Maremma Magazine - Aprile 2020 - 1_Maremma Magazine 30/03/2020 12:12 Pagina 1 Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto ? Contiene I.R. M A G A Z I N E IN QUESTO NUMERO Mensile di informazioni turistiche e culturali ? Anno XVIII ? NUMERO 2 ? APRILE 2020 ? ? 3,50 Coronavirus, uno tsunami su scala mondiale che ha travolto tutto e tutti Inoltre... Quando la Maremma riuscì a sconfiggere una terribile piaga: la malaria Morellino Classica, si avvicina un super ?Giardino Viaggio di Ritorno?, arte edizione... Covid-19 permettendo pura per riflettere sul senso della vita ?Una storia maremmana? nei quadri del pittore Bacherini Obiettivo: creare una ?rete? di Cammini di Maremma LA VOCE DEI LETTORI LA VOCE DEI LETTORI UN MENSILE FANTASTICO Maremma Magazine è un mensile fantastico ed io lo compro sempre perché mi consente di scoprire tanti aspetti interessanti della Maremma corredati da bellissime foto. Complimenti vivissimi all?editore di cui sono stata insegnante qualche anno fa... Giovanna Carboni LA MAREMMA È GREEN Spett.le Redazione, se vi fa piacere, condividete questo post #MaremmaToscanaGreen, un libro a distribuzione #GRATUITA che mostra che una vacanza sostenibile è possibile! La Maremma è Green grazie a virtuosi progetti eco-sostenibili scovati grazie alla passione di chi vive, lavora e viaggia in modo sostenibile, da sempre. Da un?idea dell?#AgriturismoBiologicoSantEgle, con il patrocinio del WWF, del Comune di Sorano, del Comune di Pitigliano e grazie ad un bando della Camera di Commercio di Grosseto, prende vita un libro che suggerisce itinerari green nella provincia di Grosseto. Una vera e propria guida per chi, anche in vacanza, non scende a compromessi e vuole fare un turismo ad impatto Zero sull?ambiente, alloggiando in luoghi eco-friendly, mangiando a km zero ed acquistando direttamente da produttori agricoli biologici e biodinamici. Un vademecum green per chi viaggia senza rompere i fragili equilibri di un territorio. Il libro punta i riflettori verso le realtà virtuose della provincia di Grosseto, dove il lavoro rispetta il pianeta ed offre al turista green un luogo dove la vacanza è sostenibile a 360°. Nel libro si parla di amore per la Maremma attraverso le splendide Terme d?acqua calda, di vacanze spirituali per ogni credo religioso ed olistico, gli incontaminati itinerari naturalistici, i sorprendenti parchi artistici. Una guida ricca di suggerimenti per una vacanza attiva, senza dimenticare chi viveva in modo green la Maremma sei secoli fa, i nostri predecessori e rispettosi del pianeta, gli affascinanti Etruschi e non per ultimi i 28 splendidi comuni della provincia di Grosseto. Fai crescere il turismo sostenibile in Maremma! Condividi questo progetto: www.maremmatoscanagreen.it/ Erika Mugnai I CAMMINI DI MAREMMA Buonasera, seguiamo con interesse il Vostro lavoro. Siamo un?associazione di promozione sociale che opera su base volontaria. Il nostro progetto è di creare una ?rete? di sentieri della Maremma (che vogliamo chiamare cammini), che metta in comunicazione tutte le zone del nostro territorio, superando gli stretti confini dei singoli Comuni. Al momento stiamo predisponendo un primo tracciato per conto dell?Ambito Turistico Territoriale Maremma Toscana Sud (che comprende 14 Comuni, capofila Grosseto), che va da Orbetello a Talamone di circa 60 km. e che consegneremo nei prossimi giorni. Mentre alleghiamo alcuni nostri materiali per consentirvi una maggiore informazione, restiamo a disposizione per ogni ulteriore necessità, qualora lo riterrete opportuno, anche con un incontro presso la vs. Redazione. Per approfondire: Web: www.camminidimaremma.it Facebook: Cammini di Maremma Instagram: Cammini di Maremma Cordiali saluti Nivio Fortini Presidente ?Cammini di Maremma ? APS? Grosseto Gent.mo Nivio Fortini, il progetto ci è piaciuto ed infatti ne abbiamo tratto un servizio pubblicato proprio in questo numero a pag? 48. L?auspicio è che possiate portarlo a termine e che possiate metterlo a disposizione del territorio. Buon lavoro Maremma Magazine La Redazione Avete idee e consigli da darci, complimenti o critiche da fare, oppure più semplicemente volete commentare un articolo o dire la vostra su un certo argomento? Questo spazio è per voi. Scriveteci via mail all?indirizzo redazione@maremma-magazine.it Compatibilmente con lo spazio a disposizione pubblicheremo il vostro intervento. 6 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 14 28 SOMMARIO VIVI 14..........Coronavirus, uno tsunami su scala mondiale che ha travolto tutto e tutti ed inevitabilmente anche la Maremma... 20..........Quando la Maremma riuscì a sconfiggere una terribile piaga: la malaria 24..........Morellino Classica Festival, si avvicina un super edizione Coronavirus permettendo 28..........?Una storia maremmana? nei quadri del pittore Bacherini in mostra a ?Il Quadrivio? 32..........?Giardino Viaggio di Ritorno?, arte pura che fa riflettere sul senso della vita 38..........Sulle tracce del patrimonio culturale francescano in Maremma? 44..........DOC Maremma Toscana, conferme importanti e tanta voglia di crescere... emergenze pandemiche permettendo 48..........Obiettivo: creare una ?rete? di sentieri o meglio di Cammini di Maremma 52..........Il Castello di Montemassi, un luogo magico dove si respira la storia 56..........Confartigianato e Credito cooperativo, un patto per il rilancio dei finanziamenti alle Pmi 32 40 SCOPRI C?è da vedere 60..........Metti un tour alla scoperta delle mura di Massa Marittima Chicche di Maremma 64..........Generazioni, quando una parola esprime il senso di un comune patrimonio. Storia di un?amicizia: Boero Bellezzi e Alfio Cavoli Personaggi 68..........Gregorio VII da Sovana, il Papa rivoluzionario che cambiò la Chiesa ed il mondo occidentale L?angolo del libro 72..........Alessandro Pugi, quando sperimentare i vari In copertina, ?I mutanti?, opera dell?artista Rodolfo Lacquaniti esposta nel suo ?Giardino Viaggio di Ritorno? situato in loc. Piatto Lavato a Buriano (Castiglione della Pescaia) Foto Studio Bonon SOMMARIO ? 9 76 generi letterari diventa un?arte 74..........?Storie nostre? il libro dedicato a Monterotondo Marittimo GUSTA Vino e dintorni | Notizie varie dal mondo del vino e non solo 76..........Investire per crescere, la ricetta della cantina cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano WINE NEWS 78..........Morellino di Scansano DOCG, al via la modifica del disciplinare per aggiungere ?Toscana? in etichetta 79..........Mantellassi annulla i festeggiamenti per i 60 anni di attività: ?È l?ora della 80 responsabilità per tutti? 79..........Marchesi Mazzei affida a Zed_Comm le attività di ufficio stampa e pr Di vino in cibo | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana 80..........San Felo, dal cuore della Maremma Toscana? con la Maremma Toscana nel cuore Il vino del mese | Alla scoperta della Maremma enologica 84..........San Michele n°3 Rosato di Poggio L?Apparita, una bella espressione di sangiovese vinificato in rosé La ricetta | Piatti da sperimentare e... gustare 86..........Le Frittelle di San Giuseppe, ottime sempre e non solo a marzo per la festa 10 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 86 LE NEWS del Babbo 88..........?Città visibile? 2020, ecco i bandi per partecipare 89..........Turismo, formata l??Unità di crisi? per affrontare l?emergenza in Toscana 89...........Grosseto, una nuova vetrata istoriata in Cattedrale 90..........AdF ha celebrato la Giornata Mondiale dell?Acqua 90...........Gli interventi ambientali di Eni Rewind nelle Colline Metallifere 91..........Università di Siena, online il nuovo sito web ?OrientarSI? uno strumento per gli studenti che sono alle prese con la scelta del corso di laurea 110 91..........L?ucraino Baryshevskyi vince il Premio internazionale pianistico ?Scriabin? 2020 92..........I Beach Nordic Walkers alla conquista di Capo d?Uomo all?Argentario 92..........Polo Agroalimentare, pubblicato il bando 93..........La musica perduta degli Etruschi al cinema 93..........Caseificio Il Fiorino: ?Noi non molliamo? 94..........Celebrata in modo diverso la Torciata di S. Giuseppe 2020 94..........Emergenza Covid19, il Certema a fianco degli operatori sanitari toscani promuove la produzione di dispositivi di protezione individuale. Ricevuta una commessa dalla Regione L?EDITORIALE DEL DIRETTORE L?EDITORIALE di Celestino Sellaroli Coronavirus, una storia incredibile? che non avremmo mai voluto raccontare? U no tsunami. Non ci viene parola migliore, per descrivere ciò che è successo in questo drammatico mese di marzo 2020 (col senno di poi, ci viene da pensare a cosa avessimo da festeggiare la notte di San Silvestro!). Uno tsunami incredibile, che ha travolto tutto e tutti. E, forse (sebbene, come si dice, sia sempre l?ultima a morire) pure la speranza. Già, perché nessuno, a fine febbraio, avrebbe mai potuto immaginare, neppure con la più fervida fantasia, cosa sarebbe successo di lì a poco. Era davvero impossibile ipotizzare che un fottutissimo virus avrebbe potuto dilagarsi ed espandersi così velocemente, su scala mondiale, causando migliaia e migliaia di morti e arrivando, addirittura, a paralizzare l?economia dell?intero pianeta. Una cosa mai vista prima che ha causato e sta causando, oltre ad una dolorosa perdita di vite umane, anche danni patrimoniali ingentissimi e di difficile quantificazione ad oggi. Per trovare qualcosa di simile occorre risalire agli anni del Secondo Conflitto Mondiale, quando una guerra, vera e sanguinosa, combattuta secondo gli schemi tradizionali (terraaria-acqua), portò morte e distruzione in mezzo mondo. Alla fine, dopo sei cruenti anni di belligeranze che lasciarono sul terreno solo macerie, iniziò quella lunga, lenta e faticosa rico- 12 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 struzione sfociata ? per quanto riguarda l?Italia ? prima nel Miracolo Italiano degli anni Sessanta, poi nella crescita degli anni Ottanta per arrivare fino all?era tecnologica e digitale dei nostri giorni. Un?era, quest?ultima, spazzata via (se non fisicamente, almeno nelle sue impalcature economiche e sociali tradizionali, nelle sue costruzioni apparenti, nelle sue certezze oggi disilluse), da un?altra ?guerra?, dichiarata, in questo caso, non da uno Stato, ma da un virus invisibile, a tutta l?umanità. Un brutto sogno? Magari! No, tutto questo è realtà e mai avremmo voluto scrivere un Editoriale del genere. Ma, purtroppo, è successo davvero. Difficile capire le cause, che forse non sapremo mai. Secondo gli scienziati il Covid-19 è un virus naturale partito dalla Cina (forse) e diffusosi rapidamente in tutto il mondo. Secondo altri le cose sarebbero andate diversamente... Di certo, magari a bocce ferme, chi di dovere approfondirà ed indagherà sul serio, per comprendere cosa diavolo è successo. Fatto sta che oggi il mondo appare annichilito, impreparato di fronte a questa immane tragedia che segnerà l?intera umanità, al punto da determinare una linea di confine ben marcata, tra un prima ed un dopo. Senza volere esagerare e/o senza minimamente voler apparire blasfemi, siamo convinti che la storia ? così come c?è sta- to un avanti ed un dopo Cristo ?, si preoccuperà di raccontare un prima ed un dopo Coronavirus. Infinite, infatti, sono le cose che il Covid-19 cambierà quando usciremo finalmente fuori dal tunnel. È pressoché impossibile, a detta degli analisti, che tutto possa tornare come prima. Troppi gli equilibri ? umani, sociali, economici e forse anche psicologici ? che questa incredibile vicenda ha rotto, anzi travolto dall?oggi al domani. E ora? È arduo prevedere il futuro. In primis, perché ancora ne siamo dentro fino al collo. Nel momento in cui scriviamo, infatti, sono ancora vigenti le norme restrittive adottate dal Governo Conte per cercare di arginare il contagio attraverso quarantene forzate e limitazioni, addirittura, della libertà personale (chi l?avrebbe mai detto che saremmo arrivati a tanto?), tese a garantire quell?allontanamento sociale, unica misura ? a detta degli esperti ? veramente efficace per cercare di contrastare l?espandersi dell?epidemia, o meglio della pandemia, così come l?Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il Coronavirus in data 11 marzo 2020. Insomma, una brutta storia che ? si diceva prima ? deve ancora arrivare all?epilogo. E l?epilogo non arriverà quando potremo finalmente cominciare ad uscire di casa e ad interrelazionarci con il prossimo, bensì molto, ma molto dopo. La fase immediatamente successiva a quella della riconquista della libertà di movimento sarà quella della ricostruzione del tessuto economico e produttivo azzerato da un lungo periodo di paralisi. E lì ci sarà bisogno di una massiccia quantità di risorse nazionali e sovranazionali (europee? chissà) per rimettere in moto l?economia. La speranza è che la ripartenza e la successiva riedificazione possa portare ad un mondo migliore. Che almeno tutto questo sia servito a qualcosa! È questo l?auspicio di tutti, ma purtroppo, nell?immediato, ci attendono tempi davvero duri? NOTA DI SERVIZIO Chiudiamo con una nota di servizio a beneficio dei lettori e degli abbonati. Riuscire a mandare in stampa il numero di aprile di Maremma Magazine è stata un?impresa tutt?altro che semplice, a causa delle misure restrittive adottate dal Governo ed a causa della chiusura di molte attività che ruotano attorno al mondo tipografico (fornitori di carta, tecnici, riparatori, ecc.). Alla fine ce l?abbiamo fatta, ma proprio a causa delle tante problematiche riscontrate, l?edizione cartacea approderà in edicola ? e successivamente agli abbonati ? non all?inizio del mese, ma più avanti. Viceversa, già da fine marzo è invece disponibile la versione digitale sulla nostra piattaforma on line raggiungibile all?indirizzo www.maxisoft.it/mdm/maremmamagazine grazie alla quale si può acquistare e leggere la copia del magazine (identica al cartaceo) attraverso pc, tablet e smartphone. Dal punto di vista dei contenuti siamo stati costretti ad eliminare da questo numero l?intera sezione dedicata all?Agenda con gli appuntamenti, a causa delle incertezze circa lo svolgimento di quelli originariamente programmati e soprattutto a causa dell?impossibilità di acquisirne di nuovi, totalmente azzerati fino a data da stabilirsi. Giocoforza quella sezione è saltata e sarà reinserita non appena torneremo ? si spera presto ? alla normalità. Intanto buona lettura! VIVI PRIMO PIANO - VIVI - SCOPRI - GUSTA EMERGENZA CORONAVIRUS Coronavirus, uno tsunami su scala mondiale che ha travolto tutto e tutti ed inevitabilmente anche la Maremma... DI LORENZO MANTIGLIONI 14 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 GLI APPROFONDIMENTI DEL MESE La situazione dell?economia in generale, per la nostra terra, è difficilissima. La tragedia del Covid19 rischia di andare ben oltre il contagio degli esseri umani, ammalando tutto ciò che ci circonda e soprattutto minacciando di infliggere duri colpi pure alla speranza. Già, perché quando finalmente potremo ripartire ci troveremo di fronte una recessione drammatica, dalla quale sarà difficile risollevarsi. Così, per approfondire meglio i risvolti di questa tragedia chiamata Coronavirus, abbiamo raccolto le voci di chi opera in Maremma (imprenditori, operatori del mondo turistico, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria), cercando di comprendere nel miglior modo la loro situazione con l?intento di evidenziare i possibili ed auspicabili aiuti che saranno necessari per uscire, quando sarà il momento, dalla crisi nella quale, dall?oggi al domani, ci siamo tutti incredibilmente ritrovati? C i sono articoli che nessuno vorrebbe o dovrebbe scrivere. Ciò che sta, in questi giorni, avvenendo nel nostro Paese ha del drammatico, sia dal punto di vista umano che economico. Facciamo una domanda: qual è, secondo voi, la più grande certezza economica dell?Italia? Il turismo, verrebbe da dire. E la risposta sarebbe tanto giusta quanto scontata. In fondo, come sarebbe possibile altrimenti? Roma, Matera, Venezia, la nostra Maremma, chi mai potrebbe togliercele? Le nostre città d?arte, i nostri paesaggi naturali, la nostra gastronomia e i nostri vini fieramente made in Italy, chi potrebbe mai portaceli via? Da sempre, e con ragione, ci siamo affidati alla nostra Bellezza (con la ?b? maiuscola) e non abbiamo mai avuto alcun motivo per non farlo. Oggi, ormai da qualche settimana, però tutte le nostre convinzioni vacillano rovinosamente. Il Coronavirus sta disintegrando le nostre certezze più profonde, soffocando l?intera economia nazionale e mondiale, compreso quel settore turistico che in Italia ha da sempre un peso specifico enorme. Purtroppo, come tutti ben sappiamo, la Maremma non fa eccezione. Sono ormai notizie quotidiane, scritte ogni ora, quelle relative alle quarantene e alle disdette delle prenotazioni da parte dei turisti. Da Follonica alle calette di Porto Santo Stefano, passando per Pitigliano fino a Grosseto, i numeri sono impietosi. Bisogna considerare che ? proprio perché non è chiaro quanto il contagio aumenterà nelle prossime settimane e quando potrà essere definitivamente debellato (o almeno contenuto) ?, i disastri, sia economici che di presenze dei turisti italiani e stranieri, rischiano di perdurare ben oltre i mesi di aprile e maggio, colpendo anche la stagione estiva. È chiaro che, e questo vale per tutto lo ?stivale? più affascinante del mondo, la speranza è che l?Italia, e così la Maremma, possa uscirne nel miglior modo possibile. E per sperare che questo augurio non sia solo una vana chimera, necessitano degli aiuti anche statali. In questa situazione serve, dunque, un forte dialogo costruttivo tra chi opera e vive di impresa (nei settori, agricolo, turistico e commerciale), con la politica e la società civile stessa. Cercando, tutti insieme, di capire quali strategie attuare per salvare il salvabile e quindi tutto il Paese. Abbiamo provato, in queste settimane, a raccogliere le voci di chi ha scommesso tutta la propria vita sulla Maremma ed oggi si ritrova costretto a far fronte ad una terribile situazione, di difficile lettura, anche per via delle incer- tezze relative alla durata dell?emergenza e soprattutto per via delle incognite sul dopo. Così, per approfondire meglio i risvolti di questa tragedia chiamata Coronavirus, abbiamo raccolto le voci di chi opera in Maremma (imprenditori, operatori del mondo turistico, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria), cercando di comprendere nel miglior modo la loro situazione con l?intento di evidenziare i possibili ed auspicabili aiuti che saranno necessari per uscire, quando sarà il momento, dalla crisi nella quale, dall?oggi al domani, ci siamo tutti incredibilmente ritrovati? Abbiamo parlato anzitutto con Maurizio Biancotti, collaboratore dell?Agenzia Immobiliare Biancotti di Marina di Grosseto, in merito alla situazione attuale. Com?è la situazione dal punto di vista delle prenotazioni? ?È chiaramente tutto sospeso. Noi abbiamo chiuso l?agenzia già dal 3 marzo proprio perché ogni tipologia di richiesta si era interrotta. Le valutazioni, in termini di prenotazioni e presenze, le faremo verso la metà di aprile. Oggi contiamo un alto numero di disdette per il periodo pasquale, praticamente ci manca tutto il flusso di prenotazioni di marzo, quando la gente inizia PRIMO PIANO ? VIVI ? 15 VIVI ???? Il Coronavirus sta disintegrando le nostre certezze più profonde, soffocando l?intera economia nazionale e mondiale, compreso quel settore turistico che in Italia (ed in Maremma in particolare) ha da sempre un peso specifico enorme seriamente a pensare alle proprie vacanze. Spero che verso la metà di aprile si possa capire se ci siano gli estremi per uscire da questa situazione.? C?è bisogno che i grossetani, una volta finita la crisi del Coronavirus, tornino ad investire le loro ferie sul nostro territorio? ?Abbiamo un grande bisogno di aiuto della popolazione. Spero che le persone della zona grossetana trascorrano la loro vacanza nella nostra provincia. Sarebbe davvero molto importante.? Anche Amedeo Vasellini, proprietario del ?Granduca Hotel? e di ?Terme Marine Leopoldo II? a Marina di Grosseto, ha risposto alle nostre domande. Che cosa può dirci in merito alla crisi che anche le sue attività stanno 16 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 subendo? ?Posso dire che le Terme oggi sono chiuse e il personale è in ferie. Mentre l?hotel è aperto perché ospita chi lavora sui treni e negli ospedali, chiaramente ad organico ridotto. Siamo in attesa della cassa integrazione e che il Governo ci spieghi i suoi decreti, perché i dubbi e le domande sono tante.? Cosa dovrebbe fare lo Stato, secondo lei? ?Serve un intervento nell?ambito dei mutui. Le rate devono assolutamente slittare in quanto non possiamo accedere a nuove liquidità. Serve un accesso alla cassa integrazione e la possibilità di poter spostare il personale da una mansione ad un?altra, proprio per evitare di licenziare qualcuno. Bisogna considerare che, vista l?emergenza destinata a prolungarsi nel tempo, non potremo fare affidamento sul turismo estero. Inoltre, a differenza di molte altre attività, quello che noi perdiamo oggi non lo recupereremo più e la nostra ripartenza, alla fine della crisi, sarà enormemente più complessa.? È importante che i grossetani decidano di compiere le proprie vacanze in Maremma? ?Certamente sì, ma mi sentirei di aggiungere qualcosa in più. La nostra terra è bellissima ma la concorrenza è spietata e serve che le amministrazioni ci aiutino in questo senso. Mi auguro che il Comune e la Provincia compiano quello che rientra nei loro doveri: rimettere in ordine le strade dei luoghi turistici, migliorare i servizi pubblici, Foto Giancarlo Gabbrielli costruire nuovi parcheggi per le automobili e una lotta agli affitti in nero (distruggendo così la concorrenza sleale). Non basta affidarci sulla fiducia o sull?essere propositivi.? Maurizio Parrini, Presidente provinciale degli albergatori, ci ha offerto una visione ancor più completa della situazione turistica ed economica nostrana. ?Ancora non conosciamo il contenuto del decreto economico quindi dobbiamo aspettare prima di tirare le somme. Comunque la situazione è veramente preoccupante, visto che il novanta per cento della provincia, che opera nel settore alberghiero, è stagionale.? Cosa dovrebbe fare lo Stato per dare una mano alla vostra categoria? ?Permetterci di ottenere liquidità perché oggi siamo con l?acqua alla gola. Ci auguriamo un aiuto anche dalle banche e la nostra categoria ha avanzato la proposta di poter scaricare dalle tasse la vacanza fatta in Italia dagli italiani stessi. Servono, inoltre, investimenti nell?ambito turistico perché esso tocca tutti i settori economici italiani: dal gastronomico, ai trasporti, fino all?industria.? C?è speranza che il periodo estivo possa essere più positivo? ?La speranza è l?ultima a morire, anche perché è la caratteristica principe di chi opera nel settore imprenditoriale.? Gabriella Orlando, direttore provinciale Ascom Confcommercio, ha risposto alle nostre domande evidenziando la drammatica realtà del settore commerciale. Cosa può dirci sulla situazione che sta attraversando il settore del commercio? ?La situazione è drammatica. A parte il settore alimentare, soprattutto la grande distribuzione, che registra un aumento di fatturato, il resto vive una situazione profondamente difficile.? Qual è la categoria che soffre di più? ?Quella della moda senza ombra di dubbio. Sia per i negozi, sia per gli ambulanti. Il settore è completamente a terra perché, oltre agli affitti da pagare e i dipendenti da stipendiare, ci sono altre due criticità: l?assortimento della Indagine Doxa, l?impatto del coronavirus sulle aziende S econdo la maggior parte delle aziende l?impatto sul business della diffusione del Covid-19 è stato immediato, mentre un?azienda su cinque attende effetti a partire dal mese di aprile. Gli effetti stimati sono rilevanti in ugual misura sia per le aziende di dimensioni più piccole, quelle con meno di 50 dipendenti, che quelle più grandi, con oltre mille dipendenti. La ricaduta immediata è sulla domanda interna di prodotti e servizi, mentre l?impatto sull?Export è al momento più incerto, con il crescere delle preoccupazioni da parte dei piccoli imprenditori. Una buona parte delle aziende prevede un impatto significativo sugli investimenti, con riduzioni in particolare su piani marketing e comunicazione. In controtendenza, un?azienda su quattro dichiara invece che incrementerà le attività di marketing, mentre il 41% sfrutterà il momentum per mantenere o aumentare la propria presenza sui media. Le aziende hanno reagito al lockdown applicando lo smart-working massivamente e con efficienza, in particolar modo le multinazionali. Per una buona parte delle aziende (il 39%), in particolare dei settori finance, utilities e TLC, i cambiamenti organizzativi attuati saranno continuativi anche a fine emergenza. I timori di ripercussioni nel lungo periodo sono consistenti, ciononostante un terzo delle aziende si dichiara più ottimista e si aspetta che la crisi possa risolversi nell?arco di qualche mese. PRIMO PIANO ? VIVI ? 17 VIVI ???? Tante le proposte, le idee e i suggerimenti che arrivano dal mondo economico e produttivo per il dopo emergenza Covid-19 stagione primaverile è totalmente invenduto, mentre quello estivo sarà fagocitato da sconti e promozioni.? L?intervento del Governo come lo si può giudicare ad oggi? ?Il giudizio sulla manovra ?Cura Italia? è tiepido, perché sappiamo bene che è un provvedimento tampone per affrontare l?emergenza nell?immediato. Il blocco delle tasse e dei mutui è stato utilissimo. Spero ci sia pure il blocco delle utenze per quelle zone che non sono ?rosse?. Oggi, però, possiamo aspettarci di più, anche perché l?Europa ha autorizzato lo svincolo da tutti i parametri dei bilanci degli Stati. Serve la liquidità per gli approvvigionamenti (quando ripartiremo), lasciandoci nelle nostre mani l?Iva temporaneamente; ci aspettiamo una sorta di rivoluzione sulle imposte come Irap e Irpef; assumere il personale deve divenire conveniente e non costoso; infine, ed è una priorità, serve una semplificazione della burocrazia (ad esempio, è impossibile aspettare sessanta giorni per poter collocare un?insegna).? Sergio Andreucci, referente Confcommercio Grosseto per il settore alberghiero, ha analizzando la situazione del turismo in rapporto alla crisi dovuta al Covid-19. Quali sono i numeri e la realtà del settore alberghiero a seguito di questa catastrofe? ?Non sappiamo niente. Le prenotazioni che c?erano si sono praticamente azzerate. I primi ad annullare sono stati gli stranieri e poi gli italiani. Le struttu- 18 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 re che dovevano aprire a Pasqua non lo faranno. Qualcuno addirittura rischia di non aprire per niente. È veramente tutto fermo.? L?intervento dello Stato lo si può ritenere sufficiente? ?Le rispondo con un esempio: tutte le strutture che hanno assunto del personale, magari il primo marzo, non rientrano nella cassa integrazione prevista dal decreto (che riguarda solo chi è stato assunto prima del 21 febbraio); questi casi sono assolutamente fuori da qualsivoglia tutela. La speranza è che gli italiani possano fare le loro vacanze nelle nostre località, perché sul turismo straniero purtroppo non possiamo contarci. C?è un?altra considerazione da compiere: ma gli italiani avranno davvero la possibilità economica per pensare di andare in vacanza? Temo che sarà un anno veramente buio per il turismo. É come una guerra, penso che sia veramente come una guerra.? Per concludere, il sindaco del Comune di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha osservato, con attenzione e un pizzico di fiducia, il presente e il futuro della nostra Maremma. Cosa possiamo dire sulla situazione del turismo a Grosseto e della provincia? ?