ricordi. Questo libro ne è la prova. Il merito è innanzitutto degli autori degli scatti, ovvero i Fratelli Gori, ma anche di chi ne ha fatto un corpo unico ed omoge- neo, fruibile da tutti noi, grazie alla genialità e all?impegno di Maria Enrica Monaco Gorni (responsabile anche del progetto editoriale), Maria Grazia Lenni e Rita Torzoni Fierli che hanno compiutamente tracciato la storia del Cif grossetano dalla sua nascita ad oggi. Maria Enrica Monaco Gorni, dell?Archivio fratelli Gori e socia del Cif, con la sua tenacia e il lavoro certosino di selezione delle immagini d?epoca ripercorre nel volume la storia del Centro e delle sue donne impegnate nelle colonie estive come documento e testimonianza dei settantacinque anni di vita vissuta dall?associazione. Il resto lo fanno le fotografie, che riescono straordinariamente a cogliere i dettagli e, al tempo stesso, a raccontare un pezzo della nostra storia. I protagonisti delle foto raccolte in questo libro sono sostanzialmente due: le colonie estive e chi, come il Centro Italiano Femminile di Grosseto, ha consentito col suo impegno che portassero avanti le loro attività. Sin dalla copertina, nostalgica e suggestiva, possiamo capire lo spirito della pubblicazione e soprattutto il valore del tema trattato. Spicca infatti il monogramma del Cif creato sulla sabbia dai bambini della colonia a San Rocco, tutti a capo chino e col cappellino rigorosamente in testa, per proteggerla dalle insolazioni. L?abilità del fotografi Gori sta proprio qui, nella straordinaria capacità di cogliere momenti della quotidianità e trasformarli in simboli della nostra storia locale. Quelle dei Gori, sono fotografie che riescono a trasmettere all?osservatore l?intimità e la storia che stanno dietro ad un fermo immagine, pur mantenendo quel garbo e quel pudore che rende nobile lo scatto. ?Un?iniziativa importante e un pubblico inaspettato ? ha dichiarato il vice sindaco e assessore alla Cultura Luca Agresti ? in una realtà sempre al primo posto nell?associazionismo volontario?. Lo stesso Agresti ha anche rammentato con soddisfazione la restituzione ai cittadini della Biblioteca Chelliana, del giardino dell?archeologia ospitante l?attuale presentazione, l?illuminazione delle mura e l?imminente restauro del- l?ex orfanotrofio Garibaldi che sarà trasformato in Casa della Musica, ambienti che potranno soddisfare le iniziative culturali cittadine. Per celebrare questa pagina importante della storia della Maremma, si sono riunite accanto alle aderenti al Cif cittadino presieduto da Maria Smecca Rizzo Pinna, la presidente regionale Katia Orlandi e la presidente provinciale Grazia Maria Sabatini. Tra i relatori, introdotti da chi scrive, Luca Mantiglioni, capo servizio della Nazione di Grosseto, Mario Papalini, editore del libro, e monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, che ha ricordato l?alto valore formativo delle colonie del Cif, sottolineando il coraggio e lo spirito di sacrificio di molte donne per un ideale ammirevole, nato in un momento particolarmente complesso nutrito dalla formazione in parrocchia e nelle associazioni e temprato dalle sofferenze dalle difficoltà della guerra. Don Franco Cencioni, assistente ecclesiastico del Cif, ha testimoniato la vivacità dell?associazione cristiana, che nel dopoguerra entrava nel cuore di quell?Italia affamata per costruire lavoro e pace. Le donne del Cif non si dedicarono soltanto all?attività assistenziale, peraltro svolta anche a livello internazionale, ma curarono la formazione professionale di molte giovani, che ebbero così opportunità lavorative insperate. Furono inoltre protagoniste di battaglie sociali e politiche, condotte con fierezza e convinzione. Tra i molti ricordi di un glorioso passato, c?è stato il tempo per parlare del domani dell?Archivio fratelli Gori, con l?intervento di Giovanni Gori sulla necessità di valorizzare l?archivio familiare come patrimono collettivo, anche attraverso un lavoro di digitalizzazione, che renda disponibile a molte persone e a più utenti contemporaneamente, il frutto dell?attività instancabile degli storici fratelli. Per quanto riguarda il futuro dell?associazione, citiamo le parole della presidente del Cif di Grosseto, Maria Smecca Rizzo Pinna che ha assicurato: ?Non ci fermiamo e ci impegnamo ad andare avanti secondo l?esempio che abbiamo ricevuto, con gioia ed entusiasmo.? PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 101 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Lockdown, distanziamento, autocertificazione: ?La grande peste del 1600 a Firenze? in un libro tristemente attuale Ha un ché di tristemente attuale e familiare il saggio dello storico Pier Paolo Benucci dal titolo ?La grande peste del 1630 a Firenze? appena pubblicato per i tipi di Mauro Pagliai Editore (pp. 96, euro 10) L a ?quarantena universale?, istituita dal granduca Ferdinando II de? Medici per la prima volta in Europa. La ?bolletta?, un documento con cui si certificava di non essere appestati. Il divieto di processioni e manifestazioni pubbliche, le misure di distanziamento interpersonale. Leggendo il saggio dello storico Pier Paolo Benucci intitolato La grande peste del 1630 a Firenze (Mauro Pagliai Editore, pp. 96, euro 10) ci si trova di fronte a una situazione tristemente familiare. ?Non solo il Granduca inventò di fatto il lockdown ? spiega l?autore, a lungo docente negli istituti superiori ? ma la situazione venne gestita in modo assai più razionale rispetto a oggi: il provvedimento, che di fatto chiuse in casa 102 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 gran parte dei fiorentini, fu accompagnato da un?attenta attività di censimento. Tutte le scuole e le botteghe, a parte quelle della lana e della seta, vennero chiuse, e la città fu suddivisa in sestieri per agevolare la distribuzione dei viveri, l?individuazione dei malati, il sequestro di carri, carrozze e cavalli?. Il testo, frutto di una ricerca decennale negli archivi cittadini, vede oggi la luce in un anno in cui il contagio torna ad essere percepito come una minaccia quotidiana. Certo, la scienza medica ha fatto passi da gigante rispetto a una scena dominata da cerusici, speziali e ?ciarlatani? (piazzisti di unguenti e amuleti), ma già all?epoca si comprese come la malattia fosse in qualche modo trasmissibile dagli animali (topi) all?uomo. E anche se la superstizione era diffusa e la teoria dei ?quattro umori? andava ancora per la maggiore, a Firenze si promossero iniziative intraprendenti come un?incessante ricerca del ?paziente zero?, il primo a introdurre la malattia in città. ?Questo mentre a Milano ? nota Benucci ? era invece diffusa la credenza dell?untore?. La peste resa famosa dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni colpì la città di Firenze in due ondate successive, nel 1630-31 e quindi nel 1632-33. Basandosi su un apparato iconografico di opere, fonti e documenti coevi, l?autore ricostruisce in primo luogo le modalità di diffusione dell?epidemia e le dinamiche sociali che la accompagnarono. Il saggio approfondisce poi l?argomento medico, delineando i rimedi impiegati in quegli anni e le figure professionali coinvolte nella cura dei malati. Una sezione specifica è poi dedicata alle testimonianze sulla peste, con particolare attenzione alle cronache dell?epoca, ai diari e agli epistolari come quello di Virginia Galilei, figlia del celebre scienziato. Pier Paolo Benucci La grande peste del 1630 a Firenze Mauro Pagliai, 2020 Pagine: 96 Caratteristiche: ill. b/n, br. ISBN: 978-88-564-0453-1 Collana: Storie del mondo Settore: DSU1 / Storia - S1 / Medicina Prezzo: 10 ? SCOPRI AZIENDE AL TOP | Storie di imprese e di imprenditori di Maremma CC Estetica, la scommessa vincente di Cristina Ciacci nel mondo della bellezza È una bella storia imprenditoriale e di vita quella che sta scrivendo Cristina Ciacci, titolare di CC Estetica con sede in via Luca Signorelli a Grosseto. Una storia scritta con impegno, passione, perseveranza, competenza e tanto coraggio per concretizzare un sogno coltivato sin dai tempi delle scuole quando capì che la bellezza e il benessere dei suoi clienti dovevano diventare la sua mission ed il suo mondo DI LINA SENSERINI 104 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 Cristina Ciacci L a sua forza è il passaparola, i clienti soddisfatti del servizio che consigliano il suo centro estetico ad amici e conoscenti. Ma per fare questo non ci si improvvisa, ci vuole professionalità, competenza, passione, attenzione, esperienza. Cristina Ciacci, titolare di CC Estetica, in via Luca Signorelli a Grosseto, lo sa bene, perché il benessere dei suoi clienti è la sua mission, fin da quando, dopo la scuola, ha deciso che la bellezza fosse il suo mondo. La passione di una vita Milanese, 51 anni, lavora in questo campo da quando ha finito gli studi da figurinista, una professione che allora era molto ricercata e spalancava le porte della moda, tanto più nella città italiana che ha fatto del fashion un stile, oltre che un business. «In realtà, dopo l?esame di terza media, volevo iscrivermi a una scuola di estetica ? racconta Cristina, che nel 2012 ha deciso di trasferirsi in Maremma ? ma dato che c?era molta richiesta di personale formato nel ramo, non riuscii a trovare un corso che non fosse già al completo. Optai allora per la seconda scelta, il disegno di moda, che era pur sempre nel campo della bellezza, quella dei vestiti invece che del corpo, con la speranza di potermi dedicare, prima o poi, alla mia vera passione». L?occasione arriva alla fine dei quattro anni di corso per figurinista e proprio da un prestigioso centro estetico di Milano, dove Cristina inizia a lavorare subito dopo il diploma convinta, già da allora, che il mestiere si debba imparare sul campo. Contemporaneamente si iscrive a un corso serale di una scuola di PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 105 SCOPRI ???? Cristina Ciacci: «La bellezza è qualcosa che va oltre l?aspetto fisico, è un modo di essere, uno stato interiore che rende ogni persona unica e bella a suo modo. Per questo la mia filosofia di lavoro, al centro della quale è ogni cliente con le sue peculiarità, si basa sull?essere più che sull?apparire» I SERVIZI estetica. In breve tempo emergono la sua naturale attitudine e la passione per il lavoro, tanto che le viene affidata la responsabilità della parte tecnica, con nove persone da coordinare. Nel frattempo prosegue gli studi la sera e frequenta i corsi di specializzazione delle case cosmetiche, allargando il campo di esperienza e conoscenza ai diversi campi dell?estetica. Ma c?