È una grande incognita che però potrebbe avere degli effetti positivi. Ovvero, non sappiamo quando questa situazione di pandemia si placherà (con le relative misure restrittive che azzerano il turismo), ma siccome l?Italia si è mossa prima degli altri, potrebbe scattare un effetto positivo del turismo interno-domestico. Spero davvero che le misure attuate blocchino il contagio, uscendo il prima possibile da questa situazione.? Gli interventi del Governo possono essere giudicati in maniera positiva? ?Il supporto dell?economia diventerà un problema più grave dell?emergenza sanitaria. Ciò che hanno subito l?agricoltura, il commercio, il turismo, è veramente gravissimo. Servirà molta flessibilità nel rapporto PIL-deficit, del Fiscal Compact, maggiore liquidità e aiuto alle imprese. Il decreto ?Cura Italia?, purtroppo, soddisferà al massimo il 2% di quelle che saranno le necessità manifestate dai comparti produttivi nazionali.? I grossetani sono virtuosi nel rispetto delle regole restrittive? E cosa si sente di dire a tutta la comunità? ?I grossetani si sono dimostrati virtuosi. Ciò non di meno le autorità hanno dovuto emettere alcune denunce penali, anche se non sono state tantissime. La perfezione è lontana, purtroppo, ma la risposta è stata positiva. Ribadisco assolutamente che bisogna stare a casa, prendere tutte le misure di cautela possibili, ridurre i rapporti sociali, anche inter-personali, e trovare coraggio e forza. Pensiamo a chi continua a lavorare, come i medici, il personale delle amministrazioni per i servizi essenziali e molti altri, mettendo a rischio la loro salute. E per questo rinnovo il mio personale ringraziamento.? Emergenza Coronavirus, Castiglione della Pescaia pensa già al dopo Il borgo di Castiglione della Pescaia, dalla forte vocazione turistica, sta subento come tutti i danni della difficile situazione creatasi a causa del Coronavirus. Pur tuttavia, si comincia già da ora a pensare al momento in cui finalmente usciremo dal tunnel. Susanna Lorenzini: ?Pronti a mettere in campo strategie per rilanciare il turismo e la cultura? « L?emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio tutto quanto gravita attorno al turismo e alla cultura, due comparti importantissimi per l?economia di Castiglione della Pescaia». Susanna Lorenzini, assessora al Turismo e alle politiche culturali, anticipa le strategie che l?Amministrazione comunale ha già intrapreso e quelle in cantiere per ripartire, appena terminata l?emergenza sanitaria. «Stiamo vivendo una situazione che in alcuni momenti sembra davvero irreale ? dice Lorenzini ? ma, di fatto, siamo in presenza in tutta Italia di migliaia di attività bloccate, comprese quelle collegate al turismo e alla cultura. Una situazione che sta producendo sviluppi negativi dovuti all?incertezza temporale per una risoluzione della crisi diventata globale». «È difficile fare previsioni, ma probabilmente ? sostiene l?assessora ? il turismo post Covid-19 vedrà di buon occhio piccole destinazioni come la nostra, dove ancora i rapporti fra territorio ed ambiente sono autentici ed armonici, per questo è nostro dovere mettere in campo tutte quelle azioni, in sinergia con il mondo dell?imprenditoria locale, che a crisi finita, ci diano la possibilità di ripartire e rilanciare questo settore per noi così importante». «Per suo conto ? prosegue l?assessora ? Toscana Promozione Turistica, ha attivato un Team di Crisis Management per raccordare le iniziative rivolte alla ripartenza del turismo in Toscana dopo la crisi Covid-19. Fanno parte del coordinamento anche Fondazione Sistema Toscana, Aeroporti di Toscana, Autorità portuale Mar Tirreno settentrionale, Irpet, le associazioni di categoria del turismo e Anci in rappresentanza degli Ambiti. Il team lavorerà fin da subito alla riprogrammazione dei piani operativi 2020 ed alla programmazione di quelli del 2021, con la ricollocazione delle risorse utili per il più efficace rilancio del settore a crisi finita». «Castiglione della Pescaia ? aggiunge Lorenzini ? ha un territorio conosciuto in tutto il mondo, dove importanti aziende turistiche lavorano e noi siamo pronti a dare l?apporto che ci compete per rilanciare il sistema turistico-culturale di questo paese». «La diffusione del ?prodotto Castiglione? e il contatto con i turisti ? sottolinea l?assessora al Turismo e alla Cultura ? fanno parte di due importanti strategie lavorative messe ai margini da ormai diverse settimane dal coronavirus e ci stanno prospettando uno scenario difficile. Come amministratori pubblici dobbiamo lavorare per mantenere interessante, nei limiti dettati dal momento, il rapporto con i futuri potenziali visitatori e lo stiamo facendo con l?aiuto della tecnologia». «Abbiamo fatto mettere in rete ? ricorda Susanna Lorenzini ? prelevandoli dai nostri archivi informatici, alcune ?pillole? di visite virtuali che rendono fruibili al pubblico i nostri ?tesori? storici, archeologici e ambientali, con lo scopo, oltreché di non interrompere il flusso della conoscenza, di allietare chi è costretto a rimanere a casa e magari incuriosire per future visite, quando tutto quello che oggi viviamo sarà solo un brutto ricordo». «Questo momento di crisi ? continua l?assessora Lorenzini ? lo dobbiamo vivere cercando nuove occasioni di contatto, ma soprattutto cercando di valorizzare il nostro patrimonio agendo con azioni mirate». «Molto presto ? conclude Susanna Lorenzini ? servirà mettere in campo tutte le strategie possibili per recuperare ciò che andrà perso. La cultura e il turismo avranno bisogno di sforzi concreti per rimettersi al passo, ma noi siamo pronti». PRIMO PIANO ? VIVI ? 19 VIVI EMERGENZA CORONAVIRUS Quando la Maremma riuscì a sconfiggere una terribile piaga: la malaria In piena emergenza coronavirus, che ha cambiato radicalmente le nostre vite, parliamo di una piaga che in epoche lontane ha condannato la Maremma per un lunghissimo periodo, ovvero la malaria. Un flagello da cui questa terra si è affrancata, grazie all?opera di bonifica iniziata con i Lorena e completata agli inizi del Novecento nel primo dopoguerra. Questo per dire che ne abbiamo passate tante, supereremo anche il Covid-19? DI CRISTINA CHERUBINI 20 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ? Sia maledetta maremma e chi l?ama?: questi i versi della famosa canzone ?Maremma amara? che riecheggia nell?animo dei Maremmani e non solo dai primi anni dell?ottocento. La Maremma ha fin dagli albori rivelato un grande senso di adattamento ed una forza spirituale spropositata, non si è mai arresa di fronte alle difficoltà, celando in sé risorse inestimabili, pronte ad essere rivelate a coloro che con coraggio e passione, si fossero impegnati per risanare le sue condizioni. Strade inadeguate, impossibilità di comunicare, popolazione inesistente e mortali pestilenze: questo era sommariamente il quadro che il territorio maremmano offriva nel settecento. ?A me mi sembra una maremma amara? (come ancora recita canzone) una vasta distesa paludosa, pullulante di zanzare ed odori nauseabondi, ove il passaggio spesso obbligato delle persone, portava paura e preoccupazioni alle famiglie e costringeva i viandanti a ridurre al più breve tempo possibile la loro permanenza in un luogo maledetto. Un?analisi etimologica della denominazione Maremma, effettuata attraverso una consecutio temporum storica ci porta a scoprire come sia modificata la percezione del territorio nel corso dei secoli. La parola ?maremma? nasce con l?iniziale minuscola, con la funzione di ricomprendere e descrivere qualsiasi zona paludosa situata nei pressi del mare, caratterizzata da una conforma- zione geomorfologica tale da impedire ai corsi d?acqua, ostacolati da dune e tomboli, il corretto afflusso al mare, mancando così della libera circolazione, portando quindi alla creazione inesorabile di acquitrini e paludi. Da un punto di vista prettamente geografico si evidenzia che la zona costiera della Toscana meridionale unitamente a quella del Lazio occidentale presentava un?area palustre (residuo dell?antico Lago Prile) decisamente più estesa rispetto ad altre presenti sulla superficie nazionale e per questo motivo decisero di scrivere la parola ?maremma? con la m maiuscola ogni volta che il termine si riferisse a tale territorio. A seguito delle opere di riqualificazione che negli anni tale zona ha affrontato, e del riconoscimento che essa oggi ha ottenuto a livello mondiale per la qualità dei prodotti, per l?unicità delle risorse in essa contenute, si può affermare che tale scelta etimologica, può acquistare in questi anni una nuova e positiva valenza, può infatti esprimere l?orgoglio di una terra che sa lottare, e rappresentare al meglio l?essenza della qualità Italiana. Il valore aggiunto del temperamento Italiano è racchiuso in un territorio che superando ogni difficoltà ed impedimento morfologico, si descrive oggi con l?iniziale volutamente posta in maiuscolo, ripercorrendo attraverso il tempo la devastante ed inesorabile pericolosità di una malattia mortale e sotto- lineando l?importanza odierna di una terra ricca di peculiarità ambientali, le quali rendono ogni sua creazione unica in tutto il mondo. Grazie all?opera dell?illuminato Leopoldo I, granduca di Toscana e al suo ?Discorso sulla Maremma?, la parte meridionale della regione ebbe la spinta propulsiva che stava aspettando, ottenendo con la bonifica promossa da Pietro Leopoldo, l?occasione per risplendere. Il sovrano conosciuto alla storia come leader focalizzato più sugli aspetti pratici che teorici, scorse nella Maremma una possibilità di sviluppo inestimabile, e dopo aver elaborato una strategia di crescita orientata su diversi fronti dette il via ad un processo di riqualificazione senza precedenti. La conformazione paludosa del territorio portava con sé numerosi problemi quali l?impossibilità di stanziamento della popolazione, la carenza di infrastrutture, le difficoltà negli scambi commerciali e nella comunicazione, oltre all?aspetto più importante e largamente diffuso nella memoria del tempo: la Malaria. Mal-aria così detta a causa dell?odore nauseabondo che esalava dalla acque stagnanti delle paludi, è stata per molto tempo associata al territorio maremmano, essa rappresentava una delle più grandi paure dell?Italia di quei tempi. ?Sempre mi trema ?l cor quando ci vai, perché ho paura che non torni mai? PRIMO PIANO ? VIVI ? 21 VIVI ???? La Maremma ha fin dagli albori rivelato un grande senso di adattamento ed una forza spirituale spropositata, non si è mai arresa di fronte alle difficoltà, celando in sé risorse inestimabili, pronte ad essere rivelate a coloro che con coraggio e passione, si fossero impegnati per risanare le sue condizioni così continua la canzone Maremma amara, ricordando ai posteri i dolori sofferti dalle tante famiglie divise a causa di tale malattia infettiva. Un tempo associata prettamente all?aria insalubre derivante dal ristagno delle acque, oggi sappiamo che tale malattia deriva invece da un parassita chiamato Plasmodium, e che il vettore principale di tale patologia è una particolare specie di zanzara femmina infetta, la Anopheles. ?Non vi è cosa più certa, nella fisica e nella medicina, che le acque stagnanti infettano l?aria ed insidiano alla vita degli umani individui? le parole che lo stesso Granduca riservò al territorio dopo che lo ebbe osservato. In Marem- 22 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ma infatti nel 1862 circa il 40% della popolazione era affetta da malaria, ma tale situazione fu debellata grazie alla compresenza di due fattori, la scoperta del chinino e l?opera di bonifica attuata dagli Asburgo-Lorena. L?oculata previsione di Pietro Leopoldo disegnava la Maremma come una terra potenziale per lo sviluppo dell?agricoltura, ove cioè un?opera di canalizzazione dei fiumi potesse riuscire ad ottimizzare la presenza di acqua usufruendone per irrigare i campi in modo efficace ed efficiente anziché lasciare che confluisse in punti stagni ed impervi senza aver alcun utilizzo se non quello di deturpare l?ambiente e rendere invivibile l?area. Fu così che la Maremma subì uno dei primi cambiamenti morfologici e paesaggistici di rilievo, l?organizzazione dei corsi d?acqua venne completamente stravolta, portando le acque melmose a defluire in aree palustri, e nuovi assetti facilitanti la comunicazione ed i trasporti, come la nuova linea ferroviaria creata alla fine del 1800, per facilitare il collegamento tra Pisa e Roma con una deviazione per l?Argentario, furono costruiti implementando così gradualmente il valore percepito dalle persone nei confronti di quest?area. Dopo l?opera pionieristica di Pietro Leopoldo tutta la famiglia venne coinvolta in tale impresa, così Leopoldo II nel 1828 diede inizio alla bonifica della pianura grossetana, dopo aver colmato le paludi, poté finalmente riaprire le strade, ricostruendo nuovamente anche l?Aurelia. La bonifica della zona paludosa portò con sé nuova speranza e contribuì al ripopolamento dell?area riqualificata, uno dei passi più importanti verso la sconfitta della malattia infettiva avvenne però grazie alla scoperta del chinino. Estratto ed isolato dalla corteccia dell?albero della china, nel 1817 i ricercatori francesi Pierre Joseph Pelletier e Joseph Bienaimé Caventou compresero che il chinino era lo strumento idoneo a debellare velocemente il parassita Plasmodium e a determinare lo sfebbramento del contagiato. Nonostante i traguardi raggiunti in campo scientifico e geologico la malaria continuò però ad affliggere la Maremma fino al 1970, quando l?Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò la penisola, zona indenne dal pericolo della comparsa di nuovi focolai. La Maremma riqualificata divenne nel tempo un punto strategico in campo economico, sociale ed anche bellico, questo portò essa a subire numerose trasformazioni, senza però vedere alterate le sue inestimabili ricchezze paesaggistiche, le quali hanno contribuito a rendere tale territorio un?oasi unica nel mondo, un connubio di scenari morfologici diversificati ma in equilibrio tra loro, che donano irripetibili caratteristiche alle risorse che in essa trovano vita e sviluppo, facendole così conquistare l?appellativo di culla di eccellenze nazionali legate ai settori più variegati. VIVI EVENTI Morellino Classica Festival, si avvicina un super edizione... Coronavirus permettendo Giunto alla sua nona stagione, con un programma ricco di celebrità internazionali della musica e di nuovi incantevoli luoghi che le ospiteranno, il Morellino Classica Festival proporrà (Coronavirus permettendo) 21 concerti in 16 luoghi diversi tra giugno e agosto per poi chiudere il 2020 con quattro concerti di fine anno L DI ELISABETTA RUSSO a programmazione del Festival Morellino Classica 2020 prosegue, pur nel difficile momento che la Nazione sta attraversando, con l?augurio e la speranza che la sua musica possa celebrare il ritorno alla normalità. Annullate per la situazione sanitaria attuale le prime presentazioni-concerti del Festival a Milano e a Napoli dove era previsto l?evento ?Maremma Toscana meets Neapolis? patrocinato dalle Camera di Commercio di Napoli-Grosseto-Livorno, la presentazione ufficiale del Festival è programmata per il 5 giugno a Grosseto presso la sede centrale di Banca TEMA, sponsor principale fin dalla prima edizione. ?Il Festival ? sottolinea il direttore organizzativo Antonio Bonfilio ? raggiunge quest?anno la sua nona edizione, con alle spalle 180 concerti in 30 luoghi differenti ed un crescente successo tributato da un pubblico sempre più numeroso e da una sempre maggiore attenzione di stampa e media. L?idea progettuale incentrata sul trinomio musica-natura-vino sta ricevendo crescente interesse dai settori che ne vengono toccati, con la partecipazione di prestigiosi interpreti, di nuovi Comuni che si aggiungono a quelli delle passate stagioni, e con il consenso di partners Pietro Bonfilio 24 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 che condividono la filosofia della manifestazione: produttori del settore vitivinicolo come Fattoria le Pupille, Frescobaldi Toscana, Conte Ferdinando Guicciardini, Principe Corsini, Terenzi, La Selva, Mantellassi ed altre importanti realtà del territorio, e non solo, tra cui Banca Tema Credito Cooperativo, Consorzio del Morellino di ScansanoToscana, Ricola, Mercedes-Benz?. I luoghi dell?edizione 2020 Una novità riguarda i luoghi che il Festival toccherà nel suo itinerario musicale, con una ?estensione geografica? che risponde all?interesse crescente verso la kermesse musicale e che si rispecchia da quest?anno nella sua denominazione, in cui si aggiunge al marchio la denominazione regionale ?Toscana?, a dimostrazione dell?ampiezza territoriale su cui la rassegna svolge l?opera di promozione e diffusione della musica. Tra le 16 località che il Festival toccherà quest?anno, ai luoghi ?tradizionali? nei comuni già consolidati negli anni, si aggiungeranno nuove località ad Arcidosso, Pitigliano e Sovana. Pitigliano, la splendida ?città del tufo? che lascia a bocca aperta i turisti da tutto il mondo, ospiterà due concerti nel Vescovado del Palazzo Orsini (XI secolo) e nella Sinagoga (1598), la Nelle foto alcuni dei luoghi del Morellino Classica Festival PRIMO PIANO ? VIVI ? 25 VIVI ???? La rassegna, il cui programma verrà presentato ufficialmente il 5 giugno, aggiunge al suo marchio la denominazione regionale ?Toscana? La Madonna dell'uccellino Il tenore Fabio Armiliati ?Piccola Gerusalemme?; Sovana, affascinante borgo medievale che porta i visitatori ad un magico ?salto nel passato?, aprirà al Festival le porte della sua imponente Cattedrale (VIII secolo), vero gioiello di architettura romanicogotica; Arcidosso, nell?incantevole cornice a ridosso del Monte Amiata, vedrà la Torre Giurisdavidica di Monte Labro (1869), ricca di suggestione e spiritualità, diventare per la prima volta palcoscenico di un Festival musicale. Grande musica, grandi interpreti e giovani talenti Con i 21 concerti di quest?anno, la maggior parte dei quali nel periodo estivo tra giugno e agosto e 4 nel periodo invernale tra fine Dicembre e Capodanno, la grande musica spazierà da concerti con orchestra o ensemble, alla musica da camera e al canto lirico. Ci saranno appuntamenti dedicati al 250° anno della nascita di uno dei più grandi 26 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 geni della musica, Ludwig Van Beethoven, e un evento dedicato al pianismo russo di cui il Direttore Artistico del Festival, Pietro Bonfilio, è grande studioso e fine interprete. Tra gli interpreti di fama internazionale citiamo la partecipazione del tenore Fabio Armiliato, figura centrale della lirica italiana nel mondo, al Festival per la prima volta. Come sempre si esibiranno anche i giovani talenti, ai quali il Festival dedica attenzione nell?intento di promuovere e sostenere la loro formazione musicale. Morellino Classica Festival collabora infatti con prestigiose istituzioni musicali quali l?Accademia Chigiana di Siena, la Scuola di Musica di Fiesole, Georg Solti Academy di Londra, il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, il Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca, il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma ed il Cidim Comitato Nazionale Italiano Musica di Roma. Il concerto d?apertura Tra gli appuntamenti di rilievo vogliamo segnalare quello di sabato 6 giugno che rappresenta il concerto d?inizio stagione e di festeggiamento, inserito nel programma generale, per un evento più unico che raro per il territorio di Scansano, la sua popolazione, la sua Parrocchia. Il Festival si dispone per l?importante occasione di accompagnare musicalmente il rientro in Italia della Madonna dell?Uccellino la famosa maiolica del XV secolo di Andrea della Robbia (1435-1525) che era stata rubata nel ?71, e solo nei mesi scorsi recuperata intatta in Canada dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e momentaneamente in mostra nel Palazzo Gregoriano del Quirinale. L?eccezionale evento è offerto da Morellino Classica Festival alla Parrocchia di Scansano ed è organizzato in collaborazione con il Parroco Don Emanuele Bossini. VIVI ARTE ?Una storia maremmana? nei quadri del pittore Bacherini in mostra a ?Il Quadrivio? Ha fatto appena in tempo Nilo Bacherini ad esporre le sue opere a Grosseto presso la Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? di Patrizia Zuccherini in viale Sonnino 100. L?artista maremmano dal 24 febbraio all?8 marzo, poco prima che scoppiasse l?emergenza per il Coronavirus, ha presentato i suoi lavori racchiusi nella bella personale dal titolo ?Una storia maremmana? A A CURA DI CORRADO BARONTINI E GUIDO CAPIRCI cavallo tra il mese di febbraio e marzo di quest?anno, ha avuto luogo una mostra antologica del pittore Nilo Bacherini presso ?Il Quadrivio?, la Galleria d?Arte grossetana che deve il nome alla sua posizione di sentinella all?incrocio delle Quattro Strade, snodo simbolico della città capoluogo. L?iniziativa è stata fortemente voluta dalla titolare Patrizia Zuccherini che, con un nutrito programma di eventi, sta realizzando un?azione di notevole interesse culturale per far conoscere l?arte in Maremma. La mostra alla Galleria ?Il Quadrivio? Nella sua esposizione Bacherini ha riproposto disegni, stampe e, soprattutto, quadri ad olio, permettendo ai visitatori di ripercorre idealmente ?Una storia maremmana? (titolo della mostra) attraverso le sue opere di Artista ultranovantenne. Particolarmente emozionante è stato il momento dell?inaugurazione ufficiale quando, intorno al Maestro, si sono raccolti gli amici che hanno realizzato una conferenza-incontro. Parlando del ?pittore? Bacherini, Giancarlo Capecchi lo ha definito ?un protagonista ed un testimone prezioso della crescita culturale di questa terra? sottolineando il fatto che nelle sue ope- 28 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 re è stata rappresentata la Maremma in trasformazione con i paesaggi, gli animali simbolici che la popolano e che nei suoi quadri diventano espressioni essenziali. Centrale è stato l?intervento di Mauro Papa, direttore del Polo Culturale Le Clarisse, il critico che, più di ogni altro si è occupato del lavoro artistico di Nilo Bacherini e ne ha curato le mostre. Egli ha sottolineato i passaggi formali della sua arte: dopo un primo periodo espressionistico, di reazione e rivendicazione sociale, in cui era prevalente la veemenza e l?intensità dei colori, il Maestro, che nel 1972, era stato a Parigi dove aveva avuto modo di visitare un?antologica di Francis Bacon, è approdato ad un nuovo tipo di pittura in cui ?la dialettica positiva si sposta dai conflitti sociali a quelli tra la Natura e la tecnologia deviata e disumana?. La sua Arte diviene ?informazione poetica?, un?Arte che contiene un pensiero di miglioramento del mondo. ?La pittura di Bacherini dell?ultima fase ? ha affermato ancora Mauro Papa ? non è più soltanto elemento estetico ma è anche elemento poetico, educazione, formazione e presa di posizione... non più veemente contro, ma poetica a favore!?. Paradigmatico esempio è il Ritorno di Odisseo: ?uno dei quadri importanti di questo pittore nel quale l?artista si pone come traghettatore di valori positivi verso una civiltà antica che deve essere recuperata?. Molto apprezzati anche gli interventi di Claudio Bottinelli, Corrado Barontini, Rossano Marzocchi e Moreno Quinti che, con le loro testimonianze, anche aneddotiche, hanno contribuito a celebrare l?Uomo oltre che l?Artista. Suggestivo il fuoriprogramma conclusivo ad opera del cantastorie Mauro Chechi che ha cantato un?ottava, improvvisando in rima, come vuole l?usanza dei poeti estemporanei: ?Nilo ti giuro son meravigliato/ tra questa gente qui la fai figura/ da tanti amici, vedi, circondato/ perché sei un uomo di grande statura./ Lo sai di te mi sono ricordato.../ anche Dante parlò della pittura/ se conosceva queste opere tue/ ti metteva tra Giotto e Cimabue.? Le opere di Nilo L?antropologo Pietro Clemente parlando delle opere di questo artista, scriveva: ?Bacherini ha per me soprattutto una poetica dei colori e dei racconti (ogni opera è come se dovesse raccontare una storia), incontra le mie stesse memorie con la Casa Rossa, con l?immagine dei maggerini, le barche del padule, ma colori e forme sembrano voler entrare in un racconto più grande Nilo Bacherini PRIMO PIANO ? VIVI ? 29 VIVI ???? Un artista, espressione del nostro territorio, che ha saputo con la sua pittura raccontare la Maremma, i suoi paesaggi e gli elementi architettonici, dando un?immagine reale della nostra terra anche se filtrata dalle sue emozioni e dalla sua fantasia che ha anche un valore di visione, o di profezia [...] Ma un insieme di opere non è un comizio, né un romanzo, non un volantino o un pamphlet, ogni opera sta davanti con le sue dimensioni, chiede attenzione, invita a essere considerata perdendo il ?tempo che è denaro? e guadagnando in libertà, in riflessione...?. Non a caso i quadri di Nilo ci interrogano, chiedono di essere interpretati. È stato lo stesso Bacherini a confidarci questa ragione: ?Con la pittura io cerco di dare lucido a delle probabilità di interpretazione della gente che vede il quadro, vede l?immagine e ad un certo momento non sa spiegarsi il perché sia così attratto da una immagine...?. Ogni sua opera contiene un messaggio che si lega alla storia della Maremma e la rac- 30 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 conta toccando i temi dell?attualità: un?arte impegnata a difesa dell?ambiente naturale, un?arte che responsabilizza la presenza umana nel governare il territorio, denunciando le contraddizioni dell?epoca in cui viviamo. Ed immancabilmente il rispetto della natura si lega al tema fondamentale dell?amore che rappresenta il filo conduttore della sua opera. Attività e biografia Nilo Bacherini nasce a Grosseto nel 1929; è uno degli artisti più prestigiosi del nostro territorio e nonostante la sua lunga carriera artistica che lo ha visto partecipare a mostre nazionali e internazionali, rimane un sognatore, un uomo che, attraverso la pittura, esprime i propri pensieri fatti di emozioni e di un vis- suto che lega la sua vita alla vita culturale grossetana e toscana. La vasta rassegna di opere presenti nella Galleria, comprendente anche alcune sculture tanto belle quanto care all?Artista, ha permesso al pubblico di seguire con interesse un percorso iniziato nel 1947 quando Bacherini, diciottenne, già frequentava le botteghe dello scultore Ivo Pacini e del pittore Carlo Gentili. Dopo l?esperienza legata al circolo di artisti ?La Chimera? e la prima mostra personale alle Salette Caravaggio di piazza della Vasca a Grosseto, fin dagli anni 60 ha abbandonato la scultura per dedicarsi definitivamente al disegno e alla pittura che lo ha fatto conoscere in tutta Italia. Notevole il suo impegno nella dire- zione del sindacato artisti aderenti alla Cgil che lo ha visto organizzatore e promotore di importanti mostre ed altre iniziative culturali. Bacherini rifugge l?isolamento della provincia e da sempre sostiene una rete di relazioni con critici e artisti di altre città. Ha soggiornato a Parigi (1972), Berlino e Dresda (1974) dove nuovi ed importanti stimoli hanno influenzato il corso della sua Arte successiva. Uomo di grande esperienza e vasta cultura, nel corso degli anni ?80 ha contribuito alla nascita del ?Corriere delle Arti? con Lino Pasquale Bonelli e alla fondazione dell?Associazione Identità Maremmana con lo scopo di valorizzare la memoria storica relativa al territorio. La ?Mostra dell?Arte in Maremma nella prima metà del ?900? (allestita a Grosseto nel 2005 e curata da Enrico Crispolti) venne realizzata grazie all?interessamento e alla proposta di Bacherini. Costante e praticamente ininterrotta la sua attività artistica che lo ha visto protagonista anche negli anni duemila con diverse esposizioni di notevole rilievo come quelle ospitate al Museo Magi di Pieve di Cento (2007), o all?Istituto Italiano di Cultura di Zurigo (2008), al Cassero Senese di Grosseto (2008), sino all?importante riconoscimento del Premio Internazionale di Sulmona (2011). Rilevante la mostra di Firenze del 2012 promossa dalla Regione Toscana nel Palazzo Panciatichi e quella allestita alla Chiesa dei Bigi a Grosseto nel 2017. Lo scorso anno una mostra singolare ed emozionante, proprio perché dedicata al ricordo della moglie Elisa, da poco scomparsa, è stata curata da Mauro Papa e Olga Ciaramella nella Sala Pegaso di Palazzo Aldobrandeschi della Provincia. Sospesa nel tempo e nello spazio, per la minaccia del ?Coronavirus?, questa mostra, per l?attualità dei suoi temi, rischia di diventare il sigillo più autentico dell?arte di Nilo Bacherini secondo cui ?da sempre l?espressione artistica è stata anche necessità di un ricercato dialogo fra gli uomini, fra loro e la natura, nelle vicende i cui risvolti oggettivi sono sempre determinati dall?uomo?. Foto del servizio di Guido Capirci ?Il Quadrivio?, il programma di aprile? speriamo! Sono due le mostre in programma presso la Galleria d?Arte ?Il Quadrivio? con sede a Grosseto in viale Sonnino 100: una collettiva d?arte dal 7 al 19 aprile ed una rassegna d?arte contemporanea, dal 20 aprile al 3 maggio, entrambe ovviamente Coronavirus permettendo N ella speranza che tutto torni presto alla normalità e che l?emergenza Coronavirus possa essere superata quanto prima, sono (sarebbero) due le mostre in programma nel mese di aprile presso la Galleria ?Il Quadrivio? con sede a Grosseto in viale Sonnino 100. La prima, dal titolo ?Incontri casuali? è (sarebbe) in calendario dal 7 al 19 aprile ed è una collettiva d?arte La seconda mostra è (sarebbe) in programma dal 20 aprile al 3 maggio ed è una Rassegna d?arte contemporanea . Dopo il successo ottenuto dalla recente esposizione tenutasi nella Sala del Basolato del Comune di Fiesole, l?associazione Toscana Cultura di Firenze sarà prossimamente pre- che propone ?incontri di anime, ognuna diversa ma con la passione per l?arte e il piacere della condivisione?. Le anime in questione sono quelle degli artisti: Letizia Bartoli, Elena Casanova, Andrea Massaro, Fabrizio Molinaro, Carla Moscatelli, Laura Priami, Valerio Radi, Pierluigi Vanni. Durante la mostra si svolgeranno (sempre compatibilmente con l?emergenza Coronavirus e le disposizioni di legge) eventi collaterali che verranno comunicati nella pagina e nel sito della galleria. Inaugurazione: 7 sente in Toscana con un?altra importante esposizione che si terrà nell?elegante Galleria Il Quadrivio. Sarà una mostra di pittura, scultura, fotografia e arte orafa curata personalmente dalla presidente Lucia Raveggi. La rassegna verrà presentata al pubblico sabato 25 aprile alle ore 11 dal giornalista Fabrizio Borghini che durante l?inaugurazione realizzerà un servizio televisivo per la rubrica Incontri con l?arte di Toscana Tv. Il mensile La Toscana Nuova riserverà all?evento due pagine nel numero di maggio. aprile ore 17,30. Orario: 16-19. PRIMO PIANO ? VIVI ? 31 VIVI ARTE CONTEMPORANEA ?Giardino Viaggio di Ritorno?, arte pura che colpisce e fa riflettere sul senso della vita La visita al Giardino Viaggio di Ritorno, creatura dell?artista e performer, nonché scultore, pittore, fotografo e videomaker, Rodolfo Lacquaniti ? situato in loc. Piatto Lavato, vicino Buriano (Castiglione della Pescaia) ? non è una semplice visita: è un?autentica esperienza, un viaggio dentro e fuori sé stessi che arriva a farti riflettere su concetti assoluti, quali il senso della vita. Provare per credere? DI LINA SENSERINI D ire che le opere del bioarchitetto Rodolfo Lacquaniti siano una forma di recupero e riuso degli scarti sarebbe troppo semplice, riduttivo e perfino fuorviante. Quello che l?artista e performer calabrese, nonché scultore, pittore, fotografo e videomaker, ha realizzato nel suo giardino 32 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ?Viaggio di Ritorno? è infinitamente di più e gli ?scarti? altro non sono che la preziosa materia prima con cui realizza le proprie creazioni: è arte nel suo significato più alto, è suggestione, è un viaggio ? questo sì ? dentro e fuori sé stessi, una ?bolla? al di là dello spazio e del tempo, annidata tra i canneti di quello che era l?antico lago Prile, ai piedi della collina tra Buriano e Vetulonia, nel comune di Castiglione della Pescaia. Passeggiare in mezzo alle installazioni che spuntano tra gli olivi, tra i salici vitellini, tra i lecci e un poderoso frassino centenario, è calarsi in una dimensione nuova che inizia varcando virtual- ?Sfera di Luce? Rodolfo Lacquaniti ?La balena? mente la porta rossa accanto alla casa, insieme alle testuggini del ?Viaggio verso la luce?, e termina tra i Mutanti H202 della straordinaria installazione ?The Garbage Revolution?. In mezzo, tra il post industriale e l?onirico, si snoda la storia dell?uomo tra le due gigantesche balene e ?l?Arca?, omaggio a tutti i migranti che hanno trovato la morte nel Meditarraneo, tra la ?Sfera di luce?, la palla colorata dell?universo, e ?Transit?, il carrozzone del circo con il suo corteo di figuranti e trampolieri, fino al femminino, la donna con la sua semplicità e genialità, unica speranza e salvezza, insieme ai bambi- ni, per il genere umano. Attraversare la porta rossa è attraversare uno ?stargate? rotondo, come lo rappresenta Lacquaniti nel trittico in cui racconta lo scorrere del tempo e il mutare dello spazio. Un tempo inarrestabile, che potrebbe avere accanto infiniti altri piani temporali a noi invisibili. PRIMO PIANO ? VIVI ? 