è ancora di più. Il centro in cui Cristina lavora, si trova in corso Vittorio Emanuele, a due passi dal Duomo, nel bel mezzo del Quadrilatero della moda, le vie iconiche del lusso e delle grandi firme, il cuore del fashion. «Buffo no? ? dice sorridendo ? i miei due mondi si ritrovavano insieme, perché il centro aveva tra i clienti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Armani e altri grandi stilisti. Anzi, ho passato al brand Dolce e Gabbana alcuni miei 106 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 disegni per la moda bimbi». Negli anni di lavoro in corso Vittorio Emanuele, mentre il salone veniva rilevato dal marchio Eliana Monti, Cristina Ciacci si rende conto che il mondo dell?estetica cambia velocemente, vengono inseriti nuovi servizi oltre a quelli tradizionali e la figura dell?estetista si evolve verso la consulenza estetica. Occorre quindi stare sempre al passo con i tempi e fare costantemente corsi di aggiornamento professionale affidandosi ai marchi seri e consolidati del ramo estetico e cosmetico. Poi nel 2005, una nuova offerta, da LCN un?azienda leader europea nel campo della ricostruzione delle unghie, che dagli anni Novanta si è affermato come un settore sempre più importante nei trattamenti di bellezza. «L?azienda ? sottolinea Cristina ? mi chiese di lavorare come consulente e responsabile commerciale per il Nord Italia, che non esitai ad accettare, vedendola come una nuova sfida e un percorso di crescita. Ho lavorato per il brand fino al 2012, viaggiando, organizzando corsi di formazione, curando il placement dei prodotti e la customer satisfaction, confrontandomi con numerosi altri centri estetici. È stato un periodo di grandi esperienze e soddisfazioni professionali nei sette anni che ho passato nella holding, durante il quale ho partecipato alle maggiori fiere nazionali e internazionali di estetica, da Düsseldorf al Cosmoprof di Bologna». Il ritorno in Maremma Al vertice del successo professionale, nel 2012, la scelta di venire a vivere a Grosseto, dove la chiamano gli affetti, i genitori e la sorella Barbara, che vive in Maremma da più di venti anni e ora Nella foto il Centro estetico di Cristina Ciacci lavora come marketing manager dell?agenzia Internetflay. Qui, del resto, Cristina ha le proprie radici dato che il padre è nato a Giuncarico e si è trasferito successivamente a Milano, dove ha lavorato per quarant?anni come responsabile di un?azienda per la produzione di materiali plastici. In Maremma, Cristina ha trascorso le vacanze fin da quando era bambina e qui vive il suo compagno, Giulio Marconi, titolare del negozio Antichi gusti di Maremma, macelleria e prodotti tipici locali di alta qualità. Arrivata a Grosseto, comincia a lavorare in un centro estetico, dove rimane per circa due anni, prima di decidere di avviare un?attività in proprio, rilevando il salone di via Luca Signorelli e trasformandolo nell?attuale CC Estetica, inaugurato a febbraio 2013. Il centro CC Estetica «La bellezza è qualcosa che va oltre l?aspetto fisico, è un modo di essere, uno stato interiore che rende ogni persona unica e bella a suo modo. Per questo la mia filosofia di lavoro al centro della quale è ogni cliente con le sue peculiarità, si basa sull?essere più che sull?apparire. La mia soddisfazione professionale e personale nasce dal poter mettere a disposizione del mio salone e dei miei clienti un?esperienza maturata in 25 anni di attività nel settore. Cui si aggiunge la passione, che mi ha permesso in passato di affrontare sfide professionali importanti». Chi si rivolge al centro CC Estetica non trova solo il professionista classico. O meglio, trova i trattamenti classici per il corpo, per il viso, le mani e i piedi, ma soprattutto trova una consulente che accompagna il cliente verso il percorso migliore per le proprie esigenze, in particolare nei trattamenti più avanzati: la depilazione con il laser, una gamma di prodotti per il viso e per il corpo, percorsi di benessere oltre che di trattamento del cosiddetto inestetismo. «Qualsiasi tipo di prodotto o servizio offerto ai nostri clienti ? spiega Cristina Ciacci, che lavora insieme a una collaboratrice, Daniela Sampaio Araujo ? prevede una consulenza iniziale, un body test per il corpo, dermo-diagnosi per il viso, oppure per la depilazione laser, per la quale utilizziamo uno strumento di ultima generazione. Da parte mia sono sempre estremamente onesta nel consigliare un trattamento o un prodotto invece di un altro, anche a rischio di scontentare il cliente, perché non è nel mio stile pensare al guadagno del momento. Il vero investimento è nella fidelizzazione delle persone che vengono da noi, nella reputazione professionale che ho costruito giorno dopo giorno, con serietà». CC Estetica ha dalla sua anche un diverso concetto di trattamento estetico, che si traduce in un percorso di benessere anche nei servizi più classici, ciascuno dei quali è calibrato sempre sulla persona di cui prendersi cura. Poi ci sono i prodotti, che Cristina ha scelto tra i marchi più affidabili e avanzati. Come la francese Gemology, introdotta da due anni in esclusiva per Grosseto, che con la gemmocosmesi ha rivoluzionato il concetto di trattamento. Utilizza, infatti, gemme preziose e semipreziose per una linea cosmetica ricca di oligoelementi e di valenze curative, da tempo riconosciute e applicate in cristalloterapia e gemmoterapia. Una novità che Cristina Ciacci ha scelto per il suo salone, per offrire ai clienti qualche momento di relax e benessere con la massima professionalità e qualità dei prodotti. «Mi piace creare benessere, offrire ai miei clienti un ?prodotto? diverso. Certamente è più difficile e impegnativo, ma nel tempo ripaga con la soddisfazione mia e di chi sceglie il mio centro», conclude Cristina. Info: CC Estetica Via Luca Signorelli, 32 ? Grosseto cristina.ciacci@alice.it (+39) 0564 25252 http://ccestetica.it/ PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 107 GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Scuola Europea Sommelier, un brindisi ai nuovi Sommelier! E... ?in bocca al? vino? Quest?anno così tormentato si chiude con una nota positiva in arrivo dalla Scuola Europea Sommelier di Grosseto. L?associazione guidata da Mirella Tirabassi dà il benvenuto al gruppo di nuovi Sommelier che hanno completato con successo il ciclo di formazione. Un importante traguardo che rappresenta anche l?inizio di un nuovo percorso nell?affascinante mondo del vino? F DI ELISABETTA RUSSO a piacere chiudere questo difficile 2020 con le congratulazioni ed il benvenuto nella SES, Scuola Europea Sommelier di Grosseto, al gruppo di corsisti che hanno recentemente superato gli esami di Diploma di Terzo Livello e ai colleghi già diplomatisi nella precedente sessione di esame. Congratu- 108 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 lazioni quindi al gruppo di tutti i nuovi Sommelier che sono entrati a far parte della Delegazione SES di Grosseto: Matteo Aderucci, Elisa Agnelli, Daniele Amaddii, Giovanni Bernardo, Fabrizio Buiarelli, Roberto Calvellini, Deborah Cappelli, Giorgia Cavallini, Michele Corazzi, Catia De Angelis, Gisella Ginanneschi, Chiara Ginesi, Alessandro Grisostomi, Irina Lebedeva, Giulio Marconi, Michele Micheletti, Tiziana Pantini, Delia Paraschiv, Dario Pialli, Samuele Pierini, Alessandro Prosperi, Graziano Quadalti, Alberto Rabai, Federica Rossi, Angelo Scaccia, Federica Scheggi, Maria Tanita Spang, Bodo Ziefle. Nella foto il gruppo docenti SES ?Miglior Delegazione SES d?Italia 2019?, premio motivato ?per l?organizzazione, la grande capacità di aggregazione e i risultati ottenuti con eccezionale costanza e dedizione di tutta la delegazione?, come si legge sulla targa consegnata per questo riconoscimento. I corsi di formazione della SES si svolgono su tre livelli di circa dieci lezioni l?uno su un arco temporale di tre anni, per concludersi con l?esame finale per conseguire il Diploma di Sommelier alla fine del terzo anno. Il Primo Livello del Corso copre nozioni di base sull?enologia, sulla vitivinicoltura e sulla tecnica di degustazione; il Secondo Livello copre l?enografia nazionale ed internazionale, un affascinante viaggio nel mondo del vino in tutto il mondo; il Terzo Livello copre le tecniche di abbinamento cibo-vino, aprendo una finestra sul vastissimo mondo dell?enogastronomia che sta diventando sempre più attento alla valorizzazione della sinergia e della complementarità tra cibo e vino. ?È per noi una grande soddisfazione ? commenta Mirella Tirabassi, delegata Provinciale della SES ? vedere il nostro gruppo crescere anno dopo anno. Eravamo circa una quindicina nel 2013 quando abbiamo fondato la Delegazione di Grosseto ed oggi siamo più di settanta Sommelier sul territorio, un risultato che premia il lavoro e la passione del nostro gruppo Docente e di tutti coloro che aiutano nello svolgimento delle nostre attività didattiche e non solo, e ovviamente di tutti i corsisti che ci hanno dato fiducia e si sono impegnati nel loro percorso formativo. Tengo a sottolineare ? continua Mirella ? che ciò che per noi conta di più, al di là dei numeri, sono la qualità del nostro servizio e le caratteristiche del nostro gruppo. Nei nostri corsi di formazione prediligiamo classi non troppo numerose che garantiscono una maggiore qualità e soprattutto favoriscono la formazione di un gruppo di amici oltreché di futuri colleghi. Questo è ciò a cui più teniamo: essere un gruppo compatto, che condivide la profonda passione per il mondo del vino e si dedica a questo mondo con professionalità ma anche con divertimento. Il sorriso e la cordialità ci accompagnano sempre in ogni nostra attività?. Proprio per il forte spirito di gruppo di cui ci parla la Tirabassi, oltreché per i risultati raggiunti, la Presidenza Nazionale SES ha insignito lo scorso anno la Delegazione SES di Grosseto del premio La SES Grosseto affianca regolarmente ai corsi di formazione in aula anche molteplici attività sul campo, tra cui visite guidate a cantine e realtà produttive e servizi di degustazione nei principali eventi eno-gastronomici, dove i corsisti già dal primo anno di corso affiancano i Sommelier più esperti ed hanno così l?opportunità di costruire gradualmente una propria esperienza di contatto con il pubblico e di comunicatori del vino e del territorio. Inoltre i corsisti ed il gruppo docente si incontrano spesso, al di là delle lezioni formali in aula, per sessioni di approfondimento sulla conoscenza del PRIMO PIANO ? GUSTA ? 109 GUSTA vino e della tecnica di degustazione, sessioni che sono anche un?occasione per approfondire la conoscenza reciproca e costruire quel rapporto di fiducia ed amicizia che si rafforza col tempo. Quest?anno molte delle iniziative enogastronomiche a cui di solito la SES partecipa regolarmente non sono state realizzate a causa della situazione sanitaria, tuttavia il gruppo è stato comunque presente, ove possibile, per il servizio di degustazione in alcuni importanti eventi nel periodo estivo. Inoltre, per questo periodo in cui di nuovo non c?è la possibilità di incontrarsi, la SES sta realizzando un ciclo di incontri con la presentazione di aziende produttrici e ?degustazioni on-line?, attraverso la piattaforma Zoom e utilizzando i canali di Maremma Toscana Meets. I partecipanti da casa possono acquistare le bottiglie messe a disposizione dalle sei aziende aderenti all?iniziativa: Basile, Roccapesta, Fattoria San felo, Massi di Mandorlaia dei Conti Guicciardini, Montauto, La Magia. I produttori fanno anche omaggio ai partecipanti di un voucher per una visita e degustazione in azienda appena sarà possibile. L?incasso per la vendita dei vini verrà devoluto in beneficenza. Partecipano agli incontri esperti opinionisti quali lo Chef Gianpiero Cesarini del ristorante Il Leccino, il ?Tuscanista? Nicola Alocci Restaurant Manager Golf Resort Argentario, Francesco Carrieri Executive Chef Boutique Hotel Torre di Cala Piccola e altre realtà del territorio che si stanno aggiungendo. ?Desidero ringraziare per questa bella iniziativa degli incontri on-line gli ideatori Giulio Marconi e Maurizio Bigoni, nostri Sommelier, le aziende e gli altri partecipanti che hanno aderito al progetto e ?Maremma Toscana Meets? che aiuterà nella realizzazione? commenta Mirella Tirabassi. ?Noi intanto ? conclude Mirella ? siamo pronti a partire con i nostri corsi di Primo, Secondo e Terzo livello appena ce ne saranno le condizioni. Speriamo possano iniziare con il nuovo anno. E vogliamo guardare avanti con fiducia con l?obiettivo di proseguire questo nostro percorso di crescita per continuare a dare il nostro contributo al mondo del vino e a tutto ciò che lo circonda?. Per informazioni sui corsi: delegatogrosseto@gmail.com 110 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 WINE & FOOD NEWS ASSEGNATO IL TOUCHPOINT AWARD IDENTITY AL SATURNALIA ROSSO 2019, ROSSO NATURALE IGT TOSCANA DI FATTORIA LA MALIOSA È stato assegnato il 7 ottobre scorso nel corso della premiazione avvenuta a Milano il Premio Touchpoint Award Identity alla nuova etichetta di Saturnalia, vino rosso naturale IGT Toscana, blend di Sangiovese, Ciliegiolo e Cannonau grigio, prodotto da Fattoria La Maliosa, azienda agricola maremmana di Antonella Manuli. Un riconoscimento che premia un lavoro di identità e un metodo da cui l?etichetta ha preso spunto per raccontare una storia. L?etichetta racconta infatti Il Metodo Corino, processo per la produzione di uva e vino naturale, brevettato da Antonella Manuli e Lorenzo Corino e adottato da Fattoria La Maliosa. Un metodo complesso che trova espressione sintetica ma chiara, completa ed esaustiva nel label design del vino Saturnalia. ?Gli 8 principi su cui si basa il Metodo Corino ? si legge in una nota dell?azienda ? vengono trattati, con un layout moderno e coinvolgente, in altrettante etichette multisoggetto, rispettando comunque, in ognuna di esse, la completa descrizione del metodo. Si tratta di vere e proprie talking label che, in modo innovativo, fanno leva esclusivamente ed espressamente sul making di prodotto quale reason why forte di naturalità. Il brand La Maliosa, accennato in retroetichetta, assume un ruolo di endorser lasciando al racconto del Metodo Corino gli obiettivi da evidenziare: packaging di impatto, attrattività, distintività, autenticità. Un progetto di ecopackaging che ritrova in tutti gli attori coinvolti il valore di sostenibilità e rispetto ambientale, autentico tratto distintivo di Fattoria La Maliosa, azienda certificata biologica dal 2010. Il progetto è stato realizzato da RBA design, con la collaborazione di UPM Raflatac, Grafical,Verallia, Intercap closures, Amorim Cork Italia, Roedl and Partners?. ?CONSUMIAMO MAREMMANO, CONSUMIAMO TOSCANO?. L?APPELLO DI ATTILIO TOCCHI, PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA GROSSETO ?Dobbiamo acquistare prodotti del nostro agroalimentare?. Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto, lancia un appello ai consumatori maremmani affinché utilizzino prodotti della nostra terra e più in generale del nostro paese. ?Non è una volontà autarchica ? spiega Tocchi ? ma diventa una necessità per sostenere il settore, che quest?anno, come altri, è stato massacrato dal flagello del Covid. I nostri agricoltori hanno stoicamente retto, restando in ?campo? nonostante l?aumento dei costi e le tante difficoltà. Quelle maremmane sono produzioni di qualità che, anche da un punto di vista di sicurezza alimentare, sono migliori di quelle di altri paesi, stante le rigide norme cui sono sottoposte.? Tocchi annuncia che l?agricoltura non si fermerà e continuerà a produrre anche se dovesse prefigurarsi un nuovo lockdown, o fossero adottate misure più restrittive di quelle attuali. ?Teniamo conto ? puntualizza il presidente di Confagricoltura Grosseto ? che già il settore primario sta subendo una forte contrazione a seguito delle mancate vendite sul canale HoReCa, in considerazione delle strette su ristoranti e bar. Memori di quanto avvenuto nel primo lockdown, in cui anche i consumi privati non sono stati in grado di coprire le perdite, invito i negozi e la piccola e grande distribuzione a dare più spazio ai prodotti locali e regionali, magari organizzando esposizioni, per aiutarne gli acquisti. Solo se ci sarà un aiuto da parte dei consumatori riusciremo a reggere un urto, per certi versi devastante. Aiutateci ad aiutarvi.? VINO, FINANZIAMENTO DA 200MILA EURO ALL?ASSOCIAZIONE CHE UNISCE CONSORZIO VINO CHIANTI E CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO Un finanziamento da 200mila euro per la promozione, la partecipazione a fiere internazionali e l?organizzazione di importanti eventi. As.Co.t-Associazione Consorzi Toscani per la qualità Agroalimentare, costituita da Consorzio Vino Chianti e Consorzio a Tutela del Vino Morellino di Scansano (110 milioni di bottiglie e oltre 750 milioni di euro di giro d?affari insieme all?anno), si è aggiudicata il bando 3.2 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana. Vinexpo Paris 2021 sarà il primo appuntamento internazionale per l?associazione, con un?area espositiva istituzionale. Attesissima anche la presentazione, sempre a febbraio, delle anteprime con la nuova edizione di Chianti Lovers alla Fortezza da Basso di Firenze. ?Siamo felicissimi di questo risultato ? commenta Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti e presidente As.Co.T ? La recente scelta di unire i due consorzi in un?unica realtà si è rivelata vincente da subito oltre che apprezzata per la qualità dei progetti proposti. Siamo soddisfatti e convinti che questa sia la strada giusta per la valorizzazione delle denominazioni. Per questo confermiamo l?invito agli altri Consorzi toscani a partecipare e a lavorare insieme condividendo obiettivi e strategie?. Per i due eventi promozionali, l?investimento totale previsto è di 300mila euro, di cui 200mila ottenuti dalla misura 3.2 del PSR Regione Toscana. Le manifestazioni saranno ovviamente ridimensionate e adeguate alle normative sanitarie. Ecco i ?Tre Bicchieri? maremmani nella Guida del Gambero Rosso 2021 Sono otto i ?Tre Bicchieri?, ovvero i massimi riconoscimenti della guida Vini d?Italia del Gambero Rosso, assegnati nel panorama toscano ai vini di Maremma: 2 Morellino di Scansano DOCG, 2 Maremma Toscana DOC, 2 Montecucco DOCG, un IGT Monteti ed 1 Parrina DOC L a guida Vini d?Italia del Gambero Rosso è una delle più autorevoli e influenti guide italiane relative al mondo del vino, una guida insostituibile per tutti coloro che operano nel settore o nutrono interesse verso il vino italiano di qualità. Ogni anno vengono recensiti moltissimi vini delle più importanti cantine italiane. A ciascun vino recensito la guida attribuisce un punteggio espresso in bicchieri; in particolare il punteggio varia da un minimo di un bicchiere ad un massimo di tre bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. Ad oggi, la guida è stampata in lingua italiana, inglese, tedesca, giapponese e cinese. L?edizione 2021 è estremamente interessante in quanto sono stati assaggiati 46mila vini, molti di più rispetto alle scorse edizioni. Di questi 467 sono stati premiati con i Tre Bicchieri. La Toscana è nuovamente la regione con più Tre Bicchieri della Guida: ben 90. Nella nostra regione si sfidano i migliori talenti enologici del nostro Paese in zone conosciute in tutto il mondo. Chianti, Montalcino, Bolgheri e la Maremma sono irresistibili per chi ha voglia e ambizione di fare grandi vini. La Maremma, nel panorama toscano, si aggiudica 8 premi (?Tre Bicchieri?), assegnati a 2 Morellino di Scansano DOCG, 2 Maremma Toscana DOC, 2 Montecucco DOCG, un IGT Monteti ed 1 Parrina DOC: la piccola denominazione di Orbetello con vista sul promontorio dell?Argentario. Questi i ?Tre Bicchieri? nel dettaglio: - Costa dell?Argentario Ansonica ?19 ? Tenuta La Parrina (Albinia, Orbetello) - Maremma Toscana Alicante Oltreconfine ?18 ? Bruni (Orbetello) - Maremma Toscana Baffonero ?17 (Merlot) ? Rocca di Frassinello (Giuncarico Scalo, Gavorrano) - Montecucco Rosso Sidus ?17 (Sangiovese e Montepulciano) ? Pianirossi (Porrona, Cinigiano) - Montecucco Sangiovese Poggio Lombrone Ris. ?16 ? Colle Massari (Poggi del Sasso, Cinigiano) - Monteti ?16 (Petit Verdot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon) ? Tenuta Monteti (Capalbio) - Morellino di Scansano Calestaia Ris. ?16 (Sangiovese) ? Roccapesta (Scansano) - Morellino di Scansano Madrechiesa Ris. ?16 (Sangiovese) ? Terenzi (Scansano) Marina Valmarana PRIMO PIANO ? GUSTA ? 111 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana Il Fiorino, una storia di successo apprezzata in tutto il mondo DI DEBORAH CORON È una storia di successo apprezzata in tutto il mondo che dà lustro alla Maremma tutta quella iniziata nel lontano 1957 da Duilio Fiorini e proseguita oggi dalla figlia Angela Fiorini e dal marito Simone Sargentoni anime del Caseificio Il Fiorino con sede a Roccalbegna. Una storia d?impresa vera, che parla di difficoltà, di sacrifici, di impegno, di lavoro e di risultati davvero straordinari? I l silenzio del borgo interrotto solo dal canto degli uccellini, la bellezza della natura, il lento scorrere dell?Albegna a fare da sottofondo alle chiacchiere degli anziani del paese. Chiunque decidesse di visitare Roccalbegna potrebbe trovarsi di fronte a questa scena bucolica. Attenzione, però, c?è un vulcano, anzi ce ne sono due che, ogni giorno, tengono viva, attiva e scoppiettante l?atmosfera dell?antico borgo amiatino: sono Angela Fiorini e Simone Sargentoni, anima e corpo del Caseficio Il Fiorino. Quella de Il Fiorino è una delle storie imprenditoriali più interessanti e di successo della nostra terra. I pecorini de Il Fiorino hanno portato il nome della Maremma in tutto il mondo. Una storia di famiglia Angela e Simone hanno raccolto il testimone dell?azienda da Duilio Fiorini, che l?aveva fondata nel 1957 forte di 112 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 una tradizione familiare che risale al Settecento, quando la famiglia di pastori transumanti si stabilì a Roccalbegna. Dal 1812, anno in cui si trovano i primi documenti della presenza di Fiorini alla ?Rocca?, a oggi molto è cambiato, ma lo spirito alla base de Il Fiorino è rimasto lo stesso e poggia su tre pilastri fondamentali. Il primo è quello della qualità della materia prima: se i formaggi de Il Fiorino sono così speciali, così buoni, così eccezionali il motivo principale va cercato alla fonte, ovvero al latte. Solo il latte maremmano di prima qualità può entrare nel caseificio e solo il migliore di questo latte, già eccellente, viene scelto per le forme più pregiate che vanno a costituire l?