33 VIVI ???? Il giardino dell?artista calabrese è letteratura e storia, cronaca e filosofia, politica e memoria; al centro l?uomo, artefice e distruttore, protagonista dell?Antropocene, l?ultima era geologica di questa specie? ?Viaggio verso la luce? Il giardino di Lacquaniti è letteratura e storia, cronaca e filosofia, politica e memoria; al centro l?uomo, artefice e distruttore, protagonista dell?Antropocene, l?ultima era geologica di questa specie. Rodolfo Lacquaniti, 64 anni, è arrivato in Maremma da Firenze, insieme alla famiglia, nel 2002. Qui ha trovato il luogo ideale per realizzare il progetto, «l?avventura pazzesca», come lui stesso lo definisce, che mette insieme diverse ?La porta? 34 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 forme ed espressioni artistiche, accomunate dal materiale con cui sono costruite: rifiuti, oggetti di scarto recuperati e riciclati, plastiche, lamiere, bottiglie di vetro, vestiti, che riassemblati diventano arte. «Il giardino ? spiega ? è nato perché volevo ridare vita agli oggetti che la società butta. L?arte non deve produrre inquinamento e non deve consumare risorse, ma deve essere a impatto zero; deve essere ?AAA+++? per usare un gergo ?commerciale? e urbanistico. Ogni opera di questo giardino è frutto della ricerca di oggetti di scarto e del messaggio che lanciano: l?intuizione, l?ispirazione, il trip che improvvisamente esplode nella mia testa quando qualcosa mi colpisce. È come vedere una forma in un blocco di marmo. Io vedo una forma negli oggetti in cui mi imbatto o che mi vengono regalati, di cui mi innamoro perché mi colpisce la loro bellezza, il ?viaggio? che hanno fatto per arrivare a me». Le opere sono disposte con un ordine preciso e in quell?ordine devono essere viste. Anche l?orientamento del giardino non è casuale, ma da est a ovest, verso la luce. Come accade per la prima installazione, ?Viaggio verso la luce? appunto, gigantesche tartarughe con il carapace fatto di dischi di vecchie macchine agricole, blocchi di vetro di fonderia e Cerchianti, realizzati con scarti postindustriali che rappresentano le varie civiltà umane susseguitesi sulla terra, tutti insieme in viaggio verso est, verso la nascita del sole. Il cerchio è la perfezione nell?idea di Lacquaniti e ricorre continuamente nelle sue opere: da solo, insieme ad altri cerchi, pieno, vuoto come linea che delimita l?orizzonte, che divide il cielo dalla terra. In ?Io Sono? è grande e ad esso sono attaccati tanti piccoli anelli di zinco, gli anodi sacrificali (così si chiamano realmente nella loro funzione) posizionati originariamente nelle parti in ferro delle barche perché lo zinco si corrodesse prima, al posto di tutti gli altri metalli. «?Io sono? ? spiega Lacquaniti ? perché la maggiore difficoltà e sacrificio dell?uomo oggi è esserci ed essere presente, come l?anodo che è presente sulle barche e si sacrifica perché gli altri metalli continuino ad esistere. Può sembrare un concetto filosofico lontano dalla vita reale, eppure la difficoltà di esserci per sé e per gli altri è il male maggiore dell?uomo, chiuso in una stanza al riparo dal ?contatto?». Le angosce dell?umanità trovano spa- ?L?arca? zio nel giardino, rappresentate dal più grande dei mostri, essenza della lotta tra l?uomo e la natura e la sintesi di tutte le paure: ?La balena?, che Lacquaniti ha realizzato con vecchi bandoni, delle stesse misure della Moby Dick di Melville e con l?enorme coda alzata verso il cielo, ?copiata? dalla descrizione dello scrittore americano. «Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu che insensato cerchi lei!», scrive Melville nel romanzo, e come tanti Giona, Pinocchio, Ruggero non si può fare a meno di entrare nel corpo dell?enorme cetaceo del giardino di Lacquaniti, pieno di scarti, come le materie che la compongono. Poco più avanti c?è un?altra balena (l?artista ne ha realizzate ben quattro) delle stesse identiche dimensioni, ma fatta con le reti dei pescatori, la coda ancora più alta e slanciata verso il cielo. Ma dentro, questa volta, c?è la luce che filtra dai fori delle reti. «Il mio approccio alle opere è sempre letterario oltre che artistico ? racconta Lacquaniti ? come succede anche con ?Bella? (una bambina di ferro e lamiera sotto un grande leccio, ndr) che con la sua posa plastica e aperta in un abbraccio, novella Alice nel Paese delle meraviglie, si apre al mondo e all?energia che nasce dalla comunione tra uomo e natura». Il giardino è anche ?land art?, come nell?installazione ?L?uovo luminoso?, un grande nido con un altrettanto grande uovo racchiuso da una ?macchia? di salice vitellino, che in primavera si copre di foglie e racchiude il nido. O come il ragno mutante, enorme e minaccioso, fatto di rami di salice, che racchiude dentro di sé una donna incinta appesa per il cordone ombelicale, scambio di dna e legame simbolico tra gli animali e l?uomo. E ancora il frassino gigante che, si dice, i Lorena facessero potare dai potini di Pistoia, sotto al quale campeggia una regina, perché «sono sempre le donne ? dice Rodolfo Lacquaniti ? a legare natura e genere umano, a mitigare con la loro leggerezza la capacità di distruzione degli uomini», rappresentati dai ?Viandanti? e dai ?Guerrieri del vento?. Più avanti la leggera e bellissima installazione ?Il bifronte?, due profili aerei perfettamente uguali, realizzati con un tondino di ferro e issati in alto su un sostegno. Poi la ?Sfera di luce?, fatta con gli archi delle serre, ornata di bottiglie, blocchi di vetro di fonderia colorati, che suonano quando soffia il vento, forse l?opera più bella e suggestiva del giar- Viandanti dall?istallazione ?La storia di Sara? dino. E infine le origini dell?uomo, tra Sodoma e Gomorra, Lot e la moglie che nella fantasia di Lacquaniti non si volta e non si trasforma in una statua di sale come nella narrazione biblica, ma guarda avanti perché è una donna e come tale porta il peso e la gioia di salvare l?umanità. Poi il viaggio si chiude, con una consapevolezza: ciò che accomuna il genere umano ai suoi scarti è l?essere esso ?Il bifronte? PRIMO PIANO ? VIVI ? 35 VIVI ???? Un viaggio che si chiude con una consapevolezza: ciò che accomuna il genere umano ai suoi scarti è l?essere esso stesso uno scarto. Ma una speranza c?è ed è rappresentata da ?The Garbage Revolution?, l?incredibile installazione finale... stesso uno scarto. Ma una speranza c?è ed è rappresentata da ?The Garbage Revolution?, l?installazione che ha stupito pubblico e critica, un ?popolo? di mutanti H202: Nefertiti con il volto fatto con la camera di carburazione degli F104, Dalì la cui testa è l?oblò di un aereo da guerra tedesco, rimasto sommerso in acqua per 50 anni e restituito trasformato dal mare, Giulietta Masina e Degas, principi e regine, personaggi comuni e un uomo a cavallo, «perso- ?The Garbage Revolution? 36 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ?Mutamenti di Materia? naggi antichi e moderni insieme ? scrive lo storico dell?arte contemporanea Paolo Campiglio ? che sono parte di noi, nel senso che contengono la nostra storia: ripropongono quegli oggetti che abbiamo posseduto per un certo periodo della nostra vita e poi abbiamo rifiutato come scarti. Poi ritornano e ci sommergono». Tutti insieme nel viaggio di ritorno verso lo stargate in cui entrano ?scarti?, per uscire rinati verso la luce e verso una nuova vita. Info utili Per visitare il giardino ?Viaggio di ritorno?, situato in loc. Piatto Lavato a Buriano (Castiglione della Pescaia) è necessario scrivere alla mail r.lacquaniti@tiscali.it oppure telefonare al numero 335 5247472. Possono essere organizzate visite per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, guidate dall?artista. È obbligatoria la prenotazione. VIVI L?ITINERARIO Sulle tracce del patrimonio culturale francescano in Maremma? Nonostante siano passati più di 800 anni non sembrano esserci dubbi sul passaggio di San Francesco sul suolo grossetano. Difficile stabilire con esattezza tutto ciò che fece e tutto ciò che sfiorò. Sicuramente non era dotato dei moderni sistemi di tracciatura, né ufficiali e scientifici, né per divertenti games turistico-naturalistici, ma certamente la sua eredità spirituale aleggia ancora in tutti i luoghi della nostra provincia. Vediamo dove e perché? DI TÌNDARA RASI San Francesco 38 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 S Leccio delle ripe (Piancastagnaio) an Francesco, santo umbro, ebbe molta influenza in area maremmana. Abitò qui, fondò monasteri, ebbe amici. Ma del suo girovagare in questo territorio non è possibile avere molti dati certi. Oggi esistono numerose modalità, grazie alle quali si possono lasciare tracce del proprio passaggio ad altri. Dal materiale cartaceo, ai siti, alle App, ogni spostamento è tracciato e localizzato. Ultima frontiera proviene dalla caccia al tesoro, metà virtuale, metà ambientale, detta ?geocache?. Si tratta di un gioco di comunità che propone di geolocalizzare e inserire coordinate e riferimenti di alcuni luoghi di interesse paesaggistico o storico raggiunti da un primo utente, lasciando nel contempo per gli altri ?invitati? direttamente sul luogo, appositi contenitori con bugiardino, logbook o casellari per firme a beneficio di chi li ritrova, pezzi di giochi detti trackable, ecc. Chi legge sul sito la nuova location geomappata, e decide di partecipare al gioco, si mette sulle tracce dettate da quelle coordinate per ritrovare il contenitore cache lì nascosto. Quando lo trova, lo apre, inserisce un oggettino suo, firma il logbook cartaceo che ne registra la propria presenza, lo rimette a posto nel suo nascondiglio segreto, va sul sito internet e contrassegna il raggiungimento di quel punto con una foto, un materiale specifico, un commento. Per trovare il luogo, per ricavare le coordinate, spesso sul sito vengono preventivamente caricati dei rebus da risolvere. Travalica il gioco stesso l?aspetto più interessante e nascosto: rincorrendo le nuove postazioni inserite nel sito, a caccia di punti e quindi di ?tesori? simbolici, si cammina, ci si muove, si scoprono posti diversi. Il geocache può essere cercato da soli o a gruppi. Sono stati organizzati raduni ed eventi dalla comunità anche per pulire determinate zone inquinate, per ripristinare sentieri abbandonati, per la piantumazione di nuove piante in aree danneggiate, come l?evento Cache In Trash Out. La Toscana, in questo gioco a metà tra virtuale e turistico, è una capostipite. In Maremma, geocache si troverebbero presso Monte Labbro nei luoghi di Davide Lazzaretti, vicino alla pieve di Santa Maria ad Làmulas, tra i ruderi dell?eremo di Malavalle, negli scavi della canonica di San Niccolò con la sagoma dalla forma di margherita a Montieri, presso la sede vescovile di Roselle. Servirebbero però anche geocache per valorizzare il patrimonio culturale, artistico e immateriale, di origine francescana. A giugno del 2019 un geocacher ha inserito la basilica di San Francesco ad Assisi tra i luoghi da ricercare. Più vicina a noi, potrebbe essere interessante Saragiolo, per esempio, frazione di Piancastagnaio (SI), dove si trova un leccio alto 15 metri e dalla circonferenza di oltre 7 metri, detto ?leccio delle Ripe?, figlio di un altro sotto il quale si narra sostò San Francesco. Sotto di esso non attecchisce mai la neve. Si raggiunge a piedi, tra la natura incontaminata, ed ha lo stesso rispetto devozionale riservato ad un altro leccio legato invece alla figura di San Bernardino da Siena, a Montorsaio, oppure all?ulivo o alla quercia da sughero di Buriano, nel cui vano cavo visse invece San Guglielmo, fondatore dell?Ordine dei Guglielmiti. Ma chi inserisce i contenitori ufficiali con trackable, in affiancamento al turi- PRIMO PIANO ? VIVI ? 39 VIVI ???? San Francesco, santo umbro, ebbe molta influenza in area maremmana. Abitò qui, fondò monasteri, ebbe amici. Ma del suo girovagare in questo territorio non è possibile avere molti dati certi. Massa Marittima, Seggiano e successivamente anche Scarlino i centri di maggiore espansione francescana Chiesa di San Francesco (Massa Marittima) smo ufficiale e a quello religioso in particolare, non si fa dare suggerimenti: gioca sull?improvvisazione e la sorpresa, tra risus, ludus, jocus et jocunditas. Tralasciando le memorie ?vegetali?, a livello architettonico vanno ricordati i conventi di Massa Marittima e di Montieri, che sembrerebbe siano stati eretti proprio dalle mani di San Francesco. Quello di Massa Marittima, antichissimo (il prossimo anno si celebrerà l?ottocentenario dalla sua fondazione: 12212021), ebbe il doppio onore di essere fondato da San Francesco e anche di aver dato ospitalità all?altrettanto famoso San Bernardino da Siena, francescano del ramo degli Osservanti. Lì, ancora prima di Bernardino, vissuto tra il 1380 e il 1444, vi aveva abitato il beato Ambrogio da Massa, frate minore morto nel 1240, amico di due altri beati francescani, il beato Morico e il beato Giacomo da Massa. Il beato Ambrogio divenne prete a Scansano, ma la sua fama travalicante i secoli si deve alle capacità oratorie e alle sue doti da taumaturgo. Lo stesso San Francesco aveva questi doni. Era istruito, sapeva il provenzale e il latino, cantava, faceva il ?giullare? per attirare le folle con letizia e giocosità, suonava, ballava, girava il mondo: tutto, per attrarre a Dio. Inoltre guariva i lebbrosi, come Gesù e alla sua morte una bimba con il collo storto guarì, gli indemoniati vengono liberati, i paralitici guariti immergendosi nei pozzi o nelle piscine. San Bernardino, invece, a Massa 40 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 Marittima organizzò i frati francescani Osservanti ed espanse la sua spiritualità e religiosità in tutte le province limitrofe, pubblicizzando il nome di Dio tramite un ingegnoso ?logo? grafico, un sole con dentro la scritta IHS, lo stesso che si ritrova scolpito nel pozzo della ?Bufala? dentro il chiostro della chiesa di San Francesco, nel centro storico di Grosseto. Conosciuto per i suoi numerosi miracoli, San Bernardino si spostò anche presso il Convento della Nave a Montorsaio (luogo del beato Andrea, un francescano del XV secolo circa, del quale si conosce solamente il nome) e presso il convento del Colombaio situato a Seggiano, vicino Poggio Ferro. In quest?ultimo l?8 settembre 1403 officiò la sua prima messa e pronunciò la sua prima omelia. Da quel che si attesta, papa Onorio III consegnò proprio nelle mani di San Francesco il convento, documentando con tale atto la presenza del santo in territorio seggianese. Di questo edificio, oggi non rimane quasi più nulla ma l?area intorno potrebbe essere comunque oggetto di attenzione dei geocachers. Il convento divenne residenza successiva di un altro frate francescano famoso, il beato Filippo da Seggiano, noto predicatore nelle zone di Montalcino, amico intimo dello stesso San Francesco e di Sant?Antonio da Padova. Amicizie sostanziali e degne di nota. A Seggiano visse anche un altro singolare frate, Onofrio da Seggiano, maestro del francescano San Giovanni da Capestrano, profeta, rabdomante, ingegnere di opere idrauliche, amante del saio. San Francesco aveva dato istruzioni chiare nelle sue regole sull?abbigliamento da indossare. I vestiti che gli donavano i ricchi, preferiva darli ai poveri e non tenerli per sé. Il suo era un saio fatto di semplice sacco ruvido di colore marrone-grigio, a forma di ?Tau?, cioè di ?T?. Quando si strappava, Santa Chiara glielo rammendava e aggiungeva pezzi del suo stesso mantello dove lo riteneva più liso, come si evince dai due ancora conservati ad Assisi e a La Verna. A volte, invece, lo riparava lui stesso con cortecce di alberi o pianticelle. Generalmente lo teneva legato in vita tramite una corda che gli faceva da cintura, caratterizzata da tre nodi simbolici. Se sentiva freddo, ci aggiungeva un pezzo di pelliccia di volpe e il cappuccio per ripararsi come ?sorella allodola?, ma non doveva mai essere eccessivamente lungo, usanza più da ricchi e nobili. Se proprio necessario si potevano indossare sandali (lui stesso alla fine della vita usò delle babbucce). Un abbigliamento austero, che Onofrio da Seggiano non disdegnava, ma che di certo non prevedeva tasconi per GPS. Un altro beato locale del 1220, il beato Guido da Selvena, frate francescano vissuto tra il 1220 e il 1287-88 tra Montalcino (SI) e il convento del Colombaio a Seggiano, amico anche lui di San Francesco, aveva come dono quello di saper organizzare delle vere e proprie animazioni omiletiche per le folle. Inoltre amava molto gli animali: fece amici- Ferriera del lama - Convento del Colombaio (Seggiano) zia con un gatto che gli procacciava uccellini da mangiare e che gli stette vicino fino alla morte. In entrambi gli aspetti assomigliava a San Francesco, universalmente ritenuto amante degli animali: tortore, fagiani, usignoli, aquile, corvi, cicale, agnellini, lupi, pesci, erano amici suoi, gli obbedivano e lo coccolavano. Un falco lo risvegliava con garbo ogni mattina al posto della suoneria dei moderni cellulari. Le rondini si zittivano dietro sua richiesta, come riporta il capitolo XVI dei Fioretti. Le formiche si spostavano dai tronchi dove lui riposava. Le api gli regalavano miele. Quando morì, attorno a lui volteggiavano allodole ad accompagnarne la salma. Nessuno di quegli animali era dotato di un collarino di localizzazione, ma sono ricordati per trasmissione orale o scritta, meglio di tante altre storie. La città di Grosseto non conserva luoghi direttamente fondati da San Francesco, ma alla fine del Duecento venne allestito un convento francescano e uno clarissiano nel convento di San Fortunato (San Francesco), abbandonato dai benedettini; e nel 1621 fu consacrata l?attuale chiesa di San Francesco a fianco ad essi. Di epoca più tardiva rispetto ai due conventi sopra citati, vi sono quelli di Gavorrano, Scarlino, Montorsaio. In quello di Scarlino, in particolare, denominato convento di Monte di Muro esiste già una mappatura geocache, con la cache ?situata in uno dei primi ruderi?, spiega il sito. In quel luogo vissero due noti frati francescani. Si tratta del beato Tommaso Bellacci da Firenze (o da Scarlino), frate minore osservante vissuto dal 1370 al 1447, e del suo amico e seguace eremita Gaspare, morto nel 1477. Quest?ultimo, oltre ad essere ricordato per l?austerità di vita (mangiava solo pane ed erbe aromatiche), era sempre circondato da uccellini selvatici e addolciva i lupi feroci: come non ricordare il famoso episodio del lupo ammansito da San Francesco, riportato nel capitolo XXI dei Fioretti. Tommaso Bellacci da Firenze è da associare ad altri episodi noti di San Francesco, in particolare al suo incontro con il sultano al-Malik al-K?mil, avvenuto nel 1219 a Damietta in Egitto, durante una crociata. Il sultano era musulmano e secondo alcune fonti San Francesco fu torturato e poi rilasciato; secondo altri, si incontrarono e si misero a parlare pacificamente, tanto che alla fine il sovrano non voleva che lui se ne andasse. Anche Tommaso Bellacci fu a capo della delegazione che si recò tra Siria ed Egitto prima al fianco e poi al posto di Alberto di Sarteano e come accadde a San Francesco, fu molto apprezzato come missionario dal sultano d?Egitto dell?epoca. Un altro beato, Antonio di Massa Marittima, frate francescano minore divenuto vescovo di Massa Marittima nel 1430 e morto nel 1435, fece viaggi di dialogo missionario in qualità di predicatore apostolico. La sua ostilità contro San Bernardino da Siena, aleggia attorno alla sua figura. Per contro, fu più volte nunzio e paciere a Costantinopoli, in area greca e in area turca, tentando di dirimerne le varie controversie, viste le sue doti da bravo oratore. Non ebbe però sufficiente fortuna come i primi due, e alla fine della vita si limitò a rientrare in sede presso Massa Marittima, occupandosi solo di riorganizzare la rubrica dell?Ufficio Divino, da fine conoscitore dei codici classici. I viaggi, all?epoca, logoravano fisicamente e non essendo comodi e indenni da rischi fisici importanti, ci si ritirava a vita domestica molto presto. Se i due centri di maggiore espansione francescana furono dunque Massa Marittima e il Colombaio di Seggiano, ai quali si aggiunse presto anche Scarlino, solo a partire dal 1700 rifulsero figure collocabili nell?area sud della Maremma grossetana. Si tratta di tre donne, dislocate da mare a vetta. La prima è Maria Maddalena dell?Incarnazione (1770-1824), che dopo aver visto Gesù riflesso nello specchio si svincolò dalla promessa di fidanzamento e decise di farsi suora. San Francesco stesso si specchiava in Dio, i frati in lui (lo chiamavano ?specchio di perfezione?), e lui guardava Dio, la natura e Santa Chiara. Questa monaca terziaria regolare, si chiamava in realtà Caterina Sordini, ed era stata una giovane vivace di Monte Argentario, anche lei legata a vicende di preghiera sotto un leccio di Cala Grande o alla corsa in mezzo ai lupi per raggiungere un ciliegio carico di frutti. Il suo carisma da fondatrice le permise di fondare le ?Adoratrici Perpe- PRIMO PIANO ? VIVI ? 41 VIVI ???? Un viaggio tra fede e speranza da mettere in agenda per quando l?emergenza Covid19 sarà finalmente finita... tue del Santissimo Sacramento? ed oggi è beata. Un?altra suora francescana di Castell?Azzara, Teresa Mastacchini (1892-1926), prese i voti con il nome di suor Maria Lilia di Gesù Crocifisso. La sua peculiarità fu quella di poter parlare con gli angeli e saper leggere i pensieri delle persone. Fondò la congregazione delle ?Pie Operaie?. Ebbe in dono le stimmate sulle mani e sui piedi. In questo, si affianca a San Francesco che il 14 o il 15 settembre 1224, mentre si recava al monte La Verna assieme al suo amico frate Leone, vide scendere dal cielo un angelo serafino (dotato di sei ali) e subito dopo ricevette le stimmate. Successivamente, nel 1216, presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli (la Porziuncola), vide non un solo serafino, ma un intero coro angelico in accompagnamento alla Madonna che gli apparve Convento di Monte di Muro (Scarlino) improvvisamente. Anche Veronica Nucci di Sorano (1841-1862), una ragazza pastorella della nostra provincia, vide la Madonna il 19 maggio 1853 a Cerreto di Sorano; da quel momento decise di dedicare la sua vita a Dio e divenne francescana con il nome di suor Veronica di Maria Addolorata. Qualche tempo dopo, gli abitanti del posto iniziarono la costruzione di una chiesa sul luogo dell?apparizione, meta tutt?oggi di pellegrinaggi, custodita da suore carmelitane. San Francesco si è dunque mosso sul suolo grossetano, tra le vie pellegrine, tra i boschi e le rupi. Difficile stabilire con esattezza tutto ciò che fece e tutto ciò che sfiorò. Sicuramente non era dotato dei moderni sistemi di tracciatura, né ufficiali e scientifici, né per divertenti games turistico-naturalistici, ma certamente la sua eredità spirituale aleggia ancora in tutti i luoghi della nostra provincia. Sono più fortunati i moderni viandanti. Esistono dappertutto libri cartacei per le firme dei visitatori, anche dove il cellulare e Google Maps non riceve segnale: se non si risolve il games delle coordinate o il GPS non funziona, se non si trovano geocache e logbook da firmare, si possono fissare lì i segni documentali del proprio vagabondaggio, in nobile aiuto per gli storici futuri che volessero avventurarsi a scrivere le nostre peripezie esistenziali moderne, chissà quanto interessanti per le generazioni future. San Francesco lasciava croci a forma di Tau nelle grotte dove visse; noi cache o firme sparse nel mondo da buoni globetrotters. Il tempo soltanto decreterà quali ?capsule? consegnate all?eterno risulteranno davvero più durature. Francescani di Grosseto ? Beato Ambrogio da Massa, frate minore, Massa Marittima (GR), morto nel 1240, che visse lì con il Beato Morico e il beato Giacomo da Massa; ? Beato Filippo da Seggiano, frate francescano, Seggiano (GR), 12031290; ? Beato Guido da Sevena, frate francescano, Selvena (GR), 1220-1287-88; ? Onofrio da Seggiano, indossò il saio francescano per tutta la vita, Seggiano (GR), 1200 circa; 42 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ? Beato Tommaso Bellacci da Firenze, frate minore osservante, Scarlino (GR), 1370-1447; ? San Bernardino da Siena, Ordine dei frati minori francescani, Massa Marittima (GR), 1380-1444; ? Beato Antonio di Massa Marittima, frate minore, Massa Marittima (GR), morto nel 1435; ? Frate Gaspare da Firenze, eremita e frate minore francescano, Scarlino (GR), morto nel 1477; ? Beato Andrea di Montorsaio, francescano, Montorsaio (GR), XV secolo circa; ? Beata Maria Maddalena dell?Incarnazione (Caterina Sordini), terziaria francescana, Monte Argentario (GR), 1770-1824; ? Veronica Nucci, clarissa francescana, Cerreto di Sorano (GR), 1841-1862; ? Suor Maria Lilia (Teresa) Mastacchini, terziaria francescana, Castell?Azzara (GR), 1892-1926. VIVI ENOLOGIA DOC Maremma Toscana, conferme importanti e tanta voglia di crescere... emergenze pandemiche permettendo L?assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana ha approvato il bilancio e la strategia operativa. La Denominazione conquista il 3° posto per superficie tra le DOP toscane, dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico. Il ?fenomeno? Vermentino si conferma un?opportunità per la DOC. Le Aziende, in questo particolare momento storico, necessitano di segnali forti da parte delle Istituzioni P oco prima che scoppiasse l?emergenza Coronavirus, si è tenuta a Grosseto l?Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Nell?occasione sono stati presentati e approvati all?unanimità il bilancio consuntivo 2019 e quello previsionale 2020 e sono stati illustrati i programmi previsti per l?anno in corso. ?È importante continuare a identificare nel Consorzio ? ha detto il presi- Francesco Mazzei 44 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 dente Francesco Mazzei insistendo sul concetto di coesione ? lo strumento essenziale per fare sistema in Italia e all?estero. Occorre perseverare nella crescita in quantità e qualità. Oggi la Denominazione Maremma Toscana si attesta al terzo posto, per superficie vitata rivendicata, tra le DOP toscane, dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico. È il momento di accelerare affrontando i mercati in maniera strategica e puntando sulla valorizzazione e sulla promozione non solo dei vini ma anche del territorio?. Numerose le attività promosse dal Consorzio in questa direzione già in questi primi mesi dell?anno: dopo le Anteprime Toscane ? dove le nuove annate hanno convinto e in parte stupito la stampa nazionale e internazionale ?, era tutto pronto per i due momenti fieristici più importanti, Prowein a Düsseldorf e Vinitaly. Alla luce dell?annullamento, nelle ultime ore, di entrambe le manifestazioni in Germania ed in Italia per via del Coronavirus, cresce la preoccupazione per il settore che è ?sopravvissuto? ai dazi USA e alla Brexit e ora rischia di subire una brusca frenata a causa di una tragica pandemia. ?Speriamo che la situazione si normalizzi al più presto ? afferma Mazzei ?. L?Italia si muove in una congiuntura che, se non governata, potrebbe avere le conseguenze di una crisi finanziaria. Tutti comprendiamo ciò che sta succedendo e l?esigenza di attuare delle misure di precauzione nei confronti dell?emergenza coronavirus che ha colto il mondo di sorpresa, ma occorre che le istituzioni la gestiscano con protocolli precisi tenendo conto delle necessità delle imprese; il mese di febbraio a livello commerciale è stato molto critico e le prospettive rischiano di peggiorare nei prossimi mesi. Occorre ? e non parlo solo del nostro settore ? dare dei segnali forti in merito alla volontà di rialzarsi da questa difficile situazione?. Il Consorzio sta lavorando nel frattempo ad un particolare progetto dedicato al Vermentino, mentre è stata spostata a data da destinarsi per i motivi di cui sopra la terza edizione di ?mareMMMa la Natura del Vino? ? che era stata fissata per il 9 marzo ad Alberese presso il Granaio Lorenese. A deciderlo sono stati i tre Consorzi organizzatori del banco di assaggio che avrebbe previsto la presenza di oltre 450 vini di 89 aziende del territorio, appartenenti alle denominazioni Morellino di Scansano, Montecucco e Maremma Toscana. L?evento, riservato a professionisti ed appassionati, verrà riproposto non appe- PRIMO PIANO ? VIVI ? 45 VIVI ???? Territorio incontaminato, sostenibilità e proposta ampia di prodotti sono i plus della Denominazione che è ancora giovane e ha una potenzialità di crescita molto importante anche in termine di volumi. Ad oggi si punta quindi in generale su obiettivi di crescita quantitativa e qualitativa del prodotto na sarà possibile. Il direttore del Consorzio, Luca Pollini, ha esposto i dati che oggi vedono 294 aziende associate di cui 91 aziende ?verticali?. La vendemmia 2019 fa registrare il massimo storico della Denominazione sia in termini di ettari rivendicati (superata la barriera dei 2.000 ettari) che di uve destinate alla produzione della DOC, superando abbondantemente i 150.000 quintali, il che pone la DOC Maremma Toscana al terzo posto tra le Denominazioni toscane rivendicate. Il quadro produttivo della viticoltura maremmana, ponendo a confronto i dati del 2006 con quelli attuali, fa riscontrare dei ?cambiamenti di rotta? che portano in luce nuove opportunità: a fronte di un decremento della quota di due varietà storiche del territorio, ovvero Sangiove- I Nella foto il presidente Francesco Mazzei ed il direttore Luca Pollini se ? che da quasi il 57% del vigneto scende a circa il 44,5% ? e Trebbiano toscano, che da una quota di quasi il 9,5% scende a poco più del 4%, crescono il Vermentino che, negli ultimi 13 anni passa da una quota del 2,2% all?8,5% del vigneto grossetano, e ? in maniera più contenuta ? i vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Corretto continuare a insistere sul Vermentino, il cui interesse da parte dei mercati nazionali e internazionali è cresciuto molto negli ultimi anni e anche in Maremma rappresenta un fenomeno in continua ascesa. I numeri parlano di 747 ettari di Vermentino che si attesta come la prima varietà a bacca bianca della provincia; nel 2019 le bottiglie sono passate a 1.607.000 per 12.049 hl e rap- presentano il 28% del totale della produzione imbottigliata. Il Vermentino è quindi la seconda tipologia imbottigliata della DOC dopo la tipologia Rosso e la volontà è quella di ?cavalcare? questo trend che potrebbe diventare uno dei motori trainanti della DOC. La DOC Maremma Toscana è la prima in Toscana e nell?Italia continentale per quanto riguarda questo vitigno. Il Consorzio ha annunciato anche la partecipazione al progetto di ?business intelligence?, assieme ad altri sette consorzi del vino toscani e attivo dal 2021, con la collaborazione di Valoritalia, Wine Searcher e l?Università di Firenze. L?obiettivo è di creare un database ricco di informazioni utili alle Aziende per interpretare al meglio opportunità e nuove tendenze dei mercati. Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana l Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della stessa DOC con l?obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all?assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Oggi il Consorzio conta 294 aziende associate che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini per un totale di 6 milioni di bottiglie prodotte 46 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 all?anno. Il Consorzio opera nell?intera provincia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l?Argentario fino all?isola del Giglio. Ai vitigni autoctoni ? Ciliegiolo, Canaiolo nero, Alicante, Sangiovese, Pugnitello, Aleatico, Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Malvasia, Grechetto ? , si sono affiancate varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Caber- net franc, Merlot, Syrah, Viognier, Sauvignon, Chardonnay e Petit Verdot. Lo scopo della DOC Maremma Toscana è oggi quello di affascinare e stupire gli amanti del bello e del buono di tutto il mondo, valorizzando le diversità di questo sorprendente territorio e ampliando gli orizzonti del gusto toscano attraverso la varietà e la qualità dei suoi vini. Web: www.consorziovinimaremma.it Facebook: ConsorzioViniMaremmaToscana/ Coronavirus, la filiera del vino scrive alla ministra Bellanova: servono misure europee e nazionali straordinarie Urgente attivare la cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto C on una lettera indirizzata alla Ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, la filiera del vino ? che riunisce le principali organizzazioni del settore Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Unione italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi ? ha messo nero su bianco le difficoltà che il mondo vitivinicolo sta vivendo, in relazione alla grave crisi determinata dalla diffusione della COVID-19 e ha avanzato al Governo alcune proposte per mitigare i danni subiti dal comparto. Il perdurare dell?emergenza COVID19 in Italia e la sua diffusione a livello globale determina una situazione di rilevante difficoltà per l?inevitabile contrazione dei consumi, per la chiusura dei pubblici esercizi, per la sempre più complessa logistica che rallenta qualsiasi tipo di pianificazione delle attività anche di promozione sui mercati internazionali. A ciò si aggiunge la mancata ricezione negli alberghi, agriturismi e nella ristorazione, che ha sottratto un naturale sbocco per le produzioni nazionali, nonché un validissimo supporto promozionale dei vini italiani verso gli acquirenti nazionali e stranieri. Il perdurare dell?emergenza COVID19 in Italia e la crescente diffusione a livello globale dell?epidemia, rischia di creare quindi un eccesso di giacenza di prodotti in cantina a ridosso della prossima campagna vendemmiale e rende particolarmente incerto il contesto, rallentando qualsiasi tipo di pianificazione delle azioni di promozione nei mercati internazionali. Per affrontare questo scenario e per portare sollievo al settore, le organizzazioni della filiera hanno proposto al Ministro, nel più ampio spirito di collaborazione una prima serie di misure. Le proposte si muovono, con la richiesta di elaborare una strategia comune di sostegno straordinario al comparto agroalimentare insieme agli altri partner europei, mentre per il settore vitivinicolo si deve partire con una forte iniezione di flessibilità nelle misure già esistenti, tra cui il sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli, la ristrutturazione dei vigneti, investimenti e promozione per liberare risorse a favore del settore in modo che si possa dare, anche in questo momento di difficoltà, un contributo per il sostegno ed il rilancio dell?economia nazionale. A livello nazionale la filiera ha avanzato alla Ministra Bellanova la convocazione del tavolo vino perché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto. Per il mondo del vino italiano è necessario prevedere un ?Piano Strategico di sostegno all?export vitivinicolo nazionale? articolato su missioni di settore, piani di comunicazione integrata sui mercati internazionali più ricettivi con previsione di misure straordinarie promozionali e di sostegno alla domanda di vino, sia per il mercato estero che interno, da strutturare con testimonial, opinion leader e ?ambasciatori? a livello nazionale ed internazionale, oltre che iniziative volte a garantire liquidità alle imprese e snellimento burocratico. PRIMO PIANO ? VIVI ? 47 VIVI TURISMO Obiettivo: creare una ?rete? di sentieri o meglio di Cammini di Maremma Si chiama ?Cammini di Maremma? ed è un?associazione di promozione sociale che opera su base volontaria nata con l?intento di creare una ?rete? di sentieri della Maremma (che gli ideatori vogliamo chiamare cammini), che metta in comunicazione tutte le zone del nostro territorio, superando gli stretti confini dei singoli Comuni C DI DEBORAH CORON reare una rete per percorsi a piedi (e in bici) che, partendo da quanto già esistente nel territorio, trovi i collegamenti tra i vari tracciati per consentire un utilizzo ininterrotto da zona a zona, con l?identificazione finale di 8-10 distinti cammini comunicanti tra loro, percorribili in 4-8 giorni, ciascuno con le proprie caratteristiche. È questo il senso del progetto dei Cammini di Maremma sul quale sta lavorando l?omonima associazione di promozione sociale con sede a Grosseto presieduta da Nivio Fortini che al momento sta predisponendo un primo tracciato per conto dell?Ambito Turistico Territoriale Maremma Toscana Sud (che comprende 14 Comuni, capofila Grosseto), che va da Orbetello a Talamone di circa 60 km. Che sarà presentato non appena sarà pronto. ?Viviamo in un territorio ricco di valori storici paesaggistici e ambientali per gran parte risparmiato da devasta- 48 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 zioni edilizie, urbanistiche e speculative ? spiega Nivio Fortini ?. La passione ed il piacere del camminare e andare in bici che ormai accomuna tanta gente di tutto il mondo, ci permette di guardare la nostra terra nel rispetto e nella valorizzazione dell?ambiente e dei molti aspetti culturali, storici, economici e religiosi che lo caratterizzano e sono gli spunti dei ?Cammini di Maremma?, peraltro in un contesto climatico generalmente favorevole rispetto alle provenienze dei possibili utenti italiani e stranieri. C?è molto da lavorare e da confrontarsi, ma l?idea di impegnarsi volontariamente e nella concreta speranza di un ritorno economico (non solo nel periodo estivo) e d?immagine per l?intera comunità ci porta necessariamente ad un costruttivo confronto con le varie Amministrazioni ed Enti, locali e regionali e di conseguenza alla possibilità di accesso a fondi nazionali ed europei. L?idea dei ?Cammini di Maremma? è semplicemente e per ora ?soltanto? questo, tutto il resto nascerà dai contributi, dalle idee e dalla voglia di fare di chi camminerà, andrà in bici con noi e crede in questo progetto. Ad oggi ? aggiunge Fortini ?, dopo più di un anno di incontri e scambio di opinioni con appassionati, imprenditori, amministratori ed addetti ai lavori maremmani e non, abbiamo costituito l?Associazione, registrato il dominio del nome ?Cammini di Maremma? e stiamo implementando il sito e la pagina Facebook. Partendo dalle nostre diverse conoscenze territoriali di camminatori e ciclisti abbiamo suddiviso la Maremma in zone e nello specifico la provincia di Grosseto e, attraverso diretti contatti con persone interessate nelle singole aree, stiamo definendo una prima mappatura di massima dei distinti territori al fine di caratterizzare i diversi Cammini di Maremma per le proprie singole identità storiche, culturali, ambientali, economiche, religiose, ecc. Metteremo altresì particolarmente cura alla possibilità che gli stessi si intreccino e comunichino l?uno con l?altro, mantenendo comunque una necessaria efficienza ricettiva secondo le varie possibilità economiche?. La peculiarità del progetto dei Cammini di Maremma, come detto, è quella PRIMO PIANO ? VIVI ? 49 VIVI ???? Al momento l?associazione sta per predisporre un primo tracciato per conto dell?Ambito Turistico Territoriale Maremma Toscana Sud (che comprende 14 Comuni, capofila Grosseto), che va da Orbetello a Talamone di circa 60 km. e che verrà consegnato non appena sarà possibile di creare una rete per percorsi a piedi (e in bici) che, partendo da quanto già esistente nel territorio, trovi i collegamenti tra i vari tracciati per consentire un utilizzo ininterrotto da zona a zona, con l?identificazione finale di 8-10 distinti cammini comunicanti tra loro, percorribili in 4-8 giorni, ciascuno con le proprie caratteristiche. Al fine di arrivare all?obiettivo l?associazione ha in mente un percorso chiaro. ?Per questo scopo ? precisa ancora Fortini ? è necessario, in primis, mappare l?esistente e tracciare i cammini in ambito territoriale extracomunale. Poi occorre individuare i percorsi di collegamento idonei e/o possibili tra i vari cammini, coinvolgere e stipulare accordi e convenzioni con Amministrazioni, associazioni di categoria, enti, consorzi, operatori turistici, ecc. Inoltre, è importante dare visibilità al territorio attraverso una piattaforma on-line in cui saranno presenti la mappatura dei cammini e la condivisione degli utenti, ma anche la pubblicazione di una guida che possa affiancare i moderni mezzi di comunica- 50 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 zione, che contempli la logistica dei singoli cammini, dei singoli paesi, delle identità alimentari ed enogastronomiche, alberghi, B&B, agriturismi, trattorie, ristoranti, punti di ristoro, negozi per bici e articoli sportivi, riferimenti a bus, traghetti, treni e aeroporti. Infine, dovranno essere citati i siti di interesse storico, religioso e culturale, musei, cinema, teatri, biblioteche e quant?altro, sia per arricchire l?interesse degli utenti, che per evidenziare le varie opportunità nel caso di tempo sfavorevole o per uno o più giorni di riposo?. Fin qui il quadro generale. Dal punto di vista delle richieste l?associazione chiede condivisione del progetto, individuazione di referenti locali nella varie zone che aiutino e collaborino nell?individuazione dei cammini, impegno delle Amministrazioni su segnaletica e manutenzione dei percorsi, una volta individuati e tracciati, partenariato per la partecipazione a bandi di finanziamento nazionali ed europei. In cambio, sempre con l?obiettivo di arrivare a dama, l?associazione mette sul piatto esperienza pluridecennale sul territorio e su cammini e trekking nazionali e internazionali, impegno su base volontaria, senza scopo di lucro, coordinamento delle varie fasi di realizzazione del progetto. Per saperne di più si possono contattare i referenti: Nivio Fortini (presidente) 370.3794027 e Claudio Angelini (vice-presidente) 333.6453265. Info: Web: www.camminidimaremma.it | Facebook: Cammini di Maremma | Instagram: Cammini di Maremma VIVI MAREMMA DA SCOPRIRE Il Castello di Montemassi, un luogo magico dove si respira la storia DI GIADA RUSTICI P erdersi nella Maremma è senz?altro un?esperienza mozzafiato, che coinvolge a trecentosessanta gradi: chiunque la provi si trova immerso in paesaggi senza tempo che profumano di storia, in un bacino di natura e tradizioni antiche in cui ogni singolo angolo di terra urla di vicende lontane, in un ponte tra passato e presente; in Maremma è così, non c?è nulla che non faccia ripercorrere, in modo evidente, le orme di vicende ed arti antiche: immerse in un paesaggio dalle mille sfaccetta- 52 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 ture, esse rappresentano un modo per vivere la cultura, locale e non, in modo diverso, lontano dai libri di storia ed immersi totalmente in quegli avvenimenti che sembrano così lontani dal nostro tempo. Nel nostro territorio i luoghi in cui la storia si fa effettivamente tangibile sono infiniti e tra questi se ne ricorda uno in particolare le cui vicende sono tortuose e controverse, come i percorsi per raggiungerlo alla sommità di un colle, sopra l?omonimo borgo, nel comune di Roccastrada: si tratta del castello di Montemassi, un prezioso monumento che abbraccia l?intera valle maremmana, dalle colline al mare, dominando possentemente non solo il territorio circostante, ma anche l?avanzare del tempo, come se, dall?alto, rimanesse immobile quale vessillo di un passato che resiste nonostante il galoppare del tempo. La storia Il castello di Montemassi, con la sua torre a pianta ottagonale che sorge sulla Foto Marta Fanti In Maremma i luoghi in cui la storia si fa effettivamente tangibile sono infiniti e tra questi se ne ricorda uno in particolare le cui vicende sono tortuose e controverse, come i percorsi per raggiungerlo alla sommità di un colle, sopra l?omonimo borgo, nel comune di Roccastrada: il castello di Montemassi sommità della collina attorniata dagli olivi, è uno dei tanti emblemi del nostro territorio. La sua storia, passando sotto diverse proprietà, è però alquanto tortuosa. La prima attestazione si rinviene in un documento del 1076 come proprietà degli Aldobrandeschi. Circa le origini di questa potente famiglia sono state avanzate numerose ipotesi, ma quella più accreditata sembra essere quella che la vede di origine longobarda arrivata in Italia centrale al seguito del re Atauri, quando egli tentò di conquistare la Penisola. Dopo la separazione della casata Aldobrandesca nel Duecento, tra i Conti di Sovana e Pitigliano, guelfi filo fiorentini e quelli di Santa Fiora, ghibellini filo senesi, il castello venne inglobato tra i feudi dei primi; nel 1259 i senesi ghibellini tentarono la conquista del castello, ostacolata però dalla battaglia di Montaperti tra Siena e Firenze del 1260 e ripresa con successo subito dopo; distrutto da questi ultimi e nuovamente ricostruito dopo il ritorno degli Aldobrandeschi guelfi di Sovana e Pitigliano, venne poi inglobato tra le proprietà feudali dei Pannocchieschi agli inizi del XIV secolo; anche Nello d?Inghiramo dei Pannocchieschi signore del Castello di Pietra (ricordato per la travagliata vicenda della dantesca Pia de? Tolomei), presumibilmente ebbe il controllo del cassero di Montemassi: la vicenda è però incerta a causa di contrasti con un omonimo e coetaneo della stessa famiglia, Nello di Mangiante, il quale non ebbe però contatti con Siena. PRIMO PIANO ? VIVI ? 53 VIVI ???? Un prezioso monumento che abbraccia l?intera valle maremmana, dalle colline al mare, dominando possentemente non solo il territorio circostante, ma anche l?avanzare del tempo, come se, dall?alto, rimanesse immobile quale vessillo di un passato che resiste nonostante il galoppare del tempo La svolta decisiva per il Castello di Montemassi fu però l?anno 1328 quando il condottiero lucchese Castruccio Castracani degli Antelminelli sostenne una ribellione contro i senesi: quest?ultimi organizzarono le loro milizie sotto la guida militare del capitano di ventura Guidoriccio da Fogliano di Reggio Emilia e riottenettero la rocca. Un celebre dipinto Data l?importanza strategica, per i senesi, del cassero di Montemassi come fortificazione per l?espugnazione dei territori della Maremma, fu ordinato ad un famoso pittore senese Simone Martini di celebrare con un dipinto in Palazzo Pubblico a Siena nella Sala del Consiglio, l?assedio e la riconquista di questo castello: l?affresco raffigurante in primo piano un condottiero a cavallo con una veste elegante a di rombi neri è uno dei più celebri dipinti della storia dell?arte, che però ha lasciato e continua a lasciare un alone di polemiche sull?attribuzione, la datazione e gli aspetti tecnici dell?opera. Anzitutto alla sinistra del condottiero si staglia in lontananza Montemassi, con la sua torre ancora integra e circondata dalle mura; sulla destra c?è invece l?accampamento senese, fronte dell?offensiva, con le tende e i filari delle vigne. L?accostamento delle vigne con uno scenario di conquista, potrebbe suonare forse bizzarro: in effetti si tratterebbe di un probabile errore di traduzione delle cronache di guerra che ha portato l?artista a dipingere delle vigne laddove le VINAE latine erano delle macchine da guerra. Dai più recenti studi sugli scavi in prossimità del castello e dall?analisi iconografica del dipinto, si è poi ipotizzata una cronologia dell?affresco intorno alla metà del Trecento e più precisamente tra il 1331 e il 1364. Controversa è anche l?attribuzione dell?opera a Simone Martini, nonostante la presenza in fondo al dipinto della data a caratteri romani MCCCXXVIII (anno dell?assedio del castello di Montemassi) e nonostante la presenza di un documento dell?archivio comunale che attesta un pagamento di sedici fiorini a Simone Martini per aver dipinto tra gli altri anche un affresco proprio su questo tema. A complicare il quadro degli studi sono i lavori di restauro che nel 1980 portarono alla luce un ulteriore affresco sotto il dipinto, rappresentante la conquista del castello di Arcidosso da parte dello stesso Guidoriccio nel 1331: da qua cominciò a delinearsi l?ipotesi che quest?ultimo dipinto fosse opera del Martini, mentre il famigerato Guidoriccio fosse un?opera realizzata da Domenico e Francesco d?Andrea nel XV secolo sopra l?affresco originario di Simone Martini. Il Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi, dipinto di Simone Martini 54 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 La citazione di Luciano Bianciardi Ma non finisce qua: il paese di Montemassi ha un suo posto anche nella letteratura maremmana essendo citato infatti nel romanzo ?La vita agra? di Luciano Bianciardi, che colloca il villaggio di minatori proprio nel punto in cui, nell?affresco di Palazzo Pubblico a Siena, si trova il condottiero a cavallo: ?Non so se avete in mente l?affresco che dipinse Simone Martini al palazzo comunale di Siena, quello dove Guidoriccio da Fogliano, col suo cavallo bardato a losanghe nere e gialle, va all?assedio di Montemassi. Ecco, proprio dove nell?affresco sta Guido, ora c?è il villaggio degli operai...?. Un lento declino Travagliato nell?arte e nella storia, dunque, perché nel 1374, al culmine del proprio potere, i membri della nobile famiglia senese dei Salimbeni, dopo aver subito un oltraggio dal governo di Siena, tentarono di impossessarsi di alcuni castelli prossimi alla Maremma, dove avevano forti interessi commerciali e agricoli: ecco dunque che conquistarono oltre a quello di Boccheggiano anche il castello di Montemassi, anche se, poco tempo dopo, quest?ultimo, venne restituito al Comune di Siena e successivamente rivenduto alla famiglia dei Verdelli di Montalcino. Rientrato di nuovo in possesso del Comune di Siena tramite acquisto, ebbe inizio la fase di declino: nel 1404 fu presa decisione di smantellare la rocca per evitare che qualche ribelle lo rieleggesse a base per contrastare la potenza senese. Nel 1599 entrò a far parte, come tutti i territori e castelli della Toscana, del Granducato Mediceo di Toscana; nel XVII secolo venne concesso in feudo ai Malaspina e rivenduto nel XVIII secolo ai marchesi Cambiaso di Genova. Da allora il castello di Montemassi ha subito un degrado dovuto ad un totale abbandono e rivalutato solo nella seconda metà del XX secolo, quando artisti e intellettuali attirarono l?attenzione dell?opinione pubblica sul suo valore storico e artistico: nel luglio 2007 è stato infatti completato il consolidamento del Mastio, con ripristino e messa in sicurezza di una scala impervia per l?accesso alla piattaforma soprastante la cisterna. Un importante esempio di architettura gotica Nonostante il passato e il presente travagliati, il castello di Montemassi rimane un importante esempio di architettura gotica nel territorio maremmano, anche se ormai allo stato di rudere. La fortificazione, che corona un colle di 280 metri sopra al paese, è costituita da resti dei due corpi di fabbrica preminenti: a nord sorge il Mastio con la base del muro a scarpa e numerose finestre con vasta apertura che fanno pensare ad una funzione abitativa piuttosto che strettamente militare. All?interno del Palazzo si notano ancora le tracce delle travature dove appoggiavano i solai lignei, comunque successivi ad un solaio a volta di cui sono evidenti i resti. All?edificio fu in seguito addossata una grande cisterna per l?acqua, ancora oggi intonacata a calce e posizionata in un cortiletto interno formato dalle stesse mura del castello. A sud invece troviamo i resti di una torre quadrangolare, dotata di feritoie, con resti di volte in muratura. Dal castello partono due cortine murarie, ormai inglobate nelle abitazioni, che scendono verso il borgo come a protezione dell?abitato e si ricongiungono nella parte inferiore all?unica porta di accesso. Il castello di Montemassi è un luogo millenario che racconta storie di battaglie e condottieri: è dunque un salto nel passato attraverso un affascinante percorso tra le torri e le mura del castello, che ancora preservano la memoria di una Maremma medievale; è un percorso nella natura nel quale si respira la storia. Giunti, poi, alla sommità del colle lo spettacolo che si apre è assolutamente stupefacente. L?impressione è quella di essere calati in un?opera d?arte: da quasi mille anni il castello di Montemassi osserva dall?alto la sua terra. Camminare tra le rovine di pietra ed ergersi sulla torre permette di immergersi nel paesaggio del famigerato dipinto e di poter percepire gli echi delle molte battaglie che sono susseguite; visitare la costruzione significa dunque non solo avventurarsi tra le rovine, ma soprattutto salire fin sulla torre e ammirare l?incredibile distesa collinare che si apre portentosa alla nostra presenza, offrendo un abbraccio alla Maremma: un abbraccio che dall?alto della sua posizione si dipana tra arte e storia. PRIMO PIANO ? VIVI ? 55 VIVI ECONOMIA Confartigianato e Credito cooperativo, un patto per il rilancio dei finanziamenti alle Pmi Prima dell?emergenza Coronavirus ? era il 3 marzo scorso ? è stato presentato un protocollo d?intesa tra le tre Confartigianato ? Arezzo, Siena e Grosseto ? e le Bcc del territorio. Obiettivo: favorire un accesso al credito più efficace, tempestivo e sano nel territorio delle province di Arezzo, Siena e Grosseto DI DEBORAH CORON 56 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 « Obiettivo: favorire un accesso al credito, più efficace, più tempestivo, più sano nel territorio delle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Questo accordo che presentiamo oggi (3 marzo) con il sistema delle Banche di Credito Cooperativo del territorio aderenti ad Iccrea, vuole contribuire ad invertire la tendenza al calo continuo dei finanziamenti alle piccole e medie imprese». Sono queste le parole con le quali Gianfranco Donato, presidente BCC Valdarno e vice presidente delle BCC della Toscana, ha aperto l?incontro che si è tenuto dinanzi ad una nutrita platea di rappresentanti delle tre associazioni di Confartigianato, dei direttori di banca e di tecnici. «È indispensabile recuperare il gap per le piccole imprese, in particolare quelle di buono standing e a basso rischio che incontrano difficoltà nell?accesso al credito anche per motivazioni di carattere burocratico» ha proseguito Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Arezzo, che ha presentando alla stampa, insieme ai rappresentanti di Confartigianato Siena e Grosseto, l?accordo che le stesse associazioni hanno firmato con le Banche di credito cooperativo presenti nelle tre province toscane, esattamente: Banca di Anghiari e Stia, Chiantibanca, Banca del Valdarno, Banca Valdichiana, Banca Centro e Banca Tema. Questo accordo tra Confartigianato e Credito Cooperativo avrà una immediata ricaduta pratica molto operativa: è stato realizzato infatti un nuovo prodotto finanziario che sarà spendibile da subito e che ha lo scopo di dare immediata liquidità alle aziende artigiane e alle Pmi dei territori coinvolti nell?accordo. Presso gli uffici Confartigianato saranno aperti ad hoc degli sportelli anticrisi dedicati a questo servizio alle imprese. Si tratta di un patto di grande rilevanza economica, sottoscritto «per rispondere in maniera positiva ? ha insistito Vannetti, citando parzialmente il testo dell?accordo stesso ? al corto circuito tra sistema creditizio e piccole imprese che si è registrato negli ultimi anni: sono venute a mancare risorse finanziarie ed interlocutori qualificati ai quali proporre i propri progetti di sviluppo e troppo spesso gli interlocutori si sono limitati a misurare le aziende attraverso i meccanismi di rating senza però dare il proprio contributo per guidarle in un percorso di miglioramento dello standing». «Questi elementi di negatività ? si legge direttamente nelle premesse dell?accordo sottoscritto ? sono emersi prevalentemente nei rapporti con gli Istituti sistemici o di più grandi dimensioni mentre il sistema delle Bcc, seppur impegnato nel processo di aggregazione, ha risposto in modo molto migliore svolgendo addirittura anche quel ruolo di supplenza come già era successo poco più di dieci anni fa nei momenti più difficili della crisi finanziaria». Nel suo intervento il Presidente di Confartigianato Siena ? Mario Cerri ? è entrato nel dettaglio della questione in senso operativo e ha spiegato come, a seguito di questo accordo, «le nostre associazioni artigiane si impegnano fin d?ora a dare massima diffusione, tra i propri associati, ai contenuti del protocollo d?intesa e di tutti i singoli accordi che ne potranno derivare sui territori, e si impegnano anche a mettere a disposizione degli istituti di credito personale tecnico per favorire l?accesso delle aziende-clienti a tutti i possibili benefici derivanti da agevolazioni finanziarie, normative tecniche, fiscali, bandi pubblici ed agevolazioni». Dal canto suo il Presidente di Confartigianato Grosseto ? Giovanni Lamioni ? ha invece spiegato come «essere espressione del territorio, mantenendo lo spirito mutualistico, e il fatto di mettere il socio, inteso anche come persona, al centro delle proprie attenzioni, sono valori che tuti i firmatari del protocollo sentono propri in pieno. Sono, infatti, atteggiamenti che accomunano le associazioni territoriali di rappresentanza di PRIMO PIANO ? VIVI ? 57 VIVI ???? Si tratta di un patto di grande rilevanza economica, sottoscritto «per rispondere in maniera positiva al corto circuito tra sistema creditizio e piccole imprese che si è registrato negli ultimi anni» Confartigianato e le Bcc aderenti ad Iccrea, e proprio per questo il dialogo a favore di un positiva ripartenza del credito alle imprese non poteva che trovare terreno fertile tra queste due entità: Confartigianato e Credito cooperativo hanno affinità culturali, operative, e sociali di fatto speculari». A loro volta, le Banche di Credito Cooperativo aderenti al protocollo, «si impegnano ? si legge nel documento comune sottoscritto ? a mettere a disposizione risorse finanziarie agli Associati, anche sotto forma di plafond, tramite 58 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 prodotti caratterizzati da elevati livelli di competitività sotto il profilo del pricing e con tempi certi e ridotti. Questo grazie anche al lavoro di screening che sarà compiuto preventivamente dalle associazioni che consente una valutazione più rapida e semplice. Gli Istituti si impegnano altresì a veicolare tra i propri clienti la possibilità di accedere tramite le Associazioni aderenti a benefici ed agevolazioni finanziarie, fiscali o tecniche non gestite direttamente». Ma a quale situazione di difficoltà questo accordo intende dare a breve importanti risposte? I dati del Centro studi di Confartigianato sull?accesso ai finanziamenti parlano chiaro: la dinamica trimestrale del credito per regioni, sotto il profilo tendenziale, colloca la Toscana al 14° posto se riferito alle piccole imprese (-2,9%) ed all?11° posto se relativo alla totalità delle imprese. Se si considerano le sole imprese artigiane la contrazione raggiunge il -9%, inferiore però alla media nazionale (-10,5%) che ci colloca al 4 posto. Questi dati dimostrano senza dubbio che le piccole imprese sono le aziende che più delle altre vedono ridurre gli impieghi e meno beneficiano dei tassi contenuti. In generale la Toscana negli ultimi tre anni evidenzia andamenti peggiori rispetto alla media nazionale sui prestiti all?artigianato, negatività ancora più accentuata nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Scendiamo allora nel dettaglio sulle province in questione: gli stock di finanziamenti all?artigianato ammontano complessivamente a 805 milioni, dei quali 329 milioni ad Arezzo, 191 milioni a Grosseto, 285 milioni a Siena e rappresentano il 2,5% del totale nazionale. Al lordo delle sofferenze il dato tendenziale nelle nostre tre province profondamente negativo: dal -7,3 % di Arezzo, al -8% di Grosseto al -9,7% di Siena. Anche se sono dati migliori rispetto alla media nazionale, ma vanno letti alla luce di medie trimestrali negative nel 2018 che hanno raggiunto picchi di oltre il -20%. Confartigianato Imprese e Banca TEMA, insieme per favorire l?accesso al credito U n accordo per favorire un accesso al credito che sia più efficace e tempestivo per le imprese nel territorio delle di Grosseto: questo è quanto è previsto dal protocollo d?intesa firmato il 3 marzo scorso da Confartigianato Imprese Grosseto e Banca TEMA, insieme per perseguire le stesse finalità: supportare le realtà imprenditoriali per promuovere la crescita responsabile e sostenibile del proprio territorio di riferimento. «Essere espressione di una comunità e di un territorio, promuovere la mutualità, favorire i propri soci nell?interesse comune ? spiega Fabio Becherini, direttore generale di Banca TEMA ?, sono caratteristiche che accomunano Banca TEMA e Confartigianato e l?accordo appena siglato rappresenta il sostegno comune che si intende dare alle imprese locali. L?impegno, pertanto sarà quello di favorire l?accesso delle imprese a prodotti finanziari già disponibili o creati ad hoc per finalità specifiche, anche sotto forma di plafond dedicati. Per tutte le aziende neo costituite associate a Confartigianato Grosseto, Banca TEMA prevede una riduzione del 50% sulle spese di istruttoria. Tra i prodotti proposti, poi, ?Con TEMA in Centro?, ossia un finanziamento mirato alla ristrutturazione di immobili del centro storico e all?eliminazione delle barriere architettoniche, ?CONDviene?, un finanziamento dedicato all?efficientamento energetico dei condomini e alla messa in sicurezza sismica delle abitazioni e una ?Linea Green? dedicata alle famiglie che prevede finanziamenti agevolati per ristrutturazione edilizia, rifacimento delle facciate, installazione di impianti fotovoltaici, efficientamento energetico e messa in sicurezza. Tutte iniziative, dunque, finalizzate alla rinascita e al rilancio dei centri storici e più in generale delle aree urbane e di tutte le altri parti del nostro territorio edificato, con l?obiettivo di offrire nuovo slancio alle imprese locali e creare sinergie utili all?economia dei nostri Comuni, in linea con la mission di Banca TEMA che, in quanto Banca di Credito Cooperativo, si pone al servizio delle comunità locali. Il tutto in chiave eco-compatibile e sostenibile. I rapporti elaborati da Banca d?Italia evidenziano negli ultimi 10 anni, per micro e piccole imprese, costanti riduzioni di volumi pressoché di tutte le tipologie di finanziamenti. Per la Toscana l?ultimo dato disponibile, al giugno 2019, registra un -2%, in relazione ai volumi erogati dal sistema bancario regionale nel dicembre 2018. Questo dato è indice delle forti difficoltà sofferte dalle imprese nell?accedere in modo efficace ai propri fabbisogni finanziari. Il protocollo firmato intende fornire soluzioni concrete al problema e gestire nei tempi opportuni le necessità aziendali». «Le banche di Credito Cooperativo ? conclude Becherini ? sono cooperative a mutualità prevalente e nascono con lo scopo principale di contribuire alla crescita economica, sociale e culturale delle comunità locali di cui sono espressione. Nei nostri principali obiettivi: lo sviluppo della cooperazione, la valorizzazione del territorio in cui siamo operativi e la promozione della partecipazione degli operatori locali alla vita economica. La nostra azione mira alla crescita della persona e alla promozione della partecipazione per lo sviluppo locale». PRIMO PIANO ? VIVI ? 