élite della produzione. Dunque è semplice, basta cercare e lavorare il miglior latte e il gioco è fatto. Sì, in teoria, ma in pratica questo significa un grande, grandissimo lavoro svolto con gli allevatori del territorio. Un legame forte con il territorio Questo è uno dei più grandi meriti da ascrivere alla lungimiranza de Il Fiorino. Angela e Simone, infatti, hanno sempre cercato di mettere in pratica ?politiche? anche economiche, che garantissero un legame forte, leale e trasparente con i ?loro? conferitori di latte. Cosa significa politiche economiche? Significa pagare il latte ai propri conferitori un po? di più rispetto al prezzo di mercato ottenendo in cambio la possibilità di avere latte d?eccellenza durante tutto l?anno. Agli allevatori si chiede uno sforzo ad allungare la produzione, anche nei periodi di asciutta e questo impegno viene premiato a livello economico. Una soluzione win win, direbbero gli anglofoni, che favorisce sia l?azienda che gli allevatori, ma che soprattutto crea un legame virtuoso utile all?economia del territorio. Latte, tradizione e passione Se il latte è il primo pilastro su cui Nella foto Angela Fiorini e Simone Sargentoni poggia Il Fiorino, il secondo è quello legato alla tradizione, al mestiere, al know how, se vogliamo per continuare il nostro gioco linguistico tra italiano e inglese. Sono anni, decenni, secoli che a Il Fiorino si produce ?il cacio? e Angela e Simone hanno imparato il mestiere al meglio, dimostrando, negli anni, talento e dedizione. Due capacità che hanno coltivato e saputo unire alla creatività e all?attenzione verso le nuove tendenze di mercato. Il tutto sempre tenendo sempre i piedi saldamente per terra ?un passo dopo l?altro? come ama ripetere sempre Angela parlando del suo lavoro. Il terzo grande pilastro dell?azienda è la passione. ?Questa è una casa di lavoro? sono le parole con le quali Duilio ?Il Fondatore?, ha accolto il giovane Simone Sargentoni in famiglia. ?Rimasi subito colpito da questo monito ? spiega Simone ? e con il tempo ho capito che lavoro e passione sono due facce della stessa medaglia, senza le quali non si va avanti?. La fatica, l?impegno, le ore trascorse in azienda sono tutte scandite dalla passione per il latte, per il formaggio, per la consapevolezza di stare facendo qualcosa di importante per la Maremma. Ed è grazie a questa passione che i problemi, le difficoltà, gli inevitabili ostacoli vengono affrontati, ogni giorno, un passo alla volta. Lavorare in sicurezza anche durante l?emergenza Covid19 Anche la mazzata del Covid e l?imprevedibilità di questo momento non hanno piegato Angela e Simone, i quali, al pari di molti altri imprenditori maremmani, si sono rimboccati le maniche e hanno affrontato subito di petto il problema, con due parole d?ordine: lavoro e sicurezza. ?Continuare la produzione in questo periodo difficile ? dicono Angela e Simone ? è fondamentale per consentire a tutta la filiera lattiero casearia di non fermarsi. Rimane- re aperti, riuscire a prendere il latte dai nostri allevatori. Continuare la produzione e garantire il rifornimento dei negozi dove i consumatori trovano i nostri prodotti è determinante per evitare che questa situazione già difficile precipiti. Continuare a lavorare significa, per noi, sostenere la filiera e l?economia del territorio?. I grandi pecorini de Il Fiorino Dietro i grandi formaggi de Il Fiorino, poi, c?è un grande lavoro di squadra, portato avanti da uno staff professionale e preparato. Al centro di tutto questo ci sono loro, i pecorini: tutti sono realizzati artigianalmente, lavorati accuratamente in ogni dettaglio. Ogni prodotto utilizzato dal caglio al sale di Volterra fino alle materie prime per i formaggi affinati e aromatizzati sono di primissima qualità e alla fine il risultato si sente. Le celle di stagionatura, così come la storica grotta di famiglia scavata nella roccia di Roc- PRIMO PIANO ? GUSTA ? 113 GUSTA ???? Dal 1812, anno in cui si trovano i primi documenti della presenza di Fiorini alla ?Rocca?, a oggi molto è cambiato, ma lo spirito alla base de Il Fiorino è rimasto lo stesso e poggia su tre pilastri fondamentali: qualità della materia prima, tradizione e passione calbegna sono i luoghi dove i migliori pecorini riposano e maturano fino al momento opportuno. Da qui escono i formaggi che hanno reso Il Fiorino famoso nel mondo, a partire dalla Riserva del Fondatore, fino al Cacio di Caterina e alla Grotta del Fiorini. La Riserva, dedicato a Duilio Fiorini, ma nata dall?intuizione e dal lavoro di Angela e Simone, ha ottenuto premi in tutti i più importanti concorsi nazionali e internazionali: nel 2013 conquista il primo posto al mondiale dei formaggi di Tours, nel 2014, Super Gold e secondo al mondo a Londra; Super Gold nel 2016, San Sebastian, due medaglie d?oro a Londra, 2017. A Bergen, nel 2018, la Riserva è il miglior formaggio italiano e il quinto formaggio al mondo. È storia di questi giorni le tre stelle ottenute al Great Taste britannico e la nomination ottenuta come migliore prodotto 114 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 d?esportazione al mondo. Una novità divina La famiglia dei formaggi de Il Fiorino si è arricchita, da poco con un nuovo arrivo, il Cacio di Venere, un pecorino realizzato con latte biologico di maremma e tartufo bianchetto biologico. Assaggiare il Cacio di Venere è davvero un?esperienza divina: il primo impatto è la delicatezza dell?aroma unita a un profumo intenso. Un gusto armonico ed elegante nel quale latte e tartufo si sposano in un perfetto equilibrio senza che l?uno prevalga sull?altro. ?Cacio di Venere ? sottolinea Angela Fiorini ? nasce anche per rispondere a una domanda e a un apprezzamento che, nel corso delle fiere, veniva rivolto verso il nostro pecorino al tartufo, soprattutto da parte di clienti nordeuropei. Mossi da questo stimolo ci siamo avventurati per realizzare un nuovo formaggio e siamo arrivati al Cacio di Venere?. Tra Grosseto e il Monte Amiata Dietro l?élite della produzione de Il Fiorino ci sono linee di produzione che sono gli ambasciatori della qualità e dell?eccellenza del caseificio: i classici, come i caci marzolini, il Pecorino Toscano DOP, i pecorini del Fiorini della tradizione maremma; i freschi, con le ricotte; i crudi, vere delizie realizzate con latte crudo; i biologici, gli affinati, dai quali arriveranno, presto, importanti novità. Il filo conduttore di tutta questa filiera casara è la qualità, la qualità, nient?altro che la qualità. Nelle materie prime, nella produzione, nell?organizzazione d?impresa. A questo proposito la prospettiva per il futuro de Il Fiorino, anche a livello logistico, è di rafforzare sempre più la presenza a Grosseto, mantenendo ovviamente la produzione a Roccalbegna. Il legame con il capoluogo maremmano, del resto, è del tutto naturale ed è stato reso indissolubile nel 2017, quando il Caseificio Il Fiorino è stato insignito con il Grifone d?oro. ?Il premio che porto nel cuore più di ogni altro ? sottolinea Simone ? perché vedere riconosciuto il proprio lavoro dalla terra in cui si vive e che si ama non ha eguali?. La storia de Il Fiorino non è la storia di un idillio, è una storia d?impresa vera, con le sue difficoltà e i suoi successi. Ma proprio per questo dà speranza, perché racconta che con sacrificio, il lavoro e la testa sulle spalle i risultati arrivano. Sempre. I formaggi de Il Fiorino premiati al concorso internazionale Great Taste Nelle scorse settimane il Caseificio Il Fiorino è stato premiato al concorso internazionale Great Taste, premio della Guild of Fine Food dedicato ai migliori prodotti food e beverage del mondo. I formaggi premiati sono stati quattro. Tre stelle per la Riserva del Fondatore e per la Riserva del Fondatore Duilio. Premi anche per Pecorino Toscano DOP e Fior di Natura I l Fiorino si regala un?altra giornata stellare. Il concorso internazionale Great Taste, organizzato dalla storica organizzazione inglese Guild of Fine Food e riservato ai migliori prodotti food e beverage del mondo ha incoronato il caseificio maremmano. La Riserva del Fondatore ha ottenuto due premi con tre stelle, il massimo riconoscimento del contest. Oltre al tris di stelle per la Riserva, una stella è stata assegnata al Pecorino Toscano DOP stagionato e una a il Fior di natura Pecorino semistagionato biologico con caglio vegetale. Il Premio A selezionare cibi e bevande provenienti da tutto il mondo è una giuria di oltre 500 esperti, composta da chef, acquirenti, giornalisti, rivenditori. I lavori della giuria si svolgono per un periodo di 60 giorni durante i quali ogni prodotto viene degustato alla cieca. Il 2020 ha visto in lizza 12.777 prodotti tra food e drink. Di questi solo l?1,6 per cento, poco più di 200, hanno ottenuto tre stelle. Un risultato che conferma la Riserva del Fondatore, nell?élite mondiale dei prodotti. Ma anche le stelle del Pecorino Toscano DOP e del Fior di natura sono un grande successo visto che, in media, solo un prodotto su quattro riesce a ottenere l?ambito bollino di qualità. Dalle stalle alle stelle I tre pecorini premiati hanno già ottenuto riconoscimenti nell?altro contest organizzato dalla Guild, il World Cheese Awards, concorso mondiale dedicato ai migliori formaggi del mondo. Ultime in ordine di tempo, sono le 9 medaglie ottenute nell?edizione italiana svoltasi a Bergamo nell?ottobre scorso, tre delle quali conquistate proprio dalla Riserva, dal Pecorino Toscano DOP e dal Fior di Natura. La qualità della materia prima, latte altamente selezionato proveniente solo dai pascoli della Maremma, e l?unicità della lavorazione hanno fatto ancora una volta la differenza, convincendo la giuria a premiare Il Fiorino con i sigilli di eccellenza internazionale, quali sono le stelle assegnate dalla Guild of Fine Food. I commenti ?Il Great Taste ? sottolinea Angela Fiorini che guida, insieme a Simone Sargentoni l?azienda ? è uno dei premi di cibo e bevande più grande e apprezzato al mondo. Siamo orgogliosi di rappresentare, ancora una volta, al meglio la nostra amata terra di Maremma. Un grande ringraziamento va in primis alla nostra famiglia, ai nostri collaboratori, ai nostri allevatori, ai nostri estimatori e a tutta la nostra Maremma che ogni giorno ci sostiene?. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 115 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica Rocca di Montemassi, un gran bel cru dal carattere internazionale La Maremma enologica si lascia apprezzare sempre più. In questo angolo di Toscana nascono infatti vini di grande carattere e intensità aromatica come il Rocca di Montemassi, il cru della Tenuta situata nel territorio del comune di Roccastrada: un rosso elegante e possente, risultato della composizione di vitigni internazionali quali cabernet sauvignon, petit verdot e syrah L?azienda Estesa su 430 ettari, di cui 180 vitati, Rocca di Montemassi è l?esempio ideale di fattoria maremmana: una gemma tra le colline metallifere, i borghi d?arte e il mare. Il luogo perfetto per chi ama la bellezza incontaminata, i colori intensi e i grandi spazi. La realtà produttiva della Tenuta emerge in tutte le sue diverse sfaccettature: i campi coltivati, i vigneti e l?allevamento delle vacche maremmane; la cantina, cuore pulsante della Tenuta, gli ampi giardini e l?enoteca, dove gli ospiti possono assaporare i vini e godere della bellezza circostante; il Museo della Civiltà Rurale, dove è possibile riscoprire le radici profonde di questo territorio, la sua storia e le sue tradizioni. La Tenuta è diretta da Alessandro Gallo. I vini La luce, le buone escursioni termiche e i diversi terreni ricchi di depositi minerali, di ferro e di argilla creano un terroir ideale per diversi vitigni, dai tipici Vermentino e Sangiovese a varietà internazionali, come Syrah, Viognier, 116 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. In questo suggestivo angolo di Toscana nascono vini di grande carattere e struttura come il Rocca di Montemassi, di cui parleremo più avanti. Le altre etichette della Tenuta, tutte Maremma Toscana Doc, sono un insieme di tradizione e modernità: Le Focaie, in maggioranza Sangiovese, il Calasole prodotto con il vitigno autoctono bianco per eccellenza della costa toscana, il Vermentino, dalla splendida mineralità, freschezza e piacevolezza aromatica; il Syrosa, vino rosato piacevole e delicato dal colore tenue e frutto del blend di uve Syrah e Sangiovese; il Sassabruna vino robusto a di carattere internazionale. I vitigni che lo compongono tra cui Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon in questa porzione di Maremma hanno trovato infatti habitat ideale. Lo spirito indomito e l?anima selvaggia di Rocca hanno poi ispirato un Gin dedicato a Imperiale, il leggendario toro della Maremma. Imperiale infatti è un gin di produzione artigianale che nasce dalla selezione di sei botaniche ? ginepro, fiori di sambuco, camomilla, cur- cuma, bergamotto e rosmarino ? che con i loro aromi raccontano i profumi ed i sapori più autentici del territorio maremmano. Rocca di Montemassi 2016 Classificato come Maremma Toscana DOC, Rocca di Montemassi è il risultato della selezione delle uve migliori della Tenuta; si tratta di un blend di tre vitigni internazionali: Syrah , Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. Le uve sono raccolte manualmente, avendo attenzione di scegliere solamente i grappoli perfettamente maturi e sani. La vinificazione avviene separatamente per singola varietà in acciaio a temperatura controllata con macerazione delle bucce di circa 30 giorni. Successivamente, seguono la fermentazione malolattica e l?affinamento in carati di rovere francese da 350 litri per circa 14 mesi. Il vino affina almeno un anno in bottiglia prima di arrivare al consumatore. La prima annata di produzione risale al 2008. L?evoluzione e l?affinamento ideale del vino si esprimono al meglio intorno ai 6-10 anni. In questo vino, rosso e luminoso, punta di diamante della Tenuta Rocca di Montemassi, trovano la loro eccellente espressione i migliori risultati di uve Petit Verdot, Cabernet Sauvignon e Syrah della Tenuta. Il risultato è un vino strutturato, elegante e potente in cui le tre anime da cui trae origine emergono nelle loro caratteristiche più significative: i profumi di frutti neri, spezie e vegetazione, così come della macchia mediterranea, lasciano spazio a sentori in bocca che emergono progressivamente. Il risultato è uno sviluppo dinamico, avvolgente e persistente. Due parole sull?annata 2016 che ha originato il vino oggetto della degustazione. «L?annata 2016 è stata caratterizzata da un inverno piuttosto secco con scarse precipitazioni, seguito da una primavera mite con piogge abbondanti a maggio e giugno che hanno favorito lo sviluppo vegetativo. L?estate è stata invece afosa e soleggiata con picchi massimi nei mesi di luglio e agosto e con significative escursioni termiche tra giorno e notte che hanno favorito lo sviluppo delle sostante aromatiche e polifenoliche. Il bel tempo di settembre e il lieve abbassamento delle temperature hanno permesso di raggiungere la perfetta maturazione delle uve Syrah, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon che hanno potuto così esprimere tutto il loro potenziale qualitativo. Nel complesso è stata un?annata eccellente che ha prodotto un Rocca di Montemassi elegante e strutturato». La degustazione Rocca di Montemassi si presenta con un colore rosso rubino. Il profumo è intenso ed evoluto con note di frutta nera, sottobosco e sentori di tabacco. In bocca il sapore è concentrato e seducente con lievi sentori di spezie ed un perfetto equilibrio. Il finale è lungo e persistente. Come abbinamenti gastronomici sono consigliati salumi stagionati, carni rosse, selvaggina, cacciagione e formaggi a media stagionatura. Temperatura di servizio: 16°-18° C Info: Tenuta Rocca di Montemassi S.P. 91 Pian del Bichi - Roccastrada (GR) - Tel. 0564 579700 - sito web www.roccadimontemassi.it PRIMO PIANO ? GUSTA ? 117 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare I Marron glacé il dolce giusto per le festività natalizie. Provare per credere Il Natale si avvicina ed anche se sarà difficile festeggiarlo con le stesse modalità di sempre, causa emergenza coronavirus che ci sta perseguitando ormai da inizio anno, proviamo a suggerire un dolce, non proprio facile da preparare, perché richiede tempi lunghi e tanta pazienza, ma sicuramente buono: i Marron glacé N DI ALISSA MATTEI on mi ero mai avventurata a preparare tale prelibatezza, ho sempre gustati i marron glacé a Natale ben confezionati in lussuose scatole e pirottini di carta. Ma perché non prepararli in casa? Così mi sono documentata e naturalmente, più che in altre ricette, ho speri- 118 ? Maremma Magazine ? Dicembre 2020 mentato le varie fasi di preparazione e mi è stato utile anche la mia esperienza di laboratorio quando preparavo le soluzioni sature. Facile ma non scontata, piccoli accorgimenti perché oltre che il gusto anche l?aspetto dei marron glacé sia perfetto. La ricetta ha origini antiche quasi sicuramente è nata in Francia, anche se la contesa è in atto. Sembra infatti che i marron glacé abbiano origine a Cuneo nel 1500 alla corte Sabauda che all?epoca comprendeva anche parte limitrofa della Francia; non estranea neanche la Toscana della corte di Maria dei Medici. La prima ricetta sembra essere stata scritta nel 1651 da Pierre François, signore de La Varenne, nel libro Le Cuisinier Français. Viceversa, la prima ricetta italiana sembra sia stata scritta nel 1766 nel Confetturiere Piemontese. Famosa l?azienda di dolci Clément Faugier nella regione francese dell?Ardèche attiva da circa 150 anni, ma, ancora una volta l?Italia non è da meno, Angelo Motta mise a punto nel 1954-56 la pelatura a vapore e la canditura offrendo a tale ricetta una diffusione mondiale. Ma superiamo il primeggiare e vediamo la procedura: in sintesi si devono eliminare la buccia esterna e la pellicina interna cercando di mantenere l?integrità della castagna (blanchissage) e poi si procede alla infusione nello sciroppo di zucchero (ghiacciatura). La canditura deve essere estremamente lenta può durare anche 10 giorni. Ingredienti per 6 porzioni Marroni 1 Kg zucchero 350 g Acqua 500 g Vaniglia bastoncino 1 o anche 2, per chi ama la vaniglia Preparazione Far bollire i marroni interi senza intaccarli, a fuoco medio per 40 minuti; questo accorgimento è consigliato per evitare che l?acqua entrando all?interno del frutto possa indebolirne la tenuta. Dopo cottura, togliere la buccia esterna con pilucchino senza intaccare il marrone, continuando poi ad eliminare la seconda pellicina con attenzione. La sbucciatura è meglio farla quando i marroni sono caldi, quindi conviene tenerli sul fuoco molto basso, o riaccenderlo ogni tanto, ed estrarli dall?acqua pochi per volta a seconda della vostra destrezza. I marroni da caldi tendono a rompersi meno specialmente quando la pellicina fa delle pieghe che entrano all?interno della polpa. Via via che i marroni vengono sbucciati, immergerli nello sciroppo tiepido precedentemente preparato, scaldare una volta al giorno fino a raggiungere l?inizio della bollitura, quindi spengere il fuoco. Ripetere per alcuni giorni, magari anche mattina e sera. Alcuni accorgimenti. Il primo riguarda i marroni, ovviamente ce ne sono di più tipi anche se generalmente sembrano tutti uguali. Purtroppo all?acquisto sono già mescolati e dobbiamo prenderli come sono. Chi ha invece la possibilità di prenderli alla fonte, può chiedere al produttore. Il tipo migliore è il marrone che non presenta pieghe della pellina interna che cresce verso l?interno del frutto. Questo tipo garantisce perdite minime a causa dello spezzettamento durante la pelatura e la ghiacciatura. Lo sciroppo va preparato per tempo: sciogliere lo zucchero nell?acqua portando a bollore, raffreddare la soluzione ed in questa fase si formerà del corpo di fondo che con il tempo ritornerà in soluzione. Bisogna aspettare 2-3 giorni che tutto lo zucchero si sia risciolto. Ci vuole la pazienza di un certosino, come mio marito, che mi ha dato una mano nella sperimentazione! LE NEWS LE NEWS GIORNATE FAI D?AUTUNNO A CAMPAGNATICO Le Giornate Fai d?autunno quest?anno sono raddoppiate per consentire a tutti di poter fare le visite in sicurezza in aderenza alle norme anticovid. Il 18 e il 19 ottobre le visite si sono tenute a Campagnatico, dieci secoli d?arte e di paesaggio. L?edizione di quest?anno è stata dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai recentemente scomparsa. ?Campagnatico per gli amanti della commedia è un posto ideale per i luoghi indicati da Dante nella Divina Commedia?, ha spiegato la capodelegazione provinciale del Fai Maria Pia Vecchi ai vari gruppi intervenuti alle visite. Campagnatico è al centro di uno dei canti più famosi del Purgatorio nel cuore di un incontro indimenticabile, quello che Omberto Aldobrandeschi, noto per il delitto consumato in battaglia. Il poeta vede in Omberto il peccato di superbia: la superbia originata dall?orgoglio di appartenere ad un antico casato e perciò disprezzare gli altri, dimenticando la comune origine di tutti gli uomini. I versi, con sottofondo musicale che hanno fatto da splendido corollario ad alcune visite, sono stati recitati da Giacomo Moscato durante la sosta al teatro di Campagnatico e a Villa Rossi. Ma Campagnatico non è solo Medioevo: c?è anche il Liberty, infatti i visitatori hanno potuto ammirare due ville private, una speculare all?altra. Villa Bellaria di proprietà dei Lante della Rovere il cui palazzo è stato restaurato e 120 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 Nella foto Villa Bellaria (Campagnatico) parzialmente ricostruito, dopo le devastazioni dell?ultima guerra, dall?architetto Italo Gamberini (lo stesso che ha progettato la scuola elementare in via Sicilia a Grosseto) e l?adiacente giardino all?italiana progettato da Pietro Porcinai. La villa, infatti, è circondata da un ampio e suggestivo giardino di circa sette ettari dominato da un belvedere attorniato da cipressi con vista sulla valle dell?Ombrone. E poi la visita a Casa Rossi Passani costruita nel 1880 perfettamente descritta dalla storica dell?arte Vera Giommoni. Lo stabile, circondato da un giardino all?inglese, non ha subito modifiche, è ammirevole per i suoi affreschi e per le stanze arredate in stile Liberty, e poi il suggestivo soggiorno-serra, le scuderie, le carrozze e i finimenti questi ultimi rigorosamente custoditi in vetrine. Non sono mancate le visite alla Pieve di San Giovanni Battista, il cassero senese, l?ex pieve di sant?Antonio Abate e la chiesa di Santa Maria delle Grazie. I visitatori hanno potuto ammirare veri gioielli storici e ambientali del nostro territorio accompagnati nelle visite oltre che dal capo delegazione Maria Pia Vecchi, dagli architetti Orazio Schiavone e Luana Barbato e dallo storico dell?arte Lorenzo Mencattini. Le visite a Campagnatico si sono ripetute anche il 24 e il 25 ottobre per concludersi a Montorsaio dove Marcello Nelli, presidente degli Usi Civici della frazione, ha sottolineato l?importanza di questa antica pratica di sussistenza per la popolazione e ha mostrato le bellezze del suggestivo paese sorto in epoca medievale e controllato nel corso del tempo da varie famiglie, tra le quali gli Ardengheschi, che detenevano numerosi feudi tra gli attuali territori comunali di Civitella Paganico e Roccastrada. Le giornate organizzate dal Fai hanno esaltato ancora una volta questa grande iniziativa a sostegno dell?arte e della cultura, perché ci fanno scoprire beni storici artistici presenti sul nostro territorio in luoghi solitamente chiusi al pubblico, che hanno fatto la nostra storia e che ci rappresentano ed è importante scoprirli per apprezzarli e capire da dove veniamo. Rossano Marzocchi NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA A GROSSETO ARRIVA ?UNA TERRA DI MEZZO. I LONGOBARDI E LA NASCITA DELLA TOSCANA? Via libera dalla Giunta comunale di Grosseto alla prima fase di progettazione e organizzazione per l?allestimento, all?interno del Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (MAAM), della mostra temporanea ?Una terra di mezzo. I Longobardi e la nascita della Toscana?, da realizzarsi nel periodo marzoottobre 2021. L?esposizione sarà diffusa nei luoghi della cultura di Grosseto, ossia al Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (MAAM) come sede principale, ma anche in parte al Museo della Collezione Luzzetti e al Museo di Storia Naturale in collaborazione con Fondazione Grosseto Cultura. La mostra riunirà il lavoro di numerosi studiosi di dichiarata fama, circa quaranta, e comprenderà un centinaio di opere. Saranno coinvolti, apportando così una valenza nazionale ed internazionale all?esposizione, i musei di Chiusi,Volterra, Fiesole, Lucca e Colle di Val d?Elsa; ma anche del museo Archeologico e del museo del Bargello di Firenze e delle Soprintendenze Archeologica, Belle Arti e Passaggio di Siena, Grosseto e Arezzo, di Lucca e Massa Carrara, di Firenze, Pistoia e Prato, di Pisa e Livorno, di Roma Città Metropolitana, Viterbo ed Etruria Meridionale e della direzione generale dei musei. Esiste, inoltre, una trattativa in corso per una collaborazione di grandissimo valore con il British Museum di Londra. Nel Museo Archeologico e d?Arte della Maremma (MAAM) verranno organizzate sezioni tematiche per svelare, attraverso reperti in parte inediti, la grande epopea dei Longobardi in Toscana per un viaggio ideale nel tempo e nello spazio attraverso i momenti cruciali della saga longobarda, come per esempio: La Tuscia in età longobarda, i contesti urbani e le campagne. ?La nostra terra ? ha dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto ? gode di un passato e di una tradizione invidiabile. È incredibile di quanta storia e di quanta vita si sia radicata nella nostra area. La nostra Amministrazione, come ha sempre dimostrato, ?La Cucina delle Festività Religiose? in un libro dell?AIC La Delegazione della Maremma - Grosseto dell?Accademia Italiana della Cucina in visita al Vescovo della Diocesi di Grosseto, Monsignor Rodolfo Cetoloni per presentare il sodalizio e le sue attività ed in particolare la recente ristampa del volume dedicato a ?La Cucina delle Festività Religiose? a recente ristampa del volume dedicato a ?La Cucina delle Festività Religiose?, edito per la collana Itinerari gastronomici dell?Accademia Italiana della Cucina (prima edizione 2010) è stata l?occasione per la Delegazione della Maremma - Grosseto per fare una visita al Vescovo della Dio- L giustificato da una cucina che faceva riferimento al territorio e ai cicli del tempo e le feste erano anche trasgressioni che con l?opulenza di un giorno bilanciavano la fame o l?astinenza di lunghi periodi. Oggi le festività religiose, in gran parte laicizzate, hanno perso questa loro cesi di Grosseto, Monsignor Rodolfo Cetoloni, presentando il sodalizio e le sue attività. Il Delegato Ezio Maria Di Natali e due consultori, Massimo Bambagini e Roberto Ulmi, nell?occasione hanno illustrato le attività promosse dall?Accademia ed in particolare dalla Delegazione della Maremma - Grosseto, mostrando al Vescovo i contenuti del volume dedicato alle tradizioni gastronomiche italiane legate alle festività religiose. Com?è noto, fin dall?antichità vi è stato uno stretto legame fra le tradizioni religiose e quelle alimentari; il cibo era connotazione e l?abbandono lascia ampio spazio all?improvvisazione, anche in relazione alla sfera alimentare. Gli accademici, facendo dono del volume a Mons. Cetoloni, hanno sottolineato l?importanza dei contenuti del testo, basato proprio sullo studio delle tradizioni che ci legano al passato e delle quali l?Italia è assai ricca, testimoniando il continuo lavoro svolto dall?Accademia quale Istituzione culturale della Repubblica Italiana. Nella foto da sinistra: Roberto Ulmi, Ezio Maria Di Natali, Mons. Rodolfo Cetoloni e Massimo Bambagini LE NEWS ? 121 LE NEWS Grosseto, riparte on line la stagione teatrale 2020/21 Il Comune di Grosseto e la fondazione Toscana Spettacolo onlus non abbandonano la Cultura e danno vita ad una stagione 2020/21 di prosa, musica, danza e teatro giovani ecc. al teatro degli Industri, al teatro Moderno e in spazi comunali destinati ad attività culturali, trasmessa in streaming G randi novità a Grosseto per la stagione teatrale 2020/21. L?emergenza Covid ha portato il Comune di Grosseto a deliberare l?organizzazione, in collaborazione con la fondazione Toscana Spettacolo onlus, di una stagione di prosa, musica, danza e teatro giovani e le attività integrative e collaterali al teatro comunale degli salute culturale della comunità. Nonostante il periodo sia particolarmente complesso, non deve in alcun modo passare il messaggio che l?arte e la cultura siano un qualcosa di dimenticabile e di superfluo. Il Teatro, dunque, torna assolutamente protagonista e la tecnologia verrà messa a disposizione degli artisti e di chi desidera nutrirsi dello spettacolo?. Industri, al ridotto del medesimo, al teatro Moderno e in spazi comunali destinati ad attività culturali ? che verrà trasmessa in streaming. Il Comune di Grosseto ha deciso d?intervenire, compartecipando al bilancio preventivo, di aiutare il settore della cultura in profonda crisi. L?amministrazione comunale, dunque, non si è affatto dimenticata degli artisti, dei collaboratori e del pubblico amante dello spettacolo che, in ragione delle disposizioni restrittive per la lotta contro il Covid-19, sta vivendo un periodo durissimo. ?La sicurezza e la salute dei nostri cittadini ? ha dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto ? deve sempre essere al primo posto, ma non possiamo però dimenticarci di chi, da sempre, si è preoccupato della ?La nostra Amministrazione ? ha aggiunto Luca Agresti, vice sindaco del Comune di Grosseto e assessore con delega alla Cultura ? è perfettamente conscia di quanto il Teatro sia una realtà nevralgica ed imprescindibile della nostra comunità. La musica, la prosa, la danza e il teatro in generale non devono fermarsi e usare le piattaforme streaming, in questo momento, è un?ottima soluzione. È ovvio, proprio perché la speranza non può mai smettere di brillare, che si possa tornare al più presto a sedersi nelle nostre bellissime platee. Pensare alla stagione 2020/2021, nonostante tutte le difficoltà di questi tempi, significa aiutare tutti coloro che lavorano e vivono di spettacolo. Non dimenticandoci, inoltre, nemmeno del pubblico, ovvero di coloro che hanno da sempre seguito con passione i nostri appuntamenti teatrali?. 122 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 continua a credere e ad investire nel settore della cultura, promuovendo le nostre origini e tradizioni. Sono assolutamente convinto che l?iniziativa riscuoterà un enorme successo e che i visitatori ne resteranno entusiasti?. ?La mostra ? ha spiegato Luca Agresti, vice sindaco del Comune di Grosseto e assessore alla cultura ? sarà un evento di portata nazionale ed internazionale. Promuovere iniziative di questo tipo, significa non dimenticarsi del proprio passato. Significa conoscere le proprie origine ed esserne orgogliosi. L?esposizione porta in dote una collaborazione ricchissima di varie realtà e di ciò ne vado particolarmente fiero. Sono convinto che i visitatori, grossetani e non, ne resteranno più che colpiti dalla bellezza dei reperti esposti?. LA BAND DEI KYMYA E IL COMUNE DI GROSSETO SUONANO INSIEME La Giunta comunale di Grosseto ha approvato di coorganizzare con AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) la realizzazione del video ufficiale della band grossetana dei KYMYA, distribuito da Universal Music Italia sulla piattaforma Vevo. Il Comune di Grosseto ha messo a disposizione, dunque, temporaneamente il Teatro comunale degli Industri per la realizzazione del filmato. Il brano prende ispirazione da un fatto drammatico e realmente accaduto ad una giovanissima ragazza. Il testo parla infatti di una brillante studentessa che, dopo essere stata investita mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, si trova a lottare prima per la vita e poi per riprendersi la sua quotidianità. Il fine della band è quello di lanciare un messaggio di speranza, invitando i giovani a non sprecare il tempo della loro vita, distratti magari da cose futile, ed a credere nei propri sogni. ?Messaggi di questo tipo, soprattutto in un momento delicato come questo, sono assolutamente preziosi per i nostri ragazzi ? ha dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto. Credere delle proprie capacità, combattere per ciò che si desidera e non sprecare il proprio tempo e talento, è ciò che ogni giovane, fin da quando è bambino, dovrebbe sentirsi ripetere. La musica poi, inevitabilmente, è uno dei migliori veicoli per giungere all?attenzione dei nostri ragazzi. Sono veramente orgoglioso che la band grossetana dei KYMYA abbia deciso di mettere il proprio talento al servizio della comunità. Per questa ragione ringrazio sentitamente i due musicisti nostrani?. ?Incentivare iniziative di questo tipo ? ha spiegato Luca Agresti, vice sindaco ed assessore con delega alla Cultura - significa proteggere i nostri giovani, spronarli a non mollare mai ed accrescere la ricchezza culturale della comunità. La musica, senza ombra di dubbio, è uno strumento con il quale è possibile comunicare con i nostri ragazzi e provare, dunque, ad inviare dei messaggi di positività e speranza. La band dei KYMYA, da questo punto di vista, ha svolto un ruolo fondamentale e sono sicuro che il brano otterrà un grande successo?. L?ARTE DI ANTONIO LAZARI DONATA A GROSSETO La Giunta comunale di Grosseto ha deliberato l?accettazione della donazione voluta da Antonella Lazari, erede dello scultore Antonio Lazari. Il lascito, di cui beneficerà