59 SCOPRI SCOPRI C?È DA VEDERE | Itinerari e luoghi da scoprire Metti un tour alla scoperta delle mura di Massa Marittima Massa Marittima è un suggestivo borgo dell?Alta Maremma, nel cuore delle colline metallifere in una felice posizione strategica, tra Siena e Grosseto, nell?entroterra ma poco distante dal mare di Toscana. La cittadina è ricchissima di storia, monumenti e luoghi d?interesse da visitare. E tra questi sicuramente le Mura S DI SANDRA POLI e potessimo fare un salto indietro nel tempo per vedere come era Massa Marittima in passato, un ottimo punto di riferimento è la Figura Vigesimasettima, pianta redatta dal Capitano Serafino Burali di Arezzo che nel XVII secolo effettuò degli studi topografico-militari sulle fortificazioni più importanti. Siamo nel 1664 e la pianta del Burali ci dà l?idea di una forma delle mura da alcuni definita ?a volo d?uccello?, da altri ?ad ali di farfalla?. In passato le mura erano il biglietto da visita di una città medievale: non solo garantivano la difesa, ma erano la prima immagine che scorgeva un viandante al suo arrivo. Le mura trasmettevano l?importanza politica ed economica di una città e dovevano incutere timore al nemico. Con il tempo la trasformazione di Massa Marittima in città moderna ha modificato l?urbanistica architettonica e alcune parti delle mura originarie sono state abbattute per fare spazio alle abitazioni e a vie di comunicazione più ampie. Nonostante i cambiamenti dettati da nuove esigenze, si può ancora fare un giro intorno alle mura e percorrere questa ?apertura alare? attraverso cui si estende la cinta muraria. Il turista che dal mare sale a Massa 60 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Marittima si imbatte in Porta all?Arialla. È una delle porte di Borgo, il nucleo dove sorgevano le abitazioni e le botteghe degli artigiani. Massa Marittima è divisa in tre Terzieri (Borgo, Cittavecchia, Cittanuova) corrispondenti alla suddivisione che aveva la città ai tempi del Libero Comune (XIII - XIV secolo). Da Porta all?Arialla iniziava un percorso che portava alla Rialla (da cui il nome), una raffineria di rame e argento. Ma, come altri toponimi che nel tempo si sono trasformati a seconda delle epoche o dell?ubicazione, in seguito diventò Porta al Salnitro per la vicinanza a una fabbrica di polvere da sparo; in tempi più recenti si è chiamata Porta al Mare proprio perché guarda verso il mare. Proseguendo nel percorso lungo quella che i massetani chiamano la Strada Nova (cioè andiamo in direzione di Volterra), si raggiunge Porta San Bernardino, un varco nelle mura chiuso dai senesi, riaperto nel 1943, anno in cui si celebrava il V centenario della morte del santo (conosciuto come San Bernardino da Siena, ma nato a Massa Marittima nel 1380) da cui è derivato il nome della porta. La scalinata è una suggestiva scorciatoia per arrivare al centro storico. Si prosegue ancora lungo la cinta muraria finché troviamo un altro pas- saggio: degli scalini ci introducono nel giardino dedicato a Norma Parenti. Durante un recente restauro delle mura è emerso un antico centro abitato medievale; nell?impossibilità di recuperarlo integralmente, l?Amministrazione Comunale ha deciso di trasformarlo in un giardino dedicato a Norma Parenti, staffetta partigiana uccisa dalle SS tedesche nel 1944. Il giardino della memoria, in onore non solo della staffetta, ma anche dei vecchi abitanti medievali, accoglie la nostra passeggiata con una melodia musicale che parte automaticamente all?arrivo di ogni passante. Consigliamo una sosta per godere del panorama sulle colline da una parte e fino al mare dall?altra e per assaporare la pace del giardino. Lasciato questo, ci dirigiamo verso Porta San Rocco, costruita dai senesi in sostituzione di Porta Bufalona che fu abbattuta per far posto alla strada di collegamento con Siena. Siamo al confine con il Terziere di Cittavecchia, ma prima di arrivare in centro, ci incamminiamo verso la parte più alta. Per l?erta salita di quella che nell?800 fu ribattezzata Via Thouar dal nome di Pietro Thouar, educatore e scrittore fiorentino, passiamo in prossimità dell?ex convento di San Francesco e raggiungiamo l?omonima porta. Sia il convento, fondato PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 61 SCOPRI ???? Nonostante i cambiamenti dettati da nuove esigenze, si può ancora fare un giro intorno alle mura e scoprire stupendi scorci di una città che guarda al futuro fiera del suo illustre passato nel 1221, che la chiesa fino al 1377 erano dentro la cinta muraria finché una grossa modifica di questa li lasciò all?esterno. Da Porta San Francesco deviamo lungo Via dei Bastioni. Le imponenti mura lasciano intravedere la differenza tra le mura massetane e quelle senesi: le prime con conci di travertino, le seconde con travertino alternato ad altri materiali distinguibili dalla diversa forma e colorazione. Raggiungiamo l?antica Torre del Pozzo a Giannino (probabilmente dal nome del suo possessore): davanti a noi si dispiega il panorama sulle Colline Metallifere e si intravedono i paesi di Niccioleta e Prata con la vista anche del Poggio di Montieri. Uscendo da Via dei Bastioni siamo di fronte all?ex Convento di Santa Chiara dove nel 1867 furono istituiti il Museo e la Biblioteca e dove attualmente ha ancora sede la Biblioteca Comunale. Attraverso il Parco della Rimembranza raggiungiamo il luogo dove una volta sorgeva la Porta San Pietro. Un parco giochi ci mette davanti il complesso di Sant?Agostino di cui fanno parte l?omonima chiesa con il Chiostro, la Torre del Capezzuolo (il campanile), in corrispondenza dell?abside della chiesa una torre di probabile origine spagnola, l?ex Chiesa di San Pietro all?Orto, sede del Terziere di Cittanuova. Una parte di questo complesso ospita oggi il Museo di Arte Sacra. Siamo appunto nel Terziere di Cittanuova, come dice il nome è il nucleo abitativo nato per ultimo dove avevano sede le abitazioni dei minatori. Percorrendo il corso arriviamo alla Torre del Candelie- 62 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Massa Marittima re e al Cassero Senese. Per ritornare alle ali di farfalla o al volo d?uccello di cui abbiamo parlato all?inizio, ci troviamo nel corpo del nostro ipotetico volatile, cioè abbiamo percorso un?intera ala e ci apprestiamo a percorrere l?altra. Dove ora è la fortificazione del Cassero in passato sorgeva la fortificazione di Monteregio, dimora del vescovo. A quei tempi c?era già la Torre del Candeliere che, con la conquista senese, avvenuta nel 1335, fu distrutta e poi ricostruita riducendola a un terzo di quello che era un tempo. L?opera dei senesi in questa parte della città fu molto incisiva: fu costruito l?Arco Senese per collegare la Torre del Candeliere con la fortezza. Il Cassero (da castrum, fortezza, campo militare) doveva servire per l?avvistamento e la difesa, ma doveva anche separare nettamente la parte vecchia e la parte nuova della città per scoraggiare eventuali tentativi di ribellione. Anche Porta alle Silici (da selce di cui era fatta la pavimentazione) doveva adempiere a questa funzione: l?enorme pendenza della strada e la Torre che la sovrasta avevano una funzione di collegamento, ma anche di separazione e controllo soprattutto di notte. Dalla Torre del Candeliere passiamo vicino alla Chiesa di Santa Chiara e ci dirigiamo verso Porta Eleonora. In origine aveva il nome di Porta Nuova, poi fu murata dai senesi e riaperta nel 1784 al tempo dei Lorena quando prese il nome della proprietaria dei terreni adiacenti. Attraverso la scalinata di Valle Aspra, cantata in un?ode del poeta livornese Riccardo Marchi, raggiungiamo Porta alle Formiche. Stiamo entrando nel Terziere di Cittavecchia dove sono concentrati tutti i palazzi del potere e dove risiedevano le famiglie nobili massetane. Porta alle Formiche prende il nome dalla sua vicinanza al magazzino del grano che sorgeva nel Palazzo dell?Abbondanza. Quando, nel XVIII secolo, il magazzino fu trasformato in un teatro prese il nome di Porta al Teatro. E, a proposito del Palazzo dell?Abbondanza, è obbligatoria una fermata alla Fonte omonima per visitare gli affreschi recuperati dopo anni di restauro: nella prima arcata ?L?albero della fertilità? chiamato così per i frutti particolari (i falli in erezione); nella seconda arcata la sirena bicaudata che insieme a due fiere sta a guardia dell?acqua. Il nostro giro si conclude con Piazza Garibaldi dove sorgono il Palazzo Comunale, il Palazzo del Podestà (sede del Museo Archeologico), le Logge di Palazzo Malfatti e la maestosa Cattedrale di San Cerbone. Se il lungo tour non vi ha stancato rimane il tempo per scoprire i caratteristici vicoli del centro storico. Bibliografia Luigi Petrocchi Massa Marittima Arte e Storia, Ristampa giugno 1972 Antonio Lari Massa di Maremma fortificata - Iconografia dell?evoluzione della cinta muraria massetana, Centro Studi Storici Agapito Gabrielli, 1997 Le mura di Massa Marittima, una doppia città fortificata, pubblicazione a cura della Regione Toscana, 2009 SCOPRI CHICCHE DI MAREMMA | Piccole curiosità di una grande terra Generazioni, quando una parola esprime il senso di un comune patrimonio. Storia di un?amicizia: Boero Bellezzi e Alfio Cavoli Un libro del 1970, una mostra del 1975, un calendario del 2011. Storie di vita di una Manciano d?altri tempi che partono dagli esordi del XX Secolo e si prolungano sino ai nostri giorni attraverso il ricordo di due grandi figure del passato: Boero Bellezzi, il primo fotografo professionista mancianese e Alfio Cavoli, il suo giovane amico scrittore... ? DI DANIELA CAVOLI Boero Bellezzi. Retrospettiva? è il titolo dato nel 1975 alla mostra di cui Alfio Cavoli fu chiamato a redigere la presentazione. Intorno al testo integralmente riproposto e ? soprattutto ? ai due Mancianesi coinvolti, gira la storia, branca rispettosa di quella di Boero Bellezzi 64 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Manciano, che parte dagli esordi del XX Secolo e si prolunga sino ad oggi. Questa vede protagoniste molte persone che hanno tentato di non seppellire in una fossa comune le vicende e le peculiarità di un borgo spropositatamente e distrattamente cresciuto in cui l?originaria, profonda natura maremmana si sta pian piano offuscando tra le mere sollecitazioni di una modernità fraintesa e mal valutata. Boero Bellezzi Chi è Boero Bellezzi? Il primo fotografo professionista del paese. Il suo secondo negozio ? per lui, purtroppo, ultimo ? si trovava proprio davanti alla Torre dell?Orologio in Via Madoni 2, sotto una pila di antiche abitazioni tra le quali era anche quella in cui è cresciuto Alfio Cavoli in via Felice Cavallotti 20. Le due aperture delle finestre dell?allora camera da letto dei genitori di Alfio Cavoli ? all?ultimo piano del palazzo ? corrispondono con quelle della finestra e della porta della ?bottega di Boero? al piano terra di via Madoni. Esterna, di lato, oggi come allora, è la scala elicoidale malamente ristrutturata che conduce da strada a strada. Il tutto, appena sotto il Tribunale, come i vecchi chiamavano il cassero aldobrandesco senese, e all?antistante piazza Magenta, il Piazzone. In quegli anni, intorno, sopra e fino a Via Marsala, era il mondo piccolo, vivissimo e inclusivo del centro storico del paese. La breve nota biografica tra poco leggibile risponde solo parzialmente all?esigenza di rendersi conto di chi fosse Boero Bellezzi. Occorrono i suoi scatti per capire chi è veramente la persona nata in Borgolungo ? oggi Via XX Settembre ? a Manciano, da Bosio e Costanza Baccioli, il 28 novembre 1904 che, nel 1915, consegue la licenza elementare e, quindi, va ad imparare l?arte del ciabattino dal calzolaio Marraghini. A quel mestiere sarebbe stata destinata la sua vita se la passione per il disegno e per una diversa arte, quella della fotografia, scoperta attraverso le foto del Pitiglianese Lorenzo Adolfo Denci (1881-1944), non lo avessero incoraggiato ad incamminarsi in altra direzione. Nel 1924, Boero riesce ad acquistare un locale in Via Curtatone 35, dove apre il suo primo studio e il primo studio fotografico di Manciano. Da quel momento e sino alla sua scomparsa, avvenuta nel paese natale il 31 luglio 1969, è il fotografo del volto storico del paese e della sua gente, e, negli ultimi vent?anni della propria vita, il primo Anni Quaranta del XX Secolo - Manciano, via Marsala da via Roma. L?arrivo del postale (Foto Boero Bellezzi) compagno di viaggio di Alfio Cavoli nell?illustrare l?attualità, i fatti, le vicende, le bellezze del comune amato territorio fin da quando, nel 1949, questi iniziò la ?carriera di pubblicista? come corrispondente n.54 del quotidiano locale, Il Tirreno, occupandosi di cronaca sportiva. Il Circolo Culturale Mancianese Oltre il preambolo, già due generazioni sono intervenute a permettere la stesura di queste righe. Saltandone almeno una, la successiva è quella che volle e organizzò la retrospettiva del 1975. È di quell?anno l?istituzione del Circolo Culturale Mancianese. In una vecchia stampa ciclostilata datata 5 luglio si leggono le intenzioni di un folto gruppo di più o meno ventenni che non volevano «vivere come isolati dal resto del mondo dentro quel fragile e dannoso guscio fatto dal bar, passeggiate, viale, e alzare le spalle dicendo ?Ce ne sbattiamo?». Alcuni di loro, singolarmente, hanno continuato a perseguire lo scopo entrando in politica e diventando chi sindaco del paese, chi assessore; altri hanno tentato l?arte poetica o letteraria, quella del teatro, della musica, della pittura, della fotografia. A Manciano o altrove contribuendo alle dinamiche dei tempi o altro- ve scappando per crescere. All?iniziativa di allora aderì anche un quartetto di più attempati speranzosi: Alfio Cavoli, Lilio Niccolai, Bruno Bellezzi e Antonio Costa. I primi due nati negli anni Venti del 1900 (rispettivamente 1927 e 1925 entrambi in giorni d?agosto, 22 e 14), i secondi già nella generazione successiva. Nel 1975, non oriundo di Manciano, era professore presso l?Istituto Tecnico Industriale per Chimici e fervente attivista politico di sinistra Antonio Costa; erede dell?archivio paterno, fotografo per passione e genetica, Bruno Bellezzi, come prima il padre, collaboratore per gli scatti necessari agli articoli, ma soprattutto amico di Alfio Cavoli tanto da sceglierlo, insieme alla futura moglie Maria Felice Biagini, quale testimone di nozze. Incalzante contro il vuoto del tempo mancianese è il testo di una chimerica Relazione introduttiva allo statuto redatta dai giovani aderenti al sodalizio i cui 1951 Sala di musica di Manciano, durante le lotte per le terre, parla una rappresentante delle donne (Foto Boero Bellezzi) PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 65 SCOPRI ???? Una storia che vede protagoniste molte persone che hanno tentato di non seppellire in una fossa comune le vicende e le peculiarità di un borgo spropositatamente e distrattamente cresciuto in cui l?originaria, profonda natura maremmana si sta pian piano offuscando tra le mere sollecitazioni di una modernità fraintesa e mal valutata punti di rilievo, nel dattiloscritto originale, sono battuti addirittura sottolineati e di questo tenore: «[? ] è tanto indiretta la nostra partecipazione attiva quanto umiliata la nostra coscienza sociale». Una cosa è certa, oggi a Manciano non esiste un bar solo o due, ma una decina ? quantità eccessiva e in quanto raggrumata in poche vie del paese mal distribuita rispetto alla dimensione raggiunta dall?abitato molto più estesa in relazione ad allora e disarticolata tra poggi, brevi valli e colline che hanno perso i profumi del bosco sopraffatti dal globoso tanfo del fumo di molti comignoli ?. Esiste una biblioteca, una scuola di musica, un cinema spesso inattivo o con una programmazione minimale, ma non una libreria, non un teatro, non una sala per esposizioni o un qualsiasi luogo pubblico, insomAlfio Cavoli al circolo ENAL, ?Le stanze? per i Mancianesi, negli anni Cinquanta del XX Secolo 66 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Saturnia. Le cascate del mulino (il Gorello) com?erano prima dei successivi restauri (Foto Boero Bellezzi) ma, che infonda o produca (voce verbale quest?ultima adattata, adattabile e adottabile ormai, purtroppo, per ogni scopo) desideri culturali o inciti e solleciti l?intelletto a seguire una strada diversa dalle imposte, per soddisfare appieno anche solo le proprie curiosità. Comunque, il gruppo per un po? si diede da fare e pubblicò un numero unico della rivista CCM (Rivista del Circolo Culturale Mancianese) organizzando anche la retrospettiva sull?opera di Boero Bellezzi. Il ricordo di due amici fraterni Arrivato il XXI Secolo, si riaffaccia l?idea di ricordare, insieme, i due amici fraterni che sgobbando e sorridendo avevano raggiunto i propri obiettivi. Il primo lasciando un ricchissimo archivio di fotografie a testimonianza della faccia di una storia altrimenti non più interpretabile, il secondo avendo scritto una quantità enorme di articoli su testate diverse e una cinquantina di libri per divulgare la ricchezza di fatti e di persone che hanno costruito e costruivano il passato e il presente della Maremma e della Tuscia. La figura longilinea e affatto nerboruta di Boero Bellezzi riappare in una foto rétro in mezzo al ritratto letterario ? dal quale sono desunti i dati personali della nota biografica in queste pagine ? scritto dal nipote Cristiano su un calendario che testimonia non solo il tempo del 2011, ma in sintesi tutta la storia di Manciano per data nell?anno. È un elenco di giorni, di feste sacre e profane, di annotazioni astronomiche, di detti e proverbi che ha avuto anche l?ambizione ? soddisfatta ? di perpetuare i fatti salienti accaduti a Manciano sino al 2010 di una storia forse piccola, per lo più dimenticata o ignorata in cui, però, tra altre, si stagliano le figure di due senatori (Gino Aldi Mai e Leto Morvidi), di due pittori (Pietro Aldi e Paride Pascucci), di vari sportivi (per tutti Bruno Baccioli ? ciclista e fotografo ? e Joris Menichetti ? grande dell?ippica, «il più grande ostacolista di tutti i tempi» è il Corriere dello Sport a scriverlo), di vari parolieri e musicisti (non solo Enrico Santinelli è stato uno scrittore di testi per canzoni; Eber e Diego Chiti ? padre e figlio ? non sono stati i soli stregati da Euterpe); date irripetibili per valore sociale e civile che nulla hanno da invidiare a quelle dei fatti dipinti nell?olio di Pellizza da Volpedo intitolato Quarto Stato, ad esempio, o alle più note che riguardano la Resistenza per la quale Manciano è insignito della Croce di Guerra al Valor Militare. Il libro ed il calendario Artefici della prima esperienza in questo senso e del risultato ottenuto sono due associazioni l?ARCI di Manciano e l?Associazione culturale Alfio Cavoli. Il tempo passa. Accanto ad una data ? il 30 settembre ?, di fatti, ne sono stati scritti due: la nascita di Paride Pascucci (nel 1866) e la morte di Alfio Cavoli (nel 2008). Il titolo del calendario è una locuzione che ben rappresenta il sentimento condiviso dal fotografo e dallo scrittore: Paese Buoi al giogo (Foto Boero Bellezzi) La trebbiatura (Foto Boero Bellezzi); in basso una pagina del calendario 2011 mio nativo e cioè l?emozionata somma di parole scelta da Alfio Cavoli per individuare la parte da lui scritta nel volume a due mani con Lilio Niccolai (19252012) ? maestro, direttore didattico, storico, sindaco di Manciano per due mandati, dal 1965 al 1975, assessore provinciale ? Sapor della mia terra (GPE, San Marino, 1970), libro che si poteva leggere già cinquant?anni fa, compiutamente illustrato da 108 testimonianze fotografiche scattate quando dai Fratelli Gori di Grosseto, quando da Lorenzo Adolfo Denci, quando proprio da Boero Bellezzi. Il calendario è strettamente legato al libro in quanto per ogni mese è rapito un evento tipico della vita contadina di un tempo dallo scatto in bianco e nero di Boero Bellezzi e ciò che in esso è fissato per le generazioni future viene accompagnato dalle parole di chi ha vissuto la ritualità di quei giorni della tradizione in prima persona, Alfio Cavoli, tratte dal volume appena citato. Una sinergia perfetta quella tra il primo fotografo mancianese e il giovane scrittore che rimane nella storia di generazioni strette in un abbraccio già durato più di cinquant?anni. La presentazione della retrospettiva «Era quasi scontato che il compito di presentare brevemente la mostra fotografica di Boero Bellezzi dovesse toccare a me. Il motivo è presto detto: è vero che Boero Bellezzi era amico di tutti, come lo sono, di solito, le persone perbene; ma ho buone ragioni di ritenere che i nostri rapporti fossero di natura affettiva un po? diversa: meno effimeri e comuni, ossia fraterni. Benché avesse l?età di mio padre (erano nati, credo, a distanza di pochi giorni l?uno dall?altro, in ?Borgolungo?), il nostro quotidiano vivere insieme era nutrito di estrema confidenza; e, ciò che più conta, ci stimavamo a vicenda, non tanto per quel che facevamo ? lui con l?inseparabile obiettivo ed io con la penna ? quanto per quello che sognavamo di fare sotto le sollecitazioni di una Maremma dalle mille vibrazioni poetiche. Boero Bellezzi ? ricordo ? lavorava in continua tensione d?amore per la propria terra. E quando, frequentemente, mi seguiva per paesi e campagne, dove mi recavo a sbrigare i consueti impegni di cronista, di tutto si entusiasmava, di tutto esultava. Tutto, insomma, gli pareva degno di essere affidato alla pellicola per poterne rivivere ? un giorno ? il fascino e l?emozione del momento: un vecchio campagnolo, due bovi al giogo, un suggestivo vicoletto, un rudere millenario, una scena di vita, una testimonianza di lavoro e di fatica. Egli riteneva che la fotografia ? per essere veramente compiuta ? dovesse assumere valore d?arte e di documento. Ecco perché dal suo fornitissimo archivio ? riesumato dal figlio Bruno ? son venute alla luce tante immagini significative che si mettono in evidenza e per l?una e per l?altra caratteristica. Si tratta di immagini pacate e dolci ? talune (come quella del vecchio Niccolai) pervase di sottile poesia ? che dispiegano tutta l?antica e rude bellezza della nostra mitica terra di Maremma, tutta l?umanità della sua gente povera e reietta, ma piena di fierezza. L?Autore soleva affidarle alla propria fototeca con lo scopo intimamente dichiarato di trasmettere agli altri ? un domani ? il godimento spirituale provato all?atto della loro realizzazione, oltre che un messaggio di insopprimibili verità esistenziali e sociali. Ebbene, il ?Circolo Culturale Mancianese?, indovinando quel sommesso proposito, ha ritenuto di doverne esporre una nutrita silloge, convinto di far cosa gradita a tutta la cittadinanza». PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 67 SCOPRI PERSONAGGI | Figure di ieri o di oggi da ricordare Gregorio VII da Sovana, il Papa rivoluzionario che cambiò la Chiesa ed il mondo occidentale È stato il papa che in epoche buie della storia (XI secolo) si è battuto per la libertà della chiesa e delle sue istituzioni, per la vita apostolica del clero combattendo la simonia e altri peccati che macchiavano la vita dei sacerdoti, dei monaci e del popolo cristiano. Parliamo di Ildebrando di Sovana, eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio VII, di cui quest?anno ricorre il millenario della nascita DI ANGELO BIONDI Urna con il corpo di S.Gregorio VII 68 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Canossa di Pietro Aldi I l 2 febbraio scorso il Vescovo Giovanni Roncari ha aperto ufficialmente a Pitigliano l?ANNO GREGORIANO, che intende celebrare il Millenario della nascita di San Gregorio VII, il grande Pontefice sovanese (1020-2020). È noto che non c?è certezza sulla data esatta di nascita di Ildebrando da Soana (il futuro papa Gregorio VII); tra gli studiosi si è discusso a lungo tra una data alta (intorno al 1020) e una data bassa (tra il 1026 e il 1028). La Diocesi di Sovana-Pitigliano-Orbetello ha ritenuto di fare una scelta relativa alla data alta. Le celebrazioni gregoriane in Diocesi si chiuderanno il 30 novembre 2020 e per l?aspetto religioso hanno come fulcro fondamentale il corpo di San Gregorio VII, arrivato da Salerno il 22 febbraio; il corpo, chiuso nella sua artistica urna, viene esposto al pubblico nella Cattedrale di Sovana e sarà oggetto di pellegrinaggi dei fedeli dai quattro Vicariati che compongono la Diocesi, e di visita da parte di cittadini, turisti e di chiunque ne abbia interesse; il 25 maggio, festa di San Gregorio VII copatrono della Diocesi, la S.Messa solenne in Sovana sarà presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Città del Vaticano, e concelebrata dai Vescovi della Toscana; poi il 12 settembre clero e fedeli della Diocesi incontreranno papa Francesco nella Sala Nervi in Vaticano. Numerose altre iniziative e attività culturali (conferenze, manifesta- zioni folcloristiche ecc.) faranno da corona al programma religioso. La figura di Ildebrando da Soana, divenuto papa con il nome di Gregorio VII (1073-1085) si staglia gigantesca nello sfondo della storia del secondo millennio dell?era cristiana. È stato giustamente osservato che papa Gregorio in soli dodici anni di pontificato rivoluzionò la Chiesa e il mondo occidentale. Infatti l?elezione nel 1073 di Ildebrando da Soana a sommo pontefice segnò una svolta decisiva per la Chiesa cattolica e per la storia d?Europa, ?tanto grande è la forza dei cambiamenti, che si erano prodotti nel secolo XI, tanto incisivo è stato quel papa, tanto travolgente la ?lotta per le investiture?, da indurre a marcare con il suo nome centocinquant?anni di storia?, come afferma efficacemente lo storico Glauco Maria Cantarella. Il pontificato di Gregorio VII rappresentò il culmine di quell?epoca ? l?XI secolo ? caratterizzata da un vasto e profondo movimento per la riforma della Chiesa e dalla ?lotta per le investiture?, tanto che non a caso è stata definita ?età gregoriana?. ?Con ?età gregoriana? si è indicato tutto il lungo periodo, durante il quale si è formato il modello di Chiesa Cattolica qual è, sostanzialmente, arrivato fino a noi?. In quell?epoca l?ansia di rinnovamento morale della Chiesa di fronte all?in- tollerabile corruzione del clero provocata dal sistema dell?investitura imperiale dei feudi ai vescovi, che aveva prodotto come conseguenza la piaga della simonia ? cioè la compravendita delle cariche ecclesiastiche ? e l?inosservanza del celibato tra il clero, portò con sè formidabili problemi, che erano ben presenti a papa Gregorio VII al momento della sua elevazione al soglio pontificio. Lui stesso lo afferma chiaramente in una lettera a Goffredo di Lorena, scritta poco dopo la sua elezione: ?La nostra promozione (al pontificato)? è per noi causa di amaro dolore e infinita angoscia? Ormai infatti, a causa dei peccati, tutto il mondo è radicato nel Maligno a tal punto che tutti, e soprattutto coloro che hanno compiti di responsabilità nella Chiesa, si adoperano piuttosto a travagliare quest?ultima che a difenderla e a onorarla con fedele devozione e, mentre anelano al lucro personale e alle brame della gloria di questo mondo, si oppongono come nemici a tutto ciò che riguarda la religione e la giustizia di Dio?. Invece Gregorio non cercava il potere e l?autorità, ma anzi li concepì sempre come un servizio e un dovere, sebbene rappresentassero per lui un ?pesantissimo fardello? e una grave responsabilità. Lo storico Dag Tessore, che ha studiato l?epistolario di Gregorio VII al fine di comprenderne meglio la personalità, la psicologia e la sensibilità non solo come pontefice, ma anche come PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 69 SCOPRI ???? Le celebrazioni gregoriane a cura della Diocesi di SovanaPitigliano-Orbetello si chiuderanno il 30 novembre 2020 e per l?aspetto religioso hanno come fulcro fondamentale il corpo di San Gregorio VII, arrivato da Salerno il 22 febbraio uomo e cristiano, osserva: ?Le gesta e le lettere di Gregorio ci testimoniano unanimemente la sua onestà, coerenza e serietà di coscienza, in una sola parola la sua integrità. È per questo che, sentendosi in dovere di intervenire ovunque fosse suo compito intervenire ed essendo i mali della Chiesa innumerevoli, il papa avvertiva spesso la sua missione come un?impresa disperata, dinanzi alla quale si sentiva impotente, ma allo stesso tempo obbligato senza scampo?. Veramente profonda era la fede e la religiosità di papa Gregorio VII, definito da un altro storico, Giuseppe Fornasari, un uomo ?afferrato da Dio?, che va ?assunto non come figura isolata, ma come la carne e il sangue, in cui le idee di riforma della Chiesa, già da lungo tempo in gestazione, trovano la loro concreta, e drammatica, realizzazione?. Molti problemi della società dell?epoca, come la simonia e il concubinato del clero, la libertà della Chiesa dalle ingerenze laiche, il primato del Papa di Roma, nei decenni precedenti il pontificato di Gregorio VII si erano andati via via chiarendo e precisando grazie soprattutto ai maggiori teorici della Riforma: Umberto di Silvacandida, rappresentante della corrente più intransigente, e Pier Damiani, sostenitore di 70 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Cattedrale di Sovana, interno S.Gregorio VII (Cattedrale di Pitigliano) una linea più conciliante. A ciò si deve aggiungere il problema della partecipazione popolare alla lotta per la Riforma della Chiesa; i profondi aneliti di moralità che scaturivano dalla forte religiosità in strati popolari sempre più larghi si intrecciarono profondamente con l?azione riformatrice, che si trovò ad affrontare la grave questione della validità dei sacramenti amministrati dai preti simoniaci e concubinari. Ai movimenti di popolo come la Pataria, Gregorio VII seppe rivolgersi in maniera opportuna, chiamandoli a collaborare all?opera di riforma e rafforzandone la coscienza morale e religiosa. Tuttavia ancora grande restava la varietà di indirizzi, di posizioni e di programmi tra gli stessi promotori della Riforma. Il pontificato di Gregorio VII, con lo scoppio della ?lotta per le investiture? tra Chiesa e Impero, portò ad una polarizzazione delle discussioni ? e delle polemiche che la contrapposizione portava con sè ? sul problema del rapporto tra Chiesa e Stato e sulla dottrina del primato del Papa, che andò rapidamente affermandosi. D?altra parte da alcuni decenni l?autorità di Roma si era andata lentamente ricostruendo, soprattutto come prestigio morale e larghezza di relazioni, tanto che nessuno più poteva ignorarla. Ciò apparve con estrema chiarezza in occasione della scomunica dell?imperatore Enrico IV nel 1076, quella scomunica che lo costrinse all?umiliazione di Canossa. Lo scontro tra Gregorio VII ed Enrico IV segnò il grande momento di trapasso dell?epoca, perché enucleando attorno a sè l?impegno delle forze di rinnovamento manifestatesi in precedenza, le avviò verso una battaglia, che non poteva evitare di coinvolgere interessi e problemi di natura anche squisitamente politica. ?Per lunghi anni ? nota Fornasari ? l?interesse della storiografia è sembrato appuntarsi con quasi assoluta esclusività sul problema della riforma gregoriana intesa come lotta per le investiture; ciò che realmente interessava, nella ricostruzione storiografica, era il durissimo conflitto tra papato e impero che esplose durante il pontificato di Gregorio VII. Ma oggi nuovi interessi urgono??. Difatti al di fuori di Germania ed Italia, dove si realizzò lo scontro tra il papa Gregorio VII e l?imperatore Enrico IV, negli altri Stati europei l?avanzare della Riforma si presentò soprattutto sotto l?aspetto più propriamente disciplinare. Senza la complicazione della lotta con l?Impero, papa Gregorio VII appare, nella propagazione della Riforma in questi paesi, molto di più un mite pastore che un lottatore intransigente. La dipendenza del potere temporale da quello religioso in Gregorio VII si collega a motivazioni di tipo prevalentemente morale; nei confronti dei re, quando il loro governo era volto al bene dei sudditi, il Papa si pone nella veste di sollecito pastore, cercando la loro collaborazione. Il grande pontefice, in forza delle responsabilità apostoliche che egli sentiva fortemente, perseguì con fermezza l?estensione e l?unità della cristianità, specie nelle aree più lontane e periferiche dell?Europa dell?epoca, come l?Inghilterra, la Scandinavia e quei territori ad oriente della Germania, in cui si erano andate fissando le popolazioni slave, senza trascurare le possibilità di riavvicinamento con la Chiesa orientale di Bisanzio. Nel periodo gregoriano comunque la Santa Sede estese notevolmente la sua influenza, tanto che alcuni Stati, di recente formazione ai margini del Sacro Romano Impero, riconobbero la loro dipendenza direttamente dal Papa di Roma. Anzi in vari casi gli stessi sovrani di questi Stati preferirono cercare la mite sovranità papale, che si accontentava dell?omaggio e di un censo annuo, piuttosto che il più pesante vassallaggio dell?Impero. Così avvenne per Ungheria, Boemia, Polonia, Croazia e per il regno di Kiev. Inoltre sotto il vessillo di S. Pietro si formò il regno normanno d?Inghilterra e i piccoli staterelli cristiani della Spagna iniziarono la loro riconquista a spese degli arabi. La sollecitudine apostolica di Gregorio VII non trascurò neppure quei regni, come la Danimarca e la Norvegia, situati agli estremi confini della cristianità dell?epoca. Si deve aggiungere l?incipiente formazione, sotto l?egida papale, del regno normanno dell?Italia meridionale, che eliminò da tale territorio la presenza di Bisanzio, la possibile influenza dell?Imperatore di Germania e il dominio degli arabi con la conquista della Sicilia. I più recenti studi sull??età gregoriana? considerano il papato di Gregorio VII come ?il massimo momento di disponibilità e di ricettività innovativa della chiesa altomedioevale, dominato da una fluidità di orientamenti che solo gli eventi successivi, magari snaturandoli, saranno in grado di definire?. Solo successivamente infatti troveranno sviluppo e soluzioni, anche autonome, quei grandi temi, che pure hanno avuto il loro avvio nell?età gregoriana. La lotta per la libertà della Chiesa portò alla divisione dei poteri tra la Chiesa stessa e lo Stato, che cominciò a perdere quella sacralità di cui si ammantava, e fu costretto a dover cercare altri fondamenti a propria giustificazione, con la riscoperta del diritto romano, fino allo sviluppo di quella ?teoria dell?origine contrattualistica dei poteri?, secondo cui il sovrano è tale non perché investito da Dio, ma per una sorta di contratto tra lui e i sudditi. L?affermazione del primato di Roma pose fine al particolarismo delle chiese locali, a favore di un?organizzazione accentrata attorno al Papa, eletto ormai dal Collegio dei cardinali con quel sistema rimasto fondamentalmente immutato fino ad oggi. La ?lotta per le investiture? contribuì allo sfaldamento dell?organizzazione feudale, facilitando la nascente autonomia delle città, e la partecipazione popolare contro il corrotto clero feudale aprì la via alla formazione, specie in Italia, dei liberi Comuni. Le roventi polemiche e il nutrito scambio di libelli tra le parti contrapposte ? gregoriani e antigregoriani ? incentivarono l?approfondimento degli studi giuridici e lo sviluppo successivo del diritto canonico. Il grandioso prestigio morale acquistato dalla Chiesa con la lotta per la Riforma indurrà ad intraprendere, all?invito del Papa, l?avventura della Crociata, che proprio Gregorio VII concepì per primo agli inizi del suo pontificato. Ma la complessa figura di Gregorio VII, dichiarato santo dalla Chiesa cattolica, e la sua opera sono state oggetto di appassionate e furibonde polemiche non solo nella sua epoca, ma ? caso più unico che raro ? anche per molti secoli successivi ed ancora oggi non sono spente, provocando talvolta irrigidimenti eccessivi e chiusure ormai anacronistiche. Questo aspetto, che ha trovato via via alimento dal Cinquecento nei contrasti tra protestanti e cattolici, tra Sovrani assoluti e Chiesa cattolica, tra il variegato mondo anticlericale e quello cattolico, tra laici e cattolici, è stato rilevante negli ultimi cinque secoli ed ha finito per condizionare anche la storiografia, che solo di recente ha potuto esprimersi su San Gregorio VII con maggiore equilibrio, superando le vecchie posizioni e le inevitabili forzature. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 71 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria Alessandro Pugi, quando sperimentare i vari generi letterari diventa un?arte Scrittore poliedrico e curioso, con già otto romanzi (dei generi più diversi) pubblicati in dieci anni, Alessandro Pugi è appena uscito in libreria con ?Il sussurro del diavolo? una spy-story dal forte impatto sociologico criminale che si ispira ad alcuni tragici eventi come Ustica, la strage di piazza Fontana, l?uccisione di Falcone e Borsellino e la trattativa Stato-mafia? DI DIANORA TINTI A lessandro Pugi vive nella splendida Isola d?Elba, ma per molti anni ha lavorato nel carcere di Grosseto come Ispettore capo di polizia penitenziaria. Ora, si dedica alla scrittura a tempo pieno ed i risultati si vedono? Scrive un romanzo dietro l?altro ottenendo successi di critica e pubblico. Scrittore poliedrico e curioso, è uscito recentemente in libreria con ?Il 72 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 sussurro del diavolo? un romanzo che ha subito ottenuto importanti riconoscimenti. Per chi lo conosce, quest?ultimo successo non è però una sorpresa. È facile innamorarsi dei suoi romanzi. Narrano di persone come noi: carne, ossa e cuore. Soprattutto cuore. Anche nella vicenda più buia, crudele, fantasiosa o spietatamente reale, non manca mai quel pizzico di sentimento capace di suscitare emozioni e partecipazione totale in chi legge, quasi una commozione estetica. Una dote che difficilmente si acquisisce con il tempo o con la tecnica. Anche in quest?ultima storia, che si snoda tra Milano, Roma, Madrid e San Paolo del Brasile, l?autore non perde di vista il lato umano e la caratterizzazione dei personaggi, pur nell?ottima costruzione di una spy-story che si ispira ad alcuni tragici eventi come Ustica, la strage di piazza Fontana, l?uccisione di Falcone e Borsellino e la trattativa Stato-mafia. Cosa coraggiosa e non facile, in un momento dove i noir e i gialli tendono sempre più a diventare appetibili sul piano dell?intrattenimento, meno su quello dell?aderenza alla realtà. Tra inseguimenti, false piste e omici- di, il protagonista capirà che niente è come sembra, tutto è sfuggente come il mercurio? ma anche che esiste qualcosa di più terribile e pericolosa persino dei nemici: la verità. Otto romanzi in 10 anni, un ritmo da maratoneta. Dove trovi sempre nuove ispirazioni, attingi dalla realtà o spazi esclusivamente con la fantasia? In realtà i romanzi nei quali ho scritto la parola fine sono 16 e sto ultimando il 17° e il 18°. Questo perché amo scrivere e continuo a farlo senza pensare a pubblicare o al commerciale. L?ispirazione è una cosa che non mi manca. Spesso arriva incanalata da una notizia del tg, a volte si presenta improvvisa, come una scintilla che accende un fuoco. Raramente sono rimasto a ?secco?... C?è sempre qualcosa che mi frulla per la testa e che subito metto su carta, magari riprendendola dopo mesi e iniziando a contornarla di parole e personaggi. Inizi nel 2010 con ?The Spanners?, un fantasy/thriller, e prosegui con romanzi più introspettivi quali ?Come il volo di una farfalla? o ?Il cercatore di stelle?. Dunque, non solo thriller? rimando alla religione, al mistero, ai sogni, indicati come catalizzatori della verità o della menzogna. Alessandro Pugi Sì, ho scritto fantasy, thriller, romanzi romantici o d?attualità, spy story. Mi sono cimentato, e ancora lo faccio, con generi diversi e questo magari può spiazzare il lettore, ma fa parte di me sperimentare, non chiudermi in un solo genere. Ha qualcosa di diverso dagli altri ?Il sussurro del diavolo?? Un romanzo scritto di getto nel 2012 che ha preso spunto dalle immagini di un film e da alcuni tragici eventi che hanno caratterizzato il nostro Paese. Ci sono molti lati oscuri nella politica. Così è nata l?idea di una spy-story che vede protagonista proprio un Homegrown, un cittadino italiano nato da genitori stranieri. Un agente dei Servizi, incaricato, suo malgrado, a investigare su una strage che appare un atto terroristico, ma che invece nasconde verità innominabili. Ne è nato un romanzo di forte impatto sociologico criminale. Tu vivi all?Isola d?Elba, un luogo magnifico e l?ambiente influisce molto sulla nostra vita. È fondamentale anche nei romanzi per evocare uno stato d?animo e far interagire i personaggi con il luogo. Quanto è importante per te l?ambientazione? Solo ?L?origine del male? è stato ambientato nell?Isola d?Elba. Credo che sia necessario dividere l?ambiente in cui si vive dalle pagine dei romanzi. Quando metto su carta un personaggio, ho bisogno di farlo esistere in un ambiente asettico rispetto a quello della mia realtà. Voglio che viva di vita propria e non sia condizionato dai ricordi, dalle immagini, dai posti in cui vivo tutti i giorni. Non so se questo sia giusto o meno, come modalità di lavoro, ma a me riesce più facile. Se tu dovessi scegliere tre colori per descrivere i tuoi romanzi, quali sceglieresti e perché? Il rosso: colore dell?amore, del cuore, della forza e della sensualità, perché nei miei romanzi c?è molta passione sia nel tratto dedicato all?amore tra i personaggi, sia in quello evidenziato nell?affrontare tematiche importanti come il razzismo, la disabilità, la violenza sulle donne. Il verde: colore della natura, della vegetazione, della rinascita, dell?onestà, perché molti dei miei personaggi rinascono dalle proprie ceneri e le ambientazioni spesso sono foreste, boschi, paesaggi di campagna. Il viola: colore della magia, del mistero, del sogno, della metamorfosi e spiritualità. In ogni mio romanzo c?è un Alessandro Pugi nasce nel 1972 a Portoferraio, Isola d?Elba, dove tutt?ora vive insieme alla moglie Cinzia e al figlio Deniel Nicolas. Diplomato perito commerciale, una carriera nella polizia penitenziaria come ispettore capo. Ha pubblicato: ?The Spanners? 2010, ?Il colore del cielo, l?Aquila, il Falco e il Cigno? 2012 Ed. il Foglio, premiato al premio internazionale Pegasus Cattolica, ?Il Tredicesimo zodiaco? 2012, ?La sottile linea del destino? 2014, ?Come il volo di una farfalla? 2016, finalista premio nazionale regione Abruzzo, ?Il cercatore di stelle? 2018, ed. Il Foglio, premiato al ?Premio internazionale Michelangelo Buonarroti?, al ?L?Origine del Male?, 2018, Ed. CTL Vincitore del Books for Peace anno 2019, Premio della giuria al Milano International, premiato al ?Premio internazionale Michelangelo Buonarroti?, 3° classificato al premio internazionale La voce dei Poeti e ?Il sussurro del diavolo? 2019, Onda D?Urto Ed. premiato al Premio letterario internazionale ?Unitì per la legalità? e finalista per il noir al concorso nazionale Giorgione Prunola di Castelfranco Veneto (TV). Fra gli inediti ?Quello che non sai di lei? 1°posto al premio ?Amori sui generis? Città di Grosseto 2019 e ?La quiete dopo la tempesta?, 2° posto premio internazionale Lexenia Arte e Giustizia 2019. PRIMO PIANO ? SCOPRI ? 73 SCOPRI L?ANGOLO DEL LIBRO| La Maremma in libreria ?Storie nostre? il libro dedicato a Monterotondo Marittimo Un libro, quello dedicato a Monterotondo Marittimo, tra passato e futuro, su progetto editoriale a cura di Arca che ?nasce dalla volontà dell?ex assessore comunale Orano Pippucci ? come spiega il sindaco Giacomo Termine ? di raccogliere in una pubblicazione le tante testimonianze del nostro passato per restituirne la memoria alle nuove generazioni? S i intitola ?Storie nostre, Monterotondo Marittimo, un libro tra passato e futuro? ed è il progetto editoriale a cura di Arca dedicato al territorio del comune metallifero. ?Questo libro nasce dalla volontà dell?ex assessore comunale Orano Pippucci ? spiega il sindaco Giacomo Termine ? che ha voluto raccogliere in una pubblicazione le tante testimonianze del nostro passato per restituirne la memoria alle nuove generazioni, affinché riscoprano e custodiscano le proprie radici. Boscaioli, artigiani, anarchici e credenti, hanno contribuito alla storia di Monterotondo Marittimo. Sfogliando le pagine di questo volume troviamo le vicende più importanti che hanno segnato questa piccola comunità. Non è un libro di memorie anche se alla memoria chiede aiuto e non è neppure un libro di storia perché disorganico nella sua narrazione. Nel suo non essere, questo libro trova un connotato diverso che somiglia molto ai racconti orali. Ai testi raccolti da più fonti abbiamo voluto lasciare le caratteristiche narrative popolari, in cui gli episodi si intrecciano ognuno con un proprio stile di scrittura. Storie nostre è piuttosto l?incontro di tanti racconti individuali. Raccoglierli tutti è un modo per condividerli e restituirli ai cittadini. Dedicato agli abitanti di Monterotondo Marittimo del passato, del presente e del futuro?. ?Abbiamo voluto inserire nel volume anche le foto dei nostri giovani ? sottolinea il sindaco Giacomo Termine ? perché sono chiamati a svolgere un compito importante: affidiamo a loro 74 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 ciò che ricordiamo e, in parte, abbiamo vissuto direttamente o ci è stato raccontato dai nostri nonni e genitori. Una comunità è un tessuto fatto di episodi, personali e collettivi, tutti hanno avuto e continueranno ad avere influenza gli uni sugli altri?. Oltre a Orano Pippucci, un ringraziamento particolare va da parte dei promotori e realizzatori di questo progetto all?associazione culturale G.R.S.N.A. che ha fornito la maggior parte delle immagini e della documentazione storica e al Parco delle Colline Metallifere. Altri ringraziamenti inoltre a: Clara Ghirlandini, Carlo Groppi, Giuliana Bardelloni, Mario Cheli, Francesca Brunetti, Fabio Sartori, Alessandra Casini, Patrizia Martignoni, Roberto Mazzolli, Claudio Ulivelli, la C.R.I di Monterotondo Marittimo. GUSTA GUSTA VINO E DINTORNI | Notizie varie dal mondo del vino e non solo Investire per crescere, la ricetta della cantina cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano Prima dell?emergenza coronavirus si è tenuta a Scansano l?assemblea ordinaria dei soci per l?approvazione del bilancio della Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano che seppure penalizzata dall?andamento delle vendemmie 2017-2018, continua a crescere. Un?occasione per parlare anche degli investimenti futuri previsti dalla Cantina 76 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 Nella foto un momento dell?assemblea ordinaria dei soci della Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano; sotto il presidente Benedetto Grechi ed il direttore Sergio Bucci N elle scorse settimane ? era il 31 gennaio scorso ?, a Scansano, presso la sede della Cantina Cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano, si è tenuta la consueta assemblea ordinaria dei soci per l?approvazione del bilancio chiuso al 31 agosto 2019. All?assemblea, oltre a soci e consiglieri, erano presenti anche i rappresentanti delle amministrazioni locali, delle associazioni di categoria e delle altre organizzazioni di settore attive sul territorio. Nella stessa occasione si è svolta anche l?assemblea straordinaria per l?approvazione del nuovo regolamento. ?Grazie ai cambiamenti approvati oggi durante l?assemblea straordinaria, a partire dal prossimo anno ? spiega il presidente della Cantina, Benedetto Grechi ? le votazioni dei consiglieri avverranno a scrutinio segreto. Questa nuova regola ci permetterà di garantire ancora più trasparenza e democrazia nell?elezione del consiglio?. Durante l?assemblea sono stati illustrati i risultati raggiunti dalla cantina nell?ultimo esercizio, un esercizio che, seppure penalizzato dall?andamento delle vendemmie 2017-2018, ha visto consolidarsi la crescita di lungo periodo dell?azienda. In particolare, continua a crescere la presenza della cantina nel canale HORECA, con un incremento di oltre il 15% del fatturato verso i clienti diretti e di circa il 14% verso i grossisti. ?Questa crescita ? spiega Sergio Bucci, direttore della Cantina ? è trainata in particolare dalla performance della linea Le Vigne (+22%) che include le selezioni della cantina, a riprova che il lavoro di costante ricerca della qualità dei pro- dotti è apprezzato e sta portando i risultati auspicati?. Fa ben sperare anche la ripresa dell?export, che dopo il rallentamento dell?esercizio passato è tornato a crescere (+25%). Anche il punto vendita segna un incremento del fatturato pari al 30%. La possibilità di accogliere i turisti si sta dimostrando un modo per incrementare le vendite ma svolge anche per la cantina un ruolo di promozione, contribuendo insieme a valorizzare l?offerta del territorio maremmano. A tal proposito, Sergio Bucci ha espresso l?augurio che la cantina possa fare da traino e da esempio per altre attività simili: ?Se la proposta enoturistica complessiva riuscisse a crescere potremmo attirare in Maremma più persone interessate all?enogastronomia e far conoscere e apprezzare la nostra terra a un pubblico ancora più vasto?. Nel frattempo, sono in atto ulteriori investimenti in cantina. Tra questi, un nuovo impianto di imbottigliamento, un progetto innovativo e altamente tecnologico, che permetterà di rendere più effi- PRIMO PIANO ? GUSTA ? 77 GUSTA ciente questa fase. ?Inoltre ? sottolinea Benedetto Grechi ? si è deciso di partecipare a un bando su fondi del MISE che permetterà di adeguare le attrezzature della cantina e i serbatoi di stoccaggio all?ingresso dei nuovi soci che è stato reso necessario per far fronte alle richieste del mercato?. Tutto questo a riprova dell?intenzione della cantina di continuare a crescere. I vini della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano continuano infi- ne a ricevere riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. A livello internazionale la cantina ha ricevuto ben 4 medaglie d?oro: per Roggiano Riserva 2016, Sicomoro 2016 (arrivato tra i 6 finalisti nella categoria ?Sangiovese?) e Vin del Fattore 2018, assegnati da AWC Vienna; per Roggiano BIO assegnato da Internazionaler BIO Weinpreis, un concorso internazionale riservato ai vini biologici. A livello nazionale, si segnalano l?AWARD ROSSO assegnato al Roggiano Riserva 2016 e al Sicomoro 2016 da Wine Hunter Merano e il premio qualità prezzo all?interno della guida Berebene 2020 del Gambero Rosso ottenuto dal Sangiovese Scantianum 2018. Infine sul Corriere della Sera del 9 maggio 2019, il Morellino di Scansano Vigna Benefizio è stato considerato fra i nove migliori vini d?Italia sotto ai 13 euro. 78 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 WINE & FOOD NEWS MORELLINO DI SCANSANO DOCG, AL VIA LA MODIFICA DEL DISCIPLINARE PER AGGIUNGERE ?TOSCANA? IN ETICHETTA Nell?assemblea che si è tenuta il 25 febbraio, a Scansano nella sede del Consorzio Tutela del Vino Morellino di Scansano, è stata votata favorevolmente la possibilità di poter inserire la dicitura ?Toscana? sull?etichetta dei vini a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) ?Morellino di Scansano?. ?Dopo un intenso dialogo con la Regione Toscana, l?idea di poter aggiungere, facoltativamente, in etichetta la dicitura ?Toscana? ai vini Morellino di Scansano DOCG ? spiega Alessio Durazzi, Direttore del Consorzio ? è stata votata in assemblea dalla maggioranza dei nostri soci. Si tratta di una novità molto importante, un primo passo per la modifica del disciplinare che darà a tutti i produttori della denominazione che lo desiderano la possibilità di utilizzare la grande forza che il nome ?Toscana?, un vero e proprio brand, ha sia in Italia che, soprattutto sui mercati internazionali?. L?approvazione è arrivata dopo un?attenta analisi condotta al suo interno dalla base produttiva della denominazione. ?Alla fine ? continua il direttore Durazzi ? è emerso come l?integrazione del nostro marchio con quello di ?Toscana? potesse essere uno strumento di forte riconoscibilità. Si tratta, infatti, di un ulteriore mezzo per raccontare e promuovere le eccellenze vinicole del nostro territorio sia nei Paesi dove abbiamo rapporti commerciali già consolidati, come gli Stati Uniti, sia in quei paesi dove la denominazione è ancora poco conosciuta?. Il Morellino, DOC dal 1978 e DOCG dal 2007, è una denominazione storica, capace di raccontare la storia del Sangiovese e della Toscana, una terra ricca di tradizione e conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per le sue eccellenze enogastronomiche e, in particolare, vitivinicole. La modifica del disciplinare, che prima di diventare effettiva dovrà seguire un preciso iter burocratico, darà la possibilità, per le aziende che lo desiderano, di poter aggiungere la dicitura ?Toscana? in etichetta. ?Questa ? aggiunge il presidente Rossano Teglielli ? è un?ulteriore tappa molto importante per il Morellino di Scansano, che si inserisce nel percorso di internazionalizzazione che il Consorzio intende perseguire. Siamo certi che questa opportunità, per le aziende che lo richiederanno, potrà dare ancora maggior forza per far conoscere il nostro vino sia in Italia che all?estero?. Per ulteriori informazioni: www.consorziomorellino.it LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO. Riconosciuto denominazione di origine controlla- Nella foto, da sin. il presidente Rossano Teglielli e direttore Alessio Durazzi ta nel 1978, il Morellino di Scansano ha da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007. Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato. MANTELLASSI ANNULLA I FESTEGGIAMENTI PER I 60 ANNI DI ATTIVITÀ: ?È L?ORA DELLA RESPONSABILITÀ PER TUTTI? La vicenda coronavirus ha portato all?annullamento dei festeggiamenti per il 60esimo anniversario di attività di Fattoria Mantellassi, storica azienda vitivinicola maremmana con sede a Magliano in Toscana nel cuore della Docg del Morellino di Scansano. ?In questo momento tanto difficile ? sottolineano i fratelli Aleardo e Giuseppe e Mantellassi ? è compito di ogni azienda adottare comportamenti ispirati al massimo della responsabilità. Fattoria Mantellassi nel 2020 compie 60 anni di vita e, come annunciato appena qualche settimana fa prima che scoppiasse nel mondo l?emergenza del Covid-19, avevamo pensato di vivere dodici mesi di festa per noi, per i nostri clienti, per tutto il territorio della Maremma. Queste settimane però ci hanno fatto cambiare i programmi e, consapevoli della necessità di atteggiamenti concreti nel rispetto di tutti, abbiamo deciso di sospendere i festeggiamenti e le celebrazioni. Ci è difficile anche solo pensare alla festa in questa congiuntura, per questo ogni iniziativa legata ai sessanta anni di Fattoria Mantellassi è rimandata. L?amore per la terra, il sacrificio e il profondo senso del lavoro che abbiamo da sempre, ci spingono a pensare che tutti insieme, facendo ciascuno la propria parte, supereremo in tutti i sensi questa situazione di grande difficoltà. Allora torneremo a pensare alle iniziative, al nostro amato territorio, e saremo ancora più felici di farlo insieme a tutti i nostri clienti?. Marchesi Mazzei affida a Zed_Comm le attività di ufficio stampa e pr Marchesi Mazzei ? dinastia rappresentativa nel mondo del vino ? ha scelto Zed_Comm come partner per le sue attività di comunicazione, ufficio stampa e pubbliche relazioni per il mercato italiano estendendo l?attività anche su alcuni mercati esteri. F ocus del progetto di comunicazione saranno Castello di Fonterutoli, una delle realtà più importanti del Chianti Classico e della Toscana, e Tenuta Zisola, ambizioso progetto vitivinicolo iniziato nel 2003 nella Sicilia Sud-Orientale. La conoscenza secolare, da parte della famiglia Mazzei, del terroir di Castello di Fonterutoli ha permesso di valorizzare al meglio questo terreno povero e roccioso. Il risultato sono vini che fanno proprio della diversità la loro cifra stilistica. L?azienda copre una superficie complessiva di 650 ettari, di cui 117 vitati e articolati in sette zone, poste tra i 220 e i 550 metri slm. L?eccellenza dei vini di Castello di Fonterutoli è rinomata a livello mondiale e rappresenta uno dei punti di riferimento per la denominazione Chianti Classico. La Tenuta Zisola è invece situata a pochi passi da Noto in Sicilia, terra ricca di storia, cultura e fascino e patria del vitigno Nero d?Avola. I Mazzei hanno individuato qui potenzialità ancora inespresse ed hanno Castello di Fonterutoli avviato un nuovo progetto vitivinicolo: 50 ettari di proprietà che si estendono intorno ai 3 bagli della tenuta, il principale dei quali gode di una meravigliosa vista su Noto e sui ?giardini? circostanti. Zed_Comm veicolerà quindi tutte le novità delle diverse realtà nel settore vinicolo ma anche dell?hospitality, del travel e del food. L?agenzia di comunicazione ha maturato una decennale esperienza nel mondo del vino e nel settore lifestyle con clienti importanti e opera da oltre 20 anni come agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni, offrendo strategie di comunicazione tailor-made, in grado di potenziare la reputation dei clienti. Ricordiamo che Marchesi Mazzei dalla metà degli anni ?90 ha anche una proprietà nel cuore della Maremma toscana, tra Grosseto e Montiano: si tratta della Tenuta Belguardo, una delle realtà più importanti del territorio, estesa su una superficie complessiva di 70 ettari, di cui circa la metà destinata a vigneti specializzati. Info: www.mazzei.it Tenuta Zisola PRIMO PIANO ? GUSTA ? 