tutta la comunità grossetana e non solo, è composto da due opere di natura completamente diversa: una scul- tura di bronzo, denominata Famiglia a cavallo, e un dipinto su plastica, denominato Figura in rosso. Il Comune di Grosseto, come richiesto dalle condizioni relative alla donazione, si farà carico della realizzazione del basamento che sosterrà la scultura, per l?esposizione al pubblico, nella rotatoria di Piazza Risorgimento. Mentre, il dipinto sarà collocato in uno spazio di proprietà comunale sempre aperto alle visite. ?Voglio ringraziare Antonella Lazari per il prezioso dono che ha deciso di compiere nei confronti della nostra città ? ha dichiarato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto ?. Quando viene arricchito il patrimonio artistico di una comunità è sempre un momento importante, che segna il passo verso un progresso culturale di cui andare assolutamente fieri?. ?Le opere di Antonio Lazari ? ha spiegato Luca Agresti, vice sindaco ed assessore con delega alla Cultura del Comune di Grosseto ? sono un bene prezioso da custodire gelosamente. La nostra città, già da mol- to tempo, ospita alcune sue scultore, come Il Badilante e Maternità, che simboleggiano un significato sia umano che storico profondo, di fortissimo legame con la Maremma e con le nostre tradizioni. Sono particolarmente lieto di vedere incrementato questo patrimonio di altissimo valore.? CINIGIANO, IL COMUNE AFFIDA ALLA COOPERATIVA ?BIOFAN? LA GESTIONE DEL CENTRO VISITE DELLA RISERVA NATURALE DI POGGIO ALL?OLMO Il Comune di Cinigiano ha deciso di affidare la gestione del Centro visite della Riserva naturale di Poggio all?Olmo, nella frazione di Monticello Amiata, alla ?Biofan?, cooperativa di comunità presente sul territorio dal 2016. La cooperativa di comunità è un modello di sviluppo sostenibile dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, un modello che crea sinergia e coesione sociale, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni e rispondendo così alle diverse esigenze di tutela e assistenza. «Per l?Amministrazione comunale ? commenta Romina Sani, sindaco di Cinigiano ? la cooperativa di comunità può essere un valido strumento per rilanciare la vitalità dei nostri luoghi e anche per creare nuove opportunità lavorative. La ?Biofan? ? aggiunge ? è una realtà rappresentativa del territorio che può mettere in campo una capacità progettuale strategica nella gestione del Centro visite e nel suo utilizzo, pensato non solo per fini culturali e di promozione turistica, ma anche sociali e di utilità collettiva». Recentemente ?Biofan? ha allargato la sua compagine sociale: è stato rinnovato il Cda di cui fanno parte alcune associazioni locali, a conferma della identità di cooperativa sul territorio e per il territorio, ed è stata eletta la nuova presidente Elena Basile. «Gestire il Centro visite della Riserva in questo momento storico ? sottolinea proprio la Basile ? vuol dire cogliere una grande opportunità: offrire ai visitatori la possibilità di vivere il ?turismo dolce?, camminare all?aria aperta in un luogo naturale che si è meravigliosamente conservato e, nel far questo, assolvere a compiti importanti per la comunità: rivitalizzare l?economia del paese, coinvolgere i giovani nel lavoro, valorizzare ambiente e prodotti locali, promuovere l?integrazione sociale». La Riserva naturale provinciale di Poggio all?Olmo si estende attorno ai rilievi di Poggio all?Olmo (1.080m), Poggio Materaio (939m) e Poggio la Torretta (854m), a sud dell?abitato di Monticello Amiata. La Riserva si contraddistingue per la presenza di castagneti da frutto e per la presenza di una variegata fauna selvatica, con quattro sentieri che la attraversano: il Sentiero dei ?Patriarchi? con i bellissimi castagni secolari, il Sentiero delle acque, il Sentiero dell?Aquilaia e il Sentiero Campo ai Peri. Nell?area di Monticello Amiata sono presenti altri percorsi naturalistici tra cui la Via della Castagna e la Via delle fonti. In questo contesto la cooperativa con la gestione del Centro visite dovrà garantire diversi servizi: quelli di front office e info point per l?informazione di base, l?accoglienza, la promozione turistica, la valorizzazione dei prodotti tipici e del territorio, Nella foto, uno scorcio della Riserva Naturale Poggio all'Olmo LE NEWS ? 123 LE NEWS ma anche come sportello comunale per servizi in ambito sociale e scolastico; la prenotazione-booking nelle strutture ricettive, per servizi turistici, raccolta prenotazioni, iscrizioni e verifica disponibilità per iniziative e manifestazioni promosse a livello comunale e provinciale; i servizi di back office per la redazione con la gestione dei dati sul turismo nel Comune di Cinigiano, l?aggiornamento del proprio sito web e il supporto al marketing turistico. La scelta da parte dell?Amministrazione di affidare il servizio a ?Biofan? è in linea con il programma di sviluppo regionale e segue l?adesione del comune di Cinigiano al Protocollo di rete sulla cooperazione di comunità in Toscana e al Protocollo di intesa tra Regione Toscana, Anci e Comuni Toscani per la creazione di una rete per l?economia collaborativa e l?innovazione civica. ?SENZA TITOLO?, INAUGURATA IN PIAZZA BACCARINI A GROSSETO LA SCULTURA DI LUCIO PARI È stata svelata il 13 novembre scorso in piazza Baccarini (quella che per i grossetani è già diventata la ?piazza dei musei?, visto che proprio lì si affacciano il Polo culturale Le Clarisse e il Museo archeologico e d?arte della Maremma) dove rimarrà fino a domenica 14 marzo, la scultura monumentale del grossetano Lucio Pari, che l?autore ha scelto di non ?battezzare?. E così con l?opera scultorea ?Senza titolo? prosegue il cammino verso la realizzazione del nuovo ?museo all?aperto?, il progetto voluto dal Comune di Grosseto 124 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 e da Fondazione Grosseto Cultura, che ha esordito (con successo) grazie alla mostra di Alberto Inglesi in piazza Dante. L?iniziativa con Lucio Pari ? oltre alle due strutture museali, tramite il Comune e Fondazione ? vede la collaborazione del liceo artistico del Polo ?Bianciardi? che ha fornito i supporti per una piccola mostra realizzata in Clarisse per accompagnare l?installazione monumentale e che verrà inaugurata quando sarà consentito riaprire i musei. Pari (Grosseto, 1953) ha frequentato, nei primi anni Ottanta a Venezia, il Centro Europeo per la conservazione e restauro del patrimonio architettonico e ha perfezionato in seguito la propria formazione grazie alla frequentazione continua con maestri internazionali. Il suo stile si è delineato all?insegna della sperimentazione nella lavorazione a caldo dei metalli, realizzando opere pubbliche e private: negli ultimi anni ha collaborato con università, scuole e accademie, tramite progetti, docenze e la partecipazione a manifestazioni in Italia e all?estero. Senza trascurare la sua Grosseto, cui ora ?regala? (per quattro mesi) la sua scultura ?Senza titolo?. «L?esposizione della splendida opera di Lucio Pari ? spiega Giovanni Tombari, presidente di Fondazione Grosseto Cultura ? non vuole essere un?altra iniziativa episodica, comunque di gran valore artistico, ma si inserisce in una strategia già avviata e ben definita che si propone di valorizzare nel modo migliore gli spazi pubblici cittadini tramite l?esposizione di sculture e installazioni. In poche parole, la creazione di un vero e proprio ?museo all?aperto? per Grosseto, intenzione che abbiamo annunciato da tempo. Un?esperienza che prosegue dopo il grande successo ottenuto nei mesi scorsi dalla mostra ?Donna in cammino? con le sculture di Alberto Inglesi esposte nel cuore della città. Adesso i grossetani (e non solo, ci auguriamo) potranno ammirare un?opera senza titolo, una mostra senza titolo, per un artista orgogliosamente senza titoli come si definisce lo stesso Lucio Pari. Ci farà compagnia per tutto il periodo natalizio, fino all?arrivo della primavera. Perché la cultura non si ferma, neppure in questo periodo di chiusura dei musei, nel quale siamo stati costretti ad annullare o rimandare tanti eventi». Per informazioni sull?installazione è possibile chiamare il Polo culturale Le Clarisse ai numeri 0564 488067/069/547. COMUNE DI GROSSETO E SEAM A BRACCETTO PER LA VALORIZZAZIONE TURISTICA DEL TERRITORIO Comune di Grosseto e Seam spa, la società di gestione dell?aeroporto civile di Grosseto, firmano un protocollo d?intesa per la valorizzazione e la promozione turistica della Maremma in ambito locale, nazionale ed estero, attraverso attività concordate e varie iniziative nel settore del Turismo. Il protocollo d?intesa è un documento in cui il Comune di Grosseto, già ente capofila dell?Ambito turistico maremma toscana area sud, in rappresentanza dei Comuni di Capalbio, Monte Argentario, Orbetello, Isola del Giglio, Manciano, Pitigliano, Sorano, Semproniano, Scansano, Magliano in Toscana, Campagnatico, Cinigiano, Civitella Marittima e Civitella Paganico, si impegna a valorizzare, insieme a Seam s.p.a, il potenziale turistico del territorio. Consapevoli, ambo le parti, del grande richiamo dal punto di vista ambientale, storico, culturale, enogastronomico, paesaggistico, archeologico, termale, venatorio e faunistico, il Protocollo d?Intesa è atto all?organizzazione della promozione coordinata dell?offerta turistica della Maremma, anche a mezzo di terzi operatori ed all?attuazione di una costante collaborazione con Toscana promozione turistica. La Seam s.p.a. s?impegna dunque a partecipare alla promozione del progetto con oneri di spesa paritari a quelli del Comune di Grosseto; di collaborare con l?Agenzia regionale toscana promozione per partecipare ad una o più fiere nazionali ed internazionali, educational o press tour sul territorio o ad altre azioni con il fine di promuovere il territorio stesso e l?eventuale offerta creata dal partner; ad adoperarsi per incrementare i voli char- ter verso l?aeroporto di Grosseto. Il Comune di Grosseto, anche in rappresentanza dei Comuni dei rispettivi ambiti territoriali, si impegna a partecipare ai costi del Progetto con quota paritaria rispetto a Seam s.p.a; a facilitare ed a sviluppare la collaborazione tra i soggetti protagonisti attuali e futuri del presente Progetto; a monitorare l?attività oggetto del presente accordo, verificandone la coerenza con le decisioni e gli indirizzi del Coordinamento di Ambito e gli orientamenti programmatici dell?Agenzia toscana promozione. Il protocollo d?Intesa ha una durata di due anni, rinnovabili di altri due. ?Il potenziale turistico della nostra Maremma ? ha dichiarato Antonfrancesco Viva- relli Colonna, sindaco del Comune di Grosseto ? è enorme. Abbiamo la fortuna che nel nostro territorio non manchi assolutamente nulla: la natura, infatti, si coniuga alla perfezione con le nostre ricchezze urbane e architettoniche. Sono sicuro che il protocollo d?Intesa sarà lo strumento ideale per accrescere le presenze turistiche nella nostra area?. ?Se l?unione fa la forza, gli accordi che abbiamo stipulato sono la chiave di volta per una crescita esponenziale del turismo nella nostra bellissima Maremma ? ha spiegato Luca Agresti, vice sindaco del Comune di Grosseto e assessore con delega al Turismo ?. Sono convinto che coordinando e coniugando le nostre energie e risorse con tante altre realtà locali, il risultato sarà estremamente positivo. Ciò è un obiettivo che abbiamo da sempre, anche perché, aumentare la presenza dei turisti sul territorio, significa generare maggiore ricchezza e creare nuovi posti di lavoro, nonché esportare la nostra terra nel mondo?. GROSSETO, GUARDIE AMBIENTALI VOLONTARIE AL LAVORO Quattro Guardie ambientali volontarie (Gav) sono pronte a entrare in servizio. Operano in divisa, sempre in coppia, e Banca Tema, un video sulle iniziative anti-Covid Con il video ?