79 GUSTA DI VINO IN CIBO | I protagonisti dell?enogastronomia maremmana San Felo, dal cuore della Maremma Toscana? con la Maremma Toscana nel cuore L?azienda San Felo è nata nel 2001, nel cuore della Maremma, in loc. Poggio La Mozza (Magliano in Toscana), per realizzare il sogno della famiglia Vanni di riprendere le tradizioni vitivinicole della Maremma Toscana e promuovere questa meravigliosa terra tramite la commercializzazione del vino in Italia e nel mondo. Passione per la tradizione con lo sguardo al futuro: gli elementi del successo DI ELISABETTA RUSSO 80 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 Federico Vanni Nascita e sviluppo Batte un cuore maremmano dentro l?azienda San Felo, fondata dalla Famiglia Vanni, maremmana Doc, che decise nel 2001 di acquistare i primi 6 ettari di terreni da dedicare alla vitivinicoltura. Una scelta guidata dalla forte passione per la tradizione ed i valori della Maremma e fortemente spinta dall?allora giovanissimo, appena diciasettenne, Federico Vanni, che ha creduto fermamente nella scommessa di investire nel settore vitivinicolo e nella propria amata terra. Scommessa che si è dimostrata vincente, come racconta lo stesso Federico, oggi presidente del CDA dell?Azienda: «L?idea, fortemente sostenuta da tutti in famiglia, è nata dalla voglia di coltivare la vite e portare avanti un settore fondamentale della nostra Maremma. Il nome San Felo deriva dalla combinazione delle iniziali dei nostri nomi ed è stato ideato da mio babbo Roberto: ?FE? il mio nome e ?LO? Lorenzo, mio fratello, ?SAN sta per? dedicato a ?San Federico? e ?San Lorenzo?. Ad oggi abbiamo 34 ettari di vigneti, in un terreno particolarmente vocato che ci sta permettendo di realizzare prodotti che danno ottime soddisfazioni. Nel 2014 la società SOL. MAR spa di Scarlino ha deciso di investire in San Felo acquisendo delle quote di capitale. Tale ingresso ha comportato la cooptazione nel consiglio del Dott. Lorenzo Mansi (per altro mio coetaneo) quale vice presidente del CDA che, stante le sue specifiche competenze, mi coadiuva, in particolare, nel ?controllo di gestione?, oltre, come ovvio, nell?esercizio di tutte le funzioni che tale carica gli conferisce. Tutto ciò mi ha dato ancora più forza per la promozione dei miei vini». L?azienda si trova in zona Poggio La Mozza, comune di Magliano in Toscana, non lontana dalla costa, risente delle benefiche brezze marine ma è anche protetta alle spalle dal Monte Amiata. Una zona quindi particolarmente favorevole per la coltivazione della vite e che si può ben definire ?cuore della Maremma?, di cui rappresenta appieno la bellezza, i sentori, i colori. Un?azienda giovane proiettata verso il futuro Pur con un forte legame alla tradizio- ne, l?azienda guarda al futuro guidata da un forte spirito creativo. «La nostra azienda ? illustra Federico ? è giovane sia per l?anno di fondazione sia per il team che la compone, supportato dall?esperienza del nostro Enologo Fabrizio Moltard. La mia presenza in azienda è costante e partecipo fattivamente alle scelte produttive e? comunque quando occorre, scendo in campo o in cantina! Cerco di impostare ogni strategia dando un?impronta moderna e cercando di sfruttare al meglio le idee più nuove». Un approccio al business vincente quello che Federico sta portando avanti: l?azienda cresce, i suoi vini si stanno affermando sul mercato nazionale e su molti mercati esteri e stanno ottenendo importanti riconoscimenti dagli addetti al settore. «Sono molto soddisfatto ? commenta al riguardo Federico ? perché i miei vini stanno ricevendo ottimi riconoscimenti dalla stampa internazionale, tra cui James Suckling (celebre critico enologico statunitense e tra i più autorevoli al mondo, ndr), ma anche da quella italiana. Al mondo di oggi, avere punteggi è un valore aggiunto per poter PRIMO PIANO ? GUSTA ? 81 GUSTA ???? Passione, determinazione, amore per le tradizioni del passato ed uno sguardo attento verso il futuro hanno permesso all?azienda di crescere ed affermarsi con i suoi vini di forte carattere, ambasciatori della Maremma nel mondo vendere il vino soprattutto all?estero dove la cultura e l?apprezzamento di questo prodotto si sta espandendo sempre di più». Le etichette San Felo: la scelta strategica L?azienda propone una gamma di vini pensati in coerenza con la strategia incentrata sulla valorizzazione della tradizione abbinata all?innovazione. Per questo offre sia prodotti che portano avanti con forza la storia vinicola maremmana, in primis il Morellino DOCG di Scansano, sia vini più ?moderni? per rispondere alle esigenze del mercato attuale. 82 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 Sentiamo ancora le parole di Federico che ci introduce con orgoglio e soddisfazione alle etichette dell?Azienda. «Negli ultimi due anni ho deciso di selezionare meglio le mie referenze perché ho come obbiettivo la realizzazione di prodotti con una qualità sempre più alta. Il nostro prodotto principale è il Morellino di Scansano rappresentato da Lampo, che spero un giorno sia apprezzato come un ?Morellino di Scansano di eccellenza?. Lampo Morellino di Scansano DOCG è il nostro vino di riferimento ottenuto da un?accurata selezione di uve Sangiovese e Ciliegiolo. Per far esprimere al meglio le sue caratteristiche organolet- tiche ho deciso di affinarlo in tonneaux da 5 e 6 hl per almeno un anno, ottenendo così un prodotto equilibrato, pronto per essere degustato ma con un potenziale di invecchiamento in bottiglia. Lampo è il vino dedicato a mio nonno, buttero Maremmano che, con tale ?nickname? era conosciuto». «Ad oggi ? aggiunge Federico ? produciamo altre 7 etichette: uno Spumante San Felo Metodo Classico, ottenuto da uve Sangiovese vinificate in bianco secondo il Metodo Champenoise con rifermentazione in bottiglia per 48 mesi; Le Stoppie, vino bianco DOC Maremma Toscana ottenuto da uve di Vermentino; San Felo Viognier, una produzione limitata ottenuta da un vitigno tipico della valle del Rodano che si è perfettamente integrato ed ambientato nei nostri terreni; Balla la Vecchia, un blend di vitigni internazionali (50% Cabernet Sauvignon e 50% Merlot); San Felo Morellino di Scansano DOCG con 85% Sangiovese e 15% Cabernet Sauvignon e Merlot, un vino ?easy to drink?; San Felo Pinot Nero ricavato da sole uve Pinot Nero per le quali viene effettuato un particolare processo di fermentazione con un successivo affinamento, in barrique di secondo e terzo passaggio, per un anno; Aulus la nostra riserva di Cabernet Sauvignon 100% dedicato al mio carissimo amico Aulo Guidi, ideatore dell?immagine grafica di San Felo; nell?etichetta, in sua memoria, ho riporta- ???? L?azienda propone una gamma di vini pensati in coerenza con la strategia incentrata sulla valorizzazione della tradizione abbinata all?innovazione. Per questo offre sia prodotti che portano avanti con forza la storia vinicola maremmana, in primis il Morellino DOCG di Scansano, sia vini più ?moderni? per rispondere alle esigenze del mercato attuale to la dizione ?Genuinum vinum ad verum amicum?». Una bella varietà di vini quindi, tutti che parlano con autorevolezza del loro territorio, alcuni già tramite i loro nomi che hanno una storia ?maremmana? alle spalle tutta da scoprire: Le Stoppie prende il nome dagli steli di grano (le stoppie) che restano dopo la mietitura (prima del 2002 i campi dove oggi sono impiantati i vigneti di vermentino erano dedicati alla coltivazione del grano); ?guarda come Balla La Vecchia? è un modo di dire maremmano per descrivere il tremolio dell?aria nelle giornate di calura estiva. Guardando al futuro Tirando le somme sull?esperienza dell?azienda dalla sua nascita ad oggi, si può senza dubbio affermare che è un gran bell?esempio di eccellenza maremmana, eccellenza del territorio e di ciò che esso offre ma anche eccellenza imprenditoriale di chi ne ha saputo cogliere le potenzialità e valorizzarle. Concludiamo la nostra intervista a Federico con le sue considerazioni finali sui risultati ottenuti e le sue idee e prospettive per il futuro: «Sono molto soddisfatto degli ultimi andamenti produttivi; in particolare la qualità della vendemmia 2019 è stata eccellente. Per quanto riguarda la parte commerciale, nell?ultimo anno abbiamo instaurato rapporti di collaborazione con nuovi importatori provenienti da Belgio, Canada, Cina, Korea e USA; rafforzando i rapporti con quelli già esistenti come in Svizzera e Florida (USA). Inoltre, su territorio nazionale è stata ampliata la rete agenti HORECA andando a coprire alcune province dove ancora non eravamo presenti. Per nostra scelta, non siamo presenti in GDO. Visti gli sviluppi di questo ultimo anno, mi auguro di rafforzare i rapporti con i partner esistenti e crearne dei nuovi in paesi dove San Felo è meno conosciuto. Inoltre ci siamo dedicati molto alla comunicazione coordinata ed abbiamo adottato strategie di marketing dedicate ai social media. Abbiamo ideato una comunicazione adatta allo stile dei Millenials utilizzando i mezzi di comunicazione di oggi. Prospettive per il futuro, ce ne sono molte e spero di poterle realizzare quanto prima. Abbiamo in programma idee nuove, una tra queste sarà presentata durante il prossimo Vinitaly (quando si farà, ndr)». Complimenti ed un grande in bocca al lupo a Federico Vanni e ai suoi collaboratori dell?Azienda San Felo, con l?augurio di proseguire con successo il bel percorso intrapreso, e continuare a portare, con il ?cuore maremmano? che li contraddistingue, l?eccellenza della loro terra in Italia e nel mondo. PRIMO PIANO ? GUSTA ? 83 GUSTA IL VINO DEL MESE | Alla scoperta della Maremma enologica San Michele n°3 Rosato di Poggio L?Apparita, una bella espressione di sangiovese vinificato in rosé Dimensioni contenute, in grado di esaltare produzioni limitate ma dalla qualità assoluta. Questa la mission di Poggio L?Apparita, situata nel cuore della Maremma Toscana, Boutique Winery, di cui presentiamo in questo spazio dedicato a ?Il vino del mese?, il ?San Michele n°3 Rosato?, una bella espressione di sangiovese vinificato in rosé sulla Doc Maremma Toscana P oggio L?Apparita è una Boutique Winery situata nel cuore della Maremma Toscana con solo 1,5 ettari di vigneto, una scelta precisa, quella di scommettere su dimensioni contenute, per puntare su produzioni limitate (quasi delle limited edition), ma dalla qualità assoluta. Tutta la proprietà è sotto la tutela dei Beni Ambientali delle province di Grosseto e Siena poiché d?interesse paesaggistico rilevante. ?Il nostro obiettivo ? raccontano i titolari ? è stato, sin dall?inizio quello di cercare di produrre vini e olio eccellenti, frutto di continue ricerche e attenzioni sia nella vigna sia nell?oliveto, così come nella fase di vinificazione e di estrazione dell?olio extra vergine. Per quanto riguarda i vini, la scelta 84 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 iniziale era stata quella di creare prodotti di eccellenza che si discostassero profondamente dalla tipica produzione della Maremma; per raggiungere questo obiettivo ci siamo avvalsi dei preziosi suggerimenti degli enologi-agronomi scelti, e anche delle indicazioni di profondi conoscitori dell?ambiente locale?. Il primo vino nato nel 2007 è stato il ?San Michele di Poggio L?Apparita?, un Supertuscan di cinque vitigni: base Sangiovese con Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Il ?Syrah di Poggio L?Apparita? è stata la seconda etichetta prodotta soltanto nelle annate migliori e in quantità limitatissima: 250 bottiglie ovvero 1 barrique. Con la vendemmia 2012 è arrivato il ?San Michele n°3 Rosato di Poggio L?Apparita?; è la terza etichetta, da qui l?idea del nome. ?Siamo stati tra i primi a credere e investire in questo prodotto, una scelta di successo, basti pensare che nel giro di pochi anni il numero di etichette ?rosa? della Maremma è più che raddoppiato. Successo confermato dai numerosi riconoscimenti e premi nazionali ed internazionali che il nostro vino ha ottenuto: Bibenda, Veronelli, Luca Maroni, Vitae, fino a Decanter, Decanter Asia e International Wine Challenge per citarne alcuni. Crediamo fermamente nelle potenzialità di questo territorio: a testimonianza del nostro impegno siamo soci fondatori di ?Rosae Maris? l?associazione dei produttori di vino rosato di Maremma che, dal 2015 promuove e se del nostro territorio. Con la vendemmia 2018 l?ultima scommessa: la vinificazione in bianco delle uve Sangiovese, esce come IGT Toscana Bianco: un vino nuovo inaspettato che ha subito ottenuto grande successo, scommessa vinta!?. Ma torniamo al San Michele n°3: è un DOC Maremma Toscana Rosato, una scelta stilistica precisa per arrivare al risultato voluto: le due vendemmie separate sono ?la nostra ricetta segreta e non diciamo di più??, le uve Sangiovese in purezza sono vinificate in rosato separatamente l?assemblaggio viene fatto nel mese di Novembre, e l?affinamento in vasche d?acciaio dura circa 6 mesi, l?imbottigliamento viene fatto soltanto quando il vino è arrivato a perfetta maturazione, perciò a seconda delle annate può variare tra la fine di Gennaio e la fine di Marzo. La produzione è di circa 2800 bottiglie. diffonde la cultura del vino rosato prodotto nella nostra provincia atteverso eventi, degustazioni e masterclass. L?esperienza del rosato è stata d?ispirazione per un nuovo progetto, una nuova sfida: ?Dalla Tradizione all?Innovazione? ovvero la valorizzazione del Sangiovese in purezza declinato oggi in quattro varianti. Sono così nati i due rossi San Gio?: ci sembrava un intrigante gioco di parole per legare e collegare le nostre etichette; quello con l?etichetta bianca, un DOC Maremma Toscana vinificato e affinato in acciaio, è un vino giovane fresco e di facile beva, mentre il San Gio? etichetta nera è un Montecucco Sangiovese DOCG, invecchiato in botticelle di rovere di slavonia per almeno 1 anno, e?l?espressione più coerente del vitigno Sangiove- NOTE DI DEGUSTAZIONE È un vino che potremmo definire fresco e armonico dal temperamento unico e originale; un vino che si caratterizza per una tonalità rosa particolarmente delicata, quasi sfumata, che ricorda una cipria elegante, melone luminoso. Al naso regala l?aroma di una rosa mattutina, ribes rosso, fragola, granatina, si incontrano riconoscimenti di agrumi, mandarino, bergamotto e pompelmo, incalzati da sbuffi di fiori ed erbe di campo e zagare sbocciate, finale dal ricordo di caramello dolce e scorza d?arancia. In bocca si rivela fresco, raffinato, aromatico, è molto rinfrescante ma anche ricco e giustamente sapido: ha un grip e slancio che garantiscono una piacevole beva con lunghezza gustativa inusuale per un rosato. È un vino da tutto-pasto, si esprime al meglio con i piatti di pesce, con i crostacei e i frutti di mare, ottimo anche con i salumi della tradizione Maremmana e i formaggi pecorini. La cantina è aperta al pubblico per visite e degustazioni guidate, vendita diretta ed eventi. Informazioni e appuntamenti: tel. 351 991.46.63 - info@lapparita.com | Poggio L?Apparita, Loc. L?Apparita - Civitella Paganico (GR), GPS 42.915815, 11.257817 - Pagina Facebook: PoggioLapparita - Instagram: poggiolapparita PRIMO PIANO ? GUSTA ? 85 GUSTA LA RICETTA| Piatti da sperimentare e... gustare Le Frittelle di San Giuseppe, ottime sempre e non solo a marzo per la Festa del babbo Secondo la tradizione le frittelle, che non a caso si chiamano di San Giuseppe, si preparano nel mese di marzo in occasione della festa del papà. Ma nulla ovviamente ci impedisce di assaporarle anche in altri periodi dell?anno? Tante le varianti: si possono preparare cuocendo il riso nel latte o nel latte ed acqua, mettere uvetta o no, con farina o senza. Ecco le dosi e la preparazione... D DI ALISSA MATTEI evo dire che mangerei le frittelle di riso, che normalmente in Toscana si preparano per la festa del papà che chiamerei con il 86 ? Maremma Magazine ? Aprile 2020 toscano ?babbo?, molto più spesso che una volta all?anno. Ma devono essere preparate come si deve, in modo che siano morbide den- tro, ben croccanti fuori e gonfie, soprattutto non devono essere unte e dunque la frittura è importante ed anche il procedimento in termini di dosi, tempi e temperature deve essere assolutamente rispettato, altrimenti davvero diventano immangiabili, vere frittelle piatte e unte. Come sempre seguo i consigli del mio mito Paolo Petroni, presidente dell?Accademia Italiana della Cucina, che secondo il mio parere è il migliore scrittore di ricette tipiche toscane. Ho avuto il piacere di incontrarlo tanti anni fa quando in una cucina sperimentale mettevamo a punto ricette varie per il piacere del consumatore di tutta Italia. La storia racconta che in Toscana per il 19 marzo, esiste una antica tradizione delle frittelle di San Giuseppe, descritta già nel ?Libro de arte coquinaria? di Maestro Martino de? Rossi nel Cap. V (?Per far ogni frictella?): ?Fa? cocere il riso molto bene ne lo lacte, et cavandolo fora per farne frittelle observerai l?ordine et modo scripto di sopra (allude alle ricette precedenti in cui si parla di ?fare le frittelle tonde con mano overo in quale altra forma ti piace, mettendole a frigere in bono strutto o botiro, overo in bono olio?), excepto che non gli hai a mettere né caso (formaggio) né altro lacte?. Si devono mangiare una dopo l?altra fino a scoppiare come offerta al santo. Ci sono varianti: si possono preparare cuocendo il riso nel latte o nel latte ed acqua, mettere uvetta o no, con farina o senza. Ecco le dosi e la preparazione. Ingredienti per 6 porzioni: Riso Arborio Latte uova farina cucchiai zucchero cucchiai burro scorza limone uvetta rhum bicchierino lievito bustina sale olio per friggere 150 g 500 ml 2 2 2 30 g qb 50 g 1 1/2 qb 1L Preparazione Bollire il latte con un bicchiere di acqua, due cucchiai di zucchero, un pizzico di sale, il burro ed una scorza di limone, buttare il riso e cuocere finché lo stesso non si sia completamente disfatto ed il liquido sarà assorbito: ci vuole molta attenzione perché bisogna cuocere a fuoco basso in modo che la cottura vada avanti per circa 30 minuti (stare attenti che il riso non si attacchi sul fondo, occorre girare spesso il mix). Lasciare riposare il composto finché non diventa freddo. Aggiungere la farina (a mio parere obbligatoria per tenere su la frittella dopo la cottura), i tuorli delle uova, il bicchiere di liquore e scorza limone, il lievito e l?uvetta ammorbidita in acqua, se piace. Far riposare e poi aggiungere le chiare montate a neve, friggere in abbondante olio di girasole alto oleico o arachide a 180°C. Lasciare colorire prima da un lato poi dall?altro (vedrete le frittelle rigonfiarsi ed a volte non è facile girarle perché tendono a stare sempre nella posizione iniziale), mettere su carta assorbente ed infine preparare un bel piatto di portata aggiungendo zucchero e servire possibilmente calde. LE NEWS LE NEWS ?CITTÀ VISIBILE? 2020, ECCO I BANDI PER PARTECIPARE L?edizione 2020 della manifestazione d?arte e animazione culturale urbana ?La città visibile? è in programma da sabato 19 a domenica 27 settembre nel centro storico di Grosseto, sul tema ?Fuori di sé?. E il Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura, che organizza la rassegna, rivolge il consueto appello alla partecipazione con proprie iniziative, opere o spazi, all?insegna dello spirito della manifestazione. Per questo sono pubblicati due bandi, entrambi gratuiti e aperti a tutti, anche a dilettanti o semplici appassionati, con scadenza fissata al 17 maggio. «Fin dalla prima edizione ? ricorda il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, con il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti ? la Città visibile si è sempre rivolta innanzitutto ai cittadini, tentando di stimolarne la partecipazione attiva a spettacoli e progetti culturali: è sicuramente uno degli eventi più importanti per la nostra città, e non solo, e il coinvolgimento di chi intende mettere in gioco il proprio talento e la propria passione è uno dei tratti che la caratterizzano. E ci auguriamo, mai come ora, che l?appello alla partecipazione venga raccolto. Perché in un momento così difficile per la vita di tutti noi, proprio la cultura può essere una delle carte vincenti per la ricchezza di un territorio». L?evento clou della Città visibile sarà la Notte visibile della cultura, sabato 19 settembre. 88 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 Nella foto, un momento de La Notte Visibile della Cultura dello scorso anno; sotto da sinistra Mauro Papa, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Giovanni Tombari in occasione dell?inaugurazione dell?edizione 2020 «Siamo giunti all?undicesima edizione della Città visibile ? dice il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari ? e ancora una volta Grosseto si metterà in mostra, rendendo visibile la sua energia creativa e, insieme, rendendo visibile il suo passato, il suo presente e il suo progetto di futuro. Lo farà attraverso spettacoli performativi, mostre d?arte, di fotografia, di architettura, ma anche eventi multidisciplinari come passeggiate letterarie, conferenze, workshop e seminari. È un?offerta culturale di qualità, che confidiamo verrà apprezzata come merita». I bandi sono pubblicati su www.fondazionegrossetocultura.it e www.clarissegrosseto.it. «Il tema proposto per l?edizione 2020 ? spiega il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa ? è dedicato alle auto-rappresentazioni e vuole stimolare i grossetani al racconto di sé: auto-rappresentazioni o autoritratti, non solo fotografici o pittorici ma anche narrativi, poetici, performativi, di proposta oggettuale: autoritratti liberi da convenzioni e stereotipi, in cui includere tutte le immagini e i testi necessari alla definizione del proprio mondo, della propria memoria e delle proprie aspettative». Ecco i contenuti dei bandi. «Il primo bando ? spiega ancora Papa ? si rivolge a tutti coloro che vogliono proporre una propria iniziativa culturale (una performance, una visita guidata, una conferenza, una mostra per uno spazio pubblico della città o altro) oppure che vogliono mettere a disposizione il loro locale (commerciale, associativo o sfitto) per eventi performativi o per allestire una o più opere d?arte che verranno messe a disposizione dall?organizzazione». Non sono previsti compensi per le prestazioni artistiche ma solo contributi economici a titolo di parziale rimborso spesa. «Il secondo bando di concorso invece seleziona opere d?arte contemporanea da esporre nella mostra ?Fuori di sé: auto-rappresentazioni nell?epoca dei selfie?. Le discipline espressive interessate dal concorso sono la fotografia, la pittura, la scultura, il disegno e l?illustrazione, arte digitale e computer grafica, installazione e ambiente.Tutte le opere selezionate saranno esposte negli spazi di Clarisse Arte, del Museo archeologico e d?arte della Maremma, della Galleria City Lab e in altri luoghi del NOTIZIE VARIE DALLA MAREMMA centro storico dal 19 al 27 settembre. Le opere saranno affiancate a una sezione fuori concorso curata direttamente dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura». Info: concorsocedav@gmail.com, tel. 0564 488067-488066-488547 (Clarisse Arte) o 0564 453128 (Fondazione Grosseto Cultura). TURISMO, FORMATA L??UNITÀ DI CRISI? PER AFFRONTARE L?EMERGENZA IN TOSCANA Nelle scorse settimane si è riunito in web conference il ?Team crisis management?, il gruppo di lavoro per organizzare un rilancio del turismo in Toscana. Un tavolo di coordinamento tra Regione Toscana,Toscana Promozione Turistica, Fondazione Sistema Toscana, Associazioni di categoria del turismo, Anci Toscana, Comune di Firenze, Toscana Aeroporti, Autorità portuale Tirreno Settentrionale, Irpet.Tutto il sistema del turismo, convocato dall?assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo e da Toscana Promozione Turistica, è al lavoro per interventi immediati e per preparare il post crisi, dettato dall?emergenza sanitaria del Covid 19. ?Dobbiamo costruire e rendere forte ? afferma l?assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo ? la rete di operatori pubblici e privati del turismo per preparare la ripartenza con la riallocazione delle risorse utili per il più efficace rilancio del settore. Non sappiamo quando il mercato potrà ripartire e nemmeno come sarà cambiato, dobbiamo quindi fare squadra ed essere duttili al cambiamento mettendo a risorsa comune esperienze e capacità?. Per Francesco Palumbo direttore di Toscana Promozione Turistica: ?L?impatto della crisi sul turismo è tale che la ripartenza richiede, anche in termini di comunicazione, uno sforzo unitario, straordinario e massivo di tutta la comunità del turismo toscano: solo così una campagna di promozione crossmediale nazionale e internazionale potrà avere senso. Il coordinamento valuta e fornisce indirizzi per definire le strategie di intervento e, tramite il Team crisis management, è in contatto e raccordo costante con l?Agenzia nazionale del turismo (Enit) e le altre regioni italiane. Siamo di fronte a un cambiamento di proporzioni nuove: nessuno può immaginarne gli Grosseto, una nuova vetrata istoriata in Cattedrale Nella foto l?artista, la donatrice, il proposto del capitolo Don Franco Cencioni e il parroco della Cattedrale Don Piero Caretti C?è una nuova vetrata istoriata nel Duomo di Grosseto. Raffigura l?apostolo Filippo ed è stata installata nella penultima finestra monofora. Il bozzetto è dell?artista Francesco Mori. L?opera donata dalla grossetana Maria Rosaria Citerni in memoria del figlio Guido U na nuova vetrata arricchisce di bellezza la cattedrale di San Lorenzo. Raffigura l?apostolo Filippo ed è stata installata nella penultima finestra monofora posta sulla destra della navata centrale. Sostituisce un semplice vetro trasparente. A realizzare il bozzetto è stato l?artista grossetano Francesco Mori, che già nel recente passato aveva realizzato analoghe vetrate della cattedrale raffiguranti gli apostoli Giacomo il maggiore e Tommaso. Si mantiene, così, la tematica avviata sotto l?episcopato di mons. Franco Agostinelli e confermata dal vescovo Rodolfo e dai canonici del Capitolo, volta a valorizzare le figure dei santi apostoli. Non è una scelta casuale, perché l?arte sacra non ha la sola funzione di offrire opere belle dal punto di vista estetico, ma di sostenere il cammino di fede di chi vi si pone davanti ad ammirarle. È così anche per le vetrate istoriate della cattedrale, che, andando, man mano a sostituire i vetri semplici, consentono di contemplare, nell?apostolo raffigurato, il messaggio che egli consegna. La vetrata è stata montata, come le precedenti, su un telaio metallico trattato con antiruggine. In più, è stato installato un ulteriore vetro a protezione della vetrata stessa. A realizzare l?opera, su bozzetto di Mori, è stata la ditta Vetrate artistiche toscane di Siena. La vetrata è stata donata alla cattedrale da Maria Rosaria Citerni, grossetana che da moltissimi anni vive a Siena, ma è rimasta legatissima alla sua città di origine e alla cattedrale. L?opera è dedicata alla memoria del figlio Guido, prematuramente scomparso, nel 1991, a soli 16 anni. Per l?artista Francesco Mori, anche lui grossetano trasferito a Siena dove ha il suo laboratorio, questa vetrata è una prosecuzione del lavoro avviato nel 2012. Lo stile, infatti, ricalca le vetrate raffiguranti san Tommaso e san Giacomo. Tuttavia ?nella composizione e nella decorazione ? spiega ? mi sono rifatto alla vetrata della monofora che precede questa, che fu realizzata a metà ?800 da Guglielmo Botti, per creare un?unità di stile nella navata. Anche le due vetrate del transetto fatte nel 1949 dalla ditta La Diana, infatti, furono realizzate ? come si dice in gergo ? a rulli o a fondo di bicchiere, come quella del Botti: era, dunque, opportuno conservare questa unità di stile a tutte le vetrate che, auspicabilmente, verranno completate con la serie degli apostoli. Lo stile, invece, degli incarnati e dei panneggi, pur essendo classico, è mio personale?. LE NEWS ? 