#emergenzacovid19 ? Una Banca vicina quando serve davvero? Banca Tema racconta l?impegno profuso per dare sostegno a famiglie e imprese nel fronteggiare la difficile situazione pandemica all?inizio della pandemia Banca Tema si è attivata per dare sostegno a famiglie e imprese nel fronteggiare l?emergenza sanitaria. Per riassumere le iniziative attuate, Banca Tema lancia il video ?#emergenzacovid19 ? Una Banca vicina quando serve davvero? ? realizzato dallo studio grafico di Michele Guidarini ? diffuso su tutti i canali di comunicazione dell?Istituto di credito. ?L?intento ? fanno sapere da Banca Tema ? è quello di ripercorrere, in un minuto circa, i servizi a disposizione della D ne, il servizio di Help Desk gratuito, dedicato ai settori turismo e agricoltura, per fornire orientamento e soluzioni concrete ai quesiti attuali?. Il video illustra anche il supporto di Banca Tema ai presidi ospedalieri del territorio e alle associazioni locali del terzo settore. Un ecografo di ultima generazione è stato donato ai primi di aprile al reparto di rianimazione e terapia intensiva dell?Ospedale Misericordia di Grosseto e, assieme a Tema Vita e al Comitato per la Vita di Grosseto, è stata promossa una raccolta fondi per l?acqui- clientela e le iniziative a beneficio della collettività, che confermano Banca Tema un Istituto sempre vicino alla propria comunità, specialmente nei momenti più difficili. Proseguono, infatti, le misure già attive: la sospensione delle rate di mutui e finanziamenti ? 2.500 pratiche lavorate sino ad oggi ? la concessione di affidamenti in conto corrente per sopperire al bisogno di liquidità immediata ? oltre 1.000 richieste di nuova liquidità soddisfatte ? e l?anticipo della cassa integrazione guadagni. Continua, inoltre, il supporto alle imprese per il settore e-commerce, offrendo servizi utili ai nuovi canali di vendita: on line, a distanza e consegne a domicilio. Gli strumenti a disposizione permettono agli esercenti di gestire gli incassi in modo sicuro, veloce, professionale ed economico. Ancora a disposizione della clientela, infi- sto di un ventilatore polmonare donato anch?esso alla struttura ospedaliera grossetana. Inoltre, unitamente a Federcasse e in coordinamento con il Ministero della Salute, sono stati devoluti 10 mila euro per supportare le unità di terapia intensiva di tutta Italia. ?Abbiamo pensato che un breve video potesse raccontare in modo efficace quanto fatto finora da Banca Tema ed allo stesso tempo fosse utile alla clientela per orientarsi sui servizi offerti? dichiara il direttore generale Fabio Becherini. ?In questa situazione di emergenza, che ha colto tutti di sorpresa, ci siamo impegnati sin da subito per dimostrare concretamente la nostra vicinanza al territorio e questo video è una piccola ma significativa testimonianza dell?operato di tutti noi? conclude il presidente Valter Vincio. LE NEWS ? 125 LE NEWS Castiglione della Pescaia si prepara al Natale ?Luminarie su tutto il territorio comunale e la filodiffusione nelle vie centrali del paese caratterizzeranno le feste natalizie 2020-2021?. L?assessora Susanna Lorenzini presenta le iniziative al tempo del Covid in programma quest?anno a Castiglione della Pescaia L ?attuale situazione emergenziale, collegata al ritorno del diffondersi dell?epidemia da Covid-19, che ha inserito la Toscana in zona rossa, ha portato l?amministrazione comunale di Castiglione della Pescaia a mettere in atto tutte le misure di contenimento e di conseguenza quest?anno non è stato possibile organizzare eventi e manifestazioni di intrattenimento in occasione delle prossime festività natalizie. La Giunta ha però deciso di rispettare i simboli della festa del Natale e, anche nel 2020, saranno installate nelle vie del centro e nelle frazioni le luminarie, che si accenderanno la sera dell?8 dicembre. «Non sappiamo come potremo festeggiare il Natale, se potremo scambiarci gli auguri da uno schermo o a distanza ? 126 ? Maremma Magazine ?Dicembre 2020 spiega l?assessora al turismo Susanna Lorenzini ?, sicuramente non ci saranno gli spettacoli, né gli incontri nella piazza sotto l?albero, ma il paese sarà illuminato perché abbiamo tutti bisogno di speranza e la luce è il simbolo di questo sentimento». «Speriamo che a dicembre ? aggiunge Lorenzini ? le misure adottate dal Governo per sconfiggere la pandemia siano state efficaci e che sia data a cittadini e turisti, la possibilità di poter circolare nel territorio per apprezzare le stelle luminose ed ascoltare bella e tradizionale musica trasmessa da un impianto di filodiffusione che allieterà la passeggiata nel centro del paese». «Soprattutto i bambini hanno bisogno di normalità ed è compito di noi adulti rendere meno triste un momento così difficile. Per loro ? continua l?assessora ? in piazza Orto del Lilli sarà posizionato un particolare albero ed altri simboli caratteristici del Natale». «Mai come ora ? conclude Susanna Lorenzini ? torno a invitare tutti i castiglionesi, appena usciremo dalla zona rossa e riapriranno i negozi, a scegliere quelli presenti a Castiglione della Pescaia per fare gli acquisti dei regali da mettere sotto l?albero. Quest?anno è particolarmente necessario sostenere tutti gli esercizi commerciali del paese, acquistando nei negozi di vicinato e in tutti quelli che effettuano attività di asporto e consegna a domicilio. Dobbiamo dimostrare di essere una comunità, siamo stati messi a dura prova ma sono certa che ce la faremo». possono muoversi a cavallo, in auto o a piedi, in base al tipo di intervento necessario. Il loro compito è quello di garantire l?applicazione delle normative in materia di protezione dell?ambiente terrestre, marino, della flora e della fauna per evitare il fenomeno degli abbandoni dei rifiuti e delle discariche abusive e garantire così il decoro urbano e paesaggistico. Ma non solo. A loro spetta anche il controllo sui divieti di accesso a Fiumara, al chilometro 28, e più in generale sulla sosta all?interno di aree sottoposte e vincolo naturale e paesaggistico, come nel caso delle pinete. E poi attenzione anche sui luoghi sensibili della città, tra cui Mura medicee, parco Ombrone e parco di via Giotto. Le Guardie ambientali, istituite con legge regionale, lavorano a supporto della Polizia municipale, che le coordina, e si occupano anche di segnalare casi di degrado e di controllare e accertare reati commessi contro il patrimonio ambientale, culturale e naturalistico. Grande concentrazione, inoltre, sull?attività di prevenzione, con particolare attenzione a parchi, riserve naturali e territori sottoposti a vincolo paesaggistico, che richiedono maggiori sforzi per essere controllati, vista l?ampiezza degli spazi e i frequenti casi di violazione alle norme e regolamenti regionali in materia di ambiente. Un altro aspetto del loro lavoro riguarda anche l?educazione, con la partecipazione a programmi di sensibilizzazione e informazione rivolti anche ai giovani e alle scuole. Importante, poi, la collaborazione con le istituzioni e le autorità competenti contro le emergenze ambientali. ?Le Gav rappresentano una nuova unità a servizio della città ? commentano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l?assessore alla Sicurezza, Fausto Turbanti ? che, grazie anche all?impegno del segretario generale Luca Canessa, esprime in pieno la collaborazione tra cittadini e Amministrazione finalizzata alla cura e alla valorizzazione dei beni pubblici. Queste guardie potranno svolgere un lavoro importante e capillare grazie anche all?ausilio delle telecamere installate in città e nelle frazioni per le multe in ambito ambientale. Si tratta quindi di un progetto che si inserisce nell?investimento più grande che abbiamo fatto in ambito tecnologico, dotando Grosseto di sistemi di videosorveglianza di ultima generazione, di cui poi si sono dotati anche altri Comuni della provincia. Puntia- mo a migliorare i servizi resi ai cittadini attraverso il loro stesso coinvolgimento, valorizzando le varie forme di volontariato e associazionismo presenti sul nostro territorio?. NANNONI, UN SORSO DI... PITTURA IN DISTILLATI DI COLORI E PROFUMI Ha riscosso un grande successo la mostra del noto pittore grossetano Andrea Ferrari ospitata dal 17 ottobre al 6 novembre presso la Distilleria Nannoni Grappe. Appena in tempo per gustare una bella mostra prima dell?entrata in vigore delle recenti e più drastiche restrizioni anti Covid, il Maestro Distillatore Priscilla Occhipinti è riuscita ad ospitare nel salone della sua Distilleria, i quadri del pittore Andrea Ferrari uno dei più poliedrici artisti del nostro panorama locale e nazionale. Su prenotazione, scaglionati in piccolissimi gruppi di persone e garantendo la massima attenzione verso tutte le misure di distanziamento, i padroni di casa Occhipinti hanno accolto complessivamente oltre 200 visitatori. Uno sguardo all?artista. Andrea Ferrari di professione è un avvocato, ma anche un famoso pittore espressionista, uno scenografo e un creatore di particolari gioielli. Eclettico, poliedrico, la sua pittura è un?esplosione di vivaci colori su cui si muovono figure ed oggetti che rappresentano simbolismi, sfumature e allusioni fuori da ogni comune e banale convenzione. C?è tutta una cinematografica vitalità che porta il visitatore verso l?esplorazione dell?immaginario: i suoi quadri sono accattivanti e portano la firma della sua sincerità, della sua cultura e della sua grande passione per l?arte. Ha alle spalle numerose mostre personali tenute a Grosseto, città dove è nato ed in cui risiede, ma anche in tutta Italia. E? stato insignito del Premio Van Gogh e nel 2018 del Great Master Londra presso la Brick Lane Gallery. Dice di sé: ?La mia vita è un continuo lavoro con l?arte, i volti che dipingo - spesso simili ad alieni ? vogliono rappresentare l?uomo con tutte le sue contraddizioni?. In effetti in tutta la sua produzione, oltre ad usare forza del colore, appare chiaro il suo gusto al sarcasmo, la sua ribellione al potere e alla volgarità. Grappe Nannoni e l?Arte. Oltre all?esposizione dei suoi quadri, il pittore Andrea Ferrari ha disegnato e firmato per il Maestro Distillatore Priscilla Occhipinti alcune esclusive etichette per preziose bottiglie Magnum di Brunello invecchiate dieci anni. Antonella Vitullo Nelle foto alcuni momenti della mostra di Andrea Ferrari presso la Distilleria Nannoni LE NEWS ? 127 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane spa Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. 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