89 LE NEWS AdF ha celebrato la Giornata Mondiale dell?Acqua ?Non dare nulla per scontato?, questo l?invito di AdF - Acquedotto del Fiora per la Giornata Mondiale dell?Acqua (World Water Day) che ogni anno si celebra il 22 marzo: un?occasione per riflettere su quanto, ora più che mai, l?acqua sia preziosa. ? Non dare nulla per scontato?: è stato questo l?invito di AdF per la Giornata Mondiale dell?Acqua (World Water Day), che quest?anno è arrivata in un momento complesso per il nostro Paese e il mondo intero, alle prese con un?emergenza sanitaria globale. Una giornata che ha assunto quindi un doppio significato, portandoci a riflettere sulla fragilità sia del pianeta che dell?essere umano. Da un lato il cambiamento climatico, tema a cui è stata internazionalmente dedicata nel 2020 la data simbolo del 22 marzo, dall?altro un nemico invisibile e sconosciuto da affrontare con senso di responsabilità individuale e collettiva. Un invito a riflettere su quanto, ora più che mai, l?acqua sia preziosa, sia per ognuno di noi che per il pianeta in cui viviamo. ?L?azienda aveva programmato per il 22 marzo, come ogni anno, una serie di iniziative insieme ai bambini e ai ragazzi ? spiega il presidente di AdF Roberto Renai ? molti dei quali stavano partecipando al progetto di educazione ambien- 90 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 tale #ACQUADICASAMIA ? Buona, facile e senza plastica, dedicato alle scuole primarie. Annullati gli appuntamenti, tra i quali l?inaugurazione di un nuovo depuratore green, l?azienda vuole comunque ricordare la Giornata Mondiale dell?Acqua proponendo una riflessione su quanto l?acqua sia preziosa, oltre a rinnovare l?invito a rispettare le norme di comportamento per evitare il contagio?. ?Non dare nulla per scontato?, una campagna per riflettere su quanto un gesto quotidiano non scontato come lavarsi le mani, che va ripetuto costantemente e con attenzione per ridurre il rischio di contagio, non sia scontato soprattutto per chi l?acqua non ce l?ha o per chi non può contare sulla sua qualità. ?Tutti dobbiamo fare qualcosa per salvare il pianeta ? prosegue Renai ? perché il tempo stringe e abbiamo un?unica terra a disposizione, fragile e a rischio. Senza andare troppo lontano, il cambiamento climatico sta causando fenomeni preoccupanti anche da noi: l?assenza di piovosità e di neve nei mesi invernali non consente alle sorgenti di ?ricaricarsi? adeguatamente e il rischio di passare un?estate sotto stress dal punto di vista della disponibilità di acqua è concreto. AdF è impegnata a fare la sua parte, ora più che mai, a partire da sostenibilità ambientale, economia circolare, mobilità elettrica e le tre R di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti, come nel caso dei fanghi prodotti nei processi di depurazione. L?acqua è fonte di vita e benessere e ogni nostra scelta è nel rispetto dell?ambiente?. La Giornata Mondiale dell?Acqua è quindi una data imprescindibile: facciamo tesoro di ciò che abbiamo e non diamo nulla per scontato. #iorestoacasa e mi lavo spesso le mani... Ma ricordandomi di chiudere il rubinetto! esiti, possiamo solo ipotizzare scenari, il fenomeno è globale e riguarda tutto il mondo, la nostra economia e gli stili di vita?. Intanto la comunità del turismo si ritrova on line e prosegue il percorso di #TuscanyTogether. Circa 1000 operatori ogni pomeriggio alle 15 seguono i ?Digital Labs?: i laboratori digitali pensati come strumento rivolti agli operatori e lavoratori del turismo che utilizzano questo periodo per formazione o cogliere spunti per future strategie. Molte registrazioni da tutta la Toscana ma anche dall?Italia e dall?estero per condividere la policy del sistema regionale, ottenere aggiornamenti con contenuti tecnici e dialogare con i vari interlocutori per una definizione degli obiettivi da raggiungere. Il programma è suddiviso in 5 moduli, uno per settimana, ciascuno focalizzato in un?area di lavoro specifica, ma tutti pensati per un interesse trasversale da parte dell?intera filiera del turismo. Le slide delle conferenze sono disponibili subito dopo la diretta on line ed è attiva un?area contatti per formulare domande nella sezione team.toscanapromozione.it I digital labs proseguono fino al 16 aprile, dal lunedì al giovedì alle ore 15, sono della durata di 60 o 90 minuti e sono gratuiti: per registrarsi basta collegarsi al sito www.toscanapromozione.it dalla home page. GLI INTERVENTI AMBIENTALI DI ENI REWIND NELLE COLLINE METALLIFERE Nel territorio delle Colline Metallifere (provincia di Grosseto) Eni Rewind, la società ambientale di Eni, è titolare di quattro concessioni minerarie riguardanti siti ex miniero-metallurgici. Le concessioni minerarie si estendono su circa 1.500 ettari, ricadenti nei comuni di Gavorrano e Massa Marittima (GR), di cui circa 700 di proprietà Eni Rewind. Le aree sono state ereditate a seguito di molteplici operazioni societarie: l?attività mineraria è iniziata a fine Ottocento con la società Montecatini (poi confluita nel gruppo Montedison). Nel 1967 tutte le coltivazioni sono passate da Montedison a Solmine, società partecipata del Gruppo EGAM (Ente Gestione Attività Minerarie). Il complesso è stato incorporato ex lege in Eni Rewind nel 1978, quando l?attività era cessata da quasi dieci anni e tra il 1981 e il 1994 è stata gradualmente cessata l?operatività estrattiva. Nel 2009, al fine di risolvere le proble- matiche di carattere ambientale e di messa in sicurezza delle aree, sono stati siglati due Accordi di Programma tra le parti pubbliche e private operanti in Toscana, tra cui Eni Rewind (all?epoca Syndial), per la definizione dei tempi e dei modi di approvazione e realizzazione degli interventi: l??Accordo Procedimentale e di Programma per la messa in sicurezza mineraria e la bonifica ambientale dei siti minerari e dei siti contaminati delle Colline Metallifere, della Piana di Scarlino e del Comune di Manciano? e l??Accordo Definitivo ? Prima Parte per la messa in sicurezza e la bonifica dell?Area Merse?. Con la sottoscrizione dei due accordi, la società ambientale di Eni si è impegnata per la riqualificazione del territorio mediante 26 interventi ambientali e di messa in sicurezza mineraria (18 direttamente in capo a Eni Rewind e 8 su mandato di Eni) che interessano circa 366 ettari; nella cessione delle 4 concessioni minerarie (Niccioleta, Fenice-Capanne, Accesa-Serrabottini e Gavorrano-Rigoloccio) e delle relative aree di proprietà; nella caratterizzazione e valorizzazione delle acque delle gallerie di scolo di Niccioleta, Boccheggiano e Fenice Capanne e delle acque della miniera di Gavorrano ? Rigoloccio e nella progressiva cessione delle aree di proprietà. UNIVERSITÀ DI SIENA, ONLINE IL NUOVO SITO WEB ?ORIENTARSI? UNO STRUMENTO PER GLI STUDENTI CHE SONO ALLE PRESE CON LA SCELTA DEL CORSO DI LAUREA Si chiama ?OrientarSI? ed è il nuovo sito web dell?Università di Siena dedicato all?orientamento. Collegandosi all?indirizzo https://orientarsi.unisi.it gli studenti potranno accedere a una piattaforma che li accompagnerà durante le fasi del loro ?viaggio? nell?Ateneo, trovando in rete tutti gli strumenti per scegliere il proprio percorso di studi, vivere l?Università e orientarsi verso il mondo del lavoro. Gli studenti che si stanno avvicinando al momento della scelta universitaria troveranno nel nuovo sito tutte le informazioni sui corsi di laurea, i piani studio e le professioni a cui è possibile accedere dopo la conclusione degli studi. Il sito web propone agli studenti un modo nuovo di navigare: oltre al menù classico per trovare le informazioni aggregate in base alle quattro macro aree ?scelgo?, ?studio?, ?vivo?, ?lavoro?, i contenuti sono navigabili anche secondo la nuova modalità dei tag, qualcosa di simile alle cosiddette ?parole chiave?. ?Abbiamo realizzato un portale dedicato all?orientamento e allo ?student journey? profondamente rinnovato nell?architettura e nei contenuti ? commenta il rettore dell?Ateneo Francesco Frati ? intuitivo e adatto a un pubblico giovane anche per la velocità di navigazione e ricerca?. L?UCRAINO BARYSHEVSKYI VINCE IL PREMIO INTERNAZIONALE PIANISTICO ?SCRIABIN? 2020 È Antonii Baryshevskyi, ucraino di 31 anni, il vincitore dell?edizione 2020 del Premio internazionale pianistico ?Scriabin?. La sua esecuzione del Concerto numero 2 in Do minore Opera 18 di Rachmaninov ha convinto quasi all?unanimità la giuria presieduta da Antonio Di Cristofano, che gli ha assegnato il primo posto. Secondo premio per Mariamna Sherling (18 anni, Russia) che ha eseguito il Concerto in Fa diesis minore Opera 20 di Scriabin; al terzo posto l?altro ucraino, Roman Lopatynskyi, 26 anni, che si è esibito al pianoforte nel Concerto numero 5 in Mi bemolle maggiore Opera 73 ?L?imperatore? di Beethoven. Ad accompagnare i tre finalisti, nella serata conclusiva della rassegna andata in scena al Teatro degli Industri, l?Orchestra sinfonica ?Città di Grosseto? diretta da Naiden Todorov. Al vincitore una borsa di studio di 8mila euro (con targa, diploma e concerti) offerto dal Rotary Club e dalla Fondazione Rotariana Carlo Berliri Zoppi, al secondo classificato una borsa di studio di 3mila euro (con targa e diploma) offerto dalla famiglia Giordano in ricordo di Nicola Giordano, mentre al terzo una borsa di studio di 1.500 euro (con targa e diploma) offerto da Fondazione Grosseto Cultura. Assegnati anche i riconoscimenti speciali, entrambi alla giovane russa Mariamna Sherlin: il premio speciale per la miglior esecuzione di un brano di Scriabin (borsa di studio di mille euro più diploma) offerto da Fondazione Grosseto Cultura e il premio speciale del pubblico (borsa di studio di 500 euro più diploma) offerto da Santa Cucchi e dedicato a Piero Gatti. Ma il 2020 sarà ricordato anche come l?anno della prima edizione della sezione Junior del Premio internazionale pianistico ?Scriabin?: ha vinto Monica Zhang (13 anni, studentessa di pianoforte a Milano) che si aggiudica una borsa di studio di 1.500 euro (con targa, diploma e concerti) offerta dalla Fondazione rotariana ?Carlo Berliri Zoppi?. Secondo premio a Sophia Voronina (13 anni, Russia) con una borsa di studio di mille euro (più targa e diploma) offerta dalla famiglia Pepi e dagli Attortellati, terzo premio ex aequo a Ivaylo Vassilev (12 anni, Bulgaria) e Dasha Klimas (12 anni, Germania) con una borsa di studio di 500 euro (più targa e diploma) offerta da Antonio Di Cristofano; menzione d?onore a Emma Guercio (11 anni, Italia) e Nicolas Giannelli (14 anni, Italia). La giuria internazionale del premio è stata presieduta da Antonio Di Cristofano (fondatore e direttore artistico del Premio Scriabin e direttore dell?Istituto comunale musicale ?Palmiero Giannetti? di Fondazione Grosseto Cultura) e ne hanno fatto parte Victor Asuncion (Filippine-Usa), Pasquale Iannone (Italia), Peter Kairoff (Usa), Olga Kern (Russia-Usa), Robert Lehrbaumer (Austria), Eugene Nella foto, il vincitore con Antonio Di Cristofano e i finalisti con la giuria LE NEWS ? 91 LE NEWS Skovorodnikov (Ucraina-Canada), Xiaofeng Wu (Cina) e Katerina Zaitseva (Russia-Usa). Il Premio pianistico internazionale ?Scriabin? è promosso e organizzato dall?Associazione musicale Scriabin con Fondazione Grosseto Cultura e il Comune di Grosseto, con il sostegno di Rotary Club, Fondazione Rotariana ?Carlo Berliri Zoppi?, Solbat, agenzia Generali di Maurizio Marraccini e Fazioli, il contributo di Fondazione Cassa di risparmio di Firenze, Banca Tema, Banca Mediolanum di Grosseto, ristorante Gli attortellati, Mario Gennari Bricolarge, Hotel Granduca, Fondazione ?Fiorilli? e Semar, e la collaborazione dell?Istituto musicale comunale ?Palmiero Giannetti?, Orchestra sinfonica ?Città di Grosseto? e Tv9. I BEACH NORDIC WALKERS ALLA CONQUISTA DI CAPO D?UOMO ALL?ARGENTARIO Il 29 febbraio un gruppo di donne e uomini dei Beach Nordic Walkers hanno raggiunto uno dei posti più belli del Promontorio dell?Argentario, Capo d?Uomo con una torre costiera che si eleva nella parte occidentale del promontorio dell?Argentario in posizione dominante a circa 350 metri sul livello del mare, pressoché a metà strada tra Porto Santo Stefano e Porto Ercole, luogo impervio e difficilmente accessibile particolarmente esposto all?azione dei venti, che ha però consentito ai partecipanti di spaziare con la vista lungo tutta la costa maremmana, verso l?Isola del Giglio, Giannutri e anche la Corsica, ciò fa dell?Argentario un posto di mare unico tra i più belli al mondo. La Torre medievale, costruita probabilmente dagli Aldobrandeschi, fu riferimento fondamentale per il sistema difensivo dello Stato dei Presidi nella seconda metà del Cinquecento, potendo inviare segnalazioni luminose tra la Torre di Cala Piccola e la Torre della Maddalena, continuando a svolgere per secoli le originarie funzioni di avvistamento e dismessa soltanto in epoca ottocentesca. In questo periodo di forti preoccupazioni per la salute della gente, la pratica del Nordic Walking al mare migliora la respirazione grazie a una sorta di aerosol naturale che contiene sali come cloruro di sodio e di magnesio, calcio, potassio, bromo e silicio, una vera e propria medicina naturale per le difese dell?organismo e il sistema immunitario, senza sottovalutare il fascino e le suggestioni che riesce a regalarci con la visita di posti meravigliosi on la distesa blu sconfinata in cui si vede l?orizzonte che induce alla riflessione e all?armonia. I Beach Nordic Walking dell?Argentario è una bella comitiva di appassionati di questa attività fisica, capeggiata da Simonetta Picchianti, che si avvale della guida e della professionalità dell?istruttore ufficiale dott. Riccardo Picchianti, una piacevole atmosfera di amicizia e allegria vede il gruppo frequentarsi e rivedersi anche dopo lo sport in altre piacevoli occasioni sociali, ARTEMARE Club ne è promotore come dei benefici del mare d?inverno. Per maggiori informazioni sul Nordic Walking dell?Argentario contattare Simonetta Picchianti cell. 3287346803. Nella foto Il gruppo di uomini e donne dei Beach Nordic Walking sotto la Torre di Capo d?Uomo all?Argentario 92 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 POLO AGROALIMENTARE, PUBBLICATO IL BANDO La Provincia di Grosseto pubblica il bando per la selezione del Gestore del Polo toscano per l?industria e la trasformazione agroalimentare. È, infatti, on line il bando per l?affidamento al soggetto privato che sarà chiamato a dare le gambe al grande progetto di riferimento regionale per la promozione ed il sostegno della attività di ricerca e innovazione di processo e prodotto nel settore dell?agroalimentare. ?Sono tempi duri per via del Coronavirus ma la Provincia di Grosseto ? dichiara il presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna ? vuol mantenere fermi i progetti di sviluppo del territorio in attesa della ripresa della attività: il nostro impegno attuale a sostegno della sanità e alla lotta al Coronavirus si basa sull?incrollabile fiducia che, una volta fermata l?epidemia, avremo tutti strumenti per ripartire ed il Polo sarà uno di questi?. Il Polo sorgerà a Rispescia, all?ex Enaoli: su un?area di proprietà di Terre regionali toscane ? in concessione alla Provincia ?, sarà edificato l?immobile che, su una superficie di quasi 700 metri quadrati, ospiterà il nuovo soggetto. Al futuro gestore del polo verrà affidata la dotazione tecnologica necessaria per la ricerca applicata, in stretta sinergia con il Polo tecnologico di Santa Rita, realtà già operativa e di livello internazionale. Oltre 2 milioni e 565mila euro l?investimento complessivo, già finanziato, per la realizzazione di un centro di competenza e di innovazione tecnologica a supporto delle piccole e medie imprese del territorio regionale toscano che operano nel settore della trasformazione delle produzioni agroalimentari. Il Polo potrà fornire servizi di supporto quali ricerca, innovazione e trasferimento dell?innovazione; certificazione di processo e di prodotto; controllo e tracciabilità dei prodotti; formazione specialistica. Gli ambiti di cui il Polo potrà occuparsi saranno comunque definiti d?intesa tra la Provincia di Grosseto ed il soggetto imprenditoriale che ne curerà la gestione e vanno a realizzare la stretta sinergia con le Università ed i centri di ricerca nazionali. Il Polo nasce da un?associazione temporanea di scopo tra Provincia di Grosseto, Comune di Grosseto, Camera di Commercio di Grosseto, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Pisa, Università degli Studi di Siena, Scuola Superiore S. Anna, Cosvig, Cirspe, Polo Navacchio S.p.A., Pont-tech S.c.r.l., CnrIbimet, Isis Leopoldo II di Lorena - Crisba Grosseto, Polo Universitario di Grosseto, Coldiretti Grosseto, Cia Grosseto, Confagricoltura Grosseto, Confcooperative Uninione Provinciale di Grosseto e Confindustria Grosseto. Il Soggetto gestore dovrà essere un soggetto imprenditoriale costituito in forma singola o associata e l?equilibrio economico della gestione sarà conseguito mediante l?offerta sul mercato dei servizi generati dal Polo. I potenziali utenti dei servizi offerti dal Polo saranno presumibilmente costituiti da imprese e loro aggregazioni riconducibili al comparto agroalimentare. L?ambito geografico di riferimento è quello regionale, dato che la realizzazione del Polo per l?Industria e la Trasformazione Agroalimentare costituisce una priorità per la stessa Regione Toscana. Il Polo è pensato quale punto di riferimento, sotto il profilo della ricerca, innovazione e trasferimento dell?innovazione, per tutto il comparto agro-industriale della Toscana. Un soggetto in grado di coordinare le attività di consulenza e di trasferimento dell?innovazione, di promuovere progetti pilota per mettere in rete il sistema delle imprese, dei produttori di tecnologie e dei soggetti scientifici. Tra le competenze del Polo vi è anche la tutela e valorizzazione dell?agrobiodiversità regionale. Il nuovo soggetto ospiterà al proprio interno la Banca del germoplasma, realtà di eccellenza di Terre regionali di toscana che con la partecipazione attiva al Polo dell?agroalimentare amplia i propri strumenti di sviluppo ed innovazione sul Territorio maremmano. Il bando è consultabile all?indirizzo web: www.provincia.grosseto.it LA MUSICA PERDUTA DEGLI ETRUSCHI AL CINEMA Per la serie ?Invito al cinema d?autore? il 12 febbraio presso il Cinema Stella a Grosseto, si è tenuta la proiezione del documentario ?Sulle note del mistero. La musica perduta degli Etruschi? con la regia di Riccardo Bicicchi, evento organizzato dall?Associazione Archeologica Maremmana. Questo documentario, finanziato dalla rete Musei di Maremma e dalla Regione Toscana, è stato presentato alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, selezionato nel 2016 alla XXVII edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e vinto il primo premio al Festival Nazionale del Documentario Archeologico a Licodia Eubea (Catania) Caseificio Il Fiorino: ?È dura, ma noi non molliamo!? Doppi turni e mascherine a km 0: il Caseificio Il Fiorino con sede a Roccalbegna, nonostante l?emergenza Coronavirus, continua a produrre i suoi formaggi di eccellenza. ?Proseguire la produzione è fondamentale per garantire alla filiera del latte di non fermarsi? Nella foto Angela Fiorini con il marito Simone Sargentoni che guida insieme a lei il caseificio A Il Fiorino, caseificio di Roccalbegna famoso in Italia e nel mondo per i suoi pecorini, non si molla e da ormai diverse settimane la produzione va avanti, con più attenzioni e nel massimo rispetto delle indicazioni delle autorità. Si comincia poco dopo le cinque del mattino e si va avanti fino alle 20 circa, con turni dei dipendenti alternati fra mattino e pomeriggio, così da mantenere le distanze ?di sicurezza? richieste dall?emergenza Coronavirus. ?Continuare la produzione in questo periodo difficile ? afferma Angela Fiorini, proprietaria de Il Fiorino che guida insieme al marito, Simone Sargentoni ? è fondamentale per consentire a tutta la filiera lattiero casearia di non fermarsi nel periodo di maggior produzione di fronte all?emergenza Coronavirus, che ha colpito duramente il nostro settore. Rimanere aperti, riuscire a prendere il latte dai nostri allevatori, continuare la produzione e garantire il rifornimento dei negozi dove i consumatori trovano i nostri prodotti è determinante per evitare che questa situazione già difficile precipiti. Continuare a lavorare significa, per noi, sostenere la filiera e l?economia del territorio?. ?Tutti i nostri ragazzi e le nostre ragazze ? continua Angela Fiorini ? lavorano nel rispetto delle direttive previste dal Governo e dagli enti preposti. Ogni dipendente è dotato di mascherine, guanti e vestiario monouso, per permettere il normale svolgimento dell?attività lavorativa in tutta sicurezza. Ognuno ha la sua mascherina, che ci siamo premurati di reperire in un?azienda di Grosseto, la Toscano Alta Sartoria. Abbiamo organizzato due turni di lavoro, così da evitare possibili ?assembramenti? all?interno dell?azienda e abbiamo adottato qualche accortezza in più per gli autisti che continuano a prelevare il latte dagli allevatori. Vista la delicatezza della loro mansione, infatti, non entrano in azienda ma attendono fuori, così come chi si occupa del trasporto dei nostri prodotti a negozi e altri rivenditori?. ?Ci rendiamo conto ? prosegue Angela Fiorini ? che è difficile e serve un po? di collaborazione da parte di tutti. Riuscire a convincere i consumatori ad acquistare prodotti toscani, o comunque dei propri territori, sarebbe fondamentale anche in chiave post emergenza. Stringiamo i denti e andiamo avanti, sperando che tutto passi in fretta e che si possa riprendere presto la normale produzione?. LE NEWS ? 93 LE NEWS Celebrata in modo diverso la Torciata di S. Giuseppe 2020 Comune e associazione Promo.fi.ter hanno invitato le famiglie chiuse nelle abitazioni per l?emergenza sanitaria a realizzare un piccolo puccio per celebrare in modo diverso la festa quest?anno dedicata ad Angelo Savelli, colui che ha costruito il puccio per tantissimi anni ? Dovete stare a casa? è la raccomandazione che viene ripetuta costantemente in questi giorni, per contrastare il diffondersi del Covid -19. E la distanza fisica, ha aumentato nelle persone la voglia di sentirsi comunità, così, grazie alla rete, si sono moltiplicate iniziative per rimanere in contatto e staIl puccio re ?vicini?, anche solo virtualmente, condividendo una passione, un momento, un progetto. A Pitigliano, il Comune e l?associazione Promo.fi.ter, con questa finalità, hanno lanciato una iniziativa, per celebrare virtualmente la Torciata di San Giuseppe, una delle feste più attese e partecipate del paese. Quest?anno la Torciata non si è svolta in piazza, come sempre. Non c?è stato lo spettacolo dei torciatori, che danno fuoco al puccio dell?invernacciu, il gigante fantoccio di canne e paglia costruito nella piazza del Municipio. Ma l?invito è stato quello di celebrare comunque la festa nelle case dei pitiglianesi. Molte famiglie hanno costruito un piccolo puccio con il materiale di rici- 94 ? Maremma Magazine ?Aprile 2020 clo recuperato in casa: legno, carta, cartone e stecchini. Così adulti e bambini hanno potuto sentirsi comunque partecipi della festa. E per condividere con tutta la comunità questo momento, la foto del puccio è stata inviata con messaggio privato sulla pagina facebook del Comune di Pitigliano raggiungibile all?indirizzo www.facebook.com/ComunePitigliano. Il 19 marzo, giorno della Festa, tutte le foto sono state pubblicate in un album dedicato. ?La Torciata di San Giuseppe è sempre stata per i pitiglianesi una festa speciale ? commenta Alessio Celata, assessore alle associazioni e al centro storico ? che coinvolge l?intera popolazione sin dai preparativi. Per questo ci è venuta l?idea di celebrarla in un modo diverso, ma di celebrarla comunque. Il Covid-19 ci costringe a modificare le abitudini, ma non ci deve far dimenticare l?importanza e il valore di essere una comunità. Dedichiamo questa speciale torciata di San Giuseppe ad Angelo Savelli, colui che ha costruito il puccio per tantissimi anni?. ?Siamo contenti di questa iniziativa ? afferma Mariangela Savelli, la figlia di Angelo ? è bello ricordare mio padre che è stato ideatore e cofondatore della Torciata come la conosciamo oggi, ed è sempre stato aperto alle novità, persino all?ingresso delle donne tra i torciatori. Da adolescente era un mio desiderio quello di fare la torciatrice e a lui sarebbe piaciuto. Chissà se in futuro accanto ai torciatori si avranno anche le torciatrici. In questi giorni in cui non ci possiamo incontrare per le misure di constrasto al Covid-19, l?idea di costruire a casa il puccio e di condividerlo grazie al social, è un?occasione importante per far sentire tutti i pitiglianesi più vicini, anche coloro che vivono fuori da Pitigliano?. e nella seconda edizione del Festival Internazionale del Cinema Archeologico di Ravenna ? Premio Olivo Fioravanti. Il filmato racconta lo studio portato avanti dall?etruscologa Simona Rafanelli, direttrice del Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, e da Stefano Cocco Cantini, sassofonista e direttore artistico del Grey Cat Jazz Festival, che aveva l?obiettivo di recuperare la musica e i suoni della civiltà etrusca, probabilmente la civiltà più ?musicale? dell?antichità che per assurdo è rimasta per noi completamente ?muta?. In particolare sono stati studiati gli strumenti musicali a fiato: sia quelli riprodotti nelle pitture ritrovate nelle tombe, un esempio classico i musici della Tomba dei Leopardi a Tarquinia, che i veri flauti Etruschi, miracolosamente preservati e rinvenuti a bordo del relitto di una nave naufragata intorno al 590 a.C. nella baia del Campese all?Isola del Giglio e conservati al Museo Archeologico della Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano. Da questi studi sono nate delle riproduzioni in legno che non permettono agli studiosi di ricreare la musica etrusca, che sarebbe impossibile, ma capire quali suoni e che tipi di note potevano uscire da quegli stessi strumenti. Info: www.museidimaremma.it EMERGENZA COVID-19, IL CERTEMA A FIANCO DEGLI OPERATORI SANITARI TOSCANI PROMUOVE LA PRODUZIONE DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE. RICEVUTA UNA COMMESSA DALLA REGIONE Certema, il laboratorio tecnologico multidisciplinare ad accesso aperto di borgo Santa Rita, in provincia di Grosseto, si mette al servizio della sanità Toscana per l?emergenza Covid-19: due aziende del polo, la Femto Engineering srl (gruppo LCI Italy srl) e la Tosti srl, stanno producendo gli schermi facciali di protezione contro goccioline e spruzzi di liquidi, commissionati dalla Regione Toscana, da destinare al personale sanitario regionale. Medici e infermieri che assistono i pazienti positivi o sospetti positivi al nuovo coronavirus, infatti, devono indossare in modo scrupoloso i dispositivi di protezione per scongiurare il rischio di essere infettati. Gli schermi protettivi prodotti dalla Femto Engineering e la Tosti srl saranno distribuiti in tutti gli ospedali della Toscana. Si tratta di dispositivi che coprono completamente il volto, da sopra alla testa fino al collo, realizzati in materiale plastico trasparente e progettati in conformità al decreto Cura Italia, per garantire la massima sicurezza, in caso di gocce o schizzi di liquidi. Sono confortevoli per chi li indossa, anche quando si devono affrontare sessioni prolungate di lavoro. Gli schermi facciali sono stati richiesti dalla Regione per proteggere dal virus non solo bocca e naso, ma anche gli occhi. L?altro aspetto importante di questi dispositivi è che sono riutilizzabili più volte. Nella scheda tecnica del prodotto sono indicate tutte le sostanze compatibili con il materiale, per la pulizia e la disinfezione.Ad esempio, è possibile trattarli con l?alcol. L?impegno di Certema nell?emergenza Covid-19 va oltre la produzione di schermi facciali da parte delle aziende Femto Engineering srl (gruppo LCI Italy srl) e Tosti srl, Certema, infatti, sta disponendo in questi giorni, una serie di misure per le aziende che in Italia stanno riconvertendo una parte dell?attività alla produzione di mascherine chirurgiche, camici e altri mezzi e dispositivi di protezione individuale. Queste aziende avranno bisogno di affidarsi ai test di laboratorio per produrre l?autocertificazione, in deroga al marchio CE, prevista dal decreto legge del 17 marzo 2020, per attestare i requisiti di sicurezza e le caratteristiche tecniche dei prodotti immessi in commercio. ?Con l?obiettivo di far fronte a questa nuova esigenza delle aziende ? spiega Fosco Tosti, presidente del laboratorio tecnologico di Borgo Santa Rita ? Certema si è mobilitata per coordinare i test di laboratorio che si svolgeranno a Borgo Santa Rita e nelle altre strutture toscane del costituendo laboratorio diffuso, nato dal Protocollo d?intesa della Regione, di cui fanno già parte insieme a Certema, realtà come il Polo di Magona a Cecina; TLS di Siena; l?Università di Siena; Cosvig; Bio-ricerche di Castell?Azzara; BsRC di Monia Renzi. Stiamo collaborando anche con Next Technology Tecnotessile. Abbiamo lanciato una call per verificare la disponibilità di competenze e strumentazioni da parte delle strutture toscane, capaci di supportare l?emergenza. In particolare, come laboratorio diffuso, stiamo coordinando l?ingegnerizzazione di un setup di prova, che sarà pronto nel giro di pochi giorni, per far fronte alla crescente domanda di test sulle mascherine chirurgiche, testando la filtrazione batterica e la traspirabilità, ai fini della valutazione di conformità agli standard EN 14683 e ISO 10993. A Certema si possono già effettuare le prove meccaniche sui tessuti, per verificare la resistenza delle cuciture e la deformazione dei pori fino alla scala sub -microscopica, informazioni utili per stabilire la durata e il riutilizzo dei dispositivi di protezione. Ma anche prove comparative morfo strutturali e chimico fisiche sui materiali impiegati. Mettere a disposizione strumenti e competenze di Certema e di tutte le realtà toscane del laboratorio diffuso, ci consente di ?alleggerire la pressione? sui laboratori italiani, che già eseguono le prove normate, e che adesso nell?emergenza Covid-19, sono sovraccarichi di lavoro, soprattutto quelli della Lombardia e dell?Emilia Romagna?. Certema, laboratorio tecnologico multidisciplinare ad accesso aperto, è un sistema di servizi tecnologici che opera in Maremma, nel comune di Cinigiano, in posizione baricentrica tra Grosseto e Siena. È un progetto imprenditoriale privato, che nasce grazie all?impegno di un consorzio di sei imprese, con il supporto della Scuola Superiore Sant?Anna di Pisa e il contributo della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto. Certema riunisce in un?unica struttura diversi ambiti industriali complementari (meccanica di precisione, costruzioni meccaniche, laser sinterizzazione per additive manufacturing, automazione, misura e analisi. Un polo in grado di ideare, sviluppare e realizzare un progetto nella sua interezza senza ricorrere ad un interlocutore diverso per ciascuna fase progettuale o ambito di sviluppo. Questa capacità industriale di riunire vari processi in un unico stabilimento, rende Certema un sistema di servizi tecnologici unico e flessibile nel centro Italia. Per informazioni sulle prove di laboratorio ai fini dell?autocertificazione le aziende possono contattare Certema inviando una mail a info@laboratoriotecnologicogrosseto.it oppure a.cavallo@laboratoriotecnologicogrosseto.it LE NEWS ? 95 Registrazione presso il Tribunale di Grosseto n. 8 del 23 settembre 2002 - Iscrizione ROC n. 32486 del 23.1.2019 Poste Italiane spa Spediz. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Grosseto DIRETTORE RESPONSABILE Celestino Sellaroli REDAZIONE Angelo Biondi, Deborah Coron, Cristina Cherubini, Francesca Costagliola, Sara Landi, Maria Grazia Lenni, Lorenzo Mantiglioni, Rossano Marzocchi, Paolo Mastracca, Alissa Mattei, Giada Rustici, Dianora Tinti, Antonella Vitullo, Sabino Zuppa CONSULENZA EDITORIALE Corrado Barontini EDITORE CS Edizioni srl DIREZIONE, REDAZIONE E PUBBLICITÀ CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - Fax 0564 1979133 - Cell. 349 2872103, e-mail maremma.magazine@virgilio.it oppure info@maremma-magazine.it, sito web www.maremma-magazine.it STAMPA New Print Ambrosini S.r.l.s. - Via E. Fermi 10/12 Zona Industriale Loc. Campo Morino - 01021 Acquapendente (VT) - Tel. 0763.711040, sito web www.tipografiaambrosini.it, email info@tipografiaambrosini.it ARRETRATI I numeri arretrati possono essere richiesti a CS Edizioni srl - Via Tripoli n. 10 - 58100 Grosseto - Tel. 0564 20426 - 349 2872103 - Fax 0564 1979133, inviando anticipatamente l?importo pari al doppio del prezzo di copertina, mediante assegno bancario non trasferibile intestato a CS Edizioni srl o bollettino sul conto corrente postale n. 001044926978 intestato a CS Edizioni srl, Via Tripoli n. 10, 58100 Grosseto ABBONAMENTI PREZZI: una copia euro 3,50; abbonamento annuale (10 numeri): euro 30,00 per l?Italia ed euro 140 per l?estero. L?abbonamento decorrerà dal primo numero disponibile (prima della spedizione mensile in abbonamento postale) e potrà avere inizio in qualsiasi periodo dell?anno. Per il rinnovo attendere l?avviso di scadenza. 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